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ARCHIVIO STORICO
ITALIANO
TOMO TREDICESIMO
RACCOLTA
DI
OPERE E DOCUMENTI
RiSGOARDANTI
LA STORIA D ITALIA
TOMO
XI il
FIRENZE
(ilo.
i847
^94^0/
t.
/3
t-i
y
\
Tipografia Galileiana
S.
A. IMP. E
REALE
IL
GRANDUCA
della
DI
TOSCANA
1846,
Febhrajo
degn ordinare
sottoscrtlo
che a spese
R. Depositeria
venisse
per Cento
Copie dei
Volumi
gi
modo ne
tutto il
1847.
SOCJ
ITALIANO
Sigg.
di
Sostegno
[di
Torino)
Don Tommaso
Corsini
Consigliere
Lisci, nata
Venturi;
Piero Guicciardini;
s^
(;iMiPiL\/io\E
munm
dell'archivio
storico
mum)
Bibliotecario della
H. Uni-
Canestrini
[Giuseppe].
(Professore Pietro).
Capei
Capponi
(Marchese Gino).
(Professore Francesco) Bibliotecario della Mediceo-
Del Furia
Gar
Celli
Milanesi
NiccoLiNi
[Tommaso)
Segretario
dell'Accademia
PoLiDORi
[Filippo-Luigi).
Repetti
Tabarrini
[Dottore Emanuele).
(Avvocato Marco).
Direzione.
ViEussEux
(rto.
Pteiro) Direttore-Editore,
al
quale devono
il
quale
Carlo Milanesi,
94
Segretario.
PARALIPOMENI
1)1
STORIA PIEMONTESE
DALL'ANNO i285 AL 6i7
DI
LUCIANO SCARABELH
Volume Unico
FIRENZE
*;.
P.
VirUSSEUX
DlRETrOnE-EDITORK
18
4 7
DI
ALCUNI DOCUMENTI
RACCOLTI
DAI.
SAi\
TOMMASO
VI
VII E
Vili
SAVOIA
DICHIARAZ10]\E
LUCIANO SCAKABELLI
Arch. Si.
li. Voi.
Xm.
Al
LETTORI
di
una
lettera
da
Pietro Giordani
di Bisio,
madre orbata del suo unico Felice marchese Garrone di San Tommaso, in data del 15 di aprile 1845; nella quale
discorrendo delle speranze che del giovane Signore
concepite
,
si
erano
e degli studii a
cui erasi
i
dedicato
anche
cenno
di quest'
documenti che mi
inediti
vennero trasmessi
e che
ho
dovuto riconoscere
celeberrimo
a'
letterato
il
marchese
benevolo
Felice di
San Tommaso -
con
suoi
saggio e
giudizio
avendo
riguardo
di
aveva scelto
spendere
il
nella
storia
u
nevole
il
non
pochi anni
Italia
ampliarono e stabilirono la
potenza de' conti Savoiardi. La quale per molte generazioni in pi di tre secoli, dal quinto
Amedeo
al
primo
Carlo
t(
Emmanuele
e
fu
a' vicini:
la
desideri
maggiore.
Era
di
suo
primo
le
intendimento
azioni dell'ot-
ff
(com'egli a
me
il
scriveva)
comporre
la
tavo Amedeo:
quale occup
quintodecimo;
primo ebbe
da Sigismondo imperatore
12
(<
AI
titolo d
LETTORI
1
Duca
;
Savoia; raccolse in s
domin sparsi
della ramiglia
primo
minatore
segli
in Italia.
la
Ma
(<
che
mezzi da quattro
;
predecessori
che travagliarono
di
secolo decimoquarto
la
conobbe necessario
loro
;
rinnovare ed illustrare
;
memoria
che primiero
de' suoi
procacci
il
nome
troppo
lungamente
dannoso
ma
a lui e ai
qua e
di l dall'Alpi
vicini o pi deboli o
meno
E
si
cos lo spazio
distese d'anni
((
San Tommaso
e
circa centocinquanta
e suoi figliuoli
degli
e di sette principi;
Amedeo
il
quinto,
Odoardo
Aimone,
il
sesto e
settimo
figliuolo
Amedei
Il
sino ai principii
di
Ludovico
dell'ottavo.
Amedeo,
e in
pi dilatato dominio, e
la
pi straordinarie ambizioni, e
u
((
gli domandavano pi copioso Aveva oppresse le repubbliche subalpine, e fattosi vassallo il marchese di Saluzzo. Due vicini gli rimanevano di qua dall'Alpi, l'uno debole
e pi accurato discorso.
il
marito della
bisognavagli operare
di forza.
1' astuzia che supplisse al manco La debolezza del Monferrato paese largo e
,
fertile
del
Duca
del
si
di
Milano
la forza del
il
ducato,
ma
da quella parte
pot
poco allargarsi
genero
:
Quanto
al
se Filippo consentiva
che
la
sua
eredit
andasse
suocero
dente
,
Ma
era serbato a un
,
zione: al quale
non
la
diedero
povere
agitazioni
, ,
Al
i<
LETTORI
Spagna
Francia
il
13
d'Italia,
ma
ti
Germania
d' IngiiUerra di
me-
suficiente
successore
fattisi
i
re.
;
zioni di cose
volgono
,
tempi
,
d'
impedire
!
dato air
uomo
di
tardare
,
di anticipare
rici ai
il
nuova
istoria
n leggere
solamente
ma
correggere l'uno
da
quegli
scrittori
il
molte
dissimulate
molte
marchese
)
dare
la storia
non
,
come
per lo pi
si
data
,
solale
mente
de' principi
ma
che fanno
di
spese a'principi; e
f<
male
dei
ma
,
le
leggi
de'
1'
amministrazione
,
le
prosperit e
la
le difficolt
commerzi
l'
incremento o
povert
delle Arti
il
Per
le
biasimato silenzio
,
degli
scrittori
ed
emendarne
di
falli
si
Sa-
vola
di
croniche,
memorie,
di
lettere,
copie di sua
mano
,
assai, e molte
in
o stampati o
penna
;
che aveva
le
letti
voleva leggere
tenne registro
cos di tutte
carte
<
immensa
pu dire spaventosa; nelT adunar la quale fu parecchi anni occupato. ben da credere che di tanto raccolto,
e
si
e di
quanto
era da
aggiungere
<(
AI
LETTORI
ma non
lascionne
'(
La quale
utilit
al
comune
assai conveniente
che
sia partecipata
si
((
pubblico
e per tal
modo
possa vedere
come
la
La distribuzione
l'
armonia
'(
((
rebbero
finire
l'
1'
opera stessa
f<
intendimento
11
di
e troppo
manca
la gi
della ne-
cessarla materia.
il
mettere in rilievo
preparata
pi
condegno
vi
dell'
ottimo Signore.
meritamente
e
pareva
pi
amante
lui.
da
Ma
,
insuflciente
faticosa impresa
difetto
la
mancare.
proposi
anzi
'(
raccomandai
perch
d'
d confidarla al signor
Luciano Scarabelli
:
che
intelligenza e pratica in
esercizi
ha pro-
e di maravigliosa
non so
il
quanti
se
:
gli
potessero paragonare.
'(
Io vi presento
suo lavoro
pel quale
'(
((
luosamente grata
compilatore;
il
alla
quale non ha
occasione cercato
((
r onor proprio,
e cos riferisce
ma sempre
sempre
il
la
lettori
non
abbiano a dimenticarlo un
di
me
questo
sacro debito
ero potente
;
al
il
e lo ringrazio di
nostro
carissimo
di
cui la pi
AI
LETTORI
si
15
bella e
libro.
durevole
gloria
il
Questo correr
Il
mondo
questo
si
all'
et future
passer.
s'
il
resto
di
Felice
Garrone
dilater
meno
suo accorgimento
l'
industria
il
fervore la costanza
la pazienza
saranno perpetuamente
stranieri, dai
ponderati eslimati,
dai
,
nostri e dagli
presenti e dagli
avvenire
lume
piaceri
((
c(
la
quale
sar
di
stupore altrui
vivente
ft
figlio
li-
io
stesso
sottentrato, se
lo Scarabelli,
vigoroso
fa-
uomo
e tolerantissimo del
ticare
(
in quindici
e
dieci
spesso
in quelli
altri
,
di
Ginevra,
;
Berna
Losanna
Friburgo
Milano ed
luoghi
milaquattrocento
gli estratti
da
altre
carte scelte
mi
per
centinaio
noto
ma non
bene dichiarato.
mente pi che un
ordinata
,
nuova che
ser
utili
XIV
a pi che
la
met del
colo
XV
, ,
IG
Al
LETTORI
ora certi
principato
tratti
,
gli
storici
di quel
o non poterono
il
per sapersi
memorie
che
ben
si
a pi di pagina.
sog-
mi parve che
dovesse in lavoro
la
illustrazione tanto
meno aggravare
Pi che
schietto;
le
considerazione richiedeva
materia.
mie opinioni
agli
atti
onde
io
ninno, anche per rispetto alle cure del Garrone, del quale
ho dovuto immaginare
le intenzioni
mi
fu
non mi sono
avevo
dal rappresentarle
mani.
Io
me nluno
,
il
gratitudine
e di servire
all' illustre
uomo
del Giordani
benefizi
morali e materiali. Gi
non ostante non penso di far fallo alla modestia dicendo che credo non inutile questo lavoro n alla storia della Gasa di Savoia n alla storia d' Italia in generale con
,
, ;
ciossiach
morto
il
Garrone che voleva usare dei docutanto facile chi traesse in luce
il
menti
non parve pi
contenuto.
il
se vi piace
la
Garrone, e come elevato a tali studi, la breve memoria che quivi sue
,
cede, e
gentili,
e state sani
Luciano Scarabelli
NOTIZIE
VITA
DI
FELICE GARRONE
DI
MARCHESE
SAN TOMMASO
La progenie
dei
Garrone antica e
nobile.
Chi
legge Sa-
dai Signori di
Meyrien
fatti
Bugcy
si
fedeli ai
conti di
Savoia. Notizie di
singolari
non
hanno
ma
figliuoli di
lui
fatti
d'arme.
,
Entrarono
Carlo
un
altro
Giovanni
che da
de
Emanuele
Grande ebbe
;
in
feudo San
Tommaso
Coeur e
titolo di
Buttigliera
ebbe
a
marchese
di
uomo
,
di
raro talento
insignito
,
suo tempo
;
1'
Europa
e fu
del
Giuseppe Gaetano
,
Angelo Madi
,
cavalieri
amendue
quell'or-
Teodoro
fu cavaliere di gran
croce
(
auditore
ammogliato
colla
signora
)
Enrichetta
Guasco
de'
al
3
marchesi
Consiglio
di
di
Bisio d'Alessandria
Arch.St.It. Voi.
18
Sialo in Parigi
polizia di
,
l'
officio di Direttore
generale della
Toscana
mae,
Bonaparle
i
fu del
mandalo commissario
Piemonte
r Olanda.
del
re
Sardo
chiarire
credili
verso
la
Felice
palazzo
il
al
Pilli
Raciocchi
di
battezzato
Fa
tanta la bellezza
qucIP infante
,
e Ca-
un amorino
alla bellezza
parve
una generosa
intendeva
il
E
a
la
bene
i
v'
che ad allevare
si
fanciulli cittadini
uomini
assennati
dovesse
dilettevoli
,
modi
innamorarli del
la
conoscere
ziono di
e
i
la
composizione e
fabbricai
comodo
alla vita,
diritti
doveri di ciascuno
la
e delle societ
coli' et e
;
ingegno,
la
materia
lo
studio delle
cose positive
concepire
,
un
e a
in
con ci
il
cose
proprie e
altrui
con ispedia
stesso
cu-
rare la mente
del figliuoletto
sperando che
,
fatto
uomo
ninno
ninno pi
di lui
il
fosse dotto
bene comune.
Ma
a'
29
di luglio
,
1816,
marchese
il
a curatori
Benedettini di Parma. Se la
ei vi
tol
DI
FELICE CARUONE
la
19
primiera sereil
messo
nit
.
alle scuole in
il
primiero amore
ma un
caso disgustoso
ritrasse per
sempre
dalle scuole
de!
bisognarne.
Un
fallo
era stalo
commesso
,
compagni
n
il
e n
maestro
pre-
1*
scolari
se gi
non era
denunciatore
i
societ
traditori
la
ma non
rompere
fratellanza amorevole
cuori
schivano eziando
le offese
,
involontarie,
pigliarono ad interroil
gare or
r uno or V altro
ed insistettero presso
Garrone
fatto
che
spe-
furono mi
non
spie di frati
madre
io
non andr pf
seppe resistere
La madre non
impeto
di
quando
che
ci si
condiscese sperando
e
fu
inutile
non
una
tale
sperienza
,
bene
ch'egli
in
tentativi di
scrittore
Catacombe
;
di
Palermo
e di
Roma,
della
Grotta azzurra
,
di Capri
la
e la
stampate dal
scrivere.
Silvestri
sono
di
que' tempi
suoi
primi saggi
di
il
viaggio
pass
e
l'inverno
in
Firenze:
,
trattati di
filosofia
in
che
20
ad
ogni
sollazzo
tra-
fab-
briche,
liplici
ai
delle
la
facilit
dei
linguaggi
tanto
il
impar
dell' inglese
che
libro raris-
simo
di
Giuseppe Barelli
loghi famigliari
di quel bizzarro
uomo
mezzana
Walker,
che furono
di fresco dati
.
vocabolari di Johnson
di
Boyer e
di
lingua dominante
maggiori interessi
fu
questa et.
Ricomparso a Torino
veduto posato
,
uomo
abile al fare.
Le sue
relazioni
suoi
la
discorsi
suoi
giudizi
chiarivano
mente
di pensieri utili e
quanto sarebbe
lutti
suo
ingegno.
Gli
auguravano
,
un' oc-
quanto valeva
ma
egli
non
cercava
cavaliere Cesare
filosofia.
,
Saluzzo
Alessandro suo
di
riposo
Farsaglia di Lucano
al
in francese e sino
quinto libro
,
egli
compresone
solo
,
il
valore fecene
tulli
;
soggetto
di
sludio
non per s
ma
per
e tradottele e
rior,
dinatele ide di
comporne discorso
fatica.
ma
conciossiach parve
il
poeta
assunse
e facendosi
compa-
gno a giovani
DI
FELICE GARRONE
21
autori
come Lucano
sommi quando
si
ot-
Pietro
Giordanici
mirata,
s
am-
la
ardentemente
am
che
per
la
un
tal
un merito sconosciuto
Felice oltre alla
lode di pio
le
,
marchese Alessandro,
colto e
marchese
la
fama d'ingegnoso
Io
perspicace anche
citt,
che
congratulazioni
Carlo Alberto
re
le italiane
stirpe nobilissima
ma
,
tentasse di crescere al
il
nome
ed a!
sangue
con
istudii egregi
decoro.
Quelle
lodi gli
da qualche
le
Tavole
di
pose attorno
forte
la
stima. In esse Tavole, per la cura diligente nella ricerca dei docu-
menti, e
diti
s'
la critica
buona
in
correggere
incontrano tutte
epoche
i
della
storia di Savoia
brevi sunti
personaggi della
casa
la
che ne
furono
attori
cronologa
si
vuole studiare
loro
li
storia se
,
non
cono-
sce
anche
quella
de* principi
vicini
di
que' sovrani
22
co' quali
grandi
relazioni
pose
quest'
tizie
sincronismi.
E quanto
alle no-
meno
sa
diffusamente, e da molti,
chiarezza dalle storiche
le notizie
genealogiche e
le
diplomati-
prima
intricata e confusa
su
avvenimenti pi grandi
Intanto
quel
virtuoso
:
uomo
del
Gazzera insinuavagli
di
un
concetto altissimo
dei
la
composizione
una
di
storia
degli
Ame-
monarchia
dezza
solidit e splendore.
Animoso
il
archivi e fortunato
accumulava note,
estratti,
documenti,
e
ivi
me
mol
in Isvizzera
cure
De-la-Rive e
di
Barone
Gingins
aiutarono d'indicazioni e
di consigli
a Ginevra, a Ripaglia,
Losanna
Remy
gli fu
il
suo favoreggiare
,
onde fu ne-
Vaud che
ma
per
gli
archivi del
di
un pensare continuo;
la
una
suo
fatica
assai
grave;
costituzione del
fisico delicatissima.
DI FELICE CARR(3NR
Si
23
dei
membri che
citt
compongono
il
La
merc
gelosa
tcalore
decurioni sono
capi
ragioneria del
si
Comune,
la
e di vigilare
alle scuole
;
primarie,
nelle quali
prepara
si
si
perch gentile
e cortese non
comune non
tanto era
sentiva
il
pareva
che
il
muoversi valesse
gli
si
da fare che
di
con-
un momento
di
tregua
Comune
ma
non parendo
al
Car-
la
tanto lun;
momentanea
la
l'
musica fugacissima
,
ingegno a Glosofia
,
instruire
migliorare
il
i
popolo, farlo
virtuoso,
meno
infelice.
Verso
aversi
treni' anni
qualche
egli
attacco di gotta
fece caso;
li
ammontilo
di
rispetto,
ma
non ne
si
successero con
I
disprezz.
darsi
medici,
amici
il
consigliavano a riposare,
ad un sistema
24
si
Sommariva
da Sommariva a Torino
cor-
Ma un
la
che
fiero
novembre (1842)
stagione
gelava, recare
domane
ad Alba dov'era
aspettato per
festa
solenne
dell'Accademia.
Lo prese
la febbre,
ma
;
il
male
retro-
fosse di febbre
cessa.
le
terzana
ma
Fu
sano e
ed attento
che frequentavano
gli
si
sua casa.
;
Un
qual-
La
in lui
nuova
di
rata persin
madre
colpiti
largo di aiuti
dalla sciagura.
madre
di esse, e dalla
po-
Oltre
le
cose gi dette,
si
hanno
:
di
il
lui alle
stampe, e racri-
volume
del Silvestri
voluzioni
del secolo
della
filosofia dai
la
tempi
di
Talete
sino al principio
decimonono;
Amedeo IX;
DI
di
FELICE CARBONE
in
25
l*arigj,
Cholcx collega
di
poi
minidi
Piemonle
;
la
romantica avventura
Ga-
le
cenza di Torino
della
casi
strani di
bandito
,
Sardegna
e le orribili
di
dall' incisore
ai dolenti
nome
nel
:
rovescio,
Osare Saluzzo
Speranza
monumento
statuario
esemplare
della patria.
<
Kv.cu.
M.
IT.
Voi. Xlll,
DICHIARAZIONE
DI
AIXUM
VI, VII E Vili
DOCUMENTI
PEIl
SAVOIA
CAPO
Amedeo V
La fortuna
agi' di
1.
Figliuoli.
imperatori contro
re di Francia.
Veramente era
le
interesse,
Alpi
perci
impero
fosse
abbastanza
forte per
i
impe-
Conti non
potendosi colle sole loro forze sostenersi pei lenimenti non vasti
,
trovavano
all'
e rendere
qualche servigio
impeo
amore
fare
di protezione
di
qualche
la
dono
di
terre
anche pi rispettabile
il
casa di
Savoia
con-
tribu
grandemente
fu dato a
Tommaso
di
Umberto IH allorch
di
si
mise
alla testa
marchesi
Mievano
le
parti di
ebbe
diritto di richiedere
dai
si-
modo
di
Vaud
28
DICIIIAKAZIONK DI DOCUMENTI
la
di
morte
Berna
che
,
di
Berloido
di
Zaringhen londi
di
Friburgo e
l'
e la
compera
Giamber
doni che
Imperatore avevagli
,
la lega
sig.
paleografa
dice
che
i!
principe
e
Tommaso
dell'
dell'
Imperatore,
non vicario
impero o imperiale
e non
cita
che
1'
atl
delle franchigie
intitolato
:
dove
yicarius in
gratiam romanorum
imperatoris
che
il
di-
ploma
poggio
di
)
solo
titolo
di
sicuro
ap-
non
si
ancora rinvenuto.
,
Veramente
altro
:
W vica
riato dell'impero
altro
il
quello
perpetuo,
Ma
e
con
quell'atto solo
il
non
si
pu con certezza
veramente
principe
s'
Tommaso non
lasse vicarius
non piuttosto
intilo-
al
suo
signore.
il
Savoia che in
Amedeo
VI.
Ma
e gi citato in nota,
accenna a
di
Tommaso
se
egual nomina in
lascia
dubbio
Amedeo V del 1311 mentre il sig. Dalla Amedeo fosse creato vicario quell'anno o l'an,
tecedente.
vicario imperiale
Ginevra
(2), le quali
il
1311. Oltrech
;
sig.
tenza
che
il
vicarialo per-
Savoia
che
in
Amedeo
il
VI,
reg-
gimento ordinato
potuto resistere
;
di
tanti
vicarii
quante
citt,
non
,
avrebbe
si-
Roma
ed essere
il
curo del
fatto
suo
ide di stabilire
un vicario imperiale
quale
(1)
Archivio
VI,
(li
Mazzo
(2)
nnm.
MS.
Monlagnini
di
Mirabello.
Archivio
di Corle.
Brovillas dcs
mmoires
Gap. XIII.
DI
STORIA PIEMONTESE
i
aO
rivol-
e subitamente
i
il
le
trenta
citt e
llorini
feudatari
che erano
contribuire
buoni
citt
d'oro
,
Tra
le
quali
mette Pavia
di
Novara e Vercelli
,
Cennenate
governare
doveva
Visconte
Filippo di Savoia
d'Acaia.
Quel
a
vicariato
iMatteo
perocch
tolto
che
tal
l'aveva, e tale
si
il
dopoch
l'Imperatore
fizio in
accorse che
Sebbene
Ginevra
lascillo
gli
quel
titolo e
i
possedute e per
,
omaggi che
notizia
signori di Savoia
all'
e altri di
Svizzera prestar
abbia
gittato
troppe
concios-
siach
ebbe
la
casa
di
le
Savoia
spiaceva
che
,
non avere
in
Piemonte
in Svizzera e altrove
siccome era
provare.
il
E
rigo
,
difatli
riacquistato, verso
in
1313,
,
il
Amedeo V ebbe
di
dono
Asti
e l'alto
chesato
lire, e
Montavita
lutti
mancalo
di
(2).
Quella morte
dai
fu
i
cagione che
Amedeo
,
Visconti
e per inai
Bavaro
Torriani
i
Guelfi.
favorito
Savoia
gi occupata in e di
Filippo e
Amedeo
contro re Roberto
in
Sicilia a
cui
vo-
Piemonte
goderselo col
conquisto
quanto del
i) Giulinj (2)
ad anvum.
MS. Monlagnini
citato.
](i
DICUIARAZIONF,
sarebbe appartenuto
{jjli
DI
il
DOCUMENTI
conte
previsto
il
gli
(1).
Ma
malanno
che
il
sarebbe cadiilo addosso, non solo lece subilo pacificare Saiuzzo che
gli
cedette Possano
(2),
Alba, Chorasco
il
prefafo
re
ma
il
le se
ed
il
lui
tent ed
di
che Matteo
;
amicasse
con
Filippo
Savoia-Acaia
la po-
avevano involto
in
Novara.
Lombriasco anno domini millesimo Vrcentesimo decimo octavo indictione prima die sabati
Quella concordia celebrata
decimanona augusti
pubblicala.
"
(3)
e nella quale
il
Dominus Matheus
so
filios
<(
de
alqua
scignoria
ncndo
vel
vel
dstrictu de Asl et
quod
sit
ab Ast superius
in
aliquo
loco
qualiscumque
,
sit
quod
Montisvici
et
Saviliani et
di
slriclibus
eorumdem
vel villa
et generaliler
de aliquo
loco
civitate
terra castro
"
n
eorum
que tenent predicli domini comes et vel quod pertineat vel quod peripsorum ex concessiovel
nibus
titulis
anleces-
omnia
singula
promittat
(1)
Archivio
d! Corte.
Provincia. Possano
Mazzo II Mazzo I, n. 4.
n. 4.
Trattati diversi.
DI
ff
STORIA PIEMONTESE
31
.
.
predictus
centum homines de armis equites bonos et idoneos qui stabunl cum domino principe vel cura genlibus suis ut voluerit ad iacieudum guerram cifra monies contra regem Robertuni et eius sequaces ab Ast scilicet perquiuque menses singulis annis proul placuerit domino principi.
mino
principi
Item
si
partes
'<
dominus
ad
Mediolani
mittat
dictis
ex
forcium
(1)
suum armatorum
et
resistendum
dura
dominum principcm
Ex
ca-
quod
se
pitaneatu
sent sive
nominatis
per
cum
effoclu
per
se
et
el
ob-
servari.
tal
Item qud
ipse
dominus princeps
se
el jurisdiclione
((
Cava
et
diclis
eorum
in pre-
ce
dictis locis
Itera
quod
quod
M
'<
ipse
dominus princeps
si
dictus rex Robertus sive eius genles venirci vel venirenl potentes causa offendi dictum
dominum
ipse
((
quam
quod
domini Mathei
transi
sirent ultra
Ilem
ca-
liei
Molli e molli dubbi hanno lasciato i copisti (1) Forse, reforcium. Garrone ne' documenti (ulti; onde in luoghi parecchi per non correre pericolo di correggere in peggio si serbata la dizione quale trovala.
Una
delie scuse sia la dizione spessissimo errata che trovasi ne' do-
3?
lUCHIAHAZlONE
DOCUMEMI
sus prediclus acciderel quod ipse dominas rex per se voi per suos \enirel si ve inaiidaret ad lerras illas que lenentur
per dictum
cessitas
cipis
iti
dominum
illis
Mcdiolani ul supra
((
care.
quod idem dominus Maihcus possit gentes suas advoEo salvo quod per prodicta idem dominus Malheus non
dominos Canoni Grandem de
la
venirci conlra
Scala vicario
i<
pr sacro imperio Verone et Viccntie Raynaldum de Bonacossis vicarium pr eodem imperio Mantue dominum Mar-
chionem Monlisforrati
aliqucm qui
sit
in
'<
in
liga
<(
pem.
dictus
non
se intromittant
de lorris nec de dominiis noe regiminibus que lenentur per dictum dominum Matbeum ul supra alioquin predictus do-
sibi
in aliquo nisi
in
bona voil
quella lega fu
il
vana perch
distolse
re da
con Filippo
,
di
Savoia e
,
cedesse
Savigliano
Bra, Villanova
magno,
di
di
Rivoli in gi
aveva ceduto
Pi tempo innanzi
Amedeo V aveva
anni
Il
i
Ginevra
dove da
molli
suoi
maggiori ed
utile di
;
brama-
dominio
al
vescovo
il
anche
si
diritti
di
regalia;
ma
mal
Diche
si
Bonnivarl, Thoures e
ai conti
i
Galiffe.
di
Savoia circa
i
1186 fu cagione
i
di
molle
i
liti
Ira essi e
i
ve-
scovi, tra
vescovi ed
si
borghesi, tra
borghesi e
conti sindi
ch
Ginevrini
Savoia. La
storia
necessariamonle
proposto
di
San
Tommaso
ed egli erasi
trat-
scritta
da uomini
ligi
DI
con molta
prii ed
STORIA PIEMONTESE
33
illustri
bitato
il
Bonnivart
scritta
L'n' istoria
dal
Gauthicr
gli
serviva
;
di
guida
fatta
i
con
buona
per
documenti
buoni
a'
;
quali
aggiungeva
stesso
da s raccolti
numerosi
il
ed importanti
della
id
io
ne
far
uso
le
sostenere
filo
espozione
citer
i
di
quanto recano
o
alle
di
esse
passi
storici
delle
cose
ginevrine.
Ma
in-
perch
che all'anno 1305 dir prima senz' essa quello che appare
nanzi dai documenti.
Vecchie
vese
,
liti
erano
Ira
conti di Savoia e
i
conti del
GeneIra-
Ginevrini
i
avevano spesso
Vienna da cui
conti del
devano; e dai
Je
li
vicini invidiosi e
poteva difendere
spesso anzi
li
offendeva, e
l'
di lui.
A contenere
conte
et
vescovo e
,
il
Ginevrini
il
fecero
lega
col
di
Savoia
e questi
scrisse che
dfendre
soient
:
les
cytoyens
de
Genve envers
ils
mme
con-
tre l'evque de
Genve
il
Ma
crescendo
le ostilit
de' vicini e
,
piei,'ando
contra
de' borghesi
anche
il
lite coi
che non
gli
;
voleva
lasciare.
cittadini e
nulla
lista
di
spese
quarantamila
marchi
argento
al
e tra
il
vescovo
ed
cittadini
facilit
il
Adunque
:
conte
si
volse al
pagare
la
somma,
grande, n volendola
(1)
(2)
Arch.
ili
Cor. Ginevra
Categ.
I,
Mazzo
,
n.
2.
3) Ardi,
cit.
Mazzo
II
ri.
6.
auu.st.
voi.xin.
34
DICHI A RAZIONE DI
,
DOCUMENTI
benefizio avulo era
poich
Il
il
comune
castello
i
indugi.
diriili
conte
i
gli
occup
tosto
il
dell'isola,
Il
di
pesca,
mulini.
offi-
contee
suoi
ciali
ma
il
conte
interposto
role.
La
faccenda
vista
fini
il
19
di set-
tembre 1290
latore
le
e citata
ma non
:
merc
,
la
quale
e
le
dt
comle restituir au
e
evque la pche
le
peage
dit
moulin
danner en
et
fief
ad
comte
a ulani
,
LE viDOMNAT par
de lemps qu
eas que
le
,
ses
fioirs
successeur et pour
il
plaira
et
en
transaclion
droit
du
susdit
et
comte venairont
(1).
et
resteront
atto
dans
vigueur
Nel
qual
sono
le
dit ojfice
Vidomne avons
de susdit
fait
homage au
dit
evque
le
recepvant
au
nom
eglise et
fidelit.
Notate questa
azioni
dichiarazione
bene delle
del settimo
il
vescovo
Trattando
in
questo
le
fu altres
convenuto que
mandement du
dit
mandement
et
il
sur ce requis.
il
vescovo
(2).
27 assolvette
i
Ma
erano
lo
liti
tra Savoia e
baroni
non
con-
finite
perci
Delfino accomo,
Francia
ma non
Ame-
(1)
Arch. Aldi,
di
di
Cor. Ginevra
Cor.
Caleg.
cit.
(2
Ginevra
Catea;. oil.
21
I.
e fQ^s,
DI
deo.
STORIA PIEMONTESE
a
35
Colui
si
Montoux cinque
gli
castello.
Nel
1303
le
genti di Savoia
co-
strussero
il il
castello di
Malvaz
a sei miglia da
Ginevra: l'anno
appresso
lard.
Il
signore di
quella
fabbrica
di
Malvaz vicinissima
del
sue terre
la
Genovese ed
i
egli
ma
divisi
due
dal
soci
conservarsi o demolirsi
come
piuttosto
voleva
il
signore di
Gex
la
i
perdettero tempo, e
sorpresi
conte di Savoia
le
lasciarono
rcca e fuggirono
s
precipitosi.
Crebbero
inimicizie tra
;
due conti
che
Gi-
punire
tadini
,
il
nel
castello a lui
consegnato.
Ma
vescovo
Martino
(che
alla
richiamare
,
Amedeo
Aimone du Quart
la
di
animo
e di volere
al
plaira au
strinse a porre
castellano al castello di
scelse
Ginevra
il
confidenti
primo
Pietro Sariond
quale tennelo
sino a
cui
si
l'j'.vrebbe
restituito
'1
al
ve-
vescovo
quale
conte
il
scovo e
Amedeo.
21
di
giugno fu
tra
questi
eser-
due deciso
citare
il
visdomato(l). Quindi
25
di
quod
conventionem seu compositionem habitas Inter ipsum dominum episcopum et comitem supradictum non intendit idem dominus episcopus eidem comili in dicto vicedomnatu aliquod jus conslituere, nec eum in vicedopnum
,
per aliquam
suum approbare
Cotanto non
si
aspettava
Amedeo
e ri-
(1) Arcli. di
Ginevra, Categ.
tia
il
I,
Mazzo
,
III.
Gauttiier,
I,
Hisl.de Gen-
ve^
MS.
[2]
il
Ibid.
e Arct).
di Cor. di
Torino
Categ.
Mazzo VI.
n. 1, fol. 6.
36
DICHIARAZIONE
signore di
DI
DOCUMENTI
il
masc sconccriato.
vesc e
il
Gcx
si
al
ve-
gli
sarehbc mancalo
ma
la
il
egli
gli
pi che
sommissione pubblica
giorno
di S.
i
brata che
di luglio (1).
Allora
si
palesarono
si
Chi
mal
sofferiva
Savoia e taceva
signore
di
Entremont feudatario
di
Sa-
suo signore
vi
il
quale
si
1'
auto-
Amedeo
crede che
il
partito di Sail
conte
quali scaci
una
volta
lui
per volervi
Savoia
preti, e
capi
nemico
fecero
;
Savoia
col
Delfino e
col
il
conte del
Genepatti
vese
li
tosto
i
concludere
vescovo
sovrano
brevi e fermi
tra
mato a che
di
il
i
il
per ci libero
Savoia.
15 maggio 1307,
noi
ma non
partigiani di Savoia
buon tempo
la
il
il
Conte.
la
Amedeo
fece
occupare da'
di
sol-
dati
tenti
chiesa e
piazza
1
S. Pietro
ed empire
combat:
e la citt fu in
due
nevese
battaglia
vistisi
:
scoperti
stettero in forse
d'entrare e appiccar
misurale
difficile
le forze,
erano
inferiori.
Tentarono
passi
1'
parve
men
per
1
la
I
di
mani
e in poco
che fuggirono.
Due
congiura [Jaqiiemet
(i) Cosi
precisamente.
DI STORIA
Mdecin
lasciati
il
PIEMONTESE
;
37
i,'li
et
aUri
qui
scampare ebbero
,
case bollinalc,
beni presi.
E
i
Gaulhier osserva
furono
i
che
Bonnivard
per
i
dicendo che
dispregio
que'
due
loro
appiccati
sindaci e che
ebbero
bastoni in
sindaci di Ginevra
all'
non preDelflno
anno 1450.
agi' insorti
;
:
valse
il
ma
con nuovo
lor danno.
il
sopravvento e
di
minacci
all'
del
vescovo.
il
Gauthier
di
d conto
ed
un
vescovo e
conte
di
Ginevra
di
Fossign
che
di
nell'archivio
,
Corte
neir archivio
voiardi
Ginevra
tregua
pel quale
Sa-
pace
sinch
il
non
fosse
rimesso
w ita
quod piene
et et
et libere possit
dictam
habet
jurisdictionem
quam
di
ibi
et
exercere ; e per
pi giurarojurisdictio-
se subjectos suos
et specia-
injurias irrogabunt
in terra
de Salaz
et
de Jussye.,..
promittunt
dicti
injuriis et
damnis
Item
irrogalis dicto
domino episcopo
prelati
in
vel
et ecclesiam.
procurabunt quod
ecclesiastice
tam
religiosi
quam
scculares et persone
eorura districtu
(<
commorantes juvabunt ipsum dominum episcopum et contribuent eidem in expensis faciendis in persecutione cause ipsius et diete ecclesie quando dictus dominus episcopus voluerit
cum
suum
et ecclesie con-
cives
vescovo
li
Jussye
(l)
di
Arch
(li
Cor.
Affari Svizzeri
Categ.
Mazzo VI
.
i.
.
e Arche
Ginevra.
38
4'
DICHIAKAZIONR
cilari
in
DI
DOCUMENTI
si
contingeret
diclum
dominuni cpiscopuin
ff
<<
cumquc alio j,'iudice ad inslalioiiem vel provocalionem cujuscumque persone proniillunt predicii domini cum juvarc per se, per amicos eorumdcm ci subdilos eorumdem in quantum
polcrunl
Item quod
diclis civibus
dicli
dari
cum
prcdicli
domini episcopi
et
assensa
domini
in
dictis
civibus
recipere in novo
dicli
si
of
hominem
et
vel
.
in
garda in prejudicium
conte
di
domini episcopi
di
ecclesie
Amedeo
fermo
il
Savoia
rideva
il
questi
trattati, e teneva
vescovo istante
fatta alla
mente ridomandava, protestando che la cessione di queir uffizio casa di Savoia da Walden de Conflgnon, che l'aveva
che
il
(1).
mor
le
il
il
il
azioni del padre. Savoia gli offer pace, che egli accett; e
vescovo
si
il
Delfino
non
si
accordava
al
vescovado n
il
alla giurisdi-
duca
di
Savoia
occupava
figliuolo
Odoardo.
consera
sendogli
troppo
difficile
vare
tutto
il
r appreso.
Savoia
castello
dell' isola
l'
visdomato
il
vescovo rientr
lanciate
nelle sue
ragioni e lev
interdetto e le
arbitri
scomuniche
tornarono
i
borghesi
il
un luogo
per
diritto
sulla
Rodano dove
di
si
pe-
sassero le merci
della
chiesa
Ginevra
per
che,
pel
le
fiume.
Finalmente cittadini e
imperio e
la
foresi
riconoscerebbero
della citt
in solo
il
il
mero
e misto
giurisdizione
(1) Ibid.
Mazzo
III, n.
e Ibid.
DI STORIA
PIEMONTESE
gli
39
vescovo
pens a riconoscere
Di
proprii
le
fonti
di
tembre 1310.
che
il
Gauthier
riferire.
ponte d'Arve
bestie macel-
bestie
lale niente
merci
al
che
si
consumavano
zaiuoli
della
vescovo sui
calderai
i
pecorai
formaggiai
per
la
:
frutlaiuoli.
beccai
citt e
giudei
che
la
cill
passavano
rendevano
anch'essi un tributo.
Libera
canonici di S. Pietro,
ai
sette
clesiastico
purch
di
di
bestia
che
macello
Ginevra e l'altra
s'
d' altrellanli
per
di vino
che
introducesse
fabbricare
un ponte
le
di pietra sul
delle
merci.
bene rimanessero
Riconosciute
le
gabelle.
rendile,
ed
Amedeo che
egli
un
castello che
Amedeo
il
il
conte
Rodano
conte
(2)
e tutti i di-
che aveva
(1).
officio
del visdo-
mato
Fu
Amedeo
vicario imperiale
a
;
dova
e altrove
ed
fosse costrutto
(1) Arcli. di
Cor. Categ. e.
,
s.
Mazzo V,
n.
15.
(2) Ibid.
Monod
Memorie per
la storia di
Ginevra.
',0
DICHIARAZIONE
il
J)I
DOCUMENTI
permettesse
di
imporvi
un
pedaggio
(1).
Il
per
rifarsi
delle
se
spese
sia lo
fabbrica e di conservazione
che
non so
memorata
dal Gauthier e da
me
ci-
conciossiach
quella concessione
daggio gravato
ai
passanti.
di
Fossign
il
conte
Genovese
travagli
;
borghesi
mollo
fortemente.
Quella
Odoardo
loro
Amedeo,
gli
le
cose volsero a
obbligatissimi.
del conte di
tanta
fortuna
che
tennero ad
rinnovali
Amedeo
Quietate nuovamente
le quali,
omaggi
4
di
la
il
settembre 1319
Conte promise
quantunque
1'
omaggio
al vescovo ne'
addietro
intanto
come
l'omaggio
:
per Ginevra
esigendolo
i
pel quale
omaggio
Roberto
de' conti di
ai
tnand
vescovi di
i
come
di
vi si
assi
soggettavano
vescovi di Savoia,
diritti.
perch
la
conti
Savoia
tennero in maggiori
scovo e
di
il
Ma
Non
il
concordia tra
conte
or
di
1'
Amedeo
una or
altra
volta
era
il
non era
lettere.
suo ordine
il
vescovo
e vieppi offendevano.
i
La fazione
di
pi
Ginevrini erano da
Intanto
di
lei
per dispetto
malmenali.
conte di Ginevra
in
ebbe necessit
vescovo.
cinquecento
e le chiese
prestito
al
(1)
Arch.
di Cor. Categ. e. s.
Mazzo V,
di
n.
15.
(2) Ibid.
Mazzo
I!
6, e Arch.
Ginevra.
DI
the possedendo
il
STORIA PIEMONTESE
,
41
:
il
teneva imbriglialo
il
do-
mand
Ginevra
castello di
dell'
il
conte
il
crescere
il
au
torit di
Amedeo
in
lo
consegn. Subito
abitarlo.
vescovo lo
and ad
la
Amedeo conobbe
di
,
flne, e temette le
conseguenze
dello
mano
del vescovo.
Per provar
Ginevra e
offendere
domandogli
Amedeo un
rimostranze:
il
ma un
Aimone
di
che
il
Odoardo
di Savoia,
Ugone
di
mano
di valitori,
la
rubarono, e
cittadini
perch cepcrunt
et
et fu-
cives in dieta
dirutione
lo
prestiterunt
auxilium
favorem
,
ci
si
che
non seppe
dall'
Spon
tire.
e n
11
il
suo annotatore
sdegnato
o almeno
tennero
avveri
vescovo
flgliuoli del
conte di Savoia
il
sire di Belgioco e
Ugone che
cittadini
di
la citt,
i
ma
eziando
gi
cittadini
malcontenti
vescovo
il
in
ira
quell'atto, e se ne facessero
sei
contare
vrini, e
preti
che
dovevano godere.
al
Gine-
Ggliuoli di
i
Amedeo appellarono
ministri
metropolitano; e
il
intanto costrinsero
d chiesa
grati.
Il
servizio
come prima
di
e seppellire
morti
marchese
di
San
Tommaso
fece
estrarre dagli
l'
archivi
arcive-
scovo
della vita di
docu-
mento)
finirono col
il
si
,
doveva
poi da
Il
eseguire
l'ordine
di
Vienna
levala.
conte
Amedeo
di
i
Ginevra succeduto
cattipi e le
padre
Gu-
disertare
xiii.
arcu.st.It. Voi.
42
DICIIIAKAZIONE
riediflcasse
1)1
DOCUMENTI ma
chiese al ve-
scovo che
si
gli
il
In quelle
fu fatto
il
arbitrio in diversi
personaggi.
Il
lodo
fu pronunciato
di
nome proprio
il
e de' colleghi
apud
Terniacum, e sentenzi:
Ginevra
il
che
mille e cinquecento
cosi
si
che milatrecento
tenesse
in
gli
soddisfacesse in
dei danni
due
gli
tempi
e dugenlo
compenso
che
Che
la
la
si
castello
e lo stesso castello se
restasse
feudale
del vescovo
come innanzi
il
distruzione
il
conte di Ginevra
il
castello; n
Il
il
vescovo
ne
conte
di
Savoia
lire al
glielo
impedissero.
;
conte
di
vescovo
dalla
il
e tutti
scomunica e
fu data
l'assoluzione
10
di
gennaio successivo
Sguito
i
aveva lasciato
il
dominio
di
diritto
come Susa,
di
mendo
il
Borgogna avvis
la lei
conte di Ginevra
disposizioni di
Amedeo V per
gittima successione
biti
de-
omaggi
(4).
si
afforzasse a mantenere
gli
un potere
e un' autorit
nella
Svizzera dove
pareva
egli vi
effetto.
utile
aveva
(1)
gli atti
stesso
Mazzo V, n. 20. Arch. di Ginevra per 1328 (6.8 e 9 aprile). Alti dell'anno (8 e 10 dicembre). Nomina d'arbitri, 4 gennaio 1329. Loro senArch.
del
di Cor. Caleg. cit.
,
1320: consulte
gennaio.
legali,
tenza
di
(2)
Arch.
di Cor. Affari di
Ginevra
Categ.
.
(3)
Mazzo
20.
n. 5 e 12
Mazzo VI e Mazzo
n.
14.
III, n.
12,
(4) Ibid.
Mazzo IV
n.
DI
Berna
avrebbe
,
STORIA PIEMONTESE
piaceva
43
cui
non
Rodolfo
di
lui
,
d'
Hausburg
ricorsa
i
non
potuto
sostenersi
contro
il
era
ad
un
protettore in
Pietro di
Savoia
di
1266; e perch
i
Friburghesi
amici
di
Berna temettero
il
quell'alleanza,
li
Bernesi dichia-
rarono
vitalizio
protettorato, e
quietarono.
Ma
successori
di Pietro di
uffizio,
che dava
ma
testimoni
gli
alti
che
via via
:
E primamente
la
si
occupazione
di
fatta
da Amedeo IV,
cittadini di
Losanna
;
Ginevra e Sion
colta l'oc-
(1)
Amedeo V
casione
nesi,
dell'
approssimarsi
dell'
tratt nei
quod
illos
Renum Romanorum
:
saciam
siliam ec. B
e intanto
moneta
et
de maiori giudicio
de Berno provenientes
sicul
I
cum
ea plenitudine juris et
percipere
honoris
reges
vel
imperatores
consueve
runt
(3) .
nuova,
parole
gravi.
que' borghesi
le
buone
il
1295
essere con
di
pi
intimo e creduto,
sull'esempio
il
di
Pietro
Savoia
:
1296
(4);
ma,
his conditionibus
di
Losanna: copia
Citt.
,
tratta
dall'archivio di
Torino.
(2)
(3)
Berna
(4) Ibid.
rt
DICHIARAZIONE
Borni)
in
DI
DOCUMENTI
justitiain
juilicium
corum rcspondcre ac
solvere
facerc
tallias
s
il
(I
teneremur
ebbero
,
Onde
Vescovo
Losanna e
,
Friburj?hesi
per grazia di
e per averla
si
amica
Loe
sanna
ma
ottenne
di
mero
prese
)
e Odoardo non
(
molto dopo
di cui
come
contro
Ludovico
Vaud
la
borghesa o cittadinanza
che che
anni
assistito
signore di
Vaud
fiume
S.'
del
lago jusqu'
appelle
Emme
Moriana
de
Chiesa
i
e finalmente rassicur
suoi
pel
feudi
su quel
di
chemin de
la
mite
de san diocse et
il
fief de la
Morgex
(4).
tare che
Vescovo pose
nus du
eglise
fief
du
dit
comte, pretendant
icelles
il
appartenir a san
i
pour
privilges
imperiaux
La quale avvenuta
del
di
settembre
1327 e ripetuta
1'
1188,
al
Vescovo
di
dere per
lui,
ma
dall'
i
immediata sua
protezione
(1) (2)
Arch. della Cattedrale di Losanna. Cassetta 72 , d. 1276. Arch. di Cor. di Torino. Trails avcc Ics Suiss. Paquet I.
Ibid.
Trails
Ardi, di
II , n. 38 appena citato Finanze di Savoia. Cor. Trails avec les Vallaisans. Paquet I n. 2.
,
DI STORIA
PIEMONTESE
,
45
se
la
Aimone succeduto al fratello Odoardo affinch non perisma viemmaggiormente invigorisse pure fidei dilectio per
,
quale
et tota
communitas
hactenus
promessa
,
con
giuramento
fedel
di
come
ed obbligssi
a confeclione presentium
et
litterarum
l'anzidetta
borghesa; passati
lettere patenti
s'
;
quali, se voglia
ci
ci
fare,
,
il
potr
per
quando
non
avvenga
essa
borghesa
adjecto
,
intenda
sia
Hoc
che non
sorta
a'
n pagar taglie o
borghesa dentro
i
veruna
la
e se rassegni
la
per
Tale atto
(1)
1313 dev'es,
Aimone non
fu
fu
Comes Sabaudie
Bernesi
come
stette
per errore.
Ma
se
Aimone
di
amico
si
ai
male
1337
mediante
buoni
uffizi
Alberto d'Austria
,
e peggio col
all'ere-
non ostante
il
Odoardo
ebbe per
signore
il
Principe d'Acaia,
Gex
Delfino rimase
;
morto
a
la
sul
campo
gli
buono che
per cuf
a
rompere
re di Francia
,
guerra fu terminata. Se
i
Ile
non era
o altro
potente
comandare
in
Delfinesi
bene
Monthoux
qual*
rimasero morti
s
pi
tante
occasione
fondarono
messe e
tanti
anniversari
nella
(1)
di
Berna.
les
(2)
V(fllaisans
cit.
DICHIAKAZIONF
DI
DOCUMENTI
di
i
que' defunli
che
Monlhoux
di
il
bencGciati di
(1).
S. Pietro intascavano
meglio che
sette fiorini
per ciascheduno
Ci non ostante
ed
e
il
in
que' luoghi
tra
Neuchatel
eletto
i
sire di
Granson, uomini
(2).
quanto prodi, fu
di
Gi-
che
guerra po,
dargli
di
occupare
intorno
;
in
qualche modo
s a lui e
le
loro libert
si
affortificarono
e chiedenti
s al Delfino libero
passaggio
come
graIl
mato
di
di
arrestare cittadini
ec-
clesiastici
ma
E questo giuramento
sospetto di
togliere
a' cittadini
il
voler minare
si
loro libert.
D'una cosa
comune
a'
suoi
Fio-
rentini e stuzzicavano
papa
in
Avignone,
il
quale
per sua
di
parte
troppo e minacciosi
a'
30
di
settembre 13/iO
scriveva
a'
Avignone:
sentes
ad
quod die XXVIII mensis septembris presentis inlravi domiuum nostrum papam et cum eo fui in camera per
spalium
et
magnum temporis
justa mihi
a supplicavi.
Quatenus cum
Gommune
'<
rarum
infraclos in quibus
extitit
diutius agilatum, ex
et statu
magno
'
suorum de par[sic]
tibus
Italie
et
mutum
V. Bonnivarl e Guichenon. Gaulhier St. MS. cit. Arch. della Cali, di Losanna. Cassetta d'Avenches, n. 283 Documento che ora si slampa in una raccolta.
(1)
,
(2)
cit.
ii.
6.
DI STORIA
PIEMONTESE
cum
i7
muoe
sibi
ad
reddilus
et
proventus ac omnis
Comunis
multa
alia
obligati sinl
et traditi
ruQi
proxime venlurorum
que
in
sup
plicatione per
me
rigendo
filiis
adjutrices dicto
more palris piissimi manus por Comuni concedere quod fructus provincia Tuscie quod co tempore
fore videbitur colligantar
pr
dicto
Communi
Commune
in
subsidium
predictorum
certis
verisimile
Quouiam
si
Commune
cum
Ferrariensibus et
Malatesla et multa alia dixit circa hec pelila negando. Cui res
si
quam non
nisi
si
ad
illi
honorem
qui
et
bonum
ecclesie et
numquam
in parlibus
a sic
nec hoc molestum esse debet summo pontifici mmo gra tum proterea si liga fieret aut facta esset cum Ferrariensibus aut cum domino Malatesla non fieret aut facta esset
velud
cum
eis
inimicis
Romane
nisi
cum
si
intimi
facla
et devotis est
Romane
qua
ad
cum
si
non debet
devotis
Romane
possunt
Ecclesie
nisi
quia
cum
conligati
non
tum bonum
sic
operari
colligali
Tcciesie
habentur suspecti
maleriam
desperalionis
etiam quod
illi
mille equites
qui
la
compagnia
et
della
clesie
quia Theototentan
nici
adherent
et
quia
continuo
48
DICHIARAZIONE
perniliosa
DI
DOCUMENTI
precipue de Ylalie partibus.
conlra
satis
comunitales
Quo omnia
vii
nichilominus
el
tempore
inlendo
proul
poter prcfalum
dominum
materia et de
aliis
coramissis
mihi pr
Comune
quod
si
Florentie.
esse
mecum
Comuni
ter operar!
quod mihi de meo salario satisfiat. Sum enim quod expendara. Scripta Avisoptembris.
ci
nione die
XXX
In
curie
et
isla
sunt de processibus
tibus
Regum
et
Francie
Anglie et de appara-
eorum ad bcllum
sua potentia ad
cum
et
et
regis Anglie prope Torniacum quod Rex Boemie (]omilissa Anonie regis Francie soror
campum
et tentant
concordiam inter
cf
men
licleris
aliquorum mer-
ce
et supplicantes
eidem quod
eis
rt
fuit et est
quod Flandrensirecessisse
bus
ipsis
redeuntibus ad partes
cum
qui crani in
dicuntur
et
recessu
ab obsidione
in
et
sunt
qui
sit
usque nunc
dieta
ingnoralur
el
ne
possim
redargui
nova
scribendo in aliquo
esse,
mieto vobis
copiam cujusdam
lettere
InsuEustasii
dominorum
Malalesle
noviler
adcessil ad cufui
riam
cum mandalo
sufficienti ut dicit
cum quo
ad aliquos
DI
-.(
STORIA PIEMONTESE
49
dorainos cardinales
domino
et favore
ut supra. Est
austerus et
non appellabuntur Ecclese inimici tamen suramus Pontifex centra eos multuni durus ex mala informatione assumpta (1) .
che spiega
Il
Quesl' atto
anche
altre politiche
d' Italia
non
Savoia pu scusarsi
anche per ci
grave
campo
Il
come
soldati. Difetto
marchese
di
genealogiche
della
citando
Cibrario
permanente
in
Ciamberi per
le
civili
il
e criminali
e nelle
Cibrario non
si
era inglo-
Aimone poteva
buona
luoghi
istituzione:
ed l'uffizio di un
cancelliere
un personaggio
letterato savio e di
vita
per assistere
stati (2).
ai
sommissione.
sotto tutela di
Aimone mor
Ludovico
nevra
il
a'
22
di
giugno 1343 e
di
lasci
di
Savoia signore
Vaud
e di
Amedeo
conte di Gi-
figliuolo
Violante
di
Monferrato.
Firenze. Classe
Distinz. 11
n.
14.
,
Arci), di
la
Cor.
MS.
islorico de la
royale
maison de
Savoye
di
Louis de
Croix.
Arch.Si.
11. Voi,
xm.
50
DICIIIAKAZIONE DI DOCUMENTI
CAPO
Amedeo
Cura
sconti
II.
VI.
Luchino Vi:
occupatore di Asti
al
Novara
Tortona ed Alessandria
prendere
re Roberto
Mondov e
di
altre terre in
Piemonte onde
la
morte, e
un
guerra
in
Monferrato
comandare
stati
i
Giacomo
di
nemici
l'
quel
signore
(1)
onde ne successe
il
la sconfitta
sua e
abbassamento
de' Guelfi
che turbavano
posero in ventimila
aveva
tornesi le pretese
che
Filippo d'Orlans
figlia di
come erede
di
della
duchessa
;
di
Bretagna
Odoardo
(2)
il
tra Savoia e
duca
Borgogna e
i
re di Francia
strinsero pi amici
de' loro
al
loro pupillo
Ginevrini, favorendo
;
introduzione
grani in Savoia
(4)
moneta per
le
L'
un
e
de' tutori
secondando
intendi
del testatore
:
mirava
a crescere in
Ginevra podest
di
Sa-
voia
avrebbe anteposto
altrui
,
aver semtal
conduceva per
maniera
le
il
danno proprio
fosse
quanto
possibil-
mente minore.
Leale
;
uomo
e
e generoso mai non trad l' intemal comportando che il Delfino avesse
ceduto a Francia
le
Amedeo
narono
e
l'
imperio
in quelle parli.
Ma perch
;
egli
ed
il
collega
di
educare virilmente
nobilmente
pupillo
coli'
(1)
Ard,
Id.
di Cor. l'orino.
(2)
(3) Id.
aii.
,
1344.
,
11
12.
1,1,
DI
STORU PIEMONTESE
non potevano. Tradanto
gli
51
che
il
essi
per allora
sicurerebbero
avere intero
la
;
se
il
potessero avere
circonderebbero colla
Savoia
Signora
di
di
tornare a
disperando Ludovico
facil-
vicini Svizzeri
non
le
avreb-
Ma
per ridursi
il
e fecero.
A buon
patto ebbero
quieto
contrastava da Filippo
di
Valois
(!];
buon
com-
pratore
zione
terre
del Delfino
i
rendutosi
frate
per
dispera,
(2),
determinare
conte-
con soddisfazione
di
Giacomo
la
;
d'Acaia
tra
firmando
di
pace
loro
Milano
e promettendo
{!i] ;
favorire
Giacomo
i
istesso se
Monferrato
di
contravveniva
per
il
conchiusero
patti
col
vescovo
Losanna
le
terre
di
Amedeo
da
possesso utile
lite
magistratura
(5)
e poich
avevano mossa
al
vescovo
di falsario
lui eseguito e
che essi
pretendevano
monte,
Questo fecero
in
comune
,
tutori per
il
l'
conte di Ginevra
di
riconobbe
signor
Vaud che
si
teneva al vescovo
di
per
la
(7)
batter
moneta
rinnov
ligio lui
prometlant de
(1)
Ardi,
di Cor. Cill e
(2) Id.
Valenlinois
,1,2,
maison eie. par Louis de IV 7.
,
(3)
(4)
Hisl. de la royale
la
Croix
MS.
ibid.
(5)
(6) (7)
Arch. della Cattedrale di Losanna. Cassella 81 Arch. di Cill , Torino. Ma;:zo XVI.
Gaulhier
,
n.
1391.
Hisl. de Genve.
52
honne
fot
DICHIARAZIONE
de
DI
DOCUMENTI
Ics
cngagements d'un
vassal l'egnrd de son seigneur; e quiudi associalo nella giurisdizione vitalizia di quella citt
(1),
possessi che aveva nella Vallala del lago di Giura (2), e fece
un cambio
di
Mascot e
S. Cristoforo
con tutto
le
quello che
Montlaville
le
dit
lieu de
(3).
Ludovico
di
la
memoria
conti di Savoia e
conti di Ginela
loro
il
perci
collega in Guglielmo
e di
si
De
Baume gentiluomo
lui
di
gran
intese
sangue
suo
di
gran
merito
ma
nemico.
II
conte
quello che
;
il
Les chroniques
de Savoye
Ginevra ad Amedeo.
Le ioyne comte
meurs
et
de lenir
et
croire conseil, et sy
la
le
mettoit a l'exercisse
de sa personne sans
entendant
et
bon lattinieux
en
sens
et
(5).
Et de jour
en
jour
eroissoit en
cognoissanee
veni* anni era
et
en aulmentament
de parsonne.
A
il
:
ung
de ly
la
mesmes aucune
fois sa loullunte.
i
educazione
i
Valiesani, le battaglie e
il
suc-
quattordicesimo anno)
(1)
di
diplomes
concer nani
les differens
non aulenliques des divers Iraile's, bulles, de la Maison de Savoie avec la Ville
Categ.
I
,
de Genve.
MS.
Mazzo
II
6.
pae;.
270.
dedicava.
al
tere
olii
ad esse
si
Nota
DI
al fin della vita
;
STORIA PIEMONTESE
53
e di governo.
il
lo stalo
tem-
poraneo
ch'egli
e prosperit
Savoia e del
Piemonte
trovo
comparati
costumi,
alla
Provenza ed
Lombardia.
Perocch
di valori di
fatti
o
i
distesi,
ristretti,
ad
e
artisti,
e bandi
contro
giudei
lombardi o caorsini
e
perOne
estratti di
sentenze criminali
memorie
di
eran
camera
una, per
sua
ferit,
memorabile.
sarii
captum
et
lenuit
per
:
viginti
unam diem
et
MORTCJUs
quo
uno ferro
OLEO,
lignis et
fa
rum turonensium
inorridire
civilt del
;
e se
la
Piemonte saremmo
pe-
pluribds ndnciis
9 denar. grossor.
boia assicura che
ad habendum
turonens.
b.
carnacerium tribus
difficolt di
solidis
il
La
avere pronto
civilt del
alle leggi.
certo
Amedeo VI fu di tempi civilissimi ben diversa da quella di Amedeo HI il quale del lutto illiteralo per autenticare di sua mano un atto segn sulla carta tre croci e tre
l'educazione
,
;
ve ne fece
il
suo visconte, e
e
il
tre
Oberlo
i
di
Castellomonte, e
presenti
l'
giudici Ailberto
Oberlo, e una
testimoni
all' in-
stromento
di
che
investitura
di
Corazze,
S.
S.
Giovanni all'abate
quelle ricerche,
le
di
Solua
Onde per
quali
di
54
slosso
DICHIARAZIONE DI DOCUMENTI
imponeva,
il
Carrone sperava
di trovar
regnare
le
industrie agricole e
ma-
nifatturiere
zioni
,
quale la
somma
specularendita
la
ricchezza
del
territorio e la forza
la
dello
stato, le pecunie
; i
versate a beneficio
pubblico ed a pr
de' signori
i
limili
dell'autorit
sovrana e della
la
municipale;
misura del
<hi intenda
il il
Ottimo fa
del giovane
De
la
Baume,
come
tutore e
come
consigliere
Principe.
proseguire
le politiche del
il
barone
di
il
Vaud
e del conte di
,
suo pupillo,
di
vescovo di Losanna
signore
fece
di
ijio
Chalon e Caterina
Savoia
(1);
di
Vaud, da una
il il
confermare
Agaunois e
al
omagAlberto
monastero
colleg
difesa
quindi
di
Amedeo con
Turgovia,
r imperatore
il
conte di Virtemberg
vescovi e le citt
(3);
coli'
aiuto di
signore
favoriti
di
,
Vaud
costrinse
Vallesani a star
quieti (4)
sebbene
zera
:
mano
la
quale cominciala
Vaud aveva
in
per mettere
e
Delfinato Guglielmo
lo favoriva
De
la
Baume
Francia dove
messyre Galoys de la
Baume
pre du
MS.
dell' Halier.
Corte
di
(4) Liii-e
Vaud. Mazzo
II, n. 8.
DI STORIA
dit
PIEMONTESE
Combien^veu
il
55
Guilliame rsidant en
la
et
aym du roy
di
(1)
conte
di
Savoia e Giovanna di
Boulogne
,
e di
fldanzata al Conte
in Savoia
(2).
e quindi
pompa
11
Garrone
sulla fede di scrittori a lui noli pose nelle sue Tavole genealo-
Amedeo
Borgogna,
ma
queste nozze
di
non
si effettuarono.
,
La cronica
la
pagina
memorando
venuta
della principessa
nata Bianca
aggiunge che fu trovata inabile a! matrimonio non fu potuto consumare, e ch'ella entr dame de religion in un convento di Poysy. Ora
(3)
)
In Savoia,
il
matrimonio; e che
colle parole della
cronaca
;
il
prio errore e
l'
altrui
e con tanto
1350 31 dicembre. un atto il cui titolo : Convention entre Amed comte de Savoye et Thibaud comte de Neufchdtel par la quelle le dit Thibaud se soumit l'hommage vers le dit Comte e l'aider en guerre conlre le Dauphin
ebbe
scoperto
,
Viennois
et
conquerir
les
Bourgogne
comtesse de Savoye
di
,
femme
de
[k)
dit
comte Amed
.
Certo ne con-
Amedeo
matrimonio celebrato
dremo toccando l'anno 1373 che per quiete di coscienza nel matrimonio con Bona di Borbone il conte richiese al papa un' assoluzione ed una dispensa. Dove andasse la signora dopo
la infelice
ma non
subito a Poysy;
(5).
imper-
Chronique
MS.
la Bibliot.
Canlon
(2)
pag. 272.
(3)
(4)
Econom.
Arch.
I
,
polii.
V.
di Cor.
Cill
Prov.
Bourgogne
Rve
de
Macon.
Mazzo
(5)
25.
le favorite del gentile
la
e valoroso Amedeo era la raoglie del Baurae) perocch trovasi in que' conti pr una roba integra data per dominum uxori guillelmi marescalci domini gratiose Xlll fior. VI den. - Comples de la ChaleUanic di
Tra
Chamberu 1352.
56
DICHIARAZIONE
Amedeo
di
spiriti
DI
DOCUMENTI
Iversol-
ma
coloro
non avendo
punto cara
(1)
;
;
chevole
la
dopo
(2)
ma
maggiormente
quanto pi
furono
il
sire di
i
Guglielmo De
la
Baume; e 1. Que
et
patti della
le
Dauphin Tournon
dit
comte possedait
de dega
le
Chateau
2.
et
Mandement
diffrens
l'Ile
l'Escaillon de
Saint Avre
et
par
la
rivire de
les
deputs y nomms.
dit
Que
le
dit
Dauphin
toutes
possedoit en
Saint Andr, Saint George d'Esperanche, Septen, Saint Symphorien d'Anzon, Azen, Falavier,
le lieu
gnralement tous
lon
et
par
les
deputs
susdits en fa
4.
le
Rhne
et l'Isere.
Et par contre
dit
Dauphin rendroit au
aussi
les fiefs
dit
comte de
qui en dependent,
comme
le
nevois
le
chateaux, terres,
man-
Peroges.
Maximien Gordans,
les fiefs
nox, Varax
possedoit
le
dit
Dauphin
au de
Bugey
5.
dif
et Ambournay la reserve des hommoges y specifis. Qu'au cas qu il plt au Roy et au Dauphin de donner au comte les chateaux lieux et mandements de Saint Sorlin de
,
,
(i)
France
ec.
Paquel V, 17,
idid.
(2)
11 ottobre l3Si-
DI
STORIA PIEMONTESE
et le
57
que
le
dil
les
rivieres
auUres du Rhne,
la
terre
de'Faucigny de Gex
de la Valhonne
en
fief et
hommagc
et de ses successeurs,
remeltant ce der
Qu'apres la
le
dU
au Dauphin en paiant au
dit
comte au lieu de
le
terme d'un
Que
faites.
ei
livrances
par tux
respeclive
ment
8.
Que
le
promis par
le
Dauphin pour
comte
le
la
paix
bert,
[aite enlre le
Aymon
Dauphin
Hum
soit
juSqu'au jour du
Et par contre le dit Dauphin ne pourroit prtendre du dit comte de Savoie aucune somme pour quelque cause que ce soit. ''9. Que sHl y avait quelque contestation pour la limitation des dits lieux, elles seroient termines par les deputes susnomms.
traete.
10.
Que
et
les
le
Aymon
11.
Quau
hommages convenus au traile fait entre le comic Dauphin susdit seroient quitts de part et d'autre. cas que le Roy et le Dauphin ne ratifiassenl le prc
le terme y exprim qu'ils seroient tenu de payer au comte de Savoie 25,000 florins d'or, bon poid, ou envoier a (Jhambery pour y rester jusqu'a l'enlire satisfaction de la susdile somme. Datum Parisiis anno i354 mense novemhris (1).
E
del 17
l'anno appresso
a'
18
di
marzo
fu convenuto tra
commis-
Que d'abord
la
marzo
dell'
anno innanzi
le
dites
restitutions
le
dit
comte jureroit de
quale
il
(alla
rv.
dae
Macon
'
(1) Arcti. di
lo.
France. Paq. VI
H
i
7.
:
.' ;
;u
i>ii
58
Cliiilon (t))
UICIIIAHAZIONE DI DOCUMENTI
et
d'accomplir
le
mariage uvee
et
elle et scroit
la recola
noissance de son
de la paix.
hommage au roy
au Daupfiin selon
teneur
Que
dit
le
dit
les
mains de
Voyron,
Monseigneur de Valentinois
les
chdteaux
et
et
lieux de
les
Dolomieu pour
garder au
dit
nom du
corrile
le
Dauphin
(2).
ait
rendu au
Faucigny
Quindi
la
Reine deputalo del re Giovanni di Francia diciiiar di aver ricevuto dal conte di Savoia
nel luogo di
et v(eu de
la
Macon
religion:
riconoscessero
conte
ma
al
luoghi di
31 ottobre
non
vrier
erano ancora
restituiti.
forte
protesta del
vassalli di
Maule-
di
Francia
che non
pi avessero
come
Normandia.
per
compreso
Anzi
conte di Ginevra
la
parte che
gli
spettava
(3).
vescovo
di
di Pineto,
lussey
si
volevano mettere
vassalli que' di
il
conte difatto
dilese,
e gli
conferm per
Bre-
dati al
dispiacenti
diete
in cambio di altre terre, ed erano molto quod eorum homines submittantur ecclesie supraquia magis vellent facevano scrivere al conte eos, si
Vescovo
sub
manu
vestra forti
quam
de-
(4) .
Ma
il
Conte aveva
(1)
la Bibliot.
Cantonale
de Lausanne
(2)
^ol.
77.
Ibid. Paq.
VI
8.
eie.
,
(3) Arcli. di
VII,
,
11.
Mazzo VI 10, 11. Muulevrier. I 9, (4) Arch. di Corte ec. Ginevra.MU 8, 8, 9 e 20 luglio 1355. 16 febbraio 1338 in cui un atto del 23 maggio 1336, - 5 marzo, l e 25 mag-
DI
STORIA PIEMONTESE
,
59
oltre
;i
queir
Tito,
die fine ad
sedici
anni
avendo
in
il
tutto
Il
il
processo,
daremo
succinto la storia.
il
XXV
di
milite Pietro
dei
da Yverdone
conte
visdomo
e Giorgio
al
de Solerio
procuratore
Aimone presentarono
:
vescovo di Ginevra
uno
scritto
Quoniam
est
ste,
opprimique
et
indultum
et
ad vicedognatus
I).
et
magnificum virum
Aymonem
co-
a
c<
mitem Sabaudie noscitur pcrtincre sapendo in ci vitate Gebenne caplus et arrestatus fuit Franciscus de Millie mandamenti de Berna, pr eo quod falsificasset cuiusdam capiruli sigillum seu sub ipsius capiluli nomine sigillo lilte,
ductus
sit
et custoditus
fueril
me tamquam
valum
et de
ipsum mallaclorem mihi tradendo, et cuslodiendo eumdem juxta mei offici debitum et hactenus consueludinem
in talibus
saepius
et instanler
imo eandera, ut
in
permisistis ab re
preiudicium,
damnum
et
turbationen
com-
missi predicti
pello al Papa.
Il
rispose:
9
Quod
domino
intulit
,
quanlutn
cornili
in ipso est,
prefato
si
quod
nullum credit gravamen intulisse, et quod non credit, ipsum vel ipsa revocai
conte provi che gliene abbia
altro
fatto.
quantunque
trattanlo
volte
il
in-
non conta n
Rio,
del
8 giugno
1358.
iS.SS.
Esame
conte
10 giugno
(iO
IUCUFARAZrONE
pour
les
DI
DOCUMENTI
la
nonner tant
clercs,
que
Ics laics
que
ce
pouvoir
le
la chose
Il
n'ayanl jamais
di
predecesseur.
,
20 febbraio pnv
dichiarandosi procuratore
ma ma
I
gioni
onde
il
vescovo rispose a
come
a quei due.
il
Savoia
i
temeva d'irritare
vescovo, o
:
cit-
era ne-
camminar
i
lieve.
al
19 mag-
Ginevra e
tutori
(
un partito: Alemanno vescovo di Amedeo VI convennero che due amici cui nominarono decidessero tanto sulle
)
quodam liomine
illatis
ita
curia
ponatur
ut
che
tempo determi-
nalo per
sentenza
intanto
1'
uomo
se nel
il
tempo
prescritto
in
non senten-
ziassero
il
visdomo
ritirasse
segno lasciato
il
scovo ed
ai
canonici, e riconsegnasse
tra
gli
uomini
visdomo e
della
vescovo, ed erano
il
stati
presi
servi e bestie
(
mensa
per
vescovile, e
castello
di
Ginevra
evitar la scomunica);
fu
convenuto che
il
tenessero
in
conte avesse a
Il
restituirebbe
alla
il
senza
tempo assegnalo
sentenza fu
prolungato e
le
liti
ri-
masero indecise. Ma
grande e che mise
e certo le libert
dall'
uomo
lui;
in rispetto
con
Preso ardire
di
comand
Conte
rispet-
diritti
DI
Savoia
naio
SI
STORIA PIEMONTESE
ma
sporava noi jcmpo
:
sturbava,
1355 riconosceva
che
il
vescovo
aveva
mero
e misU
al diritto di
guardia sede
s.
Finalmente
15
di
aprile 1359
riconosce
diritti del
pecchino in esse o
rei
il
Savoia
debbano dare:
sua giurisdidi
col patto
che per
al
gli
arrestati
dagli
al
ufficiali
Savoia
vi-
vescovo ed
conte dovessero a
giallia
pr pasta
et
minpr
et
aliis
inferioribus per
vel
vel
quibus detempli
fuerint
cuslodiii
denarios
gebennonses
falsario
a carico
al-
dei delinquenti.
tra
non trovo
memoria
non
ma
uno
;
mano
et
quella
dichiavi lesse
razione
l'ordine a ious
juges,
haillif,
les
chdtelains
auires
offciers
de
Genve
il
conseguenza
(de Genve).
sentiments favorables
se
1'
del Conte
pour
cette ville
Ma
con-
ciossiach
di di
il
conte
non pretese
;
gi di soddisfare a
di
un debito
ma
pi
fece molto
Pro preper
missis
floreno.s auri
boni
episcopo
manum
pum
dominum
episco-
r)2
nir.HiARAziONF ni noriTMFNU
(jula rata,
<*
ionne, dalla
<
itt
un
sussidio grazioso
d'un
fiorino
d'oro por
(1).
Rimaneva
di
accomodarle
Ripugnavagli
di-
aveva
Veramente finch quelle terre appartenevano al Delfino egli un potente appoggio e un valido aiuto per difendersi
:
ma
ora che
si
il
coperto nemico, e
feudi stessi al dominio del conte Amedeo erano sottoposti, scorgeva che salute per s non rimaneva. Prei
st bens,
le
come abbiamo
detto,
il
prigioni
fatti
nello fazioni
fargli tenero
diverse
ma
gli
ad animo
stretto.
le pretese, e
do-
mand che
Rispose
il
appartenevano
conte
Delfino e
del Fossigni.
non sapere
averne
gliene mostrasse, e gi
quale frattanto
s
gli
contrastava
il
diritto di
s
batter
moneta
voleva che
lo
le
tri-
bunale
cause
di
(^iambor fossero
dipendenti
per
appelli
delle
(5).
E per
per cui
le
appellazioni di Ginevra,
che per
al
l'
addietro
erano
Vicario
portate a
Roma
dovevano cadere
il
conte di Savoia
Torino. Affari con Ginevra. Alti 25 gennaio, 19 marzo 1346 - 15 aprile e 10 seti. 1359. Arch. di Ginevra. Alti 19 maggio, 4 giugno, 2 agosto 1346 5 dicembre 1349 - 30 agoslo 1356 - 3 e 26 m.nrzo 1358 - 15 aprile 1359
fi)
Arch.
di
Corte
in
8,
20 febbraio
1343
VI, 11.
(3)
CUl
Prov.
di
(6) Bibl.
pub
nfvensia
DI STORIxV
liuto col
PIEMONTESE
Amedeo VI
(1)
,
63
per
le
cause prdegli
Losanua
e per
tutte
quelle
la
camera imperiale
(2).
associarono
i
le
uici di
qu'il
et
Ginevra
des Emperetirs,
et
Vevque
le
l'eglise
et
que
droit de battre
la
monnaye
un des principauoc
les
et des plus
rnseparahles de
de tout temps
la plus
souverainef, et que
e quindi ordinare de la
maniere
si
expresse de faire
et
cesser
dangereuse
telligence (3).
sent
il
ma appena
il
con-
creasse
arbitro l'arcivescovo di
Faranlasia
il
conte di
1'
appello a Sa-
potere battere
(]arlo
la
batteva ad Annecy),
di
avendone da
IV
iiritto.
Il
conte
Ginevra appell
si
all'impero; e Savoia
gli
fece
nuove esortazioni:
dicembre)
contentasse
fu
concordato
che
ii
conte
di
Ginevra
castelli,
luoghi e
manar-
damenti
di
Grtiffi,
La Rochef
comte de
Arlod
Chdtel la Bastie
Galliard
comme
aussi
les fiefs et
rieres-fiefs
que
les
particuUers reconaissaient du
et
dit
de l'evqne de
l'ar-
la sentence
arbitrale
effel et
rendue par
comme
cwant
d'icclles [o].
Ala
il
coute di Ginevra
(1)
di
Losanna. Castellasi,
tire des aichires de
di
n.
1356; e Cas-
setta
82
n.
Turin.
(2)
n. 1365.
(3) Ibid. id.
(4) Arcli.
di
n.' 1,
2 e 3
.
i.
(i4
DICHIARAZIONE
di
J)I
DOCUMENTI
data
il
l'umore
diritti la
Savoia non
si
17 novembre 1360
dichiarante che
a:etlo
conte
di
immediatamente
al santo
la contea
e principato del
da
altri
dipendente che
imperatore che
(1),
huono che
finire in
non
tro signore
Savoia maritata
in
Namur. De
di
Baume
consigliere di
;
Amedeo
tratt la cessione
esse
e felicemente
Gorini
d'
oro
con denari
laici,
il
ed indirclli, ecclesiastici e
il
conte
si-
gnore
di
Amedeo Vi
in
volse
l'animo ad
in
grandire e rendersi
spesso
il
Piemonte
dove
trascorrevano
re di Sicilia ed
piemontesi narrano
le
cagioni
conte
di
uientc per alcuni dazi imposti sulle merci che per Savoia tran-
sitavano
al
il
di
due
signori
farsi
fedeli
Conle.
Amedeo non
gli
uomo
;
da perdere tempo in
ren-
medesimo
Parigi
attacchi
ma
re
narli di
suscilati
de'
dal
d'Inghilterra e di Navarra
alcuno suo
proprio interesse
di
dovette
correre a soffo-
care
(3),
non pot
ma
ac-
(1)
(2)
Arch.
Genvois.
Mazzo Vii
,
n. 7.
GauUiier, Hist. de Gen. ms. Ar245 247, cliivio della Catledrale di Losanna. Cassetta 290 , n.' 24) Ardi, di Cor. di Torino. CiUe Provincie. Ville de Genve. Calalogue 4:. n. 1. Vaud Baronie. Mazzo II, )2, 10. Tateg. I , Mazzo VI
Vedi, olire
Storici editi,
il
,
,
(3)
Arch.
di Corte.
Ind. Oli.
si
Mazzo
I.
Delfino
descrivono
DI
cipe egli Iraltasso.
iratl le terre
STUKIA PIEMONTESE
aspramenle
;
65
,
riuerreggillo
gli
ed aspratuetile
Savi-
che
ardirono resistenza
il
tra le quali
cinque mila
fiorini
con palio
di
ricupera
(2)
un curioso
in quella
letti, e
ma non
provala
(3^.
Ha
per
lilolo
De-
struclio Saviliani
<i
ed
a questo
modo
scritto:
illuslris
Notum
qui
sii eie.
Cum
locus Saviliani
sub dominio
principis
,
M
ce
magnus extra burgum muratum, taliter quod cirruatarum erat Irabuchi mille cenlum clausus de spalnon bonis ncque profundis sine aqua. Burgus
bene muralus
et fossalalus licei
dis et fossalis
aqua carebat
in
fossalis,
domus hominum
in maiori parte
Saviliani
alle
ipso
muro
tam
quam
muri ad
((
deslensionem
ligcnler
Saviliani
dicti
burgi
munite de bonis
et
mullis lapidibus. Et
dicti loci ut
araldo
[sic)
><
circumdant rualas
dicium
est,
et
et parie
et diligenter
allis
munite,
munite
qui
ad bellandum et desten-
de bonis lapidibus.
Homines
Saviliani
omnes
el aliis
<(
et
deffendendum airas
et
comloci.
'
cum domibus
dicti
:
<(
ecclesie....
fuit
diruplum pr deflensione
dicti
eranl inler se
divisi
quia
omnia
Arch.
oorum
bona
beslias
n.
di Corte.
Mazzo IV,
(2) Ibid.
Cron. conlcmp.
Cronaca
di
9, 10. Per
rinel Dupin.
f3)
p.
112
9
60
if
DICHIARAZIONE
quani
,
DI
DOCUMENTI
scilicet
f(
<f
(f
omnia corum ulcnsilia magna et parva et omnes alias res corum dicebant quod ipsi volebant deffendere spaldos si homines de burgo non essenl cum eis ad dictam deffensionem hominum burgi et ipsius burgi. De quibus homines burgi
videnles
'<
quod boraincs
'(
<(
'<
'(
habebant
et
((
.(
[sic)
.<
deffensionem
(f
et
f(
rr
a
'(
dominum Amedeum comitem Sabaudie et dictum lacobum de Sabaudia qui erant de una domo et hospicio et multum propinqui. Dictus dominus comes qui tenebat dictum dominum lacobum carceribus mancipatum personaliter in ...
occupaverat
locum
terram
Pinerolii
Vigoni
et
Villefranche terras
et
'(
generali ter
civitatis
'(
totam
Taurini
et
eius
Saviliani
>(
(f
pue
in-
'
numerabiles equilum
'(
rumque supranominatorum. Et erant de partibus Ongarie lam fidelium quam infidelium sive non credentes fidem Domini nostri Dei
alte
et
'(
Alamannic tam
quam
basse et de parlibus
Rome
Marcharum omnium et singularium civilatum et locorum Lumbardic hominibus vcriusque partis civitatis Aslensis omnibus hominibus terre Montisferrali Canapicii Hiporedie
Neapolis
'(
omnibus hominibus
site
<f
cilra
monles
episcopatus
ff
ti
omnibus hominibus marchionatus Saluciarum omnibus hominibus de Sjibaudia BurAslensis et Albensis. Et ipsi Albenscs
DI STORIA
PIEMONTESE
aliis
67
gundia
et foneralilcr
mullis
niilcs
Comes de Land Iheutonicus qui alias fuit ac stetit ad stipendia Comunis Saviliani iam suut annos trcddccim vel circa quo tempore providit modicam fortunam Saviliani et
,
lune
dicto
ordinavi! in corde suo dissipationcm loci Saviliani ci tempore multa verba faciebat de hoc sed homines Sa-
et
viliani
non propendentes de
sua
cognoscebanl.
in tribus locis
hiis
cum non
intelligebant ncc
verba
Que
die
Saviliani
rt
anno milesimo trecentesimo sexagesimo una pars scilicet dominus Sabaudie cum sua comitiva posuit se adversus ruatam ad ponlcm mane ad bellandum per locum galearum parapectum ubi non erant fortalicia quia fieri non poteranl
propter cursum
et
lapsum
in
fluvii
Macre
et quia
ibi
erant
pauci deffensores
intravit
ruatas et fuit
cum
suis gentibus
ft
ruatam Macre ad pontem Macre Cambellum suum. Itaque homines burgi qui erant in ruala Macre remanserunl in et rualarum dieta ruata de retro bellum comitis capti omnes et percussi. Anequinus cum sua comitiva se posuit ad bellandum ad loequitum
et
peditum
panarum
et ibi disposuit
cum
ibi
erant
(f
pauci
Malo Burgeto de retro Sanctum Andream intraad pusternam loci Comunis Saviliani ubi non erant defensores et intravit predictam pusternam et per domum Ogeriorum que est ibi propc que fuit Sigismundi de
vii
cum
ruatam
et fuit
Quadrolio e per
domum
.... de
Barberis
ubi
erat
murus
<(
comunis bassus et ibi non erant deffensores suffcientes ad deffendendum dictum burgum et locum Saviliani ac etiam per pontem Campanarum una cum ipso domino cornile quia
ibi
suffcientes ac etiam
gentes dicti
domum
Airaelli
mum
bassus
de
murus
erat
68
(T
DICHrARAZIONK
osi
DI
DOCUiMENTI
ruato plebis ol Maro-
in confnihus
quia
ibi
lossalus crai
sino
aqua
et ibi
bellando
cum
eslolo
velici iteralo
ci
(<
dixit
sapiontos quia
eum
'i
homines
et dicli
el
locum
'
el accosserunl
ad
burgum munilum
et
"
bomines do
porla
dicium locum
el
ivorunl ad
e
e "
'
a dieta
aperlum sino fraudo et sine custodia et intravorunt dicium burgum usque ad porlam burro [sic] per transversum muri qui una cum comitiva dicli domini comilis Sabaudie et Anoquiui coperunt
el
^'
omnes homines
Saviliani personaliter
magnos
f(
parvos
el
maximam
ris et
emuli curabant
in
lucro aeris el
et
<'
rum
"
omnia
in eis exislontia
<(
<i
Braide Saluciarum el por lotum Saluciarum seu marchionalum Saluciarum el per terras dicli domini comilis Sabaudie el alibi ubi eis placuil. Ilaquo dio
Marlis ultimo mensis marcii qua die dicli inimici reliquerunt
rum
delulerunl ad locum
bona
[sic)
mobilia in
et crastina
'I
vacuali
homines
et
mulieros
parvi
magni
et
redempti. El qui
"
el Caballarii
maioris
quibus
locis
Temine roceporunl
"
'^
magnum
sic
servilium
honorem
hominum
ad
besliarum. Et
't
cum magna
in
pau-
f(
domos eorum
quibus
"
'<
cum
omnibus
oius.
(jCsIus
diclorum
emulorum dum
slabant in
(?).
manus
aqua.
Si
redeinplio
eorum non
DI
((
STORIA PIEMONTESE
sibi
69
non
si
ostendebanl tesaurum
((
eorum lingezabant [sic] pr lesauro abscondito querendo et domos dissipabant. Segetes bancas
tinas scrineos et archas secabant et
comburebant etiamsi
li-
(T
gna
in eis
a
((
qui
dum
Et die qua recesscrunt secum duxerunt omnes homines qui non solverunt rcdenaptionem secundum eorum voluntatena de
e costrinse
il
Conte occup Torino e gli altri luoghi d'Acaia, marchese di Saluzzo a prestargli omaggio per ci
ei s
volgesse ai Visconti
vollero o poterono
aiutarlo.
quelle
citt
contro
Visconti
a questi
pr delTAcaia
perdon
Lo cagioni
vano
le
di
guerre
nel
di
co' Visconti
erano diverse
essi
consistealle
pi
forti
timore
che inimicali
si
e venuti
mani
col
marchese
di
Monferrato
cupare
tutto
al
per ragioni
famiglia. Gonciossiach
Aimone con Violante di Monferrato, da cui nato era esso conte Amedeo, costituiva lui o suoi discendenti a succedere legiltifosse quello quando mamente in slato la linea de' marchesi suoi tutori, ebbero finita. Per ci Amedeo, e prima di lui cura di tenerlo guardalo e difeso dai nemici esterni e quando
i
i
forti,
non temettero
di
tutta la preda.
mano
marchese
Saluzzo
il
poi
tolto
in
che ragioni
infeudato da
antiche
persuadevano
a prenderlo
e in parte
70
DICHIARAZIONE
Comneno
,
DI
DOCUMENTI
Paicologo, che tra
;
pcratoro Andronico
ultimo
degli
Alerami
1'
Teodoro
1307
pro-
e 1309 ricuper
usurpato da Saiuzzo
il
quale senza
la
sarebbe assai
ci
rimanevano
,
de'
nemici
non tanto
si potessero con un cenno frenare. Sebbene colla lezione data alTAcaia aveva insegnato agli altri che
non era da
che
riale
di
farsi
giuoco
la
di
lui.
Il
conte
,
Amedeo mirava
pel
an-
mal occhio
potenza
Viscontea
vicariato impe-
citt del
Piemonte, e
;
con qualche
altro parer
continuo
di
sfiancarlo
senza per
nemico
Galeazzo che
gli
gelosie
si
mar-
chese
di
Monferrato disgustatosi
col
Visconte
;
gli
ribell Asti,
fu sollecito accontarsi
aveva necessit
di
denaro,
spillati
dugenquaranta
di
fiorini d'oro,
(1).
ricupera
Furono
di
Monferrato e
il
Visconte. Questi
la
temendo
perdere oltre
al
giurisdizione ricorse
quanto gi
gli
mani,
santa
il
scrivere da Pietra-
ril
di
giugno 1355.
:<
Quod eidem
Galeatio et eius
heredibus
((
ex concessionibus
factum esse nec
et graliis predictis
et
per nos
fiendis
factis
quandocumque
posse
nullum
fieri
preiudiciura in pre-
nullo diminutam
vel
diminuta
in
sua voluimus
(f
nere presentium
sigillo
Po
ctie pure pubblic quel documento ( V. Voi. preuves, (1) Guichenon 137), non mise nella narrazione quella somma n quel patto.
,
DI STORIA
PIEMONTESE
le (erre e
71
pas-
rum
(1)
Ma
savano a chi poteva difenderle. Quindi Amedeo avuta in buon tempo Ivrea infeudlla al fedele e valoroso fratel suo Umberto
Bastardo, e per contralto felice col vescovo
di quella citt
prese
e quanto dall'
un canto
(2).
l'altro della
sino a Montaldo
Acaia; Acaia sopra Saluzzo e Monferrato; Amedeo sopra tutti; Monferrato comunque e dovunque potesse, ed ora per non rimanere colle mani vuote, adocchi delle terre distratte dai Visconti
la
l'occup.
Ma
genovese Lercaro, e
di
ri-
prese
la terra (3)
Sa-
luzzo avesse,
come
gi
il
forze e fatto
Non potuto
il
altro aspett
un grosso tempo
per rifarsi
del
danno sopra
l'aiutasse
(4).
Visconti.
Papa
e
si
volgeva ad
della
Amedeo che
chiesa
a difendere
diritti
l'onore
sua sposa
Ma non
parve
al
quantunque
viste
di
medi
glio
dagnare
dominio, non
moveva.
11
ma appare
sci
dalla indicazione di
memorie che
gi citai.
Non
la-
Amedeo
un
dam
giorni di digiuno
nimium
debilitari
corpus
suum
Mazzo Mazzo
VI,
III, n. 10.
I,
n.
Damissano
Arch.
di Corte.
Mazzo
n.h
72
DICHIAKAZIONE DI DOCUMENTI
comodamenle osservare
un
s
il
a cui
,
non parve
il
vero
di
gratificare
prode cavalioro
20 giu-
gno 1360
e dieci ave
dati
il
in ogni
(1).
Ma
sol-
non
si
Visconte
il
Visconte
(2), e
fece
della
scomunica
mor.
dur
nella
nocenzo
credette
il
ma
condann come
et
Savoia
quatenus ab ausilio
Bernabovis ac
suorum consiliariorum
rum
et
et
auxilialorum
eiusdem
vir calholicus
armatorum
in
eorumdem Bernab
vis et
complicium
fautorum subsidium seu prefatorum ecclesie ac devotorum auxilialorum eius dispendium valeant proGcisci. Anno Pon-
tifcatus
primo
(3) .
Ma
di
se
a Savoia
immilasci
assumere
l'
impresa
che era
solleticata la
sostanze.
il
Appena
gliene
mollo domand
Il
al
Papa che
clero lo aiutasse
con
denaro.
papa non fu
resto.
Divise
erano
falli
,
abili,
per
sei
anni, di assolvere
Amedeo
mare.
Ma
quelli
erano
(1)
Ardi,
di
VI,
Mazzo VI,
n. 5.
;
pone questo fallo al 1368 e altri al 1369. Il Giulini al 1361 e certo se la scomunica fu da Innocenzo, dovett' essere in quest'anno. n. 1. (3) Arch. di Corte. Bolle e Brevi. Urbano V, Mazzo VI
(2) Altri
,
DI
tempi
tili
il
STORIA PIEMONTESE
non, rendere.
il
73
inu-
di
prendere
:
quelle grazie
colle quali
decime ecclesiastiche e
(1).
altri sussidii in
suo slato
N dove
i
;
preti
ponevano
che
la
in
lasca le
mani era da
si
lasciar quieti
ogni
feudo
si
tass e diede
oro e armi
:
e pare
fac-
cenda
rinnovasse o prolungasse
(era
che
si
ha un atto
dalla
di
Ameuni-
gi
tornato
a
spedizione
non
infelice)
cosi espresso:
Nolum facimus
super singulis
versis
quod cum
dominus loanfocis
((
nes de
Aubona condominus
homnum suorum
conficlemur
quod nos
de
dicium
gralia spetiali.
cessio diclo
quod possel
d'
da
pensare che
perch
e la dichiarazione voluta
se gi
dello condo-
minus
barona
altri
due
investito
(3).
Guglielmo
si
di
Amedeo
del 1365
Cos
esigevano
due
fiorini
la
nanzi
festa
et
ul-
iramarino
Viry
Intanto che
Amedeo
dono a desolare
trattati
la Savoia.
Ne corre
la
ma
le
pi mal-
sono
preti ed
frati
(1)
(2)
(3)
(4)
Arch. di Corte. Bolle e Brevi. Urbano V, Mazzo VI n. 6 n. 267. Arch. della Called. di Losanna Cassetta 291 Cassetta 290 n. 239. Arch. della Catled. di Losanna Mazzo VII n. 7. Citt e Prov. Ville de Genve , Caleg. I
,
,
8.
ABcn. Sr.
IO
7V
per
1'
DiCIlIAKAZlONE DI DOCUMENTI
esosa avidit ed avarizia rimproverati.
il
Amedeo
chiese al
il
Papa che
la
salvezza publica: e
Papa
per amore
di
Forcalquier
Valenza
i
Venasil
e Savoia;
(17
feb.
1364) costrinse
prelati e
clero degli stati del Conte a contribuir per due anni alle spese
di
fortiflcazioni e di
(1)
e per pi
que prender
le
Carrone che
si
ascol-
te
tiplicati
sunt
filii
improbe
cru-
'(
de
aliis
laboribus
suam
saturare ingluviem.
Ac proplerea
deliter
nimium in innocentes populos sevientes ut ad resislendum eorum pravis conalibus et ad deffensionem eorumdem
populorum illorum precipue quando iidem
tur invadere virilius
lestatis
et cfficaciter
iniqui concinan-
vt
cam
hostes acer-
rimos
et
in
insaciabiliter
cum quo
in
perdicionem cadere
M
(f
t<
domos cremare, vites et arbores incidere. quidquid aliud possunt in predam abducere moliuntur,
et
.
.
M
((
in
sua
nulli possint
quod
eorum ausibus
cipes
et
furibundis obsistere
,
magnales
et
quod temerarius
Romanum
ponti-
(cem invadere,
ac eos spoliare ac
et ut viros
iliis
ponere cominantur
li)
Brevi. Urbano K,
n. IO, 12,
DI
a slias se patenler
(f
STORIA PIEMONTESE
eorum potenciam
75
et sevi-
ostendant et cuncli
te
ciem perhorrescant quos possint in miseriain captionis abducere ut extorqueant ab eis pecunias immaniter cruciarli variis et incredibilibus generibus tormentorum, temerarioque
inebriati furore
omnisque
pietatis exorti
lerrarum
solum
viros se
suasque familias
ac
senes
et patrias
denles
et
sed mulieres
et
juniores
in et
cunabulis
quod hor-
amare referimus, struprant virgines et dedicatas Altissimo et maculant coniugatas, quas ut taceamus de reliquis quantacumque nobilitate perfulgeant post
delusionem
((
pr derisionem) frequenter publicam ad abusum continuum et ut eis ancillentur in campis et alibi secuni
[sic
ducunt
et
centra muliebrem
alia
morcm
in
in
(?)
miserandam
possibili-
tatem earum ut
ipsarum eludia
si essent vilia
a
fi
mancipia raasculina
omni excessu
mona-
dio
concremare ac sacerdotes
aliasqtie
personas ecclesiasticas
for-
sumenles au-
quam
po-
pulis
et
quovis
se io anzich
che Felice
di
scri
vessi la storia,
di
condolliere
un cardinale
si
che
papa
:
gii
volesse,
rispose
essere
ai
guerra
Saracini
Spagna e che
volevano
fiorini
;
dal
tale
papa
as-
domanda
io;
ma
i
quanto
:
al
dirvi . Al
trando
che veramente
(1)
Brevi, Urbano
V.
Mazzo VI,
n. 13.
76
DICHIARAZIONE DI DOCUMENTI
ma
del
,
denaro
lutti
Onde bisogn
dargli
centomila franchi
quali
come
fu
erano
slati
il
levali
costrinse
Incalzando
rere alla
guerra
turchesca
Amedeo
anelava di corvi-
ma non
il
fidandosi
cini d'Italia, e
patti e
poco
di
per trattali
rassicurare
le
cose sue
mamente
lempo che gli bastasse all' impresa. E primediazione del p. Marco da Viterbo generale de' Midi
si
rabbonacci
la
il
18 di settembre 1363
falla dall'
pace
arcivescovo
:
Milano
si
era corrucciato.
patti di quella
concordia furono
le gioie
(non so quali)
luogo
guimento del
Cinzano bene
si
papa
il
di
(1).
Fossign
si
i
la
sebbene gi prima
Cigno, ed
Bonnivart
insieme ad
Amedeo
di
polente
uomo
i
ginevrino
Ma
fieramente
Ginevrini,
il
bert riformarono
numero
e a
de' Sindaci
o Procuratori,
a'
quali
commuun
plein
mme
il
conferait
deux
d'entr''eux
pouvoir pour
la ville, de
produir
jurer
pour
elle, d'
Les citoyens
les
lant avec eux danze cunseillers que le peuple nomina alors ou du moins quatre d'entr'eux auraient plein pouvoir: ." De crer
n. 17. 18.
DI
STORIA PIEMONTESE
et
77
de leurs privildes lours,
ceux qui
s' seraient
rendus indignes.
2."
De btir
les
choses nces-
aux
fortifications de la ville, de
les
garde de la
et
ville.
3.
De
deniers
k.^ De (aire des dits et des pour pourvoir tous les besoins. ordonnances pour le bien de la ville. Enfin le peuple promet de
se
soummettre lout
ordres des syndics
r avis des
ce
et
d' obeir
aux
par
fait
conseillers
bollore dei
che
scritta in
Berna appunto
,
ginevrina
successivo
e raffermata
(3).
,
17 febbraio
Quel
dal ('arrone
ma
parendo a
me
saggio dar
le
di Storia.
Doveva durare
dieci
comuni di Berna e di Friburgo quanto Ogni aiuto durare doveva quindici interi
,
il
quale
ad Se-
dunum
el abinde
sicut nives
Windeschum ubi aqua dieta Lindmaga aquam dictam Aiarim et abinde ascendendo sursum donec Sedunum . Riservava Savoia: il Papa,
,
deorsura defluit in
r Imperatore
proprii sudditi, e
gli
alleati
de Genve, ms.
il
il
MS.
del Savion
creati il 1291 e il 1309. Commiss. de'feudi o Archivio del Governo Savoy: pars. HI. Voi. MS.
(2)
(3)
Ne furono
di
Berna.
Frank-reich
78
DICHIARAZIONE DI DOCUMENTI
l'Austria
burgo
ambedue
proprii sudditi
le
comborghesi ed
il
alleati.
<(
Obbligavansi a vicenda
due
citt e
Conte
quod
si
fortassis conlingeret
aliquem
vel aliquos
chiunque
fosse
fieri
rebellem inobedientera
nolenlem
fa-
cere nec capere jus in curia dicti domini in cuius constrictu faveret seu de cuius jurisdictione esset ve lo avrebbero costretto.
rimessi al
proprio giudice
costretto
il
XIV
dies.
Mai non saria citato o voluto non fosse per usura o per
fra
i
causa
di
diversi
il
sudditi
in seguito
trattato potessero
l'
sorgere provvidero
della contea
giudizio
di
attore sia
Savoia
lune
ille
(
unum
de nostris con-
siliariis
Savoia
quemcumque
<
unumquemque
unum
porali
de consiliariis
loci
illius
quemcumque
vellet
pr persona media qui iurare debent juramenlo corad Sancta Dei evangelia
et
unum
ma-
mensem
et
loci
si
ubi tale
de maleficiis
ageretur. Si
(f
et
rebus immobili-
et justitiam
talis
determinent
se-
cundum consuetudinem
dictos Ires aut per
ubi
quicquid per
fucrit deffinitum
etc.
ab arababus partibus;
pelitio
autem quod
seu
diffinirelur infra
dictum mensem
pcrsonae
so
infra
proxiraos
post dicium
mensem debent
harum
Mureto,
in
^il-
DI
(f
STOKIA PIEMONTESE
in
79
non audct,
nisi lalis
aiteram earum,
si
una ipsarum
aliquis venire
et
K
ab codem loco
et villa
nuuquam
debet recedere
causa
de conscnsu
ambarum,
dolo
et
amava, libero
al reo, se di Savoia, di
eleggere o
baglivo di
il
Vaud
uguale
il
in tutto
resto la procedura
costretti
giudici
dopo
mese a portarsi a Berna od a Friburgo od a Soletta per Le cause poi tra que' del conte ed Bernesi do vevansi giudicare in Mureto ; quelle coi Friburghesi, in Che
finire la causa.
i
eletti
morisse o per
altri
fosse
sup-
quindi
instrutto,
ricevuto
giuramento
deffinitorr
nella questione.
Messi in sicuro
suoi interessi
il
spe-
per
onorarlo,
ma
col
si
domandavano
donassero.
E
il
pei
anche mite:
atti
i
gli
,
storici
Caisi
rone
altri
raccolse
che provavano
(
con cui
toglievano
doni.
Ora Moudon
una
in
francate da
Amedeo V) caduta
propriet di
Amedeo VI
per
Namur pag
altri
paesi! L'Imperatore fu a
Ciam
gli
Amedeo
gli
vestito e riccamente
;
armato con
fece
sei
omaggio d'onore
a
solennemente e
i
suoi cavalieri
mensa
di
fontane de vin
Mane
di
ny nuit de
jet-
(i)
Arch, pubb.
Berna
80
ter vin
niCHIAKAZIONK
abondammenl
(1).
,
DI
DOCUMENTI
plaisir et volante
Spon, storico
di liiievra,iiieUe
il
passaggio
di
IV pass
no
ma
niuna istanza
effetto; e
fu del
gli fu
fatta,
per
allora
non ebbe un
il
meglio avvenne
ad Avignone
atto
1365
Ginevrini potevano
:
imperocch
Aosta,
e sui
Losanna,
,
Ivrea
Torino
Morienna
e
Tarantasia
Belley
Savoia
di
vescovati di
Mascon
,
Grenoble, e l'arcivescovado
Lione
Ginevra.
dato da Ciamberi
cio
il
che
di
la
Amedeo
liberali, di
dichiarandone conservatore
riale
,
negli archivi
della citt
la
camera
de' conti di
dovea
essere
postillata
dall'altra
stabiliia: e invece
di
quella dignit
Amedeo
avrebbe
perduta
di
se
uscendo
di
nemici agio
si
tempestare
opponesse), era da
Ginevrini
precedenti
scrittori
il
riguarda.
de Vempire
manqua pas
temporelle de
Genve
Ce
(1)
Arch. Cantonale
di
Losanna
di
Cronica di Evian
il
ras.
rore
di cifra
pone
la
venula
Carlo in Savoia
1378.
DI
STORIA PIEMONTESE
81
que le citoyens trop faibles pour resister la puissancc de ce prince ne purent pas empcher. Vevque Allamand fit ce quii put aprs de l'Empereur pour obtenir de ce prince la rvocalion
de celle
concession. Il parait
Charles du
,
bien tt
que
ce
procureurs
turri
et qu'il
y produisit pi-
Empereurs et des rois ses predcesseurs cn faveur de l'eglise de Genve. Mais Allamand n'eut pas le plaisir de voir sa juridiction rtablie dans son premier tat. Il mourut vers
le
milieu
de
cette
anne
et il
eut
pour successeur
zlo
obteint de l'Empereur
le
informe cxactcment
quelles
il
par
les
le
sur
les
avait ac-
cordi
vicariai
au comte Veri
qu'une
telle
concession tait
,
contraire
aux
et des
et
liberts de l'eglise et de
,
Vempire rmain
des
la rat,
selon Vavis
,
princes
des
romtes
le
de reprendre lui
vicariai
d'annuller
au comte de Savoye
annulles
,
mime que la clause de ne pouvoir tre recontrerait: Mandant de plus tous les princes
encore
s'
soit ecclcsiasli-
ques
('t
soit seculiers
au prejudice de qui
le
cette
concession avait
faite de
,
ne point reconnaltre
de l'empire
et de
qualit ni
aux
part
Cassant absolument
ananlissant
tout
ce
que
le
dit
aux
liberts
et
franchises toutes
les villes
evques
princes ou au-
tres seigneurs
sur qui
le
occuper
quelles
quoique ce
il
soit,
drogeait absolument.
aux
,
des
premires
leltres rvocaloires
et
du
la vrit
autres
villes
sur
les
vicariai de l'empire
au comte
Vert
mais
elles
8i>
DICHIARAZIONE DI DOCUMENTI
pretendait avoir acquise sur Genve d'une manire moins
si cette ville
qu'il
certame quo
voir son
y avait
nomme en
particulier
l).
l'emperetir
prit des
intention au comte
dates
aussi a Frankenfeld
par
les
ordonne aux
evques et
publiquement
ler
,
les
lettres rvocatoires
dans tous
les
de
l'
intention de
oreilles
aux
dit
du comte
modo guardingo col quale cammina causa r imperatore eppure Amedeo era lontano. Ma
notabile
il
:
in questa
Carlo IV
gli
il
incontrare
in
Oriente
e
il
guadagnare perci
Gautlier
:
affetti
ed amicizie polenti.
Ma
seguitiamo
le
droits qu'il
aprs de Vem-
pereur des
lettres
qui
regardassent
,
Veglise
de
Genve
d'
une
manire expresse
Elles sont dates
et particulire
les
quelles ce prince
la
accorda.
d'Hestinfeld
le
29 decembre de
quoiqu'il
mme anles
ne 1366, et
elles
droits
de Vevque et de Veglise de
Genve,
eut
octroy
au
paravant par manire de commission au Comte de Savoye ..sans aucun acte par crit mais seulement de bouche la jurisdiction
,
(1)
Le
San Tommaso
di
ivi
ha
la
data del 10
1526.
Quelle
nell'Archivio di
revocazione sono originali col; e in copia anche Cor. in Torino nel voi. ras. Livre contenant pices non
di
Mazzo
n. 3.
Ma
anche
date di questi
alti in
dalle
enunciale dal
13
Invece del
Gaulhier.
La revoca generale ha
:
data del
l'atto del
13G7 ha
di
come da lista d' atti ginevrini mandata al Carrune dal signor Sordet. Nuovo argomento perch la data della revoca 15 settembre sia corretta in 19 settembre come dalla lista Sordet.
DI
et
STORIA PIEMONTESE
83
d'Empereur
et
dans la
l et n'tait point
l'eglise
Et qu'en,
core
qii' il
il
aux
il
droits
ceux des
vescovo
il
devait tre
le
protecteur.
Ma
Ginevra non
si
e particolare sentenza
delle antecedenti
al
,
non contentarsi
il
le
comando
le
fatto
Savoia per
di
cose tem-
data
Praga
rivoc
(2)
,
pi
e
il
il
25 febbraio 1367
diploma
questo scrisse:
d'importunes instances
(3)
et
fois ritres
Am
sur la
illustre
ville de
comte de Savoye
notre parent,
lui
certains
di'oils
Genve
et
que nous
ayons
fait
dant ayant
la quelle il
ie
et
nous a paru
aux
liberts
son
pris
considration
l'avis des
du
St. empire,
camme nous
toujours et
la concession
faisons
par
ces prsentes,
le
et est
encore que
lui
que nous
avons
aucun
ter
le
Vevgue
annuller
transmettre de
pouvoir, de jurisdiction
droit, de quelque
comte de Savoye,
ses
(1)
Da
Berna, Miscellanea
geneviensia
Vol.9S ms. (2) Gaulhier dice 26 fvrier : ma si la nota del signor Sordet e la copia dell'Archivio di corte di Torino, Livre conlenanl etc , hanno 28 feb.
(3)
eie.
8i
DICHIARAZIONE
son territuire
DI
DOCUMENTI
la ville de
hritiers, successeurs
Genve, ses
les
faux bourgs
et
et
terrei
de celte ville,
ayant
ment
et
par
la chose.
si
que
si
quelquun
est assez
hardi pour
,
s'y
opposer,
il
le
la
moiti payable au
imperiai
et le reste
applicable
aura t mise l'excution de sa volont, sans pourtant que le payement de l'amende dispense en aucune manire les infracteurs de se soumettre son ordonnancc ou leur acquire aucun droit.
soujfert de l'opposition qui
Lo
sigillo
ha
dell'
il
gran
altro
inapero
che furono
della
sebbene
cui originale
6 nell'archivio di Ginevra
il
quale ripete
il
30 dicembre 1367
temporale in
la concessione
della giurisdizion
al conte
Amedeo
di
vescovo
n a quella chiesa (1); ripetizione che pare inutile , ma che svela il coraggio che via via assumeva l'imperatore, veduto che
il
poteva impunemente.
E
:
imperiale di
Amedeo
trovasi
islessa (2),
siccome
il
Garrone ha notalo
memorie.
il
Gauthier narrato
sue considerazioni.
comte Vert avait obtenu,
Celte pice est bien authenlique et elle fait voir avec beaucoup
d'vidence,
que
le
le
avait t
comme extorqu
Prime, aux
(1
Arch.
di
eie.
di
Sordet
a!
Garrone.
DI
STORIA PIEMONTESE
85
mande. Il sentait bien que sa complaisance avait He trop grande et que les lois de la justice n'avaient pas ie observes, puisque
revque
et l'eglise
leur prejudice.
Il
Barberousse ne
tion
ot il
il
s'lail rserv
la ville
au devant
pendani
quand
trois
en chantant
il
les litanies
ne resterait
et
aux em~
ils
pereurs
celle
ville,
quainsi
le
ne
droit qu'ils
la
Et
c'est
apparemment de
Bulle de ce
mme empereur
veut parler
,
Charles
IV
quand
made
avait faite
du vicariai
tait contraire
aux
qui
contre
les droits
acquis
les
concessions impriales et
sicles,
assurs
par
Charles
et la
IV s'exprime dans
manire
la
plus claire
qu'onpour-
droits de l'evque, et
previeni tous
les
pu
donner matire
souveranit.
le
inquiter
l'evque et l'eglise de
difalli
industrie e
fatiche durate
da
Amedeo
semplici
la
officiali del
Ne soHanlo per
l'altra de'conli
di
ma
eziando per
di
Aimone conte di Ginevra lsta e costituisce erede il fratello Amedeo, sostituendogli prima Giovanni, poi Pietro, poi altri fratelli, indi Aimone figlio d' Ugo suo cugino, finalmente il conte Amedeo di Savoia (1). Nel 13 di maggio successivo Ameagosto 1367
(1)
Arch.
,
di
et
Province. Cilla
Provincie,
Mazzo VII
n.
86
dco conto
i-aslella
J)ICHIARAZIONE DI DOCUMENTI
di
quanto ha
vescovo, dei
diritti
dell' injperatore
Ma
s'
accorgesse
mandava all'imperatore. Di
1369
dichi;ir
;
fatto quel
sovrano
di febbraio
che
e
il
che l'imperatore
solo a cui
il
debba, e perci proibisce a chiunque riceverne: dichiar pure il conte di Ginevra vassallo dell' impero (10 febbraio), e ritir ogni
vicariato che fosse stato
la
contea
gli
tagliando cos
d'
un colpo
tutte le
i
contesa
conti di Savoia e
qui
il
signor Dalla
avr
modo
,
di
imperiale
come
si
quando pi
tale
non
fosse (3).
Ma
pas
fait
il
conte
di
une
grande
pour
se
rendre
si faci
Ginevra, aveva
sta-
un castellano, crealo
ufficiali e fatto
(4)
il
fut
excommuni
del
aggrav
et
reaggrav. Gauthier,
nell'archivio ginevrino
pale
diretti
un
altro
a
restituire al vescovo
p;ircre che
fu di
non
si
an-
alti.
Ma
cagione di Savoia
o se
quando
fu tolto
i
l'
interdetto
il
conte
come
assoluti della
scomunica
il
due
;
Tommaso
da!
ma
alli
in cui pa-
monca
ri
nei
rammemorali
Ci(/rt e
Gau-
(1) Arct. di
Prnvhce.
Provincie
Mazzo Vili
(2) Ibid.
n. 23.
id.
n.'
3, 0, 7, 8,
9.
(3)
(4)
par. 2
pag. 2S4.
DI STORIA
thier.
Il
PIEMONTESE
1369
(1)
87
nel
primo
del
18 gennaio
al
quale sia
in
la
seguente lettera di
Amedeo
dicemest
(<
Relalum
nobis
quod relaxatio
interdici!
exislentis in civilale
Geben-
nensi deb?t in proximo preterire. Vos igitur aliente rogamus quod dicium interdictum bine ad carnisprivium proximuui nostris precibus et amore. El interim de relaxare velitis
,
mitlatis
quibus
laliter
rcsp"nde-
bimus el effeclualiter faciemus quod negotium ad Gnem debitum producelur. El poteritis dante Deo contemplari eie.
Tanziaco notaio imperiale; merc cui
di alcuni cardinali e
il
vescovo di Gi-
Savoia
sospende
l'
tutta
Orma conGdentia
che
il
conle
manterr
la
parola
il
aliam facere
mandalo
Ma
ne fece un'altra
rilevali
il
di
secondo
degli atti
dal
San Tommaso]
e perci doveva
(2)
e la
Arma conOdentia
quam
habet dominus episcopus quod iiluslris princeps ci dominus Amedeus comes Sabaudie omnia ablata el occupata de facto per vim el potentiam ipsius domini comitis et genlium suarum in civitatc Gebennensi el ipsam civiiatem cum perrestiluel
linentiis suis
piene
in
el
libere
episcopo et ecclesie
((
il
omnibus el per omnia dictum episcopum et ecclesiam Gebennensem. Quod nisi feceril diclus dominus comes, diclus dominus episcopus suspensionem aliam in perpetuum non faciet . Quindi il vescovo accorgendosi che Conle non veniva mai a flne di nulla ricorse al Papa, e queel reintcgrabil
memoralis
sti
dopo
varie
esortazioni
ordin che
al
il
conte
rinunciasse
le
le
carte di con-
sdegno
di
(1)
(2)
88
stoli
;
al
Conte
suoi
diritti
sul ca-
stello dell'isola e
visdomato
di
Ginevra.
Il
altro, obbed
si
minima cosa
che
si
il
(1). Quanto poi fosse sincera non facile a dire: conciossiach non addormiti i preti, n cittadini mai, non fu luogo n tempo a mostrarsi V animo di Savoia.
25 successivo
Ma
da tornare ad
alti
Intanto che
Amedeo
d'
battagliava
Piemonte era
lurbato da Filippo
tava
batt
il
fratello erede.
il
Come
di
comand
di
il
21 luglio a Filippo
;
pena
sua
inimicizia
maravigliando
di
al
vomando
tieres
comunicava da Filippo
il
Conte
il
di
10 d'agosto
veduto che
,
il
Giovanni de Grolea
Gaspardo
di
Monmaggiore
e Pietro
modo,
re-
omaggi
ciproci e
a
giudici da eleggersi.
Il
penserebbe
egli a
far quieto
Visconte e
che ninno
s'
immischiasse in questo
rezze
tra
gli
piacessero.
Il
sen-
infraltanlo
non
gli
li
Conle rimetterebbe
(1) Ardi, di Cor [a. Livr e conlenanl de. E lista d'atti deli'Arch. nevra mandala dal sig. Sordet al marchese di San Tommaso.
di
Gi-
DI
STORIA PIEMONTESE
la
89
caducit da ogni ra
di
soltcmbrc
del terzo
che
il
Conte Amedeo
era tutore di
Amedeo
Ludovico
di
eletti a
letto di Savoia-Acaia a forma del testamento 16 maggio 1366: e poco dopo i due consiglieri
Giacomo
del
giudicare
sulle prelese di
Filippo
sentenziarono che
il
il
il
pupillo
Amedeo
a quel
retaggio, e
rebbe
il
titolo di
Dopo
il
che
il
Conte Amedeo
Ma
e sozio.
perch
il
ribelle
di
suo capo,
istigatore
di soli
all'
Conte
di
non
ma
d'
dergli
il
solilo
giore dispetto
si
omaggio. Colui superbamente neg: e per magfece vassallo al Visconte, e n' ebbe soccorsi. So
,
ma
invano
si
onde
nelle
contese
Monferrato e
Visconti
Amedeo
lo pacific a
Monferrato
tempest cosi
con s e con
gli
a far lega
Secondolto
istesso,
quale morto
il
marchese Giovanni
Il
trattalo di
in
Guichenon
(
(4);
ma San Tommaso
vide
allrc
il
papa
ve-
scovo
fiorini
di
Vercelli
(5)
lancie e dicciniil.
cinque
di
mesi,
a Savoia: Savoia
altrettante!
quell'arme, e
fiorini, militerebbe
i
Visconti.
di
La
lega
Napoli.
aiu-
ligatus
(1)
IS
Arch. 19 e 20.
di
u.'
15
if.
17
(2)
Economia
polil.del
(3) Arcti.di
521.
Mazzo
{li)
I.
Arch.
di
Cor. Bolle
Ir.
Brevi.
Mazzo VII
n.
di
Greg. XI.
Arch. SI.
Voi. XIII.
12
90
DICHIARAZIONE
opprimere
DI
DOCUMENIT
e prelati
:
latore di licrnab in
chiese
di
e iernab
Milano
e d'altre di
Lom-
pr viribusque comsumptor
che avevano
;
et
metteva
la
massima parte
li
delle terre,
non
e pi
de' cittadini
.
. . !
li
giudicava co'suoi
nominava
et
egli
ai
benefizi
civitatum
insaciabilisque invasor
il
f'
guerra tiraneccle-
romanam
siam eiusque
dem
ecclesie.
settembre 1372, e
conti stringendo
altro
ie
La lega doveva durare un anno dal primo di le armi essere pronte nel mese; ma Visi
fu quel
medesimo
il
17
luglio
1372
scritto
trattato
e
il
(1),
col quale
papa
obbligavasi di presentare
armi
che per
cinque mesi
guer-
c(
il
quod personaliter
Galeaz
et cuilibet
faciet
ram
sim
dominis Bernabovi
et
eorumdem
lon-
(f
gius erit
cum huiusmodi
in
territorio
((
medium oclobris quambonomodo poterit in coraitatu Mediolani inler fluvios Ticini et Adde cum dicto numero lanciarum duorum millia ad menses et faciet guerram similiter dicto territorio et alys lerritorys comitatuum et terrarum quos tenent fratres prealicuius fratrum de Mediolano et infra
citius
dicti
'(
se
passati
cinque mesi
d'
modo
l'
mantenere
per quattro
quegli armigieri e
una
mesi
di
trecento
amenarmi,
due
le parti
ciascuna
insieme
terrebbe
pronte
le
(l)
Arch.
di
Mazzo
I.
m
Era
(letto
STORIA PIEMOiNTESE
in lega
,
91
quanti
specialmente
di
il
Monferrato
il
vescovo
:
il
Comune
di
che se
Conte
suoi
aderenti avessero
torre
conquistabili
,
pertinenza
della
regina di Napoli
giudice
il
papa sopra
le
questioni che
per ci insorgessero. Le
tro
i
felicit di
Savoia nella
campagna conparti. Il
due
papa
del
1372
28
sett. (1)
).
acquisti col
e in questa
faccenda non travagliarsi tanto pel papa che risicasse del proprio.
Onde
lese, del
Mondov
Savigliano,
Pos-
sano e Busca
forse fare
domanda
di
del
comune
Cervere e datosi
Visconti
(3)
e ai Visconti
di
queir anno
(4)
temendo che
se uscisse
come
li
Ponteflce
li
risolvesse.
Chi
brano
di
1372
(5).
Prefatus comes
sibi in
quedam dubia
occurentia
1372)
declarare
colligationis
possimus
petebat
idem
comes per
nostrum
unum mensem
(IJ
temporis
sibi
Mazzi VII
de la R. Maison de
,
Samye
di
(3)
(4) (3)
Damissano
Arch.
Arch.
di
Mazzo VII
n.
di
Greg. XI.
92
u
lf
DICIIIAHAZIONE DI DOCUMENTI
super hoc bciieplactum rcservari. super
et
id
nos cliam
servaluros.
contineatur
quod quidcm conies cum suo exercilu infra medium ac presenlcm mcnscm oclobris debeat Iransire tlumen Ticini et stare
super territorio scu
districtu civilatis
mediolanensis
petebat
etc.
Due
prelati e
un
legista)
corniti in das,
(f
duximus
eligen-
comes de
partis
Consilio
prenominapossit diflertio
raajoris
ipsorum
Item
"
i(
transitum
fluminis
prelibati.
super
idem comes
Ioanne
peliit declarart
y(
quod
virtute articuli
facientis
rissime in Christo
flie
nostre
(juas ipse
"
non teneatur restituere eidem regine terras si ad presens possidcal [notate 7 prese ns del \k olt.)
que fuerinl
eorundem.
'<
quo petit idem comes per nos declarari seu potius concedi quod si ipse comes per nos vel per genles nostras fuerit requisitus equiItera
per
cos
in
aut
alterum
super quarto
puncto
<(
rum
diete guerre
seu
si
maioris
declaramus
gentes nostre
duxerint requirendum
rum
mus
Si
vero nos
u
volumus
sicut
in
et declarainstrit-
dicto
ff
'<
mento dinoscitur contineri. Itera super quinto puncto in quo memoralus comes petit quod nos soli possimus dubia declarari si qua super contenlis in prefato instrumenlo forsitan orirentur et quod super hoc nuUum comraissarium deputemus. id graciose concedimus per presentes. Item super scxto et ultimo in quo comes petiebat mirate coraggio di chiedere ! quod si ipse non servarci omnia et sngula
DI
(f
STORIA PIEMONTESE
posset
fractor
fidei
93
rcpulari
in diclo
instrumento contenta
et declaranius <iuod
nos inlelligaraus
penam ipsam
referri
ad
et
principalia
concedimus
ipse comes non possit nec debeat fractor fidei ab aliquo vocari propter non observantiam conlentoruni in dieta liga nisi nos primo declararemus eundem comitem penam
quod
huiusmodi incurrisse
del
Cos liberatosi
dalla
soggezione di
lon-
modo d'informarci
utilit
propria quel
che operava. Ito per altro a buona guerra giunse insino a Bologna
;
ma
si
il
e le genti
spogliate
sene a casa.
Savoia
e intromettendosi
,
come
liti
con
Saluzzo
dicitur
(cos
il
papa ad Amedeo),
nobis et tibi ac nostris colligatis middpliciter utilis esse possit (2); e poi pregandolo di ricevere quei due spiantati con cinquanta
lancie (3); e poco dopo,
iro de' Milanesi (4).
i
Ma Amedeo non
ogni
I
caldo
in
quella
impresa,
la
che
gli
una
vendetta
non
prometteva
grande n gloria.
Visconti
pacificarsi
facile;
il
Amedeo
ad
,
avvisato
papa
tri-
Amedeo
di
suo
bunale
di
Roma
Ma
ma
suo benservito
(6), si volse a
con
essi.
(1)
(2)
(3)
(i)
Arch,
Greg. XI.
Ibid.id.n. 8.
Ibid.id.n. 10.
Ibid. id.n.1^.
(5) (6)
Ibid.id.n.
1:5.
Ibid.id.n. IS.
9'i
DICHIARAZIONE
impodimenlo
(1)
DI
DOCUMENTI
di
clic
Borbone
gorio
a'
e Gre-
16
1373 approv
il
matrimonio
(2).
del
conto e
delicato
Tanto era
si
faceva
di
scrupolo
di ritenere
Monferrato
(3);
marchese Giovanni
concedeva
eragli
tale
che
colui ne sentisse
effetto
meno ancora
aveva
peso
di coi
scienza
il
non
restituire a
Giovanni Paleologo
gli
imperatore
prestato
sin
dal 13G7 e
V
di
aveva
quel
riguardo
(4.).
circostanze
guerra
co'
,
Turchi
Amedeo VI
ma
lodi.
,
gli
ar-
Che
o che
se
maggiormente
ricevere
stare
per
ri-
lascio
Fesco
affamali dal
nemico
sperarono
invano e lungamente
in quattro-
(5)
e che
il
non ostante
le
ma
noto
,
la
ostinazione del
non ostante
che se,
di restituirle.
Della quale
seb,
storici
parlino pi o
meno abbondantemente
di
Tommaso
la
documenti
conven-
Sant'Angelo
di
giugno 1375
,
Antonio
Odoardn de Cu-
(1)
Vedi
Arch.
;i
(2)
Mazzo VII
n. 13.
(3)
Arch.
Ibid
di
,
Cor. Citt
n. 1.
Provincie.
Mazzo
IV, n.' lU o
24
e
(i)
Mazzo V
Bolle e Brevi.
Mazzo VI,
,
n.
17
di
Urbano V.
Mazzo VI
n.
n.
19,
di
Greg. XI
23 e 2^.
DI
ralis
STORIA PIEMONTESE
BombeUs valenziano vicario
Galeazzo e
figliuoli.
Ivi
95
i,'liuoli;
Antonio de
Lucino procuratori
italiane
dopo un patetico
delle terre
slati
di
e del Conte
di
Sa-
e del Marchese di Monferrato Una tregua durevole un anno dal di dell' islrumento prolungabile a piacere d' una sola delle parli Potere loro collegali, le due parti contraenti Visconti e Papa) e
della Regina di Sicilia
,
deliberarono:
,
aderenti
e fautori, raccomandati
e seguaci,
tregua
durante,
co'Ioro
ville
e fornirle di viveri
di genti
e di
qualun
parte
,
que cosa
dell' altra
purch paghi
dazi ed
pedaggi
Dovere
se le genti
,
d'arme,
dei
gli
ufficiali
un giorno prima
e
alla parte a
loro padroni e
non
i
molesterebbero
loro officiali
non inquieterebbero
molestas
la
ne lascerebbero che
sero
i
inquietassero ne
preti e
Assicurarono
per
tregua
quando
se
fra
il
due mesi
il
danno
fosse
infrazione,
collegati
non
Visconli,
cagione-
ammenda
il
cento mila
di
fiorini
s
d'oro
camera.
Cardinali e
Conte
Savoia
si
dopo
l'atto di tre-
gua
che
coi Cardinali in
persona fu fatto
;
abile a
il
nel caso
1'
ufficio,
quei
(1).
congregati
Questo
Savoia.
fu
Il
un aprire
Conte
di
via
facile alla
il
pace
e fu procurato
da
Virt avuti
rice-
Monferrato
che
Ottone
di
Brunswicli
contutore
(1) Arcli.
fii
Cor.
Trntlnti diversi.
Mazzo
n,
32.
96
di
DICHIARAZIONE
Sccondollo e suoi
I
DI
DOCUMENTI
Savoia e coi
(1):
et
fralclli
Visconti.
cr
Virtulum teneamur
et
ci
debeamus
videlicet,
juvare contra
quamcumque personam
de mondo per raodum infrascriplum - Nos comes Sabaudie prcdiclus de ducentis lanceis
conlra
quamcumque personam
((
dendo
quam
in
comes Virtulum prediclus de qualuor centum lanceis per qualuor raenses in anno modo quo sopra. Aclo quod si in territorio allerius nostrum comitum predictorum
e conlra nos
(<
castrum
ille
nostrum diclorum
castrum.
comitum
et
eciam
casu
belli ordinati
.alter
alterum
dictis
subvenire teneatur de loto suo posse excoptis dominis Romarege Fraucorum quos nos ambo pari exceplamus ac eciam domino nostro consensu comuniter papa quem nos prefatus comes Sabaudie similiter exceplamus. Hac condicione adjecta quod treugam (2) que tractatur per
norum imperatore
et
or
nos dictum comitem Sabaudie inter prefatum dominum nostrum papam, nos dictum comitem Sabaudie, marchonem Monlisferrati et
marchionem Estensem
valilores
subditos et sequaces
nostrum
in
dieta
treuga
et dictus
papa
quam
;
prefatum dominum Galeaz et nos dictum comitem Virtutum, adherenles, colligalos, valilores,
dicto
mus cum
domino
subditos et
cr
vel
ipsius
nominatis
nos
contrafaciet
aut
eliam
aclenlaret
et
ex lune
et
eo casu
et
dicti
r
comiles Sabaudie
Virtutum teneamur
in capilulis
debeamus
dominus
facere et observare
diete.
Et
si
treuga non
treuge prc-
absit, et dictus
(1) f2)
Arch. di Cor. Trallali diversi. Mazzo I Treuga anche dicono oggi Piacentini
i
n. 30.
in
vece
di tregua.
DI STORIA
PIEMONTESE
97
quam
,
habemus cum
(lictum et
ce
dominum Galeaz
lune
genlibus transitum dare, ncque alia victualia, sed ipsos passus deffendere nostro posse, yuio eciam
si
gentes nostri
dicli
comitis
Galeaz
prefati do-
mini nostri pape, quod venire possint. Nec nos prefatus co-
mes Sabaudie
tes
eis
si
gen-
dicti
prohibere
dominus Bernabos
per se, vcl per alium vel succesfacere seu offendere vel offendi
guerram
subditorum nostrorum
finita liga
quam
habc-
mus cum
diclo
et
eo casu prefatus
dominus Galeaz,
dare non debeamus adhilus nec passus prefato domino Bernaboni nec gentibus suis vel
ce
heredum
eorumdem
et
sed nostro
posse prohibere
ymo
eciam teneamur
et
minum comitem
non
terras et
posse.
Sabaudie heredesque
((
territoria subditorum deffendere toto nostro Et eciam offendentes et offendere volentes eosdcm ac
et
offendere
c<
vellemus prefatum
dominum Bernabonem
successo-
res eius, ac
tistini
(il
eorum
c(
<
casu possimus et valeamus nos Galeaz et comes Virtutum dcffendere et adjuvare dictum
dominum Bernabonem
gentibus nostris
ac ecium
passus
successoribus
subditis
et
prout
et
sicut
dictum
est
dictum
comitem Sabaudie
quidcm
AUCH.Sl. iT.Vol.XIlI.
98
DICHIARAZIONE
liga
,
DI
DOCUMENTI
et
rem
ante
effectum
habere debcant
festo
beati
Michaelis Archangeli
.
anni correntis
1375
in
anlea et non
La pace venne
poi
accordala
in
territorio Oliveli
in
Vallis
in
campo
quo
est
anno 1376, 19
o
Julii, o
Ira quel
(t
in nonnullis partibus
ff
nomine Pape et nomine et vice regine Joanne Hierusalem et Sicilie, Amedei comitis Sabaudie, Secondoti raarchionis Monlisferrati, Nicolay et Alberti marcbionum Estensium ac colligatorum sequacium ex una parte e Pinoto de Pinoti legista
,
da Reggio procuratore
di
Galeazzo Visconti e
di
Giangaleazzo, e
Azone
figlio del
presente Gio-
Fu
dichiala
danni durante
guerra,
perdonati.
Quindi
,
il
cardinal legato
fu contento e promise di
della
consegnare
omnes illas et singulas terras occupatas in domino Galeaz et domino corniti Virtutum seu adherentibus etc. eorumdem, et que tempore inpresenti guerra eisdem
choate presenlis guerre per ipsum dominum Galeaz vel ipsum dominum comitem Virtutum seu per alium eorum nomine, sive adherentes etc. eorum tenebantur regebantur et guberna-
ff
bantur
in diocesi
Vercellarum et alibi ubicumdominus noster Papa tenel seu que eius que quas prefatus tantummodo ecclesie lenentur et sancte romane nomine et gubernantur ut prefertur. Exceptis tamen lerris cum earum
drina, Novarensi
exitibus, districtibus et territoriis Bugelle et Sancte Agate
cum
a
suis pertinentiis
aliis terris,
que
essent,
de quibus cognoscere
habeat
dominus cardinalis
et
DI
a
STORIA PIEMONTESE
99
disponete prout
lite
sibi
liter
quod
menses coraputandos
a die procla-
larum cum
cittadella et castro et
cum omnibus
vel et
cesis Vercellaruni a
domino
etc.
eoruoi adhercntibas
castrum
et alias terras
dominus Cardinalis cognoscat, ut supra, teneatur et debeat prefalus dominus cardinalis cum per se ipsum occupatum ad malora, easdem regere non posset infra alios duos menses immediate et proxime secuturos ponere in manibus alicuius
,
genter
custodire debeat
a nostri et sancte
romane
ecclesie
unum
in-
la
cepturum
inchoandos
citt, la
il
post tres
. Il
cittadella e
Vercelli
e se
il
Vescovo
od
loro chiesa
se ne esaminasse
il
vero
e se vero fosse
di
1'
asserito,
ogni cosa
cardinal di Ginevra
<r
teneatur
et
et
et recipi
.
possit
de consensu
si
et licentia
domini imperatoris
il
se fra
un anno non
fosse provato
;
e riconosciuto
questi
tore
non investivano del feudo Azone Visconti o l' imperanon dava licenza che s' investisse il governatore o depo;
Virt
si
la
citt, la cittadella
dall'
ed
castello islessi.
processi
fatti
dal
,
papa che
impera-
tore contra
i Visconti fossero distrutti e le scomuniche tolte. Le famiglie Avogadro e Tizzoni fossero pacificate dal legato e
comuni
le
il
conte di Virt e
'I
marchese
di
discordie
100
DICHIARAZIONE
iacolt di decidere ogni
DI
DOCUMENTI
aveva eziando
ai capitoli della
medesimo, che
dubbio intorno
prima
pace
(1).
II
(]ardinale;
ma
un Breve
il
di
Gregorio del
di
29 novembre 1377
nel quale
si
esorta
i
conte
Amedeo
Sa-
luoghi di
5anim, Borgo
Buronzo, Bai,
Villar-
Gregio
Piverone
Palazzo e
Magnano, che
quel luogo
di
,
gli
la
ebbe ocpace
(2)
:
segno evidente
in
il
ispezialit per
Sant'Agata e
si
attinenze), che
Cardinale non
le
riconobbe
come
preten-
secondo
il
suo
solito,
Amedeo
dovuto lo
trattato
di
restituir
(3).
le
Il
di
marzo 1378
conte
Savoia
Brunswich
gli
marchese
:
di
Monferrato
purch eglino
non
lo
occuper o invader
anzi giurava
,
quoscumque
ipsius
domini
tare
penitus postergatis
ratifica quella
protestando infine
diverso operava
il
conte di Virt
22
di
settembre
sottomise all'arbitramenlo di
Savoia
le differenze state tra il padre Galeazzo e Monferrato purch questi stesse fermo alla pace fatta dal padre onde fu che Secondotto per fede nell'onor suo il 19 d'ottobre succes;
(1) Arcli. di
(2) (3J
Mazzo
I.
Ib.
Vn,
di
n. 22. In
Ardi,
Cufte. CUt
Provincie. Monferrato.
Mazzo V,
n. 2.
DI
sivo fece
STORIA PIEMONTESE
Visconti
,
lOt
le
arbitro
il
diffe-
per
le
dissi
il
occupate e
non volute
si
al pupillo restituire
perciocch
ingente
conte
il
Amedeo
dichiarava creditore di
(1).
somma
Tiiovanni
l'
verso
mostra con quanto diverso animo stava col suo avversario. Nos Galeaz Vicecomes etc. ad testimonium vcrilalis et justicio
notum facimus
tori et
universis serenissimo
comitibus, baronibus
aliis
quibuscumquc
advertenciam
veritatis et justicie
affectionis
ce
iurato
vi-
tf
cugnatum
ipsas controversias et
'(
discordiam sedare ex
debito.
Quod compromissum ab
in
ambobus
,
et a quolibet
predictorum
et debatis
nobis
factum
arbi-
f(
extitit in
ce
gent
et
bayliam arbitrandi
et
'
de
omnimodo
equitate.
antedictis sponte
duximus
quam
facti
c(
duxisse
et
ob hoc dictus
dum
sensisset
dictum
ce
dominum marchionem
et adesse
Montisferrali
sui
huc
,
Papiam Papiam
accessisse
causa
iuris
prosequendi
dictum dominum marchionem quod presenliens dictus marchio Montisferrali, quod ipso dominus comes
Sabaudie
Pa-
ce
piam accedebat non expectata adversarii sui presencia rocessil ab hinr et se transtulit Mediolanum unde dictus dominus
Arch.
Corte. Cill
(1)
iJi
Provincie. Monferrato.
Mazzo V,
n,
i.
102
DICHIARAZIONE
nobis
DI
DOCUMENTI
arbitro et arbtratorc
tamquam
ce
ipsum marchionem sepe et sepias amoncri faotum fccimus ut coram nobis deberet per se vel alium Icgiplimc comparere et de jure suo docere, et petito per dictum dominum comitem Sabaudie juridice
prcdictis proscquerelur jura sua
rcspondere
sibi
ad hoc et
utrique
parti
ad
docendum de
dudum ellapsum
intra
quem tcrminum
,
dominus Comes Sabaudie produxit jura sua convenex quibus premulta sibi dedita et promissa et utiliter impensa pr
domini marchionis Montisferrati
et
;
a parte dicti
ce
admo-
sibi
c(
omnimodo
mendaciter
c(
ne
unquam
livolentia
fuit tamen quod ex aliqua indignatione vel maad arbitrandum moveremur nunc bora statuta et
sibi forte
dici possit
c(
ce
cilatis
ad audiendum senet
a
ce
in
predictis,
sentenciam
ut
arbitra-
mentum
petuo fidem
(
in predictis proferre
omittimus. Sed
ellucescal
omnibus pateant
dominis
et
quod perregibus
(e
in evidenti et
aperto
testimonum
imperatori
et
certitudinem
,
facimus
ce
ce
come nel principio ) quod dictus illustris Princeps dominus Marchio vere et juste tenetur illustri prncipi domino cornili Sabaudie adsolvendum, tradendum consignandum et libere
,
c(
ce
di,
ce
ce
(c
domino comiti Sabaudie omnia et singula e cio Chivasso , Canavese di qua dal Po infrascripta perci Riva, Poirino fedelt di San Giorgio, Mazze MonOiro Rivaria Casti<jlione di Candia cuar Marcenasco Rcca e Favria que apparent per publica inslrumenta et alia documenta ipsi domino comiti Sabaudie fuisse pr ipso domino marchione promissa, dicentes, attestanles et in certam manifestam et perpetuam noticiam deducentes quod per ea que vidimus dudum sensimus et que coram nobis probata et ostensa sunt dictus dominus marchio obsequiis et serviciis
rellaxandum
ipsi
(
,
DI
(T
STORIA PIEMONTESE
in et
103 Sabaudie
inspectis
ipsi et statui
impensis
potssimum
et expensis
a a
dampnis
dominus Comes Sabaudie fecit et juravit propler servicia et obsequia predicta quod ipse dominus marchio ad multum maiora et
ampliora teneretur
vinculo
et aslrictus esset de jure et equitate
quam
domino
corniti
Sabaudie
et
et singula
arbitraremur,
et
a
<t
Actum Papi
Con quest'alto il marchese Garrone correggeva la Cronaca di Benvenuto di Sangiorgio il quale (seguilo dal Muratori),
,
il
ne and a Cremona
parli
ito
,
con intenzione
tino
passare
Po da quelle
e pel piacen-
a Milano, e
non
per
con
)
,
Giangaleazzo
di cui
aveva
l'
anno
ma
per paura.
galeazzo protesti
di
non avere
si
poteva pre-
riprese,
ma
per s: e poich
di
tradimento
di
Giangaleazzo
aperlamenle
di esser
si
;
doleva
preso
di
una
la
minaccia
stessa
Giangaleazzo.
di
ne dubito,
morte
cagione
quantunque
che
scritto quello
un
be-
(1)
Arch.
di
Monferrato. Mazzo V,
n,
S,
104
DICHIARAZIONE
DI
DOCUMENTI
stialc che SecondoUo aveva. Ma le pretese di Savoia tanto altamente proclamale giuste da Giangaleazzo tra quegli sdegni furono poco appresso da Ludovico di Borbone e Bona di Savoia
d'assai abbassate.
Conciossiach
cento
sessanlamila
il
Oorini
d'oro
(1),
che
il
Che poi il Visconte (2). mi cresce sospetto vedere come Savoia subitamente
) ,
possesso di quelle
22 gennaio 1379
(
fratelli
di
Secon(3);
dolto
morto da quaranta
,
e con Ottone di
Brunswich
promet,
per loro
di
qualunque danno lor facesse il Visconte e che buono animo combatterebbe (4). Per che il Visconte
Asti a s
si
,
come
le
a signore
giurasse
fe-
delt; e per ci
tentato.
Amedeo
,
regno
guardare
zo 1379
in
Amedeo
di
27
mar-
(5)
da tenersi
le
perpetuo
cedute
Savoia
per
29 agosto 1378.
Amedeo
Piemonte
le
aspramente
soggette
al
batt.
citt
pupillo d'Acaia
Piemonte
di
(6),
mensile
gare
(7).
di
oltantatr di quelle
,
monete che
fu
la
citt
doveva padi di
Por cui
vuote
le
casse e proposto
(8)
,
invano
cavar
privati
di
con
prestito
Comune,
minacciati
delia
In quelle strettezze
citt e
Ibid. id.
Mazzo X.
(i)
iH)
(6)
Alto pubblicato da Benvenuto di Sangiorgio. Torino 1780, Arch. di Corte. Monferrato. Mazzo V, n. 7.
Ibid.
Trattati diversi.
cill di
Mazzo
n. 34
36.
,
Arch. delia
voi.
b.
DI
STORIA PIEMONTESE
l'
105
;
estrarre
,
le
granaglie
di
sottoposti
di
Val
Susa
la
e
,
del
e
Canadonare
fra
vese
altri
(1)
Torinesi a fortificare
di
citt
Savoia
che
and
quelle
mura
(2)
dare in
fretta
armi e
il
soldati.
istesso fu indotto a
promettere
riscatto di
(3).
Aimone
,
atti
alle
armi
dai
quattor(4);
passare all'esercito a
,
Carignano
voluti
duemila
(5)
,
fiorini
riscossine pi che
il
il
forzato
per
le
con-
E quando Amedeo
Acaia fu maggiore
fiorini
gli
(6)
,
dovette
sessantamila
oltre
alloggia-
menti del Principe (7). E quanto piccola citt che era allora Torino! N l'altre furono meno battute: che per esempio Pi
nerolo per liberarsi dalle cavalcate imposte da Giacomo d'Acaia,
al
conte
Amedeo
come
citt
tutto
il
resto
d'oro (8), e uomini, danaro, ed armi cessale le armi per Saluzzo, quelle
seimila fiorini
gli stali
generali
del
Pie-
monte furono congregali nel febbraio del 1380 in Torino, per sollecitare un pagamento di altri seicento fiorini al conte di Savoia (9). Onde taccio l'altre gravezze cagionate prima dal
matrimonio del
d'Acaia
,
figlio del
Conte
e poi da
quello
del
di
Amedeo
<^
Conte istesso
mezzo a
alla
dichiarati
esenti
per
olio
artisti cIk'
di
12.
16.
(7)
(8)
(9)
Arch.
Pineroto.
Mazzo
I.
n.
2:>
106
l
DICHIARAZIONE
ili
1)1
DOCUMENTI
,
fossero
ad abilare
di
(1).
cittadino
un maestro
fond
dieci fiorini
di
medicina
nove
cittadi
anni
dini
appresso
(2).
per
l'educazione
de' suoi
pii
,
Indi volse la
,
mente e l'animo
a' luoijhi
ricchi
molta entrata
infedeli
disgrazia
comune
sia di
la
patrimonio fermo va
conciossiach manchi
i
si-
credenza supplicarono
,
al
vescovo
perch mettesse
poveri ed
ai
la
utili
amministratori
e sicurasse le entrale ai
(3).
Poi rior-
dinarono
guardia della
,
citt.
Ricomposte
citt di
cose interne
,
e investito
Amedeo
d'Acaia delle
,
Torino, Moucalieri
Busca
di
Cavour
Barge, En vie,
met
di
Conte), Valli
,
di
,
Trana
Bonino, Piossasco
,
Cumiana
Frossasco
,
Castagnolo
Scalenghe
Ayrasca
None
Bicherasio
Cercenasco
Dasio
,
Virle
,
Fasole
Vigone
Moretta, CaGenolla
.
vallerleone, Ruffia
Monaslerolo
Cavallermaggiore,
Scarnafiggi
Sommariva
2 luglio
,
1362
che
Amedeo ottenne mediante (4) amico ed illustre oratore che la citt di Cuneo aderisse a s e quindi gli si sottomettesse, come gli si sottomise il 18 apriil
principe approv
il
conte
ci)
(2)
Arch. della
ConsUiorum,
voi. 3.
4 e 13.
(3)
In quel ricorso del 1378 sono nominati questi spedali. Bospilale Hospitaie porto bene indigel bona gubernalore.
Hospitale
Sancii
Hospilale
Blasii, Hospitale
Madalene. Hospilale
Hospilale
Cibrario,
marliris de Taurino.
Hospilale Sancii Soluloris Sancle Marie Pulhei Strale. Hospilale Sancii Andrea juxla porlam Puslerlara.
Per pi precise notizie degli spedali della citt antica di Torino, vedi Torino nel 1335, negli Opuscoli stampali dal Fontana 1841. (4) Arch. di Corte. Principi del sangue. Mazzo Vili, n. 4.
UI
le
STORIA PIEMONTESE
ai
107
1382
(1),
Genova
(
e formatosi
per
un grosso
partito in
quella citt
colia
Similmente
del 1364
il
conte
Amedeo
trattato
dieci
anni
et
Alberto e
confinari-
omnibus
vicinis
municare:
Bernesi
dell'
quindi
conchiuso
(1374)
,
particolare
trattato
coi
per
vicendevole
di
difesa (3):
ottenuta
la
rinnovazione
il
Ginevra
e in Tarantasia costretto
si
Savoia, da cui
e
voleva distorre
alle-
gando diplomi
a' vescovi
Enrico
Carlo,
che
ogni
avevano
conceduto
nelle
mero
,
e misto imperio, ed
giurisdizione
loro diocesi
diate (4).
immee
De
la
Tour comper
,
Chatillon
il
la
il
castello
visdomato
cinquantamila
i
d'oro
(5).
cittadini di
Ginevra cingevano
loro citt
fatto
arbitro
che negava
di
clero
;
per quella
il
oro
,
(6)
e poich
Balivo
soldi
Fossign
aveva imposto
sci
di
camminare per
la via della
(7).
conte
ai
riconoscere necessit
a
di
!e
atti
benevoli
perocch deliberati
sostenere
loro
(1) Arcli. di
Mazzo
di
I.
(2)
Arcti.
Commiss,
Berna: e Arch.
di
Corte
Torino.
eie.
I.
Cill e
Mazzo VII.
firgif^ire elr.
Arch.
di Corte. Cill e
cit.
Mnzzo
VII.
Taranlasia.
Mazzo
Genve
n. 5.
(5) Ibd.
Vallaisans.
Mazzo
III, n. U.
ms.
cit.
Ginevra.
108
libert,
DlGIilARAZlONE
DI
DOCUMENTI
lu nemico antico, avrebbero senz'altro combattuto, K Savoia ohe voleva in^^rantlirc ma senza rischi fuggiva non
, ,
tanto le
(
guerre quanto
litigi
anche
il
privati.
Il
suo visdomo
non
si
sa se conscio od inscio
Conte
pose
una
il
volta
sequestro
beni di
scus dell'atto
un usuraio. Grid il Comune per bocca de' sindaci: il visdomo; dichiar che non aveva ci esediritti
del vescovo
:
n della
citt
ma
per
dal Gauthier
il
una correzione
di
Guglielmo de Marcossey
sede
il
fa
morto
mori
nel
1387
stato
Ademaro
(
Fabri.
il
Ma
Guglielmo
il
eletto
1366,
1377), non ebbe a successore Ademaro Fabri, ma Giovarmi di Murol e per buone e diligenti ricerche fatte dal
;
la
storia
stette
di
Gi-
nevra
Guglielmo
Giovanni
il
vescovo
Murol l'Ademaro:
le tavole
ge-
Rimanevano
e
furono terminati,
le
denaro che
il
Francia per
Conte
di
Valenza non
gli
indusse
il
Valentino a dargli in
pegno
lo
le
rifarebbero
le
danno.
sequestrare
Savoia
terre del
,
cedesse
se
Re com' ebbe saputo ci foce ma non ci fu verso che non quando il Re si obblig di pagargli
Il
Valentino
cinquantamila
bre 1368
al
(2)
,
fiorini
il
h dicem-
ma non
stati
76 siano
scrini
di
amichevole
(1)
V. a
tal
(li
(2) Arcti.
Corte. Cill
Provincie. Savoye
Faucigny,
Mazzo
li
0,7,8.
DI
figliuoli del
STORIA PIEMONTESE
Conte
di
109
la difesa
He
e
;
il
de' loro
tori
stali
(l)
e per la vicendevole
de' malfat-
(2),
a'27
,
di
marzo 1377
il
le
E che
nuper
non fossero
prova
che
dovevan ricevere
(3).
(]un
ci)
Arch.
,
di
n,
20.
a n.
1369
Fiandra
,
.
"1
lutto
,,
330
,,
lancie.
Ugo
Ctialon
30
,
Questa nota ne richiama un' altra ed delie forze die il Duca aveva pronte nel 1369 per sostenere le sue ragioni. ( Trailer anciens eie.)
Di proprio
balestrieri
...:....
..... .... sergenls
.'^
carri
m
20
Sire di
di
Montagne
Cossonay
....
Ginevrini
30
et brigants
....
...
Domby
e da
la preste
de Ro
main mouslier
280
300 carri, due terzi a servigio del vivere; cio, 100 carichi pane, 30 di vino, 30 d'avena 20 de fromage et diari salce. (2) Arch. di Corle. Trails anrirns pie. Mazzo VI n.' 21 22.
,
, ,
(3)
no
(
DKJIIAIIAZIONK DI DOCUVIKNTI
rogis priniogonilus
i^l
siri
Dalphinus Vieiiiionsis ex
un.i parlo
et illuslris
princeps
Hominus
quibus
dobel
,
allora
promissiones
((
fcccrinl
el inhiorint.
Iradcrc ot deliberare
realiler
el
d(?
doliberari
diorn
facere
aprili
facto infra
inslaiilern
primam
vide-
quam
in
ponte Belet
Ysere
'<
parlis
mandamento
dam
el
de Arbrelis
caslrum Dolomiaci
citra
Icrram
quam habebat
(t
versus
Carlusiam
dielum
ris
feudorum
relrofeudorum iufrascriptorum
in castro Sancii
videlicel Juris
quod habebat
el
Laurenty de deserto
cum
suis
<(
perlineiitys citra
et castra
vilie
et
mandamenti de Avenerys
ci
de insula
de
Ciers
nenlys
castro
omnium
'(
Ioannagiarum dictus dominus nosler Hex solide debet domino Humberto Riccardi militi Iria millia scutorum auri
pr
(lieto
ve! circa el
castro
millia
de Avenerys domino
Aymaro
el alia
de Bellovisu
qualuor
pr
florenorum
proul
in el
hec
quamplura
hoc
faclis
parte comitali
implenda
lilteris
super
sigillo dicti
lilis
Daiphini Vion-
((
nensis in pendenti
conlinelur.
et
Nos ad recipiendum
cornile
peragendutn predicta ab
vacare
et
non possimus
probilate
el
alys
in
'<
vestrum cuilibel
((
solidum de quorum
fidelitale el inviolata
ad ple-
num
mandamus
((
qualenus
omnia
et singula per
dicium doaiinum
comitem Iradenda el deliberanda ut preferlur dalphinali el nostro nomine reripialis ad plenum juxta formam et conti-
DI
STORIA PIEMONTESE
liUerarun).
IH
paialio
nentiam
dictarum
Daluoi
in
de
costa
XXVI
iialiviialis
Du
poich
la
Francia, per
di
Hrunswich
in Iialui
di
Durazzo destinalo d
papa
da
Urbano
le
al
trono di Napoli
alla
prima esorlazione
di
Luigi che
Amedeo
mani
di
lo aiutasse, questi
,
menar
dilesa
acquistar
gloria e fortuna
Amedeo non
por
fare la
di
,
mancava. L'il
la
degli
slati
lor
due,
la
specialmente per
guerra a Carlo
lia
,
di
Duras
per
,
Sici
della
ducea
che
di
Calabria
del principato di
di altri diritti
Capova
delle
ceduti all'Angi
(1).
regina
l'aveva
adottato in figliuolo
(2)
Guichenon
ma vagamente
d'
e soltanto
come
pa
fa
rola.
di
Angi
la
al
Ce\a e
tra
le
signore, o a dir
si
meglio
diritti
su quelle terre,
quali
riserv
Demonte su quel
furono promesse
le
di
il
Cuneo;
scritte
e le
patenti
stesso
di
(3;.
quella
donazione
19 del mese
tra
Pier
Gioffredo
le
pubblic
convenzioni
i
l'Angi ed
Amedeo per
le
soldatesche ed
retribuzioni
il
da quello
atto del
assegnate
ma
trascur o non
il
seppe
posteriore
al
duca
d'Angi permise
a
conte
Amedeo
nome suo
della
cogli
ambasciatori
dell'isola
di
Sicilia
e cogli
abitanti
con soccorsi
medesima per la conservazione degli di genti, armi, navi e galere (5), Dai
stali
loro
quali atti
(1) Arcti. di
(2) Hisl.ge'n.,
(3)
(4)
Cor le. Trails anciens avec la Frutice, Mazzu Vt ii.2S vol.2 p. 424. Ardi, (ii Corte. C/ e Provincie. Asti. M.izzo MI, ri. i3. Storia delle Alpi MariUinic Tmitcs (inacns avec In p. S7i.
.
France
(3)
cil.
n. 25.
cil.
Trails eie.
Ma/zn Vii
n.
i.
112
chiaro
,
DICHIARAZIONE
di
DI
DOCUMENTI
in
Roberto
r autore della
Piemonte
(1)
ma
s
il
per amore
di
gloria e di guadagni
Carrone)
,
come
soldato di ventura.
operando
liberare la
(2).
Regina e
il
Brunswich
dal
Durazzo
fatti
prigioni
(1)
Histor. palr.
Monum.
voi. 1.
(2)
Non devo
al
la tia
almeno
in
Nicol Fiesco
La
lettera
Mazzo
titolalo
Quamvis
ficaia
reverende premisso
intellexi
aliqualja
que ex
ipsis
in
Civita te
Janue
prefate
dominalioni
veslre cura
eadem reverentia
propalare destinamus.
Nam
domina regina per suas lileras domino Geloni de Brunswich nolificadomine circumscriple et assediale lotis suis viribus subvenire deberel qui diclus Olo volens eidem domine succurrere maximam comilivam ex generosis mililibus et aliis notabilioribus ... .ad invicem congregavit qui numero prout fertur eranl quinque millia et dictus dominus Olo una cum universa eius comitiva confdil et statuii sic et taliter quod omnes cepil et tenuit ipsos pr captivis In dieta civilale. videns aulem domina regina hanc mirabilem confu sionem dicli Oelonis et eius gentium se dedit in manibus domini Ca rolli una cum Iota genie exislente in castro de lavo que eranl numero prout ferlur quingenlium masculos et feminas qui dominus rex ip'iam benigne suseepit et eara cum domino Olone et aliis notabilioribus custodire faeil cum lionore. Cum qua domina eranl in dicto castro de lovo dominus Nicola de Napulis, dominus lacobus de Capnt olim Comes camerarius, dominus Hugo de Sancto Severino et multi alii barones et nobiles. Dominus vero Robertus marilus domine du
'<
cisse
cum
'(
ipsum lotis suis fugam arripuil et licei captus essel a prelato rege cum gentibus dicli domini Olonis tamen indllale idem rex libere relaxari et licentiam fecit ipsum dominum Robertum et ipsi regi hodie coadherel honorabiliter cum liona provixione in civilale Napulli. Cum prefalo domino Olone eral fraler ipsius domini Olonis et frater Marchionis Montisferrati qui ad invicem delenli soni. In dicto vero prelio decessit Marchio
Montisferrati. Post hec vero exiguo lemporis spacio
domino Oloni in dicto prelio quia sicul gentibus dicto domino Otoni suffragari debebal ab ipso
quandam
lilleram
'(
recep
de
faetis
suprascriptis
quodam
i<
Neapoli
cuiuH
w.
litlere
;'
inclusura
DI
STORIA PIEMONTESE
di
113
nelle
denaro
memorie
di
Garrone un alto
Amedeo lece nel 1382; e un allo d'obbligo Angi a Savoia per sedicimila franchi e duemila dugenlo
parte per stipendi dovuti e |)arte per prestito gra,
venli ducati
zioso avuto
il
il
che fu
Puglia
il
posteriore
della
il
morte
di
per cagione
peste
primo
del
mese
istesso.
a Felice di
San
Tommaso
per
am
Amedeo,
una
storia
molto buona.
Nella quale pi
specialmente
quelle che pi
i
tempi,
politica g'
le
insegnarono ottime a
,
gran principe.
pare secondo
sue note
che
de' piccoli
quanto
discipline
da animo abbietto o
non provato non escono azioni grandi. Dalle azioni grandi de'principi,
anche non
tutte
buone, prendono
popoli sentimento di
Amedeo
in tanta
dottrina di
cavaldi
guerra, maraviglia
fosse
guerrieri e di
dame,
cantalo da menestrelli,
,
stato
meno
n Ginevra
fra
gli
il
sarebbe sfuggita
mano
n
gli
Piemonte avrebbe
i
Che non
trattati
valsero
commerci
a terrieri
li
perocch venduti
;
comprava
le leggi
con ci
sia
di
che
tenuto
per
le
sotto
,
colore
confermarle
n giovava
la
procedura
(1)
Arch.
sle
cifre
,
Papon
d'oro
,
cit. Mazzo Vii, n. 2. Que una parte di ci die diede Amedeo. Hisl. de Provence, lib. 3, p. 321 .calcola il tutto a 164,000 frarictii ol' egli trova eguali a 205,000 lire anticlie di Francia.
di Corte.
non rappresentano
Xlii.
lo
IH
tali
meni A RAZIONE
e
i
DI
DOCUMENTI
(1),
,
civili
perocch
vicarii
comiignoliti
guastavano per
le
ranze loro
inGnitc
di
;
lasciavano argomenti a
al
forma
di
costume
Francia ripugnavano
il
liane, (^os
largheggiare loro
beni. Poi
Amedeo
le
stati
generali
f'
(sicurezza o salute
po-
)o non convoc, o
non
si
oppose a
(1)
dicembre, per
quel che riguarda l'appello delle cause. Arch. di Corte. Cill e Prov.
Pinerolo.
Mazzo
I, n. 19.
rt
Slatulum est quod appellaliones causarum ordinariarum que revocabunlur et polerunt revocari fianl ad dominum comitera intra X dies a die sentencie promulgale et non ulterius. Et si diclus comes fuerit
presens ipse possit cognoscere
si
voluerit:
prosens ntelligatur
si
fue-
in Pinayrolio
(c
<i
constituat curiam de hominibus Pinayrolii non suspectam que causara appellacionis debeat in Pinayrolio cognoscere et deffinire. Si vero absens fuerit castellanus vices eius gerens constituat curiam ut supra que causam appellationis debeat cognoscere et deflnire ut supra. Ila tamen quod judex Pinayrolii qui nunc est vel pr tempore fuerit precise leneatur dare exeraplum senlentie et omnia acta cause cum actis diraissoriis.Si hec appellans pnstulaveril ipsi domino comiti vel eius curie superius nominale intra triduum poslquam fuerit requisilus transmitlere vel exhibere expensas appellanlis, et comes sine curia qui vel que de appellatione cognoverit tenealur diffinire et terminare tnlra XL dies conlinuos a die appellalionis inlerposite compulandos. In questionibus vero bannorura et coodapnatorum que ordinarie vel extraordinarie fuerunt taliter observetur quod a X usque ad XL dies intra dominus vel eius vicarius castellanus seu judex intra dies Vili post condampnationem si fuerit requisitus a condarapnato vel eius procuratore tenealur et debeat habere consilium ab aliquo vel aliquibus jurisperitis non suspeclis et illud consilium sequi summarie lamen et sine judiciorum slrepilu et rigore et hoc fiat expensis oranfbus. Uoc addilo quod poslquam dominus comes cognoverit de appeldominus comes iiec presens lacione vel eius vicarius vel castellanus
,
nec superveniens
possit
se
avvocatorum
1369
>k
105 Liber Consiliorum dell'Arch. di citt appare che 1378 convoc soli deputali de' Comuni.
Furono convocali
i
nel
1380
(V. pag.
di
negli anni
1373
DI
chi voleva istruzione
della sua casa.
STORIA PIEMONTESE
115
il
ma non
ne diede
il
o poca, egli
pi dotto
principi d'Italia
lui
era indifferente ad
alle
nozze
di
pi
grande studio
rale a paesi raviglia
lia si
regno erano
per
turbolenti
in
apprcnsioai e difese.
Quindi ma-
non grande
biasimo
marchesi
di
Monferrato e
assoldarono
assaltati
com-
assaltava, o
da altrui
Ninno
di
forse meglio di
Menabra
il
accuratamente descrisse
suo tempo
il
regnare
Amedeo
sesto, che
Gi-
il
il
Garrone
avrebbe
di fatti,
fatto sentire
Amedeo
ten-
tativo gli fosse ilo secondo. Era passionalo, l'ho detto, di gloria militare e d' oro. Da quelle passioni le imprese in Oriente
e a Napoli,
trattati
di
la
mira
di
aver
le
amist in Sici-
Quindi relazioni
,
all'
che se a
buon tempo
quietalo
in
principe avesse
come
per necessit
La quale
molto
sollecita
ma
muniche credule
il
N
fece
che parole
ma
le
Glemenle VII
aveva
il
glesi
tolto quella
di
Manfredo marchese
combatterle,
(1)
116
per priiuo
Il
mCIIIAUAZIONE
fa Ito
DI
DOCUMENTI
validamente occup.
il
marchese
il
dello speso
diritto
nella guerra
il
si
suo
il
onde
quindici
anni
suo possesso.
luogo e
Amedeo volendo
imagina
parli quel
di
piccolo signore
guadagnare
dominio diretto
quel
il
il
vescovo
ricuperare
noi
pu.
papa non
lasci altro
pregare e pose
parole:
inclinati et premissis
moventibus ca-
strum ipsum
cum mero
et
domibus
hortis
nemoribus
territoriis plauis
mon-
aquarum
discursibus
laudimiis talleis
scrvitiis fructibus
pcdagiis
quartonibus angariis
perangarirs
bus ac omnibus
aliis
juribus et perlinentiis
suis ab eisdem
et
((
mensa
et ecclesia
ex ea certa
scientia
separamus dividimus
a ac
heredibus et
dominium tibi ac heredibus et succesdominium dicti castri prefato Manfredo successoribus suis in perpetuum cum omnibus
ergo
di-
dieta
ce
omnino hominum
visionis
ei
ce
noverit
incursurum
(1)
N
ri;
diretto
dominio concedendo
il
Busca
al
Busca valse
diritto della
l'
conquista
niente
spese
il
imperio. Se
a lui.
Amedeo
avesse costretto
a
marchese ad assoggettarsi
buon
ani-
(i)
Arch,
di Cor.
Bolle e Brevi.
Mazzo Vili,
n.
li,
di
Cleraente VII.
DI
STORIA PIEMONTESE
I
117
mo
molte
ire si
suc-
cessori di
quale
baroni pi
,
forti
minava
poi
opprimeva;
come
le libert
li
municipali
privilegi,
armi
quando
non
fu necessitato
da
battuto.
conosceva
pace
vi
leghe trattati
pronto a romperle se
al
sua
tutela,
mal cresciuto, e quasi bestia mentre Amedeo doveva rammentare la cura che di lui ebbe Amedeo di Ginevra con-
sanguineo,
la
ma non amico,
il
a Savoia.
il
N
il
gli
aveva avuto
Vaud
le
ma
si
era rimasto dal buono ufficio. Sapeva piuttosto che virt vera
non
si
vince, e
rodergli
casi
fa
rodere
stalo.
iimbizioni altrui; e
Amedeo
in
ago-
gnava
non
lo
Aperto e intraprendente
giovent
popoli
impar per
si
le libert de'
assaltano di fronte:
e dissimulatore,
sollecito. II
ma
ad eseguirle
:
massima
testimoni anche
quali
non
1'
la
sbagliarono. Concetto di
Amedeo nobile e membra ricomporre un corpo valente: inescusabile di Amedeo V riunendo Pie,
monte a Savoia e
col
isolali e lontani
gnava
di volgere
marne un regno
felice se v'
ad ogni
le libert
cittadine
quanto stringeva
interi
i
feudali.
Ma
;
beneflzi di
quella
idea
118
loro,
DICUURAZIONE
ma
per
se.
DI
DOCUMENTI
volle, e
Coni' ebbe
nemica non
delle
te-
togliendole
persino
gli
appelli
cause di
A
tutori
suoi
ma
,
tributi (1)
balzelli
taglie
sussidii
San Tommaso
racdegli
corre
la
somma
di tutte le
uno
somma
di
delle straordina-
imposte
meva spaventevole.
scorta
nelle
i
di
registri
atti
citati
dal
chiarissimo
del
, i
Gibrario
;
Finanze
di
Savoia
,
ncVEconomia
di
Medio-Evo
di
gli
gli
amici
Svizzera
volumi
storie
in
la
regno
conciossiach
il
deo VI
il
1'
appian al
figliuo-
lo; e
Al San
Tommaso
piacque
il
concetto,
non piacquero
mezzi
armi
una dominazione
de'
feroce di
;
di secolari disgrazie
e per
quanto condonasse
alla
natura e necessit
tempi,
gli
seppe
,
male che
con
(]onte
astuzie
il
opere
sue
conducesse.
Della
vita privata
del
finite le indagini,
il
io
nodo per
messo nel
(I)
di
Thonon (Camera
,
dei Conli)
il
Car-
rnrio trov in
1363.
DI STORIA
PIEMONTESE
;
119
istituito
Nodo
nersi
ordine
il
al
quale
avendo
re ascritti
te-
conte di Savoia
fu
il
se
vi
ascrisse
primo per gl'Italiani, e Giannone osserva che Bernab andava superbo dell'ascrizione. Ho detto che Amedeo ebbe la mira di aver Tenedo: fu
Bernab Visconte. Quell'ordine
opinione di molti; e pare che Venezia,
diede
,
la
quale finalmente
la
non perch possit facere prout sue come a d 22 agosto 1381 era stato posto
fosso
ne' patti,
ma
perch
estratto
distrutta
se
ne
insospettisse.
Un documento
(1)
dall'Archivio
delle
Riformagioni di Firenze
doveva
la
essere
pubblicato
dell' isola
,
per ci
che accadde
n'
tra la pace e
consegna
autori.
conciossiach
il
parola
Ammirato
Magnifici et potentes
domini
priores
artium
et
comunis
Florentie. Considerantes
.(
quod olim
teriti
Taddey Gaddi
sindici et
procuratore do-
(f
minorum
munis Florentie
et
(f
et assignata realiter et
manualiler fecisse
tradita et assi-
<(
Thoma
et
Barbadito
vi-
c(
sapienlum
rorum dominorum
curatorum
et
ecclesie sancii
assignanlibus
de mandato et nomine
Dei gratia
jocalia
rum
et
jaspidum margaritarwn gemmarum lapidum pretiosoperlarum in auro et argento ligatorum cjue fuerunt
et
<i
exlimationum
nus
fuerunt
et
dux
et
comune
Venetiarum intra
inter
in capitulis
pacis firmate
dominum ducem
(1)
Num.
14
Classe
XI,
Distinz, I.
120
((
DICHIARAZIONE
DI
DOCUMENTI
et prefatum dominum ducem et comune Venetiarum ex altera nsulam Tenedi cum omnibus castns
villis
insula exislentibus
cum
jurihus
et
Amedey
nuntiorum
non
posuerint
et
relaxaverint.
Promiserunt insuper
(.(
minum predictum
alio
pr
es
Et predicta
sindici
et alio in-
strumento contenta
adimplere bona Ode
promiserunt
et
dicti
attendere
et
vel de facto
sub pena dupli cxtimationis jocalium predictorum prout predieta in effeclu et alia plura in instrumento Venetiis confecto
et
(f
Thome
et
per dictum
fuit
ipsa dili-
dominorum
diete
priorum
et vexilliferi justitie
a
<(
sindicorum
domino comili
utsupe-
expressum prout
in literis ipsius
((
que
juris doctor
ambaxialor
a
ci
magniGci domini domini Nicolai de Goarcho Dei gratia ianuensis ducis et populi defensoris nec non spectabilis et prudentibus consilii duodecim antianorum eiusdem
in
presentia
et
comunis Florentie
et
eorum
fuit
col-
legiorum in
effectu dixit
non
nec
est.
comune
et
gatum
domino duci
1)1
STORIA inEMONTESK
requisivil
et
1:^1
u
i<
dicli
et instanlissime
petiit
prelalis
dominis
domino Luliano
dicto sindacario
nomine
trad et consi-
a
(f
petiit
narra-
prout predicla
et
in cffectu et alia
plura
in
(x
lanue plcnius
sunt
espressa.
Et
volentes
dicti
domini
nomine
dicti
comunis Fiorcntie
et reciperc a prefato
<(
supradicta
ut
demum
Ceri
de
eis
<(
libera consignatio
possit
promissione conli-
netur
omnibus
et sin-
gulis invicem et
populi et
una cura offilio gonfaloneriorum sociclatum cum offilio duodecim bonorum virorum comunis
demum
numero congregatos
facto
in palatio
populi Fiorentini
et
premsso
et
diligenti et secreto
scruptinio
obtento
<(
sccundum formam statutorum et ordinum dicli comunis eorum proprio motu pr utililate comunis eiusdem et orani via jure modo quibus mepartito ad fabas nigras et albas
lius
tre-
centesimo ocluagesimo sccundo indilione quinta quod pr poet comuni Florentie et vice ci nomine dicti populi et comunis domini priores artium et vexiliifer juslitic populi et comunis Florentie et seu due parles ipsorum aliis eliani absentibus et irrequisilis possint semel et pluries et quo-
pulo
cr
et constiet
unum
cum
et
seu
plus
sindici et procuralores
si
cerlos
voluerint de constituente in
solidum
unum
dum rum
sibi
trad ac libere
secure
consignari
et
dari
10
deposilum
ARCH.Sr.ir.Voi.xii!,
122
a
x
D1CU1AI{AZI0NE DI DOCUMENTI
et valoris
florenorum cenlum-
et
custodiondum
et sal-
vandum
quo
alias
promissa
et conventa fuerunl
domino duci
la
et
comuni lanuc
il
Doveva
della
risola
essere
data
in
castellano
Fiorentini cominciarona
bero
le istanze
per aver
le gioie.
ma purch
,
e disfatta
1384
febbraio),
(1).
(1)
di
)I
STORIA PIEMONTESE
23
CAPO
Amedeo
Alla morto del padre,
il
III.
VII.
gi
sposo di
Bona
figliuola di
;
Giovanni
duca
principato
e nell'
anno
istcsso in cui fu
ebbe un figliuolo
dalla
divisa
gli
succedette. Siccome
padre
detto
il
Verde
cos
il
figliuolo gentile
valoroso
quanto
che predilesse,
nome
Bressa
mo-
guerra
specialmente
costui,
d'armi contro
il
sire di Belgioco.
in
Inimicatosi
i
forti di buona guerra di Borgogna Lent Beavoir Ars Villon Beauregard. Il duca amico d'entrambi era entrato paciere (1) l'il di luglio 1378 a preliminari di pace mediazione del re di Francia; e discussi tregua il 25 di digiugno 1380 quindi la il 12 prolungata (2) 1382 (4) pro26 giugno dell' fu alla fine il cembre 81 (3),
conte
,
di
Borgogna
che
forti
deposito
a Clemente VII e
ai
duchi
di
Berry e
la
di
Borgogna
per
un
anno, e intanto
deo VI
,
si
componesse
il
fu sollecito
i
figliuolo a far
,
terminar quella
lite.
La
definirono
duchi
;
di
Berry
Bourbon e Conty
31 maggio 1383
de la reconoissance passe
Ardi,
I
,
par
e
le
dit
scigneiir
de
Bcaujeu
I.
en
(1)
di Corto.
CiU
Beaujm.
Mazzo
n. 1.
4.
124
DiClllARAZIONK
DI
DOCUMENTI
,
faveur da comic
di
Am
le
20 fcvrier 1377
e gli cedette
il
castello
Bcaurcgard
(1).
Alla raccolta di
questi
titoli
il
la
s
;
le ostilit
con que'
la
Masino
cominciarono
rate io
il
Amedeo VI
ma
perciocch
maggior cura
le
voleva nar-
non
le
sposter
quantunque
la
Masino
la
finisse
a'
dopo
la
Nel 13G1
dato
13
di luglio
Bartolommeo conte
di
,
Masino aveva
Cessano,
fe-
met
di
omaggi di Caravino ed Azeglio al conte di Savoia, e questi in cambio aveva ceduto a lui luoghi di San Morizio
delt ed
i
mediante
il
prezzo di tremila
fiorini (2).
il
conte di Sanobile
il
feudo
Masino con liberazione dei feudatari del medesimo dall'omaggio di fedelt dovuta all'impero (3). Perci! conti di
contado
di
Masino per
getti e ligi
la
non pi
imperatore
ma
a Savoia
il
che dispiacque
loro assai
e forse tentali
non seppero
che
nuovo loro signore. Amedeo VII era in guerra con Monferrato. Cagione della lite erano il possesso della met d'Ivrea e castelli di San Giorgio Cicogno, Lusiglic Foglizzo, Moncusco CaCuculio , Montalenghe Bcgna Rcca Cerio struzzone. Cinzano, Carr Sambuy Leiny, Cordua, Riva,
dispiacesse al
,
i ,
Balangero
Montestrutto
di
Coazzolo e V^ergnano, e
in
altre
al
terre
che
di
il
marchese
la
pegno
conte
rite-
Savoia per
Conte voleva
il
Monferrato contro
Visconte. Pi
fecero
alle mani e pi volte dal 1383 all' 87, compromessi prima in cittadini poi nel Visconte. 10 settembre dell' 87 Antoniotto Adorno, Doge di Genova,
vennero fieramente
eletto arbitro,
diritti,
domand
al conte di Savoia
che esponesse
sentenza
I.
suoi
fece
ma
Ardi,
egli
non sperando
e
forse
favorevole
(t)
ili
Corte. Cilt
Beavjeu.
n. 3.
Mazzo
(2)
n. S.
Mazzo VI,
(3)
m<.
k\.
n.
3 bis.
DI
STOIUA PIEMONTESE
'
125
nuovo compromesso nel Visconte. L'Adorno in questa cosa fu il processo n diede la sentenza, n pales parere (1); diverso dal Conte di Virt che in caso uguale il suo
onesto: non prosegu
,
produrre
le
sue
il
ralu-
di
provvisione
26
glio
1388,
e definitivamente
17 marzo 1389:
1.
voia in perpetuo.
2."
al Visconte,
perch ne faccia
il
suo piacere.
3."
stava in
Sambuy sarebbe deciso fra due anni, perch allora mano d'Acaia. Cos di Guisa e Lovancita per la que,
Lciny
Mazze abbiano a
di (Contorco
star
come sono,
e se ne deli-
beri fra
5."
lario,
Moltasparone
mani
del Visconte
Bartolommeo
di
Sangiorgio
abbia ragione.
7." Il resto
E
)
il
conte
di
Savoia
Il
il
27 successivo,
(
luoghi occusi
pati
da Monferrato
da
me
conseil
Savoia.
Il
che
scontent
marchese e
desiderare
giudice migliore.
Ma
che
Borsi
il
sentenza buona a s:
Amedeo che
arbitrasse di
Il
avrebbe dovuto
a' di
il
Visconte sentenziare.
bone pronunzi
dovesse stare
al
non essergli dovuto, Sambuy passasse a Monferrato. Guisa fosse data a Vezzolano: Lovancito al Marchese. Al marchese toccassero Castiglione, Candia e Rondizzone;
tenesse; se giurasse
al
Conte
il
conte
domandava
tuttavia
(1)
Ardi,
di
Corte. CiU
Provincie, niovferralo.
Mazzo V,
n.
18.
126
DICHIARAZIONE DI DOCUMENTI
Bona di Borbone deciderebbe i termini pagamento (1). Tra quelle contese Conti di Masino tentennarono e il Podest di Borgomasino Giovanni de Petra il 13 d'agosto 1380 li
diecimila fiorini d'oro,
i
i
,
accus
venit
di
avere tentato
il
di sottomettersi al di
et
Monferrato
(2).
Sette
anni dopo
marchese
Monferrato
cum
ad locum Berengii
,
castrum
e
mumaral
nivi fecit
et
onde riarse
il
gran guerra
chese
,
Piemonte
Conti di Masino
favorito
di
Amedeo
:
di
Savoia inquisizione
fossero
ligi
che
sebbene
conte
nio
,
di
superiorit e resorto
di
sempre
il
Savoia
ed evitarne
danni od im-
danneggiato
le
sudditi di
chiuse
Veruna;
ricettato
,
armata mano quando andavano a soccorso i cavalieri di Monferrato che dopo il sac,
cheggio d'Albiano
di essere presi
;
erano
in procinto
,
com-
quando
si
fama
Mar-
infame cosi
in Ivrea
costanti luoghi.
Crescevano
gravami
perch Guigone
i
Conti di
Masino.
lem
in dicto
Amedeum dictum Guillo condominum eorum consorcomilatu cum ipsis viventem comedentem et con-
dictum castrum
mense decembris coopisse ipsumque infra turrim dicti posuisse longo tempore duris carceribus mancipatum
in
aula
Mazzo VI
n.'
10, 11 e 12.
(2) Ibid. id. (3)
Mazzo VI
n. 4.
Ardi, della
di Citt di
Torino,
voi.
28,
p.
DI
et in
STORIA PIEMONTESE
et
127
et
maliciam
asperi-
Amcdeus
di
expiravit
ci
richiedesse in
nome
del Conte
genti
d'arme
di
notorie et patenter
(T
fecit et
il
Visto
mal turbine e volendolo in qualche modo riparare e non patire il danno che Savoia inlimava dichiarandoli decaconti
,
Conte
in grazia,
i
ed
essi
gli
,
cedettero
il
signori d'Azeglio
e con ci
omaggio
dalle
Amedeo, qual
supremo signore
possedevano
Cossano, Strambino, Borgaro-Masino (Borgomasino) e ci che pagando per soprappi al Conte di Sain Rivarolo
,
Conti
di
Masino parvero
quieti
ma
si
modo
Cibrario
Bona, tutrice
e
del sucin
di
;
essere
tenuti
riconfermati
(1).
di
Masino lasci di nuovo o una segreta mena che se Savoia non conduceva, lasciava condurre in Genova a suo favore, la quale non cominciata dal Conte Rosso n da lu terminata,
della sola persecuzione fatta ai
il
pi preciso
Garrone
ma
di
(ij Arcti. di
Mazzo VI,
n.' 7, 8,
9; in
processo,
la
grazia, l'accordo,
l'omaggio.
128
DICIIIARAZIONE DI DOCUMENTI
ma veramente trattala a' tempi del padre suo e continuala lui morto non avrebbe dovuto narrarsi che ad altro tempo. Ma poich questa che io scrivo non storia si bene dichiarazione di documenti storici, o le materie non si confondono, esporr
,
qui anche
tiile
faccenda.
a'
Dopo
la
pace procurata
di
dieci anni
(1)
difesa
cantra omnes
de
singulos prin-
dominos comunitates
et
universitates
provincia
,
Lomdi
Lombardia
,
con patto
conte
di
Ungheria
il
fosse
ammesso; ammissibili
e citt che
si
Comuni
ci
desiderassero,
pena
di
opponesse.
l'atto
segnato dal
7 settembre 1381.
A' 17 di
marzo
dell'
anno successivo
il
doge
Niccol
di
Goarco
(2)
anziani di
Genova
lettere
gli
mandava tra quali Ficschi e altri di Genova riusciti erano a fcir nominare un cerio lor frate Domenico da carmelitano sacre pagine professorem. Di quel tempo Genova era
i
i
divisa in fazione:
Goarchi ed
governo
Goarchi
di
uscirono
dalla
d'appoggio, trattarono
sottomettersi colle
il
Conte per
la fede
che
doveva prestare.
,
Tiso Cibo, Tommaso A' 1^ di marzo Gaspare Cacalossio Marbruccio Benedetto Rercillo, Ludovico Lussindo, Sigurino
,
De Mari
Ilario Licabello
Tommaso
,
Matteo ed Enrico de
,
II-
Raffaele di Arizia
Babilano
Lomellino, e
il
19 successivo)
Antonio de Paulo,
di
scrissero
. . .
questo tenore
etc.
pr
factis
(1)
(2)
Giiichenon
voi. 2.
Genova. Mazzo
n. 1.
DI
STORIA PIEMONTESI':
domini Nicolai de Flisco quein
carissinium
et
i2D
ha-
bcmus
in
singuiarem
maioreni
veemenler
nostrani
avidi ul cius
totis conalibus
or
sumus
in
adiutorem
il
manda
f(
bene accogliere
frate e prestar
libilis
fede
alle
sue pasic
compiacere quia
ef
nivola existet et
taraquam
eis
(t
intimus et fidelis prout et magis quam su* maiores predocessorum celsitudines vestre hactenus extiteruni
et scrvitores
relieto
,
tradondi
sed
quia dominorum cum magna inslantia relinendi magnalium quamplurimum possunl proOleri ad augmenpotius
tuin otc.
la
(1)
.
E pare che
in
desse
Amedeo, per
quello
che a s
danno
una
visa
tra
il
Visconte
Monferrato e Savoia
perocch
trovo
l'av-
lettera di Niccol al
che
il
avrebbe voluto
frale ai
di
aprile giunto
:
in
Kivoli
tini
Flisco
pala-
comilis et
La\anic
in
sua
scripla
de
claro
videlicet
'(
primo quod ob
tam
nobiles
quam
populares
diete
parlis
((
simum Dominum Comitem de Sabaudia habere protectorcm io Dueem et dcfensorem quin imo et nonnulli Ghibellini ut puta Dominus Adam de Spinolis cum aliquibus suis seguadominus Antonius de Paulo in hanc partem magnam sequclam dominus Lionardus de Montatilo favorabilis vidclur esse buie opinioni, undc
cibus ad idem
,
gliibcllinam lenens
prcfatus
(1)
el
huiusmodi amici
ci servilores
sunl a
17
i30
<f
DICiilAKAZlONE DI DOCUMENTI
el
laborat
in
nonnullis
civiialibu&
el
obedieo-
rcquiril prc-
falus Dominus Nicolaus illustri vostre Celsitudini quod per sonam idoncam mietere dignetur lanuc per amplioreiii
((
certiludinem et dccIaracioncsH
si
visis
preseniibus. Et insuper
civibus
ci
aliquibus
lanue
fidelem.
hcic
.
.
fiat
nunciura
intimum
Nicolao
Supplicans vestre
sibi
Celsitudini
fiendis
de
castris
a
"
a
nunc
(sc)
denariorum quos habere debcbat idem dominus lanue ab hominibus dicli episcopalus. Et idem dominus Nicolaus oiferi se
fidelilatem
de
Castromiridoli
petit
filias
el res quo ipsis pcrlincnt. Item petit finire de dodo domine Chateline (coniugis) tenore in summatorum. Item
lohannis
de castro
Sabaudie.
domini comitis
Illustris Trinccps,
in secreto
mentem
et sic
procedendo
modo
clusio
deprimendo,
et
utile
vobis
(1)
per
partem
.
,
Di queste
mene
nulla nelle
,
ma
ad anni pi tardi
,
sa di
che dar
si
volevano a Savoia
di
cere che di
tal
Nizza
Barcello-
Ma
que' nobili
sono
Doria
(1)
Del Carretto,
di Colle.
Malaspina
:
(2).
Ardi,
Negoziazioni
(ulto nel
Mazzo
n. 2.
Monum.
Voi.
944-45.
m
ligiani qui
STORIA PIEMONTESE
e pare con
i3{
morte
che
s
di
Amedeo VI
molta
in affare s
delicato era
uomo da
,
condursi misuratissimo,
,
per
non inimicarsi
Repubblica
cittadini.
il
la
quale
avergli sollevato
Ma sembra
cbe in
pari
prudenza
che
non camminasse
i
Gio. Ludovico
Ame:
deo VII
((
il
16 settembre 1383
vestris
tali
parole
omnibus obedire tamquam illius domini quem super nos et nostri ad grandem reverenciani reputavimus et in futurum facere intendimus m^erwnfi* maxime proptcr grandem aliquibus faclis non ohstantibus
proni
sumus
mandalis
in
affectioncm
quam
oslendit et
sempcr habuit non pulantcs ullatenus vestri culpa non altro pose che
un dispaccio di Bona di Borbone, lutrice di Amedeo VII! 28 gennaio 1392 (2), per commissione a due suoi consiglieri, di ricevere il giuramento e gli omaggi di quo' signori. Da quell'atto chiaro che fino allora non si erano sogdunque nulla aveva fatto il settimo Amedeo, gettati a Savoia perocch trovo anche un foper poca abilit o per avarizia
del
:
,
glio di
Giovanni vescovo
) ,
di
che
la
il
indugiava.
Ma Bona
che
Borbone,
quale per
memoria
del
marito,
aveva ricevute da
mand
deputati
a rice-
perci secondo
il
buon giu-
da
lui trascritto.
et lutrJx eie.
Amedei Comitis
eie.
Notum
faciraus eie.
Quod
do
(i)
(2)
Ardi,
(ii
Corte. Negoziazioni
come
soi)ra;
Ibid. id.
Mazzo
n. 4.
132
DlCiriAllAZIONR
fide industria ot
DI
DOCUMENTI
dilectorum
consiliariorum
el
scnsu
loj^alilale
iiostrorum doniinorutn
voli
Ibleti
,
domini Challandi
loronimus
el
Monlisio-
diocosis
Auguslensis
de
Balardis
Icgum
rai-
doctoris diocesis
ltis
Thaurinensis
Anlhonii de Ghignino
eosdem
Olii
nostros el dicli
negoliorum
ad
et
ita
alios
noslroruin
nostrum nominibus
de Flischo
,
et
,
homagia
de
domi-
<(
norum Karoli
mellini
,
Oddi de Spinois
,
lohannis
Loet
Baptisfe de
Grimaldis
Christophori
Ni gr
((
burgensium
,
comuni-
a
cf
latum
et
hominum
de
civilale
lanue
territorio,
mandasuppojura
mento,
et dislrictu
eiusdem
se se
'(
flii
nostri venire
esse
el
u nere
ff
voicncium
et eide-n
homagia
eorumque castra,
ipsius
filli
villas, jurisdictiones
homines
poeta
el
el
de
scere et tenere
volencium ac
cum
convenciones
que
duu
sibi
<t
slrum contrahendum
,
ad respondenel
paciscendum
et
super
((
nonnuUorum
,
(f
giendum
donandum
el
et
ipsorum nostro
,
dicli
filii
nostri
l.irgi-
ciones
pro-
ipsorum
cuilibol videbun-
specialiter et
<f
ci singulis
quo per
te-
diclos procuralores
nominibus anlediclis
fuerint
(<
acla
promissa
connecta
arrestata et ordinala
ff
dantes
et serio
et acloribus nostris et
i(
et
k;
qu.bus supra
nominibus fdelitalem
homagia
supra-
DI
((
STORIA PIEMONTESE
doioinorum
ot
133
,
ilictorum et aliorum
nobilium
civium
biir-
gensium, comunilalum
ritorii
mandanionli
ot
civilalis
lamio
(crsi
ipsius
civilalis
K
c<
rebus, caslris
diclo
filio
villis
et
quas a
,
nostro in
feudum
do fondo habere
,
tenere
reet
fir-
if
cipero
et recognoseero voluorint
invostiendi
paola
quo
t(
mandi de
et
super
capitulis
,
pr parte ipsoruni
paciscondi et
et
ut
snpra
largiet
nobis exhibitis
respondondi
arrestandi
((
privilogia
et
oisdom
firniandi
nostro
,
et
alia
omnia
ot singula
faciendi et a nos de
ole.
omnibus
non
et singulis
per
.
Dat.
Qual
del
("lonova
9G
dum
vivo
ordinala
statala
civilalis.
Ritnascvi
peraltro sempre
un
istori
e indicare
prestarne.
queste parole
ce
maggio 1383 Clemente VII scris:e ad Amedeo VII De obitu (Jomitis Amedei (VI) muitifaric cugimur condolere et sanguinis unitatem quo nobis eum fetcrat valde iunctum et propter excollenciam virtuiis suetjuo
di
biiem caritalem
et
clesie
((
possumus
et
dolere
dum
nostrum
et
ipsrus ecclesie
pugilem
eiusdein plurirnum
egebamus
rissimo
filio
Franoorum
illustri
omuibusque
advisavimus
et
avunculis
dicti
super
hoc scripsimus
et
prodesse
aSi
a
JriClUARAZlONE DI DOCUMENTI
futurum
Ginevra
(l) .
,
Quindi
gli fece
prestare
omaggio per
Contea
di
di
Amedeo il 10 di luglio 1384 (2) rinnov l'alleanza e il modo di vivere co'Berncsi e Friburgliesi gi convenuti nel 136i
e qui in gran parte trascritti
;
e ()are
che riformasse
il
visdo
di
mato
di
Morgos
Lo-
sanna un'indicazione
carica,
il
un
di
atto concernente
(S:
diritti di
quella
quindi Gn
le
contese che
Amedeo VI
Vescovo
fatta
Sion avevano
co' Valligiani
ne
senza
del
quale
data.
Chi
patti
della
brani che
qui
in
Clemens Episcopus
f(
((
Vili (i). quidem nobis nuper pr parte dicti comitis petitio continebat quod cum dudum Inter venerabilem fratrem nostrum Eduardum episcopum Scdunensem et quondam Amedeum Comitem Sabaudie dicti Amedei comitis genitorem ex parte una et capitulum Ecclesie Sedunensis ac homines et compatriotas tam civitatis Sedunensis quara aliorum locorum Valesii et diocesis Sedunensis ex altera super eo quod Episcopus et comes capitulum homines et compatriotas predictos Turbillionis, Sete et domus Maionc et Castellionis in Vallesio Castra ad dictum Episcopum et suam mcnsam episcopalem Sedunensem pertinentes quod quidem castrum Castellionis de feudo dicti comitis ut asseritur avevalo il Conte comprato dai fratelli de la Tour il
Avignone
Kalendas Mail pontificalus anno
eie.
XIV
Exhibita
si
8 agosto 1376
il
(5)
colla vallata di
Lict,
colla
terra di
RaSete,
spilly e
fiorini
Castello e
Visdomato
di
et
domus Maone
,
bile
fi)
(2) (3)
VII.
Mazzo Vili
u.
(].
Era
nella Cassetta
di Corte.
2IS
n.
201.
(4)
Ardi,
Bolle e Brevi.
n.
S.
(^) Trailcs
avec
les
Paquet
III, n. 9.
DI STORIA
'(
PIEMONTESE
135
publiol
'(
cam
ipsis
capiendo
({
depredando
'(
nendo
et
et
((
et diruendo fecisse asserebant guerre et dissentionum questionum materie exorle fuissent, tandem inler episcopum coraitem genitoreni ex parte una et capitulum et homines
ex
nationes intervenerunt
in
quibus
quidem compositionc
et
(f
et destructio-
nem
occasione iniuriarum
sibi
i(
et
consensu
communilatum terre Vallesii inter celer castrum, villam, mandamentum, territorium Camossonum et omnia alia et sinMartigniaci, Ardoniaci
,
((
aqua
et
fluit
luit
dicti
comitis et
sibi
et
heredibus
i(
ex causa transaclionis et concordie predictarum remancrent quas quidem compositionem concordiara transacliosuis
:
,
(I
capitulum homines
solitis
ad
sonum campane
,
in
loco
et
'(
more
congregati ratificarunl
in
approbarunt et servare
(f
promiserunt prout
fecimus
nati
fuit
a
((
quodam inslrumcnto publico inde convcrbum presontibus inseri continetur. Quare pr parte dicti Amedei
,
ut premissis suppli-
cationi
(f
ratiGcalioni
et
approbationi et
aliis
in
dicto
instrumenlo
apo-
conlentis robur
stolica
dignaremur.
Nos
igilur
huiusmodi
supplicationibus
,
inclinati,
transactio,
((
nem
promissionem
ratiflcalioneni
et
approbationcm
,
ac
rata et
um
J)I(:illARAZIONE
iila
J)l
DOGUMKMI
conOrmamus
dicli el presenlis
graia habontos
ex corta
sciontia
scripiis palnicinio
si
(]tii
commuiiiinus
in premi'^sis.
Doiiiiii,
suitplciites oinnes
1
defeclus,
((
iiilr()\('ii('rinl
cuor vero
inslrumonli
luille-
lalis
siiiu)
esl.
hi
nomine
Ainc.
Anno
Doniiiti
lerccnU'sinio
( tua;;osinj()
(1).
qu.irlo imlilione
in
sopliina die
Cunj toverendus
Christo paicr
ci Doruinus
'(
iliustris
princops
Amedeus
,
roraes Subaudie
in
(
(f
el
VaIlesio,quod de feudo
el fundi-
tus diruissent ac
((
ip-ium
<f
capilulum
facienlibus et ad opera
dictorum
palrio-
favorem
prestanfacie-
guerram
homines
in
publicam
bini
et
ficerant
dominum
ipsis
Sa-
baudie comilem
homicidia
,
terras
et
loca incendia
capliones
et
depredationes
el
de
faciendo
el couiiiendo
habere
.
dominus
Vernet
ed
il
Sabaudie comes
di
Giovanni Conflet
pattiotii di Sion,
Guido
di-
ci
convennero:
Primo. Quod
cium capilulum Sedunense solvere dibeat Io;inni Porlerii casleliano nostro [del Carne] dicti castri Tuj billionis expensas
quas
fecit
tempore
quo
fuit
conslitulus
castellanus
el
dicli
u caslri
quod
victualia
.(
que diclus caslellanus babet infra diclum caslrum expedet el de ipsis lat ut supra remaoeaMl infra diclum caslruin salisfaiiio diclo caslellano ad exiimalionem duorum amico,
M
c(
arlilleria el ulen^ilia
que crani
infra
diclum
domum
fuit consti-
remaneaul
domo Maione
et
(1) Quesl'allt)
les
Dello
stes'^o
Ardi,
di
Corte
alla
,
Sutsses et les
Vulhiisam.
1^-
DI
((
STORIA PIEMONTESE
137
jpsa
mnus Ioannes Porlery possa andarsene libero e sicuro con tutto il suo dove gli piaccia. Item quod pr iniuriis faclis per
pr destructione castri Casteliioois dictus
evitare et succurrere ne patria a ulterius
illos de Vallesio et
Sedunensi
superius
ponalur
per
dictutn
in destruclionetn et
nium
diat
,
((
if
domino corniti Sabaudie pr quibuscumque castrum villam (uandamentum territoriuna Martigniaci Ardonii et Camossonii et omnia alia et singula bona et iura que habet dictus dominus episcopus et ecclesia Sedunensis ab acqua que dise heredibus et successoribus
,
,
ce
cum ipsorum
et
heredibus suis
;
et concordie
predictarum
in
qua quidem cessione non intelligantur redditus, homines et res ad dictum capitulum perlinentes existentes infra iimites
,
,
il-
Sabaudie
Contegium
Salionum
et dieta
quam
alibi, in
quibus
locis
gentes
incendia
loca
((
commiserunt,
gentes
bitur
spoliaverunt et depredaverunt et
corniti
per
dictos
Guerriti et
'(
Due
somma
et
armi dal
parte
Leucha inferius;
l'altra
terza
paghino il capitolo e quegli uomini che gli pertengono a Leurha inferius; e il vescovo similmente veli astringa. Tutto finito, sia fatta pace, confederazione, e lega ira il Vescovo il Capi,
tolo,
Nobili
Comuni
diete
patrie Valesii ex
i8
una parte
Aroh. Si.
138
((
((
ot dominuin noslruin comilom Sabaudie ex altera perpetuo duratura.^llem quod dicium Capitulura castruni cum lurgo
<(
cum
suo
viclualibus
artyleriis
et
rebus
que
in castro crani
dieta
posse
si
domino
dictorum
episcopo antedicto
et
bona
sunt consumpta
valor ipso-
((
rum
castri
solvalur
facla reslilutione
Turbili ionis et
bonis
et
supraordi-
domini episcopus
((
triolti
che aderiscano
al
trattato
I'
gli
altri
combattano
fra s
stia
concordia e fede.
atto fu
di
solennemente
letto e pubbli-
calo in presenza di
Amedeo
dovico suo
fratello; di
Rodolfo conte
la
Grueria
Guglielmo
la
Granson
siglieri
Antonio signore de
,
Tour
e
altri
Umberto de
Balma
con-
Vaud
,
signori e militi e
due
parti amici
dal conte
a'
Amedeo
campo
avanti Sion.
Ed
apud Sedunutn in platea existente supra ripam a parte Rhodani ante introitum prime porte fortalitii Valeisse
21
d'
agosto
in
de' Nobili,
de' Militi
,
de' patrioti di
Vaud
Leticha superius
e di coloro
che
stete-
comitem antedictos
dicti
somma
in
che pagar
si
al
conte,
la
scrissero
quarantacinquemila
successiva
non
di
inclusis
cui
messa generale
a
altero,
ed
richiesta de'
commissari del
Antonius
Exxerlini pr
Sempliono
et
Mauritius
filius
Moryie
se
que' de
pagasse
DI
STORIA PIEMONTESE
essi
139
al
verrebbero e starebbero
Je
medesimi ostaggio
il
Conte sinch
il
somme
penultimo d'agosto
cedute al
il
ca-
pitolo
rispondendo all'istanza
del vescovo
,
procuratore
di
ordin che
Il
conte
si
2 d'ottobre
fiorini di
Vescovo
obgli
blig verso
luoghi del
vescovado e a
dolo cos con
ridurre all'obbedienza
altri
ribelli,
ricompensan-
Ma
quantunque
Valligiani
cedessero
alla
necessit
non
di-
ne
quieti furono di
buon umore. La
fece
odiato
il
vescovo
Valligiani
si
il
conte
i
di
Savoia usurpava
loro
n'erano scontenti,
di
Sire di llavognia
figliuoli
ricusarono
Il
conte adir;
ma
E
il
intanto
d
a quietare
Scdunesi e mutarli
avversi in amici
di
il
prevosto di Basilea
dice
Um-
cronaca
d'Evian
al
arcivescovo di
Tarantasia):
fiorini
Sedunesi
il
pagherebbero
d'oro:
contro quel-
r audace
(la
il
ribelle e
figliuoli
pagare que'
fiorini
a Savoia
le
e quindi
il
Savoia aiuterebbe
ai
vescovo a riacquistare
terre perdute.
del successivo
tutti
gli
novembre rimise
blighi e le
dell'
ob-
promesse
da loro e
i
nella
fiorini
pace
del
8i
e perch gli
pagassero
i
cinquantamila
gli
diritti
che
erano
stati
dati
sopra
doveva
(1)
(2).
Ma
per allora
il
V.
la
nota seguente.
Catteir.
di
Losanna
Ics Suissen.
Vallaisans.
Mazzo IV,
n.'
2 e 3.
IVO
le
lai
DICHIARAZIONE
non
rese.
DI
DOCUMENTI
ic!
terre
N questa generosit
,
conte
fu
creduta
Valligiani o gradita
il
n valse
fortezza di
che appunto
in quell'anno
E
,
poich
i
il
nuovo
ValAvvisa-
vescovo
ligiani
si
diritti de'
conculcava
tramarono contro
les
lui
una
rivolta.
tone
il
dicts
Vallsiens ainsi
rebelles et
et de les et prlat
muttins se delibera de
remctre
punir
qu'estoit
onde du
dict
par charit que en faveur du conte de Gruyre evque. A ceste occasion assembla une
pari
et
en alla
celle
,
Syon
oit
de gens de guerre de
,
toutes sortes de
munitions
ains
ft
grand perte de
ses gens
devant
la diete ville,
et
o ayant
voyant que de
les
dperissant
les
estans
ennc,
mis grandement
forlifjis
avoir saysis
estroitz passages
celle fois
,
pour
avec in-
et
ayant leve
les
sige
pour
s'en retourner
fut suyvi de
ses
felle
sorte
par
Val-
lsiens qu'il
le
gens
et fut
,
contraint
estre
pour
en
sret\ estans
saysirentlde tout
Chablaix ds
la
Morge
de Contey jusques
Saint-Mauris
qu'ilz ont
gard despuis
(1).
Gaaun volume
nell'archi-
a stampa
vio di
Corte
Torino; di Gauthier
inedito, pareva
buono
al
civile di
Ade-
maro Fabri
anche perch
si
vedesse
dopo
le
notizie
che ho
(1)
Ardi, Cantonale
di
ras. iol.
102 e 103.
DI
date degli
atti
STORIA PIEMONTESE
negli
IVI
,
esistenti
archivi
del
regno
quanta
fede
meriti ed onore quello storico singolare. Io seguitando le intenzioni sue trascrivo assai d buon grado quella parte importante
del manoscritto, sicurate.
le
franchigie ras-
Le
cles.
et
mnuyeux
les
princi-
entre
les
mains de Vevque
tous
les
particuliers
les
citoyens
mes renferment
Et
que
les
A
toutes
plus importants
le
il
est dit
les
citoyens
les
et
les
droit d'lire
veiller et
ou procureurs pour
aux
quels
ils
peuvent donner
le
hien
de la
communaut.
garde de la
ville
La
soleil
pendant
,
la nuit depuis
le
coucher
et
da
la
celle des
le
biens
des
prvenus
mme temps
aux citoyens
les
devait appartenir
,
pur
rant
et
et
de
sorte
que dul'ayant
la
il
de jurisdiction au
nom
de
l'evque
seuls
citoyens
Si un ecclesiastique
tait
le
ou
du
conseil episcopal.
Et
si
le
prvenu
tait laique,
il
ne devait
,
et des citoyens
qui seul
les
de ce qui
les
regardait
appliquer la tor-
ture
et de
le
condanner
la
mori
l'evque se rservant
pour
tant
149
DICIIIAHAZIONI DI
DOCUMENTI
et
aux
autres.
Par exemple
le
l'art.
IV
en
prix dcs
du vicaire ou de
de quatre citoyens
le
par
deux chanoines
le
XXX fi
LXVIII
long de VArve
;
sindics
ville
le
de la
d'nucun prince
qu'auparavant l'usage
les
de
naye n'eut
toyens,
chanoines
ci-
bourgeois
et
habitants
ci.
Qui
les
tre
condamn par
le
vidomne ou par
moins que
le
crime n'et
le
,
droit de vendre
et les
chanoi-
que
les
curs de
les
la ville
citoyens
bourgeois
des
Art. 16.
trangeres
:
ne pourraient vendre
Art. 29.
marchandises
que tous
les
citoyens seraient
la ville et de
payer
imposilions
Art. 28.
que
les
encore
que
le
te-
aucun seigneur
:
des biens
de
Art. 34.
hors de la
gardat
l'egtise
ce ne fut
pour quelque
A
culiers
Vegard de l'administration de
,
la justice enlre
les
partielle
les
manire doni
/'
vidomne que
il
evqiie
appelle
qu'elle
officier et
prescrit en general
,
en langage du
proces ne rou-
pays
et
sans
aucune
les
et
embarrasse.
DI
STORIA PIEMC>NTESE
,
143
dans
le livre
les
qui se Irouvent
,
des
le
poids et
mesu
les
la construction des
,
maisons,
les
pdet
turages
publics
les
meuniers
le
les
bouchers
il
prisonniers
n'est
nullement n
Enfin
les
franchises contenaient
deux
arlicles
les
gnraux
trs
mme
,
sindics
neglige
droit qui
etait
acquis eiix
le
tous
les
citoyem par
les
franchises
,
les
citoyens ne
tre
per
ne pouvrant
:
prescrit par
aucun
et
le
Vaulre
et
,
qne tous
les ofjiciers
episcopaux
oidomne prsens
les
blement tous
lorsqu'ils
prendraienl
ceux qui
les
,
enfreindraient
moins du monde.
fit
Ademarus Fabri
fain-
un
lois. Il
les fit
en composa
,
ce
recueil qui ne
conlient
ait t
proprement
et
rien de nouveau
de sorte
il
,
quencore qu'il
public
les
con-
citoyens
les
coutu-
mes par
jurs de
les
quelles
bourgeois, habitans et
la dite cil
si
par l'espaoe de
Aprs avoir
longtemps qu'il
muioire du conlraire.
et
fait
de leurs
immunils
entre
les
il fit lire
Ademarus fit assembler dans l'cglise de saint Pierre deux plus grands autels le chapitre en prsence de qui tous les articles des franchises et demanda aux chanoi,
,
nes
leurs sentimenls
sur chacun,
les
quels
ces
les
approuverent
aprs une
mure
delibration. Les
le
noms de
/'
chanoines se irou,
vent
mme dans
prambule de
,
et
Vev-
les
Aprs
,
il
pour
lui et
et
pour
ses successeurs et il
en
rem
sign
et
Ramus
notaires
ci-
toyens de Genve
lU
nois
et
DICHIARAZIONE
le
DI
DOCUMENTI
,
diocse de Genve
de Jean de Vienet
de Pierre
de la
Baulme de la Roche temoins ce appells. Cet ade fut compil dans le mauvais latin qui lait en usage dans le siede d'ignorance au quel fut crit. Et soixante huit an aprs c'est dire l'an 1455 Michel Monlyon citoyen
Notaire public de Genve
et
et
et secretaire
de la
ville
le
traduisit
,
en franQais
dition
enfin
il
fut
imprim
encore
l'an
doni
on
trouve
aujourd' hui
exemsouveles
le
plaires
//
ade que
l'evque
et
tait
le
qui confirme
loix
droit
par
les
de faire grdce
aux
criminels
condamns
,
la
mort
il
et
mme
,
il
peut
quand
il
,
lui plait
voquer
la
cause soi
bourgeois,
et
en connaitre.
citoyens
et
Enfin
toyens et
de ses
bourgeois
ville
ceux qui
officiers
,
la
de ses
le
vidomne
,
son
quand
le
prevenu
ville
,
n'tait
pas ecclsiastique.
La
souverainetc entire de la
(
leur
ap
mre
et
mixte empire
vu
l'
ce qui tait
s'il
en falait croire
ville
che de
ancienne souverainet de la
elle
que
les
evques avaient
Hsurpe sur
dont ih
pour
Vamuser.
Remarque qui
plus
sicles
prcdens
qu'il y eut
un temps au
elle
quel la
ville
de Genve fut
mme.
la
ville
dans
non seulement
Il
du
chapitre
o ceux-ci avaient un droit gal avec l'evque de sorte que lon peut dire que si ce prlat avait es honneurs de la souve,
rainet
les
sindics
et
les
ma
DI STORIA
PIEMONTESE
le
li5
Si
les
gouvernement tempore!,
le
de
le
voir
ils
mains de
peuple
,
l'evque.
Ce
le
et
lu
par
le
mais dans
sans que
peucol
empcher
que l'evque s'arrogeant des droits qui ne lu appartenaient pus san governement ne devint tirannique. Dans
les
le
les
commencements
,
chanoines
taient
assistans et
et
Mais dans
la
suite les
evques se
mirent sur
il
le
pied de ne consulter
les
leur
chapitre
leur
que quand
,
leur
plaisait;
chanoines
aussi de
cot
qui
n'avaient
eu
l'evque
au gouvernement , trouvrent
terres
moyen
quils
de devenir
firent
seigneurs
lors, selon
des
du
chapitre,
de
sorte
ds
traitnit
il
de
Ils taient
au nomhre
proprement
XXXII
,
en y
comprenant
avoir
le
prvt
qui
tait
prsident
sam
aucun
V.
. .
Martin
gneurs
tre tous
taient sei-
ils
seulement les condamns aux offcicrs sculiers du prime qui tait souverain de leurs terres pour les punir conformement au jugement qu'ils avaient rendu comme nous l'avons
Ils remettaient
,
vu
ffi
devant
ce
ati.
1295
).
,
Pour
les
chanoi-
les
et
chanoines [s'emprunte
paroles
de Bonnivard] s'ebaltoyent
la
gain pour
Arcii.St.It. Voi.
xm.
19
146
DICHIAKAZIONE
conseil
DI
DOCUMENTI
son
vicairc prsiaffaires les plus importantes
episcopal o
les
il
oh toutes
avait
la
just ice civile, celai dii vidomnc, qui avait avec lui trois au quatte
assesseurs, avait la premire connaissance des causes.
De
les
l'officiai
ils
moins que
l'affaire
ne fut
de
consequence au quel
Quoique
les
l'office
du
que
rar
exactement
Tribunal o presidait
comic de Savoie
c'est
le
Vidomne
appartenait Vevque
le
tait appell le
cedominus,
rait
seigneur. Il ne pou-
dono point tre celui quHl reprsentait qui n'tait par conle
squent que
prlat
lui
il
mme. Lorsque
1290
fait
le
Vidomne prenait
les
mains de
Guilfief le
et
par
te
traile de l'an
le
par Am
V avec
laume de Conflans,
prince
qui
il
oidomnat de Vevque
lui
en fait Vhommage, de
la
sort que ce
Vofficier
le
nomination de
par
de
charge
lui
et
qui
il
donnail
titre
nom
vidomne
ddaignant de porler
mme un
qui marquait
quelqu' infrioril.
vritable ide de la
Mais
evques, fin qu'on ne perdil pas la charge de vidomne et que Von ne crut pas
les
les
en la place du seigneur
les
les
comtes fussent
seigneur s,
les
officier
affaires civiles,
le
vidomne cut eu aucune connaissance outre decidait d'aucun procs souverainement et qu'il n'avait
sans que
t'tanl
qu'il ne
la
garde
remcttre
aux
sindics
au
houl
de
vingt
et
(juaire heures.
DI
aussi
ils
STORIA PIEMONTESE
seculiers.
UT
avaient,
ils
point
mais
lorsqu'ils
dpendaient
;
du tribunal de
ce
juge
Vaffaire
si elle le
meritait
iait portc
au conseil episcopal.
J'ajouterai tout ce
quefai
dit ci-devant,
par rapport
,
la
pari que
les
sindics
et les
citoyens avaient
le
au governement
les
qu'il
quel se irouvaient
sindics
sindics
Vanne 1364
sur
le
et celle
et
les
dont leur
fonctions
les
droits
lieu.
mme
Vautre compose
la
di-
pour taxer
la
vente
manche
general
de fvrier
pour
sur
ces
lire
les sindics.
il
y avait quelques
affaires publiques
e" tait
les quelles
du conseil
dans
jours l qu'on
que
les sindics
et
le
Vassemblaient
jugcaient
la
effecli-
vement en d'autres
L' evque
citoyens.
se
selon
qu'ils
propos.
des
ne
pouvait
aliner
sans
partecipation
Les publications
qui
se faisaient
son
de
et
trompe
des
sin-
faisaient
si
dics;
il
falait
qu'il
s'adres-
sdt
aux
pour
La
pluparf
,
des traits que les evques faisaient avec les princes trangers
taient faits
celui des
les
citoyens
bourgeois
habitants de la
ville.
les
Et au contraire
et
sindics seuls
conseil
de Genve sans
les
evques.
le
le
pouvoir d'em
les
prisonner
jugs
ils
les
les
criminels
de jour
et de
nuit et
aprs
avoir
remettayent au vidomne
qu'il
n'tait question
que
de peines lgrcs,
sait
au dessous
le
du derniere
supplice,
148
l, il faisait
la,
DICHIARAZIONE DI DOCUMENTI
demander par
trois fois
s'il
n'y
avait personne
la
de
d'est
dire, de
pari du
Comic de Genevois, avant que les terres de ce comte eussent passe la maison de Savoie ou de celle du Due de Savoie lorsque les princes de celle Maison furent dcvenus seigneurs du Genedans
,
ordi-
nairement
quoi
et lui
le
lait averti,
ne manquait pas de
rencontrer, aprs
Ce que
les
le
chtelain
criminel entre
mains du
bourreau qui
que
Genevois ou
et de la ville et
aux comtes
les
mais Champel
lieu
de-
puis la revolution arrive par la reformation Fon a encore souvent fail mourir
les
criminels et
un
gibet sur
le
quel taient
armes de
la ville.
Au
reste rexecution
abandonne dans
les
anciens temps
aux comtes
le
,
de Genevois
dnotc au
le
en mettant
le
prence qui
la
dans
la
necessit
d'executer
sentence
et
un
lieu
dpendant de Vevque
de la ville.
L'alto
al
di
il
conte di
Savoia
diritto
importantissimo; con
i
Ginevrini e
la
come
il
era spento
cittadini, e
come
partito di Sa-
che vide
Amedeo
modo
loro
at-
di
amico e conquifede
;
starsi
V animo
de' cittadini
serbata.
tenti
cittadini vissero
egli
ed amici
ma
che n
alle libert
nome
(il
del conte, fu
scritto pubblica-
mente che
ci
si
concedeva
16 aprile 1391),
ma
con espressa
DI
STORIA PIEMONTESE
ai
diritti
149
del
vescovo
(1).
tempo
altri
Cuneo
fu nel
atti
a Savoia.
E Papon
che
1386
Ma
oltrech dagli
che gi ho
fu del
1383
un ordine
di
di
Brunswich
il
rendere a Savoia
castello di
allora
a'
non reso, e
18 d'aprile 1382:
cosicch a ben giudicare quell'autore necessit dire che l'intero e libero possesso di quelle terre
il
1386,
ma
sicuramente innanzi
Carlo
di
Durazzo.
Intanto
Amedeo che
d'
gli
era in
lite
con Teodoro
Monferrato
(3)
per
la
mQl
avea messa
Romano
che era
di propriet del
guai
forti
ne'dinlorni. Se
Amedeo
vi potesse le
enliti,
trare,
come
signore pi forte
ma
avrebbe
miglior
modo
di
Monferrato
alla
sogItalia
gezione. Nel
maggio dell' 85 Amedeo Oddone di Villars signore di Mombel e di Monlilly, Pietro de Mortu e Pietro Garbaisio a procurar favore all' antipapa Cleaveva mandato per
mente, e servito
l'
in qualche affare
il
(4).
di
Clemente se
offerisse alla
l'effetto fall,
che Clemente
nobili
vicini
avevano occupato
(5).
Ma
(1)
(2)
(3)
(4)
n.'
Benvenuto
Arch.
di S.
9 e 10.
(5) Ibid. n.
11.
150
DICHIARAZIONE
di
DI
DOCUMENTI
alle
Teodoro
previdenze
,
di
Amedeo
e
di
quando seppe
Francia contro
in aiuto di Carlo
VI
Inglesi
di
Ebbele
Acaia
ma
del
r oltracotanza
,
la
marchese non erano bastati n il senno di buona volont de' Piemontesi sfumata per ven,
confin
il
marchese
fede, e in
smantellato
Corni
in
pena
di rotta
esempio
la
a' fedifraghi.
Ma
guerra
di
Monferrato
Amedeo. Il Conte di Virt Giangaleazzo Visconti avea spiegato animo di formarsi regno grande
travagliava
di
mente
Il
Piemonte
non era
sconte
in
pace con
lui.
Torino
temeva
ma
patti
da
lui
e perocch
Comune
al Principe d'Acaia quod si ipsum dominum habere pacera cum prefato domino Galeaz cum honore suo psam habere procure! al-
possibile est
subdictorum
suorum
et
et
si
ipsam
cum honore
subsidium quod
Consilio
cum
honorabili
rum
sii
prout
sibi
cum
ipsa
coraunitas
defendere et sostinere
hono-
or
subditorum
la
fu provvisto
uomo
da tentare
innanzi
non
aver pace.
23
del
mese
stesso in
(2)
Milano in cui
stette sino al
del successivo
lui
dicembre
:
ed
ivi
abboccatosi con
Galeazzo
ottenne da
quest' atto
(1)
Arch. della
voi.
Consiliorum
(2)
XXIX.
Camera
DI
STORIA PIEMONTESE
ctc.
151
tutum
etc.
Quod
comiet
cum
inler illustrem
principem dominum
Amedeum
quedam confederaciones
in
col-
legationes et lige in
(f
debeamus maxime
modum
qui
et
ce
a die
quo
sitio
cum
fuerit
de proximis
Et hoc
nostrum
ab altero ut
<(
si ille
iuvamine
cum
de guerra sua
octava
Datum
(1) .
il
Mediolani die
vigesima
contra
il
da' Fiorentini
il
passo
a'
Visconte
si
sulle
il
prime
poi
spedivano,
nome
il
conduceva,
era anche
fortuna,
si
il
la
potenza de'Fiorenlini,
lasci vincere e
diede:
ma
non
sprovveduto di
a lor voglia.
camminare
(2),
coli'
opera
del sire di
Cossonay suo
d'Acaia
si
luogotenente in Savoia
muniva Ciamberi
si
Amedeo
d'Armagnac
e da
(3).
tanto apertamente
,
il
Conte
perocch richie-
secondo
la
lega scritta,
fece
in
maggio
1-391
(1)
Arch.
di Cor.
Trallati diversi.
Mazzo
I!
n. 9.
(2)
(3)
Voi.
XXXI
152
DIClllAKAZIONE DI DOCUMENTI
Torino per a Milano;
lemporario alloggiaet
Citt
il
19
di
il
mento armigerum qui vadunt ad stipendium illustris domini Galeaz Domini Mediolani, quindi l'ospizio
francesi (1)!
magnifici
capitani
ai
gli sto
hanno
agl'Italiani, e fu-
rono
sconfitti ed in
la
Il
inlimava
guerra
Piemonte,
stati
ma
la faceva,
Amedeo
d'Acaia
il
un sussidio
per ricuperare
di
Grecia
fio-
buono oro da
terre
e crescere gli
armati per
il
la difesa,
tregua del-
85
(3),
si
si
rimaneva.
il
Piemonte e
la
Savoia.
Tutti
il
d'Ognis-
santi moriva.
scrittori
d' Istoria
savoiarda tennero
d'
Tonon ma
(4)
illustri
documenti ha dimostrato
fu
Granvilla che b
di
aveva
parvenza
robusto uomo,
da sparuto
era
se
si
lasciasse
volle
medicare
arrestato
Voi.
da
e
lui.
il
il
(]onle in sullo
(1)
stremo delia
vita
punito
Arch.
di Citt.
XXXI.
Ibid. Voi.
XXVI.
,
Milano 1831. Econom. polii, del med. ev. To1842, tom. 2 pag. 116 e seg. e 140. Un errore di cifra occorso negli Opuscoli, e non corretto nella Econom. polii, lascerebbe incerto che Amedeo nnorisse il di d'Ognissanti. La sera del sabalo 28 d' ollobre il
Cibrario. Opuscoli
,
rino
((
aveva
la
le
inctiiodatc sicch
((
bocca
si
ec
Sopport ancora
il
'(
"
di
pose a letto .... Gli spasimi atroci che solTeriva gli fecer conoscere, ma troppo tardi, di che morte gli conveniva morire; onde il venerd quando il Granvilla gli si par davanti ec. ., ei lo cacci dalla sua presenza . Se quel sabalo era il
mercoled seyuenle
.
.
28
di
ottobre
il
:^
novembre
il
Conte non
DI
Granvilla,
STORIA PIEMONTESE
al
153
ma non
,
parendQ reo
il
sire di
Cossonay n ad Ot-
tone di Grandson
di
furfante pot
Vaud.
perch
si
Grandson
Duchi
fu sospet-
tato
(1);
onde
il
feudi di Ottone; e
di
Borbone,
Orleans
Ma
Stavay che
il
lo
sfi-
Conte
di
Savoia
prese tutto
gran
tela di
calunnie
gli
N che
il
in-
quale
la
di questo. Solo
lui
me
seguente memoria da
livo di
serbata
15
settembre 1389
il
Ba-
beni
Vaud aveva condannato a morte ed alla conQsca dei Ugo signor di Grandson che aveva fatto false scritture
si
colle quali
provava che
conti di Savoia
i
avevano riconosciuto
i
in feudo dal
duca
,
di
Borgogna
,
castelli e
luoghi di Ciam,
beri,
Bourget
Bugei
Wontraeillan
,
Montfalcon, Seissel
,
Montluel
Saint-Trivendi-
Bourg-en-Bresse
vier et
i
Pont-de-voilc
.
Pont-de-Vaux
il
(2)
conte
cava
parenti.
dice la cronaca di Evian, estoit prince valeureux et
vaillant
Amedeo,
magnanime,
Carlo VI
il
avesse
di
fama
pru-
Francia
di
celebr
denza
(3).
Non era
e pi
letterato
quanto
il
padre;
ma
fervoroso di religione e
n tanto voglioso
ai sudditi.
I
di
meno grave
eragli
amato
,
preti
non tem
ma non
volle
aspettava la Contea di
emulo di lui Urbano, e con Bonifazio successore d'Urbano. 11 primo gli eresse Mondov
Ginevra;
tratt
ma
egualmente
coli'
d'Asti
(4)
l'
altro
con
Monutn.
Voi. 1 Scriplor.
Croniques de Savoye.
Arch.
di
Mazzo
de
la
n. 9.
(4) Ibid.
Croix, ras.
AReH.ST.iT.voi.xni,
-20
154
DICIIIAUAZIONE DI DOCUMENTI
il
una bolla
sicuro che
niun delegalo
di
o suddelegalo avrebbe
il
scomunicare
Savoia
Conte
di
di
Savoia
interdirne le Chiese
il
(1).
Conosceva l'animo
per
que' pontefici.
le
Sapeva che
zioni loro
;
Piemonte e
dell'
la
potevano stendere
godere
favore
ambi-
usava
occasione
e vivere
pi fatto,
il
che
j
ai
popoli; e
i
florito.
Ci
che fecero
Visconti:
Giangaleazzo
s
infrenarono
che
il
ri-
di-
E
di
la
Principe la nomina ai benefcii, e alle sedie Vescovili. Lombardia crebbe in civilt e in ricchezza d' agricoltura,
manifatture,
d'ingegni
scienze;
che
mancarono
per
non
possibili a pro;
n distrutdi essa
per
del padre,
il
settimo
Amedeo crebbe
pedaggi e
le
gabelle
fruttare al
tass
i
successore
giudei di Savoia
e spesso richie-
quaranta
fiorini
,
(3)
se di sussidii
e viaggiando
(4).
giocondo arrivo
N
si
le
leggi criminali
temperarono
quangli
tunque
pi benigno
mostrasse quel
principe che
non
antecessori. Pietro di
Comblon
monco
(5).
del
sinistro; impiccato,
squartato
Summonte
Vicecastellano di
il
Ciamber
,
che imbrogliava
gli affari:
Non mettete
ai castellani nelle
cause correzionali
sot-
(1)
Ardi,
tli
Mazzo
n.
1.
Bombai. Voi.
Libro i3.
i.
Cam.
de' Conti di
Ciamber,
Libro 41
{i)
(15)
Camera
de' Conti
IJI
STORIA PIEMONTESE
Giamber per
le
155
)
lOQicssi al consiglio di
criminali
ogni gesto
il
quale
feritori.
per denaro
si
di
coltello
un
borghese; per denaro and libero chi disse ruffiano al suo nemico,
(fierissimo oltraggio di que' tempi), per denaro
non
fu preso n
carcerato
il
feritore
d'un curalo
(1).
Le
luogo-
Giamber
dai
Castellani
il
secondo
la
natura
laico
che
al fro ecclesia-
comparso
la cancellera
zione che di
Chiesa
(2).
al
suo testamento
AD
NON ESSE
il
(3)
sosterrebbero
riana e
il
nostri teologi
lo
sostennero
Vescovo
di
decano
di Saysirieu.
La morte immatura
Non lo di MoAmedeo
meditava leggi
Non
Per niente
felici
furono
suo regime
arti
i
le
;
comprava
niente
si
stoffe e
Milano
armi
operava
in
ma
di
eco
nomia non
inutili
o nocivi
ai
comuni
belle
,
meno impacci
al
,
di pedagi, di
,
ga-
di dazi pel
commercio
de'prodolti
agricoli
e pi libert
delle merci.
i
sicurezza
cambio
Onde
fu gravissimo errore
quello, che
Torinesi
non dovessero
panno che
del fabbricato a
To-
(1)
Cara.
(le
(2) Ibid.
(3) V.
43.
,
GuicheDon
di
156
rino
(1)
;
DIGHIAHAZIONE
e
DI
DOCUMENTI
cosicch rimase inutile
;
non minore
il
Spedali:
(2)
il
e se
si
fu necessario che
il
Comune assumesse
egli stesso di
inquisire
lenimenti ed
fruiti (3).
Niente dico
dell'
tanto
pi noiosa
e grave
sesto
in
quante pi persone
deo
,
divisa.
Ame-
e cercato di
si
ma
che
rompere poco o nulla curato dal successore, and consumando per fortunati accidenti come or ora
vedremo.
(1)
Arch.
Arch.
di Citt.
Comune
di
(2) V. pag.
106
di
questo Volume.
e. s.,
(3)
di Citt.
Voi. 30,
DI STORIA
PIEMONTESE
157
CAPO
Amedeo
IV.
Vili.
la storia del
regno
di
Amedeo
ottavo.
Abondante d'avvenimenti
varii
meritava
grandemente
le
azioni del
;
tempo
luogotenente mentre
timo
colla
dieci anni in
nell'ul-
la storia
morte
di lui. Io
medesimamente
i
far (s'intende
,
sempre
il
documenti raccolti
non quanto
Tommaso
una
storia
il
con quest'esso
ma
secondo divider
due parti per maggiore comodit a chi vorr leggere, e per maggiore chiarezza di argomenti: punto di divisione, la morte
di
Ludovico d'Acaia e
'1
epoca
ch combattuto da Saluzzo
migliorare
e da
Monferrato
gli
avrebbe
vita forte
ric-
chezza
esposto a spesse
col Visconte
contro
alla
cui
volmente afforzalo
di
n avere appoggio
il
cambi
conciossiach
se passasse in Piemonte,
i
non
a lui,
ma
al
ma
cose pro-
era da sperarle
degli stali
il
buona parte d'Italia) procurasse in utile di lei, un ottimo avvenire conciossiach la salute
;
libero
commercio
158
DICIIIAUAZIONR DI DOCUMENTI
il
dall'ambi-
rialzarsi
impediva
dall'
:
Pie-
montesi poveri e
i
faticati
fra loro
che
diritti
de'
Comuni validamente
municipali co-
stretti
popolo a vedere
il
vero e
il
naturale
;
la
le
le
meccaniche
vestire,
poco
desiderosi
armare
e godere
casa con
vesti,
i
armi, e
preti e
i
mobili
nobili
;
se
non
soggetti
non contraddittori:
la
di colui
intolerabili,
barbare agli
altri; l'arbitrio,
misura
di
pena e, bene
meridionale
d' Italia
e per la
Lombardia
dute
le
libert,
ma
le
forme libere, n
la
leggi di libert,
terre era
sempre temuta
comando
tutte
Il
ingiusto od iniquo.
,
Ma
,
nel
Piemonte
,
erano serve
almeno quelle
,
che
1*
altre se
non
molte
serbarono leggi
se
costumanze
osservanze di patti.
sesto
Amedeo
il
mai
temere
e
le
avesse
distrutte:
il
destino.
11
l'altro per
egli
avesse ravvisato:
ma
la
loro
le
arti di
regno
Amedeo
Amedeo
danno
con
fu; con
libert;
ma
pe' soggetti
mu-
mai non
si
disciolsero; o se
'I
tentarono, pi
DI STORIA
furono constretli;
riterranno
il
PIEMONTESE
159
ma
lettore
anche
rica:
il
il
San Tommaso, mentre raccoglieva la suppellettile sloquale io non ardisco dire se nel cribrare le opere o
del
tutto
favorevole
ma
che
gli fosse
difficolt
come desiderava
del
Felice di San
s'
Tommaso
io
regno vedr
egli
male opinava e
s'
lui
ri;u-
Ma
io
mente
di
nessuno
s
il
ren-
mar-
Tommaso.
.
I.
Minore et
di
Amedeo.
fu
Amedeo Vili
Bona
di
in
tutela di
perch' egli non contava che otto anni, ogni affare rimase in
lei.
ordine a
monte
chio
minac-
nuove
liti
speranza
dotata
Bona
di
Borbone era
arti
d'animo
e di
mente
virile:
animava
si
assicurava delle
parlava di pace a
Galeazzo
degli
opponeva
le
sentenze
Dopo
la
la disfatta
dell'Armagnac
che a
il
mala fede
di Savoia
al
lui collegato
ai
nemici. Ricevette
mand
contro
1G0
le terre del
DICHIARAZIONE Di DOCUMENTI
Piemonte,
li
marchese
di
Monferrato
vistosi
arri-
vare quel capitano nelle sue terre in ayralibus loci nostri Ca-
subitamente
si
al
il
caso e non
rimanesse sprovveduto
Questo fu
ai
14 dicembre 1391.
luogotenente dell'
congregasse
il
esercito
nemico aveva
da Savoia e che a
si
nome
Subilo
del
la
domandavano
di
aiuti
dessero
(2).
cito generale
porre
i
le
muros
munire
di
guardie
i
cessivo tutti
cittadini si
chiamavano
il
sotto le
rino
ma
le strettezze de'
mezzi erano
giugno
;
prima
fiorini.
del
23
di
e per fortificare
porle
e per soc-
a prestito seicento
si
po-
si
pose
tempo Monferrato nuovamente nemico ad Acaia;e quando Facino Cane ebbe sconfitto nuovamente verso
Sorania,
lite
si
accrebbero
le
In quel
scopr
Nizza
le genti di
Armagnac
il
il
Visconte
gli
si
pacific e leg in
di
amicizia coll'Acaia,
e
li
marchese assold
avanzi
que' ribaldi
lo avesse
che non
liti
per
ma
appare
per accusa contro costui data da Monferrato: che l'Osasco tentato avesse nati
un domestico
del
marchese
(3).
a velenare
si
,
cibi
destiil
per
lui e la
sua famiglia
Onde
pu dedurre che
non ostante marchese credesse colui mosso dall'Acaia questi ne desse soddisfazione con aperto giudizio.
che
voi.
31,
Arch.
di Corte.
DI
Subito
si
STORIA PIEMONTESE
mezzo a que'due
il
101
ii
posero in
signori
conte
di
ma
le
e si
pu dire
ctie la
vita
loro. Nei
in
nota chiaro
il
loro
prin
quali costrinsero
preti a prov-
veder bombarde
vcrretoni, e a consegnare le
;
con leve
di
il
di
mano
alle
,
opere sendo
muro
e di trasporti, li che
principe
suo consigliere
si
Le
trattazioni pi vive
fecero
97 e nel 98
si
(2)
che un
dopo che
con lega
di
libero
il
commercio
(3).
La causa
fu
resa in arbitrio
del Visconte
in
Torino e
altri
d'Acaia
molti
documenti
e non
presentati a
Casti-
Giovanni Crespi,
Oberto
e Cristoforo da
pochi
avvocati
smania
pretesto per
I'Acaia
,
La
fine
fu
che
il
duca
di
rilasciasse a
,
Monferrato
la citt e
distretto di
Mondov
Bover
Pevera-
gno
la
Venceslao imperatore 18
no)
marchese
vicario imperiale
Torino e Gassino
(1)
Ardi, della
consultare
le
iiell'arcliivio di
Mazzo Vili
(3)
e IX.
Mondov. Mazzo
I,
n.'
8 e 16.
Saluzzo.
Mazzo V,
3 e 4.
l'esles
(4) Ibid.
producli per
dominum principcm
Achaie. Monferrato
Mazzo IX,
n. 1. 21
162
Envie
,
DICHIARAZIONE DI DOCUMENTI
Sambuy, A vigliano
e
Pascarilc
(1).
Ma quantunque
sen-
avvocati di Milano
(come felicemente
(2);
ebbe
pure fu cagione
sebbene
i
maggiori.
E
il
la
causa
fu
che
procuratori d'Acaia
,
odorato che
Visconte pronun(
Gassino e Collegno
stato fatto parola
)
di
che nella
fa-
protestato avessero
che
di quelle terre
si
discorresse
;
(3)
il
ma
solo
dell' altre
Ed
eglino
riprotestarono Io
della
senza
il
Duc^
che
camera
sistettero
compromesso
si
sue ragioni
(5);
(4).
la
sentenza
ma
Acaia
giudizi che
sentenza
(6).
,
viscontea
dettata
i
Furono
dotto-
(7)
,
Milone Gruato
Beccuto
Signorino de
Ome-
deis
Barlolommeo
Saliceto di
le ragioni:
che
il
mar-
mente
(1)
n,
sia
per
la
causa che
pel
modo; che
il
Arch.
Mazzo X,
n.
n. 2.
Mondavi.
Mazzo
I,
10,
(2) Ibid.
!d.
14.
4) Ibid. id.
(5)
Ibid. Id.
di
che Federigo
Saluzzo dovette soffrire due anni, sinch pag oUomiladugenlocinquanla genovini di riscatto al Principe d'Acaia. Noto questa
somma, che
II
Muletti
, fredo Dalla Chiesa , comunicata dal sig. MS. ""'^% dalla R. Biblioteca di Parigi per V Archivio Storico Italiano;
sebbene gi stampata.
(6)
Ibid. id. n. 7.
DI STORIA
fatto altro
PIEMONTESE
le
il
163
moderamen
il
Che per
ci tutto che
di diritto, e
che
gli
uomini caduti
in
potere di lui facti sunt servi: che in ogni caso le due parti potranno
ritenere le cose, persone, fortezze e terre vicendevolmente presesi.
lite
il
una delle figliuole di Acaia e Giacomo primogenito di marchese (1). Fu allora finalmente che il marchese scrisse
d'armi
e
rappresaglie da
durare anni
d'Acaia
quattro
a'
(2)
Ma
il
principe
Amedeo
di
maggio
il
la figliuola
che doveva
sposare
marchese
nealogiche
come
Amedeo
il
Intanto che
d'Acaia allestiva
,
le
difese di
Torino p
Bona
di
fedelt da
nemici. Di
d'Oncieux della
il
conte Pietro
figliuoli, inslitu
di
il
Maria sua
si
i
d'Acaia che
la stessa
pose attenta
liti,
riuscisse
ad avere
Visdomato
Fossign. Alla
lev pretendente
Cle-
Arch.
di Corte.
Monferrato. Mazzo XI
Provincie. Genevois
Diich
et
Province.
Mazzo IX.
164
DICHIARAZIONE DI DOCUMENTI
il
a succedere
richiamarono
al
Bo
logna contessa
Bianca
di
Amedeo d'Acaia marito di Caterina. Ginevra vedova d'Ugo di Chlon dama d'Arbai, Umdi
Ginevra,
berto di Villars,
ria
sia
(1).
Umberto
a'
di
Chlon e
la
moglie
di costui
d'
Ma-
Ma
essendo
IG
di
settembre 139i
gli
morto
A'
apoples-
Clemente VII
facililaronsi
accordi.
di
di
dicembre
Bianca e Caterina
lars (2)
,
rinunciarono a favore
e sebbene la
Sa-
purch
Ciamberi
(4),
e a'7 di-
cembre
lutti
i
del
95
fu
i
messo
al
diritti e
(5). Umberto mor marzo del 1400 (6) senza figliuoli e la contea fu occupata da Oddone suo fratello che era l'aio di Amedeo VIII: e Ma-
tilde di di
Bologna
Acaia
il
islitu
Ginevra vedova
di
(7)
;
di
Ugo
di
Amediritto
altri.
deo
di
cos
testare
Oddone
di
ad
ivi
ascol-
allegazioni
di
in
diritto
che Umberto
Toire espose
a pr
Oddone,
(
e poich
fu risoluto
di
il
Ginevra)
contea
Ginevra e
beni aggiunti
come
,
figliuoli legittimi
la
contea e
Ma
(1)
Arch.
di Corte.
CiU
e Provincie.
Mazzo X,
1.
Dombat, Voi.
n. 74.
(4) Ibid.
Genevois
come
sopra, n. 8.
n.'9, 11.
Ginevra. Gaulhier, Hist. de Genve, ms.
Bibl. di
(7)
(8)
Arch.
Ibid.
di
Corte
e
di
Torino. Genevois
CiU
8, 11.
DI
STORIA PIEMONTESE
Giovanni Aglio del Re
Tursi
la
il
165
lars cedesse a
Savoia
al
contea
Ginevra e
diritti
inerenti;
Savoia pagasse
Villars
quarantacinque mila
florini
d'oro e
Romei
e altro luogo;
ri-
quali se
figliuoli
maschi e legittimi
piacque
e
fu
tornassero a Savoia
parti ricevuta
e
Quella
(2)
;
sentenza
e
il
dalle
approvata
denaro da sborsarsi
(
al Vil-
che non
parrebbe
(3).
vero
se
non rimanessero
il
gli
atti
Rimasero
Il
pretendenti
di
figlio di
Umberto
Bianca
di
Ginevra.
figlio
di
Chlon
fece
castello di
nuo
in
(]hillon e Villeneuve
per
altri
dugento
annui; e ci otdi
Bianca
egli
Ginevra
ma
l'omaggio doversi a
di
tutti
gli
il
altri
passato in Savoia
ella si volgesse al
non ne fu altro;
della zia, e
ma
nel
1417 Matilde
col
madre
compose
duca Amedeo
in seltantamila fiorini
(5).
la notizia
molto imperfetta
corregge
di Villars
Spon e
un errore
1405 e venditore
5 agosto) della
Mazzo XII
n.
n.43,
14, 15.
dal
Arch. Garrone.
(3)
(4) (3)
di
signor Sordet
al
marchese
Arch.
di
19, 21.
106
DICHIARAZIONE
DI
DOCUMENTI
(1);
il
1403 comes gebennensis ; che non V avrebbe potuto compera di quella contea fosse avvenuta nel 1405. Alla morte di Amedo VII vedemmo in quale fuoco di guerra Valligiani con Savoia. Lo spense Bona con prontezza, stavano e perch non fosse agio a risuscitare scrisse a' 24 di novembre 1392 la pace in questi termini Valligiani pagheche
se la
i :
i
rebbero
al
d'oro; che
Maiori e
mezzo
castelli di
;
Turbillon
Montorge cagione
tante
liti
Valligiani
i
presterebbero
quali, fortiGc
omaggio a Savoia
al loro paese.
A tenere
in soggezione
citt
fornita di
di
Dalma
e Fitas-
castellano di Evian
de'
mercanti che
furono
per
sei
Aquiani
).
ad
expensas
suas
proprias de
egresso.
in
Quod
foro
bove
vel
vacca
;
unum denarium
lum
;
a
or
de
unum
quartero-
num
Un Umberto
di Viliars
tempo ma non conte di Ginevra. Il vivo nel 1403 era quello che aveva accompagnato a Parigi Amedeo Vili nel 1401. V. anche Gaolhier, Hist.
de Genve, ms. citato.
(2)
Arch.
Mazzo IV,
(3)
n. S.
Bibl.
Cantonale
di
Losanna,
foi.
84.
Comune
DI
STORIA PIEMONTESE
avanzare
quel!' opere
,
i<)7
Ma
poco
poterono
nel
1346
fu
ne-
cessario
che
Amedeo VI
accordasse
a' cittadini
veni' anni a
finirle e loro
a
M
<i
le spese: quod in sexlario quo solebant esse triginladuo quartcroni, fianl triginta tres et quarteronum dicli buridem pr quolibet modio genses percipant et habeant quod a dictis locis et castellania extrahetur tres corticis denarios gebennenses. Idem de quolibet equo vel jumenlo
vini
ad mensuram Aquiani
vendendo
in
mercato
dicti
loci
duos denarios
vel asino
gebennenses;
idem
de
quolibet
bove
vacha
vendendo
ibidem
unum denarium gebennensem. Idem de qualibet minuta be pr quolibet seracio stia unum obolum gebennense. Idem. vendendo et a dicto loco extrahendo unum obolum gebennense,
.
.
Idem
et
de quolibet sexlario
olei
vendendo ibidem
et
in ca-
bennenses
(1)
fu bisogno
anni
quell'imposta, aggiungendo:
castanearum
et
unum obolum
la tassa doversi
pa
seraceo
(2).
che
il
conte aveva
risi
di
opporre
sostenere
qualunque
n'
urlo
che
di
promovere
ne' Valligiani
,
abbastanza
passali
lui
;
malcontenti.
Ma
fallile
gi
erano
dieci
e,
com'erano
libert
sperate
sull'in-
man mano
che
le
comuni
si
fortificazioni di
Evian che a
palli
voleva.
Inst perch
si
c(
a fonte
de Morgina inferius
et
(1)
Cronica di
FMan
cllata,
fol.
87, 88,
(2)
iWd. 90 e 91.
t68
((
DICIIIAKAZIONE
cuppa frumcnli, fabarutn
1)1
DOCUMENTI
,
bct
pisorum
lenliiliuin
sligiuis,
dcnarii gc,
avene
panico
nuciutn, caslanoarum
Ircs dcnarii
pyrorurn, rohye
,
(2), a perci-
piente
et
gebcnnenscs
in qualibcl
exigantur.
Idem
arborum a
galur.
dictos confines
cressentc
pcrcipienle
exigantur.
vini cres
sente
a
pisorum, Icnlilium
chiniveti
foro Aquiani el
infra
que adducctur a
frumcnli
,
locis
faba-
"(
rum, pisorum,
rata leni ci palie
fueril ci
Icnlilium, siliginis
chiniveti
qualibel char-
que vendctur
si
exigatur.
car-
te
el quolibel sacco
pr qualibel
quibuscumloli-
que...
M
de quibus non
supra facta
menlio
specialis pr
dem
lilis
a venditore el
pr rata de meliori
[k)
el raaiori precio.
ce
pr quolibel canerio
tele,
el
Idem man-
^(
ab
ipsis exigentur,
ci
sciupi
sanguis
extra
bovium sccatorum
diclos confines
et
lane
ipsis
qui
t(
adducctur de
ab
extrahetur
(1)
Chanvre, canapa
ervo.
sui raccolto de' frulli
(2) Rubiglia,
(3)
(4)
DI
STORIA PIEMONTESE
iG9
qualuor denarii exiganlur gebcnnenscs. Idem pr qualibel pccia pangni cuiusvis coloris, baia verdata vcl non, halono
pcliium
(]uc
el
ab
ipsis
pr qualibot cuppa
frumenti, fabarum, pisorumjentilium, siliginis, chiniveli quo adducetur de extra diclos confines et ab ipsis exlrahelur ....
((
nucium, caslanoarum
et
pirorum
bahuz[i) que adducentur ut supra unius oboli exigatur. Pro qualibet minuta bestia que adducetur ut supra videlicct pr
porco ulriusque sexus unius denarii exigatur. Pro
qualibet alia minuta bestia, exceptis agnis, capriolis, et porcellis
a quolibet
duodena lonorum
(?),
que adducentur ut supra unius denarii exigatur. Pro quolibet milliario clanini, pegia, pr quolibet bossolo vini qui abducelur ut supra duo denarii gebeiinenscs exiganlur
.
E per
si
facesse contratto se
non
pel
mercato
quattro
anno
tazione,
ma
pose
al
contado
divite
paupe-
rem adiuvante
Continuo
la storia di le
si
com-
importazioni e
il
le
esportazioni di quel
tempo
degli
Amedei
se al
San Tommaso
di
fosse
durata
finite le
mura, furono
merci
pi ovvia consumazione.
di
XXXII
quarteroni, diviso a
Questo
nome
vcrniccia.
(2)
fol,
y;j
ni \S.
Voi. XII.
22
170
DICIIIAIUZIONE DI DOCUMENTI
al
uno
leccia,
Comune); tassato tre denari ginevrini il moggio di cor due oboli, la coppa; due denari, un cavallo od un gi
e
vacca;
un obolo, ciascuna
;
formaggiuoli
dodici
de-
uno
la
due
denari,
coppa
di noci,
(1).
castagne ed
altri fruiti;
due oboli pr
si
quolibet seraceo
dovevano
di
nella fortezza
ebbero
la
gno
di
denaro, e
d'Evinn,
1392:
fu sollecita
i
raiTermarle e
farne
atto
il
25
di
luglio
giudici,
man
d'
Evian
ninna causa
civile
persona
tale delicium
enorme
delitto
dovuto per
altro
doveva innanzi
non nella cittadella e se reo non non aveva ad essere sostenuto innanzi
fosse di
il
enorme
,
giudizio
se
libero e
proprio
il
diritto
di
macello;
legali ()er
liberi dalla
di
scudi
cortesie e larghezze
(2);
e la
du-
il
conte di Ginevra,
e
vescovo di Sion,
signori de
la
Tour, Berna
Friburgo, e
(1]
fol.
99, 100.
(2)
108
ai
111.
m
ove trovasse
il
STORIA PIEMONTESE
e pare che nelle
di
171
La (fachcssa accorta
Willars col duca
di di
suo conto
liti
di
Od(U)nc di
e dal
papa una
conferra;
(2)
decime che
1'
consigliando
il
figliuolo dichiarato
maggiore, vedremo
fra poco.
II.
Amedeo Maggiore.
La cronica
d'
Evian non
fa
l'
anno
slatta
con Maria
compiuti
quindici
anni
e veramente
si
atti
in cui
Amedeo
storici
stanno col
madre, oltre che altri Gauthier. Par dunque buono credere che ve98
;
ramente uscisse
i
di tutela nel
ma
continuasse ad ascoltare
consigli della
il
madre
morte s'ignora
14-02.
propriamente
parve giusto
il
giorno.
Guichenon ha 19 gennaio
credette
Non
al
Savoia del
Francia
lui
d'
elle
a
se
rendus
qu'
il
pour
recouvrement
(1)
(2)
Arch.
di
Mazzo IX,
n.
1.
iT2
de ses lals
DICHIARAZIONE DI DO(UJMENT(
(1),
t^
Primo
Amedeo
raccolti dal
il
San Tommaso
fa ai
Ginevrini
9 no-
permesso avuto
n costituir
VIII
di
amministrar
in
la (giustizia
pregiudizio
volte
ad
Amedeo VII,
che
i
si
rinnov ad
Amedeo
ma
la
cittadini di
mostrare a Savoia
concessione che
i
loro
amicizia
ma
insieme
intaccati
minimamente
loro diritti
cittadini a vederseli in
Ginevra, sperando
formalit,
un giorno semplici
il
loro
dette.
i
riavere quanto gi
sesto
Amedeo
le
posse-
non
in giudizio fuor
della
loro
persona
il
Vescovo
da Aimone
lui al
di
anno prestalo
che favor
del
il
debito omaggio
giudizio fosse
il
il
prelato
(3).
Quante
le arti
nuovo conte
,
Savoia
tante le precauzioni
1'
de' Ginevrini
per impedirne
gli
effetti.
im-
Amedeo
e per la intercessione
di
Lornay
vi-
indipendente da quel
il
luogotenente
fatto
atti
di
suo
ufficio fu
di
(2)
(3)
cita
DI
STORIA PIEMONTESE
di
173
Savoia,
(1).
ma
Visdomo,
Borbone
dei Sindaci di
Ginevra
padre; e
Amedeo aveva
prudenza
di
ereditato l'accortezza
di
del
per
la
Bona
imparato
di
per
;
tempo
frenar
amici
vecchi rafforzare,
bellini
rifece
(2)
; i
per
Vali
dieci anni
la
Matrona
volle alleali
il
vescovo
pa:
comuni furono
chiesti e accettarono.
Pace durevole
conchiusa:
sia tolto
malfattori saranno
asilo
;
vicenda consegnati
cos che
libero
il
com-
solo
,
pedaggi
i
le
gabelle
;
mutua
fermi
precedenti trattati
mantenute
trattato
conchiuso
dai
fu
approvato
comuni l'S febbraio successivo (3). Altra amicizia conferm e f' certa. Guglielmo di Menthonay vescovo a Savoia. Possedendo castella nel di Losanna fu gran fedele
dal vescovo e
Il
il
3 giualtri
gno 1402
luoghi
di
il
quel contado e in
Langia
Hermane,
(4).
Bons, Mornex,
La Roche,
liti
Gruscille,
il
Rumilly e Alby
In
Borgogna aveva
Duca pretendeva
;
quali di-
Montreal
il
conte
il
ai
16 del 1403
,
giusto
la
quale
1411
intanto
di
Amedeo
(5).
si
la difesa di
Savoia e
Borgogna
(1)
(2)
Gauthier
Hist. eie.
ins. cil.
;
Per
di
Arch.
tregua del
la
conferma vedi
(3) Arcti. di
les
Suisses.
Vallaisans.
Mazzo IV,
1
n.'6, 7.
(4)
voi.
II,
ii.
79.
servigi
sono
distinti in
voi. II. n. 6.
(5)
come
sopra.
Mazzo VII,
174
l'cr
DICHIARAZIONE
Papi
Bonifazio
di
DI
DOCUMENTI
risolversi
nella credenza di
uno
dei
Bo-
emulo
di
Clemente VII
il
Benedetto
non
ir-
piaceva
alla
Francia,
si
cui
conte
era
amico.
Onde
si
resoluto non
gratificalo
voltava
coli'
a ninno.
,
Ma
Benedetto
scrissi
,
che
1'
era
di
di di
Bona
accordarle
siccome
egli
esigenza
clero
un'altra
stesso
sul
met
al
ricompensarlo
in servizio di
(
di
falle
Santa Sede
Oriente: e indi
in
qualche anno
HOS
competenza d'Indi
in diocesi
met
al
Conte
il
del suo
clero e senza
gravare
lo
laici
l'
erario
a
proprio
di
risto-
rava
(1).
i
risolveva
favore
nessuno
era stato
(2)
,
sebbene
Amedeo
di
allevato in
le
gran devozione
dalla
madre Bona
lo
la
Berry
ma
istruzioni di
Bona
di
,
Borbone
da religione
all'ambizione
a preti
di
e a
non sacrificare
stato
nessuno.
di
Bonifazio
,
fu
eletto
Gregola
XII
il
quale
come Benedetto
giur
di
deporre anche
di fatto
Gregorio, visto
fa
il
competitore
in disgra-
zia di
Francia, scrive e
a
lo aiutino
romper
lo
scisma
:
l'emulo
ei
resterebbe papa
lo serviva di
Vi-
le terre
per
lui
tolte
Bernab e Ga-
(1)
fi
Arch.
(li
Mazzo IX,
n.'
4,
e 7.
(2) (3)
fol.
114.
n.'
11.
12, 13,
DI
Icazzo, e
(.osi
STORIA PIEMONTESE
modo
di
175
(1);
le
desse
ina pel
non
che
com
Con-
si
Amedeo dissimulava,
il
,
nuovo papa
eletto
dare
slati
e le
si
raccolse
Quindi
volse e credelte.
stati
Amedeo educato
apprese
tarii
le
al
governo degli
dalla duchessa
disfarsi
Hona,
nipote
de'feuda11
comporre
a poco
Piemonte
e tent
il
e Savoia
un solo
stalo.
per maritaggi e
;
per patti
guada
Liguria
a poco
Monferrato
verso
portarsi via
Saluzzo e rodere
Milano e
verso
quanto potesse. A' 7 maggio 1402 era morto Amedeo d'Acaia e il Piemonte caduto in governo del fralel Ludovico (che
non aveva
cos
doveva
questo
tra
pochi
Ma
forse
,
spiaceva
e per
ad
l'
Acaia
uggia
che risolvette
di
di
ammogliarsi
nel
temperare
altro
che sapeva
muovere
Conte
anni.
che
gliela
allora
aveva quindici
Non potendo
Amedeo
di
concesse
ma
rinunciasse
Sail
Piemonte
di eredit.
(3).
Cos
se gli
di
sfuggiva
nuovamente
Piemonte
ebbe
di
per cagioni
Ma
lo
Ludovico non
figliuoli
dalla sposa.
Monferrato.
Morti Giangaleazzo Visconti e
Amedeo
Ludovico d'Acaia e Teodoro di Monferrato; che gli cedette il Mondov per potere far la guerra a Gianmaria Visconte e togliergli Casale e Vercelli, come glieli tolse intanto che Facino
,
Cane
si
altri
avven
,
cosi
Ardi,
di Corto.
Bolle
Mazzo IX,
n.
tH.
Ibid. n. 17.
La rinuncia ha
,
la
voi.
142.
176
DICHIARAZIONE DI DOCUMENTI
Amedeo
di Savoia fosse stato pronto a corrervi
il
e guai a lui se
Conte
per non
rimase ozioso
ed
Acaia
per
la
difesa
de' loro
stati
accenpatto
di
nata
dal
Guichenon
,
e dal Sangiorgio fu
obbligo e
gi
perch
di
si
compisse
,
il
trattato di lega
cominin
conte
Pavia
;
man
di
esso Conte
e fu
cuna parte delle Langhe o altri stati si dovessero dividere cos che una terza parte toccasse a Monferrato le altre a Savoia e
,
ad Acaia
e se
vi
fosse da acquistar
con
denaro
(1).
la
spesa e
utile
L'anno appresso
di Pavia e
una parte, Gianmaria duca di Milano, Filippo Maria conte Facino Cane per l'altra, sottoscrissero una tregua per
le differenze tra loro e
Savoia
tra Sa-
Savoia e Monferrato
si
accordarono, e
di
24
di
marzo 1407
fu stabilito
pace Giofio-
dotata di sessantamila
e
il
d stesso
si
oppor-
rebbe
alle
liti
il
di
ma non
sarebbe costretto
;
di aiutare
primo contro
principe cognato
n Monferrato
finite le
con(3).
nell' arbitrio
il
Losanna
dal
e del
finire le
Savoia.
fu stabilito
Borbone che Monferrato doveva pagare a che se gli arbitri ordinavano che il mar-
chese
pagasse quella
sorella
;
somma
il
Conte
li
dote della
e se la dote avesse
un
stituirebbe in
si
fiorini
sessantamila
il
se poi
(1)
(2)
Arch.
di Corte.
Monferrato. Mazzo XI
li, n.
ii.
n.
IO.
(3) Ibid.
13.
21.
DI
STOUIA PIEMONTESE
correzione del
s'
177
(1).
contralto
di stesso a
Dietro
Monferrato
interpose
la
il
pacificare
tregua
aveva occupato
Facino restituisse
(ireggio, Albano
di
Vercelli, riservando
si
ad
altro
(2).
il
giudizio
era preso
Sguito
<iueir
le
l)e-Conti. Di
,
anno
istesso
transazione
,
per
Vercelli
cosicch
il
Cavagli e Mongrando Marchese dar a Savoia Saluzzola per otto anni, e sinch il marchese gli possa rendere Vercelli.
Se
gliel
rende,
i
il
le
spese e
futura sposa a
questi
Ilioi
vanni; se poi
tre suddetti
ritornasse al marchese,
tal
dar
la
dote
di
(3).
Cos indugiava
la
suoi un quattrino, sebbene comporre e senza indugio. Quindi successione del marchesato libera, potrebbe
il
marchese
a
giacomo
strinse
padrone
di
tutto.
il
Perci
marchese Teodoro a
al
promettere che
il
marchesato
quest'atto:
toccherebbe
primogenito.
marchese venne a
((
'(
nomine Domini Amen. Actum in castrum Ponlis Sturie etc. Per hoc publicum instrumentum fiat manifestum quod illuslris princeps Dominus Theodorus Marchio Montisferrati etc. cupiens imitari vestigia mores et consueludines bone memorie illustris principis lohannis Marchionis Montisferrati quondam genitoris sui et aliorum predecessorum suorum et MarIn
chionum Montisferrati
ferrati
ut priraogenilus
et
eo
quod
pax
bonum
esse
populi
tran-
(1)
Ardi,
(li
n.
22.
11.'
24 e 28.
Ibid. n. 23.
523
178
DICHIAKAZIONE DI DOCUMENTI
li
quillilas
quii
ci
populi
proficianl
et
et
ulilitas
gciUiuni
est de
custoditur ad
quam
per
iiulucondam
conscrvandam opus
commodius
fiat
unum
Considerans
a
ce
(VII) comilis
v(
chionatus
dignitalis
dominii
marchionatus Montisferrali
etc.
decessum
et
prout
per
in
in-
recepto
Simo-
et
Chrisloforum (Columbi
Monferrato che
il
di
figliuolo e gli
don
marchesato
come
che
gi
il
a'
palio
fossero
marchesato
la 1.
al
,
quindi
di
si
rivolse al conte
Ameconte
patti
:
pace
Monferrato ed Acaia.
del
E
di
il
fece stringere
il
febbraio
1409
con
questi
marchese ceder
,
Baldi,
Santalbano
gioni su
Piozzo
Basta di Carassone
d in
che
la prinil
conte ceder
marchese Asigliano
lo
Lanzate
gli
omaggi
di di la
Clavesana e Mazze,
('avagli,
met
liere
e per di pi obbligandosi
i
a far ce-
da Acaia
le
luoghi
di
Monforte e
si
Sambuy
il
matrimonio non
intanto l'Acaia
effettui la
Ma avendo
preso Sanlalbano e
Trinit
occupato Monforte
(1)
Arch.
di
Corle.
n.'
29, 30.
(2)
Ibid. n.i
n.
31, 32
34.
33.
(3) IhU.
DI
effcdo
Ja di
;
STORIA PIEMONTESE
,
179
1410,
al
onde
il
fu
concordalo
nel
16 novembre
die
il
|[)cr
Trinila
conle
luogo
Monforle
Sanlalbano
il
conte
si
(juemila Aerini
e che la
sposa
ivi
a'
sarebbe
alto
di
condoUa
Rivoli
di lei
,
il
15 febbraio successivo ed
facessero
le
all'
della
consegna
si
permute
(1).
Ma
10
marzo
onde
si
dovette
il
marchese
stringe
8 aprile 1411
li
Settimo torinese
pace con
facili
patti (3)
lui
la
met
di
si
marzo
del 1409) e
di
Carassone che
aveva concesso
e pi lardi (1417
G febbraio)
temendo che
s
parte
di
Mondov
di
Ludovico
come
fatto
Amedeo
nel
1396, 12 luglio)
citt,
al
e se
ma-
mancassero
a lui, quel
dominio passasse
conle di Sa-
voia (4).
procur che
il
tulli
due
difatto
Monferrato
la
fece lega
difesii
di
reciproca
e di
,
contro
(5)
;
duca d'Orleans
il
il
conte di Savoia e
a'
principe d'Acaia
6 dicembre
una tregua
(6).
col Visconte
voluto
Im
perocch Ludovico
anni. Del qual
A" 21
dicembre 1416
a
Ludovico
fosse
morto
Pinerolo
(1) (2)
(3J
Arch.
di Cor. 2.
n. 1.
Ibid. n.
Ibid. n. 6.
(4) Id.
(SJ
Mondov. Mazzo
di
n.'
13, li
,
Ki.
Id.
n. 7.
,
(6)
Arch.
voi.
I.VI
pa^. 150.
180
suhilo
il
IUCUIAKAZIONE
Municipio elesse
appresso smentita
la
Iretlici
,
1)1
DOCUMENTI
;
ma
il
fu ordinata
rale per
fosse
sua
,
salute.
Quindi ripetutasi
voce
la
eh' ci
morto
;
si
ripeterono
saputosi
il
anche
d
gli
ordini
per
custodia
della cill
ma
28 che Ludovico
,
propriamente
viveva
il
gli
due
glieri
Il principe sapute queste opere fece sostenere consiche avevano votato nelle assemblee quasich s' ei fosse veramente morto, non avessero dovuto provvedere alla sicu-
vero.
rezza de'citladini
quali
rimanevano
esposti
a pi
che
il
uno
pretendenti e in pericolo di
nicipio a'
una guerra
civile.
al
Perch
Mufar
principe
onde
rivocarc l'arrosto di quo' consiglieri e fargli ben capire che se voleva soddisfare ad una sua ira percotesse coloro che avevano
sparso
la
morte se pure
li
trovava
che era
voce universale
Ma
il
fnalaiente nel
veramente morto
stassero
principe d'Acaia
provvide
alla
sicura
giorno 17
di
si
(
omaggio
al
Duca
Savoia
Sigismondo imperatogentile ed
il
bisogni de'citladini.
assai illustre,
Ludovico fu
protesse
fic alla citt di
uomo d'armi
e gli sludi.
umano
uno
le lettere
Appena morto
di
fratello, signiin
aprire
essa
studio generale:
disponesse a riceverlo,
di
,
pensasse
diritto
alle
civile
spese.
grammatica
e di
come
uo-
di pi. Gli
1'
offendere,
i
quasi sembenefizi
i
nou
comprendevano
al
futuri
di
un'istruzione.
soli
che parlavano
popolo erano
capitani
ed
preti;
ma
preti di quel
tempo ignoranti,
costume, per ci sgridati dai concilii e dai pontefici, non erano dal popolo reveriti n creduti quando pure alcuno con voce
,
di
buono arrivava
in
qualche luogo a
dalla
farsi ascoltare.
Vincenzo
Ferreri domenicano
commosso
Ardi, di Cill. Ordinali del Municipio, voi. LVII. Per la cerimonia che se ne fece nel castello di Ciamberi. mato a dipingervi le stanze Gregorio Bono veneziano.
(1)
(2)
fu chia-
DI
trov
STORIA PIEMONTESE
uomini
frali
181
modo
di tirare gli
d'allora e
mise a prcdicaro
(
il
Margherita
in
di
Monferrato
uditolo
la
Casale
divoli
vita civile,
am
la
eremitica): e
i
turba dei
municipio
di
di
1402 propose
predicatori;
di
ma
quelli che
(siccome
di
fra Giorisi
si
saranno
che
il
del
di
quello
maestro
settembre
d'
Ma
ne' frali
conciossiach
:
a'
di
proposta fu deliberalo
si
facesse
limosina
un
po-
carro
di
e perch
il
mondo non
finiva, e
calisse
da
lui
indicati e interpretati
li
non
apparivano quali
il
e inslava
si
perch
tesse in
la citt si
arricchisse di studi
di
met-
commercio
civilt,
si
La
finalmente
a'd
risolvette di
eseguire
comandamenti
di
Ludovico e
furono
eletti
esausto e
si
matrimonio
di
di
Monfer-
rato
principe allorch
si
fece sposo;
lo studio che a' 18 di settembre 1412 tempo, vedremo, gi s'erano accresciute le scuole, ricevuti numerosi studenti. Agli statuti provvide il professore
in
ambo
le leggi
il
quale
propose
Questa e pareccliie altre notizie sugli studj torinesi coraplelano la Il Garrone accenn anctie a Leziovi di Prospero Balbo cJie io non conosco.
(1)
182
di
DlCIIIAKAZlONI DI
DOCUMENTI
copia de' suoi
e
ai
;
che avula
12 novembre
il
beneplaciti imperiale e
ponlifizio provvide
sidio
pecuniario
le
dalla citt
i
la
quale
,
si
accorgeva
gi
del
denaro che
portavano
i
forestieri
i
niente dovessero
pedoni o
cavallieri
per venire
To-
il
durante studio
dum studium
legum docto-
non patriotas. La faccenda s'incamminava bene, e nel 16 di settembre 1414 si appigionarono nuove case per l'universit:
ma
le
nuove
fortificazioni
comandate
la
un nuovo sussidio
minacciava
entr (nel
dal
far
forza
peste che
di en-
subite provvissioni
i
1416),
Torino
savi
per
la
lo
studio
quanto
al
avrebber
di
voluto.
togliere dai
,
Il
pedaggio
confini
del
l'
che
citt
persuase
forza
principe
territorio
fu
tassare
entrata
de' pesci
novembre
le
1415); conciossiadel
ch
moltiplicando
,
gli
scolari
a
speso
comune
cresce-
vano
obbligato
le
com'era
la
del pubblico
N
che
quella
provvisione
bast
concorrere cogli
il
fiorini
di dote
di
Baviera,
si
trov in af-
fallire. Il
Municipio aveva
del
principe
i
a volere
almeno mantenere
le
suo
le
case per
gli
studenti e
mobili per
scuole
13 aprile 1417);
rivolse al
ma non
avendo forse
egli
mezzo o comodit
citt
la
si
Duca
fosse
generoso
di
qualche
Duca
preghiera e
cf
la
Dux
et
Sa-
baudie fideles
dilecti
salutem,
Manu
latoris
receptarum
refor-
clTectus continebat
(1)
uomo
a cavallo;
VI un uomo
a piedi.
DI STORIA
a
PIEMONTESE
avunculus nosler
et fidelis
183
pcr-
procu-
eam
civitatis.
cf
dicli studii
agravatus
in
dicto-
f(
rum onerura supportacione porrigere dignemur super quibus mentcm nostrani declararaus quod diete civitatis reformacionem quantum possumus cordis affectu desideramus et quod
novimus dictum studium pedimusque illum cedere
diete civitatis esse
in
fructuosum im-
M
((
honorem nostrum et tocius paet circa trio nostre commodum illum gratissimum habemus eius perpetuam manutencionem nos expedire dispositi sumus quemadmodum dicto avuoculo nostro ad plenum scribimus
,
Dat.
Cham-
bariaci (1) .
Non poche,
e s'egli
Ludovico
non
fosse stato in
il
certamente sollevato
mantenne
il
proprie spese
tenere
promitlit
[Bartholomeus
guardiano)
et
unicuique
conducenti ad eius
domum
la
differenza
(3),
luoghi da
lui
governati
(4).
In tempo di peste
famiglie non
s'
infettassero intere
gli
ma
Agli studenti
domand che fossero lasciati ne' loro venuti in buon numero nel U12 provvide
(1)
dersi
Per lutto quello che discorso dalla pag. 180 sia qui sou da vevolumi LUI, LIV, LV, LVI o F.VIl del Liber Consiliorum nell'ArArch.
e
di
Cill.
Ordinali
del
.lanicipo o
TJber
Consiliorum,
xLvn
(3)
(4)
Lvn.
XLVII. LUI.
LVI.
Ibid., voi.
Ibid., voi.
Ibid.
,
(5)
voi.
184
che
il
lUCHIAKAZIONE
DI
DOCUMENTI
animadvertere debeant
et
lo-
animadver fenda
et
ordinare tmleat pr
una cum Ioanne Papa; e indi a quattr'anni Talli pi numerosi, altro luogo magis aptum in convenuto segnare (1).
poich
la
secondo
crebbe
il
la
agli
lo
scolari di
viti
andare
,
e gli orli
i
la
che sorta
di
furti
erano
denunciati al tesoriere
la
Da Ludovico
Savoia Acaia
cominci
Sono
deo Vili
il
di
,
Ame-
pagina 173
di
questo libro:
i
patto col
il
Duca
di
Narbonne
il
di
darsi a vicenda
il
malfattori
scritto
1441, e
comuni
San Giovanni
di
a'
i
sindaci,
;
procuratori
uffiziali (3)
e
la
la
Mortagli
madre
i
il
conte
lui
fossero continuati
tremila franchi
stali asseil
Bona
sulle
rendite
Macon
nel
fosse stato
pungen-
re Carlo deli' 8
pagare
i
alla contessa
tremila franchi,
ma
ancora
dovuti degli
anni addietro: e pu anche essere che quegli arretrati non fossero stati intieramente pagali e che abbiano dato motivo a Savoia di chiedere, e a Francia di concedere
Arch, di Cill. Ordinali del Municipio,
(
il
2 marzo 1404
LUI
I
,
(1)
voi.
e LVI.
LIV
e LVll.
n.
I.
(1) Ibid.
(5]
Mazzo
II
ii,
i:5.
Vedi
37
di
questo Volume.
DI
che quella
STORIA PIEMONTESE
fosse ogni
tutte
185
Il
somma
gli
anno sborsala.
quelle
carte
che
di
potr
che
(1).
questa
Dalle quali
somma
diritti
furono
litigi
all'
anno 1509.
Quella
fece
per non fu
a
Francia
Savoia. Grato
il
stato
settimo
Amedeo
ma per non so quale negligenza Amedeo non ne prese Amedeo Vili lo domand per s e Carlo gliel don
,
con
tutti
gli
onori,
diritti,
comodi, e
proventi che
egli
quell'omaggio
E perch
corona
il
il
le leggi
diritti
della
re fece
espresso
decreto
(2).
(1401
1.
giugno)
che sicurava
a que' d
si
conte da
quel divieto
litigato
con
Savoia, e nella
lite
dolse
amaramente
il
con Francia
mico.
Il
che avesse
favorito
suo ne:
re per
mitigargli
terre
collera
scrisse a Savoia
resti-
tuisse a Saluzzo le
prese.
Ma
erano
interessi
re
ne ebbe a male e
Il
in
parlamento.
il
parla-
mento
fece ragione al
il
marchese e pose
gran
terre che
che
diretto
dominio
Il
(3).
chiasso
il
e
)
aspett
tempo.
Francia
tempo venne
cresco e rettiGco
in
Muletti
legatosi con
Monferrato
Amedeo
il
suoi feudi
li
ebbe
il
30 gennaio 1410
coli'
aggiunta
nel
in-
marchese possedeva
Saluzzo non
Vedi
volle
regno
Francia
Cor.
,
(4).
Ci nondimanco
(1) Arcti. di
Cill e Provincie.
i
Itlacon.
meri del Mazzo I e Mazzi III e IV. (2) Arch. di Cor. Saluzzo. Mazzo V.
(3)
(4)
Ibid. id,
Ibid. id.
Mazzo XIV.
24-
186
DICHIAHAZIONK
guerra
DI
DOCUMENTI
Onde Savoia
(
risolse
)
:
fargli
9 giugno 1413
et
guerre
publicc per
,
homnum
strages
captivaciones
sanguinis effusiones
et
,
ignis
alias
(1)
quc am.
nolimus
il
etc.
Dat. Avelliane
etc.
campo contro Saluzzo, e con s grande apparalo che il marchese ne trema e domanda pace, scusandosi che nulla d'amaro aveva col Conte, che non aveva inteso di offenderlo in alcun modo; ch'ei faceva guerra bens, ma la faceva come 1' aveva sempre fatta all'Acaia perci
Detto fatto, conte a
, ,
non
gli
il
Conte
quelle
gli
rinfacci
danni
d'Acaia che
il
erano
debito
feudi di Savoia, e
l'ostinazione del
si
non prestargli
facevano sul
campo
si
scrivevano
in
presenza di
gran
personaggi
savoiardi
quali
dalla
intervenuti
pacieri
ottennero
che
il
conte
desistesse
enorme somma ch'ei pretendeva per danni avuti (a pagare la quale non sarebbe bastato quanto Saluzzo possedeva feudo o non feudo accettasse da Saluzzo l' omaggio e
) ;
le fedelt
a Savoia
le
egli
terre occupate
il
la
Valle di
gentile
l'
:
Po e Castellazzo e
gio per
omag-
Carmagnola
e Revello
il il
ogni
lite
fosse quieta.
Saluzzo
proprio
d
sigillo
non
Grmata
di
il
e di secreto
implorato aiuto
Francia
5 di luglio
apparvero
nel
(1)
Arch.
Il)icl.
(2)
V.
n.
22.
DI
STOHIA PIEMONTESE
del governalorc del
le
187
;
campo ambasciatori
Delfinalo
quali
Ic-
suo
Re-
La
quindi
'(
1'
mum
rum
principem
vepvi)
et
" a
>'
domino
regi
,
domino suo
congregationem
ibidem
genlium
ar-
morum
partes
inimcis
et
cum magna
,
suas Pedcmontiura, et
,
informatus
piane de
illu-
guerris
dampnis
dictum
((
strcm
res
dominum Marchioncm Saluciarum et eius predecesso contra dictum dominum suosque predecossorcs et eorum
Super quibus injustiliam feccrunt
eius
<(
dominus marchio
multas
querelas
et
predecessores
diclo
domino
M
((
comes
peticiones
et justas
demandas ha-
eidem domino marchioni dictus dominus comes per suas patentes litteras quod idem dominus marchio eidem guerram feccrat dampnaque et injurias eidem inluleral. Et quod ipso et eius
bebat contra dictum
notificavit
dominum marchioncm
^'
predictis
prowi-
'(
i<
locum Saluciarum ubi idem dominus marchio notificavit eidem domino nostro comili quod ipso injuriam ncc offensam feccrat eideuk
exercitu fuit
ante
cum suo
Vcrumtamen
si
esset infor-
'
matus de predictis providere paratus erat facere eidem domino corniti quod debebat. Qua notificacione audita per dictum dominum comitem idem dominus coracs fecit dicium
dominum marchioncm
informari
de
quibus
racionibus et
contra dicium
'
dominum marchionem
cessores ipsius principibus
lileras et
et
inter cctcra.
domini
comilis
obtinuerunt
seronissimis
dominis
impcratoribus
Romanorum
in
antiquitus
dicto
|<
de juribus imperio
competentibus
marla-
marchio volcns
de se justicia
suorum predecessorum
et
188
DICHIAIUZIONE
bonam
DI
DOCUMENTI
agnosccre
et
ci super omnibus dcmandis invicem exi-
cere verilafeinquo el
filiera
dominum comitem et dominum marchionum composuitet concordavit cura eodem domino cornile in presencia quamplurimorum baronum banneretorum
sislcntibus inler ipsos
mililum et nobilium inler ipsos dominos comitem et marchionem fuil facla bona pax et amicitia tranquille ipseque dominus marchio fecit domino corniti eam qubus sibi tenebatur. que diclus dominus comes obmisso rigore graciose agendo cum eodem fuit conlenlus. Dicens ulterius idem dominus comes quod ea que fccit iuste et racionabilitcr fecit salvo semper suo honore el pr conservacione iurium suorum non autem contra formam fdelitatis qua aslringitur dicto domino nostro Dalphino. Qui statura et honorem dicli domni Dalphini semper paratus est conservare pr posse
, .
. .
et eius pre.
soddisfatti
anzi
andasse a patire
1'
terre
che
se
non
le
il
dichiarerebbero
il
Conte
se
non era
se
all'
due e
Conte
legati
e poich essi
operavano stoltamente
che se
l'
ne
fosse
vicario del
tratterebbe
secondo
meriti
un pozzo.
Il
Bonelo allora
intimorito
(
e tremante
si
volse al Conte:
Meluende noster domine disse ), Nos tantum sumus nuncu,nec male debemus audire neque malum habere .
l'Acaia troncando le parole bruscamenle rispose: E perch non venne qua il vostro padrone a darci cotesti precelti che l'avremmo trattalo secondo meriti? Ei venga, adunque;
, i
Ma
venga e
si
provi
(1).
Il
e preso seco
di
il
Conte
consiglieri usc
inutile
dal concistoro
marchese
Saluzzo
vista
ogni
(1)
Areh.
di Corte,
Saluzzo.
Mazzo V e
seg.
DI
prova ordin
a'
STORIA PIEMONTESE
vassalli,
189
fermata
il
23 giugno: e
nobili,
sindaci,
pro;
a'
3 di agosto giurarono
il
di
marchesato
a
;
venisse
un
d in potest del
il
Conte
egli
non V infeuderebbe
privilegi e le franchigie
(1).
prole a
cui trasmettere
feudi suoi
accrescere
l'onore e
lutti
Il
le
notabile questo
amore che
Casa.
la al
grande
la
Comune
di
Chieri
che
a'
si
Conte mille
di
fiorini
ma
alla
morte
Amedeo VII aveva cessato di pagarli. Il successore non chiese altro; ma Amedeo Vili richiam Chieresi al loro obbligo. Rispondevano Chieresi: eorum donum fuisse dumtaxat peri
i
sonale
et
non reale,
dicti
ilaque
non
transiebat ad heredes et
successores
suam
naturalem
fuisse
non perpetuum et
et
ultra
il
Conte
ripeteva
esse et
textuatque verbistituli
tatis et
diete
donationiset jurisallegationibus
et
maxime nomine
.
ex causa digni-
potencie comitalis
:
In questa
discordia fu eletto
e Ludovico d'Acaia il primo di lu1413 sentenzi che mille fiorini d'oro annui si dovevan pagare al Comitale di Savoia e perch ne rimanevano trentamila insoluti cinquemila ne pagassero il resto Chieresi
glio
i , , i
,
perdonasse
accettato
il
Conte. Piaciuto
il
partito fu
il
medesimo giorno
di
(2).
questo
di
spazio
tempo. Gli
stessi
il
storici scrissero
poco
segno
la
quiete.
i
Ma
cri-
se quiete lasciava
governo
religione
ai sudditi,
non
lasciavano
preti;
di
e di morale
perseguitavano
fi)
Arch.
di Corte.
voi. Ili
p.
343 e 346.
HI
p.
329 e 332.
190
DICHIAKAZIONE
DI
DOCUMENTI
di
stiani ed ebrei
San
1400
quod
licei
de iure vetitum
sit in
christianis
e
(
mundi principibus christanis subiectis judeos cum permixtum habitare sed separatim et in carreriis ac canccllis a christianis districtis omnino habitationes habere. nihilorainus tamcn in divini norainis opprobrium et contemptum ac (idei Christiane, perfidi iudei in civitate Gebennensi in domibus in parochia diete ecclesie silis permixtum cum
|)artibus
, ,
n
c(
christianis
moram
trahunt
nem
fieri
,
propler
que parvuli et adulti chrisliani oh mutuam cohabitationem huiusmodi possunt ad superstitionem et perfidiam judeorum permixtorum induci mulieres quoque Christiane judeis ac
,
christianis mulieres
judeorum
dampnabiliter
commisceri
giudei
da' cristiani
una
citt
clero secolare e
!
tamente
laici
Genve
Gauthier
tenbres
dans
(2)
,
siede
doni
nous
dcrivons
tonte
rhistoire, dice
il
croupissait de
grossire
mme que
et
l'Europe sous
les
d'une
vie
ignorance
d'une
maiix
mond
chrtien. Les
du faire tous
les efforts
pour
les
rtablir
desordres
et
plus scandaleux
les
aux
pretres et pour
dfatto
come
la
ci proibito farsi
quando
d'
egli
stesso
l'esempio scelerato ?
di
i
avarizia
dal
loro
(1)
Arch,
di
Ginevra.
Genve, ms.
ibid. cilalo.
(2) Hist. de
DI
islesso
STORIA PIEMONTESE
di
191
papa Bonifazio, e
i
Che dovePietro
e
,
vano dire
popoli veduto
colle
sulla
colle
cattedra
insidie
,
di
guerreggiarsi
scomuniche e
Giovanni XXIII
carchi di gravi
in faccia ai
delitti in faccia
erano capi, e
da
cui
Chiesa
era
primo rimproverato e aborrito dell'avere crucialo con martorii in Nocera cardinali eh' egli temeva contro di s giuil
i
,
rati
toltili
di
via
gli
,
altri
strozz
in
Genova
nella
Commenda
di
L' altro
Gregorio XI
aveva
,
mercantato scopertavissuto
,
benefizi
di
da re
tras-
somma
riguardo
e d'ine,
tempi enorme
(1).
morbo
Roma
:
pellegrini
sol
perch
regni
tale
indulgenza era stata messa col eziandio dal come questi ed egli rei di avere tolto da lutti
colle
petitore Benedetto
i
immense ricchezze
di loro pi
cui sola
decessori
ignavo o
vile
fatti
scannare o getdi
Romani
gli
parlarono
di
promessa e
dovuta libert.
glio
Il
che
di
Chiesa
il
bene;
scisma
egli e
,
competitore fedifraghi
co' principi
,
brigavano
co' popoli
che
pur
n'
,
erano
astuto
si
ma
accusato
di
mille
colpe, di gran
reati.
numero
convinto,
a dire
,
Rimarrebbe
ben molto
di
de' riformisti
e di
ai
bene
i
di
Chiesa donava
frati, e
comandava
;
re
di
violare
giuri solenneggiati
sul
Vangelo
ma
noi
{ti
In metalli)
H6 milioni
di
il
franchi
(2)
Carissimo a Martino fu
lecito
cardinal
la
neva esser
non mantenere
192
DICHIARAZIONE
innanzi
col
DI
DOCUMENTI
,
andrommu troppo
icnere.
tempo
e ce ne
dobbiamo
ri-
Circa
il
tempo che
i
il
rettore di
zelava contro
una sua
fantasia in
triplice
corona,
il
quale
magna
bestia
cade
,
in
una
di vescovi
Arde
sotto la caldaia
un gran fuoco
e ve l'attizzano
e fan violento
gran numero
di diavoli adirati.
questi versi
Ncque excipere ncque replicare Nec ad apostolicam sedem appellare Reus condennabitur nec dicetur quare,
(j'ogitatc
Quid
Idem
erit
testis (1).
Amedeo
ordinava
la
subito
compiacque
paroco
affidava al paroco
le
medesime
decreto
esposte
dal
gli
prete
e contemporaneamente
i
fece aspro
contra
usurai ed
mano
,
alle
usure.
Ma
questa notizia dal ms. del Gaulhier. Savion lasci che la pittura era sul muro e che, sebbene stala sepolta per molli anni, allorch nel 1S33 fa trovala nel convento dei Donaenicani di Paluzzo, era tuttavia vivida e ben conservala. Se era ben conservala, non ne ebbe buona notizia Rosei che la disse pinla sul legno, perocch il legno sepolto lunghi anni sarebbe marcito. Si conoscono allri
tratto
ne' suoi noss.
Ho
esempi contemporanei
da' popoli.
di pitture
,
la
che cin-
DI
mostrato
STORIA PIEMONTESE
il
193
,
non
abbastanza giusto
suo comando
almeno
pericoloso ad essere eseguito, od anche contrario al suo interesse perch subitamente ne sospese l'esecuzione senza esporre
ma
coprendo
il
Ma
al
il
prete
e ardito
scrisse
Conte:
in curia
supplicanti
precipieudo
ut
ab omni
incohato et
cum
di
nonoullis comminatio-
ibidem
expressis
ma
ch'egli credeva
fermamente
una
tale
azione
contro
ai
canoni
,
questo
di singolare e di
esemplare
uomini che
bene
;
incontrali fieri
la-
cedono
il
campo
poi vilmente
mentano
erano
Ma
ad
Amedeo
Vaud
e
altri
Padrone
di
del
Ciablese
,
del paese di
Gex
e della Contea
Ginevra
gli
affatto
Giurato
,
diritti
li
primi
,
di
apriac(3).
le
1406.
vescovo
vi
pretendeva
e si
accontarono
a'
poi
23
di
novembre
gli
rammentando
1'
amicizia di Benedetto
,
chiese al Pontefice
il
con-
furfanti. Ci fu
vescovo di Grenoble
dell'
il
17 febbraio
di
1408
(41.
Poi
in
gennaio
di
11
propose un cambio
(5)
;
Ginevra
quindi
1'
anno appresso
vescovo a
compa-
t)
(2)
Arch.
Ibid.
(li
Ginevra.
(3)
(4) (3)
Arch. Arch.
Ibid.
di
di
n.'
11
Arc. st.
II.
Voi. XIII.
25.
194
rirgli
MICUIAKAZIONE
DI
DOCUMENTI
di
(1).
Ma
di
questo omaggio
piuttosto negato.
Pure
il
Conto
prendendo
tempo
col
tempo
titolo di soccorsi
in
ottocento fiorini d'oro che in quel tempo del vivere a buon mer-
somma
di
(2).
vescovo
di
Ginevra
un
po' di
:
tempo
fu per-
gli
del
(3).
Voleva per
rendersi
essi gelosi
famigliare a que'cittadini
tentarli in ogni
modo:
le
ma
non
si
lasciavano sopraffare.
Amedeo raffermava
Berna e Friburgo
(4)
:
amicizie. Rindel
di
la lega
al
136V
Sion
1373 e 1384
fece
omaggio
vescovo
Guglielmo Ravognia
il
18 settembre)
feudo da
lui le regalie e la
via
d'
la fin
de son diocse,
cellerie de
Comt de Morgen
;
la secrtairie soit
chandi
tal
Sion
egli
il
(5)
e poich
Vallesi
erano scontenti
luoghi
vescovo
si
fece
promettere dal
i
prelato di
i
rassegnare in
lutti
sue mani
vescovato,
a
castelli, le terre o
dipenValli-
favore di chi
meglio piacesse
ai
li) Arcti. di
(Ir
Corte.
Genvois.
Mazzo VII
n.
17; e Gautliier
si
Hisl.
Genve
(2)
ms. Gaulhier
,
ib.
La
XV
ou qualre
sols.
Les droils de la
lirail
soit
peu de chose, que pour l'ordinaire elle n'amodiail sa pari dei hles que pour qualre ningl florins el Venlre du vin pour 33 om 40. Toni se faisail si bon marche' que les journes des ouvriers n'eaienl laxes qu' huil ou douze dcniers el qu'un sindic dpul Thonon ne depensail dans voyage qui fui de Irois jours, lanl pour lui que pour son cheval que seize solf. (3) Arch. di Corte. Genvois. Mazzo VII, n. 18. Pubblicalo nel Citliers
du
du revenu des
,
du vin,
eail si
al
Chevaiier Savoisien di
L'Ad-
vocat, I60f).
(4)
(."5)
di
Berna.
Corte
di
Torino.
Vallaisains.
Mnzzo IV
n. 9.
!)l
STORIA PIEMONTESE
mal patirono questo
il
195
zelo e piuttosto
giani
(1).
Ma
Valligiani
per un
momento
la
in
mano
;
a Savoia.
i
Il
grid adunque
la
pace
e alla pace
braio 1420
Friburgo
per
(2).
borghesi
d'Evian: possedessero
e
sicuin
terre
che
atto
il
il
suo
rezza ne stese
di
settembre
1416 distinguendole
aviti
ma pure
(4).
e nelle fedelt
Savoia
(3);
condon seicento
tributo
e parole
parve al
popolo
uom
in
semplice e senza
conoscendo
quanto
valesse
voto
loro
un consiglio non
:
con quali
mire, vedremo. N
preti
come
il
padre e
ei
1'
avo
non
il
provocava
templativa eh'
menava
laici.
i
Gli
pi
di santo o d'astuto
non pu
Amedeo duca
Piemonte.
Il d 29 febbraio 141G Amedeo fu creato duca di Savoia da Sigismondo imperatore; e nell'anno 1418 ebbe giuramento di
n^delt
stat,
dalle citt
di
Piemonte.
il
Ciablese e
luoghi
sopranominati
e lo parti
;
disloile
da
Saluzzo e Monferrato e
Nizza e V^illafranca
al
(1)
Arch.
di
n.'
di
Corte
di
Torino.
Vallaisains. Miizzo
n.'
,
IV,
.t.
n.
10.
(2) Ibid.
(3)
(-i)
Arch.
1, 2, 4,
ms. citato.
'
196
DICHIARAZIONE
DI
DOCUMENTI
Apparve polente prncipe e fu da ognuno riverito e richiesto per amico; temuto, nemico. Egli sent le proprie forze e dimesso
alquanto della bonariet mostrata sin qui
,
cominci a fermadi
Volle che
Umberto
la
di Villars
il
Rodano,
'I
Saona, V Indo,
montagne
del
di
nardo e
di
e per
al
(1).
pi stessero per
liti
Consiglio di Savoia
pa-
drone
Ludovico
figlio di
Maria
di
diritti
di
lutti
si
cosii
gli
;
barbara
,
vendetta
che
come
il
solito
delle
vendette
;
de' principi
reo,
ma
g'
innocenti
se
il
mezzo adoperato fosse stato veramente nocivo come allora si credeva e pur troppo anche a' d nostri fu creduto dal volgo.
,
Che cosa facesse apparir da questo branelto di processo che il San Tommaso ha cavato. Anno Domini 1420 Indici. XIU die prima mensis februarii apud Pinchat super molare in loco in quo patibulum seu furche Terniaci sunt erede ad dccapitandum et per subtus humeros cum cathena ferrea lohannem Gholet alias Hugonis sentencie centra eundem late per venerabilem virum dominum lohannem Burdet legum doctorem judicem maiorem gebennensis comitatus apud
, ,
te
Ruppem
die
pr
eo
cessum per
locis
V
dominum judicem repertum fuil per procuriam Ruppis formalum eundem lohannem sua
venenum
in
'c
fontibus in certis
abomni
sue venenum
quod posuerat
rabilis viri
....
fl)
Arch.
di Corte.
Mazzo
III, n. 9.
DI
<(
8T0KIA PIEMONTESE
197
.(
quum fuit apud Foginam in domo magislri Lyoquadam aula ubi ipsi domini sedebant super unum scannum et quod erant duo alii qui similiter sedebant venenum ponere in fontibus in ducatu Sabaudie et dicti doili
facerel
nis in
ff
mini et
alii
lui e
a due
de
allri
compagni
eis
triginta florenos
(1) .
si
bene complerent
si
illud
quo
dicebant
scoprisse
per una imprudente parola scappata al Gholet in un diverbio avuto con Pietro di Ravoira presso Vienna (2). Nel 1424- Filippo di Lyer signore de la
dei Villars cit
il
Roche
il
figlio
della
dama Lenor
Ciamberi per riaDuca e che dovevano vere quelle terre cedute dai coniugi Villars
avanti
consiglio di
,
(3). Il
Consiglio
De
il
la
Roche appell
di
all'
mondo commise
cipe
la
causa all'arcivescovo
Besanzone e
ma
vistosi
dall'Imperatore a dismettere
titolo di
,
Conte
in
di
Ginevra
(4)
non volle
a Savoia.
Duca
nomin
propria vece
il
A'^escovo di
appel-
lare: l'Imperatore
dici
il
nomin un'
Grenoble e
Vescovo
Presidente del
La
ragione fu poi composta e assicurata per una transazione. Filippo rinunci al Duca i diritti sulla Baronia di Villars, e i
luoghi di Loyer
ronia di Thoire
,
,
Mondidier
Montillier
Moutrillond,
la
Ba-
Poucin
,
Belriguardo,
,
Gerdon
Saint
e
Belvedere,
,
Montrial
Montfalcon
tutti
i
de Nantua e
Umberto
di
('htillon e
Garde Rodano aveva Villars, a riserva di Montgisson, Aspromont, Brion, qualch' altro luogo e il Duca die in feudo a FiUffelly
Albens
Martin
il
(1) Arcli. di
et
n.'
10 e
16.
Mazzo IV n. 42. Mazzo IV, n.' 1, 2. Genvois e. s. Mazzo XIII, n.' 16, 17, 18, 19
,
e 21.
198
lippo
lars e
il
DICHIAKAZIONE DI DOCUMENTI
titolo
della Baronia di
Villars
castelli
di
Vil-
Loyes
colle giurisdizioni e
dipendenze
d'
uso
(1).
conquiste.
Amedeo mirava
di
dove
di
opere
mano, n
nevra
il
,
di
giudizi,
si
il
Arcivescovo a Tarantasia
la
si
il
successore a cedergli
sovranit di
tal
il
che negato
cittadini
vra
membrum
gli
1419 e
il
in
Martrarsi
che forse
aveva promesso
ma
Vescovo Giovanni de
la
Roche
di
taillie
era
Giamber
Sorbona
:
e dei
concilio
di
Costanza lasci
Duca
e perocch
Amedeo
,
sollecitava di ottenere da
Roma che
Fu
la
domanda
si
:
fosse
commessa
allora
ad un solo soggetto
che
il
il
Vescovo vivamente
oppose.
e
Duca gli fece le grandi promesse rispose al Duca lo non posso nulla senza
scovo
ito
che
il
Vescovo
Il
cittadini .
le
Ve-
parrocchie
ultimo giorno
di
febbraio 1420.
Egli espose
al
i
flssato
(2).
desiderii del
lui
il
Duca Amedeo
le sollecitazioni le
sue
Papa
il
e a
Vescovo.
Dimostr scopertamente
false ragioni
con che
Vescovo
i
disse
i
non potere
a
libert,
il
difendere
cittadini
non
si
,
bastare
cittadini
difendere
conservasse la
per niente
accettasse
un padrone
la
per nientissimo
ricorresse
Duca. Se questi
egli da-
ardisse alzare
mano,
si
Sigismondo,
fuor
rebbe
(1)
(2)
in consiglio
dell'udito
Arch.
L'atto
di Corte.
si
Beaujeu. Mazzo IV
fin
n.'
legge a
nomi di quei 638. De' quali, 247 della Parochia di Santa M. Maddalena 12S di San Germano; 95 di Santa Croce; 28 di Santa Maria nuova; 140 di San Gervaso; 19 di San Leger 4 di San Vittore.
;
DI STORIA
del
PIEMONTESE
tener ferma
la
199
Vescovo e deliberarono
,
di
loro indipendenza e
la libert
e di ringraziare
ivi
il
che dall'alto
relazione
sindaci
,
sua
che
due
Amedeo
ma veramente
stabilito
per non
mettersi
si
contro
Savoia.
Appare
concorso
>
bene che fu
che mai
trattasse o dal
Vescovo o dai
il
Ginevra senza
sua
protezione.
la
man
sur
la
e dai cittadini,
sul van-
gelo sotto
le
per s e per
di
avvenire.
;
Amedeo
quella impresa
Bologna
si
volse
all'
Imperatore domandi
Ginevra e
il
vi-
l'in-
E
vo
Bonnivart
Ginevra
Il
Giovanni
Bertrandis dopo
(
successore di
De
la
Roche.
il
nuovo Vesco-
1423
mani
di
de' sindaci.
Questo Vescovo
,
primo
eletto per
Ginevra
scartato
paese,
mandarono al Papa querele dell'usurpato dirilto: e il Papa dovette spedire una Bolla colla quale dichiarava che quella nomina guastar non doveva per nulla diritti del Vescovo. Sotto
i
il
reggimento
di
lui fu
tenuta ferma
la
indipendenza ginevrina
un Collet di Biscarra il quale aveva ucciso un servitore del Duca e nelle terre di Savoia ed era stato arrestato presso Ginevra, non fu dato ad Amedeo che dietro preghiera, e
tanto che
,
(1) Alti
Hisl. de Genne,
ms.
ci(.
200
JMCHIAUAZlOiNE DI DOCUMENTI
Amedeo
istesso
che
la
consegna
dell'
incolpalo
(1).
Amedeo
donare chi
e le spese
operasse in segreto.
linois e
di
Ma
guerra per
fatti
la
Dien e
il
pagamenti gi
Challant
di
pel genevese
famiglia
il
misero
di
all' asciutto.
(
conte
Barone
borgo e
il
mandamento
di
Graspourg
(3);
Berna pacificasse
altri
lui
con Zurigo
(4)
,
Lucerna
)
Undelwalden
il
e gli
poi
1424
rifece
trattalo di
pace
lega
con
;
(5).
;
comuni
talvolta sussidii
(6)
,
talvolta doni
n sufficienti quelli
i
castellani
cavar denaro
(7).
gli
ebrei
1421
ed
poi
maggiore somma.
Ma
di
mutuo
cercarono di
Il
e de' castellani.
Duca
a'
26
di
maggio 1423
scrisse:
Sabaudie.
Notum facimus
memorie illustris avunculi nostri carissimi et Gdelis domini Humberli (domini de Thoyre et de Viilariis) caslrum villa
locus
castellania
mandamentum
et
resortum de
Viilariis
Ginevra, e Storia
di
Gaulhier citata.
.
Arch.
di
Corte
Corte.
di
Challand. Maz-
zo IV, n. 4S4.
(3)
(4)
Arch.
Arcti.
di
Pro^
Mazzo
1, n.'
US,
117.
Ibid. id. n.
116.
tesor. due.
(5)
lAh. 70.
(7] Ibid.
(8)
Ibid. id.
DI
a
STORIA PIEMONTESE
cistloin
201
luileis
lariis
in
libcrtatum bcneficium
prcscntcs quod in
quibus ulunlur
noslri
ci
gaudenl
el
fruunlur
alii
ludei
Gardcrii
ci
Sabaudic
ci Breissie sibi
in
pr nobis confirraalur
focagiis ci aliis
quod
Vil-
secum conlribuant
ribus nobis dandis
lariis in
domis subsidiis
numc-
dumlaxal salvo
in forlifcatione de
solilo
more
el
pr co quod
conlribuunl
ha-
vice nostra
pr eorum
ludeos habilantcs
loscpli de Moiilenielliano....
ci
Armandum
singulus judcus
a
(<
quilamus, donamus,
el
que commiserinl ci perpctraverint a loto tempore preterito usquc ad diera prcsentcm ot quibus in personis seu bonis de jurc affici possent excepto el excluso ab
quos quas
el
1*
el in-
rt
concedimus
in
<f
cium
dictis judcis
habilanlibus el habilaluris
et valeanl
de
((
V^illaris el
exercere offieium
et
<(
cambii
quarumcumque monelarum
nostrarum
auri
argenti et qua-
((
(f
ordinacionum
duranlibus
privilegiis
,
el IJreyssie bailivo
'
quos special
(1).
prcin,
eorum
eie.
E perch
i
f<
sieme ad accarezzare
gli
nemici
(1)
Arch.
di
Mazzo IV,
n.
371.'
20
202 non
si
niCHIAHAZlONK
poteva apertamente
,
1)1
DOCUMENTI
di
fece
Ugone
Gholey
Enrico
di Vil-
Martino
di
Magnior per
colpirli a
buon tempo
(1).
Narro faccenda ignota persino al Gauthier. Amedeo non deponendo mai il pensiero di cacciarsi in qualunque modo in
Ginevra, morto che
citt
H26
il
il
Vescovo
di
quella
prevosto e
di
nominare a cento
(2)
)
curati
e foce istanza
di
perch prov-
con
persona
cui
esso
Duca
po-
niente
de' Ginevrini
deput
economo ed amministratore
vescovato di
dello
spirituale
Ginevra a
quindi
nome
favor
Savoia alcune
Enrico Fabri
sue con
officiale
Duca quale era di una parte della citt e per spingere innanzi g' interessi di lui il 29 marzo 1427 nomin l' abate e monaci di Fili a comporre quella faccenda tra Savoia e Gil'antico progetto del
ville
il
:
cambiare
nevrini.
capitoli
In primis pr assiillu-
et
episcopum gebennensem
in
de super
hiis qui
traduntur
vici
sibi
civitatc
gebennensi
videlicet
exterioris
cum
illorum Icrritoriis,
pontium Rhodani
nagiis
insula a
aliisque
tam
terre
quam aque
tributis caslroque de
cum
omni jurisdiclione cum eorum valoribus emolumenlis proprietatequc ac jure ragalie ad episcopum et ecclesiam gebennensem periinentibus. Diclus dominus dux extimatione facta
de valoribus predictorum per commissarios autorilatc apostotenebitur dare in veris reddilibus
et
Arch. Camerale. Conti dei tesorieri di Savoia. Lib. 71. Corte. Bolle e Brevi. Mazzo XXVI , n. 93 pag. 24 Martino V.
(2J Arcti. di
,
di
(3)
Ibid.
Ginevra. Categ.
I,
Mazzo VII,
n.'
19 e 20.
DI STORIA
u
PIEMONTESE
et
203
inelius
in
proventibus
el cclcris
ti
annuo
lem
valore
curitale franchisiaque
liberlalc
sive
maiori circa
civila-
ti
infra diocesim
consislenlibus
realiler et
mense
cum
quie
<(
cum
episcopo
et
pacem
et
tem ulriusque ac
cleri
el
populi
civitalis
gebcnnensis
opportunis
:
cum
.
Cosi
Duca acquisterebbe sovranit di mezza Ginevra troverebbe poi modo rebbe poca noia l'erezione di un muro
il
a
di
il
poco denaro
aver
1'
e sovrano
altra.
Che
gli
da-
quale dividesse
nisi
la citt
(f
ab una parte
dicti vici
quantum
u che
due porle
della citt
in quel
muro non
,
si
La comunione de'ciltadin
,
l'esercizio de'possessi
,
s' incrociano nelle due parti le diverse econome di governo produrranno quello che dia ragione ad acquistare ci che ora non pare onest volere. Intanto si decida dai commissari sulla prelesa che il Vescovo sostiene di dover avere nel borgo este-
che
Amedeo
di
la
Porta
San Leodegario che pure del Vescovo. Il contento il Vescovo bisognerebbe distrugger la piazza e dififormare la citt con danno del Comune e de' privati ma ne sentenzino commissari. Il visdoraalo si sopprima,
che per far
: i
Duca dimostra
onde non
sia
pi prelesto
al
di
Il
che apparterr
Vescovo.
gli
:
officiale
giustizia
il
criminale
avr
diretto
dominio
suo Ca-
e cos esiger
suoi Giti
suoi
censi
il
le
,
sue pensioni.
Gli
rimarranno
lago
e
ponte
,
n
il
altri
se
ne
po-
terr
suo prato
;
presso
il
prato e
la
e le pescagioni
Rodano
avervi
parte, nep-
OV
DICHIARAZIONE
lo slesso
i
DI
DOCUMENTI
tutte le
pure
Duca
che aftllarne
luoghi
pii
,
prodotti.
Regger e governer
{
chiese
essi
il
Ve:
scovo per
le
forliOcazioni
il
,
murorum
asserisce
ma
Io spiani affatto
libero di fab]
qualunque
non
sia castello
non
ri-
lascer
che
il
Duca
quiete
Vescovo ne turbassero
i
la
laici
permetter che
riserver
gli
ufficiali
suoi
esse
cose,
gati.
ma
Il
sempre tutto al Vescovo ed a' suoi impieVescovo e il Duca nomineranno notai per la parte a
i i
costui assegnata ed
degli atti
divisi. Il
loro
saesi-
ranno
ger
le
tra
il
Vescovo
i
Duca
:
censure e
parte
sua
il
Veo
e in tutta la diocesi
rei
preti
gli
eretici
gli
stregoni
que'
che per
li
diritto
consuetudine spettano
prii officiali;
al fro ecclesiastico e
il
arrester co'prosi
senza che
Duca minimamente
opponga, anzi
il
richiesto,
Libero
trasporto
al
rimane
et
titulo
Ve-
possesso avr
il
Duca
Vescovo
si
ex
con-
cum
dona-
vel
alias quovis
modo
annum
alioquin
proprietas
,
possesso-
rium
sii
vel
etiam in
ratur ex
dominium defertur ad episcopura nec episcopus eo quod dimittitur dicto domino duci aliquod quod
,
immobile
preti
sive
defe.
manu mortua
:
Ma
qui
impefun-
rocch soggiunsero
loca alia pia ad
dare anniversarium
capcllanias vel
ecclesie. Nunc tamen non essent tales ex quibus manus morlua ad dominum ducem deferri debe-
opus
DI
STORIA PIEMONTESE
Vescovo
di la
205
luogo infeudata
ret . Hivendica(a al
decima
,
del e
gi dal
Vescovo
al
signore
Salanova
due parti;
Vescovo
sovranit
di torri
della
parte alta
sicch
,
si
possa dal
munirla
e
e di castella a difesa
,
fornirla
il
di
si
porte per
comunicare
al
colla
parte inferiore.
Duca
quale
troverebbe prossimo
,
fiume
s'egli
in agio di offendere e
cansare le offese
la
fa
il
rimesso
si
ogni cosa
accordando
vi
ama
che per
;
esamini
avrebbe diritto
,
vedranno
di
commissari,
il
quali, se tocchi a
lui
diranno quanto
Vescovo. La
parte
di citt
assegnata al Vescovo
,
consideri
civitas refugii
dove
ognuno che voglia vivervi onesto e da borIl Duca non possa richiedere de' suoi non provi che sia reo di crimine o di delitto:
che
mutua consegna
(2)
(1).
Intanto
Amedeo
che
redditi di
titolo
la
ch'ei
prowide a'bisogni
fidelium
della
Chiesa; e
gli fosse
pur data
la
imposta pr sustentatione
hereticos
di
exercilus
contra
e
le
ad esiger
quale erano
abilitati
Cosmo
Bohemos Lorenzo
trattative
Ma
del
cambio non
I
si
finirono
il
per altro
Io riveri-
vano e onoravano
quando
di
egli
nomin
i!
nuovo
[k],
con un vaso
d'Angi,
per
quattrocento fiorini
la figliuola
e cinque anni da
III
con Lodovico
alla citt
(5).
donarono mille
imponendo
due
fiorini
E perch
V.
vedevano che
n,
(1)
fol.
Arch.
di
Corte. Bolle
Brevi. Marlinn
Mazzo XXVI
93,
38.
(2) Ibid. Col.
49
,
dell'
8 gennaio 1428.
Ginevra. Caleg. I, Mazzo VII,
n.'
2i e 22.
Hist. cit.
giasla,
la
citt
Corte. Ginevra, e. s. n. 23. Se la cifra dell'imposta avrebbe avuto SCO famiglie; circa 3200 abitanti.
206
le
DICHIARAZIONE DI DOCUMENTI
il
narono con
il
suo e stesse fermo nella libert e pi animoso a conservarsela. Francesco Versonay pi innanzi nella scienza del governar uomini intendeva che senza cultura dell' ingegno e senza
studi
i
suoi ginevrini
ricco
di
pecunia guadagnata
alla patria: scuole
maggior benefizio
lago
gratuite di
ci fece
e diede lo statuto
(2).
Chi prendesse a
tentamente
de' reali
le
esaminasse
la
at-
troverebbe
somma
diminuita d'assai e
mutala
;
in faccia a quelle
costume
e sollevato
,
il
fisco nelle
spese
che dovevano
es-
posta da
Amedeo
fu ritenuto a
cr
il 23 ottobre 1430 (3), e accettala dai Ginevrini quod pene corporales deducantur executioni per
pr
illis
Gauthier
del
costume
la
ne' cittadini e
fre-
nare
appena perdonabile
altro
s
Torinesi (4)
a' d nostri
(sebstati
Vescovo
Ginevra
e
(5),
pericolava
il
costume e l' avere delle mogli e delle domestica, la sicurt delle per-
sone
la
salute pubblica.
(1)
(2)
Gaulhier
Ibid.
Hist. cit.
(3)
(4)
'"))
di
questo Volume.
citato.
Gaulhier
DI
STORIA PIEMONTESE
dail' istruzione
207
e dalla
civile: e
quanpiutgli
mir
al
crescere sani
men
N meno
se invece
diocesi
la
lodevole sadi di
bastardo
a
di
Savoia
fondare
un convento
di
mendicanti
Stanajano
al
Losanna
(2),
coir obbligo ai
frati di
spiegare
il
popolo
Scrittura sacra
mercante ginevrino.
scritto per (iinevra
;
n altro
di-
ha lasciato
ritto
di
il
Garrone
il
il
che circa
1434
il
Duca
in
di
Savoia
:
aveva
e
sulle
lingue
Ginevra
una ricognizione
a Savoia
delle soggezioni
dovevano
quali
Duca (3). E perci che riguarda memoria che a' 20 di giugno 1432
Contea
che
di la
in
Barona
di Villars
e che
26 successivo fu
terrebbe per
stabilito:
la giurisdizione in
quel contado
1'
si
le sole
cause
prima istanza
riservato
ap
pello al
Duca
suo consiglio
(4).
Anche
lasci
memoria
di
un
20 gennaio 1423
(5)
tardo per
la citt di
gogna pretendeva
del
Ma perch
Duca
di
di
28
gennaio 1423
meno
per allora
di
farsi
ostile al
Borbone
anzi accaduto
1431
che Francesco De
la
Palud signore
di
Varembone
scalasse di
(1)
(2) (3) (4)
Gaulhier, Hisl. ras. cil. Arch. di Corte. Bolle e Brevi. Eugenio IV. Mazzo XXVI,
Ibid. Cill e Provincie. Genve. Categ. II,
n. 9;i.
Mazzo
II
,
I, n. li.
Ibld. Proloc.
Mazzo
etc.
n.'
264
267
n.
99.
Trails anciens avec la
n. 8.
(5) Ibid.
France
Mazzo Vili,
n. 4.
Mazzo
I,
208
DICHIARAZIONE
1)1
DOCUMENTI
uomini
voia
,
il
sondo il De la Palud di Borgo in Brcssa sialo di Saduca Amedeo pag diecimila scudi d'oro al Borbone
,
in soddisfazione del
danno
coi
di
si
conlenl che
e
1'
aggressore fosse
al
in
qualunque luogo
Quindi
a'24.
compagni preso
rifarsi della
(
consegnalo
Borbone
facile
riservando poi a s
rei (1).
somma
slati
giugno
1431
tulli
Francia,
il
duca
che
Amedeo
l
sproposito,
ma non
le
Ma
perocch
di
terre e le Barone di
,
Beaujeu e
Villars che
1'
Borgogna godeva
il
Amedeo
si
difendere
fu
trattato
del 1425
e richiestone
ri-
cupera
sero di
si
le
conquiste che
;
si
faces-
l dalla
facessero di
Senna apparterrebbero a Borgogna quelle che qua dovrebbero rimanere a Savoia (3).
le d'
azioni fuori
d' Italia.
Delle azioni in
di
Primamente
Santi fu
segreti
(4).
poco da dire
ignoto
molto
rettificare
nolo.
mandato
affari
a
Mi
lano
nel
consultando
Rammento che
la
Visconte
1'
decapitare
propria
moglie Beatrice
chie cill
fiorini
;
Tenda che
di
parecdi
nolo avere
Amedeo
parecchie centinaia
di
di
piccol
Milano per
Amedeo
(i)
Arch.
di Corte.
Traile's
n.
11.
(2)
Ibid. id. n.
12
13.
Arch. Camerale. Conti dei tesorieri ducali. Lib. 63. 66, 68, 71. In due volte nel 1421
fiorini
300,
,
altri
200
nel
1422
1423.
io
il
Lilla
richiesto
di
sapremmo
Un
Giancarlo abiatico
Ber-
ma
Ch' ei fosse
Tilippo Maria ?
DI
dure
alla
STORIA PIEMONTESE
il
209
babile che
Amedeo vedendo
Filippo Maria
senza
figliuoli
vo
lesse stringere
un parentado che un
d stendesse la
sua famiglia
si
i
in
facessero Fiorentini
in appresso.
Ma
vano
di eccitarlo
secondo
il
desiderio, e
il
25
di
settembre 1423
a
al
loro ser
xviiij
Antonio Salvetti.
Rice-
scrivete della
rispondiamo che
lui
vi
ci
si
par*;
che
al
duca
parlasse
possi
con assai buone ragioni rispondere che avendo noi di qua a fare la spesa di 7000 od 8000 cavalli e duemila fanti appi
che
lucti
di
!(
cegli
conviene conducere
il
il
duca
la
Savoia che
(i
maggior
di
dilibera
tenere
et
ma
s'acquista
qua
sia
degli
amici nostri
chome
sapete pe
<(
roche io Lombardia
non vogliamo avere a fare et chello stato del duca di Melano si ministra per modo che di lui non sia da temere n da avere sospetto e che del duca di
Savoia sia tucto quello
lui
saquistasse di
l ci
pare assai
impaccio a un tempo al duca di Milano lui qua per modo che in brieve tempo si debbe
la
di
l et noi di
et
pu
gli
credersi
modo che
ara caro
Che
lui
segua
qua e ogniuno
anzi
impossibile
difficile
maxime per
faleglo
la
con
laltre
ragioni
che
utili
giudicherete
rimanere
honeste
a
parranno
si
veruna.
Aspettiamo
cost
sentire da
vi
quanto abbiate
non
lui lascia
ni l
non
trover
di
perocch
sollecitati dal
duca
noi la
Anr.H.Sr. Ir.Vol.XIII.
210
rt
DiCHIAUAZIONE
con noi ara
a de
gli
il
DI
DOCUMENTI
le
|)ace
pressione
'(
altri di cui
ci
il
duca
di
Savoia
gli
spesso
quanto segue.
ricevemo
iij
Di poi
((
vostre quasi in
uno
d et
per quella
et
reca
il
nostro
famiglio
siamo
avisati di
quanto scrivete
Aspet-
tiamo da
a
voi sentire
quanto
sia poi
come
(a-
siete
((
bisogno che
rebbono poco
insieme
del
daccordargli
alla
di
materia
pi ve possibile.
vi
di
la via
rispon-
deremo
poi di nostra
,
intenlione
Le reiterate istanze
indussero
de' Fiorentini
le
Amedeo
fecero
;
prima
i
nella
il
guerra che
Fiorentini e
Veneziani
gli
onde
Vercelli al duca
Amedeo
Ma-
come
tra
un
principio di pace
:
buona
((
Amedeo
et
Qua-
liter
marcham
'<
supplicationem
contraccambium per nos datas et concessas ad quorumdam fidelium et snbditorum nostrout pretendebant ad inslanliam
civis
rum dampnificalorum
rabiiis
viri
hono-
((
Florenlie
f(
et
annuUamus ac pr
quod
cives et
revocatis
cassis
et
.
annuUalis habemus
Florentie et
ila
homines
diete civi-
talis
eorum
subdicli
quibuscumque
mcrchari
lies
morari seiornare
ac toties
et
et
quo-
sibi
placuerit
sue
fuerit
voluntalis
prout et que-
(1)
di Firenze. Classe
Distinz.
n. 29.
DI
<f
STORIA PIEMONTESE
211
madmodum
faciebaot ci facere
sentes
eorum de
loca
lenentibus quateims
civitatis
lias
Florcntie et
in
per-
Quinimo
ipsos
in et
el
super
tcrriloriis
nostris
benigne pertractent et de
In
vose-
"
fi
necessariis eorum sumptibus moderalis sibi provideant. quantum desideranl nobis compiacere quoniam sic fieri lumus el jubemus. Datura Burgi in Breysia die vigesima
Simo secundo
(1) .
II
trattato di
1426
in
composto da Manfredo
di
di
Saluzzo signore
di
di
Mulezzano, Enrico
i
quali
22
di
marzo
suoi speciali
civilates
portava
quod omnes
cum eorum
dislrictibus et pcr-
que acquirenlur
el
flumen Ticini
<f
demoncium
Alamanee cum Aste Alexandria Vogera Palea Vercellis et Novaria cum eorum dislrictibus juribus el conGnibus et pertinentiis quibuscumque ubicumque sinl et insuper civilates Mediolani el Papi si aquirentur cum earum comunitatibus dislrictibus pertinentiis
el versus monles superiores
debeant prefati
illuslris
domini
suorumque heredum el successorum. Civilates autem Laude el Grimarum ac Trecium cum suis comunitatibus dislrictibus pertincnciis el jurisdiclionibus quibuscumque
Sabaudie
f(
(<
omnes que alie terre castra et loca quelibet que sunt inlcr flumina Abdue et Ticini que non sunt a flumine Abdue citra versus Venecias cum eorum et earum comunitatibus districtibus confinibus jurisdiclionibus
Abduam
prehenderentur
omnes
Riform.
di
Firenze. Classe
XI,
Dislribuz.
IH,
0d. 4.
212
DICIIIAUAZIONE DI DOCUMENTI
citra
lam
quam
ultra
Padum
exccptis
illis
que sunt
in porcio-
nein
cr
Sabaudie
cura
eorum
ff
cumquc
dominii
si
aquirenlur sint
et esse
et
illustris
dorainus
a
M
vellet et inlrabit in
hanc uniopresentis
nem
quod
et
ligam a
conclusionis et stipulacionis
Alexandrie a Palea
aquirirelur
nenciis et jurisdiclionibus.
Insuper eciam
quod
omnes terre castra et loca que erant magnifici comitis Gar magnole sibi restituantur et libere consignentur (1) . Dopo ci Fiorentini per non perder tempo eccitarono Veneziani
i
i
no diedero incombenza
a d 18 di questo
nostro. Noi vi
prevcnemmo
rispondendo
mostrandovi
alle vostre
lettere
la consolatione et piacere
lega con lo
il-
che ancora
ci
fu grala
<i
eravamo obligati et bench nell'uno questa alteratione non dia perch conosciuto la loro justitia honest et amore verso noi alla loro volont sempre saremo conformi pure a honore nostro et reputatione .... non dudi
Vinegia
vostra in questo
assai ha
operato di
che
vi
qualunque savio
conosciamo
frutto di quello
bile
il
detto
Duca
trattare la sua
et
signoria
contro
mostrare
di
lui
della
sua
potenza
verne seguire. Il perche non solamente utile ma necessario judichiamo essere mandare ambasciadori della loro signoria
et nostri al detto
Duca mostrando
il
piacere et contentamento
(t)
Ardi,
di
Mazzo
II.
DI STORIA
a
((
PIEMONTESE
213
gate richiedere
il
gli
amici et
nemico rimuoverli
al
et che
,
eliam
bavere
lutto
in
punto che
tempo rompa
del nimico
alla
delle
trame da riduccere
et
Duca
ancora se fosse
il
utile,
di
che
il
vedere, che
et nella
marchese
lega riservatogli
un luogo
cos a
et confortarlo
che
sia
utile s
come per
dula la dispositione di
or
loro stalo
Genova che spesso ne sentiamo et il cognosciamo debole et in quella forma non potere
assai
reggere, et pare
duca
di
Savoia o
per lo
,
marchese
citt di
la
Genova far
si
il
nimico mancamento
et altre cose
che
gli
sarebbero
di
grandissimo detrimento et
la
Savoia
ma
gli
mancherebbe
le
et molti
lui quelli
renderebbe audaci
che al presente
stanno
et
alcuni seguitano
volont sue.
Et quanto pi pensiamo
in
mandata persona il perch vogliamo siate con la Signoria et narriate loro quanto vi scriviamo con quelle parole et modi che a loro pensiate sia pi grato
la utilit nella
et
maggiore
etiam inducerli
cosa,
et
questa
al
della
che
duca
di Savoia
perch
si
per
et
la
signoria
s'
se
per noi
fa
riputatione et stima
alle
cose che
mover pi
late
hanno a fare pi siate volenterosi et ferventi, et tale mandata che non farebbe rapporto o scritet sentiranno
la
la
vedranno
sua dispositione
et quello fa
apparecchi
et ordini
dovranno
essere
preparati et
214
((
DICHIARAZIONE DI DOCUMENTI
et avvertire a tutte le cose
i
potranno sollecitare
saranno
utili.
Et potrassi, inteso
et
((
occorrente
pi
utilmente et naelio
deliberare la mandata
ne avvisale sicch
concertassono
mandare per mare ordinaremo qua in su una galera a che sar apparecchiata et in ordine quando saremo certi
nel
della loro intenzione.
Et prestissimamente
di
quanto delibesi
reno
ci
dia
perfetione.
Datum
i
Florentie die 24
il
iulij
1426
a ore 24(1)
si
Indovinarono
sero
gli anin;ii
Fiorentini
ristrin-
e quella lega
)
convenuta in Firenze
il
10 d'ago-
sto successivo
si
morto
(2).
per
la
guerra contro
il
soccorso
Duca
in denari e in
guerra Vercellese,
nell'aprile 1427,
e aveva al
Ggliuol
,
suo,
,
ito in
citt
donato mantili
cinquecento
tovaglie
d'
piattelli
ed
altri vasi di
(3).
stagno
offri
fiorini
oro pel
matrimonio
La
valle d'Aosta
s'impose
di sedici
nanzi ogni
il
negalo
di
guerra
Festa consigliere di
Amedeo
dote
le
la
della Principessa
tutte
le
terre
non sospese
da
privati
sue
visite ai
pedimento della
da Comuni e
!ra'
peste. Altro
,
Caorsini e Lombardi
si
saranno
(4).
ricattati
delle
gravose
di
taglie
che
pe' loro
banchi pagavano
Toc-
carono
quel
segretario e notaio
della
cessione
di
(1)
di
Firenze. Classe
Dislribuz. Ili
Cod.4.
(2)
(3)
di Corte. Milanese.
Mazzo
II.
LXV,
fol.
62
e 104.
(4)
de' Tesorieri
ducali,
lib.
73 e 78.
DI STORIA
Vercelli e del
PIEMONTESE
(1);
215
matrimonio conchiuso
,
che forse avr consiglialo Filippo Maria i (2) condottieri delle genti di Savoia, che le guadagnarono sopra il Visconte Cavagli Alice Ropolo, Sandigliano ec. nel 1426 (3),
carlo Visconti
, ,
e proseguita la
guerra sul
merai
;
per doni
cortigiani
lombardi
dote
(4).
nulla
neppure
pagata
la
(5).
Savoia
Era da raffermare
e
Venezia
:
Firenze.
Il
contentava
ma
un
;
sperava
d
che
1'
imperatore
si
allora
e se vi doveva a discendere
,
uno speluzzamento
dall'
di
poca pecunia
niun
bene
(1)
de' Tesorieri
lib.
75.
Arch. di Corte. Proloc. de'Segr. ducali. Mazzo I , n. 392 al 420. Ardi. Cam. Comi de'Tesor. dwc. lib. 72. Pro prelio rerum ab eodem magislro Aiardo ( de Donnei dorerio burgensi Chamberiaci )
(4)
emptarum per nobilera Michaelem de Ferro thesaurarlura generaiem de mandalo domini ducis Sabaudie et per dominum nostrum ducem Sabaudie donalarum ambascialoribus iliuslris domini ducis Mediolani qui venerunt causa conlrahendi malriraonium inler iiiuslrem dominum f( ducem Mediolani et domicellam nostram Mariam fliiara domini nostri prout infra.- Et primo libravil eidem magislro Alardo dorerio pr predo duorum bacinorura argenti doralorum ponderancium viginliu nam marchias Ires uncias cum dimidia argenti ab eodem emptorura qualibet marchia predo XV n. p. p. et per dominum nostrum dona
qui
in Chrislo patri domino Archiepiscopo Mediolani venit causa supradicla - videlicet CCCXXI fi. VI d. HI qs. gross. p. p. - Libravil eidem magislro Alardo pr predo XXXVI scipho rum argenti auri ponderancium LIV march, sex uncias cum
lorum reverendissimo
dimidia argenti
te
'(
ab eodem magislro Alardo emplorum videlicet XLII march, ad racionem X fior. p. p. pr raarcha, et XII march. VII uncias cura diraid. ad racionem XI fior. p. p. pr marcha. Et quos visciphos diclas dominus nosler dux Sabaudie donavit prout infra ilem XII scidelicet XII sciphos preceplori Sancii Anlonii Mediolani phos ex supradiclis sciphis Ludovico Croio: ilem et XII sciphos eie. lohanni Francisco Galline Secrelarils domini ducis Mediolani qui ve:
fior.
IX
d. gross. p. p. .
Arch.
di
Corte.
Demanio donalivi
sunsdii.
Mazzo
n. 2.
216
DlCllIAUAZIONE 01 DOCUMENTI
l'
mava
Maria consegnava
che parlar doveva
a Lancellotto Grotti
una istruzione
(1); dal
di
di
ci
all'imperalor
di
Sigismondo
quale
avrebbe sperato
cavalli.
(
un aiuto
il
dodicimila o almeno
ottomila
Rappresentava
male
fornita di
mura sommossa da
,
mano
a Savoia
e per quella
Novara ed
in
Vercelli erano
il
cittadini in Alessandria e in
duca Amedeo stava a braccia aperte per ricevere. Alessandria poi punzecchiata dai banditi del Guasco e del Pozzo che vorrebbero rimpatriare. E il duca di Savoia
parente
Il
i
dell'
Imperatore
di
suddito
dell'
Impero,
marchese
ma
allega che
a
e che se
hanno
forti nel
menar
et
le
mani
egli vuole
confine
gros-
sam
cos in
cambio
Marchese gliene da
rebbe a
futuro rischio
proprio
danno.
Quid dicetur de
dux Sabaudie qui anhellat ad eius dominium; bine Fregosi qui continuo eam slimulant; inde nobiles de Flisco qui ipsam affligunt; inde galee Floreulinorum que
maria Januensinm circuerunl?
si
Come
mati un principe a
ut unicum
tenuto.
il
Consiglio preso
Questi
il
fu
pace
,
ma non
Onde
collegati
ritornarono alla
guerra
vi
chiamarono
socio duca di
in consulta
al
Savoia.
mettere
Florentinorum
e lui duca.
di
causa fece
titol
Positio
l
E perch potesse deliberare con giusta cognizione distendere e consegnare una relazione cui infacti
causa desidiorum
(2)
la
quale potendo
nolii^
qua e
che stanno
(1)
Ardi,
di Corte, .tlilancse.
Mazzo
II.
(2)
Ibid. id.
DI
storie nostre
STORIA PIEMONTESE
217
metto qui per intero- Anno domini millesimo quadringentesimo vigcsimo sexlo post multos tractatus et convenliones loquulus per ambascialores serenissimi domini nostri
libus iuter
mum
lercia
ducem Mediolani ex
et
Venetiorum
loquutum et tractatum cura predictis illustri duce Mediolani et illustri domino Venetiorum de sedacione differenliarum seducionum et conclusionura, mullis
differentiis inlor
ipsas
fuit
dc-
ventum,
ut
per
rclata
ambaxiatorum
dicti
domini nostri
cuiusque apparer mala voluntas dicti ducis Mediolani , volentis iominium nostrum suo posse offendere quam prius
ymo quanto
citius
inimicos
victoriam. Quibus tum non obslantibus predictus dominus dominus noster suos destinavit ilerum et iterum ambaxiatorcs
pacem
tra-
dictam regiam majestatem ipsosque dominos Veut hoc etiam sibi fuerat notiflcadiete regie
netos et
ducem Mediolani
parie
tum ex
Mediolani pr premissis et
maxime
et
prin-
causa
habendi
diclo
concordiam
cum
,
ex parte sua
domini nostri
riis
tani
et
,
ex parlibus Breissie
quam
et de
alibi
genlibus
dominiorum
dicto
omnibus variando
recedendo
,
primo ex parte
sua loquulus
toialiler
demonslravit se accordium
cum
nolle ad prefalura
dominum
nostrum respondil quod ipsum nollebat esse Iraclalorem qu9 ipsum pr amico suo non lenebat attenta eliam relationc certorum ambaxiatorum regiorum ncc non el ambaxiatorum domini nostri qui missi fucranl ad regiam majestatem pr
responsione danda super consiliis et auxiliis
regc conlra
pelilis
dicto
dicium ducem
Mediolani
per
quas relationc?
posse adim-
apparuit ipsum
218
((
DiCHlAKAZIONE Di DOCUMENTI
crani necessaria pr tunc
plerc ca quo
iii(cn(utn
pr obtinendo eius
et
((
nollcque
offendi
u
<(
per dictutu
ducem
ipsum
velie
et
ubique diclus
dominus
et
indubie quod semper haberet stalum honorem imperii ac ipsius recommissos actenlo eliam quod diclus dux Mediolani fuil certlGcatus de oblalionibus per ipsum ducem Mediolani ex quo semper erat magis animatus
tione sui slatus lenens
conlra dictum
noster
in
dominum nostrum fuit cohaclus diclus dominus mandare ambaxialoribus suis qui crani Venetis ut Iraclalu lige de qua eis fuerat loquutum Vcneliis inten,
dcrent.
Quum
ambaxialorcs vigore
ad
dicti
mandali
diete
in
lige
diclo
conclusionem
que
se
facla
concordasse
cum domino
celer
de
se
coUigando ut supra
scripsit
XIF^maij
ista
materia
fecit ipse
Rex
de
((
quam
per literas ut se
'
que
lillerc
fuerunl
ci
ipso
ipsa
durante.
"
pax inler dominum nostrum, comunilalem Florenlie ex una et ipsum ducem Mediolani ex altera que successive fuit confirmata per partcs ut de dieta pace et ratificatione constai per
Item posi
modum
doDinium Venetiarum
et
inslruraenla
e
ti
inde recepta
anno prediclo ac
presenti.
Item
facla dieta
tores suos
tenere volebat
Domino nostro cidoni nunciando quod dictam pacem verumplamen certa castra que secundum fortradere tenebatur dominio Venetiarum
,
mam
pacis
tradere
f(
nolcbal
DI
STORIA PIEMONTESE
219
sibi rao-
verat
a
'(
scripserunl Veneti
or
per suas lilleras dalas die XXVII januarii anno presenti quo dux Mediolani ruperat pacem ymo nec illam adimplere voluit secundum promissa ul in litteris prediclis conlinelur ipsum requirendo ul vigore lige clauderet passus el insurgeret coutra ipsum ducem Mediolani.
,
a die
Ilem
alias
XII
februarii.
baxialores
or
eorum amXVII mensis marlii quibus dominus nosler respondil quod semper volebat juxla debilum et honorem suum facere que per eura eranl
a Ilem successive miserunt
ipsum
et Fiorentini
cum
lilleris
credencialibus
dalis
facienda.
se velie
pacem,
et
alleram
parura rupisse,
voleos
informari
or
fredum
habenda
et
cessive ad
et suc-
vcrilalis
a
,
Mediolani
a
Ilem habuil
lilteras
comraissarii
XX
noliGcat
rcquiri ut
lileris
conlinelur.
Ilem habuit
cum
lileras
if
imperatoris de
(f
Ilem post receplionem lilerarum suorum ambaxialorum venerunl dicti arabaxialores Venelorum el Fiorentinorum ad
presentiam domini nostri qui
dicli
deffectu
ducis ul dicebatur
responsum ul
,
infra.
in-
quinte
ditionis
Thononii die XXIII maij super eo quod ambaxialorcs dominorum Veneliarum el Florenlie videlicet domini Nicolay
Gonlareno utriusque
lites
iuris docloris
requisierunt illuslrissimum
lenta
mam
mala voluntale ducis Mediolani velil secundum lige insurgere contra ipsum el claudere passus
forel
220
DICIIUKAZIONE DI DOCUMENTI
est
(alis
facla
responso
nostro
videi
dicli
per
ducis
rosponsionem
tam
et
velie
minus nostcr usque non lenebat et credebat ipsum facere ob quam causara prcfatos illustrissimus dominus noster
videns
malam
inlenlionem
dicli
ducis dispositus
si
est
facere
magnum
preiudicium actenlo
Dominus
,
noster
intendil
lanis
videlicet
in fronteriis
cialiler
et iure
mora
,
illuc
pr dieta
provvisione facicnda
ad
valcal ad ea que materia requirit tam ad clausuram passium quam ad et pr celcriori expeditione prcsenlialiler mandai cerlos barones et milites ad ordinan-
dere ulterius
dum
necessaria
Item quesierunt
au-
unum comune
quod
((
quibus
responsum dominum
primum
et
in liga et
quod
"
non
decentiam
propterea
facerent
eis dccenlius videretur faciendum . Esaminato ogni cosa primo ad esporre il suo parere fu Claudio de Saxo il quale disse quod in dieta materia dominus ligatus est tribus iuramentis secundo primo imperatori
:
que
fi
diclis
et
super
ultimo juramento se
et
pax
est
perpetua
non potest infringi per aliquam novitatem et in casu quo non Gant observata capilula papa est judex deputalus et donec feceril cognilionem dominus non debel se movere et propler hoc videtur quod dominus mittat alios ambaxialores ad papam et expeclarc eorum responsum et interim se lo,
taliler abstinere
eliam
a servatione
passium postulata
Que-
DI
sia sentenza
tutti (1). Il
altri
,
STORIA PIEMONTESE
221
con maggiori o minori prudenze fu seguila da cancelliere di Savoia Giovanni di Belforle fu cogli
ma
avvis
quod Veneti
et
si
et Fiorentini
,
speculalorii suni
,
procelatione
vel ad
con
,
suela
a
v<
responsio
re-
ciproce erga
dominum
se haberent,
,
ymo
si
contingat premissa
Il
per
d
advertendum est qualis tuoi ipsum adversarium erga dominum fides servabitur .
la
appresso fu determinata
risposta che
:
si
il
doveva dare
d
agli
al
da Umberto
di
:
Savoia
7 fu data da En-
rico di
Golombier
verificare
fatto
i
e Giovanni de
fatti
Gompeysio
dopo
s'
vansi
accaduti
gli
si
il
la
pace
poi
d'
il
Duca
fu
avrebbe
14
cos
imputasse punto
di
tal
indegno.
Ma perch
il
contentavano
risposta
fatto loro
sapere
peysio a Milano
la
per sapere se
la
Trattanto
,
20
si
chiuderebbono
milanesi
cenzierebbono.
duca
di
Savoia proseguirebbe
(2).
apparati e
provvedimenti guerreschi
Intervenne l'Imperatore, e
ai
di
dicembre
il
di
quell'anno 1427
il
Visconte e
La quale
scritta in
(1) I consiglieri
adunati erano:
Luigi
Claudio
di
Luriano, Giovanni di Saissello, Giovanni, Francesco e Luigi de Compeisio, Clavino de Clauso, Amedeo Nicodo di Creslerelio , Pietro di Menlhon , Roberto de Monlcrumuarde
veto, Giovanni
Maresciallo,
il
sire
Sant'Amor, il sire di Varambone, Giacomo de Salma sire di Noyer, il sire d'Aulanova il sire di Miolan, Pietro de Balma sire di Rupe, Giovanni Marchiandi, Urbano Ciriserio, Giovanni del Fonte, Enrico de Columberio s\re i Vufflens, Giovanni de Frcyneto, presidente il sire di Lauginio, il Balivo di Mascon, Lamberto Oddineto del Consiglio di Ciamberi il sire di Queillia, il sire il sire di Grolea,
sire di
,
,
di
Monmaggiore maresciallo
il
di
(2)
Conte Ardi,
di
di
Monlegemello maresciallo
Corte- Ciii
e
di Francia.
Provincie. }IUanese
Mazzo
'
II.
222
DICHIARAZIONE
DI
DOCUMENTI
:
i
vevasi che dopo la consegna di Vercelli a Savoia non vi si dovevano comprendere n Veneziani n Fiorentini quantunque disposti ad una pace comune. E quel medesimo di in
i
Torino
scovo
islcsso tra
legati del
Visconte
Bartolommeo
Crotti
,
arcive-
di
segretario
Filippo Maria
citt d'Asti
procuratori di Savoia
considerato che
rebbe cagione
si
se la
si
il
desse all'imperatore:
che
il
Visconte
dai
fu conve-
nuto che
Crescentino sarebbe
,
Tizzoni
(
tenuta
non
dall'
si
desse mai
farne
venir
licenza
imperatore
avanti la
:
pace universale
dispiacque
ai
Fiorentini e Veneziani
l
ma
Sa-
qua
insorgesse contro
il
Visconte sinch
guerra,
egli
nelle
gli si
commissioni date da
rimproverasse
dessero
:
Amedeo
agli
ambasciatori fu che se
il
matrimonio
ci
essendone
1*
esempi in
mune. Era un' arte fina lasciar sempre e dappertutto un motto, un segno, per aver pretesto quandochessia di romperla con
qualche apparente ragione, o scusare una infedelt, o
conclusione della pace universale
di fare
Amedeo
Papa,
al
Duca
di
Milano,
al
Doge
di Venezia
alla
Repubblica Go-
ti)
Arch.
di Corte.
Cilt e Provincie.
n.'
Asli
di
Milanese).
Mazzo IV,
4, 5, 6, 7, 8.
DI
STOHIA PIEMONTESE
,
223
:
quindi
prima a Venezia e Firenze; poi se quelli non lasciavano persuadere, mandavala al Papa. Partirono ambasciaTarantasia
,
tori l'arcivescovo di
il il
Marchiandi
Giovanni Odoneto e
segretario Bolomyer.
Il
te-
que mesi
in ragione di dieci
scudi
per ciascun
il
cavallo ogni
cancelliere;
mese:
VI
il
(XXIV
Marchiandi,
altri
ambasciata. Trovo
legali
il
17 mar-
zo 1428 ad Acquabella
il
et
il
30, e a Milano
il
un
miglio fuori porta da Gasparino Visconte da'pi notabili considel Duca quali condusserli au grand pallays de feue dame Bianche (1) qu est ung tres sollempne edifice peint en gran partie dell'armi pure di Savoia; situalo quasi nel mezzo della citt. Ebbero udienza dal Visconte a'3 di aprile, sabato santo, a XVIII ore in castello di Porta Giovia presenti il
glieri
: i
tna
le
comte Franczois
Gaspardin Vis-
conte
Palmesan
tresainte,
Esperon de Peet
Couradin di Vimarcha
Il
Franczois Barbevaze
Duca promise ogni cosa che era stata trattata nella lega universale che se anche non si voleva comprendervi il signore di Lucca Paolo Guinigi nemico acerrimo de' Fiorentini egli non s' impaccerebbe altro di Bologna ne
Loys Croi.
;
,
di
Romagna
Seguito
n
il il
di
Sicilia
che fosse
fatta.
giornale
del
Bolomyer
(4).
(5)
a Piacenza, e
dal
qual luogo
per
gli stati
salvacondotto
Duca
Che
di
(ij
mori
a'
(2)
(3) (4)
(5)
fu sposala a' 10 sellembre 1330 a Galeazzo Visconti, e 31 dicembre 1387. Era sorella di Amedeo VI. Piero de' Rossi del parmigiano , conte di San Secondo. Da Vimereato.
Arch.
di Corte. Milanese.
Mazzo
li.
la
data per
i'^bagllo
Bourg
S.
Denys.
22/*
DICHIAHAZIONK
J)l
DOCUMENTI
che lasciava
recar
loro
il
12 ricevettero
salvacondotto da
Reggio
lettera di Rolando con suo salvacondotto, che avevano chiesto, stimandolo principe troppo inferiore pure non al loro padrone, quindi si diressero a Parma (1) ov' erano
e
il
uoa graziosa
14.
A Reggio
capitarono
il
16,
ma non
il
si
fermarono perch
la
ma
si
f'
legati
il
il
18
andarono
di ap-
presso circa
ventuna
si
accostarono con
Venicr e Corraro
di
ambasciatori
loro
re-
che
tutti
sappiamo
stretta
il
tenore
il
(2).
La
lega del
H27
fra
,
Visconte e
Amedeo
Rifatto
dur.
franchigie.
Amedeo
diedele
il
il
17 luglio 1428.
:
come
ai
tempi
di
Giangaleazzo
retto da officiali
i
sempre
in
processi e
,
inquisizioni
,
che
trovavansi
aperte
altro
allora
Vercelli
gli
in
Santi
della
in Biella e in
qualunque
luogo contro
le
uomini
ed
citt e territorio di
Vercelli.
Condannate
Confermati e
di
divisioni
con minaccia
statuti
di
freno
la
peggiore.
mantenuti
;
gli
che aveva
il
citt alla
di
morte
suo
di
Giangaleazzo
sinda-
cabile
riato
notaai
rimesso
di
come
il
ne'
tempi
ai
quel Visconte
come
terre
tempi
esso
godimento
altri
Vercellesi
di quelle
Il
che
possedessero negli
in
stati
di
Amedeo.
pieno
possesso
il
vedere d'armi
Amedeo monsiappellazioni
alla
citt
gnore
cause
il
figliuolo del
;
alle
di
al
civili
alle
(1)
Sempre
in
Parma
li
Parmensis.
(2)
de!ja
\rcb
Corlo
Torino.
DI STORIA PIEMONTESE
distretto
d'
;
225
biade
,
alla
;
libert del
commercio
delle
dei vini e
ogni derrata
Era
perocch provocati
Lucca era entrato in nuova guerra e guai a lui se avesse avuto un nemico anche alle spalle. U' altra parte bisognava riaver
Bergamo
bile
e Brescia.
Ma come
senza guerra
coli'
Dunque gran
fede
a Savoia per
quieto a
faticar
patti
coi
qualcuno tribolasse
di
dava parole. Eglino volevano ad ogni modo che il Visconte alle spalle. Savoia mostrava che
ma
non
si
moveva. Tentarono
il
il
marchese
trattato del
,
Visconte
e
mente
la fede
ripromessa
1428
torn
Veneziani
contro di
lui. Il
forte
)
,
nerbo d'armati,
in Monferrato
e
di en-
Francesco Sforza
chiese protezione
altri disse
il
Piccinino
vide
di
Savoia.
Amedeo
buon tempo
il
Monferrato al suo
la
propria
patto a
mediazione
alla
pace
fu accettata
di
ma Amedeo
pose
Giangiacomo marchese
che
a'
gli
16 dicembre 1431 mand Giovanni Provana ai procuratori di Savoia Manfredo di Saluzzo e Pietro Marchiandi perch H
quanto
facevano
per
lui
,
ringraziasse di
loro
notificasse
le
fortezze
(
Duca purch
s'
che
gi
marchesato
come raccomanvoles-
come
;
proprie
del
Duca
pregasse
che
gnone
(1)
Arch.
di
(2)
Arch.
di Corte.
Mano
29
Mazzo I, \ll
n. "700.
,
n.
15.
Arcii.St. Ir.Vol.XIU.
226
DICHIARAZIONE
DI
DOCUMENTI
la terra del
pari dell'offendere
come offendevano
Savoia
gli
marchese
la
(1).
:
allra
incumbcnza
,
Andasse
i
al
;
Duca
lo
di
raccomandasse
le
lili
lui
moglie,
figliuoli
;
pregasse di Ironcare
di
di
Monferrato
con
suo
Milano
lo chiarisse
sua
prontezza
in
rimettergli Casale
all'arbitrio
,
come
ed
al
concludendo dal Saluzzo e dal Marchiandi le quali cose gi aveva imploralo per Giangiacomo lo spettabile Giovanni
de Compeisio
:
ma
invano,
che
verbo
il
di
risposta n dal
Duca n
dai procuratori
e intanto
Visconte
ad
terminazione stendesse
(f
egli l'osserverebbe e
sarebbe contento
nam
si
singularem
graciam
eidem
fore
domino
suo
marcbioni
et
faciet
bonis super-
donatum
ipsius
a
domini marchionis
quam nuUatenus
uxor
et
filli
nam
victu
non haberet
et
ipse
et filie
et
ad alium
mundi principem
recursum non
Sabaudie
(2).
il
personam pr panne
habendo
da
haberent
quam
villas
ad ipsum
Orii
et
dominum Ducem
occupate
reclamasse
Ozenie
Vischis
Intanto
il
Marchese
vieppi disperava.
al
Giangiacomo
lo
scrisse
di voler
i
il
14 questa sventura
duca Amedeo e
il
,
scongiur
sorella,
salvasse
cognato,
la
nipoti.
aggiunse
cum
ad
consorte et
alienas
in bonis nostri
thueri
quam
vestri
obventis
manus
fortasse in
futurum cum
et alienas
status incomodo
(3).
nos pati
domum
;
vestram
perche
il
pr victu querere
Inutil-
mente ancora
vano
Visconte ed
il
Amedeo
si
stringevano in-
affatto
Marchese, e a'18
di
di
dicembre scriveal
patti e riserve al
duca
Papa che
(1)
Arch.
di Corte.
n.
16.
DI
STORIA PIEMONTESE
(1).
227
Finalmente
il
Amedeo
le
viste di piegarsi
(2)
promette
15
di
aiutare
Marchese contro
del Monfer-
Milano
rato
i
e si
fa
il
Comuni
gli
quali tra
di
7 e
il
di
gennaio 1432
prestano giura-
mento
Tonone
convenne
il
:
13 febbraio oltre a ci
ohe ne scrisse
Guichenon
si
il
Marchese o
in
allo stesso
omaggio verso Savoia che tutto il resto del Monferrato, se pure non saranno concesse in feudo da altri sovrani che fatta la pace e restituito al Marchese Alba e Diano e
:
si
Amedeo, saranno
questo
il
duca
di
Savoia assister
il
quale un sovrano
vasi a Saluzzo.
al
suo vassallo
(4).
Giangiacomo raccomandail
Saluzzo spalleggiava
Marchese. Non era pi tempo che Milano continuasse le offese parte di Monferrato era stato di Savoia il resto feudo ligio
:
;
di essa.
Le
vi
a' di
15 scrive a Misolle-
lano e
citare
segretario di e restituisca
i
Amedeo per
prigionieri
che
Visconte
si
ritiri
(5).
Fi-
teme
di
Ha
caricare le
bombarde e
;
le
per assediare
le terre
li
che Savoia ha in mano. Savoia risponde che quanto ha in depoappartiene al Marchese, non ad alcuno
di loro
due; e s'egli
che Savoia
visano che
de' prigioni
vone da Santi
il
comune. Allora Milano domanda legati a trattare. Tanto ad Amedeo scrive Di18 di febbraio 1432. Saluzzo e Marchiandi av-
ma
gli
suno
(6).
Savoia
munisce
d lettere di
Giangiacomo che
(1)
(2)
(3)
(i)
Ard, di Corte, llonferralo. Mazzo XII Guichenon, Hist. GencaL, voi. II. Arch. di Corte. Monferrato. Mazzo XII,
,
n.
17.
n.
19.
21 e 22.
(6)
Ibid. id.
228
confcruiino
finire quelle
DICHIAIIAZIONK
(1."
DI
DOCUMENTI
la
maggio)
il
pace e
liti (l).
che se
v'
intromettesse
di
Veneziani,
farebbe
;
qualche cosa
diffcile
si
bene
si
muovere nulla
pose in viaggio
,
risolvette di
andare
in
persona
ad
e scnz' altro
e per ischifarc le
volse in Isvizzera.
il
Da Berna
lettera
scrisse
Amedeo
di
maggio con
admiracionem ullam
hoc ab inceptis
Dispositi
praticis concordie
enim
sumus
in
eis
firmiter
intendere
ordina-
((
musque quod
neplacitum
omnem
vestrum be-
omni
diligentia
materiam hanc prosequentur. Et nos hoc medio agemus perquiremus que nobis necessaria
firmanda. Constanler
sunt
ce
namque
honore nostro et
cum
horum quorum
consorcii
quam quod cum ulla honoris nostri macula predicta condudamus. Ad hec enim tota nostra laborat intencio hac causa
hunc laborem
da
itineris
cif
subslinemus
(2) .
dalle altre
me
gi riportate,
e che
in
partita
se
Amedeo pensava
di
di
togliersi
con quiete
Monferrato.
di
E non
piacque. Giangiacomo
da Venezia scrisse
al conte
Ginevra, Ludovico
Amedeo,
chiede
una
di
gli
perdono se
nezia
;
ha
offeso o gli
ha spiaciuto per
di
affetto e
si
cosa
gli
molte proteste
divozione
in
(3).
giugno
1432 furono
uniti
Ginevra
Candido
i
del
Visconte e
de-
(1) (2)
Arch.
di Corte.
(3) Ibid.
n.
23.
DI STORIA
putati del
PIEMONTESE
il
229
(1). Il
duca
di
Savoia
duca
di
Savoia
la
ferm
preg
Visconte di confermarla.
d
ne stesero
patti
Che
,
rimangano
e
al
Genovese
si
nominino due
fatto
arbitri a
separarle,
contenti
istanza ferrato
duchi di stare
al
loro.
Il
duca
di
Savoia ad
di
castelli di
Mon-
marchese non far altra guerra al Visconte, n li ceder a nessuno che non si obblighi a quella guarentigia. I nobili e gli altri prigionieri fatti dal marchese
per sicurt che
sotto
patti
Diano
si
restituiranno al Visconte
(2).
furono accettati
(3).
23 suc-
cessivo
SaIuzzo,che
(e lo
sia
qual capitano
dell'
sia
qual
mediatore
di
di
soddisfazione
Amedeo
Genevese
ebbe
in
premio
il
(4).
alla
sconte
diede
(5).
ed
ampli poteri
Marchese
se
ne stava
Venezia
l
sani
il
Milan
,
e di l scriveva
il
10 d'ottobre raccomandando
fervorosamente ad
moglie
Ggliuoli e
suo stato
(6).
Ma Q
e
fosse
Savoia
Filippo Maria
il
soggetto
marchese
(1)
Arch.
di Corte.
Monferrato.
II
,
Mazzo X II,
,
n.
23; e
Protocolli
Mazzo
n.
322.
n.
24
Mazzo
II
n.
(3) Ibid.
n. 24.
Mazzo Vili,
n.
23.
(5) Ibid.
Monferrato.
Mazzo XII,
,
n.
23; e Prof.
dc'Segret. Ducali.
Mazzo
II, n. 374.
(6) Ibid.
n. 26.
230
di
DICHIARAZIONE DI DOCUMENTI
,
Milano
il
marchese
ad
polcsl
Giangiacomo
riscrisse
da Venezia
il
giorno 30 dicembre
Amedeo
di
concedendogli
nuova
pi
ampia
terre
bala e
trattare
castella
fortezze e
vassalli
,
e aderenti
con ordine
;
sudditi di obbedire
ad
Amedeo come
a se ubbidivano
pace
fatto
il
tra
Venezia
lui
e nel
mar-
Fu
7 come alcuno
Bergamini,
il
ma
il
26 aprile 1433
tenuta per
1428
gare
il
duca
non
pesse
cosi
il
subitamente pubblicasse
contenuto fu fedele
il
trattato
che
il
altri
ne sa-
al
suo obbligo, e
13 maggio sped
ri-
ad Amedeo
raellessc
pregando perch
suo
(3). Il
Monferrato in possesso
il
tutto
il
doge
di
nobile
il
let-
18 giugno, per
,
le
quali
ratificare la lega
la
ma
che patto
26 giugno
le
di-
chiarasse se
pronto era a
Monferrato
terre
(4). Il
tasto
e ci che
si
non era
tra
facili di
Amedeo
il
quale astutamente
nell'atto.
di ratiil
ma non
Ma
Doge
scrsse aperto
accetti la
,
sua ra-
tifica se
non
assicuransi
marchese
il
Monferrato
di
non
lonta-
marchese
il
ratifica
ritenne
(1)
Arch.
di Corte.
(2) Ibid.
Ibid.
sumpta Chamberiaci super liga Veneciarum, Mazzo XIII, n. 4. Monferrato. M-dzio XIII, n. 3.
Delibcracio
DI STORIA
ordini del suo padrone
,
PIEMONTESE
231
delie diffe-
del
Visconte
Duca
di
Ferrara e
lui
Saluzzo.
Ferrara lo
istru della
di
,
veneta
del
di
Monferrato
del
mille cavalli
diretto
via di
Man-
quod Nicolaus Fortebrachi tamquam capitaneus generalis sacri concilii est apud Romam ad duo miliaria et super finibus Rome cepit Pontem Mollum de versus sanctam Mariam de Populo, pontem Lucanum de versus civitatera Tiburtinam et pontem Montanarum habetque secum duomilia equitum et omnes Colomnenses Sabellos et partem illorum de Ursiuis. Speraturque quod infra paucos dies erit de acordio cum Romanis de quibus habet captivos septem quadringentos omnesque ville circumqueque Romam , seu maior pars sunt de acordio cum eodem partim amore, partim timore cum non habeat resistenciam (1) . E la lettera data da Saluzzo XXV settembre 1433.
fertur
,
:
Roma
Amedeo temporeggi
castella. Il
i
tenne le
citt e le
Veneziani
l'Estense,
a Saluzzo.
A
i
Sigismondo
era
tutto nelle
Veneziani: e
a d
27
feb-
Amedeo.
sui naturali
et
preces nostras
racione
mutue
et consideracionis
tum
tiam vestram
et illustrem
et colligatum
que alias oratoribus veslris diximus quando vestra fraternitas includi voluit simul cum liga nostra in pace inter ipsam ligam et illustrem dominum ducem Mediolani Ferrarie celebrata ac propter mulet ipsi tas alias
causas rationabiles
et
(J)
n.'
.')
e 6.
232
a
DIGHIAUAZIONE
et
DI
DOCUMENTI
scsc rcdderc
terrarum
lisferrati
a
i(
que
manibus
vcslris sunt
deberet
modo
credere poteramus
quod eiusmodi
(f
oratorem nostrum
torcra
in
(f
suum
nobis
fecit
postmodum responderi
tf
Nam
,
licet
excellentia vestra
(f
((
((
amplissima
in
et
(1), lamen nomine vestro nobis data indubia spes quod redeunte prefato domino
et
a nostro
((
marchione
aliis
domum suam
a
((
quam
tum circa resuorum quum in omnibus res nobis gratas ipsumque taliter tractaret et nos possemus merito contentari et ob eam
veslra fraternitas
et
credidimus quod
omnia
quod
loca
illa
quam
((
etiam considerate
dominus Dux Mediolani omnia loca domini marchionis que vigente guerra in eius potestate devenerant per pacem libere restituere promisit nec insuper videbatur, ncque videtur honestum quod unus
illustris
a
ce
rimis
tati
aliis
vestre
fraterni-
tam per
quam
tionem.
Quum
autem nunc pr
fraternitatem
quo
in-
ce
rerum
nostris conceptibus
corresponilla
a
osi
naturali
amore que ad ipsum illustrem dominum marchionem cognatum vestrum eiusque consortem sororem rehumantate
et
fi)
di
queslo Volume.
DI STORIA
(( ,
PIEMONTESE
233
stram eiusque Glios quos proprios reputare potestis vos habere non dubitamus ac pr gloriosa et immortali fama
vestra placeal ipsas terras et suas
ce
jam
et
diclo
ipsumque
stalum
si
reintegrare sicut
dudum speravimus
vos
;
speramus. Et
et
vos
alia
sincerilas
fraterna
benevolenza
nam
ex hoc
vestra fraternitas
faciet
et
nobis
ad eius boet
reddet nos
viceversa
promptissimos
paratos.
(f
Verum
si
non
fiet
tum
eie. (1)
tazioni di
l'evesque, e dai
il
quale voleva
proprie mani
a Savoia
,
lerre di Monferrato,
uditi in fine
il
come
il
imperiali depositale
onde
Duca ed
Marchese pronuncie(2),
commossero
rendere
a
,
il
duca Amedeo.
certi
patti
le
Ma
Propose
e ne
a'
di
con
qua dal Po
chiam
marchese da Esle
(li
12
di luglio
comporre il il marchese
chi
Monferrato che gi era tornalo a Casale aderiva alla scelta Quelle mene durarono assai
taceva.
:
dell' arbitro.
intanto
aveva
fatto chiasso
Amedeo prov
ingiuriosa
allora a dolersi
col
Fo
scari
per
le
ch
che
minaccia: e perci
e
di
gli
scrisse
questo dislacco
fece
avvisati
Fiorentini
di
(3).
Il
Foscari
la
che
non
voleva
dargli
gli
nessuna ragione
rispose
promulgare
che
fine di quel
suo debito
r8
di ottobre:
la richiesta del
posloch
Vene-
come appariva da
,
lettere
Arch.
di
Corte. Monferrato.
Mazzo XIII
n. 1.
(2)
Ibid. n. 7.
Tutta
questa narrazione
fia
parecchie circostanze
Arch.
di
ARcn. St.
Voi. Xlll.
30
234. di lui a
DICHIARAZIONE
Saluzzo
,
DI
DOCUMENTI
;
e di Saluzzo al
la
Da-Esle
lettera del
27 febbraio
cerlifl-
cava che non erano slate scritte con intenzione di fargli dispiacere, e neppure per dirgli che scandali sarebbero nati in causa
di
Venezia
In che
ma
in
dispiacere di essa
(1).
modo camminassero
che
che
Savoia
(
suo governo
di Vercelli
mandamento
di Biella (2) e
procurato
di ripopolare, allettando
,
che
la
donazione
fattagli
comprendeva
periorit che le
di divertire
1'
competeva
oltre la Sesia
;
alveo del
,
Oume
e perocch
,
Vercellesi possede-
vano Palcstro
vallone
taglia
dotti
,
Curione, Borgaro
,
Vilate
Caselino
li
Casal-
questo duca
e
li
esent da ogni
i
pro-
di
a quel
modo che
di
conducono
in
frutti delle
(4).
terre che
le
posseg-
poich
piene
cure
del regno questo stesso anno cheremo di volo alcune azioni di lui per le parti di Piemonte e lo seguiremo poi al suo partito. Luogo importante dello stato era Nizza che rendeva il soGrivrano signore marino e uomini da tenersi amici erano
Amedeo
perch aveva occupato alcune terre in Provenza pertinenti al e i Grimaldi conte di Savoia ; ma si erano rabboniti gli animi
,
Amedeo maggiormente
quando
(1)
Ardi,
di
Corte. Monferrato.
Mazzo XIII,
,
n. 8.
Mazzo
I, n.
1.
voi.
(3) Ibld.
(i)
Ibirt,
2, pag. 227.
n.'
ruta
Prnvincie.
Vercelli.
Mazzo
II,
S e 6.
DI STORIA
(li
PIEMONTESE
di prestare
235
Massoins
Villar
Malauscna
omaggio
pagare
Ludovico Griuialdi di Boglio per le convenzioni del 1400. E difalto quel barone serv poi tanto fedelmente e l'enil conte che n'ebbe mille fiorini d'oro di piccol peso, piombo fiteusi delle miniere d'oro, d'argento, rame, stagno
i
diritti
feudali a
decima
del
de' minerali
Nizzardi erano
i
stati
malcontenti
governo
di
Savoia, specialmente
nobili, presi di
i
mira
dal governatore
moriva
i
figliuoli.
manifestava
desiderio
che
il
Duca aveva
di
nobili e
ricchi di quella citt e de' paesi circostanti per timore di s delle famiglie loro uscivano di patria colle fortune. Il popolo
a cui
mancavano
le
ricchezze imperversava;
ma
era niente:
il
frutto
loro fatiche.
Divent
cura
l'
civitatis Nicie
,
An-
lis
comunitatis
Thenearum
et
Sigale,
in
le
Roche Steroni
Il
aliarum universitatum
rum
patria provincia
calore
a
loro ragioni.
eorum
satisfacere
victum
et
vestitum sed
et
requirere
artes
exercere
quibussuam inopem
accord quanto
si
ma
domandava e
(2)
a'
di
fecene
patente decreto
per cui
Nizzardi respirarono.
(1)
Arch.
Due,
n. 6.
voi.
e 382.
(2) Ibid.
236
DICHIAKAZIONE
DI
DOCUMENTI
al
dominio
cario, e primo fu
Piemonte
citt.
San Dalmazzo
rappresentare
armi e
cavalli
le valse
il
capitano
dell'
incendio in
unum ex
sunt
eis
)
omnia
bestie et
;
omnia
di
alia victualia
manil
mezzi
)
di
far soldati
1424'
so
non attendevano
,
vendemmie sarebbe ito ogni cosa in perdizione. Duca ma il Duca non bad molto alle ragioni loro ed ordin che mezzo Torino andasse alla guerra onde Torinesi non potendo altro chiamarono a guardia delle porte
zioni e alle
Fu
ricorso al
uomini
di
Ma
seminazioui
le loro
dell'
anno
l
appresso
il
sostanze
e presentare al ca-
pitano generale
di
era allora
Giovanni
di
Montelupello signore
loro ragioni.
Le port Matteo
Raviola coraggiosamente
dell'
(
e
al
suo signore.
)
A nuove domande
,
che
il
ma
Duca
il
i
pose
in
arresto
prigioni
di
li
fece deliberare su ci di
Onde
ad
risolvetsi
concedesse loro
di presentarsi
Amedeo
il
per
fargli intendere
giusto
il
Ma
per
la
guerra
di
San Dalmazzo, e
del
provvedere un
a venire in
la
donativo ad
Amedeo
,
figliuolo
si
Duca prossimo
l'
Torino
poi subito
(2).
soddisfacesse
imposta per
guerra
di
Vercelli
tolta la gabella
(1) V. la
(2)
noia seguente.
di
Torino.
lift.
LXIV.
DI
!utlo
il
STORIA PIEMONTESE
pagava
per
237
l'Universit degli
Piemonte
;
mantenere
sludi (1)
ma
il
monte
diritti
minacciava di seguire.
il
22 mag
criminale sopra
signori di
Truffarello e
il
Comune
di
venderla a chicchessia
,
od unirla a
e perdonati
,
della
demolizione della
citt
vano disgustato
rinesi conosciuto
Duca.
To-
fosse stato
danno che sarebbe loro caduto se portato fuori non avessero prestamente
il
il
Studio
con un
mutuo
scomposta
la
trama
coloro
(3).
Il
Duca
Torinesi fossero
meno
sue misure.
in s
il
Ma perocch
egli
ci
governo.
di
andava suscitando chi proponesse riforme di statuti e di Ed ecco nel 1428 che si crea in Torino un consiglio
per
gli
trentadue membri
affari a
,
minori
di
sessanta pei
mezzani
(
venti
dai
otto di ogni
minore, rinnovata
di
dal
Consiglio
maggiore
la
quarta parte
bito ai popolari di
rientrare avanti
ai
notabili
(1)
Arch.
di
voi.
l3,fol. 33.
133.
Torino. Liber Consiliorum
,
di
voi.
LXiV,
fol.
ultimo.
238
DICHIARAZIONE DI DOCUMENTI
di affittare
diritto di vendita, di
cambio
o di balzello
sei
ebbe facolt
di
eleggersi
mesi,
come
come
due
che devono
mesi
credenza maggiore
de' popolari
la
loro
d'
conti
ogni tre
presenza
di
minori
ogni quartiere.
La credenza minore
Dora
,
ebbe anche
cura
Po
e della
delle strade,
provvedere
,
e pagare
il
campari
il
il
maestro
di
massaro grammatica
,
medico del Comune, e gli altri dipendenti dalla citt. E per conseguenza ordinano che niuno possa ricusare di essere consigliere
;
santadue consiglieri
dal vicario del
due Chiavari
,
nobili e
,
due popolani
cherici
eletti
i
Duca
otto custodi
cit-
comuni
dopo molte
obbligati
alle
fortificazioni della
(1),
approvate da
Amedeo; ma Amedeo aggiunse che presieda citt col vicario un sindaco (2); poi a' k
(
al consiglio della
sia per
sempre
affidato ai
(3).
publicae civitatis
alle richieste, e
Cos
si
assicurava di trovare
meno impacci
;
i
cittadini
meno
parlare.
di
A
tadini
questi
mali minacciava
venir
compagna
,
la peste. I
cit-
rammentavano quella
si
del
1421
in
cui
frate
Oddoneto
e nella
il
maravigliosa piet
nell' assistere e
curare
disfatti.
,
Impauriti dall'udire
com'essa serpeggiasse
(1425) tutti gli
nei
in
si
dintorni
confinarono primamente
,
Ebrei
una
eziandio pel
al
di
scoprissero
usureggiavano
(1)
ultimo e
Arch. della Citt di Torino. Lber fol. 335 al 341 dello Statuto.
Consiliorum,
voi.
LXIV
fol.
LXVI,
118.
fol.
2.
LIX,
fol.
83 e 92.
DI STORIA
PIEMONTESE
;
230
di
un bianchetto
giorni
(1)
per fiorino
poi
To-
rino da otto
di
!e
si
misero guardie
alle
non lasciar passare nissuno che per munirsi di bolletta per e prendere un sol pas[o se provenisse da pacst> merci
, ;
sano
impedito
il
infettOo
la citt
non
aliqua persona
de Thau
ali
rino
vel
i(
al-
quamcumque
de
eam
E pare che
di
osservasse scrupolosamente
altra
notizia.
comando perch
molto vigore
governo.
ci-
peste
non
fu
Era segno
di
di
di
vile
natura e
E
le
certo
menti
animi
de' Piemontesi
perocch appunto
questi tempi
cittadini di
loro maggiori.
progressi
rimasta accennata
scorta
intenzione sua
come
gi
dissi.
Sulla sua
notai all'anno
1391 come
si
favoriva
che
si
univano
in
in
promuovere
panno
di
lui
meglio
la
manifattura.
Ma
allora che la
le
,
Lom
di
pezze
ricercatissime per
la
Torino ap
drappi
signori vestivano di
Fiandra o
di
opere straniere.
istabilirsi a
Torino
di
gennaio 1427; e
26
di
gliore accordo
Giacomo
Giovanni
(1)
Il
<il
fiorino.
voi.
LXIII,
LXIV
LXVl
ii40
DICHIAKAZIONE DI DOCUMENTI
mercanti e fabbricanti
in
di
Cornagli
sero di stabilirsi
bligassero al
rino
e
Torino. Furono
e
alla citt di
;
patti
Che eglino
anni
se
si
ob-
Duca
in
Tone
di
fabbricarvi
i
panno
,
ne
uscirne
non
loro
,
uscissero
cittadini
con obbligo
Comune darebbe
anni
in
due
donerias e
(juel
un paraforium
loro
e per
essi
dimorassero
Torino coll'arle;
florini
,
provvederebbe
(jualtro anni
alloggio o darebbe
dieci
ne
per tre
anni.
Indi a
per tutto
Amedeo, che voleva mettere mano in lutto e da chiam davanti s in Pinerolo duos ambaxiatores
comunitale in ea
arte
pr
licir
(li
qualibet
adunanza
febbraio,
si
deliberasse
statuto
dalla
fece, e
d'uno statuto per l'arte stessa. Lo Antonio di Gorzano sindaco di Torino tornato
riferi la
bisogna alla
citt.
Il
esaminassero
quello
ed
sapienti lo riformarono.
Fu
provazione
il
delle
mutazioni
e delle aggiunte
all'
perci
nella
che
uopo gissero
Duca
stati (1).
Amedeo
Provincie
furono strumento
assolutismo del
alla volont
Duca
sua che
li
Amedeo
;
sen-
potente e conosceva
le
perci con-
cedeva
forme antiche
stali
di
governo,
,
la
sostanza
negava seb
fin
per fare
s'
tutto da s e
non convocare n
regno.
I
altri
,
che
Comuni patirono
assai
ma
perch
cittadini
acqui-
il
San Tome
annotava
gli
statuti
tra
(1)
Arch.
di Citt.
Libcr Consiliomm
vo\,
LXV
LXVl.
DI STORIA
stesi
il
PIEMONTESE
di
241
gli
,
vecchi di
1433(1), Torino
pi vecchi
,
Pinerolo (2),
d'Aosta
anche pi
libro
,
(3)
del Pariaggio
il
Cou-
memoria
del senatore
spedita nel
una Planchamp vice-balivo di quella ducea 15 gennaio 1716 poi una storia cronologica MS. di
ed
,
quella citt
quali
cavata dagli
archivii camerali
la dignit
in
Torino
(4)
alle
fa-
di
pari nativa
nelle
di
miglie,
che
la
originava dai
conti
ai
Sa-
non erano
ai
soggetti
giudici
n obbligati
privati e
il
ad obbedire
alle
diventavano
quali
,
giudicabili
,
udienze
nelle
ognuno taceva. Di quelle udienze volle il San Tommaso fare un estratto e per documento della sua storia pubblicarlo non come una cosa nuova ma come tale che rettificava il gi narralo da altri. Io non defrauder della sostanza sua curiosi trascrivendo quelle sole parti dell'atto che non si potrebbero senza danno della esattezza storica epilogare. Nell'anno 1430 a' 16 di agosto Amesedendo
conte
, i
deo VIII
Ciablese e
duca
di
Savoia
si
sull'
d'Aosta
valle
ivi
Aostana
per
riti
le
forme
consuete.
Dorm la notte in Ginevra quindi volse ad Anne^y in cui dimor sino al mercordi 23 e il d appresso cen ad Ugina in una casa del nobile Amedeo di Cresterello suo consigliere e maggiordomo domini Cuinii, et in crastinum fuit diejovisvigesima quarta mensis predicti. Ree te tendens porr exit usque ad
ruppem
Ciiinii
transitumque
fecit
causa
morbum
d
ibidem tunc
loco
giunse lo stesso
ad civitatem Munsterii
e
ed
vanni Bertrandi
sped Pietro
arcivescovo
di
Tarantasia
e
da
quel
luogo
de
Ayma
(1) (2)
Guido Giordani
fortezze
del territorio
Arch.
di
Mazzo
n.
1.
Ibid. id.
I,
,
n.
n.
1
13.
bis
ri.
.S
17. 31
ARCH. Sx.
XML
2V2
])CIIiARAZIONE Di
,
DOCUMENTI
nel
territorio
supcriore d'Aosta
e Rodolfo
do
Ugonc Bcrirand
inferiore
,
di
Perosa per
il
perch quando
Duca
recava
aveva
il
diritto di
tempo
eh' ei
far guardare dalle genti sue forti per tutto dimorava nella provincia sicuro cos dalle re;
sistenze baronali
la
giustizia.
di
,
Il
il duca libero il querelare de' soggetti franca 25 ad Ayma pranz in casa di Urbano Boncto
, ,
signor
Rupeforte
che per
Savoia
tale
venuta
gli
doveva certum
affragium)
dentc e
cancellier di
,
Colombicr
di
Sire
di
,
VufQens e
ciamberlano
Glarens
,
blardo balivo
di
Savoia
altri
no-
bili
e scudieri
di
e consiglieri
e ufficiali
e la notte dorm in
San Maurizio
dehent
eidem domino
Ugna
ed
et
ivi
cuteUium pure fu
montem
da Ber;
Duino consignori
pranz poi
:
di
Valle
d'
Isero
e dordi
il
Piemonte in
villa
Tullie
pranzo
dalle
buone
fatto
in custodia
di
dall'Amblardo
Tommaso
;
Castelario separava a
ivi
,
Moriacum
moglie. Ivi
ed
riscosse dai
lire
Comuni
viennesi
come per
la
diritto di fodro
il
dugenlo
luned 28
ricevette let-
quali dicevano
Au due
Seigneur nous nous recommandons vous si tres-humblement que plus pouvons et vous plaise savoir que aujourduy nous avons
trouv en ceste cit dAuste messires
face de Challant les seigneurs
le
de
Nu
de
Saint Martin
leysser en
et
expedir
et
les clef et
les
avons
requis
dicts clef et
les
dites possessions et
queilx
DI STORIA
nous ont repondu que selon
teresses se
PIEMONTESE
costume de
la valle
2^^3
les
dAuste fran-
chises et libertes ils ne sont point tenuz despedir les dictes for-
non moyent
oii
leur devoir
estre fait
par
puissance
moys
appres
que vous
soient adjugees.
tre
Et pourtant
ils
le
debuter ani-
par eulx
vous pour avoir remede car nous avons fait lencontre deulx
protestation solennees de
nostre tres-redoubt
et interest
pour quoy
non
et
seigneur plaise
commancer
et
il
nous
seroit
gentilz
hommes pour
les dictes
ordonner en
le
les
envoyer encontinant
i
etc.
Non
Pari e
Nonpari d'Aosla
mandarono
Duca un legato per avere permesso di venirlo ad incontrare e fargli omaggio al quale alto non potrebbero
,
alla
venuta
al
di
lui.
Per
che
Amedeo comand
le
al sire di
il
Condro e
Bertrand
di
sospendere
et
28 a predicto
loco Moriaci
venit
invitatus
dominum
Castel
di
et
opua
di
lente receptus
giunse
il
la sera
ad
Lo incontrarono
Conte
Sarro
il
Vescovo Oggerio
il
Francesco
Valeisia
,
Challand
de Valeisia,
di
Boniil
facio di Challant
sire di
Amedeo
Michele e Bartolino
Nusy
,
il
nonpari
lo
nobili
piemontesi
che
accompagna-
citt
dove
giunse
Duomo
,
Vescovo e
vi
Vescovato a cui
diresse col
dei nobili
maggior parte
244
pari
lulla
li
DICHIARAZIONE DI DOCUMENTI
e
la
nonpari.
Salile
le scale
entralo
in
camera conged
servitori,
lo
appresso
il
Vescovo
in
nome
di
Amedeo pubblic
neralis et per
in
domnum
mane
teneri consuevit in
libet rcddi
domo
episcopali prope
Et a domino teneri consuevit. que concilium appellalur eisdem diebus bora none in curia oflcialatus per deputatos a domino teneri solel . consiglieri Continuo presenti all' udienza del Duca lutti suoi uffiziali ordinarli, costumer, segretari, commissari, e e tra questi ultimi Rodolfo figlio del marnotai co' testimoni
chese di Monferrato.
In
scagno
alliori
a parte civilatis
juxta
murum
transversalem circa
medium
,
sedebit prefalus
Ducatu
in solio.
rainus Franciscus
Comes Challandi
(
et
dominus Bonifacius de
)
Chalanl
dominus Fernicii
sedcbunt
dignit.
a
Terniaci ?
dicti scagni
di
parte sinistra
l'
signori
maggiore
Incominci
Savoia Giovanni
di
Duca
alla citt
d'Aosta pr iusticia tenenda facienda accipienda et reddenda a chiunque e per chiunque ne volesse e ne bisognasse, e fu sein pari d'Aosta guita chiamando singolarmente per nome quali presenza del procuratore della valle, Rondela Calinio,
i ,
un per uno ad evangelia Dei sancta super femore dextro ipsius apposita per quemlibet ipsorum tacta magiurarono
di
consigliare
gnizione di qualunque
cercasse.
cosa
il
Duca
quelle
udienze
li
ri-
DI
Indi quattro cose
i
STORIA PIEMONTESE
i i
245
nobili di
omaggi e debbono soddisfare fra otto d sotto pena di essere astretti e puniti. Chiunque sappia esistere qualche ragguardevole diritto
spettante,
impose il Duca. Tutti pari, e nonpari qualunque sorta e popolani che sono debitori di fedelt, placiti, usi, mutamenti, servit, o tributi li
i
ma
ignorato,
al
Duca,
in
lo
al
Duca. Se rimanga
mano
di
cum
suis
hostagiamentis
ritti
di,
riconobbe
dichiarato
che
la
consegna
di
cita;
che
Valle
non
si
doveva
omaggio a nessuno eccetto che al duca di Savoia; che qualunque feudatario non si presenti e non dia omaggio delle sue terre al Duca nel termine preflsso perda il feudo che qualunque
, ;
pari abbia
niuno da
le
tale
esimere
si
che
donne non
quantunque
;
di
riconosceva di
si
purch non
ai
mari-
tempi d'Ai-
mone),
del
di
fu in fine con-
fermato che
di
pieno diritto
Duca
il
Pro-
Duca
stesso
si
potesse scrutinare
Ed
ivi di
pa-
ci) I
consuetudinari erano
Sclopis, Slor.
deWanl.
legisl.
del
influenti.
Ved
24C
DICHIARAZIONE DI DOCUMENTI
fu
discusso somdagli
eletti
mariamente
del Duca.
nelle
altre
udienze
(1)
presiedute
Da
cure
di
regno
e disgustato del
delle
della
morte
della
un
di
lasciasse
dominare
Pure
dall' idea
mondo
e vivere eremita.
rattere gotico
Corte. Aosta. Mazzo III, un voi. cartaceo ms. In caminuto di fol. 106. Se giova alla nomenclatura della topografla antica e alla storia dei Pari d'Aosta trascrivo nomi de' pari che consegnarono le fortezze.
(1)
Arch.
di
Giovanni del Castellar pel forte di Thuile; Ibleto Sarion per le fortezze di Enlraives e Cormajcur; Antonio, e Pietro, Tomaso, Michele zio e nipoti Arlod per le torri di Morgex; Pietro de Cours per Cours; Giovanetta vedova di Giovanni d'Avise pe'flgli proprii Giovanni seniore, Giovanni iuniore, Rolelo, Ibleto, Luigi, Pietro e Bonifacio per
Pari.
di le castella di
Tomaso
Luigi
figlio
d'
Ibleto SaVille-
riod
pel
castello
la torre di
neuvc; Umberto de Saint-Pierre per s e per Margherita figlia di Giovanni de Castellard e Giovanni di Saint-Pierre suoi nipoti pel castelli e
le
fortezze
;
di
Sainl-Pierre
la
torre di
Sariod
figlio
Ludovica vedova
et
di
Amedeo
di
de Grassan Amedeo de la Planl per la fortezza di Pianta Monlagni pel castello di Sarr; Claudio Vaudan per la fortezza d'4os(a Pietro Blancard e Guglielmo Bernard a nome proprio e di Francesca sua moglie pel forte di Vallesia; Antonia vedova di Vincenzo Relliart per la fortezza de la Tour neuve Pietro Boza per la casa di Valdon; altro Antonio Montagni per la torre della Trinit; Nicoletto Malaquin per s ed una sorella per la fortezza di Gignod Aimoneto Boza per la fortezza della Torre Esiroubles Pietro di Giacomo Nus pel castello di Nus Francesco di Challant per la met del castello d' Ussol
de la Tour
Antonio
di
la
de Valaise pel loro castello 'Arnaud; Antonio di Ponte San Martino suo castello di Point- Saint-Martin ; Bonifazio di Challant pel suo
castello di Jcnis, e
di Bressogne.
nuovamente un Antonio
di
Montagni
per
la
forma
un volume
di
Anche
il
Mazzo
II
di
Bolomier
fol. 9.
DI STORIA
questo scritto in parecchi
nione
e
il
PIEMONTESE
storici. 11
247
rigetta l'opi-
Guichenon
di
Eugenio Papa
disse
in certe predizioni di
un astrologo. La ragione allegata dallo storico ripugnante, in non essendo stato eletto papa che cinque sostanza questa
:
anni da poi
il
suo
ritiro
Quasi
gli
fosse decoro
mostrarsi
quella
risoluzioni.
ritirarsi
vera
notizia,
ma
s'ei voleva
mondo perch non rinunciava al ducato? perch anzi il riteneva (come vedremo) ? anzi, perch se n'occupava sebbene
dismessa
la dignit e fatto
papa
papato seppero
gli
dessero
il
papato;
ma
perch
Tommaso
;
pur non mentiva non fu pienamente creduto mentre altri aggiungeva che lo aiut poi mirabilmente il duca di Milano
il
si
doleva che
,
il
e che egli
malamente operava
e
levatolo
alto e
non datogli
modo
yo gli
ritirarsi a
lungi
:
dallo
strepito di Corte
Amedeo
affett
gran zelo
religione
in
conciossiach lasciando
li
chiamava
del
Ripaglia e sontuosamente
prima
1413
regal
il
inquisitore
perch
Amedeo
in
recompensacione laboris
et
rum
erronearum conclusionum
,
blasphcmias
et
malediciones
dicti libri
iudeorum ob quas
fuerunt combu-
(1)
di
Corte
di
Torino.
248
sii (1) .
DICHIARAZIONE DI DOCUYIENTI
N
a dire
cazione
buoni studi
mancarono
conciossiach trovo
di
Ferro, tesoriere
Savoia, tra
di-
in francese, le Stoil
Romani
de'
Cartaginesi,
il
il
Tesoro,
Libro
di
nove
antichi filosofi,
e d'
libro di
Dante
Francia
Seneca
di cento
libris
et
Lombardia,
dove
in francese,
{
le
singolarit questa
IMemontc
pochissimi
studiavano
lettere
fiorini
piccol peso
istoriis de latino in
gallicum
gallico in
latinum trasferendel
al
dis
(2).
egli
intendesse le opinioni
suo tempo,
che
si
opponevano
suo ingrandimento dovr conchiuderc che tanto zelo non veniva tutto da religione e eh' ei non era uomo da lasciarsi so,
Guichenon.
che
potrei
aggiungere, per
gli fosse
le
indagini
,
felici
del
caduto in animo
siccome osserv
tre suoi
Cibrario
(3)
di
21 luglio 1416
ad stipendia
armis
armandi
solvendi victualibus
,
et aliis
il
17 set-
Re
di
Fran-
viaggio che
(4)
;
il
empris de [aire
au
saint Sepulcre
,
Duca non fu
Savoia avail
tanto caldo da
altro
,
ducati per
gli
mezzo
di
prima
Piemonte per
la
morte
d'Acaia
mantenne
del proprio
Parigi persone
ad erudirsi
(1) (2)
de' Tesar,
due. Lib.
S9
71
76.
(3)
in nota.
(4)
2." ediz.di
Fontana
voi. II
p,
17
(5)
Lib, Oi.
DI
STORIA PIEMONTESE
249
nelle scienze (1); e fece dal pittore Gregorio Boni suo familiare
di
Giarail
quella
d'
Altacomba
(2)
degnamente stipendi
(3),
medico
maestro Dionigi
ogni
fuori
,
industria
e procu-
us perch
GiamNyon e in Torino (anni 1421, 1424, 1426, 1427, 1430) creato un intendente delle zecche di qua
stato; postone zecche in Ivrea, in
,
in villa
tra
volle nel
1428
che se vendere
comprare o cambiare si avesse, ninno commerciasse che per sua moneta di Savoia o per buoni scudi e buoni forini d'Italia;
utpote bonos ducatos lohannnos florentinos
, ,
,
et florenos
de ca-
mera bonosque florenos pape regine Alemagnie ad debitum valorem et equivalenciam boni auri ;
cevere e
tonos
il
et
Aragonum
il
proib
ri-
mal rispondente
al
valore
la
attribuito; e
appena
toller
il
villionc. Poi,
avvegnach
sua
moneta era dagli speculatori raccolta e mandata fuori, e non vedeva altra moneta in casa che la straniera fece coniare il
Ducato savoino di peso e titolo uguale al fiorino di Venezia Genova e Firenze, e cassando la tariffa del 24 maggio 1427, ne
,
il
13 d'ottobre 1433;
ed ordin
quindi che
di
(iiacorao Doverlo da
zecca
pagasse
ai
mercanii
per ciascuna
marca
d'
maestro generale
che
si
anche un
non da
terzo di
lasciare
Al che
lutto
munire d'artigliere le sue castella che tanto pi ne bisognavano quanto maggiormente reprimeva le libert de' sudditi, e come a fondere cannoni, e colobrine e altre artigliere metalliche nominasse dall'eremo maestro un
a
come pensasse
alemanno
a que' d noto e
famoso
(5).
(1) Arci).
Cam.
(4)
Arch.
di
Corte.
dalla
250
DICIIIAKAZIONK DI DOCUMENTI
Queste cure non sono certamente
d'
uomo
n
stanco di regno
e
ne
d'
uomo
le azioni
molle
concitate
statuti
e sostenute da
Amedeo sinoaque'di
,
meno
ritir
gli
si
a Ripaglia
lago
di
Ginevra lontano uu
vi
di
secolo,
quantunque
lurore d'empier
il
di frali
suo Monistcro
regolari
di
alla
Madonna
San Maurizio
e diedclo a quin-
dici
Sant'Agostino
vestili
del monistero di
colla
monaci
alla ce-
che
Amedeo,
il
mona-
dando un equivalente
ecclesia-
stabilimento
stici (1).
il
a'
di
giugno mandato
,
Vescovo
e
di
Ginevra
che poi
il
n' di
ebbe
la
conservazione
alla
(2).
E
di
quella ceri-
monia avvenne
chese
di
10
{
settembre
presenza
la
Amedeo
la
principessa d'Acaia e
di
fidanzala al
mar-
Monferrato)
(3).
gentiluomini
fece a que'
Quindi
monaci obbligo
l'
perpetuo accesi
e
aitar
maggiore
della
chiesa
diede loro
dugento
fiorini di piccol
peso.
le
non era
finita
il
nis.
Amedeo innocenlc
monls. Kipaille
, .
p.
Monod
il
Mazzo
e
Ili dei
RcguUers de
l dcs
(2) ibid.
Bolle r Brevi.
CMi
DI
STORIA PIEMONTESE
di
251
falli
i
Duca
di
Savoia
,
coi figliuoli
aveva
la
spesa di diciannove,
il
Duca
rinuncierebbe
al credito
opere che
rimanevano
(1).
adunque
il
il
Duca Amedeo un
giardinolto
la
somma
di diecimila fiorini
peso
Il
(2)
scelti sette
compagni, nominato
decano
vi
ridusse.
di
,
de' principali
prelati e cavalieri
e salilo in trono
si
chiamato
innanzi a s
il
ritirava dal
mondo,
alla
il
stali,
nominando
Poi dategli
Contea
istruzioni di
congresso
e
sei
nuove stanze. La
di
dimane
bussy,
Chevelet
ed Enrico di
croce
che por-
Lamagna; si misero in capo un berretto rosso, e sei coprirono con un cappuccio grigio dal becchetto lungo un piede; e presero in mano un bastone liscio e ritorto (3).
imperatori
di
non consentisse
et
avere
,
in
tavola
et
pomagrana, kabrolas
capones
[k).
orengias
alia
pernice s
faysanos
Da
militare.
Reguliers
eie.
Ripaille, n. 7.
,
fol.
227.
Arch.
Arcli.
Cam, Conti
82.
252
DICIUAKAZIONE
J)I
DOr.UMENTI
S HILuogotenenza
di
Ludovico.
Osserva Gaulhicr
tero
i
elio di
questa risoluzione
il
di
Amedeo
godei
Duca non avesse rinuncialo lo stalo e il luogotenente dimorasse quasi sempre a Thonon diretto dal padre, dall' una parte era cessata la smania di acquistare
Ginevrini, perch sebbene
<i
dall'altra rimesso
il
risoluzione di
Amedeo
sontuosit a
Thonon
fu per
gli
economa
spese
e voglia di accu-
si
papato.
,
Vedremo
a suo luogo
rimangano per
la
pro-
mal cuore
al
la
rinunciasse.
Venezia fu presentata
i
Diceva che
sasse
della
Veneziani erano
lega e avessevi
finalmente
aderito
ma
l'
che non
Veneziani
mai
non
avevano
si ri-
offeso
e se egli
chiamasse;
ma
fuori, senz'altro,
il
aveva soscrtlo
I
foglio a' d
14 ottobre 1434
di
;
Veneziani
lettera
que' lamenti
dn
fe-
una
Fiorentini
quale poi ne
cero avvisalo
lettera
((
Duca
il
Illustris
amice karis-
Simo.
Recepimus
honestis
vestre
celsiludinis
querimoniam
((
quamdam
slrem
dominum comuuem
valde
sero.
Cum
etenim
(1)
Arcb.
i44 gi citata.
1)1
STORIA PIEMONTESE
die ultima julii
253
non prius
((
scripte
fuissenl
Thononi
tamen
quam
(.(
presentate.
veri fratres,
Ac subinde
of-
ad tollendam
qua
vel tennis
remediis
properantes confestim ad
ipsum illustrem dominum ducem Venetiarum scripsimus. Hoc enim necessarium esse videbalur cuni vestras rationes litterasque audivissemus iliius quoque perquirere atque audire
velie.
((
Et
sic
oslenderc
tamquam medii et utrique parti pariter fideliter mentem utquc opinionem noslram
igitur
affecli
valereillustri
mus. Nos
tale
ab ipso
domino et fratre nostro carissimo duce Venetiarum habuimus responsum ut valde in mente atque animo nostro fuerimus serenati. Scribit enim nobis quod licet multis rationibus sibi viderelur honestum ut domino Marchioni Montisfcrrati per vestram Excellentiam terrarum et castrorum illorura fierel restilutio et ad hunc finem per ipsum diligentia penes vestram excelsiludinem sit adhibita, tamen vos pr coUigato habuisse semper et habere velie. Et ita scripsisse ex tunc
,
Marcbonibus Estensi
et
te
nationis vestre
tamquam
colligati
per
eum
jam que
modo
leda-
Nam
non
verba quidem
si
illa
domino Marchioni Monlisferdubitandum esset ne scandala et inconvenienlia orirentur que et vobis et illi fortasse displicere possent et esse molesta certificat nos idem dominus dux non
prefato
rati
restitutio
ex inde posse
aliunde que sibi
oriri
non quidem a se aut sui causa sed displicuissent. Nos igitur excellentissime do,
mine hec
inlelligentes
in
ilio
eum
ani-
mum
erga vos
communi
vice
fratre
esse debet.
bene\olum
fraternum
animum
254
DICHIARAZIONE DI DOCUMENTI
Gratias vero agitnus
((
fuerint communicare nobiscum dignata sit. Rcspondentes quod nos quoque perfeclo animo ac sincera volunlale in colligalionc et amicitia una vobiscuna et cuni ipso illustri domino duce Venetiarum
hccqualiacumque
optimum animum
et disposi-
dimus
(1) .
Ma
tutti
questi discorsi
volevano muovere
Duca
a rendere giustizia al
s
Marchese quantunque
il
sapessero
stsse
il
Visconti ed
Amedeo,
di
nella quale
primo sarebbe
il
stato tentato a
promettere
chiarire
alti
il
aiutar
l'altro a combattere
Monferrato.
il
Glo toccando
della
numero
seconda parte
e che ho a bella
posta taciuti
perch
essi tutti
di
portano
l'indicazione gi avvertita.
n.
Archivi
Camerali, o
Sul finir d'aprile 1434 Emanuele Sicco segretario di Filippo Maria Visconte comunic al suo signore una lettera di Savoia per cui sapesse che Saluzzo Manfredo maresciallo di Savoia e il
segretario Bolomier sarebbero
affari di stato
iti
Visconte
lieto
ne
scrive a Savoia
4 maggio e
fa ressa
ch'ei
li
quale do-
piacere di
13 avvis che
che
il
Saluzzo gi prendeva
la via del
sio, e
Savoia,
Giunsero
difatto in
Milano
il
(1)
Riformag.
Firenze, Classe
X,
n. 31.
DI
a
STORIA PIEMONTESE
255
Primo portandi ligam per dominum Franciscum de Tho dominum nostrum ducem atlributam una cum liltera dominio Venelorum dircela
matis minulatam,potestalemque eisdcm per
et
recommendaciones
in lalibus op-
portunas esplicare
affectus
((
suum
conservare
dominum ducem inducendo ad mutuas donaciones in loto vcl Que si locum habere non possinl ve uiendo ad formam diete lige proni ad commodum et securita
tem
prefati
(f
dum. Et per
remissio-
nem
terrilorii
Cillierie si
aliorum
que
videbuntur exquirenda.
dominum impendendo
tractabitur
bono modo tendant ut domina duchissa congruencius tractctur et auxilium pr hoc anno differatur maxime ut hoc medio
reduci aut alias
flecti
valeat
et
securitates
in
fulurum resipicatur
a promissis.
nostro noliGcelur
((
Rebus autem usque ad conclusionem practicatis domino anlcquam congludatur. Dum autem domino nostro visura fuerit ad concludendum premictatur litem Vcnetis habita
tamcn prius
termino
concludendi.
Si obtineri posset ex liga nomine domini per dominum comitem Gebennensera fieret dominus noster hoc magis acceptum haberet quara postquam opporteret per ipsum dominum nostrum confirmari.
ci
ci
Si subsdiura
f(
noster tara super expensis sustentis quara pr regina subslinendis. Ubi antera hoc faciendo
magna commoditas
offerretur
domin( notificctur.
'i5(i
DIClllAKA/lONE DI DOCUMENTI
((
Si
Jc
el
Appena
<;opia
silea.
scavalcali
all'
una
lellcra del
dell' 11
Visconte ostilmente
oper contro
Savoia
di
di
prender
1'
armi
avvisa
in
i
duca
Milano.
Amedeo
come
se
di
nulla sapessero di
quel dispaccio;
ma
di star sull'accorto
usare
di
quando venisse
con qual
E i legali che sanno uomo abbiano a trattare, ordiscono tra loro il da farsi man mano secondo le circostanze. Fu lunga faccenda ma degna
essere nota in ogni sua parte: perci seguendo
il
di
giornale
condotta.
come
fu e
il
con quali
giorno
artifizi
L' udienza
ai
Savoiardi fu data
di la
mercord due
parola al Pre-
e questi
disse al
Amedeo
quanto
si
parlato lo
Duca per ninna ambizione avere scorso anno di mutue donazioni, ma per si,
stalo
Io
di
Milano che
gli
sta
cuore
piacer
proprio, che
il
suo e
da
farsi
il
duca
di
al
duca
di Milano.
Perci
essi
pregavano
Duca
di
voler
destinare
gli
stali
delle
due
parli.
hiis esse valde
Duca
moslrans se ex
contentus
maxime
de dissolucione
Venelorum
si
'(
t(
temebuntur.
leresse quia
Et
vult in:
omnimodo ipsam
nomin suoi
gli sostitu
Guar-
niero da Castiglione
d stesso si
accontarono
legati delle
due
parti
gli
uni
le
commissioni
gli altri
per udire
Di
STOUIA PIEMONTESE
;
257
in sero che
Grotti
il
successivo,
,
gi
gli
ambasciatori
di
il
chiese
del
Duca ebbe
le
poi
gran
che poneva
i
il
suo padrone e
astuzie
colle
quali
si
sostenevano
Savoiardi.
Gominci
il
Grotti la mattina
come privata persona al Bolomier, e come privato gli spieg ad quid mutua donacio petebatur commodumque quod afferre 'poterai et alia motiva quibus ipse pocius ad hec quam nos cio lui Bolomier che parla
del venerd a parlare
questi similmente
compagni
pure
,
l'
ingordigia di Sa-
voia:
se fosse
curava
gnuoli
,
l'Italia
non avrebbe
,
n Spa-
n Tedeschi
altri
stranieri
mai
ma
quello
al
che
il
ricevette
come
privato
rifer
quale ufficiale
Duca
il
Duca mandllo
lasciata stare la
che
gli
donazione mutua
aprissero
la
sembrava esosa
gli
come
tale
inchiesta
Grotti in
ammalato
il
erano sicuri,
i
contro
Veneziani e
le
esporre per ci
proprii
si
proposte cose in
buon tempo
e se
non
gli
d' altro
che fosse
di
signore, alla
desidera di
casa e
ai
sudditi
Savoia
il
nel
resto
giovarsi. Partito e
al
tornalo
il
Grotti
li
fu
conchiuso
che
la
dimane entrerebbero
Duca
quale
voleva a colloquio.
al
Entrarono
Duca, e
Veneti
ri-
scusarono
di
non poter
i
altro dire:
che lo consigliavano
non
se
aiuti
da Savoia
,
fornito
e se la donazione
Il
proposizione
258
lolla
DlCniAUAZIONK
donazione,
rimise ad
la luna era in segno
le
DI
DOCUMENTI
il ;
allro di
riparlare,
perch
in
(|uelIo
non buono
marted manderebbe a
sirnificarc
Il
sue intenzioni.
il
se
avevano pi
via
scnz' altro
la dichiarassero.
Ma
essi
la
Per
la
casa
trattasse di
desse
speranza
di
prole
consenlo
MUTUA DONAZIONE
stato: assegnasse in
Ja difesa
;
denaro o
l'aiuto necessario
per
e fermasse la cosa in
Il
fosse movibile
in futuro.
Crolli Gnilo
il
desinare
ringraziando per
tura a
lui
cara
e disse
che
il
alla
Duchessa sarebbe
;
fatto
anche
richiesto
,
della
donazione mutua o
milanesi
duca
di
non ammise
circond
sue stanze
s
e
:
di spie
che
il
pensiero
lei
molto re-
ricercasse dili,
gentemente
la
coscienza
(1).
il
facesse consapevole
Ma
donazione mutua
forse perch
non conclusa
volle!]
udire
pi
offer
ridursi
ad una
istituzione: al
i
Amedeo
;
18)
non osando
,
lasi
per Monferrato
marchese e del
terri-
chiamasse
in castello e
ex corde par
(1)
XX,
pag.
999 e 1000 D, E.
Giulini
Slor. di Milano.
DI
les
STOKIA PlSiMONTESE
et
259
raisons sa plaisance
sans
l'csaspere?'.
,
Ma
quelle erano
prendevano
gli
affari di
Viterbo
Onde
legati se
ne stancavano e sarebbero
loro e x\medeo
se la
Duchessa
manifestavano
loro
per
le
mutue
i!
donazioni
. Costretti
n
se
la
pace co'Venetrovasse
perci
non
offendere
Monferrato
modo
e fosse necessit
vi s'
indurrebbe;
ma
ci
guerra che
ed egli
il
duca
di
Savoia non
si
Veneti
contentassero
che
gli
pareva impossibile
qual-
1* ultimo del mese incalzando que' di Savoia ( perch aderisse a far guerra al Monferrato e gliene velavano Filippo insospettilo di qualche ingiustizia il duca io ragioni
]
,
fece chiedere
che
si
spiegassero: poi
il
primo
di
luglio promise
Monferrato
fosse
qual
collegato
suo, e che
non r aiuterebbe se
guerra con Amedeo. Trattanlo Amedeo ricevette lettera di Sigismondo Imperatore che richiedeva le terre di Monferrato per giudicarne corno similmente ne aveva scritto al marchese il 10 di giugno con
in
, :
questo esordio
te
ad manus
illustris
consanguinei nostri
castris et locis dominio et plurimas ex civitatibus terris marchionalui supposilis quod crcdidimus lune fuisse factum, cum quo in ut illas servares ab incursibus ducis Mediolani
,
Postmoduni audivimus super dictis terris castris locis te ad aliqua pacla cum prefato duce Sabaudie illicita et privativa non parum baronie marchionalus
Montisferrali
et valde molesto
2G0
(f
DICHIARAZIONE
DI
DOCUMENTI
dobueras quod super
libi
lulimus quoniauj
dicli
fncile intclligorc
terris
ncquaquani
juramenlo
derogatoria
licitum full
el
fidclitalis
nobis facto
ad
alia
hujusmodi
parie
a ai
juribus
dicti
insciis et irrequisilis
pervenire
(1) .
il
commissari
ma
avvis
stringere la conclusione.
("astiglione
Ma
Visconte n
capellano
vece di
Franchino spedito in
fuit
cum uno
era
al
romano qui
non fecero
cum
luned 5 luglio
Crotti che
i
raccomandarono
in
li
sbrigasse.
nel
a
mezzo tempo,
che
Amedeo
,
spingeva
di
suoi commissari
il
marchese
la
Amedeo
a
voleva che
lui
,
il
marchese
di
Monferrato donasse
il
marchesato
,
Ggliuolo
e a questo
la
passo
e
;
non negando
il
dona-
marchese
di
Ferrara
oppose tostamente
Amedeo
,
che
non voleva
;
ordin che
di
ambasciatori
Vercelli
Da-Estc
si
racconci a
di
con
Amedeo;
calda istanza ad
lo
date in
tutto
,
che
e del
le
Po
figliuolo
primogenito
marchese padre e
deliber per
il
restituirgli
terre depositate.
si
la
donazione
ma
Che
di
fosse e in
Bolomicr.
Die decimatercia
jullij
(I)
Arclh
di Corte,
Moferralo.
Mazzo XIII.
DI
STORIA PIEMONTESE
rcraitlere in
261
quoti
dominus suus
vices
tucionis
habenlis
descederc contingcret sino liberis masculis legilimis seu naluralibus uni ex liberis domini nostri (Amedei) quem pater
a cligere
a
ci
Aslense
Parmam
et
Parmense Placenciam
et
Placentinum
Derihonam Alexandriam et generaliter quidquid habet ultra Padum cxceplis hiis que sunt de comitalu Papi ita lamen quod dominus contra Veoelos guerra veniente condignum prestet auxilium, cui respondimus quod domini nostri intencionis est quod bastardi nequaquam includautur cum hoc
sibi
racionabiliter
semper
sit
expressum
quello
Il
che fu dal
Visconte accordato.
Non era
tutto
mulinato
i
in
suo capo;
di
ma
era gi mollo
il
Ogni cosa
finito,
commissari
di
Savoia presero
17
di luglio
commiato, e con
promessa
Amedeo
di
(2).
molta amorevolezza
Savoia
fu dagli
il
come
dipinto.
lungherie
Duchessa per
quale non
si
e a
cui
veva dunque ad
Amedeo non
Amedeo
volesse
sue cure
lei
sola
avere dimenticata.
Il
consiglio di
a'
19 di agosto chiamali
all'
udienza
il
Marchiandi e
il
Bolomier
riconfermassero la donazione e la riducessero in atto distraesed ottenessero affatto il Visconte dalla lega coi Veneziani
;
sero che
Madama
fosse
Onalmenle ricevuta
in Castello,
,
avesse
e ordin
che
commissari (Pietro Beiami e Amedeo de Cresterello) andassero presso il marchese di Monferrato per sapere in che
altri
consistessero
le cose
che
il
marchese era
disposto di fare
in
(1)
V.
la
p.
237.
era
parlilo
il
(2) Saluzzo
di
Giorn.
del Bolomier.
262
DICHIAIIAZIONE DI DOCUMENTI
favore di Savoia. Le due ambascere si troverebbero ad Ivrea: Bolomicr prescalercbbc lettres de creance en leurs personnes
mon
dit seigneur le
filz;
marquis Madame
la
Marquise
et
Jean
monsigneur leur
chiandi.
Alcuno storico
di
Monferrato scrisse
che
il
figliuolo del
marchese era
Savoia, a cui
sin dal
il
mese
di luglio in
affari
mano
di
Ludovico
di
mandalo
si
e da cui pi
trasse
e da quella
il
prigionia
argo-
mento
il
della umiliazione a
che
marchese
Savoia.
Ma
di quell'atto
del consi;
glio.
il
Ai 5 di settembre
il
,
commissari
s'
incontrarono in Ivrea
di
7 Bolomier e
Guido Torello
Castiglione
,
Franchino e Guarncrio da
udienza dal Duca
si
appresso
lieta
i
Romagna,
commissari
posero
gli affari
lasciati a
forma
di
mezzo nella prima ambascera e presentarono la un atto che si stenderebbe per ufficio di notaio onde
la
assicurare
da Milano
,
Crescentiuo
sui
Monaco
citt
che
Savoia
avrebbe voluto distrutta e che permetteva esistesse purch guardata da capitano che giurasse fede al governatore di Nizza. Filippo Maria irresoluto prese
tempo
a conchiudere. Disse
buono
queir atto
dicendo
ma
mand
Lancelloto Crolli
dominum suum
;
solacii
causa
accessisse
meraviglie;
Savoiardi
non ebbero a bene questa sortila. D' introdurre la Duchessa in Castello non accettarono. Pareva loro ignominioso introdurla e postoch di celato, o quando il Duca non vi era a riceverla
;
il
18 Crolli
domanda
e
i
servatori della
Papa
i
Duca
Fi-
DI
STORIA PIEMONTESE
,
263
e ricevesse in
la
Duchessa.
Indugiava
doli a
il
commissari invitan-
segnare
Ma
commissari
se
ma
che
egli
piacere. Frattanto
il
,
consiglio
Francesco
Luigi da Sanseverino
Guido To-
sarebbe distaccato
di cui
da'
Veneziani
per
e
timore di
non avendo
Aggiunvenisse
soldati
Romagna non
sarebbero
il
vuole esporre
che
gli
esiziali.
gesse lo Spina
egli stesso
Visconte
egli
mani
sul
intesi
Vangelo;
col
che
essi
Consiglio
del
Duca sopra
che
il
re d'Aragona se
il
Veneziani
il
e che
21
flssato dagli
senza
cui
Visconte
col Piccinino
munito
che
la et
lega
si
mensis octobris
et electa;
Duca
e ringraziante.
Ed
,
accompagnarono il tesoriere con lettere al Conte di Ginevra al marchese di Saluzzo, al Cancelliere di Savoia Giovanni di Beaufort, al Bastardo di Savoia signore di Montaigny, e al Duca
Amedeo.
Filippo Maria avrebbe
voluto
,
col
lungheggiare
di
condurre
,
Amedeo
dare.
a qualche
favore
fermo dentro s
ricevere
non
da
si
Ma Amedeo
addietro a nessuno.
Visconte prima
domand che
;
la lega
ma
di
,
seltant' anni
poi
che
tra lui
cia: risposero
commissari che ne
scriverebbero
al
loro
si-
264
giiorc
ira
il il
DICIIIAUAZIONE DI DOCUMENTI
quale forse non polrebbc far altro che favorirne una
i
non po-
rex etiam propter distantiam ipsam de regno, nec Duce regnum ; etiam ex ipsa liga sequeretur quod ille qui ultimo guerram haberet triplici servicia impenderat
antequam ex ea
liga
comoda
sei
il
Visconte
domand per
mesi
o in terre pagherebbe
la spesa. I
i
sando
la
spesa mensile
li
quarantamila scudi
il
Amedeo
lor
si-
gnore non
i
magnum augmentum
cosa voleva
;
suum dependere
e a lui
modo qualche
offici
od
non
7 d'ottobre a 16 ore
consiglieri
,
di
cortigiani e
XVIII
i
aquinees
consorte
e la ricevette
Alla
qual
cerimonia
commissari
al
non
assistettero
per
Duca
alla
sua
villa
il
sabato 9 di quel
incominciati, e di
mese e
sari
gli affari
il
Crolli present ai
di
commis-
una nota
Monferrato a
l
non
ed
marchese Carrone
i
nomi quai
li
de'
MSS. da
lui lasciale.
:
Casirum Taioli tenuto da Giannanlonio Spinola i commissari di Savoia avere il Duca acquistalo la preminenza che gi era di Genova e col consenso e l'aiuto del marchese di Monferrato islosso e di Teramo Adorno col quale
Richiedevasi
|)cl
quale allegavano
Castrum Casinaschi
sciuto, dicevano
et
ma
il
era incastello
DI
STORIA PIEMONTESE
domanda
il
265
chiesto dice Sala
Caslrum Masimini dei Marchesi di Ceva, voia, ma non perseverato a chiedersi perch
giusta.
in-
Castrum Spigini
di
et
Grane
luogo
Trinchi non
;
si
Conte
Palleri che
si
tengono da GaMurbelli
et
la
guerra a Sa-
loci
et
Corrado e Odonino
; i
quali rimasero
come
Spighino in virt
ferrato.
marchese
di
Mon-
Castrum
del
retto e ritenuto
dicono
commissari
di
Savoia
per volont
si
Comune
Castra
et
restituisse
alle colui
mani.
loca Novelli, Montisfortis
,
Moncey
sive Castelleti
cum
nel
1428 abbia
fatto
aderenza
gli
al
marchese
i
di
che non
attenne
patti dell'accordo.
Castrum
fatta
et
si
tiene sciolto,
merc che
Castra
et
loca
Mayrane Malvecini
et
rochele Spigini et
in
cum
feudo da Giovanni
Quarta pars
Item castrum
et locus
Monfosse
il
nova.
Due
parti possiede
Giovanni e
Scarampi.
arch.st.It. Voi.
xm.
3i
26G
Castra
Sanimi,
allora
i
DICHIARAZIONE
et
DI
DOCUMENTI
Montis Alti, Bubii, Vismarum, che appartenevano a Giorgiuo Scarampi niorto, rimangono obbligali pel luogo di Vinchio. Colui
consoni Antonio e Giacomo, e Ggliuoli sette di Luigi Scarampi sono feudatari dell'Astense per altre terre, ma non per
;
esse, aderenti a
il
1430.
Castra
et
et loca
Sancte
ldie, Montisbarcarii,
Monasterii
Boxice
et
certorum aliorum
del Car-
professate in feudo di
Savoia da Gian
Bartolommeo
Castano
cui
fatta
i
Mon-
Marchese
nel
;
1428
e per
anni dodici
finiti
feudo
natura sua
di
feudo e retrofeudo.
Castrum
lora
et locus
morto da poco, e di Bartolommeo e fratelli, nipoti di esso Manfredo; e che Savoia riteneva a se perch sebbene Manfredo
:
ed
il
fratello
Mon-
Castrum
dai Gutuerii.
et locus
Castrum
et
locus
Consobraldi dato
ai
Pelletta
dal vescovo
Castrum
et
di
Savoia
hanno infeudato
un
loro amico.
;
castello et locus
Monbaldonum dell'Astense preso e ripreso Carchenarum preso dagli stessi Feudi di Marco e consorti del Carrello.
Castrum
Castrum
et
il
avanti
la
guerra.
locus
(
Sancte Victorie
dicono sempre
i
et
PoUendi
)
del vescovo
al
d'Asti
raccomandati
commissari
duca
di
DI STORIA
Savoia,
del
tolti
PIEMONTESE
il
267
ad Antonio de Porris
pi fatta
Savoia.
Volte, Baroli,
Castra
et
Morre,
Novearum, Seralongc,
Paletti d'Alba, e
luoghi tenuti gi da
Vittore
poich que'
tali
comandazione.
Il
il
luogo
di
Trezzo e quel
di Pleia chiesti
i
a Savoia,
passato
tempo
luoghi e
le castella di
di
Gocconate
altro
richiedevano.
si
Le
1'
uno o V
luogo
di
riferite chiariscono
sempre meglio
il
le
intenzioni
riguardo
al
alla
commissari
il
trattato di
lega.
Finalmente venne
14 ottobre e
la
lega fu
;
concordala
il
quale ricevuti
il
la ratific e
giur
il
giorno 17
li
giorno dopo ne
Nizza,
partirono
il
lieti
la citt di
porto di Villafranca e
la
altri
luoghi
di
vano
Monaco
ai
quale aveva
governatore
al diretto
di
dominio
Savoia;
cohando
a parte superiori a
Rugia Nova
de Cicida
magnum
et
super strala
carbonarie
ab ipso ponte
ad
seu fossatum
lacum seu
stagnum Rebucci
et inde
per
268
((
DICHIARAZIONE
Gamcrrc
[)l
DOCUMENTI
ad lacum seu sia
ol
t'ossatum ad flumen
et
gnum
Brearole
(il
ad aquatn
mulinari
et sic
pr
pontcm mulinari
in predicluni
il
: proibito
di divergere
Gume
Ver-
mura
colerebbe
celli
il
conceduto
ai cittadini e ai villici di
Onium
Paleslri
ad solvendum
alias
quomodolibet arceanlur
ac possessionum
taleas focagia
terrarum
rructuumque
proveniendorum aliquas
aut alia onera per nos vel nostros imposita seu imposterum
<f
per dictos
impune conduci ad
Vercellarum
complemento
. E ci tutto per forma e 2 dicembre 1427 con patto che la e le parti nominino fra due mesi
collegati che
di essa
la
Con che
in sostanza confessavano
che
in
la
forza
il
il
non giustiflcava
d
possesso.
Amedeo giur
di
Ripaglia
di
di Belforte,
Bastardo
di
cancelliere Giovanni
Saluzzo, Pietro
Marchiandi
Nicodo
Montone
venti
di
Umberto
i
di
Glerens: quindi
confederali; ascol,
giuramenti
delle sci
da
parte viscontea
e ricevere le
credenze
1
dominio
di
Filippo Maria.
,
confederali di Savoia
il
furono
il
re di Francia
;
il
Delfino
di
lo
Vienna e
re di Sicilia serenissimi
il
duca
gli
di
Borgogna
i
Comunit
lelli
di
aderenti
fradi
Masserano
e altre
l'
Papa;
riconobbe
di
Milano
di
come dipendente
cesco
dall'Astigiano.
- De'
consiglieri e capitani
,
il
conte Frane
Sforza?), Luigi
da
Sanseverino
Guido
Cristoforo
Veyla, Be-
DI
rardioo de la Garde,
STORIA PIEMONTESE
Erasmo
2(50
Nicol Guerreri, Oldrado da Lampugnano, Franchino e GuarLuigi e Lanccllotto Grotti Gianfrancesco nerio da Castiglione
, ,
Gallina, e Urbano de lacopi. Diedero sicurt di difesa e di aiuto Novara, Alessandria e Genova. le citt di Milano, Pavia, Lodi
,
o de Vegiis
fa ricevuto da Amedeo
al in
Pinerolo a cui fu
il
23.
Nomin
conte
di
re d'Aragona e la rcginji
il
, i
duca
di
Fiandra
gli
uomini
di
il
di
conti di
Tenda
gli
il
marchesi
Cocconate
signore
,
il
vescovo d'Asti
Percevallo
di
e de Vischis
il
v('-
scovo
di
Trento,
il
Galeazzo e Carlo
,
Niccol Fortebracci
,
Ettore
Manfredi,
Bernardino degli
Ubaldini
,
Galeotto di Pietramala,
,
Luigi Dalverme
e
Giovanni e
di
Giberto
, i
Conti
di
CorPietro
Comes Totimburgi
,
Comes Maci
figliuoli
i
Aspur
figliuoli di
, i
Giovanni de Sacco,
fratelli de
Artho,
Giovanni Talliano
il
nobili
,
marchese Malaspina
da Novello
d'
,
Francesco Barbavara
del
Corrado e Condi
i
sorti
nobili
Carretto
marchesi
Ceva e
nobili
que'
Incisa
nobili
da Coconate
signore
,
non marchesi
Santa Vittoria
Gutuerii
le
nobili
famiglie
di
i
di Savoia
Boleri
Vi-
schi e
Vescovo
di
il
Ginevra
cancel-
conte di Challand
il
,
tesoriere,
Colomberio, Saxo,
:
Marchiandi
il
Pietro dj
di
Bolomier
quali
,
capitani
marchese
,
Humbertus dominus Manfredus il sire di Miolano, quello di Monmaggiore, Niccol di Mentone, il signore di Bariaclo da Acqui Giovanni Gampesio il sire di Coudr e quello dj Dyvone. Delle citt del duca Amedeo il Vegeva scelse Vercelli,
, ,
270
DICHIARAZIONE DI DOCUMENTI
Pinerolo,
Ivrea, Torino,
Ginevra e (]iamber, e
Malet e
II
vi
si
rec a
riceverne le credenze.
A mezzo
a che
fare
febbraio 1435
il
per
que' giuramenti.
viaggi a
Trallanto
di
Monferrato a Torino:
il
10
di
gennaio a Ludovico
le
pro-
messe date
al
duca Amedeo: ci
bastasse; a
Torino certo
:
ivi
erano
e commissari con
pieni
poteri
d'
concludesse
con loro
(1).
Il
oc-
di e notte
che non
si
formino conventi
in
Monferrato
se
mai
,
se ne fac-
sappiatelo ed
non
vi
vobis faciam persolvi et reslitui, e poco poi temendo che le genti di Sanseverino invadessero qualche parte importante gli ripeteva exploratores diligentes tenea:
exbursetis que ad
plenum
tis
sumpti-
hus circa hec nequaquam parcendo de quibus vobis condigne faciam satisferi (2). E per verit non era vana premura perch
,
a'
di
fretta
da
et
Ponlcstura che
genti di Milano
assalirono
locis
loca
Caliani
Tougi
e corsero
multos prisonieros
e fecero
ruine
d'
dintorni
onde
il
il
fesa. Si
scus
Visconte di
il
che
il
marchese e
leghe
Cgiiuolo
paci
gli
ac-
cordi delle
e delie
e perch
gnato
al principe di
Piemonte
secondo
Montecalvo
suo del 27 gennaio allora scorso. Nel quale al VII capo era scritto che della dote della marchesa non si cercasse pi altro
, :
(e noi sappiamo
come
fosse
assegnata,
scorciala,
ridotta
(1)
Arch.
di
Cor. Monferrato.
Mazzo Xll
n. 24.
Mazzo XIII.
DI
niente
)
STORIA PIEMONTESE
le
271
quartiere
spese del
de' soldati.
il
poco pi era l'essere cacciato dal marchesato. Conciossiach oltre all'essere privato di Chivasso, Settimo, Begna , Azeglio, Brandizzo e dell'abazia Fruttuariense cui
quel trattato
,
si
e sentenza
del Visconte
e oltre al
non avere
dal
smembrare
altri
qua
Po, e
con quaranta
Tanaro e
Imperatore
ma
da Savoia
e giurargli fedelt ed
Amaro
cipe
;
fu ai
,
e tanto
non ve
li
avesse obbligati.
N
il
di
Monferrato;
ma
(1).
altres
in
suo vivente
o per opera
de'successori
Fortuna
amato e riverito per bont e amabilit di regno, che molto di bene sostanziale procur a' suoi sudditi, e pi ne avrebbe loro procurato se non lo avesse continuo travagliato quell'ambizioso signore. Il quale si vantava ne' suoi decreti mansueto clemente, umanissimo, e avrebbe steso ben lungi le mani
senz' altro riguardo
lui fortunati
;
se
altri
,
come
lui
ambiziosi
pi
di
,
meno
la
ricchi
via.
per ci pi risoluti
ed
arrisicati
non
gli
tagliavano
Vedemmo
sollecitava Filippo
perch instituisse successor suo ne' possedimenti suoi il duca di Savoia un figliuolo e se non tutto ottenne molta parte
,
,
d' intento
(2).
memorie
:
raccolte dal
sotto
il
San Tomdi
maso non
Thonon
altro di quella
faccenda
di
ma
lega
giorno 12
seguito
di
un
trattato
di
segreta
in
primogenito
Monferrato e Ludovico
Savoia
(1)
(2)
Arch.
di Cor.
ii.
10;
al
XV,
n. 12.
V. pag. 260-61.
272
DICUIAKAZIONE
un
di in
1)1
DOCUMENTI
il
pensiero
di
qualche
modo
figliuoli
unire a
Milano e
le altre
citt del
Visconte.
Convennero que'due
de' genitori
che sarebbe
in facolt loro e
la
se
il
duca
tutti
di
gli
Milano muoia
stati di lui
,
si
as-
e per far
guerra
patto
;
ai
Veneziani e
le citt
che
,
di
Lodi,
Como,
,
Cremona
signana
,
Crema
e tutti
Alessandria
e tutti
il
i
Tortona
Valenza
Bas-
Piacenza
;
Parma
Asti e
a Monferrato
meno
il
a Savoia da cui
marchese
i
di
Ferrara, a quel
Mantova, e a qualch'altro,
,
quali
se aiutassero avrebbero
,
nel
Cremasco nel Parmigiano e nel Piacentino. E quel trattato fatto ad Dei omnipotentis laudem libertatis ecclesiasticae propagationemSAcm romani imperh exaltationem justitie cultum et veniam perpetuam Lombardie quietem venne approvato dal marchese di Monferrato e dagli altri figliuoli il d 11 dicembre
l'anno istesso
(1).
Amedeo
assicurava
si
Nizza
da' nemici
in-
colla
pace
di
,
Monferrato
se quieto /osse
:
Ma
in
dentro non era quiete e Amedeo la volle. I cittadini divisi maggiori e minori contrastavano acerbamente sul modo delle
i
magistrati adunanze, sui dazi e sulle gabelle, suU' eleggere debiti de! Comune e sulla imposisul pagare e gli officiali
, i
gli
animi inasprivano
de'
sangui ingrossa-
Amedeo
,
sped
col
commissari
lite
perch intendessero
ragione
Ludovico suo
l'
ordine
di
maggiore
Berr e
nobili
Onorato Marchesani
;
Folchetto
Ludovico (iaufredi
Ludovico Priori,
{!] Arcti. di
Corte
Monferralo. Maezo
XVI,
n.'
3 e 4.
DI
STORIA PIEMONTESE
,
273
otto
gozi del
un giurista avevano diritto di provvedere comune sino alla somma di cinque fiorini:
libere
ai
le
neloro
altro
adunanze erano
ufficiale del
senza presenza
di
governatore
tenese la
i
consenso
di
un luogotenente.
:
Erano
,
quattro classi
:
distinti
nobili
mercanti
grandi
liti
artigiani e lavoratori
bili
il
Amedeo
a cessare le invidie e le
sla-
ciascuna
similmente
classe.
si
I
formasse
quali
il
consiglio
delti
fino
crescerebbero
,
un consiglio
di
quaranta
;
autorevole a deli-
berare
di
somme
e di affari maggiori
governatore per cose della massima importanza chiamare a sedere col consiglio
i
dell'
riassumibile la
cittadini
che dopo
;
tre
anni.
la
Eleggibili
solo
alle
originarii e contribuenti
data
preferenza
fa-
a' soggetti
migliori
si
per senno e
buona fama
classe,
di
costume. Gli
:
Consiglio piccolo
come
dureranno
in carica
sei
mesi; e
gli
arbitri
vi
de' confini
staranno doil
chiavario,
spese del
la
Comune
conclusione del
conto
al
perch
erano tuttava
molli danari
la
somma
arrivas-
di
si
il
Comune
sero
cittadini
ad solidum
si
Provincie; e poi
vino
come
altre volte
done
e
diminuendone
le
maggior consiglio
tassavano
il
regardatores
pane e
Ma
II.
per
la
lassa del
cusali d'ingiusti.
Ancn. Si.
lassa
35
fosse
filila
da
274
DICHIARAZIONE
DI
DOCUMENTI
et
secundum annonam
se
pretinm biadi
ordine
ed assoggett
fallo.
fossero trovati in
coli'
Quindi
Ma
rimand
deputati
Nizzardi
che
tre anni
rono
tanto
sdegno,
(1).
che
a spegnerlo
fiorini
d'oro
facevano da
Ludovico anche
di
rado prestava
Amedeo il nome
quali
celebravano per
Io pi nel
il
nome
di
Perci lungamente
spesso in Ripagli;.
principe
Savoia abitava
di
Thonon
Lusignano car-
Pietro de
rendite di
Croso era
ito pel Duca in Borgogna a tutelare le Mascon dopo che Borgogna erasi abbonaccialo con
Francia
appelli
(2).
dal romitaggio
Amedeo riform
monti
.
lo statuto degli
la
pc' sudditi di
qua
dai
soppresse
carica
al
di
giudice
glio di
d'appello, e mandlle
consi-
a
al
Ciambcr, lasciando giudici proprii soltanto a Bressa, facolt agli appellanti di comparire
(3).
Si
pigli
(4)
;
mela
prese
delle
tribunale di Fossano
Belley
,
associatovi dal
(5)
dal
due giorni
Moriana
(6)
;
come
gi
il
il
suo
conte
Odoardo
1327
di
tenne forte
omaggi dal
duca
Borbone per Calomont Bcaurcgard, Castellars, 'i'ere non si nosiu e Monlemerlo pretosi dall' arcivescovo istesso
, ,
non ostante
le
preghiere
del
figliuolo
(1)
Ardi,
Mazzo V,
1
,
n."
2,
i.
(2)
(3)
Ardi. Cam. Comi de'Tesor. Lib. 82. Ardi, di Corte. EdUi. Categ. 82 , Mazzo
ibid. Cill e Provincie. Possano.
Ibid. id. Bageij.
Ibid,
ii.'
2 e 3.
(?)
(5)
{6j
Mazzo HI.
21
di
Bvtk
Brevi.
ti.
Eugenio IV.
DI
STORIA PIEMONTESE
Basilea
(1)
;
275
la
mosso
con
dal concilio di
di
;
causa
pel contado
lui
(2)
non
conto
di
Challant
provvide a
di
suo modo
(3).
regolamento del
Chtillon
poi
diceva e
!
Savoia per
Francia
bisognoso di de-
che dur
e
il
mutuo
1'
,
delle legna
Rodano
(5).
Al duca
di
Milano poi
uffici
spodestalo in Genova e
di
travaglialo
,
da' Veneziani
promise
;
pace e
di
guerra insieme
,
e spe-
dili
ambasciatori al Papa
rassicurare
al concilio di Basilea e ai
Veneziani
tent di
non
lasci di pro-
mettergli e preparargli
37
tanti
uomini
armali
lui di
denaro
(8),
(7).
Indi
pericolando
la
la
Bressa per
le
torme
spe
(10' scorticatori
che affliggevano
,
Borgogna,
Visconte
mand
(9).
e guardie
a'
luoghi pi importanti
la difesa, a cui
Il
quale
chiesto a
se nella
buona fortuna
possa
la
de' suoi
capitani
la
procurasse
potesse
pace, lealmente
risposegli:
piacergli; e perch
(1)
Arch.
di
Mazzo XI
n.
20
di
Eugenio IV
Provincie. Valentinois.
Mazzo
III
n. 9.
(4)
Arch. Cam. Conli de'Tesor. di Sav. Lib. 80. 84 e Arch. di Corte. Trails ancicns avec
;
France.
Mazzo Vili
(6)
n.'
17 e 18.
Galleria
G.''S "
*''''
citt di
(7)
(8)
Ginevra.
Archivio della Cancelleria di Slato di Friburgo. Berchloitd Storia del Cantone di Friburgo, lom.I
,
pag. 268.
,
(9)
Arch.
v(d.
83
e 8i
neli'Arch.
Cam.
276
DICHIARAZIONE
DI
DOCUMENTI
che avuta
di
i
Io avvorliva,
Cremona
)
di sale e
munizioni
pas-
rOglio
Veneti, occupata
che
in
le
cederebbe Man-
che
di
Simone
tutti
e Monzalbano
cum
lui
Garde
(1).
E Amedeo seppe
dele a
,
che questi
infe-
non avrebbe a
chiese in
Amedeo
gli
non
solo,
lo
ma
anche
consegnare
la
con-
Rimane
strinse
i
di
quest'epoca dire
mantenere
il
conseguenza del
consiglio preso
et
il
28 novemcleri et
immoderata avaritia
dal Vescovo ad
visti
un cittadino aveva
i
ri-
ora
scomunicati
rammemorare
che
tempo
di
Bonifacio
Vili scomunican-
dosi le genti
per ogni poco, ed ogni volta che i preti pretendevano moneta dal pubblico o da privati, o non volenti patire quel papa nell'anno olle pubbliche imposte vi eran costretti
,
iavo del
tale
abuso
et
quod tempore
intcr-
dicti divina
f(
organa suspenduntur
laudes
nec ecclesiastica
nuuntur suffragia
salularis
adolescentes
pueruli
ci
parlicipant
rarius
sacra-
((
rum
ed
finir
(3)
e Arch. Cam. V. nota antecedente. Ardi. Cano. Covli de'Tesor. di Savoia. Lib. 84. Arch. di Citt. Liber Consilionun voi. LXI, fot. 110: e vo,
lume LXVIII.
fol.
ilo.
DI
(l'aprile
(lei
STORIA PIEMONTESE
istanze, di
277
1436 p
stali,
per
bre
lutti
gli
(1).
e sulle
Amedeo
il
8 novemSavoia
1437
di
un privilegio
non possa
riflutare se
di
XXV
Sono
principali
che
lo studio
trasferirsi
siano lettori non consenziente straordinaria. lettura altri nella ordinaria due e due nella lettura Uno lettore di medicina ed uno di teologa. I privilegi pei letPrincipe.
vi
Che
tori e
per
gli
studenti in
citt
,
Torino eguali
di
ai
universit.
La
gravata
:
cinquecento
esiger
un
ma
Principe dar
in altri
fiorini
lettori
ed eglino ed
criminale
al
giudice e vicario
,
della cill
potranno
bene aversi
in quel
ma non
).
sternite
di pietra
comodit
da
tempo
di
non molle
le
1'
in
Italia
pedaggi;
ma
tenendo beccarla,
case
pagherebbero
a' dottori
fgabella. Gli
(2).
o a gli scolari
in
anno appresso
lutti
un quartiere
bestie nelle
furono proibiti
ammazzar
becchere di Torino
Il
blica
studenti
mone Ballaixono
chele del
di
Ginevra per
si
tre
San Miet in
1436
la
casa in cui
aveva a tenere
postribolo
et
heredes Vieti
Vinccnlii?
(t)
(2)
Arch. Arch.
Eugenio IV.
lo stailo:
,
di Corte.
Ma
ignoro
trovo solo
fol.
117.
Liber Consiliorum
voi.
LXVIII,
f.
229.
278
elio
DICIIIAKAZIONE
1)1
DOCUMENTI
gravame
reale e personale
Comune
pr
Le donne entrale
nel
suo per-
messo
la
parum hoslium
non
di
apertum
anello
la
diete
,
prediate
intrent,
ncc exconl
il
cbiuderc
citt
riparasse e risto-
rasse de salario
(1).
non trovo altra notizia se non di pr apparicione domini. In Pinerolo nel febbraio \k39
questi Ilex
una regina,
e libero
Fabe creatus: aveva corteo grande e soggetto comandare giuochi e solazzi a divertimento
,
del Principe.
Non
so se la nota di spese
e che accenna ad
templi
e altre
corone per
la
regina, per
la
Ragione ed
altra
altre
virt, appar-
tengano
o ad
Principe che
(2).
;
ne fu regalalo
di
quaranta
fiorini di
,
piccol peso
- Niente
fuorch
,
mi
il
come
innanzi barbare
taglio della
il
lingua era
stato eseguito a
Thonon
la
nel
1437
legato
paziente sopra
un asino
di
e condotto per
;
citt
(3).
la
,
perocch Antonio
di
Sura
assassinare
soli
Amedeo Vili,
Niente
di
fu giu-
dicalo e condannalo
dell' industria
due
giudici.
Il
raccolgo n
dell'
agricoltura.
duca
un
bel
bue pingue
:
suo paese
(1)
(2)
(.'])
mostra magnifica della prosperit del (4) non so che cosa Ludovico facesse allora presentare
,
Arch.
di Citt. Liber
Consiliorum
voi.
LXVIII,
fol.
136 e 213.
(4)
DI
al cognato;
STORIA PIEMONTESE
dicembre
di
279
1'j37
ma un
duca e
alla
duchessa
Milano
nea
(2).
primo dell'anno successivo (1); e al primo due cameli un leopardo ci quedam ammalia extraA cose tanto diverse avevano la mente quc' due re,
gnanti.
In
mezzo
alle
cure
di in
governo
apparentemente dimesse
ma
veramente sostenute
Ripaglia,
Amedeo aveva
l'occhio al
da Siena
per due
il
imperatore.
Il
volte passaporto e salvo condotto a chi per andarvi fosse passato ne' suoi stati, ripetuto e
(3),
per
Eugenio IV
Amedeo
di
al concilio;
il
spediva
con lettere
di
il
di
Camera.
capo e
,
credenza suo inviato Griboval Giovanni Chierico La fermezza del concilio di Basilea nel riformare
le
membra
della Chiesa
e lo ribellioni
le
sollomis-
sioni
le
Garrone. Promossa
la
Amedeo cono-
sciuto
ili
il
Patriarca di Costantinopoli ed a
vescovi e |)rclati di
numero
l'
sua
ai
con;
perch
concilio
la
Unione pi
presto e felicemente
gli
si
(
otlcnesse
il
gradendo
inlervenlo suo
i
sped
colle
creden-
ziali
quella
Unione
Ferrara
di
Amedeo
il
parlilo
di
Basilea ed
Bolle e Brevi.
Mazzo XI
,
n.i
2, 3
10 e 19 di
Eugenio IV.
(i)
Ibid, id,
Mazzo XI,
n.'
3, Il
280
altacc.irsi a
DICIIIAUAZIONE
rerrara
effcere
:
1)1
DOCUMENTI
et fide ccrtet et
gli
cipem
se
il
ce
et
ca
al
Duca pi confidcnzialmenlc
:
lue significanlcs
e
nezia
Scripsimus nuper no[T arrivo dell' imperator greco a Vepoi a Firenze). Cuin primum ad nos quedam perve-
insurrcxerunt quidam
congregali
concilii
degeneres
in
palrem
olim
el ponliflcem
suum
et objiciunl
nobis
Iraslacioncm
Grecos post
loci
Avinioiii
repudium
et
consensum
in
locum
tf
alium
quem
illius
venienles admisimus
sed
numquid
requisiti
cum
prolesta-
illuni sic
ecclesie
libellum slruunt
a
Ululo citalorii
conlra nos
comparendum
multaque
Dobis ainplius
ii
non
cilalis
alia
in
gravissima faciunt
jam multa
alium
Fer-
rara
Iranslulimus
modum
nobis
superessc
a
((
cernebamus quo
Leonis ponlificis
synodum
aliud concilium
Rome
{I]
Arch.
Mazzo XI,
n.
31 di Eugenia IV.
DI
ff
STORIA PIEMONTESE
syoodo se
,
281
intciligis
,
coilcgit per
Gli
,
quod
illi
objccit.
illi
lam
dilccte
quid egerimus
,
quidque
dics opus enim justi ad vilam ad pcccatum ci prestolacio impiorum furor. Ingredere igilur
le
per
hortamur ut bonus
opcrarius in
agrum dominicum
et
queraadmodum maiorcs
et
siliis et auxiliis
a a
fidem
adjuverunt
illius glo-
a n a
rt
riam obtcnebrare conati sunt ita et te servatum esse ostendas ut felicibus auspiciis
oporluno
tua
lui
ad has
necessilates
in
tempore
videant
prolectionc
tua
defensentur
quantum
sapiencia
debiles et infirmos
'f
(1).
sperando pure
di
non ostante
l'
interdetto
esigendone per
(2))
;
a titolo
cancelleria , trentotto e
poi
col
il
14 marzo
di
Vescovo
e la
Macon
de-
Ugo
di
germano
(3).
il
no
del re di
Cipro
creato
cardinale
da
Martiil
Il
18
,
ottobre
Duca convocarne un
ne' suoi slati
i
altro a Ferrara
e lo
decreti che
opponevano
;
ragioni e le proibizioni
alla traslazione
e gli
legati
perch minutamente
ecclesie
et
determinationem decretorum.
lutti,
peraguntur.
Amedeo ascoltava
al
lutti;
anche pi
e.
Brevi.
Mazzo XI,
Mazzo XII
.
n.
32
di
Eugenio IV.
Eugenio IV,
de' Tesar.
e
(3)
Arch.
di
Corte. Bolle
Brevi,
Ance.ST.iT.VoJ.Xill.
36
282
do\'cra corso
DICHIARAZIONE
co' padri del
,
DI
DOCUMENTI
e
co'
suo
partilo
Greci fuggendo
Ferrara appestala
suoi oratori e
i
scrisse ad
Amedeo
(1).
volesse
mandare
col
Ma Amedeo
primamente
si
i
trattata
sebbene
il
sarebbe
gli
fatta se
Amedeo
;
non prestava
dere
,
il
padri
il
avevano
e
i
fatto chie-
scusava
i
Duca
sudditi
meno ancora
in
in
Greci ricusavano di
,
andare
Germania
Italia
,
in
Avignone,
in Basilea
in tutl' altro
luogo che
il
e in
;
papa
non
nisi
fosse
che forse
et
non exponerent
a
il
magnas
novas
(2).
casa,
credo in legni
di
Francia.
rono. Era allora sulle mosse Nicodo Festa che tornava al suo
signore
concilio.
collega al
la
padri
presero
di
l'
occasione
raccomandarono
avuti
disgrazia
a Ludovico
Savoia:
quindi
all'adunanza
Amele
deo a procacciare
cagioni per cui
la
ed a sapere
Eugenio
limato
la
ad informarli
aveva
Amedeo
spedito
il
col
il
Vescovo
di
Ginevra
alcuni
tempo in cui facesse sotto coperta disporre padri ad eleggere un altro Papa e per Papa lui slesso. Certo
anni innanzi erano ben altre disposizioni
sci
ma non
di
si
ardiva
per
la
presenza
del
Massimidi
ne sia documento
al
la
seguente
lettera
Vescovo
:
Padova
(3)
a Venezia
el e vero
che
el
Duca de Milan
ci
fa
gienle quanto ci p
et
(1)
Aich.
26.
13, li e la.
il
DI STORIA
'(
PIEMONTESE
de trovar
in
283
su 18000 cavali.
el se
ce
a la Signoria
et gi
de
concordia
render quello
licn
la
del
Duca de Milan
il
Signoria
el
Duca
rumpera cum
anche offender
di
,
Papa
presti.
Savete che
or
me
dixesti
denarj
presidenti
et
erano
Labbate de
lui et
non per
ff
Come
ve dissi
et
memoriali.
star.
Fazandosc de
possibile voio
la possibilit.
imposition qui
Fino
al
mie spexe
la
et sforzi et
i
bora se mette
por centinaio et
cusi al
mese
el se
per anizar
el
Ma
asai
che
tirar
perche questi
tal
al luto
al
(t
Papa
freno
chel
voltar a sua
posta.
questo e quel
meno male
al legato
da faculla libera
che possi
come
fa el
Papa
altro
Car-
dinaie
de Sant'Angolo
me
par un
Papa
de Boemia
qua.
Ma
la
Malesia sua
se
K(
<(
romagnir bisognanmi pi caro seria el me adoprassi in qualche legatione d'Italia che come ho detto pagando a Vencxia non vedo el modo al mio star qui. Anche ve ho avisado et ilerum ve aviso che se laudasse per mente a nostro Signore mandarme per ambasiade de qua et de la io non porla la spexa ad algun modo anche non vedo el fosse ben sicuro essendo la Sua Santit in discordia cum el concilio. Ullerius ve ho dito pi volte a bocha et dato in memorial replico de novo che la mia chiesa non son apio a
possi qui
suxo
voi
me
intendete bene.
cum homo
in
li
del
mondo
cusi ho fermato in la
icrmeni
284
DICIIIAUAZIONE DI DOCUMENTI
inlrata
,
che sto de
al stado
de
quale
cum
quella chiesa
me
da l'animo
la
do servir in
modo che
il
sera grato a la
simile al
.
,
Sua Signoria a
quale
mo
die
raccomandate,
camarlingo.
Datum
i
Dasilee
22 novcmbris 1433
r imperatore
le
Partilo
non
acconciati
Veneziani
col
Visconte,
Pare
che allora
;
il
Duca
di
Savoia
cogliesse
il
il
buon tempo
di
per s
sembra
Vescovo
Ginevra
ma
il
cosa
si
sussurrasse perocch
E Amedeo
20 luglio prote-
qualunque cosa
si
quanto nel concilio di Basilea, non intendeva fosse pregiudiziale alla sua ubbidienza n alla santa chiesa cattolica universale
,
alla
sua coscienza
(2).
figlio
della
chiesa stessa
di
che
il
Amedeo
25 gen(3)
:
raccomand
tale notizia;
a migliori indagini.
Du
Amedeo
de' legali
uno
Ma
oltre che
il
Amedeo
si dovette
Duca
man-
se ne vantava
come
tenne
la
quale
chi
sapesse
(1)
Arch.
Mazzo XII,
n.'
Ifl
17 e lU
di
Eugenio IV.
(2) Ibid. Id. n. 22.
(3) Ibid. Id.
Mazzo XIII,
n.
42
di
Eugenio IV.
il
Anche
,
li
Duca
di
di
Savola fu fatto
Arch. Slor.
papa
mezzo
del
Duca
Milano.
Hai
Torao III
pag, 59.
DI
STORIA PIEMONTESE
1'
285
Vescovo
di Gine-
Amedeo
fu
altri
ven-
tolto a cui
Euge-
Amedeo duca
(2),
di
5 di novembre
17. Gli fu
di
significata la elezione
XXV
voia
,
de'
pi notabili
un
corteo di trecento
il
le quali,
nota
tesoriere di
,
Sa-
costa-
rono dugentolto
due denari,
oltre
comprati
rencia
,
in
Ginevra
banco
di Cristoforo de
Ausonia de Flolimosiniero di
per regalare
quale fausta
occasione
Vescovo
di
Ginevra
Amedeo
ricevette dalla
fiorini di piccol
peso pr
Thononium
(3)
il
Amedeo papa
la
di
gennaio 1440
figliuol
stati
liberamente,
sicch
eccetto
bastardo di
sovrano e da
prese
le
lui
affatto
indipendente
(4).
Ludovico da quel d
il
non consultando pi
utile l'intervento
padre, che
pure non
cosa
papale.
lui volgendosi
che in
nella
paresse
dell'autorit
. IV.
1."
Amedeo
Papa Felice
V.
cardinali
di Basilea
un Papa dovesse
piccolo corteo.
(t)
ms.
citalo.
(2)
E non
il
15 come scrive
il
(3)
(i) Ibid.
Mazzo IX,
28G
DICHIARAZIONE DI DOCUMENTI
costituzione d'Eugenio riconosciuta ottima per togliere
,
Una
zioni
le
e per
moderare
le
ambila
proibiva
ai
papi
eletti
nominare
,
cardinali
avanti
coronazione.
Papa Felice,
sarebbe
;
visso eremita
ma non
pompa.
senza splenStettero
dore
non
i
ito
il
Basilea senza
per-
plessi
padri
poi
20
di
gennaio
,
1440
decretarono che
nonostante
narsi
quella
costituzione
de' Cardinali
avanti
recarsi a
,
Subito
,
egli
nomin Ludovico de la Palud Bartolommeo di Novara Valeramo di Moerse e Alfonso Carrillo i quali con atto del 6 aprile
:
il
Concilio approv
(1).
Allora Felice
e
dispose per
,
la
li
partenza
concedetdi
e chiesti
salvocondolti a Berna
di
Friburgo
che
tero
il
giugno
(2)
se
ne
and a Basilea.
L'eremo
,
Ripaglia rimase
innanzi
:
di
emancipare
5
di
litatis
il
figliuolo
assicurata
l'
opera propria
il
signore de
Ravoire
di
ottocento fiorini
la Pierre [de Saxo) uno dei sei rimasti assegn mille ed annua entrata in perpetuo divisi cos che
,
de' cavalieri,
il
resto
di
al
de-
al
successore
il
fermato a Ludovico
Savoia
duchi
diritto di
nominarlo
stati.
(3).
La sua
entrata in
,
aveva in
una chinea bianca bardata di rosso sotto un baldacchino. Precedevanlo due Cardinali e il marchese lo seguivano il Conte del Genevese e trecento di Saluzzo Friburgo, Solcare; e gentiluomini di Savoia, Vaud Berna
capo
,
cavalcava
dugento
natogli
ecclesiastici di
il
prime
tedrale, e benedetto
(4).
popolo,
fu
la
coronazione
eh' ei
al fra-
giugno scrisse
Savoia) che
la
si
si
Conte
Romont
{il
Bastardo
di
prepacelebr
luglio;
quale poi
(1)
(2)
Arch.
Ardi,
Mazzo XIII,
Mazzo XIlI
,
n.'
2 e 4
di Felice
V.
di
di
(3)
(4)
Arch.
di Felice V.
Gaulhier, ms.
DI
il
STORIA PIEMONTESE
di
287
se-
nobili
principi ecclesiastici e
il
colari.
Ludovico regal
padre
di
un
de-
XXI
(1).
Ungheria
Polonia
Boemia
Moravia,
,
Sicilia,
l'
Universit di Parigi
il
parvero riconoscere
pontificato di Felice
alle
ma
le
ren-
dite del
ambizioni e
ai bisogni.
Mar;
tino
le
Lefranc
Enea
componevano la sua corte, ma era necesbeni scarseggiavano, sit largheggiare di beni e la moneta e e perch Eugenio co' partigiani dominava il resto d' Italia e
migliori persone
:
qua
regni
perch
l'
spiacendo sempre
in-
concilio provvide
al
Papa
,
un arcivescovado
;
vescovado o abbazia
creati
,
che
gli
rimanesse vacante
Felice
a'
suoi
,
co' benefizi
si
che
cadevano
i
in diritto di collazione
di
:
eh' egli
prendeva spogliandone
partigiani
Eugenio
(3).
conciossiaclic
ebbe
di
in agosto del
1440
la
parrocchiale di
,
Campo d'Ubrio,
poi
quella di
Moye o Mieussy
cui presto
cambi
colla prevostura
prebenda
di
della Cattedrale di
indi
nel 1444
un canonicato
Chiesa
,
d' altra
prebenda
in quella
po-
nel
di
Ginevra
liberi
per
di
morte
del
Vescovo di Ginevra
bastando
di
successore
riservarsi
redditi
do-
Savoia, e
sinch
(1)
(2)
Arch. Cam. Conli de'Tesor. Due. Lib. 86. Arch. di Corte. Voi. 1 2 e 3 del BoUario di Felice
, ;
V.
e Bolle e Brevi.
I
Mazzo XIII,
n.
di Felice V.
Arch.
di
Coite.
288
potesse avere
redditi
DICHIARAZIONE
del papato
DI
DOCUMENTI
,
libero possesso di
(1).
di
il
i
parte
patriarca
regni d'Undi
gheria
Boemia e Polonia
marchesati d'Austria e
i
Mo-
redditi papali,
ma
pot
gli
frutt la confermazione
,
dei privilegi
l'
amila
n del vesco,
vato di Dunkeld in Iscozia n di Toledo in Ispagna (2) che pure avevano ricche mense e parteggiavano per lui. E di vero pare che anche da' suoi amorevoli fosse poco riverito: perci
che trovo
nel 1442
stesso
,
che
l'
non soddisfece
;
fu invano
che forse
dopo
le
intimazioni del
al
,
1444.
N questa
sola irrive-
renza pratic
di alcuni libri
non
al
monastero
il
non
volevali
uti
pr aliqua
si
porcione temporis
(3).
Veramente
gli
lo
scomunicavano a vicenda
e ricusavano di
in
aderenti e
,
privavano de'beneOci.
ascoltar ragioni
la
in
riforma; e
fortune
di
Eugenio
,
nelle parli di
Roma
,
favorito presto
da Napoli e da Milano
la
si
in
riputazione d
trov
Amedeo
il
mancato
al
,
in quelle bisogne
di
gran credito
il
asser
Platina
ma
Papa speravalo
,
il
lasciava
promettendogli anche
mai tornasse
che
gli
renderebbe
(1) (2)
Arch.
Ibid.
l
Mazzo XIll,
:
n.'
13 e 15.
primi quattro voi. del Bollano di Felice V. Beali Auguslini supra (3) Ibid. voi. V di quel Bollano. I libri erano Ambrosii de Paradiso HicroPsalterium losephi in anliquitatibus
et florcs
opcrum eiusdem.
DI
il
STORIA PIEMONTESE
i
289
suo
officio colle
prerogative o
il
Ma
breve fu copiato
non
esiste, a quel
Sforza
il
che
aveva
combattuto
pe' Fiorentini
Aragona appena ebbe questi oc2 giugno 1U2 ) vedendo che Eugenio papa e cupato Napoli il duca di Milano il guerreggiavano alle spalle ed ei rimanendo propri affari, appena ud che fra due fuochi avrebbe rovinati
Veneziani contro
(
re di
suo soldo,
gli si
acconci. Avenn."
done
filza
io trovato
l'alto
nell'Archivio Mediceo al
il
178 della
76
principato e parendomi
politici
di
tratti
non espressi
praticali
. .
nelle storie
((
ne
feci
estrarre
et conclusi
lo
Magnifico
et
m. ludico de Ghine.
re de
magiore domo
de Sicilia
consiglieri
oratore et
procuratore generale
Raona
et
de Valentia
Jerusalem et Ungaria
Rosiglione, et do
Maiorica Sardigna
Athene
et
Cerretani.
Como appare
la dieta
mento
mano
Maest loco
et vice
XXVI
et
mensis
julii
mano
Serenissimo
illustre
et
Re
(f
pendente et
lo
Sforza
della
S.
visconte de Cotignola et domino conte marchese Marcha de Ancona de Cremona signor Confaloniere do chiesa et capitano generale della illustrissima Lega dalaltra
Imprimis
lo spoctabile et
et
procuratore
ferma
lo
alli
stipendii
illustre
fiinti
Maest
prefato
cinque
cando dal
Arch.
di
con
soldo di
(I)
(li
Corte. Voi.
IH
V, pag- lOfi.
AHcn.ST.lT. Voi.
XIII.
37
290
'
DICIUAHAZIONE
dieci
1)1
DOCUMENTI
per paga
a
raxone
lo
di
per ducato
et ducati
millecinquecento
mese
per
signor
Conte
prestanza et paga
la
cum
prefata Maest
f
"
presenti
capituli ducati
fra
quarantoltomila
seculuri co-
pagher
termine
di
di
due
di
mesi
immediate
minzando dal
quindici
di
"
ff
in
quindici
prefati
ducali dodicimila
lo
per ciaschuno
termine
sia
et delle
gienli
illuslrc signor
(1)
Conte non
tenuto
ne- scrivere
ne bollare
et
ne fare monlra.
Item
lo prcdiclo speclabile
"
procuratore
da Abruzo
governo
balie
et
che
ne
sia
dignitade
titoli
preheminentie
'(
cum
pertinente et
a
('
mera Regia le quali entrate esso illustre signor Conio si debba excompulare nel soldo et pagamento delli dicli chavalli et fanti et previsione personale et ogni anno sia tenuta
la
'(
prefata
Maest dare
et
pagare
et
al
fra
resto
somma
dieta
supra
et
,
le dicle
entrate
della
et
provincia
alla
de
spedanti
dieta
pertinenti
et
dieta
delle
ultra
l;i
et se
intrata
pagamento
allo
entrate
del soldo
de Abruzo
delli
non bastassino
intero
pagamento
didi
(1)
cavalli
si
bollavano perch
Ma
non nascessero questioni sali' oginabili alla guerra si vensi rinunci a questo benedall'egregio Canestrini per
le
Tra' docuraenli
Sforzeschi
raccolti
>ue IMemorie
Condotta
di
(Costanzo j^forza
l'articolo
(1479,
17 febbraio) in cui
i
XSII
cavalli.
J)I
n
ff
STOKIA PIEMONTESE
,
291'
predicla
li
et
della
pro-
Maest vuole
et
e contenta che se
possa
r(
c(
de
Roma
et
ingi verso lo
valli
mille fanti et
reame cio de terra reame con li dicti quattromila chaper in qualunque modo saquislasse, le
in
suo
tanto
governo
et
dominio
isso
signor Conte
gli
fino
quello
la
(f
quando
dieta
manchasse del dicto soldo de anno in anno et Maest satisfacesse per altra forma de questa
quantit che
gli
manchasse
le
sia
dcre et restituire
Maest
rimanghino
in
Angelo
se
et Civita
de Penne
et terre
ff
Johsnna
vintiia
de Abruzo
lo prefato
Item
mecte
Maest
gli
far
la
gli
a tolte Josia
de Aquaviva
terminare.
Item
Io prefato raesser
la dieta
<t
Maest se contenta
le colte
si
per
lo
avenirc tutte
tanto
di
tutte
al
le citta
terre
castelli et
Ioghi
che
tenghino
presente
la
per
esso
illustre
dieta
Maest
gli facesse
Item
Io
prefato
allo
messer Judico
illustre signor
et
procuratore
nome quo
la
a
'(
supra promecte
Conte che
prelibata
anche
bisognando de
le citta
gli
si
nuovo
terre
(<
ad
ipso illustre
'(
che
debcnu
messer
terre
restituire
beni in cauta
et
'.(
alchuno
che
pagamento,
Io dicto
i(
Judico procuratore
la
prefata Maest
citta
292
DICHIARAZIONE
le
DI
DOCUMENTI
sono stale
lolle nello
ot
altre
terre che
Reame che
re
excepto Benevento
tolte tanto
per lo signor
"
(f
signori del
et
reame
al
nipote la dieta
Maest far
et restituite
,
et travaglierasse et fra
termine
pagamento
et cosi
Malheo suo
illustre
parente.
Item
lo dicto
al prefalo
signor
a
Conte che
nuovo
conceder ad ipso
et lo
illustre signor
Conte
la citta di
Manfredonia
prefata
Fortore sicome ha
Io prefato
nelli privileggii.
Item
le
messer
la
Maest
cf
Item
al
dicto illustre
Conte
et
observare quello
ha o
avesse
alla
lo
a fare con
et
sua Maest
la
illustrissima
Lega
illustre signor
Conte
sia
licito
et fare
le
quanto per
re-
observare
promesse
manendo
ec
lo prefato
Item
ff
strissimo signor
et vuole
Conte che
oflcio
prefata
et
che alchuno
tilulo
oflciale
qualunque
o dignit
se sia
non possa
comandare
al
dicto signor
Conte ec
prefato messer Judico
Item promecte
lo
che
la
prefata
M
"
Maest aiuter
illustre
totis viribus et
qualunque
et cosi
stato
. .
o conditione se
. .
nocergli
et forleze el lochi
de
DI
STORIA PIEMONTESE
cosi
si
293
(f
intendano avere a
et
mandare
fanti
altre
quattromila chavalli
mille
altro
che
Et e converso
lo prefalo
illustre
signor
Conte promectc
di
al prefato
t(
sopra
reciet
piente de presenti
prefata
Maest
et
dicti
quattromila
chavalli
mille
Itera
promecte
lo
signor Conte
al dicto
messer Judco
ri-
cevente
come
di
promissione
et
((
gnoria di Venetia et
fra
magniflci
ancora
Conte
de
la
Firenze
in
quale prole
observera tutte
fra
t<
dieta
Maest
(f
et ipso signor
Conte
in
forma che
la
mente
si
possendosi avere
promessa
Signorie.
da ambe
le
Item promecte
lo prefato
mander per suoi solempni ambasciadori ad richiedere el Papa Eugenio et Niccolo Piccinino notiGcando come esso signor
Conte e
huomo
Maest
et
la
mancamenti contra
et voglino
rendere
et tcr-
((
stato
ad
esso signor
Conte
in la presente
la
et
uno mese comincando da poi sar fatta se dicto Papa o Niccolo Piccinino non
,
volesseno fare o luno de loro recusasseno de fare la dieta rcslitutione et desistere della
guerra piace
alla
dieta Maest
che centra loro o quello de loro recusasse se proceda hostilmente come si contiene nel capitolo predetto qui de sotto
(1)
clic la
caria
in quel
luogo
lacera;
gli
tratti
294
DICIIIAKAZIONfi
Che
la
J)I
DOCUMENTI
al (lido
vidcllcct.
prefata
Maest concede
al
illustre
('
Papa
la
a Niccolo Picci-
nino
et a lutti
li
recomandati e complici
ogni
El che
dargli
chav.
dicti et
Et per linganni
la
el iniurie ricevute
si
dalli
Papa
el
Niccolo Piccinino
prefala Maest
citta
,
contenta
pr
illustre
terre, castelli
Roma
el terre
de
so To-
schana
et
Io
possa fare
di
la
da terra
Roma
in
la
e
Campagna
la
volont sua
ne debba
el
p
seguacie
recomandalo
Roma
et
di terre
da
Roma
Ilem
qua.
la
sua Maest
contenta che
li
ad obedientia
et Gdelita dcssa
et
Maest
che
li
sieno restituiti
beni loro,
mo-
rt
far
come ad
et
napolitani. Et quanto
il
conte Foli
schino
servitij
Capua
(1).
et
dello archi
Gun
.
come
alli cittadini
napolitani
mi
eccita a
pubblicare
una
lettera scritto
fatto
17
di
Sorrento
poi
disgraziato
si
nominalo
dell' assedio
il
Cardinale
Capuano
nella
qual lettera
di
narrano alcuni
Napoli
al
tempo
Alfonso.
ci-
n."
29 della
filza
66 del
(1)
n.'
il
principato,
filza
86,
178-79.
DI
u
Sion A PIEMONTESE
I
295
civitas
sanclo.
Hodie
reverendissime
,
Domine
celeris
noi
non solum
Ecclesie
isla
servata est
veruni
,
universis
condilum quoque status pacifici mudue Janimenlum. Quippe que in tempore pene sero nuentium naves simui oportuna vis delati frumenti nos ex ipsis hostium faucibus eripuere. Nullius enim dicendi copia
Dei
coniunctis federe
,
sufficeret
fa-
mis
que nos
alios
iam peremit
alios
moribundos moxquc
que
hic
Nam
(
ut
,
oraraittam
toto
ex
bey
coramoveor sanguino,
movenlur viscera
singulis
lum
Qualem me
videndo
fuisse ?
cum
Emocus non
lenta
plateis
Scita gens
sino
cibi
cordis
portionem
sortiri
admisto geniilu
rigore pon-
deris
tres
quandoque
sortiri
vidi.
Adeoque tum pia tum crudelis portiuncula videretur. Quom [sic] dcnique Rex inclilus advocavit principum civitalis consilium.
vel sic
Quo
nonnullis
sese
alterius procidebat
inlerccpla
ut
ex quo necesse vix nutu decretum protulerint, frugum mulliex mistura quadam que Regi supererai
,
,
arma
ferenlibus
sed necesse
quia
,
pelleretur.
A'ave.
iVaye
Et ecce vox de super inlonuit angelica Difficile tamen juditium est an calamitalcm exainscquens magnitudine superavi!
,
,
ctam
letitia
sed mcsliliam
sit
diuturniorera fuisse
hoc certe
,
scio.
illi
Utcumque
gralias ag,
nostro
,
ac
confessorum principi
qui
.
sed etiam
iniquis
est
)
tremendus excolilur
c(
hoc
certum
hic
ipsius
diem festum
ce-
Icbrando
salvati
et
liberati
sumus.
Hestat
Reverendissime
tercndo lemvictoric spe-
Domine mi providendum ne
pus prelcreat
,
annus
Ut qui
consiliis
clat in anticipalione
hoslem
castra-
296
((
J)IC11IAUAZ10NE DI
prevcrlcrit.
DOCUMENTI
propitus nostri Hcirilcr-
mcntaiidu
Domnalio vcslra
gis
quam
,
unquam
favori
subsistcrc
qui
sibi
nunquam
plurcs
quam
,
vestra sit
decrctos esse a
scd qui
,
insuper
paratus undiquc
ne nos infestus
,
prevcrtal
hostis.
Parce
si
quam
tibi
familiaritcr
scribo, facit
primum ab
deinde sincerus
amor quem
et
<(
mihi
splendidioremque futuram.
Ex
(1)
lanuarii 1442
Queir amicizia
preti delle
Marche
li
aizzati lo cer-
carono a morte
Tom
(2)
; ,
niaso Moroni da
Rheate
impicc
volse a Felice
a quel
il
civitate
,
Exii diede
Moroni
e invillo a Basilea.
Moroni
chiese ed ottenne
lo Sforza
Marca d'Ancona
deva
e di che l' anno innanzi era stato spogliato da Eugenio. Sigismondo Pandolfo Malatesta genero e capitano dello Sforza
, ;
e pertanto
di
e gliela
purch
(1)
Sa
Rimane dubbio
Ardi,
1442
sia
dicembre 1441
di Corte. Voi.
IV
dei
Bollano
di Felice
V, pag. 2ii>.
DI
Chiesa.
STORIA PIEMONTESE
297
citt e
il
patri-
monio
pedoni con
dare
il
Papa,
dalle
che
incomincier subito
di
vessillo
mani
che
re
di
Felice.
si
Il
allora
de'
penisola tra
il
Romani,
;
re
di
Sicilia,
il
duca
di
Borgogna e quel
Savoia
e incontanente allora
,
il
Papa sborserebbe
per
altro
glieli
allo Sforza
sessantamHa ducati
Firenze o in
costretto se le terre
lo Sforza
si
Venezia;
Papa non
:
l'osse
ricuperate non
si
i
rendessero
i
per che
conquistando
Finiti
terrebbe
in
,
frutto
fosse pagato.
lo
due anni
se
armati terr
liti
sono
Papi dare
il
libero di servire
il
re di Sicilia purch
gli
non contro
Papa.
Un
,
legato
il
risiederebbe di costa
terra di Chiesa
,
Papa
non
se
si
racquistasse abbastanza
in Italia.
Palio sofosso
pra ci che
disciolto
,
se
trattato
si
osservasse a puntino,
(1).
se
Amedeo
stato
pi conosciuto
;
personalmente
eletto
;
in
Italia.
Ma
di
lontano fra
intentra
ri-
Tedeschi e Francesi
zioni
laici,
,
da un Concilio
buone
ma
non
; i
non gradito
gli
non
creduto abile
i
perch
tolto
consentivano
per
,
che
desiderosi di
,
una giusta
la
forma
quali
natura
erano quieti
e se
in
barca
non
poteva raddrizzare
se noi disprezzavano,
il
compiangevano
s'ingegnava di
che per
tentare
i
lui
non
si
mondo;
egli
ma
del Cardinale di
Como
Cardinale
Capua.
Reverendissime
singularissimc,
dominum
(1)
Ardi,
di Corte, liiianesc.
Mazzo
II, n.
t)
Arch.
38
298
f(
DICHIAKAZIONE
DI
DOCUMENTI
bona valetufuil.
(ihcrardinum
meum
De
el
me
prout
nunc
curare
,
signiflco,
Superorum
gralia
recto
valere.
Quod
f(
rt
quod tamen scio eam sedulo nusquam deesse velit pr suasione el hortalione pacis qua quantum universus chrislianus populus egeal, in primisque Ecclesia Sancla Dei, omnes facile inlelligunl. Sed eo nunc magis conandum est, quo rem videmus illis in traet forte non sine maxima spe quibus est ctalibus esse modo omnes quicumque debent ilii se adiutores prestent quantumque salis intelligi potest ex illius intermissione, non
restai supplico eidera K. D. V.
,
ut
quod ut
fiat
credile mihi
non
totis nervis
damnum
Amedeus
suum secuturum.
Inter quos
cum unus
precipuus
,
sit
et pollicilalionibus
(1) in
dominum ducem
,
partes suas
trahere conalur
ad hanc senlenliam
suam
video
faulores.
Atque
tenete
res
e
ee
omnia que procurai successura que si sic essent nulli dubium quot scandalorum porla et fomes esset. Quare, singularissime mi domine, ralionibus supradiclis et mullis aliis que longe magis vobis quam illamque adiuvale mihi note sunl suadele pacem ipsam quantum per auclorilatem apud multos veslram et que
raum teneam
,
Sabaudiensi
ipsi,
maxima desse me
est
polestis.
Ego nusquam
,
hic
desum
ubi
pro-
unum hoc cerlum sit vobis in pace omnia nostra rejici ex qua quicquid sequetur ila spero nostra hoc est res Ecclesie bene, vel male, successuras. Loquor bono animo et corn,
M
((
passione quidem dum video lantam undique calamilatem popularum et maiorem longe vereri merito posse, ea pace minime sequente, quam sane nusquam, vel ad fastidium
, ,
usque
horlari
est,
suadere
et
predicare desinam.
Quod
,
reli-
quum
obsccro R. D.
Sanctissimi
V^estram diguetur
me
humililer
ac sacro
commendare
(1)
gli
DI
STORIA PIEMONTESE
299
Reverendorum
In primisquc
Reverendissimo
pos-
(f
sim
offerendo
me lotum
me
qui
si
aliquid forte
,
islis
ex partibus optarot,
,
ff
modesliaque sua
raoneatis.
solita
petere
me
noUet
id
supplico
,
vos
<(
Quod sane gratissimum habiturus sum prestaturus etiam re ipsa quantum possibile mihi fueril ut intelligat id se minime frustra optasse. Altissimus supplico,
,
,
,
<'
Quibus me humi-
a Si quid
commendo. Datum Comi die primo Seplembris 1441. autem quod ad materiam ipsius iuvande paci spefuerit R. D. Vestra
clet, arbitrata
per
me
esse fendum
id
ctans
Il
possit (1) .
Re
,
Francia avverso
al concilio di Basilea e
di
per proprio
era
animo
Borgogna
(2).
si
messo
con tutte
perci
commoveva
popoli e principi
che poco
di
fermo e
d* intero
rimaneva per
Che anzi dove meglio fldava, meno sicuro vedeva. Gonciossiach l' imperatore e gli elettori non solo non avevano accettato gli atti del concilio di Basilea dalla elezione di papa
papa
Felice.
ma
Arch. Mediceo. Carteggio avanti al principato, Filza 66 n. 45. Arch. di Corte. Negoziati colla Francia. Mazzo I, n. 13. (3) Prima aveva aderito tutta la Nazione Germanica ed ecco una bolla estratta daii'Arcli. Mediceo, Carteggio avanti al principato, Filza 66, che
(1)
,
(2)
lo
lillere
pervenerint
presidens
prelatique, doctores
magnifici
et alia
supposila in sacro
nationem germanicam represenindnbiam adhibere. Quoniam prefatum generale Basiliense Concilium providis viris Cosme etLaurenlio de Medlcis et eorum Sociis Basilee commorantibus Mercatoribus FIotantia salutem et presentibus fidem
rentinis in defalcationem
mutui
caritativi
in
dudum
auri
nensi
"
de camera de diocesi pataviensi (*) etpresertim in districtu Vieneiusdem diocesis seu inclitissime domus Austrie de pecuniis ex
reductionis
Grecorum
per
idem sacrum
prout in
assignaverit
'
300
e
DICHIARAZIONE DI DOCUMENTI
45 insfavano perch cessasse
il
Io
scisma
e
si
Constantia Augusta, o
altro
Danubio.
Se
ne
schermivano
potere uscir
dispersa
padri di Basilea
non
o congregala
avere perci
il
le
universit
di
:
Germania
poich
,
egli
(1).
Ma
fu
vano
rimane
che
il
cardinale d'Arles
fu
mandato
dal
elettori
di
dell'impero,
pacificare
si
i
vano assunto
Frattanto
dissidi sorti in
Piemonte
;
(2).
Felice
destreggiava
per sostenersi
di
scrivca
a
fe-
guadagni tenersi
Dilecle
fili
de' Medici:
,
salutem
et
clerici archidiaconi
Esculani
tamquam
eius
quam
singulariter sele-
gimus ad obsequium ecclesia patefaciendum tibi. Audiviraus enim constanter referente fama quam clara virtus tua sit
,
ad
expergefacta.
Ex
(t
est
(I
desuper confeclis plenios continetur. Hinc quod natio germanica anledicta cupiens desideria sacri Concilii ad efieclura provenire consensil et presentibus consentii quod duorailla
lilteris ipsius sacri Concilii
,
Ilorenorum predicla ex diclis iocis aut eorura aiiquoprefalis raercaloribus seu ilii vel illis quera aut quos ipsi mercatores sive ipsorum ge,
stor
deposilarios
siale
Anno Domini.
(1)
Arch.
di
Fe-
lice
V.
(2)
ibid. Voi,
VI
DI
STORIA PIEMONTESE
,
301
quo
in nobis
gcneralur opinio
ad
id
nicum extra muros Gebennenses sub anulo piscatoris XX julii MCCCCXLVI ponlificalus nostri anno sexto Marlinus (1). Poi perch il denaro necessario non gli mancasse s' ingegnava
in ogni
modo.
al
Il
figliuolo
fiorini
Duca dovevagli
settantasettemila
ed
ottocento quaranta
sposata
di
Duca
di Baviera,
Vaud
il
Felice
al
li
chiese, e Ludovico
cedette
3 giugno 1445
in
propriet
padre e in soddisfadi
zione
di
Biella
il
il
castello
pedaggi
i
di
Taranlasia
d'
il
castello di
Gex,
pe-
daggio
di
Sion,
luoghi
al Concilio in
pregare
il
figliuolo di
muo-
bene comune.
Ma
forse
mai
lasciato fare da se
:
il
padre
a'
3 settembre 1446
gli
scrisse:
Cuius
animi sit dilectus filius Dux Bavarie ex litteris ad custodem Vormacensem missis quarum copia hoc in brevi
Claudi jussimus videbit tua nobilitas quid amplius ad te scri-
<f
bamus nescimus nisi ut honoris et fidei tui momor minime in solucione promissa deficias addiraus cum
ecclesie pr
bit.
sis
et
cordis
((
quo corpus
ut
et
ducli
enim
raanei
(f
sumus ad punctum
si
in
quemadmodum nuper
quod promisimus nec
scripsimus parali
trader^^
erit
momenti
dilacio
debitum tuum
(1) Arcti.
(2)
Med. Carle
di Corte.
originali. Filza
1.
Arch.
Mazzo
o.
7.
Pare clie quella somma di fiorini soddisfatta (il 3 di giugno ) fosse parte di maggior credito. Perocch prestiti descritti nel cenno di quest'aUo sono 8,000 marchi d'oro, e fiorini 24,638 e 8 denari, monela di Savoia
i
pi
28,786
(3)
fiorini,
5,316 fiorini,
13.
1,766
fiorini.
Ibld. id, n.
302
DICHIARAZIONE DI DOCUMENTI
autem vcrba non facimus quam littera prefali sii facto comminalur salis (1) . Ad acquipopolo
reddideris plura
stare poi
nome
nel
(che
di
continuo oppresso
adora
acino de Albana
dall'inquisitore
istesso e
dando sicurt
ma
il
il
prosotto-
la riteneva.
Papa Felice
de
al giudizio del
Vescovo
di
Torino l'inquisitore ed
resa per
fiscale.
Casellis falsa-
nonnuUos
et
membris quasi
et afflicta
inhumaniter tractata
slata
di
era
di appello al
Papa
l'
lonsegnala
al
braccio
secolare;
o dal
giudice
ritenuta
secolare
,
per
non solamente
ma
sotto-
et terr
il
nome
di
savi
ed umani
in
(3).
per
N
l'
seguili a
morte
Savoia
et
ignorante
ferocia
dei
frati.
Plerique
mendicancium
dal
in
eorum
1444
accennando
qualcuno indicandone
(1) Arcti. di
Corte. V.
il
Bollano di Felice
V; e Bolle
e Brevi.
(2)
Mazzo XIII.
il
Come concordare
Arch.
di i e
quasi inhumaniter
il
scrisse la supplica
(3)
non ebbe
Corte.
coraggio
di dir giusto.
Voi.
IV
del
Bollario di Felice V,
pag. 306.
Voi.
VI, pag.
DI
travagliare,
desi averi.
STORIA PIEMONTESE
e
303
uccidere
sterminare,
lidiamente spogliare
mata mano nelle case degl' Israeliti trucidarono uomini e donne in gran numero battendo altri a sangue altri carcerando; rubando denari e le robe, e assai mali commettendo
, , i
rabbiosamente.
bito per
proi-
sempre
stessero
predicare contro
giudei
,
se costoro
mac;
chinavano contro
quieti,
la religione cristiana
fossero
giudicati
se
egli
protetti
difesi
gli
(1).
assassini
e n
predicanti
ch'avrebbe
dovuto
di
crocifiggere,
perciocch
perdo-
potente
mezzo
di
Onde
chese
gli
Ebrei non
mai,
a
sempre
si
offesi
nelle
robe e
Il
possibile
vendicavano.
mar-
zardi (2),
quali abitando
,
cui sta-
vano
gli
Ebrei
avevano
l'
ignominia
di
loro acque ed
che portavano
gl'Israeliti
viatico ai
dimorerebbero
pagando una
capiquesti
cui
fosser ridotti.
Ma
alla
riputa-
ed egli
senza terre
,
una dignit
se
non
cara.
Che sebbene
la
il
Thoures
il
nell'istoria di
dosi trasferire
concilio di Ginevra a
,
rinuncia di Felice
ed
essendo
i
con
desse
buon segno
e
di
rinundichia-
raccolti dal
Garrone,
da
me
provano ben
le
altro.
per buone
partigiani. Difalto.
morto Eugenio ed
imperatore e
il
successore
volti
l'
(1) Arcli. di
Corte. Voi.
VI
pag. 90.
304
DICHIAKAZIONE DI DOCUMENTI
;
risoluti
ambagi
del Visconte;
morto costui, e suscitata da Niccol una crociata contro Amedeo come decaduto e privalo degli slati aviti, perci dovuti a
Carlo VII
di
Felice la facolt
divozione del
concilio islesso
era
perduto e
di
un congresso
Lione
composto
dei
elettori di
Treviri
silea
,
di
dei
Delfino,
quali
Ma
di
vero
non rinunci, se prima non fu sicuro della data fede, onde il 18 di gennaio 1448 Niccol abol tutti decreti, le censure e le padri scomuniche pronunciate da Eugenio IV contro Felice,
i
i
di Basilea, e
gli
aderenti loro,
a'
restitu
di
agosto
,
nomin
che
lo
Felice
primo cardinale
della Chiesa
assicur
di cin-
quecento
fiorini
dimise che
gli
a'
di
atti del
il
titolo di
,
cardinale di S. Sabina
di legalo
il
la
dignit di decano
in
Lamagna
e di Vicario perpetuo
di
Ginevra
(1) (2)
Lunig
Arch.
Secl. 2
n. 43.
Mazzo XIII,
n.
18
di Felice V.
2 di Niccol V.
(4)
L'abazia
all'
San Benigno rendeva pressocli 900 ducati. V. BolV negli Archivi di Corte in cui un breve
:
del
1444
ab. di Savigiiano
il
al
quale
offeriva
anni se
gli
dava
conto
di
700
scudi.
Tanto era
denari
DI
Paz. ... e di
STORIA PIEMONTESE
d'un
il
il
305
Romano
che
7
pontefice
migliore.
di
Ma
in
poco
gli
dur
la vita
che
a'
tempo
della
sua regrimesso
sentenze,
decreti,
contralti, volle
anche
morto
la
far quieto e
il
il
figliuolo
Anzi per
segno
di
amore
,
alla
memoria
trovava
di
Amedeo
gli
favori
e diede
si
come
vita di
Roma
(2).
La
Amedeo, come
umori
,
gi dissi
;
degli scrittori
la
senza
presenza degli
con tanto
il
troverebbe
vero.
alcuno vide
partigiani di
Eugenio e Nicol
e de' seguaci di
amore
di
pace
mondo
la
riverenza
gli
scrittori di quelle
i
raramente preti scocompagni (pi spesso e sempre gridano la croce a chi vede e non tace); quivi impegnati piuttosto a difendere se Nicol istesso approv le opere di Felice. Ci non ostante pi leali non si rimasero e per lacere di Poggio, a cui gli amici di Amedeo negano ogni fede.
e che
prono o palesano
le
magagne
de' loro
Abramo Bzovio
cosi liberamente
Baronie, come
contro
della
fama
di
Amedeo.
(1) Arcti.
Mazzo XIV.
n.
3 di Niccol V.
(2) Ibid.
<),
8, 11.
39
}<^K)
IH<:ilIAKAZ10NE DI
vi(a
ili
DOCUMENTI
pieni
di
luslri dalla
lui, e
sempre
di
panegirici, l'ecero
parlare di
Amedeo
,
e poi
tanto che
lo
commossero
si
fortemente che
Bzovio dovette,
al
volume
XVH
de' suoi
intitol
che
il
gesuita
altri
Monod
il
dislese v
Amedeus
Pacificus
(1).
N dopo
:
cent'anni parve
p.
perocch
Roberto
la
quale,
fu
Ormca
i
al
re Vittorio
Amedeo
combatte come
pu
detrattori di Felice
V, poi reca
maso
di
Le
quali io non
;
ri-
chiamer qui
esporre
la
ho impreso
sostanza degli
censurare
gli scritti di
nessuno, e n
di giusta lode
che dovuta ad
tempo onoratissimo.
Ma
per
meno togliere quella parte Amedeo Vili principe al suo come potr chiarir qualche cosa
,
stette
io
ho
Cronaca d'Evian da me pi
figliuolo di
volte citala
Amedeo avendo
per
esoso lo scisma
il
cancelliere Bolonobili, al
quale
(3).
Niuno
disdir che
Amedeo
;
fosse
sino
si
da
puerizia
la
mollo
praticante di religione
e lunga tribolazione al
ma
anche non
di
potr negare
dura
marchese
Monferrato.
Bene so che
Enea
(1)
Arch.
,
di
I
Catego-
ria III
Mazzo
n.'
10 e il.
di
n. 11.
{Vj
Bibl. Ciuilon.
Losanna
fot.
i3'.
)l
STORIA PIEMONTESI-:
nihil servatur nisi
est (1)
;
307
quod necesse
est
raro
di
ma non avrebbe
,
aggiunto
,
quel principes
il
titolo
religiosissimi
pietosissimi
giudi
stissimi.
io calpester
le
la
memoria
di
Amedeo Vili o
nel
Felice
se rigetter
deposizioni
ricercate
1452
nella
Thonon da due
notai
di alcuni
monaci
ad
del monistero di
Ripaglia intorno
miracoli
i
operati
intercessione di quel
principe
(2)
come santo;
Bergomense , non pi creduli da nessuno appena rimangono documento della bonariet di que' montanari e della furberia di chi usava di loro credulit. D'altra parte non veggo necessit pi o di volere che un uomo sia creduto pi o men savio men giusto di quel che di fatto era. La storia ha debito del vero: e le prove non sono nelle opinioni o negl'interessi degli
,
scrittori,
ma
ne' fatti
dissi
in principio
che
Amedeo non
atti di
;
suo regno.
Certamente era
uomo non
estimatore giudizioso
sempre
fama
di casto e di
fatto al Granvilla
prudentia
et
discretione
parens
licet
;
sine
suorum
omnibus discretissimus
simo
scere
(4).
il
sia
altri
veris-
Ma
fu ignorante di
prin-
cipi del
i
suo tempo, cav molto denaro dallo stato senza creonde le pi volte le citt non mezzi di produzione
: ,
ne
I
la
pace lunga in
caso
di
e se
li
un
balzello
che
(1) lier.
Hai. Script.
di
Tom.
Ili
p.
pag.
879 D. E.
di
(2)
Arch.
Corte. Nel
voi.
della
Cronaca
Amedeo
di
Perrinel
Du-Pin.
(3) (4)
:308
viriliter
(1).
DICHIARAZIONE DI DOCUMENTI
PiuUoslo ingross
il
regno e represse
n
ai sudditi
le libcrl dei
Signori:
ma non
e intanto che
Lombardia arricchiva quantunque travagliala da fazioni e da guerre, lo stato di Amedeo non mutava. Nocquero gli anni
del suo pontificato alla forza
morale
le
del popolo
preti insole
lentirono,
laici
sdegnarono
quali la
punire e lasci
impunite.
Valdesi
Piemonte
e,
come Ludovico,
ghe
(2)
una
vita
gloriosamente
cominciata.
2.
Ludovico duca
di Savoia.
Conferm a se l'aderenza di Monferrato per le terre oltre il Tanaro il 29 novembre 1440 e diede il 4 dicembre l'investitura al marchese Giovanni per le terre cedute nel gennaio 1435 (3); represse commissari ducali qui (quamplurimi) imporlunitatc ducti ipsum commissionis officinm impetrare veriti non sunt non ut facinora patria in illa pululancia
,
((
(f
((
f(
efficerentur
del
mente lamentare
rare
comunit
di
Piemonte
attese a risto-
le fortificazioni
Nyon
e ai ponti sui
savano
le
vie e vi
costrinse
anche
preti
che
negavano
di
(1)
di
fi.
(2) Arcli.
Ginevra.
Rcgislrum
voi. II alla
epislol.
Amed. Card.
Sabinensis.
Voi. I, fol.
gno 1307) e suoi 300 seguaci avevano abitato e dal quale si era credulo che egli, e poi lui morto, il diavolo mandava turbini e le tempeste che toccavano al Vercellese. Prele Milareo de Triverio vedendo cessare le elemosine chiese quelle indulgenze per ravviarle.
i
(3) (4)
Arch.
Ibid.
di Corle.
n. 6.
Torino.
Mazzo
DI
STORIA PIEMONTESE
di
309
denaro
di
(1);
Borbone signore
Toyssey
Bcaujcu
terza
di
parte delle
;
tremila
lire tornesi
Macon
si
,
ritir
dalla sovranit di
Montemerlo,
al
Beaurcgard
riconobbe
e
Lent
per
,
Villeneuve
Chalumont,
il
e rinunci
Borbone contento
Chalcllard
,
lui
di
Ambrieu
di
Trevoux
Baronia
Villars,
e in quelle
11 settembre
Borbone por
e per la
tori (3),
preliminare
terminare
si
le
mantenevano pel
di
Delle
Luigi di Potiers
conte
Valenza test
gli
a'
22 giugno 1419
il
figliuoli
fosse
erede universale
,
Del-
Vienna
se
il
Delfino
rifiutasse
di
succedesse
,
il
duca
Amedeo
Poitiers,
ai
di Savoia.
11
signore
Saint
Valier
altro Luigi di
mosse
lite a
ma
15
di
le
bidue,
signor
di
,
Saint Valier
e di l
non
si
fosse
Parlamento
pi
il
di
Parigi
non
favorevole.
di
Carlo
,
appell dalla
primo
di
luglio
e ai
27 Amedeo
del
Amedeo
Valenza l'offerta
per
cinquantamila
testatore
patto di successione;
non
voluti
e, Narbona
legato apostolico
Contado
Venassino,
proseguirebbe
l'azione contro
il
signor Saint
Valier
suo
fratello.
La
ma
di diritto
a decidere
6G1.
n. 19.
(2) Arci),
(3)
Mazzo Vili,
(i) Ibid.
Mazzo IX
n.
2.
310
vaio
Ira
DICHIARAZIONE DI DOCUMENTI
buon mezzo. Finalmente
di
si
il
convenne
a'
27 novembre ikhh
al
Ludovico
padre
in
quel
contado,
al Delfino le
sue pretese
avrebbe
castelli di
ducati; in cambio della qual somma Ban, Chalencon Pugin e San Pietro sotto
,
condizione
fin
di riscatto (1).
Ma un nuovo
,
pagato cin-
d'oro per
sottrarsi
perpetuo da
consegna
diritti
ai
ambedue
le parti
d'origine e di possesso, di
vas-
di
Ludovico.
quale
si
e quegli
si
era
che gi Ludovico
marchese
di
Monferrato.
in
patti della
Ginevra
1445, furono: Che egli darebbe il passo ai Francesi per Savoia e Susa gi nel Piemonte e verso la Liguria, o per le Langhe o per l'Astigiano passando verso Br o Ghcrasco provvederebbe soldati di vettovaglie che le paghercbbono
nel febbraio del
,
a giusto prezzo
il
cavalieri
fiorini di
in
venti
mandasse
cos
il
milmente que'
si
Savoia
se
ne chiedesse
che
se avesse dei
fiorini
,
per ciascuno
Vercellesi
,
Nizzardi
ai
Piemontesi
ai
li-
territorio
marina, senz'ombra
le
di tasse
o gabelle o pedaggi
come
il
gi
:
che
terre e
le citt
che
si
Po,
Ge10,
(1)
Il
Arch. di Corte. CillA e Provincie. Valentinois. Mazzo II, 13, 13; e Mazzo III, n.' 1 al 12.
13.
n.'
-E
Mozzo IX
3 e 8.
DI
iiovesalo e
il
STORIA PIEMONTESE
,
311
,
Monferrato
quali
,
Parma
a
Piacenza
Tortona ce.
si
darebbe
al
Savoia e
al
Delfino.
il
Lo
lerre
tra gli
alti
monti e
ec.
,
Po
l
quali Miil
lano, Pavia,
astello di
Lodi,
Novara, Como
e
di
di
dall'Adda
in
marchesati
il
di
Mantova
si
Fer-
rara
quanto
si
Po
al
e l'Adda
Delfino.
;
terrebbe
si
Non
e
il
co-
mincierebbc
alla
l'
impresa che
al
Delfino
prima richiesta
capitoli di que,
sue genti
le quali
siccome
il
Delfino e
Re
di
Duca
ferrato
(1).
di
pren-
Filippo Maria
il
se la sorella
di
non
stata
al
caso di persuadere
consiglio ducale
il
Milano
prendere
Duca
di
Savoia.
Ma
perse
slessi; di
Papa Nicol
tulli
il
distratto dallo
,
scisma; e dell'in
per s lusingava
gli
ambiziosi.
il
ranza a Ludovico,
scitanti
quale e per
ed in
padre e per
amici
in
Milano
,
Pavia
,
apparecchiava
altri
armi
soldati
prese Novara
Vigevano
il
Alessandria ed
luoghi
importanti,
del
e costrinse
duca
di
conquistare
l'altrui.
valsero
i
Ludovico
ad aiutare
patti
Piemontesi; n l'ordine
tutti
i
di
lo
cittadini (3)
;
che
sconfisse
gli
giov
Milanesi
eranosi
con
decreto municipale
fol.
Mazzo IX n. 5. CiU e Provincie. AUi. Mazzo IV, n.' 13 e 14. voi. LXX Comiliorum (3) Arch. della CiU di Torino, Libcr 72; e voi. L7JXF fol. 103.
(1)
Arch.
di
(2)
Arch.
di Corte.
312
a lui dali
(1)
J)lCmARAZlONE
,
1)1
DOCUMENTI
prcslamenle
lo
poich occupando
Sforza
i
stalo
Ludovico o
animi
potuto nutrire.
Traltanto
si
agitavano gh
do'
cagioni. Alcuni
uomini
di
spogliato
le
genti del
seguito di Felice V.
Friburgo
si
citt protetta
da quel
sovrano.
Inutilmente
gli officiali
i
Friburghesi
di
Savoia
governatori
concitali
,
incumbenze loro
e nelle esii
quindi crescevano
dispiaceri
si
aggiunse
la sicurt
cui la patria
capo
(2). I
Fri,
e rappresaglia
per rappresaglia
i
Fribur,
Durarono lungamente
i
sinch Francia
a
Bor-
gogna e
Cantoni
di
Svizzera prossimi
Berna e Friburgo
partilo, e gli condi
non entrarono
pacieri.
Friburgo era
ai
ai
mal
ren
;
Berna e
di
Savoia
non battere pi moneta se noi consentiva il sire di Neufchatel; pagare per danni di guerra a Savoia quarantamila fiorini del
rendergli
Reno; ricevere Guglielmo d'Avanchez quale buono cittadino; di tutto quello che gli avevano tolto. Ma quella pace
si
Fribur-
onde Ludovico di Savoia e il padre suo Cardinale Sabinense eccitarono anche Ginevrini a prendere le armi. Cos fecero grosso contro Friburgo e vinsero n si dimisero dal combattere che dopo il trattalo
e la guerra fu
nuovamente
rotta
conchiuso
bligare
i
dall'
anzidetto signore
a
di
Neufchatel
Friburghesi a pagare
Savoia
centomila fiorini
di
dugcn-
(1)
fol.
fli
Torino.
Lbcr
Consiliorum
voi.
LXXV,
22.
(2)
Chancclkric de Fribourg.
DI STORIA
tornila,
PIEMONTESE
E per
verit
perpetuo
19 giugno 1452
(1).
i
mag-
ingrandire lo stato
si
conosce
non
,
solamente dagli
o
se di guerra
,
del suo
tempo o assolutamente
;
pacifici
non continuati
nevrini
,
ma
ai
quali nel 9
il
castello di
marzo 1444 per una semplice richiesta Thez che aveva occupato (2).
si-
Poi nel
gnore
il
di
Monlchenu e
alla
Maddalena
terra
di
Carouge
;
Vernettes nella
savoiarda
di
ma don
sulla
citt istessa
,
sovranit
terra acquistala
di tirare in Gile
Salre attraverso
sue terre
palazzo ov'era
solito alloggiare lo
an-
dando
in
come
Spon
citasse
un
di
atto del
trova
gno
fatto
atti
d'
il
principe da
sovrani.
Amedeo aveva esercitato senza contradizionc Amedeo stesso nel suo papato Vescovo di Ginevra
il
23 maggio 1444
ha errato
le
costitu-
Ademaro Fabri
all'errore.
Lo Spon
vista di
forse
n era
difficile
Perocch
questo tempo
la
la
guardia delibeLo-
sua residenza in
fi) Arcli. de la Chancellerie (Velai de Fribourg. L'alio segnalo anche da Martino Le Frane proposto di Losanna. La Biografia Universale di Francia disse dunque non vero, quando disse che, deposto Felice, egli si ritir a Roma. Berna , Commis.'" de' feudi Frankrcich-Savoic voi.
ras., p. 3.
n.'
Arch.
di
les Suisscs.
Mazzo
I,
16, 17, 18. Gaulhier, Hisl. de Gen. ms. - Di tulle queste fac cende di Friburgo vedi anche la Strenna friburghcse del 1802, intitolala fiuillaume d'Amnches et A. de Salicelo,
,
'
(2)
Arch. di Ginevra.
'
AnCH.ST.lT.Vol.Xllt.
40
314
sanria
(
DlCmAUAZIONK
a
DI
DOCUMENTI
non
fu
,
stipendiare
la
mollo
scrisse
che invece
a
s
di sessanta
numero impossibile
,
era Ginevra
Ludovico
il
fu utile
anche
ai Valligiani.
Imperocch
di
il
vescovo
ed
le
capitolo di Sion
,
ricuperare
terre Martgny
di
dall'acqua
preso ed
i
Ardon Chamosson Mastry e altri luoghi Morgia al Rodano che il Duca di Savoia erasi
lasciare
Valligiani dovctter
per
l'
alto
sul
campo
Eugenio IV
il
12 luglio 1434
di
il
ma
non poterono
capitolo
riuscirvi.
denaro
riscuotere nel
il
1447
Vescovo e
;
mente protestarono
loro terre.
ma
non solaridomandarono le
Amedeo VI
ma
Ludovico
fu
che
a'
17
di
non domanallora
dare altro
pate
(2).
occu-
Con Saluzzo e con Monferrato che tanto patirono dai tre Amedei egli fu amico sincero. Bene slette con Francia la quale continuamente gelosa di Savoia le si era sempre mostrata ostile. Coir Inghilterra e colla Spagna fece buoni accordi di commercio e colla Scozia corse fortuna d' imparentare il
,
figliuolo.
Pel
di
quale
mand
il
LancelIoUo
sorella
Luiricns governatore di
al
Nizza
Iacopo
della
Re
Annabella.
il
re la fidanz
mandlla secondo
costumi delle
mesi non
(3).
usi di Savoia al
Duca
onde
genti tra
cui
il
principessa arriv in
Ginevra
ottobre 1444, e
di
dimoratavi alcuni
volentieri,
ebbe permesso
d
Coi
II
(1)
Arch.
Ginevra.
E Gaulhier,
2,
Genve, ms.
les
{2j Arcli. di
Corte
,
di Torino.
Traitc's
avcc
Vallaisans.
Mazzo
n.
46
e Mazzo III
n.'
10 e
p.
H.
,
(3)
Arch. Cam.
pfliz.
p.
320.
Cibrarjo
Opuscoli,
di
Fontana 1841.
301.
DI STORIA
propri!
sudditi,
di
il
PIEMONTESE
la
315
se
non
,
lo stringeva
parso avaro
inalienabile
pecunia
conciossiach quantunque
,
suo demanio
am
fiorini
annui,
(
nuova
e gi
prima
IHl
tolta per le istanze de' Piemontesi una gabella del sale che era incomoda ma che serviva a mantenere l' universit di To,
rino,
si
aveva
decretato
che
il
(2).
degli officiali
Torino
si
ordina-
menti
o
(
non
diligentemente
)
adempivano
loro? e Ludovico
,
18 aprile 1448
co-
mand
ardisse
sotto
pena
di
cinquanta
(3).
lire di torti,
indugiare al bisogno
vi
Lo
avea
ricondotto
qualche ricchezza
ma
per
le li-
frenarli furono
due
cum duobus
juxta convenciones in affictum domorum quali forse non erano abbastanza comode a ricevere tutti
debata
et interesse
lo
gli
il
dottore Gio-
vanni Grasso (ricevuto cittadino per atto dei decurioni del 1441)
fu ordinato che
le
famiglie ebree o
si
ristringessero od uscissero
E
,
a'
12
di
dicembre [1448)
per quartiere
:
una guardia
di
venticinque armati
di coloro
Gne
di
con decreto
et
quod
tra-
nulla
'(
persona
condicionis
arma
(f
cuiuscumquc nominis
tibus
eorum
ut
familia et genet
sub
pena
vigintiquiuque
armorum
accomodato-
rum
(4)
N solamente avevano
me
(t) Arcli. di
Mazzo IX
n. 4.
Ardi,
di Citt.
Liber Constliorum
voi.
LXVlil,
p.
37.
31G
DICHIARAZIONE
DI
DOCUMENTI
,
tanto
dissero
tanto
a'
ma
dei dintorni
di
Torino
in civile e
si
in
quali privilegi
ognuno
Ma
il
di
di
chiudere
affittarono
un luogo
ginevrino
Aimone Ballaixono
Quod valicai teneaturque et sit adstrictus hospilare quascumque mulieres meretricales tam de die quam de noclc faciendo et operando in eadem domo quotiescumque eis plaactum veneris
et
,
cuerit
seu meretricale
pr ipsarum
in lallibus.
libito
voluptaleque
a
quoscumquo hoet
quam
ipsis
dicti
quam
ve!
de nocte venientes
cum
mulieribus
dictum
cives
homines non
sint
Aymo
vel
possit
valeat ac
a
'<
tam
et
mcretricibus
quam
aliis
honeslis
inhonestis
cuiuscumque
condicionis
viclualia
quecumque
ita
alia
a
a
manulenere cisdem mulieribus viclualia necessaria pr ipsarum licitum sit eisdem mulieribus dieta viclualia
,
portare in ipsa
domo
et
idem
Aymo
promittat el
teneatur
quod justum
fuerit
sub
et
(1)
Arch.
fol.
di
Ginevra.
Regislrum Episl.
Amedei
Card. Sabinensis,
voi.
II,
148.
DI STORIA
c(
PIEMONTESE
valeant
alibi
317
quid
quam
in
ipsa
domo sub
et
qualibet vice cuius pene due partes applicentur illustrissimo domino nostro duci Sabaudie et alia pars accusatori et qui
accusare et suo iuramento credatur . Item quod ipse mulieres non possint nec valeant accedere per civitatem nisi diebus raercurii et sabati portando
libet possit
semper super spaclula dextra unam aguglletam ut a ceteris possint cognosci eo salvo quod hospitissa diete domus possit omni die et quibuscumque per ipsam civitatem accedere por-
land ipsam aguglietam super spaclula prout supra dictura est eliam salvo et reservato quod liceat ipsis mulieribus orani
die ire ad
non dessendanl
muros
diete civilatis
a
Annec dessendanl per reclitudinem . ut supra applicanda dree inferius sub pena que supra Item quod diete mulieres non possint accedere per civiSancii
solis
mu-
lieribus accedere per ipsam civitatem temporibus nocturnis sub eadem pena solidorum trium (1) .
le
si
aggiungevano
le
paure
e le
La
Citt
si
prov
risol-
rimedio. Finalmente
a'
di
maggio 1441,
che
tegole,
proibito di pi
perch a 24
le
agosto
le
dell'
anno suc-
vie e
mucchi
resto
si
di paglia
che
vi
si
ducale, e
si
aspettasse di udire
di
il
da
farsi.
Ma
maggio 1448
(2),
(1)
Arch.
di Citt.
Liber Consiliorum
fol.
voi.
LXVIII,
p.
72.
LXX,
90.
'MS
DICHIARAZIONE
DI
DOCUMENTI
tempo
ne' crocicchi
ec.
vie,
nelle piazze
(1).
Nonostante
tali
sonni di
governo,
la
Citt
prosperava e
della tanto
;
avrebbe prosperato
zioso,
lo stalo se
non avesse
lasciato ogni
capriccio
di
Anna
di
Cipro
ed
e per lei
la
Corte
sua
sciocchi
arroganti
Ma
dal
Memorie
San Tommaso
ho dichiarate
e valgono,
come
io
sua memoria
(2).
Torino. Liber Consiliorum , voi. LXXIV. Questo lavoro, finito nel novembre 1844 ebbe, nel 1846 e nel 1847 le poche aggiunte dagli Archivi Mediceo e delle Riformagioni
(1) Arcli. della Citt di (2)
, ,
di
Firenze.
APPENDICE
APPENDICE
SPECCHIO
del
numero
neWAmiso ai
Luogo
in cui
322
Luogo
in cui
APPENDICE
Titoli Titoli
della Sezione
CiU
Provincie
Archivio
di
Materie economiche
[Milanese ducalo
Corte
\Monferralo
\\egi)zi colla
\
Francia
Nizza
Principi del sangue
Protocolli
de' Segre-
tari ducali
Saluzzo
Trails anciens avec
la
France
eie.
Trattali diversi
Archivio
rasco
di
Che-
Liber Consiliorum
Ardi,
di
Fribur-
go
Arch.'dl Ginevra
Biblioteca "publi-
ca di Berna
Biblioteca di Lo-
sanna Commissariato
dei
feudi
di
Berna
APPENDICE
323
MANOSCRITTI
da
lui preso.
che
il
San Tommaso
oltre
erasi proposto
di
a quel poco
gi
Note e Indicazioni
Titolo del
Volume
lasciate dal
^ Garrone
Affaires de Savoye.
Alti del Concilio di
silea.
Arch.
di Dijon.
Opuscoli 61.
BaArch.
(11
Cor. Torino.
Bolle
e Brevi.
,
Maz-
Brouillas di
Monod per
Ibid.
la
Ville
zo XI!
n.
24.
la storia di Ginevra.
Chronique
de
Biblioteca di Losanna.
Arch.
Ibld.
di Cor.
Torino.
Mazzo IH.
dans
Ibld.
Ville de
Genve Ca-
tal.43.Caleg. 13.
"
Ibid.
Ibld.
Caleg.l4.
Dal Voi. 40
di
al
96.
Archivio
Cherasco.
Torino.
Arch.
di Cor.
Legala
di
colla
Cronica
Perrinet Du-Pin.
da Amedeo Vili
Ibid.
Senalor Sola.
Descriplion
Trailsavec lesVallalsans.
Mazzo
I.
Droils
et
prtentions de
di
Frankreich-Savoy.
324
Titolo del
APPENDICE
Volume
Sede del Volume
Note e Indicazioni
lasciate dal
Garrone
Hisloire
ou
Cronologie
du
ste
duchc' d'Aoste.
Arch.
fli
Cor. Torino.
Ibid.
Biblioteca di Ginevra.
di Cor. di
Torino.
Maison de Sa-
di
voie
par Louis de La
Torino.
Croix.
Memoria mandala ad un
Domenicano
vio
).
(
lo
BzoIbid.
Missivae.
Notices sur
les
Cancelleria di Berna.
balliages
Conamiss.*'' di Berna.
N. 2.
du pays de Vaud.
Prcis de la fondalion de
Ripaille.
In
dae
rascicoli.
Arch.
les
di Cor. di Torino.
Reguiiers de
raonts.
des
rouleans
la cka-
comples de
Chambery ds 1270 1399 conformemenl des sic ) aux inslrucliois de la R. Chambre des comptes du ii mai 1793.
stellanie des
(
Ibid.
Regislrum
Epistolarum
Arch.
di
Ginevra.
Voi. 2
in gotico
midel
nuto.
Seguito
Ginevrini (1734) a
Re
Vitt.
Il
Anoedeo.
cond'atti
li.
1." Voi.
tiene
minute
li
sconosciuti o peri-
2.
som-
marli di suppliche
concessione.
APPENDICE
Titolo del
325
Note e Indicazioni
lasciate dal
Volume
Garrone
Recueil
conlenanl dishisloriques
Bibl.
serlalions
d'Aosle.
dell'Accad.
delle
Di Tillier.
scienze di Torino.
Scrillura Apolog. del P.
march. d'Ormea.i'726.
Arcii. di
Cor. di
To-
Ivi
sono
citali
rino.
(issimi
libri,
molda
consultarsi.
Idem,
di
Pineroln
an.
Ibid.
Ibid.
Grosso Voi.
lieo.
ras.
go-
Genve.
Storte di Savoia
lib.
Ibid.
3 del
Ibid.
Dalia-Rovere.
Manca
il
libro 2."
Tenor Variarum
litlera-
rum
Vili.
script, ab.
Amed.
Bibl. dell' Universit di
Torino.
Ibid.
326
APPENDICE
LIBRI
MANOSCRITTI
il
San Tom-
maso aveva
gf indicati nel
Savoia.
Volume
delle
Tavole Genealogiche di
Alberti. Storia degli antichi Marchesi d' Ivrea e de' Conti del Canavese. Ms.
Avanchez
d'
Elrenne
Fribur-
Badar
Ms.
della
Biblioteca
dell'Universit di Torino.
Relazione Inedita
Brizio Giovanni.
tiae
{
De
,
lustilia et validilate
dee dire
Basileae
).
Chambre
Ms.
des Comples.
della
Chronaca
Anglerie.
Biblioteca
Ambrosiana
di
Milano.
Charapier. Cronaca de' Conti di Savoia (in francese). Biblioteca Mazarino a
Parigi.
Chronica
Comunium
si
crede perduto.
FUI seconda
(
Gerardus
non
fuit
Comes
), il
Ms.
Chronica Sabaudie a Beroldo usque ad an. i487 (comincia: quia temporis angustia
)
il
Ms.
(Wurslisen) 1S80.
il
Chronicon Christiani
Urslisii
APPENDICE
Chronique ou hisloire curieuse du Pays de Vaud. Chronique du Conte Rouge
,
327
de Perrincl Du-Pin.
Codex diplomalicus
Civ. Alexandriae.
Ms.
Vercellensis ab an.
di
882 ad 1427.
JMs.
Leibnitz.
Cronaca
della Nobilissima
Casa
Fallelli.
Ms.
De
la
Ms.
Marco. Geneal.
].
de'
Nella storia
De
bello fina-
Tiensi
GalifTe.
l'hisloire
de Genve.
Vescovi d'Aosla.
di
luogo
od anno
di
stampa
Ms. in pergamena
Grandezze
di
luogo
od anno
stampa.
Bisloire de la
les
preuves. In
fol.
1716.
Chavigni
Choiseul ec.
dell'
Universit
Torino.
fol.
Lunig. Codex Diplomalicus Ilaliae. Francfurli 1723. 4 Voi. in Mella. Hisloria Vercellensis per
modum
consilii.
Ms.
hisloriques.
Modena
Monod. Hisloire
Ms.
orig.
).
Morozzo. Ms.
Virlules et
Vita,
328
A P
l>
KN
J)
C E
liaccoUa di Memoria per servire alle Cenealugie delle famiglie ISobili del
Piemonle.
Be'gislre des
Bibllolh-
que de Genve].
Ruchat. Abreg de V hisl.
ccclesiasl.
du pays de Vaud.
Masino
di
ed anno
di
stampa.
Simlerus
Josias).
la
De rebus
geslis
Spon. Hisl. de
Ville et
d'Ivrea
re
Transumptum
(sic).
Ms.
APPENDICE
329
CENNI STORICI
sui
Archivista Anziano.
antico quanto
la
Camera
istessa.
incarico di
scritture, di
qualunque natura
si
fossero, aventi
Camere
dei
Conti
una
cio nel
la
Ducato
gistrati
in Nizza, e
quella sedevano a
modo
dei
Ma-
le altre
commissioni.
Ma
prime
coli'
Conseguentemente
questa
e pi preziosi
la
totalit delle
capitale ad arricchire
un
monumenti
di
regime
patria giuris-
prudenza,
di
economica amministrazione.
il
Nel 1575
fece pensiero
di eri-
gere presso di
ture che lo
verbalmente ordine
al
Mastro
de' conti,
RofBer,
di
di trascegliere
Camera
in
Torino
tutte le prin,
colla
di
suo Castello
una stanza
il
a tale
uso pre-
parata
ostanti
lo
le
di
settembre, non
veementi
violenza
tamente
di
dignit
stante la
mancanza
di
42
330
APPENDICE
Quindi, nell'anno successivo,
tonio
Bagnasacco
col titolo di
Io scritture del
di S. A., esistenti
;
Camera
sia
nel Castello
sia altrove
come
cosi
si
mantenne
dei
pratica per
alle
nomine successive
di
primo elemento
,
il
quale
della
la
tutelare
direzione
Camera
di
diede
il
motivo che
si
mutasse
di
questa
primitivo suo
nome
Ducale,
del
Archivio di Corte.
In simil guisa le cose d'ambo
gli
tamente sino
riosissimo
a successore
al
1637
morte
il
glo-
Duca
il
Vittorio
Emanuele
il
detto
il
Grande, lasciando
suo primogenito
;
la esclusione fattasi di
Madama
Reale
tutela e dalla
Stati,
le
scritture
dell'Archivio
Negli
sotto le
anni 1691
1705
,
1706
guerreggiandosi nuovamente
Archivii dovettero
mura
di
Torino
le scritture degli
poscia
nel Palazzo
Ducale
in
Cuneo,
Sorvenne intanto,
Magistrato di Casale
alli
,
30 settembre 1713,
la
soppressione del
furono rimesse
partitamente e negli
Corte, secondo
la
Successivamente, all'oggetto
consistenza di questi
,
eman
ivi
bre 1715
di
doversi
A PPE M D
fiierali
e E
riflettere
331
semplili
ed altre riguardanti
paesi
monti.
Un
al
simile
comando
,
fu
rinnovalo
al
,
29 dicembre
provvisioni
1719
19 febbrajo 1721
al
29 maggio 1751
ed al 26 febbrajo 1752,
originali
rispetto
stati
ad
S.
da
M. promulgali
conlenenti le
dei beni nel
di
mappe
ducalo
perequazione
di
in
un
colle
altre
di siffatta
le scritture
natura gi
ivi
esistenti;
ed
in or-
con
la
Dopo tulle queste spogliazioni sofferte dai Camerali senza mai alcun ricambio per ragion di reciprocit
di
canto
di
quelli di
danno
tratlati
quelli,
fuorch
li
mutue
ceduti
cernenti
paesi
ed acquistati in seguito
;
ai
di
e quelle tulle a
un dipresso
per
,
dei ve-
economica
Regia Camera
,
che
ordini
delti
e 4 giugno
1743
furono rimesse
Economato.
giunsero col tempo a far im;
Ma ben
altri
gravissimi casi
poste alla
pallidire le persone
loro custodia
quelli
cio delle
governo francese
e
tutte le
tare tutti
li
cadaslri
mappe
e
per essere
dei
di-
prefetture
viceprefetturc
numero
di
7048
tra
rotoli
registri
Fra
niale,
le
feudale
come demaparte
intesa
tempi arrivarono da
di
ogni
dei
regii domini
ad accrescere l'emporio
una ben
di
cen-
tralizzazione, trovansi
di contabilit dei
Regni
di Sicilia e di
del
ducato
Piacenza
dei
:}32
APPENDICE
Bugey
nel Delfmato
,
paesi di Bressc o
i
ed in generale di luUi
,
olire a
altre
di
ijuelle
ed
s
a parecchie
pubblica
che privala
in-
quali
la
termedio
comparire,
di
l'augusta
gli
Real
Famiglia
Savoia
restituzione
di
scritture
effettuatasi
;
per
parte
del
Governo
che
se
ma
,
dalla ve-
rificazione
ne fece
si
venne
di
riconoscere
s
dal loro
e
come
,
seconda
nota alla
presente annessa
Relativamente
ai
cadastri ed alle
mappe
dei paesi di
qua dai
le
mero
terno
d'Asti
rima-
se
di Corte,
oppure
sta
e cos la loro
man-
canza, secondo
computo
pie
della presente
relazione.
ci diede
fos-
Camerali Archivii
s
missione;
pi
la
la
quale
tosto
il
che
gli
ebbe arrestati
ne fece, non
restituzione,
Il
ma
nanze.
loro
numero non
saprebbe indicare
motivo che
s'ignora per
maggior parte di essi il tempo preciso, ed il modo con che furono alla medesima fatti pervenire non essendosi di ci rinvenuto alcun riscontro negli Archivii e ci forma l'oggetto di una quarta nota.
la
, :
sempre
intenti
se fosse possibile
quelli
(1)
Questa e tutte
le
mancauo.
APPENDICE
Camerali, ottennero ch'emanasse,
il
333
ai
mera
si
ebbe a far
loro di
bel
nuovo una
di
recente
consegna
di
Stato,
vrano,
si
si
credono
pi proprie ad essere
ch tratterebbesi
d'
anche
volta
di data
di
non molto
altre
remota, o
di
titoli
,
simili
materie demaniali
siccome pi
d'
una
il
riferente
ebbe
r opportuna autorizzazione
al
gli
Riandando impertanto il sinqu detto, si vede chiaro, che Archivii Camerali traggono un' origine antichissima e raci
chiudono
della
dei popoli
la fonie
;
monarchia
ch'essi
furono
,
in
ogni tempo
da cui
forma ed incremento
sfregi patiti, per
il
che ci
s
altri
nulla
potr scemare
grado
,
di
maggior impreminenza
tamento diverso
di
quelli se ne voglia
di
dedurre
li
protegge.
DI
CASALE
ANTONIO BERARDO
AVVERTIMENTO
A
colti
quello che
dal
per
me
fu
esposto
coi
documenti racil
Monferrato
far
l'uno
MS.
del
Gazzera
Cozio di Casale Sant'Evasio, una Cronachetta anonima de' fatti occorsi in Casale stesso per tiranna di Guglielmo
la
libert,
1530
mor
il
penulil
1563
in cui
al
1569
vissima poi
sino al
paiono
la
di fatti
dall'autore circa
che
gli
lunga.
Il
difetto de'
dur la vita che dovette essere assai nove anni comprende appunto quell'uldel
timo colpo;
ci
ma
a
di
Gazzera
conceduto
vuoto mediante
al
1569,
338
inlilolala
AVVERTIMENTO
Res Casalensiuni
;
trisles
aggiunta
al
MS.
di
cui parlo
Compendio
et
per
unum
dell'
ex notariis roijalu
MS.
del
Promis
la storia
assedio di Vercelli
del
1617
scritta
fazione del
fa
medesimo donatore;
il
quale
al
magniflco fatto
al
Duca
qualII,
di
Savoia
marchese
di
Caluso
slitcare la
documento
di
Roma, anno
scritta
comparve
estratta
dall'Archivio
di
da
un contemporaneo
e di fazione spagnuolo.
un grazioso
documento
Roffa
di
dalla Libreria
reale di Parigi e
,
due
scrittarelli
le
uno
di
quel Girolamo
(
che gi
diede
Storie Sanesi
V. Voi.
di
II
pag.
527-582),
episodi!
Governatore
delle
Mi1557
lano,
d
fazioni
guerresche
travaglie
Monferrato nelle
1538,
si
camminare di compagnia. Ma ormai odo che mi domandano Come possono stare insieme tutte queste cose, o come le dai perch possano
cose
piemontesi,
stare?
Rispondo
desiderio.
Il
che
la
roniani, meritava
una sequela
che continuassero
la
la
manca
il
fortuna
il
ma
non
il
tempo
in cui
Carlo
rimise
,
seggio
padre
del
la
celebre
Emanuele
chia
;
Filiberto
e pu importare a tutta
monar-
non
ho accennato che
vero
dall' in-
vedr
il
il
Figueroese certo
si
racco-
AVVERTIMENTO
aiaudano da s come episodio, e perch brevi gentili. L' assedio di Vercelli non fu cagionato
sione che
il
-m
e
perch
inva-
dall'
,
Duca di Savoia fece del Monferrato morto Vincenzo Gonzaga? La materia adunque tutta Monfer,
rina
si
lega
a sufficienza
bene
ad entrare nel
che fare
si
volume.
Piuttosto rimane
dire quello
voglia
Il
della Cronachetta
gentilmente offerta
gli
dal Cazzer.
accidenti che lo
nello stesso
Qual-
s'
che
la civilt
nuova
ci
scritto
con-
ad un fatto unico
tazione
sei
,
anni in agi-
col beneplacito
,
de' signori
si
fermato
gli episodii
il
e in
ultimo
MS.
i
Piemontesi
il
desi-
potere arricchire
suoi
volumi
di
qualche nobilissima
famosa ed onoratissima
quanto gloriosa
del
Bel Paese.
Luciano Scarabelli.
INTRODUZioNE
CRONACA
DI
CASALE
La
in questo
Volume a pag. 271 dur trenf anni. Guglielmo Vili IV nel 1465, trabalzato per ge,
aiutato poi
da Galeazzo
il
per
di
istigazione della
madre,
dai favori di
Foix figlia
di
e si
rese
Vescovo da
mantenuta anche da Bonifazio III suo fratello e successore, non ostante che, per difendersi dalle male arti di Ludovico II di Saluzzo marito di Giovanna
,
figliuola di
e di
Elisa
Po,
se
non
prole maschile.
Ma
della
Maria,
Badia
di Leucedio
quegli nel
lii.95
al padre, e nel
1508
si
marit ad
Anna
Renato d'Alenzon da
figli:
Bonifazio IX,
Maria
Margherita. Bonifazio
nel dodicesimo
anno da che era rimasto orbo del padre, e nel una caduta da cavallo mori, e
de'
la
La Maria
,
Mantova; ma
vivente
il
fratello fu
da costui ripudiata
ed ella
342
CRONACA
dell'
oltraggio, di
male mor.
Il
Paleologi finivano, e
Marest-
fallo
presso Giangiorgio,
gettando
conceduta
la
mano
terzo di
impalmata al Gonzaga
ebbe
del
part su-
Giangiorgio
o per
iscontento che
,
nipote,
per
si risolvette di
suscitare di s prole
il cielo,
che prolungasse
i
il
conti
'2,9
del
Gonzaga
ma
la
notte
successiva
al
di
Gonzaga;
trovarono
un
eco universale.
La
si
Cronica
di cui si parla
ma
invece: che
(iene e fa
il
sempre opinione
delti po-
poli (di
dalli
Monferrato), che
di s, e
che
lo
sua persona e
quasi
di tutto
Monferrato, perch
essi
comandavano
come
s
vano;
avessero data
la
appare
tali
dalla quale
.
conobbero questi
la verit
che commisero
e
un
tale eccesso
Per
sempre
abbia luogo,
alcuno,
ma
Vha
Come
Principe, vo-
io lascio
ad
il
altri pensare;
ma
Cronaca avere
di
,
cittadino
de'
Francesi
di
che
duca
Mantova. Tradimento inutile perch quel Carlo V che aggiudic il Monferrato al Gonzaga marito della Paleologa die,
gli
anche
La
citt fu
presa di furia
i
saccheggiata;
Biandrate
compagni fuggirono;
presi colle
armi
in
mano,
uccisi.
DI
i
CASALE
343
e
lodando qua
col
Gonzaghi
ogni
loro.
Non provata
beneficii di libert,
sospesero
dolce vivere
la
la successiva tirannide
le
pili
che
non
si
mostr addolorato fu nelle percosse che la citt ebbe a buono itapatire dalle guerre durate sino al \3 aprile 1559
;
liano,
mal
i
assassini
degl'inoffensivi e
e
im-
potenti;
subito
il
primoge-
governo dell'ava
Anna
di
e
mano
dello
in
mano
si
sentiva pi forte,
della pas-
sbalestrato
faceva
peccato
per
cavare
Qualche tratto
rocch alcuno
di quelle
guerre pu piacere
giovare,
di
pe-
curiosit,
senza pi incomincio
da
essi
Brusasco, Verrolengo
Verrua
2
Alba
Vercelli.
<(
alli
di
marzo, gi avanti
astuti
in
Francesi
in
dico
Casale
uomini
,
quali
sapevano
la
tempo essendo in Casale di presidio per l' Imperatore due compagnie tedesche l'una sotto il capitano Simone di Trento, del colonnello conte di Salla e l'altro di un altro capitano tedesco nominato Giorgio, molto tempo stato in Casale di presidio ed ancora una comlingua spagnuola e tedesca
perch
quel
Ludovico
il
il
re di
344
pagQJa
ratore,
d' ItaliaDi sotto
il
C U
il
ONA
C A
di detta citt
governatore
per
l'
Impe;
quale era
il
ed
in detta
signor Figarollo
(1)
il luogo del signor don Ferrante Gonzaga generale capitano e governatore dello stato di Milano, essendo stato il signor don Ferrante domandato dall' Imperatore per la guerra di Fiandra onde rest in questa parte il detto
per Carlo
,
il
quale teneva
,
a'
nemici.
Ma
es,
uomo non
n troppo pronto
alle cose
guerra,
di et di riposo, si lasciava
di
reggere
il
guerra: per
in
che
le
cose
della
guerra
Imperatore
queste
parti
si
elesse
citt di
Casale
gli
quali
non
che
in
un giorno non
sotto
il
sapesse quello
in
Ora essendo
si
carnovale,
,
cui
si
e ballare
alla petizione
signor Figarollo
facevano
alcune
medesimo ed
,
suoi
aderenti,
quali desideravano
un
tal
piacere e spasso
per essere
donne e far
di
tempo, ed assai
accarezzato ed
i
vecchio
pure
si
d'
essere
intrattenuto con
signore e donne
di
Casale; e pertanto
Francesi,
quali non
uno scorno
in sugli occhi a
questo
luogotenente Figarollo
giato
,
un
bel colpo,
Dico,
in
de'
Verrua
di
nome
minato M.
Salvasene, francese, e
uomo
Gua-
ti)
Figneroa
DI
e via, sale,
GASALE
,
345
ebbe raodo
si
che
modo
,
si
reggeva
di
citt; ed
nella sua
gli
altri
compagnia ed altri dello stato di Monferrato, e fra un suo soldato nominato Pietro Antonio, del luogo di
,
e questo
Salvasone
di ritrovar
modo
e via
di
pigliare
di
Francesi
,
il
giorno
loro
negoziatori
,
francesi
furono
di
inlrodotli
con loro
furono
che
venendo
certi
la
notte
della
di
presa
i
essa citt,
accomodati
,
fiaschi
vino,
quali
si
portati da questi
di fare
tali
come
usa
comodalo dello vino per farli dormire. Onde il dello Salvasone, essendo guardalo da veruno, quella notte, con una grande comitiva di soldati francesi
s
,
per
detti
Francesi
addormentala ed ubbriaca
porta della della Rcca
,
subilo
uccisero
ed aprirono
i
la
ed entrarono in citt
;
Francesi
ed
uccisero
le sentinelle
tedesche
mura
;
della citt
che
per
,
saliti
per
la
la
verit sia a
suo luogo
ma
basta dire
come
con
il
pigliarono
;
delta citt
entrati
difello de'suoi
Governatori
ed
che
Francesi insieme
e
morte
quasi
di
guardia
non mancando
per
tere e
morire e fare
il
ma
,
furono
:
sforzati a ritirarsi a
poco a poco
castello
delli
di
essa cill
mori
in quella ritirata
un capitano
di detta cill,
,
Allemani
ed un alllaliani.
fiere, ed altri
Ed essendo governatore
curino conte di Valenza
come abbiam
dello,
Mer-
xni.
44
34G
CRONACA
gli fu
muII
corda
il
quale da
il
lui
era guardalo
con
sua compagnia.
in
sentendo
che
alla
modo
meglio
,
pigliar partito
fu ancora
lui
sforzato a ritirarsi
capitani
che
lume
,
di
torchio,
ed in camiscia, a
,
Onde
poi
il
che
andavano
tal
far tal
Casale
si
tenevano
alla
impresa sicura
per
il
che,
il
partili
da Ivrea,
il
vennero
volta di Casale, e
si
passarono
Po. Per
e
che
li
diedero
a far bottino,
massime alli Ebrei, bench M. di Brisacco bando che nessun soldato dovesse pigliare
,
a' cittadini
buon
viso
loro
padroni.
a
li,
il
Ma perch
il
mano
degl'Imperia-
soldati ed artiglieria, e
di
un
nome
,
del
signor duca
Mantova, nominato
li-
Vincenzo Guerrero
more alcuno che per forza gli fosse tolto detto castello di mano, per quanto esercito vi fosse di Francesi; perch si diceva che gli Imperiali gli mandariano soccorso, ch'essendo salvo
il
n'
ed avea promesso
di
corso.
di
Ma M.
di
Brisacco
cominci
,
subilo
ordini
batterlo,
esser ben
munito
signor
gli
dello
castello
Spagnuoli
un capitano Salino,
approvala
astuzia
,
s'
grande
guardia
ingannando
che erano
DI
di
CASALE
il
347
,
fuori del
,
castello
,
con
parlar francese
,
con
le
croci
:
bianche
con
che
si
cos subito
il
di
predetti soldati
IM. di
loro capitano.
,
che intendendo
giorno appresso
Brisacco
fece subito
un assalto ad un
rivellino,
prima porta
morirono
molli Francesi:
far
Laonde vedendo
il
il
poco
generale
francese
stette
ch intendeva
le
Imperiali
e ricuperar la citt.
,
Ma
in-
tendendo questo
Casale
signori Biraghi
del
al servizio
re
di
Francia,
M.
di Brisacco
vedrebbe
il
profitto
il
giorno avanti
di
il
Po,
ma
medesi-
Onde
tolto
il
muraglia
e fecero
li
soldati
nemmeno
pi star sicuri in
che
a'
d'accordo o
di
dare
Francesi
il il
dello castello,
vi
salvi
soldati
lo
bagaglio; e cos
Castellano che
castello a
era a
nome
del
i
duca
soldati M. di Brisacco; ed imperiali andarono con le loro armi e bagaglio in Alessandria. Questo fu a'15 di marzo 1555, quando si rese detto castello in mano de' Francesi e M. di Brisacco vi mise il pre-
Mantova, consegn
sidio di
Francesi, e
nella
citt
vi
pose presidio
di
Francesi,
nelle case
sue, dandogli
gli
si
provvedevano essi;
ancora
li
alloggiavano fuora
348
dendoli
ili
C R
aC a
alcuna
impaccio perch tale era l' ordine del generale bench nell'entrare in Casale fossero saccheggiati alcuni altri cittadini come ho detto sopra ed alcuni cittadini particolari ch'erano al servizio degl'Imperiali, confiscandogli loro beni a
,
ed
chi
prima
li
domandava
la
pi parte furono
riscossi
citt
da' parenti ed amici con numero di danari. Dopo questo, M. di Brisacco lasci governatore di detta di Casale M. Salvasone, di commissione del re di Francia
,
l'
inventore
;
e fine a quest'impresa
Francesi,
Dopo alquanti
Italia
il
giorni
giunse in
di
duca d'Alva, spagnuolo, e general luogotenente Sua Maest Cesarea nello stato di Milano e della guerra del
;
Piemonte
cito di
e subito giunto
mise
in
Italiani ed Alle-
mani
pass
di
mese d'agosto
del detto
il
anno 1555; ed essendo insieme detto suo esercito, fiume Po a Frascineto lontano da Casale tre miglia.
,
Per
il
che
in
sospetto
che
:
assedio di
detta citt
pi di due giorni
v'
quali
volendo tenere
castello, tutti
le
forze di
un
esercito
ed avuto esso
,
soldati
mandati
galera
bench
gl'Italiani
.
mandali
in ijalera
DI
1558. 8 oUobrc.
GASALE
dal duca di
,
349
Sessa
forti-
saccheggiano Moncalvo
Vanno
sotto
Casale.
sotto Casale,
pensando starsene
n mai cessava
di tirare, e
campo nemico,
il
tirando
sempre
alla
ventura ed al
dove era
tra la
il
mezzo
cupava
tanto
campo, per non potersi vedere, per esservi di citt ed il campo una montagnella, la quale ocsi
tirava alla
ventura: per-
considerando
il
drina,
M. La Motta Gogrande pericolo che poteva venire alla citt, come era
governatore della citt,
i
si
cannoni e colomil
Po, nomi-
nato
il
quanto
si
citt, essi
sua artiglieria,
soldati nemici
sfrattarsi
l,
accampati
e fuggire or
qua or
cos
continuando
a tirare
tare
loro
campo
in altro
il
detto
soldati
di Sessa fece
di
insieme alla
citt sotto
mura
che
essi
soldati
essi
una grande trinciera, che incominciava appresso ad una muraglia del giardino del castello d'essa citt,
li
che
sopra
il
detti
Impe-
(1)
V.
la
350
riali
C U
N AC A
d'acqua
per
'
dell'esercito
farsi
pi sotto alle
mura
di
misero
guardia, uno
d'essi spagnuolo
il
Italiani,
nominato
capitano Leone
Bella Guardia.
a
11
giorno dopo
li
Casale,
(ulti gli
uomini
e
fecero
di
uomini
abitanti in essa,
tutti
quattro
il
quali furono
tulti
eletti
per
go-
di
Villanuova
il
e tre gentiluomini
e cittadini di Casale; e
ultimo fu
il
Onde
che avendo
Imperiali
falli,
, i
fatta
essi
cittadini
la
mostra sugli
occhi d'essi
soldati
tria e
tulti
difendere la citt
repubblica, ed erano in
numero
di ottocento giovani, e
il
governatore ed
,
il
loro
buon
ani-
mo
verso
il
Imperiali,
fedeli al
di
ringrazi,
e fece
animo, pregandoli
i
che fossero
esporre
loro
vita
per
salvare quella
e cittadini
de' suoi
Onde
della
gli
fu risposto per
delti cittadini,
che
essi
alla
mano
suo Re,
e che
li
che erano
comandasse
quanto bisognava fare con i soldati, che essi non mancherebbero e che non si dubitasse di cosa alcuna di loro cittadini
;
che
essi
sarebbero fedelissimi
al
si
trovavano
la
fede, e fattosi
animo
il
suoi capitani
francesi
guerra
DI
pere
il
GASALE
del
351
corpo
di
Irinciore sotto le
citt
mura
d'
del giardino
,
ad un
il
tiro
archibugio
meno.
Po,
che
la
domenica
a!
mattina
detto governatore
gran moltitudine
quella
di
soldati
francesi
piedi
la cavalleria leggiera
;
che esso
avea
appresso
uscire
poi
fece
altri
in
quel
medefrancesi
simo
tempo
parimenti
molli
soldati,
citta
ed italiani
tutti
insieme, per
la
porta
della
detta Porla
muro
uscita
castello:
che
tra
questa fanteria
uscita per
il
della
della porla
detto castello,
chiusero
si
in
mezzo
sotto
il
faceva
il
muro
come
dissi
dosso
all'
al detto
corpo
di
guardia,
imperiali
tol-
che
li
delti
soldati
in
furono
rotti,
misero
fuga, e
quale era
;
capitano
salvarono
il
e ritornarono in Casale.
rumore
alla
co'
campo imperiale;
,
sforzati
troscarpa; perch gi
versi
,
sentiva tutto
il
campo imperiale
la
muo-
per
il
che rimase
pi
terra
in pi parti
assai
de' cittadini
Francesi,
l'in-
quella fazione; e fu
uno
di essi cittadini
che guadagn
li di esso
il
luned
si
alli
mese
al-
d'ottobre,
detto
campo imperiale
ritir
senza strepito
cuno da quel luogo dove era accampato, lasciando molte bagaglio e tende, ed altre cose de' soldati
,
e se
ne andarono al
miglia di.
Borgo
S.
Martino,
terra
ivi
del
Monferrato
quattro
stante da Casale, ed
incominciarono a
fortificarsi
35-2
C H
N A C A
il
,
re
et
e Francesi ed Imperiali incominciarono andar insieme e farsi carezze ma per bcslemmiando la pace . Il 2 d'agosto 1559,
,
Spagna. Cess
come governatore
figliuolo
nome
del
Guglielmo
cilt
Ed
di
in
la parlila
il
de'Francesi
carico
,
di essa
Casale
delti cilladini
pigliarono
e facevano
d'essa
intorno alle
mura
;
ed avevano
eletti e fallo
quattro capitani
,
di essi cittadini
uno
per-
ch
toni
essi cittadini
:
in quattro can-
laonde
detti
avevano
eletto
un gentiluomo per
di
dandogli, a
modo
,
guerra,
il
suo
al-
tano
che sopraslasse
alle delle
guardie
e rivedesse
;
gli
uomini
i
guardie
dandogli ancora
,
ordine militare
si
che
si
pole
guardato in fare
i
tempo
di
guerra, perch
detti
uomini
,
in essa
approvati soldati
al
e veterani, ed usi alle guerre, per essere siali fuori di casa alla guerra
;
tempo
e quelli
Madama Anna
na
marchesa
a'
di
Pescara,
figliuola della
Margherita
mor
di ottobre
1562
ore
sei
di
il
sabato, in Casale
la delta
madama Anna
marchesa
di
quale
es-
sendo in
volendo
tanto
teneva
il
nome
di
e titolo di
Monferrato,
signor
Duca
tempo desideravano
,
eseguire contro
la
di essa citt
e' cilladini
D
sieme con
tadini
la
e A SA L E
tanti anni
gli
353
avevano
stati
detti cit-
posseduto
paciGcamcnle
come
erano
concessi
ed ottenuti tanti
sommi
Pontefici
ed
dalle autentiche
mand
alla
,
nula a pigliare
il
Monferrato
man
Duca suo
causa,
solo
madama
dar prin-
secondo
volere
suo figliuolo
per
Casale
loro
,
beni
ed
possedevano nel
Comune
e lasciati
tanto
tempo avanti
eh' essi
duchessa
madama
Margarita
,
mand
volont
a do-
mandare
signor
li
suoi senatori
e consiglieri
nome,
e gli
,
fece intendere
esso
Duca suo
figliuolo
che non
voleva
eh' essi
citladini
in
giurisdizione
della giustizia
di
pricitt
,
vargli
assoluto
tal
;
di
essa
siccome
tutto
il
Monferrato, e che
giurisdizione e
era disposto
di
non
lasciare essa
:
giustizia e giurisdizione in
mano
detti
cittadini
senatori
mandava
insieme
consiglio
essi
ed
il
signori
senatori
conclusero e
fecero in quello
domandare li signori Proconsoli di essa citt, che erano in quel tempo e reggevano la detta e gli fecero sapere 1' animo del signor Duca e Duchessa sua madre, loro principi e signori. Il
,
,
che inteso,
lutti
si
conturbarono assai
detti
Proconsoli, e restarono
stupefatti
che questi
della
suoi
principi
signori
,
volessero
il
totalmente
privarli
libert e giustizia
e di tutto
essi
li
loro avere in
comune
senza
Voi. XIII.
354
(jursto ne avessero
(lini
CUONACA
alcuna sospicione, perch gi
fra essi citta
se
n'era
del
fallo
mollo, che
e gi
ne avevano avuta
citt.
notizia
li
Icir
animo
pertanto
detti
cilladini consideravano,
reggersi, perch
(Iella citt e
si
vedevano
gi
incominciare a nascere,
in
uomini particolari,
e
rovina
distruzione
di
sua
cill.
Duca
si
maravigliavano
doli
di
con le mani in croce e con le lagrime agli occhi, supplicavano delle Eccellenze, che non gli volessero fare tal torto, e conturbare li loro fedeli servi e cittadini, in volerli privare
e lorgli quel loro avere
che
tanto
sommi
Pontefici ed
e
Impeappari-
nuovo confirmati
,
conceduti
sua
libert
tanti
e loro repubblica
come ampiamente
,
vano per
suoi privilegj
e confirmazioni
ed altre scritdi
lure autentiche,
firmali per
di
li
come
essi
pi con-
pi confrmali
nuovamente per
la
di
presenti
siiiure,
(>er
come ne mostrerebbero
illustrissimi
suoi
privilegj
in
ed
inve-
confirmazioni ed
autentiche scritture
falli
li
buona forma
essi
Signori
e confirmali.
con
quesle
nuovo
li
volesse
forza, n violenza, n
del loro
Comune,
di tanti
nuMidiciindo in precipizio ed
stizia,
di
che
essi
cittadini
li
ragione non
ch'essi
poteva privare n
usurpare
la la
zione
cittadini
,
nemmeno
le
sua libert
sua
repubblica
n ancora
essi
avevano in
si
K (luando
loro Eccellenze
de-
1)
e ASAL E
li
355
e vedere le loro
si
gnasscro
di
volere ascoltare
delti cittadini,
potevano
che
li
present senatori
muovere ed addurre
affatto, di poter
contro
la detta citt,
che
essi
s'ingannavano
per
con tutto
beni e
il
loro avere in
,
comune
e che essi
non avevano
delii
di
fatto
loro
loro libert
che
questo
il
molto bene
consiglio di
sapevano
essi Principi e
:
Sua Eccellenza
il
pertanto
avevano mollo
animo
pregando essa
n consentire
sono sempre
fedeli
ed amorevoli verso
loro Principi.
Ed
Sua Eccellenza,
detti
vano
beni
citt:
si
li
giurisdizioni
libert
eh' essi
si
loro
ascoltassero
detti cittadini,
con
le
si
loro avvocati
di
attaccassero
,
in parte
con
quelli di
Sua Eccellenza
le
signor
Duca
e che
si
vedesse ami-
chevolmente
ragioni
di
e quelle ancora
essa citt.
si
essi
Proconsoli e cittadini
Sicch la detta
partirono.
citt
non manc
di
un
di quelli della
la
pi parte, aderenti
al
perch esso
parlare che
non
si
dovessero
cosi essi
cittadini fecero
il
venire
signor
Crispo,
cognome, uomo
dotto
mollo
letterato,
ed
e poi
ancora
tolti
molti pareri
e consulti
da
altri
gi-
356
risconsulli, e
(^
R
ed
NAC
A
di
uomini
dolli,
eccellenlissirni dottori
leggi
;
Proconsoli
si-
le
Eccellenze del
gli
gnor duca,
con
duchessa
di
potevano
(Comune: perch
ragione
gli
ma
che
gli
poteva
ben
fargli
Alquanti giorni
il
present avanti
senato, ed
,
de' quali
era principale
luomo
il
di
Casale,
slato di Monferrato,
questi
senatori di
dalli signori
essa cill, con alcuni cittadini del consiglio di essa, insieme con
il
il
primo
il
posto, e fatte
gli
che
detti
bisognava addurre e
e teneva anlibert
giurisdizione
tanto
essi cittadini, e di
pi confirmata da tanti
Monferrato
il
li
detti avvocati,
per
il
lungo contrastare
la
ognuno
di loro voleva
mantenere
li
sua ragione;
suoi
detti
di
cittadini, e
consultori
il
Mantova, e suoi
e cittadini; perch
,
per ragione
o per forza
come
fu poi
di
e farsi
padrone assoluto
I) l
e ASAL
E
detti
357
cittadini
essa
citt
della
loro avere in
comune;
e soggiogare ed
annichilare tutta
Non pertanto
che
di
per allora
si
si
conchiuse altro, n
si
Duca, bench
prima
di
essi cittadini
detti cittadini,
che
madama Duchessa,
di tanti suoi
la
poveri cittadini
che andrebbero a
male; perch
questa
saria l'ultima
di
cagione
citt
mandarli in disperazione
tanti
non saria pi quella che gi era stata, e popolata da nobili cittadini e che sempre gli erano stati fedelissimi.
,
Ed
citta-
Sua Eccellenza madama la Duchessa; ed ancora furono fatte molte promesse ed esibizioni alle loro Eccellenze, molto grandi per avvertire quel cattivo animo ed umore che le loro Eccellenze portavano ad essi, e del signor Duca suo figliuolo,
dini a
suoi cittadini
volerli
in
tutto rovinare e
stati
mandarli
all'
cipizio,
a'
sendo sempre
alli
detti cittadini,
poteva far
altro, perch
tale
era l'animo
essi
Duca suo
figlio e del
non
si
cellenza
e che essi cittadini vedessero di fare di ragione tutto e mostrava le sue ragioni,
come
dicevano
di
avere, e che
gli
farebbe
tal
Donde che
le
detti signori
sentendo
le
li
Madama,
si
strinsero
spalle,
volesse
;
e giungendo
mani
in
mal animo
del detto
suo Principe
loro citt
sospirando
il
e rovina
della
358
ile'
CRONACA
cittadini;
il
suoi
aspettando
Iddio,
ovvero che
sommo
prieghi di
qualche
e
movimento, buona e
proposilo,
citt.
li
loro ministri e
di
qualcheduno d'essi
d' esso
cittadini,
,
che
contro
il
volere
suo principe
delti
cagione
di
procedere contro
e mal
,
cittadini,
animo
eh' essi
avevano
contra
e quella citt
di
procedere in
subito
si
qualche
forma
giustizia;
la
forma e malizia
in
questo
modo da
signori
come
de-
Ma prima incominceremo
a dire(l),
come essendo Gn
,
ai
gli
tempo
altri
ed ancora per
,
che re-
gnavano
privilegj
tempo, concessi
fatti
Casalaschi molti
detti
e molti doni
di
e privilegiati
uomini
di
Casale, e
comune
,
di Casale,
e facendoli ed investendoli di
feudo
imperiale
acciocch essi
,
Casalaschi non
fossero soggetti
ad
li
giustizia alli
,
uomini Casalaschi e
libera
franca
insieme
colla libert,
citt,
fosse in quel
tempo ancora
,
ma
terra; e
dettino
da essi
Imperatori e sommi
,
Pontefici
e loro
franchigia
loro privilegj
detti
uomini
di
Casale, per
di perfetta
Casalaschi dimostrato
in
il
loro
buon animo
Santa
religione
alla
Chiesa Cattolica
e
contro
gli eretici
tempo regnavano
di
mac-
chinavano
in Italia,
tempo
del re
AUiprando re
Pavia, ed
(1)
altra
di Casale
certo cavata da
1) I
e A SA L
E
,
359
essendo
,
altri
He
cattolici e fedeli. Li
ed
essendo liberi
di
tiranni
libera in le loro
mani
domandati
nobili
liberi
repubblica
padroni
potenti
,
assoluti; di
e ricchi e
che
essi Gasalaschi
:
domandali
favori, e dettero ajuto alla Santa Chiesa e Sede Apostolica, in ed in altri luodiscacciare detti Ariani fuora di quel loro paese
,
[sic):
e questo fu
tempo
appresso
il
sommo
prima
di dir questo
la delta terra di
salvo
all'
detti
pace
tutte quelle
con
tulli
suoi privilegj
e
assai
ch'essi
entrala
che
essi
tenevano e cavavano
si
nelli
Co-
mune
gio.
li
quali poi
zione, secondo che avevano estimo in delta citt e nel suo flnag-
Del che
essi
Casalaschi erano
falli
come
Casale, ed erano
liberi
come
,
ab-
biamo
s
gran conto
per
ben;
li
cospiravano contro
tulli
di essa
Casalaschi
si
difendevano da
in lor
essere
po-
tenti, e
Comune,
le
tirando tutti ad
uno
sei
la loro
mantenere
mesi
delli cittadini
,
per reggere
il
la loro
re-
nomi
primo onore
cos dalli
sua
repubblica
reggimento.
retta,
detti Proconsoli
dominata e
che
si
bench
assai
ufficiali
come
essi
Co-
mune
in fare ogni
alli
delli cittadini,
,
secondo
il
che
essi
tenevano in
Comune
ad
360
CRONACA
la
ognuno davano
sopra
la
parte sua
ed ancora
si
faceva altri
si
officiali
vende-
davano
il
giusto prezzo,
;
dalli venditori
comprare
,
secondo
suppiicio
le
loro
leggi erano
;
parte
li
in
della persona
,
ed
ancora
officiali
facevano
citt
detti
cittadini
che vanno
ed
appartengono ad una
repubblica in
era ben
citt di
Casale e sua
repubblica
da
tutti
li
principi suoi
circonvicini
,
e propinqui
per essere
e che
per
arrotarla
ed usurparla
ma
di
per essere in
di sito e di
muraglie, secondo
ricchezze
;
quel tempo
e bene
popolata
di
uomini e
essi
Impera-
terra con lo stato del Monferrato, per esser libera; essi Casalaschi
si
non potendosi
per esser sola
consiglio
,
suoi vicini
pertanto
gli
uomini
di
d'
il
suo
e si
deliberarono
nome
stirpe
in farsi
nobile e di grande
magnanimo
di
cuore
targli
temere dagli
altri
si
suoi
vicini
Principi e
porti-
ranno, e dalle
sua terra
alla
di Casale.
cos,
di
marchese
Monferrato
per essere
il
suo pi propinquo
si-
gnore appresso
in detto stalo di
tempo regnava
di Ale-
Monferrato
il
ramo, ovvero
fosse
suo
nome
proprio
di
Aleramo, ed era
I)
e A S A L E
degli
361
principi
di
di casa
Imperiale
di
Alemagna
di
Sassonia
ii
ed era forte
persona
han
scritto d'esso.
cos delti
uomini
di
Casale
lo fecero
come
loro capitano di
di tutto
,
del loro
popolo, provvedendogli
dio
,
suo stipen-
dandogli alloggiamento
,
ed ancora per
,
suoi cortegiani e
corte
ed ancora
alli
suoi soldati
,
e per
come suo maggiore di essi uomini, e di essa terra, e lo tenevano come loro Signore e Principale di detta terra di Casale, portandogli quell'onore e riverenza, come si conviene ad un
suo primato.
questo
tal
non
non
la
usurpassero
impacciava
e non
si
levandogli la loro
s'
libert
di essi
e repubblica
e cos esso
,
capitano
uomini Casalaschi
,
stizia,
a'detti
erano
secondo
il
loro
solito
con
loro giustizia
ministrando an,
la
e che
e cos vissero
Laonde essendo mancata la linea degli illustrissimi Marfu poi pervenuto detto chesi della casa di Aleramo di Sassonia ad Principe della casa Paleologa di Monferrato un marchesato
stato e
marchesato
si
Monferrato,
si
allarg
il
dello stato, e
marchesi
di
Monferrato in grandezza,
ed
tutti in Italia
stali
li
che
non erano
primi suoi
46
362
anicccssori marchesi
;
CRONACA
ed erano amati
da
lutti
li
loro popoli.
Ed essendo
ancora
lui
loro capitano,
come erano
;
gli altri
primi Mar-
onde
si
Incominciando
di regnare essi signori marchesi, appoco appoco andavano usurpando e togliendo ora una cosa ed ora
uomini, e desiderosi
il
maligni
citt
li
quali tenevano
nirono
di
detta terra
e luogo di Casale
;
si
fecero
come
si-
cio
la loro libert,
il
neppure
vi\ere
la loro giustizia
n manc giurisdizione, n
ch'essi signori
loro
come prima;
in
salvo
marchesi
si
fecero
,
e lo
misero
da
assai
essi
Principi potessero
da insidie, e guardarsi
ed obbedito
suoi
riputato e temuto
dalli
popoli. Del che per questo essi signori tenevano alquanto quel
popolo
briglia
,
di
Casale
(il
quale era gi
fatto
alquanto superbo)
in
perch ancora
,
temevano
essi
li
Principi di qualche
potesse avvenire
,
;
e di altro che
in
un subito
per
e da altri
avendo
falla
la delta
;
fortezza
loro sicurtade
in
e cos poi di
di
mano
mano
gli
Marchesi forliflcarono,
con
in
li
come
di
quel tempo
,
la
gente
essa terra
si
la
slargarono
prima,
siccome
vede al presente.
essi
come
e A S A L E
363
delti
che
essi
Marchesi a'Casalaschi molli doni e privilegj, olir quelli avevano avuti da molti Imperatori, Pontefici e Ke, ed
addolandola di
citt
;
nome
di citt, e di altre
li
confirmandole
lieti
li
suoi privilegj
vivere
detti cittadini
la
con
la loro
repubblica
come prima;
della
confirmandole ancora
che
si
faceva in
Casale come
era
;
li
quel
comune
che
essi
non privandoli
possedevano
di
in detto loro
Comune
anzi gli
donavano
citt
non volendo
altro detti
Marchesi da essa
e cittadini
nome
di
citt
e di
essere
gli
obbedito da
di
bench
detti
Casalaschi e cittadini
;
davano nome
suo Ccipitano
in tre termini
della citt
per questo
gli
un
per
ed
altre
detti
citt, e
domandava
era conceduto amorevolmente lutto quello ch'esso signore alli detti cittadini; e pertanto essi Marchesi volendo
gli
era conceduta
graziosamente dagli
detti
cittadini
non
gli
era negala.
nota
che
,
la della citt di
del Monferrato
come abbiamo
come ancora ne
,
suoi privilegj
conceduti da Papa
Imperatori
e Regi
ed ancora per
,
e da essi privilegiali
tanto
Mardall' una
come
di
casa Gonzaga
(1).
Bench
sotto
si
essi signori
e cittadini di
il dominio dell' ultimo marchese di Monferrato mostravano molto benigni verso quel suo popolo Casale per il che erano molto amati da tulli
,
(1)
(elle
al
cronista
moderno
il
successivo
ultimo)
all'
antico.
304
per essere ancora
citt
C
essi
F{
ON
A C A
amorevoli verso essa
a ossa citt
mollo
liberali ed
e cittadini
donando
e cit-
tadini; ed erano
tutti di
Comune
li
delli lor
proprj
,
beni
essi cittadini
concedevano e
di dispiacere.
davano volentieri
li
non
Ne per questo
,
portavano
detti cittadini
la
;
bisogni
come accadeva
proprie facolladi
e pertanto
di
buon cuore da
di
essi cittadini,
ed ancora da tutto
suo stato
signori
li
Monferrato.
di
,
cos
ancora
medesimamente
pace
li
essi
Marchesi
questa
linea erano
suoi sudditi
lasciandoli godere in
,
e libert
e
:
prevalersi delli
s
suoi privilegj
lasciandoli
vivere
si
come prima
e
li
che
e
essi
re-
amavano
li
riveri-
li
Laonde essendo poi mancala questa linea mascolina, come abbiamo detto, e pervenuto dello slato di Monferrato per successione di donne al signor duca di Mantova di casa Gonzaga e pervenuto al detto stato e marchesato il signor duca Gu-
glielmo, figliuolo di
madama
Margarita Paleologa
la
quale era
come
ab-
biamo
dello sopra
di volere
sua repubblica
lutti
li
sedevano
cittadini
in
comune
di
nella
lor
in
comunanza
(1),
perch
li
delti
e ne
cavavano
buone entrale
superbi
(1)
irisles
antichi del
1.
Comune
di
,
Casale.
Dacio generale
5800
di
Monfer-
rato, ragionati a soldi 34 e mezzo imperiali per cadun fiorino. 2. Dacio dell' osterie per fiorini 6100 regolati come sopra.
,
e A8A LE
Duca desiderava
,
365
ed aveva
animo
loro
li-
Comune
,
in
un con
le
la detta
giustizia e giurisdizione,
a'
detti cittadini
ed ancora
in
alcun
modo
di calcitrare e contrastare
Per
il
che
io
mio
io
trat-
talo l'ordine e
con verilade
in
che
sapr
li
suoi
donazioni ed esenzioni ad
cittadini concesse
,
Imperatori e
li
Sommi
tolti
Pontefici
e da' suoi
Principi
che
furono
dal
madama
Margarita
mia narra-
per fiorini 200. Dacio del pane bianco per fiorini 1150. per fiorini 700. 5. Dacio del transito del vino per fiorini SOO. 6. Dacio della stadera 7. Dacio delia frulla per fiorini 200. 8. Dacio del transito delle biade , per fiorini 330.
3.
4.
9.
fiorini
281.
Po, per
fiorini
il
500.
16.
Condanne che
si
esigevano
al
dalli officiali
campanile
(*).
della
comunit.
Lana
,
della citt.
Comune.
Comune
()
Crosta che
fa
il
vino dentro
le
botti,
anche tartaro.
300
CRONACA
Ma prima
,
alcuni autori
insieme
con altre esenzioni lasciate per Federico Imperatore, detto Barbarossa, alla detta citt di Gasale, e dir ancora alcune cose della
vita
(letta
cf
di
per la
citt.
come
l'anno 1159,
in
il
detto Federico
1,
detto
li
Italia,
ed avendo debellali
fatte
in
Italia
d'essa citt
,
il
per essere stalo sempre questo alla divozione del sacro Impero;
ed avendo paliti molli danni essa terra da' Milanesi, e special-
mente
dal
detto
di altri
Impero
Imperatore
fu
insieme con
la
sua consorte
Ed essendosi fermalo
<'ssa
ridussero
terra
di
Casale in
di
molta
riputazione e stima
,
dotandola
v'sso
Imperatore
,
molte esenzioni
beneficj
,
e privilegj
am-
plissimi
facendola repubblica;
pi fecero fabli
ca-
e poi
Luiprando
di
dichiarando, che
cento anni.
li
beni
di
detta
chiesa
spazio
fatto
ne
ritorn
in
Alemagna
l'anno 1170.
(1)
Anche
si
risentono
rie!
buono
in-
DI
CASALE
il li
367
in
Ed
esscniJo poi di
nuovo
Italia,
Milanesi ed
chiesa
disfatta la detta
di
la
sua terra
Gasale
fece di
nuovo
quell'Imperatore ristorarla
molti altri luoghi
tolse
detti
di
e riediflcare dagli
la detta
,
canonica, e
e
,
abbruciati
la
Alessandrini
dell'
di
nuovo
agli
Casale sotto
sua protezione e
1'
Impero
dando
Casalaschi in perpetuo
mero impero
e molti pascoli
nel
suo confine
d'
acque
ed ancor di
con-
le dette e
fiicendoli liberi
con
molli privilegj.
tutte
queste
di
cose
il
detto
Gasale,
ne
inslrumento
u
nonas martii
Romanorum
imperatore,
Imperatore gloriosissimo
II,
confiruato
detti
Casalaschi
sopraddetto
li
dono
e per
tutti
Comune
di
Casale per
I
come per
,
appare
sub
anno Dominice Incarnationis millesimo ducenlcsimo vigesimo, die lune, duodecimo mensis octobris tal che un uomo di esso (-omune di Cain
castris,
sale,
di
in
dir
come venendo
a Milano
quelli
uomini
di
Casale verso
patite
Impero
la
e de' molli
dell'
danni e
persecuzioni
per
riputazione
essi
Impero
di
confirmare ad
uomini
di Casale
,
privilegj
di
pi corroborazioni: e
cr
tutto ci ne fece
ampio
privilegio di
nuovo
sub data
in
Mcdiolano,
,
millesimo
CGC undecimo
368
G
Del che, per
falli
il
HO N
,
ACA
li
delli
Casala(-hi
pi animosi
lai
anno 1403
gli
si
delibesiali
di
ricuperare
li
erano
dagli
Alessandrini.
,
cosi
radunalo
il
Consiglio della
repubblica
lom uno
di Monferrato, che era il pi valorose nominalo capitano, a quelli tempi che si ritrovasse in Italia:
,
di
soldati
casalaschi
del
loro
buon animo
la
alla volta
Alessandria
e per
forza d'
li
armi tolsero
delta cill e la
San Natale
e Projetto
li
condussero
,
Casale
la
come ne appare
alli
leggenda e
vita di Sani'
;
Evasio,
e
. .
quale appresso
altro
come anche un
.
ne ha
fatto
di
di
delli
e giorni
tolsero
.
alli
delti
Casalaschi
Casale
la
Gonzaga a romperla
e
coi Casalaschi.
Messer Giovannobili.
nantonio Guiscardo
della riva del
messer
Gianfrancesco
Bagliano,
un punto
,
della citt
intima
e
di
ma
Proconsoli
il
non comandarvi
si
Duca;
go
,
e il
e la
Duchessa
Bagliano
il
quale
non
volendo disdire,
il
id di settembre.
Venendo
Mardetti
signori Proconsoli
la
che
li
Comune
di
essa cill
che da
mo
avanti non
si
do-
e A SA L E
369
alle
mollo rincresceva
di
queste cose
il
signor
Duca
potea fare n
provvedere
Ggliuolo
;
perch
gli
cos
animo ed
volere di
suo
asso-
perch
principe
quella
i
sua
giurisdizione
cittadini
giustizia
libert
che
fino
quell'ora
detti
gli
perveniva,
V^
;
al
possesso
imperatore Carlo
lenza
Duca suo
li
figliuolo vuole,
pregando essa
all'ultimo
gli
mente accondiscendere
ch'esso
a
vuole, o per
amore o per
ostinati,
e pertanto
il
li
pregava
ma
amorevoli verso
loro signore e
Duca
perch
essi
,
benigno ed amorevole
sempre loro buon Principe e signore, e ch'esso gli userebbe ogni allo di clemenza e liberalit ^erso quella sua citt e cittadini. Disse poi altre accompagnate parole per persuapoi
derli
a' detti
cittadini.
i
Sicch
delti cittadini
T ultima
e poi, ordinato
il
il
suo consiglio,
quei
tutto, e
,
come
Duca
che
cill
possedeva
loro beni
fossero
e concessi.
, i
Bench
rivano
a' voleri
,
mandava
si
per essere
accaparrati da esso
,
nulladimeno
fu
e lutti in un volere
in
Aletal
magna
imperatore Ferdinando
370
CRONACA
al
Comune
di quella
,
sua
citt,
pronao e fedele.
cliiiiso
cos
con-
od eletto in
lai uffizio
luomo
andare dalla
mune
dalo
glio e
che a
tal
e fargli quel
il
manconsi-
e procura in
buona forma
essa citt,
fatto
si
per
generale
comunit
altre
di
come
conviene
di fare; e cos
fu fallo .
Dopo
28
proteste
dalle
il
Cappello
il
di luglio;
ma
e
peratore mor,
La
del
Gon-
zaga, onde
il
ci nonostante
e
esponendo
le
ragioni,
il
contrastando
ottenne
il
seguente
decreto che
mand
causa
quam
ha-
beni Casalenses
cum
llluslrissimis et Excellentissimis
Ducibus
libcllis,
qui par-
serenissimo et potentissimo
quondam
principi, ac
domino
nostro
imperatori, Augustae
raemoriae
Sacrae Caesareae
Olli-
fuerunt
et iis
quoque
e diverso
pr parte illustrissimorum
Trincipura
lielmi
domiuorum Margarilae Paleologae malris, et Gulfilii, ducum Mantuae, marchionum Montisferrati, op;
siquidem visum
et
est Majestati
Suae
Casalensis
jam
dictis
Principibus ad petitionem
eorum
et
gloriose et benevole
exa-
dissima
solvi t.
deliberalione
in
latis
exhibilnm de
DI
jiistilia sibi
CASALE
37J
corum qua eadera civitas sibi per senlenliam quandain, oliai a domino imperatore Carolo V Augnstae memoriao latam,
,
sua benignitale
((
libon-
ter solet
iis
,
confugiunt jusliliam
adtuinistrare
ibidem contenta
clementer decrevit:
Eandcm
illis
,
civitatem ad
agendum de
iuri
bus et praetenlionibus
per dicium
dominum imperalo-
rem Carolum V roservatis quatenus de iure fieri potcst dmiltere camquc curam committi et delegari gubernatori
;
et senatui
Mcdiolanensi
et
placida
;
et
si
amicabili
tali
transactionc
sodandum
tamen
componendum
,
aut
transaclioni
,
daretur locus
cf
iustitiam
reservata.
mediante decidendam
tam
salva et
Quantum
ex parte
tata
adversus praediclos
Montisferrati
,
illustrissi-
or
et rainistros
ea
omnia
possessori!
eisdem
illustrissirais
Marchionibus
Casalensis
a divo
,
Carolo
imperatore supplicibus
S. G.
civitati
Majeslas
non cernit
possi t
qua
dabit
ratione
hoc
,
tempore,
vel
S. C.
vel
inhibitionem
a sindaco
Casalensi
:
pelitam
protectores
aliquos
concedere
tamen
Maiestas
ad
eosdem Principes
ne quid injuria
,
litteras,
violenlia
et
aut molestia
ipsi
civilati
Casa-
lensi praeter
rationem
Maiestas S. C.
ita
adraonitione,
sit
se cxhi-
non futura
secus
(f
si
evenerit,
Maiestas
S.
C.
ipsamet ex
officio
contra ius et
civitas
Ca-
salensis
humiliter supplicat,
vel
sibi
dictae civitati,
sindico ejusdem
factae.
concedere
lestimonium
hujusmodi requisitionis
372
CRONACA
'(
rt
Caolerum, cum praelcr ca subscriplus sindicus Casalcnsis humillimc insislil iliis Marcliionibus monlisfcrrali non contedi noquc cxpcdiri invcslituram aliquam rationc Marchionalus
Monlisfcrrali, saliera in concerncnlibus praojuditium civilalis
a
ff
f(
Icnsibus vel
eorum
concedenda
inscralur
<f
el privilegiorum cilra
suorum
alitcr
rcquisila fuerit
secundum rationcm,
,
sui
,
muncris
facerc
non
polerit
quin
ilIis
eum
Suae domino genilore D. Ferdinando Imperalore praeclarissimae memoriae concessa fuit, quac iisdera consenlanca est formula poslremuni
ilIis
concedal
a Majeslatis
a Carlo
<r
Majestas S. C. cognovil supradictam civilatem Casalensem oblinuissc a jam D. Carolo V quandam declara-
rum ex quo
,
lionem
et
invcslituram concessam
,
Casalcnsis
non
gravabitur
etiam Majcslas S. C. ad
omnem abbundantem
cautelam eisdem
luram
esse.
Dccrelum
,
per
S.
C. Majeslatem
die
vigesima
octava
decembris
V. Io. Ba.
Weber.
sigilli).
(Locus Cacsarei
M. Singlechinoser
Avendo
il
Duca
alli
di
il
precetto an-
tidelto del
mandare a Casale
erano
riusciti al
suoi cittadini
ma
il
da poi alcuni
i
Proquali
,
mandato
Natale
di
N. S. avanti
detto
anno iWt,
tulli
;
due
sicch
D
i
e A S A L E
il
373
andarono
delti
dotto precetto,
,
essi
da
madama
Margarita
duchessa
e lo
appresontarono a
della delta pre-
Sua Eccellenza
e fecero rogare
un instrumcnto
il
ma prima
sicch detti
cit-
Duca
mand
duca
di
il
signor
Mantova suo signore e padrone allegava per sospetto sicch di nuovo fece bisogno che il detto il sonalo di Milano sindico Capello supplicasse Sua Maest Cesarea. Bench prima di questo l'Imperalore aveva mandato una
;
Duca
Du-
chessa
tal
di
Mantova
,
la
quale
si
tenore
23
di
gennaio 1565.
a Alli
Maximillianus Secundus.
cognato e Prencipi carissimi.
Si
((
gli
li
onorati
nostri
e
,
del sacro
cittadini e
Imperio
ben amati
nobili, magistrati
il
((
Comunit
suo sindico
ossia pro-
'(
curatore che
((
aggravamenti e violenze
,
li
quali
contro ogni
i
sesso, ed
'(
supplichevoli,
domandando
non
,
ff
ragione
dell' officio
nostro Cesareo
,
abbiamo deliberato
della quale
di
scrivere questa
nostra
per
il
tenore
((
benignamente ed espressamente
vi
vi
confortiamo
ricerchiamo e
la nostra autorit
vi
ubbidisca;
e
comandiamo,
di
,
che n
a'
magistrati
a' cittadini
Comunit
Casale
predelti
non presumano fare alcuna sorta d' ingiuria di violenza e di molestia olir quello che si comporta la ragione
,
ed equit
ma nemmeno
per via di
falli
ardiscano tentare
374
I\
ONA
C A
se
si
mostrino,
lai
resti
siccome
per
equanimit
Vostre
inquanto
le dilezioni
c<
faranno
l'ofllcio
Data in Vienna,
cf
23
di
gennaio 1563.
e Gullielmo duca
II
soprascritto:
AUi
Illustrissimi
Margarita Palleologa
di
di
Mantova e marchesi
citt fece supplica
quanto separatamente
Duca e alla Duchessa, e per allora sembravano le cose acconciarsi, quando in un consiglio civico l'avvocato Gianmattia Cardatone, uomo di lettere ma imprudente, propose di premunirsi con una fortezza, e la proposta
definitiva
La
al
fu accettata. Pertanto,
tadini dettero
presso
alla
marzo dell'anno stesso 1565, li delti citun forte, ovvero bastione, apporta nuova della Rocca cos nominata, il qual
a'
di
principio a fare
trava
di
Era
costrutto detto
tal
fascine; e questo
forte
non
delti cittadini
lo fornissero di
molta artiglieria
essa
li
di
ferro an-
tica,
siccome
si
usava, della
quale
citt
di
Casale
ne
ancora
di
munizione,
artiglieria
detta
molto forte,
fer-
grande
detto
quantit
si
per
il
non
poteva
domandar
ma
piuttosto serraglio di
.
,
Questo
alla
fece
sdegnare
del
il
Duca
il
quale
non
volle
stare
decisione
senato di Milano.
L'Imperatore
in Venezia
rimise la
e
differenza
al
al col-
D
iegio
G A S A L E
,
375
si
di
e il
Gonzaga
Il
rivolse
,
al re
aiuto.
i
10 giugno
di
giorno di
lo
Pentecoste, comparve
avanti
Proconsoli
Casale
spae de-
quale a
nome
del
Re intim
avevano in comune
il generale consiglio fu e in sovranit al Duca. Il d appresso adunato nella chiesa di .S. Francesco, il quale per r intervento
nominavasi
Ca\)ila
Domorum.
il
il
Alla
let-
che
cittadini riconoscessero
Gonzaga
,
sic-
Monferrato
,
quel
il
primo
che
doveva cedere
Gianiacopo
si cedesse
il
,
ma
per compiacere al
Duca
si disfale
forte
poich
si
Duca
consentisse; Vincenzo
non
acconsentisse a nulla se
prima non
si
rail
pel disfare
quanto
le
alle
pugnale, con-
segnare
altre.
Cronista pi
ma egli
stava
non ostante fu adottato dal Consiglio, quantunque per la parte delle armi i giovani strepitassero. La deliberazione non piacque al Duca e il governatore di Milano
perla libert
e la
difesa;
per re Filippo
gli concedette di
opprimere a forza
cittadini. Il
e
cavalli
li
Duca
raccolse
le
apli
Po a quattro
il
miglia da Casale, e
avrebbero
Ma
misero
tulli in
,
armi
si
e cos
che non
dubitas,
massime
alli
tali
ciltadini
perch
di
volevano questi
vita, contro
citt,
la
mano
per
376
e libertadc, che di
CRONACA
restare, e di venire
di
soggetta,
lasciarsi
Mantova
si
Quelli che
e
posero in mezzo
il
Duca
di
si
il
autorit
Cappello and;
di
ma
avanti
che
Mantova a Frascipresenza
di alcuni
nelo, siccome era stato domandato da quelli illustrissimi Principi antecedenti, fece
alla
che
tutto
detto signor
Duca
era
nullo,
non voleva
che fosse
erano
per fatto
di
Duca
con-
di essa
citt,
si
nominato
Il Cappello
li
poco
fidava di
portava
causa
d'ogni male e
Casale
;
Eccellenza e la
il
citt e cittadini di
ben assicurato
signor
detto Cappello
di
della
di
parola
e promessa
mar-
chese
Pescara,
gli
Sua Eccellenza
e cosi
il
detto Cappello
si
part
da Casale
a
a'
14
di
and subilo
all'
alloggiamento
di
Marchese
a far recapilo da
Sua Eccellenza,
signor D. Gabriele.
Nola
di
poteva conchiudere
per voler
,
tutto di
essa citt
sforzalo esso
Capello
andasse a Frail
per avere
detto
Capello
autorit dalla
farla
,
maggior parte
de' cittadini,
,
perch
cittadini lutti
DI
si
e ASA L E
uomo,
il
377
riposavano sopra
e
di
(al
quale ora
alli
un
bello nego-
ziatore,
non
gli
si
ingannerebbe, n manco
cittadini e
detti
sua
citt
erano
,
Duca
,
li
desideravano male
per
gli
davano
loro
ben comune
detti cit-
particolare, e
da
popolo, e
a
per mostrarsi
citt
esso
del
Capello
essere mollo
affezionalo
quella sua
ben pubblico.
marchese
di Pescara,
al
cominci a capitolare.
Capitoli
E primo
,
nome
di
Sua Eccellenza
il
signor duca
di
Mantova
Rcca.
che
nuova della
Di pi
che
si
,
dovesse ancora in
tutte le
armi
insolile
nome
di
Sua
allri
archibugi
detti
da rota, ed
come
nella guida
si
contiene.
Che le guardie ch'essi cilladini facevano in detta cill di Casale, Sua Eccellenza voleva che si facessero come al solito
che
si
ma
si
facessero quieta-
mente
giorni,
suo gi
solilo e consueto,
come
,
avaali, in
mutare
li
uomini
alli
per
fiir le
guardie
tanti di
poveri
uomini
ed abi-
essa citlade.
di
Che Sua Eccellenza si contentasse di slare al possesso suo essa citt, come prima era slato confirraalo, e messo in
quel
modo
,
dinando
buona memoria suo padre per Carlo V imperatore; come ne appare per le sue scritture ed investiture autentiche,
,
Aucu.Si.lr. Voi.
XIII.
378
ed ancora in ludo quel
CRONACA
modo
e forma che Io teneva e posse,
deva e godeva
ultimo marcitt.
gli
chese
di
Che l'armi
armi
come abbiau
le
detto, in-
altre
armi
in
solile, e vietate
la
grida gi fatta da
Sua Eccellenza
e
Cadel
sale
consegnarle
d'
darle
in
mano
signor Vicario
Che
esso signor
di
Duca
al
giudizio
due
coiifidenli,
,
quali
fossero quelli
d'
che giudifa-
cassero giuridicamente
vore, e tulio
animo o
quello che
veramente conoscerebbero
le
esser di
ragioni dell'una e
nome
a
che da
parli
si
fosse
in
ragione giudicalo
e che
,
il
primo d'esse
pena
,
che contraffacesse
dello capitolo
fosse in
come
gli
altri
capitoli,
E primo:
li
di
Man-
alli delti
alli delti
Casalaschi
cittadini
delti
capitoli,
pena.
che mancando
li
lei
dere tulle
le
cos
ancora furono
,
fatti
altri
capitoli e
promesse,
,
le
parte
per non
saperle
parte per
parli,
e queste
delli
tali
promesse
e capitoli
e
non
,
furono
falli
in
presenza
del
suddetti Princpi
signori
signor duca
(1)
del signor
;
mare
di
chese di Pescara,
D.
Giovanni
Ghivarra
cos
at-
poco animo
come
poi
si
fece.
(1)
Cio
Queva.
Di
CASALE
portarono
il
379
signori sopra
subito
farli
vedere
,
mostrarli a
Sua Eccellenza
avevano
accioc-
ch
di
gli
dovesse confirmare
ch'essi
contento
quello
l'ulto
detti
Principi
donde che
,
esso signor
Duca mal
volentieri gli
di
sottoscrisse (per
non poter
Principi in
ch'essi
dini
signori
nome suo
avevano operalo
e stabilito: sicch
1'
conclusi
essi
una parte
ed
signor
di
duca
di
Mantova
in
nome suo,
di
signor Oliviero a
nome
Quel medesimo
quale,
in
il
Trento,
prima
lungamente a Mantova.
Domand
Si diceva
alli detti
ed appartenenti
di
al
signor
(Capello,
di
portate
dalla
corte
nome
.
suo
Per
appresso in che
v'
il
Ma
i
il
cio
non
intervenne.
Onde
capitoli,
Madrucmeno
e chiese
giudici arbitratori.
Duca prima
di
vescovo
Casale,
vescovo d'Alba, e
;
il
vescovo d'Aqui, e
gli
ed ancora
la
aggiunse
Gasalo
vescovo
li
di
citt di
non
nemmeno
ed ade-
Duca, che
citt
e cittadini fecero alleanze di tre altri conin dottrina, e tutti tre fodi
fidenti senatori,
uomini esperimenlati
di
restieri:
uno senatore
Pavia,
ed
il
Parma.
il
Ma
che esso
tre
altri
reverendissimi
380
cardinali dei collegio di
essi cittadini di ('asalc tire a tale elezione,
CRONACA
Sua
Santit o della Chiesa
accettarli
,
;
donde che
neppure vollero
ne acconsen-
anzi essi di
bricle della
nuovo proposero al signor Duca il signor D. fiaCova, governatore dello stato di Milano, del signor
Pescara, cognato di esso signor duca di Mantova,
marchese
esso
(lenti
di
signor
li
Duca
volle acconsentire
Laonde ultimamente
,
detta
citt
nuova elezione
esso
li
causa
e sufficientissimi
detti
il
maneggi
ed
in
Casalaschi
secondo
,
il
de-
il
duca
di Savoja;
,
Acque
pure
li
dello stato
Ire sopra
tulli
nominali erano
ed erano
ingiusta
Ed ancora
li
per
signor
Duca
quale
cos
nominarono, e
il
per Sua
di
indi
del presidente
,
Saluzzo
il
quale era
Onde che
li
il
modo
volle acconsentire
li
n accettare
detti citta-
dini di Casale,
quali
fossero
quelli
;
che giudicassero
e pi, esso signor
per
Duca
,
neili
e di
giudicata dalli
alla
delti
compro-
Gabriele
,
Cova
del
marchese
gnato
D
//
e A SA LE
il
381
e
Madruccio comparve
lettera.
17 in Consiglio,
present
la se-
guente
Romanorum Imperalor
Honorabiles
fideles
Commisimus
nobili
et
,
Madruz
Fcrdinandi Archiducis
et in
comitatu
supremo
bellico capitaneo
,
vobis
stro significanda
quemadmodum ex
ei
eo
ff
ac diligenter vos
ita
exhibealis
uti nobis
nimitate
a
decima
Hun-
secundo
Maximilianus.
V.
Il
M. Singtechinoser.
dilectis
soprascritto
,
Ilonorabilibus nostris
La
lettera era
un
ma
il
Madruzzo
si
scus di
i
Mantova per
affari.
Temettero
Ca-
Che, adunatasi
il
il
castello
,
Duca
contro essa
sei colpi di
cannone,
parecchi
nel campanile di
San
una statua
La
citt
si
in
arme,
Duca
,
in piazza di citt
si
e forse
il
nobili
non
frapponevano. Cessato
e
Duca mise
le
in giro vari
corpi di guardia,
milizie del
Mondomand
(1) Il
Compendio
hi
(ino dice
2300 uomini.
382
CRONACA
de' cittadini.
Non
gli
consentirono
Anziani,
clic
la lerjye, ed elessero
Gianiacopo
la fede,
Duca ruppe
a fare
alli
Onde a'2i di luglio, a ore venlilr,esso signor Duca mand un comandamento alli dell! signori Proconsoli, ed ancora
s'
capitani della guardia della delta citt, che, sotto pena della
impacciassero
ed arbitrio
loro, con
di
di fare la
guardia intorno
di
della citt
sotto
pena
di
Sua Eccellenza e
quella
e
tutta
guardia,
ed
andare
e
sua
nome
d'essi cittadini,
li
Proconsoli questo
e tutta la citt
comando, non
detti
potendo far
di
Proconsoli sapere a
e
comandamento
del
Duca
e subito fecero
levare
li
soldati
veniva fatta
uomini
guardia
in
mano
il
de' soldati
Vedendo
poi
li
prefali Proconsoli
l'
ira
ed
cattivo
animo
Duca contro
di
la
sua
citt e
gli
contro essi
peggio che
potesse venire e
e che gi
erano date
le
darono fuora
si
per
la
delti
altri
loro
aderenti
gli
fuora di essa
citt,
facesse ritenere
di fare .
ne' mesi
Giangiacomo Grasso
Gian Matteo
Gian Francesco
i
Cardalona
beni
comuni,
a
mantenere
duca
la
giurisdizione
a tramare
,
di
Mantova con
.
il
di
Savoia
per aver
il
Lo
favor emigrando
pre-
D
alla
e ASA LE
,
383
che
lo
raggiunse
Motta ch'era
di Savoia, cavalcando
un cavallo
la
prestatogli
Duca,
fatto
dimetter
far la
citt
suo
nome
dagli
uomini
d' essa
il
detto
Monin-
quale
erano pi vicine
;
cominci a giugnere
istesso giorno
il
Fece
indi fare
Sua Eccellenza
la
mostra generale
di
in
tutto queste
1'
una
ventisei
delli soldati di
potevano essere
somma
quattromila
fanti.
dogli dare ogni giorno per ciaschedun soldato, pane, vino, carne
monizione
e questo
dur fintantoch
far
li
Sua Eccellenza
o grida
e
stelle in Casale.
Sua Eccellenza
tulli
un bando
cittadini ed
armi
vano
in casa loro
ed appresso di essi
(
di
qualunque sorla
pugnale
)
,
in ca-
consegnarle in mani di un suo deputalo; e non gli desse tempo che il giorno appresso, che fu a' 26, fino all'ore diciolto del medesimo giorno sotto pena di tre traili di corda a chi contrafar al dello bando, ovvero pagare scudi cinquanta. Ben,
ch avanti
di
questa grida
si
era gi presentata, e
via
la
pi parte
citt
di essi cittadini
avevano portale
e
fuori di essa
la
massime giacchi
maniche, ed
mandandole
Duca
,
che
li
delti cittadini
altri
invece
degli
il
due
che
si
erano
abbandonalo
loro officio
384
(lei
CRONACA
proconsolato
,
volendo che
,
li
tisse
per Mantova da
e cos furono
creati e falli
essi
Proconsoli
de'quali
uno
fu
Enrico Ganbera, e
furono creati
l'altro
,
e di grandi facoltadi
a'
e cittadini
28
di luglio
15G5
// Cappello dolsesi
a Milano che
Duca non
tenesse ai
Duca
gissene a
le
a'
ministri
che, fra
distribuiti
in
ragione
di
un
creduto potere
quindi
fece
pubblicare
di
il
seguente bando.
di
Margarita e Guglielmo
Monferrato.
richiedendo cos
di
di voi
vi
particolari
citt
nostra
la
Casale infrascritti
ab-
(f
altri
notati
comandandovi espressamente
giorni dopo la pubblicazione di
alla citt e terra
ivi
il
termine
si
di dieci
cf
ciascuno
debba
trasferire
assefin
ti
rimaner conflnato
(f
e fra
altri
Gover-
natori e Podest
dell'
arrivata e pre-
vostri
li
beneplacito.
Dato
beni
ed
altra
al
nostro
in Casale,
29
iulio 1565.
V. M. Ant.
Rolla, segretario.
Il
Il
rt
a Novi.
Il II
signor lacobo Giovan Evasio, a Como. signor Zanotto Stracha signor Corrado Molla
,
a Savona.
Il
Il
Il
a Padova.
DI
((
CASALE
, ,
385
in Avrona.
11
Il
II
a
Il
signor Giovan Francesco Popalardo a Genova. signor Evasio di Alba, in Sant'Angelo di Lodisana.
a Padova.
((
M. Giovan M. Giovan Antonio del Cavalletto, a Brescia. M. Placido de Panibus nolaro, a Salti (1) di Tortona,
II
a Novara.
Cremona
(2).
stati
avendo sentito
li
,
sopradetti
cittadini
la
d'
essere
d' essi
Principe
bench
pi parte
villa,
la
erano gi fuori
non pi
di
nominata
;
Motta dello
di
duca
di
Savoia oltra
Po
detta citt, poco avanti questo furore del Principe, avevano fatto
d' artiglieria di
ferro di
e postili
in detto
dell'
luogo
in
serbo
bando
fallo dal
Duca
armi della
citt
gli detti
mo-
medesimo luogo
della Motta;
anticamenlc
li
detli confinali
,
tutte le scritture
li
appresso
ed
in potere d'Oliviero
,
Capello
altri
di suoi
mantenuti
del loro
segretamente
dai
la
Proconsoli
di
Casale
del reddito
i
Comune
(1) 11
Ma
gravezza
delle spese
indusse
Proconsoli
Gamdi Salti
compendio
in
non sono
(2) Il
Tortenese.
,
doveva
(3)
essere
Compendio dice a Crema: e se dovevano slare uno per citt Crema e non Cremona sendo Cremona assegnala a!
,
Cappello.
Cio, pietra.
Aro. St.
IT.
Voi. Xill.
49
386
bera
diti
e
C H
N ACA
Bellone a trattare, con licenza della Duchessa, co' bandi accordo. Il risultato fu, che si conchiusero e spe-
un poco
Illustrissimi Principi.
Perch meglio
si
si
conosca,
come
dalla parte di
noi con-
fnati
sempre camminalo
alla quiete
ed
al
bene pub-
opinione
le citt
tal
s'
siamo hanno
segua
,
fra
e gl'Illustrissimi
dove per ne
una
cosa conforme al
le
giusto
e senza pregiudicio
ma
salve
sempre
Capitoli fatti
per
li
confinati.
civilate
ordinem
iurisdi-
tionem
solum
ius
et
potestas
providondi et
custodiendi
a
civitatem in
blicum
ila
sive
contumaces
et
Vicarii
eorum nomine.
omnes
a cives
conducti
or
et
relaxentur detenti
rei.
,
et custodia
dimiltantur
ci-
vitali
caetcrum
in reliquls
Duchessa insieme
con
,
a'
suoi con-
siglieri
detta supplica
li
capitoli
fatti
e dati
;
si
turbarono alquanto
dargli
vollero
accettare
il
nemmeno
orecchio
il
in
quale avea
operato per
la citt
Duca
non
si
volle
mai
pi
impacciare
DICASALE
nemmeno
intromettersi
fra essi
differenti
in
387
alcun accordo;
gli
,
non
facesse fare
Duca
e
prima
di
andare
praticare
passare
nomin chi erano stati alla Motta e loro minacci le pene ; intim a chi vi stava, ed era degli sbanditi, immantinente partisse, pena la confsca e la forca; chi non era di loro ma stava col, partisse; riducessesi a cinque miglia da Casale; fossbanditi
sero separati, e
e fece
madri, ai
che
li
fratelli e sorelle e
inducessero ad obedire.
De' quali
il
fu Steffano Vassallo,
Ogni
figliuolo
mastro Gilardo
sartore
e.
cittadino di
Gasale.
a
di
tore e cittadino.
sartore e cittadino.
Un cognato
che
te-
cittadino.
,
sartore e cittadino.
Due
fratelli detti
Evasio
Broccho, marcer
e cittadino.
abitante in Casale.
il
Sargenle,
figlio di
Giovan Anin
tonio,
marcer cittadino,
Tre
figliuoli
il
quale
mor
in
brieve
detto
di
citta-
dino.
M. Bartolommco,
oste della
Cervella, cittadino.
Ansignero
cittadino.
388
CRONACA
E
il
questi
(ali
furono
in
tutti
nominati a
nome
i
e gli altri
che erano
detta terra
delia
persi
loro
signori nominati,
con quella medesima condizione che si contiene in esso bando . Un procuratore da Vercelli, accompagnato da un notaro e
due testimoni port alla Duchessa
protesta del Cappello
volle pili
e della citt;
,
(1)
ma non
,
non
parlare
,
d'
accordo
,
l'
imposizione
li
soldati
non mut
per di pi
e il
,
cosa inusata
pose ad alloggio in
Duca
Milano
i
e fece
che
rimettessero
citta-
dini
sua ultima
pareri
volont
Trattanto corrompeva
dividevano
,
Consiglieri del
Comune
cittadini
si
ammoniva
nelle
che
si
guar-
dassaro
di
dare
le
loro ragioni
lui
mani
del Principe,
accondiscendere
e libert
e
.
al di
si
volere
e privarsi
della giurisdizione
i
Il
Duca
fuorusciti.
di;
29
rf'
ottobre
ivi il
e il di
Ma
Collegio
Padova
mandato
il
giorno 2 d'ottobre.
Franciscus liber barro a Turre, consiliarius et apud Illustrissimum dominium Venelura in praesentiarum Caesarcus orator, nec non et Gaspar Fabianus, Prior Almi Collcgii domi-
norura luristarum
doclores,
civitatis
Paduae,Transalgarius de Capitibus
ff
Guido Pancirolus,
electi
luris ulriusque
hac parte
per dictum
Almum
(f
Collegium Paduae, repraesentantcs totum ipsum Venerandum Collegium doclorum dominoruni luristarum nomine etiam
,
'(
docloris domini
Tiberii
absentis
civitate,
parte
(1)
La Duchessa era
,
sola in casa
sino nella
nella villa di Trino. Quel momento era cosi non trovatovi n uomo n donna que' messi enlraronr) onde ne rimase attonita e sbigottita. propria sua stanza
ctie
,
DI
K
CASALE
filio,
389
et
ducibus Mantuae
et
lit,
leras patenles
et
Caesareae Majcstatis
manu
propria scriptas
Caesareo
sigillo
munitas, datas
,
in civitatc
Viennae die
XVIII mensis
,
iulii
et nobis
XX
dicli
mensis
et
Collegio
lohannem lacobum
Ci-
per publicum
,
documcnUun quod
ipsis
actualiler
a a
nobis
exhibuerunt
et
ab
pelitam
{sic)
,
fuisse
prius
ele-
et
opportuna
cum
te
fiat,
tra
cives illius
et iura
quoque
sibi
pr
nunc conceditur
Maximilianus
II
salvis aliis.
Quarum
litterarum tenor
a est lalis.
(i
,
Boemiae
,
Dalmatiae, Croaliae
,
Stiriae
Carintiae et
Witem-
libero
Baroni de
Venetum
oratori
nobis dileclis R.
f(
Caesaream
vivente
et
dilecti
ac
adhuc serenissimo
et potentissimo
quondam Principe
venit
Suam
,
rum nostrorum
et sacri
Imporii fidelium
dilectorum Ma-
390
((
CRONACA
,
gislrorum
civium
el
ot
et post
Majestalis Suae
habiliter exposuit
c(
Divo quondam Imperatore Carolo V colendae memoriae patruo ac socero nostro sentcnliam quandam per quam IIlustrissimis Federico ac Margarilae Palleologae ejus conjugi,
,
rati, reservala
iudicium cognilione
dilectae
et
delerminatione
et
iurium
et
praelentionum
propter annuas
civitatis
comunilatis
ante hac
leslias
ferri
rt
in iudicio
et
Cum
aulem
nos intellcctis
communitalis
tum ejusdem supplicibus precibus ejusdem tum eliam illis quae ex parte Illuslrissimae
et
marchionissac Monlisfcrrati,
rt
cuperemus, causam
modo
inler
utramque parlem
sopiri
M
atque extingui;
freli
vestra
tia
et
erudilione, cognitionem et
vobis
quandomodo
ligamus
el
committendam
libi
deligendam duximus,
nostro;
,
commiltimus
vocalis et
anledicto Oratori
Gr-
ac reconlroet
pariibus
causam
el
et
praelentionum dictae
civitatis
ct
V lalam,
et
uli
a
a a
omnibus annexis
connexis
cognoscalis,
ac
in
primis
partibusque expeditam
sammarie, sim-
D
er
e ASA L E
,
391
pliciter
rei
et
per
Iias
litteras
et singula,
dolibet
opportuna
et conlroversiac ....
et
status
postulaverint
et
facicnda
peragenda
ac
vices
et
exequenda
:
plenam facultatcm
quibus
in
potestatem,
noslras
non
a obstantibus in forent, de
etsi talia
fieri deberet
harum
testimonio litlerarum
nostri
manu
nostra sub-
scriptarum,
sigillique
impressione
,
lum
in civilate
nostra Vienna
die
Domini 1365.
vero
Maximilianus.
Sigillalis
cum
cera rubra
cum
Subscriptus
Majestatis
proprium
Singtechinoser.
ea quae decet reveauctoritate
lilteris
exequi
volentes, Caesarea
mos
Caesarei Rescripti
expresse
,
moncmus
et
hortaraur, ut nunlium
procuratorem
et
icgitimum
vel alteri
et in-
structum
quam primum,
infra
terminum dierum
,
XV
post
1
ff
barum
,
vestro-
rum
aut ad
aut solitarum veslrarum habilationum aut ecclcsiarum majores ubi desere consuevislis, et prout aliter
fieri
a
ee
Patavini, ubi
XV,
,
feriata
non
iure
extiterit, alias
immediate sequcnlc
et cura
quo
forma praefati Caesarei Rescripti amicabili concordia tractarc possit super litem.praesenlem, et componi si fieri poterit sin
, :
autem
illi
392
uli
C H
nobis comissa
,
NA CA
cxcquamur,
,
ut iusliliam
sic requircntibus,
requirimus
sitai
Duces et Marchiones citamus raoncmus, ut dieta die mensis novembris prosventuri et imminenti, et si illa dies juridica fuerit, pr
el
die
a
iuridicc
,
immediate sequenti
nobis
curetis
videndum coram
quascumque
expedieuda
,
peli-
fata
M
quam
el
quem locum
pr hac causa
et
in
de-
putavimus
pr
nostro legilimo
idoneo tribunali
et ad
eligendum domicilium
lenliam dcilnitivam
inclusive; aliter
el
veslrum
hac
civitatc,
,
ad
quod
Excellcntia
(f
usque ad senlegi-
(i
per Excellenlias
illud
alias
eligimus
c(
ex nunc cligcmus ci assignamus ad ostium dicti Gollegii almi praefati pr quibuscumque cilationibus et quibuscumque
actibus expediendis ul supra
,
domicilium electum
Patavini,
fuil
Pellegrini
advocali
cr
eademquc
inhibemus,
auctorilate
vobis
illustrissimis
officialibus
quibusinno-
cumque
veni
,
ne, ipsa
lite
pendente,
aliquid
c(
aul
Sancii Evasii
vel jura
aul atlenlari
vel
perraillanl.
Aliter
illud
irritura el
((
immune ex nunc declaramus el pr praemissorum omnium excculione miUimus Sp. 1). Augustinum nolarium publicum
,
Palavinum
el
nuntiura
nostrum
,
ad hoc
fieri
,
specialitcr
,
eleclum
a
((
juratum
qui porsonaliter
si
polerit
sin
minus, ad
ecclesiae
palatium
habitare
vestrarum
vos
habilalionum
.
vel ad valvas
in
seu
,
loci
quo
et
alia
habitalis, vel
citare debeat,
requirere
monere
et
et singula
facere
:
prout
mandalum
cujus inde
fides.
piena
et
adhibealur
In
quarum omnium
singularum
suprascriplarum
fidem
1)
G AS A LE
393
cf
num
fieri et
subscribi
,
pressione
munire
ginei
augusti.
Il
Duca nomin
il
giorgio, e senatore
ad ogni modo
il d successivo (3 di ottobre) parli per Mantova, donde a Gianfrancesco del Ponte, Gianiacopo Cagatosio, Zanotto Stracca,
Raniero
Lavello
Gianfrancesco Cardalona,
il
confinali che
si
La
Duchessa
<.(
d'
cittadini
mormoravano
alcuni avvisi ed
avvertimenti, acciocch
citt, e
Parole inutili: il Duca non mut non diede orecchio a un nuovo decreto dell Imperatore che sgravava la citt delle milizie ; e per maggior dimostrazione d'imperio,
del
,
il
d 25, sequestr
i fitti
dazi
Comune domandandogli tremila scudi per ispese fatte in mandare attorno le milizie a sicurezza della citt quindi alcune caserme che il Comune aveva. I cittadini in consiglio generale elessero deputali a fare una protesta; ma costoro andati al San,
capriccio,
di
gli
parlare
onde
n' ebbero
le
beffe.
Protestarono
fuorusciti
ma
la pro-
un notaio;
e la
Duaili
La
a
citt disperata
cercava accordo,
rincalzava o che
di
si finisse
Ma
29
novembre comparve
mandato
da
parte
delli confinati di
vano
li
detti
confinati contro
il
Proconsoli, e contra
Consiglio
tutto,
per essere
394
siali
Cronaca
essi
,
ragione
eh' essi
gli
non
s'
intendevano di pail
detto
di
signor
Duca,
camera
giorni passati
un decreto ed obbligazione
il
li
delti citta-
cipe e la citt
qual decreto
,
suo consiglio
di detti cittadini
rogato dal suo notaro in detto consiglio nel solito palazzo del
consiglio.
Il
Che qualunque
e la sua
Mantova e marchese
le volessero
i
di
Monferrato, ed
per di-
ancora contr'
libert
che
e giurisdizione ed
beni suoi di
comunanza
la
riputazione di
l'uno
e l'altro cittadino,
insieme ad ogni
tal
danno ed
il
patire quel
cittadino per
la
citt, e
per difendere
detti
giusta causa
sua patria; e
1'
si
obbligarono ancora
cittadini,
che
avrebbero patito
uno
il
sua
citt e
le
sue ragioni: a
ri-
tal
causa
ed ancora che
Ed ognuno
di
d'essi cittadini
il
che
si
trovarono
in
quel concilio,
giurarono
osservare
si
danno
di
come buon
e dargli
in-
trover, obbligandosi ad
ogni suo
DI
(eresse, e
CASALE
ad esso confinato
395
o foruscilo senza
mandargli
poi
il
li
beni di
questi
per aver
essi
difeso
il
gavano!' un l'altro
gli
di reintegrarlo,
li
ed integralmente restituir,
delli
beni
comuni
Comune, siccome
,
citt
come abbiara
E
per
di
il
li
di esso
medesimi doman,
la suddetta
causa
ed a quel
tal
cit-
danno
si
parta da quel
fatta fra
luogo dove
lo avr ritrovato
essi cittadini: s
che
gli dotti
avevano
fatto fare
l'
insieme con
inslrumento
dicembre per
li
prigionieri.
Quindi
lutti
a'
26
di gennaio
1566
il
di
Casale, e
nominalo
e poi pass
tiene sopra
il il
al castello, in
si
fece passare
ed inimici
e pi assai
alli
ministri di
Sua Eccellenza
,
presunzione
ed
arroganza avuta
dal
dello Capello
d'
essere
citt
accompagnato da molti
ministri restarono molto
di
essi
e banditi
onde
,
delli
mal
soddisfatti
tale insolenza
e ne
cialmente del
Duca non si scomponeva; e sapendo che arii preti, speDuomo, macchinavano contro di lui, impetr d
39G
secreto dal
CRONACA
nuovo papa Pio V,
il
permesso di carcerali
il
tortu-
proprio senatore
Bar
dalone a definire qualche cosa col dottore Corrado Molla, procuratore della citt. Quest'essi distesero in Padova:
Capitoli
fatti
Primo. Che
la
comunit
l'illustrissimo signor
duca
Monferrato,
di
conseguentemente per loro signore e padrone, e che gli debbano giurare la fedelt ligia.
nuovo
che
il
detto
tutte le offese
,
fatte
nulli tutti
li
bandi
con
loro.
essi di
Che
nell'avvenire
al
ri-
gerenza
signor
non facendo,
di quella
il
signor
Duca
la
spesa delU
((
il
mero
le
predetta instanza
e che
tutte
comunit
moneta
e nel
((
modo
a
stesso
e quelli di
questo
che
essi
scudi duemila.
Che
quelli di Casale
godano
dacii e le
altre entrate al
solito.
le
Che
chiavi
guardia
della
citt siano in
poter
siraamentc.
Che
nelle
.
osservi
il
or
consueto
DI
La
citt
CASALE
a'
,
397
e
mand
capitoli
perduta; protestasse
eppure
contra
contra
chi
Un componimento
voleane uno,
e
la citt
nuovo consulto.
Cappello
Proconsolo Ba-
accomodasse
dall'
Imperatore de
ma
egli
per
ci v'era ito ed
il
contrario, affatto
que' capitoli al
e
oppose.
Duca. Il
a
di
tent
di
ac-
cose.
citt
Un
Quaresima
citt di
del corrente
Venezia per
stato di
medesimo
Corrado Molla
Molla
sua stanza,
gli
il
Proconsolo e
si
cit-
trovava la
essa causa ed
Duca
uomo
e religioso fidato,
essi far
Proconsolo e cittadini
il
commissione con gran preghiere esso frate del delio Corrado Molla, di non dare esse lettere e decreto, salvo in mano del
Proconsolo, ovvero agli
eletti
della citt
deputati di essa
citt. Il
Gasale, subito
li
porlo
cittadi
restarono
tulli
mala voglia e
sotto
che un frate
ingannati
buona fama
cittadini
gli
avesse
il
ombra
amicizia
ed
loro
398
Olire di questo
,
CRONACA
se
il
predetto
e
dottor Molla
non avesse
di
poi scritto
al
detto
Proconsolo
il
cittadini
per
il
che sendo
,
detto frate
prima
in
venerazione di tutta
rito
:
la citt
si
fu
poi
da
tutti
odiato
ed abordi
Vicineto
Monferrato
Cocconato.
Onde avendo
la
Duchessa avuto
alla
il
di esso
quanto
pure
che
i
il
decreto
e lo tenne presso di
giorni
avanti
detti cittadini lo
al
il
Proconsolo
lettere ed
decreto, perch
signor
gli
Duca
gi
madre
di
questo decreto
avea
siccome importa
la
dieci e
mezzo,
un
una vigna
e
di
distese
criminalista con
il
un
non
i
ostante
lo pigliasse.
ma
,
sto
un
tale sproposito.
si
e di
Pavia
disput in Consiglio
Duca
di levare ogni
un dottor Risico, letterato chiaro, ed avvocato camerale del Duca, di acconciar egli i cittadini col Duca senza l'Imperatore. Tennero parole molte pel Duca i Casalaseh Paolo Emilio Bellone, Enrico Gambera ed altri gentiluomini; ma nulla si risolvette. Fu notato un parlare del suddetto dottor Risico, che disse,
feri
cr
di
credito, e
(1)
ntiadini non
ne avrebbero sapulo
nulla
DI eA
poi esso
S A L
E
:
399
medesimo
lo confess
con
allri
come sperava,
avanti
che le sue ossa fossero cenere, che vedrebbe quella citt di Casale priva d'ogni suo avere in comune, e soggetta al suo Principe e duca di Mantova e che perderebbe ogni sua giu,
risdizione,
come
poi
ha fatto:
. Il
e il
Profezia di Caifas
Duca impose
di
scudi
al
grazia
un bandito
i
non
fosse
fratelli Cavalletti,
Grasso, n l'Albo, n
il
chi uccideva
un
ma non
riduceva
Consiglio a rimettere
beni de' banditi a
de' soldati.
lei
la
si
causa a Cesare
rimettessero , se do,
Per risposta
il
mandar
soldati di quel
pi
numero
,
di quelli
ch'essi
avevano
ed
in
prima incominci
nel
in casa degli
Prodi
ed
ed
in casa
erano
stati
disubbidienti
suoconQne,e
di altri
conflnati e
banditi di
di
Casale
dello
d'esso Duca; e
mandavano
e conGnati
consumare
questi
detti cittadini
stracciarli e
consumarli
;
beni proprj
il
si
commettevano
che facessero
e gli prestavano
dove
erano alloggiati
che non
quanto
montani
li
cittadini,
il
conoscevano
i
loro proprj, o la
tali
loro citt o
Sicch
questi
cittadini
allog-
aggra\
io sulle in-
cominciava andare
di
male
in peggio
e ninno avea
compas=
400
CRONACA
Era
naturale che questo Teodoro venisse in odio al popolo;
si
tramasse contro
se
una congiura,
i
con
tale
fuorusciti.
successivo
30
lasci
la vita,
il
liberando
da ogni riguardo
il figliuolo.
Questi pose
governo di
duca di Sabbioneta
fisico e
e la citt
Ludovico Bazano.
Il
Duca fu pregato a
ricevere trat-
cura data gi al
braio 1567 fu
Cappello
Il
12
feb-
obbedito, incalzando
e
Flaminio Paleologo
Bench
,
si
ha da sapere
si
come
scritte
e che
facesse
tal
richiesta
delti
Proconsoli
ed
di di
si
questa
domanda
;
questa protesta
facesse
il
li
sopraddetti
avanti
che
essi
suddetto Consiglio
perch gi conoscevano
alla volont di
:
Proconsoli
Principe
,
ed
eletti
esso
per
per
il
che non
di
po-
aderenti
esso Prin-
proprj
,
suoi
cittadini
che
Duca Onde
teste
,
e privarsi loro
medesimi
ed
eletti
essi Proconsoli
fecero segretamente
loro pro-
alcuno
valore
le
valido
in
sue ragioni.
Capello
si
ed agli
cittadini
si
fece,
per
quanto poi
autorit
,
non volevano
,
che
gioni
con
il
detto
loro Principe .
//
Duca
tolse
soldati
a chi pi ne aveva
permise
che
si
togliessero dal
Comune
cento
dazi seque-
o o
fece dire
alli
D
r avvenire che ogni
chiusioni tenute per
il
(BASALI*:
401
che
detti cittadini
che
cludesse secondo
siglio,
suo parere
altri,
non
altri cittadini di
n Proconsoli ed
che
come
essi
facevano avanti
voleva ancora
Giulio Filimberto,
i
quindi
si
nominassero per
cos per
ribelli
fuorusciti e
mantovano banditi da
S. E.
Alle due
a
Gio-
Matteo Cardalona
li
due
fratelli
Zova,
alli
Duca
9 di marzo,
il
Duca
onorato
di milizia di tutto il
conquistare
il
comando.
Il
citt, confinato
cam-
bio
udito che
il
Duca
gli permetteva
pure
malato
dette il
e
non and. Un Consultore Milanese venuto a Casale, per tempo e la fatica in trattati e capitoli: ilDuca voleva tutto,
e
Senatore in Cali
Sua Eccellenza
di
beni
di
Casale.
ed ancora
in quella causa; e
furono confiscati
,
tutti
li
camera
Marchionale
di
Sua Eccellenza
per essere
disubbidienti ad
Casale, e da tutto
dominio
Uno frattanto
vi
guadagn,
ma fu
Gianjacopo Civallero, che fu liberato dal confine, e graziato andare dove voleva dentro e fuori lo Stato. Egli aveva via via
AKCU. Si.
iJ. Voi. Xlll,
"
'
51
402
nulo istrutto
contro di
il
CRONACA
lui. Il
cominci dal
Monferrato in due
volte centomila
scudi, e riceverne
come crede
non
a
fu favola quel che risult in processo, che Savoia promise al Cappello ogni aiuto, salvo
togliere lo stato al
le
artiglierie, per
non
iscoprirsi troppo,
di lite pub-
A'k di maggio,
tutto
se ne
il
il
Gonzaga,
Rimasero in Casale
di dire, di
la
Duchessa
figliuoli.
Oltre di questo,
mi pare
il
il
meduca
sol-
del
la
mese
mandato per
Spagna;
e prima
mand
avanti
alquanti
poi
spagnuoli vecchi
presidj
,
quali
erano
in Cicilia
ed
in
Napoli
li
nclli
li
vi
mise
detti
spa;
gnuoli nuovi
ivi
il
facendo venir
aspettarono
la
gli
vecchi tutti in
Lombardia
ed
alloggiali
detta
che gi
erano
Lombardia nelli presidj cio quelli ch'erano in che accompagnati con altri nuovi Valenza Mantova Asti seco avea esso Duca condotti. Seguitando poi appresso la venuta del Duca d'Alva in Italia, Generale della Maest Cattolica, dico, come esso Duca giunse in Alessandria alli 28 di maggio, venendo da Genova;
in
,
,
,
e,
come
dissi
la fanteria di
soldati
spagnuoli e
farli
Monper
il
ferrato, per
passare oltra
in
monti. Per
il
detto passaggio
glie
,
ancora
Piemonte
di
acci
gli
soldati
Ed incominciarono
gno
;
di giu-
Piemonte
ed
ivi
f)
G ASA L E
,
403
di
loggiati
alla
finch
si
marciare
il
volta di
,
Fiandra
ed ancora
si
si
fermarono
perch
Duca
citt
d'Alva
d'Asti
,
loro Generale,
detto
duca d'Alva
molla provvisione
alle
altri
d'
pagna
dili,
per dar
guasto
campagne;
ba-
zappe e picconi, ed
si
il
per non
per dare
sapea
di
campagne;
a
d' Italia
massime a Savoia ed
altri
Mantova, per
Monferrato; ed
ancora ad
essi Principi
buona guardia
ne' luoghi
e citt dove
avevano
il
sospetto
E dopo
questo,
il
alli
10
di
passava in Italia
di
Mantova,
Piemonte
il
quale
desimo mandato
in Italia
suo Generale
nazioni.
in
nel
memar-
chesato di Saluzzo;
ch'esso
vano ognuno
di
suo fratello,
il
ancora
il
duca
di
sospetto per
li
due
dubitanin Italia
dosi di guerra
due
alli
Re
delti
e nel
giati
Piemonte;
Verso
in
la
Principi.
fine di
giugno,
gli
Spagnuoli
a passare
Piemonte, incominciarono
il
le
per ine
volta di
Fiandra
cos
sospetto
Alli
alli
Principi d'Italia.
di
b.
13
luglio,
mori
(1)
il
vescovo
di
Casale Scipione,
d'
Ferrara
in et
anni ses-
(1)
Il
Compendio
latino ha che
il
Vescovo mori
ai
12.
''
?'
' '
'
hm
siintaqiialtro, di
{] \{
ONA
C A
,
e di llusso
che
ali!
Io
condusse a morte
e fu poi sepolto in
fu
Duomo
nel coro
uomo
che
di
tutti: e
di
degno piuttosto di un papato un vescovato. Era molto amorevole verso poveri e con mollo amato da tutta la citt; onde fu la di lui morte
a' cittadini
di
Gasale, per
la
sua
suo luogo,
a petizione del
Duca
fu investito del
il
Ambrogio
Essendo morto
in Italia, del
il
in
Francia M.
di
Ke,
Piemonte, fu costituito
Generale por
detto Re,
come abbiam
di
detto,
il
Gonzaga,
cia dato
<Ial
fratello del
duca
Mantova
ed avendogli
re di Fran-
per moglie
di
al detto
duca
Piemonte con
la
accompapossesso e
gnato da molti
tolto
il
l'obbedienza e tutte
fortezze tenute a
;
nome
del re di Francia
giorni
Saluzzo principale
portarsi a Casale
, ,
Duca
stabil di
Du-
da suo
17
di
,
Ed
in
alli
settembre, fece
Nivers
Casale
capitani
italiani e francesi
e subito giunto
and a
visitare la
Duchessa
sua cognata
sommo gradimento
per non essersi mai veduti; e licenziatosi poi esso signor Duca
dalla
24
del detto
di
gentiluomini e gentildonne
corte di S. A.
or
,
essa citt,
E
;
si
ferm
il
quale
aspettava in essa
ma
in
Mantova mandati
non
volle
mai venire
sempre scusan-
dosi di
1) 1
GASAL E
405
:
gozi ed affari
il
che dette
signor duca
di Nivers,
di
fratelli
qualche sospetto
loro, la signora
controversie per
madre
il
Margarita.
Sapendo pure
la
la di
venuta
di
suo fratello
si
dovico,
marchesa
Pescara, che
,
ritrovava a Milano, si
e giunse a Casale
accompagnata da
Duca
di di
Duchessa
la
Gambera ove
Pescara volle
Duchessa stava
ad
marchesa
,
di
andare
alloggiare
Teodoro Sangiorgio.
di
Nivers
Duchessa
di
lo
mand
voler
a visitare per
suoi imbasciatori
citt di
con pregarlo
andare a quella
,
sua
come abbiam
c(
Alli 20,
il
omicida sopraddetto
la
fatta
piantare in su
domandar
d' essi
licenza
Principi
da essa citt,
suoi
passati
come era
solilo
per
lo
,
passato
per avere
era quello che fu tolto dalle prigioni della citt da' mi-
nistri del
Duca. Onde
si
li
detti
cittadini
come
bench
esso Principe
mani
ed usurpargli
lutto
gli
Comune
fatto
proteste contra
il
contra
volere
d'essi
come
(1)
Imputato d'omicidio,
ma non
provato.
di
Messo
Comune,
Capitano
giustizia per
parte del
Duca; quindi, negalo dal Vicario e dai Proconsoli e dai Sindaci, fu preso a forza dai birri ducali. Protest la citt al Duca e all' Imperatore avanti al quale pendeva il giudizio delle ragioni comuni. Ma fu in vano.
406
solcano fare
in
,
CRONACA
quando
gli
un imbascialorc,
;
mandato
dall'
al
signor duca
di
Savoia
e questo era
la
Mantova per
di
;
lo slato e
dominio
Monferrato
perch
il
il
duca
detto stato
l'
Imperatore,
dello imba-
Mantova
avea mandato
il
due Prin-
acciocch non
gli
di loro
tal
imposizione dall'Impev'
era tra
la citt
ed
il
duca
,
di
a Casale
Mantova loro signore. Onde giunto all' improvvista non sapendo alcuno la sua venuta se ne and ad
,
mani
di
alla signora
di
Pescara
avea imposto.
dette parola
alli
signor duca
Mantova,
quale
di
si
signor duca
Nivers
lo sollecitava
per
suoi imbasciatori.
mai
Mantova non comparve 6no a tanto che esso signor duca di Nivers non si part
esso signor duca di
citt
,
da quella
fosse
come
si
dir
appresso
e ben
pareva che
vi
bench
non
di
alli 24 del mese, il signor duca Duca suo fratello non veniva a Casale da lui, per qualche forse cattivo animo eh' esso gli portava, si part di Casale, essendosi ivi fermato otto giorni, sempre con
dimostrasse
onde che
il
speranza
che esso
che
suo
fratello dovesse
di
deva avere
tanto
,
gli lasci
Re
di ritornarsene in
Francia,
si
parli di Casale
mal
soddisfatto
1)1
CASALE
,
407
lasciando
,
un grande mormorare
delli cittadini ed
il
altri stranieri
Mantova per vedere suo fratello avendogli per sempre esso duca di Nivers mandato a Sua Eccellenza in Mantova un suo crealo ed altri personaggi, acciocch animassero
parso
duca
di
esso
Duca venirsene
si
sino a Gasale
il
di
Nivers
ottenere
suo desiderio,
si
di vedersi insieme.
si
Pertanto
di di
dicea, o
volle
vociferava per
li
cittadini,
fratello
,
il
duca
legati
di
Mantova non
per cagione
certi
il
lasciali dalla fu
duca
testamento,
come
erano
pareva che
fratelli,
fosse
il
qualche
disdegno fra
detti
Principi e
sebbene
tutto
si
non
si
dimostrava
in
palese e di fuora
apertamente. Non
fra
il
marchesa
di
Pescara
buon accordo
e molto
vedea
non
stettero
sempre
in
grande
festa, trionfo, piacere ed allegrezza, essendo ben veduti ed accarezzati da' cittadini e gentiluomini di essa cilt, per dimostrarsegli gli detti signori
per
il
che questi
tali
erano poi
di
Mantovani
cittadini
essi
Mantova, e tenevano
e
gli detti
mollo
corti,
non
conversare
cittadini
non potendo
essi
avere
visitarli;
non ardivan
conveniva, e che
essi
aveano animo
di fare,
408
cf
CRONACA
Partilo che fa esso signor duca di Nivcrs da Casale, giunse
il
alli
27
di
set-
ronte e cugino, per volerlo poi alla sua partita lasciare in Casale,
viceduca
marchese
di
tutto
il
Monferrato, e
MonCasa-
freno e dominasse
privarli
li
detti
soggiogarli del
tutto, e
d'ogni loro
bene
fece.
ch'essi tenevano in
comune
e d'ogni dignit,
siccome poi
pure seco
Duca
il
conte della
,
Mirandola, ed
grado e stato
e suoi parenti
che accompagnarono
esso
Duca
in detta citt,
di soldati a piedi
tutti
andavano
di di
compagnare
tutti
alli
il
detto
duca
di
Mantova
in essa citt
Casale, e
danni d'essa
parte
sua guardia
;
di esso
Duca
Gonzaga
il
che erano
il
di
Spagna
tal
Cattolica in Ita-
bastava
il
gli
detti
soldati
sua guardia
perch
un Imperatore, ov-
Spagna
di
munerato: dove che veramente pareva esso essere il Generale e tenea tanto avea l' animo grande di Sua Maest Cattolica
,
;
tal
riputazione
dove
Onde con
,
Re
di
di
Mantova
farli
Casalaschi
farli
desistere
condescendere
al
vo-
contendere con
essi cittadini
tutti
li
D
esso duca di Mantova.
e A SA LE
409
e far
comune
padrone assoluto
il
biamo
con
gli
detto
Milano
1'
esso
accompagnarono.
il
A Hi 28 poi
vescovo
,
nominalo
essa citt
come
del
Duomo
e fu
processiono
un baldacchino portalo da quattro gentiluomini e cittadini d'essa citt due di veste longa dottori ed altri due di veste corta, del Consiglio di essa citt: e fu accompagnalo in questo
sotto
;
, ,
modo
in
processione fino
al
Duomo
da tutto
il
Ora essendo
il
esso cattivo
umore sopra
le
essa
citt e cittadini
Casalaschi
riferite
Sua Eccellenza;
di essa citt,
macchinare contro
questi
tali
persona e stato
Sua Eccellenza,
e
e che
lo
mani
dominio
in
esso duca di
Mantova
di
forse lo facevano
,
per farla pi
perpetuo soggetta
il
quello ch'era
come
poi
hanno
mal portamento, come dir appresso. Avendo dunque inteso Sua Eccellenza qualche catlivo umore nato fra essi cittadini Casalaschi, alli 3 di ottobre delle Sua Eccellenza commissione che fosse tolto un mastro di legname
fatto
per
nominava Gerolamo Ruinino, il quale era consapevole di un maneggio e macchinazione che si era proposto di fare contra la persona e stalo del signor Duca: onde
di essa
citt,
il
quale
si
gli
le
esso Gerolamo
in casa sua
(lelli
,
sentendo
gli sbirri
se ne fugg in
di
un monistcro
Nulladi-
frali di
Sant'Agostino.
Sua Eccellenza
furono
sforzati
darlo
giustizia;
e subilo
Arch.St.
Voi. XIII.
410
e
CRONACA
esaminato
,
cosi essendo
confess
in quella
quello
uotle
cittc
;
che
due canonici
vosto
di di
essa chiesa
nominato
e
il
Reverendo
di
casa
di
Vailaria, gentiluono
cittadino
sale,
prima
dignit d'essa
di casa
chiesa; e l'altro
,
nominava
Cattecitt;
il
prete
leronimo
Ragliane
e
cittadino
anco
di
essa
giovani
Prevosto;
ambedue,
di
et
uno d'anni
trentasei,
che era
tali
furono
dell'In-
Domenico,
e dati nelle
alla
mani
:
cose
appartenenti
Chiesa
e ci fu
il
Sua Santit
di
poterli
di
Sua Eccel-
Onde che
fu ancora
,
gentiluomo e cittadino
bench questi
uomo dabbene,
il
in
detto arresto
di questi
morare
non sapendo
la
savasi piuttosto al
male che
bene
e che
tanto gl'ingiusti
come
gli
non sapendo
cagione
di
questi arresti.
Dopo questo,
nella citt, e
cannonate
sentendo
tal
posic-
ed andassero a Casale,
alli
come
gli
era dato
:
il
contrassegno
capitani
ed
officiali
di
essa milizia
e questo era
Sua Eccellenza, e
mali cittadini
tito
il
umore
di
alcuni
li
subito sen-
qual
segno,
il
Duca
subito
quella
medesima notte,
ritir in castello
insieme
con
la
figliuole;
con uno
citt fosse
presa da qualche
DI
suo inimico
,
CASALE
gli
411
,
altri
che
fossero appresso
per pigliarli ed
Come
tutti
di
e si
dubitarono
di cos
su-
castello
di
con
la
consorte e figliuole;
li
non sapendosi
si
la
cagione
di
questo.
pertanto
,
delli citta-
dini
dubitarono assai
qualche inconveniente
cadesse, e che volesse fare Sua Eccellenza in essa citt, e sopra detti cittadini; tanto pi, vedendo come Sua Eccellenza avea
fatto
partire
tutta la
avea nella
citt
nel
tutti
al,
detto suo
li
alloggiamento in castello
,
il
cortigiani
Duca
al
consorte e figliuole
,
per
stalo
d'alloggiamenti,
farlo
fortificare e metterlo in
c(
grande fortezza.
4
di ottobre. in
Ed
Ritirato che fu
le
Sua Eccellenza
d'
castello, ed aspettando
che tutte
andassero a
stato fallo
fedelt
cos
il
comandare
citt
rono
onde che
Duca
,
mandare
suoi
cilladini di Casale
la
medesima
fedelt,
questo fu
fallo
mento
dini la
che dovessero
gli
essi cittadini
sopradetto, e cos
fedelt.
delli citta-
Alli
tre vescovi a
,
Casale,
di
rito della
Chiesa
il
nuovo vescovo
Sant'Eva-
signor Duca
e
s'
la
essendovi pure
della
il
ed allri
signori
corte
li
di
Sua Eccellenza
far tal
pervenuti in della
chiesa
vescovi per
consacrazione
,
ed essendo gi in
s'
incominciarono a darli
412
CRONACA
di
musici
ed organo
della
ed
es-
del
Credo
Messa, giunse
posta fatta da
tera diretta a
improvviso un prete forestiero, venuto incognito, mandalo a uno che non si seppe per allora, con una let-
chiesa,
Sua Eccellenza. Era esso Duca nel coro di accompagnato dal signor Vespasiano, dal conte
,
delta
della
Mirandola
lettera,
e da altri signori di sua corte. Onde leggendo essa Sua Eccellenza rimase semivivo, essendo in essa avvisalo
vi
che
dini
si
guardasse, perch
era in delta
ed altri
chiesa
uomini,
nel
quali
stesso
detta
tempo
che
si
levava
il
Corpo del
Signore.
a
di qualche suo danno per questo avviso avuto da un suo fedelissimo amico, per quanto lo avvisava; ed essendogli vicino il signor Vespasiano
si
ed entr
grande sospetto, e
dubit
assai
(lonzaga,
il
l'
nominato
e poi
domandolli
mostr
la
molto
che
alli
alla
longa
Vespasiano
fra'
medesimamente notificalo altri circostanti eh' erano in compagnia di Sua Eccellenza quali eravi uno strepito e mormorio, non sapendo in quello
la
pigliar
parlilo,
come
il
reggersi, e cosa
si
dovesse
fare in
quell'istante, avendogli
glio.
Duca domandati
nate
Onde che
il
si
vide
il
uomo
di
guerra ed antivedente
alle cose
mandare
zia
,
signor
Teodoro Sangiorgio
part
ove eravi
;
la
maggior parte
per
la
di essi soldati di
quanti ad esso
gli
li
pareva,
casi
Onde poi partito esso Vespasiano, il detto Teodoro Sangiorgio fece comandamento da parte di Sua Eccellenza che tutti quei
,
cittadini
ed abitanti ed
altri
forestieri,
quali
si
,
erano
in
quel
dovessero partir
sotto
esso, ed andarsene
pena della
DI
vita; e cos
CASALE
in
413
delta chiesa,
e che
facendo medesimamente
e
ove
vi
erano uomini
donne
andassero
sopraddetla pena.
le
non sapendo
sbigottiti.
il
li
detti
Perch poi
di subito
per tutta
in pi
li
la citt,
per congregare
la
luoghi per
detta
citt
fece lutti
mossa
lutti
fatta
per
cittadini per
e conturbali
lutti in
generale d'es,
ser saccheggiali
dispello
;
e morti per
e poi di pi sentirono
il
Sua Eccellenza,
un bando per parte di quale comandava, sotio pena della sua disfare
lutti
si
essi cittadini
ed abitanti in essa
citt,
ed ancora forestieri,
nuovo ordine
era
di
Sua Eccellenza
(1).
a far quel
tanto che
gli
comandato,
quali facevano
la
guardia
trade
,
alle
mura
come
qualche
scandalo;
non sapendo
citt,
ancora
stavano
soldati,
che
cosa
fosse
le
accaduto nella
ma
erta,
pensando menar
mani contro
Gasalaschi,
ch'essi cittadini
(1)
Dice pi innanzi
:
la
volle nel di
e aggiunge come
Sua Eccellenza in queW islanle di quel comand e fece levar via tulli li
e
ballagli dalle
campane
di essa chiesa,
furono
si
gellali
a basso
nelin strada,
che far dovevano contro di lui. 11 Compendio Ialino tia questo tratto ctie manca alla Cronaca che lette le lettere, inhibilum fait inconlinenli ut omnes non recederent a dieta ecclesia non sine maximo timore populi; et slatim discedendo a dieta ecclesia, diclus illuslris D. Dux nosler cum praediclo D. Duce Sablonetae et curialibus ex ordine ipsius iliuslrissimi D. Ducis nostri fuerunl abducla a castro tormenta bellica et illa explodi
; ,
,
,
414
a^ ossero
CRONACA
qualche intendimento luora
di essa citt
con
li
banditi
esso
la
Duca, o veramente
per
Ma
sapendosi
poi
la
verit.
che
in
non era
cosa
che
importasse molto
violenza ad essi
alli
delti
cittadini
fargli
Sua Eccellenza
delti
tristi
;
in
generale, salvo in
particolare
uomini dabbene
dal
di
di essa citt,
che non
impacciavano
soldati
in cosa
si
ossi
non
mossero mai
tal
luogo dove
passali in
far
;
alcuno
stettero
non
avendo
n
commissione
pacifici
,
alquanto quieti e
,
n fuvvi
uomo che
si
muo-
si
fece
perche ognuno
d' essi
spesso
i
si
mutarono;
feusi
banditi pi fieramente
,
perseguitarono;
Vespasiano Gonzaga fu eletto Viceduca ed ebbe pienissima facolt ; il Sangiorgio, dimissionario del capitanato si
,
Mantova
le
il
Duca,
la
Duchessa
figliuoli.
il
Cominciarono
le
quattrocento scudi
sero
le
Consiglio or-
dinario dei
scarico,
domanda
ad ottenere n
si esigessero
n diminuzione
quantunque
di
cannoni
carico di soldati in
Po a guardia
alli
della riva;
cittadini intesero
che
lo strettoio
a
pi premere doveva.
,
Olire questo
il
medesimo signor
gride aspere in
in
tre
Eia prima
bugio da rota
al
in quello stato;
tutti
Illustrissima
presente annullava
quelli
di
madama
Margarita, fu
duchessa
Manlova,
quelli
mente
duca
tulli
di
marchesa di Monferrato, ed ancora pariche aveano avuta tale licenza da esso signor
e
La
tutti
li
D
soldati della milizia del
e A S A LE
415
Francia, o
di altri,
portar via
,
armi che
essi
comunit e terre
in
lor
essi
comune
soldati
non
dovessero partirsi dalle case loro per andare alla guerra, senza
licenza delli
loro superiori; e fu pure per la
i
medesima grida
terre
lasciar
comandato
dette
soli
a tutti
consoli
si
e sindaci
di esse di
e luoghi
del Monferrato,
che
delle
guardassero
e
non
,
asportar
essi
armi fuora
le
loro terre
dominio
perch
con-
e sindaci
puniti
ad arbitrio
Sua Eccellenza
e se alcuno di essi
uo
lo
ubbidire a
sindaci
consoli
prefato
questo stato
di
sotto
la
niun cittadino
di Ga-
mezza ora
Gnir ad
tutti
campana
un'ora
alle
di notte, ch'essi
cittadini
riducano
la
il
lor case; ed
avendo occasione
di
andare per
citt
per
detto
lume
andare insieme pi
di
due
sotto
gentiluomini, od altri,
citt,
andaranno per
la
detta
debbano
non
essi
e ch'essi
lume, e senza armi alcune, possano condur seco, salvo un servitore per
pure portare
falle
cadauno.
disgrazia
sotto
di
la
pena della
del
Principe,
stato e
ed
in arbitrio
esso
Vespasiano,
Viceduca nello
cellenza.
dominio del
poi fu fatto
,
un
Viceduca
chi esser
citt
il
quale
proibiva
diceva
che
alcun cittadino
ovvero abitante
si
in essa citt,
voglia, che
non possano
di
la
insieme in quadriglia pi
sotto la
bitrio.
medesima pena
della
E furono
le dette
gride a suono di
quattro trombetti
41C
CRONACA
per tuda
la
cill di
contrada
sopra
li
loro consorzj .
i
soldati e
colonnelli
i
Duca
di
quali,
,
e di
Teodoro Sangiorgio
per
lui,
a cui fu dichiarato che la grida non era partirono. I colonnelli erano il detto Sangiorgio, il
,
Cristoforo
officiali
Canzilera
Viscardi.
Degli altri
de'
minori
non sa i nomi il Cronista, ma registr questi che non dipendevano da nessun colonnello: a Federico Vallerio, Giambatista Guazzo,
un
iModrelio, Gianiacopo Pellizzone, Federico Malvezzi, Gugliel-
mo
un Alberti
e Alessan-
dro Travagli
Ponlcslura.
di ottobre,
Alli
giunse a Casale
la
nuova
certa,
citt di
come era
Monferrato,
come abbiamo
detto, a
Sua Ec-
duca
di
tali
che
ed
fe-
cero questo omicidio, furono due degli pi grandi amici che esso
tenesse, a cui esso
li
suoi
segreti
altri
suoi negozj
.
,
Fu
assassinato
il '21
Duchessa Margherita
; i
quali
fuggiti a
Mantova
citt di
Casale, tutta
protettore
blica:
il
a quella
citt
ed
a'
suoi
cittadini.
Per
il
il
uomo,
quale
D
sle nostre parli
e A SA L E
,
417
per orare
una maniera inestimabile, che era dottissimo; ed olir questo, era slato famosissimo capitano nel tempo della guerra, per servizio del re Filippo di Spagna, nel governo del signor marchese di Pescara ed era stato governatore di Ponzone a nome
dire, con
;
si
onore e riputazione
fatta
il
tra' soldali,
fu
per
li
cesi,
come abbiam
e
fatto
menzione
di
tal
presa nel
principio.
uomo molto
mantenere
citt,
voler
ha
modo
indicato, vi-
tuperosamente. Ed ebbe
che voleva lasciare
roba, ed
la
sua propria
la
insieme con
la
abbandonare
di
moglie e
ragione
che mai
volere
mancare
libert,
citt, le
sue giurisdizioni, e
cos
la
,
conoscendo
essi
cittadini: e
,
tutto
la vita
abbandon
moe
li
e perdette
suoi tutti
Per
la
quella, e perdere
vita,
che
di
esso Prin-
cipe, ogni volta che esso avesse condisceso aldi lui volere.
Era
ognuno
si
sarebbe con-
essa comunit, e
fidarono
in
lui,
in
che
modo
esso Capello
travagli
citt
e quante fatiche e
l
in
andare or qua ur
e le
ed orare in pubblico
citt
ed in privato, esporre
zioni che faceva
il
calamit
di quella
usurpa-
suoi
cittadini; e per-
tanto
dimandava ad
non
morto
,
per compiacere
Principe
cosa
sotto-
Arcu.St. iT.Vol.XIll.
418
sopra, e fatto diro
CRONACA
di lui
citt
in
sime
e con
in
Spagna,
i
in
Francia, ed
in
tutti
principi d'Italia, ed in
.
,
Roma
stretta
trate,
cedere al
mano
ai ceppi
rf'
quali per lui cresciuti, erano tanti quanti avevano osato dolersi
della tirannia) e
quasi tutti
e
'l
il
fratel suo
Benedetto
il
canonico
Bagliano
stati altre
,
volle in arresto
ma
poi
dimessi.
Il
primo
il
di esso trattato, di
fu
un maestro
di
bassa condizione,
ma
abbiamo
gi fatta
i
tutto, avendogli
mi-
trattato
di
come
una gran parte di esso trattato, e cos esso ne accus molti, che erano pure consapevoli e ad esso gli fu poi perdonata la
,
si
dir.
Ruinino da un gentiil
luomo che
Conte
di
di
me
in
Conte
promise
fargli
che
volendo dirgli
il
vero
gli basteria
P animo
la
di
purch dicesse
perch
verit di quello
,
che sapea
li
corda
D1
essi
e ASA L E
il9
il tulio. Onde che esso promise di cosi fare paura, e dire tulio quello che sapea: onde poi venendo ministri, disse quanto sapea, ed ancora di pi, per fugli dcUi marlirj e la morte; sicch accus molti che sapeano di gire
gi sapevano
per
la
Similmente fu arrestalo un Cesare Lisca e poi liberato per avere prontamente detto quel che sapeva: onde per quelle due
,
Duca imprigionati
,
altri
poi
mettendo grande spae non pochi altri nobili o capi d'arte vento nella citt; il quale crebbe allorch videro giungere per
Po
Riuscite vane
,
le
di capitoli o
da
istesso
,
volere tutto
giurisdizione
rendite e beni
e pei
disperati per
le
carcerazioni dei
pi onorati
pagare
la
tassa
i
creditori, risolvettero
la
pi parte
cos poi
il
di
riusc al Proconsole,
con consentimento
cittadini,
lauuova
ambi gentiluomini
e cittadini di Casale,
uomini
tali
ma
molto aderenti
.
al vo-
aW Imperatore
per la
Sua Maest
che la Maest stessa aveva scrilto al duca di Mantova che dovesse lasciare
i
mo-
numenti
salaschi
[sic]
appartenenti alla
.
ritenuti
sequestrali dal
medesimo duca
;
mano
il
al trat-
duca
di
Savoia n
,
gli valse
le
negar sem-
pre
[],
condizioni proposte
(1) li
i
Compendio
seguenti nomi,
,
come
cano-
il
420
dal Principe;
e
CRONACA
per
ci che
il
fuoruscili
,
inacchiati
fatto
congiura contro
le
fargli
tale jera
convocali di quel
Sua Eccellenza
gli
essi
gli
non
si
dubitas-
riuscir in bene
e di essi ancora.
di
esso presidente
li
furono alquanti
,
di
essi cittadini
allegrati e mitigati
;
loro cuori
piangendo
tutti
medesimo
di
voler essere
buon protettore
il
il
gioved
capi di casa
di
cittadini
di essa citt
ed abitanti
il
signor
Vespasiano con
Aldegalso, con
tulli
li
Sua Eccellenza
Monsignore
vescovo di
essa citt,
canonici.
Onde che
nel parlare,
and
e fece
una
bella
ed ornata orazione
in quel
detti
cittadini ed altri
uomini abitanti
e
con
fedelt ligia
di
Sua Eccellenza
il
signor duca
di
Mantova, marchese
Mon-
e reali sudditi; e poi sperare bene in esso, che dopo tanti travagli sopportati
cellenza
DI
suoi sudditi
e che per
GASALE
solita
421
clemenza a quelli
il
mezzo
del
si
presente Eccellentissimo
loro citt
e pacificarli insieme
che
si
differenze a
per
tutti
il
il signor Duca di condurre le loro buon porto; come sempre si era adoperato per essi e passato come essi sanno e che pertanto essa citt
adoprerebbe con
li
cittadini ed abitanti
ed
accomodate a
tal
proposito.
volt a
Onde
il
si
M. Reveren-
dissimo
vescovo di Casale, e
lo
giuramento
del signor
cittadini,
duca
di
Mantova, per
la lite
detti
per
la detta differenza
i
detti cittadini
per instrumento
come
si
usa di fare.
dappoi
Proconsolo
si
volt alli
ed al presente
il
fatti liberi
e poi ringraziare
quale
si
per
e che se esso
animo che
portava
in
alli
detti cittadini,
che
la citt
comune, senza
onde che avrebbe poi sempre patito quel popolo per l'avvenire, e mai avrebbe avuto bene con il suo Principe esortando poi
:
in fine esso
di fare
con
buon animo
dal
Dopo poi s' incominciarono a leggere capitoli mandati Duca alla citt di quanto voleva che al presente si osser, ,
il
Consiglio
nome
di
di tutta la citt.
E primo
voleva essere
conosciuto
Mantova e marchese
ubbidito e riverito
Signore e Principe da
,
detti Casalaschi e
come
422
CRONACA
E
che
gli
li
fosse falla al
prosonlc
la
fedelt
ligia
come
suoi
alli
Di pi, che
Sua Eccellenza
,
togliesse la giurisdizione di
essi cittadini
tutti
li
sarebbero
del
Sua Eccellenza
mettendo
beni
loro
Comune
stizia al citt:
in
il
nome
di feudo.
il
Che
suo
suo
gli altri
le
Vicarj d'essa
di sei
e che
le
dette
citt
spedizioni
,
cause fra
sei
mesi
poi
col
il
non condanuarli ed
mantenuti
assolverli
vuole
Sua Eccellenza
citt, in far
dopo
di esso in quella
punire
il
come porter
che
la citt
delitto
Di pi, vuole
del Vicario,
di questi tre
Sua Eccellenza ne elegger uno a suo beneplacito. Di pi, vuole Sua Eccellenza che li tre dottori eletti per il vicariato delli cittadini, quando questi non siano di piacere di Sua Eccellenza, che delti cittadini debbano fare un'altra elezione
d'altri tre,
che siano
di
genio
di
Sua Eccellenza.
Sua Eccellenza
e saputa
;
che non
si
lenza allegare per sospetti dodici di loro, e che detti sospetti non
Oltre
poi
o contro
il
suo volere, od
altri di
esso
la loro
giu-
risdizione di
essa citt
cittadini in
comune
ed ogni cosa
I) I
G ASA LE
la
423
li
di poterli
e che la citt
non
si
possa pi opporre.
qualunque
di essa citt
od abitante
che contraffaranno
li
le
monete battute
ancora
ribelli di
Sua Eccellenza,
,
ed ancora quelli
i
di lesa
Maest
cos
sempre
a
stati riservali
per
che
detti
i
cittadini
non
,
possano comandare n
punire
n punire
suoi
cortegiani
desima
il
punirli,
ma
il
li
vuole Sua
Eccellenza
punirli esso e
non
detti cittadini,
od
Vicario
di essa citt.
Vuole che
non
si
possano accrescere
al
presente
cittadini suddetti
scudi
!a citt
paga
il
il
coletto,
,
ossia rata
parte di quello
Monferrato
per
il
tasso
che importa
a
Vuole che
moleggio
,
medesime
non pos-
ed
il
le quali
,
mai pi
che
pesa
essi cittadini
sano n a
lui
e che la porta di
Po
di essa citt,
si
al
presente chiusa e
farine del detto
citt di Casale,
murata
dove
,
al
presente
fa
la
delle
moleggio
Sua Eccellenza
di
la lascia
godere alla
come era
or
prima.
alla
detta
citt e
comunit
cittadini
il
tutte le
solito,
pure furono
che ebbe
eletti
li
per
il
detto Proconsolo
scrivo.
,
Laonde,
letti
si
detti capitoli
dell'
il
solo Montalero
rog
l'
istrumento
accordo
Sua
Eccellenza
ed ancora
424
della fcdcll ligia
,
CRONACA
prendendo
il
giuramento da
tulli
capi di
ed ancora abitanti,
di fare.
uomo
l'
come
fallo
si
il
usa
istrumenlo della
serenissimo Asche-
Sua Eccellenza del Consiglio Segreto, e per Camillo Becciodi Occimiano, cittadino di Casale, procuratore e cittadino di essa:
e cos
furono
falle
tali
tutte
le
solennit e clausole
che
vanno
esser fatte in
in
primo un gentiluomo
,
Pavia, nominato
di
il
signor Gerolamo
Beccaria
ed
il
signor Commendatore
il
solomitano, ed
Fermo, capitano
di
del
Sua
Monferrato
cittadini
Casale
dicendogli
come
la
delta
citt e cittadini
avevano
fatto
molto bene e
falla
in acconsentire al
volere di
Sua Eccellenza
ed
umiliarsi
gettarsi nelle
sue
Sua Eccellenza
cittadini
,
essa citt
di
Sua Ec-
cellenza,
come
esso sperava; e
come
ha
cellenza
usare
le
andate
di
quel
modo
ma
molto
e disse altre
,
cose
assai
,
materia
volere con
tutto
il
cuore
fedelt ligia
fatta
per essi a
che
si
qualche
citt
e che
aspri e severi
in
miglior
DI
CASALE
,
425
forma che non sono: e che sperava che Sua Eccellenza, per benigno e misericordioso userebbe la essere molto placabile
,
sua
solita
di
il
presentemente
loro
Proconsoli
il
con
signor
Vespasiano a
man-
eh' esso
sperava di ottenere
da
di tutto quello
accomodare
massimamente per
il
signor Vespasiano,
e cittadini, di
rin-
quanto
il
di lutti loro
Dove poi
meno
Proconsoli versi
piedi
,
gettarono
a'
e quanto
poterono ringraziaronlo grandemente del sussidio tolto per essi pregandolo che si volesse avere in protezione quella cittadini
,
misera
citt
con
non
si
dimenticheranno mai
,
Si-
gnoria Illustrissima
servizio. Del
offerendogli
loro
gli
vita e
suo
ad
buon animo ch'essi dimostravano verso di esso; e poi disse alli Proconsoli e cittadini, che non si dubitassero, e che slessero di buon animo, che non mancherebbe del debito
essi cittadini, del
gli
che
citt e cittadini
e che piacesse
Dio
di
lare a
che
lo
((
lungo con Sua Eccellenza, e che pregasse Iddio per favorisca con esso signor Duca d' ogni suo desiderio.
fu ringraziato ed abbraccialo
gli
Onde
,
da molli nobili
le
citta-
dini
che
,
erano
vicini, od in baciarli
mani;
e fatto poi
questo
incominci il coro degli signori canonici a cantare il Te Deum, con una bella musica e dilettevole armonia, in rin-
graziamento del
citt:
Sommo
il
Iddio di
terminato
bene-
dizione a quel popolo, essendo in abito episcopale; ed ognuno poi andossenc alle loro case, ben satisfatti per allora e di buon
ARf,. St. t. Voi. XIII.
54
426
animo, ed
spasiano,
CRONACA
assai contenti e pacificati;
che
accome gen-
di essa citt
e da' Senatori
se ne
sua corte,
accompacittadini
lui
avendo gi
e verso
licenza
dal vescovo,
altri
gentiluomini
e tolse
il
casalaschi
ed
li
particolari amici
cammino
Milano con
detti
Proconsoli
Onde
poi la sera
,
medesima
grande allegrezza
citt
,
in far fuochi in
su
la
di
legrezza
e questo fu fatto
di
campane, fuochi
bench
pian-
abbasso
alli
detti cittadini,
atti di
di rallegrarsi;
lutti dati
per ischiavi
libert, e
di
loro libert
e di tutti
comune.
Non
che nel cuore non aveano, anzi piuttosto dolore; e pure si sagli avesse mantenuto ed
detti capitoli,
ed aspri
alli cittadini
suddetti;
altri
ma non
volle osservare
li
pi importanti e pi severi,
come
non
con-
vedremo
.
i
Veramente, circa
ribelli fece il
li
Duca peggio
tratt
che mai, e
se avessero
come
ma
per ab-
loro
legitimo
che moltissimi
nomi
die fuori
non potendo
Il trattato della
congiura ordita
i
cos dal
Cronista esposto
si
Primieramente
lutti
ribelli
dovevano
congregare e ritrovarsi
ad un
tal
tempo a
D
fare un' imbasciata
G ASAL E
427
una mattina per tempo sotto le mura di essa una casa di un massaro e cittadino
della Motta,
,
sto
massaro
si
nominava Ubertino
porta;
il
quale avea
si
la
dove
dovca fare
dovea rompersi
il
carro,
ritro-
fermarsi; ed in
istante dovevansi
essa citt,
e capi
di altri
tal effetto,
ed uccidere la guardia di
tali
capi furono
il
ognuno
,
promesse grandi
poter saccheggiare
contraria
ad essa
il
ed a loro ancora,
Duca
esso
di
mani
di
Principe.
che
li
suddetti
si
essi suoi
quel
tempo dare
ribelli e
delle
;
mani
rusciti
all'
arme
si
ed intanto
,
dovea discoprire
imbasciata
delti
fuo-
ed
altri
soccorso
impa-
dronirsi della porta, con l'aiuto ancora di altri di essa citt con-
sapevoli di questo
gliersi
la
trattato; e
delli
con
questo
proprj
detta
citt
suoi
e poi tutti
pigliarlo per
mal provveduto
ancora
di
e banditi avere
mani
saccheggiare a
tutti
e vedere ancora
la
se po-
^^28
C K
gli
N AC A
perch
essi
sorJo
suoi
figliuoli,
Principi
alloggiavano
cittadini
ban-
poi dare
il
mani
loro; e di pi
aveano
denari, gi pi giorni
accumulati e riscossi
in
del
mano
i
del pre-
soldati
fuorusciti,
uccidere in
tal
fazione, e sac-
cheggiare tutte
le
contrarj aderenti al
Principe: e questo tradimento contro del Principe aveano proposto di farlo essi ribelli nella festa
di
Nostra Donna
d'
agosto
prossimo passato
or
dell'
anno 1564.
mancato
di ogni
Ed
gli
essendogli
poi
cosa da un Principe
a' detti
che
avea
data parola
di dargli
braccio ed ajuto
ribelli
in quella
mal
contenti, essendosi
messi in ordine
loro amici
per
tal
effetto, ed
essi
loro a
e pi
non
questo.
disse
di
pi
proponimento
di
pi-
nuovo
duca
di
Mantova
nella
che si dovea consacrare, come poi segui nel giorno San Francesco .
il
Prevosto GirolamoVallario
anni; in piazza,
il
Lorenzo Dalla
della citt, d
venticinque
sto e
fuggiti dalla
camera
(1):
Bernardo Romagnolo
il
poco
sta
(1}
Veramente erano
clie
fuggili fulti
il
merc
di
il
coraggio
di
Lorenzo Dalla
gli
V.ille
lo
Capitano
giustizia
intanto che
altri
stilettarono,
ma
l) I
e A S A L E
429
ambiziosi
cipe.
superbi,
non
Comprarono con
vilt
danaro
la vita,
e
Vincenzo Bazano
qualche altro;
Bernardino Marchisi,
Cristoforo Viscardo
il
vita.
Per
gli
Grida
falla per
Sua Eccellenza
il
giorno suddetto.
duca
Avendo l' illuslrissimo ed eccellentissimo signor Gulielmo, mali pordi Mantova e marchese di Monferrato, inteso
i
che usano
che sono
condannati per
trattati di
scendo che se
a
tristi non si fa qualche rimedio, facilmente polriano commettere maggior eccesso; desiderando levare dal suo Stato ogni sospetto, e che quelli che sono banditi non
vengano
e
in esso, e
massime
tutti
li
gli
infrascritti; fa
pubblica grida
comandamento a
non debribelli
bano venire
in esso, sotto
stati
come
comanda che
ribelli, e
stato del
(I
delli
f(
<(
massime
se
saranno
delli
i<
siano, sotto le
dar cam-
pana
a martello, ed
come
'<
intervenuti,
uomini dell'una e l'altra ferra che saranno guadagneranno il premio infrascritto, qual sia
Sua Ec-
cellenza
vuole
ed
ordina,
che,
di essi
,
se
uno
dogli
infrascritti
pena cor-
430
ff
CRONACA
,
poralc
in
e conseguire
;
((
Camera
non
beni
e se
si
nomi-
((
nati,
i
solo
e conseguir
come sopra
ma
il
avr
il
premio
di
scudi cento; e se lo
di
dar vivo nelle mani della giustizia, scudi dugento ed in caso che quello
delli
premio;
nominati
non
fosse
condannati
olir
il
premio
uno
tato,
il
sotto; e se
ce
pre-
mio
nel
di
dominio. Similmente
di
se
qualsivoglia
di denari
,
Monferrato, oltre
tal
premio
bando.
il
se alcuno uccider
uno
delli
de' condannati
or
per
delti
trattati,
quindici
primi
propria roba
come sopra,
salvo se l'uc-
cisore
c(
non
primieramente: che
bens
in tal
ma
quando
si
ve-
nisse all'esecuzione
lui fatta, si
avr
memoria
si
di tal fatto; e
che fossero
persone
nelle
dati nelle
i
quando gli ammazzati, ovvero quelli mani della giustizia, fossero pi di uno,
di
moltiplicheranno
delli
premj tanto
conforme
denaro, come
delli
di liberare
banditi,
al
numero
morti, o dati
mani
,
condannati
quali stata
nell'
all'
la grazia, o
che
Data
in
Casale
di
1.
Mori
.
io
a'6 di ottobre.
3.
l'an-
no 1570.
k.
1) 1
GASALE
detto
il
^131
5. 6.
Marc'Antonio Viscardo.
Antonio Zorra
,
M
((
Chiapuzzino.
7. 8.
9.
Vincenzo Squarcia.
Prospero Torrelto.
Filippo Gorroni
,
sartore.
10. Evasio di
11. Gesare
Alba
Mor
i
in Ghivasso.
Bagliaao
Battista
12. Giovan
Bagliano
Mor
in
Gandia
anno 1571.
gli altri sottoscritti,
tulli
quali non
erano
quindici
ma
erano
sale, e cittadini la
pi parte
di essa citt.
Guglielmo Longo.
Gristofano Riccio detto Bodamonte, servitore del Gapcilo.
M. Alberto Spadaro
milanese.
di
M. Benedetto
Ebbe
la
grazia da
ai
Sua Eccellenza
,
25 settembre andossene a casa sua. cf Marco Nasara. Mori in Francia Alessandro di Giarole .
l'
anno 1569.
lacomo.
Vincenzo Magnocavallo
di
M. Alberto
d'
Ebbe
salvocon-
Sua Eccellenza
fratelli di
l'anno 1577.
a la
Lorenzo ed Enrico
Alba
Ebbero
1'
anch'essi
grazia.
Bartolommeo Bellona profumiero. Ebbe la grazia Giovan Giuseppe Feno . Giovan Pietro Mineno fornasaro.
,
anno 1572.
di
Bastiano Pernigone
;
Fu
Ga-
sale
Vasino
di
Lingo.
432
CRONACA
Vasino de'Andrcini.
Un
figliuolo di Ballista
Occello
calligaro
Mor
in
Francia.
figli
,
massaro.
per
essere
sialo
Giuseppe Crepo
alla
Ebbe
la
grazia
Giovanni M. di Nono.
M. Germano, sartore
Fu
Mor
di
in Alessandria 1571.
Martino Ferrabono
Garrone.
E questo Cristoforo era quello che scamp Mor anno Rosina Francesco
della
1'
1571
in
mare
Turchi.
,
Cristoforo da Corsione
cavallante.
Mor in Spagna noi 1571. Giovan Giacomo Colombino . pisonante di Vincenzo Bazano suddetto. Gillardo
,
<i
su
le fini di
Casale.
Agostino Brigna.
<(
Antonio figliuolo
in Vercelli
1'
di
Mor
'(
Anselmo Reinino.
Giovan Francesco Gaspardonc, figliuolo di M. Gabriello preslinaro . Questo fu preso, e suo padre pag scudi dua
mila
al
la
per essere
lacomo Zanarro.
Il
signor
Ebbe
la
grazia
da Sua
DI
li
GASALE
,
433
signor
Fla-
Ogiiuolo del
minio
(1).
Innocenzo Foretto
Ebbe
la grazia
da Sua Eccellenza
nella roba, e
la
Ebbero
la
grazia da Sua
l'
anno 1577.
.
Ebbe
grain
Casale.
(f
Carlo Bellone .
Ebbe
la
Mor
a
Il
Milano.
Bernardo Romagnuolo
la
Questi
fuggirono, e scamparono
//
morte.
In
numero 55
(2).
valletto
effgie
per
man
del
boia.
Reslava Flaminio Paleologo, cavaliere di S. Jago, con rendita di settecento scudi, corpulento, grasso e molto pieno, e
crepato da un canto ;
turato. Protestava
il
il
tor-
ma
il
Vescovo gli
present
il
seguente breve
Pius
PP. V.
Venerabilis Frater,
((
salutem
,
et
Apostolicam benediclionem*
ecclesiastici
Kenunciatum
est nobis
quosdam
ordinis
islius
et
affines illius
impiae conjurationis,
quam quondam
ci) Ebbe poi grazia dei beni e delia vita, e di dimorare in Monferramori assassinato da un suo famigliare nel 1377. Altro parente del Duca, per la casa Paleoioga, Despoto Arineto, era stato ucciso nel 1368, odioso ed odialo ai vassalli, feudatario crudele.
to;
(2)
Il
Compendio
latino
dice:
Abscnles
fama
csl
quod
sinl lilus-
quam
400.
ARon. St.
55
434
'c
CRONACA
duccm
niarclnonem
,
slalumquc islum
(1) raollie
balur; et
'(
ne
impunilatcm adepti,
Principis
porsonam
et
fraternitati
mandamus
clericos
omncs
ci singulos
praesbiteros saeculares et
dignitate
regulares
quacumque,
citra episcopali,
praeditos
((
<f
et centra
centes capiendos
si
ne et tortura
convictos
et
(si
confcssos usque
ad
depositionem
et
degrada-
sacculari tradas.
f
et
((
plenam
ris
liberam
concedimus facultatcm
et
a a
f
VI decembris
MDLXVII
.
anno secundo.
Caesar Glorierius
poi
Quindi
nel capo.
sebbene
inconfesso
disse
il
degrad
il
il
condann
;
Vi fu chi
che richieselo
il
re di
Spagna
ma
parlare,
a
(T
il Compendio latino: dominus Flaminius qui 27 iulii dicti anni 1368 fuit degradatus et condemnatus et ipse ad ultimuoi supplicium, conGscatis omnibus suis bonis, adhuc detinetur in castro; et dictum fuit quod graliam oblinuit quoad vitam,
modo
supplisce
lllustrissimus
et
quod commutatum
,
fuit
cf
carceres
et
(1)
Lacuna
nel
1) I
eASA LE
Theodorus
,
435
qui absens fuil et ipse
nomine
del
duca
di
Savoia
ma
,
questo
li
un raduno in Verolengo sullo stato Duca non volle avere maggior fug. Continua il Compendio
:
in vigilia divi
Lucac,
fuit in Ecclesa
sancii Evasii
a
or
Domorum
instrumentum tum de donatione omnium dacilorum tarum Comunis Casalis ipsi illustrissimo domino ut
allevia-
moda
jurisdictionis civitatis.
intratis
,
Adeoque nostra
,
civitas
,
remansit
sine
sine jurisdictonc
,
sine
Consilio
villa
et
omnino
exemptissima
et peius
quod
sit
minima
status;
cum
cum
ipso statu.
Et ipst
illustrissimus
dominus
et
voluit
immunia
passa
cum
tam
aliis
dicto
Itaquc
in generali
quam
.
in
particulari
et
tantum quod
nihil
umquam
supra
La Cronica
notizie.
Alli
27
di
marzo 1579,
uno
delli
il
signor
Duca avendo
fatta la
cit-
grazia della vita e della roba a M. Giovan lacobo Cloverio, tadino di Casale
,
giunse in Casale
il
d suddetto.
mese
di
marzo
di
si
present
come era
un marescial
il
Guardia; e
si
tra
il
re di
Francia in
marchesato, ed
il
movimento
si
il
Birago
k3G
fuora
(li
C R
Saluzzo e
farsi del
NAGA
lutto
padrone e dominatore
di esso
farsi
sialo: e con
forte
di
e tuttavia
si
radunavano e
la
si
facevano
pi parte Ugonotti, e
dissenzione
uomini indiavolali
fra
li
e senza ragione
e per questa
,
detti
che
la
ma
detli; e
il
che
la
cosa andasse
alli
rato
di
perch
,
dello generale
d'
duca
di
Mantova
pretendeva
,
del
Monferrato
come
fratello di esso
Duca
avendo
la
fu du-
al dello signor
Losuoi
,
dovico duca
la
mobili
gioie e denari
,
che
si
trovavano
sua
morte
ed
di
alla
morte
della Principessa.
volle intenderla di
Ma
pertanto
il
che
la detta
Duchessa sua
madre avea lasciato al signor Lodovico duca di Nivers: s che tutto quel rumore, adunanza e tumulti di soldati, tutti dicevano eh' erano falli a questo fine per andare alti danni del Monferrato.
Onde
il
duca
di Savoia,
detli
di
due emuli
Mantova,
ma
,
nulla faceva.
al
lo stesso faceva
alli
il
signor
duca
in
provvedere
Monferrato,
confini dello
ed alla
citt di
mese
andare
ogni giorno soldati della sua milizia del Monferrato delle terre
circonvicine a Casale, e fare la guardia ogni giorno alla detta
citt,
la
guardia unitamenle
faceva far
con
la
come pure
di esso
suo
Per
che
si
movimento
DI
di soldali francesi
GASALE
due
fratelli
437
qualche guerra
Monferrato
,
tra
per
il
detto
.
stalo di
come da per
fama
da Casale ad Alba
di
San Damiano.
Alli
14 poi
notte,
si
parli
si
il
ri-
di
luzzo nelle
mani
la
citt
del
non po-
non essere
pezzi
di
Saluzzo
il
forte,
detto Bella
in
che avea
il
in
come era
lai
or-
Re
di
uno
delli
di
per essere
basta solo
,
che
mano
quali poi
rendevano
al
detto Bella
il
Guardia
Alli 16 poi
duca
del
di
Mantova, o
Monferrato, che pi
per
allora
la
non
andassero
in essa
citt di
guardia,
come
nuovo
avviso.
restati alcuni solil
Alli
nome
Bella-
Guardia volendo
esso Birago
cia, e che
gli
nome
Re
di
Fran-
non
volevano partire, se prima non avevano comBella Guardia fece porre alcastello e lo batt
missione
di
al detto
due
,
per
che poi
si
detti soldali si
di
convennero
a palli
d'accordo,
partirono fuora
,
loro
armi
bagaglio
ed insegne spiegale
il
restando esso
di
marchesato
Sa-
438
luzzo, distribnondo
CRONACA
il
1)1
CASALE
i
quali poi
numero
di
duemila, in
tutti
luoghi
tal
si
,
diceva, che
il
guerra
denari
dato in soccorso
venzione se
gli
era
convenuto
il
duca
di
Mantova,
il
quale
ancor
lui
al detto Bella
Guardia: se poi
verit a
suo luogo.
,
se
non che
il
Filimberto senatore
afflitto i
per
le
corda
fuoco,
ma
non, come
il
Beccio favorito
daW Imperatrice,
il
la libert.
quanto al duca
duca
di Sa-
dove
(<
mand
molti guastatori.
mand
e cavalli leggieri, ad
Cisterna,
terra
confine al suo
dello sialo
di di
Damiano,
Monferrato
ed
appresso a
marchesato
tenuti
(la
,
Papa
per quanto
dice, o
si
rese in un subilo
DOCUMENTO
Eslratto dal eh. Sig. Giuseppe
di Parigi, Voi.
MS. 8657
e.
28.
L' Imperatore
vorrebbe partir
ist
di
qui
ma non
in lo
s'
assicura
propria persona
sconsigliano
e
ma
la
verit , che
non potrebbe,
Marignano
tempi presenti,
e discorrendo
mal disposto
del corpo,
altri si-
et esser vecchio,
con
non pu istar pi
tre
o quattr'hore a cavai
onde
si
coniet-
commode
rispetti.
citt
senza giacer
ma
fama
si
Sua Maest
stata
veduta haver
gentilhuomini
camera che si ritrovorno presenti, e per quest'atto s'' compreso che altre cose insolite et impertinenti (1), che da certo tempo in qua si veggono fare da Sua Maest provenghino da quella causa che ognuno di mediocre giudilio pu considerare;
,
(1)
suir originale.
Par cerlaraenle che questa parola non possa leggersi altrimenti {Nola del Molini).
440
oltre
il
DOCUMENTO
sapere
il
l'
humore de
la
regina
Madama
,
sna madre.
il
Quando
Ferrante
signor don
mand
li
ramente, per
cesi
in
far
non
lano
solo
si
perderebbe
,
il
Piemonte
come
in
se ne veggono
di
manifestissimi segni
;
ma
Mi-
et
eh' egli
sia
giudicato che
si
ci
:
siano
rispetti
il
malattia
cuopre
et
ultimamente
di
senato di Milano
et
slato a ritrovar
don Giovanni
l'
Luna, castellano,
di
insieme
di
hanno
scritto
imperatore in conformit de
la relatione
persona in
don Ferrante, et
far
ancho
altri
rimedii necessarii
il
Pie-
monte cinque bandiere d'Alemanni, assai vili et inesperti, sotto il Bastardo di Baviera, in poi non vi conoscendo rimedio alcuno di potersi fare al presente, ha fatto gi un consiglio per trovar modo di trattar una sospensione d' armi con Francesi in Piomonte, et s' ancho parlato di far una tregua generale con
i
Francia
conoscendo che
in
si
pu
con
un pegno;
l'
ma
non
si
intende che
intentione
,
et ivi
claudere
in
sua
slati lutti
chiudendo
gli
si
ritrova danari
per sostentar
fuor di
l'
esser-
venire, et
speranza
potuto
modo
ch'essi
non potevano
Le
I)
OeUM
si
E N T
Ul
termine che s'
conieltu-
me
perch
le
deliberationi che
e rilrovandosi nel
si
pu facilmente
rare
in
come posson passare altramente, che nel modo che si tede. venula nuova che il Duca Maurizio non vuol pi andar Ongaria n meno mandarvi sue genti dicendo che l' im,
el osservare
,
la
capito-
poi
che
officiali
e magistrati di
li
Augu-
predicatori
lutherani
colo
ammettendo
sommamente
AiUH.Sr.
Ir.
Voi, Xlll.
56
NARRAZIONE
PRESA
DI
GOLFONARA
IN
PIEMONTE
DAI FRANCESI
NEL
1557
Oa un Codice del
Sig.
di Valdelsa
degli
Agli.
vi pigliate
;
piacere
quanto
nuove
le
trovandomi
in
io in
li
loco dove
dua
;
vanno agitando
Piamonte
,
ed
tenuta per
e veri avvisi
ne ho fatto un raccolto:
lo
indirizzo,
siccome feci
affari delle
cose
di
Siena.
comune
altre
al Magnifico messer
,
Donato Tornahoni
ancora
a messer Giotutte
le
vanni Borgherini
siccome avete
comunicato
mia
Di Fivizzano
30 di luglio 1557.
Monsignor
smo
in
di
Brisach
Golfonara,
tenuta per
Imperiali in Piamonte
per quelle bande, per essere quella posta nel quore del Pia-
Wt
monte, e
l'arnc
in
PRESA
mozzo
,
DI
GOLFONAF^V
,
di
Valenza
Casale e Alessandria
disegn
impresa
ovvero
li
Golfo-
ma
forti,
,
stati
orano guardati
uno
di
erano
in
numero
duemila
cimila
soldati.
seicento
uomini
d'arme e
di
di
millecinquecento
cavalleggieri
artiglieria
da battere
si
n'and
,
Golfonara; dove
del forte
suo arrivo,
in
sul
volersi
accampare
usc
una
tra-
che ne erano
sino
loro
li
alla
guardia, per
il
Franzesi
campo,
non
scorrendo animosamente
artiglieria
e se
ma
da questo impedimento
di
furono necessitati
e assai di nimici
,
con perdita
1'
pochi
di loro
che
dall'
una
parte e
altra reslorono in
Questo
ardire
di
Tedeschi
tale
dette
cagione a Brisach
con
improsa; e
,
numero
di raarraiuoli
dall'artiglieria
inimica, e massime
dal
forte
,
guardalo per
li
ledeschi piantato
ed avendovi gi
la
sua artiglieria.
dipoi la cavalleria a riconoscere tutto
il
Mand
rest
silo di Gol-
mai
, i
di far
deschi
il
un gagliardo
assalto, e ne
il
commisse
e con
la
fazione
1557,
si
appresenlorono
di forzare
alla
muraglia,
il
gran bravura
Tedeschi
fu
s'ingegnavano
quel loco;
li
quale
dalli
secnro
abbandonare
la
impresa
primo
assalto
PRESA
del venere Sanlo a dare
DI
r.oLFONAKA
loco,
si
il
hkb
sequente, giorno
di
e dclli 16 di aprile,
misse ordinalainento
le
un
bande
de'
Gua-
sconi
ma
E per questo
il
venerd notte
,
di
le
marraiuoli e guastatori
misse sotlo^il
Tedeschi
inslrumcnti
atti
si
parte
che
tanto
il
che
di
buono spazio
;
loco dove
tanta
di
e questo con
prestezza e sccretezza
che
gli
Tedeschi
li
non
si
accorseno
nimici
alla
fussino sotto la
mu-
guardia
di
quel loco,
pens
fussi
facile,
come prima
di
,
imper indirizz
1'
liglieria
e in
somma
fan-
Ma Ma
artiglieria
li
Tedeschi bravamente
si
si
bastione gi scavalo
li
fu
quella tanto
romorc
,
e fracasso, che
di
dentro e
di
dietro
al
il
dove era
,
la
rovinando a dosso
bocca
in
bastione
e le
lovorono
la
alto.
Per
Tedeschi ne rimasi
ma
abbandonarono
si
o perseno
di
animo
ma
pi baldanzosamente
missono
alla
non minor perdita che avessino fatto in li dua primi assalti. Onde Brisach per questo entr in maggior desiderio di espugnarla
di
;
facile
WG
loro
(;
,
PRESA
che quando
si
DI
(lOLFONARA
accellerebbe:
in
fu
denegalo.
perch
li
suoi soldati
lussino pi
combattere
li
fece
giorno e
la
li
La domenica mattina, giorno della Santissima Kesurreziono, Franzesi si misseno con tulli li ordini a nuovo assalto, e con
si
impeto grande
gittorono alle
si
mura
del forte
e per
un gran
la
vedeva
n conosceva dove
di drento
defendendosi quelli
ga-
Ma
li
come
conoscendo che
di
al fine
fermare
partire
gli
Tedeschi
a
di quel loco
buona guerra,
cederebbono
e libero
lascerebbono
quel forte.
sendo
ciando
di
morii assai,
si
levorono e de-
minacsi
romoreggiare
e fare
ve-
nissi all'accordo.
Ma
moveva, e andava
seguitando
fussi
la
pratica,
tirata a
il
Bne
se
non
vi
si
derato
gente e
zati
,
di tanti
che erano
ammaz-
e dubitando,
Tedeschi
quanto
arme;
ne
persuase a Brisach
a
li
Tedeschi
ne avevano ricercalo;
ma quando
bene
il
PRESA DI GOLFONARA
li
U7
di essi Svizzeri,
si
Tedeschi
salvi
,
si
uscisseno di quel
loco senza
arme,
in
giubbone, e
se
n'andassino dove a
che
gli
non avessino
a fare
:
disordine
cosi gli
gli
miglia
si
uscirono
del forte
di
e in tal guisa
;
si
Pescara
e da
che furono
gli
Tedeschi, Brisach
che
erano
guardia dell'altro
forte, che
volendosi
arrendere
Fu imposto che,
le
quando
e
fussi loro
a
permesso uscire
di
persone
fortuna;
robe e
bandiere
spiegate, che
coderebbeno
alla
E dopo
finalmente fu con-
cluso che polessino uscirne con quelle condizioni che avevano do-
notte atteseno a
al portarle;
andorono
franzese
e
;
Mortara
il
campo
molti segni
benevolenzia
li
dare da mangiare,
Come prima
furono partili
Italiani
Brisach subito
si
imli
non
si
attese per
li
tulli
morti
di
da
conto, e furono
visti
lutti
gran
signori e gentiluomini
cia.
di poi
magdi ar-
Mercoled,
tiglieria
,
alli
21, fu cavato
trovava
;
di
che
vi
vi
si
che
li
Francesi
avevano condotti
Brisach
mand
,
alla volta di
o fermarsi
si
conducessi
fanti.
accompagnare da diccimilia
W8
Il
PRESA
medesimo giorno
invi
DI
la
r.OI.FONARA
cavalleria a ('hierasco, con ordine
di
als
a'
fondamenti
di
frati.
che altro
in piedi
non
la
vi
Arrivala che fu
li
passi
di
modo
si
il
li
Tedeschi
che
in
Alessandria
di gi
chiuso
se ne ritornarono indietro.
delli
Domenica,
r artiglieria
sotto le
in
di
25,
la
fanteria
franzese,
,
insieme
con
mura
Franzesi
non
si
rono r artiglieria
rono a battere.
Il
che faceva
comincia-
marted
lo
mercoled
detto loco,
in delli 28 arriv al campo de' Francesi uno spagnolo ribelle di Sua Maest Cesarea, chiamato
,
,
don Sercelo
con seimila
fanti
con-
di si
trovava in
numero
sedici:
mille uomini
d'
arme,
millcno^ecenlo cavalli
in quelli termini.
il
Ano
quel di
le
cose
si
trovavano
vostro
uomo degno
fazioni
:
di fede
quale
in fallo si
tro-
del quale
ancora
ho inteso, che
sul fiume
Tanaro, a
una
torricella
chiamata Roveron, un gagliardissimo forte, e un altro a Monlechiaro, propinquo a Roveron a tre miglia, pure in su detto
fiu.me;
che
1'
uno
1'
importanza
in
danno degl' Imperiali. Un altro forte ha fatto fare in un loco dello Monte Calvo, presso al Ponte a Stura a miglia qualtro, il qual serve che quelli di Stura non possano
utile de' Franzesi e in
di
Alessandia
avendo levato
il
comodo
del
il
state
sano e contento.
LETTERA
DEL GOVERNATORE FIGUEROA
COSIMO DUCA
DI
FIRENZE
rcMvio Mediceo
Milano, Filza 3)
Non ho
fatto di
scritto pi presto a
Vostra Eccellenza
il
successo della
perdita di San
Germano,
il
et apresso la
come
in
in elTedo sia
delto successo
et
s
malamente
la gotta,
di
alli
23 venendo
,
la notte del
martes Ludo,
in
altri
al
presidij,
ch'erano andati
doi
alla
fanti eletti
guidati da
un soldato
al
San longamenle al
di
servizio del
i
di
medemi
le
senti-
la
fosso pi bassa, e pi
Arcu. Si.
450
facile a scalare
certa
torrefa
aveva
il
sentinella,
crede, ancor
con
procurato di fare
non
s'
parte;
da sessanta
in
settanta
uomini, se ne
il
andoreno verso
ponte,
diligenza
d'avere
il
il
s'era reliralo
il
detto
governatore et
li
quali
si
mentre che
si
deffendevano, fece
venir subito
Sanly, che non discosto che doi miglia dal detto San Ger-
mano;
porta,
balener
il
cosa che
possi
chiamar
di
dcffensibile, e gilloreno a
basso la
si
con un pezzo
In questo
il
poteva
inlrare.
tempo che
di
faceva
la
ben
celli
fare
capitano Gioseppe
de Caresana
mandato da Verdetto
dal
Mastro
castello, ch'egli,
campo San Michel per soccorso di come persona pratica del paese, entr in
non erano Francesi
,
detto
per bona
con trcnla
,
soldati.
quelli di dentro
di
rebulati con
faceva, avendo
il
detto Mastro di
campo
avvisalo
alli
gover-
Mortara,
perdita
di
tempo
caminare
un luoco
chiamato
celli a
le
San Germano,
et
detto Mastro di
cill, e
campo
uomini della
ligieri,
che
si
raedemo tempo gionsero le genti che loro mand ma prima d' essi vi gionsero tutte
:
a
le
caduno
d'essi
compagnie de
conlorno
cavalli ligieri
che
si
trovavano
nelli
altri
presidij al
e sopra
il
Novarese, ch'erano
selle; lasciando
451
la
portava nel
la delta cavalleria
si
trovava
il
detto
Maper
dal
stro di
spinse alcuni
cavalli corritori
tolti
loro
com'
e'
soccorso andava
a'
nostri del
San Germano, erano usciti, castello, temendo l'artiglieria al dello luoco di Sanly, e se ne ritornaveno con avendo prima sachegiato detto San Germano. Inteso questo il detto Mastro di campo, e considerando che il camino che aved'essere acolti in
la cavalleria
si
non
si
detti cavalli
nemici
compagnia
del ca-
la detta
compagnia
con suoi
pero
cos
cavalli la
carga,gionsero
gli altri in
soccorso, e diedero
menando
mani
tolsero prigioni
da cento cinquanta
cavalli
ligeri,
ducento ottanta
e per le
campagne
a quello che
si
si
vogliano relaxare:
fa
scap Ludo-
rimanevano presi
che
se
li
soldati di
Sua Maest,
intenti a seguire
Bira-
ghi comodit
la
fuga.
Tolsero
la detta
il
capitano Maridi
un
il
alferes della
compagnia
,
suo
e se
de cavalli,
Marchiogatlo
un luocote:
altri officiali
si
tempo,
loro.
Si
che
detti
452
di
San Gormano,
quuli
si
quale balirono
il
caslello;
ma
li
si
che avendo
soldati piglialo
in l,
come
si
trovava
sopravenenlia
carighi
di
11
dello
Ludovico
trovava a
Birago
mand
bona guerra
si
e rimandarli
quattrocento
quaranta soldati
e llaliani
,
che
se ne
mandorono a
11
resto non
si
esser morti da
il
vilaui per le
facesse e
si
recuperasse
il
sempre
lodato. Et a Vostra
Eccellenza basic
mani.
Da Milano,
a'
30
di
Maggio 1558.
D. Juan de Figueras.
RELAZIONE
DELL'ASSEDIO DELLA CITT DI VERCELLI
FATTO
di
spagna
UAL
m\
AMOMO
BERARDO
ED ILLUSTRATA
DA CARLO PROMIS
AVVERTIMENTO
Carlo Emanuele
riti vivissinoi
,
Duca
di
,
ingegno vasto
,
multiforme
versatile a
non
dirsi
bravura egregia
fascinarli
,
mini
piegarli a suo pr
fu
tivo ne'
maneggi e mobile
ne' trattati,
diciott'
lui
un grande
di alte cose
sin allora
poco operante
avevano
principi di Savoia,
poca o nulla
scarso
d' abitanti
;
tentissimi vicini
ovunque
ma
sotto
stendardi stranieri
qui
le
parti
Emanuele
rosa
,
numevirt
cui
non
v'ha
vera in un popolo
gnit
tile
il
;
poich
la
ma
dalla
mala configurazione
di
marchesato
,
Torino
del
Carmagnola fronteggiava i Gonzaga signori Monferrato possedevano per Acqui, Alba ed una caSaluzzo
,
con
dell'
Orco
nell'Alpi pennine
partendo
456
in
AVVERTIMENTO
due
la
le
loro terre
;
mu-
rate
i
guardavan Torino a
poi v'erano
Langhe
pontiflcii dell'Astigiana
il
e del Biellese
Bugey
rali
Francia
senza natu-
difese,
lonlanissimi
dal
come
uno
tali
dipendenza
stretto in s ed
a questo volse
,
1'
armi e
l'
ingegno.
Ruppe guerra
a chiuderle e
le le
alla
Francia
;
Alpi
pi volte
ma
poi
,
invano
nel
tent Ginevra
riviere
Liguri.
,
Morivan
ed
1612 Vincenzo e
Francesco Gonzaghi
Spagna, ch'ebbe
g'
aiuti pattuiti
dall'Impero, volon-
Duca
sla-
vano
incerti
favori
della
danaro sporto
il
di soppiatto dai
,
Veneziani
gli
davan cuore
non
gli
manc mai.
mezzo
il
maggio
,
del
1617, D. Pietro
di
Toledo, Go-
verniilore di
Milano
con
cavalli,
varc
Sesia
di
Ver-
rua
Crescenlino e Vercelli,
Vercelli appunto
tenne
Duca, che da
aveva
mu:
investirono
scarsa
di
il
Toledo
di
,
pronta resa
e spe-
malconce
mal in,
queste
provvide poi
l'
ingegnere
Sanfronle
al
il
Duca
da guerra
la
mancanza
delle quali fu
causa polis-
AVVERTIMENTO
i
457
mercenari sima della perdita della citt, coadiuvando ausili! di Francia; quali, dopo fatte lor prove di valore,
del Capriata)
l'
andar pi molto
in
lungo
si
parvero
e
all'obbligo verso
Duca,
si
in servizio del
non
cernente la vita
comun
i
fanti, per
,
modo che
Francia
mancando
,
soldati
erano
pi
lievi
sussidi! di
,
oppure protratta
il
di
poco
la
resistenza
avrebbero costretto
codesta
fa or
Toledo a sloggiare.
e del suo autore.
Dir ora di
scrivere
eh' ei
ai
Relazione
Lo
fa
la
al presente
or al passato
mi
credere che
ampie
,
con fiducia
i
come
:
i
in
recente e
comune evento
i
da
altri fra
difensori
buon
stile
dato, ed io ne notai
pi grossi ed
pi sconci: lo
che
tradisce
i
spezza
confonde
le
periodi
proprie cose:
insomma,
stesso
un perpetuo
che ora
af-
idiotismo.
Un
quello
ma
un
terzo eh' io
il
tiero
giornale,
Mei libro
chiamo compendiato poich ha bens inma denudato di tanti fatti, che la mole non giunge a met dell'altro: e questi pur sono
,
contemporanei ambedue
se n'
Re Carlo Alberto, ed ha
fondamento
sovraddetta
58
458
AVVEirriMENTO
il
Rossolti {Syllabus
Pedemonl.
p.
93
dopo,
RR. Archivi
di
Corte
si
scrit-
quali in francese
una Relazione
di
con
la
resa d'essa
et
feriti del
nemico, fu stampata in
Duca di Savoia alla citt il nome de' capi morti et Torino Tanno slesso 1617
:
dal Pizzaraiglio, ed di
altra relazione simile
ai giorni stessi
un
(ma
,
a favor di
Spagna) stampavasi
pure
,
in
Milano
spacciar la nuova
gazzette.
Carlo Promis.
All' Illustrissimo
signor
,
Scaglia, mar,
chese di Caluso
Tronzano
Boglio
e
Mosso
,
Gran Croce
Colonnello di
SS. Maurizio
e
Lazzaro
cavalleria
stretto
infanteria,
Governatore di
Vercelli e
suo
di-
per S. A. Serenissima.
Panni,
Illustrissiuo signore,
falli
nell'assedio della
quell* esatto
io
tenuto
conto,
non posso
far di
meno
la
di esporli a lutto
il
mondo;
pura verit
le
menzogne che
ancora da
van seminando,
ma debbano
utili
li
molti
,
Governatori e Capitani
ricever
e singolari
altri
esempi
animare e ammaestrare
,
popoli
con
li
turale.
N sapendo
che a V.
(li
S. Illustrissima, la
di
ho preso animo
sicuramente
farlo,
le
farrio riverenza.
Di Turino,
li
4 agosto 1617.
Di V. S. Illustrissima
Devotissimo Sorvilore
Antonio
IU-,rardo.
RELAZIONE
di Vercelli
di quello
,
seguito
neW Assedio
della Citt
da
Don Pietro
Toledo Osorio,
raccolto
dal
Li
24
di
maggio, che
fu la vigilia del
Corpus Domini,
Vercelli
,
l'ar-
della
cilt di
con un
numero
si si
di ventimila
ed alla giornata
alla
notte (1)
scaramucciare.
il
Li 25, che fu
il
signor mar-
chese
di
cessione generale
nieri
li
come
si
soleva
comand
la
a tutti
li
canno-
l'artiglieria
Spagnoli
trincieravano
s'
e,
come
il
processione passasse,
1'
che da
si
tutte le parti
:
avesse da
sparare
artiglieria
fece
dove che
di
il
,
giorno ed
senza
li
secondo giorno se ne
li
come ammaz,
zarono pi
cero
(2).
cento
feriti e
prigionieri che
si fe-
Lo
stesso giorno,
il
li
valleria ed infanteria,
come anche
di
,
muri
sono
della citt, e le
compagnie
Francesi e
della
Savoiardi e Piemontesi
e
li
sono
nelle
del
irincere fuori
citt
Vallesani
alla
porta
(1)
(2)
Cod.
A:
La ms. Relazione ch'io credo del Corbellini narra d'un cannoniere della citt che d'un sol colpo port via ambe le gambe a D.Fer nando Perez nipote del Toledo una a D. Rodrigo Vela signore di Guertes feri nella lesta D. Cerzia di Pimenlel Conte di Benavente, ed in un braccio D. Girolamo suo fratello olire aver ucciso un soldato.
,
,
,
462
Servo
l
A S
(1),
K D
quali guardano
del Servo.
La compagnia
La compagnia
incluso
il
bastione
di
del capitano
Giovan Francesco
che sono comandati dal cavaliere Fra Sebastiano Gagouolo, cavaliere gerosolimitano.
signor Marchese
vessero travagliare
Li 28 di
sole,
comand a tutti generalmente che doognuno alli ripari e star pronti con sue arme. maggio, domenica di mattina, quasi ad un'ora di
soccorso guidato dal capitano Giovan Michele To-
giunse
il
comandata
di
Guenna
di
(2)
e dal
al
signor conte
di
Sanfronte
e dal colonnello
Brechia,
numero
si
tra quali vi
celli
,
Ver,
che allora
campo
di
di
S. A,
Santhi
in quella difesa. Il
signor conte
colonnello di
Sanfronte consigli
al
barone
Guenna ed
al
(1)
Le Relazioni MSS.
lo
cliiaraano
Guenna, Inguena
Cucina; sao
nome
lo
era Digoine-Damas.
(3)
in
XVI
:
poich
il
egli
entr
ai ser-
vigi di
tetto
tenne da prima
le parti degli
Ugonotti;
nel
ISSO pass
ai
Cattolici del
Duca
del
,
Marsiglia
di
Nantes
Maine, esercitando sua arte e bravura ad Aogers, Sainles ed altre citt. Otl'annl dopo gi'era al soldo
pel quale milit sino alla morte con grido d'ingegnere valentissimo il Duca lo fece Conte di San Fronte , suo ingegner maggiore e generale dell'artiglieria: mori circa il 1623. Di lui ho io
Carlo
Emanuele,
:
scritta
dell'
la
DI
Brechia, senza conferir
VER<;ELLI
lai
il
463
si
soccorso arrivasse
il
signor
Tommaso
il
Ca-
racciolo, governatore di
corrieri avvertito
il
San Germano
(1),
signor generale
li
D. Pietro che
posti
per quali
;
si
doveva passare
poi
si
di
buon numero
avevano
fatto
;
di
cavalleria e fanteria
come
trov che
che entrando
ed
il
di notte si
ma
un'ora
sentendo
il
nemico
sarebbe ritiralo
a'
suoi quartieri
posti
e che a tal
tempo
il
Castiglione in Ghienna
Sanfronle
il
ed
il
conte
alli
rilornorono indietro
per dare
si
tal
ragguaglio
Il
al
barone
di
caminasse.
Barone subito
la
fece
gente
ordinando prima
il
}\
conte di Sanfronle
tutta briglia alla
li
comand
al capitan
Cipriottoche correndo
cittadella, gridasse
Savoia, e
venuta
la
di
il
che
si
sent
,
per tutta
grande allegrezza
la
gridando
anch'essi
Tutto
il
eccello che da
di
combattere
citt
ed
il
suo Principe, ed
la
esso Conte, prima che entrare nella citt, volse visitare tutta
(1) San Genuino, villaggio a cinque miglia da Vercelli sulla strada di Torino; l'avevano poco prima avuto gii Spagnuoli per vilt dei comandante clie dal Duca fu fatto impiccare
.
464
contrascarpa e
stracco ed
di
ASSEDI
afflitto dalle
()
gotte, in
citt gli
fuori e di dentro
si
li
suoi posti, e
diede
ordine rest
la
soldatesca
soddisfatta, salvo
Valicsani
aveva ordinato
loci
il
il
signor barone
di
si
dava dieciollo
;
oncie di pane
con
tutti
li
suoi ufiiciali
il
tempo
al
quanto
possa dire
combattere e travagliare
valore in tulle
lode.
11
pitano Quartieri
che, per
il
le
occasioni che
si
appresenlavano, merit
molini da cavallo per
al pari de' molini
somma
li
tulli
quasi
da
acqua
si
oltre
gran
numero
di
altri
da
braccio
il
talmentech non
la
carico di tutta
artificiali
e circa
posava.
il
soccorso, essendo
baron
di
di
Caluso,
gli
consegn e rimesse
Sua Altezza Serenissima, per la quale scriveva che esso Barone per comandare alla piazza in suo luogo mentre durerebbe l'assedio. Il che fece Sua Altezza, non perch non stimasse il Marchese degno ed atto a quel governo,
mandava
ma
si
dovesse
onorare
la
maggior
il
et
,
Marchese
governamenlo,
il
fece
chiamare a consiglio
li
(1)
ne iavenl
il
Sanfronte, e se ne
hanno disegni
penna.
D
signori
,
V E R e E L L
465
oegoziava al Mardi
liando
sempre parie
il
di lutto ci si
chese, e pigliando
Sanfrontc e colonnello
di soldato di
di
dando segno
al
servizio di
si
massime dalle parti dove si conosceva che l'inimico potesse aver animo di attaccare; onde il conte di Sanfronte accortosi che il nemico voleva fare una balleria alla porta di Strada, dove il luogo era molto debole, disegn tra le due mezzelune che sono
fuori del fosso,
la
che coprono
il
ponte e
la porla, altra
;
mezzaluna,
baluardo
il
di esse
due
e di pi
disegn anco
di
un baluardo
pietra
dell'
di fuori del
(1)
,
chiamato
al
che lo copriva
,
e diede
si
carico
de' suoi
opera
colonnello Chieyn
di
il
quale
serviva
soldati e d*
una quantit
il
fezione
all'opera, ed
le
carico
di
somministrargli
si
,
fecero di-
campagna
per tenere
si
poteva
onde
si
soldati
di ci,
il
Conte fece
il
ne-
mico
si
dandoli
si
il
fuoco,
andava tirando
di trava-
sollicitando dappertutto
,
il
od
il
siccome molti
capitani
ed
ufficiali del
Dappoi,
del
Conte, riconosciuta
di
la
fiacchezza ed imperfezione
al
baluardo
vi
molino
si
nuovo
comodamente
al
po-
teva alloggiare
dall'artiglieria
,
un reggimento
contrascarpa
vi
di fanteria,
si
che restava
coperto
si
e da esso vallone
;
partiva
un
fosso che
sten-
deva sino
del
alla
fece fare
un
picciol forte in
il
capo
qual
vallone,
(1)
Lacuna
nei codici.
59
4C6
foric
ASSEDIO
fermava
il
(1)
il
fosso
alla
conlra-
scarpa, ed
(jovernatorc
compagnie
del
San Cassino,
li
sa-
Spagnoli po-
ma
sopravenendo
le
pioggie grandi
riempiendolo
d'
acqua,
li
soldati
l'abbandonarono, ritirandosi
si
alla
servirono
molle altre
trinciere tirorno
il
mezzaluna
appresso
di
Conte disegn un
di
baluardo
di
Sant'Andrea e quel
Lanino,
il
mezzaluna
di
del colonnello
Vacca, e fu dato
co-
mando
mons
Arnam con
suo principe
il
quale rest
qual
ferita
ferito
in
compagnia
del
barone
di
il
Guenna
per
la
mor
poi.
si
Ed
avanti a
tal ridotto
alloggiavano comodamente
il
perch
mezzaluna avanti
il
il
ciente grandezza,
la
Gume
Servo, sopra
la
moschetto
li
nare
la
della fabbricata
l'
inimico
la
venisse a guadagnare;
fuoco,
si
facessero
,
saltare
e quelli ancora
che slessero
Alli
all'
intorno.
di notte,
15
di
vennero
di
li
Spagnoli
ca\alleria
due squadroni
,
fanteria, ed
andarono a
dirimpetto
far
al
ed alla mezzaluna
fi)
Gallicismo
chiudeva.
V E R e E L L
del
467
di
il
simile a
del
li
parli furono
Spagnoli
ed alquante Per
Spagnoli
dare
il
fuoco
al
molino
e ritrovandosi in
ronda
il
capitano
Picrfrancesco Alessandri,
il
fuoco
ivi
al
molino,
si
sargente
maggiore non
dentro,
intanto and
lasci di
comandare a
alla
tutti
di slare
con l'armi
mano
i
;
scorrendo a
posti e
muri della
a
citt
co-
mandando ad
and
trovare
(2);
il
Barone
e trovandolo
accompagnalo da alcuni
Sant'Andrea,
veduto; ed
var
vato
il
il
gli
quanto aveva
ritro-
Barone
comand
di
andare subitamente
ritro-
all'
colonnello San
compagnia
gli
andava l'Alessandri
aveva intelligenza
il
quale faceva
il
barone
di
sua seguila
(3), e faceva
meno
segno
fosso,
il
meno
il
potesse
l'
artiglieria
nemica
il
offenderli
ed allora
gii altri,
(1)
Leggasi
cavaliere di
Varax
savoiardo.
Con
il
suo seguilo.
408
l'osse
ASSEDIO
anche colto
il
(lOvornatorc: ed
il
il
tempo che
dare
il
la
mina
il
facesse
il
suo
,
fuoco
il
Lorcno minatore
guardavano
terra
la
consapevole
questa trama,
quando
dati
come
fece.
Onde
,
li
sol-
nostri
che
la
piccola
mezzaluna
saltarono
molti
nell'aria, e
de' nostri,
d'essa
il
mina
coperse
all'intorno
morirono.
Il
Marchese e sargcnte maggiore Alessandri restarono salvi se ben alquanto oppressi in qualche parte della persona: e subito dopo aver saltato (1) la mina, li Spagnoli, che stavano pronti
all'occasione,
si
andavano
e
fe-
incontravano,
eaminando
nel fosso verso il bastione di Lanino insino ad una traversa, dove essendo archibugieri per fianco dalla mezzaluna del colonnello Vacca, ritornorno indietro
il
:
ed in quel
ferito
medesimo tempo
fu
barone
di
Guenna governatore
animosamente
il
rese
contedi Sanfronte
rone poco
si
marchese
della
Pogliana e
altri
si-
Marra,
questo ultimo
il
sargente maggiore, ed
traversa; e dettogli
Conte
qui,
il suo parere il Barone gli disse: Conte, che volete far buona persona? ritiratevi. Replicando ci pi volte, caus
,
che
e
alle
sue persuasioni
il
Conte prese
il
camino per
si
ritirarsi
quando non
fu pi lontano di cento e
cinquanta passi, ud
il
rimbombo
della
mina
e l'arma
che incontanenti
diede collo
di
Sant'Andrea,
dove
Marchese
rimediare
lo
Spagnolo esli
fianco, seguitando
(1)
J) I
VERe EL L
tanta furia,
469
capitano, pur
il
nostri
con
dove
uccisione con
che un
porfa-
fu
aramazzalo.
alli
Il
cendo animo
montesi
soldati
ed
sostenere
di
l'empito
che
si
furono
Spagnoli
sforz a ritirarsi
a'
suoi
luochi
trincierali,
feriti,
con perdita di
come
s'intese
citt
due
soldati Valloni
che
si
da
altri
ancora.
Ma
il
essendo ancora
Spagnoli padroni
della piccola
Guenna, ricaduto
mand
valiere
al
luogotenenento della
di
la morie del barone di nuovo nel signor Marchese; cosua compagnia di cavalli, il ca-
Operlo,
cinquanta
Spagnoli
da quella
mezzaluna
tarla (2): al
tulli
sargenle
cos
a
maggiore
battaglia, soldato di
il
molla prodezza; o
il
prontamente osservando
cavaliere Operlo
fu alli
comando,
15
di
successe
di
scacciare felicemente
l'inimico dalla
mezzaluna,
Il
alla
quale subito fu
la
provvisto
di
buona guardia.
Conte riconoscendo
la
citt
da
al
imminente pericolo
di
governatore morto
tutti
li
esortarlo a
entr
nel fare
giorno
alla
chiesa
Madonna grande,
Santissima Vergine.
Dopo questa
fazione,
di
il
Sant'Andrea, e
con alcune
dall'ef-
per
le
quali ad essi
si
andava: e
si
conobbe
che erano
stali fatti
a proposito,
di
perch essendo
il
difesi dal
valoroso colonnello
mons
Brechia,
(1)
(2)
Gallicismo: ributt
470
ASSEDIO
combattendo
alle volte tanto
spesse volle ora con sassi ed ora con la picca le ore intiere, sic-
ch era
ond' era
afTumato per
la
sembrava uno spazzacamino. Il conte di Sanfronte vedendo tanta diligenza, ha detto spesse volte, che in tanti assedj quanti egli si trovato, non pratic mai Mastro
carico, che
,
di
campo
pi
prode e faticoso
di
E perch
di
baluardo
di
Sant'Antal-
mente che
del quale
dalla
l'altezza sua
vi
non era pi
piccolo
nove piedi
di
(1),
e dentro
era
di
un
esso
altro
baluardo
,
terra,
lontano
verso
faccia
circa
il
venti passi
dalla
parte
,
mezzogiorno
dalla
e verso
di
faccia
lontano
bastione
facciata verso
il
mezzo-
che arrivava
torno attorno
a'
fondamenti
di
esso;
muro, una
fila di
grossi tonnelli
da vino, riempiendoli
di terra, e
aggiunse
un corridore
A
al
questo corridore
baluardo piccolo
di
era
un
si
erano
le
fatte
quattro traverse
cannone non
poteva
soldati
del
nemica che batteva per cortina; ed io cima terrapieno gi detto vi era un corridore nel quale stavano
,
che con ristesso modo dal piccolo baluardo, che era a cavaliero
di
questi
due
posti,
li
soldati
vi
erano
il
difesa, l'uno
sopra l'altro.
sprone,
Dalla parte
verso
fiume,
si
tra
l'uno e P altro
baluardo
per
di
d'assi, ed
stavano
li
soldati
la difesa del
il
baluardo, quali
di
mons
Brechia,
le facciate.
Ma
perch
(1)
di
Piemonte
metri 0, 51
4.
DIVERCELLI
questa
facciata gi
471
sino al piede della
del
nemico spian
alla
la
muraglia,
se
gli
e per
nemico
accost
fornelli
dava fare
Conte fecevi
fare molte traverse ed intrichi con coffani grandi, per dar im-
d'
un palmo
tro-
Verso ponente,
luogotenente
di
della
compagnia
al
basso con
suoi
soldati
ed
un' altra
compagnia simile
fiume
al
prima cheli
il
che
si
facilitava la via
quali
arti-
mons
di al
abbruggiava:
ma
lungo andare,
si
li
si
accostorno
al
vicino
s
muro
restando
nel
dall' altra
;
mons
,
di
Brechia
li
nel fosso
,
come
terrapieno
nel
qual
tempo
il
Spa-
gnoli
facevano fabpicciolo
di
la terra
addosso.
Conte
li
la loro;
si
il
ed erano gi
fosse cavato,
nostri
minatori
il
si
trovava
forno
Spagnoli; ed era
di
levargliela:
(il
ma
il
in essa
minatore Loreno
quale
di
alla
mina
il
Guenna; che
fu,
per
aveva allora
di
uomini
intelligenti di quella
qual
finito,
il
Conte,
accompagnato dall'auditor
Cio:
Pricipia
era stato
visitare essa
(1)
il
forno della
mina
delii
Spagnoli.
472
ASSEDIO
l'artiglieria
di
mina;
s
gran pezzo
fatto
modo
che
traditor
pagando
fio della
il
commessa
di
scellera-
pi
che
si
fosse
il
Prevedendo
dal principio
comodo per
l'
inimico da allogdi
venendo
al
l poi
n avendo fiancheggiate
(1), la
quando avesse
guadagnasse,
perdere
gli
indurato
non
poteva
di
lo
onde con
citt;
si
veniva anche a
la
risolse perci
tre
Conte
li
di
minarlo, e perci se
fece
rami,
ne-
darli
il
fuoco,
si
Ma
perch fu necessario
per
Spagnoli
con
un grande
profondo
e l'esperienza
Spagnoli fu dato
il
il
bail
e se non era
cos
bisogno di levare
sca quanto
il
la
polvere,
il
nemico correva
si
gran burra-
mai
si
fiore
li
tra
saliti
come ben
malamente ferito, ed in quel tempo non ancora sano della ferita, non polendo trovarsi al combattere, slava in luogo eminente a vedere l'assalto; e,
come
icssiilo.
(1)
Gallicismo: sopportato,
D
dere
il il
VEReE LL
473
numero
de'
campo. E perch questo non hastava per renderci sicuri conoscendo il Conte che quando li Spagnoli avessero riempito
il
fosso, n pi
n meno
cortina
la
citt
fare un grandissimo
dalla
Irincieramento
dentro, cominciando
met
tra
della
della porta di
Sant'Andrea
che
va
Duomo,
di
tirando insino la
di
met
della
:
cortina
il
baluardo
si
Sant'Andrea e quello
Lanino
per
quest'effetto
trincieramenlo
della
citt
si
mura
una
bella piazza
d'arme,
alla
di
,
corazze: cio, le
e
di
mons
Urbano
di
San
Rerano
li
mons
di
il
di
Scalenghe,
conte Urbano, il quale era gravemente ferito in una gamba) assistevano sempre con altri capitani di valore; massime mons di
si
valoroso
ed
il
Governatore,
la
combattendo
le
assalti, affatile
candosi giorno e
Ivi
in
del trin-
cieramenlo vicino
giato
muraglia sopra
di
terrapieno
vi
era allog-
un cannone caricato
la
pomi
di
ascender sopra
ruina di loro.
Mentre
si
andava assicurando
di fare
i
questa
parte
della
citt,
non
alla
si
mancava
alli
trin-
cierone
si
alle quali
camminava
dal raslello
mezzaluna
di
474
ASSEDIO
di
mezzaluna
la
muraglia infno
di
case a
fece lerra-
pienare
li
parapetti
che erano
dopo
la
conoscendo
allargarsi
Vallesani aver
alla
suoi
posti
sicuri,
cominciorono
campagna
qual impedirono
di
cos
si
Comunit, dalla
aveva occupata; e
tiravano
dopo che
alle
li
Valloni
si
la cittadella,
comodit
la
di altre trinciere
che
allargavano per
campagna per
infestare
di
loro,
ed un giorno
le
slrcltamenle
si
armi, vennero
,
altri
per
terra
onde
li
nostri molli ne
ammazzarono
due ne condusser
parapetto
prigioni.
per ritrovarsi
e
la cortina di
Sant'Andrea ed
per
stare
il
di
poca
di
altezza,
all'opposilo
il
conte
terra-
pieno tutto
piedi
,
al
alla
profondit di quattro
di
e fece alzare
parapetto allargandolo
,
piedi nove,
abbassava
il
E questo
le
si
fece
non
si
fecero tagliare
cannoniere
por battere
con l'artiglieria
di
la
campagna;
seguitossi con
alla
Sant'Andrea sino
piattaforma
di
Sant'Eusebio, abbassando
le
Sant'Anin esse,
al
le palle dell'artiglieria
le
percuotendo
scaglie contro
li
soldati
all'
che stavano
piano
inimico. Di pi,
al di fuori
una
sortita sotterranea,
che andava
al
fecesi cavare
un
al
Servo;
1)1
V K Ke E L L
un
V7r>
sopra
l'
isoletta di l
danneggiavano grandemente
Servo: n mai fu
flancheggiava la facciata di
il
abbandonare
Sant'Andrea
(1).
Vedendoli Spagnoli
tanto la
rivellino, ballelero
cortina
che
la
la
rovina coperse
il
portello
il
con
1'
artiglieria
;
ruppero
palificata
che copriva
il
rivellino ed
onde che
la
faccia
del baluardo di
pi
fiancheggiala di cosa
alcuna
e lo
Spagnolo
lo
travagliava
il
baron
di
Guenna, Governatore,
marchese
di
di
Caluso,
il
conte di Sanfronte,
di l dall'
mons
di
Brechia,
mons
le
Flandcs passarono
citt
,
acqua che
sta
appresso
muraglie della
fu ritrorivellino,
di
fare
un
l'
sia
mezzaluna,
alla ripa
inimico lon-
l'acqua
far
il
passaggio dalla
ed
il
Conte
sollicit
il
l'esecuzione di quanto
,
rivellino in difesa
se
li
pose
capitano
mons Foudr
,
del
reggimento
mons
di
Brechia
il
quale, essendo di
Trentini
(2),
la
difese valorosamente
di
pi
di
si
esso,
Servo,
vi
castello sino al
Cio: fiancheggiava la faccia del baluardo di Sant'Andrea. Questi Trentini mandali dal Vescovo in aiuto a Spagna corabatterono valorosamente ma poco dopo la resa di Vercelli , assalili in
(1) (2)
, ;
,
Tommaso
tulli
di
Savoia
,
ed espugnala
la
terra al
quarto assalto
furono
ammazzati
ed
erano ralllecinquecenlo.
V76
portello che ha
il
ASSEDIO
suo ponte levatoio, che
si
eongiungc a un
ponte
lo
di
Spagnolo non
alloggiasse, se
del
gli
dove, quando
si
oppugnare
piazza da quella
parfe
il
(]ontc fece
vedere
al
de' suoi
travaglio,
ai
numero
di
guasta-
modo
di
baluardo
mise
su buo-
conservazione
quel luoco
e al piede
fece fare
il
il
rapieno.
Il
baluardo
verso
terrapieno
e, dalla parte
Duomo,
si
la
muraglia
ad
una torre
ch
gli
nella quale
e ben-
tessero
detto baluardo
li
Vallesani di
una porta
e
alla
muraglia della
con
una
via sot-
piantata la batteria alla riva del fiume, per battere dalla parte
di
Sant'Eusebio
la
le
mura
f fu necessario di abbandonare
li
mezcon
zaluna,
quale subito
Trentini presero,
superficie
del
da quella
la
terrapieno, impedi-
Il
Conte av-
mezzaluna tenuta
il
dai
causa
di
far perdere
terrapieno avanti
la
castello,
si
risolse
di darli
rimedio; e partendosi
sera
che
andava innanti
D
riversossi sopra
il
V E Re EL L
,
W7
diede della nuca
il
Conte
che
il
quale cadendo
sovra
piedi
li
sassi, e rest
il
cavallo
;
li
sovra
volto
fece grandissimo
danno
onde
fu
letto.
Di ci
si
sparse per
la citt
e per la
.nillilti
il
modo
la
tale,
che
lutti
rcstorono
e smarriti d'animo,
che
Suhilo
Governatore
sitar
il
in
,
compagnia
di
mons
di
Brechia
furono a
vi-
Conte
in s
il
ai
Conte
di
ma dopo
(1)
li-
cenziati
alli
signori
che
si
partirono per
posti
subilo levandosi
si
che
lutti
giubbilavano
e ritornato
al
loggiamenlo, or-
molte
tele e venire
and
,
al portello
appresso
la
castello
che va sopra
il
terrapieno
fa-
cendo chiamare
tutto al
sommit
delle pertiche
tele in alto.
si
ed
al
piano
fosso fecevi
una
ter-
rapieno
ratura
;
di
legno, pollici
(3)
e ser-
temere
mezzaluna
del nemico.
11
Pricipia audi-
intorno alle
at-
le
uno
di
passi
(1) (2)
(3)
Arpicai.
v)n<''vivi(VM.v'.
478
scoprendo
tale,
ASSEDIO
questo
ordigno,
inlrorono
in
sospetto e spavento
che, dubitando d'inganno e trappola, quiltorono (1) la mezzaluna con tanta fretta , che si smcnticorono molli di loro arnesi ed armi, che da alcuni de' Vallesani, corsi l dopo loro
partita, furono
guadagnate, che
la
le
portorono nella
citt quasi
per trofeo
mez-
zaluna
tentata
e cos
non
fu pi
il
scovato,
dall'una
torre
di
all'altra
un
grosso terrapieno al
dentro;
al
per
il
torre
verso
fondo,
Conte
la
fece riempire
terra
e dalla parte
dinnanli
essa
torre sopra
dalla
il
terrapieno
vi
fu fatta
muraglia
soldati
dalli
che
si
e dall'al-
un'altra
li
traversa
soldati
molto
per
il
ancora
era
che
essa
parimente copriva
sino
al
tratto
che
vi
da
dall'artiglieria
e questi
posti
erano
Cen-
custoditi dalla
lorio
,
compagnia
del
:
torre
si
era collo-
un quarto di cannone, che batteva e due sagri che facevano gran danno alla
cato
nell'isola del
Servo;
cavalleria e infante-
Era
in
gran
tutto lo spazio sino alla traversa che innanti alla torre che
mura
vi
un gran
si
interstizio dalle
mura
all'acqua; onde da
li
quella parte
soldati po-
il
cor-
ei)
Gallicismo
sgombrarono.
DIVERGELLI
ridore. Per
il
479
che
il
non perderebbero
la
comodit
di
tempo
l'are
con poca
gli
difficolt
impadronirsi della
dentro
il
ca-
Avogadro
ed
tesoriero Caresana
il
altri
mico
onde
di forzare la
gli
non
si
rimediava;
nel
messe innanzi
di
occhi
il
molto rischio,
spavento;
qual
correvano
il
ma
facendoli
poi
animo
il
Conte,
gli
resoluzione e metter
mano, facendo
che
il
comanrispon-
dendo
tezza
,
tutti
unitamente
gli
lutto
subito
disegn un
grandissimo trinceramento
,
fa-
le
quali
per
il
carico che se
:
n'erano
fece
si
una
uno squadrone
il
in
battaglia, bisoIl
il
Fu
dato
il
carico
altri
di
quest' opera
citt)
(quantunque
al
fosse
molto occupato
in
negozi della
il
tesoriero Cadi
resana e l'auditor
Pricipia,
il
vivere
alli
e si fece
un compare
si
tas
per farne fascine che per far carbone in quantit, por travagliare
alle forgie (I) per
il
compartimento
un attimo
si
che
in
donne per
(J)
Fucine,
'
480
mellcr
ASSEDIO
mano
all'opera, e la maestranza travagliava con ogni di(1):
sicch in tre
in
trincieramento era
la
gi
ridotto
buona
difa-
cominci a terrapienare
si si
scina, letame, e
alz
il
terrapieno sino
sommit
li
del
muro;
la
mentre
Spa-
gabbioni sopra
la
giara
(2),
di
dieci
la
fatta
dur
prepara-
mento
anche
pagnia
Avogadro
Carcsana e
Pricipia proseguendo
il
con
come
di
mostr
all'ini-
battere
dalla
non
si
cessava
parie
dar compi-
mento
alla cominciata
impresa
del
bench per
le scaglie
che
si
li
travaglianti.
Lo Spagnolo dappoi
la
citt
da quella parte,
mezzo
di
nove can-
batterie di Sant'Ansi
drea
rese salva da
perse con
il
che
si
spesero indarno.
Giacomo era
di
parapetto
molto
sottile e
debole
onde
il
Conte ordin
,
farlo largo di
con fare
al di
dentro
di
alla batteria
de'Tren-
(IJ
Spaghi
tesi
orizzontalmente.
(2) Gliiaia.
DI
loi
;
VERCELLI
,
481
(ascine,
in
questo
vi
fecero le
ben
in-
Ed
al
mezzo balluardo
,
che guarda
li
se gli rinnovorono di
vano resistere
ranea che
alle
cannonate
fece
una
sortita sotter,
alla cittadella
lunga
di venti passi:
mezzo della qual muraglia, tirando verso quel convento, vi una porta per dove si va al bastione grande della cittadella e da mezzo il balluardo suddetto sino a mezzo il balluardo della cittadella verso San Giaa
;
como
si
che separa
andava
mezzo balluardo
distrutto,
della cittadella
il
che
vi
bisogn
di
molla
fatica
parapetti di
,
buona
cannoniere
essendovi sopra
,
due quarti di cannone che battevano la campagna come per il medesimo effetto erano due sagri al balluardo verso il Servo; e si travagli parimente molto al balluardo di San Cristoforo
verso la cill
petto.
Il
,
simile
del
il
Servo, e sopra
si
chiama
il
pezzi
di
artiglieria:
sollecitando
l'opera l'Avogadro
Conte
del-
andava spesso
a visitare
rincamminamcnto
ancora
di
Fra
il
il
mezzo balluardo
verso San
Giacomo
era la
(0 Gallicismo: vedella o
casotto.
61
482
Vivalda
nella
,
ASSEDIO
ed
all'
di
la
muro
della ciUadella
del cavaliere
dei Vallesani
contrascarpa
,
era fabbricata
mezzaluna
e
Broglia
vi
fra
la
la
reslava
mezzaluna
li
capitani e soldati
giorno e notte,
ma
a tutte le altre; ed
il
esse mezzelune di dare un giro, s per vedere l'opere che si andavano facendo, come per inanimare soldati a fare il debito loro. E perch in tante di queste mezzelune diversamente guardate da capitani e soldati di varie nazioni, e da caduna di esse si poteva andare e ritor-
nare
tava
lo
(li
con l'inimico;
(
il
qualche
si
intolligrnza
perch
perdendosi
una
di
esse
mezzelune,
sempre
drando
in
gli
andamenti
discorrendo ogni
gli officiali
del
,
parte
del
convento
di
Betlem
ad
assalire
la
la
per attaccare
il
mezzaluna
gran balluardo
,
della cilladella: e
una
in
un
posto alto a
teva la delta
mano
,
molino,
di sei
tano da quella
di
quattro cannoni
e con
queste
si
batteva
mezzaluna
la
mezzo balluardo
la
sotto
essa garita
d'esse batterie
travagliare
e cos orle
alla strada
ordinaria che
passa
fosso della
mezzaluna. E dalla
parte della trinciera alla estremila della riva della strada, dove
il
silo della
campagna
una
modo
di rivellino,
[) 1
E Re ELL
483
una trinciera che
mezzaluna del TalBno, lenendo sempre candelieri (t) atanli; San Giacomo, non vi
la
il
rivellino e la
al
approssimorono
si
fosso: e
il
diede
1'
assalto generale,
,
due reggimenti
si
mossero
in
due squadroni
l'
uno per
dare l'assalto
valleria
l'altro alla
sinistra; e la ca-
e l'artiglieria cominci
mez-
zaluna e
la
punla del
la
li
assalitori doves-
mons
di
de'Val-
loni
di
gran valore,
ch'erano
alla
Il
continuando sempre
bombarde
in
di tirare al
li
soldati
comparire
aiuto
de' nostri
combattenti.
l'assalto ad essa
il
mezzaluna
tit di
capitano
Torrione, Provenzale,
moschettate a coloro
parte.
si
Il
(]onte
che
si
dove anche
dava
l'assalto alla
mezzaluna
di essa
porta
),
moschettate che
si
tiravano alla
corse a
che
li
nostri
trattati
feriti,
molti
perdeva
la
mezza^
(1)
Armatura
colmi
di fa-
i84
luna,
ASSEDIO
;
mand speditamente tre corrieri l'uno dopo l'altro al signor marchese Governatore, acci mandasse subitamente al soccorso della cittadella quaranta corazze quale con ogni prontezza se
ne venne con trenta
di esse,
l'
ed
il
suo luogotenente,
combattere
s
il
cavaliere
ed ebbero
ancora per
fosso della
di
mezzaluna
fra
pochi
giorni rese
l'anima: era
uomo
di
condotta
Conte. Allora
picca
il
parimente rest
valiere
d'un colpo
in
tutte
di
l'
cava-
Operto
si
in
questa che
altre
nominate
il
Scorgendo
ne-
dalle
due mezzelune
tanti
feriti
il
si
ritir dall'impresa,
,
con morte
quali
li
pi
ed
altri
tra
colonnelli
,
ma morirono
molti capitani ed
altri
sergente
,
maggiore
cavalieri di conto
che
furono quali
mandarono
li
un tamburo
al
morti e ritirare
,
prin;
convenevole sepoltura
le
che
,
li
fu concesso
restorono da tutte
parti
delti
di
assalti
dalla
cortina di
nostri vittoriosi.
di
All'ultimo
maggio,
il
una
li
batteria
porta di Sant'Andrea
con
quattro cannoni,
con
al
altri
ponte della
Morte
al
la
terza
con
quattro
si
batteva
dall'isola del
si
Servo
Duomo
da quella parte: ed
alla giornata
andavano con
nemici,
trinciere
approssimando
si
li
andava
soldati
ammazzando
molti
come ne
riferivano
(J)
(2)
Lo
ributt.
DIVERCELLI
AI primo
di
485
ed
giugno
a ore
due
di giorne, la cavalleria
infanteria spagnola pass nell' isola del Servo con circa ducento
cavalli e ducenlo moschettieri
citt
,
per prendere
,
il
bestiame della
il
qual pascolava
in detta
(1),
il
isola
ed in quell' istante
capi-
qual subito mont a cavallo con venticinque corazze alla sfilata e sempre avanzan,
dosi
soggiungendo
alle
il
loro
trincere
fu
mescolandosi
il
li
ed in quel
tano Evangelista
cavallo
,
e
si
capi-
e subito da
soldato
rimesso a
;
a scaramucciare
,
li
Spagnoli
ed in quella scara-
feriti.
fatto
di
mollo rischio, da
il
quale avendo
nell'isola del
Trentini
facevano
al
il
forte
Sant'Andrea
di
l
si
giare
il
trovandosi
egli
ben a cavallo,
fiume fosse
,
allora difficile a
guadare
di
ad
assalire
e cos pas-
sando
il
fiume, andogli
il
alla volta
sparato
il
cavaliere
correndogli addosso,
per soccorrere
la
loro sentinella
si
ritir
di
a' suoi.
AIH 3 suddetto
ed
il
il
baron
colonnello di Brechia e
come
s'
dello
sopra l'acqua e
del rivellino,
una
sortita di l dal
Servo
di sei
che era
guardata
dai
Trentini
un
ridotto
fiancheggiato
di
e perch di giorno
il
il
detto signor
di
Barone e mons
Sant'Andrea, vc-
campanile
(1)
oltre
il
Crispolti
guerre.
486
ASSEDIO
la
dendo
assicuravano che
il
nemico
non rinforzerebbe
passare
tiglieria
la
,
la
guardia
soldatesca a rinforzare
e quello
li
faceva assicurare
maggiormente che
l'
im-
Ma
il
perch
di
il
nemico ne
che
barche
li
nostri
credendo che
non
dovi
fosse
la solita
il
barone
di
Guenna
erano molti
Brechia
e
Mons
di
forte
la
met
delli soldati,
,
mont
ma
e cos fa co-
Mons di Flandes diede dall'altra parte, avendo un valente capitano molto esperto di fuochi artificiali ; e dando l'assalto, tirando granale nel forte, quelli di dentro abbandonorono quella parte. Mons di Flandes seguitando la
seco
vittoria, fu
abbandonato dai suoi similmente, ed egli rest ferito malamente, ed il capitano suddetto morto e restandovi alcuni
,
feriti,
li
nostri
li
si
li
soldati aves-
sero seguitati
capi,
l'impresa sarebbe
riuscita.
Sanfronte
regretlava
(1)
uomo
di valore
ed
esperimentato
suddetto Conte
ferito
,
condoleva molto
mons
di
e che sollaggiava
(2)
il
(3)
appresso
la
persona
di
mons
di
giugno
arrivorono
,
io
Vercelli
del
il
capitano Spi-
in
compagnia
capitano Signorile
(1) (2]
(3)
(4)
Desiderava, compiangeva.
Alleggeriva
,
aiutava.
al
Piemonte
Busca
citt
del
Pie-
monte superiore.
DI
di
VE
I{
ELL
487
Busca
in
e portorono nova
,
si
preparava
per venire
Alli
soccorso
,
delli assediali
9 detto
di
arriv
in
Vercelli
mons
di
Blanchvilla
mons
che da mons
numero
delle
mandato da
un sacchetto
armala
,
di polvere;
e giunsero alla
droni di cavalleria
dell'
volendo impedirli
il
passo di
entrare in Vercelli.
inimica, e
la
Mons
rimesse
in
in
squadrone, e carric
il
nuovo
polvere
tutti
fuoco
che portavano
loro con
li
soldati in
,
groppa, e
ed alcuni
abbrugiorono quasi
suoi cavalli
,
abbruggiati
mons
di
Blanchvilla
ebbe gran
S.
e se
ne ritorn all'armata da
aver
possulo fare
(2)
:
A.,
cordoglio in non
e di sua
il
servizio
compimento
mala fortuna
che se quel
Evoluzione usata allora dalla cavalleria, e per di galoppo per sparare con pi giusta mira quindi richiesto per riordinarsi.
(1)
la
:
allargavano
il Nani, il Possevino ed altri, (2) Narrano il Capriata, l'Assarini che il Duca mand cinquecento cavalli portanli sacchelli di polvere a provvederne la cill ma gli Spagnuoli, stando sull'avviso, fortificarono passi; e bench la loro cavalleria fosse dapprima ributtata dai Piemontesi pure, per una cartuccia accesa (non si sa se per colpo tiralo da' no,
dall'inimico) caduta in groppa ad un soldato, s'apprese e sparse un istante l'incendio, sicch con miserando spettacolo meglio che quattrocenlocinquanla soldati rimasero arsi e squarciati sul campo pochissimi (fuggendo alla cill) afTogarono nella Sesia venlicinque soli giunsero a salvamento In Vercelli.
stri
in
488
ASSEDIO
,
in Vercelli con quella polvere Spagnolo sarebbe stato patrone della citt, e non bisognava pi che S. A. si mettesse in pena di mandarli
che portava
mai
il
perch non averebbono levato la polvere dalle massime da quella di Sant'Andrea. S. A. come gran capitano non ha mancato di provvedere a tutto quello
altro soccorso
,
,
mine
che faceva
soccorso
portato che
di
bisogno per
polveri sono
l'
assedio di Vercelli
con mandargli
di soldati e di polvere;
le
ma
li
il
malore
(1) della
guerra ha
sempre
AUi 13
vecchia
di
giugno, vennero
case rotte che sono al rimpetlo della porta di Strada alla porta
;
dove che
il
comand
al
impatroniti
Spagnoli
quali
delti
cinquanta
li
moschettieri
soggiunse di soccorso
mons
di Blanchvilla e
mons
di
dell' infanteria
,
dove che se
di
gli
guadagn
una quantit
(2)
palle di moschetti ed
,
e picchi
n'
ammazz sopra
di notte,
la piazza (3) pi
feriti.
Alli
vennero
d'
li
Spagnoli con
due grossi
due squadroni
dorono a dare
arma
alla cittadella
Servo, tutto
le
in
uno
stesso
tempo
buone
fuoco
al-
tirorono
ma
la
non lasciorono
il
li
Spagnoli
di
dare
vi
il
al
molino
ivi
vicino,
essendo
cuna guardia,
giorno innanli
(1)
(2) Picconi.
paragrafo conlenente
falli
del giorno
lo
compendialo; poich
foglio
;
in quello eh' io
seguo,
e poscia scordalo.
DI
jKT non
poter pi tenersi
l'ierfranccsco Alessandri,
VERCELLI
;
489
in
e trovandosi
ronda
il
capitano
,
sargenle
maggiore della
il
citt
dove
che scoperse
si
l'
fuoco
al
molino, che
ivi
Borghetto, ed
lasci di
fecero
<ilto:
che
il
mano
posti e
sino a nuovo
muri
della citt,
comandando
barone
di
provcitt
,
visto a quello
and a trovare
dell'allarma
signor
Gueyna per
darli conto
seguita.
Ritrovando detto
al
Barone accompagnato
bastione di Sant'Andrea,
il
Barone
li
comand
Caluso e
il
di
andare subito a
ritrovare
il
signor
marchese
di
come
fece; ed
avendo trovato
signor
Marchese all'incontro
lonnello di
della
,
San Cassino appoggiato di sopra il terreno della mina cheli faceva travagliare alla gagliarda, in compagnia del sargente maggiore Signorile, e dandoli conto del seguilo; ed
in
gridando allarma
e pi-
chese ed
il
mina restandovi coperto il signor Marsargente maggiore Signorile con molli guastadori.
in
,
Ma
la
detto
luoco se
li
trov un fosso
pigli luoco,
che
la terra della
mina
tutti
che
li
venne
di
signor Marchese
si
avanz
da una parte ed
alli
si
soldati di
Spagnoli
della nostra
mina
il
alla
si
ed
incontrandosi
signor barone di
la
moschettata
cadendo
non
a
niente; e coalli
mand
altri
il
al
sargente maggiore
:
di
andar subito
la
provvedere
posti
il
castello, e trovando
che
li
(l)
Idiotismo: coniasi
e lividi.
AiiCU.Sr.ir.YoI.XIll.
6a.
490
la
ASSEDIO
ivi
mezzaluna
Brechia
;
vicino
di
dove che
dello
maggiore
di
li
mand per
al dello
quali erano
guardia
altri
li
suo loco
tanti cit-
e vedendosi
inimici
il
con
li
la
valorosa
mezzaluna
di
li
Spagnoli
piazza
;
sopra
la
dentro l'allarma,
il
risolse
)
il
signor Marchese
essendo gi morto
il
barone
di
di
Gueyna
sino
di
che moschettieri
,
San Gasil
Spagnoli; ed
,
signor
,
Marchese comand
discacciare
li
cavaliere Opcrto
suo luogotenente
di
di
mano
moschettieri per
tutti
;
un'ora
fu prov-
li
visto di
buone guardie;
feriti,
morti e
questo
giorno appresso
si
17
di
li
pioggia,
andavano avanzando
di
cinque grossi
mezzaluna
,
qual' all'opposito
furono ributtati vedeva marciare
(2).
lonnello di Brechia
alla gagliarda
la
,
dove che
delti
cavalleria
ed infanteria
il
razze
tieri
,
quali fece marciare con sue picche e quaranta moschetquali andorono attaccare
all'
li
opposilo
una
mezzaluna
che dal
la
colonnello di Brechia
trinciera, delti Spagnoli
era guardala
e tra la
mezzaluna e
(1)
Arms
armati
di latte
armi.
(2)
I) I
V EReE LL
491
nelli fo5Si
senza
AUi 21
soldati,
li
:
di
giugno,
il
Spagnoli
sortita a
armi
Alli
ma non
di
fecero sortita.
il
22
giugno,
signor Marchese
de'suoi moschettieri del suo reggimento, ed una parte de' moschettieri francesi, quali
luogotenente, e
e
l
li
ed andarono attaccare
Spagnoli
al
molino
di
San Giacomo,
vi
che
di gi
li
Spagnoli
se
ando-
abbando-
ammazzo-
rono sino
si
numero
giugno
di
cinquanta, senza
li
feriti
e prigioni che
fecero.
Alli
23
di
(1),
li
(2)
da
dove che
l'
istesso giorno
si
il
signor
tutte le parli
dovessero arborare
muri
della
citt
alli
24
di
giugno, che fu
il
giorno
di
San Giovanni,
li
Spa-
la
di otto cannoni,
Alli
27
di
giugno,
Spagnoli hanno
fatto
una
batteria al
mo-
lino di
San Giacomo,
e batte
con
sei
citta-
Duomo,
e batte alla
muraglia della
citt
ed al
Duomo
lo
stesso giorno
(1)
Il
Giornale del 23
lo
desumo
dal codice
compendiato,
cos
pure
Gallicismo
492
il
ASSEDIO
romando
alli
signor Marchese
(enaglia che
ivi
la
guardavano
di fuori della
:
del castello
vicino al Servo
si
capila
facesse mettere
il
difesa
con
castello
il
che
la
batteria
che batteva
fronle
la
al
Duomo
li
offendeva
,
ed
li
rese
schermita
onde che
una
il
tela
grande
tello,
al
por-
non
fosse scoperta
alli
si
e diede a sospettare di
;
maggiori macchine
il
od impresa
Trentini
e frattanto ordin
la
i
signor conte di
Sanfronte che
rompesse
avere
il
transito da calare
mico.
Alli
28
di
giugno
il
Brechia
ed
il
modo
gliatosi
and a
tirare
Servo
fiume,
e la condusse sino a
mezzo
;
il
prima che
giara
e
si
il
detti Trentini
se
ne fossero accorti
s'
che essendo
di
le
detta barca a
,
mezzo
detto flume,
ambe
parli; ed
capitano Quartieri
li
mand due
altri
si
soldati
ar-
atlaccorono
uno
alla
poppa e l'altro alla prora, e la concon gran contento e contrasto de' Trenli
Dappoi
il
capitano Quartieri
;
mand
di l
il
sargonlo Blonay
Trentini andoil
ed in quello istante
li
stava
altro che
guardia del
bestiame
che
nella isola
la
spianorono.
ogni
sera
Conte
andava
compartendo
gli
uomini e
,
le
bisognava travagliare
,
dove
gente
ed inviava
:
la
si
partiva
I) 1
V E ReELL
si
493
li
lavori che
animando
tutti
con buone ed
erano
eflcaci
il
che
tenuti verso
e quanto imporle
con
la
piglia-
vano cuore
ancora
mura
tutte le
mezzelune
dando ordine da
li
le
guardie, esaminando
soldati, ed
Questo era
faceva
la
il
Conte.
maniera
mezzaluna
li
tre migliori
che
vare
egli avesse, e
che erano
giti
Don
di
Pietro
(1).
E perch
la strada
zaluna
Strada
perch
l'
inimico con
li
merli e
mezzaluna
che era
sicch non
chetta
tre
la
ed
il
terrapieno
passi,
di dietro essa,
si
non era pi largo che di quattro poteva stare alla difesa per non esservi
11
,
ban-
Conte subito venne in pensiero che li soldati potevano essere andati dal generale delli Spagnoli,
(2) di
dietro.
stato di questo
in quella
durre
una
la
parte
dell'
armata
citt
parto
guardata
la' palificala
pali
Chieyn
mez-
29 giugno.
Banchina.
494
zaluna del ponto
palificata
di
ASSEDIO
Strada, con la
quale
si
che va
della citt, che fu,coDac s' detto, tentata dallo Spagnolo: e quelli
di
a cavare
loro mezzaluna.
il
Ora
come
detto
previsto
il
per
il
il
che
chiamare
Governatore sopra
luogo, dovenil
Venuto che fu
il
Conte,
grande ed evidente
vi
pericolo
si
il
trovavano
ed
li
il
bisognava
perci
Governatore
altri
diede sessanta
,
Vallesani
chiese
il
provvisti di pale e
zappe ed
stromenti
come
gli
dare
porla
11
Conte
Strada sino
terra
al
dritto della
mezzaluna
muraglia
di
,
Rovigliasco, mezza
quella
ove fondata
la
sopra
per dritto a
piombo, e
la fece
si
contrascarpa, e
larghezza di
basso
di
abbass
fare
un
fosso di
un trabucco
che
il
fondo
ed
il
sei piedi
fatto
modo
che r altezza
della
terra
ascendeva
a quindici piedi
li
Spagnoli, n accormille
sci
di
notte, in
numero
ed
altri
di
quattro
fanti de'
pi
vano poi
entrati
di dietro
squa-
li
coperta, ed
ivi
nel fosso; e
come
s'
avvidero
(1) Piote.
DlVERCELLl
gaunu
pali e
,
495
altri
reslorono
di
passare pi avanti;
ma
che cainiuavauo
attaccavano
ai
con
le scuri
li
tagliavano,
ma
che
furono poi
un
nel
istante assaltorono la
fosso
,
mezzaluna
di Rovigliasco, le
,
ed entrando
quelli che
si
li
zappe. Tulli
sconlrorono
cadendo dentro
In questo mentre,
soldati della
ributlorono l'inimico.
In
quel
,
tempo trovandosi
col
il
Conte
al
quartiero
di
mons
di
Brechia
dava
il
soldati
met moschettieri
il
nemico, che,
due
grandissime fosse
uni sopra
gli
altri
ed erano bellissimi
uomini;
tra' quali
gli
missive che
scrivevano
a'
dame,
chi a
Lucca,
per
si
chi a
Fiorenza
chi a
Cremona, ed
s
altri a
Napoli.
cos
la
prusalv
come
il
anche allora
per essergli
morte ancora
di
come che
fosse
Al primo
di luglio,
il
mina
alle di
la
al
bastione
il
grande
effetto,
Sant'Andrea
il
e subito
che
la
mina ebbe
fallo
suo
sort
favore di detta
,
mina
ed
ammazzorono pi
Alli
di
cento e cinquanta
senza
li
feriti
abbruggiati.
di
luglio
alla
mattina
il
sortila
lieri,
ed andorono attaccare
496
quali trinclere erano
ASSEDIO
all'
porta di Strada
Spagnoli e quelle
a
trenta
se ne
ammazzorono
sino a trenta, e ne
di luglio,
li
danno
ebbe
Spagnoli che
a
si
mina,
venne
mani e combattendosi
;
da picca
alli
Spagnoli
ritirarsi
li
feriti
un giorno appresso:
arma
affatto,
mons
di Brechia, ed
andarono sino
lavano
Alli
ivi
nelle trincierc, e
le
li
li
appresso
di luglio,
trincierc.
Spagnoli
approcchiorno
nel
,
la
mutorono
campo
la
il
bastione dirimpetto.
l'istesso
la
giorno
mezzaluna,
Rovigilasco;
nelle
reggimento
li
di
si
mons
di
Spagnoli
ritirassero
loro
ammazzorono
Ed
la
cinque ore
di notte
la
cavalleria di
li
Spagnoli
andorono
incontro, e ritroil
favore
ritor-
Sua Altezza
narsene;
fu
e ritrovandosi alcuni
carabini all'avvantaggio, ve ne
cavalleria spagnola,
la cavalleria
che
si
trov
impegnato nella
giorno che
detti
standoli
spagnola torn
alla
suoi posti; e
la
vedendosi
carabini
vicini
,
citt,
pigliorono
e portarono
nuova come
stata
Sua
di
Altezza era
soccorrerlo,
DIVEKCELLI
lli
497
li
di luglio, alle
la
Spagnoli
di
attaccare
mezzaluna che
guardala dal
vi
reggimento
mons
di
il
Chieyn con
il
suo reggimento
di gi
li
Spagnoli
attaccorono
d'impatronirsene: dove
li
gagliarda, e se ne
ammazz
citt.
sino a cinquanta,
quali fu-
di
la
li
Spagnoli
ac-
crescerono
pili
,
che
in
erano quattordici
dissima diligenza
altro
pareva
AUi 7
di luglio,
,
il
pena della
vita, e
che
sarebbe pagata
piombo per
dove che
si
venne
al
termine
di disfare gli
campane, per
mo-
AUi 8
di luglio,
li
cavalleria
;
spagnola, che da
detti
l'
dove che
feriti
:
Vallesani ne
si
ammazzarono pi
intacc
il
di
venti, senza
li
islesso giorno
quartiero di
Don
Pietro
dove che
si
vano
tanti
AUi 9
presso
il
di luglio,
li
vedendo
ne ammazzarono alquanti.
AUi iodi
tin
mons Marin
i98
ASSEDIO
;
dove che
li
Spagnoli
e
la
notte in-
avevano condotti
alquanti
in
gabbioni,
dalle
il
corazze
conte
di
furono abbruggiati.
Sanfronte
Ed
comand che da
facesse
li
una mezza-
Spagnoli Danti
li
Spagnoli battedi
rono
con tutte
fuor
l'altro, e
dove in essa
si
di
neralo da tulle
battere,
mai non
Marchese
ed
altri
si
notte,
il
signor
una ventina
di
tanti moschettieri, e le
alcuno.
la
12 luglio,
parte
,
li
Spagnoli
venivano attaccare
e
citt
manlelletti
fascinate:
ed
atlacco-
rono
la
del
guardato da Vallesani e
,
cilladini
e alla porta di
Strada
(1),
Chieyn, savoiardo;
quarta altaccorono
la
mezzaluna che
mezzaluna, ed erano gi
venne
di
salili
soccorso
il
signor cail
Marchese, con
corazze
s,
li
numero amcento,
mazzorono
ne rest
e
che sopra
mezzaluna e
;
feriti
una coscia
,
un colpo
e
di
picca
,
il
quale
si
come anche
scale
nelle altre
valorosamente,
li
guadagnorono
molle
manlelletti che
1'
Spagnoli
quella
ailaruia
fatto
da
(1) Il
giornale del 12
mancante
in
questo codice,
lo tolgo
dal co-
dice compendiato.
D
d'arme,
e
VERG E LL
l
499
ritirare
li
domandoronu che
si
;
fosse
permesso
acciocch
suoi
morii che
della citt
ritrovavano tra
le
sue
,
trinciere e la
li
mezzaluna
corpi morti
l'altra
dove che
li
fu concesso
;
ne fecero restare pi
ottocento senza
il
feriti:
e questo
si
fu per relazione di
giorno appresso
sono
venuti a rendersi.
Alli
13
di
luglio, si trov
un molinaro
al
lungo della
muil
delta
muraglia,
quale fu
notte
del
li
fatto
Duomo
e subilo
di
ne furono ripossali
trenta, senza
Alli
14.
li
gagliarda
e ne
ammazzorono pi
si
si
feriti
fecero.
di
scopriva da tutte
le
fumala da una
,
terra all'altra
Palestra,
,
Pagliasacco
Hoatella
Vinzaglio
Casalino
Casal-Bertramo
in quell'istesso
tempo
si
di l dal
Servo e Sesia,
;
e la
noUe
San Giacomo
li
menorono
istante
Sant'Andrea
ed in quello
ivi
vicina
e le face-
vano un corpo
li
di
guardia
di
Valloni
dove che
detti
carabini
e
si
ammazzorono alquanti,
15
di luglio,
una mina
,
al
Sant'Andrea
;
li
port
citt
e subito
che
la
sua
mina ebbe
fallo effetto,
Bresino
ammazzorono
il
numero
si
di cento.
Dove che
ne
in quella fazione
detto Colon;
nello
le altre
ne fecero
fossi della
si
furono
,
sepolti
nelli
la
cavalleria
spagnuola
500 avanz
in
ASSEDIO
un grosso squadrone,
;
loro trincierc
di
poco appresso vennero due grossi squadroni moschettieri e picchieri, quali si misero nelle loro Irinciere,
e
o
si
la
della citt
simile
fe-
cero
li
Trentini
le
stavano pronti
ripari
,
con
le
sue
il
armi
alla
mano
,
si
travagliava
le
alll
fu deputalo
il
capitano Spirito
destinato per
si
sen-
arma
di
16
il
ca-
l'
istessa notte
li
si
armata
di l della Sesia
;
si
vedeva mar-
di
,
Strada, e
li
condussero
alla
e la mattina cominciorono
1'
altro.
17
ed an-
dorono attaccare
li
le
fecero ab-
18
di
luglio
li
Spagnoli crescerono
la
batteria della
e ritrovandosi
il
Conte sopra
il
sud-
che bisognava
muraglia suddetta,
il
scaglie dell'artiglieria
li
fracassorono tutto
,
braccio sini-
stro e la
mano
con tutto ci
non lasci
di attendere
sempre
D
al
V E Re E L L
l'
501
suo
officio e carico.
una mina
il
al
di
all'
porta di Strada
assalto
con
favore
,
della sua
mina vennero
e fu-
rono ripossati
cinque ore
alla gagliarda, e
ed andorono attaccare
li
e ne
,
ammazzorono
prigioni
Alli
egli
medesimo
numero
di
capo e condottiero
la
il
(1),
vanguardia
con
la
quale venivano
:
le polveri
ma
essendo
abbattendosi
Spagnola
ritirarsi
di S. A.
si
;
indietro e ripassare
fiume,
perdettero
munizioni.
in
La retroguardia
il
fiume pi a basso,
il
tempo che
conte
Sanfronte
si
e che
e
le
non
che
Sua Altezza
vide
nella
intanto
barone
Sua Altezza,
sol-
(1)
in
e soprattutto dell'^strea
(
il
pi
V. Les
d' Urf.
Souvenirs Ms-
du Forez au XVI
et
XVII
Paris,
1839,
8.).
Un nuovo
d'
e molto
commendabile lavoro
opere del
:
col titolo
iudes
sur l'Aslre
in 8vo. (C M.)
502
dato non
ASSEDIO
meno
saggio che valoroso; e mons
,
di Parella, capisi
tano
di cavalleria
che
:
in
i
molle fazioni
di
questa guerra
diportato valorosamente
nella citt con circa
dugento
signor Mar-
perch
il
Conte,
quale
,
si
ritrovava sopra
il
ba-
scoprendo
fecero
;
la
porta
come
della
infealla
era
piemontese e
savoiarda),
cavalleria
dalli
squadroni
gli
coda
l'altra
andava
parte. Era
il
citt di Gallipoli
il
rendono testimonio
dimostrato
si-
gnor Governatore ed
il
conte
di
molto giu-
il
Servo e contro
cuni
,
la
con uccisione
di al-
perch non
erano moschettieri
e
vi
al
fu
un
Gume,
la
se ne venne
della
mezzaluna
ivi
dove pag
troppo
ardire, restando
ucciso:
con
,
Dopo
la cavalleria
Servo
onde
ritrovandosi
alli (1).
rinfrescarsi vino
non ne avevano
Marchese ed
il
si
l'infelice
d'
Urf
che
di
occasioni di guerra
(1)
Di questa fazione
Verceil.
si
ha ragguaglio
nella
di
filaiion
du scoun
et
reddilion de
Corte in Torino.
DI
di
VERCELLI
;
503
e Tu
,
tnoito
giovamenlu
grande
il
rammarico che anche ebbero della polvere perduta non essendovi entrato pi che duo some ed alcuni pochi sacchetti. I soldati
il
brecce ed
sorte ac-
compagnava
fiume Sesia
buon
consiglio
dal
il
monizioni
conveniva certamente
al
nemico abbandonare
la
l'assedio, perch,
dando ancora
vi
l'assalto,
,
con
comodit che
si
aveva
di
sua fanteria
con
farli
saltare in
riti-
non dando pi assalti, bisognava che l'esercitosi rasse, non avendo pi modo di forzare la citt. Sua Altezza
e
,
fece
siccome anche
il
serenissimo
il
quale con
la cavalleria
dando l'arma
l'
e tirare
dei soccorso.
Ma non
si
pu avere
la
AHI 20
tieri,
di
moschet-
e gli costrinsero
ad abbandonarle, ammazzandone pi
,
e ferendone molti
Alli
si
messe
l'assalto generale;
la citt
aspettando
che
dovesse dare
l'assalto
alla
mano.
Li 22, giorno della
Maddalena,
la
li
la
alla
una
parte
qual
resta
piattaforma del
Duomo
la
dall' altra
(1)
Vittorio
Amedeo, primogenito
del Duca.
504
teneva ancora
ASSEDIO
mons
di
il
simile
la
alla porta di
mons
di
suo
preparamento), vennero
le
fila
Trentini disposti
si
in
squadroni con
messero poi
il
in
per comodit
di
passare
fatto
fila;
per
a dare
il
Sant'Andrea
per l'occasione
che
si
lungo
di essa cortina
verso
si
la
con-
li Spagnoli , li quali (come gi sopra detto) ivi si erano alloggiali, e cos uniti davano assalto al suddetto bastione
di
di
essi
Trentini assalt
la
La
le
carrette potrebbero
di difenderla
con
gli
arizoni
(2),
macchine
fatte
d'un trave
con
punto
punta
di esse,
adoprano alli assalti delle breccie quando l'inimico vuol salire, che
trova, per
rispello di queste
si
ponno
tra-
come
allora
1'
onde molti
che
si
si
e in tanti assalti
davano attorno
non
si
sparagnae
li
fecero di grandi
effetti
Conte
(1)
evidente che
fondeva
le
qui
fila
(2) Riccioni.
(3) Ctii
artificiere.
D
a fabbricarne
,
VEReELL
d'
505
con trombe e
pi(2)
s di
metallo che
allra sorle,
(1),
cerchi di fuoco
il
lutto
ora di giovamento, e
molti
ne
restavano
li
morti
e stroppiati.
,
che
un capitano
sopra
e
la
di Valloni
che fu
tirato
dentro ed
ivi
ucciso;
altra parte
breccia
molta
il
espe-
Conte che
altri
trov
presente ed
ed
,
in
compagnia
,
si
trovavano
si
capitani
dal
g'
officiali
gente valorosa
come bene
conosceva
,
menare
delle
e mani. L' assalto continu per ore cinque di molli di essi. In quel
medesimo
accompagnati insieme,
genie
costrinsero
davano l'assalto
combattere
li
,
baluardo
di
nostri a ritirarsi
il
baluardo guadagnate
bcneGcio
nostri
ebbero comodit
di ridursi a di
salvamento nella
,
citt
Mons
Brechia
guardia
piccioli rivellini
della strada
coperta con
le
accanto la facciala d'esso baluardo, dopo aver mollo combattuto (per non avere polvere) a
tnente, dopo aver fatto
il
colpi
,
di
picca e sassi;
Gnal-
suo debito
malato e ferito,
per
il
si
ritir al
baluardo,
piazza e
tredevano non
d'entrare nella
il
sacco
ma
(1)
Canne da
soffiare
si
leneano
le
misture ec.
(2)
Paracenere
ferro
che
serviva
tener
raccolta
la
cenere
sui
focolare.
(3)
di
religione
il
quale so;
vente combatt
sempre
poi gli fu
duca di Savoia e sovente ancora combatt per esso amico. La sua vita scritta da Videi.
XIII.
Ali6H.8T.lT.VoL
64
506
ASSEDIO
con buon giudizio, con
separare
:
un
bastione dalla
citt
e cos fer-
mandosi
ivi gl'inimici,
trincerarsi
baluardo
di
Lanino,
di
ma
chi artificiali e granate che gli erano gettale addosso dai difensori. di
Ma
mons
Guglie, che
da
questa voce
pii volte
replicata,
si
era levata la
polvere
per darla
ai
che
si
fosse;
spaventorono
fattamente, che
per questo
come perch
si
Lanino, che
baluardo,
inviluppando
giati alla
detto
mina avesse giocato. Vedendo li nostri che erano allogpiazza d'arme, all'opposito della porta e baluardo dietro quali vi era un grande trincieramento (come nel
,
l'inimico l'abbandonava;
si
messere
fatto
cos
come sovra
di
si
detto, era
per dividere
la citt
dal
mons
Parella e
mons
di
tra essi
come
in
fu
mons
della
si
Marra, sargente
fece conoscere
maggiore
diligenza
di battaglia,
di
che
tutto l'assedio
ma
di
molla
stando la notte e
le
andando attorno
e grado successe
muraglie e corpi
di
officio
mons
il
Marione
uomo
anch'esso
di
molta
intelligenza e risicato,
del
barone
di
(jueyna sopra
tiri:
DIVERCELLI
e
507
siccome allora
in
quella
il
ademp oltimamenle
il
suo
la breccia
e coraggio;
mons
la
in tulle le oc-
casioni
si
sono appresentatc;
soldato che a
ivi ferito
luogotenente
del
signor conte
Guido
che
di
(1),
mosit; e fu
l il
a poco
di
quale
Governatore ed
si
valevano nelle
mandava a riconoscere l'inimico, come che conoscessero che non mancherebbe del suo debito. Il colonnello anche di San Cassino dopo aver valorosamente combattuto
occasioni che
,
sopra
si
la
breccia e fallo
,
il
debito suo in
tutti
altri
conflitti
che
presenlorono
ora ferito,
dopo
fu onoralo da
Don
stato a visitare;
In quel
chiamalo
di
delle
mezzo a una piccola mezzaluna che era tra l'un fianco e l'altro due mezzelune. Gli assalitori furono g' Italiani e Napoliperch da quella parte era
di
campo Carlo
da' suoi ca-
Spinelli (3);
ma
di
Chieyn e
si
quanto dire
possa, quan-
altri
sempre
rinfrescati
li
nemici.
mandale
dal Governatore.
Il
Conte, partendosi
per vedere
come
cose
(1)
Guido San Giorgio, potente signore Monferrino di chiara fama Mantova, e combattente
,
Emanuele.
Napoleone, cosi allora gli Spagnoli chiamavano che non fossero del regno di Napoli
Come
i
poscia
Italiani
n delle
(3) i
Fiandra e
Portogallo.
Informazione
508
ASSEDIO
il
baluardo
di pietra colla
appresso
il
vedendo che
l'
li
una sonila
facilmente
darli
per
piglierebbe
di
spavento
ci
fare
il
quitlcrebbe l'assalto
di
ma
avendo comandalo
ad una compagnia
,
corazze
bastione
gli
bench mollo
fosse esor-
ma
le
l'
impresa. Per
il
che ritrovandosi
Conte un capitano
di
il
rifiuto
s'
onde
la
il
Conte ringra-
profferta, rimoin
servizio
di
Sua Altezza,
tempo.
e
quale
il
Conte promesse
di
farne relazione a
cos subilo
ed osservando quanto
stire
Conte
gli
r inimico con fierezza tale che pareva un leone e cominciando ad ammazzare con la spada l'inimici, e facendo anche il debito loro le due corazze e moschettieri credendosi
;
nemico che avessero gran seguilo, mettendosi in fuga, abbandonorono l'assalto: restando li fossi (per li molli eh' erano stati
il
uccisi
il
mentre
dur
l'assalto)
pieni di
morti.
E veramente
fece
Altezza
difesa ancora
si
il
grande
onore
colonnello
di
Chieyn, e parimente
in particolare
vi
il
suo sargente
giovine
mons
di
rest ferito: e
sei altre,
ma
si
(1)
Ginevra.
V E Re E L L
509
Alli 23 di luglio, li Spagnoli misero due cannoni sopra la mezzaluna, che dal colonnello di Brechia era guardata, quali cannoni battevano a flne della breccia e apportavano gran danno
a quelli che
vi
erano alloggiati: e
nell' islesso
il
giorno
il
signor
Marchese
si
nemico, e
di
fargli inchiovi
Sant'Andrea; e
mand
alla volta
li
Spagnoli
con l'armi
mano, come
ed
il
dove fu bisogno
d'ambe
le parti:
signor marchese
posto),
comand
Vallesani
la piazza
primo
stettero
la
detti Vallesani; e
vennero a rilevarli
si
capitano Eschieme e
dalla loro
mons
per
la
di
pu ottenere
li
suoi
soliti stili, e
,
Marchese
in quel
tanto
Sua Altezza
i
punto; se
di
abbandonare
maggio sino
li
24
,
che battevano
la citt di Vercelli
tirorono sin
si
al
numero
di
il
pu stimare
alla gente di
di tutto
V assedio non ne
gli
morsero pi
di
venti dal
faceva Iddio. Le
donne ed
figliuoli
andavano
alle breccie
a portar da vivere ai
more n paura,
pareva che tutto
nella guerra: ed
tanto di
il
tempo
sua
vita
fossero state
si
esercitate
di
anco dentro
la citt
non
lasciava
nego-
ziare,
come non
alli
suoi posti.
speciale di
(1)
Numero
pi credibile che
ambe
le parti
di
colpi
furon (ratte
dalla piazza
cui
mancava
la
510
ASSEDI
subito
cess:
li
Sua Divina Maest, qual dimostr che, prima dell'assedio, morivano gran gente, come vi fosse stato quasi male contagioso;
e
venuto l'assedio,
in
popoli, pi facilmente
muorono,
ed in questa citt guarirono; che questo si pu giudicare che Sua Divina Maest non abbi voluto contra un Principe s magnanimo e giusto venisse s fatta ruina di cos grande iniquit
di Spagnoli,
di fare
cn-
Li 24 detto, perch
la
massime quella che fu posta alla cortina, per aver combattuto lungamente all'assalto d'essa, si lamentava grandemente di non aver vini ed altri rinfrescaad
altri posti,
ritrovandosi stracca,
li
ripren-
ritornare
alli
di soldati,
che aveva
al
abbandonato
mostrando
la
breccia
perch
di
li
esort
che ritornassero
poco
curare
del
Governatore, e poco
altri cavalieri e
li
lo battessero.
Conte ed
li
qual-
di officiali,
passando per
posti, esortavano
soldati a
buon animo, e che combattendo resterebbero vittoriosi, non avendo pi lo Spagnolo ardire di venire all' assalto essendo
,
Li
moschettieri
si
scusavano con
dire, che
li
quando
in
gli
Spagnoli venissero
il
Le corazze parimenti,
si
luogo
di fare
suo debito
e stare
alli
loggiamonti; e
non poter
pi niente sopra
li
suoi soldati; e
li
mancando
la
polvere, ed esor-
landoli adoperare
sassi, dicevano
essere stracchi.
in
metteva
battaglia
per
assalto
il
pericolo era
evidente che
DI
buona parte
breccie
;
VERCELLI
avrebbero
lasciati
li
511
suoi
posti delle
de' soldati
si
il
Governatore civ
mandava
il
terzo
onde conoscendo
l'
quelli
avevano
il
principale
carico, che se
se
Don
razze,
come
di
difensori e quelli
che
vi
resterebbero
dell'esercito
la
si
per
morte
e perdita
tanti cava-
capitani e soldati.
Onde
crate vergini
non isparmiando pericolo, fatiche e spese, ed insieme una tanto buona soldatesca ed espcrimentata, che avrebbe
rinforzato
sioni
;
il
campo
,
di S. A.,
e dovendosi sperare
che con
tempo
si
farebbe con
citt
gli
la
pace
la
restituzione
e che era
meglio che
la
fosse
restituita in
buono
stato,
che
il
mand un
r animo
intendevano rendersi
si
fece
Spagnoli
manle
dorono un trombetta
rendersi, e subito
parti della citt
gelista
,
chiamata
alla
citt se
volevano
si
capitano Evan-
con
il
Don
Pietro di Toledo
in
li
che
si
si
rendeva
vedevano
non credendosi
l'
istesso
giorno
si
fece
risoluzione
gli
di
rendersi
e da una
:
parte
come
,
dall' altra si
mandorono
che furono
il
Mons d'Orason;
e gli oslaggi
512
del
ASSEDIO
Re furono
il
il
signor don
Carlo Spinelli
Mastro
di
di
campo
de' Italiani, e
di
ana compagnia
corazze.
Alli 26, circa le dodici ore alla mattina,
il
signor
Don
Pietro
fece introdurre
li
carriaggi dentro
la
citt
per
li
bagaggi od
d'artiglieria
la citt
armi
agli
due pezzi
si
rimesse
si
pigli
l'
cammino
alla volta di
San Germano
e Santhi
dove che
la
da una parte e
cavalleria dall'altra.
Capitoli deir Illustrissimo signor Governatore, col parere de' Colonnelli, Capitani ed altri officiali della citt di Vercelli.
di
tutte
le
persone
s
del
presidio di
ed infanteria
officiali
li
predetti,
come
di
sopra, insegne
in spalla
come
con-
animali necessari, o
vettura
insieme
all'
la cavalleria
,
retroguardia
infanteria
pi spedienle,
quadru-
servitori
ed
altri
dipendenti che
di
avessero bisogno di
nazione.
indifferentemente
qualsivoglia
Terzo.
Si
,
la
condotta de'feriti,
ammalati
dotta di
bagaggi
Si
Quarto.
con-
due pezzi
citt
di
batteria
li
quali
si
estrarle
ranno dalla
munizioni
,
per
detti
scorta e sicurezza
maggiore con
sue
li
due pezzi
di
cannone concederli
sino a
al
suo
buon piacere
bisogno.
in
servizio di S. A.
DI
tenuto,
VERCELLI
la
513
come
di
sopra
con
loro dipendenti,
Che
tutti
li
prigioni
fatti
durante
1'
assedio,
si
cam-
bieranno, e liberamente,
d'ambe
le parti. di
A. di lutto
il
corso
del
tempo, veniamo
trattate giusta
delti
concerto di sopra.
ranno
fra
!i
il
tenore
delli capitoli
si
di
Rimberg
(1)
Iravaglier da
una parie n
Quando
li
si
potessero
condur
come di sopra, d'ogni nazione; possino tra il corso di un mese mandar a ripigliarli nelle case dove 1' averanno depositati e
;
quando
Sanlhi,
li
bisogner
di
scorta
di
cinquecento
si
cavalli
sino a
feriti
li
trovano
ammalati nella
viaggio,
si
non
si
trovano in termine
di
fare
saranno risanali
dove
li
di
andare
parer, senza
alcuna^ e
li
Nono. Se
tir
li
rimetter a mezzogiorno
;
le
mezzclune, e
si
si
par-
domani mattina
avvertendo
,
travaglino
che non s'intenda di rimettere quella quando la sortita nostra da quella parte
(2)
,
verso
la
la
stradetta nominata
con questo
si
render
citt e cittadella.
In Vercelli
li
25 luglio 1G17.
Governatore.
(1)
;I
pre-
sidio
Olandese
Rimberg, quando
fu resa la piazza.
i
(2}
Lacuna
nei codici.
05
514
ASSEDIO
Hcrcolc Negro, Generale
dell' artiglieria.
Monsieur de Chieyn
Colonnello.
Monsieur
di
San Hcram.
Capitano
Colonnello.
di cavalleria.
Monsieur de Verriera.
Monsieur de Parella
Monsieur
di
Guglie
di cavalli.
Capitoli stabiliti
tra
li
cittadini
della
citt
di
Vercelli con
r Illustrissimo
quella.
Don
In nomine Domini
actum
,
in castris
Vercel-
videlicet in
domo
in
qua
habitat
lilustrissimus
et
Excellonlissimus
Dominus
Qt
lentissimo
Don
il
Pietro
conditionibus infra
Capitoli per
dello stato di
Milano
Monferrato.
Primo. Che
condizione,
tutte le
grado e
robe
che regolari
vite e
li
le loro
loro beni
citt
o feudali
,
siano
di
qualsivoglia
sorte
la
particolari
tutti
Secondo. Che
citt e cittadini
possino godere di
tutti
li
emo-
lumenti,
officj e
modo
spettanti,
tutti
li
modificazione
che per
di
particolari
spese
carichi
imposte di
DI
datesca debba
tesca stare nelle
V E R C EL
il
l. l
515
caserme
(l).
Qual presdio
n Monferrini
si
e solda:
non
sia di
Valloni,
n Trentini,
meno
che
del presente
Terzo.
possa andare
impedimento
citt
,
possino godere
si
pretesto
di
comuni
e di
alli
particolari
ma
resti
ogni
li
li
frutti
Vercellesi che a
possino vendere a
Che
massime
alla nobilt, di
alli
tenere in casa
vilegj, senza
loro pr-
alcuno impedimento.
presenti capitoli se ne
dall'
di S.
Che
delti
sottoscrilta
Eccellentissimo
signor
Don
di
Pietro,
generale
dell'armata
M.; quale,
prometta
l'
in
con giuramento
contiene.
osservanza
quanto
in
essi
si
La medesima Eccellenza
carichi che per
in questi
il
del signor
di
Don
il
li
suo distretto da
signor duca
antichi
,
li
passato
li
,
ha imposto
e per
li
di
Savoia
tempi
di
guerra
carichi
per
due
anni avvenire.
Don
(1)
Noto, per
gli elimologisli,
,
che nessuno
fra
me
ma
altri case
arme.
olf)
((
ASSEDIO
Quac omnia
praef'afus dorainus
,
f>.
Petrus
promisil
alat-
<(
Icndcre et conservare
ol
quod
in
fulurum successores
l'imenlelli
et
((
f(
Mortariae
strissimi
Illustrissimi
domini leronimi
Illu-
rt
Marcus Anlonius
Pistoni
notarius
fecit
Nota
dlle
e ferite sotto
(1).
Vercelli
nell'armata Spagnola
Morti
di ferite.
Don Francisco de
suo camerata.
Il
un
conte Cerbellon
(2),
lui.
11
governator
,
di
Cremona
che non
stette in
questo carico
di
che un giorno
don Luigi
Il
di
Cordova.
dell' artiglieria.
Luogotenente
11
11 Il
comandava
che comandava
Alemanni.
Uno
11
Guaschi, Capitano
di
cavalleria
(3).
il
suo reggimento.
Don Alonso Caraffa, Capitano di cavalleria. Don Fernando stretto parente di don Fedro.
,
11
conte
di
Monte Castello.
,
Capitani Spagnoli
almeno
,
venti.
Capitani Napolitani
altro tanto.
(1)
in
Torino
dal
Pizzamialio, e citala da
(2)
me
in
Serbelloni
lume
di
Guasco
di Alessandria.
I) I
VE K e ELL
517
tre.
ne sono parinaente
stati
ammazzali parecchi
ma non
si
sa
il
numero
certo
(1).
Feriti.
testa.
Marchese
di
Montenegro
,
nel braccio
(2).
Giovan Bravo
mastro
di
campo
de'
Spagnoli
(3).
Don Ottavio Gonzaga, capitano di cavalleria. Baron di Wattevilla nella testa. Don Guglielmo Verdugo, colonnello. Don Garzia Pimentel.
,
Il
(1)
Girolamo CaralTa, Marchese di Montenegro, celebre per prima in Amlens contro Enrico IV tulle
:
la
beila
le
opere
Fu
Conclusa
Caluso
la
capitolazione
di
Vercelli, ne sort
il
presidio
dell'
che questi solo, fra tutti, si fosse apertamente opposto alla dedizione)
;
e
il
di lusinghiere dimostrazioni.
Ma
cale
per di
il
Caluso stesso
(1)
ed
male
ben condurre
g* interessi
del proprio
Principe
avere anzi a
fu lungo;
conosciuto
,
il
Duca come da
ceduta
li
assolv entrambi e
Lo
giacch altri
che lui non poteva parlare in prima persona , e distendere simile difesa, lodevole per contegnosa fermezza e bene spiegante le
la dedizione.
pi antico,
sti
probabilmente
:
dail" originale,
RR.
Archivi di Corte
parmi
sia debito
complemento della
relazione deirkssodio.
Carlo Promis.
laso,
((
Il marchese di Cail Nani, al libro III, lo dice nascostosi che n'era uscito, nonostante il favore del padre, convenne per qualche tempo sfuggire la faccia irata del Duca ma non essendo reo
(1) Solo
: ;
che
di
mala fortuna
DIFESA
DEL
MARCHESE
DI
jED ESPOSTA
Uno
de' principali
mancamenti
otto barili
consumata anco avanti all'ultimo assalto generale: e furono sei grandi e due piccoli e quindici bisacchini
, ,
come
si
Caresana
al
quale fu rimessa
come
ricevidore della
muni-
nuto, consegnata
al
cavaliere Gagnolo,
si
il
fatta
giornalmente
di
Vercelli.
la
La dissobbedienza
gnandosi,
colare da
polrc
come Vostra
informarsene da
ed in parti-
mons
del sargenle
maggiore
;
La Marra,
esercit
a'
di
mio
ri-
che
soldati
suoi
posti
numero
;c
li
officiali vecchi,
feriti.
520
Per conservare
si
(li
DIFESA
la
sparava
il
conihalli mento.
alli
giorni comandali da
Sua
Altezza, per sue lettore, dal signor Principe sino alli quindici del
passato,
si
la
polvere che
alli
ci
ora
poich
ha mancato sino
sei
del passalo
come ne N si
scrissi
Vostra Altezza.
cinque
visite
per lutto
le
due
gentiluomini
come
il
fu del
signor
Giacomo Antonio Cusano, e venticinque o trenta altri gentiluomini della citt che hanno fatta attestazione, n ci officiale
o soldato
di
Io attesti
s
li
blica grida
in
grande che
in piccola
quantit,
la libbra
;
la
saria pagata a
due
fiorini
la
li
por-
tasse al curalo di
detti secreti
,
San Donato,
il
quale, oltre
il
tener
sud-
in
officio.
Per
li
Non
ed
si
mancalo
diligenza (andandovi io
altri pratici a far
il
due
;
volte
il
giorno)
li
alquanti Vallesani
staffieri
il
,
polvere
impiegando
ed
altri
:
cavalior
in
si
Gagnolo,
capitano Gallina
il
gentiluomini
andar
trov
raccogliendo
fu
e la quantit
che
anche poca
non sondo
la
stagiono.
si
consumavano almeno
il
barili di
il
polvere
guena, che
e ventidue barili
stra Altezza
il
conte
Sanfronte,
si
il
li
ruoli della
munizione che
distribuivano
reggimenti ed
al
(1)
Il
521
che fu
fatta
Barone
di
non
il
f^r
sparar tanto
il
ca,
mons Marione
l'
li
artiglieria
Il
mancamento
della
il
grande
come quello
in
polvere
si
tutto
tempo
dell'assedio ed avanti; ed io
medesimo ho
fatto
visita
per
le case,
lini
e canape, le quali
fatta raccolta
Vercellese
di
ho
fatto pren-
Sanfronte
le
tiragli
corde d'artiglieria, e
di
con
Sant'Eusebio; come
di ci
il
conte di Sanfronte
il
:
cavalier
Gagnolo ed
altri
ne
,
faranno
consumandosi tutto pi
tosto
quando fu cresciuta la gente. Quanto al piombo, sono gi trenta giorni che ci mancava adoperandosi il stagno; che prima si prese al Monte di Piet in
trecento e trentatr rubbi
,
dalli ebrei
cento e
trenta
ed
quanto ne avevano
di altri
una presa generale per la citt trecento rubbi, ed inflne si and prendendo dove si tro;
poi
si
fece
vava
di
(1),
nelli
Per
li
fuochi artificiali
,
in difetto di polvere
si
citt
tome ne faranno
dell'artiglieria,
fede
capitano Baldessano e
tutti
li
officiali
me
Per
tulli
li
travaglio che
si
maestri e guasladori
(1) Questi
quadroni o dadi
la
di
piombo
che
Inlendi
qualit d'argento
da ci,
522
e dal travaglio morti
;
DIFESA
li
sopravanzati,
si
stracchi che
non
ci
ha
modo
non
farli
travagliare.
perch con
le
quartieri attaccati,
non sariano
si
il
che
non
eppure trover
libro
il
buona parte
donata
vedranno
soldati
(1) al
al
Altra parte
alli
dopo
mancamento
giorno,
soccorso, e sovvenuto
alli
colonnelli,
capitani, officiali
soldati
ammalati e
feriti,
e passa centotutti in
estrema
(2)
e suoi
le
gioie e gioielli
;
fattosi
prestare
collane dal
impie-
gato
li
propri, tutti
li
bottoni
,
d'
oro
1'
Flaminio e dell'Alciato
per
averne
danari.
InGne,non bastando, presi dal Capitolo di lampada d' argento ed alcuni voli e fatto
,
Sant' Eusebio
una
di
batter
moneta
bassa lega
(3)
quest' ultimo
senza un soldo; ed
poveri soldati
feriti, dati
propri anelli
di
ai
soldati
ben ser-
come
notorio.
come
aver danari
ed esser tanti
di
eran pagali
esser
(1) Il cavallotto
Monferrato
equivaleva
,
ni 0. 2. 1
edile
Promis. Voi.
(2)
(3)
96).
,
scrivente.
,
Due monete
e mancanti assai
di
una
nominale
quattro scudi
Hanno uno slesso conio, e nel drillo il busto del Duca loricato, con attorno CAR. EM. D. G. DUX. SAB. P.P.: nel rovescio, un cartello Monele Omdionali colla scritta VERCELLIS. IN. OBSIDIONE. 1617.
fiorini.
{
del
Piemonle,
illustrale
7).
523
ducatoni
n poter
pi in
modo alcuno
vestiti
aver
impegnato
ancora
essi le
poche gioie e
due
servit
(1)
Quartieri e
capitano
Neil'
Cucn
ultimo
andasse
il
lutto placando.
la
,
soccorso
;
venuto, entr
gente disarmata
si
poteva
armare
moschetti
per
pi
alli soldati
vecchi, poi
crepali
guasti,
visto guastarsi
tante
armi
in assedio:
ed
il
in
alle picche, se
ne arm
la
cavalleria. Nell'entrare
soccorso,
soldati
lasciali
li
quali pi
i
volle
facendo andar
in
suo luogo
fosse
Piemontesi e
loro
capi-
dicessero
contro
La nova soldatesca
lev
:
in parte
il
cos
disse
di
mons
li
di
Biede
al
rinforzo, chiamato ad
suoi.
di
La
cavalleria
novamente venuta
,
armala
di
picche
e
non
po-
come mons
li
Ruanche
San Reha
soldati
rano ed
il
una
volta che
il
li
giorno
usavano parole
impertinen-
tissime.
Sono
stati
morti e
feriti
tulli
li
similmente
s afflitta
restava da quarantacinque
,
pi di cento morti o
colonnello
di
de' migliori
reggimento del
li
Breche, non pi
morti
feriti; in
venticinque, tutti
moschet-
(1)
524
lieri, e
I)
F K S A
si
tuKi
stracchi in
poteva disporre di
feriti
loro.
Quasi
vecchia morii o
met morti o
forili.
Vennero
chiamar polvere,
della Fogliada
in occasione
di
mons
il
di
mons
Broglia,
simile
mons
posto,
come ne faranno
di
nella piazza
,
Sant'Andrea
la
mattina
Santo lacomo
cercato
molli capi
,
(in
di
Roasone,
di
monsignor
ci
Vernahel e d'altri
infinit di
capitani
soldati
del
vi
il
reggimento
monsignor d'Urf, ed
non
che
accorsero) che
spavento de'
di
sols
un spavento e
la
bisbiglio
di
loro
in
II
nemico, avvisato
dalle
momento
moal-
mento
per
armi gettate da
in
il
maggior
del
mondo, aver
il
faticato
le
soccorso
venuto, non
regn mai
(1)
un minuto
di ora. Il
che travagli
anche in modo
con
il
la soldatesca tutta,
alli
continuamente, non
soldati
il
non
si
voler servire al
Go-
vernatore
a qualche disordine
posti,
ritrovava essersi
come
a ricercare.
La breccia
tare a cavallo,
il
fatta di
cento e pi trabucchi
poteva mon-
difendesse; perso
(1)
Non
si
quiet mai.
525
nemico,
di capitolare col
ed io ne
il
il
Per
fortificare la breccia,
ha convenuto sguarnire
li
altri
posti e cos
per
il
bastione
la
,
in
modo che
li
due
restavano sguarni-ti,
porta di ferro e
le
mezzelune
fuora
la
che
in
una occasione
di assalto generale si
dubitava quasi pi
dir
come
a
il
Vostra
sergente
Altezza
il
capitano Quartieri,
il
conte di Sanfronte,
maggiore Sarchi.
Essersi
molle
in
campagna che
che
celli
la
;
che
d' infanteria
di
quattro
non
vi
ha nuova alcuna:
che raffredda
li
capitani
vecchi, e la citt
medesima,
di
poco ca-
si
manc
che
li
dal
Marchese
coda e
si
sta alla
batteva,
s
ben, che
non so per
qual strada
si
risapeva.
Insieme
correndo per
che
il
porta di Sant'An-
drea
il
Chiglie,
di
Roasone,
il
capitano Quartieri
non ve
era
tutti
unitamente dissero che non era serlasciar tagliare a pezzi tutta quella
si
ivi
dissero
che era
il
miglior nerbo
soldatesca di Vostra
Altezza,
il
non erano
tutti
li
officiali di
guerra
il
parere
526
di tulli; e cos,
DIFESA
accompagnalo dal capilan Quartieri
dalli altri signori officiali.
,
andai a
ritrovare
il
r istanza fattami
necessario
tezza
io
,
Mi
disse
che era
il
farlo, e
tutti
il
come
il
Onde
ritornalo
ed
capitano Evangelista
e discorrendo tra
,
fu da tulli
di tulli,
concluso essere
il
migliore
vi
il
capitano
Evangelista
la
perch
e che
vi
de'
si
Francesi non
lingua
non
Fu
Evange-
lista
camcome
si
da
s,
l'animo
di
Don Fedro,
con noi;
tulio ci ci
mancava,
dubitava che, conforme all'arroganza spagnola, non avesse pretensione oltre l'onesto e dovuto: e se
se
si
li
caric
che scoprisse
Altezza
tempo per avvisare Vostra correr voce che si andava per cadi
pitolare, e perci
soldati
si
pubblic
altramente.
li
officiali
insieme,
come da s, conforme all'istruzione datagli a bocca, aveva parlalo a Don Fedro, e che dopo il discorso del cambio de'prigioni, aveva molleggiato
(1)
la
resa della
,
ma
del
tempo non credeva sostenere. Ora sendosi scoperto l' animo si stim bene di mandarvi un cavaliere francese di Don Fedro e da lutti fu richiesto mons in compagnia dell' Evangelista della Verriera. N l' Evangelista voleva ritornare ma fu di nuovo instato da tulli e si disse alla Verriera che si deside,
rava la capitolazione
stalo, e che
si
di
Rinberg,
alla
quale disse
credo
esservi
S.
A.,o
tratsi
almeno
tare
sei.
Ed
questo istante,
fece di
mandare a
replicai
,
instarono di
mandare ancora
essi.
Io
li
che
(1)
assicurassero
527 che
il
negozio
senza
,
tulli
li
avvantaggi di tempo e
citt
,
non dubi-
Al che risposero, che desideravano loro capitoli a parie, per potersi servire in ogni tempo. Non mi parve bene che alcuno
di essi vi
andasse
clusione
onorate,
ma
intanto
si
dubitava che
mancamento
tempo,
il
il
il
di
la
capitolazione
si
port
avanti
un
come
la
si
domandava
fuori
che del tempo, qual mai averia volsuto concedere. Ora, sendo
il
li
importarci; attese
e vi condussero
tulli
li
con
li
capitoli
Armali da
Nel
del
medemo
d'
marchese
che meco
si
trovavano, ed
in pario
dissi
il
ticolare a
mons
Roason
non era
si
rompere
che
si
pregava, come soldati vecchi e venuti altre volte con tanto desiderio di servire a S. A., e che avevano visto e praticato assedi pi di
me
che mi dicessero
in
che
modo
;
di
conservare
ancora
la
cill e difendere
quella breccia
io
e se fosse alcuno
mi consiglierebbero
venturai avanti
tutti.
tulli,
mancamenti
suddetti
che non sapevano dare miglior parere del passato. In una sol cosa credo aver mancato a V. A. che non
:
di quei bastioni
di volont,
il
ma
mancamento
armi
,
perch
sendo
ivi
gridato
all'
corsi sopra
bastione di Sant'Andrea, ed
528
stelli
piedi
di
morirvi, e ne
il
della citt,
non
il
tro-
si
conte
di sacriGcarsi
morire
in servizio di
il
mi scacco
alli
rimostranza
li
mina,
Spa-
gnoli
si
sette
di sopra.
Dopo
il
soccorso
venuto,
si
mandai
erano
il
tre
messi a V. A.
due
ritirati in Vercelli },
come
ne far fede
il
conte
di
Sanfronte ed
le
lettere e spedirle; ed
tre volle, e
ammazzarlo, credendo
di
spavento
(2).
imprese
falle
contro
il
in
perdere
li
primi
che avessero
,
) ;
di pericolo s di
non aver mai quietato un'ora: ponno apertamente tutte queste cose far credere a V. A., che, se non fossi pi che stato
costretto dalle sopradelle necessit, e consiglialo e protestalo da
quelli col parer de' quali V. A.
di
gover-
meriti acquistati
nemico,
quando
(1)
in
modo basso,
il
di
morire; e
vale, che
(2)
autore
il
si f
cader morto
Trentino.
Cio: che
in
INDICE
DELLE
MATERIE CONTENUTE
IN
QUESTO VOLUME
DICHIARAZIONE
Di alccni Documenti per servibe alla Storia
DEGLI Amedei, VI
,
Ai Lettori
Pag.
11
menti
Progenie dei Garrone.
17
Tavole ge-
Amedei. Cure
cittadine. Morte
di
Felice. No-
Della Dichiarazione
Capo
I.
Amedeo V e
figliuoli
...
di
27
Cause
voia.
di
potenza e
d'
Sala
Vicariato imperiale.
Pace
di
Lombriasco,
Vecchie
liti
Ginevra.
Diritti
del
Vescovo Ginevrino.
del territorio di
Aroh. St.
IT.
I)
C E Amedeo
V.
Affari
Berna e Friburgo.
na.
contro
Borgbesia
di
Aimone
in
Berna.
Gelosia de'Fio-
Aimone
faceva
Savoia.
Capo
li.
Amedeo VI.
di
Pag.
di
50
Cure Ginevra,
Ludovico
Savoia e di
Amedeo Conte
di
tutori di
Amedeo.
di
vra. Educazione
lempo.
di
De
la
sposare
al pupillo
Borgogna, e
la
conduce
in
Savoia.
Inabilil di lei al
matrimonio, e conseguenze
Storia
una
lite
il
Guerra
in
Piemonte
contro
Distruzione di Savi-
Amedeo
poi
coi
Visconti.
tro
i
Spedizione
Amedeo
in pr de' Greci e
con-
Turchi.
burgo e Berna.
Faccenda
Tregua
di
col Visconti.
trio
Prudenza
di
Monferrato a
del Vi-
Galeazzo nelle
tra lui e
Savoia. Sentenza
sconte. Morte
di Secondolto.
monte per
deranza
di
le
Amedeo
Spedizione di
Amedeo
in Puglia-
Lettera
di Niccol
regina di Napoli.
Savoia. Nuovo
])
ICE
l'af-
Capo
III.
Amedeo VII
Masino.
Pag.
12:'.
Ostilit ai Conti di
Nuova guerra
Monla
Tolta
ai
Masino
supremazia d'Azeglio e
tomessi essi
la
stessi a Savoia.
cresciuta sotto
il
VII,
nel
1383.
Ademaro
del
Visconte in Piemonte.
Morte
Amedeo
suo governo.
Condizioni politiche e
civili
del
Piemonte
g. I.
^^^
1
Minore
la
eia di
Amedeo
in
o9
Continua
guerra viscontea
il
Piemonte
comincia
Principe d'Acaia.
di quelle
liti.
Nuovo AttiAcquisti
Bona
di
Borbone
madre
di
Amedeo.
Piemonte e
nel
Genevese.
Guerre
del Vallese.
Fortificazione di
Evian. Pace
coi Valligiani.
Notizie
Amedeo maggiore
Duca.
ITI
Prudenza sua
IX
e de' suc-
padre e dell'avo,
di
abbattere
mare
di
Lite di
Monferrato coll'Acaia.
dovi, e prende a
la
'''
Amedeo
per maritare
dote. Pace
di
tra
Conte
Savoia. Bont di Ludovico d'Acaia. Principii dello Stadio di Torino. Omaggio di Saluzzo acquistato da
Amedeo,
INDICE
Perseca-
Amedeo
Pag. 195
vescovo di Ginevra.
2.
Amedeo Duca
Signoria vasta di
Amedeo.
Trama
di
Ludovico
di
Chalon
lite
sottomette. Mire e
Amedeo
sopra Ginevra.
i
Lo
favorisce
il
Papa, ma
gii
resistono
Ginevrini.
col
Visconte Filippo
Maria.
Visconte.
Matrimonio
di
Maria
ai
figliuola di
Amedeo
col
Doni preziosi
Consulto di
lui
Amedeo
chiesto a
Politica
Thonon, e nuova
di
lega Ira
il
Visconte.
Amedeo con
Intervento di
Amedeo, che
del
finisce di rovinare
il
Marchese.
Fortune
Piemonte.
Speciali di Nizza, di
Torino. Misure
di polizia di
Nota im-
Di-
economiche
di
Amedeo
per
lo
Stato. Ame-
deo
si ritira
a Ripaglia.
S- III.
Luogotenenza di Ludovico
di
252
Amedeo.
il
suo
Impegno
al
marchese
Monferrato.
Trattative di
Amedeo con
straniero.
Ancora
di
Monferrato.
Nuova
lega tra
di
il
Visconte e
ferrato.
Amedeo.
Sfuma
il
Amarezza
del
marchese
Monfiglio
la
suo.
Costui e
figliuolo di
Amedeo pensano
alla
con-
quista di
Lombardia.
Studio
Torino e per
la
Chiesa; Concilio
cilio
il
di Basilea.
;
vi riesce.
ducato
al figliuolo.
INDICE
. lY.
5
Pag. 285
Riservasi
i Amedeo, Papa
di Felice.
Felice
Coronazione
Suoi aderenti.
alcune rendite di benefizi ecclesiastici. Francesco Sforza acconciasi con Alfonso re di Napoli.
ferti
Patimenti sof-
Lo
V.
Il
re di Francia avIo
la
verso
Concilio,
si
scisma.
Azioni
di
Felice V,
gli
Inquisizione
al
e riguardo
Ebrei.
papato.
di
questo
sopra
Amedeo.
308
Lega
tra
Ludovico e
il
Genova
e Lucca.
chessa. Ludovico
assalta
in
Friburghesi, e
oppressa.
Amministrazione sua
Polizia.
Appendice.
321
dal rac
Documenti
Camerali
326
329
Cenni
Avvertimento
Introduzione alla Cronaca
di
337
3-41
Casale
Gonzaga
343
344
347
Castello
6
II
INDICE
Duca d'Alva appresta gente per riavere
il
castello e la citt.
Pag.
MS
3S1
Nuova
consegnato
ai
al
Gonzaga
di cedergli
la
352
Prima intimazione
del
Gonzaga
cittadini
353
e del giureconsulto
. .
356 358
364-5
Casale
Nota dei
Comune
di
Casale
....
,
366
ed
occupare
riuscirvi
la libert
la
mezzi per
cit-
368
370
373
Lettera dell'Imperatore
al
Gonzaga
di
il
375
Capello
il
Marchese
di
Pescara e
.
il
Governatore
Il
di
Alessandria
i
377
Duca
di
Savoia favorisce
banditi di Casale
,
382
giudice tra
il
Gonzaga e
Casalaschi
Capitoli dell' oratore Cesareo
gli
il
388 396
401
assenti e
banditi
Denunzia
d'
Gonzaga
411
de' ribelli
4i6
419
42i
Sommissione
Gonzaga.
fuorusciti
428
433
Breve
di
Pio
gli ecclesiastici.
...
Documento
Ve al
Piemonte.
439
Presa di Golfonara
fatta dai
443
449
INDICE
Relazione dell' assedio di Vercelli.
Avverliraenlo
Pag. 455
Dedica
sto
di
di
Caluso, Colonello Go
.
vernatore
459
461 465
Mossa doppia
Vercelli
degli Spagnuoli
467
mura
della citt
475 482
Nuovi
aiuti giunti
486
498
501
Duca
di
la citt
503
509
Somma
Stremo
mo
dei difensori
risoluzione di resa
510
512
cittadini di Vercelli e
il
Toledo, perla
514
di qualit
morte e
nell'armata spagnuola
516
Nota
di
Caluso
Difesa di esso Caluso per la dedizione di Vercelli, da lui
518
me519
desimo
nuele
scritta e
mandata
al
Duca
di
Savoia, Carlo
Ema
ERRATA-CORRIGE
Duca,
leggasi Conte
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4.01
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