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DOSHA: ALCUNE CONSIDERAZIONI.

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DOSHA: ALCUNE CONSIDERAZIONI.


Inserito il 8 Ottobre 2010 - Gasparino Marino - Categoria: Le basi filosofiche

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Per intenderci il patrimonio ereditario di un individuo, costituito dal suo DNA (acido deossiribonucleico) rappresenta il suo genotipo, ossia linsieme dei geni del suo genoma o patrimonio ereditario. Di quei geni soltanto una piccola percentuale si esprime e rappresenta il fenotipo. Parlare di espressione fenotipica o manifestazione del genotipo, significa semplicemente riferirsi ai geni che esplicitano le loro caratteristiche, costituendo nellinsieme la prakriti di ognuno di noi. Dunque ogni uomo la manifestazione somatica e psico-fisiologica di una piccola quantit del suo patrimonio genetico che, in gran parte, represso da complicati meccanismi di biologia molecolare. Ragionando in termini di dosha possibile valutare le caratteristiche psico-fisiologiche e le alterazioni patologiche (vikriti), senza per forza conoscere la Microbiologia e la Patologia medica, cos come ragionando in termini di rasa si possono affrontare problematiche dietetiche, senza necessariamente conoscere la struttura biochimica dei nutrienti. I panchamahabhuta, per costituire le strutture anatomo-fisiologiche degli organismi viventi, danno origine ai tre fluidi corporei o dosha aggregandosi tra loro a due a due: akasha e vayu formano Vata, tejas e jala costituiscono Pitta, jala e prithivi danno Kapha. I dosha, secondo lAyurveda, realizzano dunque la prakriti o prakruti dellindividuo, la quale pi propriamente lespressione fenotipica del suo patrimonio ereditario, di conseguenza immodificabile. Prakriti e prakruti hanno lo stesso significato di creazione primordiale, ma alcuni Autori preferiscono utilizzare il termine prakruti in riferimento alla costituzione corporea dellessere senziente e riservano il concetto di prakriti alla Natura della speculazione cosmologica del Smkhya darana. Poich la stragrande maggioranza dei Vaidya (medici ayurvedici) e degli Operatori ayurvedici utilizzano questultimo termine per riferirsi alla costituzione individuale, anchio nel prosieguo di questarticolo parler sempre di prakriti quando tratter dellUomo come manifestazione del suo genotipo.

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Infatti lAyurveda la scienza del senso comune, ma sia ben chiaro: ho soltanto detto che utilizzando la terminologia ayurvedica, anche le persone comuni possono comprendere questioni altrimenti incomprensibili, non ho detto che possono fare i Medici o i Nutrizionisti! Vata, composto di akasha e vayu, certamente il fattore dellenergia cinetica nella prakriti, perch vayu o vento suggerisce lidea del movimento e della propulsione. Le sue qualit sono: freddo, secchezza, leggerezza, irregolarit, mobilit, sottigliezza, nitidezza, ruvidezza, tempestoso. Di conseguenza vata controlla tutti i movimenti del corpo, dal livello citologico a quello istologico ed osteo-muscolare, vata responsabile della fisiologia cardio-respiratoria e dellomeostasi tissutale, nel senso che mantiene lequilibrio fisiologico dei dathu, ed inoltre gestisce il Sistema Nervoso Centrale e Periferico. Vata, in qualit di sovrano dei dosha, pervade lintero organismo ed il suo ruolo di fondamentale importanza in quanto trasporta se stesso e gli altri due dosha verso le zone periferiche del corpo e li aiuta a svolgere le loro funzioni regolari. Vata mobilita, sposta ed espelle dal corpo tutte le secrezioni di competenza del dosha kapha che ritenute nel corpo sarebbero nocive (Sweda o sudore, Mutra o urina, Vitta o feci, Nakha o unghie, Romakupa o peli e capelli). Pitta, composto di tejas e jala, il mediatore tra vata e kapha, tra energia cinetica e potenziale, ma ha anche il gravoso compito di far cooperare due nemici antagonistici: tejas e jala, fuoco e acqua. Un incendio pu essere spento da una giusta quantit di acqua, cos come lacqua pu dissolversi sotto forma di vapor acqueo se il fuoco abbastanza potente. Secondo lAyurveda, pitta assimilabile ad agni perch la sua attivit simile al fuoco. Infatti questo dosha presiede principalmente le funzioni enzimatiche ed endocrine. Gli enzimi sono catalizzatori biologici, cio acceleratori delle

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reazioni chimiche, che intervengono nei processi metabolici. Il fuoco provoca ossidazioni violente, denominate combustioni, mentre le batterie enzimatiche provocano ossidazioni controllate che, esattamente come le combustioni, producono energia, anidride carbonica (CO ) e acqua. Nei sistemi biologici lenergia che si libera nelle ossidazioni, in
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gran parte viene immagazzinata come moneta energetica sotto forma di ATP (adenosintrifosfato) ed in parte viene dissipata sotto forma di calore. Se si considera che le reazioni biochimiche catalizzate dagli enzimi avvengono in ambiente acquoso, stupefacente che cinquemila anni fa i Vaidya, che di chimica non sapevano nulla, abbiano associato pitta a tejas e jala.

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Credo tuttavia che i primi medici dellumanit abbiano fatto questa associazione soprattutto in relazione al succo gastrico che, contenendo acido cloridrico (HCl), d senzaltro limpressione di un fuoco caustico e corrosivo in soluzione acquosa. Basti pensare che il pH del succo gastrico 2, cio la concentrazione idrogenionica (H 0 ) del
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succo gastrico 10 moli per litro che equivale a circa 0.37 grammi per litro di HCl dissociato. Unenormit! Le qualit di pitta, essendo associato al concetto di agni, sono: caldo, leggerezza, sottigliezza, modica untuosit, intensit, fluidit, fetido. Pitta non presiede soltanto i processi digestivi e le funzioni epato-biliari, ma anche le trasformazioni della sfera mentale, emotiva e psicologica. Kapha, composto di jala e prithivi, il fattore dellenergia potenziale che gestisce la stabilit e la lubrificazione del corpo. Mentre pitta deve mediare tra due nemici irriducibili, kapha si preoccupa di mantenere nelle giuste proporzioni jala e prithivi, acqua e terra. In presenza di unadeguata quantit di acqua, i soluti (solidi) si sciolgono completamente e si distribuiscono in maniera uniforme nelle soluzioni propriamente dette, ma se il solvente scarso il soluto precipita e si raccoglie nel contenitore come corpo di fondo. Ci significa che se jala scarseggia, grumi di prithivi sedimenteranno nelle strutture anatomiche e potranno formare per esempio calcoli biliari o renali, cos come se jala si accumula pi del necessario si avr la comparsa di un edema. Un medico ayurvedico, preso atto della diatesi ossalica o della sintomatologia edematosa, agir dunque sul dosha kapha, ripristinandone la corretta fisiologia. Le qualit di kapha sono: freddo, grossolanit, untuosit, pesantezza, stabilit, umidit, morbidezza, opacit, densit, levigatezza, vischiosit. Cos come pitta alimenta il fuoco metabolico, kapha gestisce il raffreddamento corporeo. Ogniqualvolta si ha una frizione che genera calore, kapha produce secrezioni oleose con funzioni protettive nei vari distretti corporei: bocca, occhi, apparato respiratorio, stomaco, articolazioni, vie uro-genitali. I dosha, di cui ho dato una sintetica descrizione, non debbono essere considerati come sostanze materiali, ma in maniera pi ampia e filosofica. Tant vero che Sushruta afferma che i tre guna stanno alla prakriti cosmica come i tre dosha stanno alla prakriti individuale (prakruti). Dunque identificare i dosha kapha, pitta e vata con muco, bile e gas rispettivamente, come accade nella traduzione di certi testi classici dello Yoga, non del tutto corretto, perch i dosha sono fattori energetici. E vero che una stimolazione dei dosha determina una produzione delle sostanze suddette, cos un incremento di kapha provocher un aumento del muco, ma kapha non muco, una brusca stimolazione di pitta incrementer la produzione di bile, ma pitta non bile ed un aumento di vata accrescer il volume di gas, ma vata non gas. Cos come il gioco dei tre guna avvia levoluzione cosmica (parinama), il gioco dei tre dosha genera le diverse possibili prakriti o costituzioni individuali: Vata, Pitta, Kapha, Vata-Pitta, Vata-Kapha, Pitta-Kapha, Vata-Pitta-Kapha.

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