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Sovranit e imperialismo dei diritti umani

01 Maggio 2000 01:00

La fine della guerra fredda, inaugurando quello che stato felicemente descritto come "il secolo americano", presenta un interessante profilo anche per ci che attiene le ricadute ideologiche nella concezione generale dello Stato e della costituzione. Lideologia della fine dello Stato, che costituisce il portato della pi generale ideologia della globalizzazione che considera morte tutte le ideologie politiche tranne quella liberal-capitalista, presenta una sua specificit giuridica che i comunisti non debbono assolutamente sottovalutare. La globalizzazione nn si svolge solamente al livello dei mercati economici e della politica, ma interviene direttamente anche sulle concezioni generali del diritto e della costituzione. La ricerca di nuovi indirizzi teorici per lesercizio, non dogmatico, della critica comunista alla societ borghese, ha riconsiderato criticamente il ruolo svolto dallutopia anarcoide dellestinzione dello Stato nel pensiero di Marx ed Engels, cos come nella storia politica dei paesi del socialismo reale. Si tratta di approfondire questa intuizione ponendo attenzione anche al momento "giuridico-costituzionale" dellideologia dominante. La globalizzazione, cio quel processo di espansione capitalistica con connotati imperialistici che si aperto agli inizi degli anni 90 in corrispondenza del crollo dellUrss, stata accompagnata, dal punto di vista dellideologia giuridica, da un duplice processo che ha riguardato direttamente gli Stati trasformandone significativamente ruolo e funzioni. Da un primo punto di vista, che quello della comunit e del diritto internazionale, abbiamo assistito ad un progressivo svuotamento, condotto dagli Stati Uniti, di quelle gi non fortissime istituzioni, volte a garantire la pace e la sicurezza tra i popoli, create immediatamente dopo la fine della Seconda Guerra Mondiale: vale a dire le Nazioni Unite. La parabola di questo processo si staglia dalla Guerra del Golfo nella quale permane ancora uno scrupolo formale a presentare lintervento come legittimo secondo la carta Onu -, sino alla Guerra alla Serbia dove invece le regole del diritto internazionale sono state violate arbitrariamente. Le Nazioni Unite sono sorte a seguito di un grande processo di emancipazione nazionale da parte di popoli e nazionalit prima dominate, de jure e de facto, dal colonialismo imperiale: la partecipazione allAssemblea ONU di grandi Stati (come Cina e India) signific allargare finalmente la comunit internazionale a soggetti prima esclusi dalla discriminazione colonialistica. Dal punto di vista della dottrina dello Stato si tratt del riconoscimento a comunit statuali extraeuropee di quella prerogativa introno alla quale nellepoca moderna, dal Seicento in poi, si era edificato lo Stato moderno europeo: la prerogativa della "sovranit", declinata in sovranit dello Stato, nazionale o popolare. S, proprio la categoria giuridica della sovranit, intesa quale potest che non riconosce alcun potere sopra di s, estraneo a s, a costituire la necessaria premessa teorica della uguaglianza di tutti gli Stati nel diritto internazionale, a rappresentare il giusto titolo di legittimit alla partecipazione allAssemblea delle Nazioni Unite come soggetti indipendenti. Linterpretazione universalistica e democratica delle relazioni giuridiche non riguard per solamente il diritto internazionale dei paesi prima colonizzati: in Occidente si assiste, sempre alla fine della Seconda Guerra Mondiale, ad una "nuova ondata costituzionale" che coinvolge Stati come Italia, Germania e Francia. Le nuove carte fondamentali risentono fortemente del clima internazionale venutosi a creare, e recepiscono al proprio interno disposizioni emancipatrici come quelle relative ai diritti sociali e alle relazioni internazionali. Anche in queste esperienze, tuttavia, il principio della sovranit, declinato in sovranit popolare, gioca un ruolo fondamentale: le costituzioni vengono infatti percepite come fattore di una rinnovata identit nazionale, momento giuridico e politico aggregante. La delegittimazione delle Nazioni Unite non per il solo livello di indagine; occorre analizzare quello che il secondo profilo della ideologia giuridica della globalizzazione, cio il punto di

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01 Maggio 2000 01:00

vista del diritto interno degli Stati. La crisi delle relazioni internazionali in primo luogo una grande crisi della categoria di sovranit. Dopo il 1989 si sono intensificate le interpretazioni "prescrittive" della Costituzione statale: si diffusa la convinzione che la Costituzione solo quella che racchiude e custodisce i valori della civilt liberale (finalmente trionfanti). In nome dei valori occidentali si tende a proclamare la morte della categoria di sovranit perch intrinsecamente troppo implicata con lo svolgimento della politica. Si contrappone cos in maniera assoluta il diritto, cio le regole e le garanzie, alla politica, cio la concreta lotta per lesercizio e lamministrazione del potere pubblico. Tale contrapposizione viene condotta nel nome di una pretesa generale di neutralizzazione della politica da parte dei valori assurti a nuovo catechismo etco e giuridico mondiale. I diritti umani giocano un ruolo fondamentale in questa partita aperta sui rapporti tra diritto e politica. Lideologia posta a fondamento del nuovo ordine internazionale, vale a dire lideologia dei diritti umani quali "valori" capaci di giustificare interventi armati a prescindere dalla legalit internazionale, si avvale necessariamente del presupposto teorico della fine e del tramonto definitivo della sovranit degli Stati. La fine dello Stato-nazione non solo un postulato della "ragione economica", ma si tramuta, nella forma della fine della sovranit politica, in principio dordine della "ragione giuridica" della nuova epoca imperiale. chiaro, infatti, che dopo aver considerato come un residuo arcaico la sovranit del popolo serbo espressa nella scelta di essere governato da Milosevic, diventa decisamente pi agevole calpestare quella volont politica in nome del diritto umanitario. Anche il caso Haider esprime in maniera significativa questo nuovo modo di atteggiarsi delle istituzioni sovra-nazionali nei confronti degli Stati. LUnione Europea ha prontamente mimato il comportamento della Nato quando, andando ben oltre il proprio ruolo istituzionale, ha prospettato sanzioni economiche nei confronti del popolo austriaco. Come impostare dunque il ragionamento sulla sovranit statuale senza essere succubi dellideologia dominante? Il problema non pu essere configurato nella semplice opposizione tra universo impolitico dei valori umani e sfera della sovranit politica a questo opposta o ridotta ad ancella. Occorre chiedersi invece se non siamo in presenza di una trasformazione e di una ridislocazione complessiva della sovranit. Chi decide quali sono i casi nei quali la sovranit statale deve cedere al diritto umanitario? La storia di questo decennio che ci separa dalla fine della Guerra Fredda ha mostrato a sufficienza che alla restrizione della sovranit di taluni Stati (Iraq, Serbia) ha fatto da contraltare lespansione della sovranit dellimpero statunitense. Non estinzione della sovranit dunque ma suo mutamento, nel senso della messa in crisi di quel livello delle relazioni internazionali raggiunto con la Carta ONU del secondo dopoguerra. Alleguaglianza giuridica tra i soggetti di diritto internazionale va sostituendosi un "imperialismo occidentale" che pretende di neutralizzare la politica, cio le forme concrete con cui ogni popolo autorappresenta la propria identit e cultura. Chi decide, poi, il contenuto stesso del diritto umanitario e dei diritti delluomo? Il principio moderno della separazione tra diritto e morale consiglia di diffidare di ogni deduzione dei diritti a partire da particolari orizzonti di valori: ed allo stato attuale appare molto problematica la definizione giuridica di un diritto umanitario non solo codificato un norme ma anche solo abbozzato in termini non esclusivamente metafisici o moraleggianti. Se si vuole fare riferimento ad un documento universalmente metafisici o moraleggianti. Se si vuole fare riferimento ad un documento universalmente riconosciuto occorre prendere la

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Dichiarazione universale dei diritti dellUomo approvata nel 1948 dalle Nazioni Unite: tale dichiarazione mal si presta ad interpretazioni "occidentali" o capitalistiche dei diritti umani. Il testo elenca tra i diritti delluomo anche quelli economico-sociali: perch la Nato non prende a cuore anche le situazioni in cui viene gravemente violata questa dimensione della libert e della dignit umana? La sostituzione della sovranit politica con i valori umanitari occidentali costituisce la specifica ricaduta giuridica dellideologia della globalizzazione e della fine dello Stato-nazione. Il "nuovo imperialismo americano dei diritti umani" proclama la morte della sovranit nazionale a beneficio di una concentrazione assoluta della sovranit mondiale nelle mani degli USA. La delegittimazione di governi politicamente sgraditi (Cina, Iraq, Serbia) passa attraverso campagne mirate sulla questione dei diritti umani: tolto di mezzo il principio della uguaglianza degli Stati parimenti sovrani nella comunit internazionale, calpestata la legalit internazionale, diventa pi agevole la strategia imperiale.

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