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CONGRESSO TOMISTA INTERNAZIONALE LUMANESIMO CRISTIANO NEL III MILLENIO: PROSPETTIVA DI TOMMASO DAQUINO ROMA, 21-25 settembre 2003

Pontificia Academia di San Tommaso Societ Internazionale Tommaso dAquino

Lumanesimo filosofico di S. Tommaso e il rinnovamento della Metafisica 1


Battista Mondin, S.X.
On the present occasion I shall deal with three basic aspects of St. Thomas humanism: 1) humanism in its historical meaning; 2) humanism in its anthropological meaning; 3) humanism in its metaphysical meaning. From the historical point of view St. Thomas may be called a humanist and a forerunner of the humanists both because he has a highly positive concept of man, much more positive than many of his contemporaries; and because with his new evaluation of Aristotle he substantially contributed to the return of Europe to the Greek culture. From the anthropological point of view, St. Thomas elaborates a new anthropology which is truly humanistic, in the sense that he presents an integral view of man, endowed with body and soul, intellect and will, dominus sui and compos sui. St. Thomas humanism is a personalistic humanism: the greatness of man derives from the fact that he is a person, which is the highest perfection in nature. From the metaphysical point of view, St. Thomas humanism may be called a metaphysical humanism, since his metaphysics is certainly a metaphysics of being, but at the same time is a metaphysics of man: it is an ascent of man to the First Being, God.

Questa relazione si propone di illustrare tre aspetti fondamentali dellumanesimo di S. Tommaso: il primo riguarda lumanesimo inteso in senso storico; il secondo riguarda lumanesimo inteso in senso antropologico; il terzo riguarda lumanesimo inteso in senso metafisico.

1. Lumanesimo in senso storico Per umanesimo storicamente si intende quel vasto movimento spirituale che ha inizio in Italia nel senso XV (con Ficino, Pico della Mirandola, Valla, Machiavelli ecc.) e che nel secolo successivo si espande a tutto il continente europeo. Due sono le caratteristiche principali dellumanesimo: una concezione altamente positiva delluomo e il ritorno alla classicit greco-romana intesa come modello di una cultura che aveva avuto questo alto concetto delluomo. Lumanesimo consiste essenzialmente nello sforzo di sollevare la dignit dello spirito umano e di rimetterlo in valore richiamandosi allantichit classica greca e romana. Ci che definisce lumanesimo innanzitutto la
Roma, Pontificia Universit di San Tommaso Angelicum, luned 22 settembre 2003.
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rivalutazione della grecit: in primo luogo della grecit letteraria, ossia della lingua e dello stile greco, ma allo stesso tempo, della visione greca delluomo: e sotto limpero della teologia. Lumanesimo concepisce luomo come microcosmo, come copula mundi posto al centro delluniverso, plasmatore e fondatore di se stesso2 . S. Tommaso pu dirsi umanista e precursore degli umanisti sia perch ha un concetto altamente positivo delluomo, decisamente molto pi positivo di quello dei suoi contemporanei sia perch promosse il ritorno alla cultura greca con una sostanziale rivalutazione di Aristotele. S. Tommaso universalmente noto come il Doctor communis, come il teologo ufficiale della Chiesa cattolica; meno nota la sua figura di grandissimo filosofo, creatore di una nuova metafisica, e ancora meno conosciuta la sua posizione di autorevolissimo commentatore di Aristotele. Eppure la sua importanza come commentatore di Aristotele talmente grande che gi per questo fatto egli si assicurerebbe un posto di primordine nella storia della filosofia. Si trattava in effetti di una sfida decisiva: quella di contrapporre ai commenti di Averro allora di moda in tutte le universit, commenti decisamente troppo letterali che rendevano Aristotele incompatibile con la fede cristiana, un commento pi moderato che si attenesse pi allo spirito che alla lettera. S. Tommaso raccolse il guanto della sfida e nel breve arco di sei anni (1267-1273) comment alla lettera quasi lintero Corpus aristotelico. Si tratta di un lavoro davvero colossale, che soltanto un genio come S. Tommaso che aveva una profonda padronanza del vasto campo della filosofia ed una grande familiarit con gli scritti aristotelici poteva effettuare. I suoi commenti letterali si caratterizzano per una straordinaria chiarezza e lucidit, per una singolare fedelt al testo aristotelico, e per un ordine davvero impressionante. Il testo viene trattato con un rispetto assoluto, come se si trattasse di una redazione praticamente infallibile. La nuova esegesi di Aristotele, proposta da S. Tommaso, raccolse consensi unanimi in tutti i tempi. Alberto Magno riconobbe che lesegesi letterale di S. Tommaso era molto migliore delle sue parafrasi. In poco tempo i commenti dellAngelico presero il posto di quelli di Averro e, tra i l atini, egli si guadagn il titolo di commentator noster. Anche i commentatori moderni della Metafisica di Aristotele (Jaeger, Ros, Reale) riconoscono valide le linee interpretative dellAquinate, il quale sopperiva con il suo genio speculativo e con la sua conoscenza globale del pensiero di Aristotele alla sua ignoranza della lingua originale in cui erano stati scritti i testi.
Pico della Mirandola

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2. Lumanesimo in senso antropologico Lumanesimo di S. Tommaso acquista le sue piene dimensioni nella visione che egli ha delluomo. Quello del Dottore Angelico non un uomo dimezzato ma un uomo integro e completo, dotato di anima e corpo, di intelletto e volont, sovrano di se stesso, dominus sui e compos sui. LAngelico concepisce luomo come uno spirito incarnato: egli il pi piccolo nella gerarchia degli spiriti, perch in grado di svolgere le attivit dello spirito, intendere e volere, solamente grazie al corpo. San Tommaso ha un concetto altamente positivo della corporeit. Il corpo non la prigione dellanima, ma la materia di cui lanima la forma, la potenza di cui lanima latto, la carne a cui lanima comunica la vita. In virt del corpo, luomo possiede ed esercita la sessualit, occupa un posto nello spazio e nel tempo, svolge tutte le attivit culturali ed artistiche, confeziona i suoi vestiti, costruisce case, ponti, castelli, cattedrali, scrive libri, usa il computer, naviga sullinternet ecc. Contro la tendenza della cultura medievale che, sotto linflusso del manachesimo, vedeva nel corpo un nemico dellanima, S. Tommaso considera il corpo cos necessario allanima, che questa da sola, ancorch in grado di sussistere per conto proprio, non persona. Su questo si fonda la tesi tomista dellunione sostanziale tra anima e corpo. Lanima e il corpo non sono due sostanze complete, unite in modo accidentale come, seguendo Agostino, affermavano quasi tutti i contemporanei di S. Tommaso, ma due sostanze incomplete (come la materia e la forma), unite tra loro cos profondamente tanto da formare ununica sostanza. Lunione sostanziale dovuta allunicit dellactus essendi , che atto primieramente dellanima e che comunicato al corpo dallanima stessa. Nella dottrina tomistica sulluomo e sui rapporti tra anima e corpo c moltissimo Aristotele, ma ci sono anche due importanti novit: una riguarda lintelletto agente e laltra riguarda lanima. Contro Averro e molti altri commentatori di Aristotele che vedevano nellintelletto una sostanza separata che trasmetteva le idee alle singole anime, San Tommaso sostiene che lintelletto, facendo parte dellessenza della natura umana, necessariamente una facolt personale che ogni uomo possiede ed esercita per conto proprio. Riguardo allanima, Aristotele non era riuscito a chiarire se essa sia mortale oppure immortale, se cio, in quanto forma del corpo essa sia necessariamente legata alle sorti del corpo. San Tommaso elimina questa incertezza, assegnando allanima un proprio atto dessere: si tratta di un atto dessere che la rende partecipe del mondo dello spirito (come voleva Platone) e che la mette al riparo dalla morte, rendendola immortale.

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Quello di San Tommaso un umanesimo personalistico e non socialistico. Infatti tutta la grandezza delluomo gli deriva dal fatto dessere persona, non dalla sua appartenenza a questa o a quellaltra societ. La persona, secondo lAngelico, quanto di pi perfetto esiste nelluniverso: Persona significat id quod est perfectissimum in tota natura, scilicet substantia in natura rationali 3 . Non lastratta ragione o la natura umana in generale, ma la ragione e la natura possedute da un essere in concreto, sussistente grazie ad un proprio actus essendi , fa la dignit irriducibile della persona umana, che possiede has carnes et haec ossa et hanc animam, quae sunt principia individuantia hominem4 . Cos San Tommaso pu legittimamente sostenere che il modo di esistere che comporta la persona il pi degno di tutti, essendo ci che esiste per s5 .

3. Umanesimo in senso metafisico Ci chiediamo anzitutto: si pu parlare di umanesimo in senso metafisico? Che rapporto c tra lumanesimo e la metafisica? Non forse lumanesimo una concezione cos esclusivamente centrata sulluomo da escludere qualsiasi metafisica? Anche se vero che storicamente lumanesimo sfociato nella morte della metafisica, di fatto considerato in se stesso un umanesimo autentico essenzialmente solidale con la metafisica. Infatti luomo un animale metafisico: in tutto ci che fa, pensa, agisce, desidera egli si autotrascende continuamente, va oltre se stesso, si spinge verso linfinito. La trascendenza fa parte dellessenza stessa delluomo. Quindi la metafisica umanistica non solo perch la pi alta, la pi speculativa delle sue operazioni, ma anche perch un procedimento con cui partendo dal mondo e dalluomo, questi comincia la seconda navigazione e raggiunge il principio primo del proprio essere. Ora ci domandiamo: la filosofia di S. Tommaso possiede anche una caratura metafisica e di che metafisica si tratta? Abbiamo visto che S. Tommaso un grandissimo teologo ed un grandissimo esegeta sia della S. Scrittura sia di Aristotele. Ora intendiamo

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S. Theol, I, 28, 3 Ivi, I, 29, 4 De potentia 9, 4

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dimostrare che egli anche un grandissimo filosofo e pi precisamente un grandissimo metafisico. Com noto fino agli anni quaranta del secolo XX a S. Tommaso non si riconosceva nessuna originalit in sede metafisica. In campo filosofico il suo unico merito sarebbe stato quello di avere sostituito nellapprofondimento dei dogmi la metafisica di Platone con la metafisica di Aristotele. Poi per merito soprattutto di Fabro, Gilson e Maritain si scopr che S. Tommaso lautore di una metafisica originalissima, fondata sullessere inteso come atto ( esse ut actus) e non semplicemente come attualit o semplice presenza. Nella mia ultima opera: La metafisica di S. Tommaso e i suoi interpreti (ESD, Bologna 2002), nelle prime duecento pagine illustro le venti principali interpretazioni che sono state date nel secolo XX della metafisica di S. Tommaso; poi nelle successive trecento pagine offro la mia ricostruzione rigorosa e sistematica dellintera metafisica dellessere. In che cosa consiste loriginalit della mia interpretazione rispetto alle precedenti interpretazioni della metafisica dellessere? Sta nella rigorizzazione della struttura dellimpianto tutto intero della metafisica di S. Tommaso. Non mi limito ad affermare lassoluta originalit del concetto fondativo della metafisica, lactus essendi, facendo vedere la profonda diversit del concetto tomistico rispetto ai concetti di Parmenide, Aristotele, Avicenna, Suarez e Heidegger, e ad identificare lactus essendi preso in tutta la sua pienezza con Dio come hanno fatto Fabro, Gilson e De Raeymaeker, ma mostro lestrema fecondit che il concetto intensivo dellessere ha per tutta la metafisica. Anzitutto il concetto intensivo rinnova i principi stessi della metafisica: i principi di identit, di non contraddizione e di causalit sono riletti da S. Tommaso in chiave ontologica: si tratta dellidentit dellessere con se stesso, della non contraddizione dellessere con se stesso, della efficienza o causalit dellessere. In secondo luogo il concetto intensivo dellessere rinnova sostanzialmente la seconda navigazione. Il passaggio dal contingente allassoluto, dal finito allinfinito, dal temporale alleterno, dal molteplice alluno non compiuto da S. Tommaso attraverso le classiche cinque vie, che non sono vie inventate da S. Tommaso ma riprese da Platone, Aristotele e

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Avicenna ma partendo dalla composizione reale di essenza e atto dessere negli enti, oppure dalla partecipazione dellente allessere oppure dalla gradazione della perfezione dellessere negli enti. La metafisica consiste essenzialmente nella seconda navigazione e S. Tommaso compie coerentemente questa navigazione, questo passaggio radicale da questo mondo allaltro mondo percorrendo le tre vie ontologiche di cui si detto. In terzo luogo la metafisica dellessere rinnova radicalmente il quadro dellessenza e degli attributi di Dio, rileggendolo alla luce della perfezione dellessere una perfezione che d un senso nuovo allessenza, allunit, alla bont, alla verit, alla bellezza, allinfinit, alla potenza ecc. di Dio. Anche la metafisica discendente viene rinnovata: la creazione e la conservazione sono intese come comunicazione e come partecipazione dellessere agli enti. Viene pure rinnovata linterpretazione del linguaggio metafisico che non viene pi inteso attraverso lanalogia di proporzionalit bens attraverso lanalogia di attribuzione intrinseca ossia come somiglianza partecipativa secundum prius et posterius. Questa in sintesi loriginalit della mia interpretazione della metafisica dellessere di S. Tommaso. Passiamo ora a vedere maggiormente in dettaglio la struttura della metafisica tommasiana. I punti essenziali della nuova metafisica dellessere sono cinque: - lintuizione della perfezione assoluta dellessere; - la distinzione ontologica tra gli enti e lessere; - la distinzione reale tra essenza e atto dellessere negli enti; - la risoluzione degli enti nellessere sussistente; - la descrizione di Dio come Esse ipsum subsistens, come causa suprema e ultima dogni ente. 1. Lintuizione della perfezione assoluta dellessere Maritain osserva che alla base dogni metafisica c una intuizione geniale: unintuizione potente, grandiosa, globale della realt: una intuizione radiosa che fa vedere tutte le cose sotto una luce singolare fortemente esplicativa. Cos per Parmenide lintuizione dellessere, per Platone delle idee, per Aristotele dellatto e potenza, per Plotino delluno, per Cartesio dellinfinito,

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per Spinosa della sostanza, per Leibniz della monade, per Kant dei giudizi sintetici a priori ecc. Per S. Tommaso lintuizione filosofica fondamentale quella dellessere, inteso in senso forte, intensivo. Che questo sia un concetto nuovo, esclusivo di S. Tommaso, risulta dal linguaggio nuovo, inusitato, che egli adopera quando parla dellessere. Ecco come egli canta la perfezione dellessere che ha abbagliato la sua mente: Fra tutte le cose lessere la pi perfetta6 . Allessere non si pu mai aggiungere nulla che gli sia estraneo, poich nulla gli estraneo tranne il non-essere, il quale non pu essere n forma n materia7 . Lessere pi nobile di tutte le cose che accompagnano lessere. Perci, in assoluto, pi nobile anche del conoscere, se pur fosse possibile concepire il conoscere senza lessere. Quindi ci che sta pi in alto nellordine dellessere sta pi in alto anche in qualsiasi altro ordine 8 . Ci che in qualsiasi effetto maggiormente perfetto lessere; q ualsiasi natura o forma acquista perfezione per il fatto che dotata dellatto dellessere9 . Lessere il fine ultimo dogni azione 10 . Lessere latto dellente () come il brillare latto di ci che brilla11 . Lessere lattualit di ogni atto e quindi la perfezione di ogni perfezione 12 . La nobilt dogni cosa dipende dal suo essere 13 . Pertanto, per S. Tommaso, la metafisica indagine intorno allessere dellente o, che lo stesso, indagine intorno allente in quanto essere. Ma dellessere concepito in modo del tutto singolare, concepito cio intensivamente o in senso forte, come fonte da cui irradia e in cui si consuma ogni realt e ogni perfezione, e non dallessere inteso come idea astratta, genericissima, che esprime il minimo di perfezione cio lesse commune. 2. La distinzione ontologica tra ente ed essere Ente ed essere non sono la stessa cosa. Preso come termine chiave della metafisica dellessere, ente dice la totalit di una cosa, non una sua parte (lessenza, la materia, la forma ecc.). Tuttavia, come suggerisce lorigine stessa del termine (ens trae origine da esse),
De potentia 7, 2 ad 9; Attraverso lessere lente sussiste nella specie De veritate 21 a. 1 in c. 7 Ibid. 8 In I Sent. d. 17, 1, 2 ad 3 9 C. Gent. III, 56 10 Subst. sep. 7, 16 11 Ibid. 16 12 De pot. 7, 2 ad 9 13 C. Gent. I, 56
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ente connota in modo particolare il suo rapporto con lessere: ente ci che ha lessere (quod habet esse)14 , o, pi precisamente, ci che partecipa allessere (quod participat esse)15 . E poich lessere si caratterizza sempre come atto, lente pu essere definito anche come essere in atto ( ens dicit aliquid proprie esse in 16 actu) . Lente ci che ha lessere: ha quindi un rapporto essenziale con lessere; senza lessere lente non nulla: lepifania dellessere; ma lente non si identifica con lessere; esso si distingue ontologicamente dallessere. Solo lessere si identifica con se stesso, ed allo stesso tempo il sole che irradia la sua luce sugli enti. Latto primo lessere sussistente per conto proprio. Perci ad ogni cosa riceve lultimo completamente mediante la partecipazione allessere. Quindi lessere il completamento dogni forma. Infatti la forma arriva alla completezza solo quando ha lessere.17 Lessere veramente lattualit dogni forma o natura, latto primo e ultimo dogni ente. E latto ultimo perch lessere attua lente che esso presuppone logicamente costituito nella sua concreta singolarit (la quale abbraccia sia i principi sostanziali che accidentali); quindi nellordine formale, esso viene per ultimo e col suo sopravvenire pone in atto tutto quanto entra nella costituzione dellente e che prima del suo avvento era ancora rinchiuso nel regno del non essere. Lessere inoltre atto primo, perch lente acquista attualit proprio grazie allessere. Lessere sta quindi al fondo della realt dellente e la sostiene in tutti i suoi momenti, modalit e forme. Lessere veramente la perfezione assoluta, la radice dogni altra perfezione, infatti spetta allessere non soltanto di costituire gli enti nellordine degli essenti, ma anche di dar loro tutto ci che hanno come realt esistenti. Lessere quindi ci che c di realmente pi perfetto, anzi il fondamento ed il completamento di tutte le perfezioni, le quali si rivelano cos come partecipazioni allessere, come sue facciate. Nella linea ontologica lessere anche il supremo valore: lessere che conferisce realt ad ogni altro valore. Leccellenza dellessere risulta proprio da questo fatto che mentre nessunaltra perfezione e nessun altro valore sono concepibili come effettivi, cio reali, senza che partecipino allessere, lessere invece concepibile anche senza che partecipi ad altre perfezioni: concepibile a se stante, come sussistente.
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I Sent. 37, q. 1, a.1 sol S. Theol. I, 4, 2 ad 3 S. Theol. I, 5, 1 Quodl. XII, 5, 1

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Infine, lessere, come afferma S. Tommaso, ci che nellente maggiormente intimo e profondo: Nellente lelemento pi intimo lessere; dopo lessere (rispetto allintimit) viene la forma, grazie alla cui mediazione lente possiede lessere, infine viene la materia, che costituendo il fondamento della cosa, si trova tuttavia pi distante dallessere della cosa di qualsiasi altro elemento18 . Nella trama costitutiva dellente, nel suo sviluppo e nel suo completamento tutto procede dallessere: lente si forma grazie allessere, si muove nellessere e fa ritorno allessere. 3. La distinzione reale tra lessenza e latto dellessere negli enti
La seconda intuizione fondamentale che contrassegna la metafisica di S. Tommaso riguarda la distinzione reale tra lessenza e latto dessere. Secondo il Dottore Angelico tra essenza ed essere non c soltanto una distinzione logica: essenza e essere non sono soltanto due punti di vista diversi riguardo allente, ma sono due elementi realmente distinti, che uniti danno origine allente.

Che gli enti siano composti di due o pi elementi una verit riconosciuta da quasi tutti i filosofi. Ma per chi non ha un concetto intensivo dellessere, la composizione riguarda sempre lessenza: essa sempre costituita di un elemento materiale e di un elemento formale. Cos tutti gli scolastici allinfuori di S. Tommaso affermano che lessenza degli angeli costituita dalla forma individuale e da una materia sottilissima. S. Tommaso invece vede nellessenza pura e d immateriale degli angeli la ragione ultima della delimitazione del loro essere. Le essenze, spiega S. Tommaso, sono come dei recipienti e contengono tanto di essere quanto ne comporta la loro capacit; viceversa lessere si trova negli enti secondo la misura della loro capacit. Lessere scrive S. Tommaso che in se stesso infinito pu essere partecipato da infiniti enti e in infiniti modi. Se dunque lessere di qualche ente finito, bisogna che esso sia limitato da qualche altra cosa, che sia in u na certa guisa presente nellente come suo principio 19 . Tale il ruolo dellessenza. Daltronde le cose non si possono distinguere le une dalle altre in ragione dellessere che comune a tutte. Perci se differiscono realmente tra loro bisogna o che lessere stesso sia specificato da alcune differenze aggiunge, in maniera che cose diverse abbiano un essere specificamente diverso, oppure che le cose differiscano, perch lo stesso essere compete a nature specificamente diverse. Il primo caso impossibile, perch allessere non si pu fare aggiunta in quel modo con cui si aggiunge la differenza specifica al genere. Bisogner allora ammettere che le cose
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De natura accidentis c. 1 C. Gent. I, 43

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differiscono a cagione delle loro diverse nature, per le quali si acquista lessere in modi diversi20 . Essenza e atto dessere sono realmente distinti perch si comportano come atto e potenza: lessenza la potenza e lessere latto. Ma osserva S. Tommaso, altro il comportamento dellatto e della potenza nel caso della materia e della forma e altro il comportamento nel caso dellessenza e dellessere. Infatti negli esseri composti di materia e forma, si dice che la forma sia principio dellessere perch il complemento della sostanza, il cui atto lessere stesso (). Perci negli enti composti di materia e forma, sia la materia sia la forma non si possono dire n essenza n essere (). Invece nelle sostanze intellettuali o separate, che non sono composte di materia e forma, ma la stessa forma in esse sostanza sussistente, la forma ci che esiste; mentre lessere sia atto sia ci per cui la forma esiste. Per questo motivo vi in esse la sola composizione di atto e potenza, composizione che risulta dallessenza e dallessere, e da alcuni viene detta anche da ci che ed essere 21 . La distinzione reale tra essenza e atto dellessere negli enti una intuizione che corre parallela allintuizione originaria dellessere intensivo. Chi non possiede questa non possiede neppure quella. Ed comunque una intuizione che nella metafisica dellessere riveste somma importanza, perch ci che garantisce il passaggio dagli enti finiti allEssere sussistente, ossia la seconda navigazione. 4. La risoluzione degli enti nellEssere sussistente
La distinzione e la composizione reale la ragione ultima della contingenza dellente. Lente contingente perch ha lessere, perch partecipa allessere. Lessere non di sua propriet, lente non ha nessun diritto di essere: pu avere lessere ma pu anche perderlo.

La contingenza solleva la questione dellorigine dellente e impone la ricerca del suo ultimo fondamento. S. Tommaso traccia tre vie per risolvere il problema dellorigine degli enti: sono tre direttissime che conducono lente alla sua radice ultima, lEssere stesso: sono le vie della partecipazione, della composizione reale e dei gradi della perfezione dellessere negli enti.

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Ivi I, 26 C. Gent. II, 54

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a) La via della partecipazione Assumendo come punto di partenza la partecipazione S. Tommaso realizza lascesa cos: Tutto ci che qualcosa per partecipazione rimanda ad un altro che sia la stessa cosa per essenza come a suo principio supremo. Per esempio, tutte le cose calde per partecipazione si riducono al fuoco il quale caldo per essenza. Ora, dato che tutte le cose che sono partecipano allessere e sono enti per partecipazione, occorre che in cima a tutte le cose ci sia qualcosa che sia essere in virt della sua stessa essenza, ossia che la sua essenza sia lessere stesso. Questa cosa Dio, il quale causa sufficientissima, degnissima e perfettissima di tutte le cose: da Lui tutte le cose che esistono partecipano allessere 22 . b) La via della composizione Muovendo dal fenomeno della composizione dellente, il quale sempre costituito da due elementi distinti, lessenza e latto dessere, S. Tommaso imposta la risoluzione cos: E necessario che ogni cosa in cui lessere diverso dalla sua essenza, abbia lessere da un altro. E poich tutto ci che in virt di un altro esige come causa prima ci che per s, vi devessere qualche cosa che sia causa dellessere in tutte le altre, appunto perch essa soltanto essere; diversamente si andrebbe allinfinito nelle cause, avendo ogni cosa, che non solo essere, una causa, come s visto. E dunque evidente che lintelligenza forma ed essere e che ha lessere dal primo ente che solo lessere, e questo ente la causa prima, e cio Dio 23 . c) La via dei gradi della perfezione dellessere Assumendo, infine, come fenomeno di partenza la gradualit della perfezione dellessere negli enti, S. Tommaso oprea la scalata allessere stesso nel modo seguente: Lessere presente in tutte le cose, in alcune, in modo pi perfetto, in altre in modo meno perfetto; per non mai presente in modo cos perfetto da identificarsi con la loro essenza, altrimenti lessere farebbe parte della definizione dellessenza di ogni cosa, il che evidentemente falso, giacch lessenza di qualsiasi cosa concepibile anche prescindendo dallessere. Pertanto occorre concludere che le cose ricevono lessere da altri e (regredendo nella serie delle cause) necessita che si arrivi a qualche cosa la cui essenza sia costituita dallessere stesso, altrimenti si dovrebbe andare indietro allinfinito. E ci colui che d lessere ad ogni cosa, cio Dio 24 . La risoluzione degli enti nellEssere stesso una dimostrazione dellesistenza di Dio. Infatti lEsse ipsum subsistens a cui si giunge per le vie della partecipazione, della composizione e della gradazione non altri che Dio, il

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In Evang. Joan., Prol., n. 5 De ente et essentia IV, n. 27 In II Sent. d. 1, q. 1, a. 1

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quale, dice S. Tommaso, causa sufficientissima, degnissima e perfettissima dogni cosa. A proposito di questa singolare prova dellesistenza di Dio dobbiamo fare alcune osservazioni. Notiamo anzitutto che questa prova stata disattesa da tutti gli studiosi di S. Tommaso, non solo dagli antichi commentatori ma anche dai tomisti del secolo XX, persino da coloro che hanno scoperto loriginalit assoluta della sua metafisica dellessere. Non ne fanno parola n Gilson, n Fabro, n Maritain. Riguardo allesistenza di Dio tutti gli studiosi concentrano la loro attenzione sulle famosissime Cinque Vie. Ora noto che nessuna di queste vie di S. Tommaso. Nella Summa theologiae egli si accontenta di elencare alcune delle vie pi tradizionali e pi note. Di fatto le prime due vie risalgono ad Aristotele, la terza a Maimonide ed Avicenna, la quarta e la quinta sono di stampo platonico. Elenchi pi o meno simili a quello di S. Tommaso si trovano anche in Maimonide, in Alberto Magno, in Bonaventura e in altri autori del secolo XIII25 . Ma S. Tommaso anche lautore di una propria via, la via dellessere: senza questa via, non avremmo nessuna metafisica dellessere ma soltanto della fenomenologia degli enti. Sarebbe inoltre sorprendente che possedendo una nuova intuizione dellessere, idea potentissima, fulgidissima e fecondissima, lAngelico non avesse trovato in essa la scala per risalire a Dio. La grandezza di un filosofo dipende dalla grandezza della sua intuizione di partenza, che la finestra attraverso la quale egli guarda alla realt; ed proprio da quella finestra che egli vede Dio. In tutte le metafisiche il discorso sullesistenza di Dio viene logicamente e coerentemente raccordato con lidea centrale che ha conquistato la mente di un pensatore. Cos, per es., se lidea centrale il divenire, come per Aristotele, allora lesistenza di Dio viene argomentata a partire dal divenire; se lidea centrale la verit, come in Agostino, allora lesistenza di Dio viene argomentata a partire dalla verit; se lidea centrale la sostanza, come in Spinosa, allora lesistenza di Dio viene argomentata a partire dalla sostanza; se
Cfr F. VAN STEENBERGHEN, Le problme de lexistence de Dieu dans les crits de S. Thomas dAquin, Louvani 1980
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lidea centrale linfinit come in Cartesio allora lesistenza di Dio viene argomentata a partire della infinit ecc. S. Tommaso, che stato folgorato dallidea dellessere, fa altrettanto: in rapporto alla perfezione dellessere, plesso di tutte le perfezioni e fondamento di ogni realt che egli propone il suo argomento dellesistenza di Dio. Ed chiaramente un argomento di tipo ontologico, anzi a ben guardare, lunico argomento a cui si addice letteralmente questa denominazione, in quanto il suo discorso tutto centrato sullessere e conduce a Dio mediante un accurato esame dei rapporti degli enti con lessere. Diversamente dalla prova ontologica di S. Anselmo che una prova a priori , che ricava leistenza di Dio direttamente dalla definizione della sua essenza, la prova tomistica a posteriori : dallesame del rapporto degli enti con lessere, che un rapporto di partecipazione, di composizione e di gradualit. Cos la partecipazione, la composizione e la gradazione si configurano come tre modalit dellascesa di Dio percorrendo la via dellessere. Movendo dal concetto di essere-perfezione assoluta e inglobante, e dallesperienza della partecipazione, della composizione e gradualit della perfezione dellessere negli enti, S. Tommaso elabora la sua prova ontologica dellesistenza di Dio, visto come Esse ipsum subsistens. 5. La descrizione di Dio come Esse ipsum subsistens
Raggiunto Dio attraverso la via ontologica S. Tommaso cerca di descrivere la sua natura, e lo fa guardando a Dio attraverso la finestra dellessere. Questa prospettiva gli consente di definire meglio gli attributi di Dio e le sue operazioni.

Individuata nellessere stesso lessenza di Dio, S. Tommaso si trova nelle mani un criterio validissimo per distinguere quali attributi appartengono a Dio necessariamente e quali no. E un criterio di una mirabile semplicit. In poche parole si tratta di questo: poich Dio lEsse ipsum subsistens, Gli si possono attribuire soltanto le perfezioni che appartengono allessere in quanto essere sussistente, ossia quelle perfezioni alle quali lessere non pu mai rinunciare, anche quando svincolato dalle condizioni della materialit, della mutevolezza, della temporalit ecc. E evidente infatti che certe perfezioni che riscontriamo negli enti, non si fondano sullessere stesso, ma esclusivamente sulla loro essenza. Per es., lodore, il colore, il movimento sono tutte perfezioni che si realizzano in enti che sono essenzialmente dotati di materia e di estensione. Queste perfezioni che S. Tommaso chiama perfezioni miste, non possono essere attribuite a Dio, poich non si fondano sullessere stesso. Invece, perfezioni semplici quali la bont, la conoscenza, la vita, la libert, la bellezza e molte altre ancora, non richiedono condizioni particolari per esistere, ma p. 13

BATTISTA MONDIN, Lumanesimo filosofico di San Tommaso e il rinnovamento della metafisica

risultano dallessere stesso. Per questo esse possono far parte di una determinata essenza, ma senza esaurirsi in essa perch la loro fonte lessere. Sono queste le perfezioni che costituiscono gli attributi divini. Riassumendo, il criterio di S. Tommaso per stabilire gli attributi di Dio il seguente: si prende una perfezione, la si confronta con lessere; si controlla se si fonda sullessere stesso o se invece ottiene lessere solo quando si incarna in una determinata essenza. Nel primo caso ci si trova di fronte ad un attributo di Dio, nel secondo no. I principali attributi che S. Tommaso ottiene con questo criterio sono i seguenti: semplicit, infinit, perfezione, immutabilit, eternit, onnipresenza, unicit, verit, bont, bellezza. Citiamo, come esempio di questa lettura ontologica degli attributi divini quanto egli scrive a proposito dellattributo della semplicit. Ecco il testo: Colui che conferisce lessere a tutti gli altri, per quanto concerne lessere stesso non pu dipendere da nessun altro; infatti chi per esistere dipende da un altro, deve ricevere lessere da lui, e non pu certamente essere colui che d lessere a tutti gli altri. Ma Dio colui che conferisce lessere a tutti; quindi il suo essere non dipende da altri. Ma lessere dogni composto dipende dai suoi componenti: togliendo i componenti viene meno il composto sia come idea sia come cosa. Quindi Dio non composto. Inoltre, colui che il principio primo dellessere lo possiede in modo eccellentissimo, perch ogni cosa presente in maniera pi eccellente nella causa che nel causato. Ma il modo pi eccellente di possedere lessere quello per cui una cosa identica allessere. Quindi Dio lessere, mentre nessun composto lessere, perch il suo essere dipende dai componenti e nessuno dei componenti lessere stesso. Dunque Dio non composto. Ci devessere ammesso assolutamente 26 . Anche le divine operazioni sono interpretate da S. Tommaso come operazioni ontologiche. Cos la creazione definita come una chiamata allessere dal nulla o come partecipazione e comunicazione della perfezione dellessere alle creature. Cos risulta che il primo effetto prodotto da Dio nelle cose lessere stesso perch tutti gli altri effetti lo presuppongono e su di esso si fondano27 . Quanto poi al concorso divino e alla provvidenza sono le operazioni con cui Dio preserva le creature nellessere.

26 27

In I Sent. 8, 4, 1 Comp. theol. c. 68

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Congreso Tomista Internazionale

Conclusione Abbiamo cos evidenziato i pilastri portanti del grandioso edificio metafisico costruito da S. Tommaso. La sua una metafisica forte, attuazione piena di quella sophia divina gi chiaramente delineata da Aristotele28 . Come giustamente afferma la Fides et ratio la metafisica dellessere non una metafisica astratta come le metafisiche delle essenze e delle idee ma una metafisica concreta ed esistenziale: la filosofia dellessere nel quadro della tradizione metafisica cristiana, una filosofia dinamica che vede la realt nelle sue strutture ontologiche, causali e comunicative. Essa trova la sua forza e perennit nel fatto di fondarsi sullatto stesso dellessere, che permette lapertura piena e globale verso tutta la realt, oltrepassando ogni limite fino a raggiungere Colui che a tutto dona compimento (n. 97). Di questa metafisica forte oggi c urgentissimo bisogno. La lunga stagione dellagnosticismo metafisico e del pensiero debole finita. La ragione non pu pi continuare a darsi alla latitanza. E giunto il momento di uscire dalla caverna e di rivedere i raggi luminosi della realt dellessere, raggi che scendono dallEsse ipsum subsistens, Dio, che anche sommo atto damore, perch in Dio essere e amore coincidono.

Di qui limportanza perenne del tomismo. Come osserva Gilson vero che esso stato formulato nel XIII secolo, ma le conclusioni filosofiche alle quali si perviene dipendono esclusivamente dai principi da cui si parte, non dallepoca in cui si decide di partire da quei principi. I principi in s non hanno una data; una volta che sono stati concepiti si trovano fuori dal tempo (E. GILSON, Ltre et lessence, Paris, 1962, p. 325).
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