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Sommario.
Appare cosa naturale e scontata emanare norme e provvedimenti volti all’attuazione d'interventi
che incrementino la sicurezza quando si vengono a trattare sostanze di per sé classificabili come
pericolose per le proprie caratteristiche, come nel caso dei gas infiammabili.
Da diversi decenni il campo delle apparecchiature elettriche destinate ad operare nelle
atmosfere potenzialmente esplosive per la presenza di gas è coperto da una normativa specifica
e da una consolidata attività di certificazione. I relativi aspetti sono quindi ormai assimilati dagli
operatori del settore.
Meno ovvio risulta immaginare situazioni di pericolo quando le sostanze trattate, per
caratteristiche intrinseche, non siano pericolose, come ad esempio le farine alimentari, e quando
le apparecchiature interessate dall’atmosfera potenzialmente esplosiva non siano elettriche.
Le direttive ATEX, operanti con valore cogente ormai da un anno, hanno contribuito a colmare
questa lacuna.
Il presente articolo riassume l’argomento delle direttive ATEX in modo schematico,
soffermandosi sul tema delle apparecchiature destinate ad operare in atmosfere potenzialmente
esplosive per la presenza di polveri combustibili, con un riferimento finale al motore asincrono,
apparecchiatura elettrica che trova applicazione in tutti i processi industriali.
1. Introduzione
Il nome ATEX è il nome non ufficiale, ma da tutti utilizzato, per indicare le direttive europee
94/9/CE e 1999/92/CE.
Il nome ATEX deriva dall’acronimo francese ATmosphères EXplosibles.
La direttiva 94/9/CE è nota anche come “direttiva sui prodotti ATEX” o “ATEX 95” dal numero
dell’articolo del trattato che istituisce la comunità europea, in cui si prevede che il Consiglio
possa adottare, mediante direttive, misure relative all’instaurazione ed al funzionamento del
mercato interno.
La direttiva 1992/92/CE è nota anche come “ATEX 137”, dal numero dell’articolo del trattato che
istituisce la comunità europea, in cui si prevede che il Consiglio possa adottare, mediante
direttiva, prescrizioni minime per promuovere il miglioramento in particolare dell’ambiente di
lavoro, al fine di garantire un più elevato livello di protezione della sicurezza e della salute dei
lavoratori.
Le due direttive definiscono le regole di sicurezza da applicare nei luoghi di lavoro con pericolo
di esplosione dovuto alla presenza di gas/vapori/nebbie o polveri combustibili.
2. La direttiva 94/9/CE
Tale direttiva è stata recepita nell’ordinamento italiano con D.P.R. 23 marzo 1998, n. 126.
E’ una direttiva di prodotto che definisce i requisiti essenziali di sicurezza applicabili agli
apparecchi (elettrici e non) ed ai mezzi di protezione che possono essere usati in atmosfere
potenzialmente esplosive.
E’ pienamente operante dal 1 luglio 2003 e richiede la marcatura CE del prodotto.
Le disposizioni della direttiva 94/9/CE non si applicano a:
• apparecchiature mediche utilizzate in ambienti medici,
• apparecchi a gas in ambiente domestico,
• apparecchi nei luoghi con presenza di materie esplosive o di materie chimiche instabili,
• dispositivi di protezione individuali (oggetto della 89/686/CEE),
• mezzi di trasporto terrestre, marittimo, fluviale ed aereo (ma non sono esclusi i veicoli
destinati ad essere utilizzati in atmosfera potenzialmente esplosiva).
Lo scopo della direttiva, come quello di tutte le direttive europee “nuovo approccio”, è garantire la
libera circolazione dei prodotti ai quali essa si applica all’interno del territorio dell’UE.
Essa prevede requisiti e procedure armonizzate per stabilire la conformità.
I requisiti essenziali di sicurezza e salute sono stabiliti anche per gli apparecchi non elettrici e per
le atmosfere potenzialmente esplosive per la presenza di polvere infiammabile, venendo così ad
ampliare il campo di applicazione delle precedenti norme nazionali.
Categoria 1 2 3
Livello di
Molto elevato Elevato Normale
protezione
Gruppo II Protezione adatta al
Due mezzi di protezione
funzionamento normale e
indipendenti o sicurezza
Prestazioni di a disturbi frequenti o Protezione adatta al
garantita anche qualora si
protezione apparecchi in cui si tenga funzionamento normale
manifestino due guasti
normalmente conto dei
indipendenti uno dall’altro
guasti
♦ nel caso delle costruzioni elettriche per atmosfere potenzialmente esplosive per la
presenza di gas, la marcatura è richiamata dalla serie di norme EN 50014
Esempio:
EEx d II B T4 ..
simbolo che indica che il prodotto è classe di temperatura (T4 = 135 °C)
conforme ad una o più norme della serie sottogruppo del gas (per protezioni d, i oppure q)
tipo di protezione (d) gruppo
• gli estremi del certificato (ad es. per le costruzioni che richiedono l’esame CE del tipo da
parte di un Organismo Notificato).
Si riportano esempi della marcatura di
motori elettrici (per cat. 2D e 2G) e di una
dichiarazione CE di conformità:
2.3 Alcune definizioni
Atmosfera potenzialmente esplosiva: atmosfera che potrebbe diventare esplosiva.
Atmosfera esplosiva per la presenza di gas: miscela composta da aria (in condizioni
atmosferiche) e da gas/vapori/nebbie infiammabili in cui, dopo l’accensione, la combustione si
propaga nella miscela non combusta.
Atmosfera esplosiva per la presenza di polveri: miscela composta da aria (in condizioni
atmosferiche) e da polveri/fibre infiammabili in cui, dopo l’accensione, la combustione si propaga
nella miscela non combusta.
Modo di protezione: misure specifiche che sono applicate alla costruzione per evitare
l’accensione dell’atmosfera circostante.
Polvere: piccole particelle solide che si depositano sotto il proprio peso, ma che possono restare
sospese nell’aria per un certo tempo.
Polvere combustibile: polvere che può bruciare (o diventare incandescente) nell’aria e potrebbe
originare miscele esplosive in condizioni atmosferiche normali (di pressione e temperatura).
3
Polvere conduttrice: polvere con una resistività uguale od inferiore a 10 Ωm.
Temperatura di accensione di una nube di polvere: temperatura minima di una parete interna
calda di una camera di combustione in cui si verifica l’accensione nella nube di polvere presente
nell’aria in essa contenuta.
Temperatura di accensione di uno strato di polvere: temperatura minima di una superficie calda
alla quale si verifica l’accensione in uno strato di polvere di spessore specificato depositato su
questa superficie calda.
Custodia a tenuta di polvere: custodia in grado di impedire la penetrazione di tutte le particelle di
polvere visibili.
Custodia protetta contro la polvere: custodia in cui la polvere non penetra in quantità sufficiente
per interferire con il funzionamento sicuro dell’apparecchiatura ed è impedito l’accumulo di
polvere all’interno della custodia in un punto in cui si possa verificare un pericolo di accensione.
Temperatura massima superficiale: massima temperatura raggiunta dalla custodia nelle
condizioni stabilite prive di polvere.
Temperatura superficiale massima ammessa: massima temperatura che la custodia può
raggiungere in servizio evitando l’accensione. Dipende dal tipo di polvere, dallo spessore del
suo strato e dall’applicazione di un fattore di sicurezza.
Organismo Notificato: Organismo al quale l’autorità nazionale (in Italia il Ministero delle attività
produttive) ha conferito compiti relativi alla valutazione della conformità alla direttiva 94/9/CE.
3. La direttiva 1999/92/CE
3.1 Generalità
Tale direttiva rientra nell’ambito della direttiva 89/391/CEE in materia di sicurezza dei lavoratori
sui luoghi di lavoro, recepita in Italia con il noto D.Lgs. 19 settembre 1994, n. 626.
Il D.Lgs. 12 giugno 2003, n. 233 (entrato in vigore dal 12 settembre 2003 e relativo
all’attuazione della direttiva 1999/92/CE) introduce il “Titolo VIII-bis Protezione da atmosfere
esplosive” nel citato D.Lgs 626/94.
La direttiva in oggetto stabilisce le prescrizioni minime per la tutela della sicurezza e della salute
dei lavoratori che possono essere esposti al rischio di atmosfere esplosive, con riferimento a
diversi tipi di attività dato che il rischio di esplosione (che generalmente è connesso all’impianto
in sé per la presenza di gas, come nel caso di impianti chimici e petrolchimici, o ad ambienti con
presenza di polveri combustibili, come nei silos) dipende sia da cause elettriche che da cause
non elettriche.
Sono esclusi dal campo di applicazione di tale direttiva:
• i locali medici,
• gli apparecchi a gas in ambiente domestico,
• la produzione/la manipolazione/l’uso/lo stoccaggio/il trasporto di sostanze esplosive o
chimicamente instabili,
• l’industria estrattiva (miniere),
• i mezzi di trasporto terrestre, marittimo, fluviale ed aereo (per i quali esistono disposizioni
specifiche).
Tale direttiva:
• obbliga il datore di lavoro ad elaborare un documento sulla valutazione dei rischi di
esplosione;
• prescrive che a partire dal 30 giugno 2003:
- i luoghi di lavoro utilizzati per la prima volta dopo il 30 giugno 2003 debbano soddisfare le
prescrizioni minime della direttiva;
- le attrezzature già utilizzate o a disposizione dell'impresa/stabilimento prima di tale data,
debbano soddisfare i requisiti minimi di cui all'allegato II, parte A;
- le attrezzature da utilizzare nelle aree in cui possono formarsi atmosfere esplosive che
sono a disposizione dell'impresa o dello stabilimento per la prima volta dopo il 30 giugno
2003, debbano soddisfare i requisiti minimi di cui all'allegato II, parti A e B.
• prescrive che entro il 30 giugno 2006 i luoghi di lavoro che comprendono aree in cui possono
formarsi atmosfere esplosive già utilizzati prima del 30 giugno 2003 debbano soddisfare le
prescrizioni minime stabilite dalla direttiva;
• indica i gruppi e le categorie di apparecchi e sistemi protettivi da utilizzare in ogni zona.
Viene richiesto al datore di lavoro:
• una valutazione complessiva del rischio di esplosione, considerando gli ambienti ove può
manifestarsi l’atmosfera esplosiva,
• la classificazione delle zone con pericolo di esplosione (zone 0,1,2 in presenza di gas e 20,
21, 22 in presenza di polveri), sulla base della frequenza e della durata con cui si vengono a
manifestare le condizioni di atmosfera esplosiva,
• adozione, sulla base della valutazione del rischio effettuata, di tutte le misure tecniche ed
organizzative atte ad evitare la formazione e l’accensione di un’atmosfera esplosiva e,
dall’altro, a ridurre gli effetti di un’esplosione per preservare i lavoratori da ogni rischio. Tali
misure dovranno essere regolarmente riesaminate ed aggiornate (soprattutto nel caso di
cambiamenti rilevanti).
Esempi di misure organizzative sono:
• istruzioni operative (per posto di lavoro/attività),
• qualifica addetti,
• formazione (di cui si dovrà dare evidenza del contenuto, frequenza, partecipanti),
• regole per il corretto utilizzo delle attrezzature mobili in zone potenzialmente esplosive,
• misure per l’utilizzo, da parte dei lavoratori, unicamente di indumenti di protezione adeguati
all’impiego,
• organizzazione dei servizi di manutenzione, ispezione e controllo,
• sistema di autorizzazione dei lavori,
• segnalazioni delle zone potenzialmente esplosive.
Nella valutazione dei rischi il datore di lavoro deve tenere conto di:
• probabilità e durata della presenza di atmosfere esplosive,
• probabilità della presenza, dell’attivazione e dell’efficacia di fonti di ignizione (comprese le
cariche elettrostatiche),
• l’entità degli effetti prevedibili.
Per le aree in cui possono formarsi atmosfere esplosive il segnale di avvertimento da usarsi è il
seguente (con lettere e bordo neri su fondo giallo):
4. Normativa di riferimento
Si riporta a titolo esemplificativo una lista di norme (con particolare riferimento a quelle relative
alle costruzioni elettriche).
Atmosfere esplosive – Prevenzione dell’esplosione e protezione contro l’esplosione
EN 1127-1 Parte 1: Concetti fondamentali e metodologia
Atmosfere potenzialmente esplosive. Termini e definizioni per apparecchi e sistemi di protezione
EN 13237 destinati ad essere utilizzati in atmosfere potenzialmente esplosive
Costruzioni non elettriche per atmosfere potenzialmente esplosive – Parte 1: Metodi di base e
EN 13463-1 requisiti
Costruzioni non elettriche per atmosfere potenzialmente esplosive -
prEN 13463-x con x = 2, 3, 4, 5, 6, 7, 8 per i modi di protezione rispettivamente “fr”, “d”, “g”, “c”, “b”, “p”, “k”
EN 50014 Costruzioni elettriche per atmosfere esplosive. Regole generali
EN 60079-10 Parte 10: Classificazione delle aree nei luoghi con pericolo di esplosione
Parte 14: Impianti elettrici nei luoghi con pericolo di esplosione per la presenza di gas (diversi dalle
EN 60079-14 miniere)
EN 60079-17 Verifica degli impianti elettrici nei luoghi con pericolo di esplosione
5.1 Introduzione
Molti prodotti in polvere, come le farine, gli zuccheri e le granaglie o la polvere di legno possono,
in particolari situazioni, formare atmosfere esplosive che, se innescate, causano violente
esplosioni.
La polvere di grano in sospensione all’interno di un silo può raggiungere una concentrazione tale
che si può innescare una esplosione anche con un apporto minimo d’energia, a causa di una
scintilla o di un superficie calda.
Esempi di polveri combustibili che possono originare una esplosione sono:
• sostanze organiche naturali (cereali, zucchero,…)
• sostanze organiche sintetiche (plastiche, prodotti chimici e farmaceutici),
• carbone,
• metalli (alluminio, magnesio, zinco, ….)
Presenza o formazione di miscela polveri/aria si verifica, ad esempio, nelle attività di:
• macinatura o setacciatura,
• riempimento o svuotamento di serbatoi,
• essiccazione.
La concentrazione di polveri può essere notevolmente alterata dalla presenza di vortici e di
depositi.
Esempi di settori in cui possono originarsi atmosfere potenzialmente esplosive per la presenza di
polveri sono pertanto:
• agro-alimentare: durante il trasporto e lo stoccaggio dei cereali esiste la possibilità che
possono formarsi nubi di polveri che possono poi originare esplosioni;
• legno: le polveri delle lavorazioni possono originare miscele esplosive polvere/aria nei filtri
(sistemi di abbattimento) o nei silos; la granulometria è variabile a seconda della lavorazione
eseguita (ad es. la levigatura produce polvere molto fine);
• metallurgico: nei trattamenti di smerigliatura di pezzi (specialmente nel caso dei metalli
leggeri) si produce polvere metallica, con rischi di esplosione particolarmente nei separatori;
• farmaceutico: l’impiego di additivi e coadiuvanti, come il lattosio, può determinare la
formazione di atmosfere potenzialmente esplosive,
• tessile: ad es. nel processo di “flocking”.
(°) Dati non ufficiali. Per la stessa sostanza ci sono variazioni nei valori, dipendendo dalle condizioni di prova. Le tabelle reperibili in
letteratura riportano, a parità di sostanza, valori tra loro differenti.
(°)
6. Costruzioni elettriche protette da custodia (grado di protezione IP ) e con limiti della
temperatura superficiale
6.1 Generalità
Le cause di innesco della polvere combustibile da parte di un’apparecchiatura elettrica sono:
• temperatura della superficie dell’apparecchiatura superiore alla temperatura di accensione
della polvere;
• scintille che possono avere origine da:
- parti elettriche quali contatti/contatti striscianti,
- scarica di una carica elettrostatica accumulata,
- azioni meccaniche od attrito;
• energia irradiata (ad es. radiazione elettromagnetica),
Nel caso delle costruzioni elettriche protette da custodie, la protezione contro l’accensione si
basa su:
• limitazione della penetrazione di polvere nella custodia, che sarà:
- “a tenuta di polvere” (IP 6X) per le apparecchiature destinate nella zona 21 (e 20) e per
quelle destinate nella zona 22 ma con presenza di polveri conduttrici,
- “protetta contro la polvere” (IP 5X) per le apparecchiature destinate nelle zone 22 con
polveri non conduttrici;
• limitazione della temperatura della costruzione elettrica,
Dovranno inoltre essere evitate all’esterno della custodia tutte le altre sorgenti di accensione
(scariche elettrostatiche e formazione di scintille).
La custodia dovrà inoltre avere una sufficiente resistenza all’urto così da mantenere dopo
l’evento il grado di protezione richiesto dal modo di protezione.
polvere nel campo dai 5 ai 50 mm, la superficiale ammessa per l'aumento 320°C <= T5mm < 400°C
400°C <= T5mm
di spessore degli strati di polvere
norma EN 50281-1-2 fornisce come guida 350
(°) Norma EN 60529 “Gradi di protezione degli involucri”; EN 60034-5 “Gradi di protezione degli involucri delle macchine elettriche
rotanti - Codice IP”)
La temperatura massima superficiale ammessa della costruzione è rappresentata dal valore
minimo tra quelli ottenuti per la presenza di nubi di polvere e strati di polvere.
20 1D -
(Normalmente non realizzati)
1D
21 2D (Normalmente non realizzati)
3D (polveri non conduttive) 2D
22 1D (Normalmente non realizzati)
2D (polveri conduttive)
• essere fatto funzionare entro le sue caratteristiche nominali;
• essere correttamente installato:
- agevolando l’accesso per l’ispezione, la manutenzione e la pulizia del motore,
- proteggendolo contro le influenze esterne (ad es. sollecitazioni chimiche, meccaniche),
- prevedendo le adeguate protezioni contro le sovracorrenti ed i guasti elettrici,
- eseguendo correttamente le connessioni elettriche (compresa la messa a terra),
- adottando cavi di alimentazione adeguati,
- utilizzando entrate di cavo adeguate alla categoria del motore ed al grado di protezione,
- chiudendo tutte le entrate di cavo non utilizzate con tappi adatti.
• essere sottoposto a periodiche ispezioni e manutenzioni da personale qualificato,
Devono inoltre essere seguite le istruzioni del fabbricante.
Si rammenta che nei luoghi con pericolo d’esplosione l’impianto di messa a terra oltre al suo
ruolo tradizionale (protezione delle persone contro i contatti indiretti) assume un ruolo
fondamentale nel prevenire la formazione di scintille pericolose che potrebbero innescare
un’atmosfera esplosiva.
L’impiego di un convertitore di frequenza per alimentare un motore asincrono comporta:
• riduzione del raffreddamento nel caso di motori autoventilati e funzionamento a frequenze
(velocità) basse;
• aumento delle perdite dovute all’alimentazione non sinusoidale che comporta aumenti della
sovratemperatura rispetto all’alimentazione da rete sinusoidale;
• specifica generazione addizionale di
Alimentazione da inverter
calore, particolarmente nella gabbia Esempio di variazione della coppia motrice
rotorica e nella struttura dei supporti come C/Cn
(esecuzione IC 411 - autoventilata)
risultato delle armoniche di corrente, 1
Bibliografia
- “Direttiva 94/9/CE” del Parlamento Europeo e del Consiglio del 23 marzo 1994
- “Direttiva 1999/92/CE” del parlamento Europeo e del Consiglio del 16 dicembre 1999
- “Guida alla ATEX” (prima edizione)
- “Guida di buona pratica a carattere non vincolante in vista dell’attuazione della direttiva 1999/92/CE
relativa alle prescrizioni minime per il miglioramento della tutela della sicurezza e della salute dei
lavoratori che possono essere esposti al rischio di atmosfere esplosive”
- Norme EN (vedasi § 4)
- U. Bisignano , C. Esposito, G. Marena, A Mazzei, N. Mazzei, G. Mazzoli .
“Valutazione del rischio infortunistico derivante da esplosioni di sostanze in polvere durante la
manipolazione e lo stoccaggio”
- Gino Ronchail “Studio del fenomeno dell’esplosione di polveri nell’industria agro-alimentare”
- Bartec “Dust explosion protection”
- Stahl “The basic of dust-explosion protection”
- Gambica/Rema “Application of the ATEX Directives to Power Drive Systems”
- “United States Agricultural Dust Explosion Information”
- National Materials Advisory Board “Classification of dusts relative to electrical equipment in Class II
Hazardous locations”, “Prevention of grain elevator and mill explosions”