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BILANCI DACCIAIO

Analisi in chiave strategica e prospettica dei bilanci 2010

III edizione - Novembre 2011 PARTE II

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BILANCI DACCIAIO
N ote metodologiche V ocabolario e Disclaimer I l confronto tra cluster Il comparto della Produzione Il comparto della Distribuzione Il comparto dei Centri Servizio Andamento della gestione nel 2011
e problematiche emerse

Il contesto operativo delle imprese


del settore siderurgico

Acciaio tra minacce, sfide e opportunit Appendice: dati sintetici di bilancio e indici

Il confronto tra Cluster

Il confronto tra Cluster


Il comparto della produzione
composto da dieci cluster 1: Tubi Acciai inossidabili Lingotti e semiprodotti Lunghi (tondo e travi) Piani (coils e lamiere) Forge Trafilerie Fonderie acciaio Fonderie ghisa Fonderie precisione

Redditivit
A livello comparativo e con particolare riferimento allultimo anno di analisi, il 2010, emergono con chiarezza alcuni elementi che permettono di classificare i singoli cluster in funzione di alcuni parametri espressivi dellandamento economico-finanziario. Si prende avvio dalla redditivit operativa complessiva (Roa) e dagli indicatori che la determinano: la prima osservazione attiene landamento rispetto ad inizio triennio, che per tutti i cluster peggiorativo, in taluni casi in modo evidente e preoccupante. Le fonderie acciaio e le forge presentano una situazione di buona redditivit, messa in evidenza da tutti gli indicatori esaminati. Per questi cluster lintero periodo caratterizzato da elevati livelli di redditivit che tendono per a ridursi in modo rapido, soprattutto per quanto riguarda le forge, che da indiscusso leader si colloca in seconda posizione, anche se il valore medio del triennio veramente rilevante. A fianco di questi due cluster troviamo i produttori di tubi, anchessi per caratterizzati dal dimezzamento della redditivit operativa nel triennio. Allestremo opposto si collocano i produttori di acciai inossidabili e di prodotti piani, che nel 2010 ottengono un Roa negativo, segnale di disequilibrio nella gestione operativa, confermando la situazione del precedente anno, anche se il valore leggermente migliorato. Tra le due situazioni indicate vi sono tutti gli altri cluster, la cui redditivit operativa positiva ma generalmente modesta, con valori compresi tra lo zero (fonderie precisione) ed il 3% (trafilerie). Ogni cluster presenta, evidentemente, una dinamica peculiare nel triennio, che si pu comunque sintetizzare nel fatto che le fonderie (ghisa e precisione) non presentano mai valori particolarmente alti; i produttori di lunghi tondo e travi, di lingotti e semilavorati e di piani, rispetto al 2008 sono caratterizzati da un crollo significativo e solo nel 2010 iniziano la ripresa; le trafilerie, ad eccezione del calo del 2009, non presentano variazioni particolarmente elevate. Il Roa complessivo dipende da due indicatori elementari (dal cui prodotto si ottiene lindice di partenza): la marginalit sulle vendite (Ros) e la rotazione del capitale investito, cio il rapporto tra fatturato e risorse disponibili (appunto il capitale investito), che misura il grado di efficienza finanziaria cio le modalit di utilizzo degli investimenti. In ciascun cluster i due indicatori presentano rilevanza diversa e permettono di individuare tre gruppi (con riferimento al 2010): nel primo si collocano i cluster nei quali i valori del Ros sono sostanzialmente analoghi a quelli del Roa, in quanto la rotazione del capitale investito vicina allunit, cio lottenimento di 100 euro di fatturato comporta lesistenza di 100 euro di investimenti (clienti, magazzino, immobilizzazioni ed altro ancora). In questo gruppo troviamo i produttori di tubi, di prodotti lunghi, tondo e travi, di prodotti piani, le fonderie acciaio e ghisa oltre alle trafilerie; 1 Non si tenuto conto, per le ragioni indicate nella prima parte del report, del gruppo Lucchini.

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Il confronto tra Cluster

nel secondo abbiamo i produttori che presentano unelevata rotazione del capitale, cio nei quali la redditivit operativa dipende maggiormente dallimpiego della struttura e meno dalla marginalit sulle vendite. In questo gruppo si collocano i produttori di acciai inossidabili; nellultimo gruppo abbiamo i cluster speculari al precedente, nei quali la rotazione del capitale contenuta e la redditivit operativa poggia prevalentemente sulla capacit di ottenere marginalit elevate sulle vendite. Appartengono a questo gruppo le forge, le fonderie di precisione e i produttori di lingotti e semiprodotti.

Va comunque ricordato che, a seguito dei rilevanti cali di fatturato, nel triennio il rapporto tra questultimo e il capitale investito si significativamente ridotto.

A fianco del Roa importante esaminare i singoli indicatori reddituali legati alla gestione caratteristica e desumibili dal conto economico: si osservano profonde differenziazioni, a partire dal valore aggiunto, il quale assume grandezze maggiori nelle fonderie (pi alto in quelle di precisione) e nelle forge ed il valore minore nei produttori di acciai inossidabili. I cluster citati sono anche quelli nei quali maggiori sono i costi strutturali (personale e ammortamenti): la capacit di assorbire tali costi per carente nelle fonderie di precisione e ghisa, che ottengono modesti EBIT (reddito operativo), mentre significativa negli altri due. Solo due cluster, i produttori di acciai inossidabili e di prodotti piani, ottengono un EBIT negativo, che nel secondo caso per ampiamente compensato dai proventi finanziari.

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Il confronto tra Cluster

Il comparto della distribuzione


composto da sei cluster: Distributori dal pronto Specializzati prodotti piani Distributori dal pronto Specializzati tubi, raccordi e curve Distributori dal pronto Specializzati prodotti inox Distributori dal pronto Specializzati prodotti lunghi Distributori dal pronto Generalisti Agenti, rappresentanti di case estere

Redditivit
Le osservazioni sulla situazione di redditivit assumono rilievo difforme in funzione dellorizzonte temporale di riferimento. Si prende avvio dalla redditivit operativa (Roa) e dagli indicatori che la determinano, ricordando che a livello complessivo di comparto i valori sono assai contenuti. La prima osservazione attiene landamento nel triennio, che per tutti i cluster chiaramente peggiorativo (i valori del 2010 sono sempre inferiori al 2008 ma, salvo un caso, superiori al 2009) e particolarmente evidente per gli agenti e rappresentanti di case estere (da qui solo agenti). Il cluster citato, infatti, nel 2008 possedeva una delle redditivit del comparto pi alte, manifestando successivamente un trend significativamente decrescente. La situazione migliore si riscontra nei distributori specializzati piani che oltre a presentare la redditivit pi alta nel 2010, non sono caratterizzati da variazioni sul triennio, neppure nel 2009: si tratta di un importante segnale di stabilit che identifica un contenuto livello di rischiosit operativa. Valori sempre positivi ma in calo si hanno anche nellambito dei distributori specializzati in tubi, raccordi e curve e di prodotti lunghi, mentre i due cluster rimanenti presentano una redditivit assai contenuta e soggetta a forti oscillazioni. In definitiva, malgrado i valori siano generalmente modesti, nessun cluster nel 2010 presenta situazioni deficitarie, a differenza di quanto invece riscontrato nellambito del comparto della produzione. Il Roa complessivo dipende da due indicatori elementari (dal cui prodotto si ottiene lindice di partenza): la marginalit sulle vendite (Ros) e la rotazione del capitale investito, cio il rapporto tra fatturato e risorse disponibili (appunto il capitale investito), che misura il grado di efficienza finanziaria cio le modalit di utilizzo degli investimenti. In ciascun cluster i due indicatori presentano rilevanza diversa anche se, considerati i valori contenuti assunti dal Roa, le differenze incidono in misura limitata. Con riferimento al 2010 si possono comunque individuare tre gruppi: nel primo abbiamo i distributori che presentano unelevata rotazione del capitale, cio un maggior grado di efficienza finanziaria nellutilizzo del capitale. In questo gruppo troviamo gli agenti e i distributori di prodotti inox, nei quali lindicatore superiore allunit, cio lottenimento di 100 euro di fatturato comporta lesistenza di meno di 100 euro di investimenti (clienti, magazzino, immobilizzazioni ed altro ancora). In questi cluster la rotazione del capitale svolge una funzione moltiplicativa positiva, amplificando la marginalit sulle vendite; nel secondo troviamo invece i distributori di tubi e di prodotti piani, nei quali la rotazione in oggetto assume valori inferiori allunit, con effetti depressivi sulla redditivit operativa complessiva. Va tuttavia evidenziato che i cluster che generalmente presentano i Roa pi alti appartengono a questo gruppo (o al successivo), mettendo in evidenza che elemento di maggiore rilievo del comparto la marginalit sulle vendite; nel terzo troviamo gli altri due distributori, caratterizzati da una rotazione del capitale assai prossima allunit.

In termini generali si osserva, nel triennio, che la dinamica del Ros, cio della marginalit delle vendite, analoga a quella del Roa mentre, per quanto attiene la rotazione del capitale investito, il valore del 2010 uguale o superiore a quello del 2009 ma inferiore a quello del 2008: a deprimere lindice ha concorso il recupero solo parziale del fatturato nel triennio, mentre ha influito positivamente (si intende esclusivamente sul valore dellindicatore) lassenza di significativi investimenti.

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Il confronto tra Cluster

Il comparto dei centri servizio


composto da quattro cluster: Centri servizio Prodotti piani Coils e lamiere in acciaio al carbonio Centri servizio Prodotti in inox Centri servizio Prodotti lunghi tondo c.a. (presagomatori) Centri servizio Prodotti lunghi travi e laminati

Redditivit
Gli indicatori di redditivit mettono in rilievo un complessivo miglioramento rispetto al 2009, anno nel quale in tutti i cluster la redditivit operativa complessiva (Roa) e quella netta (Roe) erano negative. Nel 2010 i valori sono comunque contenuti, con aspetti di similarit con la distribuzione, anche se nel caso dei centri servizio la riduzione rispetto al 2008 pi limitata. Esaminando lintero triennio, si sono modificate le posizioni relative: nel 2008 infatti i centri servizio prodotti piani e lunghi tondo (con i lunghi travi assai prossimi) disponevano di una redditivit simile e soddisfacente: due anni dopo, invece, la situazione migliore si riscontra nei prodotti piani mentre i centri servizio prodotti lunghi manifestano un evidente calo, sul quale ha indubbiamente inciso landamento economico dei settori utilizzatori. Stabili, su valori per assai modesti, sono i centri servizio prodotti inox, con un Roa mediamente inferiore all1%. Malgrado i valori siano generalmente modesti, nessun cluster nel 2010 presenta situazioni deficitarie, elemento comunque da valutare positivamente. Il Roa dipende da due indicatori elementari (dal cui prodotto si ottiene lindice di partenza): la marginalit sulle vendite (Ros) e la rotazione del capitale investito, cio il rapporto tra fatturato e risorse disponibili (appunto il capitale investito), che misura il grado di efficienza finanziaria cio le modalit di utilizzo degli investimenti. Nellambito dei singoli cluster non si osservano significative differenziazioni, anche se possiamo individuare, con principale riferimento al 2010, due gruppi: nel primo abbiamo i centri servizio che presentano la pi alta rotazione del capitale, cio un maggior grado di efficienza finanziaria nellutilizzo del capitale. Si tratta dei prodotti piani e dei prodotti lunghi travi, nei quali lindicatore superiore allunit, cio lottenimento di 100 euro di fatturato comporta lesistenza di meno di 100 euro di investimenti (clienti, magazzino, immobilizzazioni ed altro ancora). In questi cluster la rotazione del capitale svolge una funzione moltiplicativa positiva, amplificando la marginalit sulle vendite e portando i due cluster ad avere il maggiore Roa del comparto; nel secondo troviamo invece gli altri due centri servizio, nei quali la rotazione in oggetto assume valori inferiori allunit, con effetti depressivi sulla redditivit operativa complessiva. A titolo di esempio si considerino i due centri servizio prodotti lunghi (tondo e travi), nei quali la marginalit sulle vendite (Ros) uguale ma le travi hanno il Roa maggiore, proprio a causa della migliore rotazione. La situazione di maggiore preoccupazione comunque nei centri servizio inox, in quanto nel cluster i tassi di crescita del fatturato sono negativi, con la difficolt quindi di incidere sullindicatore in oggetto, oltre evidentemente su altri indicatori di seguito esaminati.

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Il contesto operativo delle imprese del settore siderurgico

Il contesto operativo delle imprese


del settore siderurgico
Il 2010 ha rappresentato lanno di svolta per il settore siderurgico, dopo la crisi profonda del 2009 che aveva provocato una riduzione di quasi il 9% della produzione mondiale di acciaio e del 35% di quella italiana. Leconomia globale tornata a crescere, con un incremento del PIL del 5% nel 2010, dopo il calo dello 0,7% dellanno precedente. La ripresa non stata per uniforme, evidenziando, a livello geografico, tre blocchi di Paesi: il primo costituito dai Paesi con il Pil in crescita sia nel 2009 che nel 2010; il secondo rappresentato dai Paesi che hanno completamente recuperato il calo del PIL del 2009; il terzo riferito ai Paesi che non hanno recuperato la diminuzione del PIL registrata nel 2009. Il contesto: crescita a tre velocit PAESI CON IL PIL IN CRESCITA NEL 2009 E 2010
EMERGENTI ASIATICI CINA INDIA MEDIO ORIENTE - NORD AFRICA AFRICA SUB-SAHARIANA 7,2 9,2 6,8 2,6 2,8 9,5 10,3 10,1 4,4 5,4

PAESI CHE HANNO RECUPERATO IL CALO DEL PIL DEL 2009


AMERICA LATINA BRASILE EUROPA CENTRO-ORIENTALE CIS ESCLUSA RUSSIA CANADA - 1,7 - 0,6 - 3,6 - 3,0 - 2,8 6,1 7,5 4,5 6,0 3,2

PAESI CHE NON HANNO RECUPERATO IL CALO DEL PIL DEL 2009
STATI UNITI MESSICO UNIONE EUROPEA GERMANIA FRANCIA - 3,5 - 6,2 - 4,2 - 5,1 - 2,6 3,0 5,4 1,8 3,6 1,4

REGNO UNITO ITALIA GIAPPONE RUSSIA

- 4,9 - 5,2 - 6,3 - 7,8

1,4 1,3 4,0 4,0

Il commercio mondiale cresciuto del 12,4%, assorbendo totalmente la riduzione del 10,9% del 2009. Le condizioni sui mercati finanziari sono migliorate, ma i problemi di fondo non sono stati del tutto risolti. I prezzi delle materie prime hanno segnato cospicui aumenti riflettendo, oltre alle attese di ripresa dellattivit produttiva, anche tensioni dal lato dellofferta. Diversamente dal prezzo del petrolio, rimasto sotto il picco storico toccato nel luglio 2008, i prezzi delle principali materie prime non energetiche hanno nel complesso superato il massimo raggiunto nella prima met dello stresso anno.

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Acciaio tra minacce, sfide e opportunit

Acciaio tra minacce, sfide e opportunit


Dalla politica alla strategia per il settore siderurgico italiano, dalla questione delle delocalizzazioni al costo del denaro. stata una panoramica a 360 quella tracciata durante la tavola rotonda del convegno Bilanci dAcciaio da Andrea Gabrielli (Siderurgica Gabrielli), Franco Zanardi (Zanardi Fonderia), Franco Polotti (Ori Martin), Riccardo Carradori (Coface), Pietro Carena (Ernst & Young) e Luca Manzoni (UniCredit) che, condotti dal giornalista de Il Sole 24 Ore Luca Orlando, hanno affrontato i principali problemi del comparto acciaio in Italia, cercando di individuare le migliori soluzioni.

2011: un bilancio a fine ottobre


Il 2011, ha spiegato Polotti, si evoluto sulla scia del 2010, ed ha fatto segnare un ritorno ad una ragionevole redditivit. Soprattutto nei primi 5-6 mesi dellanno la tendenza stata molto positiva grazie anche alla politica degli stock. La seconda parte dellannata, invece, stata pi riflessiva, con una minor acquisizione di ordini da parte dei nostri clienti. Oltre a ci il nostro Paese ha subito una crisi di fiducia, che ha condotto ad un incremento del costo del denaro, che ha penalizzato in parte i nostri margini. Credo per che in prospettiva ha concluso Polotti il problema principale non sar il costo del denaro ma la sua disponibilit. Se per i produttori, specialmente di acciai speciali, la situazione stata quella spiegata da Polotti, per i commercianti siderurgici ed i centri servizio lanno che si avvia a concludersi stato pi problematico. Lo ha spiegato Andrea Gabrielli: si riproposta la dinamica di micro cicli dei prezzi, con unalta volatilit che ha colpito soprattutto i centri servizio inox, che devono fare i conti con il nickel, e i piani al carbonio. Per il comparto tubi si sono avuti risultati abbastanza positivi. Le continue oscillazioni dei prezzi hanno anche comportato per i commercianti ed i centri servizio il pagamento di incrementi di quotazioni che non sono stati trasmessi in toto ai clienti finali, con una ripercussione non indifferente sulla marginalit.

Un momento della tavola rotonda. Da sinistra: Luca Orlando (Il Sole 24 Ore), Riccardo Carradori, Luca Manzoni, Pietro Carena, Franco Polotti, Andrea Gabrielli, Franco Zanardi.

Fusioni e collaborazioni tra aziende: che fare?


Il tema delle acquisizioni e delle fusioni nel comparto acciaio stato uno dei pi caldi tra quelli toccati durante il convegno, anche se il dibattito ha portato alla superficie un atteggiamento ancora abbastanza scettico da parte degli imprenditori italiani. Il terreno per fusioni o acquisizioni molto limitato in Italia ha detto Carena - . Ce lo dice la storia del settore nella nostra nazione: lacciaio un mercato difficile, dove non ci sono rendite di posizione, dove bisogna lottare giorno per giorno e dove, a causa dei forti investimenti per poter essere competitivi, non esiste margine di errore. La logica imprenditoriale dominante e se finisce, spesso finisce limpresa. Il caso Falck emblematico di questa realt. In Italia ci sono realt strutturate con una grossa

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Appendice: dati sintetici di bilancio e indici


Produzione - CoMPLeSSiVo
STRUTTURA PATRIMONIALE E FINANZIARIA
Attivo a breve Attivo immobilizzato Passivo a breve Passivo a medio-lungo termine Mezzi propri

2010
54,9 45,1 48,9 16,6 34,5

2009
49,9 50,1 42,4 20,3 37,3

2008
57,0 43,0 43,4 21,1 35,5

CONTO ECONOMICO
Ricavi Valore della produzione Consumi Servizi Altri ricavi e costi operativi netti Valore aggiunto Costo del lavoro Margine operativo lordo (EBITDA) Ammortamenti e accantonamenti Godimento beni di terzi Reddito operativo gestione caratteristica (EBIT) Proventi e perdite patrimoniali e finanziarie Reddito operativo aziendale (EBIT complessivo) Oneri finanziari Reddito di competenza (ordinario) Componenti straordinari Reddito ante-imposte (EBT) Imposte Reddito netto

2010
100,0 102,4 73,0 15,6 -1,4 15,1 9,4 5,7 6,1 0,7 -1,0 1,5 0,4 1,2 -0,7 -0,2 -0,9 0,6 -1,5

2009
100,0 95,5 63,4 18,2 -1,0 14,9 11,4 3,6 5,8 0,8 -3,0 0,7 -2,3 2,1 -4,4 0,6 -3,8 0,1 -4,0

2008
100,0 101,4 69,1 14,9 -0,2 17,7 7,3 10,4 3,5 0,4 6,5 1,4 7,9 3,5 4,4 0,2 4,6 1,5 3,2

INDICI DI REDDITIVIT
ROA ROS Rotazione del capitale (Turnover) ROE

2010
0,4% 0,4% 0,9 -3,9%

2009
-1,7% -2,3% 0,8 -7,4%

2008
9,6% 7,9% 1,2 12,1%

ROI (finanziario)
ROI (finanziario) Costo medio indebitamento finanziario Oneri finanziari su EBITDA Debiti finanziari su fatturato

2010
0,6% 3,7% 20,7% 32,3%

2009
-2,5% 5,2% 59,2% 40,4%

2008
15,3% 15,5% 33,4% 22,4%

INDICI DI SOLIDIT
Patrimonio netto su attivo immobilizzato Capitali permanenti su attivo immobilizzato Rapporto di indebitamento finanziario Rapporto di indebitamento complessivo

2010
0,8 1,1 0,9 1,9

2009
0,7 1,2 0,8 1,7

2008
0,8 1,3 0,8 1,8

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