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LE CENTO CITT D'ITALIA ILLUSTRATE

PIENZA
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CITTA DI PIO II
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'\ ~ Il quattrocentesco Palazzo Pubblico, opera di Bernardino Rossellino.
ASA EDITRICE SONZOGNO- MILANO
Fasci colo 126 Prezzo Lire 1.
PR I NTED 1:-.J I T ALY
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A sinistra: La Casa Cittadini, del sec. XVI, oggi Albergo Savoia. - Il bel Pozzo quatt rocentesco, di B. Rossellino, sulla Piazza
Pio Il . - A destra : Il Palazzo Piccolomini , altra pregevolissima opera di Bernardo Rossellino. - Loggia del Palazzo Picco-
1om in i, nella part e posteriore, e Abside della Cattedrale dedicata alla Vergine Assunta e consacrata dal vescovo Ostiense il
29 agosto 1462. - Il Palazzo Vescovile, del sec. XV.
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LE CENTO CITTA D, ITALIA
PIENZA
LA CITT DI PIO II
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E TRE San Gimignano la manifestazione pi
pura e pi completa del carattere e dell'arte
del Medio Evo in Toscana, Pienza - la espres-
sione pi armoniosa e pi significante dell'arte e d el
sentimento del p eriodo glorioso della Rinascenza.
La pi ccola citt, che c onta poco pi di duemil a
abitanti, sorge sopra ad una collina rident-e , di pro-
spetto all'ampia -e sugg-estiva Valle dell'Orcia, e pos-
siamo dire che di per s stessa tutto un monum-ento
dell'arte d el quattrocento. Piccolo e modesto castello,
da prima, col nome di Corsignano, ebbe l'onore e
la fortun a di dare i natali il . 5 ottobre 1405, a Enea
d'amore - alla citt redenta, non abbia provato una
dolce sorpresa, sentiti rafforzati i suoi sentimenti di
fraternit verso la citt eroica, scorgendo nella fac-
ciata di S. Giusto le mezze lune dei Pi ccolomini e
il busto di Pio Il? Quello un tributo di riconoscenza
che i triestini pagano al loro vesco-vo, ed pure un
wggello d'italianit . Nel s-ecolo XV i triestini furono
persuasi dall'Austria. che da qualche tempo si era
incorporata con inganno la citt, a forzare le strade
dell'altipiano dell'lstria. La Serenissima intervenne,
c nel 1463 assedi Tri este. Allora Enea Silvio Picco-
lomini - gi presule di Tri est e - e in quel tempo
Panorama d i Pienza, da Su:!.
Silvio Piccolomini che, dedicatosi alla carriera eccle -
giunse ad essere pontefice col nome di Pio Il .
Pio Il, riccor e p otente, diplomatico, politico e re-
l!gioso, fu un grande umanista, e come tale ebbe il
f. Psto d elle let ter-e e delle arti e lo snirito osservator-e
e d aperto . Fu canoni co di Trento (1439) e vescovo
d ; Triest e (14 47), lasciando la memoria di un uomo
d fc. scinant-c di s!)i rito e di grazia, e la sua nomina
fu con esu).tanza , perch giammai pi insi gn e
p ersonaggio della storia aveva coperto una carica in
qtH" lh citt . e mai p ur nei secoli successivi la co-perse .
Cual' il t osca>: o , ch e , reca tosi oggi - p el! egrino
sedente sul soglio del maggior Pietro, si fa interme-
diario, e persuade Venezia a trattar-e non come ri-
belle, ma come figlia, la citt' assediata . l triestini,
usciti immuni da un assedio, che poteva essere la
loro rovina , voll ero che restasse perpetua m.emoria
rli chi li aveva salvati in nome dell?. fratellanza, che
fn sanzi-onata cinque s-ecoli dopo nella grande guerra
di re den zione.
Enea Silvio Pi cco-bmini via?!liatore, est.eta e uomo
di monclo. fu vpramente un italiano autentico dei suoi
te mpi. Scrisse di sacro e di profano: basti ricordare
l'aur eo libro d ei Commentarii . Iniziato agli studi da
Fascicolo 126.
2 / LE CENTO CITT D'ITALIA
Mariano Soncini in Sie na, a ve va poi sap uto vibra r e
alla fervida e bollente parola di S . Bernardino ed an-
che compr endere e d amare le b ellezze di Gre cia e
di' R e ma. Spirito mc.derno, sapeva trovare veraci in-
dizi di vita avvenire nelle corse di cavalli a Pienza .
rielle regate sul lago di Bolsena, nei rumorosi tumulti
d e l popolo. come ricevere arr.bascerie all'ombra d e-
gli annosi cast a gni d .e l
monte Amiata . Fe derico Ili
lo volle inco rona re poeta a
Franco forte : Flavio Biondo
volle dedicare a lui, ponte-
fi ce cri s tiano , la sua pagana
Roma lriumphans. Eroico
vecchio, voll e esser lui stes-
so il Goffr.e do della nona
Crociata : i principi cristi a -
ni all e stisco no !.e galere, si
ap;:nesta que lla pe r il p a-
p a; ma l'anno d opo ( 1464),
la morte lo c oglie in An-
cona, metr.e b e nedice le
navi degli all e ati di Cristo .
E la crociata era morta con
lui. A ribattere recisamen-
te ogni accusa d e l suo n e -
potismo sta il fatt o che nei
suoi fo rz ieri si trovarono
cinquantamila scudi d oro
destinati ali a spedizione
contro gli Otto mani .
con l'absi de ve rso la Vall e d e ll'Orcia; quello d i po-
r: ente. dal Palazzo Piccolomini, me ntre in facc ia a lla
Cattedrale il Palazzo del Comune COn la sua loggia.
e di front.e a quello papale la dimora del vescovo .
Ma in quell'angusto spazio quanta ricchezza e qua r. t a
dolce zza d' impressionj! Il visitato re, che vi entr<). quas i
d improvviso, si trova stranamente e docemente coi-
Bernardo Gambarelli
detto il (( Rossellino l l da
Firenze l'architetto rap-
presentativo di Pienz a .
Imitatore dell'Alberti, ap-
partiene a quella razza ge-
niale di ide atori e di co-
struttori che. ne l Quattro-
oento, dalle derivazioni d e l
gotico, portarono l'arte no-
stra verSo la divina simme-
tria del secolo d'oro d ei
Rinascimento, e che com-
pensarono le fantasios e
bellezz.e che il gotico ave-
va donato all'architettura
italiana, con l'amore della
semplicit e della purezza .
Ed Enea Silvio Piccolomi -
ni, papa Pio Il , al .Rossel -
lino, ch'egli con esagerata
enfasi, chiam il orimo a r-
chitetto dei suoi - tempi ,
volle affidare, nel 1459. la
costruzione di una citt so-
pra l'oscuro borgo di Cor-
signano per farne una pic-
cola Roma del Quattrocen-
to e re nderlo luogo degno
della villeggiatura dell'inte-
ra co-rte pontificia. Cos i n
Ritratto di Pio Il. (Enea Sil v io Piccol omini).
pito da que ll a s orprenden-
te soena cos p e rfett a men-
te ed armonicamente quat -
trocentesca e d ispir a ta ad
una cos profonda e seve r::t
bell ezza! Sono quattro p a-
r e ti di sasso sanguigno e
grigiastro. maraviglicsa -
mente intagliato e su cui il
tempo ha ste so la sua
gica vernice, che
no intorno a lui e di cui noa
sa subito, l per l, d ir e
quella che maggiormente
lo attragga. Nella p iazze t ta
di Pienza non sono oi le
severe concezioni dell'arte
romanica, che vi twbano e
vi Taccdgo no la mente a
indagini filosofiche, a p en-
sieri sublimi di ideali e di
grandezze! Tutto il sorris o
del Rinascime nto si mani-
festa graziosamente sull a
facciata della Cattedral e :
sono stemmi coi nastri svo- .
lazzanti, racchiusi da ghir-
lande di frutta e di fiori.
che ricordano le belle c or-
nici dorat e illuminanti i
pallidi .volti dell e Madonne .
Sono graffiti tricromi, p c -
licromi , monc cromi, s ul
fondo del).a tinta s cu ra , az-
zurrognola. lnsc mma tutt a
quell'impro nta di spicca t.:o:t
italianit (sul porta t o di
idee artistiche della Gr e-
cia) che la caratteristica
del Rinascimento, appare
a Pienza con d e gli esempi ,
la cui el oquenza impedisce
qualsiasi discussione . La
Cattedrale, per riportars i al
monumento pi importante
e caratteristico, in cui
pi d el inea t a questa fi sio -
nomia, ha la mae st
di un tempio g1eco. Sobrii
capitelli fenici sorreggono
delle sagome di una pur e z-
za e di una s emp licit im-
pr essionante ; ma in me zzo
a questa sev.e rit di linee
appare sempre l'ide a gen -
men di tre anni sorse la citt chiamata Pientia acl
memoriam nostri pontifcalis nominis.
LA PIAZZA E I PALAZZI
La piazza, il cuoTe di tutta la cittadina, piccola
e quasi quadrata : (( carr - dice P. Bourge t - de
terre grand comme la moiti de la petite cour clu
Vieux Louvre l l . Dei suoi quattro lati, quello di mez-
zogiorno, occupato dalla Ca ttedrale. che si avanz::1
tile, che alla severit imponente associa un palpito di
leggiadria. Un'altra caratteristica della Rinascenza le -
cale il celere maraviglioso dei monumenti : esso in
parte le dovut o dall'azione hene fica del tempo, rr,a
in parte lo si deve al sano criterio di sce lta del ma-
teriale. che di p ietra tufacea e di trave rtino. Con-
siderando b en e i monumenti ar chitettonici dell'arte
classica e specialmente greca, pu rilevarsi in essi un
difetto: quello di un carattere un po' cor-eografico
impresso al monumento, speci :::. hn ente quando esso
PIENZA -3
Dintorni di Pienza: Il bel castello dei Piccolomini, a Spe daleti o. (Sec. XIV).
non av.e va policromia dal contrasto della lucent ezza
e del candore dei marmi con l'azzur ro dei cieli . A
Pienza, come in genrere nell'arte italica del Rinasci-
mento . tale defici enza n on si risco.ntra affatto.
* :;: *
La porta principale detta H al Murello ll, prospetta
il Corso Vi tt orio Emanuele, la strada principale della
citt , fian cheggiat a d a altre viuzze - via d e l Balzello,
via d ell a Fortuna, dell'Amor e . del Bacio, via Buia-
Le varie vicende,
alle quali andata
soggetta ques ta pi c-
cola citt durant e il
per iodo d ella guerr a
el i Siena (1 553- 1555).
l.e scorrerie d elle sol-
datesch e di Carlo V ,
n e l 1536, e d e ll e
truppe franoesi n e l
1559, non ne hanno
a ffatto alterato il ca-
rattere : in ogni sua
parte essa conserva ,
quasi in segno d i gi u-
sti ficato orgoglio, i
ricordi di quel pe-
riodo di ri cchezza, di
splendori, breve s ,
ma glorioso. Le mo-
d erne esig.e nze della
vita, il rr. ovimento ,
l'attivit industri a l e
di giacime nti ligniti-
fer i non ha nno anco-
ra recato alt erazioni
troppo rile vanti all a
caratteristi ca citt to-
scana, e il visitatore ,
il critico d'arte pos-
s o no sempre senza
fati ca studi a r.e i ri cor-
di p i importa nti del
pri mitivo suo stato.
Ingr esso e torr e principale del Caste llo dei P iccol o min i.
da palazzetti, da ben
fornite botteghe, da
decorose abitazioni,
che conservano an-
cora le forme severe
ed eleganti d:Clla loro
originaria costruzio-
ne el leggiadris si m i
graffiti. Uno degli
edifici pi impor-
tanti ,(a palazzina
del cardinale Atra-
bate nse , restaura t a
ne l 1905 con buoni
crit e ri artistici, c h e
serba nelle finestre
trilobate de lle deco-
razioni di un interes-
se tutto speciale. Nel-
la stessa via sono da
notare il palazzo del
cardinal Gonzaaa la
casa Ci ttadini ~ 'so-
pra tutti il palazzo
o.ggi N e w t o n , che
conserva dell'antico
bellissimi graffiti, fi-
nestre rettangolari
con la crociera in tra-
vertino e tre ste mmi
magnifici, in pietra,
del cardinale_ di Pa-
via, Giacomo Am-
ma.nnati , che lo fece
costruire per ordine
di Pio Il n el 1462.
4 LE CENTO CITTA D'ITALIA
La p ieve d i Corsi gnano (s ec . V lll ), dove fu ba t tezzato Pi o Il.
Ques ta disposizione ricorda molto il pal azzo
Rucellai a Fir e nze. D'i squisita finezza la
cornice in trav.e rtino, che gi ra intorno a l pa-
lazzo nella divisione d ei tr e piani . In b asso
si vedono anelli di fe rro battuto, d estinati a
sostenere le fiaccol e e gli ste ndardi : e d in
ogni angolo spicca lo ste mma de i Piccol o-
mini, d'argento-, crnc-e a zzurra, con
mezze lune dorate. Il pa la zzo racchiude U P
cortile quadrato . con qua ttro colonne p e r
pa rte di bellissime prop orzioni e con ricchi
capitelli . L' inte rno d i esso maravi gli o-
same nte dipinto a graffito poli cromo, e d un
fr egio con medaglioni , ornamenti, ghirlan-
de, che riuniscono gli stemmi, ci fa ricor-
dare quello del palazzo Ri ccardi a Fi-
r.e nze . La e leganza quattrocentesca della
costruzione appare ne ll a vastit e magni-
fi cen za de lle sale, nei soffitti in legno a c as-
se ttoni, ne lla vari e t d elle mensol e su cui
posano le travi, nelle porte, nei camini in
pi-etra, nel r icco corredo di armi , di mob il i ,
di stoffe, di quadri e di ricordi di fami gli a,
che att estano lo splendore di un glorioso pas-
sa te. Con la pompa d el palazzo a rmoni zza
un b el loggi ato aperto a tre piani sopra un
giardino pensile con bosso-lo. laur i e rose,
nel qual e si ammira una ci sterna r icca di
bassori li e vi e si gode una vis ta addirittura
sple ndida e suggesti va . Si capisce b e ni ssi-
mo, dice il Muntz, come il fonda tore d i
Pie nza abbi a sfidato questo clirr.a p er ve-
IL PALAZZO DI PIO II
Il palazzo di Pio Il ha me mori e c he oltr e passano i
modesti confini della cronaca fa mili ar-e . Ricorderemo
tra le t a nte que lle di Enea di Giacomo e d ella pupilld
sua , la famosissima Tullia di Aragona, e di quel-
]' altro E ne a, a cui l'amore d ella p a tria libert fece
ordire in Pi-e nza la famos a congiura che cacci da
Siena, il 3 a gosto 1552, l'odiata guarnigione s pagnola,
occasionando !' -e pica lotta che fu il pi splen'dido e pi -
sodio d ella lunga gue rra combattuta in Italia tra la
Francia e )'Impero nel secolo XV. N pu d imen ti-
carsi que ll 'Alfonso P iccolomini, gentiluo mo b a ndi to,
guidator-e di masnadi e ri , grato a Bianca Cappe llo, che
Pienza accoglieva al grido di << Viva le lune, e a b-
basso le pall e " , ma che il granduca Fe rdinando l,
il 16 marzo 1591, ordinava s'impi ccasse in Fire nze
alla finestra d ef palazzo de l Bargello, usandogli il ri -
guardo d i farlo appendere per la gola in considera-
zione d ella nobilt d ella famiglia e d ella gi ovanile
et. Carlo V , nel 1536 e p apa Paolo III nel 1538, fu-
rono os piti in que sto palazzo, e nel maggio 1904, il
palazzo accoglieva pure l' au gusta prima regina d'Ita-
lia, Ma rgh erita di Savoia, e nel luglio 1922 il nipot e
Umberto, Principe d i Pi e monte , accl a mati con il pi
sincero e d e voto aff-e tto da i concittadi ni di. P io Il.
Serr.bra che il p alazzo non sia sta to incomincia to
prima del 1459, nel qual anno Pio Il. passando da
Roma p e r Pienza, per recarsi a Ma ntova , p er il
Concilio intimato p er la spedizione d ell' ?rma t". cri -
stiana a Costantinopoli, commise al R ossellino la co-
struzione dell e nuove fabbri che . Il grand ioso ed ifi cio
quasi qua drato: i muri all' esterno sono di pi etr a
tufacea , a bozz-e accuratamente rilevate a bugna c
levigate con un' incanalatura agli orli, ch e vanno di-
minue ndo di gr andezza ad o gni o iano. Il pian t erreno
ha pilastri di stile dori co : gli al tri due di stil e corin-
zio: le b ifore di questi , coll' a rchitrave p iano , sono
divise da e ha.-: no la cro:: iera in tr avertino.
nirvi a sazi arsi di tal e grandi oso sp e ttaco lo
e rit e mp rarsi in simili impressioni forti e d aspre ad
un t e mpo. Pio Il don il palazzo a i ne poti n el 1463.
Dinanzi al palazzo, come a cont ras to di ge nt ilezza
con la for za , sorge , in un angol o, il Pozzo, d elizi-oso
nell' esecuzione semplice, ma p erfe t ta , condotta su
di segni del Rosselli no . Sono due colonne corinzie, c he
sorreggono un architra ve a dupl ice cornice : tra esse,
su due gradini ci rcol ar i. la vasca leggerme nte ri-
gonfi a decorata di finis sime scanal a ture e di ovol e tt i.
LA RESIDENZA DEI PRIORI
A pochi passi sorg-e l'antica residenza d ei Priori :
costruzio ne non gigant esca. colla fa cciata a dorna d i
graffiti e degli stemmi in pietra d ei vari podest che
vi hanno d imora to , oltre a quelli d el papa Pi ccol o-
mini , di Sie na e di Pi e nza. La torre. dalla dopp ia me r-
latura quadra, si alza in tutta la sua snell ezza sopra
il resto de lla costruzione, che ha quattro leggie rc h!-
fore, b e n distanziate fra loro , posanti su tre arch i so-
stenuti d a eleganti colonne ioniche : la q uar ta su u na
parte logicamente massiccia , che regge il p eso d ell a
torre. Vi nc-e nzo, Vannucci, cittadino pi-entino, nel suo
ma noscritto de ll e cose notabili di P ie nza, .racconta
che l'orolo-gio d-ella torre fu porta to v!a dal sign or
Chiapp ino Vit elli al t e mo o d e ll e guerre fra i senesi
e Carlo V impera tore e Filippo suo fi glio , e che nel
1568, p ass ando p er anda re a Roma Cosi m:> d c ' Me-
dici, i pi-e ntini rimasero molto rr.ortificati di non pote r
dire al Duca , che n e domandava, che ora foss e, c
in fretta e furi a comprarono pe r ve nti scudi un oro-
logio guasto, che e ra st a to tolto ai monaci d i P onti -
gnano, e lo fec-ero accomoda re a spese di alcuni c it -
tadini . Con un vecchio pe zzo di arti gli eri a improvv -
sarono la capra. comprarono una campana , c q uar. o
Cos.imo torn da Roma, creato gra nduca dal papn,
l'orologio b at t sol ennemente le ore, ma non certo
le ore giuste , cosicch ne ve nne il motto : p i bu-
giardo d ell'oriolo di P ienza >' .
PIENZA 5
Nel restauro fatto nel 1900 fu ripristinato il graffito
della facciata, tolta una sovraedificazione e liberato
dalla calce un affresco quattrocentesco attribuito al
Vecchietta, nell'interno della sala, ove sono ritratti i
prote ttori di Pienza, S. Vito. S . Gregorio, S. Matteo,
S. Sano con la Vergine e il Bambino. In calce si legge
questa iscrizione : << Queste figure si /eciero al tempo
de' Savi Huomini Operarii lachomo d'Antonio, Anto-
nio d'Agnolo, Luca di Bia[.!io. Orsano di Menicho,
Marcho di Marzo A. D. MCCCCLXII del mese di
Aprile n. Nel 1925 il palazzo. che fino ad allora era
stato sede della Pretura, torn ad essere la residenza
del Comune e quindi del Podest. e nella sala fu col-
locato un coro in legno con stalli del Settecento.
LA CATTEDRALE
La Cattedrale ha la facciata tutta in travertino, se-
vera e solenne, coronata da un largo fasti gio, che
termina un duplice ordine di colonne e di archi clas-
sici, che accusano colle loro divisioni la interna di-
sposizione del tempio. Nell'interno le tre arcate sono
di uguale altezza con colonne di travertino a fascio.
con l'abside formata da cinque cappelle a raggera,
illuminate da immensi finestroni, che colla diffusione
della loro luce, davano al tempio l'aspetto di una
chiesa di cristallo - templum cristallinum - come
lo chi ama Pio Il nei suoi Commentarii. Quest'abside
era purtroppo d es tinata a sparire, per errori t ecni ci
del Rossellino, se il pronto intervento del Gove rno
non fosse accorso ai ripari con un grandioso pro-
getto di sottofondazione, erogando per tali lavori (che
iniziati nel 1911 sono ora a buon punto) oltre un mi-
lione, per salvare alla storia e all'arte la pi bella
opera d el Rinascimento toscano.
La Cattedra.le, dedicata alla Vergine Assunta, fu
dugent esca della faccia ta della Pi eve di Corsignano.
Porta latera le della Pieve di Corsi gnano (sec. Xlll).
consacrata dal vescovo Ostienze il 29 agosto 1462,
Pio Il in persona consacr l'altare maggiore, dopo
aver promulgato la bolla di scomunica a chiunque ne
avesse akerata la forma si a internamente che .esterna-
mente. Questa bolla fu revocata da Gregorio XIII nel
1583 per l'evidente necessit di proced ere ad un re-
stauro . Oltre al campanile gptico in travertino, .vi si
notano il fonte battesimale disegnato dal Rossellino,
le acquasantiere pure in travertino e il coro gotico in
legno con intarsi, attribuito a Domenichino d ei cori,
senese .del sec. XV. Tra le tavole. oltre a quella di
Matteo di Giovanni e di Sano di Pietro, pregevolis-
sima quella di Lorenzo di Pietro d e tto il Vecchietta,
d el sec. XV. Il Vecchietta. che fu buon artista
nella scultura e nel g.e tto del bronzo (e se ne leggono
gli elogi nel Va.sari), in pittura par meno valente e
p ecc in durezza di stile, per quanto scorgesi nelle sue
poche reliquie in Si.ena. Nella pala di Pienza invece,
che il suo capolavoro, si capisce bene com.e egli,
abbandonando la scultma per la pittur a , arte che me-
gli o rispondeva all'anima poeticamente sensitiva del-
l' si liber dal fr eno di maniere rancide per darsi
ad alti concepimenti , traendo dalla vita una visione
dolce e hascendent ale. Questo dipinto a tempera,
fondeggiato in oro, che rr.isura metri 2,20 in altezza e
metri 2,08 in lar ghezza, rappresenta la Madonna As-
sunt a , tit olar e d ella Cattedrale, portata in cielo da
. molti angeli ch e le fanno corona, disposti in due or-
dini. e d alcuni dei auali suonano istrumenti . Al di-
6 LE CENTO CITTA D'ITALIA
sopra sono gli antichi Patri a rchi e d in alto il P a dr e
Eterno benedicente : nel lat eral e a destra S. Callisto
papa e S. Caterina da Si ena, in que ll o a sini stra S. P io i
e S . Agata. In questa tavola il V ecchi.etta, megli o
che nell'affresco dd pal a zzo pubblico di Siena, n ell a
sezione d el polittio coll'effi gie di S . Cicvanni Ba t-
tista e di S. Bernardino n ella parrocchi a di S. P ietre
Ovile di d etta citt. e ne ll'inte ressant e ancona d ell a
chiesa di Spedaletto in Val d ' Orci a, che oggi si con-
serva nel museo d ella Catt edrale pi entina , si rivela
artista bene ammaestrato nei segreti tecnici d ell a
grande scuola senese. Infatti la es;cuzione t ecnica
assai curata, il colorito straordina ri a mente brillante , i
dettagli decorativi, come le aurecle ed i vestiti, sono
Palazzina de l Cardina le Atra bate nse, s ul Corso V itt or io
Ema nuele . (Oggi Albe rgo La Le tizia).
esegu1t1 con grande fine zza e ri cch ezza di motivi, e
l'oro del fondo di una be lli ss ima oua lit ed into-
nazione. La Madonna Assunta , ch e ha nell'i ns ie me
un non. so che di soave. di fr esco, di d eli cato, che
va di rettame nte all'anima, ed i tipi tutti d ell e fi gure.
improntati di dolcezza e severi t. d e notano un' indi -
vidualit non comune ed ab b astanza originale. La
composizione di tutto il quadro cos bene equilibrata,
piena di sentime nto intimo e d elizioso. fi colori cos
chiari e puri, ci presentano nel loro insieme un 1<:.-
voro , l'importanza d el quale non pu s fu ggir e agli
occhi d ei visitatori. Ed associando nel pensiero il ri-
cordo del Duomo di Pienza e di questa stupenda
tavola con quello di tante altre sublimi attcdrali
d'Italia, e di tante altre belle pitture coll'effigie di
Maria, non possiamo che ripeter e sinceramente quest<e
parole di una moderna scrittrice : Cosi alla Donna
divina, alla Madre , all a Ver gine, alla pi be ll a e
a lla pi buona delle creature umane il genio principe
d ell'arte italiana consacrava le sue pi nobili c re a-
ture >l . La bella tavola no n sfugg n eppure a P a u!
Bour get nella sua vi sita a Pi.e nza nel 1890, e me nt re
e gli accenna nelle sue SerfiBations d' ltalie come Ku-
gler e Sir H enry Layard traitent dure ment il V ec-
chi.etta, con animo entusiasta cos ne parla a p a-
gina 6 e 7 : 11 L e Beato n' a pas trou v de visages pl us
subiimes pour la puret , la / ert triste , l' au-del s-
ri e ux, et pourtant que ces visages restent jeunes,
transparents de frai cheur et de gr elce naive! ... L es
doigts des anges apparaissent longs, poss s ur d es
instruments de Paradis, leurs troit es poitrines , puis
leurs y eux songeurs et la fl e ur mlancolique de leurs
bouches , puis l'or camme solide qui sert de f oncl au
visage de la Ma done, lev lwmble ment dans une aiti-
t ude d' acceptation si touchant e >l . Si pu aff. erma rc
senza t e iT.a di sment ita c h e l'opera d el Vecchie tt a a
P ie nza una cre azi one tutta tos cana: non p ove ra ,
n trita nei suoi particolari , ma sa conservare u na
classi ca pie nezza di fe rme d egna del pi pmo Cin-
quece nto . un puro fiore sbocciato dalle ma ni d e l
pittore, con il sorriso del Rinascimento, in a ccordo
a que lla severit e maest di Jin.e.e . che il Rosse llino ,
con impro nta spiccata di itali'EI.nit e con un p al pit o
di gen.til ezza , sepp e trasfonde re e perpetuare n e i mo-
nume nti pientini.
LA SEDE DEL VESCOVO
Di f r o n t ~ al palazzo Piccolomini v' la sede vesco-
vil e fa tta costruire da Alessandro VI (Borgia). Ha il
1 e 2" piano sopra al terreno, finestre a crociera
larghe e proporzionate con sobrie cornici in trave rtino,
che rammentano un poco la forma medioeval e d ell e
fabbri ch e profane . Quelle d e l primo piano in r)ume ro
di qua ttro sono decorate da un soprastante arco cieco
a sesto acuto (preesistente al r iadattamento a sed e
vescovil e , perch prima questa era la casa d e i Priori
a l t e mpo di Ccrsignano) . La porta formata da due
stipiti in travertino, sormontata da un architrave. al-
leggerito da un arco di forma piatta : tutta la fa c-
ciata di pietra arenari a a fil are tto con bozze piane .
Il piant erreno ha finestr elle quadr ate alte sul suolo
e d in basso ricorre il solito zoccolo-sedile di sasso,
an c h ' .esso con cimasa in travertino. Nell'intermezzo
de i due ordini di finestre lo stemma pontifi cio di
Pio Il in pietra, di forma rettangolar-e, oggi in part e
p erduto : altro stemma graziosissimo del cardinal e
Bo rgi a sovrapposto nel centro dell'architrav-e d ella
porta c-entrale : altro oi grande dello stesso Al es-
sa ndro VI situato nell'angolo prospiciente il Corso.
Nell'interno interessante il cortiletto cinto da por-
ti cato, a quattro arcate, con colonne svelte ed eleganti,
ri cche di originalissimi capitelli, ed un fregio sotto
il soffitto del vestibolo dipinto a buon fresco con ste m-
mi d ei vescovi pientini . ove meritano di essere osser-
vate due formelle circolari con una Madonna e il Bam-
bino ed il ritratto di Mons . Al essandro Piccolomini .
v escovo di Pienza nel 1535. Nell'antica cappell a,
oggi vestibolo di accesso ad altra stanza, in un car at -
t eristico fr e gio a buon fresco, in grandissima part e
perduto, si legge: 11 F ranciscus !v! aria Piccolomini e pi-
scopus pientinus et ilcinensis septimus sacellum hoc
divo Andrece Apostolo Familice Piccolominece Patrono
dicavit Anno lubilaei 1575. cetatis suce L/Il n. Da una
iscrizione che si legge intorno ad un ritratto di Mon-
signor S.ettimio Cinughi, vescovo pientino, risulta che
var restauri furono da lui eseguiti nella parte interna
del palazzo nell'anno 1738. Sopra l'altare dell'attuale
cappella trovasi un tondo scolpito in legno dorato con
PIENZA 7
L'ammirabile Madonna della Misericordia di Bartolo di Fredi, nel Museo della Cattedrale.
ghirlanda di fiori e frutta, rappr esentante quas.i al ve-
ro. una Sacra Famiglia, dipinte a tempera, che viene
attribuito a Girolamo del Pacchi a, senese, del sec. XV.
Nella curia vescovi)e, che travasi nello stesso pa-
L:>zzo, si conservano tra ).e interessanti memorie dell a
ci tt e diocesi di Pi enza, un R escritto di Eugenio IV,
;>nno 1442, ed altro di Sisto IV, anno 1473, cinque
Bone di Pio Il , una di Paolo lV, anno 1556, e un 'al-
tra di Grego.rio XIII, anno 1583.
IL MUSEO DELLA CATTEDRALE
Tutta la regalit principesca, che regnava sul finire
.del Quattrocento, rivelata dai doni di Pio II, che fin
dal settembre 1901 si ammirano nel grazioso e ricco
Museo della Cattedrale, costruito nell'antica casa dei
Canonici. Sono pianete, pivia)i di broccato. fra i quali
quello indossato dal vescovo Alessandro Piccolomini
al Concilio di Trento ( 1545). calici e mitre tempestat e
di perle e di smalti di fra Lippo Lippi, croci in oro
e d in argento, di stile bizantino, che Pio li ebbe in
dono dal cardinale Bessar ione, ove rc.cchiusa una
reliquia dell'apostolo S. Andrea, patrono della citt
e diocesi di Pienza: reliquiarii 'in rame dorato, pai
e pastorali in argento e tavole dei pi celebri pittori
senesi da Bartolo di F redi al Vecchietta, da MaUeo
di Giovanni, Stefano di Giovanni (Sassetta). P.elle-
grino di Mariano, a Giovanni di Paolo e Sano di Pie-
tro. Sodoma ed altri minori.
lnteressantissimi poi i libri corali mini ati, e gli arazzi
fiamminghi. l libri corali sono pure un regalo di Pio Il
che li compr, mentre erano stati scritti per il Duomo
di Orvi e to, e che fece poi miniare da Matteo di Gio-
v:mni, Sano di Pietro e Pellegrino di Mariano, senesi,
come risulta dai libri di pagamenti fatti per conto
del papa da Nicol di Pi r: coluomc Piccolomini ( 1462) .
Secondo il Mi.intz ed il Fa ber. Pio li ebbe come mi-
ni a tori anche Clemente da Urbino, Giacomo da Fa-
briano, Andrea da Firenze, e pr-ete Nicol da Geno-
va : non perci improbabile che anche auesti arti-
sti abbiano lavorato nei orali pientini . Con orrore
r icordiamo che nel 1904, da mano sacrilega, sfuggita
purtroppo alla giustizia punitrice, furono asportati dai
cinque graduali numero 162 fogli, dal luogo o ve si
8 LE CENTO CITTA D'ITALIA
Nel Museo d ella Catt edral e: il famoso P ivial e di Pi o Il (a rte in gl ese del sec . XIV), con fi nissimi r icami in oro e seta su tela
d i li no totalmente nascosta dalle figure e dagl i orname nti . Il P iv iale di Bon ifacio VIli , p ure famoso, del Capitolo La te ra-
n e nse , p i semplice e me no conservato.
conservavano nella Cattedral e . Sol tanto quarantanove
fo gli furo-no rintracci ati , dopo affannose ricerche, pres-
so un collezionista di Pari gi , che li aveva comprati
certa.rr.ente da antiquar i i fiorentini. In tutte le minia-
ture r imaste nei graduali e d antifonarii , oltre un tre -
ce nto, fra grandi e piccol e. si riscor.trano ingenuit d i
espre ssi one e di vita, bell e scene vive ed armoniose,
scevre di quegli episodi veristi, che piacciono s p er
la loro ingenuLt e p er una t endenza alla rice r ca
e allo studio dal vero, ma che p er non accrescono
nobilt alle sacre ra ppresentazioni e ai fatti della sto-
r ia re li giosa . In tutte le fi gur azioni, b ench ornate e
.vest ite dei soliti manti liturgici e condotte s econdo le
vecchi.e norme iconografi che del medioevo, vi unit
di sentimento, di espress ione e di vita, che vera-
mente mirabile. In tutt e pi o meno vi pe rfetta ana-
t omia , vi sono mosse e scorci bene imitati , fi si onomi e
es pressive , che sono veri ritratti , ammirab ili come
Par ticolar i d el bell iss imo P ivial e di Pio Il.
PIENZA 9
La Catt e dr ale. A sinistra : La sobria ed armonica facciata, del sec. XV, opera di Bernardo Rossell ino. - La parte centrale
dell' " Ascensione del V ecchi ett a. - L' e legante Font e batt esimale in travertino, d e l Rossellino. - A destra: L 'interno. -
Un particolare del Coro, col seggio papal e del 1460 circa. (Stile gotico).
IO LE CENTO CITTA D'ITALIA
La Chiesa di S. Francesco (sec. XIV).
di pit.tori del prinop1o del Rinascimento. Nell e
ITI!nJature p1entine, Ja profondit deJ Sentimento reli-
gioso o, c ome o.ggi i pi pre feriscono dire, il misti-
cismo d ella fi gurazione , dd tutto indipe ndent e dall a
ma.ggior eccellenza della forma : il loro misti cismo
ingenuo e ricco come accade n-elle et di fede ar-
dente e sincera; vi inscmma un realismo diverso
da quello de lla scuola fi or.entina e specialmente dalla
scuola francese e fiamminga. Questo. realismo non
cessa tuttavia di av-ere la 8Ua i.rr.portanza, ma anzi
ha il pr.egio di una grande ori ginalit per quanti com-
prendono tutta la storia de ll'arte e della pittura se-
nese ai primi aJbori dd Rinascimento.
La rarissima colle zione di arazzi, in numero di
undici, otto dei quali donati alla Cattedrale dal ve-
scovo Francesco Miuia Pi ccolcmini il 25
1593, di scuola fi a mminga del secolo XVI. e tr-e del
secol o XV, pure fi a mminghi , della scuo.Ja di Bruxell es
Armida n ei giardini incantati, un d e ttaglio del ratto
dell.e Sabine c l'incontro di Massinissa con Sofoni-
sba, faremo risaltare soltanto in succinto il pregio
a rtistico dei tre principali del secolo XV, che hanno
per soggetto storico: L'apoteosi della chiesa purgante,
trionfante e militaute. Ges che risana gl'infermi e la
Crocefissione di G. C. In questi tre arazzi abbiamo in
una bella unit il vario, il distinto ed il multiforme col
riscontro dell e pi ga gli a rde e contrarie passioni. In
ciascuno dei tre gruppi appaiono l'avvenenza, la leg-
gerezza e scioltezza deHe membra , il sottilissimo arti-
ficio d elle vesti nella loro modesta semplicit e leg-
giadria, la compostezza e la grazia del portamento. In
mclt-e figure l'ambascia. la rassegnazione, la infermit
del corpo, il dolore, la mansue tudine, la s peranza
e la gio.ia traspariscono cos espressive dal viso e dagli
occhi, che esse sembrano assorte in profonda e s.tasi di
patime nto e di se r:. time ntali omo . La loro eccell.enza
e di Tou.rnai, costi-
tuisce un attrattiva
singolarissima p e r la
storia della tappezze-
ria . Non essendo pos-
r.ibile d a re una lunga
d escri zione partico-
lareggiata dei lor o
pregi artis'tici e deco-
rativi, c ome di esa-
minare i singoli sog-
getti ispirati in mas-
sima parte a scene
storiche della vita di
Saul e di Gedeone,
ad eccezione di tr e
che rappresentano Pozzo nel giardino del Palazzo Pi ccolomini , opera di B. Rossellino.
trascende ogni con-
cetto e non vi -elo-
quenza, n penna di
scrittore d 'arte, che
possano adeguata -
mente adombrarla .
N-e Il' artificiosit p o i
d egli ornamenti e nel-
le f.cgge degli abiti e
d ell e usanze , a secon-
da d elle vari e condi-
zioni sociali degli uo-
mini e delle donne,
troviamo l'antico ve-
stire orientale. o, pi
esattamente, asiatico .
Osservando l'arazzo
PIENZA Il
che ci rappresenta Ges in mezzo a vari personaggi
biblici, nelle loro pi solenni vesti principesche e re-
gali, ci vien subito di ricordare il luogo biblico di
Isaia: cc Il Signore te rr (alle figli.e di Sion) l'orna-
mento dei sonaglini ai .calzari, d ei trapunti e dell e
lunette: !.e collane e i monili, i braccial e tti, le bende
e i cerchie tti al!.e gambe . i fronzoli e le ghiande mu-
s chiat e . gli or echini , le ane lla e le gO'lette d ' oro, le
g; ioie da ingemmare la fr onte, la roba da festa , i
mant elletti , i pepli e gli spilloni , gli specchi e gli
zendali, le mitrie e le fini ssime vesti n. Certamente
in questi tre arazzi appaiono s grandi la ricche zza
e la sublimit3 dell'art e, t a n to il calore di vita , ch e
a nima tutte le fi gur e e tutte le di verse scene ; t ali la
consonanza d ell e t int e , la maestri a d ell e luci, la vi -
vezza del!.e carni, i risalto d ei muscoli . la morbidezza
d ei panneggiamenti, e tali in ciascuna delle parti il
garbo, la grazia, la fin ezza e la squisite zza del lavoro ,
da superare ogni immaginazi one. Nell'arazzo raffi gu-
ran te Ges, che guarisce tutt i coloro che vogliono toc-
care le sue vesti , mentr e l'Emorroissa, st.esa in t err a
colle ' grucce, gli bacia il le mbo del ricco suo manto,
la figura d el Red entor e , S ebbene non troppo ril e vant e
c dominante nel quadro, avvenentissima e splen-
dente oltre ogni dire , piena di grazia e di dignit s o-
p ra l'uso umano. In pi edi , in mezzo all e figur e che
lo circondano . nel volto e negli o cchi dimostra in tant'i
nobilt regal e , una soavissima umilt: le sue vesti
sono un panneggiamento e un pallio porporeggiante
ricchissimo, che si ti ene raccolto al petto con una
me ntre coll' altra benedice. La fi gura di Giairo,
a capo scoperto, semi genuflesso d avanti a Ges , r e-
galmente vestito , b en pi mirabil e per gli affe tti ch e
S;pira, .onde al primo vederla ci fa e ntrare subito n el
cuore una d olcissima e mozione . Oh! quanta dolce zza
e tenerezza d'amore e di carit da quel volto ri-
splende! E auanta re<:; in mc. est anche in quell'umile
di pr eghiera, di fede e di speranza! t una fi gura
Crocefi sso su tavola, d ella scuola di Duccio Buoninsegna
(sec. XIV) , ne lla Chi esa di S . Francesco.
Il chiostro dell' ex-convento di S. Francesco,
r est a ur a to nel 1924.
piena di vita e di sentirr.ento, che a guardarla ci em-
nie l'animo di tenerezza e di soavit d'affetti, di con-
solazione e di quiete, che ci sospinge a guardare e
"' salut are con riverenza. con gratitudine, con gioia e
ccn speranza il desiderato Salvatore del mondo! Non
alcun o che, ammirando un gruppo cos pittoresco
e p ieno di vita e di sentimento, non debba sentirsi
l' a nimo vivamente ccmmosso senza saziarsi mai di
rimirarlo e ricrearsene e gustarvi le squisite maestrie
e bellezze dell'arte. Quindi non a torto questo arazzo
ritenuto uno d ei oi maravigliosi tra quelli che si
possono vedere in It a lia; pcich ripetiamo che esso
condotto con tanta finezza di trapunti, or di una tinta
s chi a ra C leggera, or di un colore s acceso e appa-
riscent e , con s bei contorni e orofili, con tocchi or
aspri C duri, Or dolci e delicati'. e con tanta prec;-
sicne di linee e di tratti, e regola e conveni enza di
tutte le singole parti . che r affi!;ura una tela dottissi-
mamente di,pinta, offre ndo all'occhio una tale c..ttra-
zione, d a trattenerlo in lungo e dilettcso stup ore .
IL FAMOSO PIVIALE
Ma fra tutte auest.e c se di s rara b eHezza, si am-
mira il Pivi ale d'una ricchezza
stram,dinaria. ritenuto superiore p er lavoro e p erfe-
zione a quelli our celeb ri di S . Giovanni in Lateran o.
dei quartieri Borgia in Va ticano. del Museo Civico
eli Bolos;ma , di Nicol V ad Ascoli Piceno e d ell'altre
del South Kensingt on Museum di Londra, conosciuto
s otto il nome di piviale di Sion . t una trama fatta
tutta ad a go : tutto un ricamo su tela di lino sotti -
li ssima, che rappre senta come in pittura, in centocin-
quanta figure , dell'altezza dai 25 ai 28 centimetri, la
vita d ella Madonna, quella di S. Margherita .d'An-
tiochia e di S. Caterina d'Alessandria, detta delle
ruote, su di un fondo ricamato in oro. Le figure
fanno una deliziosa armonia con i colori smorti
12 LE CENTO CITTA D'ITALIA
Dintorni di Pienza. Torre d'ingresso e facciata della chie-
setta medioevale di Spedal etto.
della seta e col fregio o bordo ricco di svariCIJti ani-
mali. Negli spazi che suddividono i Ventise'tte qua-
dretti fra giro e giro, sono raffigurati gli Apostoli,
ciascuno con un articolo del Credo, i progeni tori della
Madonna, e in alto, nel luogo del cappuccio, due
Serafini con sei ali e due Cherubini agitanti
Dalla critica moderna ritenuto un O pus A nglicanum
degli ultimi del secolo XIII e fu donato da T ommaso
Paleologo, despota della Morea, a Pio II nel 1462.
Tutte le bellezz.e art istiche di questa magnifica vest e
sacra, uni ca al mondo, si possono immaginare, ma
non descrivere senza menomarne la importanza e la
sontuosit sorprendente.
Annessa al Museo stata aperta fin dall'ottobre del
1924 una sala archeologica,- formata con una ricca
collezione di ogget ti di scavo, rinvenuti nel territorio
pientino, e precisamente al Borghetto, e donati al-
l'Ope ra della Cattedrale dalla nobil signora Cate-
rina Landi-Newton : in essa si ammirano specialmente
anfore di terra cotta e di argi ll a pallida, figulina, oino-
choes, kantaros e k.f.Jathos in bucchero, calici. pis-
sidi, foculi, pate re, alabastron, poculi, strigili, spec-
c hi e molte suppellettili delJ'.epoca e trusco-romana ,
con una collezione di mone t.e romane.
PIEVE DI CORSIGNANO
E CHIESA DI SAN FRANCESCO
Se la costruzione di Pienza ed il suo ricco patrimo-
nio artistico dnno alla citt di Pio II la sua fisionomia
artistica ed il suo reale int eresse, non devono pure
dimenticarsi le altre parti della citt anteriori al suo
fondatore Pio II e da essa indipendenti artisticamente,
ma non storicamente. come la Pieve romanica di
Corsignano, o ve fu battezzato nell' ottobre 1405 Pio Il,
e la chiesa di S . Francesco che fino al 1462 raccolse
le ossa dei genitori di Enea Silvio Piccolomini.
l documenti diplomatici del secolo VIII , che tut-
tavia ci rimangono a ricordare J.e contestazioni e le
lotte tra il Vescovado di Arezzo e quello di Siena.
per estendere la propria giurisdizione sulla pieve di
S. Vito e Modesto di Corsignano in Val d'Orcia, ci
fanno certi che questa pieve battesimal e gi esisteva
nella seconda me t del secolo VII. 01 tale remotissi-
ma e poca tuttavia in essere la cripta o confessione
della piccola originale basilica romanica, costruita
con bozze di tufo, con una volta spartita in quattro
volticciole a cordonature, ricadenti sopra una colonna
centrale dal capitello cubico. intagliato con rozze or-
namentazioni geometriche. Alla cripta si scendeva
per una scaletta dal presbite rio dell'antichissima chie-
setta. Questa aveva la consueta forma re tt angolare
con in testa un'abside semi circolare. In progresso di
tempo, cresciuta la popolazione d el castello di Cor-
signano, e cresciuti i bisogni d_el culto, la chiesa ro-
manica fu trasformata in una pi vasta pieve, a tre
navate, sorrette internamente da pilastri re tta ngolari
sormontati da arco a tutto sesto. t questa la trasfoT-
mazione avvenuta tra il nono e decimo secnlo; e a
questn periodo appartengono, oltre la facciata con
coronamento ad archetti pensili. i due preziosi portali
scolpiti in tufo, quello cio della facciata principale
e l'altro dal lato sud. Oltre ai consueti ornamenti Ho-
reali e le trecce e i viticci adorni di foglie, i portali
mostrano lotte di animali tolte dagli antichi vestiarii,
e nell'architrave di mezzogiorno la rappresentazione
Dintorni di Pienza. Porta della Chiesa di Monticchiello
(secolo XIV).
PIENZA 13
dell'offerta dei Magi : i tre re a cavallo con corona
in testa sono scolpiti setto tre archetti riproducenti la
consueta fronte architettonica dei sarcofaghi class.ici.
Pi a destra, di chi guarda. il fanciullo riscaldato
dall'alito del bue e dell'asino, mentre in altri scom-
parti alcuni Angeli hanno le ali dischiuse in atto di
port a re la lieta novella ad un gruppo di pastori, che
guarda verso l'arco d el cielo, e la Vergine sorveglia
il Bimbo nato. Un'altra figura scolpita in tufo, di tutto
t ondo, sorregge, a modo di colonna, il capitello a
bruccia della bifora soprastante al portale della fac-
ciata d ella chiesa: una figura muliebre con le brac-
cia arcuate e le mani po ggianti sulle anche e col petto
fortemente pronunziato . Il simbolo ambiguo, ma
non dovremmo esser lontani dalla verit, affermando
che in codesta figura muliebre si ,voluto simboleg-
giare la Chi.esa. La iconografia cristiana, anche nei
tempi remoti, ci presenta simili esempi della Chiesa,
che, secondo S. Giovanni , fu madre e regina. Ma
anche la trasformazione del nono e decimo secolo
sub tra la fine del Il 00 e i primi del 1200 nuove mo-
dificazioni che sono certamente da attribuire non a
ragioni di. abbellimento, ma probabilmente a ragioni
statiche , poich infatti rimangono ancora della chiesa
del nono e decimo secolo archi e pilastri d<1-lla parte
di me zzogiorno . Ne ll'ultima trasformazione poi d el
secolo XII e XIII, si volevano costruire in testa ane
navate tre absidi ca p aci, ma forse per mancanza di
denari o per lotte politiche intervenute o per uno
spostamento di popolazione da Corsignano vecchio al
nuovo castello di Corsignano, che doveva poi dive-
nire Pienza, le tre absidi non vennero costruite; ma
tuttavia rimangono in essere i .Pilastri di .testata, ai
quali dovevano attestarsi i muri semicircolari delle
abisidi mancanti. Che la primitiva Pieve del secolo
settimo" cd ottavo avesse ferma pi angusta della se-
conda trasformazione . ci anche chiaramente pro-
vato dall'esistenza della maravigliosa torre circolare
spartita da lesene con fncstroni a tutto sesto : torre
alla quale venne ad addcssarsi la facciata nella se-
conda fase costruttiva della chiesa, includendo part e
della torre stessa sull'angolo por d-ovest della Pi eve.
Un ' altra attestazione d ella remota pieve del settimo
secolo. oltre che da frammenti di capitelli e di d e-
corazioni, rinvenuti durante i lavori di sterro del pre-
sbiterio, ci viene dalla cons.er;vazione della pila batt e-
simal e per immersione, la quale per la sua decorazione
ricorda i rudi intagli geome tri ci del capitello e della
b e se esistenti nella cripta sopra ricordata. Fu questo
il f onte sacro a.l quale Enea Silvio Piccolomini, che
d1venne poi l'insigne papa umanista, fu tenuto a b a.t-
tcsimo nell'ottobre 1405: e di questa sua rigenerazione
alla grazia egli non dimentic mai la memoria, trasfor-
mando, .come abbiamo veduto, il modesto borgo di
Corsignano in quella elegantissima cittadina del pi
puro Rinascimento toscano, alla quale in un sogno
d'amore e di bellezza e coi tesori e coi monumenti
di cui la adorn, diede pure il nome di Pienza, come
n dire la citt di Pio. Il Papa con Bolla del 27 settem-
bre 1462 che principia : cc A postolicae Sedis providen-
tia >>, l'un alla Propositura della Cattedrale pi e ntina.
Una volgare ri scialbatura ed imbiancatura del 1686,
fatta aere proprio chi proposto Capalli sotto il ve -
scovo Girolamo Bonzh esi, aveva comnletamente na-
scosti e travisati t u tti . i caratt.eri evolutivi e tr asf orma-
tivi della pieve di S. Vito e Modesto in Corsi gnano.
L'ultimo va ndalismo noi fu comniuto nel 1886 d al
defunto parroco-proposto don Rossi, che ri-
dusse .i l pianterreno della torre a cantina, facendo
aprire una porta sul davanti e sfondare una paret e
della cripta esternamente, per ridurla a magazzino di
arnesi rurali.
Dintorni di Pi enza. La Rocca di Monticchiello.
L' importanza di questa Pi eve nello sviluppo d ell' ar-
chit e ttura romanica, e sp ecialmente d e i preziosi ri-
cordi storici rapprese ntati dalla criota e dal fonte bat-
tesimale, non sfugg nel 1925 alla R . Sopraintendenza
all'art e medioevale e moderna della Toscana, e per
essa all' egregio com m . prof. P leo Bacci, il quale
con intelletto d'amore e d'art e , ottenendo dal Go-
verno un sussidio di L. 16.000. ne intraprese il la vo-ro
di ripristino e di restauro. Infatti in detto anno la b ella
Pieve di Corsignano riaPpariva in tutta la sua severa
maest e se mplicit di linee. Si ricostruirono i tre al-
tari di stile romanico in pietra tufacea, riadattando
per uno di questi l'antica mensa e davanzale in pi e tra
con un fregio superiormente rinvenuti du-
lante i lavori di riabbassamento dl presbiterio e d il
rifacimento della scalinata. V enne tolto tutto l'intonaco
a calce bianca barbaramente sovrapposto al paramen-
to in pietra delle pareti e d ei pilastri : rifatto l'arco in
bozze di pietra tufacea in prossimit del presbiterio,
che mi.nacciava rovina; ricostruita tutta la scalinata
ed il pavimento in pi.etra del presbiterio e di parte
delle tre navate; restaurata la caratteristica cripta, riat-
tivandcne l'antica scala di accesso dal presbite r]o; ri-
trovata la simmetria d elle <'.Perture a feritoia e re-
staurata e consolidata la b ella torre. che minacci <wa
rovina, con la riapertura delle otto fin estre ori ginalis-
1nella loro forma architt"ttonica . P er auesti !rlVori
ed altri di consolidamento dei due portali e dell'in-
terno della chiesa si spesero circa 30.000 lire. A ri-
cordo dei restauri compiuti e di colcro che contribui-
14
LE CENTO CITTA D'ITALIA
Nella Cappella del Seminario: bellissima Madonna col
Figlio, attribuita a Luca di Tomm (sec. XIV).
rono con suss.id in danaro e coll'opera al compimentc
di tale importante restauro, venne collocata nell'in-
terno della chies<\ questa iscrizione incisa nel traver -
tino: Templum. hoc. hominum. iniuria. deformatum.
jJervetustam. criptam. fatiscentem. et. profanis. usi-
bus . addictam. turrim. sacram. neglectam. temporum-
que. vi. fere. dilabentem. aere. Pii. Papae Xl. ./o-
seph. Conti. Episcopi. Parochi. Famil. Picolom. Ge-
nevae. Marselli. Summi. Moderatoris. antiq. et. bc-
narum. artium. praec;i_oue . co/lato. sollertia. ingenio-
que. Plei. Bacci. o-pus . dirigentis .. arte. instaurari, ac.
in . pristinam. formam, reslitui. curavere. Praep. F.
Bonsignori . et. Can. us. l. B. Mannucci. Anno. lubi-
lae. MCMXXV.
La chi.esa di S. Francesco in Pienza, dice il lVIiintz,
ci dimostra auale forza si assicuri un artista, attenen-
dosi ad uno ;tife stabilito : nula di pi semplice, nulb
di rr.eno ptetenzioso di quest'edificio: eppure nelb
sua povert c' un' armonia, una distinzione, che r ar-
chitetto non avrebbe raggiunto, se non si fosse ap-
poggiato sulla grande tradizione dello stile gotico. La
costruzione tutta a conci di pietra, ad una sola nave,
coperta a cavalletti. La .facciata a bozze di pietra
con coronamento di archetti, la porta graziosamente
adorna con colonnette, capitelli e .decorazioni. La tri-
buna e le pareti un tempo erano adorne di affreschi
della maniera dei Caddi. scuola fiorentina, coi fasti
della vita del pover-ello d'Assisi: ma disgraziatamente
sono nella massima oarte perduti, ad eccezione di
quelli della tribuna che furono liberati d'allo scialbo
t; restaurati nel 1900. La chiesa fu deturpata nel 1600.
e soltanto nel 1905 furono compiuti i relativi lavori di
ripristino a spese dell'amministrazione del Serr.inano
e coi sussidii della Direzione Generale per le antichit
e belle arti e di privati cittadini. Nel 1924 fu pur.e
restaurata parte del chiostro dell'antico convento, ri-
mettendo in evidenza le colonne e le arcate originali.
N eli' interno della chiesa e nella cappella d eli' ex con-
vento - oggi ridotto a Seminario Vescovile - si am-
mirano un Crocifisso su tavola attribuito alla scuola
di Duccio, una Madonna di Luca di T omm ed altra
del F un gai, pittori senesi del secolo XIV e XV.
l CASTELLI MEDIOEVALI
Al visitatore di Pienza pu riuscire assai gradita e interessan,te
una gita ai medioevali castelli di Spedaletto, Palazzo Massaini
gi Bibbiano Cacciaconti, e di Monticchi ello. che, con gli avanzi
delle loro mura e delle torri m c rlatc, ci fanno sentire ancora
i palpiti d'una vita possente ormai spenta, e rivedere con l'im-
mag inazione scene di tempi remoti. in questi castelli medioe-
vali, nelle loro umili chies uol e , sempl ici di decorazione e adorne
s empre di qual che insign e opera d'arte, che lo studioso osserva-
tore ritrova visioni gradite di tempi che furono: qui e gli gusta la
g ioia di una vita addirittura patriarcale, mentre le nerite e turr ile
mura gli parlano ancora delle glorie passate, degli eroici ar-
dimenti e delle fiere sciagurate lotte fraterne. Qui egli sente un
soffio di quello splendido meriggio italico del medioevo, che
pu apparire s torbido e fosco d'ire e di .tradimenti, di prepo-
te nze e di sangue, ma che superbamente bello e grandioso
n.el campo d el pensiero! Fu in questi castelli, oggi quasi tutti
scomparsi n e lla nostra sugg-estiva Val d'Orcia, che and agguer-
re ndosi que ll a fi e ra nobilt , che c::>:nbatt cos a lungo contro lo
spi.rito g ue lfo dei cittadini, mantenendo vivo fra quelle inaccessi-
bili mura il ghibellinismo in Itali a. Di l uscirono i nobili con
l'ufficio di podest e di capitano e ricomparvero pi tardi sotto
le vesti d i condottieri di ventura. Da questi castelli uscirono h
crociate , la cavalleria, i tornei, le regole del duello: a questi
caste lli si ccnnett.e quell'immag inosa letteratura, che dalle rc-
manze dei trovatori e dalle leggende della Tavola rotonda, si ri-
fl ett nei poemi del T asso e d eli' Ariosto per finire poi fra le
risate nell'opera immc rtale del Cer vant es.
Sono interessantissimi castelli per la storia dell'arte m i-
l itare d e l medioevo. ed anche interessante il monastero d i
S. Anna in Campre na , n 'Si deve trascurare di accennare come
a Monticchiello siano degni d i o"servazione una cancellata in ferr o
battuto di Pet ruccio Betti del 1410. una Madonna su tavola del
oittore s e n ese Fi etro Lorenzetti e la caratteristica ed ori ginale
r acciata con il suo rosone circolare e colonnette adorne di gra-
ziosi capitelli. Nella chiesuola modesta di Spedaletto. sopra alla
porta, si ammira un bel bassorilievo in pietra, raffigurante la
Vergine se duta, ohe contempla il Bambino Ges seduto sul suo
braccio d e stro, con attorno undici angeletti vestiti di lunghe tu-
niche in atto di cantare e suonare varl strumenti.
IL MONASTERO DI SANT'ANNA
Il monastero di S. Anna in Camprcna dista da Pienza appena
c inque ch ilometri. La sua fondazi one risale al 1324, nella qual
epoca il beato Bernardo Tol ome i, .pa trizio senese , destinava
quest o luogo a soggiorno della sua Congregazione olivetana. Il
monastero, veduto da qualche distanza, in mezzo alla verde selva
di querce che lo circonda , desta in cuore vaghezza di visi-
offrendo l'immagin e dd pi incantevole rit;ro, che possa
deside rare chi sospira la d c lcezza di un oscuro riposo. Quelle
boscaglie ancora quasi vergini e n01n toccate dalla scure in un
tempo in cui veggonsi ad una ad una sparire le antiche fo-
reste e quelle secolari querce che stendono dal tronco i grossi
rami e sollevano altere le cime. il terreno coperto de' pi do-
mest ici virgulti e frutici e svariate pianticelle, che lasciano li-
bero il varco al passeggero, dnno l'idea di un ameno recesso
architettato e disposto dalla mano dell'uomo anzich dalla sem-
plice natra. Il fabbr icato tutto di laterizi: va t issima la chiesa,
PIENZA l)
a croce latina e ad una sola navata che loa perduto l'anti co carat-
ter e per le modificazioni apportatevi nel 1600 e nei secoli succes-
sivi. Accanto alla chiesa era un. chiostro a forma quadrata, con
a rca te a tutto sesto, sostenute da colonne svelte in pietra bi g i"
uguale a quella del pozzo caratt erist ico ed originale, che hanno
capit elli elegantemente scolpiti con lo stemma degli olivetani.
Al principio di questo secolo per una sovraedificazione si rac-
chi usero le colonne entro ad un muramento e s i aprirono orri-
bili finestr e per dar luce ai co-rridoi . Una cornice in pietra mae-
str evolme nte lavorata adorna la porta d'ingresso e quella dell'an-
tico refettorio. T re grandi aff reschi coprono la parete di fondo:
alt ri tre quella .d'i ng.resso: un fregio, oggi in parte per du to, p er -
ch il refet torio prima del 1884 era ridotto a legnaia, diviso in
formelle oblunghe, a lternat e con ovali e quadrati, ornato di a ra-
b eschi e putti in chi aroscuro, r ecinge le paret i l a ter ali di questa
g rande sala rettangolare coperta a vlta. l tre quadri della pa-
ret e di fondo rapprese nt ano la Benedizione e moltiplicazione
d e i pani, quella della parete d'ingresso la Deposizione di Ges
dalla Croce, S. Anna e la Madonna con due monaci oli vet ani ,
Guida n e vescovo d'A rezzo che approva la regola olivefana pre-
senlalagli dal B. Bernardo Tolomei e da altri monaci. Stupenda
la tes ta del V escovo, natura li le movenz:e dei monac i, di effetto
sorprende nte lo sfondo_ dell a sala, ove si svolge la scena. Nella
pa rt e s uperiore dell'imbatte della por ta d'ingresso al refettor io,
in un oval e , maravigliosa ' la festa del Redenfore. Ne i meda g lioni
d e l fr eg io di s ingolare bellezza le figure di S. Caterina da Si ena ,
di S. Gregorio Magno e S. Pietro Damiani: onei q uadra t i dell o
st esso fre g io, in chiaroscuro, Zaccaria, S. Elisabetta, la Nascita
di S. Giovanni Eaffisfa: poi puttini , animali, arabeschi bizzarr i.
La pe rfezi on e del disegno, l' impasto dei colori, l' ammirabile
e ff e tto dell'ombra e della luce rendono preziosi questi dipint i
a gli occhi dell'artista, il quale osservando quelle stuopende fig t: r e,
que ll e be lle test e, che risentono l' in Russo d ella scuola di L eonardo
e del Luino, ove ri splende q uel non so che, che pi facile a
se ntirsi che a d esprimersi, n on pu non ri volgere un pensiero
a l genio del loro a ut or e Antonio Bazzi detto il Sodoma, il qual e
es e gu questi affr eschi n ell' et di ventisei anni, dal IO lugli o
1503 al giugno del 1504, prima di recarsi a compiere l'opera m e -
ravi g liosa del chi ostro di Monte oliveto Maggiore insieme a Luca
Signore lli. Nel r efettor io di S. A nna in Camprena certame nt e
l'opera del Sodoma pu dirsi giovanil e : egli non a ncora il
Dintorni di Pienza. La Bene dizi one d ei pani , del So-
doma, nel Monastero di Sant'Anna in Camprena.
Pienza. Una Pa ce d'ar gento, del sec. XV, conservata nella
sala del T esoro del Palazzo Piccolomini .
Maestro insuperato della natura vivente e pal pitante, come si
dimostr appresso nei lavor i d el chiostro del l' a r chicenobio se -
nese. Ma anche in questi a ff-r eschi si hanno p<> rt icolar it d e gne
di n ota. Vi l'inRuenza d e l P inturicchio e quella d.i Leonardo,
vi lo studio continuo de' monume n t i r omani (bench a ncora
egli non li avesse veduti), e a S. Anna si pu infatti scorgere
benissimo la veduta del l' arco d i Costantino e quella del Col osse o.
Naturalmente queste ve dut e furono e seguite su prospettive che
correvano per l'Itali a a ll a fin e del secolo XV e negli inizi del
XVI, prima, se nza dubbio, d e ll e grandi demolizioni fa-tt e in
Roma p er la ven uta di Carlo V.
Ma non vi artista s enza di fetti, e se si pensa che il Sodoma
non appartenne verament e a scuola alcuna , non ebbe veri mae -
stri come non ebbe ve ri alunni e visse gra n parte della sua vita
a Siena, dove (dice il Gi elly) il Beccafumi, il Pacch iar otto e i
Brescianini non bastavano a costituir e un centro artistico e dove
manc l'emulazione , vi e n fatto di riconoscere che ne gli afff'eschi
di S. Anna in Campre na il Sodom.x apparisce s a:r tista di una
tempra solidissima, ma che p i uttosto vi si trovano le tracce d egli
insegnamenti di Mar t ino Spannotti realista , che non sempre si
curava della bellezza fin e , d elicata , int ellettuale, ma prefe riva in -
vece le forme robuste , sane , e i corpi vi gorosi , Contenti di vi-
ver e g iocondamente e forse anche voluttuosamente.
E il p ellegrino, all'aspetto di queste mute sembi anz.e, in m ezzo
a l perpetuo silenzio ed a ll a soli tud ine di quel vasto e vener ando
r ecinto , ritorna col pensiero a quel tempo, in cui que ll e vl te
echeggiavano ripercosse dal canto dei Cenobiti. Ora la c h iesa,
rid otta a parrocchia, ove conservansi il coro intagliato da F ra P aolo
16 LE CENTO CITTA D'ITALIA
------------- ---.
da Recco e due piccole tavole
attribuit e alla mani e ra di G iaco-
mo Cozza r e ll i. nei g iorni fest ivi
fr e q uenta ta da pochi popolani.
e il suggest ivo si lenzio viene in -
te rrott o d a i le nti e d ar gent ei r in-
tocchi de ll a campa na, ch e si d if-
fondono c ome un lame nto, me n-
re il sol e mor e nte , che color isce
la vett a de l s uo campanile e in-
dora i r est i d ell e sue vecch ie
mura inc rostate di rosso late riz io
a fe rre tt i, par che inneggi all a
gloria ce leste de l s uo fondatore.
IL ROMITORIO
DI S. CATERINA
T ra le b e ll e zze naturali, Pi e n-
za offre a l tourist a nche u n ca-
ra tt eri st ico Romilorio d e o d i
S. Cate rina , a pochi passi dalla
. cinta urbana, t utt o scavato in un
solo ma sso di tufo : sono due
s ta nze, n e Il e q uali si vedono
t uttora i l giaciglio cons istente
in una p ietra rialzata entro la
cavit de l mur o e in t utt o r ilievo
alcune fi g ure , q uas i a l ver o, r oz-
zame nte scolpite , fra le q uali
meglio c onser vato un Cr is to le -
gato alla co lon na. L' ori gin e di
q ue s to singolare resedio tutto
amma n ta to di vecch in ,. di
annose querce si r itiene risalire
al 1344, come s i l<!gge in u na la -
pide sepolcral e c on questa iscr i-
zi one in ital iano e in caratt e ri
gotici : An . D. MCCCXXXIV.
V o i che ven it e pre ndet e a me nte
a m e che gi a ccio nel monime n-
to, tal fu i COljll e vo i siete , e tal
so co me v oi sarete, dHe qn Pa-
te r , Ave p e r l'anima di fr a L uca .
dolci fi gu re di adol esce n ti ch P.
portano il si mbolico fest one d i
bacche ed a lloro, glorifi cando
se nza gesti v iole nti e pose iera -
t iche, ma con seve r it davvero
u man is t ica . il sa cr ificio dei no-
stri gr andi mort i pe r la gran-
dezza d ' Ita lia. ri sponde a un
se nti men to d i b e ll ezza, che
cert o sarebbe piaci uto a l P onte fi -
c e umanista che n el 1462 aveva
ammon it o a pace tra loro i fi gli
d' It alia. Il monumento id eato
dall' A rch . P ro f. Gino Ch ier ici
opera dello scultor e s.enese Et-
to re Brogi , sott o la sapie nt e gui-
da d e l grande a r tista Em il io
Call or i.
* * :!:
P ienza, tra 'l'li istit ut i di e d u-
cazione e di \ 'Un ta
un R. Conserva tor io per la e d u-
caz ion e de ll e fa nci ull e con an-
nesso un meteoro-
logico e geodinamico, un S e:ni-
!Oario V escovile, che ha un a b i-
bliot eca r icca di olt re ci nq uemila
volumi con alcuni interessanti
incunaboli , u na Pi a Associazio-
ne d i Miseri cor d ia con una Squa-
d ra d i P ront o S8ccorso. un Am-
b ula torio Regina El e na " , fo n-
dato a be ne fi cio dei pove r i ne l
19 11 dall a contessa A n na P icco-
lom in i, e una Societ d i mut uo
soccor so f ra gli operai .
CRONACA CITTADINA
Il monumento a i Cad uti nella Grande Guerra. (Architet to
G . Chie r ici ; scult. E. Brogi).
O ggi in questa p iccola c itt
d e l s il enzi o oscurame nte si con-
s umano i giorni in tacit e e fe-
conde opere , de dicat e n ell a mag-
gior part e ai l avor i agr icoli ,
tre n e ll e stradett e d a i nomi
sorridenti, si compie il s ilenzio-
so e c ont inuo p ell egr inaggio de i
visi tator i. Ma intorno a ll a ci tt ,
lun go i col ti vati declivi , corr e il
T ra i pitt be i ri cordi di vita
cittadina d egni di nota in q uesto
nos tro glorioso ri sorgi mento naziona le i pie ntini poss::>no annove-
rare i sole nn i fes teggia me nti celebra ti nell 'ottob re 1905 per il
V ce n tenar io della n a scita di P io H. Il r icordo ma rmoreo, coll o-
cato sott o la loggia del pubblico palazzo, r ipr oduce, con. im-
pronta del secolo XV , l'artisti ca medaglia d el G ua zzalott o con
q uesta iscr izione: Pio Il . Pont Max . Piccolomineo . qui .
e x . no mine. suo . Pie nlire nomen . gloriamquc . muni/ice ntia
. et . bon a rum . art ium . sple n dore . d edit . Cives Patri .
honestissimo . bene me re n ti . qui n rzcntesimo . ab . o rtu redcuntc
. anno . grati . animi e rgo . H. M. PP. MCMV "
Con una giorna ta poi di vibra nte patri o tt ismo il 2 d icembre
1923 fu inaugura to il monume nto a i caduti pe r la pat ria , ce r-
cando di dimost ra r e come si pot esse esalta re le novi ssime e glo-
r iose gesta d e i g ra ndi fa ttori d'Ita l ia, ma nte ne ndo. l' ope ra d ' a rt e
stre ttamente coll egata a ll e t ra d izi oni l ocali e p ervasa dall o spi-
ri to, che h a plasmato l'arte n ost ra, e a mbien-
tandola sia r ispett o all'architettu ra local e, s ia
al luogo ove d oveva sor gere , senza c opiare
fo rme preesistent i. Il monume nto. ch e co-
t ruit o di pie tra local e tufacea e di tra ve rt ino
da i ca ldi t oni d ora t i , e dal q ual e bal za no d ue
Fotografi e : F. lli Alinari, Fire nze; Stabilimento Lom-
bard i, Siena; Gabinct :o fo t . Gall erie di Firenze.
placi do ulivo, che , ma r egg:an-
d o al ve nto, diffonde il s uo pal-
lore , che ora s' incupisce tra i caratte ri stici e gigant eschi cipressi
e ora e rompe nei pra ti o n e l b iondeggia re de ll e messi o n e l
ve rde r idel"\t e d elle vi t i. Eme r ge il bel coll e ve rdeggiante, come
la si mbolica isola d egli uli vi , d al ma re dell e be ll e ca mpagne
leonar de sche e vt' invita a d a mmira re l 'anfi teat ro immenso che
ci rcond a la Valle d e ll ' O rcia : vill e, c astelli , monaster i sor gono
ne ll 'ampia vallata g ia ll astra e minuscoli e caratteri st ici paeselli
si m ostra no sui colli , sui monti , n itidi, in ghirlandat i d i ve rde .
cari chi di poesia e di stor ia , r ievocatori di un' epoca r emota
d e nsa d i memora b il i eventi .
E c hi, approfitt a n do oggi d e i me zzi fac ili e ra p id i d i comunica-
z ione, s enta desi der io di visitare q uesta p ar te inca n k vole de ll a
p rovincia senese , t rover un d olce confort o intell et t ual e , st u-
d ia ndo i caratt e r ist ici ricor di e i m onumenti d i una citt non p itt
ign orata come quando la visi t Eugeni o Mi.int z nd 1887, Tl'a
r isorta in me zzo a ll a gloria d ell a sua stor:a .
ai fasci ni d ell'art e sua , sempre cara e sa cra
all 'ammi razi one degli a rt ist i e d ei poeti. pe r-
ch P i:> Il le ha a ffi dato il compito d i con-
servar" fresca e d intatta l' anima q u'!' ttr oce n-
tesca li e ta e sere na .
La present e monografia venne red att a
dal Can. C. B. I\1ANNUCC I.
OPERE D ' ARTE NEL MUSEO DELLA CATTEDRALE
A sinistra: Stupendo arazzo liammingo del sec. XV : Ges risana l 'emorroi ssa - Croce in legno del sec. XIV, con la
Passione di G es Cr isto finemente scolpita. - A destra: Ricchiss imo pastorale in a r gent o dorato, dono di Pio Il . - Mitra
con smal ti. - Questi preziosi oggetti a rtist ici si ammirano nel \1useo della Cattedrale.
LE CENTO CITT D'ITALIA ILLUSTRATE
Sono f ascicoli di 20 pagine (comprese l e copert i ne) che escono settimanalmente . Ogni fasci colo. con 50 e
pitr !l l ustr aziuni . descrive una ci tt o una r egione. Gli ital iani che vogli ono ben conoscer e i l/or o paese, l a stor ia
dell e r itt :. l e meravigliose bell ezze nat ur ali ed art ist i che hanno una gui da siwr a, i nter essanti ssi ma e di l ett e-
vol e pere/t eminentement e r appresentat iva. La compil azi one di ogni singola ci tt af fidata ad apprezzat i cult or i
di stor ia patria . l fasci col i seguono in quest ' or dine:
t. ROMA ANTICA 35 LA CERTOSA DI PAVIA
2 . ROMA MODERNA
3
6. SAN MARINO (Repubblica)
3 MILANO 37 CATANIA
4 NAPOLI 38. LA REGIONE ETNEA
5 POMPEI 39 MONZA
6. TORINO 40. LA BRIANZA
7 PALERMO r. VIARECCIO
8. FIRENZE 42. FANO
9 CENOVA 43 MONDOVI'
1o. BOLOCNA 44 ESTE E ARQUA PETRARCA
1r. VENEZIA 45 LECCO
12 . LACUNA VENETA SALERNO
13. PISA 47 ROVIGO E ADRIA
' 4 SIENA 48. COMO
rs . BRESCIA 49 LACO DI COMO
r6. VERONA so. CREMA
'7 VICENZA sr. PISTOIA
rS. BASSANO 52. BRINDISI E OTRANTO
' 9 PADOVA 53 VOLTERRA
2o. TREVISO 51 CALTANISSETTA
2r. MESTRE 55 CUNEO
n LIVORNO
5
6. PESARO
2,1. ARCIPELAGO TOSCANO 57 LECCE
24. RAVENNA
5
s. EMPOLI
25. AREZZO 59 LUCO
26. LUCCA 6o. CUBBIO
27. PRATO 6r. SPOLETO
28. PERUGIA 62. NOVARA
29. FERRARA 6.> MONTE AMIATA
30. PIACENZA 6 . CREMONA
3
r. PARMA 65. MONTECATINI
32 . RECCIO EMILIA 66. MONREALE
33 MODENA 67. URBINO
3 PAVIA 68. AQUILA
6<). SPEZIA
70. TRIESTE
7r. POLA
72. ISTRIA
7J. FIUME E LE ISOLE
74 LODI
75 UDINE
76. AQUILEIA
7 GROSSETO
78. SALSOMACCIORE
79 FABRIANO
So. CAMPAGNA DI SIENA
Sr. SALUZZO
82. MESSINA
83. CALTAGIRONE
84. VARESE
Ss. ANCONA
86. SAN MINIATO
87 . FOCCIA
88. MANTOVA
89. LE CITTA DEl CONZACA
90. GALLIPOLI
9' . ROVERETO
92. BACHI DI LUCCA
93 CAGLIARI
94 ALTAMURA
95 SAN CIMICNANO
96. FAENZA
97 AMALFI
98. FIESOLE
99 SIRACUSA
t oo. ORVIETO
IO! . TODI
ro2. ASSISI
103. S. MARIA DECLI ANCELI
104. BARI
t os. TERNI
ro6. CAPRI
ro7. FORLI'
ro8. SCHIO
ro9. CORTONA
I I O. MONSELICE
II r. SARZANA
II 2 . PONTREMOli
II J . IL LACO DI NEMI
" 4 BERCAMO
115. VAL DI FIEMME
n 6. SONDRIO
11 7. CHIAVENNA
II 8. 'MAROSTICA
" 9 VARALLO
1 20 . DOMODOSSOLA
12 1. IMPERIA
1 22. CASERTA
1 2 J . IVREA
1 24. PALESTRINA
Ogni fascicolo settimanale Lire
ABBONAMENTO a 50 fascicoli
UNA In vendita
L 46 Estero L
presso tutte le Edicole
)) 20 )) )) 19 )) ))
Cf\RTELLf\ CUSTODif\
56 l Per decorrenza da
2.3 qualunque numero
Per la raccolta dei fascicoli
LE CENTO CITTA D'ITALIA
La Casa Editri ce Sonzogno ha crea to per gl i acqui-
renti del le Cento Citt d' Italia illustrat.c una el egant e,
pratica, sol ida. l:art el l a-custodia in tela e oro, del pr e-
ciso formato aei fascicoli e di esatta mi sura per con-
te nerne ci nquanta : si scelta questa p;oporzione.
opportuno suddi videre la raccol ta completa
i n gruppi di SO fascicoli .
Si rende cos possibil e ed agevol e a tutti :
].
0
Di avere sempre sottomano, nell e mi gliori con-
di zioni, tutti i fascicoli del l e Cento Citt, con la pos-
si bil i t di consul ta r l i sepa; atament e o 'di asportarne.
come potrebbe essere consigl iabi l e, per valersene di
!:'ucci ma guida vi aggiando in r egioni o vi sitando cit t
all e quali siano dedi ca ti uno o pi fascicol i .
2.
0
Di conservare l 'opera i n una veste bellissi mn.
poi ch la c'l per tina-custodia - creata con vero senso
d 'art e - ha est eri ormente l 'aspetto di un el cganti ssinw
volume r i l egato i n tel a e oro del formato del're Cerz tu
Citt. .
Sono in vendita la prima e la seconda Cartella, per i fascicoli da i a 50 e da Si a i 00 al prezzo di L 12..- per ogni Cartella
Sono pronte la prima e la seconda serie di 50 fascicoli (dal l al 50 e da 51 a 100) raccolti in
Cartella-custodia al prezzo di L. 60.- per ogni serie.

Inviare Cartolina Vaglia alla Casa Editrice Sonzogno - Milano ( 4) - Via Pasquirolo , 14
Pr i11t cd i>J / laly - Stah . Gra fi co Mi l ano, via Passarell a, 15

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