Beruflich Dokumente
Kultur Dokumente
SUI
LONGOBARDI
"'
ORIGINI
CARATTERI
ORIGINALI
Longobardi
o Langobardi - secondo
tradizioni
leggende
narrate
da
Warnefrido
gotiche
reminescenze
classiche,
si
sarebbero
chiamati
originariamente
Winnili
avrebbero
assunto
nome ab
dopo
che
longibarba ti
/f^\
li aveva chiamati
il dio Wotan,
scambiandoli con
le
loro
donne
moglie
del
Dio,
capelli di sciolti.
L'etimolog ia
in
relaz ione
appunto
Altri,
invece,
vorrebbe derivato
il nome
meno
attendibilmente,
da
lange
le
loro
sedi
orig inarie,
oscuree
discusse
di
Paolo Diacono,
Ma
si
ha
agione di
come
lo
entrati
nella
leggenda
sulle
qual i,
nobilitarsi
alquanto,
Longobardi
avrebbero ricalcato
la
Invece
le
ricerche
glottologiche,
confermate
da
affinita'di
costumi,
corrispondenza
di
istituzioni
giuridiche
politiche,
fanno
appartenere
i Longobardi
ai
Germani occidentali,
ascrivendoli
al
gruppo
ingavonico
insieme ai Frisi,
agli
Angli,
ai Sassoni.
Le
loro
sedi
pi'
antich,
dove
cominciarono
differenziarsi
dagli
altri
popoli
di
comune origine,
sarebbero state le
regioni
del
basso
Elba;
Bardengau,
nome
di
territorio,
ed
in
Bardowick,
nome
di
antica
citta'
presso
l'attuale Lunenberg,
traccia dell'
antica dimora.
da Tiberio nel
5 d.C,
passati
sotto i Marcomanni,
Arminio,
re
dei
Cheruschi.
Nel
dare aiuto
al
nipote
di
Arminio
cacciato
dal
trono. Nel
165, molti di
essi,
con
altri
popoli,
fanno una
incursione in Pannonia:
al lontanati
dei
Odoacre.
iamo
cosi*
secolo V,
quando
ormai
la
storia
dei
Gudeoc succedono, di
il
figlio
Tatone,
so tto cui
una
vasta
pianura,
campi patentes:
che
Quivi,
partiti
i Goti,
acquistano
un
Eruli,
Svevi,
i Bizantini
con
i TUringi e di
re
dei
Goti,
Vitige.
Vac one,
nipote e successore di
Tatone,
e'
il
pi'
potente
re
longobardo
di
questo periodo,
che,
con
la
vittoria
sugli
storia.
Le
Turingi,
dei Gepidi,
mostrano
il nome longobardo
largamente conosciuto,
rispettato,
temuto. Dopo di
lui,
il figli
Waltari;
p i, Audoin,
col quale,
del
sec.
VI,
i Longobardi passarono
in Pannonia,
stanziandovisi come
federati
del 1'Impero
Loro
compito
arginare
l'avanzata
dei
Gepidi,
estesisi,
dopo
la
morte
di
Attila,
dalla
Theiss
al
corso
popoli
finitimi pi'
potenti.
Dopo di
allora le fonti
classiche
tacciono.
Paolo
Diacono,
tradizionali
non
prive di
va lore storico -
il ricordo,
se non altro,
della
grande
instabi1 ita
di
questo
popolo,
costretto
continue
inospitali - ci narra
che
i
."jP^v
Longobardi
dalla
Scandinavia
passano
in
Scoringa
(paese
rivierasco)
li
sconfiggono,
trasportandosi
in seguito
dove
Assipidi,
che
pera'
sono vinti,
e poi
in Golanda (Yolaida,
la
sconfinata
steppa),
donde
passano
ad
abitare
distretti
di
Anthaib,
Bantahaib
/WS
e Vurgundaib
Burgundi).
Di
qui
riprendono,
la
di
qua'
di
un fiume,
difeso
dalle
Amazzoni.
sconfitti
dai
Bulgari,
che poi
di
Gudeoc,
loro re,
i longobardi
passano
ad
occupare
la
terra
dei
Rugi,
poco prima
vinti
dispersi
da
infer iore
della
Sava.
Sostennero fiere
lotte
con
Gepidi,
quando
Audoin, si
alleo'
al
popolo turco
degli
Gepidi,
assaliti
su
in una sanguinosa
battaglia
dai
Longobardi;
sua
figlia
tratta
Lomgobardi
fu
fatale
alle
sorti
del
germanesimo
nell'Europa
danubiana
carpatica,
poich'
senza
dare
maggiore
stabilita'
ai Longobardi nella
Pannonia.
Infatti,
inorgogliti
mite
clima,
dalle
terre fertili,
dalle deboli
condizioni
politiche
dell'Italia,
Avari,
che
certo e*
che,
i Gepidi,
i Longobardi
venire
in
Italia.
Da
tutto
quello
che
sappiamo
dei
Longobardi,
si
pu'
con
sicurezza
tra i
popoli
germanici,
dei
pi'
primitiva.
Le
frequenti
migrazioni,
il
perenne stato di
guerra,
come
avevano
mantenuto
costumi
rozzi e violenti,
cosi'
avevano
impedito
lo
sviluppo
organizzazione
civile.
Ila
pari
delle
altre
popolazioni
germaniche,
da
principio
sotto
la
guida
di qualche capo,
condottiero
in guerra,
giudice
in
pace
agli
scarsi bisogni di
un popolo pressoch'
nomade.
Alle
forme
monarchiche,
espressione di
una volont'
unita nella
tutela
di
interessi
omuni,
principio di
pare
siano venuti
capi
trat ti
dall'esempio degli
altri popoli.
Comunque quando
i Longobardi vennero
al
contatt o
di
popoli
pi'
progrediti,
in
gran
parte
gi'
guadagnati
al
cristianesimo,
e dello stesso
impero di
Bisanzio,
dovevano
aver
fatto
notevoli
passi
sulla
via
della
loro
organizzaz)
one
politica
e militare,
in
Italia
Longobardi
sentirono
alta
civilt'
dei
vinti
dei
pi*
sviluppati
ordinamenti
dei
popoli
confinanti,
il carattere
della
loro
penetrato
in
Italia,
differenza
dei
barbari
precedenti,
senza
alcun
vincolo
con
l'impero,
verso
vinti
(i1
traditum
le
loro
istituzioniL
dalla
civilt'
loro,
Longobardi restarono
un
polo
profondamente
germanico
0^i
germanica
e furono,
cosi',
il principale veicolo
dell'influenza
in Italia.
carattere
di
conquistatori
segno*
un netto
distacco
fra
Lomgobardi
armati,
ma
poco numerosi e
incolti,
e gli
italiani,
vinti,
ma
costituenti
rimasti
in possesso delle
loro
leggi ,
della
loro
religione,
degli
avanzi
della
loro
cultura.
Questo
distacco
non impedi'
una
fusione
tra
due
popoli,
ma permise ai
vinti di
di
dare
i vincitori
pi'
di
ORGANIZZAZIONE POLITICA,
AMMINISTRATIVA,
MILITARE
Per
i Longobardi,
e virtualmente non
cessa
mai di
essere,
l'unione di
tutti
armi,
la
cui
volont'
si
fonte
di
tutti
i poteri,
Anche quando,
per
l'irrobustirsi del
potere regio,
da una
parte,
per
le crescenti difficolta'
del
loro
funzionamento,
dall'altra,
il
valore
politico
di
tali
assemblee
va
scadendo
ed
esse
si
trasformano
in
adunanze
di
alti
dignitari,
convocate
e presiedute dal
re,
mentre
il
popolo
vi
assiste
solo pr forma;
sono
mai
soppresse.
Anzi
liberi
non
possono
essere
cui
hanno
consentito,
restano
sempre in possesso,
virtuale almeno,
della
somma
della
pubblica potest'.
Quindi
la
corona
e',
perci',
elettiva.
molte
volte
un fatto,
e1
stato
rispettato
qualche
vincolo di
sangue,
ma non e'
mai
stata
un
diritto,
o perlomeno,
se
le mani
di
pochi
potenti,
acclamato
dalla assemblea,
cosi'
Tuttavia
re
longobardi
presto
mostrarono
la
tendenza
ad
assumere
le
forme ed
i caratteri
dell'assolutismo
romano,
Li
aiuto'
/$fPN
in questo
lo
potere sovrano;
pi'
ancora
dovette
influire il
di
fronte
vinti,
avevano di
sovrani
impostisi
con pienezza di
conquista.
Il
primo e pi'
re e'
che
e*
la
cui
sovranit'
e'
essenzialmente rivolta al
conseguimento
dei
fini
per
quali
e'
necessario l'impiego
delle
armi,
perci',
contrastata in pace.
Con
tutto
ci'
la
monarchia,
pure
lottando
con
le
forze
decentratrici,
ha
raccolto
in Italia tutti
poteri:
il
re
comanda l'esercito,
in
occasione
dell'annuale
solito
nel
mese
di
marzo,
le assemblee che
sono
in
origine
l'esercito
con
azione
sempre
pi'
prevalente
che
gli
da',
quindi,la
direzione
del
e'
capo
del
potere
gravi e
nei
casi di
denegata giustizia;
patrocinio,
tutte
le
persone
deboli,
povere,
delle
armi,
che
manchino
di
un loro naturale e
legittimo
mundoaldo;
presiede
regno.
re
longobardi
non
abbandonano
il
costume
germanico
di
circondarsi
di
gasindii,
fideles;
ne
fanno
anzi
una
di
una
particolare
defensio
regia,
che si precisa in un
guidrigildo
superiore
il re trae gli
ufficiali
della sua corte i quali, con l'allargamento del potere del re, si
sono
trasformati
in alti
funzionari
dello
stato.
La
il carattere
di
un'amministrazione
centrale,
imperiale,
del
10
palatium.
capitale.
Questa,
pur
contrastata
di
re
longobardi, e'
Ticinum,
Pavia.
L'amministrazione
pure
del
suo
originario
suo
adattamento
alle
istituzioni
romane.
Il
longobardi si basava,
in
origine,
sulla
una serie di
raggruppamenti
familiari
(fare)
riuniti
fra
di
loro
in
modo
da
formare
unita'
sempre
maggiori,
anche con
il
concorso
degli
uomini
assemblee,
funzioni
giudiziarie
e civili.
Venuti
sedi,
Longobardi
si
trovarono
costretti
ad adottare
un
sistema
di
p\
circoscrizioni
territoriali,
che
furono
quelle
della
amministrazione
romana:
ma
le
civitates,
coi
loro municipia,
vici e pagi,
gi'
pi'
autonome,
pi'
intimamente
pi*
resistenti.
Ed
esse servirono
di
base
alle
nuove circoscrizioni
territoriali
dei
ducati
(gau,
districtus,
iudiciaria).
Alla loro
testa
stavano
11
degli
ufficiali,
latinamente
detti
duces,
anche
iudices
(ignoriamo
il
vero
originario titolo),
provvist,
per
quella
inscindibilit'
di
poteri
propri
degli
stati
primitivi,
di
autorit'
militare,
giudiziaria,
civile,
arbitri
del
disbrigo
degli
re
ed
era
di
solito
vita.
Ma,
nonostante
le
tendenze
assolutiste
/flK
re
duchi
che
rappresentavano
le
tendenze
autonomiste,
particolariste,
decentraiizzatrici.
Essi
furono
specialmente
impotenti
contro
duchi delle
regioni
di
confine
(Friuli,
Spoleto,
Benevento)
e di
fatto resisi
pressoch'
indipendenti.
Erano pero1
tutte le terre,
citta',
erano
suoi agenti
preposti
all'amministrazione
incaricati di
far
valere
diritti
del
fisco,
di
difendere
le
donazioni,
le
immunita',
12
gastaldii,
pur
essendo
anch'essi
investiti
di
poteri
amministrativi,
giudiziari
e di
autorit'
militare,
e pur essendo
del
tutto
indipendenti
dai duchi,
non avevano
la
pienezza
dei
poteri
di
questi,
e,
nominati
a tempo,
restano
pi'
soggetti
all'autorit'
del
il
carattere
di
organi
esecutori
del
potere.
La
monarchia
tende
cosi'
ad
appoggiarsi
/fPN
ai
gastaldi pi'
che ai
duchi e ad estendere
l'area
della
loro giurisdizione,
sottomettendo talora a
quelli
interi
distretti
tolti
a questi.
Entro
le
dei
gastaldi
si
differenziavano
quelle
minori,
governate da ufficiali
da
essi
sculdhais,
sculdasius, o anche
centenarius,
scario,
oberscarius
(biscario),
decanus,
actionarius,
nomi
tratti
che
accoppiavano,
con
pi'
limitate
attribuzioni,
le
varie
giurisdizioni.
Strettamente
congiunta
con
l'ordinamento
politico
amministrativo
dello
stato e'
l'organizzazione
militare.
Ogni
libero
e*
cio'
exercitalis
13
l'esercito e'
il popolo
in armi.
in origine l'aggruppamento
piccola unita'.
loro
maggiori
aggruppamenti formavano
le
unita'
maggiori,
centena. Pi'
centene costituivano
le
maggiori
unita'
comandate dai
duchi.
Dopo
varie
parti
del
territorio,
collocatisi
i duchi
nelle
citta',
gli
sculdasci,
i decani da
loro dipendenti
nei
centri
minori,
alla
base
gentilizia si
e'
dovuta
sostituire
quella
territoriale.
Si perfeziona,
inoltre,
l'organizzazione
militare
con pi'
imposto,
fra l'altro,
dalla
necessita'
di
combattere
Franchi
Bizantini
dototi
di
una
ben
Anche presso
i Longobardi
essere
subordinata
alla
condizione
economica
differenziata
dalla
maggiore
minore
ricchezza
misurata
principalmente
dalla
propriet'
del
suolo.
Con Astolfo,
le categorie
della
milizia
sono
definitivamente
fondate
sul diverso
grado
di
ricchezza
14
immobiliare.
Esclusi
dall'esercizio
delle
armi
erano
non
liberi
salvo
le
eccezioni
determinate
dalla
suprema
necessita'
di
guerra;
ed
esclusa,
da
principio,
anche
la
popolazione
sottomessa.
Ma
adeguatosi
l'obbligo
militare
alla
capacita'
economica,
avvicinatisi
sempre
pi'
vincitori
ai
vinti,
l'esclusione,
che
un
privilegio,
dovette
cessare.
0^
Lo
provano
i negotiatores,
dei
quali
pi'
dovevano
essere romani,
chiamati
Il
re dava l'ordine di
raduno cui
tutti
la
multa
di
SO
soldi,
assumeva
personalmente
il
comando
dell'esercito,
lo
scioglieva
appena
compiute
le
operazioni
mi 1i tar i .
Longobardi
la necessita
della
difesa
quella
dei
Franchi.
Lungo
le
varie
linee di
confine essi
posero,
con
le
stesse
caratteristiche
delle
colonie
dei
milites
limitanei
dei
bizantini,
degli
stanziamenti
di
arimanni
cui
erano
date
in
possesso
delle terre e
l'uso,
come e'
probabile,
di
pascoli
per
15
il
mantenimento dei
gravante sulle
terre
concesse, di
della
citta'
vennero
costituire
degli
speciali distretti
amministrativi
(arimannia)
sottratti
alla
giurisdizione
ordinaria dei
comuni
iudices
sottoposti
re.
il
caso di
particolare. Scarsi,
in
ogni
caso,
bisogni
della
loro
rudimentale
organizzazione
politica.
stesso,
i giudici si
pagavano
con
le ammende e
era in molti
casi
un
affare
privato.
provvedevano
pi'
direttamente
interessati.
Soccorrevano
inoltre,
bottini
imposizioni
di
del
re
dei capi.
In Italia,
nei primi
tempi
della
conquista,
Longobardi
dovettero
restar paghi di
requisizioni
bottino.
Passato
pero'
il primo periodo di
violenze
depredatrici
di
spoliazioni
regolarit'
al
loro
sostentamento,
imposero
ai
proprietari
16
romani,
la*
insediarsi - e'
improbabile
infatti
che
si
disperdessero
per
tutto
il
paese
una
contribuzione
o requisizione diretta di
di
un terzo dei
prodotti.
Cosi'
longobardi,
gi'
messi
loro carico;
in
analogia
al
sistema di
in
nei
dell'impero.
Riorganizzatisi pero',
con Autari,
il regno,
veniva
creato,
con
la cessione di
meta'
delle sostanze e
rendite
dei
duchi,
un
sopperisse
alle
necessita'
finanziarie
della
corona;
venne
anche
rimaneggiata
la
contribuzione
della
tertia.
Delle
imposte
vigenti
al
momento
dell'invasione,
l'imposta
diretta
fondiaria romana e
nel
commercio
il
disorganizzarsi
delle
curie
che
ne
erano
l'organo
di
riscossione,
gli
sconvolgimenti
portati
nella propriet'
fondiaria,
la
penuria
crescente
di
moneta,
germanica
alle
17
imposte
dirette,
dovettero
concorrere
farle
rapidamente
sparire.
E'
dubbio se continuasse il
testaticum,
capitatio
humana
plebeia,
che gi'
i proprietari
romani
erano
andati
scaricando
sui
rustici
loro
terre.
Forse
si
trasformo'
in un censo patrimoniale,
quale
pi'
tardi
troviamo
qua
la'
dovuto
dai
coloni
alle
curtes
da
cui
dipendevano.
Si
mantenne
invece,
si
and'
anzi
sviluppando,
come
pi'
rispondente
alle consuetudini
dei
nuovi
dominatori,
alla
debole
amministrazione statale,
tutto
un sistema di
tasse e
di
il
nerbo
del
Longobardi:
diritti
di
transito e
di
approdo,
diritti sui
mercati,
diritti
di pascolo,
di caccia,
di
pesca,
oneri
relativi
vie,
mura,
terme,
cloache,
contribuzioni per
l'esercito
in moto,
per
il sovrano
la
corte al
loro passaggio,
per
i pubblici
ufficiali
recantisi
questi
diritti
fiscli,
per
la
maggior
parte
consumati
sul
posto,
18
goduti
dai
duchi
e dai
loro ufficiali,
l'erario regio
era
alimentato
re,
che,
se era
spesso
assottigliato
da donazioni
e concessioni
luoghi pii,
fedeli
del
re
o ad altri,
era anche
continuamente
accresciuto
dalle
nuove
occupazioni
territoriali,
dalle
confische
giudiziarie,
dalle
successioni
devolute
al
fisco.
pi'
o meno discontinuo,
diviso
in curtes,
unita',
gastaldiali
regia
di
Pavia,
o palatium,
19
IL
DIRITTO
I Longobardi,
anche dopo
la
tutti
intenti
dapprima
rassodare la
loro conquista,
continuarono
per
vari
anni
ad
attenersi
alle
loro
antiche
leggi
consuetudini,
cavarfide,
che essi
(Paolo Diacono,
IV,
<<>.
La codificazione e
ifpN
il
longobarde si
ha
che,
intesa ad ordinare e a
consolidare
lo
stato
all'interno
all'esterno
ravvivarvi
la
vita
nazionale,
volle
le
antiche
leggi,
completandole
col
consiglio
il
consentimento
dei
primati
giudici
di
tutto
il
popolo
dei
liberi.
L'Edictus
regis
Hrotaris,
promulgato
in Pavia
il 22 novembre 643,
indirizzato
tutti
sudditi,
con
evidente
tendenza
dare
alla
legge
carattere
universale
territoriale,
divento'
la
base
fondamentale
I re successivi
non
capitoli
(688),
Liutprando
con
153
(713-731),
mentre
ne
aggiunse Rachi
20
duchi
di
Benevento,
considerandosi
quasi
successori
dei
re
longobardi,
emanarono
essi
pure
alcune
leggi
come
aggiunte
all'editto.
Pero'
, nemmeno
la'
dove sottentro'
la
dominazione
franca
il diritto
vivere
Anzi,
diritto,
fu
oggetto di
le
cui
pi'
importanti
XI
con il
Liber
regis longobardorum,
Pero',
verso
la
meta'
del
sec.
XIV,
si
pu'
risorgente
diritto
romano
solo
rimasto
informare
alcuni
istituti
del
diritto
feudale
del
diritto
statutario.
Qualche
maggiore
antichi ducati
meridionali
sec.
XVI.
Il
diritto
longobardo e'
certo fra
i barbarici
quello
che
ha
meglio
sentito
gli
influssi
del
diritto
romano,
di
poplo vinto.
pi'
ancora
nelle
aggiunte
dei
successori
specialmente
di
Liutprando.
La
sua
ispirazione,
tuttavia,
e'
decisamente
21
germanica,
diritto penale,
fondato
sul
concetto
primitivo
che
il
reato
sia
solo
violazione
deve
il colpevole.
L'azione
punitiva
e'
quindi
di
iniziativa
privata,
vindicta,
faida
quod
est
inimicitia,
cio'
ai
suoi
solidali,
quando
l'offesa
colpisce
il
singolo;
di
iniziativa pubblica,
per cui
fronte
alla
collettivit',
cade sotto
il
bannus del
re,
quando
vi
e'
violazione
dell'interesse
collettivo.
La
inimicitia
privata
pubblica,
pero',
si
pu'
estinguere
pagando
una
indennit'
(Guidrigildo)
Vero'
e'
che
al
momento
della
codificazione
delle
leggi
longobarde,
questi
concetti,
sotto
l'azione del
diritto romano
della
chiesa,
hanno
subito
qualche
modificazione.
Si
fa strada sempre
pi'
evidente
la
concezione
del
diritto
sociale;
lo
stato
casi
la
sua
suo
22
carattere
di
prezzo di
ammenda,
muleta,
pene pubbliche si
di
offesa
di
pubblici
interessi.
Il
di
restringere sempre
pi'
la
sfera di
sistema
della
composizione pecuniaria,
e regola questa
proporzionandola
all'offesa,
non
trascurando
nemmeno
l'elemento
morale
intenzionale.
Anche
il
procedimento
giudiziario
e',
nella
sua
essenza,
germanico.
La partecipazione infatti di
pi'
persone,
iudices,
il
carattere,
cio'
rappresenta
il concetto
fondamentale
del
processo
longobardo.
E'
cessata
pero'
la
completa
pronuncia
la
sentenza,
tanto
gli
altri giudici
quanto
il
presidente dell'assemblea,
cio'
il duca,
il gastaldo,
lo
sculdascio,
o un loro messo.
La procedura e'
tenuto
il
sacramentum,
il
giuramento,
convalidato
da
quello di
altri sacramentales,
e nella
pugna
23
continuo
progresso.
Gi'
Rotari,
in alcuni casi
di
grave
importanza,
esclude
il
l'uso;
introducendo invece
la
prova
documentaria e
testimoniale
che
va
gradatamente
sostituendosi
al
duello e al
giuramento.
Conteporaneamente
va
introducendosi
/p>\
il
principio
romano
che
la
prova
spetta
al 1'attore.
Germanico
e*
anche
il concetto
della
capacita*
giuridica
Per
la sua
pienezza
libero,
ma
anche
la capacita'
Il
libero
che,
per
ragioni
di
sesso,
di
et',
di
invalidit*
fisica,
non
sia
ha una capacita'
giuridica limitata,
che e*
pero*
integrata
dal
presidio familiare.
Interviene
allora
l'istituto
il
diritto familiare
dominio,
ma,
essenzialmente,
rappresentanza
giuridica,
padre
di
famiglia
esercita verso
incapaci,
24
per tutto
il
tempo
in cui dura la
loro
incapacita':
quindi,
fino
all'et'
maggiore per
i maschi,
per
la
donna,
che
non pu*
mai
selmundia vivere.
Anche
il
servo e'
sottoposto
al
fino a che,
almeno,
non
munduald
passa sotto
la protezione del
re.
Anche
il
concetto
di
propriet',
per
quanto
modificato
dall'influsso
delle
dell'originaria
incapacita'
germanica di
renderlo
indipendente
da
un
rapporto
le cose, di
distinguere
la
propriet'
dal
possesso,
di
I Longobardi,
venuti
in Italia,
lo
stadio della
propriet'
comune;
la
propriet'
I membri
presenti di
questa hanno su di
essa,
pi'
che un diritto di
libera disponibilit',
un diritto di
godimento e di
aspettativa.
la
famiglia.
Essa
in
quanto
e'
unione di
tutti
quelli
che
si
far
25
gens,
famiglia
in
alle
origini,
base
dell'ordinamento
militare
politico,
centro
della
vita
economica.
che lega
in
una
stretta solidariet'
di
interessi gli
immediati
ascendenti,
discendenti
collaterali,
essa
e'
organo
di
quella
protezione e
tutela
che
la
originariamente
debole
40HH\
organizzazione
dello
in
grado
di
dare
all'individuo.
Questi
trova,infatti,
aiuto:
sia nella
espiazione
del
nella
giuramento,
prestato dai
propri consorti,
sacramentales
e,
se ancora incapace,
nella
rappresentanza
in
giudizio
nella
la
famiglia
e'
saldamente
organizzata,
tenuta
del
capo,
che
si
esercita
se e'
dominio che
arriva
fino
al
diritto del
padre di
liberarsi
dei figli
appena
nati,
esponendoli,
di
venderli,
in certi
casi
riconosciuti
dalla
legge,
di
punirli
fino
all'uccisione,
e'
anche
dovere
di
mantenimento,
di
protezione e di
difesa.
Altro beneficio
per
26
membri
della
famiglia,
ed elemento pure
di
coesione,
e'
il
Solenni
costituzione
della
famiglia
davanti
alle
due
parentele,
assegno
maritale
dello
e quella delle
nozze
con
la
traditio
/^P\
della sposa e
la costituzione del
morgengabe,
cio'
la
donazione
dello
il
mattino
successivo
alle
nozze.
Pi'
tardi
si aggiunse l'assegnazione
alla
donna
del
faderfio,
la quota cio'
che
le
spettava
dei
beni
della
famiglia
paterna,
che
and*
acquistando
il
carattere di
Dalle
giuste
nozze
si
originavano
figli
legittimi.
Notevoli
pero*
le
differenze
tra i maschi e
le femmine,
riguardi
della
perpetua
soggezione al
mundio,
ma
anche
nella
limitata
capacita'
succedere,
che
pero'
fu
molto
aumentata
da
Liutprando.
Minori
diritti,
limitati
diritti
successori,
una
i nati di
concubinato,
i quali
Esclusi da ogni
27
diritto,
per
lo pi'
esposti,
erano
figli
adulterini
ed
incestuosi.
A cominciare da Liutprando,
sotto
la
manifestazione
della
chiesa
degli
stessi
legittimati va peggiorando.
La
societ'
costituita
diversamente
dalle
altre
societ'
antiche.
Anche
essa
era
divisa
in
servi
in
liberi.
Quelli
sono privi di
solo
personalmente responsabili
dei
loro reati;
sono cose,
capitale di
lavoro,
confusi
con gli
animali e a essi
equivalenti.
Questi,
sciolti
hanno
l'uso delle
armi
fanno parte,
con pienezza di
capacita'
civile e di
partecipazione
alla
vita pubblica,
del
popolo dei
liberi
e perci'
arimanni
exercitales.
Queste
ne'
immobili.
Esse si differenziano
alte o pi'
basse e
si
notano
in
esse
movimenti
di
ascesa
di
discesa.
Fra
veri
servi e
era mitigata
da qualche diritto o
la cui
liberta'
In
aldi,
vincolati al fondo di
cui
godevano
il
possesso,
ma con
diritto
28
famiglia
legittima
libera
propriet';
condizione
non
dissimile
si
confusero.
Accanto
a questi,
in condizione
inferiore,
ma
che
tende
migliorare,
tutta
una classe
di
servi:
manentes
massarii,
adibiti al
ma verso corresponsione di
solo
una
quota
di
determinati
servizi
personali,
che
formano
essi
pure
famiglia
legittima,
hanno
proprio
arbitri
del
padrone;
i servi
regi,
i servi ecclesiae,
servi addetti
a qualche
ufficio
o arte manuale,
ministerium,
cio'
i servi
nisteriales;
categorie
tutte
nelle
quali
il diritto
assoluto
del
padrone
consuetudini
locali,
va di
molto
attenuandosi,
aldi.
Parimenti
dai
liberi si distacca,
la
classe
dei
nobili;
nobilt'
di
schiatta
di
incerte
origini,
forse
L'antica nobilt', di
la conquista, si
and'
dal
nell'esercito,
29
dalle
ricchezze,
fondiario
diventato
misura
del
grado del
della
dignit*
personale. Differenza di
troviamo nelle
carte
nelle
leggi
ove si parla di
optimates,
maiores,
proceres,
mediani,
terras
suas
habent);
il
che
ci
mostra
un
progressivo
differenziarsi
di
categorie
nella
classe dei
liberi
in modo
corrispondente
alla
diversa
condizione
economica
quindi
uno
svalutarsi
della
liberta*
che
non
fosse
sostenuta
difesa
da
altri
fattori
economici
e sociali.
La differenza fra
il semplice libero
il
nobile
e*
riconosciuta
che
attribuisce
un
diverso
valore
ai
mundio
delle
rispettive donne.
La liberta'
Per
determinati delitti,
per
insolvenza, per
prescrizione,
per
alla servit'
come si
per emancipazione.
Vi
erano forme di
emancipazione
illimitata
perche'
mantenevano
30
LA
VITA
ECONOMICA
DEI
LONGOBARDI
La
venuta
dei
longobardi
certo
alla
gi'
impoverita
sconvolta
economia
italiana,
cui
nuove
rovine
aggiunsero
i primi
della
popolazione
urbana,
con
le
requisizioni
forzate,
le
espropriazioni,
le
interruzioni
di
comunicazioni fra
le
terre
invase e
jP^
quelle rimaste ai
greci.
I pi'
invasori furono i
nobili,
grandi
proprietari e,
con ogni
probabilit',
fu
nei
latifondi del
fisco e
dei
privati
che i Longobardi,
cui
conveniva
per
ragioni
di
offesa e difesa,
si
insediarono
in gruppi,
per fare,
imponendo
la cessione di
una parte di
terre.
Rassodata
la
conquista,
riprese
ritmo
pi*
regolare
e fu vita essenzialmente
agricola.
Molti
degli
stessi
arimanni
longobardi,
diventati
propretari
di
terre,
da
guerrieri
si
trasformarono
in agricoltori.
Certo
l'Editto
di
Rotari e'
gi'
in gran parte la
legge di
un popolo agricolo.
31
La
propriet'
privata
rimase
la regola.
Jugeri
moggia,
le
unita'
catastali romane,
come rimasero
le
locuzioni
tecniche
romane
indicanti
il
modo
la
locazione
dei
terreni.
Se
al
grandi
propriet'
furonosconvolte e disgregate,
formarono
con
le
terre
del
re,
dei duchi,
con quelle
delle
chiesee
di
potenti
privati.
In essi,
pi'
territori
costituiti
da
terre
lavorate
economia
di
servi,
con
prestazioni
di
opere
fornite
da
altri
soggetti
(terrae
dominicae),
organizzati
nei
piccoli
villaggi,
vici,
presso
le chiese rurali
dispersi
nelle
case
tributariae,
ingenuiles,
massaricae,
tenuti
corresponsioni
varie di
canoni,
censi
in denaro,
in
natura,
in
servigi
ed
opere
(pars
colonica
massaricia),
erano
amministrativamente
uniti
sala
curtis dominica,
proprietario
, o dai suoi
actors,
servi,
ouescarii.
Che
l'economia rurale
, favorita anche
dalla
povert*
della
vita
economica,
si
andasse
adattando,
possessi,
a quell'economia chiusa,
non
32
ignota
al
latifondo romano,
limiti
se'
stessa,
in
cui
i consumi
i prodotti
tendono
ad
adeguarsi
vicenda,
e'
pi'
che certo.
E cosi'
meglio
organizzate
industriali
pi'
frequenti
e pi'
necessarie ai
bisogni
dei
loro abitanti
dei
lavori
agricoli,
quali
tessitori,
calzolai,
ecc.
Ma questa forma di
economia,
non
fu
esclusiva
italiana
era
troppo
perche'
appena
possibile,
riprendere
la sua funzione.
Del
resto
i Longobardi
non
rifuggivano
Le citta'
duchi,
divennero
residenza di
molti signori
longobardi; cosi'
vediamo nel
periodo
f1
longobardo
continuare
campagna
fra
citta'e
citta',
i rapporti economici di
produzione
consumo
Nelle
corti,
salvo che
in qualche monastero
ma
nell'Italia
longobarda,
non
erano
centri
33
di una pi*
larga
produzione
immediati
pi'
comuni
bisogni
agricoli e domestici.
Per
la
produzione
industrialmente
pi*
costosa
artisticamente
importante
la
campagna
deve
dipendere
dalla
citta1.
L'industria
scopi
commerciali
e'
esercitata
in
citta'
da
liberti
liberi.
Essa
trova
/$Ps
solito si
trova
intorno
al
mercato
cittadino,
che
conserva
la
stessa
organizzazione romana,
governata da un magister,
assistito da
un
numero,
certamente esiguo,
di operai
uniti
al dirigente da legami
di
interesse,
non gi'
da vincoli corporativi:
i collegia
romani
si
genere
romani,
ridotti
forse
(f^
natura.
Ma
vi
lavorazione
in legno,
e si
modifica
3<t
il
tipo
stesso
la
struttura
con
la
L'attivit'
svolge
nelle
stationes del
minori
mercati,
per
solito
intorno
per
il
commercio
al
dettaglio.
Quivi
il mercante e'
produttore.
Ma
vi
erano
negotiatores,
che
Astolfo
parifica
nel
servizio
militare
alla
classe
dei
maggiori
proprietari
del suolo.
E vi
mercanti
stranieri,
veneziani,
gaietani,
amalfitani,
mentre
mercanti
longobardi
Venezia
Ravenna
erano
le
teste
di
linea
del
commercio
nella
valle
/$p*\
del
Po,
Pisa,
potente sotto
Longobardi,
di
quello
dell'Italia
centrale.
Le
strade di
comunicazione
erano
ancora
le
antiche
vie.
tempi del
regno, quando
con
una
avverte una
pi'
intensa
attivit'
agricola e commerciale,
la vita economica
dei
Longobardi
appare
povera
e rispondente
esigenze
rozze
ed
35
reale,
il
il quale nell'uso
si
tagliava
la siliqua che
valeva
1/aO di
sol do.
36
LA
RELIGIONE
DEI
LONGOBARDI
Poco
conosciamo
Longobardi.
La
loro
Polo
Diacono,
attribuiva
una
loro
vittoria
sui
Vandali
all'aiuto
di
Wotan
lui Frea.
legata al culto di
Odino, una
delle
/jjPN
divinit1
principali
dell'Olimpo
germanico,
il
Dio
vittoria in vittoria,
ma
che pu'
anche votarli
alla disfatta e
trascinarli
nel Walhalla.
Venuti
pero'
con
altri
popoli
l'arianesimo,
si
fecero
anch'essi
al
in Italia.
Tuttavia
l'antico
paganesimo,
non
radicalmente
estirpato,
continuo'a
sopravvivere
lungo qua e
la'
in
riti
pratiche
del
tempo e
37
LA
LINGUA
DEI
LONGOBARDI
Della
lingua
possediamo
documenti.
e alcune centinaia di
nomi
propri,
personali e
locali, conservatici
in testi e documenti
latini.
La scarsit'
la qualit'
del materiale,
nonch'
il
modo
in
cui
ci
venne
trasmesso,
non
consentono
di
ricostruire
se
non
lingua longobarda.
Alcuni
riconoscere.
Si
pu'
affermare
che il vocalismo
longobardo
nelle
sillabe
radicali
in
confronto
muonumenti
letterari
delle
altre
lingue
germaniche occidentali.
Ad esempio,
dalle
vocali
germaniche o ed e
in longobardo,
al
contrario di
ci'
che avviene
in
tedesco,
non si
svolgono dittonghi;
dittonghi
germanici
ai,
au restano per
lo pi'
inalterati.
Senza dubbio
l'alfabeto
latino
non
era
adeguato
alla
rappresentazione
foneticamente
rigorosa
di
un linguaggio germanico,
soprattutto
nei
riguardi
delle
consonanti.
Ad
ogni
modo
si
vede
che
le
consonanti
longobarde
subirono
il
cosiddetto
"2o
spostamento
fonetico"
38
(Lautverschiebung)
alto-tedeschi.
In
complesso
simile
quello
tedesche,
ma
il punto
di
sempre il
lingue.
Ad
esempio
il
suono
germanico p
in
longobardo
si
svolge
soltanto nell'interno di
anche
in
fine,
nel
Vili
si
svolge
t.
Della
declinazione
si
pu'
ricostruire
ben
poco,
poich
nomi
logobardi nei
testi
latini che ce
li
nella
forma
del
nominativo singolare,
trattata come
indeclinabile
assumono
desinenze
latine.
Della
nulla:
l'imperativo
lid
"va"
il
participio passato
fulboran
"voilburtig",
che
(173 e
154)
sono
le sole reliquie
superstiti;
alcuni
thingare,
uuiffare
sono
latinizzati
nella
desinenza.
taluni si
ritrovano
anche
in
italiano:
gastald,
"sperone",
far
"famiglia,
stirpe"
e gahagium
(cafagium)
sopravviventi
nella
39
Criteri
linguistici,
soprattutto fonetici,
ai
quali
si
talvolta
si
aggiungono
considerazioni di
ordine storico,
permettono
di
riconoscere
entro
la
massa
dei
prestiti
fatti
da
lingue
germaniche
all'italiana,
un buon numero di
vocaboli
di
origine
longobarda,
importati
anticamente
dai
Goti
introdotti pi'
tardi
dai
franchi
o da altre genti
tedesche.
Possiamo cosi'
attribuire
ai
longobardi
l'importazione di
parole
come
federa,
schiena,
snello
che hanno un e
aperto mentre,
se risalissero
al
gotico,
avrebbero un e chiuso
(da
i);
e di
un'altra serie di
parole
come
schermo,
scherno,
in condizioni
in
cui
il
e altre ancora,
quali
bara e
strale
in cui
posto di
a.
Spesso
il
criterio
e'
ff,
f da
in
staffa,
tuffare,
tanfo,
tonfano,
ecc.
va
notato
anche
t da d);
z da t in zana, zazzera,
zecca (animale),
gazza,
gcc.;
ce
da hh
(invece di
e da k)
in biacca,
ricco,
spaccare;
particolarmente
caratteristico e'
lo
tenue
40
balla palla,
Che
Vili
i Longobardi conservassero
in
Italia
l'uso
ormai
generalmente
riconosciuto.
Ci'
risulta
non
Diacono,
il
quale
scriveva
sul
declinare
di
quel
secolo,
pot'
registrare
un
manipolo
di
voci
longobarde,
ma anche
principalmente
dal
(Historia Langob.,
VI,
24)
lo
sculdhais (rector
loci,
come
traduce
lo
stesso
Paolo)
Argait.
Testimonianze
isolate
permettono
di
stabilire
che
nei
secoli
IX-X
il
longobardo
ancora
viveva
intorno
al
tutto spento.
Sono
significativi
tale
riguardo
certi
soprannomi,
quali
drancus
"giovane
gagliardo",
dungo
"grasso" o "grave",
zanvidus
"che ha i
denti
divergenti",
scarnafol
"sporcaccione"
che
troviamo
attestati
rispettivamente
per
gli
anni
812,
818,
919,
1003,
poich'
evidentemente
furono
coniati
da
chi
aveva
il
senso
vivo
della
lingua.
ci'
non contrsta
l'espressione
che
troviamo
nel
Chronicon
"lingua
todesca,
quod
olim
Langobardi
loquebantur",
poich'
si
deve
41
pensare
la
densit'
dell'elemento
longobardo,
cosi'
pi*
o meno
lungamente.
Il
Longobardo
apparteneva al
gruppo
occidentale
delle
lingue
germaniche.
Il
lo
avvicina
all'alto
tedesco.
D'altra
parte
esso
presenta
alcune
concordanze
lessicali
con
lingue
proprie
originarie
della
Germania
settentrionale,
inglese.
Se si riflette
che
i Longobardi
stanziati dapprima
in Germani di NO,
dopo
varie
peregrinazioni
giunsero a SE,
il contrasto si
appiana:
la
loro
lingua,
che
gruppo
anglo-
frisio e al
basso-tedesco,
si
trovo'
influssi da
cui
dipende il
in genere
prese
uno
42
LA
CULTURA
DEI
LONGOBARDI
Non e'
il caso di parlare di
i Longobardi.
La
facilita'
latino
come
la prevalenza che
acquisto'
abbastanza presto
il
se
pure
ve
ne fosse bisogno,
l'assenza presso di
loro
di
un
qualche
JfPS>
patrimonio
spirituale.
Se
mai
qualche
manifestazione
letteraria
ebbero
in canti popolari,
traccia dei
quali
possiamo
trovare
nel
racconto di
Paolo Diacono,
questi
con
l'abbandono
della
andarono perduti.
I pochi
noi
pervenuti,
qualche epitaffio,
qualche carme,
qualche
pagina
di
storia,
mostrano,
dai
nomi
dei
loro autori,
di
essere
stati
prodotto
di
elementi romani e
chiesastici.
L'unico
scrittore
longobardo,
scrittore
di
notevole
valore,
e'
Paolo
di
Warnefrido
(Paolo
Diacono).
negli
ultimi
tempi,
romani
longobardi
ed e*
Migliori
manifestazioni
di
studio e di progresso di
sapere
si
43
hanno
nel
diritto.
L'Editto
di
Rotari e
era
andato
tiene
sempre
pi'
romano,
il
quale
quindi
doveva
essere
coltivato.
Tutto
presuppone
l'esistenza,
di
qualche
scuola,
che
non
e'
difficile
ammettere
Pavia.
Tuttavia
anche
nella
grammaticale
rozzezza
di
espressione,
la quale
e',
anzi,
maggiore
in
Liutprando che
in Rotari.
Povere
del
pari
le manifestazioni dell'arte
longobarda,
della
quale
del
tracce.
Esse
consistono
necropoli
di
Benevento,
(Ascoli), Civezzano
(Trento),
Cividale,
Nocera Umbra,
altre
armi,
fibule,
del
tesoro
di
dovuto
ad artisti
Si
tratta
in
ogni caso di
lavori
in metallo,
Longobardi
44
anche prima di
lasciare
la Pannonia.
costumi e feroci
di
animo.
Che l'invasione e
i primi
tempi della
conquista
dessero
luogo
ad atti di
violenza e a sfoghi di
crudelt'
e'
facilmente
ammissibile.
Che
vi
fosse nei
loro
costumi
qualche
cosa
di
La
stessa
storia
dei
loro
principi
e'
intessuta
di
drammi
sanguinosi
il
non
manca
di
Ma gli stessi
tratti e
le
stesse manifestazionisi
altri
barbari,
dei
quali
Solo che
sulla
loro
fama
influ'
molto
l'insanabile
odio,
sia
pure
spiegabilissimo,
della
Chiesa romana e
la mancata
fusione
con
l'elemento
a disarmare
gli
animi
come
mitigare
i costumi.
I Longobardi, almeno
al
tempo
di
Agilulfo
e di
di
liste
intarsiate di
di
pelle.
Radevano
il capo al
di
lasciavano
45
del volto.
46
IL
REGNO
DEI
LONGOBARDI
IN
ITALIA
il
popolo
dei
Gepidi,
abbandonarono la Pannonia,
terra
troppo
aperta
troppo
perche'
potesse
offrire
non
molto numeroso.
Dovette sollecitare il
loro spirito di
avventura
vi
avevano
militato
con Narsete.
E'
da
considerare
favola
il
racconto
invitati
dal
patrizio
Italia,
per
odio
potrebbe
pensare
che
longobardi, parare
le
minacce di
altri barbari
la
che
Longobardi,
Gepidi,
stretti
accordi
con
gli Avari,
ingrossatisi con
forti
contingenti
di
Sassoni
(20.000
secondo
Paolo
Diacono)
con
schiere
raccogliticce
il
aprile
568
iniziarono
la
lori
marcia
verso
l'Italia.
Sboccano,
47
attraverso
Cividale,
il
passo
di Predi 1, a Forum
Iulium
(Cividale);
fratello
del
mal
loro
operazioni.
tutto
il
settore
fra
il
Greci
si
rinchiudono
nel
sistema difensivo
Oderzo,
Padova,
Monselice,
Mantova,
Vicenza,
Verona,
muovono verso
la
se'
la
popolazione
della
Venezia,
parte
della
quale
cerca
rifugio
temporaneo,
poi definitivo,
Il
settembre
569
le porte.
Ma
resiste
la
regione,
che
perci'
trascurare e
investe
di
assedio,
mentre
passato
il
Po,
opera alla
sua
destra
impadronendosi
di
Parma, Reggio,
Modena
Bologna
e,
passato
l'Appennino
(passo
della Cisa),
scende a
Lucca
si
Pavia si
anni
di
assedio.
vittima
di
48
una
congiura,
particolari
romanzeschi
di
Paolo
con
la
complicit'
stessa
mezzi
insidiosi, di
in
grado
di
liberarsi
(28
giugno
572)).
Longobardi
allora,
radunatisi
in
Pavia
si diedero un
nuovo
re,
di
nobilissima
schiatta,
Clefi
(572-574),
che,
per
vendicare
Alboino,
fece
strage
di
nobili
romani,
morendo
poi
egli
stesso
di
mano
assassina,
mesi di
regno.
non
si
un nuovo re,
i capi militari,
duchi,
territori assoggettati,
li governarono per
conto
proprio
politico
militare.
La
morte di
l'impeto
primo
dell'avanzata dei
Longobardi:
ma essa non si
arresto'.
Per quanto
privi,
come
come si mostrano,
di
un vero e
proprio
programma,
assottigliati
di
numero,
dispersi
spesso
in
scorrerie
depredatrici,
Longobardi,
divisi
in
piccole
schiere,
49
infiltrandosi
ovunque,
nell'Italia
dando
origine
come
Zotto
di
, si
estendono
nella
Campania
nella
fra
Perugia
l'altro
di
loro
acqua:
come
Napoli,
Roma,
militare
civi le.
Il
il
pi'
loro
beni.
Senza dubbio,
il governo e
mantenedosi quindi
in
una
condizione
di superiorit'
di
fronte ai
vinti.
Ma
questi,
50