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E. Franco, Luniversalit della profezia postesilica (Is 56-66), Montegiove 26.07.

2009 - 1

Ettore FRANCO

Luniversalit della profezia postesilica (Is 56-66)


Premessa
Luniversalit nella profezia postesilica ha bisogno di una duplice contestualizzazione: quella storica nella situazione particolare in Terra dIsraele sotto il dominio persiano attorno agli anni dopo il 520 e dopo il 450 circa a.C. (per qualcuno fino alle prime conquiste di Alessandro o addirittura sotto i Tolomei)1; e quella letteraria e teologica di Is 56-66 (il cosiddetto Tritoisaia) nellintero rotolo di Isaia e nel solco della tradizione profetica. Conosciamo la situazione [vedi relazione Giandomenico Cova] molto precaria in Palestina, aggravata, dopo lascesa al trono di Serse nel 486, che allarga la frattura gi profonda sia tra residenti, considerati come estranei, e i rimpatriati, e soprattutto tra ricchi possidenti e poveri ridotti in miseria fino alla schiavit per debiti (Ne 5). Alla crisi si cerca di reagire con un processo di integrazione che porta il segno della riforma di Neemia (e poi di Esdra) con la fissazione della Torah canonica come base giuridica della societ2. Lidentit giudaica non pi territoriale ma tribale, fondata sul sangue e legata allosservanza della Legge3. Il rifiuto dei matrimoni misti e la separazione dagli stranieri (Esd 10,11) rischia di innescare una concezione esclusivista dellelezione e del patto. La profezia, ignorata dal partito riformatore sacerdotale e riconosciuta almeno parzialmente dal partito laico deuteronomista, confinata ai margini della societ, rilegge la situazione alla luce degli scritti profetici precedenti e annuncia un intervento definitivo di Dio che sconvolge la societ e la storia4. Tra le tante ipotesi sulla composizione, trasmissione e redazione di Is 56-66, dal commentario di Duhm del 1892 ad oggi, a parte lultima originale spiegazione di Schniedewind che riprendendo la teoria di un unico autore per Is 40-66 sostiene che questi capitoli siano stati scritti col supporto della famiglia regale di Joiakin a Babilonia o dopo che la famiglia invi Zorobabele a ristabilire le sue pretese su Gerusalemme5, quella di un discepolo-editore del Deuteroisaia6, o di un tradente fedele della tradizione di Is7, o di una pluralit di autori8 ... mi sembra convincente la tesi che riconosce una ripresa, rilettura e attualizzazione della universalit nella particolare figura della discendenza del Servo e della Partoriente di Is 40-559, cio in un gruppo anonimo e marginale, la comunit del Servo, che non si oppone allintegrazione, ma la fa esplodere dal di dentro in maniera inclusiva. Quanto allarticolazione, nonostante qualche riserva10, c una certa convergenza tra gli studiosi nellindividuare una struttura di tipo concentrico11:
60 59,15-21 59,1-14 56 - 58 esodo sul posto 61 Sion 62 63,1-6 63,7-64,11 65 - 66

Cf J. VERMEYLEN, Lunit du livre dIsae, in ID. (ed.), The book of Isaiah Le livre dIsae. Les oracles et leurs relectures. Unit et complexit de louvrage (BEThL 81), University Press, Leuven 1989, 11-53, qui 51-53. 2 Cf R. ALBERTZ, Storia della religione nellIsraele antico. 2. Dallelio ai Maccabei, Paideia, Brescia 2005 (or. Gttingen 21997), 505. 3 P. SACCHI, Storia del popolo ebraico dopo lesilio, in R. FABRIS (ed.), Introduzione generale alla Bibbia (Logos 1) Elledici, Leumann (TO) 22006, 101. 4 Cf R. ALBERTZ, Storia della religione, cit., 507 5 W.M. SCHIEDEWIND, Come la Bibbia divenne un libro, Queriniana, Brescia 2008 (or. New York 2004), 237. Coerentemente poi propone uninterpretazione di Is 61 come riferito a una figura regale (cio Zorobabele) con allusioni a 2Sam 7 (238-240). 6 P.-E. BONNARD, Le second Isae. Son disciple et leurs diteurs. Isae 40-66 (tB), Gabalda et Cie, Paris 1972. 7 B.S. CHILDS, Isaia, Morcelliana, Brescia 2005 (or. Louisville, Kentucky 2001), 484. 8 Cf Paul-Eugne DION, Dieu universel et Peuple lu. Luniversalisme religieux en Isral depuis les origines jusq la veille des luttes maccabennes (Lectio Divina 83), Cerf, Paris 1975, 85-95: Rapatris dIsral et rallis dentre les paens 9 Willem M.A. BEUKEN, Servant and Herald of Good Tidings. Isaiah 61 as an Interpretation of Isaiah 40-55, in J. VERMEYLEN (ed.), The book of Isaiah Le livre dIsae (BEThL 81), University Press, Leuven 1989, 411-442; ID., The main theme of Trito-Isaiah The Servants of YHWH, in Journal for the Study of the Old Testament 47 (1990) 67-87. 10 B.S. CHILDS, Isaia, cit., 489s; anche H.W. JNGLING, Il libro di Isaia, in E. ZENGER (ed.), Introduzione allAntico Testamento, Queriniana, Brescia 2005 (or. Stuttgart 22004), 662-664. 11 Cf R. LACK, La Symbolique du Livre dIsae. Essai sur limage littraire comme lment de structuration (AnB 59), Biblical Institute Press, Rome 1973, 125; U. BERGES riportato da H.W. JNGLING, Il libro di Isaia, cit., 664; W. BEUKEN, The main theme, cit., 68 daccordo sullarticolazione concentrica, cos ne precisa la struttura: 56,1-8 prologo; sezioni: 56,9-59,21; 60,1-63,6; 63,7-64,11; 65,1-66,14.

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Questa visione dinsieme permette di cogliere gli schemi soggiacenti che articolano luniverso semantico del testo e ne dischiudono il messaggio. Bisogna per che oltre allintero rotolo di Isaia col magnifico poema di Is 2,2-4 ripreso in o da Mi 4,1-3; e soprattutto Is 19,16-25 (19,24: In quel giorno Israele sar il terzo con lEgitto e lAssiria, una benedizione in mezzo alla terra) richiamiamo nel cuore non solo il racconto meraviglioso di Giona incastonato nel Libro dei XII Profeti, ma anche Ag 2,6-9; Zc 8,20-23 e 14,16-21; Sof 3,9: Allora io dar ai popoli un labbro puro, perch invochino tutti il nome del Signore e lo servano[l`obd] tutti sotto lo stesso giogo (meglio spalla a spalla [kem eHd])12 e gi la preghiera di Salomone: Anche lo straniero, che non del tuo popolo Israele, se viene da una terra lontana a causa del tuo nome ... se egli viene a pregare in questo tempio, tu ascolta nel cielo, luogo della tua dimora, e fa tutto quello per cui ti avr invocato lo straniero, perch tutti i popoli della terra conoscano il tuo nome ... (1Re 8,41-43; // 2Cr 6,32-33), risalendo fino ad Abramo: in te si diranno benedette tutte le famiglie della terra (Gen 12,3).

1. Luniversalit nelloracolo di apertura (Is 56,1-8)


56,1

Cos dice il Signore:

Osservate il diritto e praticate la giustizia, perch la mia salvezza sta per venire, e la mia giustizia sta per rivelarsi.
2

Beato l'uomo che cos agisce,

e il figlio dell'uomo che a questo si attiene, che osserva il sabato senza profanarlo, e che preserva la sua mano da ogni male.
3

Non dica lo straniero, che ha aderito al Signore:

Certo mi escluder il Signore dal suo popolo. E non dica l'eunuco: Ecco, io sono un albero secco!.
4

Poich cos dice il Signore:

Agli eunuchi che osservano i miei sabati, preferiscono quello che a me piace e restano fermi nella mia alleanza,
5

io conceder nella mia casa e dentro le mie mura

un monumento e un nome pi prezioso che figli e figlie; dar loro un nome eterno, che non sar mai cancellato.
6

Gli stranieri che hanno aderito al Signore

per servirlo e per amare il nome del Signore e per essere suoi servi, quanti si guardano dal profanare il sabato e restano fermi nella mia alleanza,
7

li condurr sul mio monte santo

e li colmer di gioia nella mia casa di preghiera. I loro olocausti e i loro sacrifici saranno graditi sul mio altare, perch la mia casa si chiamer casa di preghiera per tutti i popoli.
8 Oracolo del Signore Dio, che raduna i dispersi di Israele: Io ne raduner ancora altri.

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Gli imperativi rivolti ad ogni ascoltatore lettore aprono una nuova tappa: bisogna prepararsi osservando il diritto e praticando la giustizia perch sta per arrivare la salvezza che Dio rivela attuando per tutti la
12

Cf P. DE BENEDETTI, Invocare il nome del Signore e servirlo spalla a spalla, in SeFeR 78, aprile-giugno 1997, 3; H. BANSE, Il Patto, Israele, i Popoli. Sfide pronunciate da Leo Beck, in SeFeR 97 gennaio-marzo 2002, 3-9 e 98, aprile-giugno 2002, 3-8.

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sua giustizia (56,1). Lapertura universale la novit di questa rivelazione che coinvolge ogni uomo nel suo essere e agire. La formula della beatitudine (56,2), rara nei profeti (solo qui, oltre a Is 30,18 e 32,20), qualifica la nuova identit per ogni uomo che attua la giustizia come dono e compito e ritrova lautentica relazione con laltro (Dio, il prossimo e la creazione) nel tratto distintivo dellisraelita che osserva il sabato (56,2c.4b.6d) come segno dellalleanza (cf Es 31,13.17). In questo segno, la cui osservanza qualifica eunuchi e stranieri che hanno aderito al Signore (Is 56,4.6), potranno ritrovarsi insieme Israele e Nazioni nel nuovo ordine che fa passare dalla separazione (ldb 56,3) allinclusione e dallesclusione (ldb Esd 9,1; 10,11.16; Ne 9,2) allincorporazione (hwl 56,3.6; cf Is 14,1; Zc 2,15)? Lapertura di questo testo profetico sembra alludere per contrasto alla chiusura di Neemia ed Esdra proponendone un superamento. Quando? Non alla fine, n in un futuro indeterminato, ma adesso poich c un oltre nel fare di Dio, qualificato, nella conclusione delloracolo, sempre impegnato ad aggregare altri insieme a quelli gi radunati (56,8). Il cambiamento epocale, annunciato (56,1b) per motivare gli imperativi iniziali (56,1a) e confermato dal macarisma per ogni uomo (56,2) e dallimpegno finale di Dio che continua e continuer a radunare (56,8), concretizzato in due casi particolari, incastonati al centro secondo la tecnica della reversio: straniero eunuco / eunuchi stranieri (56,3a.b / 4-5.6-7). Alleunuco, qualificato come nel macarisma per ogni uomo (56,2) dallosservanza del sabato, da scelte secondo i progetti di Dio e dalla fedelt allalleanza (56,4), Dio regala un posto e un nome(yd wm), cio unidentit cultuale nel cuore della citt che il tempio (la mia casa) e unidentit sociale nei rapporti civili (dentro le mie mura), un nome eterno incancellabile (56,5) perpetuato non in una discendenza naturale, ma regalato da Dio e non pi soggetto agli imprevisti della generazione umana13. Per questo gli si proibisce di continuare a lamentarsi della sua non-identit per la mancata discendenza espressa con limmagine dellalbero secco (56,3c). Gli stranieri che hanno aderito al Signore (proseliti commenta Rashi), cio tutti coloro che osservano il sabato per non profanarlo (56,6d ripresa letterale della qualifica universale del macarisma 56,2c) e restano fermi nella mia alleanza (56,6e ripresa letterale della qualifica degli eunuchi 56,4) saranno condotti da Dio sul suo monte santo, e colmati di gioia nella sua casa di preghiera, dove offriranno olocausti e sacrifici graditi. Luniversalit dellaccoglienza nella casa di Dio espressa dal nome nuovo casa di preghiera per tutti i popoli (56,7 Bt-Tpill yiqqr lkol-h`ammm cf la citazione in Mc 11,17; // Mt 21,13; Lc 19,46). Per questo allo straniero viene proibito di continuare a dire: certamente mi escluder (habDl yabDlan) il Signore dal suo popolo (56,3). Non pu sfuggire il contrasto con Ez 44,9: nessuno straniero (Kol-Ben-nkr), non circonciso di cuore, non circonciso di carne, entrer nel mio santuario, nessuno di tutti gli stranieri (kol-Ben-nkr) che sono in mezzo ai figli di Israele. Per quanto laspetto cultuale sembri prevalente, non dobbiamo dimenticare che losservanza del sabato come segno dellalleanza, e non la circoncisione come invece sottolinea Ezechiele, inquadrata nel contesto della giustizia, cio delle relazioni autentiche che manifestano, nellidentit che gi accomuna pur nella differenza eunuchi e stranieri, la concretezza della salvezza rivelata e annunciata. E qui importante una particolare insistenza nella qualifica degli stranieri: essi non solo hanno aderito al Signore per servirlo e amare il nome del Signore (56,6) termini che richiamano la predicazione deuteronomica14 (cf ad es. Dt 10,8.12) ma anche per essere suoi servi (lihyt l la`bdm 56,6). Come pu uno straniero diventare servo del Signore? Certo osservando il sabato e restando fedele allalleanza, che implica soprattutto lattuazione del diritto e della giustizia, ma secondo Dio e non secondo gli uomini. Lapertura universale si attua attraverso un giudizio che discerne e differenzia lidentit di chi agisce come servo attuando relazioni positive, rispetto a chi agisce come padrone aggravando sempre pi le relazioni negative o le non-relazioni dellingiustizia. Mi sembra perci interessante lintuizione di Wim Beuken, secondo il quale la qualifica servi estesa agli stranieri come ripresa e sviluppo di Is 54,17: questa leredit dei servi del Signore, la loro giustizia da parte mia, che a sua volta riprende la discendenza (zera` 53,10) e giustizia (yacDq caDDq

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L. ALONSO-SCHKEL - J.L. SICRE DIAZ, I Profeti, Borla, Roma 1984 (or. Madrid 1980), 395. Ivi.

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`abD l|raBBm 53,11) del Servo del Signore , la questione centrale di tutto il cosiddetto Terzo-Isaia da 56,6 a 66,1415.

2. Popoli, servi e giustizia nelluniverso semantico di Is 56-66


Se questo vero, servi avrebbe un senso onorifico, sarebbe un titolo altamente positivo. Come intendere allora le affermazioni: Stranieri (bn|-nkr) ricostruiranno le tue mura, i loro re saranno al tuo servizio (yrtnek) (Is 60,10) e ci saranno estranei (zrm) a pascere le vostre greggi e figli di stranieri (bn nkr) saranno vostri contadini e vignaiuoli (61,5)? Lintegrazione degli stranieri consisterebbe solo in una forza lavoro utile e necessaria per dei servi divenuti padroni? questo il cambiamento epocale della giustizia che si rivela? Un ribaltamento di ruoli tra antichi oppressori che diventano servi di coloro che da servi diventano padroni? Il testo rifiuta una simile interpretazione perch esplicitamente afferma un riconoscimento che dice relazione di reciprocit nella differenza: Sar famosa tra le genti la loro stirpe (zar`m), la loro discendenza (wcechem) in mezzo ai popoli. Coloro che li vedranno riconosceranno (yaKKrm da nkr) che essi sono la stirpe (zera`) benedetta dal Signore (61,9). Potranno forse gli stranieri diventati servi del Signore, essere incorporati in questa stirpe benedetta? E come? Per articolare la risposta che il testo continua a offrire dopo loracolo iniziale, cerchiamo di cogliere, nelle relazioni strutturali tra alcuni campi semantici, i nodi della trama che unifica lintero testo e ne dischiude il messaggio. a) popolo/nazioni Il termine `am (complessivamente 22x) si trova 17x al sing.16 qualificato positivamente come popolo santo17, ma anche negativamente come popolo ribelle18 e popolo che mi provocava19, spesso determinato da un suffisso di appartenenza o di relazione (7x mio20; 3x tuo21; 2x suo22); designa quindi il popolo dellalleanza; al plurale ricorre solo 5(-1) volte23. Il termine gy (complessivamente 20x) ricorre 5x al sing. riferito sia a Israele (58,2 [// `amm 58,1]) in contesto polemico, sia a nazione in genere (62,22; 66,8), a un popolo straniero (60,12 [//mamlk]) o che non invoca il Nome del Signore (65,1); mentre al plurale ricorre 15x sempre riferito alle nazioni o popoli stranieri 24. Solo una volta si trova il termine lummm nazioni in 60,2. Il rapporto popolo/nazioni sembra determinante nei capitoli centrali 60-62 e in quelli finali 65-66, mentre assente in 59 ma non in 63-64. Come si precisa lidentit e lappartenenza al popolo dellalleanza? E come possono gli stranieri esservi incorporati o partecipare della salvezza che sta per venire? b) servi/discendenza Dopo la prima ricorrenza che qualifica gli stranieri che aderiscono al Signore per essere suoi servi (lihyt l la`bdm 56,6), il termine `bdm [servi] ricorre altre 9 volte, sempre determinato dal suffisso di appartenenza o relazione: 6x miei25; 2x suoi26; 1x tuoi27, tutte nellultima parte (7x in 65 e 1x in 66,14 ma anche in 63,17)28.
W.M.A. BEUKEN, The main theme, cit., 67-68. Ivi, 71: People [`am] in the singular means in TI, at least indirectly, the people of the covenant cf 56,3; 57,14; 58,1; 62,10.12; 63,8.11.18; 65,2f.10.18f.22. 17 `am-haqqde 62,12; `am-qodek 63,18. 18 `am srr 65,2. 19 h`m hammak`sm t 65,3. 20 `amm 56,3; 57,14; 58,1; 63,8; 65,10.19.22. 21 `ammk 60,21; `ammk 63,14; 64,8. 22 `amm 63,11; `ammh 65,18. 23 56,7; 61,9 [// Gym]; 62,10; 63,3 (1QIsa del mio popolosing.).6. 24 60,3 [//mlkm].5 [Hl Gym].11 [Hl Gym malkhem].12.16 [//mlkm]; 61,6 [Hl Gym].9 [//`ammm].11 [neged KolhaGGym]; 62,2 [//mlkm]; 64,1; 66,12.18 [Kol-haGGym whallnt].19 [//hiyym].20 [Kol-Hkem miKKol-haGGym] 25 65,8 [lma`an `bday].9 [//bHray wa`bday yiKn-mm].13 [3x vs waTTem].14 [vs waTTem]. 26 `bdyw 65,15 [//bHray]; 66,14 [vs ybyw]. 27 63,17 [b lma`an `bdk ib naHltek]). 28 W.M.A. BEUKEN, The main theme, cit., 69-75 interpreta lassenza del termine nelle due parti principali (56,9-59,21 e 60,1-63,6; secondo larticolazione in quattro sezioni da lui proposta: vedi n. 11) come aposiopesis o reticenza, funzionale a far emergere la centralit
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C anche per la radice `bd in 60,12 riferita al popolo o regno che perir perch non vuole servire Sion e alle nazioni che saranno sterminate29. Se seguiamo le 10 ricorrenze di zera` seme, discendenza, vediamo che questa, oltre che nei capitoli finali (3x)30, determinante anche nella prima parte (3x)31, dove negativamente qualificata progenie di un adulterio e di una prostituta e prole bastarda (57,3 e 4), chiaro rimprovero a una generazione infedele e ingiusta (cf lironico quasi sarcastico 57,12 io divulgher la tua giustizia) rispetto a quella di chi confida nel Signore ed erediter il mio santo monte (57,13) , mentre positivamente qualifica la generazione giusta che partecipa di una vocazione profetica (59,21 ecco la mia alleanza con loro: il mio spirito che sopra di te e le parole che ho posto sulla tua bocca [cf Ger 1,9] non si allontaneranno dalla tua bocca, n dalla bocca dei tuoi discendenti, n dalla bocca dei discendenti dei tuoi discendenti [cf Es 34,7] dice il Signore ora e sempre), quella del profeta-messaggero del cap. 61, una stirpe/discendenza riconosciuta tra i popoli come stirpe benedetta (61,9). Nella preghiera penitenziale o lamento di 63,7-64,11 dove si sottolinea con forza la paternit di Dio rispetto al suo popolo (3x ci si rivolge a Dio chiamandolo padre nostro32) e Dio qualifica il suo popolo come figli che non agiscono con falsit [Bnm l yaqqr] 63,8) , il termine servi in parallelo con eredit (come nella sua prima apparizione in 54,17): Perch, Signore, ci lasci vagare lontano dalle tue vie e lasci indurire il nostro cuore, cos che non ti tema? Ritorna per amore dei tuoi servi [b lma`an `bdk] per amore delle trib, tua eredit [ib naHltek] (63,17). Ma se il lamento nasce in una situazione disperata, causata proprio dai figli ribelli (63,10; 64,4[5]) i cui atti di giustizia sono come panno immondo (64,5[6]), come si pu ristabilire la giustizia e attendersi salvezza? Quale speranza dopo le disillusioni in una situazione ancora disperata? c) giustizia/salvezza Nel prologo la salvezza che sta per venire e la giustizia che sta per rivelarsi (56,1) sono qualificate dal suffisso possessivo mia; si tratta cio della salvezza che Dio sta per operare attraverso la sua giustizia. Su questa motivazione, che annuncia una svolta nella storia, si basa lesortazione osservate il diritto e praticate la giustizia (56,1 imr miP wa`S cdq). Complessivamente il termine giustizia ricorre 20 volte (13x cdq 33 e 7x cedeq 34) e solo 3 volte giusto(caDDq in 57,1[bis] e 60,21) ed determinante soprattutto per la prima (56,9-59,21) e in parte per la seconda sezione, quella centrale (60,1-63,6); nella terza (63,7-64,11) si trova solo in 64,4 e nellultima (65-66) mai. Negli stessi contesti, come nel prologo, spesso si trovano i termini della salvezza che complessivamente ricorrono 13 volte (5x y|` 35, 2x yea` 36 e 6x la radice y` 37). In tre di questi contesti che associano, come nel prologo, giustizia e salvezza troviamo anche i termini benessere, pace
della figura dei servi attraverso i concetti di seme/discendenza e giustizia: the servants rise up from oppression and sin in order to become the righteous offspring of the Servant (75). 29 60,12 (K|-haGGy whammamlk er l-ya`abdk ybd whaGGym Hrb yeHrb sarebbe unaggiunta tardiva per la maggior parte dei commenti (sul tipo di Zc 14,17-19 per L. ALONSO-SCHKEL, Profeti, cit., 415), ma B.S. CHILDS, Isaia, cit., 541 sottolinea che la vera polarit, presente in tutto il Terzo Isaia tra coloro che si rivolgono a YHWH, inclusi gli stranieri, e coloro che insistono a opporsi alla sua volont. 30 65,9 [mi|yya`qb zera` // mhd yr].23 [zera` Brk // wcechem iTTm] e 66,22 [Kn ya`md zar`kem wimkem]. 31 57,3 [zera` mnp waTTizn].4 [zera` qer]; 59,21 [miPP zar`k miPP zera` zar`k]; 61,9 [BaGGym zar`m // wcechem Btk h`ammm]. 32 63,16 [aTT bn ... aTT yhwh(dny) bn] e 64,7 [w`aTT yhwh(dny) bn TT]. 33 Is 56,1 [2x imr miP wa`S cdq K|-qrb y|`t lb wcidqt lhiGGlt], 57,12 [cidqtk]; 58,2 [Kgy er-cdq `S miPa lhyw l `zb]; 59,9 [`al-Kn rHaq miP mimmenn wl taSSgn cdq nqaww lr].14 [whussag Hr miP cdq]. 15-16 [wayyar yhwh(dny) wayyra` B`nyw K|-n miP 16 wayyar K|-n wayyiTmm K n mapG` waTTa|` l zr` wcidqt h smkth].17 [wayyilBa cdq Kairyn wkba` y` Br wayyilBa Bigd nqm TilBet wayya`a Kam`l qin]; 60,17 [wSamT pquDDtk lm wngSayik cdq]; 61,10-11 [SS SS Byhwh Tgl nap B|lhay K

hilBan Bigd-yea` m`l cdq y`n Ke|Htn ykahn Pr wkaKKall Ta`D klh 11 K krec Tc cimHh kgann zr`h tacmH Kn dny yhwh(lhm) yacmH cdq thill neged Kol-haGGym]; 63,1 [n mdaBBr Bicdq]; 64,5 [kbeged `iDDm Kol-cidqtn]. 34 Is 58,2 [yiln miP-cedeq].8 [cidqek]; 59,4 [n-qr bcedeq]; 61,3 [l haccedeq]; 62,1 [kanngah cidqh].2 [wr gym cidqk]; 64,4 [w`S cedeq]. 35 Is 56,1 [y|`t]; 59,11 [l|` rHq mimmenn].17 [wkba` y`]; 60,18 [wqrt y` Hmtayik `rayik Thill]; 62,1 [w`th KlaPPd yib`r]. 36 Is 61,10 [Bigd-yea`]; 62,11[yi`k]. 37 Is 59,1 [m|h`].16 [waTTa|`]; 60,16 [m|`k]; 63,1 [rab lh`].5 [waTTa|`].8 [lm`].9 [h|`m]; 64,4 [wniww`].

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(8x lm ) e luce (10x: 8x il termine r 39; e 2x la radice r 40); e almeno in due testi limmagine del giardino41 e dello spuntare, germogliare42. Una prima sorpresa che il vocabolario della giustizia/salvezza concentrato nei capp. 57-59 e 60-63 o, secondo larticolazione proposta da Beuken, nelle prime due sezioni 56,9-59,21 e 60,1-63,6, dove abbiamo visto assente il termine servi ma presente quello di discendenza. La giustizia quindi determinante per essere fuori o dentro la discendenza del Servo. Sar questo il tratto distintivo che render possibile lapertura universale? Fin dallinizio viene fotografata una situazione in cui perisce il giusto, nessuno ci bada. I pii sono tolti di mezzo, nessuno ci fa caso. Il giusto tolto di mezzo a causa del male (57,1) La motivazione in un conflitto di interessi perch tra i responsabili, denominati pastori (r`m), ognuno segue la sua via, ognuno bada al proprio interesse senza eccezione (56,11b Kullm ldarKm Pn lbic` miqqch cf 53,6: la confessione del noi nel IV canto del Servo). Dio prende liniziativa contro i figli della maliarda, i figli bastardi (57,3.4) smascherando lingiustizia della madre (divulgher la tua ingiustizia 57,12 [n aGGd cidqtk]) e linconsistenza degli idoli che non possono salvarla (57,13a-b). Il litigio (rb) di Dio minaccia, ma invita anche a discernere e cambiare orientamento di vita perch sua intenzione sanarlo, guidarlo e offrirgli consolazioni (57,18). Ai suoi afflitti (wlablyw) io pongo sulle labbra Pace, pace ai lontani e ai vicini dice il Signore io li guarir (rptw 57,19) mentre non c pace per i malvagi dice il Signore (57,21). Nel secondo litigio-rimprovero (rb) si oppone legocentrismo umano (Hpec) che vuole coinvolgere Dio nei propri interessi e affari (58,2-4) al volere/scelta (bHr) di Dio sullautentico digiuno che consiste nelle opere di giustizia (58,5-7). Entrando e attuando il volere di Dio, che implica luscire da se stessi per andare verso la realizzazione della propria identit relazionale, si ha unesistenza autentica e piena, espressa con le immagini della luminosit (aurora 58,6; meriggio 58,10b), del giardino irrigato e della sorgente che non si secca (58,11). Anche il sabato, liberato dai tuoi interessi (Hpck), diventa delizia (`neg) che fa trovare la delizia del Signore (Tit`annag `al-yhwh 58,13s). La liturgia penitenziale che segue, unita ad elementi di giudizio che discerne, pone al centro la giustizia per colmare il solco scavato tra Dio e il suo popolo (59,2). Colpisce come le parti del corpo insieme ai vestiti traccino lidentikit di una situazione disperata di ingiustizia: palme macchiate di sangue, dita di iniquit, labbra menzognere, lingua che sussurra perversit (59,3); si concepisce malizia, si genera iniquit (59,4); teli sono opere che non possono vestire, coprire (59,6); i piedi vanno verso il male per spargere sangue innocente (59,7); gli occhi non vedono e fanno inciampare e cadere (59,10); per questo non conoscono la via della pace/benessere, non c giustizia nel loro procedere per sentieri tortuosi, ... chiunque vi cammina non conosce la pace/benessere (59,8). Nella confessione si riconosce la mancanza di diritto e giustizia e il camminare nelle tenebre al posto della luce sperata (59,9). Anche Dio per appare nella sua autenticit attraverso le parti del corpo e i vestiti: la mano non troppo corta per salvare, n lorecchio incapace di ascoltare (59,1) i suoi occhi vedono (59,16) il suo braccio lo soccorre e la sua giustizia lo sostiene (59,16), indossa come corazza la giustizia, come elmo la salvezza, avvolto da un mantello di zelo (59,17). Viene per giudicare e per salvare. Questa la sua venuta luminosa del cap. 60 che fa risplendere Gerusalemme (60,1-2) di luce eterna (60,19-20), come centro di attrazione per le genti (60,3) che potranno entrare per le sue porte sempre aperte (60,11). Il nome nuovo Citt del Signore, Sion del Santo dIsraele (60,14) come riconoscimento dei popoli, le far conoscere per esperienza chi il suo Signore: il tuo Salvatore (60,16), che ti dar come sovrano la pace e come governatore la giustizia (60,17). E diventata simile a lui, chiamerai salvezza le tue mura e gloria le tue porte (60,18) e il tuo popolo sar tutto di giusti ... germogli della piantagione del Signore (60,21). La splendida visione luminosa della citt ritorna nel cap. 62, proclamata per da un messaggero che non si da pace e non lascia in pace Dio, con le sentinelle che ha posto sulle sue mura, finch non abbia
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57,2.19[bis].21; 59,8[bis]; 60,17; poi anche in 66,12. 58,8.10; 59,9; 60,1.3.19[bis con lr `lm].20 [lr `lm]. 40 60,1 [qm r]. 19 [hayyrH l-yr lk]. 41 gan in 58,11 [whyt Kgan rw kmc] e gann in 61,11. 42 cmH in 58,8 [warktk mhr ticmH]; 61,11(bis) [kgann zr`h tacmH Kn dny yhwh(lhm) yacmH cdq thill neged Kol-haGGym].

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realizzato il suo progetto di fare di Gerusalemme, citt di pace e di giustizia, il centro di attrazione di tutta la terra (62,7). Allora le genti vedranno la tua giustizia, tutti i re la tua gloria. E nel gran movimento segnato dalla serie di comandi (`ibr `ibr ... Pann ... sll sll ... saqql ... ) che culminano nellinnalzare un vessillo per i popoli (hrm ns `al-h`ammm 62,10) riecheggia fino alle estremit della terra lannuncio del messaggero: dite alla figlia di Sion: Ecco, arriva il tuo salvatore (62,11). Chi questo messaggero? Colui che, in continuit con la figura del Servo del II Is, consapevole di una vocazione e missione profetica da parte del Signore che mi ha mandato a portare il lieto annunzio ai miseri, a fasciare le piaghe dei cuori spezzati, a proclamare la libert degli schiavi, la scarcerazione dei prigionieri, a promulgare lanno di grazia del Signore, il giorno di vendetta del nostro Dio, per consolare tutti gli afflitti (lnaHm Kol-blm), per dare agli afflitti di Sion (labl ciyyn) una corona invece della cenere, olio di letizia invece dellabito da lutto, veste di lode invece di uno spirito mesto (61,1b-3)43. Proprio i miseri, gli schiavi e prigionieri per debiti, tutti gli afflitti e ogni persona che voglia aderire al Signore per essere suo servo (56,6) saranno chiamati querce di giustizia (l haccedeq), piantagione (maa`) del Signore per manifestare la sua gloria (61,3b), sacerdoti del Signore, ministri del nostro Dio (61,6). Questa stirpe (zera`) e la loro discendenza (cec) con cui il Signore conclude unalleanza eterna (brt `lm 61,8) sar famosa tra le genti, in mezzo ai popoli: Coloro che li vedranno riconosceranno che essi sono la stirpe benedetta (zera` Brak) dal Signore (61,9). Perci, prendendo la parola, questa stirpe/discendenza dei servi esulta, come Sion, nel Signore, che lha rivestita delle vesti della salvezza (hilBan Bigd-yea`), lha avvolta con il mantello della giustizia (m`l cdq y`n) come uno sposo ... come una sposa(61,10). Si comprende allora la portata universale dellultima affermazione sulla giustizia che riconosce e annuncia come Dio va alla ricerca delluomo: tu vai incontro (Pga`T) a quelli che praticano con gioia la giustizia (et-SS w`S cedeq) e si ricordano delle tue vie (Bidrkk yizKrk) (64,4).

3. Il succo del grappolo, una benedizione per tutti


La risposta di Dio conferma e rilancia questa apertura universale: Mi feci cercare (nidraT) da chi non mi consultava (ll l), mi feci trovare (nimct) da chi non mi cercava (ll biqn). Dissi: Eccomi, eccomi (marT hinnn hinnn) a una nazione che non invocava il mio nome (el-Gy l|-qr bim) (65,1). Si risente come eco lesortazione di Is 55,6 Cercate il Signore mentre si fa trovare (Dir yhwh[dny] Bhimmc), invocatelo mentre vicino (qruh Bi|hyt qrb). Ma qui c una novit: il Signore dice sono qui, sono con te a una nazione (Gy) lontana, che non invocava il suo nome, non lo cercava e non chiedeva nulla a lui. La giustizia di Dio nella storia attua il suo giudizio contro il popolo ribelle (65,2 `am srr) allinterno del quale ci si crede giusti preoccupandosi dei propri affari e della propria santit e dove si tende a escludere chiunque non sia della stessa cerchia o non abbia gli stessi interessi. E mentre qualcuno, probabilmente un sacerdote (Khn) o un levita (lwiy), dice: sta lontano [qrab lk], non accostarti a me [al-TiGGa-B], perch io sono pi santo di te [K qdaTk] 65,544) innalzando steccati di separazione, Dio invece alla fine, non solo verr a radunare tutte le genti e tutte le lingue (66,18b) e mander i loro superstiti alle genti di Tarsis [la Spagna?], Put [la Libia LXX], Lud [la Lidia], Mesech [la Frigia LXX], Tubal [la Cilicia], Iavan [la Grecia] e alle isole lontane per annunciare la sua gloria (66,19)45, ma arriva a dire: anche tra loro mi prender sacerdoti e leviti (wgam-mhem eqqaH laKKhnm lalwiyym) (66,21). Insieme al giudizio contro i fratelli che vi odiano e vi respingono a causa del mio nome (66,5),
Secondo R. LACK, La Symbolique, cit., 130s troviamo qui al punto di svolta, il centro di tutta la comunicazione che articola le sezioni del III Is, da quella centrale (60-62) attraverso quelle medie (59-63) a quelle iniziali e finali (56-58 + 65-66) e viceversa: 61,2 nHm blm 59,17 nHm 63,4 nHm 57,18 lablyw 66,10 hammi|taBBlm Il giudizio sar la consolazione degli afflitti che hanno posto in Dio tutta la loro esistenza: vedranno leliminazione dei malvagi e possiederanno la terra (131). 44 Per questa traduzione cf Lena-Sofia TIEMEYER, The Haughtiness of the Priesthood (Isa 65,5, in Biblica 85 (2004) 237-244. 45 Cf Armando ROLLA, Lo straniero nella letteratura biblica del postesilio, in I.CARDELLINI (a cura di), Lo straniero nella Bibbia. Aspetti storici, istituzionali e teologici = Ricerche Storico Bibliche 8 (1996 / 1-2) 145-161, qui 155.
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con un ribaltamento della situazione: Ecco i miei servi mangeranno e voi avrete fame; ecco i miei servi berranno e voi avrete sete; ecco i miei servi gioiranno e voi resterete delusi; ecco i miei servi giubileranno per la gioia del cuore e voi griderete per il dolore del cuore 65,13-14), limpegno di Dio contro lingiusta chiusura esclusivista si manifesta in una nuova creazione: io creo nuovi cieli e nuova terra ... creo Gerusalemme per la gioia (65,17.18b), che insieme una nascita straordinaria (66,7-9) e soprattutto un nuovo esodo (65,9): Io faro uscire una discendenza da Giacobbe da Giuda un erede dei miei monti. I miei eletti ne saranno i padroni e i miei servi vi abiteranno Non si tratta pi delluscita dallEgitto per entrare e prender possesso della terra promessa, come nel primo esodo, e neppure delluscita da Babilonia per ritornare a Gerusalemme come nel secondo, ma si tratta di un esodo sul posto46, cio delluscire da se stessi abitando insieme e attuando la giustizia per entrare e aver parte alla salvezza o del non uscire da se stessi, tutti presi dai propri interessi, attuando ingiustizia, esclusione, sopraffazione e violenza per entrare e scomparire nella perdizione (cf 65,15; 66,24). Lesodo sul posto, come nuova creazione e rinascita straordinaria, coinvolge direttamente Dio nella storia attraverso un piccolo gruppo, i suoi servi(`bdyw): questi saranno chiamati con un nome altro (m aHr) (65,15). Il nome nuovo implica nascita ed esistenza nuova, trasparenza e rappresentanza del modo di essere di Dio che dora in poi anche lui ha un nome altro, si chiama infatti Dio-Amen (lh mn), Dio fedele (65,16). Il ruolo e il senso del piccolo gruppo dei servi, che con la loro discendenza prolungano e attuano la figura del Servo (Is 53) e della Partoriente (Is 54) del II Is e che nella trama dei capp. 56-66 assume un ruolo determinante per la giustizia allinterno e lapertura allesterno, espresse fin dallinizio con il posto e il nome incancellabili delleunuco (56,4-5) e laccoglienza degli stranieri condotti da Dio sul suo monte santo (56,3.6), racchiuso in una piccola parabola (65,8) che si presenta come sviluppo del canto della vigna di Is 5,1-7 e della ripresa in 27,2-647. Dice il Signore: Come quando si trova succo in un grappolo, si dice: Non distruggetelo perch qui c una benedizione cos io far per amore dei miei servi per non distruggere ogni cosa. Se, come ci chiedevamo allinizio, la domanda su chi siano i servi, discendenza del Servo e figli di Sion, centrale nel III Is, nella metafora del grappolo (eKl) abbiamo la risposta. I servi sono una discendenza (zera`) che Dio fa uscire da Giacobbe e l erede (yr) che Dio fa uscire da Giuda, cio quanti Dio sceglie (bHray) perch ereditino (yr) i suoi monti e vi abitino (Kn) come suoi servi (65,9) o, con le due personificazioni del prologo leunuco, cio un discendente senza discendenza, e lo straniero, un dislocato senza identit, oppure nella comunicazione profetica del III Is tutti gli afflitti (Kol-blm 61,2; cf 57,18 e 66,10). Proprio a persone come queste viene proposto e annunciato lesodo sul posto che, nellattuazione della giustizia, rende possibile o almeno tende a rendere possibile lattuazione del progetto di Dio che vuole venire per radunare tutti i popoli e tutte le lingue (lqaBBc etKol-haGGym whallnt) (66,18). La benedizione (brk) del succo nel grappolo (haTTr B|eKl) nota lassonanza tra Tr, yr e yr rappresentata quindi per tutti dagli eletti (bHrm), i servi (`bdm) che abitano (Kn) con Dio nel cuore di Sion come centro di attrazione universale e in ogni luogo della terra. Nel succo del grappolo duva c gi la concretezza storica e il modello della realizzazione definitiva di quanto il macarisma (56,2) e i due casi delleunuco e dello straniero (56,3-7) avevano fin dallinizio annunciato. Il piccolo gruppo dei servi, eredit del Servo e figli della Partoriente, ha il compito di presentificare il
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Rmi LACK, La Symbolique, cit.,129. Cf Elzibieta OBARA, Dalla vigna al grappolo. La metafora di Is 65,8 e la sua istanza comunicativa, in Rivista Biblica 54 (2006 /2) 129157.

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patto per lumanit. la logica della promessa che Dio, a conclusione del litigio-giudizio (rb) contro i figli della maliarda, progenie di un adulterio e di prostituzione(57,3-13), positivamente rinnova a chi confidando in lui possieder la terra (yinHal-erec) ed erediter (wyra) il suo santo monte (57,13), e annunciando lappianamento della strada/cammino (Derek) del suo popolo (57,14), rivela presentandosi come Dio alto ed eccelso (cf Is 6,1 con 52,13) la sua condiscendenza (Kn) per vivificare (Hyh) spirito e cuore di oppressi e umiliati (57,15)48: Cos parla lAlto e lEccelso, che ha una sede eterna e il cui nome santo. In un luogo eccelso e santo io dimoro, ma sono anche con gli oppressi e umiliati, per ravvivare lo spirito degli umili e rianimare il cuore degli oppressi La discendenza dei servi si identifica quindi per il III Is con coloro che Dio sceglie nel resto di Israele e tra le nazioni affinch, vivendo sempre di nuovo lesodo sul posto nella fedelt del patto, cio nella giustizia, contribuiscano al benessere (lm) dei figli consolati in Gerusalemme e nei cieli nuovi e terra nuova. La benedizione del succo del grappolo non esclusiva dIsraele, ma inclusiva di tutti i popoli49. Per tutti, sia dentro che fuori dIsraele, nella benedizione del succo, Dio si impegna a non distruggere ma a radunare i figli dispersi nel cammino della storia per unificarli alla fine senza annullare la singolarit del pi piccolo chicco nel grappolo. Accanto alla discendenza (zera`) e al nome (m) eterni dei servi-figli davanti al volto di Dio (66,22), rimane, di sabato in sabato e di novilunio in novilunio (66,23), come ammonimento e abominio per tutti (drn lkol-BSr) la fine dei ribelli (hnm haPP`m 66,24).

Conclusione: alla ricerca didentit in tempo di crisi


Se la rilettura delle figure del Servo e della Partoriente nella discendenza dei servi eletti , come abbiamo cercato di dimostrare, la chiave di lettura degli oracoli raccolti in Is 56-66, allora il problema che sta a cuore a questa tradizione profetica la ricerca di identit in un tempo di crisi. La soluzione al problema si inscrive nella tradizione profetica e nellintera tradizione dIsraele. Se in Abramo saranno benedette tutte le famiglie della terra (Gen 12,3) perch Abramo credette al Signore che glielo accredit come giustizia (Gen 15,6) regalandogli quellidentit relazionale che lo identificava padre di una moltitudine di nazioni (Gen 17,5) nel nome nuovo, espressione della novit di esistenza scaturita dalla elezione, che allorigine dellesodo da se stesso per ritrovare se stesso (Gen 12,1 lek-lk esci per te o va verso te stesso) nella promessa del figlio-discendenza e della terra. Lidentit di Israele nasce dalla estraneit dellelezione che la convocazione del patto: la sua origine come popolo (`am) nella parola che lo chiama e la sua esistenza dipende dalla fedelt della risposta. Nel nome altro con cui saranno identificati i servi discendenza del Servo, in tempo di crisi rinasce per gli eletti unidentit senza appropriazione, secondo il comandamento di Lev 19,18 ama il prossimo tuo come te stesso (w|habT lr`k Kmk) o perch egli te stesso. La comunit dei servi non nasce infatti per affinit elettiva n tantomeno per interessi corporativi, ma basata sullintenzionalit della giustizia, di Dio e dei suoi eletti. Per questo unidentit che paradossalmente custodisce la propria differenza nellaccoglienza dello straniero e del diverso e non nellintransigenza esclusivista che sostituisce alla giustizia/salvezza lingiustizia di una appartenenza escludente e di unapertura selettiva50.
Per la discussione delle versioni antiche e interpretazioni contemporanee sulla trascendenza e/o immanenza di Dio in questo contesto cf S.W. FLYNN, Where Is YHWH in Isaiah 57,14-15?, in Biblica 87 (2006) 358-370. 49 E. OBARA, Dalla vigna al grappolo, cit., 148 e 149: La scelta del Signore non dipende pi dallappartenenza nazionale, ma ormai relativa alle scelte di ogni singolo individuo. [...] I veri servi del Signore sono ricettori di benedizione la quale consiste proprio nel fatto che essi stessi e la loro discendenza possiederanno i monti di Jhwh e vi abiteranno (65,9) 50 Cf Armido RIZZI, Lelezione. Funzione e ambiguit, in Cristina TERMINI (ed.), Lelezione di Israele. Origini bibliche, funzione e ambiguit di una categoria teologica = Ricerche Storico Bibliche 17 (2005/1) 285-295, qui 295; ID., Ama lo straniero: la paradossale identit biblica, in Filosofia e Teologia 2 (1998) 224-253.
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Il miglior commento alluniversalit della profezia postesilica credo sia il Sal 67, che nel libro della preghiera quotidiana degli ebrei scritto, o almeno va pensato scritto mentre si prega, in forma di menor affinch la luce faccia risplendere lorante e illumini attraendo i popoli al luogo del raduno dove bere insieme il succo del grappolo, frutto della terra e benedizione per tutti.

Dio abbia piet di noi e ci benedica su di noi faccia splendere il suo volto; 3 perch si conosca sulla terra la tua via, fra tutte le genti la tua salvezza.
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Ti lodino i popoli, o Dio, ti lodino i popoli tutti. Gioiscano le nazioni e si rallegrino, perch tu giudichi i popoli con rettitudine, governi le nazioni sulla terra. Ti lodino i popoli, o Dio, ti lodino i popoli tutti.

La terra ha dato il suo frutto. Ci benedica Dio, il nostro Dio. 8 Ci benedica Dio, e lo temano tutti i confini della terra.

Finch si continuer a pregare con questo salmo e cresceranno gli alberi piantati nel viale dei giusti tra le nazioni a Yad waShem in Gerusalemme, non potr venir meno la speranza che un giorno il Signore sar Uno e il suo nome sar uno (Zc 14,9) e tutti i giusti, discendenza del Servo e figli della Partoriente, servendo il Signore spalla a spalla (Sof 3,9) entreranno insieme nella casa di preghiera per tutti i popoli e riceveranno un posto e un nome eterno che non sar mai cancellato (Is 56,5.7). Allora la missione del Servo, luce della nazioni, perch la mia salvezza giunga alle estremit della terra (r Gym li|hyt y`t `ad-qc hrec) (Is 49,6), sar compiuta. Beato chi vive alimentando ogni giorno questa speranza!

20.07.2009 h 20.00

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