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IVA detraibile anche se la partita IVA cessata

La detrazione dell'IVA non pu essere negata a causa di irregolarit commesse dall'emittente della fattura, a meno che l'Amministrazione Finanziaria non dimostri che il soggetto passivo interessato sapeva o avrebbe dovuto sapere che a monte, nella catena delle prestazioni, era intervenuta un'evasione. Questo il principio di diritto stabilito dalla Commissione Tributaria Provinciale di Latina, con la sentenza n. 270/6/13 del 5 giugno 2013. La vicenda Il contribuente impugnava l'avviso di accertamento con cui, relativamente al periodo d'imposta 2008, l'Amministrazione Finanziaria accertava un maggior imponibile derivante da recupero a tassazione di fatture passive. Il contribuente si era avvalso, per l'esercizio della propria attivit imprenditoriale, della consulenza di un soggetto che aveva emesso, a proprio nome e con partita IVA a s intestata, otto fatture, facendo notare di aver utilizzato l'ordinaria diligenza per verificare che la persona che aveva erogato la prestazione fosse la stessa che aveva emesso la fattura. L'Agenzia delle Entrate, con l'atto di accertamento oggetto poi dell'impugnazione, provvedeva invece sia al disconoscimento dei costi ai fini delle II. DD che a contestare la detraibilit della connessa IVA sull'assunto che le fatture emesse, pur essendo addebitabili all'effettivo prestatore del servizio, erano per legate ad una partita IVA cessata; successivamente l'ufficio notificava al contribuente provvedimento di autotutela parziale con cui rimodulava la pretesa erariale ma riteneva comunque legittima la contestazione dell'IVA.

Eccezioni del ricorrente La parte ricorrente faceva notare come, ai sensi dell'art. 14 comma 4 bis Legge 537/1993, come modificato dalla legge 44/2012, sia ammessa le deduzione di costi e spese relative a prestazioni di servizio utilizzate per il compimento di attivit costituenti delitto non colposo per il quale non risulta azionata l'azione penale; faceva inoltre notare come, per consolidata giurisprudenza, in materia di fatture soggettivamente inesistenti, sia necessario che il contribuente provi la sua buona fede, provi cio di avere ignorato senza colpa che la fattura fornita dall'emittente fosse falsamente intestata.

Tesi dell'Agenzia delle Entrate Per l'ufficio, che con due distinti provvedimenti di autotutela parziale aveva provveduto al riconoscimento dei costi in precedenza recuperati a tassazione, l'IVA era comunque da considerarsi indetraibile per inesistenza del soggetto che aveva emesso la corrispondente fattura.

Le motivazioni La Commissione Tributaria Provinciale di Latina ha ritenuto la tesi del ricorrente fondata, decidendo la controversia con consequenziale pronuncia di accoglimento del ricorso. Pur rilevando infatti che in materia vi carenza di giurisprudenza nazionale, risolveva la questione facendo ricorso alle pronunce del giudice europeo (Corte di Giustizia, cause riunite C80-11 e C 142-11) secondo il quale la detrazione dell'IVA non pu essere negata a causa di irregolarit commesse dall'emittente della fattura; per procedere diversamente necessario invece che l'amministrazione dimostri che il soggetto passivo interessato sapeva o avrebbe dovuto sapere che, a monte, nella catena delle prestazioni, era intervenuta un'evasione. Per i giudici provinciali, il contribuente ha correttamente provato che il soggetto che ha eseguito la prestazione lo stesso che ha emesso la fattura, che la partita IVA utilizzata la stessa di cui era fornito l'emittente, che ha utilizzato la dovuta diligenza per constatare la corrispondenza tra prestatore del servizio ed emittente, non essendoci invece nessuna disposizione che lo obbligava a verificare successivamente la corretta operativit della partita IVA; l'ufficio invece non aveva provato che il ricorrente (soggetto passivo interessato) fosse a conoscenza che a monte nella catena delle prestazioni era intervenuta un'evasione. Per tale ragione i giudici, accogliendo il ricorso, hanno ritenuto illegittimo il provvedimento di recupero a tassazione ai fini IVA considerando che il mancato riconoscimento della detrazione da parte dell'Ufficio era radicato su un presupposto errato, quello dell'inesistenza del soggetto che aveva emesso la fattura stessa.

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