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SCIENZA E INQUINAMENTO

La filtrazione in volume operata su materiali inerti granulari naturali


Luigi Fanizzi - Ecoacque srl Giovinazzo @ info@ecoacque.it

La filtrazione in volume, ossia la rimozione di solidi sospesi in un liquido, operata utilizzando un mezzo poroso (inerti granulari), un processo naturale che avviene allinterno del mezzo stesso e consente di separare dallacqua una grande variet di sostanze indesiderabili e/o nocive e di ottenere molteplici utili effetti (vedi Tabella 1). In ogni caso, il primo fondamentale obiettivo il raggiungimento della limpidezza che la caratteristica pi immediatamente riconducibile al concetto di separazione, insieme alla rimozione di altri parametri estetici (colore, odore, eccetera). Conseguenza di questo obiettivo che, insieme alle sostanze inorganiche, presenti nellacqua, vengono rimosse anche altre sostanze organiche sospese, soprattutto microrganismi. Le equazioni di base che regolano i meccanismi della filtrazione si fondano sulle seguenti assunzioni (L. Coccagna ed Al., 2005): Il volume dei solidi sospesi rimossi (c. d. deposito specifico q) uguale al volume dei solidi depositati ed accumulati nel letto filtrante; La rimozione dei solidi sospesi lungo la profondit del letto proporzionale alla concentrazione dei solidi in sospensione presenti nellacqua attraverso un fattore di proporzionalit denominato coefficiente del filtro (), che rappresenta la geometria (a variabilit temporale) del filtro stesso; Il coefficiente del filtro, per un qualsiasi strato, tende ad aumentare poich aumenta lintasamento; I cambiamenti di porosit (n), provocati dai solidi sospesi depositati ed accumulati, influenzano il grado di rimozione dei solidi sospesi lungo la profondit del letto, fino al punto in cui si ha il break-through cio la comparsa di torbidit nel filtrato o limpaccamento totale del filtro (vedi Figura 1);
TRATTAMENTO Filtrazione in volume su mezzi inerti granulari naturali.

Lefficienza del filtro dipende dallarea superficiale disponibile per raccogliere le particelle e dalla velocit di attraversamento dellacqua, questa ultima definita come rapporto tra la portata idraulica (Q) e la superficie orizzontale del letto filtrante (S).

Un mezzo poroso esplica azione di filtrazione in volume, nei riguardi dei solidi sospesi contenuti allinterno di un liquido, nel senso che pu produrre, con meccanismi diversi, la loro rimozione dalla corrente fluida. I meccanismi alla base del fenomeno assumono importanza relativa diversa in funzione, essenzialmente, delle dimensioni e della densit dei solidi da rimuovere. La filtrazione in volume sostanzialmente costituita da tre meccanismi: Il trasporto; Lattacco; Il distacco. Il meccanismo di trasporto, a sua volta, influenzato dallinterazione di cinque forze: Gravitazionale - sedimentazione con velocit dipendente dalla dimensione e dal peso specifico dei solidi sospesi nel fluido; Inerziale - tendenzialit al proseguimento del moto rettilineo uniforme per effetto della massa inerziale posseduta dalle particelle sospese, a cambiamenti direzionali delle linee di flusso; Idrodinamica - moto di rotazione, impresso per gradiente di velocit allinterno dei meati, che tende ad avvicinare le particelle sospese nel fluido ai granuli del mezzo filtrante (Figura 2); Elettrostatica - modificazione della posizione relativa fra le particelle solide sospese; Diffusionale - energia termica di moto, c.d. Browniano, posseduta dalle molecole del fluido.
EFFETTI

Rimozione di solidi sospesi (inorganici ed organici); Precipitazione e rimozione di Ferro e Manganese; Possibilit di correzione pH-metrica di acque acide; Possibilit di aumento della mineralizzazione di acque a basso contenuto salino; Possibilit di adsorbimento e flocco-coagulazione in linea.

Tabella 1 Effetti ottenibili con filtrazione in volume, operata su mezzi granulari inerti.

Da un punto di vista operativo, risulta estremamente difficile valutare limportanza relativa delle diverse forze; in ogni caso, si pu affermare che per diametri estremamente piccoli (< 1 m), il meccanismo di rimozione pi importante la diffusione, mentre per particelle di diametro maggiore ruolo determinante lo assume il meccanismo di stacciatura ossia la semplice occlusione dei pori (tale intercettazione interviene

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Figura 3 - Efficienza di rimozione, delle sostanze sospese, in funzione delle dimensioni dei grani filtranti.

Figura 1 Andamento della torbidit dellacqua, durante un tipico ciclo di filtrazione.

quando il raggio della particella da rimuovere risulta superiore alla distanza tra la superficie del granulo di materiale filtrante e la linea di flusso relativa alla particella sospesa; vedi Figura 2).

Questi ultimi due fenomeni sono, evidentemente, quelli che determinano il break-through, ma sono anche quelli che, soprattutto, vengono sfruttati nella fase di lavaggio del filtro. Laumento di velocit dellacqua, infatti, incrementa la forza di taglio mentre la fluidificazione del letto (c.d. condizione di loose), pure ottenuta con laumento di velocit ed eventualmente anche con linsufflazione daria compressa, favorisce e massimizza lo scontro tra i granuli del materiale inerte filtrante, ricoperti della sporcizia stacciata. Nella Figura 4 laumento lineare di perdita di carico evidenzia che, in condizioni normali, il flusso dellacqua attraverso il filtro laminare.

Figura 2 - Interazioni: A) di stacciatura e B) idrodinamiche, nei meati del filtro.

La combinazione delle cinque forze rende conto, inoltre, di una comune constatazione sperimentale ossia dellesistenza di un minimo defficienza filtrativa, per particelle di dimensioni di circa 2 m 4 m (vedi Figura 3). Questo minimo determinato, come gi evidenziato, dalla prevalenza delle forze di diffusione per le particelle pi piccole (laumento del moto disordinato rende pi probabile la loro collisione con la superficie dei granuli filtranti) e delle forze gravitazionali per quelle di dimensioni maggiori. Il meccanismo dattacco, invece, alquanto pi complesso, in quanto fortemente modificabile mediante un condizionamento chimico di coagulazione e flocculazione (modifica delle dimensioni del fiocco e variazione temporale della fase dintasamento ). Le forze di attacco, infatti, sono prevalentemente di natura chemio-fisica e comprendono le forze di Van der Waals, interazioni elettrocinetiche superficiali e di adsorbimento. Infine il meccanismo del distacco essenzialmente descritto mediante (L. Coccagna ed Al., 2005): Effetto valanga (c.d. avalanche effect), cio particelle gi trattenute dal mezzo filtrante sono rimosse a causa della collisione contro di esse di altre particelle; Forza di taglio (c.d. shear force) che consiste nellaumento della velocit dellacqua attraverso gli spazi interstiziali, a mano a mano che questi diminuiscono di dimensione e, quindi, nellasportazione dello sporco precedentemente trattenuto.

Figura 4 Profilo delle perdite di carico, durante un tipico ciclo di filtrazione.

Riguardo alle varie tipologie costruttive ed operative dei filtri, si possono avere diverse classificazioni. Di seguito se ne elencano le pi diffuse: Numero degli strati filtranti - Un filtro pu essere costituito da un solo strato filtrante (monostrato), da due (bistrato o dualmedia) o pi strati (multi o pluristrato); Forza di spinta - Un filtro pu operare graviticamente oppure in pressione; Direzione del flusso - Nella maggior parte dei casi, il flusso dellacqua in servizio diretto dallalto verso il basso (equicorrente o in corrente); Velocit di filtrazione - La velocit di filtrazione influenza non solo il rendimento, ma anche lo stesso meccanismo di filtrazione, posto che il contenuto in solidi sospesi totali sia relativamente basso; Filtri rapidi - Si tratta di filtri monostrato a sabbia in cui la velocit dellordine di 5 m/h 15 m/h; Filtri ultrarapidi - Si tratta, in genere, di filtri bi/multistrato in cui la velocit pu anche superare i 20 m/h;

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t = tempo, misurato dallinizio dellesercizio del trattamento di filtrazione (c.d. tempo di servizio); = resistenza del mezzo filtrante (c.d. coefficiente del filtro). Dallanalisi della relazione di bilancio materiale dellIwasaki, si pu osservare come la differenza di massa tra ingresso ed uscita del filtro, sia dovuta a due contributi: luno che tiene conto del deposito sul mezzo filtrante granulare (c.d. guscio esterno), laltro dellaccumulo nella porosit del mezzo stesso. Altre informazioni, riguardanti il comportamento del filtro sono: La rimozione dei solidi sospesi tanto minore quanto maggiore la porosit del mezzo filtrante (essendo, sempre, n < 1,0). In altre parole, quanto pi fine il mezzo filtrante granulare, tanto migliore la sua capacit di filtrazione. Nei filtri vengono trattenute, infatti, particelle di grandezza inferiore a quella degli spazi vuoti e ci perch leffetto filtrazione si basa non soltanto su una stacciatura tridimensionale (s. volumica) ma anche su un concomitante assorbimento capillare (V. Sarno ed Al., 1983). Gli interstizi del letto si ostruiscono progressivamente. Le particelle della sospensione superano lo strato intasato ed occupano quello immediatamente successivo (lo strato dintasamento si sposta progressivamente nel senso del flusso; vedi Figura 1); Laumento del deposito specifico (q) modifica la geometria dei meati, in quanto come se si formasse, nel filtro, uno strato filtrante pi fine a mano a mano che lesercizio del trattamento di filtrazione procede (tale accumulo sempre minore procedendo dallalto della superficie del letto filtrante, verso il basso dello stesso); Il deposito specifico q, molto maggiore negli strati pi superficiali e, per effetto dellaccumulo, istante per istante, la porosit degli stessi tende a diminuire dallalto verso il basso del letto filtrante, con un conseguente aumento della capacit di ritenzione. Inoltre, in base a quanto evidenziato, sulloperativit dei filtri si possono effettuare le due seguenti osservazioni (L. Coccagna ed Al., 2005): Qualsiasi letto filtrante, a seguito di un controlavaggio che lo fluidifica (condizione di loose), subisce inevitabilmente una ristratificazione con le particelle pi fini che vanno a posizionarsi alla superficie del letto formando uno strato a minor porosit che accentua il problema sopra esposto a causa della
TIPO DINTERVALLO GRANULOMETRICO 0,4 mm 1,2 mm 1,0 mm 2,0 mm 2,0 mm 4,0 mm 0,5 mm 1,0 mm 1,0 mm 2,0 mm 2,0 mm 4,0 mm 0,5 mm 1,5 mm 1,5 mm 3,0 mm 3,0 mm 4,0 mm IMPIEGHI USUALI Filtri monostrato Filtri bi/multistrato Sottoletto

Sagoma e materiale costruttivo - Si possono avere filtri circolari o quadrati, in acciaio o in materiale plastico, aperti (c.d. gravitimetrici) o chiusi (c.d. in pressione); Portata costante - Nei filtri gravitimetrici il mantenimento di una portata costante si pu ottenere consentendo laumento del livello dacqua sopra la superficie del letto. Nei filtri in pressione la conservazione della portata costante relativamente semplice sia perch una perdita di carico fino a 0,5 bar (50,66 kPa 5 m c.a.) determina una caduta di portata, in esercizio, non superiore al 10% della portata iniziale e sia perch, spesso, per conseguire tale condizione, viene installato, in aggiunta, un secondo filtro in parallelo (L. Coccagna ed Al., 2005). Nelle Tabelle 2 e 3, sono sintetizzati gli utilizzi pi comuni e le peculiarit costruttive ed applicative dei filtri mono e multistrato. Il processo di filtrazione in volume pu essere analizzato attraverso relazioni che descrivono il fenomeno di ritenzione dei solidi da parte del letto filtrante e la conseguente variazione delle perdite di carico allinterno del mezzo poroso. In tal modo si ottengono informazioni sulla quantit di particelle rimosse, sulla loro distribuzione lungo lintera altezza del letto filtrante, sulle caratteristiche dei mezzi porosi da impiegarsi ed ancora sui carichi necessari affinch il processo abbia luogo (P. Sirini, 2002). Dal punto di vista analitico, pu essere ricavata una prima equazione, detta di continuit, a mezzo di un bilancio di materia eseguito su un volume elementare di letto filtrante (T. Iwasaki, 1937): Q C = S q n q x t t

C = (1 n) q ossia (K.J. Ives, 1964) C = C x v t x dove: C = concentrazione della sospensione nellacqua in trattamento; x = distanza tra la superficie del filtro ed un dato punto del letto filtrante; n = porosit del mezzo filtrante; v = velocit trasversale attraverso il filtro (pari al rapporto tra portata e superficie ossia Q/S); q = volume dei solidi depositati nel letto filtrante (c. d. deposito specifico),
MATERIALE FILTRANTE CARATTERISTICHE PRINCIPALI n = 0,40 a = 1.600,00 Kgm-3 = 0,80 u = d60/d10 1,50 n = 0,60 a = 400,00 Kgm-3 = 0,75 u = d60/d10 1,50 n = 0,50 a = 800,00 Kgm-3 = 0,70 u = d60/d10 1,70

Sabbia/ Graniglia silicea

Pomice

Filtri monostrato Filtri multistrato Sottoletto

Carbone antracitico

Filtri monostrato Filtri bi/multistrato Sottoletto

Tabella 2 Minerali inerti granulari naturali di pi comune utilizzo e loro specifico impiego.

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maggiore capacit ritentiva degli strati pi superficiali. Nei filtri multistrato il mantenimento della stratigrafia granulometrica ottenuto utilizzando minerali a diverso peso specifico cosicch il minerale di taglia pi piccola e densit pi elevata, come ad esempio la graniglia silicea o quarzite ( SiO2 > 95 % e Al2O3 > 2,5%), pu stratificarsi sul fondo e quello meno denso ma di taglia pi grossa, come ad esempio il carbone antracitico (Carbonio fisso > 75% e Ceneri < 20%), pu stratificarsi alla superficie; Il maggior accumulo di sedimenti, negli strati superficiali del filtro, dovuto, come visto, al fatto che non solo questi lavorano maggiormente ma, temporalmente, tendono a lavorare sempre di pi. E quindi necessario disporre di una porosit decrescente dallalto verso il basso del letto filtrante (dualmedia), nel verso del flusso della corrente dacqua (capacit ritentiva crescente). I maggiori vantaggi sono attribuibili, quindi, ai filtri bistrato rispetto ai monostrato. Meno vantaggi sono, invece, ascrivibili ai filtri trimedia o pluristrato. nellinfluente relativamente bassa) e che la quantit di solidi presenti nellunit di volume di letto filtrante sia sensibilmente inferiore alla quantit massima di solidi depositati nella medesima unit di volume, per la descrizione analitica della summenzionata curva normalizzata, per filtri monostrato in pressione con riempimento granulare inerte siliceo (sabbia/d10 1 mm), in mancanza di dati diretti, pu semplificatamente assumersi: C(x)/C0 = 1,00 per xi = 0 cm (quota sommitale del filtro) C(x)/C0 ___1___ per xi > 0 cm e con b = 0,30 xi b La determinazione delle perdite di carico, attraverso un mezzo filtrante, si esegue considerando che le stesse risultano dalla somma di due contributi: (1) un primo contributo relativo alle condizioni di funzionamento a filtro pulito (letto filtrante non contenente solidi); (2) un secondo conseguente al deposito di solidi nel filtro durante il tempo desercizio dello stesso. Il primo addendo (espresso in m c.a.), risulta essere una funzione delle caratteristiche del mezzo filtrante e del fluido, nonch delle condizioni idrauliche al contorno, che determinano il valore della portata filtrante. Partendo da queste considerazioni, stata ricavata la relazione di Rose-Kozeny (G. M. Fair ed Al., 1968): ove H0 = (1,068/) CD (1/n4) (H/d) (v2/g) CD = (24/Re) + (3/Re0,5) + 0,34 il coefficiente di resistenza o fattore dattrito ed Re il numero
FILTRO MULTISTRATO Carbone antracitico/Pomice: d10 = 1,6 mm; Sabbia/Graniglia silicea: d10 = 0,8 mm; 0,8 0,5 0,2 0,1 m m m m (< 1,5 m): c. antracitico/pomice sabbia graniglia silicea

La risoluzione dellequazione di continuit richiede la determinazione della funzione C/x. Attraverso osservazioni sperimentali, stato possibile constatare che, l dove si era assunto quale principale meccanismo di rimozione la stacciatura meccanica tridimensionale, il gradiente della concentrazione di solidi allinterno del fluido lungo laltezza del letto del filtro pu essere posto in funzione del deposito specifico q(t). Si osservato che il gradiente di concentrazione lungo laltezza del mezzo filtrante varia in genere nel tempo; nellipotesi semplificativa che la curva C(x) normalizzata rispetto alla concentrazione iniziale C0 non vari in modo significativo nel tempo (concentrazione di solidi sospesi
TIPOLOGIA COSTRUTTIVA

FILTRO MONOSTRATO Sabbia/Graniglia s./Pomice: d10 = 1,0 mm

Minerale filtrante

Profondit del letto

Filtri gravitimetrici: 1,0 m 1,5 m Filtri in pressione: 1,5 m 2,5 m 5,0 m/h 15,0 m/h Post-sedimentazione Post-flocco-coagulazione 10 mgSST/L 25 mgSST/L Legata ai processi sedimentativi ovvero flocco-coagulativi di monte Acqua/Acqua ed aria 15 kPa 30 kPa

Velocit di filtrazione Utilizzo tipico Carico massimo di solidi sospesi totali

15,0 m/h 20,0 m/h Filtrazione diretta (flocco-coagulazione in linea) 100 mgSST/L 200 mgSST/L Utilizzabile direttamente nei processi chimici e chemio-fisici di adsorbimento Acqua 40 kPa 80 kPa

Versatilit

Lavaggio Massima perdita di carico ammissibile

Tabella 3 Differenze costruttive ed operative tra filtri mono e multistrato.

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Re = v d/ to considerato (generalmente vengono considerati uguali straterelli discreti, di 5 cm per volta). I valori di C1 e C2, per ciascuno strato, si calcolano, invece, conoscendo la funzione della curva normalizzata C(x)/C0, in funzione della profondit; per cui sul primo strato, pu scriversi: C1 = C0 C2 = [C(x)/C0] C0 (1/xi0,3) C0 i risultati ottenuti, per i singoli strati, per comodit di calcolo, sono riportati in tabella (vedi Tabella 4). La perdita di carico totale, espressa in m .c.a., data dalla somma di tutte le perdite incontrate su tutta laltezza del filtro (calcolate strato per strato) pi quelle dovute al filtro pulito, ossia: HT = H0 + i Hi(t) Le altezze dei letti filtranti (in metri), sono determinate secondo le formule lineari di G. Rossetti (mod. 1996): Hmonostrato = 0,50 + 0,135 v Hdualmedia = 0,50 + 0,050 v con v espressa in metri orari (velocit di filtrazione). Leffetto filtrante o capacit di filtrazione, si calcola secondo la formula di A. Hazen (1910): dp = 0,01 (dg v)0,5 dove: dp = diametro ideale, in mm, delle particelle separate per filtrazione; dg = diametro del materiale granulare filtrante, in mm; v = velocit di filtrazione, in m/h. Come risulta dalla precedente formula, uno dei fattori determinanti per leffetto filtrazione la velocit lineare (G. Rossetti, 1996). Durante la fase di filtrazione, alla quale segue il necessario ripristino della massa filtrante, il filtro accumula sostanze sospese, la cui quantit risulta funzione della natura delle stesse (vedi Tabella 5). La potenzialit ciclica, per il filtro, pu essere, infine, calcolata con la seguente formula (G. Rossetti, 1996): QC = VF Ass (Ce Cu)

di Reynolds:

con v = velocit di filtrazione (imposta) o c.d. carico idraulico superficiale, espresso in Darcy (m/s); d = diametro medio del granulo filtrante, espresso in metri (m); n = porosit del mezzo filtrante (%); H = altezza complessiva del letto filtrante, espressa in metri (m); g = accelerazione gravitimetrica (costante fisica notoriamente pari a 9,81 m/s2); = fattore di forma o c.d. coefficiente di sfericit (numero puro = 1,0 per granuli perfettamente sferici); = viscosit cinematica del fluido (per lacqua, a 20 C, il valore pari a 1,003 10-6 m2/s). Il secondo termine, della relazione delle perdite di carico, deve essere relazionato necessariamente alla concentrazione in solidi sospesi del fluido ed alla entit spazio-temporale della rimozione di solidi dallunit di volume nel letto filtrante. Da un punto di vista operativo, per il calcolo della perdita di carico sullo strato iesimo Hi (espressa in m c.a.), al prefissato tempo desercizio t (espresso in ore), si usa la relazione di G. Fair J. Geyer (1954): Hi(t) = 0,005 qi2,15(t) ove qi(t) la quantit di solidi depositatisi sullo strato i-esimo (espressa in mgSST/cm3) al tempo di filtrazione t (h), a partire dal tempo t = 0 h, e si calcola con lespressione: qi(t) = v (C1 C2) t/x ove v la velocit di filtrazione espressa in L/cm2 h (10 m3/m2h 1 L/cm2 h), x lo spessore dello strato considerato (espresso in centimetri); C1 e C2, sono le rispettive concentrazioni (in mgSST/L), nellaffluente e nelleffluente dello straStrati (cm) Profondit xi C (x)/Co (cm) 0 5 10 15 20 25 30 35 40 45 50 55 60 65 70 75 80 1,00 0,62 0,50 0,44 0,41 0,38 0,36 0,34 0,33 0,32 0,31 0,30 0,29 0,29 0,29 0,29 0,29 C1 (mgSST/L) 20,00 20,00 12,34 10,02 8,88 8,14 7,61 7,21 6,88 6,61 6,38 6,18 6,01 5,80 5,80 5,80 5,80 C2 (mgSST/L)

C1 C2 q1 (12h) Hi (12 h) (mgSST/L) (mgSST/cm3) (m c.a.)

05 5 10 10 15 15 20 20 25 25 30 30 35 35 40 40 45 45 50 50 55 55 60 60 65 65 70 70 75 75 80

12,34 10,02 8,88 8,14 7,61 7,21 6,88 6,61 6,38 6,18 6,01 5,80 5,80 5,80 5,80 5,80

7,66 2,32 1,15 0,73 0,53 0,41 0,33 0,27 0,23 0,20 0,17 0,21 0,00 0,00 0,00 0,00

18,38 5,56 2,76 1,76 1,27 0,97 0,78 0,65 0,55 0,48 0,42 0,51 0,00 0,00 0,00 0,00 Hi (12 h)

2,61 0,20 0,04 0,02 0,01 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00 2.88

Tabella 4 Andamento della quantit di solidi depositatisi qi nel mezzo inerte granulare, lungo laltezza del filtro, in funzione dei parametri t (= 12 h), x (= 5 cm) e v (= 1 L cm-2 h-1).

dove : QC = quantit filtrata, per ciclo, espressa in m3; Ass = accumulo sostanze filtrabili, in Kg/m3 di massa filtrante; VF = volume di massa filtrante, espressa in m3;

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scinati fuori dal filtro dopo il lavaggio. La loro crescita perFiocchi colloidali 1,5 Kg/m3 2,0 Kg/m3 ci continua, ciclo di filtrazioSolidi sospesi in acqua 3,0 Kg/m3 5,5 Kg/m3 ne dopo ciclo di filtrazione, e Carbonato di calcio 4,0 Kg/m3 5,0 Kg/m3 durante ciascun lavaggio tendono a penetrare sempre pi in profondit nel letto proprio a Tabella 5 Accumulo approssimativo di sostanze secche Ass, espresso in chili per metro cubo di massa causa del loro incremento filtrante (mod. G. Rossetti, 1996). dimensionale ed al conseguente aumento della velocit di preciCe = sostanze da separare, in ingresso al filtro, in Kg/m3 dacqua; pitazione. In termini di prevenzione, soprattutto nel caso di filtri Cu = sostanze residue, in uscita dal filtro, in Kg/m3 dacqua. chiusi in pressione, raccomandato di non eccedere nelle perdite di carico consentite in servizio, per evitare uneccessiva compattaIl rapporto: zione del cake superficiale. Per i filtri monostrato il sistema di = Ce Cu lavaggio pi comune quello realizzato con acqua e aria, immesCe se insieme o separatamente. Limmissione contemporanea richie definito rendimento percentuale del filtro mentre, con lovvio de che il materiale filtrante abbia densit e dimensioni tali da consignificato dei simboli, il rapporto (K. J. Ives, 1964): sentire il trascinamento fuori dai filtri per effetto delle bollicine daria che aderendo alla superficie dei granuli, ne diminuiscono la Ss = 6 (1 n) densit apparente. Al fine di limitare i rischi associati a rivolgid menti del sottoletto necessario effettuare unoculata scelta dello stesso o preferire un lavaggio con sola acqua ovvero con acqua e definito superficie specifica del supporto inerte granulare aria separatamente. Per limmissione separata occorre drenare (cm2/cm3). lacqua dal filtro fino a circa 0,20 m 0,30 m al di sotto della La torbidit inorganica quella che pi comunemente causa la superficie, onde evitare che, a causa del ribollimento dellacqua, formazione dei depositi sul granulo. Come gi evidenziato, que- dovuto allaria, parte del minerale finisca nelle canalette di racsto guscio di sporco viene eliminato sotto leffetto concomitante colta dellacqua trattata dei filtri a gravit o nellanaloga pipa dei delle forze di taglio (velocit dellacqua) e delleffetto valanga (col- filtri in pressione (L. Coccagna ed Al., 2005). In taluni casi sinilisione intergranulare). zia con un breve e poco intenso lavaggio con sola acqua, quanto Siccome questultimo assai pi efficace, si tende a limitare la basta per far rigonfiare il letto compattato dalla precedente perdiportata del lavaggio a valori di subfluidificazione (subloose), inten- ta di carico. Successivamente si procede con limmissione di aria dendo con questo termine, la possibilit per ciascun granulo di (le tubazioni di distribuzione di aria ed acqua possono coincidemuoversi, sotto la spinta dellacqua, abbastanza liberamente, re od essere separate) ad una portata specifica che pu arrivare risultando tuttavia sempre ostacolato nel suo movimento dagli fino a 60 m3/ora per m2 di superficie per una durata di qualche altri granuli adiacenti, cos da risultare in continuo rotolamento minuto (2 5 minuti). Infine si effettua il lavaggio di preservizio da un lato ed in collisione dallaltro. Questo risultato viene comu- con sola acqua, alla portata di progetto (v = 30 m/h). nemente garantito con unespansione di circa il 20% del letto del filtro (vedi realizzazione impiantistica di Figura 5; ECOAC- Bibliografia QUE, 2006). Nel caso di lavaggio di carboni attivi granulari (c.d. CAG; ga = 500,00 Kg m-3), lespansione richiesta in genere [1] [1] A. Hazen (1910), The filtration of public water supplies, pi elevata (anche fino al 50%), in quanto questo minerale non Ed. J. Wiley & Sons, Inc., New York; ha la funzione di trattenere particelle in sospensione (ad esso, [2] T. Iwasaki (1937), Some notes on sand filtration, Ed. J. Am. infatti, essendo demandato Water Works Ass., USA; ladsorbimento, la sporcizia [3] G. Fair ed Al. (1968), Water and wastewater Engineering, trattenuta dovrebbe essere poca Ed. J. Wiley & S., Inc., New York; e di bassa densit) ed in quanto [4] G. Fair e J. C. Geyer (1954), Water supply and waste water si preferisce privilegiare la forza disposal, Ed. J. Wiley and Sons, Inc. New York; di taglio rispetto alle collisioni, [5] K. J. Ives (1964), Filtration Fact and fiction, Effluent and che comporterebbero anche un Water Treatment Manual, II Ed., Ed. Thunderbird Enterconsumo del carbone a causa prises, London; degli attriti (L. Cuccagna ed [6] V. Sarno e L. Federiconi (1983), Il trattamento delle acque Al., 2005). Assai pi delicato per usi vari, Ed. Hoepli, Milano; il problema del deposito super- [7] G. Rossetti (1996), Manuale Rossetti sul trattamento delle ficiale, la cui eccessiva compatacque, II Ed., Ed. Maggioli, Rimini; tezza pu causare il fenomeno [8] V. Petrone (2000), Lindustria chimica, II Edizione, Ed. denominato delle mud balls. Siderea, Roma; Esse si formano a partire da [9] P. Sirini (2002), Ingegneria sanitaria-ambientale, Ed. depositi superficiali non comMcGraw-Hill. Milano; pletamente disgregati e non tra- [10]L. Coccagna e C. Lasagna (2005), I materiali filtranti granulari, Collana Fondazione AMGA, Ed. Franco Angeli, Figura 5 Fitro a sabbia VTR con valvola a 6 vie. Milano.
SOSTANZE DA SEPARARE FILTRI MONOSTRATO FILTRI DUALMEDIA

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