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TECNICA URBANISTICA

NORME PER IL DISEGNO TECNICO DI URBANISTICA


SEGNI CONVENZIONALI PER LA PIANTA DELLA CITT - SCALE 1:1000 E 1:2000
Edifici comuni Rigatura a 45 rispetto alla base del foglio alla distanza di mm. 1,5 con graphos A. 0,3. Numeri e lettere indicativi dei piani e della consistenza edilizia. Edifici di carattere pubblico Chiese, Scuole, Mercati, Caserme, Uffici pubblici Ospedali. Quadrettatura diagonale di mm 2 con A.0,3. Simboli sovrapposti. Industrie e fabbriche Rigatura diagonale alla distanza di mm 2 con A.0.3 e simbolo di ruota dentata. Porticati Doppia linea con tagli verticali a mm 4 di distanza e segno di crociera con A.0,3. Monumenti nazioanli importanti Quadrettatura a maglia diagonale a mm 1 con A.0,3. Giardini pubblici Limite dell'area con segno graphos A.0,2 e segno frastagliato con pennino fino. Giardini privati Segni di V alternati ogni 8 mm con pennino a mano. Orti e spazi liberi Trattini verticali alternati a distanza di mm 7 con graphos A.0,3. Campi sportivi e da giuoco Trattini orizzontali alternati con graphor A.0,3 con simboli. Trafori Doppia linea tratteggiata con graphos. Sotto e soprapassaggi Doppia segno di parapetto con proiezione punteggiata con graphos A.0,2. Muretti e scarpati Doppio segno con A.0,2 e trattini sfumati Fiumi e canali Linee a mano libera parallele al corpo d'acqua diradanti verso il centro e freccia di corrente. Cimiteri Segno di croci parallelo a 12 mm con A.0,3. Strade Statali e provinciali - Segni con A.0,4 e puntini paracarri ogni 2 cm. Comunali - SEgni con A.0,4 Carretabili - Trattini della lungh. mm 5 con A.0,4. Parco ferroviario Segno di binari con graphos R.0.8 Quote stradali Numeri obliqui tra parantesi. Nomi delle strade Caratteri bastoncino a mano o con rettografe secondo la larghezza stradale. Scuala metrica Caselle alternate bianche e nere ogni metro per i primi 10 metri, indi di 10 in 10. Nord Cerchio con freccia campita nera ed asse E.O. Vento dominante Freccia con asta ondulata Visuali panoramiche Angolo visuale con doppia linea A.0,3 con lettera P.
(38,40) (95,50) (56,05)

VIA ROMA

VIA ROMA

0 10 20 30 40 10 0 N O E S

SEGNI CONVENZIONALI PER LE OPERE DI PIANO REGOLATORE - SCALE 1:1000 - 1:2000 - 1: 5000
Segno con graphos R.1 per le scale 1:100 R.C.7 per le scale 1:200 e R.0,5 per le scale 1:5000. Colore: rosso vermigliato

Nuovi allineamenti e nuove opere

Nuovi porticati
Doppia linea alla distanza di mm 4 e tagli normali alla distanza di mm 4 con R.1 - R.0,7 - R.0,5 secondo la scala.

Demolizioni
Colore: giallo

Puntini regolari alternati a distanza di mm 4 con R.0,5 - Limite del fabbricato demolito con trattini A.0,3

Limite dell'area con segno continuo con A.0,2. Segno frastagliato di aiuole con pennino fino circoletti mm 1,5 alternati 6 mm. Colore: verde scuro.

Nuovi giardini pubblici

Nuove costruzioni

Nuovi campi sportivi e da giuoco


Segno convenzionale con graphos R.0,8. Colore: verde chiaro.

Rigatura a 45 rispetto al fronte stradale maggiore a distanza di mm 3 con R.1 - R.0,7 - R.0,5 secondo le scale. Colore: strisce rosse

Demolizioni e ricostruzioni
Combinazione dei segni precedenti. Colore: strisce gialle e rosse alternate

Nuove quote stradali


Numeri verticali di altezze variabili, tra parentesi quadre

3,62

4,25

13,503

Demolizioni e sistem. a verde

Demolizione come sopra. Verde con segno frastagliato e circoletti mm 1,5 alternati a mm 6: Limite esterno con segno continuo A.0,4. Colore: strisce gialle e verdi alternate.

Nuovi edifici pubblici

Scuole, Mercati, Chiese. Segni convenzionali con graphos R.0,8. Colore: rosso vermiglato.

Rifacimento prospetto
Allineamneto con R.1 e campitura alternata delle righe del fabbricato esistente per mm 2. Colore: rosso.

Nuovi edifici pubblici

Uffici, Ospedali, Caserme. Segni convenzionali con graphos R.0,8. Colore: rosso vermiglato.

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NORME PER IL DISEGNO TECNICO DI URBANISTICA
PIANO PARTICOLAREGGIATO DI ZONE INTERNE SCALE 1 : 2000 - 1 : I 000 - 1 : 500
528 527 526 522 524 532 523 901 529

Limiti propriet mappali Con graphos A. 0,2

550

521

812

Zona di esproprio per rilottizzazione Rigatura a 45 rispetto al fronte stradale principale con graphos A. 0,5 a distanza di mm 10

Limite dei nuovi allineamenti stradali Con graphos R. 0,8

Rifacimento di prospetto Segno continuo e taglietti normali a distanza di mm 1,5 con graphos R. 0 ,8

201

203 202 204 205

206

Demolizioni per area stradale Trattini con graphos A, 0,2


522 521

520 525 523

526

Zona di esproprio per verde pubblico Contorno con graphos R 0,8. Punti grossi con graphos R. 0,2 alla distanza di mm 7

Porticati Trattini con graphos R. 0,8

Limite del piano particolareggiato interno Tratto e punto con graphos A. 0,3

PIANO PARTICOLAREGGIATO DI ZONE DI ESPANSFONE - LOTTIZZAZIONE SCALE 1 : 2000 - 1 : 1000 - 1 : 500

Segni di divisioni catastali e opere esistenti Segni con graphos A. 0,1

420

580

581

711 910

582

902

583

Limiti delle strade Segno con graphos A. 0.6 Larghezze stradali con graphos R. 0,4

25 20

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NORME PER IL DISEGNO TECNICO DI URBANISTICA
PIANO PARTICOLAREGGIATO DI ZONE INTERNE SCALE 1 : 2000 - 1 : I 000 - 1 : 500

Nuove divisioni di lotti edificabili Segno con graphos A.0,4 e sigla con la destinazione edilizia

IA

IM

IB

Contorno dei nuovi fabbricati Segno con graphos R. 0,8

EA

EM

EB

Piano parcellare catastale per tracciamenti di nuove strade, piazze, ecc. Segni con graphos A. 0,1 - A. 0,6
870 765 a 765 b 752 b 752 768 a 768 b 756 b 756 a 753 667 763 a 763 b 769 b 769 a 761 a 761 b

Limite di piano particolareggiato Tratto lungo e puntto con graphos A. 0,3

769 a

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NORME PER IL DISEGNO TECNICO DI URBANISTICA
DESTINAZIONE DI PIANO REGOLATORE ZONIZZAZIONE SCALE 1 : 5000 1 : 2000
Rigatura a maglia diagonale a 45 rispetto alla base del foglio alla distanza di mm. 2,5 con graphos A. 0,3 Simboli convenzionali con R. 0,8 Colore: campitura, velatura rosso vermiglione. Zona di uso pubblico

Chiese Elaborati necessari alla rappresentazione del progetto di P.R. Tavole Grandi citt Citt minori Piani regolatori generali Scala 1a della zona centrale 2000 2000 o 1000 1 Stato attuale della zona di ampliamento 5000 2000 2 Opere di P.R. della zona centrale 2000 2000 o 1000 della zona di ampliamento 5000 2000 3 Destinazioni di della zona centrale P.R. della zona di ampliamento 5000 2000 Piani particolareggiati 1000 o 500 4 Piano particolareggiato per la zona centrale 5 Piano particolareggiato per la zona di 2000 o 1000 ampliamento 6 Profili altimetri regolatori 1000 o 500 I segni convenzionali adottati sono quelli proposti dall'Istituto Nazionale di Urbanistica e contenuti nel n. 3 del giugno 1941 della rivista Urbanistica.

Cinema

Scuole

Uffici

Ospedali Cimiteri Mercati

Campi sportivi

Impianti militari

Si possono anche adottare i retini: per le zone residenziali: retini a maglia quadrata, orientata secondo lorientamento principale, di maglia da mm 1 a mm 3 a seconda della maggiore o minore intensit della fabbbricazione: per le zone industriali: retini a maglia quadrata, orientata diagonalmente, di maglia da mm 5 a mm 8: per le zone speciali: retini a semplice tratteggio; per le zone verdi: retini a puntinato

Zone residenziali
Intervista alta IA 1) Righe verticali a mm 5 con graphos R. 2 2) Righe orizzontali a mm 2,5 con graphos A. 0,3 Colore: velatura a strisce di spessori digradanti con bruno Intervista media IM 3) Righe verticali a mm 5 di distanza con R. 1,25 Righe orizzontali idem come al n. 2 Colore: velatura a strisce di spessori digradanti con bruno Intervista bassa IB 4) Righe verticali a mm 5 con graphos R. 0,5 Righe orizzontali idem come al n. 2 Colore: velatura a strisce di spessori digradanti con bruno Estensiva alta EA Righe verticali come al n.1 Colore: velatura a strisce di spessori digradanti con terra di Siena naturale Estensiva media EM Righe verticali come al n.3 Colore: velatura a strisce di spessori digradanti con terra di Siena naturale Estensiva bassa EB Righe verticali come al n.4 Colore: velatura a strisce di spessori digradanti con terra di Siena naturale

Zone speciali
Zona industriale Rigatura a maglia diagonale a 45 rispetto alla base del foglio alla distanza di mm 10 con graphos A. 0,3 Colore: campitura con velatura violetto Zona ferroviaria Rigatura diagonale rispetto alla linea ferroviaria principale, alla distanza di mm 15 con graphos T. 4 Colore: campitura con velatura blu scuro Zona di rispetto Limite della zona a puntoni con graphos A. 0,2 internamente qualche lettera R. Colore: campitura con velatura grigio verde Zona verde Limite della zona e dell'aiuola a contorno frastagliato, circoletti da mm 2 allineati orizzontalmente e sfalsati. Limite esterno segno continuo con A. 0,4 Colore: campitura con velatura acquerello verde cromo scuro. Zona a parco privato con villa Limite della zona con segno frastaglato Rigatura interna con graphos A. 0,5 inclinata a 45 alla distanza di mm 8 e segni di V Colore: campitura di strisce alternate verde veronese Zona semirurale orto-floro-frutticola Limite con graphos A. 0,5, interamente serie di puntini e di Y alternati ogni 12 mm Colore: campitura a velatura acquerello verde chiaro v v v v v v v v v v v v v v v v v v v v v v v v

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TECNICA URBANISTICA
NORME GENERALI DI PIANIFICAZIONE URBANISTICA
PIANI URBANISTICI 1) P.T.C. -Piano Territoriale di Coordinamento un piano di indirizzo per un'applicazione coordinata di interventi e per uno svoigimento orientato di attivit costruttive e produttive in un dato territorio . II perimetro di ciascun P.T.C. fissato dal Ministro dei Lavori Pubblici. Ove si estenda ad una intera regione assume il nome di Piano Regionale. E di iniziativa statale e viene approvato dal Presidente della Repubblica. II P.T.C. predispone: a) zone di nuovo insediamento: residenziaie, industriale, agricolo, ecc.: b) impianti di particolare natura ed importanza e zone soggette a vincoli speciali c) reti stradali, ferroviarie, navigabili, ecc. 2) P.T.P. -Piano Territoriale Paesistico un piano speciale inteso a tutelare comprensori notevoli per bellezza naturale e per interesse ambientale . II perimetro di ciascun P.T.P. fissato dal Ministro della Pubblica Istruzione. Viene compilato dalla Soprintendenza ai Monumenti ed approvato dal Ministro della Pubblica Istruzione . II P.T.P, dispone: a) i vincoli cui assoggettata la fabbricazione: b) disciplina di zone che debbono conservare od assumere determinati aspetti: c) rispetto di alberature e di altre particolarit del paesaggio. 3) P.G.B. -Piano Generale di Bonifica un piano speciale che definisce le direttive delle opere per un'organica trasformazione dell'agricoltura secondo un nuovo ordinamento produttivo. II perimetro di ciascun P.G.B. fissato per legge se si tratta di comprensori di 1 categoria (di eccezionale importanza ai fini della colonizzazione) o dal Presidente della Repubblica se si tratta di comprensori di 2 categoria. I comprensori possono interessare anche bacini montani: in tal caso il piano assume il nome di Piano di Sistemazione Montana. Viene compilato dal Consorzio di Bonifica e viene approvato dal Ministro dell'Agricoltura e Foreste, d'intesa con il Ministro dei Lavori Pubblici. II P.G.B. definisce: a) tipi e caratteri delle opere di competenza statale, con particolare riguardo a quelle necessarie per il riassetto idro-geologico del terreno: b) delimitazione delle zone in rapporto alle caratteristiche colturali: c) aree da riservare alle attrezzature residenziali e relativi servizi. 4) P R I. -Piano Regolatore Inter Interco comumunale un piano che deve assicurare un coordinamento delle attivit urbanistiche di due o pi Comuni contermini, II perimetro, che comprende i territori dei Comuni compresi nel P.R.I., fissato dal Ministro dei Lavori Pubblici, che stabilisce anche quale Comune debba provvedere all'elaborazione del P.R 1. II P.R.I. adottato da tutti i Comuni interessati ed approvato dal Presidente della Repubblica. II P.R.I. disciplina gli stessi elementi del P.R.G. di interesse comune ai Comuni del comprensorio. 5) P.R.G. Piano regolatore Generale (comunale) un piano direttivo per l'assetto e lo sviluppo coordinato delle attivit costruttive pubbliche e private, nell'ambito di un singolo Comune. esteso a tutto il territorio comunale ed valido a tempo indeterminato. di iniziativa comunale (tutti i Comuni ne hanno facolt, alcuni Comuni ne sono obbligati dal Ministro dei Lavori Pubblici) e viene approvato dal Presidente della Repubblica. II P.R,G. disciplina: a) divisione del territorio in zone, sia in rapporto alla rispettiva funzione che in rapporto alle inerenze caratteristiche fabbricative; b) aree da assoggettare a speciali vincoli ed aree da riservare ad edifici pubblici od altre attrezzature di pubblico interesse; c) viabilit ordinaria ed altre vie di comunicazione . 6) P.P.E. -Piano Particolareggiato di Esecuzione un piano attuativo del P.R.G., per la realizzazione di programmi circoscritti a determinate zone e limitati ad un periodo di tempo (non superiore a 10 anni). adottato dal Comune e viene approvato dal Presidente della Repubblica. II P.P.E. determina: a) aree che debbono essere espropriate per spazi e per impianti pubblici; b) aree vincolate per motivi di pubblico interesse; c) aspetti fabbricativi generali e particolari delle aree riservate all'edilizia (con lottizzazioni per le zone di ampliamento ed eventuali comparti edificatori per le zone da risanare). II P.P.E. integrato da un piano finanziario e dall'elenco catastale delle propriet da espropriare o da vincolare, 7) P.R.A. -Piano di Ricostruzione di Abtati I piani di ricostruzione degli abitati sono istituiti con leggi speciali e possono riguardare: a) ricostruzione di abitati danneggiati in seguito ad eventi belIici; b) ricostruzione di abitati terremotati; c) trasferimento o consolidamento di abitati soggetti a movimenti franosi o ad alluvioni. I P.R.A. sono in genere di Iniziativa statale ed hanno caratteristiche e contenutl analoghl al P.P.E. 8) P.F.A. -Programma di Fabbricazione di Abitati un piano che deve assicurare lordinamento fabbricativo di un abitato. obbligatorio per i Comuni sprovvisti di Piano Regolatore e viene approvato dal Ministro dei Lavori Pubblici. I I P.F.A . determina: a) limiti delle zone in ordine alle rispettive caratteristiche fabbricative; b) tipi edilizi propri di ciascuna di dette zone; c) eventuali direttrici di espansione. 9) R E.C. -Regolamento Edilizio ComuComunale un compendio di norme regolatrici dell'attivit costruttiva edilizia, valevoli per il territorio di ciascun Comune. obbligatorio per tutti i Comuni e viene approvato dal Ministro dei Lavori Pubblici d'intesa con il Ministro della Sanit II R.E C. disciplina a) procedura per le autorizzazioni a costruire; b) sviluppo volumetriro degli edifici; c) aspetto estetico delle costruzioni; d) aspetti igienici interessanti i diversi tipi e le varie parti dei fabbricati; e) cautele da adottare per la stabilit delle costruzioni e per lo svolgimento dei lavori; f) esercizio del controllo sulle costruzioni ed adozione di sanzioni. Zonizzazione (o azzonamento). -Suddivisione di un territorio in zone secondo la rispettiva destinazione (zonizzazione (unzionole); od anche suddivisione di un territorio in zone secondo le rispettive caratteristiche edilizie (zonizzazione fabbricativa). Lottizzazione. -Suddivisione di un isolato o di una superficie riservata all'edificazione secondo lotti fabbricabili che consentano costruzioni conformi ai tipi edilizi ammessi nella zona. Comparto edificatorio. -Compendio di pi propriet od unit catastali da ricomporre unitariamente secondo i tipi edilizi ammessi nella zona.

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NORME GENERALI DI PIANIFICAZIONE URBANISTICA
Ambiente geografico as 1 cartografia as 2 caratteristiche climatologiche as 3 regime dei venti as 4 analisi del suolo e del sottosuolo as 5 dissesti idrogeologici ANALISI URBANISTICHE PREVENTIVE ALLELABORAZIONE DEI PIANI

Risorse naturali rn 1 caratteristiche, utilizzazione e opere di difesa dei corsi d'acqua rn 2 giacimenti e miniere Demografia d 1 distribuzione della popilazione sul territorio Popolazione sparsa: sotto 0,01 ab/ha da 0,01 a 0,1 ab/ha oltre 0,1 ab/ha d 2 struttura della popolazione Popolazione accentrata: 1 ab = 09 mm d 3 variazione della popolazione aumenti diminuizioni da + 2% a + 6% da - 2% a - 6% da + 6% a + 10% da - 6% a - 10% da + 10% a + 14% da - 10% a - 14% da + 14% per quinquennio da - 14% per quinquennio d 4 movimento demografico naturale e migratorio d 5 popolazione inattiva, occupata e disoccupata d 6 popolazione scolastica Agricoltura a 1 classificazione e distribuzione delle colture prevalenti 1, seminativi: 2, prati e pascoli; 3, boschi; 4, colture legnose specializzati; 5, incolti. L'area del quadrato rappresenta l'intero territorio comunale e le varie campatine indicano le 5 categorie a 2 bilancio agrario Reddito del bestiame Reddito dei seminativi (1 mm=x milioni per i seminativi la base del rettangolo esprime gli ettari coltivati, l'altezza il reddito unitario) a 3 rendimento agrario a 4 patrimonio zootecnico e bilancio foraggero a 5 tipo e dimensione delle aziende agricole Industria i 1 classificazione, dimensione ed ubicazione degli esercizi industriali i 2 valore della produzione industriale i 3 rendimento industriale i 4 risorse idriche per forza motrice utilizzare e disponibili i 5 trasporto e distribuzione dell'energia elettrica i 6 consumi di energia elettrica Centri con impianto elettrico completo Centri con impianto elettrico incompleto Centri privi di energia elettrica Centri di distribuzione di gas liquido Campagne fornite di energia elettrica Campagne fornite parzialmente Campagne prive di energia elettrica per i comuni con almeno 0,1 ab/ha di popolazione sparsa

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NORME GENERALI DI PIANIFICAZIONE URBANISTICA
Commercio c 1 classificazione, dimensione ed ubicazione degli esercizi commerciali Negozi di generi alimentari Negozi bar e caff Osterie Barbieri e parrucchieri Rivendite sale e tabacchi Altri negozi Agenzie bancarie c 2 fiere e mercati c 3 finanze locali Residenze r 1 stato e consistenza delle abitazioni civili e rurtali: censimenti ufficiali Vani occorrenti per sitemare la popolazione con coefficiente di affollamento=1 Vani esistenti = y vani = x mm Vani in eccesso (per Comuni con coefficiente<1) Vani inabitabili (grotte, baracche ecc.) 1 punto = X vani r 2 stato e consistenza delle abitazioni civili e rurali: indagini dirette r 3 computo del fabbisogno di abitazioni Vani mancanti Vani esistenti Programmi immediati Servizi per la vita associata s 1 zone paesistiche, svago e riposo Sale di spettacolo 1 mm = X posti Campi sportivi Cral e Soc. Sportive s 2 alberghi Alberghi Letti in case private 1 mm = X letti Aziende Aut. soggiorno e turismo Comuni di interesse turistico Associazioni Pro-Loco s 3 scuole e asili Asili esistenti Asili necessari per ospitare un numero di bambini pari alla met della popolazione scolastica Orfanotrofi Aule esistenti: in edificio scolastico Aule di fortuna (da sostituire) Aule necessarie per raggiungere il rapporto 1 aula/25 alunni s 4 ospedali (servizi sanitari) Medici condotti Veterinari Consultori ONM Levatrici Dispesari anti TBC Farmacia Dispensari anticeltico e anticroma s 5 convivenze s 6 servizi pubblici Uffici postali Posti telefonici pubblici Abbonati al telefono: 1 punto = X ab Rivendite di giornali Uffici Postali proposti Posti telefonici proposti

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NORME GENERALI DI PIANIFICAZIONE URBANISTICA
s 7 approvvigionamento idrico Fognatre esistenti complete % Fognature esistenti incomplete Fognature da costruire parzialmente Fognature da costruire integralmente Fosse settiche Acquedotto sufficiente Acquedotto insufficiente o da rifare Acquedotto mancante Fontane pubbliche Comunicazioni e Trasporti ct 1 tracciato e caratteristiche delle strade statali, provinciali, comunali ct 2 intensit media del traffico stradale Corse giornaliere Corse non giornaliere ct 3 intensit, media del traffico ferroviario ct 4 ferrotranvie, autolinee ct 5 porti, aeroporti, transiti internazionali, linee di naviagazione interna Econometria . reddito di una collettivit . 1 reddito collettivo . 2 distribuzione dei redditi . 3 indici di consumo e di benessere e disoccupazione urbanistica Urbanistica u 1 piani regolatori paesistici, intercomunali, comunali, di ricostruzione, vigenti e in studio sintesi. ELABORATI DEI PIANI REGOLATORI E DI ALTRI STRUMENTI URBANISTICI*
Piano regolatore generale P:R.G. Atti tecnici: a) Elaborati grafici a) Schema regionale b) Planimetria rapp. 1:10000 oppure 1:5000 con l'indicazione dello stato di fatto esistente c) Planimetria rapp. 1:10000 oppure 1:50000 con le previsioni del piano e coi: divisione in zone del territorio comunale; rete viaria riorganizzata: indicazione delle aree per edifici in scale minori per illustrare pi dettagliatamente per es. un nucleo storico (eventauale) b) Atti elaborati a) Relazione illustrativa b) Documentazione fotografica (eventuale) c) Tabelle e dati relativi alle analisi d) Norme urbanistico-edilizie di attuazione e) Piano finanziario contenente la stima degli espropri e l'indicazione dei mezzi finanziari occorrenti solo nel caso che il Comune intenda procedere all'esproprio di zone di espansione, fin dall'approvazione del P.R.G. ai sensi dell'art. 18 della legge urbanistica Atti amministrativi Delibera di adozione del piano; osservazioni raccolte durante la pubblicazione Delibera con le deduzioni alle osservazioni Delibera di adozione del piano; opposizioni raccolte durante la pubblicazione Delibera con le deduzioni alle opposizioni Piano regolatore particolareggiato P.P. a) Planimetria del piano regolatore generale relativa alla quota di territorio che interessa il piano particolareggiato b) Planimtria delle proposte di piano particolareggiato , disegnata su mappe catastali che illustri la natura e la portata delle limitazioni e dei vincoli e le caratteristiche delle zone destinate all'edificazione c) Profili regolatori, tipi architettonici, sezioni stradali, tipi di alberatura (eventuali) a) Relazione illustrativa b) Documentazione fotografica (eventuale) c) Elementi catastali delle propriet da espropriare e da vincolare d) Piano finanziario contenente la stima delle indennit di espropriazione e di vincolo e delle opere da realizae entro il perimetro del P.P. e dei mezzi finanziari per provvedere alla spesa

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NORME GENERALI DI PIANIFICAZIONE URBANISTICA
Altri strumenti urbanistici Atti tecnici: a) Elaborati grafici Per i programmi di fabbricazione: Planimetria in scala 1:10000 o 1:5000 del territorio comunale con l'indicazione delle zone di espansione e delle zone abitative esistenti Per comparti edilizi, i piani di lottizzazione, i piani plano-volumetrici: gli elaborati di cui ai punti b) e c) dei PP, con indicazioni dettaglate. b) Atti elaborati a) Relazione illustrativa b) Documentazione fotografica c) Descrizione dei tipi edilizi ammissibili (per i programmi di fabbricazione) Atti amministrativi Delibera di adozione Nel caso di programmi di fabbricazione la delibera di adozione si riferir al Regolamento edilizio di cui il programma parte integrante (o ne diviene il necessario completamento) in mancanza di P.R.G.

ZONIZZAZIONE: CLASSIFICAZIONE DELLE AREE RISPETTO ALLA FUNZIONE (DESTINAZIONE DI USO)


ZONE Abitazioni Zone residenziali Zonedegli affari (commercilai ed amministrativi) Zone industriali (industrie pesanti e leggere, ferrovie e porti, magazzini e depositi generali) COSTRUZIONI Ammesse in genere di tipo intensivo di tipo semintensivo di tipo estensivo Abitazioni in genere Autorimesse Ammesse condizionatamente Negozi, uffici, piccolo campi di gioco per bambini e tutti i servizi necessari al vicinato

Uffici in genere Grandi magazzini Negozi Luoghi di ritrovo Fabbricati industriali ed uffici relativi Magazzini Depositi generali

Alloggi per il solo personale di custodia e di guardia

Zone dei servizi urbani (scuole, chiese, mercati, ospedali, campi da gioco e sport, parcgi, ecc.) Zone rurali

Attrezzature di quartiere Attrezzature generali cittadine

Alloggi pertinenti

Fabbricati ed abitazioni per usi agricoli e rurali limitatamente alle esigenze della conduzione del fondo

Luoghi di riunione, scuole, istituzioni assistenziali e sanitarie, chiese.

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NORME GENERALI DI PIANIFICAZIONE URBANISTICA
QUARTIERI RESIDENZIALI: ORIENTAMENTO
Zone residenziali: classificazione delle aree rispetto all'intensit di utilizzazione edilizia EDILIZIA PREVALENTE NEL QUARTIERE Edilizia estentiva CARATTERISTICHE Densit territotiale di popolazione nei quartieri residenziali completi di servizi (abit./ha) min. max. 30 150

Costruzioni rade; casette a schiera, unifamiliari, semirurali; l'altezza degli edifici fortemente limitata e piccolo il rapporto tra area coperta ed area scoperta (in parte alle singole case, in parte ad uso pubblico). Ammette diversi tipi edilizi, differenti rapporti di occupazione del suolo, della scala delle altezze, della distanza imposta tra i singoli edifici. Costruzioni fitte; massima utilizzazione planimetrica del suolo; altezza degli edifici: massima consentita dai regolamenti.

Edilizia semintensiva

150 oltre 300

300

Edolizia intensiva

Zone degli affari. - Aree centrali urbane, nelle quali sono concentrati, prevalentemente, edifici pubblici, uffci e centri commerciali: chiamate an che centri direzionali . Debbono essere dotate di comodi accessori e dampi parcheggi. Zone Industriali. -Comprendono aree destinate sia alla lavorazione delle materie prime (botteghe artigiane, zone miste artigiane, industrie leggere, industrie pesanti, industrie nocive, ecc.), sia alla sosta delle materie prime o dei prodotti (depositi, magazzini, ecc.), sia all'apprestamento di servizi ( officine ed autorimesse, centrali elettriche, officine del gas, ecc.). Zone impianti. -Comprendono aree di destinazione speciale per attrezzature ed implanti. Si distinguono in: a) Artrezzature di quartiere connesse cio direttamente ai complessi residenziali: consistono, generalmente, in: chiese, scuole, negozi e mercati rionali, centri sociali e ricreativi, campi di giuoco, ecc . b) Attrezzature generali, come: scuole superiori, negozi, mercati generali, ospedali, cimiteri, complessi sportivi e ricreativi, autostazioni, ferrovie, porti, aeroporti, eliporti, ecc. Zone di rispetto. -Fasce laterali

alle strade di traffico rilevante Territoriale: Rapporto tra il numero degli abitanti con vincolo non aedificandi . Densit di e l'area della zona di insediamneto. Aree situate nel raggio di m 200 popolazione dai cimiteri. Fondiaria: Rapporto tra il numero degli abitanti Paesistico o panoramico: pose l'area pertinente alle abitazioni, sono consentire perimetri stabiliti strade escluse. dalle Soprintendenze ai MonuTerritoriale: Rapporto tra il volume edilizio ed menti: in esse pu essere con- Densit di cessa a volte la fabbricazione in edilizia area della zona d'insediamento. accordo con la Soprintendenza. (o indice di Fondiaria: Rapporto tra il volume edilizio N. B. -In tali zone sono in genere ed area pertinente alle abitazioni, consentite le costruzioni smonta- fabbricabilit) strade escluse bili e quelle in precarie , in ragione di m/m 0,10,2 e per non pi di m 34 di altezza. N.P. -Per passare dalla densit di popolazione A alla densit edilizia D si deve tener conto delZone a verde privato. -In esse I'indice di cubatura per vano v (compreso tra m consentita l'edificazione se- 70 e 120 a seconda del carattere dellecostrucondo norme in genere molto zioni) e dell'indice di affollamento a (il cui valore restrittive, ed obbligatoria la desiderabile di 1 abitante per vano), secondo la buona conservazione della flora formula: ed il trapianto di nuovi alberi. Si tratta comunque di una zona residenziale. a in cui espresso in ab/ha, D in = D v Zone a verde agricolo. -In esse m/ha, a in ab/vano e v in m/vano. sono consentite solo le costruzioni e le residenze pertinentl all'agricoltura in ragione, queste ultime, di circa m/m 0,010,02. Zone a verde pubblico e zone sportive. -Sono illustrate tra le attrezzature di quartiere e le attrezzature generali.

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472b

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TECNICA URBANISTICA
NORME GENERALI DI PIANIFICAZIONE URBANISTICA
ATTREZZATURE DI QUARTIERE E LORO PROPORZIONAMENTO
Destinazione Asilo nido Scuola materna Scuola elementare Scuola media Scuole professionali od altre scuole di quartiere Centro culturale con biblioteca pubblica Centro sanitario, ambulatorio Centro religioso Negozi e botteghe artigianali Mercato coperto Ristoranti, pensioni Cinema Autorimesse Parco di quartiere in cui sono esclusi i giochi Zona centrale di giochi per bambini e ragazzi sotto i 14 anni, con piccola palestra, laboratori, micropiscina e centro sociale specializzato Zona centrale per giochi e sport di giovani ed adulti sopra i 15 anni con palestra laboratori, piscina e centro sociale Strade principali di quartiere e parcheggi pubblici per i servizi su elencati Persone servite da un impianto max. min. media 1000 2500 5000 1000 2500 5000 2500 5000 7500 5000 7500 10000 10000 5000 5000 2500 100 5000 10000 5000 15000 10000 10000 5000 250 10000 20000 10000 20000 20000 20000 10000 500 20000 30000 30000 Superficie minima in rapporto alla popolazione in m per abitante servito 0,30 0,60 0,60 1,00 0,90 1,80 0,90 1,80 0,90 0,30 0,30 1,10 0,80 0,60 0,60 0,40 0,30 3,00 1,80 Note I dati di superficie indicati a lato sono i minimi atti a contenere i servizi, in caso di quartieri su aree destinate ai servizi sono pianeggiati. Le superfici risultano per insufficienti: 1)quando il taglio dei lotti per servizi irregolare, quando i lottti sono molto stretti o molto allungati; 2) quando i terreni su cui insistono i servizi hanno pendenze superiori al 57 % Nella tabella appaiono per le scuole due valori minimi. I valori a sinistra possono essere assunti quando per accordi tra Ministero dell'Istruzione e Comune, e grazie ad una buona soluzione urbanistica, possibile ai ragazzi delle scuole giovarsi degli impianti comunali per il tempo libero durante le ore di ginnastica e ricreazione. (Gli impianti comunali per il tempo libero sono il parco di quartiere e le zone di gioco e sport, i laboratori, la biblioteca pubbl. I valori di destra vanno assunti quando tali accordi mancano, e sopra tutto quando la soluzione urbanistica non d un contatto immediato tra lotti per scuole e lotti per parco, giochi e sport. Infatti, in tal caso necessario aumentare la dimensione dei lotti delle scuole affinch contengono giardini a aree di gioco e sportive.

2500

5000

10000

5000

10000

20000

2,00

2,60

Le strade principali di quartire e i parcheggi hanno superfici necessariamente minori nel primo caso e maggiori nel secondo Vedasi nelle pagine successive il dimensionamento analitico delle attrezzature di quartiere

ATTREZZATURE GENERALI E LORO PROPORZIONAMENTO


Destinazione Ginnasi e Licei Universit Ospedali Cimiteri Mercati generali Mattatoi Impianti di depurazione Area percentuale 2025 m/studente 150300 m/letto Area minima 20000m 310 ha non meno di 2 ha da 1,515 ha non meno di 1 ha Area professioanle Numero degli abitanti alla popolazione che impone l'impianto 1 m/ab oltre 20000 oltre 100000 ab. 1m/ab. 1,001,50 m/ab. 0,05 m/ab 0,251,00 m/ab. 0,251,00 m/ab. ogni 40000 ab. 10000 5000 Note 5 letti/1000 ab. 15 letti/1000 ab. nelle zone industriali. Max 800 letti/impianto. A valle e sottovento all'abitato. Rispetto m 200, salvo deroga prefettizia Sottovento ed a valle dell'abitato 1 m/ab. per citt sotto i 1000 ab. 0,50 m/ab. per citt sotto i 50000 ab. 1,00 m/ab. per citt sotto i 50000 ab. Presso la stazione ferroviaria

Stazioni autolinee 2025 m/vettura Grandi centri comm. Teatri 0,81,4 m/spett. Campi sportivi da spettacolo con tribune e parcheggi Ippodromi Grandi parchi urbani, con grandi piscine e vasche di acqua, galoppatoi, bischi e prati, campi di golf ecc. Carceri Musei e biblioteche di conservazione Caserme

40001000m 15003000 posti

0,51,5 m/ab.

oltre 20000 ab.

non meno di 2 ha 4050 ha galoppo 810 ha trotto

0,5 m/ab.

oltre 20000

Distinti dai campi sportivi di quartieri di cui alla precedente tabella

60100 m/deten.

non meno di 20 ha 2 ha

1015 m/ab.

oltre 15000 max 1200 detenuti

Distinti dai parchi di quartiere di cui alla precedente tabella Se vi attivit di lavoro agricolo occorrono da 2000 a 2500 m per detenuto Distinti dalle biblioteche di cui alla tabella precedente Fuori dall'abitato per ragioni di traffico e di sicurezza

3060 m/soldato

510 ha

10000

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NORME GENERALI DI PIANIFICAZIONE URBANISTICA
LA ZONIZZAZIONE NEI SETTORI DESTINATI A NUOVI QUARTIERI RESIDENZIALI Zone per abitazioni, zone per serivi, zona a verde pubblico. Non essendo possibile dare esempi di zonizzazione in tutti i tipi di settori, urbani, ci limitiamo a casi tipici di settori destinati a nuovi quartieri nelle grandi citt in espansione. Schema in alto a sinistra: sei quartieri racchiusi in una grande maglia di arterie veloci. Sono distingulbili: a) le zone destinate all'edificazione o zone residenziali ; b) le zone destinate ad attrezzature di quartiere: c) le zone destinate a servizi e parchi di settore o zone per attrezzature generali : d) le zone destinate alle arterie di scorrimento veloce e loro fasce di rispetto. Le caratteristiche delle zone a) sono analizzate da pag. 485 a pag. 488: quelle delle zone b) sono analizzate da pag. 476 a pag. 482: quelle delle zone c) sono indicate a pag. 473 in linea dl massima. Nelle zone b) il tratteggio chiaro indica aule per le scuole, asili, chiese,mercati quello scuro indica verde di quartiere. Schema in basso a sinistra: tre quartieri disposti lungo un'unica arteria di collegamento veloce con il vecchio centro. Schema in basso a destra: un complesso di tre quartieri realizzato a Stoccolma . Tra le attrezzature generali, va prestata particolare attenzione ai grandi parchi urbani, che occupano da soli gran parte della superficie da destinare alle attrezzature generali. Tra le attrezzature di quartiere va prestata particolare attenzione all'insieme formato del parchi di quartiere, campi per io sport e il giuoco nel quartlere, ecc. E come ogni quartiere deve esser dotato delle sue attrezzature di quartiere cos ogni settore urbano con pi quartieri deve essere dotato di grandi parchi ricoprenti superfici proporzionali al numero degli abitanti del settore. Nel disegno in basso, relativo ad un nuovo settore di Stoccolma, si notano quartieri entro ciascuno dei quali sono previste zone a parco pubblico: inoltre tra un quartiere e l'altro sono state mantenute vastissime zone libere, anch'esse destinate a parco pubblico (di settore). Nell'attuale Stoccolma esistono oggi m 100 di verde pubblico per ogni abitante e tale proporzione verr in futuro mantenuta grazie all'ultimo piano regolatore. In Inghilterra si progetta spesso :in base ad 80 m/abitante di verde pubblico e a volte in base a 4050 m/abitante; in Olanda in base a 2830 m/abitante; in Germania in base a 5060 e cos in Svizzera. In Italia potranno essere sufficienti 2325 m di verde pubblico, 10 dei quali da distribuire all'interno dei quartieri v. pag. 481 e da 1315 da distribuire nei diversi settori delle zone di espansione. II verde pubbbco di settore (grandi parchi urbani esterni ai quartieri) va progettato con grandi specchi d'acqua naturali od artificiali, zone per galoppatoi, campi di golf, campi di tiro, vaste zone a prato, ecc.

d a

a d c b

Schema di sei quartieri racchiusi in una grande maglia di arterie veloci

c b a

d c c a b a

Schema di 3 quartieri disposti lungo un'arteria veloce

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NORME GENERALI DI PIANIFICAZIONE URBANISTICA
VARI TIPI Dl COMPARTI IN SETTORI DESTINATI A NUOVI QUARTIERI RESIDENZIALISTANDARDS URBANISTICI E DENSIT DERIVANTI DALLA LORO APPLICAZIONE Definizione di comparto. -Un comparto un'area i cui proprietari si consociano volontariamente oppure obbilgatoriamente per realizzarvi quanto previsto dal Piano Regolatore Generale o da un Piano Particolareggiato. Pu ovviamente contenere propriet intestate ad un'unica persona. Ragioni del comparto: 1) evitare squlibri nel valori commerciali di aree destinate all'edilizia ed aree contigue destinate alledilizia, a parco, strade o servizi: 2) consentire una progettazione urbanistica ed edilizia pi libera, non vincolata da confini preesistenti tra singole propriet confinanti; 3) ridurre o annullare l'aggravio derivante ai bilanci comunali da nuove urbanizzazioni, essendo un comparto da considerarsi come un isolato nel cui interno il privato pu essere obbIigato in vario modo a sostenere tutte le spese di urbanizzazione e manutenzione od una parte dl esse. Comparti obbligatori -Sl hanno con l'applicazione dell art. 23 della Legge Urbanistica. Comparti volontari. -Si hanno quando un privato o un gruppo di privati avanza domanda di urbanizzazione sulle proprie aree nel rispetto del PR Generale, delle Norme di Attuazione e dei minimi standards urbanistici che le Norme stesse devono sempre contenere (Vedansi note relative all'uso della tabella, in basso). A scopo didattico definiamo quattro tipi di comparti, in base alle zone in essi contenute: I tipo: i comparti contengono solo zone edifcabili con edifici residenziali, strade di lottizzazione e servizi di vicinato. II tipo: i comparti contengono zone edificabili pi zone per servizi di quartiere nella dovuta proporzione. III tipo: i comparti contengono, sempre in giusta proporzione, zone edificabili pi zone per serv. di quart. pi zone per parchi nel settore. IV tipo: i comparti contengono in giusta proporzione tutti i tipi di zone, comprese quelle per attrezzature generali (ospedali, mercati generali, cimiteri, arteria di traffico veloce) avendo le dimensioni e le proporzioni di piccole citta autonome o di cittadine satelliti. I tipo di comparto. (Vedi schema a lato). Generalmente poco conveniente. Si usa quando iI Comune ha tutti i mezzi finanziari per fornire ad ogni nuova urbanizzazione tutte le aree per tutti: servizi d quartiere, di settore e generali per creare detti servizi, per mantenerli nel tempo. Si pu accollare ai privati soltanto: a) la costruzione di strade di lottizzazione,con relative fognature ed illuminazione: b) la realizzazione del verde stradale e di cortile, c) la manutenzione di detti servizi di vicinato. II tipo di comparto. (Vedi schema a lato). Pi conveniente del I tipo ma non risolvente. Il Comune deve avere ancora i mezzi per creare e mantenere i servizi di settore e generali. Si pu accollare ai privati quanto detto per I tipo, e inoltre: d) costruzione delle strade principali di quartiere, dei verde di quartiere, degli implanti sportivi e di giuoco di quartiere, con impianti d'acqua, fognatura, illuminazione, e) la manutenzione dl detti servizi di quartiere: (f) la cessiore al Comune di aree per scuole, mercati, biblioteche, ecc. III tipo di comparto. -Pu essere sistematicamente adottato in tutte le citt in sensibile espansione. Sl puo accollare ai privati quanto detto in a) b) c) d) e f) ed inoltre g) la realizzazione e la manutenz one della quota di parco di settore che compete al quartiere o unit residenziale ricadente nel comparto. (II IV tipo di comparto di rara e difficile attuazione. Comunque si vedano le ultime colonne della tabella in fondo pagina. Norme e minimi standards per la formafor mazione di comparti tipici in Italia. I tipo di comparto: a) usuali norme su altezze e distacchi dei fabbricati: b) definizione indici di fabbricabilit territoriale di vicinato: c) norme di realizzazione di strade di lottizzazione, verde stradale e di vicinato, acqua, fogna, illuminazione. d) norme di manutenzione e di quanto indicato in c). II tipo dl comparto come per I I tipo ed noltre: e) definizione del rapporto minimo tra abitanti del comparto ed area per servizi di quartiere (in Italia in ragione di 20 m/ab di cui 10 per verde, sport e giuchi di quartiere e il resto per scuole, asili, mercato, cinema, chiese, bibiloteca, strade principali dl quartiere e relativi parcheggi): f) norme circa la realizzazione di strade, parcheggi, zone verdi, sportive e di giuoo, e relativa manutenzione: g) norme circa la sessione al Comune di aree per scuole, asili, mercato, ecc. III tipo dl comparto come sopra da a) a g) ed inoltre: h) definizione del rapporto minimo tra abitanti del comparto e area da destinare al parco di settore (che in Italia pu essere di 15 m/ab.): i) norme per la realizzazione del parco di settore e sua manutenzione, eventuale cessione al Comune. IV tipo di comparto come sopra da a) ad i) ed inoltre: e) norme sul rapporto tra abitanti nel comparto e servizi generali, (arterie di traffico veloce con relative zone verdi di rispetto ed altre attrezzature generali); f) norme di realizzazione, manutenzione, eventuale cessione al Comune di quanto indicato in e). Uso delle tabelle. -La prima tabella vale come riferimento per tutte le altre. Esempio: Si voglia realizzare un insieme di zone residenziali con densit 500 ab./ha e indice 5 m/m. La linea di riferimento sar la 6 riga della prima tabella . Nella seconda tabella, alla 6 riga, troviamo che per formare un intero quartiere le cui zone residenziali abbiano quella densit, la densit di quartiere deve essere di 250 ab/ha se si vogliono rispettare i minimi standards indicati in basso per comparti del II tipo. E nella terza tabella, alla 6 riga, troviamo che per formare un comparto del lIl tipo caratterizzato da 500 ab/ha nelle zone residenziali e quindl 250 ab./ha nel quartiere, occorre che la densit calcolata nell'intero comparto sia di 182 ab./ha. Cos all'inverso: in un comparto del lIl tipo calibrato secondo e minimi standards indicati a sinistra, si vuole una densit dl 168 ab./ha e il comparto sia per 10000 abitanti, leggiamo nella lIl tabella che il comparto occuper 60 ha, solo 45 dei quali destinati al quartiere vero e proprio (II tabella) e il resto evidentemente a parco di settore le zone residenziali occuperanno poi ha 25 (I tabella) e in essi la densit sar di 400 ab./ha.

I TIPO DI COMPARTO

II TIPO DI COMPARTO

III TIPO DI COMPARTO

limite di zone residenziali edificabili comprese le strade di lottizzazione limite di comparto

servizi di quartiere o di unit residenziale comprese le strade principali di quartiere

servizi generali

parchi di settore urbano


Tabella per comparti Tabella per comparti del I tipo del II tipo Indice di Abitanti per Ettari per Indice di Abitanti per Ettari per fabbric. ettaro di 10000 fabbric. ettaro di 10000 nel comparto abit. nel comparto abit. comparto comparto 0,5 50 200,00 0,455 45,5 220 1 100 100,00 0,83 83 120 2 200 50,00 1,43 143 70 3 300 33,50 1,88 188 53,5 4 400 25,00 2,22 222 45 5 500 20,00 2,50 250 40 6 600 16,60 2,72 272 36,6 7 700 14,20 2,90 290 34,2 8 800 12,50 3,08 308 32,5 9 900 11,20 3,20 320 31,2 10 1000 10,00 3,31 331 30 11 1200 9,10 3, 345 29 12 1200 8,30 3,50 350 28,3 13 1300 7,70 3,60 360 27,7 14 1400 7,30 3,68 368 27,3 15 1500 6,70 3,75 375 26,7 Tabella per comparti del III tipo Indice di Abitanti per Ettari per fabbric. ettaro di 10000 nel comparto abit. comparto 0,425 42,5 235 0,75 75 135 1,18 118 85 1,45 145 68,5 1,68 168 60 1,82 182 55 1,94 194 51,6 2,03 203 49,2 2,11 211 47,5 2,16 216 46,2 2,22 222 45 2,27 227 44,1 2,30 230 43,3 2,34 234 42,7 2,37 237 42,3 2,40 240 41,7 Tabella per comparti del IV tipo Abitanti per Ettari per ettaro di 10000 comparto abit. 41 69 105 127 143 154 162 168 174 178 182 185 188 190 192 191,5 245 145 95 78,5 70 65 61,6 59,2 57,5 56,5 55 54,1 53,3 52,7 52,3 51,7

Indice di fabbric. nel comparto 0,41 0,69 1,05 1,27 1,43 1,54 1,62 1,68 1,74 1,78 1,82 1,85 1,88 1,90 1,92 1,915

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NORME GENERALI DI PIANIFICAZIONE URBANISTICA
abitazioni negozi
A G1 SE SM SP G2 A SE

zona sportiva 5 m/ab. centro di quartiere


G1

giardini e zone di rispetto parco di quartiere 3m/ab.

G1

A SE A SE G1

asili

SE scuole elementari SM scuole medie e licei SP scuole professionali arteria veloce di collegamento G1 giuochi bambini 1m/ab. S2 giuochi e sport per ragazzii 1m/ab.

Schema di quartiere residenziale

DIMENSIONAMENTO ANALITICO DELLE ATTREZZATURE DI QUARTIERE


A LOTTI PER ASILO NIDO (bambini da 1 mese a tre anni) 1- Abitanti serviti (*) N 2 - Bambini ospitati N 3 - Ambienti utili, aule 4 - Piani N 5 - Superfici lorda coperta m 6 - Lotto minimo m 7 - Superficie per zone di giuoco 8 - Superficie per parcheggi e piazzale di uscita. 9 - Superficie totale minima m 900 1000
4 20 4 7 6 10 4

LOTTI PER SCUOLE MATERNE (bambini da 3 a 5 anni) (3% circa della popolazione) (*) v. nota a pag. 473

NOTE

1000(*) ~ 50 45 1 200 500 600 200 200

2500(*) ~ 125 8 10 1 500 ~ 1000 500 500

600 1000(*) 20 30 1 aula+refettorio, servizi+alloggio insegnante 1 2 200 120 560 640 180 480 540 200

2500(*) 90 3 aule+refettorio, servizi+alloggio insegnante 1 440 1360 1200 240 2800


4 16

2 250 1000 1100 350 2400


6 14

~ 2000
36

1380
4 11 6 14 2 11 4 10 6

1220
10 12 6 20 2 6

10 - Tipi di lotti per edifici a 1 piano

2 7

10

10 10 6

20

26

11 - Tipi di lotti per (non convenienti gli edifici a 2 piano edifici a 2 piani)

(non convenienti gli edifici a 2 piani)

12 2 6

DISTACCHI: a) VERSO STRADA: min. m 2 se esiste piazzale d'uscita, altrimenti m 6. b) LATI SERVIZI: min. m 4 e comunque h. c) LATI AULE E AMBIENTI DI SOGGIORNO: min. m 6 verso le zone di giuoco; min. m 12 e comunque 2h rispetto ai confini del lotto. N PIANI DELLE SCUOLE MATERNE opportuno che le scuole materne siano ad un solo piano; solo eccezionalmente possono essere a 2p. e il risparmio di area minimo. La loro capienza non dovrebbe superare le 3 sezioni con 30 bambini ciascu na al massimo. Oltre i 2500-3000 ab. perci opportuno aumentare il numero di scuole

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B- LOTTI PER SCUOLE ELEMENTARI da 1 a 8 aule
Nota: le superfici indicate nella riga 9 sono superfici complessive da assegnare ai lotti nel caso in cui la strada non abbia gi adeguati pubblici piazzali di sosta e inoltre nel caso in cui il quartiere non sia dotato di aree pubbliche attrezzate per i giuochi e lo sport dei bambini, aree che debbono risultare molto vicine alle scuole e riservate alle scuole almeno durate tutta mattina dei giorni feriali. Se la strada di accesso gi munita di spazi per la sosta e se il quartiere ha gi campi di giuoco ubicati e utilizzabili nel modo suddetto (grazie ad un accordo ufficiale tra Comune e Ministero P.I.) i lotti possono essere proporzionati alle superfici di cui alla riga 6, aumentando le superfici stesse del 510%. 1- Abitanti serviti 2 - Bambini ospitati 3 - Aule 4 - Piani 5- Superf. lorda coperta 6 - Lotto minimo per solo edificio 7- Superf. zona giuoco 8 - Parcheggi e piazzali uscita (P+U)=m 9 - Sup. tot. min. dei lotti N. N. N. N. m m m 300400 40 1 1 120 500 400 150 1050 450600 50 2 1 200 750 550 250 1450 1000 100 34 1 330 1200 1000 450 2650 1500 150 6 1 470 1800 1400 600 3800 5000 500 18 1 650 2600 2000 825 5415 2 500 1600 2000 800 4400

10 - Tipi di lotti a= Distacchi su strada 2 m, se manca il parcheggio e il piazzale di uscita a 6 m;


35

55

40

40

38

50

b=Distacchi su lato servizi h e mai inferiore a m 4; c=Distacchi sui lati delle aule e di ambienti collettivi 2 h e mai inferiore a m 12; c'=Distacco delle aule e di ambienti collettivi verso spazi di giuoco riducibile a m 4.
20

20 20

30

35

c1
c1 c1 45 b c a P 15 b c P

c1 c 40 b c a 20 U P

52

c1 c1 25 b U b a P 24+30 b 10 c a U P

38

a 15 P U P

7.5

12

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477a

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NORME GENERALI DI PIANIFICAZIONE URBANISTICA
C - LOTTI PER SCUOLE ELEMENTARI da 12 a 36 aule
Vedi nota per lotti di scuole elementari da 1 a 8 aule circa il proporzionamento dei lotti. (*) le superfici con asterisco sono palestre e refettori, obbligatorie per scuole da 12 e pi aule. 1- Abitanti serviti 2 - Bambini ospitati 3 - Aule 4 - Piani 5- Superf. lorda coperta 6 - Lotto minimo per solo edificio 7- Superf. zona giuoco 8 - Parcheggi e piazzali uscita (P+U)=m 9 - Sup. tot. min. dei lotti N. N. N. N. m m m 3000 300 12 1 960+500 (*) 4560 3000 1200 8760 2 600+500 (*) 3000 3000 200 7200 5000 500 18 10000 1000 36 1 oppure 2 2000+1200 (*) 11500 8500 3500 23000 (Per 10000 persone conviene usare 2 lotti eventualmente contigui dei tipi da 5000 persone)
60 c c b c1 50 c b b c 25 P U b p b U 15 c 90 85 b b c

A
1 1440+600 (*) 6000 4250 1850 14140

B
2 1000+600 (*) 5400 4250 1650 11000

10 - Tipi di lotti Distacchi a=Fronte su strada, se manca il parcheggio e il piazzale di uscita a 6 m; b=Fronte su lato servizi h, e mai inferiore a m 4; c=Fronte delle aule e di ambienti collettivi 2 h e mai inferiore a m 12; c'=Fronte delle aule e di ambienti collettivi verso spazi di giuoco riducibile a m 4.
U b

60 50 c1 b b c 75

60 50

50 b

60 c

50

B
c

c P 20 U

b P

20

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477b

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TECNICA URBANISTICA
NORMALE GENERALI DI PIANIFICAZIONE URBANISTICA
D - LOTTI PER SCUOLE MEDIE INFERIORI (ragazzi da 11 a 14 anni - 7% della popolazione circa). (*) Per gli abitanti v. nota a pag. 473. 1 - Abitanti 2500* 5000(*) 10000(*) 2 - Alunni N. 180200 360400 720800 3 - Aule N. 6 12+palestra 24+2 palestre 4 - Piani N. 2 3 2 2 3 5 - Sup. lorda coperta m ~500 ~300 ~1300 ~900 ~2800 ~2000 6 - Lotto minimo m 1500 1250 3300 2700 6325 4600 7 - Sup. delle zone di giuoco 1012 m/alunno m 2250 2250 3900 3900 7475 7475 8 - Sup. per parcheggi e piazzale di uscita m 750 750 900 900 1700 1725 9 - Sup. totale minima m 4500 4250 8100 7500 14500 13800
4 17 25 14 4 17 25 13 25 17 4

10 - Tipi di lotti per edifici 2 piani

14

22

14

65 65

45

4 25 4 25 35 2 15 35

4 24 2 15

2 15

4 17

18

21 4 17 24 25 24 17 4

10.5 18.5

11 - Tipi di lotti per edifici a 3 piani

21

65 65 45 25 24 2 15 4 4 25 18

6 17 2 15

2 15

NOTE:

DISTACCHI:

a) VERSO STRADA: min. m 2 se esiste piazzale di uscita, altrimenti m 6. b) LATI SERVIZI: min. m 4 e comunque h. c) LATI AULE E AMBIENTI DI SOGGIORNO: min. m 6 verso le zone di giuoco; min. m 12 e comunque rispetto ai confini del lotto.

2h

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478

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TECNICA URBANISTICA
NORMALE GENERALI DI PIANIFICAZIONE URBANISTICA
1 - Abitanti serviti 2 - Volumi 3 - Piani dell'ed. 4 - Superf. lorda coperta 5 - Superf. lotto minimo 6 - Superf. zona verde per lettura all'aperto e manifestazioni all'aperto 7 - Superf. parcheggi e piazzali di uscita. 8 - Superf.+ tot. min. E - LOTTI PER CENTRI CULTURALI DI QUARTIERE CON BIBLIOTECA PUBBLICA N. 5000 10000 30000 500010000 1000020000 3000060000 N. 1 2 3 1 2 3 1 2 3 m 250 130 100 480 250 180 1500 800 560 m ~520 480500 450 ~900 700 900 3000 1700 1600 m 250 250 250 ~980
4 14 4 11 4 18 6 9 - Tipi di lotti minimi per edifici a 1 piano (e semi int.) 4 18 4 9 4 14 2 9 2 4 34 4 11.5 4 14 12 9.5 2 11 12
NOTE 1) I centri culturali con biblioteca pubblica sono edifici con sale per lettura, riunioni, conferenze, proiezioni, mostre ambulanti di riproduzioni, salette per lezioni di lingue, discoteca. ecc. 2) I depositi di libri con relativo servizio di letture prestito costituiscono la parte essenziale di questi centri che dovrebbero sorgere in ogni quartiere, in prossimit di scuole ,di centri commerciali, cinematografi, uffici, e comunque, in punti molto frequentati. Le biblioteche pubbliche sono essenzialmente biblioteche di prestito e sono da distinguersi nettamente da quelle di conservazione e da quelle specializzate. In Italia portano a volte ancora il nome di biblioteche popolari. I prestiti vengono fatti ai privati, a scuole, ad Enti e Aziende, con l'intento di diffondere capillarmente la cultura. Il personale fisso costituito da 4 o 5 bibliotecari ogni 10000 persone servite. 3) Le biblioteche pubbliche sono collegate tra loro in sistemi. Ogni sistema deve servire da un minimo da 30000, un massimo di 1 milione di abitanti e pu essere formato da un numero notevole di biblioteche. 4) I sistemi a servizio di 30000 persone vanno dotati di almeno 22,5 libri per persona servita; quelli per 300000 di 1,52 libri per persona servita, quelli per un milione e pi, di almeno un libro per persona servita. (Norme della Federazione Internazionale dei bibliotecari). 5) In zone scarsamente abitate ogni sistema deve avere in dotazione dei bibliobus in numero adeguato ai percorsi da compiere per raggiungereperiodicamente i vari centri (uno ogni 500 km di percorso circolare). Nei lotti, in tali casi , va previsto lo spazio per la rimessa dei bibliobus. 6) In zone urbane a bassa densit ogni sistema dovrebbe essere costituito da una serie di biblioteche pubbliche a distanza massima di 15002000 metri l'una dall'altra. In zone di alta densit la distanza tra le biblioteche di un sistema dovrebbe scendere a 1000 e anche m 800600. Infatti il raggio di influenza di ogni biblioteca pubblica in media, di m 400500 in zone urbane ad elevata densit e di m t 8001000 in zone urbane a bassadensit.

250 250 950

480

480

480

1500 1000 5500

1500 1000 4200

1500 1000 4100

m 250 m ~1020

400 400 400 ~1800 ~1580 ~1780


4 14 12 4 34 2 12

(Non convengono edifici a 1 piano per biblioteche pubbliche da 3000060000 volumi).

6 6 9 6

6 14 12 6 14

6 6 18 3 15

3 6 10 - Tipi di lotti minimi per edifici a 2 piani (e semi int.) 12 12

14

6 9 6 9 3 9

18

6 6 14 3

54

6 23 6 15 4 15

12

13

15

12 9 16

38

9 26 9

11. Tipi di lotti minimi per edifici a 3 piani (e semi int.)

(non convengono edifici a tre piani per biblioteche pubbl. da 500010000 volumi).

9 59 15 6 12 13 15 74

14 6 18

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479

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NORME GENERALI DI PIANIFICAZIONE URBANISTICA
F LOTTI PER MERCATI COPERTI AL MINUTO CHIESE CINEMA
ABITANTI SERVITI N
Note:

5000
10 10 20 20 10

10000
20 20 10

30000
30 20

MERCATI COPERTI MINUTO


calco-

La superficie lorda coperta va lata in base a: 0,08 m/ab per 5000 ab. 0,06 m/ab per 10000 ab, 0,05 m/ab per 3000 ab. e oltre Nella superficie del lotto minimo sono inclusi i parcheggi percompratori (in base a1 posto macchina circa ogni 2030 m cop) banchine di scarico e zone libere su due lati del mercato La superficie del lotto varia da 0,3 m/ab per 5000 abit. a 0,16 m/ab per 3000 ab. (non opportuno che un solo mercato serva un numero di

10 20 10 P 10 P 1) 400 m 2) 1500 m 1) 600 m 2) 2500 m


abitanti maggiore.

30 50

20

P P

1) 1500 m 15 15 60 40 10 10 50 35 P P 10

24800 m

CHIESE PARROCCHIALI Note: La superficie coperta della chiesa calcolata in base a 0,15 m/ab il lotto della sola chiesa (con distacchi di 15 m verso i e 10 m verso la zona parcheggi e la zona per attivit ricreative parrocchiali) risulta di 0,7 m ab per 5000 ab e 0,56 m/ab per 10000 ab. Il lotto totale, comprese le attivit ricreative da 11,2 m/ab. 1) Superficie lorda coperta della sola chiesa 2) Superficie del lotto minimo per la chiesa considerando i distacchi e l'area per parcheggi 3) Superficie zona per attivit ricreative parrocchiali 4) Sup. totale del lotto

15

20

10

30

15

Nota: Poich una parrocchia comprende di norma 1000 anime per 30000 persone sarebbe opportuno prevedere 3 chiese da 10000, o meglio, 1 per 10000 ed 1 per 20000

15

20

1) 700 m 3) 2400 m

2) 3600 m 4) 6000 m

1) 1500 m 2) 5600 m

3) 4200 m 4) 9800 m 7,5 40 7,5 7,5

CINEMA Note I posti del cinema sono calcolati in base al 3% della popolazione con un sup. coperta di circa 0,08 m/ab. I distacchi sui confini devono essere all'altezza dell'edificio I parcheggi sono calcolati in base a 1 posto macchina ogni 10 spettatori circa. Nota: non si prevede di norma per meno di 10000 abitanti.

7,5 7,5

25

7,5

35

60

5
1) Superficie coperta 2) Superficie del lotto minimo in base dei distacchi, inclusa la superficie per parcheggi.

5 22,5 P 32,5 1) 900 m 2) 2600 m P

1) 2400 m 2) 5700 m

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480

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NORME GENERALI DI PIANIFICAZIONE URBANISTICA
G - LOTTI Dl QUARTIERE PER ATTREZZATURE PER IL TEMPO LIBERO I lotti di quartiere per impianti del tempo libero sono l'espressione moderna degli antichi lotti per giardini pubblici e non devono essere recintati n in tutto n in parte (eccettuati i tennis). Essi vanno illuminati come strade e piazze per consentire il giuoco serale. All'estero vengono proporzionati in base a 1520 ed anche 30 m/abitante (Inghilterra) mentre in Italia possono essere proporzionati come indicato in questa tavola, tenuto conto del clima e delle abitudini della popolazione: circa 10/ab. Gli impianti sportivi costruibili in questi lotti non vanno confusi con quelli da spettacolo , n con quelli per allenamenti di societ sportive ed a loro riservati. Possono invece essere riservati (solo alcune ore al giorno) a scuole, aziende, ecc. Per almeno 6 ore al giorno, ed ogni sera devono essere a disposizione di tutti come le strade e le piazze pubbliche. Ogni lotto di questo tipo va dimensionato per contenere: a) parchi di quartiere, in cui sono vietati i giuochi, con prati, alberi, cespugli, fontane, panchine, ecc.; il terreno deve risultare ondulato (anche artificialmente). Superficie minima 3 m/abitante. b) attrezzatura per il tempo libero di giovani e adulti, con un prato pianeggiante per giiuochi liberi, campi sportivi (senza tribune e senza recinzioni eccettuati i tennis) palestra, laboratori, piscina, ecc. Superficie minima 5 m/abitante (di cui 2 a prato). c) attrezzatura per il tempo libero dei ragazzi, con campi di costruzioni, teatrino all'aperto, una micropiscina, campo di calcio micron, spogliatoi, laboratori, ecc. Superficie minima 1,4 m/abitante (di cui 0,5 a prato): d) attrezzature per il tempo libero dei bambini, con vasche d'acqua per sguazzare, vasche di sabbla, un padiglione per i giuochi al coperto, qualche attrezzo (scivoli, altalene) e prato. Superfcie minima 0,6 m/abitante (di cui un terzo a prato). e) le biblioteche pubbliche fanno parte delle attrezzature per il tempo libero: per il proporzionamento dei relativi lotti vedi pag. 479, complessivamente per a+b+c+d +e, si hanno come detto circa 10 m/ab. Oltre a queste attrezzature di quartiere, in una citt moderna va previsto altro spazio per il tempo libero, ed in particolare almeno altri 15 m/ abitante per grandi parchi urbani, con galoppatoi, grandi piscine, campi da tiro, di golf, boschi, vastissimi prati, ecc. LOTTO PER 10000 PERSONE: VEDI FIGURA PER QUARTIERI DI 5000 PERSONE La superficie va proporzionalemnete raddoppiata (vedi schema in alto) cos come vanno raddoppiati tutti gli impianti, le superici dei laboratori, ecc. Vi saranno due campi di calcio da m 45 x 90, due da 30 x 60, 6 tennis, 6 bocce, 8 campi per palla a volo le piscine avranno maggior numero di corsie, pu per bastare una sola palestra ed una sola pista da 100 metri. LOTTI PER QUARTIERI Dl 20 O 30000 PERSONE Conviene realizzare due o tre lotti ciascuno per 10000 persone. Notabene: Nel disegno indicata un'ubicazione consigliabile per altri lotti delle attrezzature di quartiere (centri commerciali, scuole, asili, ecc.). Con tale ubicazione gli alunni delle scuole di tutti i gradi possono giovarsi ogni mattina, dei vicini campi di giuoco del giardino pubblico. Pertanto, i lotti delle scuole possono essere proporzionati, restrittivamente, senza quelle parti che a pag. 477 e 478 sono indicate come zone per giuochi e disegnate con campo puntinato. Si ottiene cos nel quartiere un risparmio di circa 4 m/abitante. Sarebbe anzi preferibile adottare anche in Italia il criterio (usato in molte citt dEuropa e spesso in Inghilterra) di proporzionare i lotti di quartiere per il tempo libero in eccesso, e cio in base a 1415 m/abitante anzich 10, e allinterno di essi, sui margini disporre scuole di quartiere, e la biblioteca, senza limitarne i lotti e senza porre recinzioni. Gli edifici risulteranno circondati da giardino pubblico, realmente immersi nel verde.

m 250

corsa zona dei giuochi per adulti 5 m/ab. campo di calcio prato giuochi liberi per giovani e adulti per giovani e adulti (45x90)
spogliatoi

salti ecc.

laboratori

lotto della biblioteca pubblica

pattinaggio bocce

piscina

pista delle biciclette


prato dei giuochi liberi per ragazzi (614 anni) scivolo,altalene giostra dei ragazzi

campo di calcio per ragazzi

lotto della scuola media

m 200 parco di quartiere

(20x60)

spoglatoi

prato dei giuochi liberi dei bambini (25anni) teatrino

laboratori

scivolo,altalene giostra dei ragazzi

zona del parco 3 m/ab.

pista delle biciclette campo delle costruzioni

sabbia, vasche d'acqua ecc.

lotti per negozi, cinema, mercato, ecc.

lotto della scuola elementare

lotto di scuola materna e asilo nido

Tipo di lotto minimo degli impianti per il tempo libero in un quartiere di 5000 persone. Totale circa 5 ha

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481

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NORME GENERALI DI PIANIFICAZIONE URBANISTICA
SUPERFICI COMPLESSIVAMENTE OCCUPATE DAI LOTTI DELLE ATTREZZATURE Dl QUARTIERE (ANALIZZATI NELLE SEI PAGINE PRECEDENTI) Disegno a destra Schema di quartiere con nucleo di attrezzature. Sr = Superficie destinata ai lotti residenziali e re lative strade di lottizzazione. S5 = Superficie destinata all'insieme dei servizi diquartiere e alle strade principall del quar tlere . Sq = Superfcie totale del quartiere = Sr+Ss. Nel disegno (scala 1:4000) della presente tavola analizzata la composizione di Ss in un quartiere di 1000abitanti. Disegno in basso 1) Su una maglia di metri 100 x 100, nell'ipotesi di dover progettare le attrezzature di un quartiere di 10000abitanti, sono stati riuniti su unico disegno tutti i lotti perattrezzatura di quartiere dimensio nati nelle tavole precedenti, pi lo spazio per alcuni altri servizi indispensabili. Comprese le strade principali di quartiere, risulta una superficie complessiva di 20 ha (20 m/abitante). 2) Trattandosi di quartiere per 10000 abitanti, sono stati previsti: a) 3 lotti per negozi (dei quali, due per 10 negozi l'uno ed uno per 2530 negozi) essendo noto che occorre prevedere un negozio ogni 150200 abitanti; b) 1 per cinematografo per 10000 ab. (pag. 480); c) 1 per biblioteca pubblica per 10000 abitanti (pag. 479, escludendo la zona a verde del lotto (*);

Sr SS Sr SS

100

strada di lottizzazione INCIDENZA SUPERFICIALE SCUOLE PROFESSIONALI E SUPERIORI (0,9 m/ab.)

lotto per CAMPI GIUOCHI LIBERI per giovani e adulti (2 m/ab.)

lotto per CAMPI DI GIUOCO PISCINA E LABORATORI PER GIOVANI E ADULTI (3 m/ab.)

lotto per SUOLA MEDIA (0,9 m/ab.) lotto 10 NEGOZI lotto per CHIESA PARROCCHIALE lotto asilo nido lotto per SCUOLA MATERNA lotto per SCUOLA ELEMENTARE lotto per mercato

lotto per 10 NEGOZI

lotto per PARCO DI QUARTIERE (3 m/ab.)

500

lotto per CHIESA PARROCCHIALE lotto asilo nido lotto per SCUOLA MATERNA lotto per SCUOLA ELEMENTARE ARTIGIANI RIMESSA

lotto perCAMPI E PRATI DI GIUOCO per BAMBINI E RAGAZZI (2 m/ab.)

m 100

lotto per BIBLIOT. lotto per CINEMA

25+30 NEGOZI PI UFFICI AMBULATORIO ECC.

d) 2 per scuole elementari per 5000 ab. I'una (500 allievi l'una) (pag. 477), escludendo la zona verde del lotto(*); e) 2 per scuole materne per 5000 ab. I'una (200 allievi l'una) (pag. 476, escludendo la zona a verde del lotto (*): f) 2 per asili nido; g) 2 per parrocchie per 5000 abitanti (pag. 480); h) 1 per lotto per scuola media per 10000 ab. (pag. 478, esclusa la zona a verde del lotto (*) i) 1 per lotto per mercato per 10000 ab. (pag 480): I) lotti per attrezzature del tempo libero consistenti in un parco di quartiere, campi per giovani, adulti, ragazzi e bambini, per un totale di 10m/tab.: m) lotti per nerozi di artigiani, rimesse, ecc.; n) un'incidenza di 1m/ab per superficie da destinare all'istruzione professionale e superiore; o) incidenza delle strade principali di quartiere (2,5 m/ab.). 3) A parte lievi varianti, la superficie risultante di 20 m/abitante, una costante (ovvero un minimo standard ) da tener presente nella progettazione di qualsiasi tipo di quartiere moderno in Italia essa non dipende dal tipo di edilizia residenziale formante il quartiere ma unicamente dal numero degli abitanti su esso previsti. Le variazioni ed oscillazioni attorno alla costante 20 dipendono dalla composizione della popolazione: infatti se la popolazione percentualmente pi ricca, rispetto alla media italiana, di bambini e di giovani, sono necessarie superfici maggiori per scuole, asili, campi sportivi e di gioco (nei proporzionamenti di queste tavole si tenuto conto della media suddetta). 4) Dovendo pertanto progettare un nuovo quartiere, noto il numero A di abitanti che dovr contenere, opportuno, fin dall'inizio della progettazione, individuare la superfcie Ss = A x 20 necessaria a tutti i servizi. Se Sq la superficie totale di cui si dispone. Si otterr poi la superficie S, da destinare ai lotti, per edifici residenzlali e relative strade di lottizzazione Sr = Sq S Si otterr inoltre la densit territoriale in S dall'espressione A/Sr (esprimendo S in ha). Inoltre con l'ausilio delle note e tabelle che seguono (pagg. 486 e 488) si potranno individuare i tipi di edifici che possono risolvere megilo il problema. 5) In considerazione di quanto gi ricordato nella pag prec. (v Notabene) la maggior parte dei lotti riuniti nel presente disegno pu essere risolta con un unico lotto dimensionato in base d 1415 m/abitante, contenente sui bordi gli edifici delle scuole di tutti i gradi e quello della biblioteca pubblica, tali edifici non pi circondati da recinzioni definenti i rispettivi lotti, risulteranno meglio immersi nel verde. Vedansi anche gli esempi della pagina sucessiva. (*) Nel disegno sono state abolite le zone verdi per giuochi dei lotti per le scuole, in considerazione dellubicazione ipotizzata e di quanto detto nel Notabene della pagina precedente.

m 400 Lotti per l'attrezzature di un quartiere di 1000 abitanti Superficie complessiva, comprese le strade principali 20... pari a 20 m/ab

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NORME GENERALI DI PIANIFICAZIONE URBANISTICA
ESEMPI Dl DIMENSIONAMENTO ED UBICAZIONE DELLE ATTREZZATURE Dl QUARTIERE INQUARTIERI DIVERSI In questa tavola sono messi a confronto due quartieri completi delle attrezzature analizzate nelle tavole precedenti. Nel quartlere di West Ham si segue il criterio della concentrazione degli spazi verdi, in forme compatte, e della loro ubicazione al centro delle zone edificabili; subito all'lntorno degli spazi verd si vedono le sagome bianche della chiesa, degh edifici scolastici, dei centri sociali. La soluzione schematica, molto simile nel concetto a quanto didatticamente espresso dal disegno della tavola precedente. Nel complesso di Torino Falchera esiste invece una compenetrazione reciproca di tutti gli elementi del quartiere. Gli amplissimi spazi verdi e per giuo chi tutti comuni si alternano alle abitazioni. Scuole e asili sono immersi nelle zone verdi. II gruppo di negozi, mercato, biblioteca, ecc. al centro del quartiere. Un terzo tipo di quartiere realizzato in Italia nel 1955 (e derivato dagli schemi americani di Clarence Stein del 1925-1930) quello di pag. 476. In esso le zone verdi assumono una forma molto allungata, di spina, con slarghi in cui sono collocati alcuni servizi. Le abitazioni sono disposte ai lati della spina verde e le strade per auto sono esterne a tutto il quartiere formando cintura. Questi tre esempi (molti altri se ne possono fare) indicano la ricchezza di possibilit offerte al pro gettista, pur restando fermi i concetti assunti, e pur rispettando i minimi prestabiliti nei rapporti tra superfci destinate ai servizl e numero degli ablitantl serviti. importante ricordare che i valori forniti, nelle tavole precedentl sono valori minimi, il che consente, se lo schema o l'occasione lo richiede, di discostarsene a piacere: solo importante non scendere al disotto di essi. Altra precauzione da prendere durante la progettazione iI controllare costantemente che ogni funzione cui un certo settore destinato, possa svolgersi senza intralciare altre funzioni cui sono destinati settori vicini. Ad esempio, in un qual che caso reale necessario disperdere le zone per giuochi, in tante diverse aree in prossimit delle abitazionl anzich in prossimit delle scuole, si dovr curare che le grida di chi gioca non disturbino coloro che stanno in casa, che i palloni non arrivino a colpire finestre troppo vicine, ecc:mentre la vicinanza delle scuole non crea nterfe renze, poich durante le ore di scuola non vi sonopraticamente ragazzi che possano giocare all'ester no e quando i ragazzi possono giocarvi, le scuole sono chiuse o ora di ginnastica o dl ricreazsone. Altrettanto, va controllata l'ubicazione reciproca discuole, mercati, biblioteche, ecc.

Unit di abitazione per 10000 persone a West Ham (Londra) realizzato tra il 1845 e il 1950 1, scuole materne, elementari e medie: 2, chiesa; 3, centro culturale; 4, negozi, mercatino, uffici; 5, asili nido.

5 5

3 4 2 1

autostrada TORINO-MILANO

Unit residenziale per 5000 abitanti a Falchera (Torini) realizzata tra il 1959 e il 1955 1, scuole materne ed elemtari; 2, chiesa; 3, centro culturale; 4, negozi, mercato, uffici; 5, asili nido

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NORME GENERALI DI PIANIFICAZIONE URBANISTICA
ZONE EDIFICABILI E LORO REGOLAMENTAZIONE - TIPI EDILIZI E CARATTERISTICHE DELLA FABBRICAZIONE A B C D E F G H I L M Qualica secondo la densit Intensivo Semintensivo Estensivo Rado Denominazione del tipo edilizio blcco chiuso casa a torre casa in linea blocco aperto casa a schiera palazzina villino casa a schiera casa isolata villa edil. rur. S area minima ------------------1000 ---2000 3000 5000 U del lotto (m) P area massima ------------------250 ---250 ------E coperta (m) R F percentuale I massima di area C coperta rispetto I all'area del lotto 5/10 3/10 4/10 4/10 3/10 3/10 2/10 1/10 1/20 1/50 E 1/100 mas. assoluta (m) 1822 40 2225 18 15 15 12 8 7 7 ---massima relativa A rispetto alla L larghezza stradale T o agli spazi liberi 1 0,5 1 1 1 0,75 0,66 0,5 0,3 0,2 E antistanti Z Z numero massimo A dei piani 56 10 67 5 4 --10 ----3 --10 12 (1) 8-4 (2) 6 (3) --20 --50 ----------20 ammesi cortili ammesse ------------e chiostrine chiostrine ammessi arretramenti purch per sviluppo ----ammessi arretramenti purch ----non inferiore lunghezze non inferiori a m 20 al doppio della profondit 1512 10 87 5,5 5 4(4) --8 25 --ammesse chiostrine 3(5) 5 8 20 ------2 6 10 (6) 60 30 ----2 8 8 ----2 10 10 -----

Distacchi min. (vedi il N.B.) Lunghezze fonti

V A R I E

dalle strade (m) dai confini (m) massime minime cortili e chiostrine

5 -----------

ammessi cortili interni tipo patio

arretramenti

-----

-----

-----

-----

-----

-----

Massima densit m/m fondiaria (indice massimo di fabbricabilit rispetto all'area del lotto)

4,5

0,2

0,01 0,02

m/ha

Annotazioni

150000 120000 Costruzioni vietate nei cortili. Possono essere resi obbligatori i porticanti. Cortili ampi due volte l'altezza

100000

80000 70000

5500

50000

45000

30000

20000

10000

2000 100200

-----

(1) (2) (3) (4) distacchi distacchi dai distacchi solo ammesso un solo dai confini interni m dai confini piano attico confini interni 1015 interni e su parziale distacchi dai strada max 60% confini laterali m 7 area aperta

(5) (6) ammesso un distacchi solo piano attico dai confini parziale interni e su max 40% strada area coperta

-----

-----

-----

Gli indici di fabbricabilit delle zone di diversa intensit edilizia calcolati sulle zone edificabili, escludendo cio i servizi di quartiere si possono cos ripartire: da 01 edilizia; da 14 edilizia estensiva; da 4 7 edilizia semintensiva; da 7 10 edilizia intensiva; oltre 10 superintensiva.

N.B. Le misure riportate sono del tutto indicative - per i distacchi conviene fare riferimento, anche nei regolamenti edilizi allangolo di isolazione (vedi pagina precedente).

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TECNICA URBANISTICA
NORME GENERALI DI PIANIFICAZIONE URBANISTICA
Una volta diviso il territorio da pianificare in zone (vedi pag. precedente) e dopo aver disegnato la maglia di veloci collegamenti tra le diverse zone, si procede con disegni e regolamenti alla pianificazione particolareggiata in ciascuna zona. Nelle zone destinate alledificazione, disegni e regolamenti tenderanno ad assicurare tra laltro un buon soleggiamento agli edifici che vi sorgeranno e ad evitare le introspezioni. Si tender cio ad unutilizzazione economica del terreno ma senza pregiudizio per le condizioni igieniche e sociali dei futuri abitanti. Occorre a tale fine tener presente i seguenti elementi: 1) caratteristiche volumetriche e funzionali degli edifici che dovranno sorgere nella zona considerata: 2) caratteristiche altimetriche e planimetriche dei terreni destinati alledificazione; 3) latitudine alla quale si opera; 4) orientamenti preferibili in relazione ai sovrastanti punti 1,2,3; 5) distacchi minimi tollerabili per evitare l'introspezione ed assicurare la necessaria riservatezza allinterno di ogni edificio.

A Orientamento dei corpi di fabbrica


N NO NE NO N NE NO N NE NO N NE

SO S

SE

SO S

SE

SO S

SE

SO S

SE

1, orientamento Nord-Sud. Completa insolazione delle due fronti dell'edificio. Nessuna finestra a Nord-Sud. Al disotto del 45 parallelo carenza a di sole nei mesi di novembre, dicembre e gennaio: 2, orienta,mento secondo l'asse eliotermico. Migliore insolazione nelle ore antimeridiane d'inverno. I casi 1 e 2 sono convenienti per corpi di fabbricatripli (disimpegno centrale ed ambienti sui due fronti); 3, orientamento Nord-Est Sud-Ovest. Ottimo per gli ambienti a Sud-Est (insolazione antimeridiana e nelle prime ore pomeridiane), non alterano per gli ambienti a Nord.Est. Conveniente per corpi di fabbrica tripli con alloggi di 3-4 vani, con soggiorno e letti a Sud-Est, servizi e scale a NOrd-Ovest; 4, orientamento Est-Ovest. Inadatto per costruzioni a corpo triplo. Pu convenire per costruzioni a corpo semplice o doppio (servizi e disimpegni a Nord) o alle case isolate. Richiede un maggior distacco dei fabbricati rspetto ai precedenti.

a h media h min 22-XII


33 5'

h max 21-VI

h media h min 22-XII


44 6' 21 5' 67 9'

h max 21-VI

61 9'

15 1'

EUROPA CENTRALE h media

h min Distacco tra gli edifici per 45. In Italia b . a . a b 22-XII se i terreni sono pianeggianti. In considerazione di quanto illustarto in c conviene, nei regolamneti edilizi, fare riferimento ad un angolo 24 6' opportunatamente scelto, piuttosto che il rapporto tra a eb. Va inoltre imposto un minimo assoluto per a (circa 20 m) onde evitare l'introspezione (v. pag. precedente).

h max 21-VI

MILANO h min 22-XII h media

h max 21-VI

47 6' 70 9'

51 6'

ROMA

74 9' 28 6'

PALERMO Altezza minima, media e massima del sole sull'orizzonte

B - Altezza del sole sull'orizzonte e distanza tra i corpi di fabbrica in alcune citt europee su terreni pianeggianti
21 VARSAVIA PRAGA 16 15 20 FRANCOFORTE SUL RENO STOCCOLMA 30% WIRSBADEN

18

C - Distacchi minimi tra edifici su terreni di diversa pendenza a parit di angolo


Nei terreni con giuntura a Nord, una pendenza del 35% gi sufficiente per obbligare ad un raddoppiamneto delle distanze. Le giaciture a Sud a m20 hanno un'influenza molto minore sui distacchi. a m20 45 0%
nord sud

20% 10%

45

10% 20%

0%
nord sud

GIACITURA A SUD

30%

GIACITURA A NORD

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TECNICA URBANISTICA
NORME GENERALI DI PIANIFICAZIONE URBANISTICA
ZONE EDIFICABILI RESIDENZIALI TIPI DI LOTTIZZAZIONE E RELATIVE DENSIT TERRITORIALI
CASE A SCHIERA E IN LINEA D = 0 ; f = F TABELLA 1 TABELLA 2 Densit terr. in Densit terr. in Altezza Distacchi caso di DF=h ma Distacchi caso di DF=1,5 h ma Piani h. DF=h non < di m1520 DF=h < non di m1524 DL=0 (f=F) DL=0 (f=F) I II III IV I II III IV (N.) (m) (m) ab/ha ab/ha ab/ha ab/ha (m) ab/ha ab/ha ab/ha ab/ha min. min. 1 4 1520 130 105 90 ~80 2024 122 96 85 ~79 min min 2 7,25 1820 250 165 134 ~120 2224 220 152 125 ~110 3 4 5 6 7 8 10 15 20 25 30 10,50 13,75 17,00 20,25 23,50 26,75 32,25 49,50 67,75 82,00 98,75 min 20 min 20 min 20 20,25 23,50 26,75 32,25 49,50 67,75 82,00 98,75 350 205 450 235 550 260 650 280 675 285 700 290 720 300 780 302 830 304 840 306 850 308 155 ~130 174 ~150 min 24 min 24 315 400 192 225 240 245 250 315 260 261 265 266 270 150 168 162 180 182 183 186 187 188 189 190 ~130 ~141 ~150 ~152 ~154 ~155 ~155 ~156 ~157 ~158 ~160 TABELLA 3 Densit terr. in Distacchi caso di DF=2 h ma DF=h non < di m 2428 DL=0 (f=F) I II III IV (m) ab/ha ab/ha ab/ha ab/ha min. 2428 105 80 70 ~60 min 2628 190 135 114 ~108 min 28 min 28 270 350 173 205 216 220 224 225 226 228 229 230 231 137 ~130 155 ~135 164 ~140 165 ~140 166 ~140 167 ~141 168 ~143 169 ~145 170 ~146 171 ~147 172 ~148

188 ~155 min 25,50 465 195 ~160 200 ~165 202 ~170 206 ~170 208 ~175 210 ~180 212 ~180 214 ~180 30,35 35,25 40,00 50,00 74,00 98,60 129,00 148,15 490 500 510 540 550 560 570 580

min 34,00 380 40,50 47,00 53,50 66,50 100,00 131,50 164,00 197,50 395 400 405 416 424 430 435 440

12 tabelle relative a lottizzazioni semplici: Relazioni tra densit territoriali in comparti di vario tipo e tipi edilizi usati nellelottizzazioni delle zone edificabili residenziali di ogni comparto (segue a pag. 448). Ogni lottizzazione e caratterizzata dal numero di piani degli edifici, dai distacchi frontali DF tra due fili di edifici che si fronteggiano e dai distacchi laterali DL tra un edificio e laltro. I distacchi laterali sono eguali a zero nei casi di edifici a schiera o in linea. I distacchi frontali sono in funzionedellaltezza ma non minori di 20, 24, 28 metri per evitare lintropezione. Inoltre: F = fronte di un lotto, ed F=fronte di unedificio (si suppongono edifici profondi 11metri).

Esempio della tabella 1 Casa a schiera a 1 e 2 piani e case in linea da 4 a 5 piani con D
f

DF

distacchi minimi DF = h

Scala 1:4000

Df

DF

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NORME GENERALI DI PIANIFICAZIONE URBANISTICA
1 3 F F:f = 3 4 TABELLA 1 TABELLA 2 Densit terr. in Densit terr. in Altezza Distacchi caso di DF come in Distacchi caso di DF come in Piani h. DF=h tabella 1 DF=h tabella 2 DL=1/3f (f=3/4F) DL=1/3f (f=3/4F) I II III IV I II III IV (N.) (m) (m) ab/ha ab/ha ab/ha ab/ha (m) ab/ha ab/ha ab/ha ab/ha CASE ISOLATE, DISTACCHI LATERALI D = 1 2 3 4 5 6 7 8 10 15 20 25 30 4 7,25 10,50 13,75 17,00 20,25 23,50 26,75 32,25 49,50 67,75 82,00 98,75 min 20 min 20 min 20 min 20 min 20 20,25 23,50 26,75 32,25 49,50 67,75 82,00 98,75 130 81 72 ~68 min 24 min 24 min 24 min 24 25,5 30,35 35,25 40,00 50,00 74,00 98,60 129,00 148,15 90 155 235 300 350 370 375 380 405 410 420 425 430 76 122 160 188 205 210 214 216 225 227 228 229 230 68 100 130 146 155 160 163 164 167 168 169 170 172 ~64 ~90 ~116 ~128 ~135 ~140 ~139 ~140 ~141 ~143 ~145 ~146 ~147

TABELLA 3 Densit terr. in Distacchi caso di DF come in DF=h tabella3 DL=1/3f (f=3/4F) I II III IV (m) ab/ha ab/ha ab/ha ab/ha min 28 min 28 min 28 min 28 34 40,50 47,00 53,50 66,50 100,00 131,50 164,50 197,50 79 142 200 260 285 295 300 305 310 318 322 328 330 70 110 138 170 178 187 188 189 191 192 193 194 195 62 94 ~58 ~85

190 135 270 173 340 200 410 227 490 250 500 253 520 255 540 257 580 265 620 270 630 278 640 280

114 ~108 137 ~120 155 ~138 168 ~150 180 ~160 182 ~165 184 ~168 186 ~170 192 ~175 194 ~178 196 ~179 198 ~180

116 ~110 135 ~119 142 ~125 144 ~127 146 ~128 147 ~128 148 ~128 149 ~128 179 ~129 150 ~129 150 ~130

Ogni tabella offre le densit ottenibili in comparti del I, II, III e IV tipo come definiti a pag. 475, quando si faccia ricorso agli stessi minimi standards ivi indicati (per lottizzazioni complesse v.
DF

D
F

Esempio della Tabella 2 Case in linea da 8 piani; distacchi D F = 1,5 h Scala 1:4000

DF

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NORME GENERALI DI PIANIFICAZIONE URBANISTICA

Un esempio di lottizzazione sempilice paragonato a tre esempi corrispondenti di lottizzazioni complesse, ottenute usando gl stessi tipi edilizia e mantenendo la stessa densit territoriale. Scopo della presente pagina dimostrare l'opportunit del ricorso al sistema dei comparti: gi sufficiente formare

sistematicamente comparti del I tipo, come definiti a pag. 475 per consentire a parit di densit territoriale, notevoli libert compositive.

Le 12 tabelle di pag. 486 e 488, sono formate su lottizzazioni semplici e perci vanno lette tenendo presente che, ad ogni lottizzazione semplice, possono corrispondere infinite forme dilottizzazioni complesse.

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NORME GENERALI DI PIANIFICAZIONE URBANISTICA
CASE ISOLATE CON DISTACCHI LATERALI D = 2 1 f:f = 3 2

TABELLA 1 TABELLA 2 Densit terr. in Densit terr. in Altezza Distacchi caso di DF come in Distacchi caso di DF come in Piani h. DF=h tabella 1 DF=h tabella 2 DL=1/2f DL=1/2f I II III IV I II III IV (N.) (m) (m) ab/ha ab/ha ab/haab/ha (m) ab/ha ab/ha ab/ha ab/ha 1 2 3 4 5 6 7 8 10 15 20 25 30 4 7,25 10,50 13,75 17,00 20,25 23,50 26,75 32,25 49,50 67,75 82,00 98,75 min 20 min 20 min 20 min 20 min 20 20,25 23,50 26,75 32,25 49,50 67,75 82,00 98,75 85 73 57 ~54 min 24 min 24 min 24 min 24 25,50 30,35 35,25 40,00 50,00 74,00 98,60 129,00 148,15 80 145 210 265 310 325 330 335 360 370 375 380 385 69 112 150 171 177 186 195 197 207 210 214 216 217 63 98 18 36 143 148 154 155 157 160 163 164 165 ~58 ~89 ~110 ~120 ~123 ~126 ~130 ~134 ~138 ~139 ~140 ~141 ~142

TABELLA 3 Densit terr. in Distacchi caso di DF come in DF=h tabella3 DL=1/2f I II III IV (m) ab/ha ab/ha ab/ha ab/ha min 28 min 28 min 28 min 28 34,00 40,50 47,00 53,50 66,50 100,00 131,50 164,50 197,50 70 128 180 230 250 260 265 270 275 280 285 290 295 60 105 130 158 165 170 171 172 173 174 178 182 187 57 90 110 ~55 ~82 ~94

170 127 235 160 300 188 370 210 430 230 450 238 470 240 480 250 520 256 550 262 560 264 570 267

106 ~96 130 ~11 146 ~128 160 ~140 172 ~148 174 ~150 178 ~151 179 ~152 185 ~155 188 ~157 190 ~159 191 ~160

128 ~115 134 ~117 135 ~118 136 ~120 137 ~122 139 ~123 140 ~124 141 ~125 143 ~125 145 ~125

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TECNICA URBANISTICA
NORME GENERALI DI PIANIFICAZIONE URBANISTICA
D = f:f = 1 CASE ISOLATE CON DISTACCHI LATERALI 2 F

TABELLA 1 TABELLA 2 Densit terr. in Densit terr. in Altezza Distacchi caso di DF come in Distacchi caso di DF come in Piani h. DF=h tabella 1 DF=h tabella 2 DL=f DL=f I II III IV I II III IV (N.) (m) (m) ab/ha ab/ha ab/haab/ha (m) ab/ha ab/ha ab/ha ab/ha 1 2 3 4 5 6 7 8 10 15 20 25 30 4 7,25 10,50 13,75 17,00 20,25 23,50 26,75 32,25 49,50 67,75 82,00 98,75 min 20 min 20 min 20 min 20 min 20 20,25 23,50 26,75 32,25 49,50 67,75 82,00 98,75 65 58 54 ~50 min 24 min 24 min 24 min 24 25,50 30,35 35,25 40,00 50,00 74,00 98,60 129,00 148,15 61 110 158 200 232 245 250 255 270 275 280 285 290 55 100 122 138 160 162 165 168 173 175 177 178 180 50 80 100 116 130 132 134 135 137 138 139 141 142 ~58 ~70 ~90 ~110 ~115 ~115 ~116 ~116 ~120 ~120 ~125 ~125 ~125

TABELLA 3 Densit terr. in Distacchi caso di DF come in DF=h tabella3 DL=f I II III IV (m) ab/ha ab/ha ab/ha ab/ha min 28 min 28 min 28 min 28 34,00 40,50 47,00 53,50 66,50 100,00 131,50 164,50 197,50 52 95 135 175 190 195 200 202 207 212 214 215 220 45 81 107 128 135 136 138 139 145 146 147 148 150 43 72 92 107 40 ~65 ~85 ~95

125 104 175 128 225 150 275 175 325 182 335 198 350 205 360 209 390 220 415 227

88 ~100 107 ~100 125 ~110 138 ~120 144 ~125 150 ~130 155 ~135 159 ~140 166 ~140 168 ~145

114 ~105 115 ~110 116 ~110 117 ~110 118 ~110 119 ~110 120 ~110 121 ~110 122 ~110

420 288 168,5 ~145 425 229 169 ~145

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VIABILIT
ORGANIZZAZIONE DELLA VIABILIT Per assicurare i collegamenti, si attua un ordinamento viario mediante reti capaci di permettere la circolazione dei veicoli da un punto ad un altro Elementi delle reti viarie tronchi (per consentire gli spostamenti) nodi (per consentire gli scambi da un tronco ad un altro). Caratteristiche delle reti a) reti primarie : assicurano una notevole capacit di traffico, con tronchi che permettono un transito veloce e con nodi che permettono un rapido scambio (generalmente a diverso livello): corrispondono a tipi di strade di rapido transito o di autostrade: b) reti secondorie : assicurano una grande capacit di traffico, ma con velocit ridotta: sezioni stradali ampie e nodi ad incrocio di tipo normale: rete primaria c) reti capillari (o di distribuzione) assicurano la rete secondaria distribuzione del traffico in tutti i punti dove si rete terziaria intende giungere con i veicoli: la capacit di nodi con scambi attrezzati a diverso livello e con pari importanza dei tronchi traffico dei tronchi sar limitata, dovendo solo con diversa importanza dei tronchi " " " " soddisfare al transito locale a bassa velocit. per pari " " " " " " " Da integrare con parcheggi per la sosta dei veicoli; d) reti pedonali : assicurano la circolazione del pedone, dal punto di partenza (origine) al punto di parcheggio del veicolo, ovvero da quest'ultimo al punto di arrivo (destinazione). Dati di dimensionamento Possono essere completamente indipendenti, I= larghezza ovvero affiancate (marciapiedi) alle reti veicoIngombri L= lunghezza Velocit Veicoli* lari, secondarie o capillari . R= raggio massimo (iscrizione in curva) T e m p o d i p e r c o r r e n z a (o distanza I = m 0,60 0,65 3 4 Km/h virtuale). Tempo complessivo occorrente ad un Pedoni...... L= m 6,00 (a un mese) individuo per portarsi da un punto ad un altro Veicoli a trazione m 10,00 (a due mesi) 10 15 Km/h della citt, comprendente i percorsi da com- animale........... m 12,00 (a tre assi) piere a piedi e sui vari mezzi di trasporto I= m 1,501,90 (individuali o collettivi) usufruibili. Velocipiedi, motorini 15 20 Km/h L i n e e i s o c r o n e . - Sono le curve che coinci- e motocicli......... L= m 1,80 2,00; I= m 0,70 0,90 30 50 Km/h dono con i punti raggiungibili nel medesimo Autoveicoli passeggeri tempo di percorrenza rispetto ad un punto dato individuali........... L=m 3,005,50; I=m 1,201,50R = m1015 (centro). La loro rappresentazione permette di collettivi............... L=m 9,0012,00; I= m 1,602,40R= m 25 raffigurare in una visione sintetica la facilit Autoveicolo merci: max 50 Km/h della percorrenza nell'area urbana, in condi- furgoncini............... L=m 2,003,50; I= m 0,901,20 R= m 510 zioni medie. (Velocit pedonali: 4 km/h; ani- autocarri.............. L=m 4,8012,00; I= m 1,702,40R = m 20 mali: 8 km/h; velocipedi: 12 km/h; tram automezzi speciali L= m 12,0024,00; I = m 1,702,40R= m 30 (semitrailer od a autobus-filobus: 1525 km/h; auto: 30 40 km/h; metropolitana: 305O km/h). General- rimorchio) mente si tracciano per equidistanze temporali Sono considerati solo i veicoli della circolazione ordinaria. Per gli altri veicoli, generalmente in sede propria, v. il capitolo mezzi di trasporto di cinque o di dieci minuti. F l u s s i e d e n s i t d i t r a f f i c o . - ll flusso di traffico relativo ad una data zona costituito dal numero totale (volume) di veicoli, in entrata ed in uscita dalla zona in un dato tempo (in genere entro un'ora).

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VIABILIT
ORGANIZZAZIONE DELLA VIABILIT La densit del traffco nella zona rappresentata dal rapporto tra il flusso e l'area della zona (generalmente espressa in ettari). Corsie: per pedoni. ..........................m 0,75 per veicoli a trazione animale 2,25 per velocipedi ....................... 0,90 per motorini e motociclette...... 1,25 per autoveicoli individudli e furgoncini ...... 2,75 per autocarri ....................... 3,00 Le larghezze delle corsie sopraindicate sono valide per la circolazione urbana. Per circolazione extraurbana occorre considerare, per la generalit dei veicoli, corsie di m 3,00 per strade normali, di m 3,503,75 per strade veloci o autostrade. Piste di accelerazone e decel e r a z i o n e . Sono le sedi, ad una o pi corsie, nelle quali si debbono portare i veicoli per aumentare o diminuire le loro velocit, in modo da inserirsi o disinserirsi dalle corsie di normale transito, senza provocare discontinuit nel flusso di traffico. Le rispettive lunghezze sono funzione della velocit massima per le quali sono progettate le strade cui si connettono . Per le zone urbane sono sufficienti, di norma, lunghezze di 3050 m; per le strade esterne o per le autostrade occorrono lunghezze dai m 150 in su. C u r v e . Sono generalmente di raggio circolare, con raccordi parabolici in prossimit dei punti di tangenza; ovvero di raggio variabile (si preferiscono archi di lemniscata o di clotoide) con raggio infinito ai punti di tangenza e raggio minimo in corrispondenza del verticale. I raggi si scelgono in funzione delle velocit massime ammesse; per strade urbane di interesse primario non si dovrebbero scendere al di sotto di m 150; per quelle di interesse secondario non si dovrebbero scendere al di sotto di m 50. P e n d e n z e Pendenze massime per autosrtade: 33,50 %; per strade urbane di impostanza primaria: 4,505%; per strade urbane di secondaria importanza: 77,50%; per altre strade: 1012% (limite trazione animale con carico utile); per rampe forzate (tratti brevi): 1518%. Nei cambiamenti di livelletta necessario tener conto dellinserzione di curve di raccordo di ampio raggio. Per strade con livellette variabili, tutte nello stesso senso, preferibile adottare profili convessi che consentono migliore visibilit e migliore effetto estetico.

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489b

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VIABILIT
a) strade primarie (o veloci) TRONCHI STRADALI

2.50

3.75 23.50

3.75

3.50

3.00

3.00

2.25 27.50

5.50

Sezione tipica autostradale

A3 corsie per ciascun senso, con spartitraffico. Per questo tipo lo spartitraffico non va mai ridotto a meno di m 3.

3.50

3.50 24.00

3.50

3.00

3.50 14.00

3.50

A 2 corsie per ciascun senso, con strade laterali di servizio b) strade secondarie 1) strade suburbane

A 2 corsie per ciascun senso

3.50

3.50 14.00

3.50 1.50

3.50 15.50

3.50

3.50

Strada a carreggiata unica

Strada carreggiata divise

3.00

3.50

3.50 17.50 1.00

3.50

3.50

3.50

3.50 10.00

3.00

Traffico veloce sulla carreggiata principale e traffico locale sulla carreggiata accessoria

3.00

3.50

3.50

1.20

6.00

1.20 43.40

14 m 4 corsie

1.20

3.50

3.50

3.00

Tranvia e traffico veloce in sede propria e traffico locali ai lati 2) strade urbane

2.50

2.70 17.00

2.70

3.50

3.50

3.50 30.00

3.50

4.50

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490

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TECNICA URBANISTICA
VIABILIT

3,50

3,50 13,00

3,00 5,60 1,40

3,00 6,00

3,00 ~ 4,00

Con tranvia a raso della pavimentazione

A 4 corsie con tranvia in sede propria e careggiate divise

4,00 4,50

3,50

3,50 15,30

3,50

1,40

6,80 15,30

A 6 corsie con tranvia in sede propria e carreggiate divise


c) strade di distribuzione in quartieri residenziali

2,00

1,50

3,50

0,50

1,00

3,00

1,00

Per borgate agricole e semirurali (edilizia aperta ed estensiva)

0,50 Per solo traffico locale (edilizia aperta ed estensiva)

2,00

5,00

1,50

2,75

5,50

2,75

1,50

Per piccolo traffico di collegamento locale (edilizia aperta ed estensiva)

2,00 5,00

1,50 1,50

3,00

6,00

3,00

1,50 1,50

5,00

3,50 6,50

3,00

Per traffico di tipo normale con alberatura e pista per biciclette

Strada urbana a senso unico con tranvia

1,50 6,50

3,00

3,00 9,00

3,00 3,00

3,00 6,00

3,00

Per traffico laterale di maggiore importanza ed alberatura unilaterale

Strada urbana a senso unico

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491

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VIABILIT
A) Incroci e smistamenti a differente livello: 1) quadrifoglio per incroci a quattro bracci 2) rotatoria separata confluenza destra qui occorre che i sensi siano sempre separati rampa diretta svolta destra rampa diretta svolta inistra 3) trombetta per incroci a tre bracci 4) olandese

ponte

unisenso

tornanti indiretti a senso orario

casermetta polizia stazione intermedia a 2 porte centro di manutenzione

2 sensi

deviazione destra

3 Schema tipico di incrocio a trombetta

Schema tipico di incrocio a livelli separati del tipo quadrifoglio con nomenclatura degli elementi caratteristici.

2 Schema tipico di incrocio a rotatoria separata

Schema tipico di incrocio olandese

Incrocio a Y a pi livelli, 3 ponti, 3 svolte a destra dirette, 3 svolte a sinistra dirette. A B

Incrocio a Y a pi livelli, 1 ponte a 3 livelli, 3 svolte a destra dirette, 3 svolte a sinistra dirette.

Incroci a pi livelli con svolte a sinistra dirette o semidirette A) 16 ponti, 4 curve destre dirette, 4 curve sinistre dirette; B) 1 ponte a 4 livelli, 4 curve destre dirette, 4 curve sinistre semidirette; C) 5 o 8 ponti intrecciati, 4 curve destre dirette 4 curve sinistre dirette, corsie dirette intrecciate a 2 livelli; D) 8 ponti, 4 curve destre dirette, 4 curve sinistre dirette. Questo tipo richiede una larga separazione tra le sedi di ognuna delle 2 strade incrocianti. Incrocio a T a 3 livelli. Lo schema comprende due svolte a destra dirette e due svolte a sinistra semidirette.

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B) incroci e smistamenti a raso 1) incroci a rotatoria isole direzionali lunghezza della zona di scambio . <75 da 75 a 45 2) incroci canalizzati Le intersezioni a livello posso convenzionalmente dividersi in: 1) intersezioni a 3 bracci

manovre d'intreccio <75

isola di rotazione asse della corona giratoria larghezza della corona giratoria . curva d'uscita .

a) intersezione a Y: langolo tra gli assi strada < 75; b) intersezione a T: langolo tra gli assi strada compreso tra 75 e 105; c) obliqua.

2) intersezioni a 4 bracci da 75 a <75 <75

curva d'ingresso da 75 a 150 Esempi tipico di una rotatoria e nomenclatura


a) normale retta: langolo fra gli assi strada compreso tra 75 e 105; b) obliqua (a X); c) sfalsata retta: langolo tra gli assi strada compresa fra 75 e 105.

3) intersezioni complesse ed a pi bracci

Esempi schematici di intersezionni canalizzate

Una corsia di svolta a destra impiegata quando occorre proteggere un forte movimento di svolta. Questa protezione si giustifica anche, per movimenti meno intensi, quando langolo di svolta molto acuto.

In questo caso tutti i movimenti di svolta sono protetti. La sistemazione si presta per volumi elevati con forti volumi di svolta. In questo caso, in cui vengono protette ambedue le svolte a destra, occorre che il canale per la svolta a destra sulla strada principale sia stretto il pi possibile, per scoraggiare svolte a sinistra proibite.

Intersezione a T canalizzata mediante una sola isola divisionale. Lo spazio per lisola ricavato con lallargamento allo sbocco e con limpiego di elevati raggi di curvatura per le svolte a destra. La testa dellisola arretrata rispetto al bordo della strada principale per facilitare le svolte a sinistra. Questa sistemazione si presta per strade a 2 corsie, con volumi molto variabili, eventualmente con allargamento della carreggiata principale.

Questa intersezione si presta a smaltire volumi elevati. La strada principale, a 2 corsie, portata a 4 corsie, separata mediante isole divisionali, in modo da disporre di una corsia per il traffico diretto e di una corsia per quello di svolta.

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Sistemazione canalizzata dello sbocco di una strada a 2 corsie su una strada a 4 corsie separate di striscia mediana di larghezza superiore ai m 4. Nel caso che la striscia mediana sia molto larga, si pu introdurre anche un'isola centrale (indicata punteggiata) per ottenere una pi efficace separazione del traffico diretto da quello di svolta.

In questa sistemazione sono previste corsie di svolta a destra su tutti e quattro i rami, da impiegare quando si abbiano forti movimenti di svolta a destra, assieme ad un certo traffico pedonale. una sistemazione particolare che si attua quando le manovre complementari di svolta a sinistra non sono molto intense.

Sistemazione canalizzata a bulbo adatta nel caso in cui la strada diretta sia a carreggiate separate o consenta un opportuno allargamento. Indicata nel caso di velocit elevate ed ove le svolte a sinistra non siano ambedue molto intense (altrimenti si avrebbero difficolt di scambio). Lo STOP sulla strada che si immette richiesto dal traffico prevalente sulla strada diretta.

Sistemazione canalizzata a bulbo in cui sono realizzato corsie separato per le svolte a destra, onde favorire volumi maggiori.

Nel caso di forte traffico su una direttrice pu essere adottato questo schema, che impone alle svolte a sinistra una rotazione attorno all'isola centrale, la quale frazionata per non disturbare il traffico diretto. Questa soluzione si presta allorch un'isola circolare gi esistente si dimostra inefficiente per mantenere una disciplina rotatoria, per motivi di dimensionamento, oppure al fine di evitare l'uso di impianti semaforici a pi fasi, richiesti dall'intensit di certe svolte a sinistra.

stop

Semplice canalizzazione di un'intersezione a 4 bracci, mediante isole divisionali. Questa disposizione contente lo smaltimento di volumi variabili entro ampi limiti, essendo la sua capacit, in pratica, funzione delle larghezze previste.

stop Sistemazione di interiezione a X fra strade di diversa importanza. Le isole triangolari sono opportunamente munite di invito in entrata e la profilatura delle testa terminali delle strisce mediane consente una corretta effettuazione delle svolte. Il traffico sulla strada di minore importanza controllato mediante STOP .

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VIABILIT
C) geometria degli spazi di manovra corrente principale lunghezza del raccordo obliquo corsia di larghezza costante corrente divergente invito per i pentimenti corrente principale corsia di largh. costante racc. obliquo curva d'uscita corrente convergente curva d'ingresso corrente principale punto dove i veicoli confluenti si mescolano con la corrente principale corrente principale

raccordo obliquo

corsia di larghezza costante

punto in cui i veicoli divergenti hanno invito per i pentimenti abbandonato la corsia diretta corrente principale raccordo obliquo

Schemi tipici di piste di accelerazione corsia di accellerazione

Schemi tipici di piste di decelerazione

corsia di accellerazione Sistemazione di un incrocio extraurbano mediante la costruzione di sole corsie di accelerazione ricavate nell'isola divisionale.

rallentamento imagazzinam.

accellerazione

Scambi (o intreccu) A, sezione di intreccio semplice (L rappresenta la lunghezza utile di intrecciamento); B, sezioni di intreccio composto.

Sistemazione di un incrocio extraurbano mediante la costruzione di sole corsie di rallentamento ed immagazzinamento ricavate nell'isola divisionale rallentamento

rallentamento Sistemazione di un incrocio extraurbano con la creazionne di corsie di rallentamento entro lo "spessore" di un'isola divisionale rallentamento imagazz.

accellerazione Schemi tipici dei triangoli di visibilit negli incroci A, ad angolo retto; B, frontale; C, ad angolo acuto. Sistemazione di un incrocio extraurbano mediante la costruzione di corsie di rallentamento e di accelerazione ricavate nello "spessore" di un'isola divisionale larga

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VIABILIT
Isole di canalizzazione. L'isola di canalizzazione una porzione dell'area di intersezione sulla quale, con vari sistemi, si impedisce il transito ai veicoli. Esse possono essere convenzionalmente divise in tre categorie, in relazione alle funzioni che debbono assolvere: a) isole direzionali (o di canalizzazione vera e propria): studiate per controllare e dirigere le manovre dei veicoli, soprattutto di quelli in svolta: possono assumere forme e dimensioni diverse a seconda della situazione dell'intersezione (isole: a, c, g). b) isole divisionali: vengono usate per separare correnti di traffico equiverse o in senso opposto allo sbocco sulle intersezioni fra strade e carreggiate non separate. Sono particolarmente utili nel controllo delle svolte a sinistra soprattutto nelle intersezioni oblique (isole: b, d, e, f, h). c) isole di rifugio: sono usate principalmente nelle zone urbane in corrispondenza di carreggiate molto larghe per facilitare l'attraversamento dei pedoni o per consentire il carico e lo scarico dei passeggeri dai mezzi pubblici. Le isole a, c, d, e, f, possono assolvere anche funzione di rifugio, oltre la funzione principale. Le isole possono essere delimitate da cordoli (sormontabili o insormontabili) salienti dalla pavimentazione oppure realizzate a raso mediante pavimentazioni particolarmente scabre o semplicemente tracciate mediante verniciatura. In linea di massima nelle zone extraurbane conviene ricorrere a cordoli sormontabili. I cordoli sormontabili (a barriera) debbono essere impiegati per le isole di rifugio pedonale e in generale in tutti i casi in cui si voglia proteggere l'interno dell'isola.
isola divisionale sporgente con cordoli zona di approccio raccordata all'isola, colore e scabrezza della superficie in contrasto con quelli della pavimentazione

Esempi di isole di canalizzazione

zona di sosta 25 200

h
250

50 325 175

225 50

Tipi di cordoli insormontabili (a barriera). Misure in mm cordolo sormontabile eccetto il caso di isole di rifugio

C 200

zona centrale di allargamento non sporgente

pavimentazione

superficie dell'isola in genere a prato

PIANTA - Isola tipica di canalizzazione. Pianta e (a destra) sezioni 100 100 50 250 100 100 75

mezzeria superficie dell'isola carreggiata in genere a prato

SEZIONE A-A pavimentazione

200

zona di approccio raccordata all'isola; colore e scabrezza della superficie in contrasto con quelli della pavimentazione 450 150 50 100 450 300 150 250 125 125 150

SEZIONE B-B punto pi elevato

SEZIONE C-C Regolazione del traffico 1) regolazione a mano 2) con segnaletica fissa - Orizzontale, Verticale 3) semaforica

Tipi di cordoli sormontabili (misure in mm)

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TRASPORTI COLLETTIVI
Pendenze massime delle strade
Tipo della strada Strade di grande traffico in pianura Strade di grande traffico in montagna Strade di medio traffico in pianura Strade di medio traffico in montagna Strade secondarie in pianura Strade secondarie in montagna Strade esclusivamente pedonali Rampe e scalinate Cordonate Pendenza 2% 4% 34% 67% 56% 78% 20% 50% 12% Ammissibili livellette con il 910% Note Ammissibile qualche livellatta col 5% e brevi livellette col 6% Ammissibile qualche livelletta sino al 7% e brevi livellette con l'8%

Valori minimi convenienti assegnati ai raggi di curvatura in ragione dei tipi di strade Tipo Autostrade................... Strade importanti........ Strade di media importanza.................. Strade secondarie........ In pianura In montagna m m 300 150 40 100 50 25

Nelle curve, specie in quelle a raggio minimo, si provvede alla sopraelevazione del ciglio esterno inclinando il profilo trasversale della strada con pendenza del 610 , verso l'interno; si tende tuttavia ad adottare pi diffusamente curvature a raggio variabile.

Velocit max in km/h Raggio minimo in m

30 10

40 15

50 30

100 120 180 100 150 500

METROPOLITANE Vetture capaci di 100150 passeggeri: larghezza m 2,403,20; lunghezza m 1520; altezza-m 33,60. Un convoglio si compone normalmente di 47 vetture (New York 12). Velocit commerciale, tenendo conto delle fermate, 3035 km/h. Banchine lunghe m 100120, larghe m 2,504,50. Scartamento dei binari: distanza netta tra i bordi interni dei funghi delle rotaie m 1,435 (scartamento normale). Raggi di curvatura: di norma non scendono al disotto di m 75. Pendenza massima. 3035%. Fermate: distanti fra loro m 500800 nelle zone centrali e m 10001500 nelle zone suburbane. Zona di influenza: in zone centrali m 400 per parte in zone periferiche m 800 per parte. La sagoma di spazio libero occorrente in una linea si determina in base alle dimensioni della vettura, coi franco minimo di cm 80 lateralmente e cm 50 al disopra. Le stazioni delle metropolitane debbono essere servite da ingressi che permettano il facile e spedito accesso a mezzo di ampie scale fisse o mobili; debbono essere poste in un tratto rettilineo della linea con livelletta orizzontale o < 10% Banchine delle stazioni: possono essere laterali o centrali; la loro larghezza varia normalmente da m 2,50 4,50; la lunghezza m 100 circa. Le metropolitane corrono in sede propria: sopraelevate (oggi in disuso), in trincea (specialmente nelle zone periferiche), sotterranee.

Le metropolitane moderne si sviluppano in prevalenza con percorsi sotterranei nel centro delle citt e si estendono alla periferia in trincea o eccezionalmente a livello. l percorsi sotterranei possono essere a bassa profondit (generalmente sotto le strade) o pi profondi (svincolati dalla rete stradale e dalle fondazioni degli edifici). La metropolitana di Londra raggiunge la quota di m 40 sotto il livello stradale, quella di Mosca m 35, quella di Berlino si sviluppa invece a bassa profondit.

2.70 2.95 3.10

3.65

Sezioni di metropolitana di Londra

Sagoma limite autoveicoli: in altezza m 4,00 in larghezza m 2,50

2.32

8.00

2.32

a volta

4.30 4.30 5.50 2.2175 3.565 2.2175

3.35

a traveta
8.64

1.10

6.24 2.80 2.80

1.10

normale 4.00 A B
6.90

3.60
6.11

3.60

Altezza dei sottovia. A, a volta; B, a travata. filo linea trefolo di guardia


altezza libera per

1.10
16.12 Sezioni della metropolitana di Roma

12.60

1.10 0.50

4.50

4.50
3.90

veicoli stradali

4.00 4.20 Altezza delle linee aeree nei passaggi a livello o comunque attraversanti una strada. Vale per tutte le linee e riguarda ostacoli di qualunque natura (fili della trazione elettrica, di linee telefoniche, ecc.)

1.20 7.10 0.70 4.10 5.30 4.10 5.20

7.58

2.00
Sezioni della metropolitana di Milano

14.40

2.00 1.20

Sezioni dela metropolitana di Parigi

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TECNICA URBANISTICA
TRASPORTI COLLETTIVI
AUTOFILOTRANVIARI AUTOSUS Vetture normali (4050 posti): larghezza m 2,50; lunghezza m 12. Vetture articolate capaci di 80100 posti. Velocit commerciale: con fermate ogni 200 m, 1617 km/h: con fermate ogni 400 m. 25 km/h. TRAM ELETTRRICI URBANI Vetture motrici normali a due carrelli (capacit circa 100 passeggeri): lunghezza circa m 14, larghezza m 2,35. Vetture articolate a 3 carrelli (capacit 150 200 passeggeri): lunghezza 1824 m, larghezza m 2,35. Velocit commerciale, tenendo conto delle fermate, 1020 km/h. Scartamento dei binari: distanza netta tra i bordi interni dei funghi delle rotaie m 1,435 (normale), m 1,00 (ridotto). Interesse tra due binari: dipende dalla larghezza delle vetture e dai margine trasversale di due vetture affiancate (di solito m 0,400,50). Perci varia generalmente tra m 2,40 e m 3,00. Ingombro di una doppia linea, con spazio laterale per i passeggeri, m 6,507,00. Raggi di curvatura: di norma non scendono al disotto di m 25; tollerati sino a m 1513 in circostanze di vincolo assoluto e per tronchi di scarsa importanza. Pendenza di una linea tranviaria non superiore al 56%. Gallerie: altezza in chiave m 6, larghezza (v. sagoma). Note Stazioni: possono essere di testa (non 45 m 180 I raggi di curvatura di norma non scendono solamente per essere terminali, ma spesso per l'importanza della citt), o 90 m 500 al disottto di m 500 per ferrovie principali, miste. 120 m 1500 di m 200 per ferrovie secondarie. Debbono: a) essere situate in piano o Fermate: distanti fra loro m 200300 in zone centrali, m su livellette con pendenza massima del 400600 in zone periferiche. 2,53%; Zona di influenza di una rete tranviaria larga m 600700 (m b) essere possibilmente rettilinee: 300350 per parte). c) non avere comunque livellette uscenti in salita su entrambi i lati, possibilmente FERROVIARI averle in discesa; Scartamento dei binari: normale m 1,435 tra i bordi interni d) essere ubicate favorevolmente ridei funghi delle rotaie, nei rettifili. In curva aumenta fino spetto ai centri urbani anche in rapad un massimo di m 1,465. porto ai collegamenti coi vari quartieri. Le linee ferroviarie non debbono costituire barriera allo Lunghezza utile dei binari di entrata e sviluppo della citt e delle sue comunicazioni. Quando i di uscita: m 600650. tracciati non si sviluppano sufficientemente lontani dalla Lunghezza marciapiedi servizio viaggiazona urbana debbono svilupparsi su un piano diverso da tori: ferrovie principali m 180500 : quello della rete stradale. in trincea o in rilevato: preferiferrovie secondarie m 100150. bile il rilevato che permette comunque le comunicazioni a Superficie: la superficie del fabbricato mezzo di sottopassaggi. viaggiatori pu essere stabilita con sufNelle grandi citt le stazioni per viaggiatori sono separate ficiente approssimazione in funzione del da quelle merci e spesso, per non raggruppare molte linee traffico: rapporto di m 5 circa per ogni in una sola grande stazione. Anche le stazioni viaggiatori 100 viaggiatori annui. sono pi di una, raccordate tra loro (una stazione viaggiatori non deve superare i 2224 binari). Cavalcavia a semplice binario in piano 0.70mm per ferrovie di piccolo traffico 30%0 Pendenze massime per ferrovie di grande traffico 7.00 15%0 5.50
Veloc. max km/h Raggio min. di curvatura Velocit dei raggi di curvatura

Sagoma limite italiana 2750 1100 500 552 2975 225 3200 4300 3247 150 175 250 130 325

Sezioni rilevato a semplice binario e a due binari 3.30 1.435 Sagoma internazionale per carri merci h H 0.45 200 2.00 3.50 800 4.70 5.50 r=1675 1550 6.56 1.435 2.12 1.435

Cavalcavia a due o pi binari 0.70mm

1550 3100

5.50 2.00 2.00

1490 1410 1225 1180 1010 750

4280 4000 4245

7.96 8.56

2.00

2.12

3.665
caso di presenza di palificaz.

2.00
normale al binario

430 370 400 230 140

Ponti ferroviari
1.45
0.625

1.05 1.05
0.90

Piano caricatore per ferrovia a scartamento normale 1.60 0.40 1.05 1.40 l/2 l

5.00 1.10 l l 0.70 l/2 A

2.50

3.55

2.50

1.10

0.85 0.60 3.75 2.50 0.75

B l/2 l

l/2

Ponti ferroviari: A, a semplice binario; B, a due o pi binari

2.10 1.00

2.90

a 1/10 0.60 b=1+a/10

Franchi minimi rispetto alla massima piena m 1,00

Max

1.00

Max

Sagome per ferrovie a scartamento ridotto A, scartamento m 1,00; B, scartamento m 0,75.

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TECNICA URBANISTICA
TRASPORTI COLLETTIVI
AEREI AEROPORTI CLASSIFICAZIONE INTERNAZIONALE
DIMENSIONAMENTO DEGLI ELEMENTI Piste di atterraggio Lunghezza: v. tabella delle caratteristiche di identificazione; larghezza: per le categorie A e B m 60 (piedi 200) per le categorie C,D, E m 45 (piedi 150) per le categorie F e G m 30 (piedi 100). Strisce di volo lunghezza: uguale alla lunghezza della pista d'atterraggio, aumentata di m 60 (piedi 120) su ciascuna delle due testate di estremit; larghezza: m 300 (piedi 1000), cio m 150 dall'asse della pista, per le piste strumentali; m 210 (piedi 700), cio m 105 dall'asse della pista, per ogni altra pista di categoria A, B o C; m 150 (piedi 500), cio m 75 dall'asse della pista, per ogni altra pista delle rimanenti categorie. Piani di avvicinamento: superfici trapezoidali aventi la base minore coincidente col limite della striscia ed inclinate verso l'alto all'esterno: si identificano per mezzo dell'area di avvicinamento (A B C D), data dalla proiezione orizzontale del piano, e per mezzo della pendenza.

ICAO - Organizzazione dell'Aviazione Civile Internazionale. Gli Aeroporti vengono caratterizzati dalla lunghezza della pista massima e dalla portanza o carico massimo per ruota singola che la pista pu sopportare.

Piste di rullaggio (occorrenti per le manovre a terra dei veicoli dalla pista di volo alle aree di parcheggio sosta e manutenzione) Lettera di identificazione Larghezza della pi lunga pista servita A m 30 (piedi 100) BoC m 23 (piedi 75) D m 18 (piedi 60) E m 15 (piedi 50) FoG m 12,5 (piedi 40)

Categorie per lunghezza di pista


Lettera di Lunghezza base della pista massima identificazione A m 2550 (piedi 8400) ed oltre (con i quadrireattori si giunge a m 4000 circa) B da m 2150 (piedi 7000) incluso, a m 2550 (piedi 8400) escluso C da m 1800 (piedi 5900) incluso, a m 2150 (piedi 7000) escluso D da m 1500 (piedi 5000) incluso, a m 1800 (piedi 5900) escluso E da m 1280 (piedi 4200) incluso, a m 1500 (piedi 5000) escluso F da m 1080 (piedi 3500) incluso, a m 1280 (piedi 4200) escluso G da m 900 (piedi 3000) incluso, a m 1080 (piedi 3500) escluso

ELEMENTI CHE COSTITUISCONO GLI AEROPORTI Aree di atterraggio, comprendenti le superfici esclusivamente destinate all'esercizio del volo; per gli aeroporti dotati di piste, l'area di atterraggio pu ridursi ad una o pi strisce diversamente orientate, intendendosi per striscia l'insieme della pista e delle aree laterali e di testata costituenti le necessarie zone di sicurezza.

Limiti di rispetto per le piste


Lettere di identificazione della pista pi lunga servita A B C D E F G metri 210 195 180 180 180 165 165 piedi 700 650 600 600 600 550 550 metri 165 150 135 105 105 90 90 piedi 550 500 450 350 350 300 300 metri 100 90 75 75 60 45 38 Distnza minima tra un punto qualunque dell'asse di una pista di rullaggio e l'asse di una pista strumentale non strumentale Distanza minima fra un punto qualunque dell'asse di una pista di rullaggio e l'asse di un'altra pista di rullaggio piedi 325 300 250 250 200 150 125 metri 54 50 42 38 30 30 24 piedi 180 165 140 125 100 100 80 Distanza minima fra un punto qualunque dell'asse di una pista di rullaggio e un ostacolo fisso

Categoria per portanza di pista Lettera di Carico scelto per ruota identificazione isolata semplice 1 kg 45000 (libbre 100000) 2 kg 35000 (libbre 75000) 3 kg 27000 (libbre 60000) 4 kg 20000 (libbre 45000) 5 kg 13000 (libbre 30000) 6 kg 7000 (libbre 15000) 7 kg 2000 (libbre 5000)
La caratteristica viene normalmente definita dalla combinazione della lettera e dellindice di identificazione

m 60(200') A

area di avvicinamento C asse della pista D

pista n B striscia Piani di avvicinamento

A B = larghezza della striscia; C D = m 1200 (piedi 4000) per piste strumentali; m 750 (piedi 2500) per le latre piste h = m 3000 (piedi 10000).
perimetro della superficie orizzontele superficie di transizione 3000m (10000') superficie di avvicinamento di tutte le piste strumentali e superficie conica 1:20 superficie orizzonatle 45 m (150') centro geometrico approssimato area atterraggio pendenza 1:50 750m (2500') raggio della superficie orizzonatale =4000m (13000')

Attrezzature aeroportuali, comprendenti le zone di sodelle piste principali destinate ai sta, gli edifici e le installazioni per il funzionamento servizi aerei internazionali quando la dello scalo e per il ricovero dei velivoli. lettera di identificazione : A,B,C,D ELEMENTI CHE INTEGRANO GLI AEROPORTI Superfici limite di sicurezza, costituite da un complesso di superfici ideali, al disopra delle quali non consentita la presenza di ostacoli od ingombri, sia naturali che artificiali, esse si distinguono in: a) piani di avvicinamento; b) piano orizzontale; c) superfici di transizione; d) superficie conica.
prolungamento della superficie di avvicinamento pendenza 1:40 limite esterno 1200 m (4000') superficie di avvicinamento visuale

Veduta in piano delle superfici limite di sicurezza

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TECNICA URBANISTICA
TRASPORTI COLLETTIVI
Pendenze: per piste strumentali.........................1/50 per piste principali di categoria ABCD 1/50 per altre piste di categoria ABCD 1/40 per piste di categoria EF...................1/30 per piste di categoria G....................1/25 Superficie orizzontale: porzione di piano orizzontale situato a m 45 (piedi 150) al disopra del livello medio dell'area di atterraggio; delimitata da un cerchio di raggio di m 4000 (piedi 13000) e di centro coincidente con il baricentro dell'area di atterraggio.
4000 m 1:40 1:20 superficie orizzontale superficie di avvicinamento 1:50 60m 45m 60m

Superfici di transizione: superfici piane di raccordo tra striscia, piano di avvicinamento e superficie orizzontale: partono dai limiti laterali delle strisce e dai bordi laterali dei piani di avvicinamento, estendendosi verso l'esterno e verso l'alto con pendenza 1/7. Superficie conica: superficie che si appoggia alla periferia della superficie orizzontale e le cui generatrici si estendono verso l'alto e verso l'e-

sterno con pendenza 1/20. Attrezzature varie: non si possono definire criteri e norme particolari di dimensionamento e proporzionamento, dipendenti da molteplici fattori, collegati sia ai caratteri fisici della zona in cui sorge l'aeroporto, sia all'importanza ed al traffico aereo che vi si svolge.

prolungamento della superficie di avvicinamento

superficie conica

area di avvicinamento 3000m

centro geometrico approssimato dell'area di atterraggio

Sezione verticale tipo delle superfici limite di sicurezza secondo l'asse della pista strumentale, o della pista principale, degli aeroporti destinati ai servizi aerei internazionali, quando la lettera di identificazione della pista A, B, C, oppure D.
4000 m 1:20 da 1:40 a 1:25 a seconda della lettera di identificazione

superficie orizzontale superficie di avvicinamento area di avvicinamento 3000m

60m

45m

60m

superficie conica

centro geometrico approssimato dell'area di atterraggio

Sezione verticale tipo delle superfici limite di sicurezza secondo l'asse di una pista non compresa fra quelle indicate nella figura precedente

VEDUTA ASSONOMETRICA DELLE SUPERFICI LIMITE DI SICUREZZA

superficie conica

1:20

prolungamento della superficie di avvicinamento

superficie di avvicinamento visuale da 1:40 a 1:25 superficie orizzontale 45 m superficie di transizione

1:50

superficie di avvicinamento di tutte le piste strumentali e delle piste principali degli aeroporti destinati ai servizi aeree internaz. quando la lettera di identificazione A-B-C-D

1:7

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TECNICA URBANISTICA
TRASPORTI COLLETTIVI
60m 300m pista F' 1050 m 75m 75m

6m 300m 300m

3m

A A'

95m

30m C' D' 150 m C 45m 11m B' C'


50m 60m 60m 50m

240m

B'

300m 1350 m

300m 1050m

E'

300m

F'

B 30m 45m

65m 19.2m

42m A' 42m

EF 85m 26.4m

95m

30m E'F'

D'
70m 70m

75m

75m

Porzioni di spazio illuminate 1, pianta; 2, sezione longitudinale; 3, sezioni trasversali. La porzione di spazio da illuminare rappresentata in questa figura corrisponde ad un inclinazione dell'allineamento di discesa compresa fra 2 e 3,5 gradi. Quando l'allineamento di discesa supera questi limiti, pu essere necessario modificare la porzione di spazio da illuminare.

C B

Planimetria del nuovo aeroporto del Malpensa (Milano) A, superficie orizzontale, h = m 145; B, superficie conica; C, superficie orizzontale, h = 45; D, piano di avvicinamento.

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TECNICA URBANISTICA
TRASPORTI COLLETTIVI
ELIPORTI Gli eliporti si possono classificare in tre categorie: I classe: a grande traffico, per elicotteri di grandi, medie e piccole dimensioni. II classe: a medio traffico, per elicotteri di medie e piccole dimensioni. III classe: a piccolo traffico, per elicotteri di piccole dimensioni (v. figg. 1, 2, 3). Per larea di manovra o piattaforma le dimensioni sono le seguenti:
Max Categoria diametro Lunghezza della Larghezza della

dei rotori piattaforma piattaforma I classe II classe III classe m 30 m 25 m 20 m 120 m 90 m 60 m 90 m 45 m 30

Per le superfici di avvicinamento, da considerare solo in prosecuzione dei lati minori della piattaforma, si adottano i seguenti dati. Quando non possa disporre di aree di atterraggio demergenza in prossimit delleliporto, la pendenza si abbassa ad 1/20. In tal caso il trapezio si limiter a raggiungere la quota di m 36 e si prolungher in forma rettangolare fino alla quota di 90. In casi eccezionali sono consentiti anche accordi curvi. Larea di avvicinamento corrisponde alla proiezione orizzontale della superificie di avvicinamento (figg. 5 e 6).

1 3 4 5 4

piattaforma

15

pendenza 1/8

m 90

15

6 7

Fig. 4 - Superfici di avvicinamento

Fig. 1 - Pianta schematica al piano dellarea di manovra di un eliporto di I classe. 1, elistazione e torre; 2, rampa di accesso; 3, area di carico e scarico; 4, fabbricati servizi; 5, elevatore elicotteri; 6, area di rispetto; 7, area di manovra.

1 7 2 4 3 4 6

A SEZIONE

7 10'

1/8

90

720

180 15

A 15

a 360+a

Fig. 2 - Pianta schematica di un eliporto di II classe. 1, sede stradale; 2, elistazione con torre ed uffici; 3, area di rispetto; 4, posizioni di carico; 5, area di manovra; 6, parcheggio riservato; 7, parcheggio pubblico.

180

Fig. 5 - Superficie ed area di avvicinamento con pendenza 1/8 A, area di manovra; a, larghezza area di manovra.

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TECNICA URBANISTICA
TRASPORTI COLLETTIVI
PIANTA 1 2 50' 720 4 5 A 15 180 PIANTA Fig. 3 - Pianta schematica di un eliporto di III classe. 1, elistazione ed uffici; 2, area di carico e scarico; 3, area di parcheggio, 4, area di rispetto; 5, area di manovra. Fig. 6 - Superficie ed area di avvicinamento con pendenza 1/20 A, area di manovra; a, larghezza area di manovra. SEZIONE 1800 m 36 1080 1/20 90

180 15 a 360+a

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TECNICA URBANISTICA
TRASPORTI COLLETTIVI
limite laterale area manovra m 0.00 quota minima di SEZIONI limite laterale superf. m 90 crociera m 90 avvicinamento Superfici ed aree di transizione: sono m 90 m 45 1/2 laterali alle corrispondenti superfici ed aree di 1/2 m 0.00 avvicinamento ed hanno pendenza 172 (figg. 7, m 90 m 90 8, 9 e 10).

m 0.00 m 0.00 m 45

m 90

Aree di emergenza: dovrebbero distare non pi di m 180 dai limiti della piattaforma e consentire la discesa con pendenze da 1/2 a 1/4. Sono necessarie per apparecchi monomotori e quando l'eliporto in aree urbane. Aree di rispetto: sono necessarie per consentire le operazioni di atterraggio e decollo senza disturbare, con il flusso d'aria prodotto, le operazioni di carico e scarico di altri elicotteri. Si dispongono lateralmente ai lati lunghi dellapiattaforma e debbono avere una larghezza non inferiore a m 6. Aree di parcheggio, di segnalazione, di attesa e prova motori, di servizio e manumanutenzione, di carico e scarico, ecc.: sono altre aree necessarie per completare l'attrezzaturaeliportuale e variano a seconda delle caratteristiche del traffico.

PIANTA Fig.7 - Superificie ed area di transizione con pendenza 1/2 ed avvicinamento con pendenza 1/8 superficie di transizione 1/2

15

90

90
15

180 area di manovra

superficie di avvicinamento 1/8

Fig. 8 - Schema assonometrica delle superfici di avvicinamento con pendenza 1/8 e delle superfici di transizione con pendenza 1/2 1/2 m 90 m 0.00 m 90 m 90 m 36 m 90 m 36 1/2 m 90 quota minima di crociera m 0.00 m 90 SEZIONI

limite laterale area di manovra

limite laterale superficie avvicinamento

m 0.00 m 0.00 m 36

m 90

PIANTA

Fig. 9 - Superficie ed area di transizione con pendenza 1/2 ed avvicinamento con pendenza 1/20 superficie di transizione 1/2

90 90 36 15 superficie di avvicinamento 1/20 area di manovra 15 90 180

Fig. 10 - Schema assonometrica delle superfici di avvicinamento con pendenza 1/20 e delle superifici di transizione con pendenza 1/2.

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AUTOSTRADE
OPERE COMPLEMENTARI DELLE AUTOSTRADE
Per opere complementari delle autostrade si intendono tutte quelle attrezzature che insieme al corpo stradale vero e proprio concorrono a formare e a completare l'opera in modo da renderla percorribile con sicurezza e con conforto degli utenti. Si possono distinguere tre categorie di opere complementari Opere complementari di sicurezza. Opere complementari di assistenza e conforto. Opere complementari di esercizio e manutenzione OPERE COMPLEMENTARI Dl SICUREZZA Le opere complementari di sicurezza sono costituite da: Segnaletica: orizzontale (a terra) e verticale (cartelli) di pericolo, prescrizione e preavviso. Delineatori: paletti segnalimite (in sostituzione dei massicci paracarri) saranno costruiti in materiali leggeri in modo da non costituire ostacolo apprezzabile agli urti, con visibilit accentuata da zone rifrangenti e posati normalmente sul bordo destro della carreggiata ad una distanza di m 1530 tra loro. Cordoli della carreggiata: avranno essenzialmente lo scopo di costituire un fianco consistente della pavimentazione ed a seconda dei casi potranno essere sormontabili od insormontabili. Guardrails: protezioni poste ai lati della sede stradale, e costituenti una barriera continua (rigida od elastica a seconda dei tipi), tale da ricondurre in carreggiata il veicolo che tendesse ad uscirne. Parapetti: posti in corrispondenza di opere d'arte sia sulla sede stradale che sui cavalcavia sorpassanti l'autostrada stessa. Il parapetto autostradale bene che sia calcolato per assorbire l'urto di un automezzo del peso di kg 1200 che urti il guardrail ad una velocit di 120 km/h con un angolo di impatto di 16 e un angolo di uscita dl , e con una velocit residua di 65 km/h. Il corrimano va calcolato per un carico concentrato, al centro della campata, di kg 400. Nel caso di cavalcavia sorpassanti l'autostrada (o in casi analoghi) i parapetti saranno integrati con reti di protezione. Recinzioni: atte ad impedire l'ingresso in autostrada sia dei pedoni che di animali. Illuminazione: di svincoli, di stazioni, di gallerie, di aree di servizio e di parcheggi e loro relativi imbocchi. Impianti a verde: posti particolarmente sulla banchina centrale spartitraffico con funzione di antiabbagliamento e di interruzione della monotonia del percorso. In fase di studio, escludendo la siepe continua per i suoi effetti secondari, si terr conto che: a) Cespugli disposti a schermi distanti circa m 20 l'uno dall'altro sono sufficienti per ottenere un effetto antiabbagliante soddisfacente. b) opportuno che i cespugli costituenti schermo non siano uguali di forma: una loro successione irregolare contribuisce a togliere la monotonia del percorso . c) Le essenze da usarsi devono essere di varie specie in relazione al colore ed al periodo di fioritura per ottenere zone fiorite in quasi tutti i periodi del l'anno (Ligustrum cinense, Pyracantha Yuananensis, Mahonia Aquifolium ecc.).

autoclave elettropompa parch. mezzi pesanti lavaggio mezzi pesanti rifornimento mezzi pesanti ristorante pista accelerazione parcheggio auto rifornimento auto parcheggio mezzi pesanti

cancello parcheggio esterno

rifornimento carburanti pista di decelerazione cancello parcheggio auto elettropompa ristorante cabina elettrica autoclave parcheggio mezzi pesanti parcheggio auto parcheggio esterno

Fig. 1 - Aree di servizio disposte ai lati della carreggiata. Adottate sull'Autostrada del Sole in prossimit di Parma

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AUTOSTRADE
OPERE COMPLEMENTARI DELLE AUTOSTRADE
d) Per ragioni economiche e per ottenere il migliore attecchimento opportuno che vengano piantate essenze giovani. e) Nei tratti liberi da impianti arbustivi, ossia tra un cespuglio e l'altro, opportuna la creazione di prato formato da talee di piante erbacee striscianti, le quali formeranno un tappeto erboso di vari colori e non avranno bisogno di opere di sfalcio. Raccordi: per la viabilit ordinaria, innestantesi nella sede autostradale con piste di accelerazione (di norma m 120+40) e di decelerazione (di norma m 50+80). Sono realizzati con svincoli di tipo a trombetta, olandese, ecc. OPERE COMPLEMENTARI Dl ASSISTENZA E CONFORTO Vengono definiti come opere complementari di assistenza e conforto quei complessi che permettono all'utente di sostare e trovare ristoro per s e assistenza per il proprio automezzo. Tali opere si distinguono in: Aree di servizio. Aree di parcheggio. AREE DI SERVIZIO Dislocazione. - Devono essere dislocate (v. figg. 1, 2, 3). tra una stazione e l'altra ogni 3040 km, possibilmente in luoghi panoramici o di qualche interesse turistico. Disposte a coppie ai margini dell'autostrada e contrapposte per facilitarne gli allacciamenti (acqua, luce, telefono, forza motrice ecc.), esse servono ciascun senso di traffico. In taluni casi il problema pu essere risolto con una sola area di servizio disposta al centro delle corsie opportunamente allontanate in quel punto (v. fig. 4). Allacciamenti con l'autostrada. - Dall'autostrada si passa all'area di servizio per mezzo di un imbocco che preceduto da una pista di decelerazione (di norma m 50 + 80) e si svolge di solito lungo una curva a raggio variabile di varia lunghezza: sia la pista che la curva consentono all'automobilista di ridurre gradualmente la velocit della macchina sino a velocit adeguate al movimento all'interno dell'area. Dall'area di servizio si pu raggiungere l'autostrada per mezzo di uno sbocco o che, a simiglianza dell'imbocco, si svolge lungo una curva a raggio variabile di varia lunghezza ed seguito da una pista di accelerazione (di norma m 120+40) che consente all'automobilista di aumentare gradualmente la velocit del proprio mezzo fino al raggiungimento delle velocit consentite al traffico sulla autostrada . Attrezzature dell'Area di Servizio Esse comprendono: Impianti di rifornimento e di assistenza degli automezzi. - Debbono avere come minima dotazione: Ufficio per il personale. Spogliatoio per almeno tre persone con annessi servizi igienici (eventualmente docce). Salottino di sosta per gli utenti. Magazzino scorta di gomme, olii, pezzi di ricambio di prima necessit, ecc. Servizi igienici destinati agli utenti. Officina per piccole riparazioni, lavaggio, grassaggio, ecc. Distributori di benzina, gasolio, miscela, acqua ed aria compressa. In taluni casi si pu prevedere un parcheggio per i mezzi in riparazione. Impianti di ristoro. - Debbono avere come minima dotazione: Ufficio del gestore. Locale per bar e tavola calda (min. 15 posti). Sala ristorante per non mero di 60 coperti. Cucina attrezzata per il servizio contemporaneo di almeno 75 coperti, con annessa dispensa per la conservazione delle derrate.

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OPERE COMPLEMENTARI DELLE AUTOSTRADE


parcheggio esterno stazione di servizio cancello

parch. mezzi pesanti riforn. carburante parch. auto ristorante pista di accelerazione

parch. auto parch. mezzi pesanti parcheggio esterno stazione di servizio Fig. 2 - Area di servizio con posto di rostoro " a ponte ". Adottata sull'Autostrada del Sole in prossimit di Fiorenzuola.

pista di accelerazione rifornim. carburanti

pista di accelerazione

pista di accelerazione

parch. auto e mezzi pesanti ristorante

parch. auto e mezzi pesanti

parch. esterno

Fig. 3 - Area di servizio unica accessibile con svincolo di tipo olandese. Progetto per l'Autostrada del Sole. rifornimento carburanti parcheggio auto

parcheggio mezzi pesanti Fig. 4 - Schema di area di servizio centrale. Progetto per l'Autostrada del Sole.

Servizi igienici per il personale. Servizi igienici per gli utenti. Magazzino per il deposito degli arredi e materiale vario. Negozio per la vendita di generi di conforto e di prodotti locali. Spaccio tabacchi. Locale per assistenza turistica. Cabine telefoniche (min. 2) abilitate

per uso pubblico intercomunale. l posti di ristoro sono in genere due: uno per ciascuna delle due aree. L dove la convenienza lo suggerisca, e come in taluni casi stato fatto con ottimi risultati, il posto di ristoro pu essere uno solo: costituito a cavallo dell'autostrada, serve le due aree di servizio contempora-

neamente con notevole risparmio sulle spese di gestione (v. fig. 5). Posteggi.- Sono distinti secondo i vari tipi di automezzi: Posteggi per automobili: variamente dislocati

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AUTOSTRADE
OPERE COMPLEMENTARI DELLE AUTOSTRADE

parcheggio esterno

parch mezzi pesanti pista decelerazione

stazione di servizio parch. auto

riforn. carbur. pista accelerazione ristorante rifornimento carburanti parch. auto stazione di servizio parch. mezzi pesanti

parch. esterno

parch. esterno

Fig. 5 - Posto di ristoro "a ponte" per area di servizio. Adottato sull'Autostrada del Sole in prossimit di Bologna. parch. esterno parcheggio auto pista decelerazione parch. mezzi pesanti

cancello

banchina spartitraffico

pista accelerazione

parcheggio auto

parcheggio mezzi pesanti

parcheggio esterno cancello Fig. 6 - Area di parcheggio. Adottata sull'Autostrada del Sole in prossimit di Chiaravalle.

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AUTOSTRADE
OPERE COMPLEMENTARI DELLE AUTOSTRADE
6.00 6.00 6.00

pista decelerazione

6.00 6.00

pista accelerazione

Fig. 7 - Parcheggio ridotto a semplice piazzola di sosta. Adottato sull'Autostrada del Sole in prossimit di Calenzano. all'interno dell'area ed in prossimit degli impianti di ristoro od a poca distanza da questi. Posteggi per mezzi pesanti: generalmente ricavati nella parte posteriore degli impianti di ristoro per non creare ingombri e lasciare libera la visuale dell'autostrada dalla sala del ristorante. I posteggi per le automobili devono offrire nel loro complesso la possibilit di parcheggio a 5060 automezzi. La capienza dei posteggi per mezzi pesanti varia su pi ampia scala e pu andare da un minimo di 810 automezzi per aree di servizio di medio traffico ad un massimo di 2530 per aree di servizio particolari. Viabilit interna. - Economia di impianto e facilit di movimento all'interno dell'area consigliano di ridurre al minimo indispensabile la viabilit interna. In ogni caso le strade ad un solo senso devono avere un minimo di m 6 di carreggiata ed un minimo di m 7,50 le strade a doppio senso. Illuminazione. - Piste di accelerazione e decelerazione, imbocchi, sbocchi, piazzali di rifornimento e di parcheggio e viabilit interna devono essere illuminati per consentire la massima facilit di accesso, deflusso emovimento all'interno dell'area anche di notte. Verde. - Di primaria importanza nell'area di servizio la vegetazione: essa deve contribuire in larga misura a dare all'automobilista senso di quiete e di riposo . La vegetazione dovr preferibilmente essere caratteristica del luogo ove l'area di servizio sorge, e quanto pi possibile varia. Impianti di assistenza e ristoro, piazzali di rifornimento e di parcheggio ne saranno inframmezzati. I piazzali di parcheggio, in particolare, saranno posti in maniera da essere ombreggiati da piante di alto fusto. Tutta l'area di servizio deve essere separata dalla autostrada da una larga fascia verde che faccia da filtro al traffico convulso dell'autostrada stessa: tuttavia, sia in prossimit dell'imbocco che dello sbocco si deve avere l'accortezza di porre a dimora vegetazione bassa per non creare ostacoli alla visibilit. Parcheggi esterni. - Riguardano le aree di servizio dislocate in luoghi particolarmente panoramici o turistici. Posti in prossimit dell'area di servizio, al di fuori della sua recinzione e comunicanti con essa attraverso un passaggio pedonale chiuso da un cancello a giostra, consentono l'accesso al posto di ristoro anche ai non utenti dell'autostrada e ad eventuali passeggeri di prendere gli autobus in sosta nell'area. AREE Dl PARCHEGGIO I criteri informatori per l'allacciamento con l'autostrada, la viabilit interna, i piazzali di sosta, il verde ecc. delle aree di parcheggio sono in tutto simili a quelli gi descritti per l'area di servizio. Destinate alla sola sosta degli automezzi, le aree di parcheggio (v. fig. 6) sono sprovviste degli impianti di rifornimento e di ristoro. Tuttavia, affinch anche in queste lautomobilista trovi un minimo di conforto, le aree di parcheggio saranno provviste di panchine, fontanelle per acqua potabile e servizi igienici. Per ci che concerne la dislocazione esse devono essere, come criterio di massima, alternate con le aree di servizio e poste in luoghi di particolare interesse turistico o panoramico. I parcheggi possono essere anche di dimensioni ridotte e costituire semplicemente piazzole di sosta: in ogni caso devono sempre essere divisi dall'autostrada da una sufficiente aiuola (fig. 7). OPERE COMPLEMENTARI Dl ESERCIZIO E Dl MANUTENZIONE FABBRICATI Dl STAZIONE (per sole autostrade a pedaggio). Saranno progettati in funzione degli impianti di automazione e di controllo adottati. Constano generalmente di un unico corpo di fabbrica antistante il piazzale di stazione, ove il traffico canalizzato in corsie a senso unico raggiunger Ie porte di entrata o di uscita. Qui avverranno le operazioni di consegna o convalida biglietti e l'esazione pedaggi. Si pu tener conto che ciascuna porta possa smaltire circa 450 veicoli/ora in entrata e 225 in uscita (qualora il pagamento avvenga in uscita). La porta costituita essenzialmente da una cabina provvista dei dispositivi di automazione e di controllo, ove uno o due esattori provvederanno allaconsegna dei biglietti ed alla esazione dei pedaggi. Detta cabina pogger su un'isola spartitraffico e sar protetta contro eventuali urti da contrafforti (bumpers) posti sulle testate dell'isola stessa ad una distanza opportuna a garantirne l'assoluta efficacia senza peraltro intralciare la visibilit. Detti bumpers saranno provvisti anteriormente di lampeggiatori di luce arancione.

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OPERE COMPLEMENTARI DELLE AUTOSTRADE
Una pensilina disposta trasversalmente alle porte protegger dalle intemperie le operazioni degli esattori. Sulla pensilina, in corrispondenza di ciascuna corsia, un semaforo a luce verde e rossa indicher all'utente se la porta in esercizio o chiusa. Aste zebrate girevoli od una segnaletica opportuna occluderanno quelle porte temporaneamente non in esercizio. II fabbricato annesso avr dimensioni relative al numero di porte della stazione. Sar distribuito di massima in due zone (preferibilmente su due piani). Nella prima zona saranno distribuiti gli impianti generali di automazione e di controllo, i quadri elettrici (con eventuali batterie di emergenza o gruppo elettrogeno), la caldaia per l'impianto di riscaldamento, un ripostiglio (scope, attrezzi vari, apparecchi antincendio, coni di gomma e segnaletica di emergenza). Nella seconda zona due locali (capo della stazione e Polizia) saranno opportunamente disposti con larga visibilit sul tratto di strada da controllare, un ufficio esattori (controllo denaro e compilazione rapporti di turno) con cassaforte per il versamento giornaliero, servizi igienici, spogliatoio ed eventualmente un piccolo locale scaldavivande. Eventuali impianti ricetrasmittenti troveranno posto nello ufficio Polizia. Adiacente al fabbricato sar previsto lo stazionamento, possibilmente coperto, per almeno due automezzi di servizio. A seconda delle caratteristiche, della lunghezza e dellordinamento dell'autostrada interessata le stazioni possono essere classificate in: Stazioni di testa (v. fig. 8). Poste all'inizio ed alla fine dell'autostrada stessa. Salvo per autostrade di lunghezza limitata, esse presuppongono altre stazioni intermedie. Stazioni intermedie (v . Urbanistica ). Disposte lateralmente all'autostrada stessa e raccordate ad essa con svincoli e piste di raccordo. Per stazioni intermedie a due sole porte (v. fig. 9) una in entrata ed una in uscita e dove previsto un traffico limitato, il fabbricato e la cabina di esazione potranno essere riuniti in un unico corpo posto su di una banchina spartitraffico centrale. Stazioni a barriera (v. fig. 10). Con piazzale disposto lungo l'autostrada interessata. La zona centrale di detto piazzale sar libera e riservata al deflusso del traffico in proseguimento sull'autostrada: le zone laterali saranno riservate all'ingresso ed all'uscita con funzionamento simile alle stazioni intermedie.

CD

CP

UT

CM

CP

UT

CM

CP

UT

CM

ST

ST

ST

ST

ST ST

ST

ST

ST ST CP PM CP ST PM CP ST PM CP ST PM CP 2 sezione ~75 km ST PM CP ST PM

ST

CD, Centro Direzionale; UT, Ufficio di Tronco; CM, Centro di Manutenzione; PM, Posto di Manutenzione; CP, Casermetta di Polizia; ST, Stazione.

2 sezione ~75 km

1 sezione ~75 km

2 sezione ~75 km

1 sezione ~75 km

1 sezione ~75 km

~150distribuzione km ~150 km km Opere complementari di esercizio e~150 manutenzione: schema tronco tronco fabbricati su 1autostrada a pedaggio 2 etronco articolata in tronchi 3 (Autostrada del Sole)

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OPERE COMPLEMENTARI DELLE AUTOSTRADE

bumper con lampeggiatore

cordolo insormontabile

5.10 caldaia quadri elettrici filo pensilina

porta reversibile

3.10 ripostiglio cabina esazioni pedaggi 9.00 pedana

apparecchi automazione controllo

asta chiudiporta

A 15.85

controllo capostazione

servizi

spogliatoio 7.85

atrio

radio e polizia

semaforo a luce rossa e verde pensilina fabbricato di stazione lampeggiatore a luce arancione cabina esaz pedaggi bumper asta zebrata girevole

Fig. 8 - Stazione di testa per autostrade a pedaggio. Adottata sull'Autostrada del Sole. A, planimetria; B, pianta primo piano; C, prospetto lato uscita.

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OPERE COMPLEMENTARI DELLE AUTOSTRADE

pedana 9.70 pedana A

radiotelefono stabilizzatore antenna radio

box con ripartitore quadro contatori

cassaforte alimentatore riscaldamento B

deumidificatore batterie ferro nichel

remote-recorder orologio

radiotelefono

vuoto apparecchi radio elettrici vuoto apparecchi automaz. control. esattori

spogliatoio servizi

bumper in calcestruzzo

registratori

quadro comandi elettrici

lampeggiatori

antenna radio

lampeggiatore

D Fig. 9 - Soluzione di stazione intermedia a due sole porte per autostrade a pedaggio. Adottata sull'autostrada del Sole.

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OPERE COMPLEMENTARI DELLE AUTOSTRADE

ingressi ed uscite pista di accesso dallo svincolo

traffico in proseguimento sull'autostrada

Fig. 10 - Esempio di stazione a barriera per autostrada a pedaggio. Adottato sulla Firenze-Mare. Planimetria ALTRI FABBRICATI COMPLEMENTARI La progettazione dei fabbricati complementari attinenti l'esercizio e la manutenzione di un'autostrada, presuppone lo studio preliminare degli schemi organizzativi e dellorganico previsto in rapporto all'esercizio stesso. Centro Direzionale (v. fig. 11). - Generalmente un unico organismo centrale, di norma ubicato al baricentro dellautostrada interessata, controlla e dirige l'intera organizzazione. In esse sono sistemati gli uffici amministrativi e tecnici, una sala per riunioni e conferenze, un centro meccanografico (od impianto simile, a seconda dei criteri di automazione e controllo adottati) con locali per la raccolta, il controllo e l'archivio dei biglietti erogati, servizi igienici e locali accessori come di norma adottati in fabbricati per uffici. Sar opportuno prevedere anche una sala di rappresentanza con una mostra permanente delle maggiori opere dell'autostrada. Qualora la lunghezza considerevole di un'autostrada suggerisca un'articolazione su tronchi (di media 150 km ciascuno), dal Centro Direzionale dipenderanno gli uffici di tronco. Ufficio di Tronco (v. fig. 12). Ogni ufficio di tronco che, con i relativi impianti, sorger in corrispondenza di una stazione al baricentro del tronco stesso, avr il controllo di quanto avviene, nel tratto di sua pertinenza, sia dal punto di vista amministrativo che da quello tecnico. Detto ufficio sar di norma suddiviso in tre settori: Gestione: amministrazione del personale, controlli contabili, rilievi statistici. Manutenzione: opere manutentorie normali, stagionali e straordinarie. Servizio di traffico: Polizia della strada, sicurezza ed assistenza stradale. L'ufficio sar provvisto dei locali necessari in rapporto all'organico stabilito, oltre a quelli del distaccamento di Polizia: un locale per apparecchiature ricetrasmittenti con distribuzione preferibilmente su due reti (una in esercizio con eventuale collegamento con la pi vicina stazione meteorologica ed una di Polizia ed assistenza stradale), servizi igienici e locali accessori come di norma adottati in fabbricati per uffici. Al piano terreno sar ricavata una rimessa per un'autovettura di pronto intervento. Aggregato a ciascun ufficio di tronco il Centro di Manutenzione. Centro dl Manutenzione (v. fig. 13). Fabbricato di tipo industriale. Sar posto su di un vasto piazzale di deposito all'aperto dei macchinari e materiali di uso (sale, inerti, bitume, ecc.) e sar suddiviso in: Ricovero mezzi: autorimessa al coperto per vari automezzi e con almeno unautovettura riservata al soccorso stradale. Officina: con apparecchiatura per l'ordinaria manutenzione dei mezzi e piccole riparazioni. Magazzino: deposito attrezzi d'uso e materiali minuti di consumo. Sar inoltre previsto un ufficio per il magazziniere, spogliatoi, servizi igienici e locali accessori come di norma, oltre ad un impianto di rifornimento carburanti. Eventualmente vi sar ricavato un alloggio per un guardiano. . Posto di Manutenzione (v. fig. 14). - Ad integrazione del suddetto Centro, in zone di montagna o particolarmente nevose bene prevedere, su sezioni di lunghezza 5075 km di autostrada, dei Posti di Manutenzione con fabbricati simili ai precedenti, salvo la riduzione dimensionale, in cui troveranno posto oltre ad una vasta autorimessa, un ufficio del capo sezione, spogliatoi, servizi igienici e locali accessori, ed una sala di attesa attrezzata per eventuale pernottamento operai. Questo ultimo locale trova la sua giustificazione nell'organizzazione normalmente adottata per il servizio tempestivo di sgombero neve. In dipendenza dell'ordinamento e degli organici previsti, potranno far capo all'ufficio di tronco altri fabbricati complementari come casermette per posti di Polizia e centri della Croce Rossa.

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centro meccanografico

servizi tecnici

servizi amministrativi

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35.00 5.00 5.00

servizi parcheggio coperto

aiutante

caldaia

magazz.

garage polizia

automezzi

10.58 parcheggio coperto

capo polizia

servizi

magazz.

1.20

35.30

capo ufficio manutenzione

assist. di tronco

geometri

archivio disegni

servizi servizi

assistente

traffico

servizio utenti

segreteria

MANUTENZIONE

GESTIONE

12.16

riunioni

assist. manuten.

assist.

assist. telefono radio

attesa

economia corrieri

cassa

capo ufficio

10.00 soccorso stradale

Fig. 12 - Ufficio di Tronco. Adottato sull'Autostrada del Sole. Sopra, pianta piano terreno, sotto, pianta primo piano. Fig. 13 - Centro di Manutenzione. Adottato sull'Autostrada del Sole. Casermetta di Polizia (adottate sullAutostrada del Sole). - Occorrono per lalloggio e lavvicendamento dei raparti il cui sistema di assistenza sar preferibilmente articolato su tre servizi: Servizio Traffico e Sicurezza; Servizio Assistenza Stradale; Polizia della Strada. I fabbricati distribuiti uno ogni sezione, ed uno per ogni tronco, saranno dotati di apparecchiature radio-telefoniche in continuo contatto con le pattuglie in servizio. I locali comprenderanno (v. fig. 15): un ufficio per il comandante del distaccamento, una sala riunione e mensa, una cucina, camerate per lalloggio guardie ed una camera per il comandante, servizi igienici e locali accessori. Le autovetture di norma vengono ricoverate nelle adiacenti autorimesse del Centro o Posto di Manutenzione Centro C.R.I. - Composto di un locale di attesa, un locale di visita e medicazione, un locale per il medico di guardia con impianto telefonico, servizi igienici. Sar prevista anche unautorimessa per unautobulanza di pronto soccorso.

ricovero mezzi

36.35 piazzale di servizio

46.85

45.35 cald. ufficio

locale operai wc wc

magazzino capo uffic.

officina

lavagg.

tettoia

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OPERE COMPLEMENTARI DELLE AUTOSTRADE

36.00

locale operai
custode

servizi

soccorso stradale

ricovero mezzi

10.4

magazzino

caldaia

Fig. 14 POSTO DI MANUTENZIONE. Adottato sull'Autostrada del Sole.


25.10

ufficio

camerata

ufficio magazzino

refettorio soggiorno servizi cucina ufficiale

21.50

camerata

camerata

Fig. 15 CASERMETTA DI POLIZIA. Adottata sull'autostrada del Sole

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