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GLI STREGATI

Preferisco ilibri maledetti


WALTER SITI

dio il lieto-fine di Notting Hill, quando Julia Roberts incinta appoggia la testa sulle ginocchia di Hugh Grant che legge; ma che si legge quel carciofone? Cos si trattano i libri come ciabatte, sia pur comode. Si legge come si fa colazione coi frollini del Mulino Bianco, quando linteressante della storia ormai alle spalle; mi viene in mente Waldo Emerson imbufalito verso un tizio che non sapeva cosa fare, e quindi lesse.
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Odio il lieto fine preferisco i libri maledetti


Non ho mai letto per passare il tempo: Walter Siti conclude la serie dei finalisti dello Strega alle prese con la lettura
LETTURE
Walter Siti, 66 anni, finalista del premio Strega con il romanzo Resistere non serve a niente (Rizzoli)

WALTER SITI SEGUE DALLA PRIMA PAGINA

on ho mai letto per passare il tempo, nemmeno da piccolo: in casa non cerano libri se non quelli di un cugino, pi grande di me di sette anni, che soggiornava da noi mentre faceva il ginnasio. Cos mi eccitavo con gli sbudellamenti dellIliade, i cervelli che schizzavano sulle ruote; fin che un giorno mi capit tra le mani un libriccino dove si raccontava di un commesso viaggiatore che al risveglio si scopriva trasformato in un enorme insetto; avevo solo otto anni, mi svegliavo di notte gridando. Se proprio ci devessere un libro in un film, preferisco i libri maledetti, quelli da cui si prende ispirazione per i delitti seriali. Per me leggere stato sempre un acquisire cognizione del male. Che pu essere anche morbido, divertente, che conosce opposizioni eroiche e tortuosit proteiformi: prendere cognizione del male prendere cognizione del mondo. La bont, la vera bont che agisce, so solo ammirarla da lontano; nei libri cerco la nenia che incanta il male con la bellezza. Ho imparato a memoria molti versi e ancora adesso me li recito prima di dormire, come una preghiera. Dante soprattutto, ma anche Baudelaire e Pascoli, e Pe-

Da piccolo mi eccitavo con gli sbudellamenti dellIliade, i cervelli che schizzavano sulle ruote; fin che un giorno mi capit tra le mani La metamorfosi di Kafka: mi svegliavo di notte gridando. Per me leggere sempre stato un acquisire cognizione del male

Dallaltro lato della barricata


Abbiamo chiesto ai cinque finalisti del premio Strega 2013 di raccontare sulla Stampa che cosa per loro stare dallaltro lato della barricata, ossia non latto di scrivere ma quello di leggere. Dopo Alessandro Perissinotto (domenica), Paolo Di Paolo (marted), Romana Petri (mercoled) e Simona Sparaco (ieri), la serie si conclude oggi con Walter Siti, che nel romanzo Resistere non serve a niente (Rizzoli) indaga mutazioni e abissi della contemporaneit raccontando il collasso finanziario e morale dellOccidente.

trarca e Montale. Poi ci sono le poesie che fatico a imparare a memoria perch le capisco poco: Hlderlin, Mandelstam, Celan, la Rosselli. Ma mi piace lo stesso leggerle perch mi conducono su una soglia dove intuisco possibilit tanto pi affascinanti quanto pi ignote, possibilit umane ma non solo. La lingua affare degli uomini ma offre possibilit combinatorie che alludono a un Oltre, da dove piove (vocabolo dantesco) nei cervelli disposti allascolto. Non sono un lettore forte, so-

prattutto adesso che ho molto da fare; ma a dir la verit non lo sono stato nemmeno da ragazzo, ero distratto dal dovere di essere primo a scuola. Con la narrativa, per esempio, non sono di quelli che leggono tutti gli ultimi americani, i cinesi appena sdoganati, i baltici cupi e i malinconici bulgari; sono un vecchio che si rilegge i classici (mi piace molto rileggerli insieme a una persona che amo e che non li conosce: come fare un viaggio, o una conversazione intima, insieme). Purtroppo il mestiere che ho scelto mi spinge a leggere giudicando e cercando di imparare, il che naturalmente toglie molto al piacere. Mi capita spesso di notare qualcosa che io non avrei fatto o un gioco tecnico che vale la pena di appuntarsi. Sono pi libero quando leggo la saggistica, soprattutto non letteraria: su come si comportano gli animali, per esempio, o su com composto luniverso. Uno dei periodi pi belli di lettura risale a una fuga da Pisa (per squallide ragioni sentimentali) in un albergo di Lucca dove nessuno poteva rintracciarmi e dove stavo chiuso tutto il giorno: alternavo la Storia delle credenze e delle idee religiose di Eliade ai romanzi di Agatha Christie e non sapevo quale dei due fosse levasione. Lo stesso m accaduto con la Trilogia della Fondazione di Asimov, lho letta appassionatamente senza sentirmi intrattenuto neanche un po: il suo Mutante mi dava da pensare quanto Macbeth. Non ho mai letto (a mia vergogna) I tre moschettieri e di Salgari ho avuto notizia discutendo la tesi di laurea di un mio studente. Il vero regalo quando un libro nuovo mi fa dimenticare il mio (e pure del suo autore) mestiere: quando parte il mondo alternativo, aprendomi la testa e portandomi vicino alle lacrime. Se lautore contemporaneo, e se per un caso fortunato capita che lo conosca almeno di striscio, gli scrivo sfidando ogni pi elementare opportunit, sento lobbligo di ringraziarlo per non avermi fatto uscire nemmeno per un minuto dalla beata trance conoscitiva. Non vero quel che dice Proust, che il lettore, quando legge, soltanto il lettore di se stesso: molte volte mi sono innalzato leggendo e sono ricaduto al mio livello dimenticando quel che avevo letto; ma le macchine che mi fanno fare il salto, cos dense e coerenti, qualcuno le ha costruite e merita la mia gratitudine. (Poi naturalmente ci sono gli infiniti libri che ti arrivano a casa, ma l pi che di lettura questione di legittima difesa).

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