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Le nuove tecnologie per insegnare le scienze sperimentali e la matematica

di Armando Bracci | del 25/02/2010 |2 commenti | commenta

Le preoccupazioni per il livello di conoscenza delle discipline scientifiche hanno spinto a ricercare strategie per renderne linsegnamento moderno e vicino alla realt nella quale vivono i ragazzi. In questo articolo viene descritta unesperienza che fa uso della robotica e di altre tecnologie.
In questi ultimi anni sorta una notevole apprensione per lapprendimento e lo studio delle materie scientifiche nella scuola italiana. Alcune indagini effettuate hanno infatti evidenziato preoccupanti carenze e una allarmante mancanza di motivazioni verso queste discipline. Le cause sono sicuramente molteplici e fra queste, probabilmente, si pu annoverare il distacco che esiste fra il mondo reale ricco di immagini e di tecnologie nel quale i ragazzi agiscono da protagonisti comunicando e proponendo idee, e il mondo della matematica e delle scienze generalmente subito dai ragazzi e nel quale si sentono spettatori passivi di ci che accade in cattedra. Per trovare delle soluzioni a questo stato di cose sono stati elaborati diversi progetti e tra questi vi il Progetto Lauree Scientifiche. Nella nostra scuola, il Liceo Scientifico Cecioni di Livorno, tale progetto stato attuato in collaborazione con il Dipartimento di Fisica dellUniversit di Pisa e il Dipartimento di Astronomia dellUniversit di Padova. Questo progetto in atto da cinque anni e sviluppatosi fino a interessare 30 alunni per ciascun anno scolastico ed appartenenti alle classi III e IV degli indirizzi scientifici, consistito in unattivit quasi del tutto sperimentale che ha registrato un alto gradimento da parte degli alunni. I risultati, decisamente positivi, hanno suggerito di estendere, ove sia possibile, anche alle altre realt dellistituto. Allinterno dellistituto stato sviluppato un progetto che, basandosi su quanto offre la tecnologia attuale, realizzi attivit di laboratorio nelle quali gli alunni hanno, o possono avere, partecipazione attiva. Il progetto assai articolato in quanto comprende sia strutture hardware che software. Come hardware, oltre al PC, si sono utilizzati i robot NXT e le lavagne interattive. Il software impiegato invece costituito da diversi applicativi in base allobbiettivo finale. In tal senso stato utilizzato il linguaggio Java per programmare il robot e creare due applicazioni, una server e laltra client. Il primo applicativo stabilisce un collegamento bluetooth con il robot per controllarne il movimento e lacquisizione dati e inoltre attiva delle connessioni di rete per trasmettere i dati ricevuti dal robot ai client che ne facciano richiesta. Il secondo applicativo, cio il client, richiede i dati dal server che possono quindi essere usati autonomamente. Ciascuna postazione PC pu essere indifferentemente client o server e quindi ciascun alunno pu pilotare il robot nel corso dellesperienza. Server e client gestiscono i dati ricevuti creando grafici e tabelle che possono essere salvati in vari formati e quindi utilizzati per produrre delle relazioni. I grafici prodotti sono adatti ad essere discussi con una lavagna interattiva. Un esempio di esperimento eseguito in laboratorio riguarda lesperienza di Young sullinterferenza da due fenditure. Le varie esperienze sono state corredate da schede messe a disposizioni degli alunni. Tali schede sono state realizzate in pdf utilizzando come software il Tex, editor particolarmente adatto a redigere testi scientifici provvisti anche di animazioni utili a chiarire quanto si sta spiegando. Come esempio si pu prendere visione della scheda creata per studiare sperimentalmente leffetto Doppler. Per renderli partecipi, gli alunni vengono direttamente coinvolti nella programmazione. In questo caso, per motivi didattici, stato deciso di utilizzare il linguaggio C in quanto pi funzionale a capire il funzionamento del robot. Nella programmazione, svolta nelle ore di matematica, vengono messi in pratica concetti appresi nella teoria con evidente vantaggio nellapprendimento della disciplina. Il progetto prevede di estendere luso del

robot anche alla meccanica oltre che allottica e di far lavorare gli alunni con semplici progetti di intelligenza artificiale.

Secondo voi tutto questo serve a risolvere il VERO problema? di


simonedomi, pubblicato il 02/03/2010 Si parla di liceo, fatto probabilmente in classi di un certo tipo. In un professionale della periferia di Napoli o di Palermo funzionerebbe? Il problema, in questa era, non sono tanto gli strumenti con cui insegnare, ma il fattore sociale. Puoi utilizzare il miglior metodo didattico al mondo, ma se i ragazzi vengono o vivono in situazioni sociali difficili(io ho incontrato una classe che in 5 mesi ha preso pi di 100 note) gli strumenti tecnologoci, da soli, non servono a niente. La didattica nella scuola superiore non tiene mai conto del contesto sociale, ma solo di nuovi strumenti (vedi le varie riviste di scuola superiore), senza vedere i VERI problemi della scuola!!!

e la capacit di astrazione? di annarita, pubblicato il 02/03/2010 Colgo l'occasione di questo


articolo per portare l'attenzione sulla domanda in questione. L'esperienza che ci ha comunicato il collega Bracci , per cos dire, "al di sopra" del mio quesito: si tratta infatti di una scuola superiore e le conoscenze dei ragazzi e le tecnologie a disposizione sono almeno sufficienti a giustificare alcune affermazioni di tipo teorico. Ma nella scuola secondaria di primo grado e anche nella primaria, la mia esperienza che la matematica non "percepibile" dagli alunni perch gli stessi non sviluppano adeguate capacit di astrazione. Il numero un'entit astratta che posso asssociare ad oggetti ma non si identifica con essi in quanto ha delle leggi sue che non sono riscontrabili in altri ambiti. L'operazione di divisione etc.., posso spiegarla attraverso dei raggruppamenti, ma non si esaurisce in essi, tantomeno la moltiplicazione... Io credo che l'attuale disaffezione dei ragazzi per la matematica causata dal fatto che fino alla scuola superiore i docenti non hanno il coraggio di far cimentare i ragazzi nei percorsi di astrazione... come se da qualche anno la maggior parte - non tutti!- degli insegnanti abbiano paura di proporre agli alunni la spiegazione del significato delle formule e regole matematiche convinti che non potrebbero capirle! - Tant' che nei testi fino alla terza media non esistono pi i teoremi! Una matematica priva di giustificazione del suo perch a chi pu interessare? E se il bambino non impara gi da piccolo che la sua mente in grado di pensare anche al di l di ci che pu spostare con le mani, come pu acquisire questa capacit da grande? In fondo le nuove tecnologie, se usate superficialmente danno l'idea che posso pensare solo ci che vedo e che tocco e invece non cos! La relativit non si vede, e il numero zero, qualcuno l'ha visto?? Insomma la matematica richiede capacit di astrazione ancora prima di applicazione pratica e io credo che se la matematica non "tira" pi solo perch si tentato di semplificare una materia che per sua natura non richiede semplificazione ma pensiero complesso!

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