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Transizione e consolidamento democratico di Filippo Amelotti

Riassunto del testo dedicato alle trasformazioni delle democrazie in governi consolidati. Definizioni e descrizioni delle varie forme di totalitarismi e delle loro difficili trasformazioni in democrazie.

Universit: Facolt: Esame: Docente: Titolo del libro: Autore del libro: Editore: Anno pubblicazione:

Universit degli Studi di Torino Scienze della Formazione Politica comparata G. Cama Transizione e consolidamento democratico J. Linz, A. Stopa Il mulino 2000

Filippo Amelotti

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1. Democrazia e arene democratiche


Quando cercheremo di stabilire in che misura un dato paese si mosso lungo la strada della transizione alla democrazia useremo la seguente definizione: una transizione democratica compiuta quando stato raggiunto un sufficiente grado di consenso sulle procedure necessarie per dare vita a un governo eletto, quando tale governo si insedia al potere come risultato diretto di elezioni libere e aperte, quando il governo eletto detiene de facto lautorit di decidere nuove politiche e quando i 3 poteri espressi nella nuova democrazia non devono condividere le proprie attribuzioni con altre istituzioni. In un contesto non democratico la liberalizzazione pu comportare un serie di mutamenti sociali e politici come una minore censura nei confronti dei mezzi di comunicazione, la concezione di spazi pi ampi per lorganizzazione di attivit autonome della casse lavoratrice, lintroduzione di garanzie legali per gli individui. La democratizzazione comprende la liberalizzazione ma un concetto pi ampio e specifico. Richiede una aperta competizione intorno al diritto di ottenere il controllo del governo e conseguentemente, tale contesa richiede elezioni libere e competitive il cui risultato determina chi andr al governo.

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2. Transizioni democratiche
Le transizioni possono avere inizio ma non essere mai portate a termine bench il potere non passi nelle mani di un nuovo regime autoritario. La nostra definizione ci salvaguardia dallillusione elettoralistica per la quale una condizione necessaria per cui si possa parlare di democrazia, lesistenza di libere elezioni, viene considerata condizione sufficiente. Includendo nella nostra definizione anche la necessit di raggiungere un certo grado di consenso sullo specifico compromesso istituzionale necessario per dar vita ad un governo democratico diamo particolare risalto al processo decisionale interno allarena democratica. Divergenze di opinioni tra democratici intorno a problemi quali stato unitario o federale, monarchia o repubblica possono sollevare interrogativi sulla legittimit del governo democratico emergente. Un disaccordo continuo e profondo tra elite politiche e la maggioranza della popolazione non porta a un consolidamento democratico. Nei regimi non democratici i detentori del potere spesso sostengono che alcuni mutamenti liberalizzanti da loro introdotti sono sufficienti per avere una democrazia. Introdurre criteri chiari che indichino cosa sia effettivamente necessario perch una transizione possa dirsi compiuta consente allopposizione democratica di dimostrare pi facilmente quali cambiamenti aggiuntivi siano ancora indispensabili da adottare. Nella maggior parte dei casi dopo il completamento della transizione democratica restano ancora molti compiti da assolvere, condizioni da stabilire, atteggiamenti e abitudini da coltivare prima che una democrazia possa considerarsi consolidata. Quali sono le caratteristiche di una democrazia consolidata? Per democrazia consolidata intendiamo una situazione politica in cui la democrazia sia divenuta lunica alternativa politica esistente ovvero sia the only game in town. Dal punto di vista dei comportamenti, la democrazia diventa lunica alternativa quando nessun gruppo politico significativo cerca seriamente di rovesciare il regime democratico o di attuare una secessione dallo stato. Dal punto di vista degli atteggiamenti la democrazia diventa l0unica alternativa politica quando anche in presenza di gravi crisi politiche ed economiche la maggior parte delle persone ritiene che qualsiasi mutamento politico debba collocarsi entro i parametri posti dalle regole democratiche. Dal punto di vista costituzionale, la democrazie diventa lunica alternativa politica quando tutti gli attori del sistema politico si abituano al fatto che il conflitto politico si risolver entro un quadro di norme stabilite e che violazioni di tali norme saranno al tempo stesso presumibilmente inefficaci e costose. Con il consolidamento la democrazia diventa routine, parte integrante della vita sociale, istituzionale e psicologica oltre che elemento centrale delle strategie per ottenere successo.

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3. Definizione di democrazia consolidata


Con riferimento ai comportamenti un regime democratico pu essere definito consolidato in un dato territorio quando nessun importante attore nazionale, sociale, economico, politico e istituzionale spende risorse significative nel tentativo di raggiungere i propri obbiettivi attraversi la creazione di un regime non democratico o ricorrendo alla violenza o a un intervento straniero con la finalit di attuare una secessione dello stato. Con riferimento agli atteggiamenti un regime democratico pu essere definito consolidato quando una forte maggioranza dellopinione pubblica convinta che le procedure e le istituzioni democratiche rappresentino il modo pi appropriato di governare la vita collettiva in una societ simile a quella in cui essa si trova e quando il sostegno per le alternative antisistema limitato. In una prospettiva costituzionale un regime democratico pu essere definito consolidato quando in tutto il territorio dello stato, sia le forze governative sia quelle non governative si sottopongono e si adattano a risolvere i conflitti entro limiti posti da specifiche leggi, procedure e istituzioni approvate dal nuovo processo democratico.

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4. Le 5 arene di una democrazia consolidata


Nelle democrazie consolidate devono coesistere 5 arene interagenti che si rinforzano vicendevolmente al fine di rendere tale consolidamento possibile. La democrazia una forma di governo di uno stato. di conseguenza nessun sistema politico si pu consolidare in quanto democrazia se non in primo luogo uno stato. linesistenza di uno stato o una forte carenza di identificazione nello stato in unb dato territorio da parte di ampi gruppi di individui desiderosi invece di far parte di un altro stato o di costituire uno stato indipendente crea problemi di difficile soluzione. Se esiste uno stato funzionante, altre 5 condizioni interconnesse e vicendevolmente rinforzanti devono essere presenti perch una democrazia possa consolidarsi: 1. condizioni favorevoli per lo sviluppo di una societ civile libera e attiva. Quando parliamo di societ civile ci riferiamo a quella arena del sistema politico in cui gruppi aut organizzati, movimenti, individui relativamente autonomi dallo stato, cercano di articolare valori, creare associazioni e legami di solidariet e promuovere i propri interessi. La societ civile pu includere numerosi movimenti sociali e associazioni civiche appartenenti a tutte le classi sociali. Oltre a tutte le organizzazioni che costituiscono una complessa rete della societ civile come sindacati, comunit religiose, associazioni di avvocati non dobbiamo dimenticare unaltra parte della societ: i normali cittadini che non appartengono a nessun tipo di organizzazione. Questi sono di estrema importanza nel modificare il rapporto regime/opposizione: si riversano nelle strade dando vita a manifestazioni di protesta e esprimono la loro opposizione. Bench tali gruppi siano relativamente importanti, non saranno mai in grado di rovesciare un regime e instaurare un regime democratico se non fossero presenti i processi di cui parliamo. 2. una societ politica autonoma e considerata favorevolmente. Per societ politica intendiamo quellarena in cui il sistema politico si struttura specificatamente per rivendicare il legittimo diritto di esercitare il controllo sui poteri pubblici e sullapparato statale. La societ civile pu eventualmente distruggere un regime democratico. Ma la piena transizione alla democrazia e il suo consolidamento devono coinvolgere la societ politica. Il consolidamento democratico necessita di partiti che hanno come uno dei loro compiti principali laggregazione e la rappresentanza delle rpeferenze tra i democratici. La societ politica, informata, periodicamente rinnovata, e sulla quale la stessa societ civile pu esercitare pressioni, deve raggiungere un compromesso accettabile tra le innumerevoli combinazioni con cui il potere democratico pu essere forgiato ed esercitato. 3. rispetto per le leggi ovvero una rule by law che assicuri garanzie legali per la libert dei cittadini e una vita associativa indipendente. Per avere una democrazia consolidata. Il grado necessario di autonomia e indipendenza sia della societ civile, sia della societ politica deve essere radicato in un rispetto della legalit ovvero una rule of law adeguata. Tutti gli attori significativi devono rispettare e sostenere la rule of law. 4. una burocrazia statale che possa essere impiegata dal nuovo governo democratico. Per proteggere i cittadini e fornire loro altri servizi essenziali, un governo democratico deve essere in grado di esercitare effettivamente la sua pretesa di detenere il monopolio delluso legittimo della forza. La democrazia moderna richiede una effettiva capacit di controllo, regolazione ed estrazione delle risorse. Richiede uno stato funzionante e una burocrazia statale che possa essere utilizzata. 5. una societ economica istituzionalizzata. Utilizziamo il termine societ economica per richiamare lattenzione su due considerazioni: in primo luogo, in periodi caratterizzati dallassenza di guerre non vi

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mai stata, n vi sar la coesistenza di una democrazia consolidata e di uneconomia controllata dallo stato. in secondo luogo non mai esistita e quasi certamente non esister mai una democrazia moderna consolidata in presenza di una perfetta economia di mercato. Se entrambe queste considerazioni sono corrette, le moderne democrazie consolidate richiedono un insieme di norme, istituzioni e regolamentazioni che siano costruite su basi sociopolitiche e siano socialmente e politicamente condivise. Chiamiamo tale insieme societ economica. Noi riteniamo che sia necessario almeno un grado non insignificante di autonomia di mercato e diversificazione delle propriet per aver indipendenza e vivacit nella societ civile tale che ne emerga un contributo alla democrazia. Per quale motivo mercati perfettamente liberi non possono coesistere con moderne democrazie consolidate? Primo, economie di mercato pure non potrebbero n nascere n essere mantenute senza un certo grado di intervento statale. I mercati richiedono leggi sulle imprese, regolamentazione die mercati azionari, parametri definiti per il peso, le misurazioni, la protezione della propriet pubblica e privata. Secondo, anche i migliori mercati vanno incontro a fallimenti a cui necessario porre rimedio se si vuole che il mercato funzioni in modo adeguato. Terzo, la democrazia implica una contesa libera e aperta intorno alle politiche e alle propriet del governo. Se una democrazia non producesse politiche che generano beni pubblici forniti dal governo nei settori delleducazione, della salute e del trasporto, non sarebbero sostenibili n una rete di sicurezza sociale per i cittadini colpiti da consistenti oscillazioni dei mercati n una qualche riduzione delle maggiori disuguaglianze. Il consolidamento democratico richiede listituzionalizzazione di un mercato socialmente e politicamente regolato. Ci richiede una societ economica che a sua volta necessita di uno stato efficace.

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5. Statualit nazionalismo e democratizzazione


Lo stato democratico moderno basato sulla partecipazione del demos che potrebbe essere definito a partire dal nazionalismo. Il demos della nazione pu o meno coincidere con il demos dello stato. Quando vi sono profonde differenze circa la definizione dei confini territoriali dello stato, corrispondente a una certa comunit politica, e su chi abbia il diritto di cittadinanza in quello stato, si pone un problema che definiamo di statualit. Rispetto a questa variabile, le aspiranti democrazie moderne possono variare notevolmente: dai sistemi politici che non presentano alcuna difficolt derivante dalla statualit a quelli in cui la democrazia impossibile da realizzare finta tanto che quel problema non venga risolto.

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6. Lo stato sovrano, prerequisito della democrazia


La democrazia una forma di governo di uno stato moderno. Senza uno stato non vi pu essere una democrazia moderna. Max Weber: allo stato moderno caratteristico un ordinamento amministrativo e giuridico il quale pu venir mutato mediante statuizioni e in base a cui si orienta lesercizio dellagire di gruppo dellapparato amministrativo con pretese di valere non solo per i membri del gruppo ma anche in ambito pi vasto per qualsiasi agire che abbia luogo nel territorio in cui il potere ha vigore. Questo carattere monopolistico del potere statale un elemento essenziale della sua situazione moderna. Tilly: unorganizzazione che controlla la popolazione in un dato territorio uno stato nella misura in cui: si differenzia da altre organizzazioni operanti nello stesso territorio; autonomo; le sue componenti sono formalmente coordinate tra loro. Se in un dato territorio non esiste unorganizzazione con queste caratteristiche che la rendono simile ad uno stato, un governo non pu rivendicare efficacemente la sua pretesa al monopolio delluso legittimo della forza, non pu riscuotere imposte e non pu far funzionare un sistema giudiziario. Senza tali poteri non pu esserci un governo democratico. Di conseguenza la conclusione la stessa: lassenza di unorganizzazione con le caratteristiche di uno stato moderno preclude la possibilit di governare democraticamente lintero territorio statale ma non impedisce lesistenza di aree in cui possono essere presenti differenti autorit politiche. Se si accetta lassunto weberiano secondo cui necessario che unorganizzazione sia in grado di rivendicare con successo lautorit coercitiva su un dato territorio prima che possa diventare uno stato e la condizione posta da Tilly sullautonomia dello stato, dovrebbe risultare evidente che questi sono limiti stringenti per la democrazia a meno che lentit territoriale sia riconosciuta come uno stato sovrano. possibile creare e mantenere un sottosistema politico democratico entro i confini di uno stato non democratico? Un sottosistema politico democratico pu esistere nel contesto pi complessivo di uno stato totalitario o post-totalitario? Da un unto di vista politico la risposta negativa a causa dellesempio che tale sistema rappresenterebbe per i cittadini dellunit territoriale pi grande i quali assisterebbero alla concessione, solo in una regione, di libert a loro non consentite. Questa discrepanza genererebbe per lo stato sovrano una tentazione permanente di rovesciare le istituzioni democratiche. C una difficolt costituzionale pi rilevante attinente a questioni di principio. Lo stato avrebbe ancora il diritto di modificare lo status politico di qualsiasi unit che lo componga. Unazione simile potrebbe generare un grave conflitto politico e un calcolo dei costi della repressione bilanciati con i costi della tolleranza. Anche in questo caso la suddivisione in aree di decision making riservate a ci che potremmo chiamare una sub unit federale e aree di decision making riservate al governo centrale non democratico lascerebbe decisioni importanti completamente al di fuori di un qualsiasi controllo democratico. In qualsiasi stato federale democratico i cittadini delle sub unit hanno un certo peso nel processo di decision making del governo centrale attraverso la partecipazione democratica nelle istituzioni rappresentative federali. Ma in un sistema che non democratico a livello centrale essi non avrebbero peso e il sistema non democratico assumerebbe le decisioni pi importanti. Ununit territoriale simile a Hong Kong non potrebbe soddisfare nessuna delle due condizioni proposte da Dahl necessarie perch si possa parlare di federazione democratica. La prima che in un sistema federale la maggioranza nazionale non possa prevalere su una minoranza che costituisce la maggioranza in una delle unit locali costituzionalmente privilegiate. Laltra condizione che tutte le unit in una federazione devono essere democratiche e quindi tutti i diritto politici dei singoli cittadini devono essere rispettati. In un sistema non democratico vi possono essere alcuni sviluppi

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democratici importanti oltre che forme di condivisione del potere e significative consultazioni di rappresentanti democraticamente eletti ma sulla base della nostra definizione di democrazia politica un tale sistema non potrebbe essere una democrazia. La democrazia richiede la statualit senza uno stato sovrano non vi pu essere una democrazia solida.

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7. Stati e costruzione dello stato, nazione e costruzione nazionale


Nella misura in cui la costruzione dello stato e la costruzione nazionale non sono processi strettamente sovrapponibili e largamente inseparabili, linterazione tra i due processi pu produrre problemi sia di statualit sia di democratizzazione. La costruzione dello stato conobbe unaccelerazione con la crisi del feudalesimo e laffermarsi del rinascimento e della riforma. Il processo di costruzione dello stato continu per diversi secoli prima che lidea di nazione infiammasse limmaginazione degli intellettuali e della gente. Infatti il processo di costruzione dello stato contribu decisamente alla lenta riduzione delle centinaia di entit politiche presenti sulla carta storica dellEuropa nel 1500. fino alla rivoluzione francese il processo di costruzione dello stato continu pur non essendo basato su sentimenti, identit o una coscienza nazionale. Gli stati non richiedevano ai propri sudditi unintensa identificazione con i confini territoriali, la storia, la cultura e la lingua. Lidentificazione da parte dei sudditi nello stato o la lealt ad uno stesso sovrano da parte degli abitanti delle unit diverse che componevano le moderne monarchie era accompagnata da un sentimento proto nazionale. in molti paesi lo stato diede vita ad un processo di costruzione dello statonazione e in alcuni casi attraverso la democratizzazione ad un processo di costruzione nazionale. Per Weber il concetto di nazione comporta il fatto che da certi gruppi di uomini si deve esigere un sentimento di solidariet di fronte ad altri gruppi. Non c nessun accordo sulle modalit con cui questi gruppi debbano essere delimitati o su quale tipo di azione concertata dovrebbe risultare da tale solidariet. Una nazione non necessariamente identificabile con la popolazione di uno stato. non vuol dire che non possono essere identici ma significa che non devono esserlo.

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8. Differenze tra stati e nazioni


Una nazione non ha funzionari pubblici e non vi sono ruoli definiti di leadership bench vi siano nei movimenti e nelle organizzazioni nazionaliste individui che operano come veicoli del sentimento nazionale. non vi una regola chiara sullappartenenza a una nazione e non vi sono diritti e doveri definiti che possano essere legittimamente imposti. Senza il controllo dello stato i comportamenti desiderati non possono essere imposti n legalmente n legittimamente. Una nazione e i leader nazionalisti che agiscono in suo nome non dispongono di risorse quali poteri coercitivi o tasse per esigere lobbedienza. La nazione in quanto tale non ha caratteristiche organizzative comparabili con quelle di uno stato. non ha autonomia, rappresentanti o regole bens solamente le risorse derivanti dallidentificazione psicologica delle persone che la costituiscono. Mentre uno stato pu esistere sulla base di una conformit esteriore alle sue regole, una nazione richiede una qualche misura di identificazione interiore. Una nazione che si forma grazie a un movimento nazionalistico anche quando non controlla uno stato, in grado di esercitare potere, ricorrere alla violenza o riscuotere tasse senza essere ancora dotata di statualit. Ma in un sistema mondiale di stati ci significa che il movimento nazionalistico sta svolgendo le funzioni di un altro stato sovvertendo il suo ordine interno e lasciando che lo stato esistente soccomba nel corso di questo processo. I nazionalisti possono creare forze militari private per imporre le loro aspirazioni e sfidare lautorit dello stato che talvolta pu perdere il controllo di un dato territorio. Si tratta dellinizio di una guerra civile o di una lotta di liberazione nazionale che potrebbe concludersi con la creazione di un nuovo stato. bench le nazioni storicamente cominciarono ad apparire nel XIX secolo solo alcune di esse diedero inizio a processi di costruzione dello stato. tra queste lItalia, Germania, Grecia, Ungheria. Il Belgio un caso particolare: ottenuta lindipendenza dai Pesi Bassi nel 1830, ad un certo punto poteva sembrare avviato verso la strada del processo di costruzione di uno stato-nazione. Invece nel 900 cre pratiche e istituzioni politiche che ne fecero uno stato democratico plurinazionale. I trattati di pace dopo la prima guerra mondiale con la proclamazione del principio dellautodeterminazione dei popoli da parte di Wilson costituirono un momento importante per la costruzione nazionale. tuttavia dei nuovi stati che emersero dopo il 1918 non tutti erano stati nazione (Cecoslovacchia, Polonia, Lettonia). La trasformazione di 3 imperi in una costellazione di nuovi stati e il ridisegno dei confini tra gli stati non erano il risultato diretto degli sforzi dei movimenti a favore della costruzione della nazione difficile sostenere che molti dei nuovi stati erano stati-nazione giacch parti significative della popolazione non facevano parte della nazionalit dominante. Le nazioni dominanti in questi nuovi stati e cio serbi, ciechi, polacchi, lituani potevano sentirsi liberati. Non si sentivano tali quelle popolazioni a loro assoggettate come i croati e gli sloveni in Iugoslavia e i tedeschi in Cecoslovacchia, gli ucraini in Polonia. La difficolt che i nuovi stati si trovavano ad affrontare era riuscire a costruire uno stato con esiti positivi. Solo tre (Finlandia, Cecoslovacchia e Irlanda) degli 8 nuovi paesi formatisi dopo la prima guerra mondiale sono diventate democrazie stabili.

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9. Stati nazione e democratizzazione: aspetti problematici


Molti pensatori e attivisti politici ritengono che stati in senso Weberiano, stati nazione e democrazia vadano di pari passo poich sono parte integrante della grammatica dei sistemi politici moderni. In molti paesi che non sono ancora democrazie consolidate, una politica da stato nazione spesso assume una logica diversa da una politica democratica. Per politica di stato nazione intendiamo quella politica per cui i leader dello stato perseguono politiche di nazionalizzazione dello stato per incrementare lomogeneit culturale. I leader sono portatori di idee per cui lo stato dovrebbe essere della e per la nazione. Nella costituzione da loro scritta e nelle politiche adottate la lingua dominante della nazione diventa lunica lingua ufficiale e talvolta lunica accettabile per le questioni di stato e per la scuola pubblica, la religione della nazione viene privilegiata e anche i simboli culturali della nazione dominante sono privilegiati in tutte le dimensioni simboliche dello stato e in tutti i mezzi di socializzazione controllati dallo stato come la radio, la televisione e i libri di testo. Al contrario, in un processo di costruzione dello stato le politiche democratiche sono quelle che attribuiscono grande importanza ad una cittadinanza pi ampia ed esclusiva che preveda diritti individuali uguali per tutti i cittadini. I conflitti tra questi distinti tipi di politiche si riducono quando nella realt quasi tutti i residenti in uno stato si identificano con unidea soggettiva di nazione e quella nazione sovrapponibile allo stato. queste condizioni sono soddisfatte solo se non vi sono significativi irredentismi al di fuori dei confini dello stato, se vi una sola nazione esistente nello stato e se la diversit culturale al suo interno limitata. Solo in queste circostanze i leader di governo possono perseguire politiche di democratizzazione o politiche da stato nazione. Tale congruenza tra sistema politico e demos faciliterebbe la creazione di uno stato nazione democratico. In realt questa congruenza elimina la maggior parte dei problemi di statualit e dovrebbe quindi essere considerata una condizione favorevole per il consolidamento democratico. Nelle attuali circostanze solo pochi stati non democratici inizieranno una transizione democratica con un alto grado di omogeneit dello stato-nazione. Tale aspetto rappresenta un problema per i sostenitori dello stato nazione, riconosciuto e tenuto in seria considerazione in modo insufficiente e tende ad aggravare ulteriormente i problemi connessi alla statualit. Le aspirazioni nazionaliste dei leader politici molto spesso non sono congruenti con le realt empiriche dei demos residenti nel loro stato. Vi sono molti tipi di incongruenza tra polis e demos e tutti creano problemi al consolidamento democratico. Vi sono molti stati la cui legittimit messa in discussione. Uno dei motivi principali che inducono a mettere in discussione la legittimit di uno stato deriva dal fatto che alcuni gruppi nazionali rivendicano il diritto allautodeterminazione della nazione e che i gruppi dominanti o i gruppi appartenenti alla nazionalit titolare negano di fatto il carattere plurinazionale dello stato, rifiutano ogni tipo di compromesso con altri gruppi, escudendoli da una piena cittadinanza. Un altro motivo per mettere in discussione uno stato si presenta quando unampia maggioranza di uno stato vuole far parte di un altro, di solito perch si considera parte di quel determinato stato.

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10. Politica irredentista


Unulteriore complicazione per la democrazia sorge quando unampia minoranza in un paese o potrebbe essere considerata irredentista da uno stato confinante. Il potenziale di inasprimento di questo conflitto latente incrementato se i leader della nazione titolare cercano di perseguire una politica aggressiva di costruzione della nazione che allontana le minoranze le quali di conseguenza cercano il sostegno del paese confinante. Tale politica di costruzione della nazione potrebbe soffiare sul fuoco del nazionalismo estremista del paese confinante che potrebbe delegittimare il governo con laccusa di non difendere gli interessi dei connazionali. Quando la politica irredentista diviene dominante sottopone la democrazia ad una serie di difficolt sia nella patria della minoranza oltre confine sia nello stato confinante che sta costruendo la nazione. Il raggiungimento di una accordo sulla statualit precede la creazione delle istituzioni democratiche. Dahl Cos come il principio di maggioranza, il processo democratico presuppone lesistenza di ununit. I criteri del processo democratico presuppongono la legittimit dellunit stessa. Se lunit non considerata appropriata o legittima essa non pu essere legittimata semplicemente dalle procedure democratiche. Dallosservazione di Dahl n on consegue che i problemi di statualit siano sempre irrisolvibili. Sono necessari per negoziati, patti e talvolta accordi consociativi di una certa complessit prima che il principio di maggioranza venga accettato come vincolo legittimo. Tuttavia insistere esclusivamente sul principio di maggioranza non servirebbe a nulla fintanto che non sar riconosciuta ladeguatezza dellunit territoriale.

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11. Differenze tra regimi democratici e non democratici


Sotto questo profilo i regimi democratici sono in forte contrapposizione con un qualsiasi regime non democratico. Per un regime non democratico raggiungere un accordo relativo ai domini territoriali di uno stato non necessariamente un obiettivo prioritario. Un regime non democratico pu essere in grado di imporre unaccettazione passiva a un ampio gruppo di persone. In un regime non democratico il fatto che lautorit centrale non derivi e non si mantenga grazie a elezioni libere e competitive significa che le aspirazioni separatiste o irredentiste se esistono non sono periodicamente risvegliate nel corso di normali pratiche politiche e possono essere semplicemente eliminate. In forte contrasto con i regimi non democratici, la stessa definizione di democrazia comporta un accordo iniziale da parte dei cittadini di un dato territorio, qualunque sia la sua definizione, sulle procedure da utilizzare per dar vita ad un governo che possa nutrire legittime pretese di obbedienza dei cittadini. Di conseguenza se un gruppo significativo di persone non accetta come legittime le pretese di obbedienza, poich alcune di esse non vogliono far parte di quellunit politica per quanto democraticamente costituita, ci rappresenta un serio problema per la transizione democratica e per il consolidamento democratico. Dunque una variabile fondamentale per la teoria democratica rappresentata dalla misura in cui gli abitanti accettano ambito e portata di una certa unit territoriale che considerano legittimata a prendere decisioni circa la futura ristrutturazione dellunit stessa. Tanto pi alta la percentuale di persone che in un dato territorio non intendono appartenere a quellunit territoriale, tanto pi difficile sar il consolidamento di ununica democrazia allinterno di quellunit. In un regime non democratico non essenziale che vi sia consenso sulla cittadinanza allinterno dello stato. Una maggioranza nazionale spesso impone al suo governo o la sua concezione dello stato sulle minoranze. Il governo che pretende di rappresentare gli individui non pu essere messo in discussione attraverso canali potenzialmente autorevoli e istituzionalmente vincolanti poich in un regime non democratico tale possibilit di appello non esiste.

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12. Diritto di cittadinanza


Chi definisce la cittadinanza e con quali modalit? Tradizionalmente sono state seguite 2 modalit: lo ius sanguinis (cittadinanza acquisita per nascita) lo ius soli (cittadinanza acquisita per il solo motivo di essere nati in un dato paese) vi inoltre un terzo principio che comporta due atti caratterizzati dalla espressa volont delle parti: la richiesta e lottenimento dlela cittadinanza. Nelle modalit sopra descrtte la cittadinanza connessa allo stato. la nascita solitamente riferita a individui discendenti da cittadini dello stato a loro volta appartenenti a quello stato da generazioni senza che vengano presi in considerazione aspetti relativi alla lingua, religione, razza La cittadinanza basata sulla richiesta formale quella che dipende pi direttamente dallo stato. il moderno ordinamento democratico inevitabilmente collegato alla statualit. Senza uno stato non vi pu essere cittadinanza e senza cittadinanza non vi pu essere democrazia. La democrazia non caratterizzata da sudditi bens da cittadini e quindi una transizione democratica pone spesso i problemi della polis e del demos al centro della politica. Possono essere avanzate 3 affermazioni: 1. tanto pi una popolazione di un territorio dello stato composta da societ plurinazionali, plurilinguistiche, plurireligiose e pluriculturali, tanto pi complessa diventer la politica poich sar pi difficile raggiungere un accordo su alcune dimensioni fondamentali di una democrazia 2. bench ci non significhi che una democrazia non possa essere consolidata in stati plurinazionali o pluriculturali significa tuttavia che necessaria una particolare abilit per la creazione di norme, pratiche e istituzioni democratiche 3. alcuni modi per affrontare i problemi connessi alla statualit sono incompatibili con la democrazia.

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13. Pluriculturalismo
Molti degli stati nel mondo sono plurinazionali, plurilinguistici o pluriculturali. Renderli stati nazione con strumenti democratici difficile. In contesti pluriculturali ben strutturati le uniche possibilit democratiche per la creazione di uno stato azione omogeneo sono lassimilazione culturale volontaria, lemigrazione volontaria o la creazione pacifica di nuovi confini territoriali sostenuti finanziariamente, controllati dalla comunit internazionale e accettati da tutti i leader politici. Le altre possibilit per la creazione di uno stato nazione omogeneo in contesti incongruenti implicano la presenza di lievi sanzioni conto coloro che non parlano la lingua, non vestono labito nazionale e non praticano la religione della nazione titolare. Indipendente dalla desiderabilit o meno di tale processo, un tentativo simile destinato al fallimento in molte societ e certamente in quelle liberaldemocratiche. Nel modo moderno, anche tra le minoranza periferiche o marginali di natura linguistica culturale ed etnica meno sviluppate, ogni societ produce unelite intellettuale che per ragioni emotive e per interessi personali difender i valori e le caratteristiche primordiali. Elites simili non esistevano nelle societ agrarie preindustriali. Oggi esistono anche in quelle societ agrarie. Nel contesto attuale quando ormai tutti i gruppi significativi dispongono di scrittori e intellettuali che diffondono le culture nazionali, quando i sistemi di comunicazione hanno notevolmente incrementato la possibilit per gli immigrati di restare continuamente in contatto con la loro cultura nazionale e quando le norme democratiche moderne ammettono un certo grado di multiculturalismo, le politiche di omogeneizzazione non antidemocratiche probabilmente non condurrebbero alla costruzione di una democrazia. Vi un altro problema per i sostenitori dello stato nazione in contesti plurinazionali. Molti individui abituati a vivere in stati plurinazionali potrebbero desiderare per ragioni connesse alla loro identit di avere identit multiple e potrebbero opporre resistenza ad un movimento che spinga verso un omogeneizzazione etnicostatale. Queste persone sono normalmente i primi destinatari alle politiche coercitive attuate dagli imprenditori dello stato etnico. I nazionalisti vogliono che queste persone abbandonino le loro identit duali e facciano una scelta.

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14. Stati plurinazionali e democratizzazione: oltre le logiche conflittuali


In che modo si potr avere una democrazia in stati plurinazionali? In un dato stato, maggiore la percentuale delle persone nate sul suo territorio o delle persone che non si percepiscono come cittadini stranieri a cui viene negata la cittadinanza e le cui opportunit di vita sono danneggiate da tale rifiuto, minore sar la probabilit che in questo stato si consolidi la democrazia. La nostra ipotesi che in u contesto plurinazionale le opportunit di consolidamento di una democrazia sono incrementate da politiche statali che concedono a tutti i cittadini una cittadinanza inclusiva e uguale e un tetto comune di diritti individuale regolati e imposto dallo stato. gli stati plurinazionali hanno una necessit ancora maggiore di perseguire una gamma di soluzioni non maggioritarie e non plebiscitarie. Ad esempio si vi sono differenze geografiche nette tra i gruppi allinterno dello stato si potrebbe considerare lopzione federalista. Lo stato e la societ possono anche ammettere una molteplicit di istituzioni locali sostenute con finanziamenti pubblici come avere mezzi di comunicazione e scuole di lingue diverse, il riconoscimento simbolico delle diversit culturali e tutta una serie di procedure e meccanismi politici che costituiscono una democrazia consociativa. Le modalit specifiche di strutturazione della vita politica in contesti plurinazionali devono essere contestualizzate in ogni singolo paese. Seguendo questo approccio bisognerebbe rivalutare alcuni dei molti tentativi di autonomia non territoriale che fanno riferimento ad esempio allautogoverno delle comunit etniche o religiose come la cabala ebraica nel Commonwealth lituano-polacco. Questi meccanismi non elimineranno i conflitti negli stati plurinazionali ma potrebbero mitigarli e contribuire a rendere pi facilmente realizzabili sia lo stato che la democrazia. Gli stati che noi chiamiamo nazioni-stato sono multiculturali e anche plurinazionali e riescono tuttavia a generare uin forte sentimento di identificazione e lealt da parte dei propri cittadini. Gli USA sono un paese pluriculturale e sempre pi plurilinguistico come la Svizzera. Nessuno dei due paesi uno stato nazione in senso stretto ma sono entrambi una nazione-stato.

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15. I moderni regimi non democratici


La transizione alla democrazia e il suo consolidamento implicano il passaggio da un regime non democratico a uno democratico. Secondo la definizione di Linz i regimi autoritari sono sistemi politici con un pluralismo politico limitato e non responsabile senza unelaborata ideologia guida, ma con mobilit caratteristiche senza una mobilitazione politica estesa ed intesa ad eccezione di alcuni momenti del loro sviluppo e con un leader che esercita il potere entro limiti formalmente mal definiti ma prevedibili

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16. Totalitarismo
Se un regime ha eliminato quasi tutti i tipi di pluralismo preesistenti, possiede una ideologia guida unificatrice, articolata e utopica, presenta una mobilitazione intensa e ampia e ha una leadership che governa spesso in modo carismatico senza limiti definiti e con un alto livello di imprevedibilit e vulnerabilit sia per i membri delle elite sia per il resto della popolazione sembra corretto chiamarlo regime con forti tendenze totalitarie. Ricerche empiriche hanno dimostrato come molti regimi ispiratisi allUrss cominciarono a cambiare dopo la scomparsa di Stalin nel 53 differenziandosi sempre pi dal modello totalitario. I regimi di tipo sovietico non possono essere intesi nella loro peculiarit includendoli nella categoria di regimi autoritari. La letteratura sui regimi di tipo sovietico ha posto attenzione sulle caratteristiche dei regimi non pi totalitari e dato vita a studi nuovi siul policy making. Uno di gesti approcci il pluralismo istituzionale. La teoria democratica pluralista parte dagli individui appartenenti alla societ civile che fanno parte di numerosi gruppi dinteresse liberamente costituiti, relativamente autonomi e spesso interconnessi. I diversi gruppi della societ civile cercano di aggregare i loro interessi e competere gli uni con gli altri nella societ politica per influenzare le politiche statali. Tuttavia il pluralismo istituzionale che alcuni autori hanno visto in unione sovietica era radicalmente diverso giacch quasi tutti i conflitti pluralistici si erano sviluppati in organizzazioni create dal regime allinterno dello stesso stato-partito. Dal punto di vista concettuale questa forma di competizione e conflitto pi vicina a quella che i teorici della politica definiscono politica burocratica invece che la politica pluralista. Piuttosto che inserire questi regimi di tipo sovietico nella tipologia esistente dei regimi totalitari, autoritari e democratici riteniamo pi opportuno ampliare la tipologia individuando un tip distinto di regime, quello post-totalitario.

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17. Post-totalitarismo
Il post totalitarismo pu comportare un continuum che va dal post-totalitarismo precoce a un posttotalitarismo congelato e poi a un post-totalitarismo maturo. Il primo vicino allidealtipo totalitario ma se ne differenzia in una dimensione: la presenza di alcuni limiti per il leader. Nel post totalitarismo congelato nonostante la perdurante tolleranza di alcune critiche espresse dalla societ civile nei confronti del regime, quasi tutti gli altri meccanismi di controllo del partito-stato permangono per un lungo periodo e non si evolvono. Ci pu essere un post-totalitarismo maturo nel quale si assistito ad un significativo mutamento in tutte le dimensioni del regime post-totalitario ad eccezione del fatto che il ruolo guida del partito ancora intoccabile. Per quanto riguarda il pluralismo, la caratteristica determinante del totalitarismo che nel sistema politico non esiste nessun pluralismo politico, economico e sociale e le basi preesistenti di pluralismo sono state sradicate o represse. In un regime autoritario molte delle espressioni di un qualche pluralismo politico limitato e spesso ampi elementi di pluralismo economico e sociale sono anteriori al regime autoritario stesso. Nel post totalitarismo maturo il pluralismo istituzionale interno allo stato gioca un ruolo molto pi importante e complesso rispetto al totalitarismo. A differenza del totalitarismo inoltre, il post totalitarismo di solito presenta un grado pi alto di pluralismo sociale e nel post totalitarismo maturo spesso si parla di una cultura parallela. Nei momenti di crisi quindi un regime post totalitario maturo pu trovarsi in presenza di unopposizione democratica radicata nelle societ civile dotata di una maggiore potenzialit di formare unopposizione politica democratica rispetto a quella di un regime totalitario. Nel regime post totalitario tale pluralismo sociale ed economico presenta differenze di grado e di specie rispetto al pluralismo che si trova in un regime autoritario. di diverso grado perch vi normalmente un maggiore pluralismo sociale ed economico in un regime autoritario. In una societ post-totalitaria il riferimento storico sia dei detentori del potere del regime sia dellopposizione il precedente regime totalitario. Lesistenza di un precedente regime totalitario significa che la maggior parte delle fonti preesistenti di pluralismo organizzato e responsabile stata eliminata o repressa ed stato istituito in un ordine totalitario. Vi quindi un tentativo di detotalitarizzazione da parte delle correnti di opposizione nella societ civile.

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18. Limiti al pluralismo nelle societ post-totalitarie


importante sottolineare la presenza di limiti significativi al pluralismo nelle societ post-totalitarie. A differenza di un regime autoritario non vi alcun pluralismo e autonomo nella sfera politica. In tutti i regimi post totalitari al partito ufficiale viene legalmente concesso il ruolo guida nel sistema politico. Il pluralismo istituzionale di un regime post totalitario non dovrebbe essere confuso con il pluralismo politico. Infatti il pluralismo istituzionale viene esercitato allinterno del partito-stato oppure entro i confini della seconda economia da poco tollerata o della cultura parallela. Il pluralismo della seconda cultura dovrebbe essere considerato come un pluralismo sociale che pu avere implicazioni politiche. Nei regimi post-totalitari, tranne nei casi in cui vi sia stato un cambiamento di tipo, il parlamento e i leader del regime non concedono alcuna legittimit e responsabilit al pluralismo politico non ufficiale. Ci sono differenze rilevanti che differenziano la leadership totalitaria da quella autoritaria. La leadership totalitaria non limitata da leggi e procedure ed spesso carismatica. La leadership pu provenire dal partito o movimento rivoluzionario ma i membri di questo sono altrettanto vulnerabili rispetto ai netti cambiamenti di politiche e di ideologia voluti dal leader esattamente quanto il resto della popolazione. Nello schema di Linz invece la leadership autoritaria agisce in un sistema politico nel quale un leader o un piccolo gruppo esercita il potere allinterno di norme poco definite formalmente ma in realt abbastanza prevedibili. Ci sono ampi tentativi di cooptare gruppi della vecchia elite in ruoli di leadership e vi una certa autonomia nelle carriere statali e militari. Come in un regime totalitario, la leadership post-totalitaria ancora esclusivamente ristretta al partito o movimento rivoluzionario. A differenza del regime totalitario, i leader post totalitari tendono ad essere pi burocrati e tecnocrati di stato che capi carismatici. Il numero di persone pi importante in un regime posttotalitario di incrementare la propria sicurezza e di diminuire i sentimenti di paura riducendo lambito di arbitraria discrezionalit concessa alla leadership di vertice. Il desidero delllite di vertice di ridurre lassoluta discrezionalit del futuro leader una fonte dinamica di pressione per un mutamento tipologico del regime dal totalitarismo al post-totalitarismo. Da questo punto di vista la leadership post-totalitaria tipo logicamente pi vicina alla leadership totalitaria giacch il leader governa entro limiti non definiti ma prevedibili. Ma la leadership in questi due tipi di regimi ancora diversa in alcuni aspetti fondamentali. La leadership post-totalitaria reclutata esclusivamente tra i membri del partito che svolgono la loro carriera allinterno della stessa organizzazione di partito, della burocrazia o dellapparato tecnocratico dello stato. tutti i leader sono reclutati tra le strutture create dal regime. Al contrario, nella maggior parte dei regimi autoritari la regola di cooptare gran parte della leadership tra i gruppi che hanno un certo grado di potere,presenza e legittimit non derivanti direttamente dal regime stesso. Il pluralismo limitato del tipo partitico-burocratico-tecnocratico in un regime post-totalitario non da al regime la flessibilit per un mutamento interno al regime, mutamento che invece pu essere impresso a molti regimi autoritari dalla cooptazione delle elite non di regime.

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19. Ideologia nel sistema post-totalitario


Il contrasto tra il ruolo dellideologia in un sistema totalitario e in un sistema post-totalitario netto ma un contrasto che si riferisce pi al comportamento e alle credenze che a canoni ufficiali. Nella sfera dellideologia il potenziale dinamico per la transizione da un regime totalitario ad uno post-totalitario sta nello scarto crescente tra lenunciazione dellideologia ufficiale e la realt. Questo scarto produce un indebolimento dellimpegno ideologico da parte dei quadri critici crescenti al regime da parte di gruppi della societ civile. Infatti molti dei nuovi critici della societ civile emergono tra le file dei pi accesi sostenitori di un tempo secondo i quali il regime non riesce a raggiungere i propri obiettivi. Le pressioni create da questa tensione tra dottrina e realt spesso contribuiscono ad uno spostamento di tipo dai tentativi di un regime totalitario di mobilitare il sostegno entusiastico, allo sforzo post-totalitario di mantenere lacquiescenza. Nella fase post-totalitaria lelaborata ideologia guida creata durante il regime totalitario esiste ancora come dottrina ufficiale, ma tra molti leader limpegno e la fede nellutopia si sono indeboliti. Per la maggior parte della popolazione la dottrina ufficiale considerata un rituale obbligato e tra i gruppi della societ parallela o seconda cultura vi un costante riferimento alla prima cultura come una menzogna vivente. Il ruolo dellideologia in un regime post-totalitario diminuisce rispetto al suo ruolo nel totalitarismo ma si differenzia ancora notevolmente dal ruolo dellideologia in un regime autoritario. La maggior parte dei regimi autoritari ha mentalit non democratiche diffuse ma non ha ideologie altamente articolate relative al ruolo guida del partito, i gruppi dinteresse, la religione e molti altri aspetti della societ civile, della societ politica, delleconomia e dello stato che ancora esistono in un regime che potremmo definire post-totalitario. Una differenza fondamentale tra un regime post-totalitario e uno autoritario consiste nel fatto che in un regime post-totalitario presente un importante eredit ideologica che non pu essere ignorata e che non pu essere messa in discussione ufficialmente. Lideologia sostenuta dallo stato ha una presenza sociale nella vita organizzativa del sistema politico post-totalitario. La relativa de ideologizzazione dei regimi post-totalitari e lindebolimento della credenza nellutopia come fondamento di legittimit implicano che nei sistemi politici post totalitari vi un crescente sforzo di legittimare il regime sulla base di criteri di rendimento. La discrepanza tra gli elementi utopici originari dellideologia e i crescenti sforzi di legittimazione fondati sullefficacia, soprattutto quando non si realizza, costituisce una delle fonti di debolezza dei regimi post-totalitari. Poich le democrazie basano la loro pretesa allobbedienza sia sulle basi procedurali della cittadinanza democratica sia sul rendimento, esse hanno uno stato protettivo contro i rendimenti scadenti, non disponibile per gran parte dei regimi post-totalitari o autoritari. Lindebolimento dellideologia utopica, caratteristica del post-totalitarismo apre una nuova dinamica di vulnerabilit del regime.

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20. Mobilitazione dei regimi post-totalitari


Lultima differenza tipologica riguarda la mobilitazione. La maggior parte dei regimi autoritari non sviluppa mai reti complesse ed inclusive di associazioni il cui fine la mobilitazione della popolazione. Possono esserci brevi periodi di intensa mobilitazione ma questi sono di norma meno intensi di quelli di un regime totalitario e meno ampi di quelli di un regime post-totalitario. Nei regimi totalitari vi unampia ed intensa mobilitazione della societ attraverso il vasto apparato delle organizzazioni e attivit create dal regime. Nel sistema totalitario gli individui borghesi privatizzati che restano in casa con la famiglia godendosi l vita nellambito delle loro scelte private sono criticati. Nei regimi post-totalitari lampia gamma di istituzioni e di mezzi di mobilitazione voluta dal regime domina la vita associativa. Tuttavia tali istituzioni hanno perso la loro intensit. Laffiliazione ancora generalizzata e obbligatoria ma genera pi noia che entusiasmo. Lavorare nella tecnocrazia di stato rappresenta unalternativa allattivismo dei quadri come percorso per ottenere una carriera di successo fintanto che tale attivit lavorativa sia accompagnata da unappropriata partecipazione alle organizzazioni ufficiali. Invece di mobilitare lentusiasmo in un regime post-totalitario le reti di mobilitazione ritualizzata possono determinare per i professionisti un costo rappresentato dal tempo rubato ai compiti tecnocratici e per molti altri individui un costo rappresentato dalla noia e dal tempo rubato alla vita privata. Quando non si in presenza di una crisi strutturale e quando non viene percepita alcuna possibilit alternativa tale privatizzazione non necessariamente un problema per un regime post-totalitario. Tuttavia il rendimento di un regime posttotalitario a confronto con un regime totalitario talmente basso da erodere le soddisfazioni personali della vita privata.

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21. Sintesi sulle debolezze politiche e ideologiche del posttotalitarismo.


I regimi totalitari, democratici e autoritari iniziano con una legittimit genetica diffusa tra i loro maggiori sostenitori. I regimi post-totalitari non sono dotati di tale legittimit genetica poich provengono dalla routinizzazione, dal decadimento o dalle paure della elite del regime totalitario. I regimi post-totalitari a causa delle risorse coercitive ereditate e dalla debolezza dellopposizione organizzata possono mostrare una stabilit simile o maggiore rispetto ai regimi autoritari. Tuttavia se il sostegno esterno viene meno la consistente perdita di scopi e di impegno ideale espone tali regimi al crollo. La politica post-totalitaria fu dovuta in parte allallontanamento dello stalinismo ma in parte anche ai mutamenti sociali intercorsi nelle societ comuniste. I regimi post-totalitari hanno abbandonato i peggiori aspetti della repressione ma allo stesso tempo hanno mantenuto la maggior parte dei meccanismi di controllo. Per le elite di governo il post-totalitarismo era dotato di minore legittimit rispetto ad un sistema pi totalitario. La perdita nel lato utopico dellideologia e la maggior fiducia nel rendimento hanno reso vulnerabili i regimi e meno giustificabile il corso di unintensa repressione.

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22. Sultanismo
Un gran numero di sistemi politici come Haiti e la Repubblica Dominicana ha avuto forti tendenze verso una forma estrema di patrimonialismo che Weber ha definito sultanismo. Patrimonialismo e sultanismo tendono a nascere quando il tipo di dominazione tradizionale sviluppa un apparato amministrativo e una forza militare che sono strumenti meramente personali in mano al capo. Nei casi in cui la dominazione opera principalmente sulla base della discrezionalit verr chiamato sultanismo. Nel sultanismo il pubblico e il privato sono fusi, vi una forte propensione al potere familiare e ala successione dinastica, non c alcuna distinzione tra una carriera statale e lessere al servizio personale del governante, vi una mancanza di ideologia razionalizzata e impersonale, il successo economico dipende dai rapporti personali con il governante e il governante agisce esclusivamente in modo discrezionale e incontrollato senza avere obbiettivi impersonali pi ampi. Linz ha analizzato le caratteristiche che fanno del sultanismo un tipo distinto di regime non democratico. Nel sultanismo c nel governante una notevole fusione tra privato e pubblico. Il sistema politico sultanistico diviene dominio personale del sultano. Non vi una rule of law e vi un basso grado di istituzionalizzazione. Vi pu essere un pluralismo sociale ed economico ma quasi mai un pluralismo politico giacch il potere politico direttamente collegato al governante. La realt prevalente in un regime sultanistico che tutti gli individui, i gruppi e le istituzioni sono costantemente soggette allintervento dispotico.

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23. Differenze tra totalitarismo e sultanismo


In un regime autoritario possono essere presenti i meno rule of law, spazio per una semi-opposizione o per i moderati del regime che potrebbero instaurare legami con i moderati dellopposizione e vi sono di solito numerose attivit economiche e sociali che si sviluppano entro un quadro stabile di relativa autonomia. Con il sultanismo non c nessuna rule of law, nessuno spazio per una semi-opposizione. Nessuno spazio per i moderati del regime che potrebbero negoziare con i moderati democratici e nessuna sfera delleconomia e della societ civile che non sia soggetta allesercizio dispotico del volere del sultano. Vi inoltre un forte contrasto tra regimi totalitari e sultanistici nella funzione e nelle conseguenze dellideologia. In un regime totalitario non solo presente unideologia guida elaborata ma lideologia ha anche la funzione di legittimare il regime e i governanti sono spesso vincolati dal loro stesso sistema dai valori e dalla loro ideologia. Essi e i loro seguaci credono in quella ideologia che diventa un punto di riferimento e di giustificazione delle loro azioni. Un governante sultanistico ha la caratteristica di non avere alcuna ideologia elaborata. Le differenze relative allideologia tra regimi autoritari e sultanistici sono meno profonde. Comunque le mentalit caratteristiche di solito vincolano i governanti pi dellideologia personale e idiosincratica del sultano. Lampia ed intensa mobilitazione caratteristica del totalitarismo si trova raramente in un regime sultanistico a causa del suo basso grado di istituzionalizzazione e del suo scarso rapporto con un ideologia onnicomprensiva. Il basso grado di organizzazione comporta mobilitazioni irregolari e sporadiche. La maggiore differenza tra mobilitazioni sultanistiche e autoritaria la tendenza propria del sultanismo ad utilizzare gruppi parastatali legati al sultano con lobbiettivo di esercitare violenza e terrore nei confronti di chiunque si opponga al suo volere. Questi gruppi parastatali non sono burocrazie moderne con norme e provedure generalizzate. Sono estensioni dirette della volont del sultano. Lelemento centrale del sultanismo il potere personale illimitato del sultano. Tale potere non limitato dallideologia, da norme legali e razionali o da qualche bilanciamento di poteri. Il sostegno non basato su una coincidenza di interessi tra i preesistenti gruppi sociali privilegiati e il sovrano, bens sugli interessi creati dal suo potere, le ricompense offerte in cambio di lealt e il timore di una sua vendetta. Le leadership in uno stato sultanistico e in uno totalitario sono simili. In entrambi i regimi il leader comanda senza limiti definiti del suo potere e vi un alto grado di imprevedibilit tanto per elite che per le non elite. Restano alcune differenza. Lelaborata ideologia con il suo senso di missione pubblica e impersonale dovrebbe svolgere una funzione legittimante nei regimi totalitari. Le dichiarazioni ideologiche di un leader totalitario vengono prese sul serio non solo dai suoi seguaci e quadri bens anche dalla societ e dagli intellettuali. Ci pone la leadership totalitaria a un grado di condizionamento organizzativo, sociale e ideologico, aspetto non presente nella leadership sultanistica. Nel sultanismo lintensit della personalizzazione del potere rende la dimensione dinastica del governo normalmente accettabile ed empiricamente frequente mentre il totalitarismo considera le ambizioni dinastiche aberranti. In un regime autoritario la leadership esercitata con norme mal definite ma in realt prevedibili. Nella maggior parte dei regimi autoritari alcune entit burocratiche giocano un ruolo importante. Tali burocrazie spesso conservano o creano le proprie norme che implicano la presenza di limiti procedurali e normativi a ci che il leader pu chiedere loro. Invece un leader sultanistico richiede una collaborazione amministrativa incondizionata non essendo la lealt del funzionario nei confronti del suo ufficio un impegno impersonale nello svolgere compiti impersonali che definiscono lestensione e il contenuto del suo ufficio.

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24. Il quadro istituzionale e la leadership del precedente regime non democratico


La nostra attenzione principale incentrata sul nucleo pi importante di individui che detengono quotidianamente il controllo dellapparato statale. Qual il carattere istituzionale di questa elite di stato? La base organizzativa distinta dalla variabile tipo di regime perch in alcuni tipi di regime vi possono essere tipi notevolmente diversi di elite di stato, ciascuno dei quali ha implicazioni notevolmente differenti sulla transizione e sul consolidamento della democrazia. Ci sono 4 tipi di elite di stato: 1. militari gerarchici 2. militari non gerarchici 3. leadership civile 4. leadership sultanistica

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25. Militari gerarchici


Solo un regime autoritario ha la possibilit di essere controllato da unorganizzazione militare gerarchica. Un controllo da parte di unorganizzazione simile contrario alla logica del regime totalitario, posttotalitario e sultanistico. Tutti i regimi guidati da gerarchie militari condividono una caratteristica che potenzialmente favorevole alla transizione democratica. Gli ufficiali si considerano parte permanente dellapparato statale con interessi durevoli e funzioni permanenti che trascendono gli interessi del governo in carica. Ci significa che esiste sempre la possibilit che i leader gerarchici dei militari come istituzione decidano che i costi di un coinvolgimento diretto in un governo non democratico sono maggiori dei costi di un rinuncia. In questo modo la riaffermazione dellautorit gerarchica in nome dei miliari come istituzione un costante pericolo che i militari come governo devono affrontare. Inoltre essendo membri di un elite posizionale che ricava il suo potere e status dallesistenza di un apparato statale funzionante, i militari come istituzione hanno interesse a che vi sia uno stato stabile e ci necessita di un governo. Spesso se un regime democratico costituisce una possibile formula di governo in un dato sistema politico, i militari possono decidere di risolvere i loro problemi organizzativi interni e la loro necessit di avere un governo delegando lesercizio del governo ai civili. Di conseguenza le elezioni democratiche sono spesso viste come parte della strategia di allontanamento delle istituzioni militari che si sentono in pericolo a causa del loro ruolo preminente nei regimi non democratici. Per quanto riguarda il consolidamento democratico, proprio in virt del fatto che i militari costituiscono un elemento permanente dellapparato statale, alcuni membri dellapparato militare saranno parte integrante della macchina che il nuovo governo democratico dovr gestire. Tanto pi la gerarchia militare gestisce quotidianamente lo stato e le proprie organizzazioni prima della transizione, tanto pi saliente sar ai fini del consolidamento democratico la questione di una positiva gestione democratica dei militari. Tanto pi i militar sono governati gerarchicamente tanto meno saranno costretti a tirarsi fuori da un regime non democratico a causa delle contraddizioni interne, e tanto pi debole la coalizione che li obbliga a cedere il loro potere, tanto pi i militari avranno la possibilit di negoziare il loro ritiro. Tra le 3 basi organizzative trovate nei regimi non democratici, la base rappresentata dalla gerarchia militare dotata della maggiore abilit di imporre al governo neoletto domini riservati precludendo in tal modo il consolidamento democratico.

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26. Militari non gerarchici


Dallaltro lato un regime militare non democratico e di tipo non gerarchico presenta alcune caratteristiche che ne riducono la possibilit di essere un ostacolo potenziale per la transizione democratica e il consolidamento democratico. Nel caso della transizione democratica se militari come governo non caratterizzato da gerarchia si trovano in difficolt, lincentivo per i militari come istituzione a instaurare nuovamente una gerarchia con un colpo di stato per districarsi dal governo ancora pi elevato di quanto non sarebbe se i militari come governo fossero diretti in modo gerarchico. Le probabilit che i militari come istituzioni tollereranno condanne e processi dei membri del governo non democratico uscente sono pi alte se il gruppo punito non viene visto come listituzione militare in quanto tale bens come un gruppo di militari che ha violato orme gerarchiche.

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27. Leadership civile


In chiave comparata i regimi guidati da civili avranno maggiori capacit istituzionali, simboliche e inglobanti per iniziare, dirigere e gestire una transizione democratica rispetto ai leader militari e sultanistici. I leader civili sono spesso pi motivati ad iniziare e pi capaci a negoziare un complesso patto di riforma di quanto lo siano i militari. Rispetto ai militari e ai leader sultanistici essi hanno spesso maggiori legami con la societ. Ic ivili possono anche considerarsi potenziali vincitori delle elezioni e governanti in un futuro regime democratico. Questa opzione molto meno probabile invece per i governanti militari e sultanistici. La liberazione voluta dai civili pu riequilibrare il sistema o permettere a gruppi di vincere le elezioni con mezzi efficaci ma non democratici a causa dellacceso privilegiato alle leve del potere. La capacit dei leader civile di un regime non democratico precedente di porre ostacoli sulla strada del consolidamento democratico come la creazione di domini riservati di potere concessi dalla costituzione siano inferiori rispetto alle probabilit connesse alla presenza di unorganizzazione militare. In caso di un regime non democratico guidato da civili basato su un partito monopolistico potrebbe sembrare uneccezione rispetto a quanto detto finora. Tale fondamento organizzativo dovrebbe essere considerano come un ostacolo per il consolidamento democratico comparabile a unorganizzazione militare gerarchica che abbia appena lasciato il potere? Alcuni atticisti politici temevano che un partito comunista al potere e un governo formato da militari gerarchici, se sconfitto, fossero equivalenti funzionali nella loro capacit di impedire il consolidamento della democrazia. Tuttavia crediamo che nei casi in cui il partito comunista sia stato sconfitto nel corso di elezioni libere e competitive tale analogia sia fuorviante sotto 2 profili: i rapporti organizzativi con lapparato statale e gli incentivi. A mano che non sia stata sconfitta militarmente e dissolta da nuovi governanti democratici, la gerarchia militare come organizzazione, si ritirer come unit interna allapparato statale dove manterr ancora importanti funzioni statali e risorse distribuite dallo stato. invece, un partito comunista sconfitto pur potendo mantenere il controllo di molte risorse e realt che lo aiuteranno a competere in elezioni successive, non ha alcuna base organizzativa comparabile nellapparato statale, non ha alcuna possibilit di continuare a chiedere le risorse al nuovo stato e non ha funzione statale permanente. Si tratta di un partito sconfitto non pi al potere che bench in futuro possa vincere elezioni aperte detiene meno risorse collettive per imporre domini riservati rispetto ai militari non pi al potere. Tuttavia in alcune societ vicine al polo totalitario, prive di precedenti esperienze politiche democratiche e liberali, personalit importanti nella nomenclatura riescono a vestire un abito nazionalista e impegnarsi per la costruzione di una etnocrazia. In tali contesti la societ civile troppo debole per dar vita a una societ politica competitiva e i membri della nomenclatura sono capaci di impossessarsi del potere e legittimarsi con le elezioni. Per quanto riguarda gli incentivi a un certo comportamento, dopo la sconfitta in elezioni libere e competitive, i comunisti della vecchia nomenclatura occuperanno ancora numerosi ruoli di rilievo nellapparato statale, in particolare nelle aziende statali. I membri della vecchia nomenclatura grazie alla loro rete di contatti, possono assicurarsi una posizione privilegiata nellemergente economia capitalistica e una significativa influenza politica. Il sistema degli incentivi diverso per i militari. Gli incentivi per i militari sono collettivi e dipendono dalle lotte necessarie per mantenere prerogative di gruppo che evitino azioni collettive dannose. Di conseguenza per i militar non pi al potere vi possono essere significativi incentivi ad agire collettivamente attraverso una contrapposizione al nuovo regime democratico.

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28. Leadership sultanistica


Il regime sultanistico un regime in cui il sovrano personalizza il governo e il regime stesso e in modo non istituzionalizzato ma pervasivo permea lo stato, la societ politica e la societ civile. A essere uniti non solo pubblico o privato ma anche i settori civili e militare. I regimi sultanistici hanno una probabilit di transizione democratica nel caso in cui il leader sia spodestato o assassinato. Se cos fosse quel regime crollerebbe. Tuttavia la natura stessa del regime sultanistico comporta uno spazio molto limitato per lorganizzazione di un opposizione democratica. Di conseguenza i dittatori sultanistici sono di solito spodestati perch vittime di improvvisi movimenti collettivi della societ civile, di assassini o di una rivolta armata. Da tale conclusione del regime spesso scaturisce un governo provvisorio che di solito presenta non pochi pericoli per il consolidamento democratico. La stessa personalizzazione del potere intorno al dittatore pu consentire a stretti collaboratori del regime di assumere a loro volta il potere.

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29. Lavvio della transizione


Dalle transizioni che hanno inizio con uninsurrezione della societ civile, con una caduta improvvisa del regime non democratico, con una rivoluzione armata o con un colpo di stato di militari non gerarchici, scaturiscono situazioni in cui gli strumenti di governo saranno assunti da un governo provvisorio o ad interim. Non cos invece per le transizioni iniziate da gerarchie statali o dal regime. I governi ad interim costituiscono situazioni altamente fluide e possono dar vita a esiti diametralmente opposti che dipendono da quali gruppi sono pi potenti e dalleventualit che le elezioni o riforme radicali siano considerate una priorit assoluta. Se il governo ad interim stabilisce rapidamente una data per le elezioni e governa come garante relativamente neutrale di tale elezioni ci pu rappresentare una strada rapida ed efficace verso una transizione democratica. Tuttavia se il governo ad interima afferma che la sua capacit di rovesciare il governo gli conferisce un legittimo mandato ad attuare cambiamenti radicali, ritenuti dallo stesso governo precondizioni per lo svolgimento di elezioni democratiche, il governo ad interim pu dare inizio ad una dinamica pericolosa che potrebbe mettere a repentaglio la transizione democratica. Le elezioni sono di vitale importanza, perch senza di esse non vi alcun modo semplice di valutare se il governo ad interim effettivamente rappresenti o no la maggioranza. Senza elezioni, gli attori che non hanno avuto un ruolo centrale nelleliminazione del vecchio regime avranno grandi difficolt ad emergere e a sostenere un mandato democratico. Con ogni probabilit le elezioni verranno tenute rapidamente nei casi di un collasso in cui i leader dei partiti democratici emergono quasi immediatamente come nucleo centrale del governo ad interim in cui i leader della societ civile ne costituiscono parimenti il nucleo centrale. Tuttavia i governi ad interim originano una situazione che li allontana da una competizione pienamente libera. Rivendicando una legittimit rivoluzionaria il governo provvisorio pu sostituire elezioni multipartitiche con plebisciti occasionali o referendum. Un governo provvisorio che nasce da un colpo di stato attuato da militari non gerarchici pu dare inizio a una situazione esplosiva perch potrebbe scatenare una lotta interna allapparato statale i cui esiti possono andare dalla massiccia repressione statale alla rivoluzione. In un conflitto simile lesito meno probabile la creazione di una democrazia procedurale. Le possibilit che emerga un governo ad interim quasi totalmente assente quando il regime controlla il trasferimento dei poteri di governo sino al momento in cui non siano le elezioni a decidere chi dovrebbe governare. I trasferimenti controllati dal regime possono posizionarsi lungo un continuum che va da trasferimenti democraticamente sleali a trasferimenti leali. Nel primo il regime uscente cerca di porre stertti vincoli al nuovo governo eletto democraticamente piazzando sostenitori del regime non democratico in posizioni statali chiave e rivendicando con successo il mantenimento di molte prerogative non democratiche. Un trasferimento sleale vi sar quando i leader del regime uscente non democratico sono riluttanti a trasferire il potere alle istituzioni democratiche.

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30. Le politiche estere


le politiche estere possono influenzare i contesti interni in modi molto differenti. Vi sono 3 casi in cui luso della forza nella politica estera genera esiti che incidono sulla democrazia. In primo luogo un paese non democratico pu usare la forza per rovesciare una democrazia pi debole militarmente e decidere di annettere o occupare il paese o di instaurare un regime fantoccio non democratico. Secondo unegemonia regionale non democratica pu utilizzare nel suo impero esterno al forza militare per rovesciare un tentativo rivoluzionario di democratizzazione andato a buon fine volto al rovesciamento di un regime non democratico. In terzo luogo, un paese democratico vincitore di una guerra contro un regime non democratico pu occupare un paese sconfitto e iniziare una transizione democratica attraverso unoccupazione bench i provvedimenti di politica estera possano avere un peso determinante nella fase della transizione democratica, il consolidamento democratico in un paese indipendente in ultima analisi determinato da forze esterne. Unaltra influenza della politica estera sulla transizione riguarda il grado di apertura alle pressioni democratiche. Gli imperi formali e informali possono aprirsi come mai in precedenza alle pressioni democratiche presenti nei regimi subordinati. Sar poi a livello interno che verr deciso se vi sar o no la transizione democratica. Il rovesciamento del regime un altro tipo di effetto sortito da alcune politiche. Gli attori egemoni regionali possono svolgere un importante ruolo di supporto bench raramente determinante nel rovesciare regimi non democratici o nel contribuire a rovesciare la democrazia che si sta opponendo alle preferenze opliiche dellattore egemone. Un attore democratico egemone pu inoltre utilizzare il suo potere geopolitico ed economico per opporsi alle forze non democratiche che cercano di impedire un processo di transizione democratica.

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31. Definizione di Zeitgeist


Il concetto di zeitgeist significa spirito dei tempi. Non crediamo a nessuna delle varianti della tesi sulla fine della storia (secondo cui lideologia democratica potr porre fine agli sforzi umani per creare soluzioni ai problemi). Restiamo convinti che quando un paese fa parte di una comunit ideologica internazionale in cui quella democratica semplicemente una tra le numerose ideologie in competizione, le probabilit di giungere alla democrazia e consolidarsi sono inferiori rispetto ad una situazione in cui lo spirito dei tempi tale da lasciare le ideologie democratiche senza concorrenti significativi.

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32. Diffusione dello zeitgeist


Nel mondo della politica lo zeitgeist riferito a precisi periodi storici. Ma gli effetti di diffusione dellinformazione in una comunit politica internazionale, in particolare allinterno di una comunit strettamente unita da cultura, sistemi coercitivi o di comunicazione possono richiedere settimane o anche giorni. Gli esseri umani riflettono su eventi precedenti e quando gli eventi sembrano direttamente rilevanti cercando spesso di adattare il proprio comportamento in modo da ottenere o evitare un esito simile. Quindi lapprendimento politico possibile. Pi strettamente integrato un insieme di paesi, maggiore sar la probabilit che una transizione ben riuscita in un paese qualsiasi dellinsieme tender a trasformare la gamma delle alternative politiche percepite dagli altri paesi

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33. Leconomia politica della legittimit e della coercizione


Vi sono poche democrazie con un basso livello di sviluppo socioeconomico e molti sistemi politici con un alto livello di sviluppo socioeconomico sono democrazie. Tuttavia la maggior parte dei tentativi moderni di transizione si sono svolte in paesi caratterizzati da un medio livello di sviluppo. Tale relazione tra sviluppo e probabilit che venga creato un regime democratico non ci dice molto su quando, come e se vi sar una transizione. Se si utilizza un quadro analitico che combini politica ed economia e ponga particolare attenzione alla legittimit si possono fare considerazioni significative. Per la teoria della transizione le tendenze economiche di per s sono meno importanti della percezione delle alternative, delle critiche nei confronti del sistema e della fiducia nella legittimit da parte di significativi segmenti della popolazione o dei maggiori attori istituzionali. Per quale ragione? Per i teorici politici che assumono lesistenza di una stretta relazione tra economia e stabilit del regime, solide condizioni economiche sembrerebbero aiutare qualsiasi tipo di regime. Non siamo conviti che tale considerazione sia inattaccabile teoricamente e empiricamente. Ci sono motivi per cui una crescita economica potrebbe erodere un regime non democratico. Non vediamo alcuna ragione per cui una sostenuta crescita economica potrebbe erodere un regime democratico. Il tipo di regime pu fare una grande differenza. Molti regimi non democratici sono originalmente difesi dalle elite dello stato e dai loro alleati economici in quanto necessari per le eccezionali difficolt che il sistema politico si trova a fronteggiare. Cos soprattutto in un regime autoritario, una prolungata prosperit economica pu erodere le basi di giustificazione del regime riferite alle circostanze eccezionali. Un prolungato successo economico pu contribuire alla formazione della percezione secondo cui le misure coercitive eccezionali del regime non democratico non sono pi necessarie e possono persino indebolire la solidit della nuova prosperit economica. Una prolungata crescita economica pu anche contribuire a mutamenti sociali che aumentano i costi della repressione e facilitare cos indirettamente la transizione alla democrazia. Di solito una prolungata espansione economica contribuisce alla crescita della classe media, di una forza lavoro pi qualificata e pi richiesta, espansione dellistruzione, maggior contatti con altre societ attraverso la tv, radio e turismo e ad una gamma pi diversificata di possibili proteste. Vi sono notevoli prove empiriche indicanti che entro un dato territorio, incrementi della ricchezza regionale aumentano le aspettative dei cittadini di essere trattati bene dalla polizia.

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34. Effetti dell'economia sul potere di stato


Da un punto di vista empirico ci sono diversi casi in cui una prolungata prosperit ha alterato le relazioni di potere in favore delle forze democratiche come la Spagna di Franco. Se consideriamo i regimi in via di democratizzazione o le democrazie consolidate non vi sono motivi teorici e prove empiriche che suffraghino la tesi secondo cui la crescita economica contribuisce allerosione del regime. Una rivoluzione delle aspettative crescenti pu creare nuove domande rivolte ai governi democratici ma non pu minarne la ragione dessere. Se un regime si basa sulla doppia legittimit delle procedure democratiche e dellefficacia economica, la probabilit che una sostanziale alternativa di regime venga richiesta da un gruppo significativo della societ si sono dimostrate empiricamente trascurabili. Gravi problemi economici hanno effetti diversi su regimi democratici e non democratici. Ci sono buone ragioni teoriche che permettono di capire perch un forte declino economico avr un effetto negativo sulla stabilit sia dei regimi democratici sia di quelli non democratici avendo su questi ultimi un impatto maggiore. I regimi non democratici sono spesso dipendenti dalle loro promesse di performance economica ma non sono sostenuti da rivendicazioni procedurali derivanti dal loro status democratico. Un regime democratico ha due fonti di isolamento per arginare gli effetti din un prolungato rallentamento economico, non disponibili in un regime non democratico: la rivendicazione di legittimit basata sulla sua origine e il fatto che le elezioni siano costantemente allorizzonte e con esse la prospettiva di avviare un programma socioeconomico ed un governo alternativi senza che vi sia un mutamento di regime. Se la situazione politica tale da consentire una significativa percezione di alternative possibili, spesso un regime non democratico pu continuare a governare in modo coercitivo. Tuttavia quando cresce la convinzione che altre alternative siano possibili, leconomia politica della legittimit e della coercizione cambia nettamente. Se la capacit coercitiva del regime non democratico non diminuisce allora leconomia politica dovuta ad una prolungata stagnazione pu contribuire allerosione del regime. Non sono i mutamenti economici ma quelli politici a dare inizio allerosione del regime. Anche il problema delle critiche al sistema fondamentale per il destino delle democrazie. Il problema centrale delle democrazie se i loro cittadini credono che in tali circostanze il governo democratico stia operando in modo credibile per superare i problemi economici. Leconomia politica della legittimit produrr per il consolidamento democratico problemi difficili da risolvere in quei casi in cui il sistema democratico considerato incapace di predisporre un programma per superare la crisi economica. Per riassumere: diversi anni di crescita negativa diminuiscono le probabilit di sopravvivenza sia di un regime non democratico che di uno democratico. Di conseguenza, a parit di altri fattori, il paese che presenta una crescita positiva ha maggiori probabilit di consolidare una democrazia rispetto ad un paese con una crescita negativa. Rispetto a un regime non democratico, un regime democratico maggiormente protetto rispetto alle difficolt economiche. Il problema della capacit di resistere alle difficolt economiche da parte di unaspirante democrazia dipende in larga misura dal grado di critiche di carattere non economico rivolte al sistema e dalle percezioni sia delle masse sia delle elite, circa la desiderabilit di altre alternative politiche.

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35. I contesti costituzionali


Ci sono 6 possibili contesti e formule costituzionali diversi tra loro: 1. il mantenimento di una costituzione creata da un regime non democratico con domini riservati e difficili procedure di emendamento. Queste condizioni limitative possono essere il prezzo che il regime uscente riesce a far pagare per la cessione del controllo formale dellapparato statale. Tuttavia se una costituzione mantiene de jure domini riservati, ritagliati su misura per i detentori del potere non democratici spodestati, la transizione non pu esser completa sino a quando tali poteri non saranno rimossi. Se la costituzione prevede procedure di emendamento estremamente difficili ci complicher ulteriormente il processo di transizione e consolidamento democratico. Es. Cile 2. il mantenimento di una costituzione scritta che pu avere inaspettate conseguenze destabilizzanti paralizzanti se usata in condizioni elettoralmente maggiormente competitive. Alcune costituzioni non democratiche possono mantenere una serie di regole decisionali, procedure e diritti che non hanno avuto alcun effetto sul funzionamento del regime non democratico poich la costituzione era virtuale. Tuttavia in circostanze elettoralmente pi competitive la costituzione pu vivere di vita propria rendendo cos impossibile assumere decisioni vincolanti. In casi simili la costituzione pu contribuire a distruggere lo stato e dovrebbe essere modificata rapidamente. 3. la creazione della costituzione da parte di un governo provvisorio con poteri non democratici de jure. Anche quando il vecchio regime non democratico viene distrutto e vengono approvate nuove politiche, una transizione democratica di per s non pu essere completata fin che le componenti non democratiche della costituzione non siano eliminate 4. luso di una costituzione creata in condizioni vincolanti che riflettono il potere de facto di istituzioni e forze non democratiche. Una simile costituzione pu essre formalmente democratica e quindi coerente con il completamento della transizione ma ostacolare il consolidamento poich unassemblea costituente condizionata, ritenendo che altri accordi istituzionali siano pi adeguati per la creazione e il consolidamento della politica democratica pu essere de facto impossibilitata a selezionarli. 5. la restaurazione della precedente costituzione democratica. Tale formula spesso adottata da sistemi politici in fase di ridemocratizzazione per ragioni di rapidit, per evitare i conflitti e per il desiderio di richiamarsi ad una eredit di legittimit storica. Il semplice ripristino presenta per 2 problemi per il consolidamento democratico: in primo luogo se il sistema politico ha conosciuto cambiamenti durante linterludio autoritario possibile che per il consolidamento democratico sarebbe in realt pu adeguato un nuovo ordinamento costituzionale. In secondo luogo la restaurazione presuppone anche che le procedure politiche e le istituzioni della vecchia costituzione non abbiano giocato alcun ruolo nel crollo della democrazia. 6. una libera e consensuale adozione della costituzione. Accade quando i rappresentanti democraticamente eletti si riuniscono per deliberare liberamente e forgiare i nuovi assetti costituzionali considerati pi adeguati per il consolidamento democratico. Lassemblea costituente dovrebbe evitare una costituzione di parte approvata solo da una maggioranza temporanea che porta unampia minoranza a mettere nellagenda politica revisioni costituzionali rendendo in tal modo pi difficile il consolidamento delle istituzioni democratiche. La formula ottimale quella in cui le decisioni circa le issues siano prese in modo consensuale e non maggioritario.

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36. LEuropa meridionale: tipi di governo


Nessuna transizione dellEuropa meridionale ha avuto origine sultanistica. Nessuna ha avuto origine totalitaria o post-totalitaria Nessuna si sviluppata a partire da un regime autoritario guidato da militari gerarchici Nessuna si sviluppata a partire da un forte partito unico autoritario Un aspetto importante da sottolineare la sequenza. I paesi dellEuropa meridionale erano strutturalmente i grado di concentrarsi sulle istituzioni politiche, poi sulle politiche di welfare e solo in seguito sulle riforme economiche strutturali. Riteniamo che questa sia la sequenza ottimale. In ogni paese la democrazia implica intese sulle regole decisionali, la creazione di assetti istituzionali, la rimozione di barriere alla partecipazione, un elemento indispensabile come le elezioni e la creazione di una societ politica. Tutte e tre le nuove democrazie dellEuropa meridionale hanno rafforzato i loro stati incrementando le entrate fiscali. Tutte hanno usato queste entrate per incrementare la spesa per lo stato sociale e per limpiego pubblico. Tutte si sono consolidate prima del miglioramento delle loro economie e dellinizio della ristrutturazione economica. Si parla di Portogallo, Grecia e Spagna. Tutti e tre i paesi hanno scelto di cercare di entrare nella comunit economica europea e di vivere secondo le norme della comunit. Tutti ne sono diventati membri solo successivamente al loro consolidamento democratico. Le procedure del Trattato di Roma prevedono lerogazione di sussidi alle regioni pi povere della comunit. Sono stati erogati sussidi consistenti ai tre stati La scelta compiuta dallEuropa meridionale di predisporre assetti costituzionali parlamentari o semipresidenziali ha dato lor maggior grado di libert rispetto alla scelta di un presidenzialismo e ha aumentato il grado di libert. Spagna e Grecia sono sistemi parlamentari puri, il Portogallo un semipresidenzialismo. Ma dall88 ha funzionato sempre pi come un sistema parlamentare. Per riassumere tutti i paesi dellEuropa meridionale si sono consolidati democraticamente, nessun consolidamento ha richiesto pi di 8 anni e le caratteristiche politiche rendono le nuove democrazie dellEuropa meridionale sempre pi paragonabili alle atre democrazie parlamentari dellEuropa occidentale. Le transizioni spagnole e portoghese sono iniziate solamente dopo periodi lunghi di governo non democratico. A causa degli strascichi della guerra civile, in Grecia la democrazia postbellica stata messa in discussione da molti greci.

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37. Excursus sulle ragioni per cui una valutazione negativa del precedente regime non democratico non un requisito per il consolidamento democratico
Vi sono studiosi della transizione e del consolidamento delle nuove democrazie che collegano entrambi i processi al rifiuto e alla valutazione negativa dei regimi non democratici precedenti. Si sostiene che un tale rifiuto sia necessario per il consolidamento democratico e talvolta le misurazioni della qualit delle nuove democrazie includono indicatori relativi alla valutazione dei regimi non democratici precedenti. Respingiamo tali argomentazioni su ragioni concettuali, storiche ed empiriche. Concettualmente rifiutiamo argomentazioni simili perch la nostra definizione di consolidamento orientata non solo verso il presente ma anche verso il futuro. Di conseguenza, per noi un indicatore di fondamentale importanza sapere se una larga maggioranza di cittadini sia daccordo o meno a sostenere che la democrazia nel loro paese meglio di ogni alternativa. Un atteggiamento positivo nei confronti della democrazia vista come la migliore alternativa per il presente e il futuro non richiede un atteggiamento negativo verso il passato. Storicamente respingiamo argomentazioni simili poich nella maggior parte delle democrazie consolidate la transizione non ebbe inizio avendo a disposizione lappoggio della maggioranza dei membri del sistema politico e perfino di molti degli attori principali della transizione cio di democratici convinti o cittadini che rifiutavano il vecchio regime in toto. Invece una maggioranza democratica emerge quando sia le elite sia i semplici cittadini cominciano a considerare le procedure democratiche di regolazione dei conflitti migliori o meno pericolose di ogni altra forma di governo, dati i problemi sociali che in quel momento storico essi si trovano ad affrntare e il mondo complessivo entro il quale vivono. Per molte elite quindi il comportamento democratico emerge prima di atteggiamenti favorevoli alla democrazia poich le elite possono ritenere che infrangere le regole democratiche del gioco non produrrebbe un esito positivo per i loro interessi. Empiricamente respingiamo argomentazioni simili poich per le transizioni pi recenti abbiamo prove decisive che mostrano lesistenza della possibilit per la democrazia di consolidarsi anche solamente in presenza di una minoranza di una popolazione che rifiuta completamente il passato.

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Indice
1. Democrazia e arene democratiche 2. Transizioni democratiche 3. Definizione di democrazia consolidata 4. Le 5 arene di una democrazia consolidata 5. Statualit nazionalismo e democratizzazione 6. Lo stato sovrano, prerequisito della democrazia 7. Stati e costruzione dello stato, nazione e costruzione nazionale 8. Differenze tra stati e nazioni 9. Stati nazione e democratizzazione: aspetti problematici 10. Politica irredentista 11. Differenze tra regimi democratici e non democratici 12. Diritto di cittadinanza 13. Pluriculturalismo 14. Stati plurinazionali e democratizzazione: oltre le logiche conflittuali 15. I moderni regimi non democratici 16. Totalitarismo 17. Post-totalitarismo 18. Limiti al pluralismo nelle societ post-totalitarie 19. Ideologia nel sistema post-totalitario 20. Mobilitazione dei regimi post-totalitari 21. Sintesi sulle debolezze politiche e ideologiche del post-totalitarismo. 22. Sultanismo 23. Differenze tra totalitarismo e sultanismo 24. Il quadro istituzionale e la leadership del precedente regime non democratico 25. Militari gerarchici 26. Militari non gerarchici 27. Leadership civile 28. Leadership sultanistica 29. Lavvio della transizione 30. Le politiche estere 31. Definizione di Zeitgeist 32. Diffusione dello zeitgeist 33. Leconomia politica della legittimit e della coercizione 1 2 3 4 6 7 9 10 11 12 13 14 15 16 17 18 19 20 21 22 23 24 25 26 27 28 29 30 31 32 33 34 35

34. Effetti dell'economia sul potere di stato 35. I contesti costituzionali 36. LEuropa meridionale: tipi di governo 37. Excursus sulle ragioni per cui una valutazione negativa del precedente regime non

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