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Un gruppo di giovani bosniaci volenterosi del quartiere Dobrinja di Sarajevo sta promuovendo una lodevole iniziativa: riportare in vita la storica arena del Kino Teatar Prvi Maj. Il Kino Teatar Prvi Maj (un tempo chiamato da tutti Kino Bosna) rappresentava un luogo storico della cultura e della gente di Sarajevo: un punto dincontro di artisti, poeti, scrittori e teatranti, dove la musica permetteva di scavalcare le barriere generazionali nellesecuzione collettiva di canti del repertorio tradizionale e nella visione di documentari e persino prime visioni cinematografiche. Inaugurato nel lontano 1928 come teatro, dotato di unarena allaperto (lunico elemento architettonico che ancora sopravvive in parte), successivamente viene adibito anche a cinematografo. Negli anni 50 diventa la sede del montaggio e dellarchivio del materiale della Bosna Film e ancora oggi sul muro allingresso del viale di accesso del Kino campeggiano le stelle del logo della storica casa di produzione jugoslava. La consacrazione definitiva del Kino Teater avviene negli anni 70 e 80, quando larena e il teatro diventano uno dei templi della musica rock di Sarajevo; uno dei gruppi emergenti dellepoca, i Zabranjeno Puenje (vietato fumare), compone addirittura la canzone Kino Prvi Maj. Ma durante il conflitto armato del 92-95, il Kino viene seriamente danneggiato e a risentirne maggiormente il teatro interno, rasato al suolo. Larena sopravvissuta, ma in uno stato pericolante e fatiscente: giace infatti diroccata, seminascosta e dimenticata sul retro delledificio, con gli arbusti cresciuti sulle gradinate distrutte a fare da immobili spettatori. Completamente abbandonata dalle istituzioni bosniache (come del resto tutti i teatri e musei del Paese), larena tornata recentemente agli onori delle cronache grazie a una lodevole iniziativa promossa da un gruppo di giovani volenterosi del quartiere Dobrinja di Sarajevo che vogliono riportare in vita il luogo culto degli anni 70 e 80. Secondo il sito internet Klix, infatti, i ragazzi hanno iniziato a ripulire e ad imbiancare le pareti dellanfiteatro, promuovendo liniziativa di recupero dellarena con una faticosa campagna di reclutamento porta a porta. A dare vita al progetto sono stati Azra Muminovic e Merisa Julardzija: Vogliamo rimettere in sesto, per quanto possiamo, larena in modo
che possa ospitare proiezioni cinematografiche, spettacoli teatrali e concerti dal vivo. Per questo motivo abbiamo reclutato amici, vicini di casa, parenti e persino sconosciuti: il lavoro da fare enorme e per avere una base economica di partenza stiamo organizzando feste e concerti di beneficenza", hanno dichiarato i ragazzi al sito internet.
stanziare donazioni in denaro se la chiesa verr costruita vicino al villaggio in cui vivono i serbi e dove di fatto necessaria. Nel memoriale e cimitero di Potocari ci sono attualmente 5.693 tombe delle vittime del genocidio, esumate da 74 fosse comuni finora trovate e identificate col test del Dna. Altre 188 vittime identificate sono state, per desiderio delle famiglie, tumulate altrove.
degli osservatori dellOsce che in tal modo si sono fatti complici di questo nuovo delitto del regime di Milo Djukanovic; un attacco durissimo anche allorganismo europeo. Secondo lOsce le elezioni si sono svolte in perfetto ordine ma lopposizione montenegrina non di questo avviso, ritenendo che le cose siano andate invece in modo ben diverso: il candidato dellopposizione, Miodrag Lekic, ex ambasciatore jugoslavo a Roma, ex ministro degli esteri del Montenegro e professore dellUniversit della Sapienza della capitale italiana, sarebbe stato clamorosamente derubato del regime autocratico di Djukanovic per far vincere il suo candidato, Filip Vujanovic, che correva per ottenere il terzo mandato consecutivo infrangendo cos anche la Costituzione montenegrina. Il Fronte Democratico si basa su una serie di denunce ed inchieste svolte recentemente dal settimanale di Podgorica Dan. Labud Labovic, un cittadino della capitale montenegrina, ha confermato di aver portato, il giorno prima delle elezioni presidenziali, 650 carte didentit dei cittadini nella sede elettorale del Fronte Democratico (il Fronte democratico dopposizione che appoggiava Lekic), che erano state acquistate per conto della DPS (il Partito democratico socialista al potere di cui Vujanovic il vicepresidente). So come funziona tutto questo meccanismo e sono stupito per la reazione dellOsce dopo le elezioni ha affermato Labovic, un ex poliziotto, che ha raccontato tutto agli osservatori della Missione Osce che hanno seguito le elezioni presidenziali. Tuttavia la Missione ha dichiarato dopo le elezioni che le procedure elettorali si sono svolte senzalcuna obiezione. Labovic ha poi raccontato che la vicenda dellacquisto delle carte didentit una pratica consolidata negli anni e lo sanno tutti in Montenegro. Ha spiegato che ci sono vari tipi di remunerazione per chi affida la sua carta didentit per falsare il suo voto a favore del regime. Avendo in mano le carte didentit il regime si appropria dei voti dei loro titolari che vengono premiati in contanti (50 o 100 euro per un documento) oppure con i pacchi alimentari. In passato talvolta si trattava di favori, come quando il regime annullava i voti scolastici negativi dei figli di chi vendeva il suo voto al diavolo. Il giorno prima delle elezioni presidenziali, Labovic ha saputo dal DPS che non sarebbe stato pagato per il lavoro fatto cio per lacquisto delle carte didentit servite per contraffare i risultati delle elezioni a favore del candidato del regime.