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Bosnia-Croazia, frontiera a rischio

Dato ormai per scontato a pochi giorni dallingresso di Zagabria nellUe, laccordo sul transito di persone e merci potrebbe saltare per lopposizione dei politici serbo-bosniaci La Bosnia rischia seriamente di affrontare un tracollo commerciale e turistico a causa delle solite beghe tra i politici delle due entit (la Federazione musulmano-croata e la Republika Srpska), anche se i cannoneggiamenti volti a demolire laccordo con la Croazia sul transito di persone e merci, imposto dallUnione Europea e dato per scontato fino a due giorni fa, sono partiti dal fronte serbo-bosniaco. Secondo lagenzia Reuters, infatti, lesecutivo di Banja Luka ha impartito precise direttive al membro serbo della presidenza tripartita, Nebojsa Radmanovic, il quale luned mattina ha sorpreso tutti annunciando di non avere alcuna intenzione di siglare laccordo con i rappresentanti di Zagabria e Bruxelles. Al contrario, il membro croato e quello musulmano hanno confermato il loro pieno e totale appoggio alle richieste comunitarie che vertono sul rispetto degli stringenti regolamenti europei riguardanti il transito di persone e merci tra Bosnia e Croazia. Resta il fatto che fino a luned sera Radmanovic ha insistito nel ribadire la sua contrariet allaccordo: i motivi di un cos repentino voltafaccia? Lavversione alle politiche comunitarie da parte di Banja Luka nota, ma un certo livore dovuto allesclusione dal tavolo delle trattative per la messa a punto dellaccordo dei rappresentanti serbo-bosniaci. La Bosnia rischia grosso quindi, giacch la firma definitiva per laccordo con la Croazia e con i rappresentanti europei dovrebbe essere apposta oggi, cos come stabilito due settimane fa dalla Commissione Europea. Intanto il tempo stringe e a 12 giorni dallingresso della Croazia nellUe, la Bosnia non ha ancora designato un proprio rappresentante da inviare a Bruxelles: Invitiamo tutte le istituzioni competenti del Paese - recita un comunicato stampa diffuso ieri dalla Commissione europea - a trovare urgentemente una soluzione per linteresse generale dei cittadini bosniaci. Un funzionario europeo, la cui identit non stata rivelata, ha illustrato efficacemente ci che potrebbe succedere in assenza dellaccordo: I posti di frontiera tra Bosnia e Croazia diventeranno una sorta di limbo: il loro status giuridico sar imprecisato. molto probabile

che verr vietato il transito di persone e merci tra i due Paesi. Dunque le conseguenze di una mossa cos avventata potrebbero essere catastrofiche e la Bosnia dovr mettere in conto un possibile ibernamento dei rapporti commerciali e turistici con la Croazia, uno dei principali partner economici di Sarajevo. Il ministro bosniaco-musulmano della Sicurezza, Fahrudin Radoncic, non ha risparmiato dure frecciate al presidente Radmanovic: Andando avanti cos rischiamo lassalto totale dei cittadini contro lintera classe politica bosniaca.

Skopje, Il Gtc non si tocca


Migliaia di residenti, raccolti dallAssociazione degli architetti macedoni, hanno manifestato contro la ristrutturazione dello storico centro commerciale Uno sterminato cordone umano di migliaia di persone sabato scorso ha accerchiato lo storico centro commerciale Gtc di Skopje: un gesto simbolico, orchestrato dallAssociazione degli architetti macedoni (Aam) per difendere ledificio - eretto nel 1970 in stile moderno - dalloffensiva barocca e neoclassica portata avanti dal governo macedone con il progetto di riqualificazione architettonica e urbanistica della capitale, Skopje 2014, che sta trasformando lintero volto della citt. Il Gtc deve rimanere cos com: moderno e autentico, un fortino che resiste al deturpamento di Skopje, recita, secondo il sito internet Balkan Insight, uno dei volantini distribuiti dai membri della Aam. In coincidenza con la grande manifestazione di sabato, infatti, stata lanciata la campagna Amo il Gtc, promossa per impedire lavvio dei lavori di ristrutturazione del Centro commerciale che inevitabilmente cancelleranno lo stile moderno delledificio per far posto allormai nota forma barocca: una tendenza lussureggiante ed eccentrica che caratterizza buona parte del centro cittadino. Nonostante in questi ultimi anni siano spuntati nella capitale macedone centri commerciali come funghi, alcuni nel contesto del discusso piano architettonico, il Gtc - situato peraltro a pochi passi dalla piazza centrale - rimane il pi grande e di gran lunga il pi visitato; inoltre, a differenza delle altre strutture, presenta una singolare caratteristica amata da molti cittadini di

Skopje: alla base del fabbricato tutti gli ingressi sono completamente aperti e accolgono ogni giorno migliaia di passanti che confluiscono nellenorme atrio da qualsiasi direzione. Il Gtc molto di pi di un semplice centro commerciale per noi - spiega Nikola Pisarev, uno dei componenti del Consiglio direttivo dellAam dato che funge da parapioggia e calorifero nei lunghi mesi infernali e da sentiero rinfrescante e arieggiato durante la calura estiva. Ma soprattutto un luogo storico dincontri e passaggi, proprio nel cuore pulsante della citt. Perci i manifestanti hanno gi promesso che non molleranno la presa e ribadiranno il loro no al pesante maquillage annunciato mesi fa dal governo di Gruevski: alla chiusura di tre ingressi, alla costruzione di un ulteriore piano, alla ridondante costellazione di statue che dovr decorare il tetto e in particolar modo allo stravolgimento in chiave barocca della facciata delledificio. Per il direttore amministrativo del Gtc, Ago Abazovski, continua a difendere il progetto: La struttura deve adattarsi al nuovo stile architettonico della capitale, replica, serafico, Abazovski alle proteste di sabato scorso. I manifestanti possono comunque contare su un ultimo appiglio: il nuovo sindaco della zona centrale di Skopje (Centar), Andrej Zernosvki, uno degli avversari pi risoluti del progetto architettonico, il quale ha sempre combattuto contro liniziativa lanciata dal governo di centrodestra. Con linaspettata conquista di Centar, lesecutivo di Gruevski ha perso il controllo sul fondo destinato a finanziare Skopje 2014, costantemente rimpolpato in questi anni da un fiume di stanziamenti governativi.

Macedonia, 100 milioni per le infrastrutture


I lavori partiranno entro la fine dellanno e interessano inizialmente 11 strade regionali e 133 strade locali Centinaia di chilometri di strade da costruire entro la fine dell'anno in Macedonia; questa lintenzione del governo di Gruevski. Nell'ambito del programma di governo per la costruzione e la ricostruzione di strade locali e regionali entro la fine dell'anno si prevede un finanziamento di circa 100 milioni di euro per la costruzione e la ricostruzione di strade in tutto lo Stato. Secondo il

quotidiano Vecer, lesecutivo ha annunciato una serie di lavori che riguarderanno la ristrutturazione di 133 strade locali (estese per 162 km in 70 comuni e che richiedono un finanziamento di 17 milioni di euro) e di 11 strade regionali (estese per 160 km e che necessitano di uno stanziamento di 30 milioni di euro).

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