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Una dieta ricca di noci aiuta a combattere gli effetti biologici dello stress. Lo ha scoperto una ricerca pubblicata dal Journal of the American College of Nutrition, secondo cui mangiare 9 noci al giorno diminuisce sia la pressione totale che l'aumento della pressione dovuta alle situazioni stressanti. I ricercatori hanno studiato 22 adulti sani con il colesterolo alto, fornendo loro tutti i pasti per sei settimane. I soggetti che avevano un'alta quantit di noci nella dieta, sottoposti a prove stressanti come parlare in pubblico o immergere i piedi nell'acqua fredda, hanno mostrato un minore aumento della pressione, e la migliore condizione circolatoria stata confermata anche con degli esami che misuravano la dilatazione delle vene. "E' la prima volta che si trova un beneficio simile da parte di un alimento nei confronti di un effetto dello stress - hanno scritto i ricercatori - questo pu essere molto utile perch non possiamo evitare i fattori di stress nella nostra vita".
La coronaropatia rappresenta il tipo di malattia cardiovascolare pi significativo in termini di mortalit e disabilit ed tipicamente causata dall'aterosclerosi delle coronarie, che apportano ossigeno vitale al miocardio. Le arterie coronariche sono particolarmente vulnerabili all'aterosclerosi a causa del loro piccolo diametro. Se le coronarie sono ostruite per un periodo di tempo prolungato, parti del miocardio vengono private dell'ossigeno e dei nutrienti vitali, causando la necrosi dell'area colpita (infarto miocardico o attacco di cuore). Nei casi pi gravi, in cui l'area di miocardio interessata ampia oppure nei quali l'area interessata include il sistema elettrico di conduzione cardiaco, pu portare a morte improvvisa. Top
Il conto in secondi... stato stimato che si verifica: Un decesso dovuto a MCV ogni due secondi. Un infarto ogni cinque secondi. Un ictus ogni sei secondi. La malattia cardiovascolare non ha frontiere... In Europa: La MCV responsabile di quasi cinque milioni di decessi ogni anno, pari al 52% dei decessi totali. Ogni giorno si verificano circa 13.500 decessi da MCV, pari ad una media di nove morti al minuto. Nelle Americhe: Circa due milioni di decessi da MCV nelle Americhe, pari al 32% dei decessi totali. Negli USA la MCV responsabile di circa 900.000 di decessi ogni anno, pari al 38% dei 2
decessi totali. In Asia: Nell'Asia sud orientale, la MCV responsabile di quasi quattro milioni di decessi ogni anno, appena al di sotto del 30% dei decessi totali. Nella regione del Pacifico occidentale la MCV responsabile di quasi quattro milioni di decessi ogni anno, pari al 32% dei decessi totali. Nella regione dell'Asia Pacifico stato riscontrato che la MCV colpisce gli adulti asiatici 10 anni prima degli adulti dei paesi occidentali. Ci sono prove di un aumento dell'incidenza del colesterolo elevato tra la popolazione asiatica. Mentre il tempo passa... 1990: 13,1 milioni di decessi da MCV - 26,0% dei decessi totali. 1999: 16,9 milioni di decessi da MCV - 30,3% dei decessi totali. 2000: 24,8 milioni di decessi da MCV - 36,3% dei decessi totali. Previsione per il 2020: 24,8 milioni di decessi da MCV - 36,3% dei decessi totali. Top
Abitudine al fumo, vita sedentaria, dieta sbagliata, stress, diabete e pressione arteriosa elevata: molteplici sono le condizioni che mettono a rischio le arterie e provocano malattie cardiovascolari (infarto, ictus, arteriopatia obliterante). Fattore di rischio non vuol dire certezza e, per fortuna, la maggior parte di tali fattori si possono modificare con comportamenti adeguati ed eventualmente con una corretta terapia farmacologica. Il principale fattore di rischio di MCV il colesterolo elevato. Gli italiani, per, hanno in media livelli troppo alti di colesterolo nel sangue: il 21% degli uomini e il 25% delle donne hanno un 3
valore di colesterolemia totale uguale o superiore a 240 mg/dl. E' importante intervenire, perch ogni anno pi di 130.000 persone subiscono un infarto miocardico acuto e oltre 90.000 sono colpiti da ictus cerebrale. Tutte patologie con un denominatore comune: l'accumulo di colesterolo nel sangue e sulla parete interna delle arterie.
2. Usare comunque prudenza e non sottoporsi a sforzi bruschi, che potrebbero danneggiare il cuore. 3. Organizzare la vacanza in modo da ?staccare? veramente, evitando inutili occasioni di stress. 4. Approfittare della pausa dallo stress per liberarsi dell'abitudine al fumo di sigaretta che abbassa i livelli di colesterolo ?buono? HDL. 5. Specie se al mare, non trascurare di comprendere nella dieta il pesce azzurro, riducendo i crostacei e i frutti di mare come aragoste, gamberi, ostriche e cozze. Per chi in montagna un occhio di riguardo ai salumi e ai formaggi grassi (pecorino, grana, gorgonzola). 6. Ricordare di controllare la pressione arteriosa prima di scegliere se andare o meno in montagna (valori elevati di pressione arteriosa aumentano il rischio in alta quota). 7. Ma soprattutto, chi ha qualche fattore di rischio cardiovascolare non dimentichi di portare con s i farmaci che il medico avr sicuramente prescritto e di seguirne le indicazioni. Il colesterolo va tenuto sotto controllo e controbilanciato durante tutto l'anno come indicato dalle Linee Guida, con una particolare attenzione verso coloro che sono a maggior rischio.
Somma i punteggi ottenuti Punti 0-3: sei preparato e non hai bisogno di ulteriori approfondimenti sul colesterolo e sul rischio cardiovascolare. Punti 4-8: hai qualche lacuna che puoi chiarire parlandone con il tuo medico. Punti 9-15: hai scarse conoscenze sull'argomento. Ti consigliamo di chiedere informazioni dettagliate al tuo medico. Se sei tra coloro che hanno totalizzato un punteggio superiore a 4 e soffri di una o pi di queste patologie: pressione alta diabete di tipo 2 cardiopatia obesit
...ti consigliamo di parlare approfonditamente con il tuo medico sull'argomento rischio e malattia cardiovascolare e le soluzioni a te adatte. Top
Menu anticolesterolo
Ecco cosa mangiare per tenersi in circa 320 mg di colesterolo, quantit perfetta per una persona 6
sana. Con qualche piccolo accorgimento, possibile scendere senza problemi a 250 mg, livello consigliato a chi soffre di ipercolesterolemia. COLAZIONE La protezione contro il colesterolo e l'eccesso di lipidi comincia dal mattino. Scegliamo alimenti che aiutano a prevenire e a combattere l'ipercolesterolemia: proteine ad alto valore biologico (latte e yogurt); carboidrati complessi e zuccheri semplici (prodotti da forno e frutta); grassi in giusta quantit (latte, yogurt e prodotti da forno); fibra (frutta, verdura, prodotti da forno integrali); vitamine e sali minerali (latte, yogurt, frutta e verdura).
Frutta e verdura: le fonti principali di fibra, vitamine e antiossidanti; come tutti gli alimenti di origine vegetale, sono privi di colesterolo. Preferite i frutti integri per sfruttare appieno il patrimonio di vitamine e antiossidanti. Prodotti integrali: completano l'apporto di fibra e vitamine offerto da frutta e verdura e favoriscono il senso di saziet. Una piccola quota di dolci, preparati limitando l'uso di grassi saturi (burro) e uova, consumata una o due volte alla settimana non compromette la qualit della nostra alimentazione. PRANZO Per il pranzo approfittiamo della ricchezza (e della flessibilit!) della dieta mediterranea, consumando prodotti integrali, verdure crude e cotte, formaggio, soia, pesce. Possiamo annaffiare il tutto con un bicchiere di vino. Acidi grassi polinsaturi: gli studi pi recenti, hanno scoperto un potente alleato di antiossidanti, fibra e vitamine nella prevenzione e nel trattamento dell'ipercolesterolemia: gli acidi grassi polinsaturi (acidi omega 3 e omega 6) presenti nel pesce. Gli acidi grassi polinsaturi si trovano prevalentemente nel pesce pescato e non in quello allevato: per la sintesi degli acidi grassi polinsaturi fondamentale che il pesce consumi le alghe che crescono sui fondali marini, ma non sulle pareti delle vasche per pescicoltura. Meglio poi optare per il pesce azzurro (alice, sardina, sgombro, tonno, pesce spada), ma la regola d'oro rimane quella di variare e limitare il consumo dei prodotti pi ricchi di colesterolo (crostacei e molluschi). Fondamentale anche la scelta del metodo di preparazione e/o di cottura. Gli acidi polinsaturi sono molto delicati: quindi fondamentale preferire i metodi di cottura non troppo spinti (vapore, al forno, al cartoccio) o le preparazioni a freddo (marinatura, magari con limone). CENA Per cena scegliamo un primo e un secondo leggeri, o un piatto unico per non sforare il budgetcolesterolo quotidiano.
Ipertensione
Quali sono le cause? - Quali consigli agli ipertesi? - Cos'? - Cos' la massima? - Cos' la minima? - Quale delle due pi pericolosa? - Quanto diffusa? - Quali sono i sintomi? - Quali 7
obesit: Piuttosto che di obesit meglio parlare di eccesso ponderale. L'eccesso ponderale si accompagna con grande frequenza ad aumento della pressione, della glicemia, dei grassi nel sangue, ed a riduzione dell'attivit fisica; inoltre, un grosso fardello che affatica inutilmente il cuore. Secondo dati recenti nel mondo occidentale circa il 30% della popolazione avrebbe un eccesso ponderale di varia entit. Va precisato, a questo proposito, che si parla di obesit quando il peso corporeo superi del 15% il peso ideale. La determinazione del peso ideale si ottiene con varie formule. Un criterio abbastanza diffuso definisce come peso ideale il numero di chili pari ai centimetri oltre il metro di statura (quindi, per un uomo alto 1,80 m. il peso ideale sarebbe 80 chili), ma questo criterio forse pi adatto al ventenne che svolga attivit fisica; per un sessantenne sedentario appare eccessivamente generoso, e sarebbe consigliabile una riduzione di almeno il 10%. E' stato anche sicuramente dimostrato che l'aumento del peso del 20% rispetto a quello ideale nei soggetti di media et raddoppia l'incidenza di malattie delle coronarie, e la triplica se l'obesit si accompagna a ipercolesterolemia o ipertensione. Gli obesi malati di cuore vivono in media 4 anni di meno del cardiopatico di peso regolare. L'essere fortemente sovrappeso anticipa poi di 7 anni l'inizio della malattia in chi predisposto. Negli Stati Uniti stato anche calcolato che se si riuscisse a debellare il cancro la vita si allungherebbe di meno di due anni, mentre se si eliminasse l'obesit si allungherebbe di 5 anni. diabete; stress: L'importanza dello stress generalmente sopravvalutata dai pazienti. In gran parte ci dovuto al fatto che un termine che ha trovato grande successo e diffusione, essendo chiamato in causa per situazioni molto diverse. Essendo utopistico e irrealizzabile l'intento di modificare positivamente l'ambiente in maniera sostanziale, chiaro che i nostri sforzi sono diretti alla individuazione ed alla eventuale modificazione di quei tratti della personalit che, sottoposti all'influenza ambientale, possano costituire un fattore di rischio per gli eventi coronarici. Numerosi ed approfonditi studi hanno individuato uno specifico atteggiamento comportamentale, definito come personalit di tipo A, che costituisce un sicuro fattore di rischio coronarico. Gli elementi costitutivi del comportamento di tipo A sono rappresentati da una costellazione di atteggiamenti caratteriali che contribuiscono nel loro insieme a determinare uno specifico tipo di personalit. In sintesi, i tratti distintivi del comportamento di tipo A sono la fretta, l'impazienza, 8
l'eccessiva competitivit ed un certo grado di ostilit verso l'ambiente sociale, lavorativo e familiare. Nell'ambito di una strategia riabilitativa globale, in cui gli atteggiamenti psicologici hanno un ruolo fondamentale, la ripresa graduale delle proprie attivit, con un'ottica diversa e con una mentalit diversa, favorisce il totale reinserimento sociale, la chiusura di un periodo della vita difficile ed oscuro, culminato con un grave "incidente", e l'inizio della ricostruzione psico-fisica del paziente, su nuove basi. Sul piano pratico consigliabile adottare una serie di atteggiamenti di difesa, che potrebbero essere riassunti nei seguenti consigli: eliminare l'eccesso di lavoro; affrontare e risolvere un problema alla volta; crearsi se possibile un hobby.
sedentariet: Il tema della sedentariet, intesa come ridotta attivit fisica, strettamente connesso con quello dell'eccesso ponderale. Una riduzione del dispendio calorico, se si mantengono costanti le entrate, si traduce in un accumulo di grasso ed aumento di peso.". Accurate indagini statistiche effettuate in un numero rilevante di pazienti hanno consentito di verificare che l'attivit fisica si traduce in una diminuzione significativa del rischio cardiovascolare, sia nella prevenzione primaria, cio nell'evitare un primo infarto, sia, e soprattutto, nella prevenzione secondaria, cio nell'evitare un secondo infarto in chi ne abbia gi subito uno. I meccanismi attraverso i quali l'attivit fisica induce effetti benefici sono ben noti, e sono sia diretti che indiretti. Direttamente, l'allenamento fisico, cio un'attivit fisica regolare e costante, produce effetti benefici mediante la riduzione della frequenza cardiaca e della pressione arteriosa sotto sforzo, con conseguente risparmio del consumo di ossigeno del muscolo cardiaco, una migliore utilizzazione dell'ossigeno da parte dei muscoli scheletrici, un miglioramento della capacit lavorativa globale, uno spostamento del controllo nervoso del cuore a vantaggio del vago, sistema frenatore e di risparmio, a discapito del simpatico, sistema acceleratore e dispendioso, un innalzamento della soglia a cui compaiono ischemia ed angina durante lo sforzo, ed aritmie minacciose. Indirettamente, l'attivit fisica ha effetti benefici attraverso un aumento del colesterolo protettivo HDL, una riduzione dell'aggregabilit delle piastrine, una riduzione della pressione arteriosa, degli ormoni circolanti che stimolano il cuore, della glicemia nel diabete e dei trigliceridi, dell'obesit, dell'abitudine al fumo. Non c' dubbio, quindi, che l'attivit fisica vada incoraggiata ed incrementata e che al contrario la vita sedentaria vada evitata invertendo, cos, la radicata tendenza che imponeva periodi di lunga e pressoch completa, e talora definitiva inattivit agli infartuati. alimentazione ricca di grassi animali consumo cronico di alcol abitudine al fumo di sigaretta precedenti familiari di infarti: le malattie cardiovascolari tendono ad aggregarsi in particolari nuclei familiari, per cui si finisce con l'ereditare la predisposizione ad ammalare, ed i discendenti di coronaropatici vanno guardati con particolare attenzione;
et: L'aterosclerosi coronarica, come quella degli altri distretti vascolari, una malattia di tipo degenerativo, dovuta essenzialmente alla inevitabile senescenza dei vasi; per cui si dice 9
comunemente, non a torto, che abbiamo l'et dei nostri vasi; ed a dispetto di ogni disperata ricerca di ringiovanimento esteriore ed estetico, nessuno pu venderci la pillola della giovinezza; Top
Cos'?
E' una condizione caratterizzata da un innalzamento stabile dei valori della pressione del sangue. Nell'adulto si considera ottimale una pressione di 80-120 mmHg. Si parla di ipertensione quando i valori sono uguali o maggiori di 90-140 mmHg. Dai dati raccolti negli ultimi anni pare che siano oltre un miliardo nel mondo le persone ipertese e che, di esse, solo un quarto abbia una pressione arteriosa ben controllata. In certi paesi, addirittura, gli ipertesi assistiti terapeuticamente stanno diminuendo: in Inghilterra solo il 6% trattato correttamente. Questa situazione in parte legata alla natura asintomatica della malattia che per questo si pu definire un perfetto "silent-killer". L'iperteso non si sente ammalato. E' solo cosciente di un rischio, motivazione spesso non sufficiente per indurlo a sottoporsi ad una terapia per tutta la vita e fare una dieta adeguata. Top
Cos' la massima?
La pressione sistolica (massima) la forza che il sangue esercita sui vasi quando il cuore si contrae e pompa. Top
Cos' la minima?
La pressione diastolica (minima) registrata quando il cuore si rilascia per riempirsi nuovamente di sangue. Top
Quanto diffusa?
Secondo le statistiche, in Italia soffrono di ipertensione dieci milioni persone, ma secondo gli esperti ne esistono altre cinquemila che, senza saperlo, sono colpite dalla malattia. Top
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