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Premessa In Italia la letteratura volgare si afferma con un secolo di ritardo rispetto alla Francia, agli inizi del Duecento;

ma soprattutto nasce e si sviluppa in un contesto molto diverso, in cui il sistema feudale pressoch ormai tramontato e la associata ha come centro le citt, sede di attivit politiche che esigono una forte partecipazione del cittadino, e di attivit economiche basate prevalentemente sullo scambio. Anche l dove la produzione letteraria ha come punto di riferimento la corte, come nel caso della scuola siciliana, si tratta di una corte del tutto diversa da quella feudale: quella dellimperatore Federico Il, cio di un sovrano che mira a creare uno Stato centralizzato. Ci nonostante la letteratura italiana alle sue origini subisce il fascino dei diffusi modelli francesi. I secoli XIII-XIV costituiscono nella nostra cultura un periodo sostanzialmente unitario. La situazione politica nellItalia del Due e Trecento Nord e sud. Comuni e Impero. Il panorama politico dellItalia nel periodo che ci interessa vede una netta bipartizione tra il centro-nord della penisola e il sud. NellItalia settentrionale e centrale, sin dal secolo XI, si era affermata una fitta rete di citt politicamente autonome, che si reggevano con ordinamenti di tipo repubblicano, i Comuni. LItalia meridionale invece era stata stabilmente retta da forme monarchiche: prima il regno normanno, poi quello degli Svevi, infine, la dinastia angioma e, dopo la guerra dei Vespri, quella aragonese che era venuta in possesso della Sicilia. Federico Il di Svevia aveva cercato di contrastarne il particolarismo anarchico, combattendo i feudatari ribelli e organizzando saldamente lo Stato NellItalia centrale si era poi consolidato lo Stato della Chiesa, una particolare monarchia di tipo teocratico Comunque anche nel nord, mancava un centro politico unificante (particolarismo municipale), che portava le citt a contrapporsi. Le pretese dellimperatore Federico Barbarossa di ristabilire lautorit imperiale sulle citt italiane falliscono dinanzi alla resistenza dei Comuni della Lega Lombarda, che lo sconfiggono nella battaglia di Legnano (1176). Dopo la morte di Federico II alla met del 1200 c una vera e propria crisi del potere universale dellImpero che consente ai Comuni italiani di affermare appieno la loro autonomia. La Chiesa. I movimenti ereticali e i nuovi ordini mendicanti La Chiesa non cessa partecipa attivamente allo scontro politico in atto, contrastando Federico II, che capeggia il partito ghibellino, cui si contrappongono i guelfi. Bonifacio VIII tenta di impadronirsi della Toscana intromettendosi nelle lotte civili del comune fiorentino, tra la fazione dei Bianchi e quella dei Neri (di cui fu vittima Dante, che fu mandato in esilio dopo la vittoria dei Neri). Dopo un aspro conflitto con la forte monarchia nazionale francese, ai primi del Trecento, la Chiesa vide iniziare un lungo periodo di crisi e decadenza, che si concreta nel trasferimento delta sede papale ad Avignone, durato ben

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settantanni (1309-1377); Nascono movimenti spirituali che rappresentano le esigenze di un profondo rinnovamento della vita e dei costumi ecclesiastici. La pataria, diffusosi dalla seconda met dellXI secolo soprattutto in area lombarda, combatte i costumi corrotti del clero locale. Nella Provenza si svilupp leresia dei Catari (i puri) o Albigesi, che furono sterminati da una crociata indetta dal papa. Nacquero due nuovi ordini religiosi (detti mendicanti): quello francescano, che rivendicava una vita povera ispirata al Vangelo, e quello domenicano, che si specializz nella lotta alle eresie. La vita economica e sociale del Comune Leconomia mercantile Con lavvento della civilt comunale il centro della vita economica e sociale si sposta dalla campagna alle citt. Se nel sistema feudale leconomia si basa essenzialmente sulla produzione agricola, nella societ comunale lattivit fondamentale diviene quella mercantile, con una forte produzione di merci e circolazione di denaro. La figura sociale tipica della nuova et quella del mercante. Originariamente il mercante un semplice intermediario nello scambio di merci tra un venditore e un compratore distanti fra loro: acquista dei prodotti per rivenderli ad altri, ottenendo un profitto. Per questo deve recarsi in paesi lontani, affrontando disagi e pericoli di viaggi in contrade ignote o per mare. Con i proventi di questa intermediazione il mercante accumula un capitale, che reinveste nellacquisto di nuove merci. Il denaro, dunque, viene continuamente reinvestito, accrescendosi. Se propri delleconomia feudale sono limmobilismo, la caratteristica delleconomia mercantile fondata sullo scambio la crescita continua, il dinamismo. Spesso, per, il mercante preferisce, ad un certo punto della sua vita, investire nella terra, che pu garantire una rendita pi sicura. Centri di produzione e di diffusione della cultura La Chiesa La Chiesa conserva una grande influenza sulla produzione della cultura e la visione del mondo continua ad essere religiosa. Essa esercita la sua funzione soprattutto attraverso la predicazione, che assume maggior importanza grazie alla nascita dei due ordini mendicanti (francescani e domenicani). Con laffermarsi del volgare, anche la Chiesa inizia a produrre testi non pi latini: si sviluppa cos una fiorente letteratura religiosa. I generi letterari La letteratura religiosa La letteratura religiosa si espressa in forme letterarie anche molto diverse: inni religiosi, laude e laude drammatiche, prediche, vite di santi, lettere, cronache. Possiamo ritenere religiose quelle opere in cui il fine religioso (preghiera, edificazione, confessione, celebrazione dei valori religiosi) preminente su altri fini. Un testo religioso quello che viene considerato il primo testo della letteratura italiana, il
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Cantico di Frate Sole (o Laudes creaturaruni) di san Francesco dAssisi. Alla base della spiritualit francescana ci sono: lesigenza di una religiosit aderente al Vangelo nellesaltare lumilt e la povert; la polemica contro la superbia della sapienza umana; Per questo egli scelse non la lingua dei dotti, ma quella delluso comune anche tra le persone semplici, il volgare. Tuttavia il Cantico non affatto un testo popolaresco: nasce da un fondo di cultura, poich il santo conosceva il latino oltre che il francese. Non si tratta propriamente di una poesia in versi, ma di una prosa ritmica. E, nella sostanza, una preghiera, un inno al creatore. Ha la forma di un inno di lode a Dio, in cui ricorre costantemente la formula Laudato si mi Signore.... Il Cantico appare quindi pervaso dalla tipica spiritualit francescana, da un amore fraterno per tutti gli aspetti della natura, dominato da un senso di letizia e serenit. Sempre da un movimento religioso dalle forti radici popolari, anchesso umbro, si origina una delle forme di poesia religiosa pi diffuse tra Due e Trecento, la lauda. A Perugia, qualche decennio dopo la morte di san Francesco, gli aderenti alla confraternita dei Flagellanti o Disciplinati andavano per le strade flagellandosi per penitenza, pregando e cantando, oltre che i tradizionali inni liturgici, nuovi componimenti in volgare (laude). Argomenti di questi componimenti erano episodi della vita di Cristo, lodi della Madonna, temi religiosi come il peccato, la misericordia di Dio, la speranza. Le forme in cui venivano trattati tali argomenti erano semplici e popolaresche. Una voce solista recitava la strofa, e il coro riprendeva con un ritornello. Talora entravano in gioco pi voci recitanti e nascevano veri e propri dialoghi in forma drammatica: erano queste le laude drammatiche. Questa forma espressiva fu scelta da un poeta umbro di spiccata personalit, Iacopo de Benedetti detto Iacopone da Todi. La sua esistenza nettamente divisa in due dalla conversione, avvenuta dopo la morte della moglie per il crollo di un pavimento durante una festa, e la scoperta che essa portava per penitenza anche durante le occasioni della vita mondana un cilicio. Entrato nellordine francescano, Iacopone si schier con i sostenitori della rigida osservanza della regola (gli spirituali), e per questo condusse unaspra lotta contro il papa Bonifacio VIII, che gli cost la scomunica e la prigionia. Le laude, che cominci a scrivere dopo la conversione, e che erano destinate ai confratelli, si possono dividere in due filoni; nel primo ossessiva la presenza del corpo, a cui Iacopone guarda con paura e orrore, come fonte di peccato e di perdizione. Il mondo visto come trionfo della sofferenza e della transitoriet delle cose. Dal pessimismo nasce un crudo realismo: il poeta insiste sugli oggetti pi ruvidi e concreti. Iacopone era un uomo colto, nutrito di studi giuridici e di teologia. Il suo linguaggio aspro nasce dal rifiuto della raffinatezza. Nella seconda compare un mondo estatico di luce e amore, che si esprime con accenti misticamente inebriati. Muta anche il linguaggio. Il poeta insiste sullinesprimibilit dellesperienza mistica, e spesso, attraverso la confessione dellimpotenza della parola, per la sproporzione tra uomo e dio. Lopera pi celebre di Iacopone il Pianto della Madonna, che costituisce il primo esempio di lauda drammatica, in quanto basato sui dialogo tra i diversi attori della vicenda, Cristo in croce, Maria, san Giovanni, il coro dei presenti. Intorno alla figura di san Francesco, circondata da un alone di incantata semplicit, fiori tutta una leggenda, che fu raccolta dalle prime biografie, come quella latina di Tommaso da Celano. Lopera pi significativa in tale ambito furono per i Fioretti, raccolta anonima di aneddoti riguardanti la vita del santo. Essi nascono dalla speranza di una rinnovata innocenza, lattesa di una terra promessa, di una liberazione di tutte le creature dalla schiavit del dolore. Dopo la morte del santo, lordine francescano si era diviso in due tronconi: gli spirituali, che predicavano la rigorosa fedelt agli insegnamenti di Francesco,
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soprattutto per quanto riguardava la povert e la rinuncia a possedere non solo beni personali, ma anche collettivi,; i conventuali pi disposti a scendere a compromessi con gli interessi politici e mondani, attenuando il rigore della povert e accentuando la propriet collettiva. Si arriv ad episodi veri e propri di guerra, imprigionamenti, condanne per eresia. Si crearon gruppi di francescani ribelli, i fraticelli, che accusavano a loro volta di eresia il papa. Al primo Quattrocento appartiene gi la figura di san Bernardino da Siena francescano francescano, famoso per le prediche in volgare con cui affascinava le folle, di cui ci sono rimaste registrazioni scritte ad opera dei suoi uditori. Domenico Cavalca lautore delle Vite dei santi padri, derivanti da un originale latino, che insistono sugli aspetti meravigliosi e fiabeschi di comportamenti esemplari ed edificanti in una lingua toscana molto pura. Nello Specchio di vera penitenza di Iacopo Passavanti dominano invece i toni cupi della paura e dellangoscia, che nasce da uninsistenza ossessiva sul male, sul peccato e sui termini ultimi della storia dellanima, la morte, il giudizio, le pene eterne. Il tema della paura domina tutto il libro, come paura del peccato e delle terribili punizioni del peccato della dannazione e dei tormenti infernali. La visione religiosa di santa Caterina da Siena (1347-1380) dominata da un senso prevalentemente lieto e luminoso. La santa si impegn con fervore sia nellazione sociale e di apostolato religioso, sia su alcuni punti centrali della politica del tempo, la riforma della Chiesa, il ritorno del papa da Avignone, il ristabilimento della pace in Italia. Da questa attivit religiosa e politica nascono le Lettere e il Dialogo della divina provvidenza. Latmosfera dominante un diffuso senso di letizia: lamore per Dio e per luomo sentito come gioia. Luomo non pi la fragile creatura inevitabilmente vittima del peccato, poich la caduta il risultato di una libera scelta delluomo stesso, padrone del proprio destino; il corpo non pi sentito come nemico dellanima. Lamore per Dio presenta laspetto dellamore familiare, materno e filiale, rivolto non solo a Dio, ma al mondo tutto La poesia didattica del Nord Nel corso del Duecento nei comuni dellItalia settentrionale sorgeva una letteratura in volgare indirizzata al fine pratico dellammaestramento religioso, morale e sociale degli uomini del comune, ignoranti il latino. Questi poeti scrivono i loro componimenti didattici nei volgari locali, rivolgendosi ad un pubblico non colto, e perci usano forme espressive semplici. Giacomino da Verona, francescano, autore di un poemetto in cui si tratta dei regni delloltretomba. Lopera divisa in due parti: La Gerusalemme celeste e Babilonia citt infernale. Vi sono descritte le gioie dei beati e le pene dei dannati in forme ingenuamente immaginose: il paradiso una citt con mura di perle, fiumi doro e fontane dargento, linferno popolato di spaventosi demoni che arrostiscono i dannati. Il Libro delle tre scritture di Bonvesin de la Riva un poemetto, diviso in tre parti: 1. la Scrittura negra dedicata allinferno; 2. la Scrittura dorata al paradiso; 3. la Scrittura rossa alla passione di Cristo. Accanto a queste opere di ispirazione religiosa, Bonvesin scrisse anche opere di impianto laico e civile. Nel Le meraviglie della citt di Milano tesse in prosa latina un entusiastico elogio della propria citt. In versi e in volgare sono invece una serie di contrasti, cio componimenti in cui due personaggi, spesso con valore allegorico (lanima e il corpo, il padre e il figlio, la rosa e la viola), disputano sostenendo i loro pareri.
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Si voluto collegare questa letteratura a spinte di rinnovamento religioso provenienti dal basso, e precisamente alla setta eretico-pauperistica dei Patarini. In realt questa letteratura piuttosto collegata alla reazione contro le eresie da parte del ceto dirigente comunale, divenuto sempre pi ostile a questi moti. La poesia allegorico-didattica in Toscana Anche in Toscana, tra la fine del Duecento e linizio del Trecento, si sviluppa una letteratura dai fini didattici, che esprime piuttosto lo sforzo del nuovo ceto dirigente borghese fiorentino di distaccarsi dal popolo assimilando gli stili raffinati di vita dellaristocrazia Un primo esempio di questa letteratura intesa allammaestramento sociale il Tesoretto di Brunetto Latini. Mandato in esilio dopo la sconfitta dei guelfi, attraverso un soggiorno in Francia, amplia i suoi orizzonti intellettuali. In Francia compone una vasta enciclopedia in lingua doil, il Trsor, che tratta di storia, scienze naturali, retorica, politica. Tornato a Firenze, diviene maestro di retorica. In volgare fiorentino e in versi settenari compone un poemetto allegorico-enciclopedico, il Tesoretto, rimasto incompiuto. E unesposizione di cognizioni scientifiche e morali, secondo la concezione medievale della scienza. Grande rilievo hanno gli insegnamenti della cortesia, a testimoniare lassimilazione dei valori nobiliari da parte della borghesia comunale. Il metodo dellesposizione quello, anchesso tipicamente medievale, dellallegoria: concetti astratti come la Natura, la Virt, la Filosofia, oppure sentimenti dellanimo, vizi e virt, vengono presentati sotto forma di personificazioni, che agiscono e parlano nella narrazione come personaggi in carne ed ossa. La scuola siciliana Alla corte siciliana di Federico II, tra il 1230 e il 1250, sorgono imitatori della poesia trobadorica, che per usano il loro volgare locale. I poeti siciliani creano la prima poesia darte in volgare italiano. I siciliani danno inizio alla vera e propria tradizione poetica italiana, una tradizione aulica e raffinata. La poesia siciliana riprende fedelmente temi, procedimenti stilistici, forme metriche dei modelli provenzali. Mentre per nella poesia in lingua provenzale, accanto al motivo centrale dellamor cortese compare anche una tematica morale, civile, politica, guerresca, i poeti siciliani, pur essendo uomini impegnati nella politica, nei loro versi non trattano altro tema che lamore. Questo si spiega perch in Sicilia invece vi un forte potere monarchico assoluto e accentratore, per cui tutta la vita politica si conforma ad un unico volere. Per questi funzionari di corte la poesia solo evasione dalla realt, un puro gioco, aristocratico e raffinato. I temi ricorrenti della poesia siciliana sono quelli tipici dellamor cortese: lomaggio feudale alla dama, cantata come depositaria di ogni virt e di ogni pregio, di fronte alla quale lamante si professa umile servitore, come un vassallo dinanzi al suo signore; le lodi delleccellenza della donna, delle sue doti fisiche e spirituali; la speranza di ottenere una ricompensa alla servit damore; il ritegno a rivelare il proprio amore, il timore che i malparlieri possano diffondere il segreto; il dolore per la lontananza, il rimpianto per le gioie damore perdute. Tutti questi motivi sono dai siciliani ulteriormente stilizzati, privati di ogni legame con situazioni psicologiche comuni e concrete. Non bisogna cercare, in questa poesia, limmediatezza del sentimento, la spontaneit della passione. Alla stilizzazione dei motivi concorre il linguaggio, che oltremodo elaborato.
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Il dolce stil novo Negli ultimi decenni del secolo, a Firenze si forma il nucleo pi importante di unaltra tendenza poetica, il dolce stil novo. I poeti che ne sono esponenti, i fiorentini Guido Cavalcanti Dante Alighieri, Lapo Gianni, si staccano nettamente dagli orientamenti dei rimatori toscani della generazione di Guittone. Pur non potendosi parlare di vera e propria scuola, tratti comuni di questi poeti sono: il rifiuto degli astrusi artifici stilistici cari a Guittone; la scelta di uno stile pi limpido e piano, che viene appunto definito col termine tecnico dolce; una visione pi spiritualizzata della donna, che viene esaltata come angelo in terra e dispensatrice di salvezza; lattenzione concentrata con pi rigore sullinteriorit dellamante, con lesclusione di ogni riferimento a situazioni esterne; luso frequente di nozioni filosofiche e scientifiche. Alla corte si sostituisce una ristretta cerchia di amici dal cuore gentile. Lo stil novo si rivela espressione dello strato pi elevato delle nuove classi dirigenti comunali che aspirano a presentarsi come una nuova aristocrazia, fondata non pi sulla nobilt di sangue ma sullaltezza dingegno e sulla raffinatezza del sentire. Uno dei temi centrali appunto lidentificazione di amore e gentilezza (che ha il senso d nobilt. E la gentilezza un dato di natura, legato alle qualit personali e non alla nascita e al titolo ereditario. La formula dolce stil novo usata comunemente per designare il gruppo, stata coniata da Dante, per sottolineare il distacco nei confronti della precedente poesia cortese italiana (la maniera siciliana e quella guittoniana). Gli stilnovisti sono, secondo Dante, pi aderenti ci che Amore detta. Precursore del gruppo da considerare il bolognese Guido Guinizzelli, probabilmente giudice di professione. A lui appartiene il manifesto della nuova tendenza, la canzone Al cor gentil rempaira sempre amore. Essa propone: lidentificazione tra amore e gentilezza; lequiparazione della donna ad un angelo proveniente dal regno di Dio, per cui non peccato attribuirle lodi che converrebbero a Dio stesso e alla Vergine; il gusto per il sottile ragionamento filosofico; uno stile dolce e leggiadro, cio di uno stile limpido e piano. Altre canzoni di Guinizzelli ampliano i temi: la lode delleccellenza della donna; il valore miracoloso del suo saluto che dona salvezza, gli effetti della passione damore sullamante, che si consuma e strugge. Guido Cavalcanti, di nobile famiglia fiorentina, impegnato in politica fino ad essere mandato in esilio, espresse la sua concezione dellamore in Donna me prega. Per Cavalcanti lamore una passione distruttiva che esclude ogni controllo razionale provando paura e sbigottimento. Nella sua poesia appare un mondo astratta che rappresenta linteriorit stessa del poeta, luogo di una guerra tra il potere distruttivo della donna e gli spiriti vitali che vengono sconfitti e spesso fuggono dal corpo.

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