Sie sind auf Seite 1von 2

Il cardinale Ravasi: C' Dio nella malattia intervista a Gianfranco Ravasi, a cura di Andrea Tornielli in La Stampa del 26 novembre

2011 La dimensione antropologica e teologica della malattia: Il Signore guarisce tutte le malattie (Salmo 103,3). il tema del convegno dellAssociazione medici cattolici italiani che si apr e questa mattina al Centro congressi Assolombarda di Milano. Dopo lintroduzione del profes sor Giorgio Lambertenghi Deliliers, la prima parte del convegno vedr confrontarsi Alessandro de Franciscis, Presidente del Bureau Medicale di Lourdes, la psicoterapeuta Paola Bassani e padre Carlo Casalone, Superiore provinciale dItalia dei gesuiti. Nella seconda parte si terra nno le relazioni di Massimo Cacciari (su Malattia e male) e del cardinale Gianfranco Ravasi. Le conclu sioni sono affidate al professor Alfredo Anzani, della Pontificia accademia per la vita. Vengo invitato sempre pi spesso a convegni medici: sta crescendo la consapevolezza che la malattia e il dolore sono un tema globale e simbolico, non soltanto fisiologico. Laccompagnamento umano, psicologico, affettivo e spirituale tuttaltro che secondario. C bisogno di t ornare a una concezione umanistica della medicina. Il cardinale Gianfranco Ravasi, Presidente del Pontificio consiglio per la cultu ra, abituato a confrontarsi con chi non crede. Ma di fronte alla domanda drammatica sul perch de lla sofferenza e del dolore tema del convegno organizzato oggi a Milano dai Medici cattolici non si rifugia nelle formule di rito. Come risponde al quesito sul perch della malattia? La scrittrice americana Susan Sontag nel 1978 raccont la sua esperienza di ammalat a di cancro in un libro intitolato La malattia come metafora. Definizione interessante: la malatt ia non mai solo una questione biologica. Quando siamo ammalati abbiamo bisogno di essere confort ati, guardiamo alla vita in modo diverso, cambiano le priorit e se la malattia si aggrava cambia la scala dei nostri valori. E anche chi non crede pu arrivare a chiedere a Dio il perch di quanto gli accade. Comunque la prima risposta semplice, logica e razionale. Qual la razionalit iscritta nella malattia? Il dolore una componente della finitezza delle creature. Un dato che nella nostra societ orgogliosa e tecnologica, che qualcuno ha definito post-mortale, non si vuole acce ttare. Si occulta in tutti i modi la morte, o magari si insegue la possibilit di vivere fino a 120 o 130 anni, continuando ad allontanare lappuntamento. Dobbiamo invece avere il coraggio di gu ardare in faccia malattia e morte come componenti dellesistenza. Una capacit che sembra perdersi in Occidente, ma che ancora presente in altre cul ture vero. Quando ero in Iraq a fare degli studi archeologici, un giorno uno dei miei collaboratori locali mi invit a casa sua, cos avrei potuto vedere suo padre che stava morendo. C i andai e vidi

quel vecchio adagiato al centro dellunica grande stanza della casa, con le donne che cucinavano da un lato e i bambini che giocavano dallaltro e che ogni tanto si avvicinavano al n onno per toccargli la mano. La coscienza della finitezza non basta a spiegare il dolore innocente, la malatt ia dei bambini, la sorte che si accanisce con chi ha gi sofferto. Il problema la distribuzione del male. Resta drammatica quella pagina de La peste d i Albert Camus, dove davanti alla morte di un bambino si afferma: non posso credere a un Dio che permette questo. leccesso del male. Qui ha inizio la frontiera in cui si attestano le reli gioni con le loro risposte, che non esauriscono il mistero. Nel Libro di Giobbe, al culmine della disperazione umana, Dio parla e spazza via tutte le spiegazioni e i tentativi di razionalizzare. La soluzione pu essere solo meta-razionale, globale e trascendente e si trova nellincontro con Dio. La risposta del cardinale Ravasi? quella cristiana, totalmente diversa dalle altre religioni. Perch nel cristianesim o Dio stesso, inCristo, che non solo si piega verso di noi per spiegarci il sign ificato della sofferenza, non solo in qualche caso guarisce grazie alla sua onnipotenza con i miracoli, ma entra nella nostra umanit e prova tutto il dolore delluomo. Il dolore fisico, morale, la paura, il silenzio d el Padre. E alla fine anche la morte, che la carta didentit delluomo, non di Dio. Diventa un cadavere, se nza mai cessare di essere Dio, soffre tutta la sofferenza umana e vi depone un germe di trasfigurazione, che la resurrezione, fecondando la nostra natura mortale. Questo per non cancella e il dolore n la domanda. Anche per chi crede. Ges Cristo, il Figlio di Dio non venuto a cancellare il dolore, tant vero che lo ha vissuto. Ma lo ha assunto su di s e trasfigurato con il germe dellinfinito, che preludio detern it per noi. Il cristianesimo una religione fieramente carnale e vicina al dramma di chi soffre al contrario di tante altre religioni perch per i cristiani Dio diventato un uomo ed morto in cro ce. I cristiani, come attesta la nascita degli ospedali, hanno sempre avuto questa attenzione ver so i malati, perch credono in un Dio che stato sofferente, ha conosciuto la morte ed risorto. Il suo dicastero ha organizzato di recente un convegno dedicato alle staminali a dulte, via alternativa alluso di quelle embrionali. Chiesa e scienza si possono ritrovare in sieme? Lutilizzo delle cellule embrionali sta ottenendo risultati minimi rispetto a quell i ottenuti con le staminali adulte: si cancella cos il luogo comune che ci attribuisce la responsab ilit di non voler alleviare le sofferenze di tanti malati. Proprio le staminali adulte, che non ha nno alcuna controindicazione di tipo etico, stanno portando risultati incoraggianti in camp o oncologico, e contro il Parkison e lAlzheimer.

Das könnte Ihnen auch gefallen