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L'invito formulato dall'angelo al momento dell'Annunciazione era stato preceduto da diversi inviti alla gioia messianica, formulati in testi profetici nell'antica alleanza. Gli inviti erano particolarmente rivolti alla "figlia di Sion", cio al popolo giudaico. Un oracolo profetico che esprime questo invito molto bene conosciuto, perch stato citato nei vangeli (Matteo 21,5; Giovanni 12,15) per mostrarne il compimento nell'ingresso di Ges a Gerusalemme, ingresso accompagnato dalle grida di entusiasmo della folla. Nel libro di Zaccaria, il popolo era invitato a una grande gioia per la venuta del re messianico, venuta che comportava un aspetto di umilt, conforme alle intenzioni di un re pacifico: "Esulta grandemente, figlia di Sion, giubila, figlia di Gerusalemme! Ecco, a te viene il tuo re. Egli giusto e vittorioso, umile, cavalca un asino sopra un puledro figlio d'asina. Far sparire i carri da Efraim e i cavalli da Gerusalemme, l'arco di guerra sar spezzato, annunzier la pace alle genti, il suo dominio sar da mare a mare e dal fiume ai confini della terra" (9,9-10). Questo re deve essere accolto con gioia, non solo perch vittorioso, ma soprattutto perch stabilisce un regno universale di pace. Altri profeti collegano l'invito alla gioia con la presenza del Dio Salvatore in mezzo al suo popolo. In Sofonia questo invito anche molto potente: "Gioisci, figlia di Sion, Annunciazione esulta, Israele, e rallegrati con tutto il [Carmelitane di Firenze] cuore, figlia di Gerusalemme! Il Signore ha revocato la tua condanna, ha disperso il tuo nemico. Re d'Israele il Signore in mezzo a te, tu non vedrai pi la sventura... Il Signore tuo Dio in mezzo a te un Salvatore potente". Non solo la presenza del Signore onnipotente una garanzia di felicit, ma nel Signore stesso si trova una gioia che vuole comunicarsi: Il Signore tuo Dio "esulter di gioia per te, ti rinnover con il suo amore, si rallegrer per te con grida di gioia, come nei giorni di festa" (3,14-18). In Gioele, le meraviglie compiute dal Signore sono motivo dell'invito alla gioia: "Non temere, terra, ma rallegrati e gioisci, perch cose grandi ha fatto il Signore" (2,21). Dio promette una grande abbondanza di beni: "Mangerete in abbondanza, a saziet, e loderete il nome del Signore vostro Dio che in mezzo a voi ha fatto meraviglie. Voi riconoscerete che io sono in mezzo ad Israele, e che sono io il Signore vostro Dio..." (2,26-27). L'esortazione alla gioia viene dunque dalle meraviglie compiute, dalle meraviglie promesse e dalla presenza divina che queste meraviglie manifestano. Un altro motivo della chiamata alla gioia viene espresso nel libro di Isaia: una fecondit data dall'alto, che supera ogni sterilit: "Esulta, o sterile che non hai partorito, prorompi in grida di giubilo e di gioia, tu che non hai provato i dolori, perch sono pi numerosi i figli dell'abbandonata che i figli della maritata, dice il Signore" (54,1). Il popolo invitato a rallegrarsi per la fecondit che sar concessa con la ripresa delle relazioni di amore fra Dio e il popolo: "Per un breve istante ti ho abbandonata, ma ti riprender con immenso amore" (54,7).
L'invito a rallegrarsi, rivolto dall'angelo alla Vergine di Nazaret, deve essere capito nella prospettiva degli inviti che il Dio dell'antica alleanza aveva rivolto al suo popolo. I diversi motivi enunciati negli oracoli profetici trovano un compimento nello stato di Maria in dialogo con l'angelo: Maria invitata alla gioia per la venuta del re messianico, per la presenza del Dio Salvatore in mezzo al popolo, per le meraviglie compiute e promesse da Dio in favore di tutti, per una fecondit eccezionale che viene proposta al momento dell'Annunciazione. A questo punto, Maria era esortata a riassumere in uno slancio di gioia tutto ci che era stato annunziato come fonte di gioia nella religione ebraica. In realt, era invitata non solo a riprendere tutti i motivi del passato, ma riceveva una rivelazione che superava di molto tutti gli annunzi anteriori. Lo slancio di gioia che aveva cominciato a manifestarsi nell'antica alleanza per la venuta del regno messianico doveva adesso svilupparsi pienamente nella donna scelta come madre del Salvatore.
benevolenza divina. Nel caso dell'Annunciazione, l'angelo non va via prima di avere ottenuto dalle labbra di Maria il consenso richiesto. Lo scopo della visita dell'angelo era quello di suscitare e di raccogliere il consenso. Abbiamo osservato che nella prospettiva tradizionale della religione giudaica Maria teneva il posto della figlia di Sion e a questo titolo rappresentava il popolo eletto, invitato a rallegrarsi per la venuta del re messianico. Il messaggio dell'angelo supera questa prospettiva, perch l'orizzonte della salvezza non pi limitato a un popolo. Questo messaggio che annuncia Ges Salvatore va aldil delle frontiere di Sion e viene affidato a Maria come quella che rappresenta tutti coloro che sono chiamati a ricevere il beneficio dell'opera salvatrice di Cristo. Maria infatti la rappresentante di tutta l'umanit destinata ad aprirsi al disegno di salvezza.
Il compito di rallegrarsi
Chiamata a dare il suo consenso al progetto divino esposto dall'angelo, Maria svolge un ruolo essenziale nel compimento dell'Incarnazione redentrice. Dal momento che la Vergine di Nazaret ha pronunziato le parole: "Avvenga per me come tu hai detto" (Luca 1,38), il Figlio di Dio si fatto uomo. La cooperazione della donna ha avuto dunque un influsso decisivo sul pi grande evento della storia umana. Nel modo di esprimere questo consenso, possiamo notare una sfumatura che aiuta a capire i sentimenti di Maria. La forma verbale tradotta: "Avvenga per me", serve all'espressione di desideri personali. Il significato che Maria non rende soltanto il suo proprio volere conforme al volere Annunciazione divino, ma sviluppa in se stessa dei [L.Seitz, Santuario della Madonna di Loreto] desideri che seguono lo stesso orientamento. Nel profondo del suo cuore, vive in armonia con la volont del Padre. Questa preoccupazione di armonia intima con il disegno divino illustra il volto femminile dell'alleanza. Stabilita con gli uomini, l'alleanza era stata concepita e praticata come patto di azione, con l'accento posto sulla forza nella lotta. L'alleanza di Dio con la donna tende a far prevalere i valori affettivi e a realizzare una unione nell'amore. Mentre l'alleanza di tipo maschile concentra gli sforzi sulla preparazione alla guerra e vuole soprattutto assicurare il trionfo delle armi, l'alleanza con la donna cerca piuttosto di stabilire e organizzare un regime di pace, un regime che favorisca relazioni cordiali e buona intesa. Costatando l'orientamento affettivo dell'alleanza femminile, possiamo capire meglio l'intenzione divina che, attraverso il messaggio dell'Annunciazione, ha rivolto a una donna l'invito alla gioia. I sentimenti della donna destinata a vivere in pienezza l'alleanza dovevano favorire lo sviluppo della gioia della salvezza. Per questo motivo, la prima forma di cooperazione, da parte della donna scelta per la conclusione dell'alleanza perpetua e definitiva, deve essere un movimento del cuore per entrare e far entrare nell'immensit della felicit promessa.
Manifestamente, "Rallegrati" non una esortazione di ordine secondario. la prima parola rivolta dall'angelo a Maria, la prima parola che il Padre fa suonare ai suoi orecchi, nel momento capitale dell'annuncio di salvezza che egli desidera comunicare all'umanit. L'invito alla gioia dunque di primaria importanza. In questo invito appare lo scopo di tutta l'opera di salvezza. Tutto ci che ha voluto il Padre, tutto ci che l'ha spinto a mandare suo Figlio nel mondo era orientato verso la nostra gioia, la nostra felicit. Siccome egli voleva suscitare la pi ampia cooperazione di Maria alla sua opera, desiderava che fosse associata a questa intenzione sovrana e che il primo movimento dell'anima della cooperatrice le facesse condividere il primo movimento dell'amore divino paterno verso gli uomini. Maria doveva essere la prima che avrebbe fatto l'esperienza della gioia preparata dal Padre per i suoi figli. Entrando in questa gioia, Maria sarebbe stata anche la prima a diffonderla. Espressamente, l'invito le era rivolto come alla persona che rappresentava la figlia di Sion e portava in se stessa il destino non solo del popolo eletto ma dell'umanit che beneficiava dell'amore divino salvifico. Aveva dunque come missione di comunicare agli altri la propria felicit, una missione che corrispondeva anche al compito materno che le era attribuito nel disegno di salvezza. Una madre desidera condividere con i figli le sue gioie. L'invito a rallegrarsi rivelava il legame fra la gioia autentica e la grazia. Il legame appariva nell'associazione delle due prime parole "rallegrati" e "colmata di grazia". Nella loro risonanza greca, le due parole vengono intimamente unite in virt di una somiglianza di pronuncia (Kaire kekaritomne). Ma sono soprattutto unite per il fatto che in Maria la gioia sorge dall'abbondanza della grazia. Non fortuita la coincidenza: quella che riceve dall'angelo il compito di rallegrarsi e di far entrare la comunit umana nella gioia quella che stata dotata di una grazia eccezionale. Il suo esempio aiuta a capire come la perfezione di grazia si esprime in una perfezione di gioia e come l'esultazione di gioia manifesta la trasfomazione intima che produce l'azione segreta della grazia dilatando le profondit dell'anima. Dal Cielo, Maria ha ricevuto come primo compito la missione di rallegrarsi: il segno dell'importanza della gioia agli occhi di Dio. Questa importanza stata posta in luce dal primo momento dell'annunzio della buona novella. In seguito sar confermata in tutto l'insegnamento di Ges, non solo nella dottrina delle Beatitudini ma in molte circostanze, pi specialmente nelle parole pronunciate al momento doloroso della Passione. Il racconto dell'Annunciazione ha il grande merito di ricordarci la prima chiamata alla nuova gioia, destinata a orientare tutta la nostra vita. All'indice dei capitoli Parte seconda
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