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EDIFICI INDUSTRIALI

CRITERI GENERALI I requisiti fondamentali di un impianto industriale sono: 1) ottenere la produzione pi economica, pi continua e confortevole; 2) avere la maggior possibilit di trasformazioni e di adattamenti e, in particolare, di ampliamenti; 3) a parit di risultati, richiedere il pi basso costo di impianto e la minor spesa di manutenzione; 4) presentare le migliori condizioni per il lavoro delle maestranze. Dai suddetti essenziali requisiti deriva la necessit di studiare la miglior disposizione dei locali, delle macchine e dei magazzini: la linearit dei percorsi, la buona scelta del terreno ed il miglior sfruttamento dell'area, (a miglior tecnica costruttiva edile, le migliori condizioni di illuminazione, ventilazione e riscaldamento dei locali; lefficienza dei servizi igienici ed assistenziali; la rapida eliminazione di polveri, fumi ed odori; l'orientamento pi razionale in rapporto all'insolazione ed ai venti: l'ubicazione pi adatta rispetto agli accessi ed alla vicinanza delle abitazioni ai posti di lavoro. IMPOSTAZIONE URBANISTICA necessario evitare che le industrie si riuniscano disordinatamente in un aggregato urbano ed occupino superfici che dovrebbero essere unicamente residenziali. Occorre che fra le industrie e le zone cittadine ci sia un netto diaframma, onde evitare assolutamente l'influenza dannosa per i quartieri d'abitazione, di fumo, polveri e rumori (v. figg. 1-2). Esistono due soluzioni di questo problema: 1) sistemare le industrie in settori intorno all'aggregato urbano; 2) sistemare i centri secondari autonomi con impianti industriali in una posizione indipendente dalla citt (sistema a satelliti). La seconda soluzione la pi consigliabile perch con essa si possono realizzare una buona regolamentazione del traffico ed un piano residenziale allacciato all'impianto industriale (v. fig, 3). possibile e consigliabile studiare a fondo il problema di un vero e

15 Sabbia 12 13 11 10 HOHENSTEIN 7 8 6 5

Porto CANALE CENTRALE

REP. DI RESLINGER Laghetto STEIMKERBERG

KHLERBERG 3 4 1

Fig. 2 - Planimetria di un grande complesso industriale aderente alla relativa zona residenziale (fabbrica della Wolkswagen in Wolfburg). 1, albergo: 2, palazzo dellamministrazione; 3, casa del giovane; 4, diurno; 5, chiesa evangelica; 6, chiesa cattolica; 7, museo e scuola; 8, albergo; 9, case operai; 10 case per gli impiegati; 11, cinematografo; 12, ufficio viaggi e traffico; 13, albergo; 14, stazione ferroviaria; 15, zona industriale.

F AG P K P WZ G

AG

AG GH P C T P

FB

Fig. 3 - Planimetria di complesso industriale con proprio quartiere residenziale (fabbrica di scarpe BATA & MOHLIN Svizzera). F, fabbriche; W, zona di abitazione; WZ, lavanderia; L, casette per scapoli; G, terreno a giardini e piantagioni; K, campo di giuoco per bambini; C, club; S, piscina; FB, campo di calcio; T, tennis; AG, garage; GH, casa dellospite; P, parcheggio.

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proprio piano regolatore industriale che tenga conto di tutte le esigenze sia dei singoli, sia della comunit, non solamente sul piano urbano ma anche sul piano regionale. Orientamento degli edifici industriali Se l'edificio con aperture su una sola direzione,l'orientamento migliore sar verso Nord-Est; se con aperture su due fronti, l'esposizione migliore sar verso Est-Ovest, con Finestre a Nord ed a Sud. L'illuminazione naturale migliore si ottiene quando gli edifici distano l'uno dall'altro il doppio della loro altezza.

= strade orbitali e radiali = strade di citt radiali = strade di citt pi importanti = strade di citt minori = area industriale = centro cittadino = area residenziale = stazione ferroviaria

Fig. 1 - Schema illustrativo di quartieri industriali rispetto a quartieri residenziali di un nucleo urbano.

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CARATTERISTICHE DEL TERRENO L'ubicazione di un impianto industriale, deve avere i seguenti requisiti: generali ossia riguardanti ogni tipo di industria; particolari ossia riguardanti un dato tipo di industria. Requisiti generali: 1) la buona posizione rispetto alla provenienza delle materie prime, allo smercio dei prodotti e per la mano d'opera ed alla vicinanza con altri centri di produzione (fattori legati alla rete dei trasporti: strade, ferrovie, canali, fig. 4); 2) il basso costo e la vasta disponibilit del terreno; 3) la possibilit di abitazioni per ospitare le maestranze operaie; 4) facilit di usufruire di energia elettrica, acqua potabile, luce; 5) comodit di scarichi neri e di allontanamento di acque di rifiuto: prescrizioni tecniche per la costruzione e l'esercizio di condutture d'acqua e per l'allontanamento delle acque di rifiuto; 6) basso costo della costruzione, dovuto alla facilit di approvvigionamento di materiali edili e di mano d'opera edilizia; 7) sottovento ad eventuali quartieri di abitazione. Requisiti particolari: essi riguardano: 1) l'esistenza di una determinata qualificazione della mano d'opera (maschile o femminile, specializzata o no, leggera o pesante, ecc.); 2) basso costo di una determinata fonte di energia (presenza di salti d'acqua, gas naturali, prodotti di altre industrie, cave o miniere, ecc.; 3) abbondanza di acqua per esigenze di lavorazione: 4) libert nella produzione di fumi, odori, rumori molesti, polveri, ecc.; 5) facilit di smercio, collaborazione con altre industrie preesistenti; 6) adatte condizioni di clima per la conservazione di prodotti e di materie prime. Superfici necessarie: in generale si segue il criterio di proporzionare le superfici al numero degli operai; nella tabella seguente sono riportati dei dati di massima che potranno essere utili per il progettista: Superfici richieste in ha per ogni cento operai per industrie di:

2 1 21 3 15 4 5 6 78 16 14 9 17 11 18 23 34 10 19

12 13 20 22 24 27 28

29 30

25 26

31 32 33 35 36

Fig. 4 - Planimetria di complesso industriale con sviluppo dei collegamenti di traffico stradale, ferrioviario, fluviale (zuccherificio)
1, stazione; 2, canale; 3, impianto di essiccazione; 4, carbone; 5, chiusa; 6, cenere; 7, carbon coke: 8, calcare; 9, silo; 10, deposito; 11, forno calce; 12, svuotamento sacchi; 13, turbine; 14, divisione; 15, officina; 16, prima lavorazione; 17, magazzino; 18, deposito zucchero caldo; 19, serbatoi melassa; 20. essiccazione; 21, scorie; 22, caldaia; 23, collegamento; 24, pese; 25, biciclette; 26, Portineria; 27, autorimesse; 28, uffici; 29, camion; 30, silo barbabietole; 31, uscita prodotti essiccati; 32,pompe; 33 de-

Maglieria, calze, cappelli................... Filature e tessiture............................. Cuoio............................................. Carta e cartone................................. Falegnameria e mobili....................... Paste e generi alimentari.................... Utensilerie ed articoli metallici minuti.. Fabbriche di macchine....................... Fonderie.......................................... Imprese edili.................................... Lavorazione pietre e marmi................ Fornaci di mattoni e cemento..............

ha

0,25 0,70 1,60 0,60 1,90 0,80 1,10 1,80 5,00 1,00 3,00 4,50

I lotti di terreno per un fabbricato industriale dovrebbero avvicinarsi ad una forma rettangolare in cui il rapporto fra il lato lungo e quello corto non dovrebbe superare di molto il rapporto di 2 a 1. Il rapporto fra superficie e cubatura costruita, variabile da 6 a 12 ml per ml di superficie totale del lotto. La superficie coperta in ogni singolo lotto, non dovrebbe superare la percentuale del 40%.

VIE DI COMUNICAZIONI ATTUALI VIE DI COMUNICAZIONE DI AMPLIAMENTO EDIFICI ATTUALI EDIFICI DI AMPLIAMENTO

Fig. 5 - Planimetria esemplificativa di sviluppo schematico in funzione del diagramma industriale (fabbrica di stoffe in Olanda). Dimostrazione di collegamento ferroviario, stradale e con canale navigabile.

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PIANO DI MASSIMA ED IMPOSTAZIONI PLA NIMETRICHE Ogni costruzione industriale presuppone un processo tecnologico, ben definito, che gli esperti del ramo avranno precedentemente studiato e tradotto in diagrammi di lavoro, di ingombro di impianti. Secondo questi diagrammi, si svolgeranno i cicli di trasformazione dal prodotto greggio in quello finito o semi-lavorato, pronto per il commercio, nella maniera pi economica e rapida, mediante l'impiego di complessi meccanici. L'organismo industriale (edilizio) deve aderire perfettamente a questo processo di lavoro, tenendo sempre presente la possibilit di eventuali riforme ed ampliamenti (v fig. 5). Gli edifici costituiranno, sin dall'inizio, un complesso unitario. Gli ampliamenti avverranno con lo stesso sistema costruttivo e con gli stessi moduli. Per le su esposte ragioni, in un primo tempo e su pianta libera, si imposter uno studio di massima per identificare lo schema e le dimensioni del terreno necessario; in un secondo tempo seguir lo studio su pianta obbligata (terreno reale) tenendo conto di tutti i requisiti dell'organismo in esame. Le impostazioni su cui si basa tale studio, in senso edile, sono due: a) schema verticale (fabbricato o fabbricati a pi piani); b) schema orizzontale (fabbricato o fabbricati a un solo piano). Come spazio minimo assoluto di assegnare ad ogni operaio, si pu assumere quello prescritto dalle norme igieniche in vigore, definito in m 2 di superficie e in m 10 di volume, per il posto vero e proprio di lavoro (esclusi servizi, magazzini, uffici, ecc.). Per i servizi generali previsti in qualsiasi tipo di industria, si tengano presenti i seguenti dimensionamenti: - uffici amministrativi, per ogni impiegato m 5 - uffici tecnici per ogni impiegato 68 m - centralino telefonico, per piccoli uffici m 3.5 - centralino telefonico da 50100 apparecchi: per apparecchio m 0,20 0,25 - centralino telefonico da 100500 apparecchi: per apparecchio m 0,080,1 - guardaroba con attaccapanni: per ogni impiegato m 0,50 - spogliatoi per operai: con armadietti, lavabi, docce, per operaio m 0,50,6 con armadietti senza lavabi, docce: per operaio m 0,30,4 docce per ogni posto m 0,50,6 NORME E NECESSIT TECNICHE COMUNI Un complesso industriale deve rispondere a necessit tecniche comuni che possono essere riassunte come segue: Recinto ed ingresso. - La recinzione deve offrire garanzie contro furti dall'esterno e dall'interno del recinto stesso; avr pochi ingressi destinati a: a) dirigenti, impiegati, fornitori e clienti; b) operai; c) merci in arrivo ed in partenza. Il recinto dovrebbe avere controlli singoli o meglio ancora, un unico controllo. Servizi nelle immediate vicinanze dell'ingresso del personale a) portineria diurna e notturna; b) soggiorno del personale di vigilanza e controllo; c) spogliatoi separati per operai ed operaie: si disporranno tra lingresso del complesso industriale e l'accesso a: reparti di lavoro; conterranno armadietti singoli ad appendiabiti elevabili (m 3 ~) o appendiabiti a muro (v. fig. 6). La superficie minima degli spogliatoi (compresi gli armadietti), per ogni operaio, deve essere da m 0,300,50.

Genere dell'industria

Superficie in m Superficie media per addetto da prevedersi in industrie di tipo estensivo Terreno Fabbricato (Prof. Arch. A. Melis)

Linificio canapificio..... 2535 1020 Filatura di lana cardata.. 3550 2535 Maglieria................... 5080 3040 Cotonificio, filatura e tessitura.................... 2535 1622 Tessitura meccanica di cotone.................... 2535 1622 Fonderie di ghisa....... 6090 2340 Fonderie di acciaio (per getti)................... 60100 2550 Officina meccanica generica.................... 5060 2335 Officina meccanica e fonderia.................... 6080 3035 Fabbrica auto di lusso.. 80120 3040 Cantieri navali........... 80120 3040 Cementerie.............. 250350 150200

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30 21 61 21 30 120 30 21 35 35 85 60 85 70 85 60

Panca 23 tubo in ferro grucce di metallo su struttura metallica armadietti panca 35 35

Servizi igienici per operai e operaie. - l gabinetti, sempre direttamente e meccanicamente aerati e preceduti da regolamentare antigabinetto, saranno disposti negli edifici pluripiani, nei pressi delle scale: negli edifici ad un sol piano preferibile siano situati in elementi isolati esterni od incorporati, comunque sempre abbondantemente aerati ed opportunamente separati dai reparti di lavoro. Rapporti numerici tra servizi igienici e dipendenti: a) lavabi: 1 ogni 5 operai, isolati o a canale (interasse cm 65) (v. fig. 7); consigliabili i lavabi circolari, diametro m 1 1,20, con 6 rubinetti, se si dispone del necessario agio perimetrale (m 11,20); b) docce: 1 ogni 1520 operai: le lavorazioni sporche, 1 doccia ogni 510 operai; c) gabinetti: 1 ogni 105 operaie; d) orinatoi: 1 ogni 2025 operai; e) bagni in vasca: 1 ogni 2 operaie od ogni 3 operai, per lavorazioni sporche e nelle industrie alimentari. Depositi veicoli delle maemaestranze. - preferibile che vengano sistemati, in apposito e controllato recinto, esternamente al complesso industriale, onde evitare non opportuni percorsi interni ed impegni di vigilanza. Le biciclette (1 ogni 45 operai, secondo le localit) si posteggiano a rastrelliera oppure in fessura angolare a pavimento, sotto tettoie (cm 60 x

30 35

85

30 35

85

30 35
sedile pieghevole

180

35 30

120

30

35

35

armadietto

panca

35

Fig. 6 Tipi di spogliatoi

50

260

100

300
534 180 30 720 480

300 10

10

200 50 30 140

12x32 =384

480

3 semilavorati e l'uscita del prodotto finito. E' sempre consigliabile una pesa a ponte (m 3 x 8) nel dispositivo dellentrata merci, specie pr lavorazioni pesanti, e anche i sistemi di immagazzinamento sono del tipo decentrato od accentrato. Per le operazioni di controllo quantit e pesi, prevedere sufficiente vano. Piazzali, portici, capannoni, magazmagazzini o sili di arrivo Superfici coperte o scoperte che servono per il deposito di materiali, materie prime o semilavorati, destinati alle varie lavorazioni, secondo la loro fun zione e secondo la loro qualit. La loro ubicazione dipende da: a) ciclo di produzione; b) spazio disponibile; c) caratteristiche dei materiali; d) quantit dei materiali da immagazzinare;

200 per bicicletta o cm 35 x 200, in caso di disposizione alternata). Tra tettoia e tettoia occorreranno corsie di almeno m 2; se le biciclette sono appese, le corsie devono essere larghe m 3. Per ogni bicicletta in rastrelliera (a doppia sospensione) escludendo il passaggio di accesso, occorrono m 0,70 (v. fig. 8). Le motociclette e le auto sosteranno sotto tettoie previste in appositi parcheggi (per disposizioni e superfici vedi parcheggi). Controllo di entrata-uscita. - Si attua nelle vicinanze dell' orologio elettrico, posto nei pressi dell'ingresso o degli spogliatoi o, nei grandi complessi industriali, vicino al reparto singolo di lavoro. Il controllo di uscita, comunque, fa parte del nucleo d'ingresso (v. fig. 9). Servizi movimento merci. - Essi riguardano l'ingresso delle materie prime o dei

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La miglior forma da dare ai depositi all'aperto quella del rettangolo allungato. Per ammucchiamenti di legname o di altri materiali infiammabili, l'altezza del deposito deve essere al massimo di m 2,53; la distanza da pareti senza apertura deve essere di m 1: da pareti con aperture di m 5; da binari ferroviari di m 1,52. La superficie dei singoli accatastamenti non superi i m 500 e le vie di comunicazione fra i vari gruppi siano larghe almeno m 3. Nei depositi di olii si preferiscano piccoli serbatoi di m 1820 (capacit di un vagone cisterna: m 15), anzich un solo serbatoio grande. Collegamenti e traffica interni. - l trasporti interni possono essere eseguiti da paranchi, da gru, gru a ponte, montacarichi (paternoster) o da trasportatori a rullo, a nastro, a tazza, a canale, a tramoggia, a catena (telefonica) per i manufatti; da raschiatori, trasportatori a scosse, trasportatori ad aria compressa, coclee, aspiratori, norie, piani inclinati elicoidali, ecc. (v. pagg. 295 e 296). Il trasporto a grande distanza viene effettuato con autocarri. Pure un sistema
145 35 1012 120 60 60 135 150 137 150

7 91157

60

7080
108 7080 75

10

11

5191

Fig. 7 Elementi per spogliatoi ed impianti igienici


60 50 1, lavabi sistemati sulle pareti finestrate degli spogliatoi (5 lavabi su 24 armadietti); 2, lavabi indipendenti in linea negli spogliatoi (6 lavabi su 30 armadietti); 3, lavabi circolari a fontana per spogliatoi (6 posti lavabo su 30 armadietti); 4, docce con spogliatoi singoli; 5, 120 docce con spogliatoio in comune; 6, dimensioni din80 41 gombro per lavabi in batteria; 7, dimensionidingom20 bro per lavabi circolari a fontana; 8, bacinelle singole disposte in batteria; 9, lavabo unico affiancato alla parete; 10, lavabo doppio non affiancato alla parete; 11, lavabo circolare a fontana con funzionamento a pedale.

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210 157 157 134 268 134 850 40 425 50 75 50 200 250 920 50 ~105 130190 210 185200 ~145 ~105 14 4 75 60 35 5 5 3 220 8 7 6 7 8 15 53 9 50 10 9 9 9 10 210 10

30 183.5 268 37.3 138 4x35 54.7 52.5 100 100 100 52.5 40 210 190 ~290 1 232 187.5 ~187.5 450 2

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Fig. 8 Tipi di posteggi di biciclette e motociclette

Fig. 9 Schema di controllo uscita operai di un nucleo industriale


1, banco deposito; 2, orologi; 3, uomini; 4, donne; 5, percorsi divisi per uomini e donne; 6, segnale a luce verde e rossa; 7, banco deposito; 8, attesa; 9, locali per ispezione; 10, percorsi di via libera.

1,rastrelliera per 100 biciclette. Le dimensioni nella sezione sono da intendersi con la biclicletta compresa; 2, complesso per un grande posteggio di biciclette con la minima superficie occorrente. Tettoia in lamiera ondulata, oppure eternit; 3, biciclette appese verticalmente: minore ingombro. Occorre robusto sostegno e facilit di agganciamento, per disciplinate il posteggio; 4, dimensioni dingombro per biciclette appese obliquamente. Sistemazione doppia e singola; 5, scanalatura a rampa, affiancata alle scale, per spingere le biciclette; 6, dimensioni per posteggio coperto di biciclette; 7, pianta di posteggio per 10 biciclette e 4 motociclette. Ingombro alla copertura e pareti laterali. per il trasporto delle persone da un reparto all'altro o almeno un sistema di passaggi coperti pedonali per facilitare il collegamento, quando esso deve essere rapida e frequente. La larghezza e l'altezza degli ambienti di lavoro dipendono dalle dimensioni delle gru a ponte, che sono unificate DIN 698 (v. fig. 10). Se il traffico interno vincolato alla rotaia (caso dell'industria pesante) gli edifici saranno disposti in maniera che il traffico possa svolgersi facilmente ed economicamente. E' necessario che dovunque passi un binario di raccordo, sia rispettata la sagoma limite (che ha una larghezza di m 3,10 ed un'altezza, sul piano del ferro, di m 4,30). Questo spazio deve essere assolutamente lasciato libero da ogni passaggio di uomini e veicoli; dove questo passaggio consentito, la larghezza sar al minimo di m 6,50. Le ferrovie prescrivono che i raggi di curvatura dei binari, non siano inferiori a m 140 (in via di massima consigliabile che il raggio di curvatura non sia inferiore ai m 100). Per gli autocarri, prescritto un, raggio di curvatura di m 15. Per gli edifici da costruire vicino ai fiumi o canali, accorreranno delle barche da carico con capacit da 650 a 750 t, lunghe m 6090; larghe m 8,711. Fonti di energia. - Le fonti di energia sono: elettricit, vapore, motori, olii pesanti, gas, acqua. Il vapore deve essere prodotto in caldaie ed azioner delle motrici; necessit quindi di una centrale termica (sala caldaie e sala matrici). Tali locali devono essere ampi, ben aerati, con pareti e pavimenti facilmente pulibili e ben illuminati. Potranno avere ossatura in cemento armato o ferro con coperture molto leggere. Al disopra e al disotto della centrale termica, non si possono collocare altri locali. Davanti ai generatori, si deve precedere uno spazio minimo di m 2,50 e se il locale caldaie ha una superficie maggiore di ml 100, deve avere almeno due uscite con porte apribili, verso l'esterno. Tutta la costruzione dovr essere isolata, possibilmente in posizione baricentrica al complesso industriale. Il deposito dei combustibili sar in depositi separati, facilmente raggiungibili. L'impiego di caldaie comporta la necessit di camini che possono essere costruiti in lamiera, muratura, calcestruzzo. Se l'energia fornita da motori idraulici, il locale contenente il macchinario, legato all'ubicazione del canale d'acqua. La centrale idroelettrica un vasto locale contenente le turbine, gli alternatori ed il quadro elettrico; isolato da questo ma adiacente viene posto il locale destinato ad accogliere i trasformatori . Se l'energia fornita dall'esterno (societ distributrici) ad alta tensione, necessario prevedere una cabina di trasformazione sul confine del complesso industriale, per evitare il passaggio di cavi ad alta tensione, all' interno della zona industriale stessa. Le linee elettriche sono da installare in cunicoli sotterranei, a lato o in alto del cunicolo stesso, mentre in basso verranno poste le condotte di vapore, gas, acqua ecc. I cunicoli devono essere ispezionabili. Meno costoso il metodo di sistemare le condutture entro apposite custodie lungo i perimetri dei soffitti o in sotto piani praticabili. lmpianti ldrici. L'acqua necessaria: a) per ragioni di lavorazione;

b) per impianti igienico-sanitari; c) per spegnimento incendi, per inaffiamento, ecc, Mentre per gli impianti del personale (acqua da bere. cucine, impianti sanitari, ecc.) occorre acqua potabile, per il resto pu essere usata acqua normale con determinati requisiti; richiesti dal suo uso, l'acqua deve essere raccolta in appositi serbatoi sopraelevati di capacit adeguata, le tubazioni devono essere poste a m 1 1,50 sotto il livello del suolo. Magazzini prodotti finiti. finiti . Generalmente le costruzioni per magazzini si preferiscono ad un solo piano, per la facilit di movimento e per economia di costruzione. Se i magazzini vengono ospitati in edifici a pi piani, i carichi si fanno decrescenti dall'alto verso il basso. Il numero dei piani varia da 5 a 10, la larghezza dei locali non supera i m 30 le altezze dei piani variano da m 2,80 a m 3,40; da m 2,50 (magazzini di libri; materiali di piccole dimensioni; scatolame); da m 5 (magazzini ove siano raccolti tubi e lane). Il calcolo delle strutture deve sempre essere fatto con molta larghezza, data la possibilit di carichi variabili. Per illuminazione, le finestre devono avere una superficie da 1/4 a 1/10 di quella del pavimento. necessario difendere in modo particolare tali edifici da eventualit di incendi e di furti (vietare lingresso agli estranei, evitare l'uscita abusiva dei materiali v. fig, 11) Affiancati ai magazzini devono essere previsti locali per l'imballaggio e spedizione delle merci, con adeguate attrezzature, suggerite dai vari tipi d'industria.

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TIPI E DATI DI GRU PIU' COMUNI (da "Tecnica della Produzione" V. Zignoli) Paranchi elettrici
I

h l

Portata (Q) in t 0,6 1 2 3 5

Sollevamento Tipo fisso Corsa Velocit Potenza peso m m/1' HP kg 10 12 2 270 10 9 2,5 400 10 6 3,5 600 10 4 4 750 10 3 4 850

Tipo con traslazione elettrica Peso Velocit Potenza kg m/1' HP 300 30 0,8 450 30 1,2 480 30 1,5 780 30 1,5 950 30 2

Trave I NP 1628 1628 2434 2434 3242

L mm 800 1000 1200 1250 1300

Ingombro l mm 300 350 450 500 700

h mm 850 880 1100 1200 1300

GRU ELETTRICHE A PONTE h

b s (scartamento)

Ingombri a=0,200.25 c=b=0.5+0.03Q h=1+0,05 Q (Q in t)

Portata Sollevamento (Q) Velocit in t m/1' HP 1 6 2 2 6 4 3 6 6 5 4 7 10 3 10 15 2 10 20 2 15

Traslazione Carrello Ponte Vm/1' Hp Vm/1' Hp 20 0,6 40 23 20 0,8 40 31 20 1,0 40 45 20 1,5 40 56 20 3,0 40 78 20 1,0 40 89 20 5,0 40 910

Scartamento m 10 15 20 Peso t Peso t Peso t 4 7 10 5 8 11 7 9 12 8 10 14 10 13 17 11 14 19 14 18 23

GRU A PONTE CON BRACCIO GIREVOLE

GRU A CAVALLETTO

Consigliate per attendere lo spazio servito oltre la pilastrata di sostegno della rotaia di scorrimento.
GRU GIREVOLI ELETTRICHE

Utilizzate per depositi di profilati, di minerali (con benne a grinfa), di legnami. Scartamento fino a m 100150 ed oltre. Portata da 2 a 20 t e pi.

GRU A MENSOLA SCORREVOLE

GRU A MENSOLA SCORREVOLE E GIREVOLE

Portata (Q) in t 0,5 1,0 1,5 2,0

Peso in t per sbraccio m 1,5 2 2,5 0,5 0,6 0,7 0,9 1,0 1,1 1,0 1,1 1,2 1,2 1,3 1,4

Portata (Q) in t 1 2 3 5

Peso in t per sbraccio m 4 5 6 4 4,5 5 5 5,5 6 5,5 6 7 6 7 8

Portata Peso in t (Q) per sbraccio m in t 4 5 1 5 6 2 6 7 3 7 8 5 8 9

GRU AUTOMOBILE

Gru automobili
Portata (Q) in t 0,61 1,22 1,73 25 Sbraccio m 2,651,65 3,251,90 3,751,60 3,751,60 Benzoelettriche Altezza gancio Velocit m/1' m Sollev. Trasl. 1,403,90 9 150 1,804,75 9 100 2,406,00 9 100 2,404,50 7 100 Peso t 3,2 5,8 8,6 9,0 Portata Ad accumulatori (Q) Sbraccio Velocit m/1' in t m Sollev. Trasl. 0,50,9 43 10 100 0,81,0 32 10 100 1,01,5 43 10 100 1,52,5 32 10 100 Peso t 4 5 6 6,5

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EDIFICI INDUSTRIALI
DATI SUI TRASPORTATORI PI COMUNI (da Tecnica della Produzione V. Zignoli) - Trasportare a rulli (a gravit)

Pendenza necessaria Colli Peso kg Casse legno Casse legno Casse legno Scatola carta Scatola carta Scatola carta Medio Larghezza nastro cm 35 10 20 20 60 60 100 23 6 20 20 50 media a 39 50 65 82 123 200 290 400 32,7 260 400 80 40,5 270 400 90 48 300 400 100 58 320 400 130 Pend. % 4 4 3,5 3 2,5 6,5 65 5 4,5 4
Potenzialit trasporto Q con v = velocit m/s (fra m 1 e 2 max 4 m / s) p = peso spec. Kg/litro in t/h Q = a vp valori coefficienti a.

Diametro rulli mm rulli mm 25 50


Peso proprio del trasportatore completo da 40 a 80 kg/m A

Capacit max di carico kg 20 30 40 60 200 1000 2000

Distanza max dei rulli 1/3 lunghezza minima cassa trasp.

55 65 70 90 100

Trasportatori a nastro di gomma a conca

Potenza assorbita in HP HP = Q (0,0009 I + 0,0011 h) I = lunghezza orizzontale in m h = dislivello da superare in m

cm 40 cm 45 cm 50 cm 60 cm 75 cm 90 cm 100

Trasportatori a catena e attrito (Redier) tipi normali con v = 16 m al 1

Potenzialit oraria m Larghezza Altezza Peso a m/kg

7,5 100 220 28

10,5 130 220 32

15,3 150 300 40

21,3 200 300 45

26,3 250 300 52

Potenza assorbita HP = Q (0,06 + 0,005 i + 0,006 h) vale: cemento 2,5; cacao 1,7; calce idrata 3,8. Frumento, carbone, polvere sapone 2, zucchero 3,8.

Larghezza canale
Trasportatori a canale

Potenzialit m/h con spessore strato cm 10 35 50 60 70 85 100 20 70 100 120 140 170 200 30 100 150 180 210 240 300

Peso trasporto per m 10 kg 3500 3900 4400 4600 4900 5300 per ogni m IM + kg 300 330 360 380 400 440

cm 45 60 75

Potenza necessaria HP = Q (0,0015 + 0,01 h) v = 18 m al 1

90 100 120

Trasportatori a palette

Dimensioni delle palette mm Larghezza 250 250 300 350 450


Potenza necessaria HP = Q (0,0035 + 0,01 h) v = 18 m al 1

Peso del trasporto per 10 m kg 1500 kg 1600 kg 1800 kg 2100 kg 3000 kg 3300 m in pi 100 120 140 160 220 240

Altezza 80 100 100 100 130 200

Distanza 500 500 500 500 500 500

500

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devono essere costruiti secondo i pi rigorosi concetti funzionali e pratici, cosi da garantire il migliore rendimento, ed i pi bassi costi di produzione. importantissima, in questo tipo di fabbricati, la continuit delle linee di movimento, il minimo sviluppo deiper20.00 30.00 20.00 20.00 20.00 30.00 corsi e la assenza di controcor2.50 2.50 2.50 2.50 1.00 2.50 2.50 renti. La flessibilit e l elasticit Fig. 10 - Attrezzatura di diversi impianti di gru per un'acciaieria distributive devono essere le loro potranno anche essere sistemate in caratteristiche fondamentali . controlli consegne sportelli controlli consegne sotterranei con ingresso ed uscita separati, con rampe di pendenza mas- Si annoverano vari tipi di disposizione sima del 12%, osservando tutte le del ciclo di lavorazione quali: norme antincendio e prevedendo, per - per stabilimenti con reparti riuniti in ogni automezzo compresi i passaggi, un solo fabbricato (v. fig. 13): 200 200 700 700 300 700 700 150 una superficie da m 2025 (fig. 12). disposizione a grande salone unico con 900 reparti paralleli; EDIFICI O REPARTI DI LAVORO a) disposizione ad anello; 240 4000 3800 b) disposizione a ventaglio; Negli edificio di reparti di lavoro si c) disposizione a ruota; reparto pile per carrelli a forchetta realizza il processo di lavorazione. Essi - per stabilimenti con reparti disposti in 300
32.50 22.50 22.50 32.50 750 1000 1250 625 875 1125
1000

22.50

1750 2000

2250 2500

3000 3500

4000 4500

5000 6000

1500

ricevimento controllo collaudo

1875
Fig. 11 - Pianta di un magazzino

2000 2125 2250

Depositi sorti e risulte-Manutenzioni-Autorimesse Parcheggi - Varie necessario prevedere un sistema di recinti coperti o scoperti per lutilizzazione dei sottoprodotti e, per lo scarico delle immondizie e risulte (ceneri, scorie) che devono essere allontanate. Limpianto industriale va munito di officine minori interne per la manutenzione e la riparazione di macchinari ed attrezzature varie, riguardanti il fun2ionamento generale del complesso. Per la manutenzione generale dei fabbricati deve essere previsto un reparto speciale (muratori, falegnami, verniciatori, ecc.). Per il parcheggio di automezzi da lavoro in sosta durante i tempi diurni di attivit si destineranno aree sufficienti (riparate anche da tettoie) ed inoltre si provveder ad autorimesse vere e proprie, se limpianto industriale ha bisogno per il suo funzionamento di automezzi propri. Occorreranno quindi, impianti per la loro manutenzione, depositi di carburante ecc. Tali autorimesse

F F

pkw (piccolo)

pkw (grande) carrelli elettrici (piccolo e grande)

2500 3000
autocarro vuoto

3500
camion pompieri

4000
autocarro carico

5000
vagone ferrioviario

6500
dimensioni per porte a tenuta di fuoco e per porte automatiche F dimensioni unificate altezza media per persone e mezzi di trasporto vagone ferr. con incastellatura

Fig. 12 - Dimensionamento dei passaggi per persone e veicoli dei fabbricati industriali

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ingresso, controlli, spogliatoi, reparti di lavoro, mensa, soggiorno, reparti di lavoro, spogliatoi, uscita. Tali percorsi devono essere rapidi, facili e svolgersi con un ritmo ordinato. Allinterno dei reparti di lavoro, devono essere messi a disposizione delloperaio, tutti i mezzi che gli facilitano al massimo la sua applicazione di lavoro e gli evitano movimenti inutili e faticosi, che provoPercorso del materiale. - Per la produ- cano ritardi nel ritmo lavorativo. zione, il percorso il seguente: magaz- Sovraccarichi. - I minimi sovraccarichi zino delle materie prime, reparti di la- di 500 Kg/m sono sufficienti solavorazione. magazzini dei manufatti o mente negli stabilimenti per lavoradel prodotto finito, locali per imballag- zioni leggere. Per lavorazioni pi pegio e spedizione. santi, si richiedono sovraccarichi proPercorsi delle persone. - interessante porzionalmente maggiori. tenere in considerazione i percorsi, in una giornata di lavoro tipo, degli ope- Sovraccarichi orientativi: rai: deposito parcheggio mezzi di tra- Lavori leggeri: piano terra kg/m kg/ sporto (che pu essere dopo lingresso) m 500750

fabbricati separati: a) disposizione a schiera; b) disposizione a doppia schiena; c) disposizione ad anello; d) disposizione a raggera. Per i capi operai ed i sorveglianti, si installano, nei reparti di lavoro, delle cabine sopraelevate in vetro (da m 0,251,20 da terra).

Lavori semi-pesanti: piano terra kg/m 2000; piani superiori kg/m 10001500 Lavori pesanti: piano terra kg/m 4000; piani superiori kg/m 15003000 Per passaggi carrabili, minimo kg/m 800; Per autorimesse, kg/m 8001000 Fondazioni delle macchine. - Le oscillazioni e le vibrazioni delle piccole macchine, possono essere ridotte con ammortizzatori a molle di acciaio o con appoggi su gomma, sughero od altri materiali simili. Le macchine pesanti saranno provviste di fondazioni indipendenti, isolate dal terreno e dalle fondazioni delledificio, a mezzo di intercapedini laterali.

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Larghezza m Porte per carri ferroviari Porte autotreni con carico Porte per autovetture Porte carrelli elettrici con conduttore Porte per auto piccole utilitarie Passaggi del personale verso locali secondari Passaggi del personale verso scale Larghezza per passaggio contemporaneo di pi persone 24 2,202,50 1,001,70 0,901,00 2,00 2,32 2,35 2,92 4,50 3,00 2,50 altezza m 4,80 4,00 3,00

AMPLIAMENTO REPARTO

REPARTO B

utensili o mat. aggiunte magazzino greggi magazzino prodotti manufatti materie greggie IMBALLAGGIO E SPEDIZIONE magazzino prodotti REPARTO D REPARTO C REPARTO B REPARTO A utensili di reparto o materie aggiunte

Dimensionamenti aperture, passaggi (Fig. 12)


AMPLIAMENTO

Dimensioni - altezze utili - strutture. - Per costruzioni leggere, quando i sostegni verticali non possono disturbare, gli interessi, fra gli stessi oscillano da m 55,50. La luce pi conveniente quella di m 10. Quando i sostegni possono dare ingombro, facile giungere a luci proporzionalmente maggiori, anche sino a m 50. Per evitare altezze eccessive si prevedano travi composte (a traliccio, o piene) nell'altezza dei lucernari, nelle coperture o vetrate a shed, o nelle finestre esterne. Nel prevedere gli interassi fra i pilastri, bisogna tener conto della posizione reciproca delle macchine, dei passaggi per i loro rifornimenti e del raggio minimo per la manovra dei veicoli. Per i carrelli si preveda un'altezza utile di m 3 circa, ed un raggio di curva interno minimo da m 1,62,90, con un raggio di cura esterno minino da m 2,505,40. L'altezza dei capannoni, sopra le vie di corsa, dipende dalle dimensioni delle gru, dalla loro portata; altezza libera al disopra del piano del ferro comporter da m 1,603,40. Per gli interassi fra i pilastri si usa assumere il modulo base di m 2,50 con i suoi multipli di m 57,5010; in qualche caso la met di m 2,50 ossia m 1,25, ed i multipli di esso, sino a m 10. Superiori a m 10 si consigliano le seguenti misure di: m 12,50-15-2025-30 ecc.

magazzino delle materie prime Fig. 13 - Esempi di distribuzione di cicli di lavorazione

CRITERI PER LA SCELTA DEL TIPO DI COSTRUZIONE DA ADOTTARE Essenzialmente, limpianto industriale pu essere concepito in due tipi di distribuzione; orizzontale overticale, oppure nei due tipi combinati. Limpianto industriale con distribuzione orizzontale, od estensiva, da preferirsi nei seguenti casi: a) quando gli impianti possano essere soggetti ad esplosioni o comportino lavorazioni facilmente infiammabili; b) quando durante la lavorazione si producano polveri, fumi, scosse, che influirebbero negativamente su reparti collocati superiormente (in verticale); c) quando siano adibiti a lavorazioni di materiali pesanti e di dimensioni ingombranti. preferibile l'impianto industriale con distribuzione verticale, o intensiva, nei seguenti casi: a) quando esso debba essere impiegato in lavorazioni leggere, poco vibranti e poco rumorose:

b) quando sia necessario immagazzinare merci e materiali leggeri. Gli impianti orizzontali possono essere costruiti in forma chiusa (quando tutto il ciclo di lavorazione pu svolgersi sotto un'unica copertura) o in forma aperto (quando i vari fabbricati vengono disposti secondo le esigenze dello schema di lavoro). Gli impianti orizzontali, inoltre, sono pi facilmente adattabili a schemi di lavorazione che possano venire modificati e ampliati nel tempo. Gli impianti verticali, essendo gi costruttivamente legati da vincoli, sono adatti a cicli di lavorazione stabili che non debbano subire sostanziali cambiamenti. Dati e considerazioni econo economimiche. - Confronto economico fra la soluzione estensiva (orizzontale) e quella intensiva (verticale) di uno stabilimento industriale. Per quanto riguarda il costo della costruzione nei due casi, esso notevolmente influenzato dal costo del terreno e da quello degli impianti. EDIFICI AD UN PIANO

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Pregi e difetti. - Le costruzioni ad un piano consentono ampie superfici di lavoro, con altezza ridotta, potendo evitare grandi sistemazioni di gru; si adattano facilmente al diagramma di lavoro previsto linearmente (es.: situando in testa il magazzino delle materie prime, indi i vari reparti di lavoro, in ultimo il magazzino del prodotto finito). La disposizione presenta il vantaggio di essere semplice, facilmente controllabile, offre una riduzione di trasporti e superfici di lavoro ampie e ben illuminate. Inoltre, gli edifici ad un piano comportano un minor costo di costruzione, una buona sorveglianza, meno incidenti e sistemi semplici per le fondazioni. Gli edifici ad un piano sono adatti per industrie di grandi dimensioni, per quelle con impiego di materiale pesante, con forti carichi e vibrazioni. Esempi tipici di costruzioni industriali ad un piano: - fabbriche per tessili; - fabbriche di cavi; - fabbriche di automobili; - fabbriche di macchine; - tipografie. I difetti della distribuzione ad un piano sono: vasta superfici che non sempre offrano utilizzazioni razionali (disposizione dei macchinari di vari dimensioni), ampia superficie di copertura che pregiudica sensibilmente la tenuta del calore, con conseguente aumento delle spese di riscaldamento e notevole spese di manutenzione. Occorre che le coperture, anche se non molto estese siano provviste di aperture e di riscaldatori daria. Dimensionamenti - Laltezza da assegnare agli edifici orizzontali, o ad un piano, dipende : 1) dalla natura dei mezzi di lavoro usati; 2) dalla possibilit di illuminazione laterale; 3) dalla utilit di riscaldare una maggiore o minore cubatura. Per prima condizione, occorre conoscere laltezza libera necessaria per il montaggio e lo smontaggio delle macchine, che uguale allingombro doppio della sua altezza. Se ledificio deve essere servito da una gru a ponte, necessario, per fissare laltezza utile, conoscere laltezza del carro ponte e la massima altezza alla quale deve essere sollevato il gancio per traslazione delle macchine. Criteri costruttivi - strutture. - Le costruzioni ad un piano ricevono la loro impronta dalla conformazione della copertura, di conseguenza le pareti esterne laterali hanno un modesto ruolo. La conformazione della copertura a shed (tetto a forma di sega con lucernari) costruzione una caratteristicafondamentale che consente: distribuzione della luce dallalto, aperture rivolte a Nord, breve tempo di costruzione,limitato peso, facili demolizioni e ricostruzioni. Lossatura pu essere standardizzata ed eseguita in cemento armato ed in struttura mista; in solo cemento armato; in ferro; in ferro e cemento armato; in strutture prefabbricate.

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l vantaggi di tali ossature sono. soprattutto. la grande sicurezza contro gli incendi e la rapidit di costruzione. Illuminazione naturale e coperture - Per una buona illuminazione naturale, si consiglia di attenersi ai limiti in lux delle sperimentate condizioni ottime (A), discrete (B) e mediocri (C), relative ad ambienti di lavoro, qui di seguito riportate:
C
Lavorazioni grossolane lux Lavorazioni medie Lavorazioni fini Locali di passaggio Uffici amministrativi'' Uffici tecnici e laboratori '' '' '' 4050 6075 1520 4050 4050 100300 2540 50100 100150 '' 2025 4050 75

Magazzini e depositi
C Merci grosse lux Merci grosse lux Merci piccole lux Spedizione merci lux 20 20 20 15 B 30 50 50
2030

2040 4060 6075 4050

B
2530

A
40,00

15

Lo schema triangolare semplice pu completarsi con l'inserzione di una capriata diritta o rovescia. La copertura a lucernario si presta ad essere collocata su superfici piane od inclinate ed indipendentemente dall'orientamento, diffonde la luce in modo uniforme e senza ombre sensibili. EDIFICI A PI PIANI Pregi e difetti. - Le costruzioni a pi piani consentono: minor superficie coperta, percorsi pi brevi minor sviluppo delle tubazioni, ridotte e di manutenzione. Gli edifici a pi piani sono adatti per lavorazioni leggere, per lavorazioni in verticale (dall'alto al basso) e per depositi speciali. Gli svantaggi sono: minor possibilit

di sorveglianza maggior pericolo di incidenti e danni (incendi, scoppi, ecc.) illuminazione meno uniforme, perdita di superfici per scale, impiego di montacarichi, trasportatori ed attrezzature antincendio. Dalle suddette considerazioni si pu dedurre che, in molti impianti industriali, conveniente applicare il tipo misto o combinato, cio unendo un corpo di fabbrica a pi piani con uno ad un solo piano, per sistemare nel primo le lavorazioni leggere e neI secondo quelle pesanti. Orientamento e dimensionamento. - Orientamento con asse longitudinale a Nord-Est, con aperture su una sola fronte: orientamento Est-Ovest con aperture a Nord ed a Sud. l dimensionamenti di massima, per la larghezza del corpo di fabbrica. sono: - per ambienti alti m 3 circa, larghezza m 12 + m 1,753 per passaggio = m 13,7515, (copertura senza appoggi intermedi); - per ambienti alti m 4 circa, larghezza m 1517,50 (con uno o due ordini di appoggi intermedi); - per ambienti alti m 5 circa, si avr una larghezza m 2022 (meglio coli due file di appoggi). Qualunque punto del piano tipo non deve essere ad una distanza lineare maggiore di m 30 dal vano scala. Scale. - Larghezza minima m 1,30 con rampe di non pi di 15 gradini ed alzate da cm 1518. Larghezza dei pianerottoli; uguale o maggiore di quella delle rampe. Le scale devono essere a tenuta di fumo. Se pi larghe di m1,50, debbono avere doppio corrimano. Sistemi costruttivi. - Ossatura metallica con rivestimento interno incombustibile oppure in cemento armato e murature. La Costruzione con strutture metalliche pi veloce, meno ingombrante, indipendente dalle condizioni metereologiche, in quanto si pu preparare fuori dal cantiere (prefabbricazione). Illuminazione naturale laceralo e coperture. - Le finestre devono essere alte fino al soffitto e per tutta la larghezza, tra i pilastri; con parapetti da m 0,801.00 (nei locali per magazzini

10 30 30

La pi semplice copertura illuminante per edifici ad un piano quella a shed, con la parte vetrata orientata a Nord (tollerato il Nord-Est ed il Nord-Ovest (v. fig. 14).
1,55 2,00 7,00 7,20 7,00

3,00 7,20 4,50 7,00 16,35

20,8%

18,4%

12,3%

13,4%

32%

17%

2,80 90 7,00 7,00 12,00 7,00 12,00 7,00

12,4%

22%

31% 11,4%

23,5% 21,2%

25,4%

13,4%

25%

21,6%

29%

5,00 3,00 13,10

7,00 7,00

10.00 25,00

5,00

10,00 25,00

19% 21,2% 24% 18,4% 9,5% 5,5%

19%

Fig. 14 Vari tipi di coperture di edifici ad un piano I diagrammi sottostanti le sezioni, danno i valori di illuminazione ottenuti sul piano di lavoro, inn percentuale della luminosti esterna.

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m 1,503). La superficie delle finestre deve essere da 1/51/2 della superficie del pavimento. La copertura pi comune quella con tetto a falde simmetriche e per realizzarla si impiegano incavallature appoggiate a pilastri o telai. Si usano anche coperture a volta, leggere e ribassate, le volte autoportanti o ad elementi nervati resistenti; coperture piane o gambe appoggiate su travi precompresse. Strutture affidate ad elementi sollecitati a pressione, rese possibili dall'avvento di nuovi materiali plastici ad elevata resistenza e dall'uso di elementi precompressi, strutture dette vele appese... PROVVIDENZE ASSISTENZIALI, SOCIALI, IGIENICHE La legislazione vigente prevede che ogni impianto industriale sia corredato da un complesso di previdenze per migliorare le condizioni morali edigieniche in cui si svolge l'opera dei suoi lavoratori (v. fig. 15). Pertanto si richiede che gli industriali debbano comprendere: Mense. - Se l'operaio porta con s la refezione, ci deve essere un locale per consumarla, fornito di scalda vivande: se la refezione offerta dallo stabilimento, occorre un complesso impianto di cucina (adeguato al numero di operai) con sale di refezione con tavoli, da 4-6-8 posti, distribuiti e distanziati in relazione al tipo di servizio che si intente attuare. Per lorganizzazione di una mensa aziendale molto pratico il sistema self-service. (v. figg. 1617). Spaccio viveri. - Deve essere previsto per facilitare gli operai nell'acquisto di derrate alimentari; pu servire da luogo di ristoro durane la pausa del lavoro. Sale di soggiorno e ritrovo. - Attrezzate per accogliere gli operai durante le riunioni di fabbrica, (conferenze, elezioni interne. ecc.): possono essere collegate con la mensa aziendale e servire da luoghi di svago. Infermeria - pronto soccorso. Occorre un locale di circa m 10 fornito di armadio farmaceutico, lettino. barella. lavabo e proprio servizio igienico (prevedere le possibilit di avere un'autolettiga a disposizione se l'industria lontana dal centro abitato). Ambulatorio per cure. - necessario per lassistenza medica agli operai ed composto da sala visita, sala di attesa, spogliatoi (divisi per due sessi), sala schedari. Questo piccolo complesso va collocato in vicinanza degli ingressi degli operai, in zona tranquilla e riservata. bene provvedere pure ad una sala raggi a scopo diagnostico. Pu servire anche per le visite di assunzione del personale. Dispensario medicine. - Locale da prevedere vicino all'ambulatorio, per la distribuzione di preparati farmaceutici. Maternit. - Dove le maestranze femminili sono in numero preponderante. per l'assistenza alle madri nel periodo della gestazione e del puerperio, si disporr di apposito ambulatorio. Tale locale potra essere collocato vicino allasilo nido. Asilo nido. - Piccolo complesso che ospita bambini delle operaie, siano essi divezzi (fino a tre anni) lattanti, tale complesso dovr ospitare non pi di 75 bambini (25 lattanti, 50 divezzi) ed avere tutti i servizi necessari di un asilo nido; si preveda una sala confortevole per l'allattamento dove le madri possano recarsi durante le ore di lavoro. Va collocato in area apportata possibilmente non disturbata dal funzionamento dell'industria. Visita medica - assunzione mano d'opera. - Pu usufruirsi dell'ambulatorio per cure, opportunamente attrezzato. Gruppo paghe. - Locale o locali dove gli operai si recano a ritirare la loro paga; deve avere entrata e uscita indipendente, con percorso diretto dai reparti di lavoro ed ampia disponibilit per un veloce svolgimento delle operazioni di distribuzione. Serve anche per consulenza sindacale.

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Molti complessi industriali dispongono anche di proprie biblioteche con sale di lettura, di scuole di avviamento e di perfezionamento professionale, offrendo ai loro dipendenti un vasto campo di assistenza spirituale e sociale. Nei grandi impianti industriali, siprevedono per l'assistenza fisica, campisportivi con tutte le attrezzature adeguate. (v. fig. 18). ILLUMINAZIONE ARTIFICIALE Per un'idonea illuminazione artificiale, necessario un profondo studio delle condizioni in cui si svolge il lavoro, della sua natura, delle condizioni del campo visivo. Per una buona visione occorre provvedere ad un'intensit di illuminazione, ben distribuita, che eviti ombre troppo marcate, integrando la direzione della luce generale con illuminazioni localizzate per eliminare abbagliamenti. La luce artificiale si deve adattare, specie negli spazi di lavoro, alla luce naturale del giorno, sia per qualit e colore, sia per la direzione e conseguenti ombreggiature. L'illuminazione dei padiglioni dipende dalla loro altezza. Nei padiglioni di altezze sino a m 8, sono sufficienti fonti luminose a forma di pannocchia o lampade a fluorescenza. Nei padiglioni di altezza da m 812, occorrono riflettori raggianti verso il basso a mezzo di lampade ad incandescenza ed in quelli superiori a m 12, lampade a pannocchia con riflettori a specchio. l corpi illuminanti devono essere montati sul soffitto. Un'illuminazione con lampade fluorescenti, montate a righe con riflettori, migliora la disposizione ed assicura poca ombra ai posti di lavoro. Nelle costruzioni a pi piani, si possono impiegare delle luci raggianti liberamente o semi dirette, se i soffitti e le pareti sono chiari e se non si hanno annerimenti dovuti alle lavorazioni. Nei locali con pareti e soffitti scuri ed in quelli di altezza maggiore a m 5, si devono prevedere luci dirette. A questi semplici accenni sull'illuminazione artificiale, vanno aggiunte tutte caselle nozioni, dati e prescrizioni che possono consentire l'impostazione di massima di un progetto di illuminazione. Si demanda a testi pi appropriati e pi qualificati per la conoscenza dei rendimenti delle lampade, nei loro pi svariati tipi, delle valutazioni di efficenza, di variazione della tensione prescritta e per l'invecchiamento delle lampade. AERAZIONE, RISCALDAMENTO, CONDIZIONAMENTO CONDIZIONAMENTO L'aerazione dei locali di lavoro si ottiene naturalmente attraverso finestre o sheds, la cui posizione verr studiata in modo tale da permettere un rinnovo d'aria continuo e ben distribuito. Per il benessere fisico dell'operaio bene tenere in considerazione anche la relativa percentuale di umidit dell'ambiente.

9 3 4 1 1 2 15 5 5 14 16 13 12 10 9 11 5 5 5 6 2 9 8

Fig. 15 Complesso sociale ed igienico per industria 1, pozzo di ventilazione; 2, deposito; 3, magazzini; 4, docce; 5, spogliatoi; 6, sala pranzo; 7, bar scldavivande; 8, w.c. maestranze; 9, uffici; 10, entrata uffici; 11, entrata terrazze; 12, ufficio capi operai; 13, andito; 14, entrata principale; 15, fontanelle per lavarsi; 16, ufficio paghe. 1 2 3 11 14 15 15 16 17 18 19 20 4 5

7 12

10 10

21 Fig. 17 Pianta di un complesso cucina per mensa aziendale 1, mondezzaio; 2, magazzino verdure; 3, dispensa scatolame; 4, cella frigorifera carni; 5, dispensa cuochi; 6, preparazione verdure; 7, preparazione carni; 8, retro cucina; 9, preparazione pasticceria; 10, office; 11, cella frigorifera pesci; 12, cucina; 13 deposito generale derrate; 14, caldaia; 15, lavaggio stoviglie; 16, servizio cucina; 17, saletta mensa; 18, guardaroba donne; 19, servizi donne; 20, servizi uomini; 21, sala mensa.

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300a

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EDIFICI INDUSTRIALI
Tale umidit pu avere una certa influenza anche sul materiale in lavorazione (es.: le fibre tessili sono molto sensibili alle variazioni di umidit e di temperatura dell'aria). Si ricorda che l'umidit assoluta la quantit di vapor acqueo contenuta in un metro cubo d'aria, l'umidit relativa ne esprime il grado di saturazione ad una certa temperatura. La temperatura buona, varia fra i 15 ed i 18 C, con un'umidit relativa intorno al 45 %. Oltre alla temperatura, purezza ed umidit relativa dell'aria, considerare anche la percentuale di polvere, di sostanze tossiche, di odori e di acido carbonico (che non dovrebbe superare l'uno per mille). Il riscaldamento dei locali di lavoro deve essere distribuito in modo da ottenere: - per lavori pesanti (fonderie, fucine, ecc.): 1012; - per lavori medi (torni, fresatrici, ecc.): 15: - per lavori da eseguire seduti: 18. La scelta del sistema di riscaldamento dipende da esigenze igieniche, dall'attivit industriale, dall'economia di funzionamento in stretta relazione al tipo di combustibile offerto dalla zona. Vari sono i sistemi di riscaldamento: per convezione, per induzione e per irradiamento:
22 200

a) b) c) d) e) f)

ad acqua calda; ad aria calda; a vapore a bassa pressione; elettrico; a gas; a pannelli radianti.

Il condizionamento dell'aria si ottiene mediante apparecchi ed impianti che provvedono all'aria pura per la ventilazione, al suo riscaldamento, o raffreddamento, ed alla sua esattaumidificazione. Per la distribuzione dellaria condizionata si usano condotti rettengolari o tubi a sezione circolare. Limpostazione di un impianto di condizionamento specifico compito di specialisti.

200

22 200

90

200

120

45

120

170
45

120
90

170
45 45

120
90

75
45

120 140 170


90 45

140 170

220

45

220 185 185


90 45 90 45

90 45

170
90 45 75 45

170
90 45 90 45

185
45 45 90 45

Fig. 16 Dimensionamenti per distribuzione di posti tavola in mensa aziendale

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300b

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EDIFICI INDUSTRIALI
AMBIENTAZIONE CROMATICA Il colore abitualmente accettato dal mondo industriate come semplice mezzo di finitura strutturale, divenuto un efficente fattore di miglioramento della produzione. Secondo indagini condotte recentemente, risultato che la scelta funzionale dei colori negli ambienti di lavoro ha, per i casiesaminati: 1) aumentato la produzione del 28 %; 2) migliorato l'illuminazione del 65 %; 3) diminuito il numero degli infortuni del 24 %; 4) migliorato la qualit del lavoro eseguito, del 30 %; 5) dato indicazioni favorevoli sulla riduzione della fatica visiva, del 19 %; 6) ridotto l'assenteismo nel personale occupato del 15 %; Si compreso che il colore non soltanto un elemento decorativo o un mezzo per incrementare l'illuminazione, ma un fattore attivo nell'azione psicologica, fisica e fisiologica. Il sistema di utilizzazione del colore e del suo valore attrattivo, sar pi razionale quando: a) ridurr il pericolo d'infortunio, migliorer la sicurezza e render pi evidenti le installazioni di pronto soccorso; b) migliorer le condizioni di visibilit e ridurr la fatica fisica; c) dar un'atmosfera piacevole agli ambienti di lavoro creando un ambiente accogliente e sereno. Si miglioreranno le condizioni sanitarie (iIluminazione pi appropriata e naturale), si terr in considerazione la preferenza del personale per certe tinte. Si addolcir l'illuminazione nei locali di riposo, con tinte pi smorzate. Si dovr evitare ogni possibile abbagliamento e contrasto di luminosit tra l'oggetto in corso di lavorazione el'ambiente circostante. Si impiegheranno tinte che aiuteranno le impressioni stereoscopiche. L'azione psicologica del colore si sfrutta per: a) diminuire l'effetto dei pesi e del volumi; b) cambiare le apparenti proporzioni fisiche di una superficie (soffitti, tubazioni, travature, ecc., e) cambiare l'apparente temperatura di un ambiente di lavoro. Le azioni Fisiche e Fisiologiche del colore si utilizzano con l'impiego del colore riferito al suo tono caldo o freddo, per: a) ridurre lo sforzo oculare; b) creare ordine nell'ambiente; c) eliminare eventuali pericoli di infortunio; d) diminuire il costo dell'illuminazione a parit di rendimento. L'ampiezza dei movimenti della pupilla in funzione diretta del contrasto tra i due colori; se tal contrasto troppo marcato, i muscoli oculari s affaticano e ne consegue un rallentamento nel lavoro. Per migliorare te condizioni di visibilit, necessario: a) porre la sorgente luminosa in modo che no rimanga nel campo visuale; b) ridurre la sua luminosit; c) aumentare la luminosit di fondo o dei dintorno della sorgente. Per ottenere la visibilit nel caso di un lavoro industriale, preferibile avere un contrasto di tinte piuttosto che un contrasto di luminosit. Il sistema neurovegetativo riceve, dal colore, degli impulsi che la scienza definisce come processi fisiologici e psicologici. l colori contenenti una predominanza di rosso di arancione, sono caldi; quelli derivanti dal blu, sono freddi; i primi appaiono pi vicini, i secondi pi lontani della loro distanza reale dall'occhio. Con l'accorto impiego del colore, si possono creare illusioni di temperatura: si possono mutare i giudizi relativi alla lunghezza, al tempo, al pesa. Rosso: aumenta la tensione muscolare, la pressione sanguigna ed il ritmo respiratorio, agisce come stimolante: risveglia impressioni di calore. Arancione: colore eccitante; accelera le pulsazioni senza aumento della pressione sanguigna: azione stimolante solo emotiva. Giallo: ridente e caldo; stimola l'attivit senza eccitare; valorizza la luce ed indicato dove si richiede un ritmo celere di lavoro. Verde: suggerisce calma e riposo, favorisce il raccoglimento e l'attenzione; nelle gradazioni verde-blu e giallo-verde, pi fresco e pi caldo della tinta base. Blu: colore freddo, desiderabile dove le temperature sono alte; abbassa la tensione muscolare e la pressione sanguigna, calma e diminuisce il ritmo respiratorio; nelle tonalit chiare d maggiore serenit, i suoi toni scuri sono deprimenti. Viola: colore deprimente; toglie energia, induce alla tristezza; non deve comparire mai sulle superfici viste da chi lavora. Bianco: d senso di pulizia, ordine, disciplina, ma anche freddezza e monotonia; un errore usarlo da solo su vaste superfici. Nero: assenza di ogni colore; deprimente come il viola. Grigio: monotono, da preferire le tonalit chiare, in ambienti gi rallegrati, da altri colori; se usato su grandi superfici. va associato al giallo. Impiego del colore su pareti, pavimenti e soffitti. Le pareti ed i soffitti dovranno avere un debole contrasto luminoso con le macchine. conveniente usare sempre tinte chiare.

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301a

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EDIFICI INDUSTRIALI
Se il materiale lavorato a tinte vivaci (es. rosso) per il fenomeno della percezione dei colori complementari, si avr l'impressione di vedere (ed in realt si vede) delle macchie verdi: si eliminer il fenomeno dando una tinta verde alla parete. Quando il materiale lavorato multicolore, l'ideale per le pareti sar il grigio. Dove la temperatura alta, si dar alle pareti colore fresco (azzurro molto chiaro e verdino) mentre si preferiscono colori caldi per locali a bassa temperatura. Per ampliare la visione di un ambiente di lavoro si useranno i colori: turchese pallido, acqua marina, verde foglia. Per restringerlo, usare, ad esempio l'arancione bruciato. Per allontanare i soffitti ingombri (cavi, tubi, travature), dare tinte omogenee sull'azzurro o verde pallido. Sui pavimenti, colorare percorsi e zone di transito nell'interno delle officine, come pure necessario accentuare ingombri, carrelli, scale e mezzi di trasporto con colori allarme di forte visibilit. Codice dei colori di sicurezza. - Problema attualmente allo studio con il fine di giungere ad un codice unificato internazionale. I sottosegnati colori indicano: rosso: segnalazione e apparecchiature antincendio, segnali di arresto; giallo: attenzione: apparecchiature in movimento, pericoli di inciampo; verde: attrezzature di sicurezza, pronto soccorso; blu: precauzione, fuori servizio; bianco e nero: per contrasto, da usare per la migliore visibilit di altri colori, aree di deposito. Codice dei colori per l'identificazione delle tubazioni destinate al trasporto dei fluidi Le tubazioni e condutture, colorate nello stesso colore della parete o soffitto di fondo, onde mimetizzarle, porteranno anelli colorati nelle seguenti tinte di identificazione, in relazione al fluido che contengono: verde: acqua; rosso: vapore; azzurro: aria; giallo: gas; viola: acidi e basi;

10

11

12 13

9 1 2 5 4 8

14 15 16 17

Fig. 18 - Planimetria di un complesso sociale per grande azienda industriale

1, posto controllo passaggio veicoli ed auto; 2, bilancia a bilico; 3, portone, sala daspetto e informazioni; 4, passaggio coperto; 5, locali sanitari; 6, ingresso dello spaccio; 7, focali di toilette e di riunioni; 8, teatro; 9, mensa; 10, guardaroba; 11, cucina; 12, amministrazione; 13, mensa per dirigenti; 14, vivaio; 15, tappeti verdi; 16, pallacanestro; 17, tennis.

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UFFICI
DATI DI INGOMBRO
Unificazione. - Una pi facile soluzione di tutti i problemi dell'organizzazione aziendale e quindi una maggiore riduzione dei costi stata resa possibile mediante l'adozione di stampati unificati. Esistono norme internazionali sulle dimensioni della carta, adottate da tutti i Paesi che usano il sistema metrico decimale, la serie 1950 fondamentale di tale formato universale (D-UNI), che si chiama serie A, quella 1054 impiegata per prodotti cartotecnici (lettere, carta di ufficio, stampa, riviste, pubblicazioni e disegni). Base di tale serie un rettangolo di m 1 di superficie (mm 841 x 1000 450 1000 450 1189). Dimezzando parallelamente al lato minore di tale formato si ottengono successivamente i formati A1, A2, A3, A4, A5, A6, A7... Il rapporto fra altezza e Armadi metallici ad ante rientranti A, armadio ridotto. Dimensioni interne utili; larghezza di tali rettangoli costante (V2 = 1,41). Vi sono inoltre due serie H = mm 900; L = mm 800; I = mm 430; complementari B e C per elementi cartotecnici destinati a contenere le carte della serie kg 60 A (e cio buste, cartelle, raccoglitori, ecc.). L'acclusa tabella mostra i formati della serie B, armadio normale. Dimensioni interne A. l prodotti Olivetti ynthesis tengono presenti tutte le possibilit dei formati unificati utili; H = mm 1750; L = mm 800; I = mm 430 , per quanto riguarda le dimensioni delle schede, delle cartelle, degli archivi. kg 105
Serie fondamentali A A3 Serie fondamentali B C B4 C4 A4 B5 C5 A5 B6 C6 A6 B7 C7 A7
A4 A3

Dimensioni dei formati mm 297 x 420 250 x 353 229 x 334 210 x 297 176 x 250 162 x 229 148 x 210 125 x 176 114 x 162 105 x 148 88 x 125 81x 114 74 x 105
370 283 223

540

380 223 Tipo A 223

220
1 2

540

380 283 Tipo B 283

h 220
5 4

540

460 370 370

380

A6 A7

A5

Tipo B Schedari orizzontali (visibili) per servizi anagrafici. Profondit mm 610.

Scaffalatura metallica per archivio h, m 2 2,50 3,00; b, m 1 standard; c, variabile a richiesta. 1, bulloni cadmiati; 2, portaetichette; 3, traversini; 4, piani; 5, montanti con pedino brunito per appoggio terra.

700 700 223 283 700 370 620 600 900 640

Supporti muniti di rotelle (2 posteriori) I due anteriori fissi evitano scorrimenti involontari.

Supporto metallici. Tavoli d'appoggio I tavoli sostengono ciascuno pi schedari affiancati e sovrapposti. Tre piedi fissi. Il quarto regolabile in altezza. 1140

700 1140

700

428 728

750 428 542 A B 750


330

700 650 620

1140

Schedario archivio A, accoppiati sovrapposti; B, accoppiati, Particolarmente adatti a servizi bancari, come sevizio informazioni, titoli e posizioni.

Banchi per schedari orizzontali Sostegno pi schedari affiancati e sovrapposti. Muniti di due cassetti per la raccolta di schede eliminate.

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302a

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UFFICI
DATI DI INGOMBRO
4-A4 4-B4 5LL 6-A5 8-A6 8-A7 3-A4 3-B4 3LL 4-A5 6-A6 6-A7 780 420 420 420 480 540 540 420 540 serie H = 1360 480 540 540 420 540 480 420 480 540 420 540
s2-A4s s2-B4s 2-A4 2-B4 3-A5 4-A6 4-A7

1360

1054

serie H = 780 (gi 800)

serie H = 1054 Classificatori verticali Synthesis. Profondit utile mm 620.

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UFFICI
MODULAZIONE

165 105 65 42,5 85 47,5 65 50

165 105 85 60 A 78 70

156 78 40

156 60 60 B 50

150 20 75 55 C

Dimensioni di ingombro del posto di lavoro A, secondo in Time Saver Standard (USA); B, secondo il Neufert (Germania); C, secondo il Plaining The Architect's Handbook (G.B.) 156 78 A A B A A' A+A' Posto di lavoro con mobiletto sussudiario

A, il piano sussudiario non eccede l'ingombro della sedia; B, l'ingombro aumenta. Rappresentato da: mobiletoo per macchina da scrivere: tavolino per calcolatrice: schedario o classificatore

60 100 50 75 165 C A 121 156

40 78 78 40 B 75+76 130+140 90+95 80+90 110+120 B C D

120 47,5 104 D Scrivanie affiancate A

Distanza fra un posto di lavoro ed il successivo con disposizione testa contro schiena. A, Timer Saver Standard; B, Planing; C, Neufert; D, Rulfberg.

42 Dimensioni supporto macchina da scrivere A, Lips Vago; B, Synthesis C, Herman Miller; D, Trau.

108 75 75

103 75 75

78

139

78

108 75 75

150

150

parete A B

parete

Distanza fra i posti di lavoro con scrivania combacianti e disposizione affiancata A, sedie sfalsate, senza corsia (Neufert); B, con corsia (Neufert); C, con corsia (Planning).

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303a

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UFFICI
MODULAZIONE

148 78 190+200 110 120 92 40 78 210 78 148 40

210 I

210 II

210 III IV
A B C Valori modulari A, modulo 190200, concentrazione del personale media, buona illuminazione; B, modulo 210, concentrazione del personale minima, grado elevato di attrezzatura tecnica; C, modulo 148, concentrazione del personale massima, luce difettosa per met delle scrivanie

Schemi di utilizzazione per salette di ricevimento, modulo 210 Il dimensionamento trasversale deriva da una somma di parametri:
I, corsi afra la parete finestrata ed il margine esterno dei posti di lavoro;

II, posti di lavoro singolo o pi frequentemente associati; III, corsia tra il margine interno dei posti di lavoro ed il corridoio; IV, armadiatura, qualora esista.

VALORI DEI PARAMETRI RIGUARDANTI LA MODUAZIONE TRASVERSALE ED INSERIMENTO DI DIVERSE ASSOCIAZIONI DI POSTI DI LAVORO
312

156 A

195 B

A 312

B 55

312

90 150

45 60

Posti di lavoro doppi

Posti di lavoro unitari 432

468

40 55

432

90 150

45 60

42 A A A/2

40 55

468

90 150

45 60

40 55

390

90 150

45 60

390

585
40 55 585 90 150 45 60

B
In tali dimensioni si rileva successivamente: lo spazio compreso tra il bordo della scrivania esterna e la finestratura per la pulizia o l'apertura dei serramenti, le dimensioni delle scrivanie secondo il numero, la corsia d'arroccamento ai posti di lavoro e di accesso agli armadi (quando esistono) e le dimensioni di essi in profondit

Posti di lavoro multipli con diverse combinazioni

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303b

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UFFICI
UNIT DI LAVORO
Un modulo che varia da m 0,95 a 1,05 consente ogni possibile utilizzazione dello spazio di lavoro. In conseguenza a ci ed alla sua buona utilizzazione il corridoio potr essere di m 2,00 2.10. riconosciuta la maggiore funzionalit della struttura in ferro rispetto a quella in calcestruzzo soprattutto per quanto riguarda il suo inserimento nella modulazione di facciata. In questo senso sono stati progettati ultimamente in Italia palazzi per uffici come quello riprodotto in basso con struttura con prevalenza del ferro sul calcestruzzo ed altri in cui la struttura totalmente in ferro. Dati per l'installazione di macchine elettroniche per ufficio 1 - Distribuzione opportuna delle macchine stesse. 2 - Sufficiente illuminazione ed aerazione. 3 - Presa per il cavo di alimentazione perciascuna macchina. 4 - Congrua resistenza dei solai ai carichi.

195

195

195

532 42 70 72

204 1660 72

532 70 66

Tipo di ufficio collettivo e studio. (Pal. Direz. Gen. Oliveti). Soluzione a carpo triplo di palazzo per uffici con utilizzazione dello spazio tra corridoio e unit di lavoro mediante armadi archivio. A un modulo di campata nel corpo centrale equivalgono 4 moduli della struttura in facciata, che danno la possibilit di formare uffici minimi di m 3,82; con aggiunta di uno o pi moduli di m 1,95 possibile ottenere uffici collettivi sempre pi estesi. Le tramezze mobili garantiscono un buon isolamento acustico; esse sono realizzate con profilati di alluminio e vengono montate senza necessit di incastro n a soffitto n a pavimento, ma soltanto mediante pressione esercitata sui piani orizzontali.

55

Un minimo impianto del tipo detto tradizionale ovvero aschede perforate composto da: perforatrice (dimensioni cm 79 x 71) con ingombro d'uso di m 1,85 x 2,20, pi una selezionatrice (cm 155 x 41) con ingombro d'uso di m 2,95 x 1,50 ed una tabulatrice. Per impianti di maggiore mole prettamente elettronicibisogna affrontare il problema distributivo caso per caso, data la grande variet di macchine prodotte e date in uso dalle principali case produttrici (es. IBM Italia possiede 45modelli diversi per diverse composizioni).
Gruppo Modulo m 1,22 Applicazione ONU (New York) e ALCOA (Davenport) Lever House (New York) Ford: Seagram Building (New York) General Motors BASF (Ludwigschafen); Alluminio Svizzero SATRA (Connecticut) Galfa (Milano) e INA (Parma) Pirelli (Milano); Municipio (Rodevre); Siemens (Milano)

500

lambada incassonata

10 100 1290 100 10 100 100 100 100 100 35

canale di distribuzione sotto pavimento

cassette d' utilizzazione 70 100

II

1,42 1,58

140

III

1,75 1,85

mobile condizionatare sotto finestra 115 115 115 115 115 115 115 2 MOD=230 3 MOD=345 reticolo 4 MOD=460 modulare 5 MOD=575 pavimentazione del soffitto fonoassorbenti

IV

0,75 0,80

0,95 1,02

Ufficio collettivo ed uffici singoli A, pianta; B, sezione; C, dettaglio della struttura portante e della distribuzione dei cavi di forza motrice, telefoni, segnalazioni 1, 2, 3, 4, 5, montaggio scatola comunicazioni comprensiva di presa elettrica (forza). Soluzionne a corpo semplice con struttura in calcestruzzo armato da putrella. Massima elasticit delle zone lavoro mediante spostamento delle pareti mobili. Il condizionamento risolto con linserimento di condizionatori sotto ciascuna finestra, evitando canalizzazioni. Notare lalimentazione elettrica sotto pavimento che corre parallela a cavi telefonici e di segnalazioni. Due tavoli da lavoro occupano 3 moduli.

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304a

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UFFICI
UNIT DI LAVORO
28 5 12 10 3 20 pannelli fonoassorbenti lampada riempimento betoncino leggero pavimento

320 trave maestra trave secondaria solaio in lamiera di accaio mobile condizionatore B C

1 2 3

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304b

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UFFICI
ARREDAMENTO
VARIE SOLUZIONI DI ARREDAMENTO 50 5 70 5 90

50

50 150

130

40

70

70

70

sedia comune

sedia girevole

sedia girevole e scorrevole

Da considerazioni fatte su dati statistici risulta che la dimensione modulare migliore per i palazzi per ufficio compresa tra m 0,75 e 1,05 permettendo essatriplicata la composizione della migliore cellula unitaria, offrendo nel contempo lapossibilit di un migliore sfruttamento dello spazio per ambienti di lavoro collettivo. Le soluzioni di arredamento che seguono prescindono da un eventuale inserimento modulato ma offrono i minimi optimum delle varie funzioni.

55 75 70 scrivanie singole 80 75 scrivania con schedario alla spalle scrivania a schedario 95 50 85 scrivanie affiancate in, pi righe con passaggio alla spalle

100 90 scrivanie affiancate con schedario alla spalle

105 scrivanie affiancate con sedia sfalsate

145 scrivanie affiancate con sedie su stessa fila esempio di disposizione quando la struttura portante interna

140

80 60

115 175

60 62

120

80 40 scaffali accoppiati con passaggi interni

registratori con passaggi intermedi

registratori accoppiati con passaggi intermedi

Organizzazione dell'archivio Carte d'uso immediato, incorporato nei mobili del posto di lavoro: max m 0,10 per persona. Carte d'uso facilmente accessibile, nel locale stesso di lavoro ma raccolto in mobili tra lo stesso ed il corridoio, distinto a ciascun impiegato. Archivio vivo, centralizzato, facilmente accessibile, pu essere comunque suddiviso a seconda delle funzioni senza grandi svantaggi. Pu essere privo di aria e di luce, va protetto dalla polvere, umidit ed insetti. Archivio morto come il vivo.

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305

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UFFICI
EDIFICI TORRE
II problema dell'edificio a torre per uffici, affrontato anni fa e sempre in continua evoluzione, ha oggi portato a dei risultati decisamente buoni al fine di un'architettura con orientamenti non casuali, con piante senza sprechi assurdi di spazio, con effetti volumetrici decisamente riusciti, con la costruzione di unit autonome di vera architettura. La sempre pi sentita necessit di spazi liberi, per il traffico e per il posteggio, e nel contempo la indispensabilit di concentrare in determinate zone volumi imponenti da destinarsi ad uffici, stata la premessa base di questa rivoluzione progettistica che ha abbandonato l'impostazione, in tanti anni confermata, di costruzioni massicce e retoriche, allineate lungo le arterie delle citt, ripetenti i vizi occasionali delle forme pianistiche di preesistenti isolati, di tracciati urbanistici ormai superati. L'ignorare i vincoli costituitisi casualmente, che costringevano a forme viziose ed inutili, che portavano il progettista a soluzioni piantistiche difettose, per orientarsi invece verso soluzioni chiare assolutamente logiche e razionali, ha portato verso la risoluzione di uno dei pi sentiti problemi attuali: una maggiore comodit di traffico, la possibilit di sosta per gli autoveicoli ed un facile arroccamento degli edifici importanti. Le costruzioni a torre, studiate e risolte con la chiara visione di tutti i problemi urbanistici ed umani, oltre a rendere pi agevole il lavoro e ridurne il peso, rappresenta un ritorno alla vera architettura, se studiata con tutti i mezzi pi all'avanguardia nel campo della tecnica. L'accesso al fabbricato avviene attraverso uno o pi atrii, ingressi di servizio e passaggi carrai che conducono ai collegamenti verticali, meccanizzati ed alimentati da centrali indipendenti di energia. Per un buon risultato finale, l'impostazione piantistica deve basarsi sull'organigramma sempre variabile nel tempo, definendo le zone di lavoro e dei servizi. Tutte le disposizioni costruttive devono permettere la facilit di adattamento necessaria, per non perdere mai d'attualit malgrado 1'evoluzione costante dellorganismo che detta la distribuzione. La distanza tra i vari elementi del piano deve essere la minima possibile al fine di ottenere una soluzione chiara e compatta. I movimenti delle persone impongono la dimensione dei piani di lavoro e lo spazio tra pi ordini di tavoli. Importante a questo proposito lo studio accurato della modulazione della struttura che deve rispondere perfettamente alle necessit di lavoro. La costruzione si fa all'intorno dei suoi abitanti sistemati preferibilmente nelle zone vicine alla facciata, anche se l'ambiente completamente condizionato e funzionante a luce artificiale. L'illuminazione naturale molto importante e ricercata anche se a volte la si deve compensare con quella artificiale opportunamente dosata e di entit il pi possibile vicina a quella naturale. Le esigenze particolari e le abitudini locali costituiscono le premesse per uno studio di illuminazione razionale e perfettamente efficiente. L'impianto di condizionamento dovr essere studiato con particolare cura, essendo una delle caratteristiche indispensabili degli edifici di questo tipo, nonostante il notevole onere che comporta. Gli ascensori dovranno essere previsti a forte portata ed a grande velocit, in edifici di questo tipo, per sopperire alle esigenze di rapido movimento di forti concentrazioni di persone. Si devono prevedere scale di sicurezza a tenuta di fumo, facilmente accessibili comprese tra pareti resistenti agli attacchi del fuoco: si potranno prevedere anche scale esterne di sicurezza. Per ogni locale si dovr progettare un impianto di spinkeratura a comando termostatico nell'eventualit di incendi. Tutte le reti di impianti dovranno essere adeguatamente progettate, i collegamenti idrici generalmente con distribuzione a pioggia dai vari serbatoi, alimentati, da pompe, dovranno consentire una regolazione della pressione uniforme alle varie utenze.

via G. B. Pirelli

via F. Flizi

piazza IV Novembre

via Zezon piazza Duca d' Aosta via Vittor Pisani

stazione centrale A

Fig. 1 - Edificio sede PIRELLI a Milano. A, Planimetria della zona

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306a

Manuale dellArchitetto

UFFICI
EDIFICI TORRE
Gli impianti di fognatura dovranno tener conto della necessit di non gravare con forti pressioni sulle pareti di base. Ogni edificio dovr essere dotato di canne per immondizie e di appositi impianti di incenerimento in luogo. L'isolamento dai rumori, che si potr ottenere con un giusto impiego di materiali appropriati all'assorbimento, richieder uno studio particolarmente accurato al fine di proteggere gli abitanti di vari piani dai rumori esterni e dai rumori interni. Data l'elevata concentrazione di carichi alla base, le fondazioni risulteranno rilevantissime e consentiranno, con adeguato studio, lo sfruttamento di pi piani ove potranno essere riuniti le centrali degli impianti e, nelle quote pi vicine alla strada, ampi parcheggi. Condizione essenziale alla pronta riuscita tecnica ed economica dell'edificio a torre la struttura (scelta del tipo) generalmente metallica, che consenta una riduzione dei tempi di costruzione, offrendo la possibilit di procedere contemporaneamente all'elevazione della struttura e alla messa in opera degli impianti, dei rivestimenti, con la possibilit di un montaggio rapido, preciso, precedentemente organizzato. Nelle figure a lato e seguenti sono rappresentate le pi riuscite realizzazioni in questo senso, la cui conoscenza indispensabile al fine di un rapido procedere verso risultati sempre migliori. Edificio Pirelli - Sede Milano La pi recente costruzione italiana in tema di edifici a torre, questo edificio, decisamente particolare, per la concezione strutturale e la stretta funzionalit di ogni sua parte. costituito, a differenza di molte altre costruzioni del genere, da due corpi assolutamente indipendenti volumetricamente, uno sostituente motivo orizzontale, separato in tutto dall'elemento verticale destinato ad uffici. Si sono previsti accessi separati a tre livelli differenti: per i visitatori, a quota sopraelevata di un piano nella parte centrale dell'edificio; per gli impiegati a quota 0,00 nella parte della portineria, e per il servizio a quota negativa di un piano al di sotto dellingresso del personale. La struttura essenziale costituita da 4 piloni cavi alle estremit (che delimitano le zone destinate alle scale, agli ascensori di emergenza, ai condotti verticali ed alle tubazioni di condizionamento) e da 4 piloni centrali aventi tra loro una portata esterna di m 24. Questi ultimi comprendono la zona destinata agli ascensori, alle scale di normale servizio ed ai gruppi di servizio generali che risultano totalmente accentrati ai piani tipo, consentendo unassoluta flessibilit in tutte le porzioni adiacenti. La maglia modulare quadrata di cm 95 di lato ed interessa le sole zone di lavoro con esclusione dei disimpegni; differenziata in 3 settori cos da conservare l'ortogonalit con le facciate. All'esterno, la costruzione delimitata da una vetrata totale collegata alle strutture.

C Fig. 1- Edificio sede Pirelli a Milano. A, planimetria della zona; B, piano rialzato; C piano tipo.

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Edificio per uffici a Dusseldorf Costituito da struttura in acciaio, con pareti esterne in acciaio, alluminio e vetro (vetrate non apribili). Sono previsti due gruppi di ascensori, uno per i percorsi brevi, l'altro per i percorsi lunghi. Servizi, condutture ed impianti sono riuniti al centro vicino ai collegamenti verticali. Gli uffici sono distribuiti all'intorno, per una estensione in altezza di 18 piani. Sede Imperial Chemical lndustries a Melbourne La costruzione realizzata con struttura in acciaio e con elementi precompressi ignifugati. La modulazione adottata ha consentito il minimo impiego di elementi prefabbricati; solette in precompresso, pareti interne mobili, pannelli ribassati a plafone (incorporanti l'illuminazione, condizionamento ed impianti vari) con una disposizione facilmente modificabile. La distribuzione non varia a seconda dei piani; gli ascensori, le scale, i servizi, sono riuniti in due gruppi alle ali degli uffici. Sede della Badische Anilin & Soda a Ludwigshafen Costruzione di 21 piani destinata ad uffici. Al piano terra, oltre ai due ingressi controllati, alla hall, alle sale d'attesa, trovano sede i complessi degli ascensori, le scale; i servizi generali, proseguono invariati a tutti i piani dell'edificio. l pilastri, sul filo esterno delle facciate, confermano l'unit base dell'ufficio (normalmente di 2-3 interessi di m 1,85). Edificio Lever a New York Costruzione in acciaio, alluminio e vetro. Al piano terreno sono disposti: locali di soggiorno di assemblea contornati da ampi spazi liberi, piacevolmente sistemati. Al 1 e 2 piano; servizi di posta, pneumatica, la centrale I.B.M. e l'archivio, Uffici agli altri piani.

Gli ascensori, le scale, i servizi e le canalizzazioni degli impianti sono raggruppati ad un'estremit del piano tipo. Sede Nazioni Unite a New York La pianta rettangolare divisa sull'asse longitudinale da un interasse tra pilastri di m 8,53, suddivisi a loro volta in 7 intervalli modulari di m 1,22 ai quali corrispondono i montati delle finestrature. Edificio per Uffici a Denver costituito volumetricamente da due complessi, ravvicinati tra loro, che si completano valorizzandosi. Una sala desposizione, coperta a volta, costituisce ledificio pi basso, diviso dal complesso degli uffici da una specchiatura dacqua, da spazi verdi, portici, ecc. A fianco si eleva la costruzione cubica degli uffici a pianta leggermente rettangolare. Gli ascensori, le scale, i servizi generali, sono tutti raggruppati al centro del piano, consentendo una totale distribuzione di uffici lungo le facciate del complesso. Edificio ALCOA a New York La struttura portante in acciaio. Le facciate sono in acciaio, vetro ed alluminio, materiale quest'ultimo largamente impiegato anche nell'interno, ove possibile. La costruzione, destinata a uffici e magazzini, impostata con tutti i servizi arretrati in un unico grande gruppo a lato del quale si estendono gli uffici. Edificio Seagram a New York completamente modulato su maglia graduata di m 1,42. Tutte le strutture coincidono con l'intersezione del reticolo. Scale, ascensori, occupano una posizione baricentrica.

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Fig. 2 -Edificio per uffici a Dusseldorf. Piano tipo

B A Fig.3 - Sede Imperial Chemical Industries a Melbourne. A, Piano rialzato; B, piano tipo

8.63

47.11

B A 6.58 6.05 6.58 19.21 31.09 Fig.4 -Sede della Badische Anilin und Soda a Ludwigschafen. A, piano rialzato; B, piano tipo

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A
Fig. 5 -Edifici Lever a New York. A, piano rialzato; B, piano terra

Fig 6 -Sede Nazioni Unite a New York. Piano terra

Fig 8 -Edificio Alcoa a New York A, Piano rialzzato; B, piano tipo

Fig 9 -Edificio Seagram a New York Fig. 7 -Edificio per ufficio a denver. Piano tipo Piano terra

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BANCHE
FUNZIONE DELL'EDIFICIO Le funzioni di una Banca (operazioni finanziarie attive ed accessorie) sono molteplici ed esigono che per lo svolgimento di ciascuna, venga studiata una organizzazione distributiva ben definita. che permetta il rapido e comodo movimento di pubblico e di impiegati. Ogni edificio bancario deve rispondere ad esigenze di sicurezza ed aderire ad un suo specifico programma di funzionamento che il progettista, in collaborazione con il committente, deve studiare in tutti i suoi particolari (v. fig. 1). PROGRAMMA DI PROGETTO E SCHEMA DISTRIBUTIVI Dal punto di vista distributivo, necessario distinguere 4 categorie di impianti bancari, che comportano impostazioni diverse nello studio generale per un programma edilizio: a) agenzie di citt risolvono la sola azione di b) filiali contatto tra pubblico e Banca c) sedi provinciali d) sedi centrali Per tutte valgono tre necessit di sicurezza: a) contro un gruppo di pochi grassatori: b) contro operazioni di scavo e traforo prolungato; c) contro furti interni con scasso. Agenzie di citt. - Le superfici medie necessarie ed clementi essenziali al piano terreno di una importante agenzia di citt, possono prevedersi nel modo seguente: Filiali. La Filiale la sede rappresentativa principale dellIstituto bancario in centri minori, ed quasi sempre affiancata da Agenzie (v. fig. 4-5). Per una filiale posta in un cemento di 1000025000 abitanti, le superfici ed i dati sono:
a) b) c) d) e) f) g) h) superficie totale............. superficie sala pubblico... superfici uffici................. superficie direzione........ superficie cassette di sicurezza.. superfici servizi e archivi........ sportelli........................ cassette di sicurezza...... m n m 200250 3550 100120 2040 1520 3540 48 50200

a) b) c) d) e) f) g)

superficie totale............. superficie sala pubblico... superfici uffici................. superficie direzione........ superfici servizi..................... sportelli........................ cassette di sicurezza......

m 250320 70100 100120 2040 4050 n 610 5001500

Si possono aggiungere m 100150 di sotteraneo per locali corazzati e anticaveau, corridoi di ronda, locali per condizionatori, archivi (v. fig. 2).

Per un agenzia periferica i dati divengono (v. fig. 3); a) b) c) d) e) f) g) superficie totale............. superficie sala pubblico... superfici uffici................. superficie direzione........ superfici servizi..................... sportelli........................ cassette di sicurezza...... m n 120160 3040 6080 1520 10220 68 50300

Nelledificio dove ha sede una Filiale, necessario prevedere locali da abirsi a 2 alloggi per famiglie del personale trasferito dalle sede principale. Sedi provinciali. In esse il servizio di sportello non pi preminente e diviene pi importante lorganismo degli uffici sussidiari, con le loro necessit di disimpegni, locali di attesa e servizi.
Le superfici orientative ed i dati sono: a) superficie totale e del pianterreno... b) superficie sala pubblico... c) sportelli........................ d) uffici a contatto del pubblico....

CONSIGLIO D'AMMINISTRAZIONE PRESIDENZA DIREZIONE GENERALE segreteria personale ragioneria affari bancari

m n m

500700 150200 1015 250500

crediti organizzaz. specializzati ispettorato studi

provveditorato

consulenza contenzioso

ufficio copie

corriere archivio

biblioteca

vaglia assegni

revisione

tesoro DIREZIONE SEDE VICE DIREZIONE

segreteria

depositi

cassette

impieghi

corrispondenti ragioneria

cassa

person.

sviluppo

corriere

c/c c/c passivi passivi c/c passivi

c/c passivi

c/c passivi

c/c passivi

cambiali

titoli

risparmi

contab.

riscontro

DIREZIONE AGENZIA impieghi e operazioni diverse

ragioneria

depositi

cassa

contabilit

riscontro

Fig. 1 Schemi di organizzazione

A, direzione generale di banca; B, sede di banca; C, grande agenzia di

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e) uffici indipendenti dalla sala del pubblico...........................m 200 350 f) locali corazzati ed annessi in sotterranei.............................m 250 400 g) servizi ed archivi, in sotterraneo e pianterreno...................m 200 300 h) cassette di sicurezza..n 800 2000 Trattandosi quasi sempre di un edificio pluripiano, le superfici dedicate agli uffici possono essere suddivise grosso modo come segue: piano terreno.............m 600 sotterraneo................m 250 primo piano...............m 200 Nel sotterraneo si preveda almeno un ufficio, con bancone verso l'anticaveau, per il servizio cedole e per i servizi inerenti alle operazioni che si effettuano in relazione alle cassette di sicurezza. Nell'edificio vengono pure sistemati alcuni alloggi per dipendenti della Banca stessa (Direttore di Sede compreso). S e d i c e n t r a l i . - Edifici assimilabili a quelli specifici per uffici, ove si assolvono tutte le operazioni del repertorio bancario, ivi comprese quelle a contatto con il pubblico. Complessi con un massimo di articolazione e funzionalit, a pi piani, impostati con una variet distributiva conseguente ai pi disparati compiti che, in sintesi, possono cosi elencarsi: - servizio con pubblico di sportello (saloni); - installazioni sotterranee locali corazzati, per cassette sicurezza, e blindati per servizi della Banca, con uffici relativi: - gruppo della Direzione generale, con carattere di rappresentanza; - uffici amministrativi (v. fig. 1) con varie destinazioni; - uffici tecnici; - impianti tecnici di notevole entit ed importanza. Alle figg. 6-7-8 si riporta l'esempio di una ridotta sede Centrale di Banca, in quanto il testo non consente di illustrare dettagliatamente esempio di grandi Banche.

7 2 4 6 1 5 3 A 4

7 11 23 12 13 14

2 1 3 A 6

7 1 15 21 20 4 10 9 3 8 5 19 25 22 24 2 18 16 17 18

2 1 7 3 B 4 5

8 8 4 2

1 3

C 147 101 140 Fig. 4 - Filiale di banche per piccola citt (Deutsche Bank a Leverkusen - Wiesdorf) D 62 100 76 87.5 Pianta piano terra. 1, salone impiegati; 2, pubblico; 3, direttore; 4, portavoce direttore; 5, sala riunioni direzione; 6, segreteria direzione; 7, impiegati direzione; 8, anticamera direzione; 9, salotto; 10, corridoio; 11, direzione contabilit; 12, contabilit; 13, spedizioni; 14, contabilit meccanica; 15, montadenaro; 16, conta denaro; 17, capo ufficio; 18, cassa; 19, servizi; 20, cabina telefonica; 21, sgabuzzino pulizia; 22, bussola; 23, ingresso del personale; 24, scala al tesoro; 25, scala ai locali affittati.

190

160

Fig. 2- Schemi ed elementi di agenzie bancarie A, schemi di agenzie: 1, salone sportelli, porzione per il pubblico; 2, salone sportelli, porzione per impiegati; 3, ingresso per pubblico; 4, ingresso impiegati e di servizio; 5, ufficio direttore; 6, saletta di attesa o di riunione; 7, locale cassetta; 8, locale di lavoro, in tratteggio i servizi; B, schema di box chiuso e semiaperto; C, accoppiamento e sistemazione di box; D, misure di armadi corazzati ad una e due ante.

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BANCHE
22 26 26 24 16 15 salotto clienti tavoli terrazzo camera blindata locale di lavoro finetra sportello Fig. 5- Filiale di banca per piccola citt (Deutsche Bank a Leverkusen - Wiesdorf) Fig. 3- Agenzia periferica di Banca Americana (Berks Country Trust Co, a Reading, Pennsylvania U.S.A.) Pianta piano sotterraneo, 1, tesoro; 2, anticamera tesoro; 3, locali conta denaro; 4, montadenaro; 5, deposito notturno denaro; 6, archivio; 7, locale fotocopie; 8, magazzino; 9, scala al salone; 10, sala riposo, 11, cucinetta; 12, wc signore; 13, guardaroba signore; 14, sgabuzzino pulizia; 15, wc signori; 16, guardaroba signori; 17, centrale telefonica; 18, corridoio; 19, riscaldamento; 20, deposito combustibile; 21, impianti; 22, caduta ceneri; 23, centrale di ventilazione; 24, immondezzaio; 25, quadri elettrici; 26, locali affittati. 10 9 12 13 14 1 18 8 11 2 3 3 26 5 26 26 4 18 7 6 17 25 20 26 23

19 21

segret.

direttore

cedole

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BANCHE
SISTEMAZIONE URBANISTICA L'ubicazione di un edificio, bancario deve essere centrale, rispetto alla zona di affari del nucleo urbano. Una sede di Banca dovr essere sistemata nel centro economico cittadino, ove si troveranno le sedi di istituti finanziari e di societ commerciali. Le agenzie si ubicheranno nei centri di affari rionali e nelle localit speciali quali: scali ferroviari e marittimi, centri alberghieri, localit dove si svolgano affari e scambi commerciali. Un edificio bancario, comunque, sar previsto in zone ove le condizioni ambientali sono gi prospere ed avviate verso un futuro maggiore sviluppo e si inserir nell'ambiente urbano in modo da accogliere, nel modo pi conveniente, il movimento pedonale, la sosta e la circolazione dei veicoli. SCHEMI PLANIMETRICI E VOLUMETRICI La pianta di un edificio bancario si comporr con schemi aperti che consentiranno: a) massima articolazione con netta differenziazione tra salone del pubblico ed uffici; b) massima flessibilit di trasformazioni in rapporto alle variazioni funzionati; c) sviluppo in altezza dei corpi di fabbrica; d) migliori condizioni generali (igieniche, psicologiche, ecc.). L'analisi delle esigenze organizzative suggerisce degli schemi essenziali che possono essere cos composti: 1) piano terreno: accesso impiegati e di servizio accesso pubblico salone del pubblico o sala delle operazioni altre sale per operazioni e servizi relativi 2) sotterranei: tesoro della Banca tesoro delle cassette di sicurezza centrali di impianti vari depositi, magazzini, ecc. 3) piani elevati: direzione uffici servizi

Fig. 6 -Sede centrale di media banca (Banca Unione a Milano) - Pianta piano terreno

Fig. 7 -Sede centrale di media banca (Banca Unione a Milano) - Pianta piano sotterraneo

CARATTERISTICHE ED AMBIENTI DELL'EDIFICIO BANCARIO I n g r e s s i . - Mentre per i piccoli edifici bancari, pu ammettersi un unico ingresso, sia per il pubblico che per gli impiegati, per gli edifici di una certa importanza, conveniente distinguere i due ingressi. L'ingresso principale del pubblico dovr immettere, attraverso un'unica porta, in un unico vestibolo (per ragioni di sicurezza) che preceda il salone del pubblico e che comunichi direttamente con altri uffici (es. ufficio sconti) con carattere di riservatezza. Nel caso in cui alcuni piani dell'edificio siano destinati ad uffici estranei o ad abitazioni, si dovr prevedere scale ed ascensori compIetamente indipendenti e separati dal complesso bancario. Nessuna comunicazione con gli ambienti della Banca e muri divisori, particolarmente robusti, devono separarli da eventuali negozi ricavati al piano terreno

Fig. 8 -Sede centrale di media banca (Banca Unione a Milano) - Pianta primo piano

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BANCHE
dell'edificio. S a l o n e d e l p u b b l i c o - In esso si compie la maggior parte delle operazione bancarie conseguenti al contatto tra pubblico ed impiegati, che avviene attraverso un bancone dividente in due parti il salone. In genere, preferibile che tale salone sia a pianterreno e la sua ubicazione planimetrica pu determinarsi secondo i seguenti schemi (esistono esempi di saloni al l piano): 1) nel caso di edificio a pianta chiusa, nello spazio interno e preferibilmente lungo un asse di simmetria, con illuminazione ed aerazione dall'alto (salone centrale, alto due piani, con copertura a velario; soluzione tradizionale, conseguente a trasformazione di fabbricati esistenti. 2) nel caso di pianta aperta un apposito corpo, convenientemente dimensionato con illuminazione naturale da opportune finestrature. Per la disposizione del bancone (v. fig. 9) si usano tre sistemi, a golfo, a isola, a penisola: - a golfo: la pi adatta per un rapido orientamento del cliente e facilita le comunicazioni interne degli impiegati con altri locali: lo svantaggio dato dallo convergenza, al centro della sala, delle code agli sportelli. - a isola: questa soluzione rende continuo il percorso del pubblico, ma gli impiegati rimangono isolati e possono comunicare con gli altri uffici, solo attraverso scale o ascensori, posti al centro della zona, o attraverso passaggi sotterranei; - penisola: questa soluzione elimina gli inconvenienti di code, che divergono perifericamente, ma rende pi difficile l'orientamento del pubblico. - I l b a n c o n e . - Pu avere un'altezza variabile da m 1 a m 1,20 ed una larghezza variabile da m 0,75 a m 1. Nel caso di divisioni con cristalli tra pubblico ed impiegati, la larghezza a disposizione del pubblico di cm 30 ed il resto a disposizione degli impiegati. L'interasse tra gli sportelli di m 1,50 2,00, prevedendosi tra uno sportello e l'altro, un posto di lavoro. Le profondit normali e retrostanti al bancone si calcolano da m 3,50 a m 6,00 (v. fig. 10). G l i s p o r t e l l i d i c a s s a . - Devono essere isolati dal pubblico e dagli altri sportelli, per mezzo di paratie costituite da cristalli di sicurezza ed antiproiettile. Circolazione del pubblico Orizzontale, che si svolge attraverso corridoi ed ambienti di disimpegno. Verticale, attraverso scale ed ascensori, limitati a quei piani frequentati dal pubblico. l raccordi fra scale ed ascensori devono essere comodi, bene illuminati, con facili percorsi ai vari uffici. La larghezza dei corridoi non sar mai inferiore a m 2. A m b i e n t i d i s e r v i z i o . - Destinati al pubblico, devono essere accessibili direttamente dal vestibolo: a) deposito di biciclette, moto; b) telefoni; c) informazioni; d) servizi igienici distinti per uomini e donne; e) tabelle murarie per le quotazioni di borsa. C i r c o l a z i o n e d e l p e r s o n a l e . - Si svolge analogamente a quella del pubblico su percorsi orizzontali e verticali. La distinzione gerarchica, spesso fondata su esigenze di riservatezza, comporta la necessit di creare speciali ingressi e disimpegni verticali, per i dirigenti. A m b i e n t i d i l a v o r o . - Nel salone dei pubblico, l'ufficio posizione che tiene aggiornate le schede, deve essere a contatto con il controllo di cassa : Nei piani degli uffici, bene sistemare presso i direttori, quegli uffici che si occupano delle pratiche di fido. Decentrare i capi servizio presso i
impiegati pubblico

pubblico

impiegati

pubblico A impiegati B

pubblico C Fig. 9 -Schemi di disposizione del bancone nel salone del pubblico A, a golfo; B, a isola; C, a pensione.

rispettivi uffici anzich concentrarli tutti presso la direzione

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BANCHE
A PUBBLICO B 70 70 140 C 130 150 130 150

130 150130150 51 51 E 108 F 113 G 113 95 115 115 345 447 115 115 115 51

85

82 5 32

52

30

E'

F' 9 108 54 3

G'

63

113 76

10 Fig. 10 -Disposizioni e dimensionamenti di sportelli e banconi A,B,C, banconi con tavoli da tavolo disposti: A, perpendicolarmente e ad unico orientamento; B, perpendicolarmente ed affacciati in coppia; C, paralleli al bancone; D, disposizione ed inserimento di elementi tipo di bancone. Sezioni tipo di bancone; EE', con impiegato seduto e piano di lavoro a livello di quello del pubblico; FF', idem con impiegato in piedi; GG', con impiegato sduto e piano di lavoro nascosto al pubblico.

apertura buste arrivo

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dettatura dictafono minute

corrispondenza personale corrispondenza riservata

protoc. riserv.

uffici copia

protocollo arrivo archivio archivio morto

protocollo partenza

bollatura spedizione

Fig. 11- Schema movimento corrispondenza di sede centrale grande azienda ( Banca, Industria, Assicurazione, ecc.)

e riunire in grandi saloni, gli impiegati di uno stesso servizio, riservando ambienti isolati solo per i funzionari con mansioni speciali (per la sistemazione degli uffici, vedere Edifici per uffici ). Circolazione delle pratiche e della corrispondenza. - Nei grandi complessi bancari, le pratiche giacciono in archivio ed arrivano agli impiegati per scarico provvisorio. La corrispondenza proviene dall'ufficio protocollo che collegato con l'ufficio copia, l'ufficio postale e con gli archivi (archivio vivo, per le pratiche in corso, archivio morto, per le pratiche non pi di uso corrente). L'ubicazione consigliabile, per il gruppo protocollocorrispondenza, in un complesso bancario, al pianterreno (v. fig. 11). Archivi. - Gli archivi bancari si realizzano in vani alti con un'altezza corrispondente ad un multiplo di circa m 2,302,40. In tali vani vengono montate le incastellature metalliche (collegateverticalmente da proprie scalette e montacarte: orizzontalmente con corridoi larghi cm 70 per permettere il passaggio ai carrelli); per gli archivi sotterranei, importante il condizionamento con riguardo particolare al grado igroscopico dell'aria immessa.

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Generalit sugli impianti. - In un edificio bancario si deve provvedere, in modo speciale, al coordinamento di tutti gli impianti (riscaldamento, aria condizionata, illuminazione, energia elettrica, posta pneumatica, ecc.) in considerazione della particolare destinazione degli ambienti scantinati, della ispezionabilit delle tubature e degli scarichi, e di tutti i condotti, ai fini della sicurezza contro eventuali introduzioni, a scopo di furto, di ordigni o di persone. CASSETTE DI SICUREZZA E LOCALI CORAZZATI Nelle agenzie, il servizio dei cassettisti viene realizzato in locali non corazzati e la sicurezza affidata alle rispettive casseforti: Il locale cassette, di un caveau, si dimensiona per almeno 2000 cassette. Per ragioni di sorveglianza, le blocchiere di cassette devono essere poste lungo il perimetro del locale: il blocco medio di 70 cassette (con loculi di tre dimensioni diverse) profondo cm 51 e largo cm 115; una buona distribuzione deve permettere il collocamento, al centro, di tavoli per i clienti. Dimensioni di locali cassette corrispondenti ad alcune capienze massime:
cassette 1000 m 4,47 x 10,56 1500 4,47 x 12,01 2000 4,47 x 15,46 2500 5,62 x 18,27 3000 7,92 x 19,42 15 blocchi 21 28 35 43

n cassette 50 86 160

dimensioni ingombro peso q cassaforte cass. aperta 100 x 85 180 x 160 50 140 x 85 280 x 160 68 190 x 85 350 x 170 80

necessario costruire, sotto la prevista posizione della cassaforte, un pilastro o altra struttura resistente, il locale non corazzato con casseforti per cassette conveniente fino ad un massimo di 800 cassette. Se il numero aumenta, conveniente il caveau sotterraneo. Convenienza dei locali blindati. - Nelle sedi dove il numero delle cassette raggiunge o superi il migliaio, consigliabile il caveau (spazio diviso in due o tre vani interni per cassette di sicurezza, tesoro banca, Servizio colli chiusi), chiuso perimetralmente da un muro in calcestruzzo ad alta resistenza, dello spessore da 60 a 80 cm, armato con 3 reti di ferro tondo (mm 20) con maglia di cm 1520, a giunti sfalsati e collegate trasversalmente da spezzoni di ferro che congiungono tutti gli incroci: uguale spessore ed identica armatura, hanno anche la soletta superiore e quella inferiore. In qualche caso, si costruisce sotto il locale corazzato, un piano di ronda dell'altezza di m 22,30 accessibile solamente dai corridoi perimetrali di ronda. Il muro perimetrale del locale corazzato ha, di solito, due aperture verso l'esterno, chiuse da porte corazzate, munite di ogni dispositivo antifurto, antincendio e antifondente. Tutti gli impianti elettrici, telefonici e di condizionamento dei locali interni al caveau, saranno collegati con una manica flessibile che passi attraverso il vano di porta e che debba essere staccata per poter chiudere il battente corazzato. l locali interni al caveau, sono comunicanti tra loro a mezzo di porte metalliche. In caveau di piccola importanza, con un unico locale, si pone una sola porta corazzata ed una porta di fortuna, difficilmente accessibile e visibile, di cm 60 x 60, per il passaggio di una persona in caso di emergenza.

Locali blindati multipli. - Per un forte numero di cassette, il locale corazzato potr essere diviso in pi locali, riunendo in ciascun locale, cassette dello stesso tipo. Si installeranno, in questo caso, cabine blindate singole da affittare ad agenti di cambio, orefici, piccole banche, ecc. All'esterno del muro corazzato, si costruir un altro muro (di spessore cm 4050, in cemento armato, con maglia di ferro tondo mm 20, e con interasse dei ferri di cm 20) detto di anticaveau, delimitante il corridoio perimetrale di ronda (larghezza circa m 1 altezza come il caveau) ed il locale di anticaveau. Nell'anticaveau sar compreso il bancone per gli impiegati addetti ai box (di m 1,20x 1,60) da due a sei per i caveau con oltre 2000 cassette e qualche tavolo schermato per i clienti. Il muro di anticaveau ha, generalmente, due aperture con semplice cancello, una all'ingresso, verso la scala, per il pubblico. l'altra verso la scala dei cassieri, che unisce gli uffici con il locale tesoro. Nell'anticaveau, va prevista una saletta per riunioni. In sedi di grande importanza, nell'anticaveau si installino anche uffici destinati alle pratiche dei clienti. Centro meccanografico. - Nella progettazione di una nuova sede bancaria, si dovr studiare la pi esatta ubicazione del centro meccanografico, destinato alla contabilit automatica, in relazione al complesso degli altri ambienti. In genere, sar conveniente scegliere locali al pianterreno o scantinati, per evitare i disturbi dei rumori e delle vibrazioni. necessario prevedere, con larghezza, lo spazio destinato alle macchine ed il sovraccarico utile di 800 kg/m per i solai interessati. Se i gruppi di macchine devono essere separati in box, questi avranno aperture multiple ed idonee al passaggio dei carrelli portaschede e delle macchine. Le pareti di separazione saranno vetrate. Posta pneumatica. - ritenuta particolarmente utile in un edificio bancario di notevole importanza. Consente un notevole risparmio di personale; assicura una maggiore celerit nel servizio ed una buona organizzazione, con vantaggi generati per il personale e per il pubblico. Particolare uso della posta pneumatica, si ha nella trasmissione di assegni e libretti di conto corrente, tra il riscontro e la cassa, di note e distinte tra i vari uffici, di corrispondenza tra tutti i reparti. Caratteristiche principali dell'impianto, sono: a) velocit di trasporto; b) ingombro del condotto vettore: c) libera adattabilit a qualsiasi accidentalit di percorso; d) costo dimpianto e di esercizio. Si possono effettuare collegamenti esterni di sedi importanti, con vicini uffici postali, telegrafici, con la borsa e con filiali o agenzie.

A.P.I.C.E. S.r.l.

312b

Manuale dellArchitetto

NEGOZI - EMPORI - SUPERMERCATI


DATI PARTICOLARI DI PROGETTO: MISURE DISTANZE, INTERASSI DIMOSTRATISI SODDISFACENTI NELLA PRATICA

6065

7090

60

270

60

7090

60-65

4070

60

70

95 150200 8085 8085

abiti da sera mantelli lunghi

170190 1.60 abiti donna 95 mantelli corti

8085

3040 3040 3040

Banchi di esposizione tubo fluorescente pu essere anche circoolare specchio 50 40 4050 4050 40 40 40 40 100110

120

160190 100120 A B

8085

4050

8085

vetrina esposizione

110120 SUPERMERCATI 80 40 magazzino generale ingresso merci 40

110120

Reggi abiti A, bambini; B, adulti

Negozi di generi alimentari con sistemi di "self-service" a percorso obbligato. L'acquirente deve uscire attraverso la zona filtro delle casse.

110115 150180 150180 150180 150180 frutta e verdura 200 200 150180 deposito cestini pane 260300 pasta spogl. w.c. personale deposito cestini all'uscita cassa vetrinette vetrine zona banchi frigorifero 7075 Banco frigorifero uscita acquirenti cassa deposito cestini uscita acquirenti deposito cestini uscita acquirenti 180200 220240 deposito cestini 80 30

40 Carrello portacestino per supermercati 200 banco banco 120

60 80 70 60 80 260300

banco banco

Pianta schematica di un supermercato

Particolare dell'uscita degli acquirenti del supermercato

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313

Manuale dellArchitetto

NEGOZI - EMPORI - SUPERMERCATI


VETRINE - INSEGNE LUMINOSE - LUCI
LAMPADE INCORPORATE NEL Elementi per la progettazione delle vetrine PLAFONE IN LEGNO In generale pi piccoli sono gli oggetti che vanno messi in mostra, pi alto diventa lo zoccolo e minore la profondit della vetrina, in modo da porre gli oggetti pi vicino all'occhio dell'osservatore. Nel caso di oggetti di grandi dimensioni, come automobili e RIFLETTORE mobilio, la vetrina avr uno zoccolo molto basso ed una superficie di mostra relativamente profonda. Nel diagramma disegnato si indicato un metodo per la determinaTAPPARELLE ALLA zione dei pi favorevoli piani di vista per la disposizione degli oggetti nella mostra. VENEZIANA evidente che il retro della vetrina va posto abbastanza indietro rispetto a questo piano 220 per offrire un adeguato sfondo. Il cono visivo normale di circa 6030- in tutte le PAVIMENTO AD ELEMENTI RIMOVIBILI direzioni dal centro ottico. Erroneamente si stabilito il livello dell'occhio a m 1.60. Pi CRISTALLO COLORATO recenti ricerche affermano che le donne costituiscono la maggioranza e che pertanto una linea di vista ad altezza media corretta di m 1.50 pu ritenersi pi idonea. li livello dell'occhio si avvicina maggiormente alla condizione reale. Per gli zoccoli di varie altezze il piano di vista si trover quale intersezione del pavimento con la linea di vista. Vetrina tipo di un grande negozio o magazzino emporio ELEMENTI PER LA PROGETTAZIONE DELLE VETRINE TUBI FLUORESCENTI PANNELLI ANIDO D'APE RIMOVIBILI h MAX PRATICA DELLA VETRINA h MIN PRATICA DELLA VETRINA 30 30 245 190 105 90 60 SPAZIO MIN. 20-30 PER LUCI NASCOSTE LE LINEE VERTICALI DANNO I MIGLIORI PIANI DI VISTA PER LA MOSTRA DEGLI OGGETTI E' possibile fare scendere il piano mobile nell'interrato per l'allestimento della vetrina.

LUCE SOLARE 4555 1.50 1.50

4555

Il rinvio della luce solare si attenua molto quando i suoi raggi meno inclinati battono sulla parete di fondo della vetrina, al di sopra del piano di vista dell'osservatore. CONDUTTORE
3.5-4.5

30 Dati di progetto

H L

7 PERSPEX FERMATUBO

TUBO 12 FLUORESCENTE

Combinazione tra il sistema di illuminazione e quello diriscaldamento, basato sul principio che i corpi non metallici colpiti da raggi infrarossi si comportano come dei perfetti corpi neri (v. fig. 2). un sistema non molto economico e che presenta l'inconveniente di una non uniforme luminosit del soffitto poich alcune delle radiazioni infrarosse appartengono alla parte visibile dello spettro. Questo fatto crea cos del! macchie dovute alla interferenza fra raggi emessi dai tubi fluorescenti e quelli emessi dalle lampade a raggi infrarossi. Il sistema migliore e pi economico nei caso di abbinamento dei sistemi di illuminazione e di riscaldamento, quello di usare i tubi radianti posti parallelamente ai tubi fluorescenti (v. fig. 3). La plastica si comporta anche in questo caso come un perfetto corpo nero, si scalda poco e restituisce circa il 94% dei raggi infrarossi che la colpiscono. L'ambiente si riscalda in un tempo relativamente breve, di parecchio inferiore a quello occorrente nel caso dei pannelli radianti a muro. La facilit di rimozione dei p4nnelli di plastica costituenti il soffitto sidimostra motto utile nel caso di avarie ai tubi. Facendo passare acqua fredda nei tubi radianti si ottiene un raffreddamento dell'ambiente e si riesce cos ad utilizzare il sistema anche nella stagione calda.

1.5
2.5-3.5

PROFILO SPECIALE IN PERSPEX

PERSPEX PERSPEX TUBO 12 FLUORESCENTE

Insegne luminose inscatolate in lamiera e perspex Possono essere di tre tipi:inscatolato metallico con semplice o doppio tubo fluorescente a vista; idem come sopra ma con inscatolato metallico coperto in perspex (A); tutte in perspex (B). TIPO DI VETRINA SPORGENTE DALL'EDIFICIO TUBI FLUORESCENTI

METALLO TAPPARELLA PANNELLI A NIDO D'APE RIMOVIBILI TUBO DI DRENAGGIO TUBO DI DRENAGGIO

METALLO FORO D'AREAZIONE FORO D'AREAZIONE

Tipo di vetrina sporgente dall'edificio

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314a

Manuale dellArchitetto

NEGOZI - EMPORI - SUPERMERCATI


VETRINE - INSEGNE LUMINOSE - LUCI
3/2L PER LUMINOSITA' DIFFUSA UNIFORMEMENTE SOFFITTO BIANCO RIFLESSIONE 0.80

PLASTICA TRASLUCIDA

TUBI FLUORESCENTI

Fig. 1 - I tubi fluoroscenti devono essere disposti paralleli alle ondulazioni della plastica onde evitare macchie oscure ed ombre
LAMPADA A RAGGI INFRAROSSI SOFFITTO BIANCO TUBI FLUORESCENTI PLASTICA TRASLUCIDA

Fig. 2 - Combinazione tra sistema di illuminazione e sistema di riscaldamento con lampade a raggi infrarossi.
TUBI RADIANTI TUBO FLUORESCENTE SOFFITTO BIANCO

INFRAROSSI ASSORBITI INFRAROSSI RIFRATTI

Fig. 3 - Combinazione tra sistema di illuminazione e sistema di riscaldamento con tubi radianti.

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314b

Manuale dellArchitetto

NEGOZI EMPORI SUPERMERCATI


SCALE MECCANICHE
Adatte per il trasporto ininterrotto di grandi masse di pubblico. Dai regolamenti edilizi non vengono considerate come scale e non bisogna quindi tenerne conto nel calcolo della larghezza necessaria minima per le scale e della minima distanza tra le scale. Manovra a mano con pulsanti in alto od in basso od automatiche con cellule fotoelettriche (economia del 4050%).

Sistema con una sola rampa interrotto

Sistema parallelo, salita e discesa, interrotto

Sistema continuo semplice aspirale


7000 130 865 72 2000

Sistema continuo doppio a spirale

h
865 A

FIANCO sviluppo della scala in pianta=h x 1735 Tabella per il calcolo della larghezza in funzione della portata
cm 0 10 20 30 40 50

1185 4000 A

4000 persone/ora 450 1306 1350 6000 persone/ora 600 1456 1500 8000 persone/ora 900 1776 1880
C B A

Particolari dei gradini

PIANTA

SEZIONE A-A

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315

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BAR - TAVOLE CALDE

BAR TAVOLE CALDE Dimensioni di massima di alcune apparecchiature per bar Superficie occorrente per la soluzione Lunghezza Larghezza Altezza lineare A: m 3,70x12,40=m 45,88; cm cm cm posti 19; superficie/posto=m 2,40. Macchina caff a 2 gruppi 71 60 63 Questo valore, elevatissimo per ristoMacchina caff a 3 gruppi 88 60 63 ranti di tipo economico come sono le Macchina caff a 4 gruppi 112 60 63 tavole calde, giustificato dal fattore
Macchina caff a 6 gruppi Macinatore piccolo . . . Macinatore medio . . . Macinatore grande . . . Tostapane . . . . . . . . . Gruppo multiplo (frullatore tritaghiaccio, fresagrumi, frullino per frapp, ecc. 160 17 22 21 20 60 26 29 38 34 63 55 62 67 2127

tempo: infatti la durata media della consumazione ( 20 minuti) ridotta rispetto alla durata del pasto in ristorante di tipo tradizionale ( 60 minuti):quindi ogni posto, a parit di tempo, pu essere utilizzato tre volte.

CUCINA 50 120 370 50 150 65 65 65 65 1240 Cucina B Cassa Cucina D A

30

35

45

180

30-40

80 80

Attaccapanni

110 120 50

120 120

110 50

Cassa Sezione trasversale schematica sul banco bar e banco di servizio


110 50

65 Attaccapanni Cassa

Attaccapanni 65

Lavello Bottigliera Presa selz Cucina

120 50 130 50

110 50 120 120 120 50

Pianta di un tratto di banco bar C

110

Attaccapanni

Schemi tavole calde A, schema lineare; B, schema ad "U"; C, schema ad "U" multiplo; D, schema a penisola con banco di servizio interno; E, schema ad isola con cucina sottostante e montavivande. 85 20 50 Spazio per borse, guanti,giornali Acciaio inox 35 Paniforte 35 Isolante 80 Serpentina raffreddamento 10 Raccolta condensa Zoccolo Sezione trasversale generica sul banco bar 10 120 25 100 40 80 100 25 40

60

Sezione sul banco di tipo a seggiolino di altezza media Sezione sul banco di tipo a seggiolino alto

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316

Manuale dellArchitetto

ALBERGHI
PIANO TERRENO Schema distributivo generale Per divisione in categorie, classificazione ecc. vedi: Manuale Industria Alberghiera - Ed. T.C.I. cucine sala TV bar taverna hall sala feste scrittura lettura 195 bocche aria calda

280

ristorante collegamenti verticali ospiti e servizi

atrio d'ingresso e servizi relativi


(vedi dettagli successivi)

90

90

Schemi distributivi in un grande albergo di lusso Servizi orinatoi lavabi Atrio w.c. w.c. w.c. guardaroba w.c. w.c. toilette signore tel. tel. tel. tel. uomo parrucchiere

Esempio di bussola d'ingresso in cristallo temperato Ingombro medio cm 180x280; R cm 230.

fiori tabacco giornali

collegamenti verticali hall sala ristorante di servizio collegamenti feste taverna bar lettura sale verticali per ospiti sala TV scrittura colazione
cabine telefoniche guardaroba gabinetti tabacchi giornali fiori

210

cassa

Deposito valori

160 Esempio di bussola d'ingresso girevole con ante di sicurezza incassate Il gruppo rotante (m 2,30) pu essere ripiegato e traslato. Questo tipo di bussola, malagevole per alcune, deve essere sempre affiancato da porta normale ad ante.

Schema di servizi sanitari, telefono, guardaroba,negozi ecc. al piano terreno N.B. Eventuali servizi di parrucchiere per signora e pedicure saranno sistemati preferibilmente tangenti al primo piano notte. percorso sotterraneo bagagli 18 2 A posta gancio chiave numero camera 20 A

portiere facchino
uff. postale telefono telegrafo

bagagli in giacenza ingresso bagagli

p o r t i e r e

contabilit giornaliera ricevimento salotto bussola direzione

60

banco H = 90 disimpegno 130 60 per cappelli

pensilina o portico 100

SEZ. A-A

82 42

2 5 10 44 Dettaglio del casellario postale La numerazione inizia con la cifra indicativa del piano 20 e poi con quella della camera (101-102-103). Aggiungasi il casellario contraddistinto dalle lettere dell'alfabeto per la posta in giacenza. 50

125 83 corsia

110

70

230

110 10 Sezione generica del banco portiere Ingombro di un centralino telefonico per 100 derivazioni L'apparato deve essere anche agevolmente accessibile nella sua parte posteriore. Disposizione nel guardaroba Ogni metro lineare di banco pu servire da 35 a 50 persone

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317

Manuale dellArchitetto

ALBERGHI
PIANO NOTTE Il piano articolato su corpo semplice, semidoppio, doppio o triplo, da m 5 circa a m 16 ed oltre, con impianti sanitari in fascia verso corridoio od in linea con le camere, in relazione alle caratteristiche dell'area, dell'orientamento, del panorama, della convenienza economica, del tipo e categoria dell'albergo. Caratteristica base comune la grande elasticit di composizione delle unit da affittare; percentuale media europea: 60% camere a due letti, 40% ad 1 letto. Il piano notte ideale dispone di 1520 camere, servite da un facchino, da un cameriere, una cameriera; per esercizi minori il gruppo personale situato a piani alternati. conveniente riunire tutti i collegamenti verticali e di servizi di piano in unico blocco tangente al piano notte in modo da permettere la temporanea esclusione di uno o pi piani. Per misura antincendio spesso richiesta l'adozione di una scala e di un ascensore del tipo a tenuta di fumo, per esercizi che superino i 5 piani. Massima cura nell'isolamento acustico (orizzontale e verticale), negli impianti sanitari (scarichi largamente dimensionati e facilmente ispezionabili, ventilazione secondaria a tutti gli apparecchi), nell'impianto idraulico (a bassa pressione, acqua fredda e gelata, acqua calda a circolazione continua da serbatoio di accumulo tipo CTC), nell'impianto di segnalazione (campanello d'allarme alla vasca da bagno, chiamate per facchino, cameriere, cameriera, con ripetitore luminoso nel corridoio ed al quadro generale di controllo del portiere, ripetitore acustico e ronzatore a spina per personale in servizio). Serrature a passe-partout di piano ed a super passe-partout generale per la direzione. Per le misure e raggruppamenti degli apparecchi sanitari. (v. impianti sanitari-apparecchi ed installazioni). L'arredo indispensabile (letto, comodino, armadio, tavolo, sedia, lavabo, portabagaglio, attaccapanni) determina in m 10 circa la superficie della minima cellula ad un letto.

~6.00 8.009.00

~7.50

8.009.00

6.007.00

6.007.00 B A

8.008.50

B Corretto inserimento del gruppo collegamenti verticali e del gruppo servizi nel piano notte dell'albergo

13.0016.00 4.00

Sez. A-A

2.50

Sez. B-B

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318

Manuale dellArchitetto

ALBERGHI PER LA GIUVENT


Gli alberghi per la giovent (denominati internazionalmente A G.) sono organismi alberghieri studiati per ospitare ed assistere giovani turisti durante brevi solavanderia cucina ste o tappe dei loro saggi di istruzione o per svago. refettorio Gli A. G. dovrebbero essere distribulti lungo itinerari tusoggorno dormitorio uomini ristici di particolare interesse ed intervallati in relazione alloggio armadietti uomini alle seguenti caretteristiche della zona o regione: albergatore servizi - distanza che pu essere percorsa in un giorno in bicicletta o con mezzi di fortuna; - difficolt del percorso: cam. deposito accompagnatore servizio bureau atrio coperte - interesse paesistico delle zone attraversate. La capienza funzione dell'intensit di traffico turistico ed in base ad essa si hanno i seguenti tipi di A. G.: isolamento armadietti donne - piccoli alberghi con 3050 letti; servizi dormitorio donne - alberghi di media grandezza con 40100 letti; ingresso - grandi alberghi con 100250 letti. deposito Caratteristiche fondamentali: biciclette lavanderia - massima economia di impianti - massima economia di gestione Schema A: distribuzione su un unico piano - possibilit di controllo da parte di poche persone: Soluzione estensiva particolarmente indicata nei casi seguenti: a, localit con - praticit e solidit delle attrezzature. esigenze paesistiche o panoramich; b, disponibilit di area fabbricabile; Particolari esigenze: c, relativa disponibilit di mezzi; d, climi particolarmente miti. - fluidit dei percorsi: - abbondante aerazione in tutti i locali; w.c. cucina lavanderia cam. accompagnatore uom. - massimo sfruttamento dello spazio; refettorio - necessit di escludere la zona dei dormitori dai locali soggiorno di uso diurno; alloggio armadietti servizi albergatore - separazione ed interdipendenza dei dormitori e servizi maschili e femminili. Dimensionamento: deposito coperte Superfici dei locoli calcolati per posto letto (computi di bureau atrio Gaton Fouquet):
Dormitori m/letto Dormitori ausiliari Refettorio - soggiorno Lavabi (uno ogni quattro letti) Gabinetti (uno ogni sei letti) . . Cucina albergatore - cucina ospiti . Vestibolo e scale Locale pulizia scarpe Locale armadietti Alloggio albergatore Bureau m 810 Due camere da letto e una sala pranzo 48 Servizi 6 Locali accessori Lavatoio m 912 Centrale termica 4560 Deposito coperte-ripostiglio albergatore 2025 Deposito biciclette o motoscooter m/letto 12 2,00 1,40 100 0.50 0.40 0,50 1,00 0,50 0,25
dormitorio donne
scala d'accesso reparto uomini isolamento

lavanderia

w.c. donne

ingresso
deposito biciclette

Schema B: distribuzione su due piani


Soluzione intermedia con zona di soggiorno e dormitori femminili al piano terreno e dormitori maschili al piano superiore. la soluzione che meglio si addice ad alberghi di media grandezza e con la quale si realizza, con il miglior impiego di mezzi, la massima funzionalit
cucina

lavanderia

w.c.

refettorio soggiorno

LEGENDA zone giorno servizi giorno

scala d'accesso reparto uomini

alloggio albergatore

deposito coperte

atrio

bureau

scala d'accesso reparto donne

isolamento

lavanderia

w.c.

ingresso
deposito biciclette

servizi notte servizi accessori dormitori

Schema C: distribuzione su due o pi piani


Soluzione a blocco con zona giorno al piano terra e dormitori ai piani superiori. Particolarmente indicata per i grandi alberghi ed, in ogni caso, in localit con clima a freddo. I dormitori possono essere su pi piani e devono essere serviti da scale separate per dormitori maschili e femminili.

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319

Manuale dellArchitetto

ALBERGHI PER LA GIOVENTU

ESEMPI DI DORMITORI E SERVIZI

DATI DI DIMENSIONAMENTO ARREDI


30 15 190 80 180

100 15 20

800

Schema di cuccette sovrapposte

50

50

50
2

50
2

178

50
2 20

800

Schemi di armadietti 40

40

180

40

75

40 Schema di ingombro delle tavole del riferimento

800
cucina individuale

120 60 80 80 60 80 190
cucina collettiva Dormitorio con letti non sovrapposti

refettorio soggiorno

100

80 60 80 60

Dormitorio con letti sovrapposti

Schema di cucina e refettorio

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320

Manuale dellArchitetto

RISTORANTI
taverna banchetti gruppo cucine ed annessi sale private ristorante
w.c.

sale lettura TV. radio ecc.

60 200 190 220

mostre vivande
controllo

uom.

telef.

w.c. don.

220

200

450

gril bar gurdaroba


190 240

servizio magazzini person. ingresso servizio e merci direzione

ingresso

salotti attesa

250

290

220

160

Schema distributivo generale di un grande ristorante di lusso


80 200 240 60 80 120 180 240

230

240

180

60

80

90

110

125

140

200

Medie misure di ingombro di tavoli e sedie In sede di prima approsimazione calcolare la superficie della sala ristorante in ragione di m 0,8/ospite per terza categoria: m 1,0/ospite per seconda categoria: m 1,5/ospite per prima categoria: m 2,5/ospite per categoria di lusso. Fino a m 3,0/ospite per esercizi con servizio a tavola calda. Per il gruppo cucine m 0,5/ospite in media. L'altezza del tavolo dovrebbe essere mantenuta tra i cm 76 78. Quadro comparativo fonti di calore Calorie Rendi- Calorie Unit teoriche mento utili per di per pratico Sistema unit di misura unit di misura % medio misura Elettricit Gas Antracite Litantrace Coke Lignite Legna Nafta Kwh m Kg Kg Kg Kg Kg Kg 864 4000 7800 7500 7500 4500 3000 9000 80 55 9 9 10 10 12 20 690 2200 700 675 700 450 360 1800

ingresso servizio

controllo e pesa

servizi personale

sala corrieri

mensa capi mensa perso- mensa personale cucina nale di sala reparto
p e r c o r s o c a m e r i e r i

scale magazzini cella pesce carni selvaggina pesce volatili verdura anticella Frigorif.
p r e p a r a z i o n e

dispensa ufficio chef cucina fredda

pasticceria gelateria cantina del scala centr. giorno generale piatti stoviglie bicchieri controllo office

cucina calda lavaggio pentolame argenteria piatti vetri caffetteria CUCINA

al ristorante

Equipaggiamento per cucina di ristorante


Capacit ricettiva 50 persone 100 persone 150 200 300 400 500 Ingombro macchina da cucina cm 120x120 140x100 160x100 200x100 240x100 300x100 350x100 Ingombro bagnomaria cm 30x60 40x60 40x80 50x100 50x120 50x150 50x200 Marmitte da litri N. forni 30 1* 2* 2* 4* 4* + 2 (80x60) 4* + 3 (80x60) 4* +4 (80x60) 1 1 50 1 1 1 2 3 Sala- ScaldacFriggi- Gratitrici cole mandre qua 75 100 (60x60) (40x40) (50x50) litri 1 1 1 1 1 1 1 2 2 2 2 2 1 1 1 2 2 2 2 1 1 1 1 1 1 300 500 700 1000 1500 2000 2500 Armadio caldo cm 1(100 x 40) 1(100 x 80) 1(100 x 80) 1(100 x 80) 1(200 x 80) 2(150 x 80) 4(150 x 80) Capacit frogoriferi litri Anticella Carni 400 800 1000 1500 1500 2000 4000 600 1500 2000 3000 3000 4000 6000 Pesce 200 300 500 600 800 1000 1200

* Contenuti nella macchina da cucina

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RIFUGI ALPINI
Poste a confronto tre piante di 2 ugual superfici (m 20) ma di forma geometricamente diversa, l'indice di disperdimento termico del caso S notevolmente favorevole, quantunque la forma circolare implichi sprechiinevitabili che ne limitano la convenienza, quindi la pianta quadrata sicuramente consigliabile. Non debbono essere esposti a cadute di massi o valanghe; con minima esposizione ai venti: possibilmente in vicinanza a sorgenti d'acqua in modo
S m 20 2.5 p=15,6 15,6 <1 20 2.80 m 20 20 =1 20 F R p=20

che la derivazione da queste possa essere per caduta. Meglio separare refettori, dormitori e cucine. l dormitori non debbono essere di grandi dimensioni e meglio sarebbe frazionarli in camerate da quattro a dieci letti, evitando promiscuit di sesso e di comitiva. Il riscaldamento, generalmente a stufa, da dislocare in posizione baricentrica onde ottenere una razionale distribuzione termica, in quanto il maggior problema da riQ p=17,9 m 20 17,9 <1 20

7.20 H G 2.24 i 33 =1 33 m 10

solvere il disperdimento di calore. Quindi locali poco alti e pi piani in proporzione alle due dimensioni di base: forma totale compatta con la massima eliminazione di irregolarit planimetriche; riduzione di converse e colmi. Il materiale di copertura deve essere non gelivo e resistente a forti sbalzi di temperatura; non deve permettere la formazione di interstizi orizzontali nella posa per evitare penetrazioni di neve polverosa portata dal vento. l camini devono essere protetti dal freddo, perci vanno costruiti con forti spessori di murature o protetti da coibenti opportuni. Da evitare soprattutto la condensa sul torrino esterno, la quale tende a scendere nei focolari con i noti danni conseguenti.

1.00

m 10

1.50

1.12

m 10 i 60 =1,3 44

2.24

Confronto delle forme a parit di sezione

SCHEMI DI RIFUGI DI ALTA MONTAGNA 6.50 2 1 3 A B 4 5 min 150 6 6 7 7

Schema rifugio minimo A, pianta piano terreno: B, pianta primo piano 1, atrio; 2, cucina; 3, pranzo; 4, custode; 5, cuccette.

6.00 4 4 3 4 4

9 8 7 4

10 3

5 6 2 1

B
Schema della cellula di grande rifugio con comitive separate 1, corridoio; 2, sala da pranzo e soggiorno; 3, disimpegno 4, stanzette con cuccette sovrapposte (gli ospiti possono spogliarsi anche nell'ambiente 4 poich l'alcova e chiusa con tenda); 9, w.c.: 10, disimpegno; 5, cucinetta; 6, vuotatoio; 7, bagno con antibagno.

Schema rifugio medio A, pianta piano terreno; B, pianta primo piano 1, atrio; 2, deposito sci; 3, soggiorno pranzo; 4, cucina; 5, dispensa; 6, custode; 7, lavandino; 8, lavabi; 9, w.c.; 10, disimpegno.

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RIFUGI ALPINI
Superficie libera dipendente H G F m 33,00 m 58,30 m 60,00
2 2

Volume Totale

Volume utile

Indice di disperdimento 1,0 1,7 1,3

m 33,00 m 44,80 m 44,80


3 3

m 33,00 m 33,50 m 44,80


3 3

Si noti quanto sia pi favorevole lasoluzione quadrato consigliabile la regolazione del tiraggio in funzione del vento. Da sconsigliare le stufe in cotto gelivo e quindi friabile. l serramenti vanno eseguiti a finestre doppie con scuri. Per evitare la penetrazione del vento bene che finestre ed imposte abbiano le battute su un medesimo traverso in legno. Il successivo collegamento con la murature deve essere studiato per permettere gli inevitabili movimenti di dilatazione, date le sensibilissime differenze di temperatura. l vetri saranno appli-

cati con stucchi e non con listelli. Rivestimenti e pavimenti vanno consigliati isolanti e caldi (legno); piastrelle di cemento o di ceramica nelle zone adiacenti a fonti di calore, o cucine, o bagni. Si rammenta che la muratura di pietrame porta umidit per capillarit o perch geliva. Accorgimenti preventivi contro l'umidit: intonaci idrofughi, intercapedini, drenaggi, cunette di scolo, tutti convenientemente aerati. l bivacchi fissi sono utilizzati per facilitare scalate in zone ove la distanza dai centri abitati assai rilevante. Essi sono in genere costruzioni prefabbricate, a volte prodotte anche industrialmente. In genere sono di dimensioni limitatissime, dotate di minimo isolamento. La capanna Ivrea (ing. G. Apollonio, 1947) costruita a m 2770 a Deir Vert, a cinque ore da Noasca Canavese, costruita completamente in zinco. Al centro H - m 2,50; inoltre l

- m 2,40; L - m 2,80. Un ingresso, due sportelli per aerazione, nove cuccette; tre fisse a parete e sei a ribalta che lasciano posto ad una tavola, duepanche ed uno sgabello per le ore diurne.

cucina economica

lavapiatti dispensa

w.c.

ingresso estivo ufficio atrio office stufe caminetto

sala guide e consumazioni al sacco

saletta terrazza

Rifugio Marmolada alla Fedaia (ing. G. Apollonio) Pianta del piano terreno.

cuccette sovrapposte

Rifugio di altissima montagna: rifugio Vallot sul Monte Bianco (m 4362) (arch. P. Chevalier) A, pianta; B, sezione; Notare l'entrata per caditoia a gravit

3 cuccette superiori

1.90

tavola spazio per sacchi

3.95

2 cuccette inferiori

Bivacco fisso (arch. C. Perriand) A, pianta; B, sezione; Esposto all'Esposizione Internazionale di Parigi 1937.

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322b

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STAZIONI MARITTIME
L'impostazione di studi per la progettazione di una stazione marittima sempre legata alla forma del porto, che pu essere di tre tipi fondamentali: A) ad un solo bacino con calate di riva lungo i perimetro (fig. 1); B) a pi bacini, con bacino principale di evoluzione e bacini interni di attracco (fig. 2); C) a pettine con ponti sporgenti dalla calata di riva, con inclinazione di circa 60 per facilitare i raccordi ferroviari, su unico bacino di evoluzione (fig. 3). I ponti sporgenti sono preferibilmente rettangolari (m 200 di lunghezza per merci; m 60120 per passeggeri. Lunghezza in funzione del tipo e numero di navi all'attracco. Circa m 300 per due navi, sino a m 500. Distanza fra i ponti, compresa tra m 80 e 150). A seconda della loro destinazione si hanno stazioni marittime per merci, passeggeri e miste. Si distinguono inoltre in stazioni marittime

Stazione marittima di Verdon. Sezione generica 2 del pontile. 1, piano del ferro; 2, pontile di sbarco ed imbarco passeggeri; 3, parcheggio auto raggiungibile con rampe; 4, livello alta marea. 26,00

1 2

Stazione marittima di Port Vandres. Tipo con stazione ferroviaria di transito, sottostante (arch. U. Cassan).

4 5 6

Stazione marittima di Port Vandres. Tipo con stazione ferroviaria di transito, sottostante (arch. U. Cassan).

2 1 4

40 200

120

43,00 500

Stazione marittima di Le Havre. Sezione generica. 1, gru da t 5; 2, passerella di imbarco e sbarco passeggeri;3, gru da t 1,5, per il collettame; 4, percorso bagagli;5, percorso passeggeri 6, stazione ferroviaria.

A sinistra: stazione marittima a Verdon. Tipo con sottostante stazione ferroviaria di testa, su pontile in cemento armato (arch. Marvin). A sinistra: stazione marittima a Napoli. Tipo con stazione ferroviaria di testa,incorporata (arch. C. Bazzani).

nucleo urbano stazioni autotrasporti stazione ferroviaria servizi passeggeri e bagagli in arrivo ed in partenza passaporti - polizia magazzino merci in partenza magazzino merci in arrivo

120 300

Stazione marittima di Algeri. Tipo a sporgente trapezoidale su pontile, abbinata a stazione ferroviaria di testa (arch. U. Cassan).

servizi di dogana punto franco

80

80

280
Il semplice schema distributivo sopra indicato , in pratica, reso pi complicato dal fatto che si tende di solito a riunire, in unico edificio multipiano, la stazione marittima e quella ferroviaria. Da considerare inoltre che. anche nelle stazioni passeggeri, il servizio merci e bagaglio imponente e richiede notevoli attrezzature mobili lungo le banchine, in alcune stazioni, come quella di Napoli, occorre anche prevedere la completa reversibilit dei percorsi dei viaggiatori in arrivo ed in partenza. Il fulcro dell'intero organismo il gruppo dei servizi di dogana il quale sar dimensionato. per stazioni con scalo di transatlantico, per punte di 20004000 viaggiatori.

Stazione marittima di Marsiglia. Tipo con sottostante stazione ferroviaria di transito adiacente a molo a pettine (arch. U. Cassan e J. Rozan).

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STAZIONI MARITTIME
Stazione marittima del porto di Napoli (arch. C. Bazzani) A, Pianta piano terreno 1, ispettorato di frontiera per lemigrazione; 2 passaggio; 3 svincolo e deposito bagaglio classe di lusso; 4 deposito merci; 5 deposito dogana; 6 deposito bagaglio di stiva classi economiche; 7 sala visita Apostolato del mare; 8 sala visita 2 classe; 9 garage; 10 Guardia di finanza; 11 telefoni pubblici; 12 poste e telegrafi; 13 deposito bagaglio; 14 ufficio; 15 ufficio banca; 16 Pubblica Sicurezza; 17 Capitaneria di porto; 18 atrio uscita; 19 servizi; 20 concessione ufficio americano; 21 deposito pacchi; 22 centrale termica; 23 2 sala di cabotaggio; 24 agenzia di navigazione; 25 Carabinieri; 26 F.S.; 27 1 sala di cabottaggio; 28 cabina elettrica; 29 binario treni in partenza e strada; 30, binario treni in arrivo e strada. B, Pianta primo piano 1, sdogamento bagagli di stiva classi economiche; 2, officina manutenzione; 3 centro emigrazione; 4 dormitorio sottufficiali; 5 ufficio stampa; 6 agenzia turistica; 7 deposito bagagli; 8 bar; 9 poste e telegrafi; 10 societ di navigazione; 11 visita passaporti 1 classe; 12 sottufficiali; 13 segreteria; 14 comando stazione marittima; 15 sala visita passaporti; 16 sala conferenze; 17 Guardia di Finanza; 18 visita bagagli; 19 imbarco e sbarco militari; 20 Pubblica Sicurezza; 21 ufficio; 22 dogana; 23 salone visita doganale; 24 ufficio banca; 25 sala visita passaporti piroscafi orientali; 26 F.S.; 27, sala daspetto 1 classe; 28, sala riunioni; 29, sala daspetto 2 classe; 30, servizi; 31 passaggio; 32 atrio duscita. STAZIONI FLUVIALI Le stazioni fluviali sono, per la maggior parte, adibite al carico ed allo scarico merci. Le banchine in cemento armato avranno, in media, una lunghezza di circa m 150; nella parte retrostante si prevedono, in genere, apparecchi atti al sollevamento dei materiali e magazzini merci provvisti di piani caricatori. Le dimensioni massime dei natanti per i fiumi italiani sono: m 8 di larghezza per m 58 di lunghezza, corrispondenti ad una stazza di circa 600 tonnellate.
1 1 1 2 3 4 5 5 6 7 2 8 9 10 10 11 12 2 13 14 14 13 13 13 19 16 17 18

19 28 20 21 13 13 22 23 24 24 14 14 2 24 26 27 25 26 2 13 18 24 26 10

30 2 1 1 24 15 16 15 17 18 19 19 30 20 6 20 20 7 31 31 25 26 26 26 26 26 22 30 30 2 31 23 22 27 21 7 32 23 29 28 9 10 11 3 4 5 6 6 6 7 31 31 7 6 6 6 8 32

Tipo di stazione lacuale completa per passeggeri merci e servizio di traghetto 1, battello passeggeri; 2 traghetto automezzi; 3, battelli per linee vicinali; 4 pontili snodati; 5 pontili fissi; 6 atrio passeggeri e quadri orari; 7 uffici; 8 controllo; 9 tabacchi, giornali; 10 servizi igienici; 11 sala attesa; 12 deposito merci in partenza; 13 deposito merci in arrivo; 14 stazione autolinee; 15 passerelle coperte; 16 sosta automobili in partenza. STAZIONI LACUALI Le stazioni lacuali sono generalmente costruite su pilastri in cemento armato e solaio monolitico, separato dalla terraferma per mezzo di un giunto; la loro struttura , per lo pi, metallica. Si distinguono in: stazioni di transito e stazioni di testa. Queste ultime necessitano di darsene e servizi di officina e manutenzione natanti. La quota delle banchine di m 1,502,00 sopra il massimo livello dacqua; pontili snodati ove sia prevista una notevole escursione del livello. I natanti medi usati sui laghi italiani hanno una stazza di circa t 200, lunghezza di m 25, immersione di m 1,60.

4 5 3 8 3 13 7 9 6 10 15 15 11 12

14

16

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STAZIONE FERRIOVIARIE
POSIZIONI

Possibilmente al centro delle citt con binari sotterranei o sopraelevati (1 e 2); collegamenti particolarmente facili sono possibili nelle stazioni di incrocio di linee con binari a diverso livello (3); nelle grandi citt il necessario raccordo fra le stazioni di testa avviene o con raccordi periferici (4) o con attraversamenti sotterranei o sopraelevati (5), perch una stazione di testa unica con binari di raccordo molto pi costosa; inoltre ostacola l'espansione della citt e richiede un enorme sviluppo di binari di smistamerto (6).

VARI TIPI DI STAZIONI

A B C D E F G H I L A, testa; B, transito sovrapposto; C, transito laterale; D, transito con inserzione di testa; E, transito su due livelli; F, transito su incrocio a due livelli; G, transito a testa su due livelli; H, transito ad isola; I, transito e testa;L, testa laterale. STAZIONI DI TESTA

Possibili forme planimetriche per il fabbricato viaggiatori


30 16

30 95 35

Marciapiede basso

Marciapiede alto

7090

Marciapiede per metropolitana

Dati utili per il progetto Scartamento: normale m 1,435; ridotto m 0,951,10. Distanza minima fra rotaia e marciapiede m 0,80. Lunghezza vagone m 2234. Larghezza vagone m 2,85. Altezza vagone m 4,20 (m 1.20 sul piano del ferro). Larghezza marciapiede m 3,60 per un solo binario. lntervia tra binari m 2,12.

x 3.39 2.25

Tipico sottopassaggio delle Ferrovie dello Stato Italiane - Pedata m 0,34; alzata m 0,154; 22 scalini

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STAZIONE FERRIOVIARIE
MARCIAPIEDI
CONTROLLO INFORMAZ. TURISTICHE PRONTO SOCCORSO PUBBLICA SICUREZZA RISTORANTE - BAR P.T.T. DEPOSITO BAGAGLI BAGAGLI IN ARRIVO BAGAGLI IN PARTENZA MARCIAPIEDI NEGOZI CAMBIO tabacchi giornali fiori ecc. SALE ATTESA CONTROLLO

RICEVIMENTO AUTORITA'

ATRIO ARRIVI

ORARI

ATRIO PARTENZE ORARI

BIGLIETTI

ALBERGO

DIURNO

USCITA Schema distributivo per i percorsi di viaggiatori in partenza ed in arrivo per viaggiatori 6.525 100 320 9.55 100 100 5 4.05 4.50 2.95 per servizio 635

ENTRATA

6 1

6.00

7.05

8.50

3.05

5.30

2 3

Pensiline in cemento armato adottate dalle F.S. Italiane

Tipo di piccola stazione ad intenso traffico di viaggiatori 1 2 4 6

27 26

25
13 22 11 12 16 14 15 13 14 19 11 17 10 18

5 7

3
21

4 5 3 121,00 2 6 7

piazza

Tipo di stazione di piccola importanza 1, capo stazione; 2 biglietteria e telegrafo; 3, magazzino; 4, merci e bagagli; 5, atrio; 6, sala d'aspetto; 7, bar, giornali e tabacchi.

23 29

24

2 1 6 posteggio 3 6 4

50

Via G. Ferrari

piazzale stazione

127,80

Piccola stazione per linee secondarie 1, sala d'aspetto; 2, biglietteria; 3, telegrafo; 4, capo stazione; 5, magazzino; 6, marciapiede.

Progetto stazione "Porta Nuova" a Milano Progettisti: S. Bonamico. R Del Debbio. E. Gentili F. Gigli, G. Gigli, D. Iannicelli, G. Minoletti, M. Tevarotto. 1, ingresso ristorante; 2, guardaroba; 3, sala ristorante; 4, bar-tavola calda; 5, officine; 6, telefrafo; 7,telefoni; 8, biglietteria; 9, impianti biglietteria; 10, ufficio; 11, negozio; 12, deposito biglietti; 13, giornali; 14, tabacchi; 15, sala d'aspetto; 16, informazioni; 17, ufficio turismo; 18, bagagli; 19, deposito bagagli a mano; 20, spogliatoio; 21, montacarichi; 22, servizi; 23, primo passaggio; 24, secondo passaggio; 25, galleria di testa; 26 marciapiede di testa; 27,linee di testa; 28, linee di transito e di collegamento con stazione centrale; 29, galleria carrozze; 30, filo pensiline di copertura.

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AEROPORTI

Secondo la I.C.A.O. (International Civil Aviation Organisation) gli aeroporti si distinguono in quattro classi: Classe A. Trasporti interoceanici Pista di volo principale: lunghezza minima m 2550; larghezza minima m 60; carico ammissibile t 45 per ruota: interesse minimo piste m 450 (volo strumentale) e m 210 (volo con visibilit). Distanza minima delle piste dagli edifici, rispettivamente: m 225 e m 110. Classe B. Trasporti intercontinentali. - Pista di volo principale: lunghezza minima m 2150, mas sima m 2550; larghezza come alla classe A; carico ammissibile per ruota t 35; interesse minimo piste edistanza dagli edifici, come nella classe A. Classe C. Trasporti internazionali. Pista di volo principale: lunghezza minima m 1800, mas sima m 2150; larghezza minima m 45; carico ammissibile t 27 per ruota; interesse minimo piste e distanza edifici, come nelle precedenti classi A e B. Classe D. Trasporti nazionali. - Pista di volo principale: lunghezza minima m 1500, massima m 1800;carico ammissibile per ruota: t 20; larghezza, distanza dagli edifici, interasse minimo piste, come nella classe C. Gli aeroporti di minore importanza, sono raggruppati nelle rispettive classi E, F, G. Si tenga presente che per i volistrumentali, ad ogni pista di volo siaffiancano sempre due strisce di sicurezza, di totali m 300 (la striscia di base di m 150, pi due strisce laterali, di m 75 ciascuna). Si raccomanda di aumentare la lunghezza della pista del 7 % per ogni m 300 di altitudine sul li vello del mare e dell'1 % per ogni grado Ceisius di differenza positiva tra la temperatura dell'aeroporto e la temperaturadell'altitudine considerata. L'aeroporto un organismo in continua e rapida evoluzione ed esige uno studio che preveda sviluppi futuri. Esigenze generali. - Campo di piste per manovre di volo con relativestrisce di sicurezza e piste di rullaggio. - Aviorimesse per ricovero e riparazioni, serbatoi e depositi per rifornimenti, piazzali di par cheggio.

Tempo di decollo e di atterraggio. - Rete stradale interna ed esterna, Una pista deve permettere un decollo impianti di segnalazioni ed impianti ogni 30 secondi ed un atterraggio di servizi. ogni minuto (con tempo sereno). - Aerostazione con piazzole di apPer la sicurezza del volo, nessun prodo. ostacolo deve trovarsi nello spazio Esigenze per gli aeroporti di trandeterminato da alcune super fici teorisito. - Tutte le operazioni principali che (vedi Dati Tecnici ). inerenti al loro funziona mento, deSuperficie di avvicinamento. - vono svolgersi davanti o nelle imdeterminata da un trapezio isoscele mediate vicinanze dell'aerostazione. per aeroporti delle classi A, B, C, D. = 1: 40; Esigenze per gli aeroporti termi E, F, = 1: 30; nali, Le operazioni principali de della classe G = 1: 25; vono svolgersi nelle aviorimesse volo strumentale, sempre = 1: 50. (quindi occorre prevedere diverse consiglianbile prolungare il suddetto aviorimesse e grandi officine per le trapezio di km 15. riparazioni). capovolto che ha, per lato in feriore Localit, ubicazione, natura del (per gli aeroporti classe A), la minor terreno linea di testata della pista e delle 1) facilmente raggiungibile dal censtrisce di sicurezza, ossia: m 300 o m tro urbano (prossimit di stradeim210; altezza m 3000; lato superiore di portanti): m 1200, per volo a vista; edi m 750 2) superficie sufficiente agli scopi per volo cieco: inclinazione sul piano presenti e futuri: della pista per volo a vista: 3) pendenza massima del terreno tra l'1% e il 2 % con assenza di Superficie orizzontale. - superiore rocce emergenti, falda acqui fera al piano orizzontale situato a m 45 bassa, possibilit di drenaggioartifisopra il punto P della pista, nella ciale (terreno Alluvionale e ghiaquale si verifica la sicurezza (centro ioso); dell'aeroporto). Essa limitata da 4) assenza di nebbia o banchi di una circonferenza con centro in P e fumo (consigliabili le localit sopraraggio di km 4. vento della citt); 5) assenza di qualunque tipo di ostacolo. Piste di arrivo e di partenza. Il decollo e l'atterraggio degli apparecchi si svolge controvento. La direzione dei venti dominanti della zona determina l'asse di movimento a terra degli apparecchi, e quindil'orientamento ed il verso delle piste. Da qui la necessit del progettista di essere in possesso dei seguenti dati: 1) frequenza dei venti a terra nelle varie direzioni; 2) velocit media e massima dei venti a terra nelle singole direzioni. Il movimento dell'apparecchio in funzione della velocit massima dei venti ed in particolare dellacomponente trasversale di detta velocit. Quindi la disposizione delle piste sar studiata in base alla possibilit di movimento dell'apparecchio. (Su argomento piste, vedi Dati Tecnici).

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AEROPORTI
Aeroporto di Fiumicino (Roma) L'aeroporto occupa i due terzi dei 1500 ettari di superficie a disposizione. Sono state determinate due direzioni di volo, prevedendo un vento di traverso di km 32/h. Il movimento giornaliero, nel 1960, stato di 180 apparecchi. L'aeroporto consta delle seguenti piste: Pista di volo n. 1. L'asse longitudinale ha una direzione Nord-Sud; la lunghezza di m 3960: la larghezza di m 60 con due striscelaterali di sicurezza, larghe m 16 ciascuna. Pista di rullaggio. parallela alla pista di volo n. 1 e ad essa collegata con 3 raccordi. La sua larghezza di m 30; con strisce laterali di sicurezza di m 16 di larghezza. Pista di volo e rullaggion 2. La prima di m 2630 di lunghezza e m 60 di larghezza: la seconda di m 2530 di lunghezza e di m 30 di larghezza. Esse sono disposte a 9150' rispetto alla pista di volo n. 1.

Fig. 1 Aeroporto di Fiumicino (Roma)


Aeroporto di Oriy (Parigi) L'aerostazione costituita da tre corpi uniti ma ben distinti: il centrale per i viaggiatori, i laterali per tutte le compagnie di navigazione aerea. Al piano terra del corpocentrale vi un atrio di m 1500 attrezzato per ricevere 2750 viaggiatori al giorno. Ai piani superiori sono sistemati uffici amministrativi e tecnici, con una superficie complessiva di ml 1600. Al primo piano si trova una sala di attesa per i passeggeri di transito, al secondo piano un ristorante aperto anche ai visitatori. Gli uffici per le compagnie di navigazione aerea, occupano circa 3000 m di superficie. Tutti i servizi di pista sonosistemati al piano terra.

Fig. 2 Aeroporto di Orly (Parigi)

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AEROPORTI
AEROSTAZIONI
CRITERI GENERALI Nelle aerostazioni necessario sistemarvi: c) la direzione dell'aeroporto; b) l'amministrazione dell'aeroporto; c) le compagnie di navigazione area; d) il servizio postale; e) il servizio di dogana e polizia. Gli ambienti. Possono dividersi in 3 categorie: 1) per passeggeri, merci e posta; 1) per il personale dell'aeroporto (navigante e non navigante). Se l'organismo controllato militarmente occoreranno: una palazzina per il comando, degli alloggi ed una mensa per il personale, una casermetta per gli avieri e per il corpo di polizia; 3) per le installazioni elettriche e radioelettriche di segnalazioni occorreranno: a) una cabina di comando; b) una centrale per l'accensione delle lampade; c) una stazione di ricezione e trasmissione dei bollettini meteorologici; d) una centrale di collegamento dei servizi radio. Tali ambienti possono fare corpo con l'aerostazione. Inoltre occorrer una centrale radiogoniometrica che deve trovarsi sull'asse della pista principale di atterraggio. Posizione dell'aerostazione rispetto ai normali tracciati di pista a forbice: 1) disposizione centrale con collegamento sotterraneo all'ingresso del campo (occorre doppia pista per ogni direzione di atterraggio e decollo); 2) disposizione periferica e normale all'asse della pista principale o parallela ad essa: 3) disposizione ad angolo col fabbricato esterno al vertice del campo. Nella progettazione di un'aerostazione, oltremodo necessario studiare una facile e rapida circolazione interna in modo da ottenere, per qualunque operazione, una sicura rapidit di movimenti. I percorsi dei passeggeri e dei bagagli devono essere divisi e ad essi devono affiancarsi tutti i servizi di controllo e di dogana (fig. 5). ELEMENTI DI COMPOSIZIONE DI UN'AEROSTAZIONE Atrio. - Nell'atrio vi dovranno essere: servizi di biglietteria, accettazione bagaglio, posta, telefono. telegrafo, informazioni, gabinetti, banca, uffici delle compagnie di navigazione. Sale di sosta. 1) sala di sosta per visitatori; 2) sale di sosta per viaggiatori nazionali in tran sito (che all'occorrenza possono identificarsi con la sala per i visitatori; 3) sale di sosta per transito internazionale, che si suddividono in sale di sosta breve (sotto dogana) con bar, spacci vari, nursery; sale di sosta prolungata (sotto dogana) con salette di lettura, riposo, ristorante. Ufficio compilazione cartella di bordo. - Questo ufficio deve avere accesso diretto dalla banchina degli arrivi e delle partenze.
rampe o tunnel agli aerei arrivi strade zone dogana sala transiti esterne d'arrivo partenze

E andata passeggeri ritorno passeggeri andata bagagli ritorno bagagli Fig 3 Schemi di sezioni di aerostazioni A, unico piano; B, un piano e mezzo in elevazione; C, un piano e mezzo sopra il dislivello; D, due piani; E, tre piani.

parcheggio

SERVIZI DI AEROSTAZIONE traffico verso la citt Servizio metereologico agenzia trasporto area di espansione (meteo). - Deve essere dotato di locali attrezzati per tutte le stazione operazioni tecniche necessarie passeggeri ed avere locali di riposo e docce magazzini carico e scarico per il personale (potr anche strada di servizio agli aerei trovarsi ai piani superiori dell'aerostazione). Fig. 4 Schema di stazione trasporti merci per via aerea Torre di comando. - Deve essere in posizione sopraelevata, avanzata sull'asse dell'aerostazione. Deve avere totale visibilit sul campo ed essere in diretta comunicazione con la sezione metereologica, traffico e radiogoniometro.

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AEROPORTI
AEROSTAZIONI
Abitazioni. - utile che i dirigenti dei vari servizi alloggino nelle vicinanze dell'aeroporto. Due o tre alloggi potranno quindi essere studiati nell'aerostazione stessa. Per i piloti in transito, non devono mai mancare una o due sale di soggiorno con camerette singole e docce. Rimesse per il ricovero degli aerei. -Le aviorimesse dovranno avere dimensioni minime di m 40 x 50; superfici da m 2000 a 10000, coperte con strutture quanto pi possibile orizzontali e con il minimo numero di sostegni intermedi. Posizione. - Le aviorimesse, poich funzionano a porte spalancate, devono essere collocate paralle lamente alla direzione del vento regnante (ossia parallelamente alla pistaprincipale). Tipi usati. - I tipi pi usati sono: 1) ad appoggi laterali sui lati pi corti: le lunghezze delle travi, parallele al lato lungo, vanno da m 40 a m 70 ed oltre. 2) Ad appoggi laterali-sulla facciata posteriore; la facciata anteriore risulta sostenuta da un'unica trave. 3) Ad appoggio centrale aggetti bilanciati a mensola, normali all'asse dell'aviorimessa. 4) Tipi a cupola, a volta lamellare o a vela appesa. Nelle aviorimesse utile prevedere un'adeguata illuminazione interna ed il riscaldamento. Negli aeroporti principali devono essere previste, nei pressi delle aviorimesse, delle vere e proprie officine per grandi riparazioni, dotate di locali adeguati, attrezzati tecnicamente. Occorreranno inol tre: locali per custodi, per la refezione degli operai, spogliatoi, servizi igienici, uno studio tecnico, sezioni di lavoro per la completa revisione di ogni parte degli apparecchi. Schemi di sezioni di aerostazioni. - A) Operazioni cd un piano unico: tutte le operazioni relative allo smistamento dei passeggeri e deibagagli, si svolgono a livello dell'aeroporto. Soluzione economica, adatta per un modesto traffico di piccolo aeroporto. B-C) Operazioni cd un piano e mezzo : tutte le operazioni di smistamento si svolgono a livello dell'aeroporto, solamente per un tratto si svolgono a quota inferiore o superiore. Tipo consigliabile per aeroporti dove il traffico internazionale molto maggiore di quello nazionale. D) Operazioni G due piani : le due quote in cui si svolgono le operazioni, facilitano lo smistamento dei viaggiatori, dei bagagli e delle merci. La quota inferiore destinata ai viaggiatori in arrivo, quella superiore, ai viaggiatori in partenza. E) Operazioni a 3 piani : alla quota superiore si svolge il traffico internazionale dei viaggiatori; alla quota intermedia, quello nazionale; alla quota inferiore, tutto il traffico dei bagagli, merci, posta, ecc. Soluzione piuttosto costosa, da consigliarsi per i grandissimi aeroporti con intensotraffico nazionale ed internazionale, Occorre prevedere scale mobili, rampe, piani inclinati, affinch l'inter ferenza tra le varie correnti di movimento venga evitata al massimo. Trasporto merci. - Nello schema illustrato il sistema di movimento merci di un'aerostazione. Il flusso delle merci, della posta e bagagli, attraverso l'aeroporto, deve esserefacilitato al massimo. Le distanze devono essere accorciate, specialmente attraverso l'aerostazione merci e l'aeroporto. L'accesso dall'esterno all'interno dell'aeroporto, dovrebbe essere diretto e rapido. La dogana deve essere in comunicazione diretta con il movimento per evitare faticosi trasporti di merci e bagagli.

traffico nazionale

(lato verso l'aereoporto)

traffico internazionale

controllo informazioni controllo passaporti biglietti ritiro bagagli area deposito bagagli dogana controllo medico passaporti

ritiro bagaglio

(lato verso la citt) percorso bagagli

Fig. 5 Schema di aerostazione (Distinzione tra traffico nazionale e taffico internazionale)

percorso passeggeri

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AEROPORTI
AEROSTAZIONI
28 29 26 25 21 10 18 18 13 10 9 7 1 6 1 11 8 5 1 6 1 5 1 7 6 5 1 13 10 11 11 4 3 2 5 1 7 6 1 11 13 12 8 5 1 7 6 5 1 6 6 13 22 6 24 19 20 10 6 16 10 17 14 15 25 6 24 19 18 25 24 23 27 29 28 27 29 28

18 10 10

Aeroporto di Londra Aeroporto distante km 30 dal centro di Londra: comprende 9 piste, parallele 3 a 3, e tre basi triangolari ai lati. Ha la capacit di impiego simultaneo di 3 piste, due per gli arrivi ed una per le partenze. Il movimento orario di 160 apparecchi. La sua estensione di ha 1400. La lunghezza delle piste va da m 1600 fino a m 3450, tutte prolungabili, molte delle quali fino a m 3600 ed una soltanto fino a m 4500. A titolo semplificativo si illustrano qui di seguito, le piante e le sezioni essenziali dell'edificio Sud-Est, per servizio passeggeri, di questo grande aeroporto. Aeroporto Dulles di Washington Situato a 37 km ad Ovest della capitale americana, su un'area di ha 3865, collegato alla citt da un'autostrada a 4 corsie. stato espressamente progettato per l'impiego di aviogetti da trasporto. Le sue caratteristiche principati sono: piste con uscite ad alta velocit, aerostazione centralizzata, separazione totale del movimento passeggeri in partenza da quello dei passeggeri in arrivo, eliminazione dei pontili mediante l'adozione di appositi veicoli di imbarco mobile lounge . Il mobile lounge (fig. 10-11) un autoveicolo capace di ospitare comodamente 80 persone. Preleva i passeggeri all'altezza del piano superiore dell'aerostazione e li deposita all'altezza dei pavimento delle cabine degli aerei; effettua anche l'operazione contraria. Esso dotato di porte ai due estremi, non avr bisogno di girare, ma potr accostarsi direttamente di fronte. L'impiego di questi appositi veicoli, detti anche salotti semoventi , elimina i percorsi a piedi ed allo scoperto dei passeggeri. A proposito, le distanze medie da percorrersi a piedi, secondo il tipo di aerostazione, sono state cos calcolate: Tipo di aerostazione Dall'ingresso all'aereo Dall'ingresso all'altro

Fig. 6 - A Ae er ro op po or r tt o o d d ii L Lo on nd dr ra a ,, E Ed d ii ff ii c c ii o o S Su ud d-E Es s tt p pe er r s se er rv v ii z z ii o o p pa as ss se eg gg ge er r ii .. P P ii a an n tt a a d de e ll p p ii a an no o tt e er rr re en no o 1, hall di ingresso laterale; 2, hall centrale; 3, deposito bagagli; 4, bagagli in partenza; 5, scale mobili; 6, nastri trasportatori per i bagagli; 7, guida; 8, corridoio per la circolazione dei bagagli; 9, sala autisti degli autobus; 10, depositi; 11, attrezzature meccaniche; 12, depositi; 13, corridoio di servizio; 14, portofranco; 15, direzione controlli; 16-17, cucine; 18, spogliatoio personale; 19, sala personale; 20, uffici; 21, V.I.P.; 22, hall per i servizi non sottoposti a dogana; 23, cantina personale; 24, ritiro bagagli; 25, circolazione di servizio; 26-27, marciapiede; 28, passerelle e rampe del 1 piano verso la zona atterraggio; 29, autobus verso le piste esterne.

10

10

10

9 8 24 7 7 6 7 7
15 19

9 21
20 23

9 8 22
18 18 15

7 6

26

27

20
19 15

20
15

19 24 5

24 2

5 3 1

5 3

5 3 2 4

15

17

15

5 3 3

2 1

13

11

14

12

4 1

2 4

25

4 1

Fig. 7 - A Ae er ro op po or r tt o o d d ii L Lo on nd dr ra a ,, E Ed d ii ff ii c c ii o o S Su ud d-E Es s tt p pe er r s se er rv v ii z z ii o o p pa as ss se eg gg ge er r ii .. P P ii a an n tt a a d de e ll 1 1 p p ii a an no o 1, hall; 2, scale mobili; 3, nastri trasportatori bagagli; 4-5, dogana; 6, zona immigrazione; 7, controllo sanitario; 8, sale di attesa; 9, galleria; 10, passerelle e rampe verso la zona di atterraggio; 11, hall centrale; 12, informazioni; 13, banco delle compagnie aeree; 14, bar; 15, magazzino; 16, prenotazione autopubbliche; 17, scala; 18, telefoni; 19, servizi igienici; 20, infermeria; 21, sala di attesa; 22, ristorante; 23, servizi ristorante; 24, sala piloti; 25 parte superiore della sala servizi non sottoposti a dogana; 26, sala di attesa; 27, rampa agli autobus che portano i passeggeri agli aerei in partenza.

Centralizzata Decentrata Con salotti semoventi (mobile lougne)

m 426 m 198

m 1036 m 1371

m 107

m 290

Fig. 8 - A Ae er ro op po or r tt o o d d ii L Lo on nd dr ra a ,, E Ed d ii ff ii c c ii o o S Su ud d-E Es s tt .. S Se ez z ii o on ne e ll u un ng go o ii ll p pe er rc co or rs so o d de e ii p pa as ss se eg gg ge er r ii 1, hall; 2, dogana; 3, immigrazione; 4, controllo sanitario; 5, sala di attesa; 6, galleria esterna; 7, passerella e rampe; 8, pista.

Aeroporto di New York Possiede 12 piste, parallele a due a due e deviate di 30 tra coppia. La sua estensione di 2000 ettari. caratterizzato dall'impiego simultaneo di 3 piste per gli arrivi e 3 per le partenze. Il movimento orario di 360 apparecchi. La lunghezza delle piste va da m 1800 a m 3400 prolungabili fino a m 4200. m 1200

Fig. 9 - A Ae er ro op po or r tt o o d d ii L Lo on nd dr ra a ,, E Ed d ii ff ii c c ii o o S Su ud d-E Es s tt .. S Se ez z ii o on ne e ll u un ng go o ii ll p pe er rc co or rs so o d de e ii b ba ag ga ag g ll ii 1, hall; 2, dogana; 3, banchina di carico; 4, circolazione di servizio; 5, percorso bagagli; 6, rampa; 7, pista.

aerostazione
Fig. 10 - M Mo ob b ii ll e e L Lo ou un ng ge e .. Veicolo per il trasporto passeggeri da-a gli aerei.

Fig. 11 - Percorsi di "Mobile Louge"

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AEROPORTI
DATI TECNICI
La sicurezza di volo risulta garantita, come si detto, quando si verifica che nessun ostacolo incida lo spazio. Tale spazio costituito da alcunesuperfici ideali cosi determinate: (vedi schema Superfici di rimozione e delle segnalazioni di ostacolo alla pagina seguente). Superficie di avvicinamento.-Essa costituita dalla porzione di un piano inclinato sul fianco della pista di 1:40 (aeroporti classe A, B, C, D):di 1:30 (classe E, F) di 1:25 (classe G) nel caso di volo visibile: sempre di 1:50 nel caso di volo strumentale. Tale porzione di piano inclinato un trapezio isoscele che ha per base minore, la linea di testata della pista di volo, strisce di sicurezza e supplementari, altezza m 3000 e base maggiore di m 1200 per volo a vista e di m 750 per volo strumentale. La proiezione della porzione di piano cos descritta, sul piano della pista, costituisce l'area di avvicinamento.Quindi, per ogni pista, si determina la relativa area di avvicinamento. Superficie orizzontale.-E la porzione di un piano orizzontale situato a m 45 dal livello della area di atterraggio, limitata da un cerchio, il cui centro si trova sulla verticale del baricentro dellarea di atterraggio ed il cui raggio minimo di m 4000. Superfici di transizione.-Esse servono a raccordare, con pendenza 1:7, la superficie di avvicinamento e lorizzontale. Superficie conica.-Essa si apre verso l'alto e si appoggia sulla periferia della superficie orizzontale estendendosi sino a m 6000 (classi A, B) o sino a m 5000 (classi C, D, E). La pendenza della generatrice di tale superficie conica di rivoluzione attorno all'asse verticale passante per il baricentro dell'area di atterraggio di 1:20. Valutazione del rumore percepito inaeroporto durante il decollo di un aereo (Bailey). - Gli aerei supersonici (velocit massima km 1032 orari-Mach 1) producono maggiore rumore dei subsonici, ma avendo la possibilit di effettuare un decollo ed una ascesa pi veloce, il rumore prodotto svanisce pi rapidamente (fig. 12). Pertanto, il rumore prodotto dagli aerei supersonici, svanisce in una superficie inferiore a quella del rumore dei subsonici. Orientamento ed utilizzazione delle piste di arrivo e di partenza.-Per assegnare alla pista principale ed alle eventuali piste secondarie, una direzione conveniente, necessario predisporre, con osservazioni anemometriche, due diagrammi: 1) diagramma delle frequenze del vento nella localit; 2) diagramma della velocit del vento nella localit. Ogni vento rappresentabile (Fig. 13) con un vettore applicabile al centro dell'anemogramma, in direzione, verso e frequenza, o velocit. I venti si indicano con le lettere della direzione e verso dalla quale spirano. La frequenza si esprime in percentuale delle osservazioni di un anno, in una determinata direzione. La velocit si esprime in m/secondo. II vento con maggior frequenza detto vento dominante. Con diagrammi composti, rappresentanti la combinazione della frequenza, con la velocit media (media velocit x frequenza), si ha un'esatta sensazione del problema fisico: in tali diagrammi infatti, i singoli vettori rappresentano, in certo modo, il volume di vento che passato, nel periodo di esame, per quella direzione. La disposizione delle piste dovr adeguarsi alla possibilit di movimento dell'apparecchio, che in funzione della velocit massima dei venti ed in particolare della componente trasversale di tale velocit. II valore massimo ammesso per la componente trasversale del vento normalmente di 24 km/h . Per l'orientamento delle piste si usano speciali diagrammi: si dividono tutte le direzioni della rosa dei venti in sedici settori e si segnano le velocit con corone circolari concentriche; nei settori di corona circolare si scrivono le frequenze in millesimi. Quindi, su una striscia di carta lucida, si disegnano tre rette parallele, una centrale (asse della pista) e due laterali, ad una distanza dalla centrale (nella stessa scala della rosa) allacomponente trasversale ammessa per il vento (24 km/h). Si colloca poi la striscia cos disegnata, sopra il diagramma preparato, in modo che l'asse della pista passi per il centro della rosa dei venti. Evidentemente tutti i settori, compresi nella striscia lucida, rappresentano i venti che hanno una componente normale alla direzione in esame, inferiore od uguale a 24 km/h. (Nella ricerca delle frequenze che caratterizzano i venti spiranti in una certa direzione, non detto che sia necessario esplorare in ogni direzione secondo angoli costanti, dividendo cio l'angolo giro in tanti angoli uguali: infatti interessa determinare quei venti, caratterizzati da differenti frequenze pur avendosi angoli, nonch piccoli, fra la loro direzione). Si usa poi il centro della rosa come perno e si fa ruotare la striscia, sino a quando la somma delle frequenze, comprese entro le rette esterne della carta trasparente, diventa massima. Le frequenze segnate in ognisegmento si ammettono uniformementedistribuite su tutta l'area del segmento stesso, cos che, se un segmento non interamente compreso tra le rette esterne della striscia, la frequenza da calcolarsi deve essere una frazione di quella indicata, e precisamente la stessa frazione del segmento che cade entro le stesse rette esterne della striscia (frazione che si calcola per approssimazione, arrotondando poi il prodotto di questa frazione per la frequenza indicata, al pi vicino decimo). Sommando tutti i numeri dei settori, compresi nella striscia, si ottiene l'utilizzazione della striscia in millesimi. Ripetendo l'operazione si otterranno per confronto le utilizzazioni optimum. Raggiungendo i 950 millesimi, l'aeroporto potr attrezzarsi con una direzione unica di pista, a cui si potranno aggiungere quante piste parallele si riterranno necessarie. Se l'utilizzazione non raggiunge i 950 millesimi, si ripete l'operazione per due o tre altri orientamenti, fino a raggiungere l'utilizzazione di 950 millesimi con la somma delle utilizzazioni elementari. Pavimentazione delle piste. - I tipi di pavimentazione sono numerosi e comprendono quasi tutte le principali pavimentazioni stradali: praticamente, infatti, si va dai tipi leggeri in terra stabilizzata con emulsioni bituminose a rottura lenta o con leganti idraulici, ai tipi medi costituiti da massicciate semplici trattate o rinforzate ed ai tipi pesanti in malta bituminosa su macadam, ovvero in calcestruzzo.

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330aa

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AEROPORTI
DATI TECNICI
Pista n. 1 0,1 Aeroporto 1 miglia 3 2 1 1 2 0 1 2 1 0,0
0,1

125 db 120 db 112 db 100 db

0,2
0,3 0,7

Pista n. 2 0,1 0,1

0,1

0,0 0,7 2,5 0,1 0,8 0,5

1,1

miglia

3,8 4,4

0,1 0,4 2,2 0,3 0,1 1,1 2

0,1

0,1 2,7 0,5 0,2

Zona residenziale

125 db 120 db 112 db 100 db

0,2 0,1

0,1 1,1 0,7 0,4 1,1 0,4

24Km/h

0,1 Fig. 12 - Valutazione del rumore percepito in aeroporto durante il decollo di un aereo (Bailey)

1,8 0,5 0,1 E 3 4 5 6 2,3 0,5 7 0,1 1,8 0,2 0,4 0,0 0,9 0,2 0,2 2,5 1,6 1,6 0,2 24Km/h

24Km/h

0,8

0,0

24Km/h

Fig. 13 - Esempio di diagramma grafico-numerico per il tracciamento delle piste

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AEROPORTI

superficie conica pendenza 1:20 m750 F superficie di avvicinamento m 3000 3000m m 4000 m 3000 pendenza 1:50 H G superficie orizzontale m45 limite della superficie orizzontale

A m 200 B

pendenza 1:50

piste

centro geometrico

750m

1:20 B G H D A 1:50 m 3000 45 O 1:50 m 3000 m 4000 m 4000 1:20

Fig. 14 - Superfici di rimozione e delle segnalazioni di ostacolo 1, superficie di avvicinamento di tutte le piste con volo strumentale e di tutte le piste principali degli aeroporti internazionali, quando la loro lettera indicativa A, B, C, D,; 2, prolungamento della superficie di avvicinamento con pendenza di 1:40; 3, superficie di transizione; 4, limite esterno della superficie di avvicinamento di tutte le piste con volo strumentale e delle piste principali degli aeroporti internazionali, quando la lettura A, B, C, D,; 5, raggio della superficie orizzontale; 6, superficie di avvicinamento con volo a vista, pendenza da 1:40 a 1:25; 7, superficie orizzontale; 8, baricentro approssimato della superficie di atterraggio; 9, limite della superficie orizzontale.

Piste di rullaggio Lettura di identificazione della pista pi larga servita Distanza minima tra l'asse della pista di rullaggio e l'asse della pista di volo: a) per volo strumentale b) per volo non strumentale Distanza minima tra gli assi di piste di rullaggio Distanza minima tra l'asse della pista di rullaggio ed un ostacolo fisso A m B m C m D m E m F m G m

Caratteristiche di noti aerei per trasporto passeggeri


Nome Apertura ali m n m Lunghezza Altezza Numero motori Potenza HP Autonomia Numero km passeggeri Peso lordo t

210 165

195 150

180 135

180 105

180 105

165 90

165 90

100

90

75

75

60

45

38

Boeing 707 120 220 Boeing 707 120 220 Caravelle Comet Convair 880 DC-8 Dom Vauguard Lokkeed Super Costellation

39,7 43 34 35 36,5 42,5 36 37,4

40,9 44,6 31,8 34 37,7 45,7 37,5 34,5

11,6 11,8 8,7 8,7 10,9 12,8 10,6

4 4 2 4 4 4 4

52000 70000 21000 44800 52000 19940 13000

5000 7000 3000 4500 5000 3200 3500

165 189

112 140

70 43,7 84 83,5 165 119 96 37,6 78 59,8

54

50

42

38

30

30

24

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AEROPORTI
AEROSCALI E IDROSCALI DA TURISMO
NORME GENERALI (Compresi gli aeroscali della rete aeroscolastica e privati) La posizione migliore per un aeroscalo da turismo quella adiacente ad una strada di grande comunicazione, ben collegata con le comunit circostanti. Il terreno deve essere scelto in modo da consentire lo sviluppo pi economico possibile (facilit di spianamento, di drenaggio, ecc.). L'area necessaria dipende essenzialmente da due fattori: 1) dalle caratteristiche tecniche degli aerei (una pista dell'ordine di grandezza di m 1000 pu soddisfare tutto il traffico di bimotori fino a circa kg 6000 di peso); 2) al numero di persone che si prevede potranno utilizzare l'aeroscalo. Per la correzione della lunghezza del campo, secondo la temperatura e l'altitudine, valgono e norme generali riguardanti gli aeroporti. Per l'orientamento delle piste, valgono le norme
1B 3 10 B 12 1B 3 1B 3 B Fig. 17 - Piccolo hangars compocompobacino di virata

Classe

G m

F m

Turistica nazionale m 600

Lunghezza della pista Banda di sicurezza Lunghezza banda di sicurezza oltre la testata della pista Larghezza pista Larghezza vie di rullaggio Interasse piste di rullaggio Distanza ostacolo fissi Pendenza massima via rullaggio Pendenza massima di una pista

900 1080 300 300

piastra m 60x600 negozio e attrezzature sede aereo club hangar parcheggio motel tennis strada di giuochi vari traffico futuri hangars aeromobili a motore

60 30

60 30

50 60

12,5 12,5 165 24 3% 165 30 3%

Fig. 16 - Piccolo aeroporto di servizio di comunit residenziali con inserimento di varie attivit ricreative secondo un progetto americano.

1,5% 1,5%

1B 3

3 4 8 6 10
2.5 A 2000

2 1

300 350

300 350

11

pendenza 1,50%

pendenza 1,50%

B 300 2000 300

Fig. 15 - Aeroporti da turismo. Rapporti funzionali tra i vari elementi del fabbricato aeroportuale. 1, magazzino; 2, ufficio traffico; 3, piazzale; 4, ristorante; 5, cucina; 6, servizi; 7, impianti interni; 8, accesso di servizio; 9, accesso principale; 10, atrio e sala di attesa.

C banchina armeggiata natanti

pendenza 8 10%

sezione

boe ormeggio

2,50 scivolo di alaggio 0,00

D pendezza 8 10% piazzale in cemento pianta

Fig. 18 - Idroscali da turismo.

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AEROPORTI
AEROSCALI E IDROSCALI DA TURISMO
stabilite per gli aeroporti in genere. Per un aeroporto da turismo non consentito far uso di un terreno con lunghezza inferiore a m 600. Possono fare eccezione i terreni per elicotteri, poich a questi consentito atterrare su qualsiasi terreno che, a giudizio del pilota, sia idoneo alla manovra. Il complesso degli edifici, destinato al traffico ed ai servizi, dovr essere affacciato sul piazzale di sosta e collegato nel modo pi diretto alla principale via di comunicazione (fig. 16). L'aeroscalo deve essere provvisto di normali sistemi di segnalazioni, di mezzi di pronto soccorso, di un'aviorimessa e di un edificio operativo. Questo ultimo (schema fig. 15) deve offrire collegamenti tra zona di sosta delle automobili, atrio, ufficio traffico e piazzale velivoli. Per un idroscalo indispensabile poter disporre di uno specchio d'acqua quanto pi tranquillo possibile: infatti la navigazione dell'idrovolante, alla superficie, si rende malagevole con onde superiori al mezzo metro, in quanto diviene difficile assumere la velocit necessaria per il distacco dall'acqua. Le dimensioni dello specchio d'acqua (fig. 18A e B) naturale o artificiale, devono essere: larghezza da m 150 a m 180; lunghezza m 2000; il bacino di virata deve avere un diametro di m 300 (fig. 17A) e la pendenza della superficie di avvicinamento sar dell'1,50 %. L'hangar per il ricovero degli apparecchi, dovr essere abbastanza arretrato rispetto allo specchio d'acqua per consentire una certa facilit di manovra (fig. 18C e D); per la messa in acqua degli idrovolanti occorre predisporre degli appositi scivoli, con pendenza dell'8-10%.

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AEROPORTI
ELIPORTI - VOLO A VELA
ELIPORTI Dovranno essere situati centra delle zone generatrici di traffica, o nelle loro immediate vicinanze, e permettere un accesso facile ai veicoli. Nei considerare l'ubicazione migliore, sar bene tener conto delle perturbazioni prodotte dai rumori dei rotori. La posizione dell'eliporto dovr essere tale che le manovre degli apparecchi, con vento trasversale, siano ridotte al minimo e che non sianonecessarie manovre con vento alle spalle. L'eliporto dovr disporre di due assi di avvicinamento a 180. necessario considerare gli ingombri delle costruzioni circostanti e studiare il traffico aereo di quella particolare zona, affinch gli elicotteri non si danneggino a vicenda. Se l'eliporto deve essere utilizzato da elicotteri monomotori, questo dovr essere situato in posizione tale che, in ogni momento, possa essere effettuato un atterraggio improvviso fungo le traiettorie di arrivo e di partenza. Gli eliporti possono essere situati anche su superfici di terreno gi destinati ad aeroporti. Pista d'atterraggio e di decollo. La lunghezza minima di m 120; la larghezza minima uguale a due volte il diametro del rotore principale dell'elicottero pi grande, in uso in quell'eliporto: la minima larghezza di m 30. Area di traffico. - Le sue dimensioni dipenderanno dall'entit del traffico, dalla durata della sosta degli elicotteri (tre minuti quando il motore in moto, quindici minuti quando spento) e dalla dimensione degli apparecchi. Pendenza della superficie di avvicinamento. - Dovr essere di 1:8, libera da qualsiasi ostacolo, e della lunghezza di m 750 circa, a partire dall'estremit dell'area di decollo e di atterraggio. Superficie di transizione. - Dovr essere inclinata verso l'alto e verso l'esterno, secondo una pendenza di 1:2 a partire da una linea parallela al bordo dell'area di atterraggio e di decollo, e distante dal bordo stesso di almeno m 15. Eliporti situati su terrazze. - Per il calcolo delle strutture delle piattaforme di atterraggio necessario considerare che l'accelerazione di gravit uguale a 3 g. (ossia occorre prevedere un peso uguale a 3 volte quello dell'elicottero).
3' 6'' 6' 3' 6'' A 5' 6' 1' 3' 10' 2' 3' Fig. 19 - Simbolo distintivo degli eliporti. (misure espresse in piedi e pollici) F C Fig. 20 - Elicotteri. Dimensioni: vedi tabella seguente. 25' B 2' D E

Ditta produttrice Bell Bell Cessna Sikorski Sikorski Vertol Elicott. Futuro

Sigla 47-G2 47-H1 CH-1 S-56 S-56 44

A m 10,73 10,73 10,67 21,96 17,08 13,42 24,40

B m 12,63 12,61 13,01 25,96 20,08 26,33 45,75

C m 9,28 9,20 9,78 19,80 14,39 16,04 24,40

D m 2,87 2,85 3,56 6,56 4,83 4,42 7,62

E m 2,29 2,29 2,53 6,02 3,66 4,07 7,62

F m 3,07 2,92 11,26 8,62 7,42 12,20

Peso kg

N. Rotori

1134 1 1134 1 1361 1 2 5760 1 6531 1 27210 20 pi

edifici per magazzini h=m15+20 edifici industriali h=m15+20 parcheggio 105 43 25 193 150

canale

121 edifici per magazzini h=m10

7 42

Fig. 21 - Eliporto di Bruxelles

Dimensioni Piattaforme elevate: Classe 1 = m 12,5 X 12,5 Classe 2 = m 15,5 X 15,5 Classe 3 = m 18,5 X 18,5 Piattaforme a piano del terreno: Classe 1 = m 23 X 23 Classe 2 = m 26 X 26 Classe 3 = m 30,5 X 30,5

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AEROPORTI
ELIPORTI - VOLO A VELA

VOLO A VELA
1:20

60100 1:20 50

Attrezzature. - Con l'espressione volo a vela viene comunemente indicato il volo di un velivolo che non ha o non fa uso di motore e che, permantenersi in aria, senza discendere, si giova delle correnti atmosferiche (fig. 22). Poich questo volo ha carattere particolarmente scientifico o competitivo; e attrezzature ad esso necessarie sono limitate. Il campo pianeggiante deve avere una lunghezza minima di m 700, se l'aliante trainato da un aeroplano all'inizio del volo; una lunghezza minima di m 1100, se trainato con verricello (fig. 23 A e B). Per l'atterraggio non necessaria una pista, sufficiente una striscia erbosa (vedi aeroscalo da turismo). Il campo dovr essere dotato di un edificio in cui possono essere riuniti i vari servizi (ristorante, bar, biblioteca, uffici tecnici, ecc.) de, oltre di un padiglione (Fig. 23 C) in cui si possono ospitare gli alianti, il verricello, un automezzo, laeroplano per il traino, un magazzino e laboratorio di Falegnameria per piccole riparazioni.

55.5 10-12 3.5

6.5 1213 50 600

250 lunghezza cavo m 1000

6.57 Fig. 23 - Volo a vela A, rimorchio con aereoplano; B, traino con 20 5 5 5 8 verricello per volo librato; C, hangar per complesso attrezzatura; 1, magazzino; 2, laboratorio falegname; 3, verricello automatico; 4, automezzo per recupero atterraggio fuori campo.

2025

3.5

Fig. 22 - Dimensioni degli alianti A, libratori; B, veleggiatori; C, veleggiatori daC gara

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STAZIONI PER AUTOLINEE


Lo sviluppo dei servizi automobilistici extraurbani e di quelli turistici, la necessit di eliminare la sosta, lungo vie e piazze, dei veicoli ingombranti quali autobus e pullmann, lopportunit di rendere pi comodo il rapporto tra ente vettore e viaggiatore, e di fornire pratici servizi per le partenze e gli arrivi del viaggiatori e degli autobus,hanno suggerito la costruzione di stazioni per autolinee. Le autostazioni possono essere di transito oppure terminali. Queste ultime sono destinate ai viaggiatori ed alle merci, od alle sole merci. Quelle di transito sono solamente delle fermate; quelle terminali per sole merci, dovrebbero generalmente essere situate presso gli scali ferroviari emarittimi. AUTOSTAZIONI TERMINALI PER VIAGGIATORI E MERCI La loro ubicazione nel nucleo urbano, deve consentire: a) un facile raggruppamento delle linee in servizio, con facilit e comodit di sosta, senza provocare intralci di traffico locale; b) un buon collegamento con i servizi di trasporto urbani, onde facilitare l'afflusso ed il deflusso dei viaggiatori (stazioni cittadine multiple per settore di regione ed in posizione di favorevole inserimento con le arterie extraurbane): c) un rapido trasbordo dei viaggiatori dalle autolinee alle linee ferroviarie, aeree o marittime: d) agevole entrata degli autobus nelle correnti del traffico esistente ed un'uscita ugualmente facile (tenere presente che per i movimenti degli autobus data la posizione della loro guida, si preferiscono le rotazioni destrorse). Per i viaggiatori, l'autostazione deve offrire un comodo arrivo ed una comoda partenza, una rapida indicazione degli orari e dei prezzi delle corse e dei mezzi di trasporto connessi alle autolinee, una facile prenotazione dei posti, un facile trasporto dei bagagli ed un buon collegamento con i vari quartieri cittadini ed il centro del nucleo urbano. Per la gestione delle autolinee, l'autostazione deve permettere di occupare sempre le medesime banchine, di sostare agli autobus nei propri posti senza limite di tempo, di provvedere alleriparazioni urgenti e di usufruire dei necessari uffici. Per le merci, l'autostazione deve avere uffici amministrativi, magazzini di deposito e recapiti per corrieri. L'autostazione, nella sua sintesi, pu ritenersi costituita dall'edificio per i viaggiatori e dalla zona banchine. EDIFICIO PER VIAGGIATORI Tale fabbricato (a uno o due piani al massimo) deve contenere i servizi necessari per la gestione dei trasporti ed avere dinanzi a s un'area sufficiente per la sosta degli autobus (zona banchine). Tale area sar parzialmente coperta, se in regioni con clima freddo e ventoso, altrimenti sar dotata di pensiline. La superficie dell'area delle banchine, sar conseguente al movimento ed al numero di autolinee servite. L'edificio per i viaggiatori deve comprendere: un ingresso, un atrio dattesa con biglietterie, servizio informazioni, privativa, telefoni e giornali. Gli ingressi non sono solitamente a passaggio controllato, poich molto sovente il controllo si effettua o all'inizio o durante il viaggio. Sono compresi pure gruppi di servizi igienici bene attrezzati, considerando che le autocorriere non sono dotate di tali servizi. Inoltre nell'edificio possono essere ubicati locali vari di vendita, barbiere, bar, ristorante, ecc. (fig. 1-23). L'autostazione, che in comunicazione diretta con la strada, con la circolazione e col pubblico, dovrebbepermettere la separazione della corrente in arrivo da quella in partenza: quindi dovrebbero essere previste due sedi ben distinte di scarico e carico degli autobus. Nel caso che gli autobus di linea siano provvisti di portabagagli sulla loro copertura, il traffico delle merci e dei bagagli potr essere separato e superiore a quello dei viaggiatori (che si svolge a quota stradale). In tal caso le pensiline sopra le banchine vanno rinforzate opportunamente, per ufficio donne uomini pensilina Piano superiore balconata il trasporto al piano superiore deibagagli e delle merci, e collegate al loro attacco con l'edificio, con montacarico e scala al locale di consegna e di deposito dei bagagli. Le soluzioni multiple si realizzano organizzando in piani dispari e pari, ilmovimento di deflusso dei viaggiatori e degli autobus. Altro sistema per distinguere gli arrivi dalle partenze, e quello delle stazioni a triangolo, che offrono possibilit di un proporzionato aumento di larghezze di transito viaggiatori in rapporto al loro avvicinamento agli ingressi od alle uscite. LE BANCHINE Le manovre di partenza e di arrivo degli autobus devono svolgersi nelle migliori condizioni: pertanto bene esaminare e conoscere i tipi di banchine di accostamento in uso: a) sistema in linea: richiede uno sviluppo rettilineo troppo esteso, quando sono necessari arrivi e partenze tra loro indipendenti (fig. 4-1); b) sistema a gradini: crea confusione tra viaggiatori in partenza ed in arrivo nei punti di incontro; quindi negativo per la comodit del pubblico; inoltre gli autobus sono obbligati a manovrare a rovescio per uscire dalla loro sede, in uno spazio dove altri autobus possono sopravvenire (fig. 4-2); c) sistema a gradini scalati: intermedio fra i due di cui sopra: permette una rapida partenza con una semplice manovra di sterzo (fig. 4-3): d) sistema a pettine: obbliga manovre complicate in arrivo ed in partenza, costringendo a confluenze che non sono favorevoli al movimento dei viaggiatori (fig. 4-4); e) sistema a gradini scalati a raggera: applicato su tracciato curvilineo: consente un favorevole movimento del pubblico ed una manovra abbastanza comoda degli autobus (fig. 4).

uffici

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STAZIONI PER AUTOLINEE


biglietti infor. telef negozio

ristorante

sala d'aspetto bagagl.

Piano terreno

Fig. 1 - Autostazione americana (Arch. T. W. Lamb) 30 1 2 4 5 3

9.00

ARRIVI

ARRIVI

PARTENZE

Fig. 2 - Schema di autostazione con banchine a pettine ed a gradini 1, bagagli; 2, sala d'aspetto; 3, bar; 4, atrio biglietterie; 5, ufficio.

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STAZIONI PER AUTOLINEE


10,00 10,00 10,00 10,00 10,00

1 9 10 2 5 1 2 2 Fig. 3 Autostazione con annesse costruzioni provvisorie a Helsinki 1, banca; 2, negozi; 3, bar; 4, biglietteria; 5, w.c.; 6, teatro con 800 posti a sedere; 7, banchina per gli autobus; 8, deposito carbone; 9, trasformatori; 10, sala pompe; 11, gruppo delle caldaie per l'impianto a termosifone. 10,00 2,00 2,75 2,75 2,00 2,75 1 2 3 2 7 4 2 5,00 11,00 11,00 5,00 11,00 3 3 3 8 11 6 11 11 11 2 3 3

DIMENSIONI DEGLI AUTOAUTOBUS Per il dimensionamento di massima degli autobus pi in uso attualmente, si possono dare le seguenti misure: - lunghezza, da m 6 a m 11 (con rimorchio o, tipo intercomunicante, da m 18 a m 20) - larghezza da m 2,40 a m 2,50 - altezza, da m 2,80 a m 3,40 (vedere tabella in basso delle caratteristiche tecniche di alcuni autobus di produzione italiana).
Marca Modello

Esempio di grande auto autostastazione terminale (figg. pag. seguente). Si illustrano qui di seguito gli schemi di pianta della Port Authority Bus Terminai di New York, in quanto rappresenta attualmente l'esempio di autostazione terminale di massime capacit di impianto e di funzionamento. Costruzione sorta in costrette limitazioni di circolazione, contiene soluzioni eccezionali di organizzazione.
Lung. m 6,00 7,00 11,00 11,00 9,00 7,70 10,00 7,90 8,00 11,00 7,65 9,22 11,00 11,00 11,00 10,00 11,50 7,39 7,49 9,35 11,00 11,00 Larg. m. 2,40 2,35 2,50 2,50 2,50 2,50 2,45 2,50 2,50 2,50 2,50 2,50 2,50 2,50 2,50 2,50 2,50 2,36 2,50 2,50 2,50 2,50 Alt. m. 2,90 2,90 3,11 3,20 3,10 3,10 3,00 3,00 3,00 3,40 3,20 3,26 3,08 3,06 3,06 2,92 2,80 2,90 3,00 2,94 3,10 3,10 Passo m. 3,00 3,40 5,60 5,97 4,70 4,00 5,65 4,20 4,20 5,60 3,75 4,59 6,15 5,40 5,50 4,85 5,85 3,59 4,50 5,55 5,55

3,80 2,50 4,70

5 Fig. 4 Tipi di banchine di accostamento per autostazioni 1, in linea; 2, a gradini; 3, a gradini scalati; 4, a pettine; 5, a gradini scalati disposti a raggera Ad esempio gli autobus in arrivo vengono segnalati allentrata da semafori e contemporaneamente essi ricevono delle indicazioni mediante segnalazioni elettroniche, che li informa in quale banchina devono dirigersi e fermarsi. Gli autobus caricano e scaricano i passeggeri presso le banchine che si trovano all'altezza della galleria inferiore. I bagagli vengono trasportati con montacarichi dalla galleria inferiore a quella principale. Una piattaforma ausiliaria serve per le comitive e per i viaggi speciali, da essa le scale conducono direttamente alla strada ed alla sala d'aspetto. Regole pratiche per determinare il raggio minimo di curvatura e larghezza minima di strada occoroc corrente a) il raggio minimo di curvatura circa uguale al passo dei veicoli; b) la larghezza minima di strada occorrente per girare un autoveicolo, compresa fra tre e quattro volte il passo del veicolo. Il raggio minimo di svolta, per gli autobus, varia da m 8 a m 12.

Leoncino 25 NL........ Tigrotto P................. Tigre P O............ OM Super Orione............ Super Taurus 400 AL..... Super Taurus 400 A ALFA 800 A Gran Turismo ROMEO 455 A Gran Turismo 450 A Gran Turismo 306 2 interurbano......... 314 ..................... FIAT 309 .................. 411 urbano.............. 410 .................. LANCIA Esatau Monotral CV 15 (FIAT 364 A) VIBERTI Monotral Golden Dolphin...... (autobus sperimentale) T U 5 urmabo.............. MACCHI T U 5 turistico BUSSING T U 7 urbano............. T U 10 urbano T U 10 turistico..........

Velocit max km/h 80 82 80 86 78 77 80 80 84 85 85 85 60 60 85 80 200 65 80 55 55 80

Numero max posti 23 23 53 60 44 46 38 32 34 60 38 48 65 74 52 41 32 38 30 65 66 54

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STAZIONI PER AUTOLINEE


2 1 8

2 7 8

3 4 4 5

Fig. 5 - Autostazione terminale di New York (Port Authority Bus Terminal) Piano degli autobus suburbani. 1, piattaforme di carico; 2, autobus; 3, condizionamento d'aria; 4, torri di raffreddamento; 5 livello autobus suburbani; 6, piattaforme di scarico; 7, scale mobili che conducono all'autoparcheggio sulla copertura; 8, camera di ventilazione 3 2 2 2 2 5 6 2 3 6 5

4 7 8

Fig. 6 - Autostazione terminale di New York (Port Authority Bus Terminal) Piano di smistamento alle linee suburbane. 1, giuochi delle bocce; 2, negozi ed agenzie; 3, uffici; 4, atrio con lucernario; 5, servizi uomini; 6, servizi donne; 7, spazio a disposizione; 8, scale mobili da e per il parcheggio sul tetto. 26 4 7 8 3 5 8 6 2 1 9 10 11 12 13 17 16 18 19
19 18

11 14

6 20 13 15

8 22

8 24

23 16 24 25

21

17 13

16

26 Fig. 7 - Autostazione terminale di New York (Port Authority Bus Terminal) Piano stazione viaggiatori, 1, piano superiore del magazzino; 2, ammezzato; 3, piano superiore di bar; 4, uffici esecutivi; 5, balconata; 6, ufficio; 7, entrata e servizi; 8, negozi ed agenzie; 9, discesa alla strada; 10, servizi; 11, parte alta del piano degli autobus da gran turismo; 12, scale che scendono al piano degli autobus da gran turismo; 13, depositi; 14, scale mobili agli autobus suburbani; 15, sala d'aspetto; 16, telefoni; 17, bagagli; 18, servizi donne; 19, servizi uomini; 20, scale mobili di discesa al piano autobus da gran turismo; 21, passaggio principale; 22, scale mobili alla galleria superiore degli autobus suburbani; 23, informazioni; 24, discesa alle strade sotterranee; 25, scale mobili da e per l'autoparcheggio sulla copertura; 26, strada. 5 23 1 8 6 2 3 4 7 9 10 17 11 12
13 14 15

18 19 20

21

22 23

16 Fig.8 - Autostazione terminale di New York (Port Authority Bus Terminal) Piano degli autobus da gran turismo, 1, bar; 2, scale mobili alla biglietteria ed alla sala d'aspetto; 3, magazzino; 4, entrata autobus; 5, uscita autobus; 6, passaggio; 7, strada; 8, vestibolo alla galleria principale; 9, controllo degli autobus in arrivo; 10, semaforo; 11, posta; 12, telefoni; 13, scale mobili alla sala d'aspetto ed alla galleria principale; 14, servizi uomini; 15, servizi donne; 16, scale che conducono all'uscita sulla strada; 17, piattaforma ausiliaria; 18, galleria inferiore; 19, balconata sopra l'ammezzato; 20, scala alla strada sotterranea; 21, bagagli; 22, impianti; 23, pompe d'aspirazione per l'aria.

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AUTORIMESSE - STAZIONI DI SERVIZIO

600

600

600 Sollevatore a colonna girevole a telaio con appoggio sotto l'assale

600 Sollevatore a colonna girevole a pedane con appoggio sotto le ruote

600 Sollevatori a quattro colonne idrauliche con pedane di appoggio sotto le ruote

Vantaggi:completa accessibilit alla parte inferiore del veicolo. Non necessita di scavi o particolari opere murarie per la sua installazione.
100

ferro angolare appoggia-coperchio 30 tipo lungo m7 - corto m5 600 45 45 25 120 120 B 150 80 94 tubo fluorescente

A 1150 Esempio con due tipi di sollevatori 120 120 Esempio di fossa per riparazioni. A, pianta; B, sezione longitudinale; C, sezione trasversale. LAVAGGIO spugnatura carrozzeria con spazzole rotanti ASCIUGATURA risciacquatura con getti d'acqua a pressione con getto d'aria prodotto da ventilatore centrifugo

lavaggio chassis e ruote

ENTRATA 500

USCITA

m 27 + 42 Stazione in linea per autovetture con lavaggio automatico in tunnel: schema di lavorazione Dimensione della lavorazione in linea: lunghezza linea per solo lavaggio m 2742; lunghezza linea per lavaggio e grassaggio m 50; larghezza linea m 5; distanza fra i centri ruota catena per solo lavaggio m 2035; distanza fra i centri ruota catena per lavaggio e grassaggio m 43. N.B. Questo sistema permette di lavare da 30 a 200 automezzi al giorno.

1 1 1 1 3

1 1 1 1 11

10

9 6 7

1, scomparti per la sosta ed il posteggio temporanei; 2, lavaggio e grassaggio; 3, deposito lubrificanti;4, controllo; 5, uffici; 6, officina; 7, riparazione motori; 8, deposito; 9, servizi; 10, rampa d'accesso all'autorimessa superiore.
Caratteristiche delle stazioni di servizio A) Di facile accesso agli automezzi sia dallinterno dellautorimessa sia dalla strada per gli eventuali automobilisti di passaggio. B) Schema migliore: a catena, con disposizione delle attrezzature di lavaggio con direzionale al senso dellingresso. Frequente anche la disposizione delle attrezzature ortogonali alla facciata. Locali di servizio in autorimesse: lavaggio, grassaggio, riparazioni, manutenzioni generiche. Pavimento e vani laterali rivestiti in piastrelle di grs. Muri permetrali rivestiti in piastrelle di ceramica. Gradini muniti di ferri angolari paraspigoli. Vani laterali per appoggio attrezzi e per illuminazione.

Schema di autorimessa con stazione di servizio al piano terreno

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DISTRIBUTORI - STAZIONI DI SERVIZIO


Dati tecnici relativi ai distributori Larghezza carreggiata d'accesso doppia m 6,00. Larghezza carreggiata a senso unico m 3 3,50. Larghezza marciapiede con distributore m 0,95 1,25. Distanza fra i distributori m 1,65 3,50. Altezza libera sotto la pensilina m 4,10. Caratteristiche dei serbatoi di carburante. Serbatoi interrati cilindrici ad asse orizzontale in lamiera di acciaio di spessore mm 35, da interrarsi in luoghi aperti ad una distanza di m 2,00 dagli edifici. Generatrice superiore del cilindro interrato a m 1,00 dal livello del terreno.

A A, ai due lati di strada;

Disposizioni pi consigliabili per i distributori lungo le strade di grande traffico B, in asse fra due strade a senso unico:

B C, in testa ad un'isola salvagente.

50.00 14.00 1.50


3.00 miscela

limite propriet

1.50 3

7.80 20.00 5.00 3.00 10.00 3.60 gasolio 30.00 strada

0.90 4.40

2 3.80

4.50 benzina

7.20 6.80 10.00 4.00 4.00

7.80 3.30 4.90 filo pensilina 14.00 1.00

2.60

Esempio di stazione di servizio con distributore

Schema di piccola stazione di servizio

1, lavaggio; 2, grassggio; 3, magazzino; 4, caldaia; 5, sala vendita.

4.50
3 2

4.10

3.50

A
17 5

10 6

16

strada

3.00

1.00

3.00

0.60

4.00

11 12 13

15

gasolio miscela

benzina aria benzina B

18 14

Esempio di piccola stazione di rifornimento A, sezione; B, pianta.

Esempio di grande stazione di rifornimento e di servizio 1, parcheggio; 2, bar; 3, ristorante; 4, cucina; 5, w.c. 6, ufficio; 7, sala vendite; 8, saletta; 9, elettrauto; 10, spogliatoi; 11, magazzino; 12, grassggio; 13, lavaggio; 14, officina riparazioni; 15, miscela; 16, benzina; 17, gasolio; 18, parcheggio.

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AUTORIMESSE PUBBLICHE
300 600 260 550

400

700

600

Posteggi A,disposizione a 60; B,disposizione a box chiusi a 90; C,disposizione libera. Per lo stazionamento in ambienti chiusi, valgono le norme relative ai parcheggi. Variano solo le dimensioni del posto singolo e le larghezze delle corsie di disimpegno D

Caratteristiche essenziali della costruzioni adibite ad autorimessa a) Altezza interna netta dei piani - m 3,50. Per i box permessa un'altezza inferiore. b) Pilastri: interasse da m 6,00 a m 9,00. Distanza dalle pareti: da m 5,50 a m 6,00. e) Costruzione incombustibile e resistente al fuoco. d) Chiusure metalliche. e) Serramenti apribili verso l'esterno. f) Uscite di sicurezza pedonali disposte in modo da poter essere raggiunte con un percorso massimo di m 25. g) Nelle grandi autorimesse muritagliafuoco ogni 2025 macchine. h) Murature in calcestruzzo di cm 25. i) Scale di sicurezza isolate e con sbocco all'aperto. l) Nelle autorimesse a pi piani sotterranei, intercapedine larga m 1,503,00 tra il muro tagliafuocoperimetrale e le fondazioni dei fabbricati contigui. m) Superficie illuminante: 1/10 della superficie del pavimento. n) Superficie di aerazione: 1/15 della superficie totale (pareti, pavimento,soffitto). o) Capienza di ogni salone: 50 macchine.

p) Capienza di 100 macchine con ap- Raggi di curvatura: m 7,509,00 plicazione di impianto automatico di (misura al centro della pista). spegnimento. Ai fianchi della pista piccolo marciapiede di cm 7080 di larghezza, a Sistemi di collegamento nelle autoauto- gradoni, con pedata molto lunga. rimesse multipiane Pavimentazione: battuto di cemento, Rampe: sistema generalmente prefe- spolveratura a fresco con graniglia fine rito perch, malgrado una notevole di carborundum o piastrelle greificate o perdita di area per i posteggi, realizza blocchetti di porfido o pavimenti speun'ottima fluidit di manovra degli ciali (Korodur, ecc.). auto-mezzi. Al termine ed all'inizio di ogni rampa e per tutta la larghezza debbono essere Rampe usate comunemente: lasciate feritoie a pavimento per la raca) rampe lunghe o di Wendel o di colta di liquidi infiammabili. Muller, che collegano direttamente due piani in un sol tratto; Pendenze delle rampe: b) rampe corte o di Humy, che mettono rampe ripide........ 1520 % in comunicazione tra di loro piani sfalrampe normali....... 1012% sati ed utilizzano come carreggiata lo rampe elicoidali.... 8,5% spazio tra le vetture in sosta. Montavetture Caratteristiche delle rampe Hanno il difetto della lentezza e del Dimensioni in larghezza: maggior numero di personale necessaa carreggiata singola e percorso rettili- rio al funzionamento. Sono consigliabili neo: m 2,50 solo per autorimesse in zone centrali a a carreggiata singola e, percorso in piani multipli, dove il movimento fracurva: m 3,50 zionato lungo la giornata. a carreggiata doppia e percorso rettilineo: m 5,00 a carreggiata doppia e rampe in curva: m 6,50 ESEMPI DI RAMPE
85 85

350 770 510

Esempio di rampa circolare

20% 15% 12% 8,5% 0%

Pendenza delle rampe B Esempio di autorimessa rampa di Humy A, pianta; B, sezione.

A, esempio di rampa diritta: salita e discesa separata; B, rampa doppia circolare.

ESEMPI DI AUTORIMESSE

C B A, autorimessa a pi piani: 140 posti per piano; B, autorimessa con due rampe esterne; C, autorimessa a torre con ascensore a piattaforma spostabile.

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AUTORIMESSE PRIVATE - PARCHEGGI


Dimensioni minime di autorimesse per una o due automobili di tipo medio
245 50 245 245

245

245

550 2030 x 110 120 x 30 B 2030 290 310 610 520 670 45 (+15)

A X= larghezza veicolo; Y= lunghezza veicolo. A, un'automobile di tipo medio; B, due automobili di tipo medio; C, due automobili, con indicazione della pendenza del pavimento A Illuminazione: finestre vicino al radiatore. radiatore sollevato Pavimento: tipo economico in battuto di cemneto; migliore quello 230 realizzato in gres 200 Ventilazione: ottimo riscontro d'aria o almeno aperture a feritoia nella bordo para 12 colpi h=15 parte inferiore o superiore della porta Riscaldamento: elementi riscaldati che consentono una temperatura Sezione di autorimesse. A, in funzione del tipo di porta compresatra +5 (minimo) e + 10. Tipi di porte per autorimesse (oltre al tipo elementare ma ingombrante ad antoni) A scorrimento in curva scorrimento lineare 1, saracinesca. A, in funzione di H; per H = 200, A = 40; 1 500 550 600 500 36,5 H 25 2, porte metalliche scorrevoli a parete; 2 Parcheggi e posteggi 550 380 530 350 10 3 880 350 480 3, porte a ribalta 270 9 20

250 210

250

200
Parcheggio a fila indiana: molto utile sulle strade urbane. Occupa poco spazio nel senso trasversale. Posteggi affiancati a pettine o a 90: convenienti quando si hanno due file servite da una sola corsia mediana. Occupa uno spazio considerevole nel senso trasversale e limitato nel senso longitudinale. Posteggi a 60: convenienti quando si ha una sola fila servita da una corsia. Usati preferibilmente nelle autorimesse. Posteggi a 45 facilita l'ingresso delle automobili. La disposizione a spina di pesce usata specie nelle 45 e 45 a spina di pesce: la disposizione obliqua autorimesse per il buon rendimento delle superfici disponibili. Posteggi a 30: disposizione usata in paticolari condizioni di spazio (corsia stretta)

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AUTORIMESSE PARCHEGGI
DATI DI INGOMBRO DEGLI AUTOVEICOLI
~300330 min287 - max485 min132 - max175

~130

min115 max 175

600 - 1250 167


manubrio 87

min162 - max248

min165 max 135

Autovetture
Marca Alfa Romeo Bianchi Fiat Lancia Tipo Giulietta Spider Sprint T.I. 2000 Bianchina 500 600 600 Multipla 1100 1400 1800-2100 Appia Coup Flaminia Larghezza Lunghezza H m m m 1,580 3,860 1,335 1,535 3,98 1,320 1,660 4,120 1,405 1,700 4,715 1,435 1,340 2,985 1,320 1,320 2,970 1,325 1,380 3,285 1,405 1,450 3,535 1,580 1,458 3,915 1,490 1,655 4,325 1,575 1,620 4,465 1,485 1,420 4,000 1,400 1,500 4,100 1,310 1,750 4,85 1,420 Area m 6,00 6,10 6,83 8,00 4,00 3,80 4,50 5,00 5,70 7,15 7,23 5,68 6,15 8,48

Autevoicoli industriali
Peso a vuoto Marca Tipo Larghezza Lunghezza H Area Peso tot. kg m m m m q 800 Alfa Romeo Romeo 1,720 4,350 2,000 7,480 13,00 850 1000 2,500 7,135 2,870 17,830 60,00 880 Bianchi Visconteo 2,100 5,900 2,200 12,400 25,00 1280 470 Ambrosiano 2,100 5,900 2,233 12,400 35,00 470 Fiat 1100 T 1,780 4,358 1,933 7,750 11,00 605 C 40 N 2,100 6,452 2,250 13,549 34,00 740 C 50 N 2,180 7,452 2,270 16,245 36,30 880 642 N6R 2,370 6,183 2,610 14,650 44,80 1165 671 N2 2,500 7,100 6,610 17,750 57,30 682 N2 2,500 7,100 6,610 17,750 63,30 1310 900 Lancia Appia furg. 1,580 4,064 1,715 6,420 9,00 Appia camion 1,620 4,370 1,650 7,080 11,00 900 1430 Beta 190 1,900 4,940 2,450 9,400 25,00

RAGGI DI CURVATURA DEGLI AUTOVEICOLI


Autovetture Fiat 500 : raggio min. di sterzata ...........= m 4,30 Fiat 1100 : raggio min. di sterzata ...........= m 5,25 Fiat 2000 : raggio min. di sterzata ...........= m 5,20 Autocarri Furgoncino piccolo: raggio min. sterzata ...........= m 4,85 Autocarro grande : raggio min. sterzata ...........= m 6,55

Autobus

A'

A'

A A'

500

890

500

1220

770

1260

A (ampiezza minima libera) = m 3,60 A' (ampiezza minima della strada) = m 3,00

A (ampiezza minima libera) = m 3,80 A' (ampiezza minima della strada) = m 3,20

A (ampiezza minima libera) = m 4,25 A' (ampiezza minima della strada) = m 3,60

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SCUOLE
SCUOLE MATERNE
SCUOLA MATERNA: bambini dai 3 ai 6 anni. Capienza: da un minimo di 20 alunni ad un massimo di 90 (tre aule = 3 sezioni). Distribuzione: un elemento base per la dislocazione urbanistica delle scuole materne la distanza di m 500 della casa pi distante. La sua circoscrizione il nucleo residenziale, cio: una scuola materna ogni 1500 2000 abitanti (calcolando una percentuale media del 5% di bambini, cio 75 allievi). Nelle zone rurali e nei centri urbani ad elevata densit di popolazione i problemi sono gli stessi della scuola elementare (vedi capitolo successivo), ma aggravati dalle esigenze della scuola materna (minor gradenza e minor distanza delle abitazioni). Nella distribuzione degli asili va tenuto presente che i bambini vanno accompagnati ed quindi opportuno sistemare lungo il percorso i negozi pi necessari allapprovigionamento domestico. Area: valgono le stesse modalit espresse per le scuole elemetari per quanto riguarda ubicazione, esposizione e natura del terreno. Grandezza: m 15 per allievo iscritto(in Italia) mai inferiore ai m 500 (in Italia) m 25 per alunno (Abercrombie, the Great London). Saranno da preferirsi le aree di forma regolare, pi facilmente recitabili, ed i suoi pianeggianti, di agevole percorso. Nel caso che la scuola materna sia annessa alla scuola elementare, necessario tenere distinti i due organismi mediante ingressiseparati. N A C E F G H B I L M

cortiletto

A C

F H D E E D G

F L

Fig. 2 Scuola materna a 3 sezioni A, refettorio con arredi mobili; B, pranzo all'aperto; C, cucina per la scuola; D, spogliatoi;E, vestibolo; F, spazio per attivit ordinate; G, spazio per attivit libere; H, piazzale dei giuochi; I, vasche con sabbia; L, prato alberato; M, teatrino; N, prato verde. (Dal quaderno n. 3 Scuola Materne pubblicato dal ministero P. I. 1954).

Fig. 1 Scuola materna ad 1 sezione A, portico d'ingresso; B, vestibolo; C, spogliatoi; D, cucina comune per scuola e alloggio; E, angolo del camino; F, soggiorno dell'insegnante; G, refettorio con arredi mobili; H, spazio per attivit libere; I, spazio per attivit ordinate; L, nicchie per il giuoco preartigiano; M, nicchia per il giuoco con la bambola; N portico per il pranzo all'aperto. (Dal quaderno n. 3 Scuole Materne pubblicato dal Ministero P.I. 1954).

Esigenze pedagogiche. Il bambino dai 3 ai 6 anni si trova ancora in una fase di sviluppo essenzialmente affettiva (soggettivo ed oggettivo si mescolano in una sorta di partecipazione). La sua personalit ancora poco distinta dallambiente che lo circonda. Let scolastica soppraviene dopo i 5 anni. Perci nelle scuole materne vengono applicati metodi didattici diversi, che richiedono ciascuno particolari attrezzature. Per lasciare libera la scelta dal metodo, converr usare forme e strutture architettoniche che con lievi modifiche o con qualche spostamento ben si prestino a pi usi ed a diversi scopi didattici. Ambiente: il pi possibilmente simile alla casa, in quanto la scuola diretta continuazione della famiglia; ambiente materialmente e psicologicamente dimensionato alle possibilit del bambino, in cui egli trovi modo di manifestare la sua autonoma iniziativa.

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SCUOLE
SCUOLE MATERNE
Attivit della scuola materna. Le funzioni della scuola materna possono raggrupparsi in 4 tipi diattivit: Attivit pratiche: lavarsi, vestirsi, spoglarsi, preparare la tavola, mangiare, ecc. Attivit ordinarie: costruire, scomporre, disegnare, modellare, ritagliare, intrecciare. Attivit libere: correre, adoperare gli attrezzi, saltare. Attivit di gruppo: cantare, fare spettacolo, ascoltare. Ciascuna di queste attivit richiede arredi particolari, materiale didattico e ambiente idonei. LEDIFICIO Pu essere composto di 1, 2, 3 sezioni. Ogni sezione comprende (v. fig. 1): sala per attivit ordinate; sala per attivit libere e di gruppo; angoli o nicchie per attivit speciali; sopgliatoi; lavabi nel locale per lattivit di pulizia e di igiene, servizi igienici, ecc.; refettorio; visita medica, cucina, lavanderia. Le sezioni possono comporsi (v. fig 2): 1) per addizionelasciando che restino praticamente indipendenti luna allaltra; 2) per combinazione rendendocomuni alcuni spazi come i locali diattivit libere (al massimo 2 sezioni), il refettorio e lo spogliatoio. Aula per attivit ordinate. Numero massimo di bambini iscritti: 30. Dimensioni: variabili a seconda della disposizione e del tipo di arredo (v, fig. 3):

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SCUOLE
SCUOLE MATERNE

A B Fig. 3 - per attivit ordinate A, con tavoli a 3 posti; B, con tavoli a 4 posti. Si sono determinate le dimensioni della sala per mezzo di una disposizione geometrica dei tavolini, indicata con tratto continuo, mentre con linea tratteggiata indicata una disposizione che corrisponde alla funzionalit dellambiente e che consente di avere spazi liberi, pedagogicamente idonei. 1000 m 2738 con tavoli rettangolari a 4 posti; passaggio m 2541 con tavoli quadrati a 4 posti; coperto 250 bancone m 3042 con tavoli trapezoidali a 3 posti; m 3245 con tavoli rettangolari a 2 posti; aula m 4155 con tavoli ad 1 posto. 500 Forma: quadrata o simile al quadrato (m 3045). Arredamento: sedie e tavoli di varia forma e dimensione; banconi per attivit preartiwc giane, cavalletti: mobiletti per materiale didattico; sedia e tavolo per la maestra (v. figg. 4, 5, 6). spogliat. Altezza del soffitto: m 33,50 (si possono ammettere tuttavia altezze anche infeFig. 5 - Aula con spazi sussidiari per attivit riori). varie e con servizi igienici propri Orientamento: possibilmente a Sud o Sud-Est. La sala deve trovarsi di norma al piano terreno cos da permettere un contatto diretto aula con l'esterno. wc wc 200 400 wc aula aula

500 500 Fig. 6 - Altro esempio di aula completa Sala per attivit libere o atrio. - Si considerano all'incirca m 40 per sezione cio per 30 bambini. Se per la sala adiacente a quella per attivit ordinate ed unibile ad essa mediante una vetrata o una porta scorrevole o una cortina pieghevole, la superficie pu essere ridotta. Per un massimo di due sezioni si pu prevedere uno spazio unico per le attivit libere: in tal caso la superficie mi2 nima sar di m 5060 (v. fig. 7). Arredamento: pianoforte, bancone, scansie, armadietti, seggiole.

Fig. 4 - Esempio di aula composta di varie parti e datata di servizi igienico-sanitari propri. Osservare la cortina divisoria pieghevole.

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SCUOLE
SCUOLE MATERNE
Spogliatoi. -Vanno studiati relativamente alla loro duplice funzione: a) per rispondere alle necessita di servizio; b) per assolvere la funzione didattica di ambiente nel quale si svolgno le attivit pratiche dello spogliarsi, vestirsi, mettersi in ordine, avere cura del proprio aspetto: tali funzioni sono importantissime in una scuola materna. Le Norme Ministeriali consigliano due tipi di spogliatoio: quello ad attaccapanni (7-8 posti al metro) con un ingombro di m 8 per 30 bambini: quello a scomparti con panca (34 posti al metro) con un ingombro di m 16 per 30 bambini. Lo spogliatoio di una scuola materna pu trovare luogo in: a) un ambiente a s stante; b) uno spazio (o nicchia) adiacente alla sala per attivit libere. Servizi igienico-sanitari (v. fig. 9 e 10) Come per gli spogliatoi, necessario tenere presente la loro funzione come mezzo di educazione all'igiene. Latrine: 3 per ogni aula, illuminate direttamente e precedute da un'antilatrina illuminata ed aerata. Le separazioni tra i gabinetti sono realizzate con tramezzi bassi e sospesi, per non interrompere la continuit del pavimento. Lavamani: 6 ogni aula, accompagnati da un beverino e da 30 appendiasciugamani in un locale apposito, illuminato ed aerato direttamente. Lavapiedi: 3 ogni aula sistemati nellocale lavamani o in apposito locale. IL GIARDINO Nella scuola materna il verde svolge una funzione pedagogica di importanza pari a quella dell'edificio scolastico. Sia la sala per le attivit libere che quella per le attivit applicate devono essere a diretto contatto col verde. II raccordo tra il terreno e l'edificio deve essere effettuato con rampe a pendenza massima del 1O% o scale con gradini di cm 35 x 12. II verde pu cosi essere suddiviso: Terreno destinato a giuochi: prati o piazzali per i giuochi collettivi, altalene, scivoli, piccole giostre, vasche di sabbia, ecc.: angoli per giuochi di piccoli gruppi, con sassi, anfratti, piccole tettoie o capanne. Terreno coltivabile o ad allevamenti: con piccolo orto, frutteto, alberelli e cespugli fioriti, vasche di pesci, gabbie per animali domestici (conigli, galline, esso potrebbe cos essere suddiviso: -piazzale dei giuochi 1 /5 -tappeto verde 1/5 -prato alberato 1/5 -piazzale ingresso e cortile servizio 1/5 -orto ed allevamenti 1/5 Resta inteso che, se la scuola perinsufficienza di spazio non disponesse di un ampio giardino, dovrebbe quanto meno essere dotata di un conveniente piazzale per le attivit all'aria libera.

AO

AO AL AL AO

AO

Fig. 7 Esempio di sala per attivit libere unica per due sezioni.
Angoli o nicchie per attivit speciali: sono accessibili dalla sala attivit libere. Servono per particolari attivit di gruppo e vanno attrezzate in maniere diverse, a seconda della loro destinazione; ad esempio: stanzetta con sedie e tavolino; laboratorio con bancone e ripostiglio per oggetti d'uso. Refettorio. Dimensioni: m 0,80 ad alunno (si possono effettuare due turni, se il locale destinato a solo refettorio), Si pu per adattare parzialmente a refettorio la sala per attivit libere con la sistemazione di tavoli e panche ribaltabili (10 bambini ogni tavolo di m 2: 15 ogni tavolo di m 3). La cucinetta preceduta da una credenza (office) deve essere ubicata in modo da poter servire direttamente gli B cucina

Fig. 8 Tipo di refettorio per due sezioni in due nicchie con cucina centrale A, frigorifero; C B, lavastoviglie; C, apparecchio da cucina; D, dispensa; E, tavolo ribaltabile.

office A D

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SCUOLE
SCUOLE MATERNE
Locali necessari alla scuola materna secondo il numero delle aule (o sezioni) in conformit delle vigenti norme (Decreto Pres. Rep. 1 dic. 1956, n. 1688, pubblicato nella Gazz. Uff. n. 102 del 19 aprile 1957). 1 sezione: aula (funziona anche da refettorio); atrio o sala attivit libere; cucinetta con dispensa; servizi igienico-sanitari; locale di visita medica; eventuale alloggio per la maestra; 2 sezioni: 2 aule: 1-2 atri o sale attivit libere refettorio; cucina e dispensa; servizio igienico sanitari; locale di visita medica; direzione; eventuali alloggi per le maestre; 3 sezioni: come sopra ma in pi: 2-3 spogliatoi; piccola lavanderia;

E A D B

A D

Fig. 10 Gruppo igienico-sanitario per due sezioni A, appendisciagumani; B, beverino; C, scaldacqua; D, ripostiglio; E, gabinetto.

F E D C B A

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SCUOLE
SCUOLE ELEMENTARI
La scuola elementare comprende attualmente in Italia 5 classi ed accoglie i bambini dai 6 agli 11 anni di et. Con l'articolo della Costituzione che garantisce l'istruzione scolastica fino ai 14 anni la scuola ele mentare potrebbe essere trasformata in scuola dell'obbligo, costituita di otto classi, 5 elementari e 3 superiori: ma pi probabile che la sua durata attuale permanga e che allistruzione daimpartirsi nei tre anni successivi alle elementari si provveda con l'istituzione della scuola media unica. Dato per che ancora nulla di preciso si conosce circa il funzionamento e l'organizzazione della scuola dell'obbligo , in queste note si far riferimento alla scuola elementare tradizionale, salvo quando non venga precisato il contrario. CRITERI URBANISTICI Capienza: variabile a seconda della densit di popolazione: da un minimo di 1530 alunni (mo noaula-pluriclasse) nelle zone rurali ad un massimo teorico di 750 alunni (5 corsi Completi, 25 aule) nei centri urbani a forte densit: si ricordi per che le vigenti norme italiane statuiscono il numero dl 24 aule al massimo. Distribuzione: i presupposti per la ripartizione territoriale delle scuole elementari sono due: la distanza massima che uno scolaro pu percorrere a piedi dalla sua abitazione per raggiungere la scuola: la distanza minima tra una scuola e l'altra. Generalmente si ammette 400 che la distanza massima tra casa e scuola non superi i m 1000 (una volta si ammetteva fosse km 400 2); in quanto alla distanza minima tra scuola e scuola si ritiene che essa non debba essere inferiore a m 800. Ma tali criteri non sono sempre applicabili, poich: a) nelle zone rurali a bassa densit di popolazione possibile ridurre, ma non eliminare, il disagio delle grandi distanze, pur prevedendo scuole minime. Queste poi, anche se pedagogicamente accettabili, scuole a 25 aule danno luogo ad inasilo convenienti pratici Fig. 1 Minima distanza tra due scuoleed economici. Si (m 400 circa) in rapporto alla pone pertanto il quesito: sono da superficie di un centro abitato preferirsi le monocon notevole densit di popola aule disseminate zione (500 ab/ha) nella campagna oppure le scuole accentrate e i servizi di trasporto gratuiti Nella risposta si tratta di stabilire in concreto la minima unit edilizia scolastica che rappresenti l'optimum didattico, urbanistico ed economico: b) nei centri urbani ad elevata densit di popo lazione, quando la densit supera i 450550 ab/ha le scuole elementari o diventano di dimensioni enormi, o devono essere ubicate a distanza troppo ridotta. Ad esempio: dato un aggregato urbano di 8000 abitanti, concentrato su un comprensorio di m 400 x 400 e considerata una densit di popolazione scolastica elementare nella misura del 10% circa, occorrer una scuola di 25 aule. Le scuole ele mentari degli aggregati urbani adiacenti, con uguale densitedilizia, si troveranno ad una distanza di m 400 dalla prima, (v. fig. 1), e ci determiner non pochi inconvenienti pratici ed economici, specialmente in relazione alla ricerca di aree idonee e di ampiezza sufficiente. Come ovvio, gli inconvenienti sopra riscontrati possono essere eliminati solo se fin dalla prima progettazione urbanistica e regionale si sia prevista unefficiente rete di edifici scolastici, assegnando ad ogni complesso residenziale una scuola elementare, e si sia regolata la densit di popolazione in misura ragionevole e conseguente all'optimum desiderato . AREA Sulla scelta dell'area e sui requisiti tecnici del I'edificio scolastico si tengano presenti le Nuove norme per lacompilazione dei progetti di edifici ad uso delle scuole elementari e materne , Decreto del Presidente della Repubblica 1 dic. 1956 n 1688, pubblicato nella Gazzetta Ufficiale n. 102 del 19 aprile 1957. Ubicazione: baricentrica e di comodo e sicuro accesso rispetto al nucleo abitato che vi fa capo; possibilmente adiacente ad un parco pubblico o al meno ad una zona alberata e ricca di verde, lontana da strade polverose, da officine rumorose, da mer cati, cimiteri e stazioni, da tutto ci che possa arrecare nocumento o disturbo alla vita scolastica, Esposizione appropriata, a seconda dell'orienta mento e dei venti, nonch della migliore veduta, Natura del terreno: favorevole, pianeggiante e che non richieda forti spese di sistemazione, fonda zione e recinzione: che non sia franoso, umido, soggetto ad infiltrazioni o ristagni d'acqua. Grandezza: A) per aula (in Italia): m 5OO (per scuole di 1 aula): m 325 (fino a 10 aule),: m 150 (per ogni aula oltre la decima, fino a 24) . per aula (In Inghilterra, secondo il piano di Abercrombie The Great London ): m 2000, compresi gli Impianti sportivi, B) per allievo: (Italia) m 10 circa; (Inghilterra) m 70: (Carta dell UIA) m: 20.

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SCUOLE
SCUOLE ELEMENTARI
EDIFICIO SCOLASTICO Caratteri generali secondo le norme vigenti in ltalia: 1 ) Non deve avere, di norma, pi di due piani (piano rialzato e primo piano). Ogni eventuale e motivata deroga deve essere concessa dal Provve ditore agli Studi territorialmente competente. 2) Pu avere del locali in piani seminterrati: essi non possono essere adibiti ad aule, ma utiliz zati per magazzini, per deposito di combustibili e per l'impianto di riscaldamento i locali interrati non pi di m 1,50, con altezza utile non inferiore a m 3, illuminati a superficie finestrata non inferiore ad 1,8 dell'area del pavimento, possono comprendere: I'alloggio del custode, la cucina, il refettorio, laboratorio ecc., purch questi risultino, mediantecontromuro formante intercapedine ventilata e fognata, sicuramente protetti dallumidit e abbiano pavimento, se non cantinato, almeno posato su vespaio ventilato. 3) Deve avere i solai, quando i locali scolasticisono situati in pi piani, eseguiti in modo da assi curare impermeabilit ai gas e difesa dalla trasmis sione dei rumori. 4) Deve avere un tipo di copertura sempre ade guato alle condizioni dell'ambiente nel quale l'edi ficio sorge e costruito in modo tale da garantire, oltre che la perfetta impermeavilit, anche la pi idonea coibenza termica. 5) Non deve avere il cortile chiuso da quattro lati; il cortile consentito solo quando gli edifici siano ad un solo piano fuori terra e purch il lato minore sia di lunghezza non inferiore a 15 metri ; il cortile aperto da un solo lato consentito purch almeno uno degli altri lati sia ad un solo piano. 6) Se composto di due o pi corpi di fabbrica, deve essere lasciata tra un fabbricato e l'altro al meno una distanza uguale all'altezza del corpo pi alto ed in ogni caso non inferiore a 12 metri. 7) Deve avere l'esposizione dei locali in cui gli alunni permangono pi a lungo, tale da corrispon dere nel modo migliore alle attivit che in essi ven gono svolte, in relazione al clima ed alle esigenze igieniche e didattiche. ESIGENZE PEDAGOGICHE NELL'EDILIZIA SCOLASTICA La scuola moderna pu definirsi attiva, poich trae origine dalle esigenze psicologiche del fanciullo e dal suocomportamento, variabile con l'et. Nella scuola il fanciullo: a) vuole attivamente imparare e scopre conl'aiuto dell'insegnante i motivi di interesse propri corrispondenti al suo stadio evolutivo: b) ha la possibilit di fare esperienzepratiche (lavori manuali) e ricerche individuali, che sole permettono l'acquisto dl un personale convincimento: c) spronato ed invogliato al lavoro di gruppo, che favorisce il naturale istinto alla collaborazione: d) incomincia adeducarsi alla vita di relazioni sociale . Considerato che lo sviluppo del fanciullo di verso dall'uno all'altro soggetto e che bambini della stessa et si trovano talvolta in fasi evolutive diverse, la classe-anno fa posto, nella moderna conce zione della scuola, al ciclo . La scuola elementare comprende due cicli: I'inferiore (6 e 7 anni) e il superiore (8-9-10 anni): il terzo ciclo quello corrispondente alla scuola dell'obbligo (11-12-13 anni). I tre cicli corrispondono a stadi cos disposti, se condo l'et: 1) il bambino , le cui caratteristiche preponderanti sono la concretezza e la globalit: 2) il fanciullo , con losviluppo degli interessi e le possibilit di ricerca: 3) il giovanetto con l'inizio dell'astrazione e della ricerca di valori assoluti . FUNZIONI DELLA SCUOLA ELEMENTARE Si sono distinte le funzioni: didattiche in 5 diversi ordini di attivit: 1) attivit applicate (leggere, scrivere ecc ): 2)attivit pratiche (mangiare, vestirsi, compor tarsi bene): 3) attivit di gruppo (schede, ricerche) 4) attivit artistiche e manuali (falegnameria, pittura,incollaggio): 5) attivit collettive e sociali: (giuochi, spettacoli, recite, riunioni): e analizzando i cicli: 1 ciclo: attivit applicate (scrivere, leggere, far di conto, procedendo secondo il metodo globale, dal generale al particolare): attivit pratiche (igiene personale, modo di comportarsi In aula, In refettorio, ecc,): attivit di gruppo (recitazione, canto corale) attivit artistiche e manuali (pittura, plastilina, Intreccio, ritaglio, incollaggio): 2) ciclo: attivit applicate (ragionamento, applicazione, analisi):attivit pratiche (vestirsi, muoversi, compor tarsi civilmente, educazione fisica): attivit di gruppo (schede, ricerche, consultazione dl vocabolari, uso di carte geografiche, discussioni di gruppo e recitazione): attivit artistiche emanuali (falegnameria, incisione, tipografia, cucito, maglia, costruzione di marionette): attivit sociali (ginnastica,competizione per squadre, allestimento del museo didattico, ordinamento della biblioteca scolastica). L'ORGANISMO SCOLASTICO II fondamento pedagogico dell'attuale insegna mento elementare il ciclo, che nella scuola ele mentare italiana si divide in due tempi: ciclo inferio re (I e II classe) e superiore (III, IV, V classe). Lunit funzionale architettonica della scuola pertanto determinata dallinsieme degliambienti che costituiscono un ciclo. Lunit-ciclo comprende: le aule vere e proprie, gli spogliatoi, i servizi igienici e lo spazio destinato alle attivit collettive ed alle attrezzature comuni, il tutto coordinato in modo che una parte serva ad integrare l'atra.

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SCUOLE ELEMENTARI
In contrasto con questo nuovo principio vi sono ancora numerosi esempi di scuole pedagogicamente accettabili, in cui manca la unit-ciclo ad essa viene sostituita l'unit-aula; in questo caso si ha un insieme di aule autonome o un gruppo di aule che, prescindendo dal ciclo, danno luogo ad un complesso scolastico in cui predomina l'aula-classe e il resto subordinato ed accessorio. Composizione dell'organismo. - Per edifici fino a 5 aule senz'altro consigliabile la composizione per cicli (un ciclo inferiore ed un ciclo superiore). Le norme attualmente in vigore in Italia consigliano di accostare i due cicli di insegnamento elementare in un unico insieme articolato intorno ad una sala che da considerarsi il centro attivo dell'organismo (v. figg. 2, 3, 4, 5). Per edifici con pi di 5 aule ancora consigliabile l'organizzazione per cicli, variamente combinabili (v. figg. 6 e 7). necessario tuttavia ricordare, come si gi detto, che esistono scuole in cui non si pu parlare di composizione di cicli, bens di composizione di aule. Bench basate su criteri pedagogici diversi da quelli sopra esposti, queste scuole non possono dirsi del tutto sorpassate, tanto vero che permangono in altri Paesi nei quali forse non si ha molta fiducia nell'insegnamento attivo. Osservando gli esempi di scuole sparse in tutto il mondo, constatiamo pertanto che vi possono essere: a) aule disimpegnate da un corridoio: manca in questo caso l'unit funzionale. Era la soluzione pi frequentemente adottata fino a qualche anno fa. Va notato che il corridoio non deve essere necessariamente rettilineo e che pu essere dotato di nicchie larghe a sufficienza per sistemare in esse alcune attrezzature comuni (v. fig. 8). b)aule abbinate o riunite in piccoli gruppi (padiglioni) che danno luogo ad unit funzionali autosufficienti. Esse possono essere collegate tra loro da pensiline o da passaggi chiusi (v. figg. 9 A. B, C, D, E); c) gruppi distinti ed autonomi di 5 o 6 classi (cio un ciclo inferiore ed uno superiore) corri spondenti all'intero corso dell'insegnamento elementare (v. fig. 10 a e b); la soluzione cui propen dono le attuali norme italiane, pur senza imporla le aule di ciascun gruppo sono distribuite intorno alla sala per le attivit collettive; i diversi gruppi possono tra loro essere indipendenti o collegati da pensiline o accostati oppure sovrapposti e collegati da una scala (v. Fig. 11 a, b, c,). d) nuclei costituiti da unit-ciclo inferiori e unit-ciclo superiori collegati da un tessuto con nettivo comune, disteso come un tappeto. ll tessuto connettivo costituito dai locali di vita sociale e dallo spazio di disimpegno. Ogni nucleo si compone delle aule e di uno spazio per le attrezzature comuni, che pu anche invadere in parte il tessuto di collegamento (v. figg. 12 e 13).

W S MV T 4

C W

3 Fig. 3 - Schema di scuola a quattro aule 1,2,3,4, aule: L. spazio per le attivit pratiche (lavoro): S, sala per le attivit collettive: V. M vestibolo; T, ingresso protetto da tettoia, portico o pensilina;M, saletta per la visita medica, C, cucinetta; W, servizi igienico-sanitari.

L 1

4 C V T 3

S 2 L

W 1 T

1 Schema di scuola a sei aule ottenuto dal precedente con l'aggiunta di una'aula L 8

L L 3 4 V T

W M C W

7 6 T M C

Fig. 4 - Altro schema di scuola a quattro aule In questo caso tutte le aule sono dotate di spazio per le attivit pratiche. L'aula 1, essendo separata, pu avere ingresso proprio ed essere ampliata e S completata di servizi per servire come pluriclasse oppure per funzionare nelle ore pomeridiane W e serali per il doposcuola. 1 2 3 3 2 L 1 aula aula

4 W 3

W S C R V M T

5 4 S

5 4

C M S 1 W 2

T Schema di scuola a otto aule (5 + 3) disposte tutte a pianterreno N

Schema di scuola a cinque aule (2 + 3). Anche esso realizzabile in due tempi

Schema di aule a quattro aule (2 + 2). Al primo nucleo di due aule se ne pu aggiungere successivamente un secondo.

bancone uscita al giardino Aule disimpegnate da corridoio facente funzione di spogliatoio e di spazio per il lavoro. Scuola a Plymouth, Michigan, U.S.A.

spazio lavoro bancone

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Fig. 9 - Esempi di edifici scolastici ad un piano, in cui le aule, riunite a due o tre per volta vengono a formare padiglioni pi o meno isolati luno dallaltro ma collegati a un nucleo principale, dove sono raccolti i servizi generali (sala per le attivit collettive, palestre, refettorio, ecc.) A, scuola di Botelkamp, Germania; B, scuola di Birmingham, Mich, U.S.A.; C, scuola di Gentofte, Copenaghen; D, scuola di Zurigo; E, scuola di Wasgenring, Basilea.

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refettorio
cucina WC

museo direzione

spogliatoio

palestra

1 P S R a 1 1 ciclo
a

4 2 ciclo

biblioteca

2 ciclo

Fig. 12 Schema planimetrico della scuola di Rovigo.


Le aule sono raggruppate in unit-ciclo; il ciclo inferiore comprende le aule di 1 e 2 classe; il superiore quelle di 3, 4, e 5. I servizi generali (palestra e spogliatoio, servizi igienici, refettorio e cucina, direzione didattica, museo e biblioteca), essendo comuni a tutta la scuola, formano, insieme con lo spazio destinato al disimpegno, il tessuto connettivo dell'intero organismo, che in pianta assume l'aspetto di un tappeto rettangolare.

b
Fig. 10 Scuola a dieci aule composta di due gruppi (5+5) a, planimetria d'insieme: P, palestra; S, servizi della palestra; R, refettorio; b, schema planimetrico di uno dei due gruppi.

amministraz. vestibolo refettorio 1 ciclo

s. p.

w. c.

1 2

1 ciclo biblioteca

palestra

2 ciclo

4 1
a

a 2 ciclo

P a

w. w. c. c.

w. c.

Fig. 13 Altro esempio di scuola analogo al precedente (fig. 12)


Anche in questo caso la pianta dell'edificio assume forma compatta, rettangolare, ravvivata nel centro da un chiostro.

LAULA
Ha forma e dimensioni variabili a seconda della funzione che essa svolge nell'organismo scolastico. Si avranno perci secondo il programma didattico diverse specie di aule: ad esempio: 1) Aula-unit autosufficiente (consigliabile quando mancano nell'edificio scolastico i locali di vita collettiva). In questo caso l'aula dovr avere servizi, spogliatoi spazio di lavoro e spazi verdi propri. La superficie richiesta notevole (fino a m100); la forma potr essere articolata e suddivisa in parti, nicchie o angoli con destinazioni speciali (v. figg. 14, 15, 16, 17, 18, 19). 2) Aule disposte in serie lungo un corridoio di disimpegno, insegnamento di tipo passivo ristretto nell'ambito dell'aula che assume perci la forma tradizionale. La parziale autosufficienza dell'aula garantita dalla sua dimensione (m 60 pari a circa 6,50 x 9,00) col lato lungo parallelo al corridoio. 3) Aula in quanto parte di un'unit funzionale pi ampia (ciclo, sezione, gruppo). il tipo di aula consigliato dalle vigenti norme italiane,

C
Fig. 11 Scuola a sedici aule (8+8) a, planimetria d'insieme: P, palestra; S, servizi della palestra; R, refettorio; b, c, schemi planimetrici del pianterrenoe primo piano di uno degli edifici di gruppo.

per soddisfare le attivit ordinate o individuali; forma variabile (pi spesso quadrata) e superfice ridotta rispetto ai casi precedenti (da 30 a 45 m); numero degli allievi non superiore a 24; disposizione elastica degli arredi. La ridotta superficie di questa aula compensata dallampiezza della sala per le attivit collettive. Per ci che riguarda le dimensioni dellaula di questo tipo devono essere osservate le seguenti norme ministeriali: la superficie di ciascuna aula deve esere di m 3045, calcolandosi per ogni alunno la superficie minima di m1,20: laltezza libera dellaula tenuti presenti laltitudine, il clima della localit e la superficie dellaula stessa, deve essere compresa fra un minimo di m 3 ed un massimo di m 3,50. Laltezza minima pu scendere eccezzionalmente anche a m 2,80 per le localit di altitudine superiore ai m 1000 sul livello del mare e per localit a clima molto rigido, compatibilmente per con la buona aerazione ed illuminazione. Quando il soffitto dellaula non sia un piano orizzontale, ma inclinato, laltezza libera da computarsi

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Fig 14 Esempio di scuola rurale ad una sola aula pluriclasse, con alloggio per l'insegnate (presentato alla XII Triennale di Milano).

Fig 15 Esempio di scuola rurale inglese a due classi Mediante pareti mobili lo spazio delle aule si pu fondere con quello centrale destinato alle attivit collettive.

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sar la media; in ogni caso per la minima non dovr scendere al disotto dei m 2,80.
aula guardaroba servizi aula

La profondit dellaula rispetto alla parete finestrata deve essere di norma di m 6 o poco pi, per contenere tre file di

aula

Padiglione di tre aule in una scuola inglese che ne comprende in tutto nove (3 x 3) I padiglioni sono corredati ciascuno di spogliatori e servizi igienici propri e sono collegati al nucleo centrale dei servizi generali mediante passaggi esterni.

Fig. 16

guardaroba cattedra

lavagna

giardino 230

aula

aula all'aperto banco lavoro area coperta a tettoia

Fig.20 Sezione traversale dell'aula di una scuola del Texas illuminazione bilaterale diffusa mediante controsoffitto a nido d'ape, posto a m. 2,30 da terra. Il controsoffitto serve a diffondere anche la luce artificiale sistemata nel sovrastante lucernario, tinteggiato con vernice bianca molto riflettente.

180 190

frangisole 370 130 750 360 steccato 750

335

lamelle 855

240 Fig.21

Aula tipica di una scuola in California (zona sismica) A; pianta; B, sezione trasversale. Fig. 17

Sezione trasversale dell'aula di una scuola a Los Angeles, U.S.A. illuminazione bilaterale corretta da lamelle frangisole, che proseguono la linea del soffitto. Finestra alta rivolta a Sud. 765 300

820

280

800

Fig. 18 Esempio di aula tratto da una scuola austriaca Superficie totale, compresi gli spazi destinati allo spogliatoio ed al lavoro in gruppo m 88.

B
Aula tipo di una scuola tedesca Fig.22 A, pianta; B, sezione trasversale. Esempio di aula da una scuola svizzera (Zurigo) Il distacco lasciato tra il corridoio e le aule forma tanti piccoli chiostri ornati di verde ed accessibili per le lezioni all'aperto. Sul chiostro affaccia il piccolo laboratorio annesso a ciascuna aula. Fig. 19 Il gabinetto per i servizi igienici comune a due aule.

banchi a doppio posto. Illuminazione. - necessaria un'intensit luminosa il pi possibile uniforme e d almeno 250 lux sui piano dei tavoli (regolamento inglese). In Italia si considera che il rapporto fra la superficie finestrata e la superficie del pavimento deve essere compresa tra I 15 e 117 e si ritiene sufficiente assi curare al piano dei tavolini un'intensit luminosa di almeno 80 lux. Negli esempi stranieri quando la profondit dell'aula supera di molto i m 6, si rende necessaria una seconda fonte di illuminazione. (In alcuni esem pi americani si notano tre fonti di illuminazione naturale). La seconda fonte di illuminazione naturale negli edifici ad un piano ottenuta. 1) inserendo nel soffitto dell'aula un lucernario; 2) abbassando la copertura del disimpegno per ricavare una finestra sopraluce (v. fig. 20); 3) inclinando la copertura, dell'aula per aumentare l'altezza della finestra, senza accrescere la cubatura della sala (v. figg. 21 e 22). Per edifici a due piani o pi il problema si complica: sono stati studiati vari espedienti, che tuttavia non soddisfano in linea generale; ad esempio: 1) piastrelle o prismi di vetro collocati nella finestra per dirigere la luce; 2) sfalsamento delle aule, degradanti a terrazza; 3) allontanamento del corridoio di disimpegno dal corpo della (v. fig. 23). Diffusione dello luce: anche qui per renderla il pi possibile uniforme sono stati sperimentati vari sistemi: ad esempio: inclinazione della superficie riflettente (soffitto); applicazioni di lamelle o soffittature a nido d'ape tra il lucernario e l'aula; uso di frangisole all'esterno dell'edificio. Ventilazione naturale: viene garantita in tutti i casi di finestrazione bilaterale; negli altri casi si provveder con canne o bacchette di ventilazione, fori nelle pareti opposte o nel controsoffitto o pi semplicemente mediante aperture a vasistas praticate sulle finestre e sulle porte d'ingresso alle aule. Orientamento: il fattore climatico di essenziale importanza nella determinazione dell'orientamento dellaula; la pratica consiglia in orientamento Est, Sud-Est a Sud per le aule; ma la presenza nell'or-

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ganismo scolastico della sala-comune o di spazio lavoro, nonch l'acquisizione di nuove teorie psico pedagogiche, possono consigliare una pi libera scelta, soprattutto considerando che: 1) esistono notevolissime variet di clima e di posizione, anche rispetto ai venti dominanti; 2) i fanciulli dovrebbero trattenersi lo stesso tempo nell'aula e nella sala di attivit collettiva; 3) proprio il luogo per le attivit ordinate forse il meno adatto ad un'insolazione diretta, che pu anche in qualche caso disturbare: 4) l'orientamento pu determinarsi in funzione dellet e dello stadio evolutivo dei fanciulli. Acustica: sempre consigliabile attuare lisolamento delle pareti divisorie e dei solai intermedi; opportuno situare le aule lungo il lato pi tranquillo e pi distante dalle strade. SPAZIO PER ATTIVITA COLLETTIVE Questo spazio ha oggi importanza decisiva nell'attuare il programma pedagogico della scuola ele mentare e non pu pertanto ridursi al vecchio corridoiodisimpegno con porte ed attaccapanni allineati in fila. Le sue funzioni di necessario complemento alle aule e di luogo di raccolta degli allievi possono suggerire diverse soluzioni con caratteristiche par ticolari, a seconda dei programmi didattici e soprattutto della durata dell'orario scolastico. A questo proposito va osservato che in molte scuole allo estero (specialmente nei Paesi industrializzati) l'orario scolastico si estende senza interruzioni dalle 8,20 del mattino alle 16,30 del pomeriggio; in tal caso il prolungamento dell'orario scolastico ancora pi giustifica la presenza dello spazio per le attivit collettive, che peraltro potrebbe essere usato anche durante le ore serali e nel periodo estivo, integrando il rapporto tra casa e scuola, tra la vita trascorsa in famiglia e quella di relazione sociale (vita del quartiere, della piccola comunit rurale, ecc.). Lo spazio destinato alle attivit collettive, nella parte immediatamente adiacente alle aule, pu essere configurato come una sala di forma ed am piezza convenienti, purch non serva pi di sei aule; quando le aule fossero in numero maggiore, occorrerebbe raggrupparle ed assegnare a ciascun gruppo una sala. Questa la soluzione suggerita dalle norme vigenti in Italia; ma appare evidente che non si; possano escludere altre soluzioni basate sul principio di mantenere unito lo spazio destinato alle attivit collettive e tutt'al pi suddividerlo mediante pareti mobili. Esaminando in particolare queste due soluzioni, si osserver che: c) la sala di forma quadrata o rettangolare su cui si affacciano gruppi di aule e servizi, promuove principalmente la raccolta e lo smistamento degli allievi, l'incontro scuola-famiglia, le attivit comu ni a pi classi (recite, proiezioni, canto e giuochi collettivi). particolarmente indicata nel caso di piccole scuole prive di altre attrezzature sociali. La superficie della sala di m 2025 circa per ciascuna aula del gruppo prospiciente alla sala. Per l'illuminazione il rapporto tra superficie illuminante e superficie di pavimento deve essere di circa 1/8. consigliata un'illuminazione bilaterale, e eventualmente con finestra alta. Le porte di accesso devono essere pari almeno a cm 0,5 per allievo con larghezza non inferiore a m 1,30. Inconvenienti: la sala per la sua forma e per la disposizione centrale rispetto alle aule, non sempre riesce ad accogliere la sistemazione di attrezzature didattiche fisse, di angoli di lavoro e di spazi destinati a speciali usi. b) lo spazio unitario disposto a tappeto pu essere diviso con pareti mobili, in angoli attrezzatati

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per il disegno e la compilazione di schede, il museo didattico, la modellistica, la falegnameria, la tipografia, ecc. La sua forma articolata pu svolgersi a nastro o ad anello (v. fig. 13) ed appare perci pi particolarmente indicata per scuole con molte aule e nelle quali si richiedano numerosi ambienti per le attivit sociali (palestra, refettorio, laboratori, ecc.); in special modo riuscirebbe opportuna per le scuole dell'obbligo, esteso fino al 140 anno di et. La sua superficie dovrebbe non superare i m 20 ad aula ed essere associabile ai locali collettivi. Inconvenienti: si eliminata ladifferenziazione volumetrica ed architettonica dei gruppi a vantaggio di una maggiore flessibilit, che rende possibile un pi intenso e proficuo scambio di rapporti e di attrezzatura tra gruppi. Va osservato infine che la soluzione a tappeto, proprio per la sua stessa configurazione, si presta meglio ad essere attuata quando ilcomplesso scolastico costituito da edifici bassi, ad un sol piano, vale a dire quando si ha una vasta area a disposizione. Dove l'area difetti, bisogner per forza ricorrere ai piani sovrapposti e quindi alle sale disposte l'una sull'altra. Dal che si deduce, come del resto era ovvio, che per assicurare all'edificio scolastico lo sviluppo orizzontale, auspicato dalle vigenti norme, occorre uno spazio molto grande e convenientemente attrezzato per poter servire anche come oasi di verde, a beneficio delle circostanti abitazioni. SERVIZI IGIENICO-SANITARI Vanno studiati in funzione di un duplice scopo: a) rispondere alle necessit igieniche degli allievi; b) educare all'igiene. Latrine: 1 per ogni aula, separate per sesso e, illuminate direttamente,precedute da un'antilatrina illuminata ed serata: esposte possibilmente a Nord: i gabinetti per gli insegnanti vannocomputati a parte e tenuti separati. Lavabi, lavapiedi e fontanelle per bere: in apposito locale o nell'antilatrina. Docce: ubicate o nel locale lavabi o nel nucleo servizi della palestra. Le pareti esterne dei servizi vanno distanziate almeno m 4 dai confini. Spogliatoi. - Nel caso di spogliatoi racchiusi in locale apposito, questo deve avere la superficie di m:1518 (larghezza non inferiore a m 1,60). SERVIZI GENERALI E ATTREZZATURE COMPLE COMPLEMENMENTARI Riscaldamento. - Per il riscaldamento dell'edificio si deve tenere presente che la temperatura dei locali scolastici non deve essere inferiore ai 15 o 16 gradi centigradi; qualora ci non avvenga per le normali condizioni climatiche, l'edificio scolastico dev'essere dotato di un impianto di riscaldamento. Servizi assistenziali. - Cucinetta per refezione scolastica (m 15 fino a 8 aule). Gabinetto di visita medica con spogliatoio e servizio igienico. Refettorio. - Le norme ministeriali prevedono uno spazio-refettorio nelle

Fig. 23 Esempio eccezionale di una scuola inglese a due piani In sezione si pu osservare come il corpo di fabbrica (C) contenente i corridoi e gli spogliatoi sia distaccato dal corpo delle aule (A) per garantire lilluminazione bilaterale. Il collegamento tra le aule e il corridorio, al piano superiore, avviene ogni due aule mediante un passggio a ponte.

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scuole con pi di 8 aule. Il numero di alunni che usufruisce della refezione variabile da zona a zona: si pu in linea di massimacalcolare nella misura di 1/3 degli iscritti. Il refettorio pu essere sistemato in vari modi, ma, se risultasse adiacente alla sala o alla palestra, potrebbe esserne separato con parete mobile, cos da poter utilizzare, in caso di necessit, tutto lo spazio collettivo. Palestra. - Secondo le vigenti norme deve essere di forma rettangolare, con il lato maggiore non inferiore a due volte e non superiore a tre volte il lato minore: avere un'altezza di m 57: avere finestre di superficie complessiva pari a 1/5 almeno della superficie del pavimento e disposte in modo da non impedire la razionale sistemazione degli attrezzi fissi; disporre di un proprio atrio indipendente da quello della scuola e comunicante con lo spogliatoio. Dallo spogliatoio si dovr accedere alla palestra e, naturalmente, al gruppo dei servizi igienico-sanitari, che, come si detto, potr comprendere anche le docce scolastiche. La palestra dovr inoltre essere dotata di una stanza per l'insegnante, con relativo gabinetto, e di un locale -per il deposito degli attrezzi. Accanto alla sala per l'insegnante potr essere sistemata anche la sala per la visita medica. Come si vede, una palestra siffatta, bench richiesta soltanto per le scuole con almeno 13 aule, risulta costosa. Una pi ragionevole giustificazione della spesa potrebbe trovarsi, se l'uso delle palestre non fosse limitato agli allievi e fosse esteso alla comunit che ha la scuola come centro. Pi semplicemente, ove fosse consentito, la palestra potrebbe essereimmaginata come uno spazio, dedicato essenzialmente alla ginnastica dei bambini, alle riunioni ed a tutte le

manifestazioni collettive della scuola (teatro, televisione ecc.). In tal caso avrebbe come caratteristiche: grande flessibilit, forma tendente al quadrato, superficie minima m 100. Biblioteca. - Nella scuola elementare la biblioteca, pi che un ambiente vero e proprio a s stante, pu trovare posto in un angolo della sala, se si tratta di scuole piccole, o in una zona baricentrica del tappeto che disimpegna le aule. Essa infatti non tanto un luogo di studio e di raccoglimento, quanto il centro ove si svolgono le ricerche di gruppo e ove i fanciulli si recano, a chiedere i libri in prestito ecc. Non si pu tuttavia escludere l'ipotesi di una biblioteca scolastica concepita come biblioteca popolare, che serva anche alla comunit del quartiere. Museo. - Il museo didattico pu trovarsi nella aula stessa o invadere una parte della sala. Si tratta difetti di un angolo particolarmente attrezzato in cui vengono raccolti oggetti di particolare interesse eseguiti dagli alunni stessi (disegni, animali di pezza, oggetti di legno o di plastilina oppure aventi particolari suggestioni per il gruppo - sassi, minerali, fossili - raccolti dagli stessi alunni). Naturalmente anche per il museo, come per la biblioteca, si potrebbe immaginare una sistemazione meno rudimentale e pi ispirata a intendimenti scientifici, qualora il suo uso fosse esteso oltre il ristretto ambito della scolaresca. IL VERDE Intorno all'edificio scolastico va prevista una zona di rispetto, che pu essere costituita dal verde stesso della scuola. Tale verde dovrebbe

avere un'ampiezza sufficiente e si vorrebbe almeno in teoria, che fosse il triplo della superficie coperta. Quando possibile, il terreno della scuola va scelto in vicinanza della zona sportiva del quartiere (campi di pallone, di pallacanestro) in modo che gli allievi possano utilizzare direttamente gli impianti. Il verde nella scuola elementare assolve ad una funzione pedagogica di primo piano. Esso pu essere suddiviso a seconda delle sue funzioni nel seguente modo: insegnamento all'aperto: si svolge su tutto il terreno a disposizione della scuola, ma in particolare su quel terreno prospiciente l'aula, opportunamente protetto dal vento e dal sole, dove i bambini trasportano nei giorni di tempo buono i tavolini e le sedie; esposizione dei fenomeni natunaturali: parte del verde va adibito ad orto, parte ad alberi da frutto, parte agli allevamenti di animali da cortile, ad acquario con pesci, ad uccelliera; i bambini possono cos seguire direttamente lo svolgersi dei processi naturali; giochi di fantasia e adventure play ground : il verde trattato in parte (per i pi piccoli) a tane, anfratti ecc., per stimolare e suggerire giochi di immaginazione; invece, per i pi grandi, dotato di mattoni, pietra, calcina, legni ecc., che permettono il libero sfogarsi della fantasia a tipica dei bambini di quella et: attivit di movimento: in parte del terreno a disposizione deve trovare posto un campo da gioco (in mancaza di altre attrezzature annesse) che possa servire almeno per il gioco del pallone o della pallacanestro, unapista per la corsa ed un tratto lastricato per il pattinaggio.

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ORDINAMENTO DIDATTICO Come noto, l'ordinamento italiano vigente si basa in principal modo sulla bipartizione tra scuola media, di carattere selettivo e preparatorio a tutti i gradi di istruzione secondaria superiore, e avviamento professionale, che a sua volta si distingue in vari tipi: industriale,commerciale, e cos via. Vi sono inoltre scuole speciali destinate, per esempio, all'istruzione artistica. Questa partizione, giustificata in altri tempi, quando cio nel nostro Paese il bisogno di tecnici e di dirigenti era facilmente colmabile con i quadri di professionisti provenienti da una scuola riservata ad una minoranza di giovani, appare non pi idonea a soddisfare le esigenze dettate dall'attuale struttura economica e sociale. Si va perci profilando anche da noi la necessit di modificare la scuola media. cos come avvenuto in altri Paesi industrialmente gi progrediti, sia per rendere effettivo l'obbligo scolastico sancito dalla Costituzione, sia, per fornire a tutti i ragazzi dagli 11 ai 14 anni eguale istruzione di base che serva soprattutto ai fini della formazione dell'uomo e del cittadino. In alcuni Paesi l'unicit della scuola media, insieme con l'obbligo scolastico, si estende fino al 180 anno di et, cio alle soglie dell'universit; nei nostro si desidererebbe per ora elaborare almeno il piano di una scuola media triennale di primo grado unica ed a struttura decisamente unitaria, ossia senza suddivisione alcuna in sezioni o tipi o indirizzi , appunto per aprire a tutti indistintamente gli scolari pi meritevoli l'accesso alle scuole superiori ed universitarie. Sul programma didattico di questa nuovi scuola media unica ancora non si trovato l'accordo; si presume nondimeno che esso comprender due gruppid'insegnamento: quello culturale (italiano, storia, educazione civica, geografia, educazione artistica e musicale) e quello tecnico-scientifico (matematica, Fisica, storia naturale, educazione ed applicazione tecnica), completato dall'insegnamento per la formazione spirituale e fisica, quali la religione e l'educazione.
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Fig. 1 Scuola arti e mestieri di Berna


A, pianta del primo piano; B pianta del secondo piano; C, pianta del terzo piano; D, pianta del quarto piano, 1, servizi; 2, deposito di attrezzi di pulizia; 3, aula, solo per esperienze e deposito apparecchi per elettromontatori; 4, modelli; 5 laboratori metallici; 6, fisica, 7, aula per insegnamenti teorici generali; 8, direzione e segreteria; 9, servizi e deposito attrezzi di pulizia; 10, laboratori per metalli; 11, direttore; 12, sala insegnanti; 13, aula a disposizione; 14, falegnami; 15, meccanici automobilistici; 16, disegnatori edili e giardinieri; 17, insegnamenti teorici; 18, odontotecnici; 19, parrucchieri; 20, calzolai; 21, sellai; 22, tappezzieri; 23, sarti; 24, insegnamenti teorici; 25, direttore; 26, disegno dal gesso; 27, prospettiva; 28, plastica; 29, orafi; 30, vetrinisti; 31, fotografi; 32, alloggio provvisorio.

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A questi gruppi di materie obbligatorie per tutti si aggiungerebbero, a partire dal secondo anno di corso, alcune materie opzionali (lo studio del latino a di una lingua straniera o le applicazioni artistiche per determinati indirizzi), che per non darebbero luogo ad esami, pur conservando un valore di orientamento e di formazione. ovvio altres che, in armonia con quello della scuola media unica, dovrebbero essere modificati anche iprogrammi degli istituti d'istruzione secondaria che accoglieranno i giovani dal 15 al 18 anno di et, ed i programmi delle facolt universitarie. CRITERI COSTRUTTIVI E REQUISITI TECNICI GENERALI Ci premesso, appare prematuro e forse anche superfluo al momento attuale indicare i criteri da seguire per la costruzione di edifici da destinare a scuole medie e secondarie. Mancano disposizioni specifiche,le norme dettate per la compilazione del progetti di edifici ad uso delle scuole elementari, pubblicate nella Gazz. Ufficiale n. 102 del 19 aprile 1957, potranno considerarsi valevoli, entro ragionevoli limiti, anche per le scuole medie e secondarie. Va tuttavia ricordato che il D.M. 4 maggio 1925, pubblicato nella Gazz. Uff. n. 196 del 25 agosto 1925, al cap. XIX conteneva alcune norme speciali per la compilazione dei progetti di edifici per le scuole secondarie e che la Circolare n. 45 del 13 novembre 1941 del Ministero dei LL.PP. contiene le direttive per la compilazione dei progetti edilizi delle scuote industriali, medie e superiori e di altre scuole d'istruzione tecnica. Per altre scuole, destinate, ad esempio, all'istruzione artistica e musicale, non sono date norme speciali. Circa i locali occorrenti per i musei, collezioni scientifiche, laboratori di esercizi pratici, disegno ecc. Il Decreto ministeriale sopra citato raccomanda che sia sempre richiesto il consilio dei direttori o titolari dei singoli insegnamenti, prima di le dimensioni, l'esposizione, la quantit da assegnare ai locali stessi. Lincompiutezza della legislazione vigente in materia di scuole secondarie lascia adito a non poche incertezze; ad esempio, c da chiedersi: la capienza totale di un edificio da destinarsi a liceo-ginnasio dovr essere di 24 aule, come nelle scuole elementari, o potr raggiungere il limite massimo di 1500 alunni, come era ammesso dalle precedenti norme? La classe dovr contenere al massimo 30 o 40 alunni? Per le scuole industriali stabilito che le classi siano non pi di 24 e con 30 alunni ciascuna, ossia nei totale ammessa la capienza massima di 720 allievi. In quanto all'altezza del fabbricato, bench sia raccomandato l'uso di fabbricati a due piani, ammessa ; a costruzione a tre piani od eccezionalmente a quattro nelle localit centrati dei grandi agglomerati urbani. Nelle scuole industriali di norma le aule si aprono da un sol lato del corridoio. Consentendo dall'altro lato l'illuminazione diretta dall'esterno. Peraltro, potranno addossarsi corpi di fabbrica anche dall'altro lato del corridoio, limitatamente a brevi porzioni dello stesso, purch tutti i locali risultino sufficientemente illuminati ed aerati dall'esterno. Inoltre, se il corridoio riceve aria e luce dal soffitto, potr essere affiancato da aule su tutta la sua lunghezza da ambedue i lati. l locali che accolgono gli spogliatoi ed i lavabi devono trovarsi in posizione intermedia tra i locali destinati al lavoro e quelli destinati alle lezioni, cosicch i giovani che provengono dalle esercitazioni pratiche possano procedere alla necessaria pulizia e deporre l'abito da lavoro.

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messe scale in curva. AULE E LABORATORI
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6 8 1 6 2 8 9 Il laboratoio di fisica nella scuola superiore di Wilmington, U.S.A. 1, bancone per le dimostrazioni; 2, lavagne; 3, armadio per libri; 4, studio del professore; 5, deposito apparecchi; 6, banconi per le esercitazioni degli studenti (16-18 anni di et); 7, bancone con scaffali, (le linee punteggiate indicano la posizione dei radiatori); 8, vetrine e armadi a muro; 9, fontanella per bere; 10, spazio per le tubazioni. 2 3 10 5

Come si vede, per le scuole industriali ammesso l'uso del corpo di fabbrica triplo, pur con alcune limitazioni; converr tuttavia non abusare di questa facolt e limitare l'uso dei corridoi. Nel caso che questi fosseronecessari, converr limitarne la lunghezza e calcolarne la larghezza sulla base di m 0,60 ogni 60 allievi, avviati parte in un senso e parte nel senso opposto, con un minimo di m 2. Lungo il percorso dei corridoi dovr evitarsi ogni strozzatura in corrispondenza degli accessi ad atri, scale, ecc.; caso mai sarebbe necessario proprio il contrario, provvedere cio ad opportuni e ben dislocati allargamenti di sezione del corridoio, sia per ottenere una migliore possibilit di illuminarlo e ventilarlo, sia per creare negli slarghi alcuni spazi paragonabili, almeno in parte, alle sale collettive, di cui si fatto cenno a proposito delle scuole elementari. Non si esclude, infatti, che almeno per la scuola media triennale il tipo edilizio scolastico venga ad essere adeguato con opportuni adattaenti al tipo edilizio prescritto dalle vigenti norme per le scuole elementari. Per le scale e specialmente per quelle in servizio nelle scuole industriali, si dovrebbe prevedere l'uso di rampe distinte per la salita e la discesa degli allievi, evitando, per quanto possibile, l'incrocio delle squadre. Da ricordare, infine. che non sono am-

Aula di chimica per scuole superiori

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Aula di scienze naturali nella scuola Eriksdal di Stoccolma 1, vaschetta e banco di preparazione; 2, armadi a vetri; 3, gradinata; 4, banchi; 5, cattedra.

Le aule per gli insegnamenti teorico-culturali e tecnico-scientifici avranno di norma la capacit di 30 posti; non si esclude tuttavia che, in conformit ai criteri pedagogici pi aggiornati, detto numera venga ridotto, come sarebbe auspicabile. opportuno perci che negli edifici con pi di 8 aule sia predisposta qualche aula di capacit minore. Le dimensioni dell'aula-classe saranno accresciute rispetto alle corrispondenti dimensioni delle scuole elementari, nella misura di m 1,50 per alunno e, per 30 allievi, m 45; nelle scuole industriali sono richiesti m 1,40 ad allievo per gli insegnamenti teoricoculturali e m 1,60 ad allievo per gli insegnamenti tecnico-scientifici. La forma delle aule destinate all'insegnamento passivo potr essere quella consueta, rettangolare, opportunamente allargata (m 6,30 x 7,50, ad esempio), col lato lungo finestrato per evitare la necessit di una seconda fonte di illuminazione naturale; ma, se questa fosse assicurata, come sarebbe auspicabile, la forma dell'aula potrebbe avvicinarsi ai quadrato. Per le altre dimensioni e per l'illuminazione valgano le regole stabilite per le scuole elementari. Le aule destinate agli insegnamenti speciali (attivo e dimostrativo), nonch i locali e gli spazi aperti per le osservazioni scientifiche e le esercitazioni di laboratorio saranno improntati alla massima semplicit, anche per ragioni di spesa, ma dovranno corrispondere alle necessit di una scuola che voglia veramente preparare i giovani nonsoltanto sui libri. La separazione tra aule contigue si dovr realizzare mediante divisori non aventi finzioni statiche, cos da poter essere rimossi o spostati per eventuali esigenze dettate dall'evoluzione degli insegnamenti, senza che questo renda necessario modificare le strutture portanti. L'illuminazione principale dovr suddividersi di regola tra 4 o pi finestre, cosicch sia sempre possibile lo spostamento dei muri divisori, allo scopo di aumentare o ridurre la capacit delle aule. Peraltro potranno

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avere 3 sole finestre le aule pi piccole di quelle normali. Le aule per gli insegnamenti tecnico-scientifici dovranno essere provviste di gradinate, con dislivello di circa cm 15, tra i successivi ordini di banchi. Attiguo all'aula di insegnamento si disporr lo studio dell'insegnante e, se l'insegnamento lo richiede, il locale di preparazione delle esperienze ed il laboratorio degli allievi. L'aula di chimica sar provvista di cappa a vetri comunicante col locale di preparazione. l laboratori ove si compiono analisi chimiche dovranno essere provvisti di una o pi cappe di aspirazione, o di cappe individuali in corrispondenza di ogni posto di analisi, a seconda dell'importanza del laboratorio. Le aule per gli insegnamenti scientifici, i locali di preparazione ed i laboratori dovranno essere provvisti di prese d'acqua, gas e corrente elettrica, lavandini e scarichi in conformit alle esigenze degli insegnamenti e delle esercitazioni che vi si svolgono. Le aule di disegno avranno dimensioni adeguate alla misura dei tavoli sempre in relazione alla capacit di 30 allievi. In generale nelle scuole tecniche e negli istituti industriali dette sale dovranno commisurarsi ad una superficie minima di almeno m 3 per allievo. L'uniformit e l'efficienza dell'illuminazione dovr essere particolarmente curata, dando la preferenza all'illuminazione proveniente da finestre esposte a Nord od almeno protette dall'insolazione diretta. ESERCITAZIONI DI LAVORO

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Nelle scuole industriali i 4 6 locali destinati alle esercita5 zioni di lavoro dovranno 3 3 7.00 2 essere anzitutto adeguati all'et degli alunni e poi 7 particolarmente studiati in relazione alle esigenze delle operazioni che vi si 3.00 8.50 1.50 svolgono. Se le lavorazioni sono rumorose o comunSchema di aule abbinate per esercitazioni di lavoro que tali da produrre vibra1, corridoio; 2, aula; 3, lavagna; 4, armadi; 5, laboratorio zioni, non dovranno didell'insegnante comunicante anche l'aula successive; sporsi aule di lezione, n 6, deposito materiali; 7, spogliatoio degli alunni. uffici, nei locali adiacenti, soprastanti o sottostanti. cialmente nelle grandi citt, non conLe officine delle scuole e degli sentano assolutamente lo sviluppo istituti industriali dovranno disporsi 'delle officine al piano di terra, potr preferibilmente al piano terreno con attuarsi una disposizione a piani soilluminazione dall'alto e disposizione vrapposti, destinando i piani superiori rispondente alle necessit di un'orgaai reparti ove si svolgono lavorazioni nizzazione centralizzata. consigliapi leggere. In questo caso l'ampiezza bile pertanto che i diversi reparti dei locali sar limitata alla necessit, di siano contigui. Fatta eccezione per i conseguire una buona distribuzione di reparti polverosi, fumogeni, esalanti luce. gas nocivi o particolarmente rumoPertanto, qualora l'illuminazione sia rosi, le separazioni possono conseunilaterale, la larghezza dei locali sar guirsi con graticci di limitata altezza o limitata al doppio dell'altezza dell'arcon vetrate. In ogni caso le separachitrave della finestra sul pavimento; zioni dovranno essere facilmentemocon l'illuminazione bilaterale si potr dificabili senza alterare fa struttura giungere al quadruplo dell'altezzasudmuraria portante, cos da permettere detta semprech non si dispongano eventuali trasformazioni. nel locale alberi di trasmissione pensili, Il pavimento sar di poco supetubazioni o macchinari voluminosi che riore al piano esterno del terreno costi naturale, sempre a condizione che sia assicurata la necessaria sanit dell'ambiente. Quando esigenze di spazio, spe-

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Le esercitazioni di lavoro vengono di regola svolte individualmente, e pertanto nei singoli reparti dovr prevedersi un numero di posti di la voro commisurato alla popolazione scolastica, lorario settimanale delle esercitazioni particolari; del reparto e ad una logica suddivisione dei turni per classi o squadre. Dovr inoltre prevedersi una limitazione nell'occucapazione dei reparti per le esercitazioni didattiche a non oltre il massimo insuperabile di tre quarti dell'orario settimanale di servi o del personale addetto, poich reparti, per tutto il tempo rimanente, saranno a disposizione del personale stesso per le operazioni sussidiarie di preparazione, manutenzione e simili. Ogni reparto dovr avere accesso indipendente direttamente dai corridoi. Le officine ed i laboratori nei quali funzionano macchine di notevoli dimensioni e di peso rilevata dovranno avere possibilmente un secondo accesso diretto all'esterno (strada Pubblica o cortile). In ogni caso il carbone ed i materiali polverosi o imbrattanti dovranno poter giungere a destinazione direttamente dall'esterno senza attraversare i corridoi principali. Dovranno essere previste fondazioni indipendenti dalla struttura muraria dell'edificio per le macchine e gli apparecchi che danno origine a vibrazioni, i locali destinati alle aziende produttive dovranno rispondere alle esigenze tecniche ed economi che dettate dalla moderna esperienza. IL MAGAZZINO GENERALE II magazzino generale dev'essere ubicato in posizione opportuna rispetto alle officine, con possibilit di accesso dalla strada o da un cortile. Pu anche disporsi in locale sotterraneo,purch asciutto. Oltre ai materiali per le lavorazioni, ai prodotti, ai rottami ed agli attrezzi fuori uso, si dovranno prevedere locali per la conservazione delle suppellet tili e degli arredi scolastici. Per i materiali che interessano un unico servizio o reparto (comecombustibili per impianto di riscaldamento, ghise di fonderia) dovranno prevedersi spazi di deposito nellimmediata vicinanza dei raparti stessi. SPOGLIATOI E SERVIZI IGIENICI Nelle scuole industriali gli spogliatoi potranno aver sede anche in locali seminterrati, purch asciutti, benilluminati e ventilati. Le dimensionare locali adibiti a spogliatoi dovranno essere sufficienti per contenere gli armadietti individuali per tutti, gli allievi della scuola. Gli armadietti dovranno essere provvisti di fori di aerazione. Per conseguire una migliore aerazione conviene disporre lo spogliatoio in un unico locale di sufficiente ampiezza, suddividendolo in scomparti, relativi alle diverse classi, per mezzo di graticci oppure utilizzando come parete gli stessi armadietti Per i lavabi preferibile il tipo a vasca continua; le vaschette individuali sono da evitare negli spogliatoi. II numero dei posti nei lavabi deve corrispondere almeno ad un ottavo del posti esistenti negli spogliatoi. Sempre per le scuole industriali, ilocali che accolgono gli spogliatoi ed i lavabi devono essere provvisti di un numero adeguato di accessi, di larghe dimensiorli (in genere un accesso separato per ogni trenta posti), cos da evitare ogni ingorgo o intoppo nell ' entrata e nell ' uscita delle squadre di allievi, e da facilitare la sorveglianza. Per Ia stessa ragione giova disporre le file degli armadietti e del lavabi in direzione parallela agli assi delle porte d'accesso. Adiacente agli spogliatoi si disporra un gruppo di ritirate, le ritirate devono essere unite a gruppi. Ogni gruppo non deve servire pi di sei aule o laboratori; cos pure per le officine si disporr al meno un gruppo di ritirate ogni 180 posti di lavoro. Ogni gruppo di ritirate deve comprendere tanti gabinetti quante sono le aule servite, od ogni 30 posti di lavoro e, per le scuole maschili, un sufficente numero di orinatoi. Gli orinatoi contigui saranno separati da lastre di marmo, od altro materiale Iavabile, della sporgenza di cm 5O e dell altezza di m 1,20. Conviene che le ritirate e gli ori natoi siano allineati in direzione parallela all asse dell'ingresso Ia cui porta deve essere munita di vetri trasparenti. II locale pu essere preceduto da una antilatrina egualmente separata da porta a vetri trasparenti, provvista di lavabi e fontanelle per bere . Dovranno inoltre prevedersi, separatamente Ie ritirate per gli insegnanti. Per le altre norme valgano le disposizioni delle scuole elementari. Docce. - Ogni edificio scolastico deve essere provvisto di un impianto di docce per un numero di posti pari nelle scuole industriali, ad almeno 1/5 del numero degli allievi. Le docce possono essere collocateanche in un piano sotterraneo o semisotterraneo, oppure nella immediata prossimit della palestra. PRONTO SOCCORSO E VISITA MEDICA Nelle scuole dove si svolgono esercitzioni di lavoro, il locale destinato a pronto soccorso deve essere spazioso e ben areato. Deve essere provvisto di lavabo e di unattigua ritirata. Nel suo arredamento non deve mancare una lettiga ed un armadietto farmaceutico. Il locale stesso o, nelle scuole di maggiore importanza, un locale attiguo pu essere destinato alla visita medica. REFETTORI E CUCINE Per il refettorio valgono le norme delle scuole elementari con le seguenti aggiunte e varianti. L'area minima del refettorio deve calcoiarsi in m 1,50 per ogni commensale. Le tavole devono offrire per ogni commensale uno spazio minimo di cm 55 di fronte per cm 35 di profondit. La distanza libera fra due tavole parallele deve risultare di almeno m 2, e di m 1,20 fra tavolo e muro. Le cucine ed i locali di preparazione potranno essere collocati in pianisotterranei, ma a condizione di conseguire un' ottima illuminazione ed un' effcace ventilazione. Per il rapporto tra la superficie delle finestre e il pavimento valgono le norme stabilite per le aule di insegnamento. Oc corre disporre le cucine e le cappe in modo che non creino schermi alla luce e zone d'ombra, particolarmente nel caso di illuminazione unilaterale.

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L'altezza del locale destinato a cucina non dovrebbe essere di norma inferiore ai quattro metri un'altezza inferiore, sino al minimo di tre metri, potr essere consentita solo a condizione che si disponga di un effcace impianto di ventilazioneforzata. LOCALI PER LA DIREZIONE E LAMMINISTRAZIONE Essi comprendono, in generale: I'ufficio del preside con annessa sala d'aspetto: la segreteria didattica ed amministrativa: I'archivio, I'economato; la sala e lo spogliatoio degli insegnanti: la biblioteca scolastica e, dove occorrano, la sala per il consiglio di amministrazione e per i colloqui con i familiari degli allievi. L'ufficio del preside deve essere attiguo alla segreteria e deve trovarsi nelle immediate vicinanze della scala principale. Gli uffici della segreteria didattica ed amminlstrativa possono convenientemente essere riunite in un unico locale, di dimensoni surficenti nel quale i diversi servizi possono essere separati, da tramezzi e vetri. Una parte del locale sar accessibile al pubblico, che comunicher con gli uffci attraverso sportelli .Nelle scuole minori alcune funzioni potranno essere riunite in un unico locale (ad esempio: biblioteca e sala insegnanti, sala del consiglio di amministrazione e ufficio del preside). Nelle scuole maggiori si potr, al contrario scindere i locali per renderne pi completa ed efficace la specifica funzione: ad esempio, per la mostra didattica non , in generale, indispensabile un locale apposito, potendo essere utilizzate allo scopo le pareti dei corridoi o delle sale collettive. Se per alla mostra didattica si volesse 5

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Fig. 6 Pianta del secondo piano seminterrato destinato alle lavorazioni meccaniche della scuola arti e mestieri di Berna. 1, riscaldamento; 2, spogliatoi; 3, deposito materiali; 4, servizi igienico-sanitari; 5, pronto soccorso; 6, ingresso; 7, piano di caricamento; 8, direttore; 9, gru e ponte; 10,posti di lavoro per meccanici,attrezzisti ecc. dare un pi concreto significato e assegnare un compito edu cativo pi vasto ed esteso oltre i confini della scuola, ecco che la sala di esposizione e il museo didat tico acquisterebbero maggiore importanza. Altrettanto si dica per la biblioteca, per le sale di con vegno e per l'aula magna, che tutte potranno essere improntate a criteri di maggiore o minore importanza, secondo l'ufficio cui sono destinate e lo scopo che si vuol conseguire. In linea di massima l'aula magna dovrebbe essere capace di contenere almeno tutti gli allievi della scuola ed il corpo insegnante ed essere provvista di schermo e cabina di proiezione. Per la cabina valgano le vigenti disposizioni di legge, e cos anche si dica per le norme relative agli accessi e alle uscite di sicurezza. in ogni caso da preferirsi una doppia possibilit di sfollamento attraverso scale, atrio e corridoi, accessibili direttamente dall'esterno, ancorch comunicanti con l'ingresso principale della scuola .

PALESTRA CAMPI SPORTIVI In ogni edificio scolastico dovrebbeessere costruita almeno una palestra coperta, di misura regolamentare e dotata di tutti i servizi richiesti: ma negli edifici con pi di 20 aule e destinati ad accogliere scuole ed istituti di istruzione secondaria ed artistica occoreranno due palestre (Art. 5 della legge 7/2/1958 n. 88. Provvedimenti per leducazione fisica). Inoltre vi dovrebbero essere campi sportivi, attrezzati in misura adeguata al numero degliscolari, agli sport da essi praticati ed alle particolarit richieste dallo svolgimento di attivit atletiche.

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UNIVERSIT
L'universit l'ultimo grado, il pi elevato, della scuola moderna. In essa i giovani possono conseguire la necessaria formazione scientifica e professionale ed essere avviati verso quel livello di specializzazione che oggi, essendo specialmente richiesto, tende ad elevarsi con il sorgere di nuovi corsi di laurea, con lo sdoppiamento di quelli attuali, con la creazione di numerose scuole di perfezionamento. l COMPLESSI EDILIZI UNIVERSITARI Nelle moderne realizzazioni di sedi per l'insegnamento universitario sono state seguite varie tendenze: a) edifici separati, inseriti nel tessuto urbano della citt (come le sedi universitarie del passato); b) edifici raggruppati, in un complesso pi o meno vasto, comprendente nucleo direttivo, edifici di facolt e biblioteca (la cos detta citt universitaria di tipo italiano); c) edifici raggruppati in un vasto complesso autosufficiente, a volte lontano dalla citt, comprendente anche gli alloggi per gli studenti e gli insegnanti (universit di tipo inglese o americano). Evidentemente la prima e la seconda tendenza comportano forme di vita universitaria in cui la comunit di studio e di lavoro fra studenti ed insegnanti si attua solo parzialmente durante le ore di lezione e di esercitazione, mentre la terza tendenza realizza una completa comunit di vita attorno agli spazi determinati dagli edifici (il campus delle universit americane). Grande importanza ha poi una esatta definizione e valutazione dei rapporti che intercorrono fra la citt ed il complesso universitario: - inserimento nel tessuto urbano della citt (o decentramento verso la periferia), come avviene per le citt universitarie di tipo italiano; tale soluzione quasi obbligata, quando non sono presenti nel complesso universitario gli alloggi per studenti ed insegnanti: comporta il vantaggio della vicinanza alla vita attiva della citt, a musei, biblioteche, teatri, monumenti e gli svantaggi dovuti al traffico, ai rumori, molto spesso alla carenza di spazio verdi, e soprattutto l'impossibilit di espansione in superficie del complesso edilizio a causa dell'alto costo delle aree; - decentramento del complesso a molti chilometri dal pi vicino centra abitato (universit americane), con la conseguente creazione di una vera e propria citt autosufficiente e quindi dotata di tutti i servizi necessari alla convivenza, per buona parte dell'anno, di studenti ed insegnanti: ai vantaggi derivanti da una vita tranquilla e raccolta, e da una possibilit di espansione praticamente illimitata, si contrappongono i pericoli di isolamento dalla vita culturale e sociale della citt, come pure l'allontanamento delle attrezzature tecniche e scientifiche dell'universit di cui molto spesso la citt si serve.

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6 Fig. 2 Planimetria generale del Centro universitario di Aarhus 1, Aula Magna; 2, Giurisprudenza; 3, Economia Politica; 4, Teologia; 5, Lettere; 6, alloggi del corpo insegnante; 7, Fisica, Chimica ed Anatomia; 8 alloggi degli studenti; 9, Biochimica e Fisiologia; 10, Museo di storia naturale.

GLI ELEMENTI COSTITUTIVI a) Nucleo direttivo: Rettorato Aula Magna Amministrazione Biblioteca b) Edifici sede delle facolt c) Servizi generati: Residenze per gli studenti Residenze per gli insegnanti Impianti sportivi Attrezzature ricreative Impianti tecnici.

IL NUCLEO DIRETTIVO IL Rettorato e l'Amministrazione. - Vengono riuniti tradizionalmente nello stesso edificio, anche se le funzioni che essi assolvono sono diverse. Il Rettorato infatti comprende ambienti eminentemente rappresentativi ed in particolare: - uffici del Rettore, - direzione amministrativa (adiacente ai precedenti),

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39 Viale del Policlinico

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3 Piazzale delle scienze

1, Clinica Ortopedica; 2, Istituto di Igiene; 3, Circolo Professori e Universitario; 4, Clinica malattie nervose e mentali; 5, Istituto di Fisica; 6, Istituto di Chimica; 7, Istituto di Chimica Farmaceutica; 9, Facolt di lettere e Filosofia; 10, Rettorato, Biblioteca ed Aula Magna; 11, Facolt di Giurisprudenza; 12, Istituti di Geologia Mineralogia e Palentologia; 13, Facolt di Scienze Politiche; 14, Istituto di Mdicina Legale; 15, Istituto di storia della Medicina; 16, tipografia; 17, Istituto di FisiologiaUmana; 18, Istituto di fisiologia Generale; 19 Istituto di Botanica e chimica farmaceutica; 20, Orto botanico; 25, Banca e Ufficio <Postale; 26, Isituto di Anatomia Umana di Semiotica; 33, Istituto di Radiologia; 34, Ist. di Patologia speciale ; 35, Istituto di Urologia; 36 Istit. di Otorinolaringoiatria; 37, Clinica Dermosifiologica; 38, Clinica medica; 39, Istit. di Patologia speciale medica; 40 Istit. di Patologia Speciale Chirurgica; 41 Clinia chirurgica; 42 Clinia Oculistica.

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UNIVERSITA
15 7 2 5 4 2 3 6 14 13 19 19 17 19 12 11 20 10 9 20 2 8 1 2 2 16 18 16 16 18 18 18 18 18 20

Fig. 3 - Veduta prospettica dell'illinois Institute of Tecnology a Chicago 1, centrale termica; 2, laboratori di ricerche; 3, circolo studentesco ed autitorium; 4, Ingegneria elettrotecnica; 5, Ingegneria civile; 6, biblioteca ed amministrazione; 7, palestra e piscina; 6, istituto di tecnologia del gas; 9, Architettura ed arti applicate; 10, Ingegneria meccanica; 11, Studi umanistici; 12, Chimica; 13, Ingegneria; metallurgica; 14, Alunni Memorial Hall; 15, edificio per lo sport; 16, edificio residenziale a 10 piani; 17, appartamenti a tre piani; 18, casa dello studente; 19, case a schiera; 20, centro comunitario. - sala per le riunioni del senato accademico e del consiglio di amministrazione; - vari uffici del personale, affari generali, ragioneria, economato, opera universitaria; - sede per le organizzazioni rappresentative degli studenti ed inoltre gli archivi generali e particolari. L'Amministrazione, oltre agli ambienti gi citati, comprende le segreterie delle varie facolt (sale con sportelli). indispensabile distinguere chiaramente ingressi e percorsi, cio quelli facenti capo agli uffici dei dirigenti (poco frequentati dal pubblico) e gli altri, soprattutto quelli riguardanti lesegreterie di facolt (frequentati da gran numero di studenti). Talvolta i due gruppi possono essere posti anche in edifici distinti, collegati mediante telefoni e posta pneumatica. L'AULA MAGNA Assolve funzioni eminentemente rappresentative, riguardanti la vita interna dell'universit, ma non escluso che, talvolta, possa essere utilizzata anche per manifestazioni culturali ad essa estranee: proiezioni, rappresentazioni, concerti, ecc. Sar ubicata, di massima, adiacente immediatamente al rettorato, con accesso diretto dalla zona occupata dal Rettore e dal Senato Accademico; tale accesso sar anche utilizzato quale ingresso riservato per le autorit (con apposito vestibolo, salette di attesa, spogliatoi, servizi). Il pubblico (studenti ed invitati) avr un apposito ingresso con pensilina, un ampio vestibolo, guardaroba; esso acceder nella sala preferibilmente dal fondo: tuttavia, per facilitare un rapido
1.00 7 8 8.80

sfollamento, necessario prevedereanche uscite laterali. La visibilit da parte del pubblico assicurata dalla forma del pavimento; si hanno quindi i seguenti casi: - pavimento in piano: non adatto per sale di grande capienza (occorre alzare notevolmente il podio); utile tuttavia quando si voglia usare l'aula magna anche per feste, ricevimenti, esposizioni; - pavimento inclinato, a gradini: assicura una buona visibilit verso il podio, ma, naturalmente, la sala non pu essere trasformata; - pavimento in piano, con sovrastrutture mobili a gradini: si tratta di un espediente costoso e poco pratico. Circa le norme di sicurezza (porte,passaggi, scale, ecc.) valgono quellestabilite per le sale da

1.50

8.80

4 1 Fig. 4 - Pianta dell'aula magna dell'universit commerciale Bocconi, a Milano (arch. G. Pagano). 1, pianerettolo dello scalone principale; 2, podio per le autorit; 3, diaframmi con scritte; 4, canne fumarie; 5, pavimento della sala; 6 proiezione del soffitto acustico; 7, accesso alla cabina di protezione; 8, accesso degli studenti.

1.00 3.00 3.00 7.15 1.00 7.15 24,65 1.00 7.15 1.20

Fig. 5 - Pianta schematica di uala magna Posti: cm 55x75; superficie sala (escluso podio): m 520; posti n. 912; superficie per posto; m 0,57.

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SCUOLE
UNIVERSIT

1 2 2 2 2 12 13 10

mezzanino

piano secondo

2 2

2 2 2 7 1 7 piano primo 8 9

10

11

2 1

5 piano terreno

Fig. 6 - Universit di Durham (arch. J. S. Allen). Piante di tre piani e del mezzanino 1, aula; 2, stanze insegnanti; 3, camera oscura; 4, laboratorio; 5, ingresso; 6, magazzino libri; 7, laboratorio; 8, aula di disegno; 9, carte geografiche; 10, auditorium; 11, sale di lettura; 12, seminario; 13, cabina di proiezione.

spettacolo; per un primo dimensionamento di massima, si hanno i dati seguenti: - sale molto grandi (oltre i 1000 posti), con posti stretti (0,55 x 0,75) compresi i passaggi interni, escluso il podio............ m 0,60 a persona - sale molto grandi con posti di grandezza regolare (0,60 x 0,80).......... m 0,70 a persona - sale grandi (da 400 a 800 posti)...................... m 0,80 a persona - sale piccole (fino a 300 posti)...................... m 0,95 a persona L'illuminazione sar assicurata mediante luce diffusa, sia naturale che artificiale, tale da aggiungere in ogni punto almeno 40 lux.

Riguardo all'acustica, bene tenere presente che il limite della buona audibilit della voce umana normale si trova a m 20-30 di fronte, a m 13 sui fianchi e a m 10 alle spalle di chi parla. Dovranno essere evitati tutti gli effetti d'eco, mentre il tempo di riverberazione migliore (per il solo parlato e con frequenze di 512 Hz) oscilla da 0,8 a 1,4 secondi, in funzione del volume della sala. LA BIBLIOTECA Per essa valgono le norme generali per le biblioteche. Si pu osservare che, nel caso di universit non grandi, spesso viene adottata la soluzione con sala-magazzino. inoltre da tenere presente che, nel complesso universitario, esistono anche le biblioteche delle singole facolt, naturalmente di tipo pi specializzato, ed anche le biblioteche dei

singoli istituti che alle facolt fanno capo. La biblioteca generale, comunque, viene tradizionalmente annessa all'edificio del rettorato oppure viene costruita nelle immediate vicinanze. GLI EDIFICI DELLE FACOLT Comprendono generalmente: a) i locali per l'insegnamento; b) i locali di direzione e rappresentanza. l primi (aule e laboratori) possono essere raggruppati, a seconda delle esigenze e delle tradizioni locali, per facolt o per tipo di insegnamento (tenendo conto, in questo caso, che taluni corsi sono comuni a due o pi facolt). Gli edifici delle facolt dovrebbero essere dimensionati in rapporto al numero degli studenti; ma poich esso

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UNIVERSIT
variabile nel tempo e difficilmente prevedibile, necessario che gli edifici siano dotati di un sufficiente grado di flessibilit distributiva, sia in vista di nuove organizzazioni interne, sia di futuri ampliamenti. A tale scopo bene adottare una struttura modulare ed elementi di arredamento standardizzati; il modulo sar determinato, nei suoi multipli e sottomultipli, dalla forma e dimensione degli ambienti di insegnamento (m 7,30 negli edifici dell'Illinois lnstitute of Technology, m 5,50 nel Massachusetts lnstitute of Technology). l locali per l'insegnamento possono essere anche riuniti negli Istituti, i quali vengono ad assumere un'importanza rilevante, anche dal punto di vista architettonico (Facolt di Ingegneria di Bologna, Scuola Superiore di Aeronautica di Firenze, Facolt di Scienze Naturali di Berna). bene che gli edifici delle facolt non superino l'altezza di due-tre piani, riservando i piani pi alti, ai locali cui accede un numero limitato di studenti. LE AULE Contrariamente a quanto avviene per le scuole medie, variabile il numero degli studenti che frequentano ogni lezione e le aule, quindi, dovranno essere di diverse grandezze; le dimensioni saranno poi calcolate con un certo margine di larghezza in modo tale da poter assorbire l'incremento del numero degli studenti, senza ricorrere a doppi turni di lezioni od esercitazioni, o addirittura all'ampliamento dell'edificio dopo pochi anni. L'insegnamento impartito nell'universit si svolge, di solito, in tre modi: a) insegnamento cattedratico; b) insegnamento dimostrativo; c) esercitazioni. A seconda dei vari tipi di insegnamento, variano le esigenze funzionali ed i criteri di dimensionamento: a) Aule per insegnamento cattedratico. Qualora gli studenti debbano recarsi spesso alla cattedra, bene adottare banchi comuni a due posti (m 1,20 1,50 per persona, compresi i passaggi), in caso contrario, si adottano file di posti (al massimo 15) aperte ai due estremi e si richiedono cos: m 0,80 0,95 (per aule piccole) per persona m 0,60 (per aule grandi) per persona. La soluzione a file e banchi continui, con posti non determinati, consente di aumentare un po' la capienza dell'aula in caso di sovraffollamento, ma con

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SCUOLE
UNIVERSIT

1 6

4 10

3 5 5 6 6 7 8

Fig. 7 - Edificio di Scienze Bilogiche e Farmacia dell' universit Drake. Pianta 1, auditorum; 2, aula ad anfiteatro; 3, atrio di ingresso; 4, laboratorio di scienze biologiche, 5, laboratorio di scienze fisiche; 6, aula; 7 uffici; 8 laboratorio chimico farmaceutico; 9, laboratorio fisico farmaceutico; 10, proiezione del ponte di collegamento. evidente danno per la comodit e ligiene degli studenti.

Dimensioni dei passaggi: laterale di fronte alle finestre (escluso l'ingombro delle ante)... interno centrale (necessario nelle aule larghe) posteriore distanza della prima fila di banchi dalla lavagna..........

cm cm cm cm

60 85 75 75

75 100 100 85

cm 250 300

La larghezza dell aula dipende soprattutto dalla illuminazione; qualora essa sia unilaterale da sinistra la larghezza non potr superare i m 8,50 e comunque essa dipende dall'altezza dell'architrave della finestra. La lunghezza in funzione dell'audibilit della voce umana normale (vedi quanto detto per l'Aula Magna) e della visibilit dei caratteri scritti sulla la vagna. In generale bene che la lunghezza non su peri i m 15. Fino ad una capienza di 80100 posti, il pavimento pu essere in piano, elevando eventualmente la cattedra.

b) Aule per l'insegnamento dimostrativo. Per esse, fondamentale, assicurarsi che tutti i presenti vedano bene il banco, di dimostrazione; il pavimento sar quindi in pendenza, a gradini con inclinazione tanto pi sensibile quanto maggiore l'angolo visuale libera richiesto al limite, le aule di anatomia sono ad anfiteatro, con pendenza del 100%, e con non pi di cinque o sei posti attorno al tavolo dell'insegnante. Adiacente all'aula (ed in diretta comunicazione con la zona del tavolo di dimostrazione) sar il gabinetto privato dell'insegnan te, con gli ambienti di studio e di preparazione degli esperimenti. Tale disposizione impone naturalmente di, riservare l'aula ad un solo corso di lezioni. c) Aule per esercitazioni. Riguardano prevalentemente le facolt scientifiche e tecniche e le esigenze variano da corso a corso, a seconda che si tratti, poniamo, di un laboratorio di chimica o di un'aula di disegno. Nel caso di un'aula per esercitazioni di chimica, dovr essere posta particolare cura ,nello studio degli allacciamenti (acqua, gas, corrente elettrica) e degli scarichi per ogni singolo banco, al fine di conservare un ampio margine di flessibilit distributiva interna.

Fig. 8 - Scuola navale a Monterey. Sezione sulle aule.

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UNIVERSIT
bene separare gli accessi allaula riservati agli insegnanti da quelli degli studenti; da notare che il problema diviene complesso in caso di aule con il pavimento in pendenza e corridoio laterale. L'illuminazione naturale ed artificiale non dovr essere inferiore ai 50 lux (meglio 75100) e, soprat tutto per quanto riguarda le aule per esercitazioni, dovr essere quanto pi possibile diffusa ed omo genea (esposizione a Nord). L'altezza libera, fra il soffitto e il punto pi alto del pavimento, non dovr essere inferiore a m 3,00. l LOCALI DI DIREZIONE E RAPPRESENTANZA Comprendono la sala del preside (con salotto di attesa), la sala dei professori, la sala del Consiglio di Facolt, l'Aula Magna, la biblioteca (ed anche gli uffici di amministrazione e segreteria, qualora non siano accentrati in un unico edificio per tutte le facolt). La sala del preside sar immediatamente adiacente alla sala del consiglio, la sala dei professori bene sia posta a contatto con l'Aula Magna, sui lato del podio. L'aula magna di facolt sar naturalmente pi piccola e meno importante di quella generale ed ha funzioni specifiche (conferimento di lauree, ecc.). La biblioteca di facolt, essendo di dimensioni ridotte, prevalentemente del tipo a sala-magazzino: inoltre, dato che essa pu costituire un luogo di incontro e di utile collaborazione fra studenti ed insegnanti non pare opportuno riservare a questi ultimi sale di lettura separate. l locali di direzione e rappresentanza sono accessibili anche da parte del pubblico: dovranno avere quindi ingressi (o almeno percorsi) ben distinti, ed essere facilmente raggiungibili dai locali di insegnamento, tuttavia senza venire disturbati dalla vita che in essi si svolge. bene richiamare l'attenzione sull'importanza che rivestono, nell'edificio della facolt, le gallerie, gli atri di disimpegno quale utile complemento delle aule specializzate per seminari e sede quindi per lo scambio delle idee e delle esperienze e per i contatti personali fra gli studenti. I SERVIZI GENERALI Residenze per gli studenti. - Gi si detto dell'importanza che assume la presenza o meno delle residenze studentesche nell'ambito del complesso universitario e delle premesse di carattere urbani stico che tale presenza comporta. Le dimensioni medie di una casa dello studente di tipo europeo sono variabili (300400 posti), ma non mancano casi di piccoli cottages per 68 studenti (Universit di Duluth) o di edifici molto grandi (Tucuman: 4000 studenti - Mosca: 5754 studenti - San Paolo: 2000 studenti). Residenze per gli inseg n a n t i . - Sono separate e distinte da quelle degli studenti. Nei complessi pi grandi, costituiscono dei veri e propri quartieri residenziali, con relative attrezzature (negozi, scuole, locali di svago, ecc.). I m p i a n t i s p o r t i v i . - Variano naturalmente, per numero e qualit, in funzione della grandezza del complesso universitario. Tali impianti hanno lo scopo di completare la formazione dei giovani, offrendo loro anche occasioni di sano svago: passa in secondo piano l'aspetto spettacolare nei confronti di quello pi essenzialmente atletico. Sararino ubicati in prossimit delle residenze studente che in modo da non disturbare i locali riservati all'insegnamento. Eventuali ingressi per il pubblico esterno (ed i relativi percorsi) saranno nettamente distinti da quelli interni del complesso universitario. Attrezzature ricreative. Rappresentano un utile complemento all'attivit didattica vera e propria ed incrementano lo scambio di esperienze e lo spirito comunitario dell'universit; comprendono teatro (all'aperto o chiuso), locali per conferenze ed esposizioni, sale da musica, sedi per clubs ecc. S e r v i z i v a r i . - Oltre ai locali per l'assistenza religiosa, completano l'attrezzatura del complesso universitario alcuni uffici pubblici (ufficio postale, banca), negozi specializzati (librerie, cartolerie), pronto soccorso; infine tutti i servizi accessori delluniversit (centrale termica, autorimessa, magazzini, officine ecc.).

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MUSEI
Il museo un organismo architettonico caratteristico, destinato alla conservazione ordinata di materiale
COLLEZIONE DI STUDIO

GALLERIA PER IL PUBBLICO

AUDITORIUM ENTRATA

AMMINISTRAZIONE

Fig. 1 - Schema di museo proposto da Clarence Stein

avente interesse artistico, scientifico o di costume ed alla sua esposizione selezionata al pubblico, a scopo culturale, didattico, educativo. La museografia la scienza che ha il fine di accompagnare l'evoluzione dell'indagine critica e scientifica con una caratterizzazione architettonica del museo tale da assimilare ed indirizzare ogni accorgimento della tecnica ad una finalit interpretativa dell'opera. Ci si attua attraverso: a) il programma architettonico del museo; b) l'organizzazione e l'ordinamento del museo; c) la scelta dei sistemi e dei mezzi tecnici adatti alla presentazione e conservazione delle singole opere.
direzione esposizione temporanea MUSEO biblioteca pubblica

mia della collezione ospitata (natura e genere del materiale da ospitare), che determina la qualit dei rapporti intercorrenti fra le opere esposte e la loro sede. Variando questi in forma indefinita, le soluzioni che ne conseguono sono, praticamente, illimitate. l vari tentativi di schematizzazione sistematica, peraltro generici ed insufficienti, sottolineano tutti, nell'ordinamento generale, il criterio fondamentale di elasticit circolatoria, differenziando nel museo il percorso del grosso pubblico, interessante le sole opere pi notevoli e perci pi frequentato e veloce, dal percorso degli studiosi che vogliono invece visitare tutte le collezioni (v. fig. 1), cos pure distinguendo le varie sale dei capolavori opportunamente spaziati, da quelle contenenti le opere minori, ordinate in forma pi raccolta (v. fig. 2). Possibili tipi di circolazione per visitatori: a) libera, nell'interno delle sale; b) obbligata, con percorso fisso e minore sorveglianza; c) differenziata, ma pi complessa per le maggiori o minori possibilit di accrescimento nelle collezioni, che possono comportare una revisione pressoch continua dell'ordinamento sistematico nelle sale e perciun'alterazione nei percorsi differenziati. Il museo ammette espansioneverticale, orizzontale o progressiva;quest'ultima ottenuta mediante locali preventivamente costruiti allo scopo, ma temporaneamente adibiti ad altro uso sussidiario (biblioteca, conferenze, magazzini, ecc.). Si presentano cos due tipi di museo: a) organizzazione statica (lento accrescimento ed ordinamento costante; netta separazione fra sale e magazzini); b) organizzazione dinamica (accrescimento rapido ed ordinamento mutevole; sale e magazzini a carattere misto). Tra i presupposti fondamentali del

museo dinamico la flessibilit o libert planimetrica, con la creazione di pochi nodi di collegamento e smistamento. Il criterio fondamentale per la presentazione delle opere l'isolamento di ogni oggetto o gruppo omogeneo di oggetti in ambiente neutro, limitandosi a sottolineare quelle, fra le condizioni ambientali originarie, che hanno intimamente influito sulla scelta della tecnica e dei mezzi espressivi da parte dell'artista. Le vetrine possono essere fisse o mobili e componibili ed ancora isolate, addossate al muro o incassate. In genere vanno poste a cm 90 110 da terra; alte cm 100, profonde cm 75, larghe fino ad un massimo di cm 150. ILLUMINAZIONE Leggi fondamentali: 1) Legge dell'intensit: l'intensit di illuminazione di un oggetto direttamente proporzionale all'intensit della sorgente luminosa. 2) Legge della distanza: l'intensit dell'illuminazione di un oggetto inversamente proporzionale al quadrato della sua distanza dalla sorgente luminosa (in pratica, questa assimilata al bordo pi vicino dell'apertura illuminante). 3) Legge del coseno: l'intensit d'illuminazione dell'oggetto varia coi coseno dell'angolo d'incidenza deiraggio luminoso. 4) Postulati empirici: la trasparenza dei vetri e, perci, la loro trasmissibilit luminosa dipende dalladurata dell'esposizione ad atmosfera sporca ed direttamente proporzionale all'inclinazione dei vetri. La luce va indirizzata sulle pareti e non sul pavimento, con angolo d'incidenza fra i 45 ed i 70, con esclusione di ogni luce radente ad evitare l'ombra portata di cornici e di cimase, con esclusione di ogni riflesso per tutto il normale campo visivo (compreso fra m 1,20 e m 3,00 da terra) nonch di ogni fenomeno di abbagliamento, determinato da una sorgente luminosa diretta negli occhi dell'osservatore ed uscente da un

sala per conferenza vestibolo uffici di vendita

scuola d'arte informazioni

Fig. 1 - Schema distributivo dei servizi secondo V. Bierbauer

Il programma architettonico dipende, in primo luogo, dalla fisiono-

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MUSEI
12' 16' 35 32' 10' 6' 4' 31'

campo relativamente scuro. SISTEMI DI ILLUMINAZIONE 1) Illuminazione naturale dall'atto: l'elemento determinante il coefficiente di luce naturale (Daylight factor) che e in un momento di sole, su di una superficie orizzontale esposta alla luce di mezza volta celeste, ma non ai raggi solari. Esso vale, a Londra, il 6 o 7%; a Madrid l'1 o 2 %. Pu essere realizzabile con vetrate a soffitto, con lanternoni, con graticci claires-voies, con lucernari; secondo i sistemi Tid, Magnus, Hurst-Sager e Isadore Rosenfield, Nobbs o Sam-

paolesi (v. figg. 13 e 14). 2) Illuminazione naturale latelaterale: il sistema pi antico, che presenta l'inconveniente di proiettare sul quadro l'ombra portata del visitatore e di consentire poca scioltezza nella disposizione generale della sala. Con tale sistema occorre sfruttare al massimo

5' A

32'

43'

10' 6'

5'

4' 42 32' 10' 6'

4'

28'

5'

Fig. 3 - Schema di museo proposto da A. Perret 30 32' 10' 6' 16' 5' 4' 6' Fig. 4 - Diagramma comparativo delle altezze richieste dai diversi sistemi di illuminazione, e a luce naturale, con langolo di incidenza pi favorevole, senza riflessione della sorgente luminosa. A, sistema a vetrata; B, sistema a claire-voie; C, sistema a lanternone; D, sistema Sager. (N.B.: le misure sono date secondo il sistema inglese: ad es. 5 = m 1,52). Costanti, larghezza della galleria; altezza del campo di esposizione; altezza dellocchio; distanza dellocchio dal muro; superficie della apertura=25% della superficie del pavimento, salvo che per il caso della vetrata, in cui si scelto il rapporto del 50%. Unapertura del 100% richiederebbe un soffitto pi alto, per eliminare fenomeni di riflessione.

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MUSEI
le pareti utili (trasversali), riducendo al minimo le pareti male illuminate (parallele alla sorgente luminosa). Il rapporto tra altezza della finestra e profondit della sala deve variare fra 0,5 e 0,8. Realizzabile con i sistemi di Lurcat e di Mollino (v. figg. 15 e 17). 3) Illuminazione naturale indiindiretta: realizzabile con il sistema del muro reflector di L. M. Moya (museo di Madrid, v. figg. 16 e 18). 4) Illuminazione mista naturale ed artificiale: il valore combinato dei vari sistemi offre una correzione equilibrata della luce, sia come qualit, sia come quantit; di estrema difficolt nella sua realizzazione pratica. 5) Illuminazione artificiale: circa la posizione delle sorgenti luminose non differisce da quanto osservato per l'illuminazione naturale. Circa la qualit della luce, vale quanto detto al comma precedente. IMPIANTI
45 immagine intradosso D' immagine soffitto A' immagine vetrina B' E D' E vetrina vetro B F

vetrina

vetro

C' C' immagine pavimento immagine E' intradosso D' E immagine soffitto F A vetrina D

vetro B' C C' immagine pavimento B

A' immagine vetrina

immagine E' intradosso immagine D' soffitto A' immagine vetrina B'

D E F A vetrina vetro

30 30 45

C' C immagine pavimento

Fig. 7 - Diagrammi dei fenomeni di riflessione sulle vetrine a cristallo piano. A, vetrine disposte sui lati opposti di una sala e munite di cristalli disposti verticalmente; B, vetrine disposte come in A ma con cristalli inclinati allindietro, col risultato di portare limmagine della vetrina A B in A B; C, analoga disposizione di vetrine con cristalli inclinati in avanti; limmagine A B portata in A B (Musographie, pag. 137).

Fig. 5 - Museo Belle Arti, Boston. Schemi di sale poligonali con parte offrenti piani diversi di esposizione in rapporto alle superfici illuminati. rotaia al centro soffittatura ferro corrente in guide

In un museo i fattori fondamentali d'ambiente che debbono mantenersi assolutamente costanti, sono la temperatura (14 24), l'umidit relativa (45 % 65 %) e la composizione atmosferica (libera da polvere, fumi, esalazioni di ossidi). ELEMENTI COSTITUTIVI DEL MUSEO a) Locali di accoglimento; b) accesso pedonale; c) accesso veicoli dei visitatori, con parcheggio; d) accesso carrabile (ai magazzini); e) ingresso principale visitatori con controlli, guardaroba e servizi, sala cataloghi, mostra nuovi acquisti;

f) locale filtro di smistamento alle sale d'esposizione, alla biblioteca ed alla sala di conferenza, alla sala di esposizione temporanea, agli uffici ed alla direzione; ingresso diretto alla direzione ed agli uffici; g) ingresso di servizio ai laboratori ed ai magazzini. 2) Locali accessori e particolari: h) sala per esposizioni temporanee con carattere pi scenografico, a pianta libera; per Mostre didattiche, sperimentali, celebrative, particolari; i) sala conferenze (di capacit graduabile mediante pareti divisorie mobili o tende) oppure, meglio, affiancata da salette minori, per convegni e riunioni di studio;

pannello

Fig. 6 - Pannelli scorrevoli su rotaie per la conservazione di opere in magazzino.

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MUSEI
l) biblioteca; m) gabinetti per stampe, disegni, monete e collezioni speciali con schedari per cataloghi; mobili e armadi vetrina; scaffali e pannelli scorrevoli o rotanti per esposizione; locale blindato per la conservazione di oggetti speciali. 3) Locali fondamentali: n) sale di esposizione permanente di forma e dimensioni molto varie; possono essere disposte; a sale singole lambite esternamente dai corridoi di transito; a sale impegnate l'una nell'altra, a circuito fisso o libero; - a sale planimetricamente libere, limitate da transenne mobili. Esigenze : 1) Le dimensioni vanno calcolate tenendo conto che l'angolo di visibilit ottimo per oggetti esposti a parete di 30 (cio 27 sopra l'orizzonte e 3 sotto lo stesso). 2) La buona presentazione delle opere singole non sia ottenuta a danno della chiarezza della circolazione. 3) Una disposizione attraente per una determinata categoria di pubblico non riesca incomoda per altre. 4) Una selezione troppo rigorosa di oggetti non faccia sembrare vuota e disadorna la sala di esposizione. 5) La presentazione delle opere pu essere integrale (con pochi magazzini) o selezionata e pe riodica (con vasti magazzini in facile comunicazione con le sale).

lampada fluorescente nastro A A

pallio

cristallo

montante sezione A-A

sezione B-B mensola

Fig. 8 - Allestimento di Palazzo Bianco, Genova (F.Albini); teca contenente un pallio bizantino. Particolari della sezione

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MUSEI

Fig. 9 - Museo Civico, Biella: schemi di illuminazione indiretta delle vetrine (N. Mosso) vetro

vetro schermo

persiana luce riflessa

quadro corridoio visitatori luce diffusa luce diretta Fig. 10 - Museo Nazionale di Millbank (Inghilterra). Nuova galleria Duveen. Sezione trasversale.

Fig. 12 - Museo Boymans di Rotterdam (Olanda). Pianta e sezione di un soffitto a lamelle fisse concentriche.

Fig. 13 - Schema di lucernario con vetro esterno inclinato secondo la pendenza del tetto, vetro interno orizzontale, con vetro centrale opaco e persiana direzionale, variando la quale si possono ottenere effetti pi decisi fino a far entrare soltanto luce riflessa e strettamente direzionale. Sperimentato nel Museo di Empoli (P. Sampaolesi). a c e b f d f

Fig. 11 - Sezione schematica di soffitto a lamelle, di mostrante gli effetti dei raggi solari in rapporto alla po sizione del sole.

Fig. 14 - Schema di lucernario adottato nel Museo di S. Matteo a Pisa e nel Museo della Collegiata di Empoli (P. Sampaolesi). a, vetro retinato; b, vetro smerigliato; c, pareti di laterizio forato; d, soffitto in rete metallica; e, solaio in laterizio armato; f, aperture per aerazione.

6) L'elemento determinante nella disposizione delle sale la luce. Il museo ha bisogno di luce: non per di luce generica agli ambienti, ma di luce indirizzata secondo una precisa direzione ed un esatto dosaggio, evitando fenomeni di abbagliamento e di riflessione. Tale illuminazione pu avvenire con luce artificiale o luce naturale; quest'ultima introdotta dall'alto (con localizzazione delle

zone illuminate nel soffitto, condizione vincolatrice nei confronti dei piani successivi), oppure introdotta lateralmente (corpo di fabbrica di larghezza limitata, in rapporto all'inclinazione del raggio e, quindi, all'altezza della parete illuminante). o) Depositi e magazzini: arredati con rastrelliere su telai scorrevoli e scaffali (v. fig. 6);

p) uffici: amministrativi, di segreteria, di direzione (idealmente baricentrica); q) servizi tecnici relativi alla conservazione ed alla manutenzione del materiale; immatricolazione, catalogazione, spedizione, laboratori per restauro, fotografia, ecc.; r) impianti: riscaldamento, umidificazione, antincendi, antifurto, cabine elettriche.

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c a b b c a 30 l l 30 soffittatura di gesso sagomatura a prismi

30 30 Fig. 15 - Schema di A. Lurcat per l'illuminazione di una sala sui due lati a, vetro trasparente: lascia passare integralmente i raggi luminosi; b, vetro opalino: assorbe l'8% dei raggi luminosi; c, intradosso della volta a botte, tinteggiato al bianco di titanio opaco, con potere riflettente dell'86%. Di conseguenza i raggi luminosi che pervengono alla sala rappresenteranno il 78% di quelli che colpirono il primo vetro.

parete quadro

Fig. 17 - Concorso per la Galleria d'Arte Moderna, Torino (C. Mollino)

muro riflettente

A, sezione; B, particolare. A mezzo di una serie di lamelle orientabili l, in schiera su verticale, la luce solare giunge su entrambe le opposte pareti delle gallerie con uninclinazione costante massima di 30, senza effetto alcuno di riflessione. La luce sempre riflessa dal soffitto sagomato in gesso a figura prismatica che non diffonde ma riflette il flusso luminoso con inclinazione costante di 30, utilizzando interamente.

luce riflessa

A A
limite dell'ombra al solstizio d'estate

C
Fig. 18 - Museo di Madrid A, sezione di un museo a due piani: i muri riflettenti delle gallerie inferiori costituiscono le facciate della galleria superiore; B, sistema a due piani sovrapposti con galleria a muro riflettante da un solo lato. Dallaltro, sala per le sculture, con illuminazione zenitale; C, sistema a due piani, con galleria a muro riflettente, da un lato, e galleria ad illuminazione diurna laterale dallalto, sullaltro lato. a

73 6

d a

d a a c

B
Fig. 16 - Museo di Madrid A, principio del muro riflettente posto sullapertura a Sud. Questultima minuta di lamelle; B, principio del muro riflettente posto sopra allapertura a Nord. Il muro formante lo schermo intercetta i raggi diretti verso lapertura a Sud ed elimina le lamelle.

Fig. 19 - Museo dellaAja (Olanda): sistema di illuminazione. SEzione di due sale e di una saletta laterale, destinate ad esposizioni di quadri. La sala di sinistra illuminata con una vetrata in vetro armato, al di sotto della quale sono poste delle persinae (d) che regolano lentrata della luce che penetra attraverso un soffitto di vetro opalino (a) ed un secondo soffitto di vetro diffusore (b). Nella seconda sala il vetro diffusore sostituito da un soffitto (c) pi piccolo, in vetro fortemente smeriglaito. In (e) vetrina ricavata nel muro esterno illuminata dallalto: vetro armato obliquo e vetro opalino orizzonatale.

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Fig. 20 - Galleria d'Arte Moderna, Milano (I.Gardella): sezioni


1, tenda manovrabile dal basso; 2, vetro retinato; 3, eternit; 4, passerella di manovra; 5, vetro stampato; 6, riflettore; 7, lamelle alla veneziana a due strati; 8, guida per appendere i quadri; 9, pavimento in listelli di legno; 10, illuminazione; 11, soffittatura; 12, carrucole in bronzo; 13, griglia in ferro; 14, tende alla veneziana; 15, cristallo; 16 pavimento in marmo.

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