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LA politica di AristoteLe

e LA storiogrAfiA LocALe
Atti
deLLA giornAtA di studio
fisciano, 12-13 giugno 2008
a cura di
Marina Polito e Clara talaMo
edizioni tored - 2010
Comitato scientifco:
Jos Maria Candau Morn, Virgilio Costa,
Eugenio Lanzillotta, Mario Lombardo, Attilio Mastino,
Guido Schepens, Marina polito, Clara Talamo
Responsabile editoriale:
Eugenio Lanzillotta
Responsabile grafca e stampa:
Americo pascucci
Comitato di redazione:
Marina polito
Clara Talamo
ISBN 978-88-88617-32-9
Copyright 2010
Edizioni TORED s.r.l.
Vicolo prassede, 29
00019 Tivoli (Roma)
www.edizionitored.com
e-mail: info@edizionitored.com toredsrl@libero.it
sommArio
Premessa ........................................................................ pag. XI
Presentazione degli Atti ................................................... XIII
EugEnio LanziLLotta - antonELLa amico, Un inedito
di Gaetano De Sanctis. I libri I, II e III della Politica di
Aristotele tradotti e commentati ..................................
1
DELfino ambagLio, La storia come strumento ermeneuti-
co: qualche caso dalla Politica di Aristotele ................. 19
mauro moggi, Aristotele: la Politica e la storia ............. 35
maria ELEna DE Luna, Le Metabolai nei regimi oligarchici:
struttura argomentativa e uso dei dati storici nell'exem-
plum di Eritre (Pol. V 6,1305A37-1305B23) .............
47
cEsarE zizza, Moderazione ed epimeleiai demagogiche: le
strategie dei paides di Ortagora .................................. 65
DonatELLa ErDas, Echi della costituzione siracusana tar-
do-arcaica nella Politica e nelle politeiai aristoteliche 85
marina PoLito, Aristotele, Delfi e la storiografia locale:
riflessioni sul fr. 611, 52 Rose ..................................... 103
marcELLo LuPi, Tibrone, Senofonte e le Lakedaimonion
Politeiai del IV secolo (a proposito di Aristotele, Politi-
ca 1333B) ................................................................. 131
VirgiLio costa, Le genti d'Asia non hanno coraggio.
Popoli e culture a giudizio in Aristotele, Politica VII
1327B ...................................................................... pag. 157
cLara taLamo, La Politica di Aristotele e la tradizione su
Colofone arcaica ....................................................... 169
fErDinanDo fErraioLi, Riflessioni a margine di Politica
1285A29-B3 ............................................................ 187
aLfonso mELE
Conclusioni ............................................................... 199
Indice delle fonti ............................................................. 205
M.ncriio Liii
TIBRONE, SENOFONTE E LE
LAKEDAIMONION POLITEIAI DEL IV SECOLO
(A PROPOSITO DI ARISTOTELE,
POLITICA 1333B)
+
Der von Susemihl gelegentlich ausgesprochene
Gedanke, dass Thibron Pseudonym Xenophons
fr die oco:o::: -o:-c:o gewesen sei, ist
mit Recht von niemandem aufgenommen.
(F. J.con\, FGrHist IIIB [Noten], p. 361 nota 6)
1. generalmente ammesso che il Thibron cui Aristotele ac-
cenna brevemente nel VII libro della Politica, presentandolo come
esponente di spicco fra gli autori di politeiai spartane orientate in sen-
so nlolaconico, sia da identincare con larmosta spartano Thibron,
inviato nellautunno dellanno 400 a guidare la spedizione in difesa
dei Greci dAsia e rimasto al comando per meno di un anno, quando
1
Mi gradito ringraziare Luisa Breglia, Massimo Nanssi e Thomas Figueira,
che hanno letto e discusso con me diversi aspetti di questo testo. Mia, ovviamen-
te, la responsabilit per ogni errore.
MARCELLO LUPI
132
fu richiamato a Sparta, processato e condannato allesilio stando alla
testimonianza di Senofonte, in ogni caso sostituito da Dercillida alla
guida dellesercito. Alcuni anni dopo, tornato evidentemente nella
pienezza dei suoi diritti, Thibron di qui in avanti Tibrone, secondo
luso italiano di trascrizione del nome si trov a guidare di nuovo
le azioni spartane in Asia Minore e qui incontr la morte nellestate
del 391
2
.
Lidentincazione del Tibrone citato da Aristotele con larmosta
spartano comporta il riconoscimento dellutilizzo da parte del nlosofo
nella Politica e, presumibilmente, anche nella sua perduta Lakedai-
monion Politeia di una fonte locale, in particolare dellautore sparta-
no di una politeia spartana, della quale peraltro ignoriamo tutto, giac-
ch, come risulta evidente da un sommario sguardo alla raccolta di
Jacoby
3
, di questo autore non possediamo alcun frammento, ma solo
ed esclusivamente la testimonianza aristotelica. stato per lo stesso
Felix Jacoby, in una breve nota qui riportata in epigrafe, a richiama-
re alla memoria una vecchia tesi secondo la quale il nome Tibrone
sarebbe stato in realt lo pseudonimo con cui Senofonte pubblic
la sua Lakedaimonion Politeia, salvo aggiungere immediatamente che
2
Anis1o1., Pol. 1333b16-21 (lo scrittore); Xrxoii., Hell. III 1, 4-8; IV 8, 17-
22; Dioi. XIV 36,1 - 38,2; 99, 1-3 (larmosta). Lidentincazione dei due personaggi
gi in U. von Wii.:owi1z-Moriirxionii, Homerische Untersuchungen, Berlin
1884, p. 273, ed stata poi ampiamente accolta: cfr. fra gli altri F. J.con\, FGrHist
IIIB [Kommentar], p. 617 (nicht beweisbar, aber sehr wahrscheinlich); V. Ei-
nrxnrnc, s.v. Thibron (1), in RE, VI A, 1936, col. 275; P. C.n1iricr, Agesilaos and
the Crisis of Sparta, London 1987, p. 163. Il nome 1:3: (ma in alcuni manoscritti
di Aristotele compare la lezione 1:3:) non particolarmente raro: il Lexicon
of Greek Personal Names Online (www.lgpn.ox.ac.uk) conta attualmente 18 oc-
correnze, in prevalenza dal Peloponneso e dalla Grecia centrale, ma lunico altro
Tibrone di rilevanza storica il luogotenente spartano di Arpalo che condusse
una campagna in Cirenaica negli anni 324-322 e che probabilmente era il nipote
dellarmosta (cfr. P. Pon.ii., Prosopographie der Lakedaimonier, Breslau 1913, nn.
374-376; S. Hoixixsox, Property and Wealth in Classical Sparta, Swansea - London
:ooo, p. 415).
3
FGrHist 581.
TIBRONE, SENOFONTE E LE LAKEDAIMONION POLITEIAI DEL IV SECOLO
133
tale tesi occasionalmente espressa () a buon diritto non stata
accolta da nessuno. Jacoby si richiamava alledizione del 1879 della
Politica di Aristotele che Franz Susemihl aveva corredato di traduzio-
ne tedesca e di note di commento; in una di esse

Susemihl riportava,
respingendola, una considerazione espressa da Wilhelm Oncken nel
secondo volume, edito nel 1875, del suo Die Staatlehre des Aristoteles
j

ultima delle opere dedicate al mondo antico da uno studioso ora-
mai intento, sotto lincalzare della contemporaneit, a volgere il suo
sguardo verso la crescita della Prussia bismarckiana, sedendo peraltro
per alcuni anni, in qualit di deputato nazional-liberale, nel Reichstag
della Germania unincata.
Come ovvio, la riJessione di Oncken si sviluppava intorno
al cursorio riferimento aristotelico a Tibrone, a proposito del quale
veniva fatto notare come apparisse assai strano che, tra gli autori
di politeiai spartane di orientamento laconizzante, Aristotele non
menzionasse weder Xenophon noch Kritias, sondern nur einer Thi-
bron [], der wohl als spartanischer Harmost, aber nirgends als ein
Schriftsteller ber Sparta genannt wird; di qui il sospetto che si
trattasse di una pseudonimia, in considerazione della ben nota circo-
stanza che lo stesso Senofonte aveva pubblicato la sua Anabasi sotto
lo pseudonimo di Temistogene di Siracusa
6
.
Viene da chiedersi se, nel formulare tale ipotesi, Oncken avesse
fatto in tempo a leggere la breve nota che Ernst von Leutsch aveva
presentato giusto un anno prima, nel 1874, su Philologus, ed in cui
si sosteneva che Senofonte avesse pubblicato i primi quattro libri
4
F. Sisr:iii (Hrsg.), Aristotelous Politika - Aristoteles Politik: griechisch und
deutsch, Leipzig 1879, vol. II, pp. 199 s., nota 911 (vd. anche la traduzione inglese:
F. Sisr:iii - R.D. Hicxs (eds.), The Politics of Aristotle. A Revised Text with In- A Revised Text with In-
troduction, Analysis and Commentary. Books I-V [= I-III; VII-VIII], London - New
York 1894, p. 538 s.).
5
W. Oxcxrx, Die Staatlehre des Aristoteles in historisch-politischen Umrissen:
ein Beitrag zur Geschichte der hellenischen Staatsidee und zur Einfhrung in die aristote-
lische Politik, Leipzig 1870-75, vol. II, p. 179.
6
Pii1., De gloria Atheniensium 1 (= Mor. 345e); cfr. Xrxoii., Hell. III 1, 2.
MARCELLO LUPI
134
delle Elleniche sotto lo pseudonimo di Cratippo
7
. Lipotesi di von
Leutsch che liberava il campo della storiograna greca di et clas-
sica dallingombrante presenza di Cratippo, presunto continuatore
e contemporaneo di Tucidide ebbe uniniziale fortuna, salvo es-
sere poi frettolosamente archiviata e ricomparire solo, con ben al-
tra forza di argomenti, nel quadro della ricostruzione che Luciano
Canfora ha offerto in anni recenti intorno al tema dei continuatori
di Tucidide
8
. La proposta di Oncken ha avuto ancor meno fortuna,
giacch, come si accennato, essa fu respinta da Susemihl appena
qualche anno dopo la sua formulazione: Susemihl, in verit, ricono-
sceva che Aristotele sembrava avere in mente, nelle sue osservazioni
su Tibrone, il testo della Lakedaimonion Politeia di Senofonte, ma da
ci traeva tuttal pi il suggerimento, peraltro immediatamente scar-
tato, che lautore dellunica Lakedaimonion Politeia a noi pervenuta
non fosse Senofonte ma Tibrone. Quanto alla proposta di Oncken,
egli la giudicava insoddisfacente allo stesso modo di quella di von
Leutsch in forza dellargomento che entrambe le ipotesi si basava-
no sullassunto, che egli riteneva infondato, che Senofonte avesse
scritto lAnabasi sotto lo pseudonimo di Temistogene di Siracusa.
Susemihl, in altri termini, considerava un dato acquisito che Temi-
stogene fosse lautore di unAnabasi diversa da quella di Senofonte e
concludeva: es fehlt mithin an jedem Anhalt zu der Annahme, da
letzterer [i.e. Senofonte] irgend eine Schrift unter fremdem Namen
verffentlicht habe
9
. Interessa osservare che, sebbene la tesi di un
Temistogene autore di unAnabasi diversa da quella di Senofonte da
lungo tempo non abbia pi corso nella storia degli studi, nondimeno
7
E. von Lri1sci, Kratippos und Xenophon, in Philologus 33, 1874, p. 97.
8
L. C.xion., Eduard Meyer tra Cratippo e Teopompo, in W.M. Calder III -
A. Demandt (Hrsg.), Eduard Meyer. Leben und Leistung eines Universalhistorikers
(Supplements to Mnemosyne, 112), Leiden 1990, pp. 74-96 (poi ristampato col
titolo Tra Cratippo e Teopompo, in L. C.xion., La storiograa greca, Milano 1999,
pp. 223-262).
9
Sisr:iii (Hrsg.), Aristotelous Politika, cit., p. 199 s.
TIBRONE, SENOFONTE E LE LAKEDAIMONION POLITEIAI DEL IV SECOLO
135
il corollario che veniva tratto da questa tesi e cio che la proposta
di Oncken fosse da scartare ha dominato incontrastato, al punto
che Jacoby, nellosservare come nessuno avesse mai raccolto quella
proposta, pi che chiudere con autorevolezza la discussione, notava
semplicemente che una discussione, di fatto, non si era mai aperta.
stato solo un recente commentatore della Lakedaimonion Politeia,
Michael Lipka, a riportare alla memoria quella congettura ottocen-
tesca ed a riconoscere quantomeno che essa cannot be proved to
be wrong
10
, pur ritenendola improbabile sulla base dellargomen-
to che Senofonte non avrebbe scelto come pseudonimo il nome di
un comandante spartano di cui offre, nelle Elleniche, unimmagine
tuttaltro che positiva. Un argomento lo vedremo non per cos
forte come appare.
2. Il VII libro della Politica aristotelica notoriamente incen-
trato intorno al tema della costituzione perfetta
11
. Alla pagina
1333b il nlosofo, dopo aver osservato come sia opportuno che il sin-
golo uomo afnanchi alle attivit utili e necessarie, quali il lavoro e
la guerra, la pratica delle facolt razionali in una condizione di ozio
(oo), espone la tesi, peraltro gi sviluppata da Platone, secondo
cui quelle costituzioni che pure hanno fama di essere le migliori non
promuovono lesercizio di tutte le virt, ma, trascurando le attivit
teoretiche, sono indirizzate solo verso il dominio e la guerra. La criti-
ca, inizialmente rivolta a quanti fra i Greci adottano tali costituzioni
(o: c :o: o:o-o ooo:-c, -o:-coco1o: -: E::) ed ai loro
10
M. Liix., Xenophons Spartan Constitution. Introduction. Text. Commentary,
Berlin - New York 2002, p. 22. Si noti che il richiamo alla tesi di Oncken non
compare nei principali commenti alla Politica aristotelica, nemmeno in quello re-
cente di E. SciU1ni:ii (Hrsg.), Aristoteles Politik. Buch VII-VIII (Teil IV), Berlin
- Darmstadt 2005, p. 492.
11
Per unintroduzione a questo tema vd. L. Brn1riii, Lutopia, in Lo spazio
letterario della Grecia antica. I. La produzione e la circolazione del testo. Tomo I: La
polis, Roma 1992, pp. 493-505.
MARCELLO LUPI
136
legislatori (-: :oo1c-: o: -oo-o, o-oo-oo:-c, -o, -o:-c:o,),
si estende poi a quegli scrittori che tali costituzioni, in particolare
quella spartana, hanno lodato. questo il contesto in cui compare il
riferimento a Tibrone; ecco il testo
12
:
anche alcuni di quelli che in seguito hanno scritto su tali temi hanno
palesato la stessa opinione; infatti, lodando la costituzione spartana si
mostrano pieni di ammirazione per lo scopo del legislatore, in quanto
ha legiferato su tutto mirando al potere e alla guerra. Queste tesi sono
facili da confutare con il ragionamento e sono ora anche state confu-
tate dai fatti. Infatti, proprio come la maggioranza degli uomini aspira
a dominare su molti sudditi perch ci produce unabbondanza di cose
vantaggiose, allo stesso modo si mostrano pieni di ammirazione per il
legislatore spartano sia Tibrone che ciascuno degli altri che scrivono
intorno alla loro costituzione, per il fatto che gli Spartani, esercitan-
dosi contro i pericoli, comandano su molti uomini; tuttavia chiaro
che, poich ora essi non comandano pi, non sono felici n eccellente
era il loro legislatore. Ed ancora questo ridicolo, che sebbene ab-
biano conservato le sue leggi e nulla impediva di servirsi di tali leggi,
hanno rinunciato a viver bene. N questi scrittori ragionano bene in
12
Anis1o1., Pol. 1333b11-31: o: -: oo-co: -::c, ,o]o:-: o-c]:o:-o
-: oo-: oo: c-o::oo:-c, ,o -: oco:o::: -o:-c:o: o,o:-o: -oo :o-
o1c-oo -o: oo-o:, o-: -o:-o -o, -o o-c:: o: -o, -oco: c:oo1c-oc:.
o o: o-o -o: o,o: co-:: cocc,-o o: -o:, c,o:, ccc,-o: :o:. o-c
,o o: -c:o-o: -: o:1-: _ooo: -o -o: co-o_c::, o-: -o o,:o
,:,:c-o: -: co-oo-:, oo- o: O:3: o,oc:o, ]o::c-o: -o: -: o::
:oo1c-:, o: -: o: coo-o, -: ,o]o:-: -c: -, -o:-c:o, oo-:, o-:
:o -o ,c,o:oo1o: -o, -oo, ::o:oo, -o: o: o:-o: o: , c-c:
:o: ,c ooc-: o-oc: -o:, oo: -o oc::, oo coo:o:c,, ood j o :oo1c-,
o,o1o,. c-: c -oo-o ,co:o:, c: c:o:-c, c: -o:, :oo:, oo-oo, o: c:o, c-
-o:_o:-o, -o, -o o1o: -o:, :oo:,, o-o3c3oo: -o _: o,. oo o1,
jo-oo3o:ooo:: ooc -c: -, o, : c: -::-o ]o::co1o: -o: :oo1c-:
-oo ,o co-o-:, oc:: -: cco1c: o o:: o: oo: ct j o -
c-,. c-: c oo :o -oo-o c: -: -o:: coo:o:o :o:_c:: o: -o: :oo1c-:
c-o::c::, o-: o-c:: ooc: c-: -o -: -co, oc::.
TIBRONE, SENOFONTE E LE LAKEDAIMONION POLITEIAI DEL IV SECOLO
137
merito al tipo di governo che il legislatore deve mostrare di onorare: il
governo su uomini liberi infatti pi bello e pi accompagnato dalla
virt rispetto ad un governo dispotico. Inoltre non bisogna ritenere
felice la citt e lodarne il legislatore per il fatto che lha addestrata alla
conquista in vista del dominio sui vicini.
Sia Tibrone che ciascuno degli altri che scrivono intorno alla loro
costituzione: non paiono esservi dubbi che con questespressione Ari-
stotele assuma Tibrone come lautore di riferimento fra quelli che lodano
il legislatore spartano; n dubitabile che lazione del legislatore cio
laver determinato che gli Spartani, esercitandosi contro i pericoli, co-
mandano su molti uomini era ammirata non solo da ciascuno degli altri,
ma anche e soprattutto da Tibrone
13
. Ed sferzante lironia di Aristotele,
il quale, scrivendo alcuni decenni dopo quella sconntta di Leuttra che
era stata sufnciente a porre termine allegemonia spartana, osserva come
sono stati i fatti stessi a dare torto a questi autori, giacch, se la legisla-
zione spartana intendeva essere funzionale al dominio su molti uomini,
la circostanza che gli Spartani erano stati sconntti dimostrava che il loro
legislatore non era un buon legislatore ed essi non erano felici (co o: -
o:c,). Tanto pi, aggiunge Aristotele, che essi hanno rinunciato allide-
ale del viver bene (-o _ : o ,), sebbene siano rimasti fedeli alle loro
leggi. Pi avanti nel testo, poi, il nlosofo sottolinea come lottimo legisla-
tore debba dirigere gli affari militari ed il resto della legislazione avendo
come nne il conseguimento dellozio e della pace: le citt che non si sono
attenute a questo principio si sono salvate nn quando hanno combattuto,
ma sono andate in rovina una volta ottenuto il dominio
14
. Chiaro il rife-
rimento a Sparta ed al fallimento del suo ordinamento politico
15
.
13
Scindere il riferimento a Tibrone da quello verso gli altri scrittori, imma-
ginando che Aristotele abbia in mente, nelle righe successive, solo questi ultimi,
loperazione implicita od esplicita di quanti (vd. infra) ritengono che le critiche
si rivolgano soprattutto alla Lakedaimonion Politeia di Senofonte. Ma operazione
illegittima.
14
Anis1o1., Pol. 1333b35 - 1334a10.
15
Lampia bibliograna sullinterpretazione aristotelica delle istituzioni sparta-
MARCELLO LUPI
138
Se ne evince che gli argomenti che Aristotele attribuisce a que-
sti lodatori della costituzione spartana fossero sostanzialmente due:
che la legislazione spartana era valida perch aveva consentito di
esercitare un dominio su molti uomini, e che gli Spartani, nnch
erano rimasti fedeli ad essa, avevano conseguito la felicit. certo
legittimo chiedersi se tali argomenti non risentano pi delle catego-
rie interpretative di Aristotele che di quelle di questi autori (e quindi
di Tibrone), ma comunque di facile constatazione e difatti stato
pi volte constatato come tali argomenti richiamino signincativa-
mente quelli utilizzati da Senofonte nella sua Lakedaimonion Politeia.
Anzi, a ben vedere, questi argomenti si presentano subito in apertura
laddove Senofonte, meravigliandosi di come Sparta, nonostante la
cronica oligantropia, fosse diventata la pi potente (o:o--o-)
citt greca, attribuisce questa potenza al fatto che gli Spartani ub-
bidiscono alle leggi di Licurgo ed ubbidendovi hanno raggiunto la
felicit (oo:o:oo:)
16
. In sintesi, nellottica di Senofonte lubbi-
dienza alle leggi di Licurgo determina la potenza della citt e questa
a sua volta genera la felicit dei cittadini
17
.
ne ora richiamata e superata in L. Brn1riii, La Sparta di Aristotele: un ambiguo
paradigma o la crisi di un modello?, in RSA 34, 2004, pp. 9-71 (il passo aristotelico
qui in discussione analizzato alle pp. 62-64).
16
Xrxoii., Lac. 1,1-2. Sul tema dellegemonia come conseguenza della costi-
tuzione di Sparta cfr. S. C.1.iii, Le thme de lhgmonie et la constitution spartiate
au IVe sicle av. J.-C., in P. Carlier (d. par), Le IVe sicle av. J.-C. Approches histo-
riographique, Nancy 1996, pp. 63-83.
17
Non pu essere in discussione, a mio avviso, il laconismo di fondo di Se-
nofonte; per una visione in parte differente, che enfatizza latteggiamento critico
verso Sparta, vd. ora N. Hi:nir, The Author, Date and Purpose of Chapter 14 of
the Lakedaimonion Politeia, in C. Tuplin (ed.), Xenophon and His World. Papers
from a Conference Held in Liverpool in July 1999 (Historia Einzelschriften, 172),
Stuttgart 2004, pp. 215-228, nonch, della stessa autrice, Xenophon, Aristotle and
Plutarch on Sparta, in N. Birgalias - K. Buraselis - P. Cartledge (eds.), The Contribu-
tion of Ancient Sparta to Political Thought and Practice, Athens 2007, pp. 291-301.
Sullidealizzazione di Licurgo in Senofonte vd. da ultimo E. D.\ii, Xnophon et le
mythe de Lycurgue, in Ktma 32, 2007, pp. 297-310.
TIBRONE, SENOFONTE E LE LAKEDAIMONION POLITEIAI DEL IV SECOLO
139
senzaltro ragionevole ipotizzare che argomenti di tal genere
comparissero diffusamente nelle opere dei lodatori di Sparta, ma c
un argomento che sembra decisivo nel far ritenere che Aristotele
abbia presente in particolare il testo di Senofonte: quando scrive che
gli Spartani, sebbene abbiano conservato le sue leggi e nulla impe-
diva di servirsi di tali leggi, nondimeno hanno rinunciato a viver
bene, il nlosofo intende respingere le argomentazioni proposte nel
celebre capitolo XIV delloperetta senofontea, in cui viene ricono-
sciuto che gli Spartani non obbediscono pi n al dio n alle leggi
di Licurgo
18
. Per dirla altrimenti, Aristotele ha inteso svuotare di
signincato le giustincazioni addotte da Senofonte per spiegare la di-
screpanza fra la Sparta del suo tempo e quella citt perfetta che egli ha
descritto nei precedenti capitoli del suo opuscolo: se vero obietta
Aristotele che la felicit degli Spartani dipendeva dallobbedienza
alle leggi di Licurgo, perch gli Spartani se ne sarebbero allontanati?
Cosa mai avrebbe impedito di servirsi di esse?
Di fronte a richiami cos evidenti, non sorprende che Susemihl
riconoscesse che le osservazioni di Aristotele suonavano proprio
come eine Polemik gegen diese Anfangsworte des Schriftchens di
Senofonte
19
. stato poi Santo Mazzarino, in anni meno lontani, ad
osservare che la tesi delloperetta di Senofonte era, in fondo, la me-
desima che doveva trovarsi nellopera di Thibron: Sparta potentis-
sima per la legislazione di Licurgo; ed aggiungeva subito dopo: il
grande Aristotele criticava tutti quei laudatori dello stato spartano,
i quali, a cominciare da Thibron, avevano dedotto legemonia spar-
18
Cfr. J. Dic.1, Spartan Education. Youth and Society in the Classical Period,
Swansea 2006, p. 63, dove si osserva come la polemica aristotelica seems aimed at
Xenophons Lak. Pol., both in its incipit and in its celebrated chapter 14.
19
Sisr:iii (Hrsg.), Aristotelous Politika, cit., p. 199; cfr. anche il convinto
giudizio di K. MUxscirn, Xenophon in der griechisch-rmischen Literatur (Philolo-
gus, Supplementband XIII, 2), Leipzig 1920, p. 37, che osservava come loperetta
di Senofonte fosse die Quelle aus der er [i.e. Aristotele] sich die Kenntnis von
den spartanischen Einrichtungen verschaffte.
MARCELLO LUPI
140
tana dalla costituzione di Sparta stessa (...); la critica valeva anche
per Senofonte, non solo per Thibron
20
. Da ultimo, Lipka ha notato
che all this [i.e. il presumibile contenuto dellopera di Tibrone]
coincides more or less with the content della Lakedaimonion Politeia
di Senofonte
21
. Ma perch mai, allora, se Aristotele ha davvero in
mente il testo di Senofonte, cita invece Tibrone, e solo pi generi-
camente gli altri che scrivono sulla costituzione spartana? Si dovr
quantomeno riconoscere che lipotesi di una pseudonimia prospet-
tata da Oncken rende superJui questi interrogativi.
3. La percorribilit della proposta di Oncken richiede di con-
frontarsi con due problemi: quello delle fonti di cui Aristotele di-
sponeva sulla costituzione spartana e la questione del rapporto fra
Tibrone e Senofonte, giacch leventuale scelta di Senofonte di na-
scondersi dietro lo pseudonimo di Tibrone non pu in nessun caso
essere casuale.
In relazione alle fonti
22
, se si prescinde da Erodoto che abbozza
nel I e nel VI libro alcuni temi di una politeia degli Spartani
23
risa-
puto che il primo autore a noi noto a scrivere, gi sul nnire del V se-
colo, una Lakedaimonion Politeia Crizia, al quale anzi se ne attribui-
scono due, una in versi elegiaci ed una in prosa
24
. Quella che scrive
20
S. M.zz.nixo, Il pensiero storico classico, Bari 1965-66, vol. I, p. 386 [cor-
sivo mio].
21
Liix., Xenophons Spartan Constitution, cit., p. 22 [corsivo mio].
22
Su cui vd. D.L. To\r, Aristotles Other Politeiai: Was the Athenaion Politeia
Atypical?, in CJ 94, 1999, p. 243. Non prendo qui in considerazione, tra le fonti,
la Lakedaimonion Politeia dello stesso Aristotele: il VII libro della Politica, infatti,
stato verosimilmente composto prima che iniziasse, allinterno del Liceo, il lavoro
di raccolta di materiali che sono conJuiti nelle 158 Politeiai.
23
Hrnoio1. I 65 (legislazione di Licurgo); VI 56-58 (prerogative dei re).
24
Ne possediamo complessivamente una decina di frammenti: sul poco che,
attraverso di essi, si pu ricostruire di tali opere vd. L. C.xion., Crizia prima dei
Trenta, in G. Casertano (a cura di), I loso e il potere nella societ e nelle culture
TIBRONE, SENOFONTE E LE LAKEDAIMONION POLITEIAI DEL IV SECOLO
141
Senofonte
25
, che era stato sodale di Crizia nella cerchia socratica e
suo seguace durante il governo dei Trenta
26
, appartiene gi allinizio
del secolo successivo. In questa sede prescindo dalla questione della
composizione, se cio loperetta fu concepita in maniera unitaria, o
se invece alcune sue parti in particolare il gi citato capitolo XIV,
con la sua critica verso gli Spartani nno alla riga prima elogiati
siano state aggiunte in un secondo momento: ai nni di quanto qui si
intende argomentare sufnciente osservare che la critica aristotelica
presuppone, come si visto, un testo che include anche il XIV capi-
tolo. Quanto alla data di composizione, alcuni studi recenti sembra-
no sempre pi orientarsi, con buoni argomenti, verso una datazione
alta, cos da considerare loperetta uno dei primi lavori di Senofonte,
composto negli anni 90 del IV secolo; ma non pu essere esclusa una
composizione pi tarda, nel corso dei due decenni successivi ed in
ogni caso prima di Leuttra
27
.
antiche, Napoli 1988, p. 33 s.; Liix., Xenophons Spartan Constitution, cit., p. 19 s.;
Dic.1, Spartan Education, cit., p. 41 s.
25
La paternit delloperetta non pi oggi messa in discussione (una sintesi
della questione in Liix., Xenophons Spartan Constitution, cit., pp. 5-9), ma
importante sottolineare che essa era dibattuta gi nellantichit: risulta infatti che
Demetrio di Magnesia non la attribuisse a Senofonte (Dioc. L.rn1. II 57) e viene
da chiedersi se Demetrio erudito del I secolo a.C. autore di unopera Sui poeti e gli
scrittori omonimi non traesse tale conclusione dalla consultazione di un esemplare
dellopera che era circolato sotto il nome di un diverso autore.
26
L. C.xion., Nota, in A. Paradiso (a cura di), Pierre Bayle. Sparta nel Di-
zionario, Palermo 1992, p. 9. Sulla successiva damnatio memoriae di Crizia operata
dallo stesso Senofonte cfr. U. Bii1niciixi, Maledetta democrazia. Studi su Crizia,
Alessandria 1999, pp. 251-253.
27
Per ovvie ragioni la datazione questione non disgiungibile da quella
dellunit delloperetta: per una datazione alta si sono pronunciati di recente E.
Bi.xco, Il capitolo XIV della Lakedaimonion Politeia attribuita a Senofonte, in MH
53, 1996, pp. 18-24; Liix., Xenophons Spartan Constitution, cit., pp. 9-13; per una
datazione tarda, successiva al 378, vd. invece S. Rrnrxici, Xenophon. Die Verfas- Die Verfas-
sung der Spartaner (Texte der Forschung, 70), Darmstadt +8, pp. 25-31; E. B.-
ii.x, Xenophon the Athenian, in Tuplin (ed.), Xenophon and His World, cit., p. 48.
MARCELLO LUPI
142
Ci detto, il passo aristotelico chiama in causa, oltre a Tibrone,
una pluralit di politeiai spartane, che non agevole circoscrivere
ai due soli nlospartani Crizia e Senofonte
28
. Peraltro, anche il noto
frammento eforeo sulla questione della priorit fra la costituzione
spartana e quella cretese assume la presenza di alcuni (c,co1o:
o-o -:::) lodatori della costituzione spartana i quali ritengono che
essa sia pi antica di quella cretese
29
; e poich fra di loro non pu
esservi Senofonte, che si limita ad asserire la superiorit e diversit
della costituzione spartana rispetto a tutte le altre ed ignora del tutto
lordinamento politico cretese, degli autori noti non resta che Crizia.
Certo, leforeo detto da alcuni pu ben essere forma retorica per
indicare un solo autore, forse proprio Crizia
30
, ma comunque vero-
simile che, fra i pamphlet circolanti ad Atene e disponibili negli am-
bienti dellAccademia e del Peripato, vi fosse anche qualche altra po-
liteia spartana
31
. Ci che qui conta, tuttavia, se ve ne fossero anche
28
per eccessivo immaginare, con E.N. Ticrns1ri1, The Legend of Sparta
in Classical Antiquity, Stockholm - Gteborg - Uppsala 1965-1978, vol. I, p. 286,
many political pamphlets () about Sparta, which have been completely lost,
argomento che conduce lo studioso a ritenere che il ruolo di Senofonte nella co-
struzione dellimmagine antica di Sparta sia sopravvalutato (p. 579 nota 558).
29
S1n.n. X 4, 17 (= Eiion., FGrHist 70 F 149); cfr. M. N.iissi, La contro-
versia sulla priorit fra le Ho:-c:o: di Sparta e Creta: Eforo e Pausania, in AFLPer
21, 1983-84, pp. 348-66; G. Cixinrn1i, oco:o::: Ho:-c:o: priorit e origi-
nalit nel dibattito sulle politeiai-modello di Sparta e Creta, in SIFC 18, 2000, pp.
103-104.
30
Crizia ha ottime possibilit di essere il principale bersaglio polemico di Efo-
ro: dai suoi frammenti si evince come, differentemente che in Senofonte, le altre
citt con cui Sparta veniva messa a confronto erano nominate esplicitamente (cfr.
Liix., Xenophons Spartan Constitution, cit., p. 19 s.).
31
Eventualmente prodotta allinterno stesso di queste scuole: vd. per analogia
quanto ha sostenuto, a proposito di Creta, P. Prni:.x, Imagining Crete, in M.H.
Hansen (ed.), The Imaginary Polis (Acts of the Copenhagen Polis Centre, 7),
Copenhagen 2005, pp. 282-334, per la quale tutti i testi di IV secolo sullordi-
namento politico cretese dipendono da un scritto sulla politeia cretese composto
allinterno dellAccademia.
TIBRONE, SENOFONTE E LE LAKEDAIMONION POLITEIAI DEL IV SECOLO
143
alcune scritte da autori locali spartani, ed in particolare una ad opera
dallarmosta Tibrone. Sussistono, in verit, ragioni per dubitarne.
Chi consideri la storiograna sulla politeia dei Lacedemoni ad ope-
ra di autori essi stessi spartani si trova a constatare che essa si svilup-
pa a partire dal secondo II a.C.; tuttal pi, se vi includiamo lerudito
Sosibio, che comunque non scrisse una politeia, si risale alla seconda
met del secolo precedente
:
. In questo quadro essenzialmente tardo
risalta per la circostanza che negli anni dellegemonia spartana, e
comunque entro la nne del primo decennio del IV secolo, tre emi-
nenti personaggi spartani uomini politici e non eruditi avrebbero
scritto delle operette che si incentravano su questioni istituzionali
spartane: il nostro Tibrone, il re Pausania II, Lisandro
33
. Dopo la loro
morte not a single writer from Sparta is known, even by name, until
the end of the third century
34
.
Non possibile in questa sede soffermarsi sugli scritti di Lisandro
e Pausania II, che peraltro condividono con quello di Tibrone la cir-
costanza che non se ne conserva nemmeno un frammento, ma sono
noti unicamente attraverso testimonianze. Di Lisandro basti dire che
avrebbe scritto o meglio avrebbe imparato a memoria quanto scritto
appositamente per lui da un certo Cleone di Alicarnasso un o,o,
-c: -, -o:-c:o, in cui si sosteneva che la regalit andasse sottrat-
ta agli Agiadi ed Euripontidi per renderla accessibile a tutti i migliori
cittadini
35
. Il discorso doveva servire a convincere gli Spartiati ad
approvare una riforma costituzionale che non fu per mai proposta e
32
Cfr. T.A. Bonixc, Literacy in Ancient Sparta (Supplements to Mnemosyne,
54), Leiden 1979, pp. 51-63; L. Tio::rx, Spartas fehlende Lokalgeschichte, in
Gymnasium 107, 2000, pp. 399-408; E. Miiirxirn, Spartan Literacy Revisited, in
ClAnt 20, 2001, pp. 123-127. Vd. ora anche T. Ficirin., The Spartan Constitu-
tions and the Enduring Image of the Spartan Ethos, in Birgalias - Buraselis - Cartledge
(eds.), The Contribution of Ancient Sparta, cit., Athens 2007, pp. 143-158.
33
FGrHist 581-583; cfr. anche Liix., Xenophons Spartan Constitution, cit.,
pp. 22-24.
34
T.A. Bonixc, Literacy in Ancient Sparta, cit., pp. 54-55.
35
Pii1., Lys. 25, 1-2; 30, 3-5 (= Eiion., FGrHist 70 F 206-207).
MARCELLO LUPI
144
di cui si venne a conoscenza solo dopo la morte di Lisandro, quando
esso fu ritrovato fra le sue carte; peraltro, i dubbi in merito alla stori-
cit dellepisodio determinano anche qualche incertezza sullesisten-
za stessa di un tale scritto
36
. Ugualmente problematica si presenta la
natura dello scritto attribuito a Pausania II, che il re agiade avrebbe
composto dopo il suo esilio da Sparta nel 395. Non intendo qui af-
frontare la vexata quaestio in merito a se tale opera fosse intitolata
Intorno (-c:) o Contro (o-o) le leggi di Licurgo, stante il lacunoso
stato del testo straboniano che, sulla base dellautorit di Eforo, vi
accenna brevemente
37
. Ritengo tuttavia che Jean Ducat abbia di re-
cente avanzato solidi argomenti tesi a dimostrare che effettivamente
il testo di Eforo parlava di unopera contro le leggi di Licurgo, ma che
difncilmente essa poteva essere cos intitolata poich allepoca luso
di porre un titolo allinizio di un lavoro non si era ancora stabilito; si
sar trattato, piuttosto, di unoperetta che, contenendo anche talune
critiche alla legislazione spartana, sar stata maliziosamente inter-
pretata dagli ambienti ostili al re come scritta in opposizione alle leg-
gi di Licurgo
38
. Ad ogni modo, in essa erano riportati alcuni oracoli
ricevuti dal legislatore: in considerazione del fatto che i re spartani
conservavano gli oracoli ottenuti dal dio di Deln e disponevano di
funzionari incaricati di mantenere il rapporto con il santuario pitico,
36
Cfr. W.K. Pnrx1icr, The Character of Lysander, in AJA 38, 1934, p. 40.
Per una disamina meno datata del tentativo di riforma di Lisandro vd. U. Brnxixi,
Il progetto politico di Lisandro sulla regalit spartana e la teorizzazione critica di Ari-
stotele sui re spartani, in SIFC 3, 1985, pp. 205-238, che non dubita peraltro della
storicit dello scritto.
37
S1n.n. VIII 5, 5 (= Eiion., FGrHist 70 F 118).
38
Dic.1, Spartan Education, cit., pp. 42-45. Sullintera questione dello scritto
di Pausania su cui ha pesato lo studio di E. D.\ii, The Pamphlet of Pausanias, in
PP 34, 1979, pp. 94-116 vd. ora N. Ricirn, Les phores. tudes sur lhistoire
et sur limage de Sparte (VIIIe-IIIe sicles avant Jsus-Christ), Paris 1998, pp. 25-43.
Recentemente tornata a difendere la lettura -c: M. Sonii, Pausania II e le leggi
di Licurgo, in H. Heftner - K. Tomaschitz (Hrsg.), Ad fontes! Festschrift fr Gerhard
Dobesch zum 65. Geburtstag, Wien 2004, pp. 145-149.
TIBRONE, SENOFONTE E LE LAKEDAIMONION POLITEIAI DEL IV SECOLO
145
del tutto verosimile che Pausania abbia utilizzato questo materiale
nel contesto della lotta politica che conduceva dallesilio contro il
potere degli efori
39
.
Il testo di Tibrone si presenta per differente. Anzitutto, le noti-
zie sullattivit letteraria di Lisandro e Pausania compaiono allinter-
no di testi interessati allazione politica dei due personaggi, laddove
il riferimento a Tibrone nella Politica prescinde da qualsiasi conside-
razione sul Tibrone personaggio storico, al punto che lidentincazione
con larmosta spartano solo una (pi che ragionevole) congettura
dei moderni. Sopratutto, poi, sfuggente la relazione fra Tibrone e i
due scritti di Lisandro e Pausania. Jacoby proponeva due ipotesi alter-
native: che Tibrone avesse inteso mostrare che la citt che lo aveva
esiliato aveva abbandonato le leggi di Licurgo che poi, ancora una
volta, proprio ci che Senofonte sosterr nel XIV capitolo della sua
operetta o, allopposto, che avesse scritto la sua opera come reazio-
ne a quella del re Pausania contro la legislazione licurgica
40
. Suscita
per perplessit lidea che dopo il 395 e comunque prima del 391,
anno in cui mor un Tibrone esiliato da Sparta scrivesse unopera in
difesa delle leggi di Sparta contro un re che si trovava nella sua stessa
condizione di esiliato; per tacere del fatto che questa ricostruzione si
dimostra troppo inJuenzata dal topos che gli uomini politici si dedica-
no allattivit letteraria negli anni spensierati dellesilio
41
.
39
Cfr. Anis1o1., Pol. 1301b17-21; sulla presenza di una collezione di oracoli
pitici sotto la custodia dei re vd. Miiirxirn, Spartan Literacy Revisited, cit., p. 129.
40
F. J.con\, FGrHist IIIB [Kommentar], p. 617. La seconda ipotesi accolta
da M. N.iissi, La nascita del kosmos. Studi sulla storia e la societ di Sparta, Napoli
1991, p. 62 nota 132, che osserva che Aristotele, poche righe dopo il riferimento
a Tibrone, richiama, come esempio di un cittadino che tenta di impadronirsi del
potere nella propria citt, il caso del re spartano Pausania (Pol. 1333b32-35); ma
non sono sicuro che, in questo riferimento a Pausania, ci sia unallusione ad una
ispirazione delloperetta di Tibrone ostile al re agiade.
41
Cfr. Einrxnrnc, s.v. Thibron (1), in RE, cit., col. 275, che associa peraltro
lattivit letteraria di Tibrone allimmagine di un uomo dedito al piacere e allab-
bandono della dura disciplina spartana.
MARCELLO LUPI
146
Laltra perplessit di natura letteraria: non intendo negare ad
un comandante spartano labilit di scrivere intorno ad aspetti costi-
tuzionali della propria citt
42
; daltra parte, proprio come Lisandro si
era valso di Cleone di Alicarnasso, anche Tibrone e Jacoby non a
caso lo ha sospettato
43
potrebbe aver fatto lo stesso (e, sia detto per
inciso, avrebbe avuto a disposizione un ateniese perfetto a tale scopo:
proprio Senofonte!). Il punto, piuttosto, se davvero, in termini di
sociologia della produzione letteraria, uno spartano potesse nei primi
anni del IV secolo con ben oltre un secolo di anticipo rispetto ai
primi autori locali spartani immaginare una politeia di Sparta nei
termini che gli attribuisce Aristotele. Lisandro e Pausania, infatti,
avrebbero scritto non una politeia spartana di carattere generalista,
ma pamphlet miranti ad uno scopo preciso, luno avvalendosi della
competenza di un letterato straniero, laltro utilizzando strumental-
mente il materiale che aveva a disposizione, cio gli oracoli ricevuti
da Licurgo. E scrissero entrambi opportuno sottolinearlo contro
lo stato delle cose esistente a Sparta; Tibrone, invece, avrebbe scritto
una politeia di impianto generalista, nella quale si sarebbe posto il
problema di lodare il legislatore della propria citt perch li aveva
condotti a dominare su molti sudditi facendoli esercitare contro i
pericoli. Ma a questo livello cronologico unimpostazione di tal fatta,
che si interroga peraltro sulla questione della felicit degli Sparta-
ni, compare solo negli autori ateniesi di ambiente oligarchico e risul-
ta pienamente comprensibile solo nel contesto culturale ateniese
44
.
Viceversa, se davvero un autore spartano avesse composto unopera
di tali caratteristiche nel primo decennio del IV secolo, risulterebbe
42
Vd. Miiirxirn, Spartan Literacy Revisited, cit., p. 125, che scorge evidence
of a high degree of literacy on the part of elite Spartans or, at the very least, the belief
among their sources that these Spartan leaders possessed such skills [corsivo mio].
43
F. J.con\, FGrHist IIIB [Kommentar], p. 618.
44
Nel contesto, in particolare, dellambiente socratico, su cui vd. P. C.n-
1iricr, The Socratics Sparta and Rousseaus, in S. Hodkinson - A. Powell (eds.),
Sparta: New Perspectives, Swansea - London, 1999, pp. 311-337.
TIBRONE, SENOFONTE E LE LAKEDAIMONION POLITEIAI DEL IV SECOLO
147
difncile giustincare lassenza di un qualsiasi altro riferimento ad essa
nella letteratura superstite.
A fronte dellincerta storicit dellopera dello spartano Tibrone
sta lindubitabile conoscenza da parte di Aristotele della Lakedaimo-
nion Politeia senofontea, sebbene il nome di Senofonte non compaia
mai
j
. Poich Lipka nella sua recente edizione della Lakedaimonion
Politeia ha passato in rassegna i passi che mostrano la dipendenza di
Aristotele da Senofonte, baster qui richiamarli brevemente
46
. A pa-
gina 1263a30-37 della Politica Aristotele descrive un modello di pro-
priet in cui il possesso privato, ma viene condiviso con gli amici,
e richiama lesempio di Sparta dove si servono degli schiavi altrui
come se fossero propri, ed egualmente dei cavalli e dei cani, e se han-
no bisogno di qualche provvista da viaggio, la prendono nei campi
della regione; il medesimo concetto rilevabile, in maniera meno
sintetica ma pressoch nello stesso ordine, nelloperetta di Senofon-
te (VI 3-5). A pagina 1285a3-7 viene riconosciuto il carattere non
autocratico della regalit spartana e si osserva, come gi rilevato da
Senofonte (XIII 11), che i re di Sparta assommano i soli ruoli di capi
militari e di sacerdoti. Particolarmente rilevante, poi, che appena
qualche riga prima di citare Tibrone, a pagina 1333b5-10, Aristotele
critichi quei legislatori che non hanno indirizzato le leggi e leduca-
zione verso tutte le virt (-o, -ooo, -o, oc-o,), polemizzando al-
lusivamente con Senofonte per il quale Licurgo avrebbe imposto che
tutti pubblicamente esercitassero tutte le virt (X 4: :o,ooc o-
o:o -o:-o, -ooo, ooc:: -o, oc-o,). Se poi dalla Politica passiamo
allepitome di Eraclide Lembo delle Politeiai di scuola aristotelica,
possibile osservare come il breve estratto proveniente dalla Lakedai-
monion Politeia presupponga, l dove tratta delleducazione dei ragazzi
(Excerpta Politiarum 13 Dilts = Aristot. fr. 611, 13 Rose), lomonima
45
Allo stesso modo, le Elleniche risultano utilizzate in alcuni passi dellAthe-
naion Politeia (28, 5 e 36, 2) senza che Senofonte venga citato. Ma raro che Ari-
stotele citi le sue fonti storiche; sorprende, semmai, che venga citato Tibrone!
46
Liix., Xenophons Spartan Constitution, cit., p. 37.
MARCELLO LUPI
148
opera di Senofonte (II 6-8)
47
. Per nnire, laffermazione secondo cui
alcuni attribuiscono a Licurgo lintero ordinamento politico della
citt (Excerpta Politiarum Dilts), costituisce un riferimento anche,
se non soprattutto, allo scritto senofonteo
48
.
In breve: nella biblioteca di Aristotele cera uno scritto attribui-
to a Tibrone, ma cera anche, con altrettanta sicurezza, loperetta che
noi conosciamo come la Lakedaimonion Politeia di Senofonte
49
:
plausibile che Aristotele possedesse entrambe le opere, ma egual-
mente possibile, data lassenza di unesplicita citazione di Senofonte
da parte di Aristotele, che in realt ne possedesse una sola, quella
nominalmente ascritta a Tibrone
50
.
47
Vd. anche Dic.1, Spartan Education, cit., p. 22, che evidenzia tutti i richia-
mi lessicali fra lexcerptum di Eraclide ed il testo di Senofonte.
48
Cfr. M . Poii1o, Dagli scritti di Eraclide sulle costituzioni: un commento storico,
Napoli 2001, p. 51.
49
Merita osservare che la riscoperta delle Elleniche di Cratippo in et augu-
stea stata messa in relazione da C.xion., Eduard Meyer tra Cratippo e Teopompo,
cit., p. 86, con larrivo a Roma, come bottino personale di Silla, della biblioteca di
Apellicone di Teo di cui facevano parte anche i libri che erano appartenuti ad Ari-
stotele; sicch, se nella biblioteca di Aristotele era presente unedizione parziale
delle Elleniche pubblicate sotto lo pseudonimo di Cratippo, altrettanto verosimile
che vi fosse anche unedizione della Lakedaimonion Politeia di Senofonte che era
circolata sotto lo pseudonimo di Tibrone. Si osservi, peraltro, che il Demetrio di
Magnesia che negava a Senofonte la paternit della Lakedaimonion Politeia (supra,
nota 25) ha probabilmente consultato edizioni di Tucidide e Senofonte dipendenti
dagli esemplari presenti nella biblioteca di Apellicone (cfr. L. C.xion., Tucidide
tra Atene e Roma, Roma 2005, p. 63).
50
Questo non comporta, se lipotesi che qui si sta prospettando corretta, che
Aristotele ignorasse necessariamente la reale paternit delloperetta di Tibrone; le
modalit di composizione della Politica opera notoriamente disorganica e com-
posta verosimilmente a partire dagli appunti, raccolti dagli scolari, delle lezioni di
Aristotele, durante le quali si pu immaginare venissero lette ad alta voce le opere
sottoposte a critica non consentono una tale conclusione.
TIBRONE, SENOFONTE E LE LAKEDAIMONION POLITEIAI DEL IV SECOLO
149
4. Anche in merito al ricorso da parte di Senofonte alla pseu-
donimia sar sufnciente richiamare alla mente dati ben noti: Seno-
fonte era stato condannato allesilio da Atene ed in quanto esule lo
strumento della pseudonimia era funzionale alla diffusione dei propri
scritti presso il pubblico della citt che laveva esiliato
51
. Si pu dubi-
tare della menzionata ipotesi che vuole che Cratippo sia lo pseudoni-
mo sotto cui circol una prima versione parziale delle Elleniche, ma
indubbia labitudine di Senofonte a nascondere la propria identit: in
un passo dellAnabasi egli mette in scena un Teopompo ateniese cui
linterlocutore si rivolge un po sprezzantemente apostrofandolo con
un sembri un nlosofo, ed un nlone della tradizione manoscritta,
consapevole evidentemente di chi ci sia dietro quel Teopompo, pre-
senta in luogo del nome di Teopompo quello di Senofonte
52
; per
allinizio del III libro delle Elleniche che lo storico ateniese indulge
diffusamente in quellesercizio che Eduard Schwartz denn un gioco
a nascondino (versteckspiel)
53
. Lincipit del libro, infatti, consiste in
un breve richiamo alle vicende narrate nellAnabasi, in cui il navarca
che gli Spartani mettono a disposizione di Ciro il Giovane e che
nellAnabasi si chiama Pitagora
54
porta invece il nome di Samio, e
si rimanda a quanto ha gi scritto in proposito Temistogene di Sira-
cusa
55
; poi, subito dopo, ecco che gli Spartani, di fronte alle richieste
di aiuto dei Greci dAsia, inviano come armosta Tibrone
51
Cfr. L. C.xion., Storia della letteratura greca, Roma - Bari 1986, p. 298
s. (tutta la sua opera [i.e. di Senofonte] destinata ad Atene). Sopravvaluta a
mio avviso il ruolo degli Spartani come destinatari di una parte della produzione
di Senofonte G. Cixinrn1i, Per chi scrive Senofonte? Il ruolo dei Lacedemoni nella
produzione e ricezione delle opere di Senofonte, in Ktma 32, 2007, pp. 379-390.
52
Xrxoii., Anab. II 1, 12-13; cfr. M.zz.nixo, Il pensiero storico classico, cit.,
vol. I, p. 32 s.; L. C.xion., Un mestiere pericoloso. La vita quotidiana dei loso greci,
Palermo 2000, p. 52.
53
E. Sciw.n1z, Quellenuntersuchungen zur griechischen Geschichte, in RhM
44, 1889, p. 192.
54
Xrxoii., Anab. I 4, 2.
55
Xrxoii., Hell. III 1, 1-4.
MARCELLO LUPI
150
La consapevolezza delluso da parte di Senofonte della pseudo-
nimia non ci esime, tuttavia, dal chiederci perch avrebbe scelto
proprio il nome di Tibrone. Gi Mazzarino, alla domanda sul perch
Senofonte avesse utilizzato gli pseudonimi di Temistogene di Siracu-
sa e di Teopompo ateniese, concludeva che noi non potremo mai
rispondere chiaramente a interrogativi di questo genere
56
, e Canfo-
ra, da parte sua, ha osservato che si pu elucubrare a piacere su tale
questione, pur ritenendo che Teopompo (inviato dal dio) sembra
adattarsi bene al ruolo di salvatore che Senofonte nnisce per gio-
care nella sua Anabasi, e Cratippo si addice altrettanto bene a chi,
come Senofonte, aveva scritto unoperetta sullipparco ed un trattato
sullequitazione
57
. Insomma, la ragione della scelta di un particolare
pseudonimo destinata probabilmente a sfuggirci, ma interrogarsi su
tale scelta non una domanda oziosa, soprattutto perch, nel caso
di Tibrone, c da chiarire per quale motivo Senofonte avrebbe uti-
lizzato non un nome pi o meno parlante o allusivo, ma un nome
spartano che rinviava chiaramente ad un personaggio storico, forse
appena morto quando loperetta cominci a circolare.
Quale, dunque, la relazione tra Senofonte e Tibrone? Gi la
semplice circostanza che essi si sono conosciuti e hanno condiviso,
da una posizione di comando, lesperienza della guerra condotta da
Sparta contro il Gran Re, dovrebbe rendere sospetto il fatto che en-
trambi abbiano scritto una Lakedaimonion Politeia, ricorrendo peral-
tro ad argomenti simili. Ma si consideri pi nel dettaglio il contesto
in cui la loro vita si incrociata: si detto che Tibrone stato inviato
in Asia Minore nellautunno del 400; i resoconti della sua azione
56
M.zz.nixo, Il pensiero storico classico, cit., vol. I, p. 383 s.
57
C.xion., Un mestiere pericoloso, cit., p. 53 s.; C.xion., Eduard Meyer
tra Cratippo e Teopompo, cit., p. 85. Sullallusivit dello pseudonimo Temistogene
cfr. invece C. Tiiiix, Heroes in Xenophons Anabasis, in A. Barzan et alii (a cura
di), Modelli eroici dallantichit alla cultura europea, Roma 2003, p. 130; sulla scelta
di una cittadinanza siracusana per Temistogene vd. ora M. Sonii, Senofonte e la
Sicilia, in C. Tuplin (ed.), Xenophon and His World, cit., pp. 71-78.
TIBRONE, SENOFONTE E LE LAKEDAIMONION POLITEIAI DEL IV SECOLO
151
nellElleniche di Senofonte ed in Diodoro, che dipende da Eforo, non
sono sempre convergenti, giacch lo storico ateniese tende a mettere
in rilievo come lazione di Tibrone sia divenuta incisiva solo dopo
che al suo contingente si furono aggiunti i Ciri, cio i mercenari re-
duci dalla fallita spedizione al nanco di Ciro il Giovane, guidati ma
su questo Senofonte sorvola da Senofonte stesso
58
. Poich i Ciri
erano circa cinquemila ed il contingente di Tibrone non era molto
maggiore
59
, Senofonte di fatto, dopo Tibrone stesso, lufnciale pi
rappresentativo dellesercito che conduce la guerra in Asia contro il
Gran Re. Esercito che, peraltro, include trecento cavalieri ateniesi
che avevano militato sotto i Trenta e che la risorta democrazia atenie-
se era stata molto felice di allontanare dalla citt: questo ambiente di
oligarchi ateniesi, politicamente e culturalmente vicini a Senofonte,
avr certo rappresentato un trait dunion fra Tibrone e Senofonte. Si
aggiunga che la motivazione con cui Tibrone viene, nel giro di pochi
mesi, rimosso dal comando e richiamato a Sparta quella di aver per-
messo che fosse saccheggiato il territorio delle citt ioniche alleate
di Sparta
60
. Ma, come testimoniano, insieme ad altre fonti, le stesse
Elleniche, questaccusa andava riferita soprattutto ai Ciri: agli inviati
di Sparta che confermano il comando a Dercillida, che aveva sosti-
tuito Tibrone, e che, convocati i soldati, biasimano il loro comporta-
mento passato ai danni degli alleati, minacciando che non avrebbero
tollerato il ripetersi di simili atteggiamenti, risponde il comandante
dei Ciri (o -: Koc:: -oco-,), il quale spiega che essi i
58
Per una ricostruzione di queste vicende vd. H.D. Wrs1i.xr, Spartan In-
tervention in Asia, 400-397 B.C., in Historia 35, 1986, pp. 405-426; P. Onsi,
Sparta e la Persia. La guerra in Asia, 400-394 a.C., in IncidAntico 2, 2004, pp.
41-50. In particolare, sulla rappresentazione che ne offre Senofonte cfr. C. Tiiiix,
The Failings of Empire. A Reading of Xenophon Hellenica 2.3.11-7.5.27 (Historia
Einzelschriften, 76), Stuttgart 1993, pp. 47-56; N. Hi:nir, Xenophons View of
Sparta: A Study of the Anabasis, Hellenica and Respublica Lacedaemoniorum, PhD
Dissertation, McMaster University 1997, pp. 159-165.
59
Xrxoii., Hell. III 1, 4-5; Dioi. XIV 36-37.
60
Xrxoii., Hell. III 1, 8.
MARCELLO LUPI
152
Ciri sono gli stessi dellanno prima, mentre il loro comandante
che cambiato
61
. Qui Senofonte non cita n se stesso (che pure era,
al di l di ogni dubbio, il -oco-, dei Ciri
62
) n Tibrone, che era
il comandante dellanno prima. stato osservato come latteggia-
mento di Senofonte sia la classica apologia del soldato, che giustinca
il proprio operato con largomento di essersi limitato ad obbedire agli
ordini; nella medesima maniera, daltra parte, Senofonte si era com-
portato anche nei confronti di Crizia (ancora una volta, curiosamen-
te, un autore di una Lakedaimonion Politeia), con cui aveva condiviso
lesperienza del regime dei Trenta, ma su cui aveva scaricato, nelle
Elleniche, tutte le responsabilit dei crimini di quel regime
63
. Poich
le Elleniche, non diversamente dallAnabasi, sono uno strumento con
cui Senofonte si cura di difendere il proprio personale operato, lad-
dossare le responsabilit su Tibrone, in unopera scritta dopo la sua
morte, non implica che negli anni in cui condivideva con Tibrone
la vita da campo, Senofonte ne avesse un giudizio necessariamente
negativo, tanto pi che si trattava proprio del comandante che ave-
va tollerato i comportamenti dei Ciri dannosi verso gli alleati. Se
vero che, nel giudizio che ne dar anni dopo, Senofonte non gli
risparmier critiche preferendogli di gran lunga Dercillida, pur vero
che, dopo aver narrato le vicende della sua morte nel 391, ammette
che era persona gradevole (coo:,)
64
.
In questo contesto appare verosimile che Senofonte abbia tra-
sformato Tibrone in una sorta di autore schermo, utilizzando il suo
nome come pseudonimo. Ed ancora pi verosimile se consideriamo
cosa rappresentava il nome di Tibrone per quei circoli conservato-
61
Xrxoii., Hell. III 2, 6-7.
62
Ci non mai detto esplicitamente, ma implicito dal resoconto dellAna-
basi (VII 6, 1 e 8, 24) e da Diodoro (XIV 37, 1-4). Solo dopo che Senofonte avr
lasciato i Ciri per ritornare in Grecia al seguito di Agesilao, verr nominato un
nuovo comandante dei Ciri (Hell. III 4, 20).
63
P. Knrx1z, Thibron and the Thirty, in AncW 15, 1987, pp. 75-79.
64
Xrxoii., Hell. IV 8, 22.
TIBRONE, SENOFONTE E LE LAKEDAIMONION POLITEIAI DEL IV SECOLO
153
ri ateniesi nei quali dobbiamo immaginare loperetta di Senofonte
circolasse, fosse letta ad alta voce e discussa
65
. La lettura dellinizio
del III libro delle Elleniche aiuta a chiarire il punto: stato notato da
John Dillery che linizio di questo libro suggerisce un parallelismo tra
la spedizione di Tibrone e le guerre persiane; in particolare, il riferi-
mento ai discendenti dello spartano Demarato, che ebbe in dono dal
re Dario una piccolo principato proprio nellarea in cui si muove Ti-
brone, ed ai discendenti di Gongilo di Eretria unico degli Eretriesi
a medizzare scrive Senofonte, e qui c un chiaro richiamo interte-
stuale ad Erodoto
66
dirigono lattenzione del lettore/ascoltatore agli
eventi delle guerre persiane ed aiutano a stabilire una connessione
fra il glorioso passato del V secolo e lazione spartana descritta da
Senofonte
67
. Si pu anche sospettare che la vicenda del Tibrone se-
nofonteo, punito da Sparta per il comportamento verso gli alleati e
che per questo viene esiliato
68
, intenda rinviare a quella del reggente
Pausania, che conduce nel 478-77 loffensiva contro i Persiani, ma
che si rende odioso agli alleati ionici, richiamato a Sparta e vo-
lontariamente va in esilio
69
. Tibrone, dunque, non si presenta come
un personaggio minore
70
, ma doveva apparire, e tale contribuisce
65
Cfr. D. Krii\, Oral Xenophon, in I. Worthington (ed.), Voice into Text.
Orality and Literacy in Ancient Greece (Supplements to Mnemosyne, 157), Lei-
den 1996, pp.149-163.
66
Cfr. E. Mriiiso, I meriti di Demarato di Sparta. Una nota lologica a Hdt. VI
70,3, in IncidAntico 3, 2005, p. 154 s.
67
J. Diiirn\, Xenophon and the History of His Times, London - New York 1995,
pp. 101-105.
68
P. Knrx1z, Thibron and the Thirty, cit., p. 79, sospetta che questo esilio
ignoto ad altre fonti e non molto convincente alla luce del successivo ritorno di
Tibrone alla guida di un contingente spartano in Asia Minore sia uninvenzione
di Senofonte, che avrebbe inteso rafforzare in questo modo la propria rappresenta-
zione negativa di Tibrone.
69
Tiic. I 94-95; 128, 3; vd. ora M. N.iissi, Tucidide, Erodoto e la tradizione su
Pausania nel V secolo, in RSA 34, 2004, pp. 147-180.
70
Lo dimostra, peraltro, la tradizione riJuita in Velleio Patercolo (I 4, 1) che
vuole Magnesia sul Meandro fondazione dei Lacedemoni, e che va messa in rela-
MARCELLO LUPI
154
lo stesso Senofonte a farlo apparire, come il comandante spartano
che combatte per la libert dei Greci contro la potenza persiana che
opprime i Greci dAsia. Per gli ambienti oligarchici ateniesi, sim-
patizzanti per Sparta e idealmente legati alla memoria di unAtene
liberatrice dei Greci dAsia in anni ormai lontani, il nome di Tibrone
aveva un valore. Quale nome pi opportuno se si voleva far circolare
ad Atene unoperetta sulla bont della costituzione spartana?
5. In sintesi: Tibrone e Senofonte avrebbero scritto entrambi
una Lakeidamonion Politeia; la avrebbero scritta negli stessi anni, Ti-
brone necessariamente negli anni 90 del IV secolo, Senofonte pro-
babilmente in questo stesso decennio o comunque non molto dopo;
avrebbero utilizzato gli stessi argomenti, giacch gli unici temi rica-
vabili dal passo aristotelico e cio la bont delle leggi di Licurgo
e le continue esercitazioni militari attraverso cui gli Spartani domi-
navano su molti uomini sono i temi basilari delloperetta di Seno-
fonte; si sono conosciuti e frequentati proprio allinizio di quel de-
cennio, quando luno comandava lesercito inviato da Sparta a difesa
dei Greci dAsia e laltro guidava il principale contingente che si era
venuto ad afnancare a quellesercito. Ed ancora: Aristotele mostra,
al di l di ogni dubbio, di conoscere il contenuto di quelloperetta
che per noi la Lakedaimonion Politeia di Senofonte, e tuttavia non
cita mai Senofonte; cita soltanto, nel VII libro della Politica, a tito-
lo esemplincativo di una storiograna sulla politeia spartana dai tratti
marcatamente laconizzanti, Tibrone, proprio laddove ci aspetterem-
mo di trovare indicato Senofonte. Innne, Tibrone compare per la
prima volta nelle Elleniche di Senofonte in un passo in cui lo storico
ateniese uso al ricorso alla pseudonimia sembra divertirsi a na-
scondere le identit.
zione con lo spostamento e la rifondazione della citt operata da Tibrone (Dioi.
XIV 36, 2-3): una tradizione, dunque, che fa implicitamente di Tibrone allo stes-
so modo di Brasida in relazione ad Annpoli una sorta di archegeta di Magnesia.
TIBRONE, SENOFONTE E LE LAKEDAIMONION POLITEIAI DEL IV SECOLO
155
Si tratta di considerazioni che potranno apparire non totalmen-
te risolutive, ma certo sufncienti a restituire dignit scientinca, pace
Jacoby, ad una tesi che Wilhelm Oncken aveva intravisto nel lon-
tano 1875 e che, in dennitiva, si presenta come la spiegazione pi
semplice e lineare del singolare riferimento a Tibrone in Aristotele,
Politica 1333b.
Seconda Universit di Napoli

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