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INSIEME ,

CAMMINIAMO !
periodico di informazione della Parrocchia Ges Adolescente

Anno 6 Numero 22 Giugno 2013


Carissimi, Ci salutiamo con questo numero estivo ricco di articoli interessanti dandoci appuntamento a Settembre per riprendere con vigore tutte le nostre attivit. Il primo anno con padre Mario alla guida della comunit ha visto consolidarsi e rafforzarsi tutti i gruppi che in modi e maniere diverse offrono il loro tempo ed il loro lavoro in piena gratuit.. Sarebbe inutile ricordare qui tutte le iniziative che lodevolmente sono portate avanti con impegno e dedizionema necessario menzionare Ospiti a mensa che grazie a nuovi volontari (ne servirebbero ancora) ha aggiunto un giorno di servizio dedicato ai nostri amici meno fortunati. Il 2013 ha visto anche la costituzione dellAssociazione Artistica e Culturale Ges Adolescente che ha gi nel proprio programma una nutrita serie diniziative. La nostra polisportiva Citt dei Ragazzi sta gettando le basi per progetti pi ambiziosi al servizio della comunitparliamo di miglioramento degli spazi esistenti, gite per tutte le et, ampliamento dellofferta di corsi sportivi, gite-trekking in montagna. Insomma molto si sta muovendo e ci piacerebbe vedere intorno a questo movimento tanta partecipazione. Con la partenza in questi giorni dei ragazzi per il campo estivo di Rezzoaglio si chiude formalmente la stagione dellimpegno e da qui doveroso un grazie a tutti gli educatori che svolgono un ruolo essenziale e che proprio in questo campo estivo consolideranno le esperienze di tutto lanno trascorso con i ragazzi. Da queste righe ci diamo appuntamento il 28 settembre al santuario della Madonna della Guardia per riprendere le nostre attivit alla luce della nostra esperienza cristiana. ..buona Estate ! La redazione

SOMMARIO
Saluti dalla Redazione 1 Un arrivederci.Padre Mario 2-3 Cultura Poesia Cultura-Cinema Cristiano cercasi ... Chiedo Do-Gruppo Beta Cultura-Libro e Riflessione Articolo di G.Bezze Le ricette di Anna Articolo Pres. Uruguay Langolo della politica 3 4 5 6 7 8-9-10 11 12-13 14-15

In breve,Anagrafe Parrocchiale 16

Senzazione Le sere blu d'estate,andr per i sentieri graffiato dagli steli,sfiorando l'erba nuova: ne sentir freschezza,assorto nel mistero. Far che sulla testa scoperta il vento piova. Io non avr pensieri,tacendo nel profondo: ma l'infinito amore l'anima mia avr colmato, e me ne andr lontano,lontano e vagabondo, guardando la Natura,come un innamorato. A.Rimbaud

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Per iodico di in for ma zione de lla Parrocchia Ges Adolescente

Anno 6 Numero 22 Giugno 2013

UN ARRIVEDERCI, PER POI CONTINUARE INSIEME.


Siano giunti al termine di questo primo anno della mia presenza come Parroco. Abbiano pregato e lavorato insieme. Abbiamo cercato di ascoltare la volont di Dio su di noi e ci siamo sforzati di seguirne le spinte, personali e comunitarie. Insieme ringraziamo Dio per averci condotto fino a qui. Non sto ad elencare le tante cose fatte e quelle ancora da fare. Mi limito a ricordare la VISITA PASTORALE in cui il nostro Arcivescovo ci ha invitati a continuare il cammino della testimonianza della fede, con pazienza, ma con quella speranza che il sigillo dellessere credenti. Compito primario per il prossimo anno sar quello di costituire il CONSIGLIO PASTORALE PARROCCHIALE. Ho gi messo a disposizione alcuni spunti di riflessione. Chi vuole li pu trovare sul tavolino in fondo alla chiesa, dove vi sono gli avvisi e il materiale per la vita cristiana. Non intendo ora riprendere le motivazioni che sono alla base della condivisione e collaborazione della nostra vita parrocchiale. Presento invece alla lettura uno scritto (tratto da una leggenda cinese) che intende proporre lo spirito con cui il Signore ci chiama a vivere nella Comunit cristiana per essere testimoni di Cristo risorto e impegnarci a portare la sua novit di salvezza nel mondo. Questo testo uno stimolo a riflettere su che cosa ci domanda il Signore per vivere da persone generose, per metterci al suo servizio nella chiesa, per diventare strumenti di Dio utili per i fratelli nella comunit cristiana.

CARO BAMB, HO BISOGNO DI TE


Cera una volta un bellissimo e meraviglioso giardino. Era situato paese, in mezzo al grande regno. Il Signore di questo giardino aveva l'abitudine di farvi una passeggiata ogni giorno, quando il caldo della giornata era pi forte. Cera in questo giardino un bamb di nobile aspetto. Era il pi bello di tutti gli alberi del giardino. Il Signore amava questo bamb pi di tutte le altre piante. Anno dopo anno, questo bamb cresceva e diventava sempre pi bello e grazioso. Il bamb sapeva bene che il Signore lo amava, e ne godeva. Un giorno, il Signore, molto pensieroso, si avvicin al suo albero amato e l'albero, in grande venerazione, chin la sua chioma verde. Il Signore gli disse: "Caro bamb, ho bisogno di te". Sembr al bamb che fosse venuto il giorno di tutti i giorni, il giorno per cui era nato. Con grande gioia, ma a bassa voce, il bamb rispose: "O Signore, sono pronto. Fa' di me l'uso che vuoi" "Bamb" - la voce del Signore era seria - "per usarti devo abbatterti!". Il bamb rimase spaventato, molto spaventato. "Abbattermi, Signore? Abbattere me che hai fatto diventare il pi bell'albero del tuo giardino? No, per favore, no! Fa' uso di me per la tua gioia, Signore; ma per favore, non abbattermi!" "Mio caro, caro bamb", disse il Signore, e la voce era pi seria, "se non posso abbatterti, non posso usarti". Nel giardino, ci fu allora un gran silenzio. Il vento non tirava pi; gli uccelli non cantavano pi. Lentamente, molto lentamente il bamb chin ancor pi la sua testa meravigliosa. Poi sussurr: "Signore, se non puoi usarmi senza abbattermi, fa' di me quello che vuoi, e abbattimi". "Mio caro bamb", disse di nuovo il Signore, "non devo solo abbatterti, ma anche tagliarti le foglie e i rami". "O Signore - supplic il bamb - non fatemi questo! Lasciatemi almeno le foglie e i miei rami!..." "Se non posso tagliarli, non posso usarti...". Allora il sole si nascose e gli uccelli ansiosi volarono via. Il bamb trem e disse appena appena udibile: "Signore, tagliali!". "Mio caro bamb, devo farti ancora di pi. Devo spaccarti un due e strapparti il cuore. Se non posso far questo non posso usarti".

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Anno 6 Numero 22 Giugno 2013

Cos il Signore del giardino abbatt il bamb, ne tagli i rami, lev le foglie, lo spacc in due e ne estirp il cuore. L, delicatamente, il Signore dispose l'amato bamb a terra: un'estremit del tronco la colloc alla fonte; l'altra la diresse verso il suo campo arido. La fonte dava l'acqua; l'acqua si riversava sul campo che l'aveva tanto attesa. Poi fu piantato il riso; i giorni passarono; la semente crebbe e venne il tempo della raccolta. Cos il meraviglioso bamb in tutta la sua povert ed umilt, divenne realmente una grande benedizione Quando era ancora grande e bello e grazioso, viveva e cresceva solo per se stesso e amava la propria bellezza. Ora era diventato un canale che il Signore usava per rendere fecondo il suo Regno.
Nei luoghi dove ci recheremo, facciano pure i curiosi, raccogliendo spunti di vita pastorale che sono presente in altre Parrocchie: un modo per arricchirci e per allargare gli orizzonti. Rimaniamo sempre uniti nella preghiera e nel ricordo affettuoso (anche con cartoline, messaggi ecc.) per non perderci di vista. A tutti laugurio di una serena vacanza per ritemprare il corpo e rifrancare lo spirito. Con un arrivederci che viene dal cuore.

CULTURA-Poesia

selezione a cura di Luisa Montalto

Dal salmo 8
Il cielo e le sue stelle mi sussurrano limmensit del tuo amore, che abbraccia un universo di cui nessuno sa tracciare i confini. La luna e il sole mi raccontano le infinite volte in cui, per ogni uomo e donna, ti sei fatto luce nelle notti pi oscure e hai sciolto quei gelidi inverni della vita che congelano il cuore. Il mare e il suo orizzonte mi dicono la profondit del tuo mistero e ogni vetta montuosa mi invita a esplorarlo.

Le rughe sul volto di un anziano mi dicono la tua fedelt nel tempo e la freschezza del leggero andare di un bambino mi dice la tua effervescenza. Il grembo gravido di una madre mi insegna a credere nel mistero della vita che rinasce ogni volta e le mani consumate di una nonna mi chiedono di lasciarmi scolpire dalla vita. Tutto ci che vive incide sulla roccia della storia ci che fai per noi e ogni essere vivente canta, con la vita, i prodigi e le meraviglie che per noi hai creato dal nulla.

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Anno 6 Numero 22 Giugno 2013

CULTURA-Cinema
Ti racconto un film.

Patrizia Timossi

Unaltra stagione si conclusa, tempo di bilanci. Le riviste specializzate nel settore cinematografico informano che nel nostro paese le presenze di spettatori sono diminuite, complici - oltre alla crisi economica - altre forme di impiego del tempo libero, uscite di buoni prodotti concentrati solo in alcune occasioni e assolutamente assenti nel periodo estivo. Si d la colpa anche a quella che viene chiamata una de-alfabetizzazione della cultura cinematografica operata dalla televisione, anche dalle tv a pagamento, che induce minori investimenti nel settore. E cos si pensano strategie per ri-avvicinare il pubblico, ogni tipologia di pubblico, nelle sale cittadine, che vengono considerate (ma noi lo sosteniamo da sempre) un prezioso baluardo di vivibilit e aggregazione sociale. Queste considerazioni sono tanto pi valide per una - pur piccola - esperienza come la nostra, che oltre alla magia unificante della sala offre a tutti loccasione di un dialogo e di un confronto che forse altrove non frequente trovare. In questi anni (sono ormai dieci!) abbiamo imparato a riconoscerci, a imparare i nostri nomi, e sappiamo che ogni sera, da parte di uno o dellaltro spettatore, pu uscire qualche osservazione preziosa, che finisce per rendere tutti un po pi consapevoli. Se devo fare riferimento ai riscontri che arrivano da tutti i nostri ormai amici cinefili, si creato un clima sereno e quasi familiare, in cui ognuno si sente libero di commentare o di ascoltare, comunque tutti soddisfatti di aver assistito ad unaltra rappresentazione della inesauribile variet della commedia umana. Ecco, se devo fare un bilancio, questo nel ringraziamento che i nostri amici spettatori rivolgono a noi della Commissione cinema per le scelte fatte ma evidente che ormai si stabilita una reciproca consonanza ringraziamento che a nostra volta restituiamo loro, che ci gratificano con la loro presenza, ci stimolano con le loro osservazioni, ci invitano a perseverare con il loro entusiasmo. Vorremmo infine rivolgere un invito a tutti coloro che avranno avuto la pazienza di leggere queste righe, vorremmo che tutti i parrocchiani si sentissero stimolati e incuriositi, vorremmo che nonostante la stanchezza serale altri volenterosi decidessero di uscire di casa e di raggiungerci per vivere insieme a noi lesperienza della Settima arte: non richiesta nessuna appartenenza se non quella della condivisione appassionata della nostra comune umanit.

Buona estate a tutti, e a risentirci a settembre

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Anno 6 Numero 22 Giugno 2013

CULTURA- Libri da non perdere


Dio non quel che credi Ploux Jean-Marie

segnalato da

Anna Rossi

Qiqajon Edizioni

Questo libro, piccolo di spessore ma denso di contenuti, affronta largomento dellesistenza di Dio e della fede in lui secondo un punto di vista particolare : secondo lautore non sono gli uomini ad aver bisogno di Dio ma Dio che non pu fare a meno degli uomini per parlare agli altri uomini e perch si aprano alla sua presenza : senza gli uomini che aprono il loro cuore e prestano le loro mani a Dio, Dio rimane impotente. Le malattie, gli omicidi, le guerre, le catastrofi naturali, non sono castighi di Dio per le mancanze o i peccati degli uomini. : non vogliamo pi saperne di un Dio che avrebbe bisogno delle debolezze delluomo per imporsi a lui. Lamore di Dio gratuito e senza condizioni e invita gli uomini a fare altrettanto gli uni per gli altri. Durante la sua morte Ges deve rinunciare alla rappresentazione del Dio onnipotente e ci indica la via da seguire per vivere con Dio : quella di una fiducia che si da senza riserve. Dice Bonhoeffer :Dio ci da a conoscere che dobbiamo vivere come uomini capaci di far fronte alla vita senza Dio .. Davanti e con Dio viviamo senza Dio. Senza Dio vuol dire : senza parole definitive su Dio, senza rappresentazione assoluta di Dio, senza mettere termine alla questione Dio e chiuderla in un discorso. Anche se non crediamo in Dio, anche se non possiamo rappresentarci Dio, siamo sicuri di non sbagliare e non sprecare la nostra vita se amiamo gli altri, se li rispettiamo nelle loro differenze e ci sforziamo di dialogare con loro , se ci mettiamo al loro servizio e ci poniamo dalla parte dei poveri nella vita e nel mondo.

AAA....CRISTIANO CERCASI

I RAGAZZI del V anno di Cristina Ivaldi

I ragazzi del V anno rispondono all'annuncio con l'identikit del vero cristiano. Sono necessari:

Fede Preghiera Amore e rispetto per il prossimo Lettura e ascolto della Parola di Dio Saper chiedere perdono e ringraziare il Signore Frequentare assiduamente la S. Messa Disponibilit verso gli altri

Tutto questo non certo facile! Essere cristiani ai giorni nostri una vera sfida! In ogni tempo stato difficile, ma oggi esserlo resistere a tanti modi di vivere che spingono a non avere progetti, a vivere alla giornata, mettendo al centro se stessi e i propri bisogni, pi che gli altri. Ma noi, abbiamo scelto Ges, e vogliamo continuare con gioia ed entusiasmo a seguire i suoi insegnamenti, per essere un buon profumo con la nostra testimonianza.

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La rubrica ...CHIEDO-DO

a cura di Eleonora Lavorgna

- Cercasi bicicletta per ragazzo in regalo (n. tel. 3395674240). Grazie. - Segnaliamo il C.A.V. (centro aiuto alla vita) che aiuta mamme in difficolta, anche distribuendo corredino/vestiario per bambini (salita Noce); chi volesse puo contribuire. Questo il n.telefonico: 0103778054. Grazie. - Chi avesse mobili usati da offrire gratuitamente puo rivolgersi al n.tel. 3395674240. Grazie.

Il GRUPPO BETA si racconta.

Claudia Capurro & Elio Avena

Lanno appena trascorso stato per il Gruppo Beta un anno complesso teso soprattutto a ricucire rapporti interni ed a riscoprire la propria identit. Gli incontri prettamente formativi, che hanno visto la partecipazione, il supporto ed il contributo religioso culturale di padre Mario, non sono stati molti ma questo, soprattutto, perch diverse sono state le attivit e gli impegni che il gruppo si assunto sia nella sua totalit che a livello di singoli, a partire dallorganizzazione della Veglia di Natale fino alla partecipazione a diverse iniziative vicariali, per arrivare agli appuntamenti durante la visita pastorale del nostro Arcivescovo. A ci si aggiunga che diversi ragazzi sono anche educatori e catechiste che svolgono questo ruolo con entusiasmo e passione. Certamente da ricordare , poi, la due giorni vissuta a febbraio a Lodi da una parte del gruppo dove il tema affrontato ha riguardato principalmente "il progetto missionario barnabitico". Nelloccasione si parlato soprattutto dellAlbania e della sensibilizzazione che bisogna attuare sul volontariato barnabitico nelle varie comunit.. E come conseguenza di questo incontro due ragazze Beta quest'estate andranno a Milot presso il campo Veror dove animeranno i bambini in collaborazione con educatori albanesi che si sono guadagnati questo compito durante l'anno. Le parabole saranno il filo conduttore del campo. Non dimentichiamoci, infine, della Festa della Parrocchia.. i Beta, infatti, hanno fatto divertire grandi e piccini con giochi per famiglie, foto spiritose e baby dance Laugurio che possano continuare su questa strada, sempre con maggiore impegno, attenzione, stima reciproca e condivisione di ogni esperienza.. sia che sia vissuta da tutto il gruppo, sia che sia liniziativa anche di uno o due soltanto di loro! A buon intenditor.

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CULTURA - Il libro letto per Voi


Paolo Curtaz: Gesu incontra, Sanpaolo,2013, 14,00

Ines Caminiti

Si apre allessenzialita e in modo snello e vivace la serie Rivoglio il Vangelo,una testimonianza appassionata e convinta di fede Le meditazioni su alcuni incontri di Gesu si alternano a vicende personali dellautore, che alleggerisce cosi la riflessione e lapprofondimento teologicoNutrimento interiore dellanima e recupero dellamore gratuito che abbiamo ricevuto Quando il Vangelo ci raggiunge e scardina le nostre meschinita,dobbiamo metterci in gioco e sul modello del Cristo imparare a vivere in modo sincero, coerente ed autenticoSolo cosi si puo essere testimoni credibili della Parola.

LANGOLO DELLA RIFLESSIONE


Laltra faccia della Luna

Ines Caminiti

Il buon Dio creo la Luna in una fresca e profumata mattina di maggio; la sollevo delicatamente dalle pieghe dellorizzonte della Terra e la pose in alto, oltre la curva delle colline, reclinando dolcemente il Suo sguardo paterno su di lei e dicendole bonariamente: Valicherai con la Terra gli spazi siderali e correrete insieme sulla pista ovale intorno al vostro Sole in quella parte di cosmo che mi tanto cara. Veglierai la notte sulla stirpe delluomo e la mattina ti adombrerai silenziosamente per far posto al giorno. Accarezzerai con ebbrezza i grappoli sui tralci appesantiti e farai ribollire spumosamente le botti gravide del vino nuovo; farai germogliare talee e bulbi e ti affiancherai al contadino laborioso nella semina e nella potatura, ritmando il suo lavoro con la tua ciclica permanenza nel cielo. Condurrai le maree sulle spiagge della Terra e farai da bussola ai pescatori affaticati nelle fredde notti blu, lanterna domestica che li riporta a casa...Avrai un unico volto per guardare la Mia Terra. E le sarai fedele.Avvenne pero, in un tempo molto lontano dalla sua creazione, che la Luna, con le ciglia lacrimevoli, umide di rugiada e la voce rotta e ruvida di rabbia, protesto davanti a Dio:Ho visto per millenni guerre, carestie, violenze e deportazioni. Ho visto luomo contro luomo; clavi lanciate in alto insieme a pietre; cavalli e cavalieri stremati sotto il peso delle armature; vascelli spariti negli abissi insondabili del mare, silurati allimprovviso e poi coperti da ingannevoli onde, aizzate da raffiche di venti oceanici; ho visto funghi radioattivi di polveri mortali, alti piu delle montagne; scoppi mostruosi e aerei e palazzi cadere a pezzi; gente indifesa che correE cerano sempre bambini soli, affamati e sfiniti ai margini dei villaggi; donne violate nel corpo e nel cuore, sopraffatte da ipocrisie e perbenismo; giovani lanciati a fari spenti su grovigli di strade con le loro scatolette di latta a misurare il limite della sopravvivenza; accanto a cassonetti ridondanti di muffe, sporcizia e cocci di bottiglie ho incrociato i topi neri senza coscienza con le loro dosi di veleno per chi non spera piu: li ho visti infilare nelle loro avide tasche miserabili, ricettacolo di rovina, quei soldi sporchi e sprezzanti, che puzzano di morte per quelli che pagano la dose, e di strazio per le loro sgomente famiglie disperate. Non voglio piu vagare con la Terra e non la voglio piu guardare: voglio staccarmi da lei!. Dopo questo sfogo benevolmente Dio le parlo: Non puoi. Nessuno puo abbandonare il suo posto nel cosmo; anche quando ti sembra di non sopportare piu, devi andare avanti, fino in fondo! Ti ho dato pero una risorsa, laltro tuo volto, quello che non vede il male della Terra e le sue brutture, quello che scruta dalla parte opposta, in fondo alluniverso, lontano, dove le cose sono diverse, dove non c quello che vedi qui: il volto del sogno, quello che apre sul futuro, quello dellinesploratoE il volto del cuore, il senso dellignoto, il senso di ogni andare incerto contro ogni vuoto di senso. Guarda allora la tua compagna con quel volto e con occhi di speranza, e vai oltre la realta. Li la puoi trovare bella! E vorrai ancora farle compagnia. La Luna capi perche Dio le avesse dato laltra faccia, quella che non guarda mai la Terra: uso quindi quel volto per sperare, per credere nei sogni, per continuare a vagabondare nel cosmo insieme alla Terra e alle sue incoerenze. Ecco perch la Luna sale ancora sulla battigia umida di salmastro e rischiara ancora le nostre notti insonni: ci mostra sempre la stessa faccia, ma con laltra ci da speranza e futuro. E noi crediamo ai sogni! dedicato ad unamica

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OSPITIAMO un ARTICOLO di Giorgio Bezze


Una parrocchia nello stile della nuova evangelizzazione
Gi negli Istrumentum laboris, in preparazione al Sinodo, si messo in luce come sussista da tempo un radicato lavoro di trasformazione da parte delle parrocchie, sia quelle appartenenti alle Chiese giovani, presenti nel sud del mondo o nelle grandi metropoli, sia quelle incluse nelle Chiese con radici cristiane di tradizioni pi antiche1. Cos, sempre in occasione del Sinodo, ed in particolare nelle proposizioni conclusive, i vescovi hanno affermato che la parrocchia continua ad essere la prima presenza della Chiesa nei quartieri, il luogo e lo strumento della vita cristiana, che capace di offrire delle opportunit per il dialogo tra gli uomini, per ascoltare ed annunciare la Parola di Dio2. Per questo la incoraggiano a non adagiarsi sull'esistente, ma ad assumere in pieno lo spirito della nuova evangelizzazione scoprendo nuove vie e trovando altre formule che evidenzino maggiormente l'identit propria missionaria della Chiesa intera. I vescovi invitano le parrocchie ad essere delle cellule viventi, dei luoghi per promuovere l'incontro personale e comunitario con Cristo, per sperimentare la ricchezza della liturgia, per dare una formazione cristiana iniziale e permanente, e per educare tutti i fedeli in fraternit e carit, specialmente verso i poveri3. questo, dunque, un invito forte per tutte le parrocchie, che interpella tutti gli operatori pastorali e in particolare i catechisti. Ma come pu una parrocchia esprimere concretamente questo nuovo impegno di evangelizzazione nel contesto attuale? 1. Prima di evangelizzare: evangelizzarsi Di fronte all'uomo di oggi, per poter annunciare il Vangelo in modo credibile, una parrocchia deve prima di tutto lasciarsi essa stessa evangelizzare. Nuova evangelizzazione per una parrocchia significa, dunque, partire dall'interno, per porre poi in discussione tutto il proprio essere ed il proprio vivere. In altri termini, potremmo quasi dire che la nuova evangelizzazione trova la sua espressione pi significativa nella domanda che la parrocchia si pone su di s, dando vita non ad un'operazione esteriore e superficiale, ma ad un profondo ripensamento delle ragioni interiori per cui e secondo cui si parrocchia in un determinato territorio. Quindi, la nuova evangelizzazione, per una comunit parrocchiale, prima di tutto una conversione. Essa implica un processo di purificazione e l'impegno ad assumere in modo autentico la logica pasquale come stile di Chiesa. Convertirsi vuol dire abbandonare alcune scelte, abitudini, esperienze, stili, che rendono la parrocchia autoreferenziale e chiusa. Abbandonare quel modo di convocare, dentro a una pastorale strutturata, con una forte programmazione, fatta di iniziative che hanno al centro la parrocchia stessa, le sue strutture, i suoi edifici, le sue iniziative. Abbandonare quel modo di vivere accentrato,uniforme, che molte volte sembra temere le differenze e che porta a scambiare la comunione con l'omogeneit . 2 Prima dell'organizzazione: una sana destrutturazione Credo che una parrocchia di oggi, che guardi al futuro ponendosi il compito di evangelizzare, debba avere il coraggio di una pastorale un po' destrutturata, capace di una missione che passa attraverso i luoghi multiformi della vita e le sue imprevedibili occasioni. L'obiettivo quello di una parrocchia che riesca a trovare la propria unit ed il proprio tessuto strutturante non nelle iniziative che propone, ma in alcuni momenti forti della sua vita di fede. Per arrivare a tanto, ogni parrocchia deve lasciarsi evangelizzare dal suo interno, riscoprendo la novit del Vangelo, tornando alla fedelt di vita evangelica delle prime comunit cristiane, recuperando la relazione spirituale con il suo Signore in modo da configurarsi come reale comunit, come vera fraternit, come corpo e non come azienda. importante che ogni parrocchia, prima di pianificare progetti di evangelizzazione, si lasci plasmare dall'azione dello Spirito, per non dimenticare che esso l'artefice principale dell'annuncio. lo Spirito Santo che apre i cuori e li converte a Dio. Pertanto l'esperienza di incontrare il Signore Ges, resa possibile dallo Spirito che ci introduce nella vita trinitaria, accolta in uno spiito di adorazione, di supplica e di lode, deve fondare tutte le scelte e le azioni della nuova evangelizzazione4. La nuova evangelizzazione deve essere sostenuta da una dimensione contemplativa che viene continuamente nutrita attraverso la preghiera, cominciando con la liturgia, in particolare l'Eucaristia domenicale, fonte e culmine della vita della Chiesa.

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La nuova evangelizzazione riguarda anche la Chiesa locale e con essa le parrocchie chiamate a impegnarsi per rivedere la propria presenza tra la gente e dentro la societ
3. Prima degli operatori pastorali: i testimoni Una parrocchia impegnata nella nuova evangelizzazione una parrocchia che ha bisogno di operatori pastorali, ma che preferisce dei testimoni. Questo non significa che la parrocchia non debba avere i suoi catechisti o i suoi animatori della liturgia o i suoi educatori. Significa semplicemente che tali figure non devono obbedire a una logica utilitaristica che cerca di non essere sguarnita delle persone che possano assolvere a tutte le funzioni di cui la parrocchia ha bisogno, ma devono invece sentirsi corresponsabili della vita della propria comunit, cos come accade all'interno di un'ordinaria e normale famiglia. Solo in questo secondo caso, infatti, l'istinto a verificare di continuo la qualit della propria esperienza di fede forte, vivo, ripetuto. Del resto, ritornando all'analogia precedente: ci si preoccupa della vita della famiglia e non dell'efficienza nell'assolvimento delle sue funzioni! una parrocchia che ha bisogno di operatori pastorali, ma preferisce dei laici maturi nella loro vocazione e nella consapevolezza di essa; laici capaci di spendere la maturit della loro fede nei loro normali ambienti di vita e dunque voce della loro comunit, dove la comunit con le sue strutture non pu giungere5. Una parrocchia che affida il suo annuncio del Vangelo alla maturit di fede dei suoi laici una comunit che allarga indefinitamente le proprie potenzialit missio narie una comunit che pu raggiungere le famiglie, gli ambienti di lavoro, gli spazi della cultura, della vita amministrativa, della scuola, della sanit... Se la parrocchia, nella persona del parroco, si sente capace di evangelizzare solo per le attivit che riesce a tenere sotto il suo stretto controllo, allora questa missionariet dei laici la far sentire impotente e inefficace6. Ma se una comunit parrocchiale ha imparato a credere che ci che si realizza non solo quello che passa attraverso la strutturazione delle proprie attivit, ma attraverso la maturit della fede dei propri figli, attraverso la loro capacit di condividere il cammino di vita e le inquietudini delle persone di oggi, attraverso la capacit di una parola semplice e quotidiana pronunciata davanti alle situazioni e agli interrogativi della vita, allora questa comunit ha enormemente ampliato le sue possibilit di evangelizzazione, le ha moltiplicate, ha posto accanto alle persone che fanno parte della comunit senza saperlo o senza volerlo la forza di fratelli che sanno camminare a fianco7. Questa la forza di una parrocchia missionaria, di una parrocchia che vive nello spirito della nuova evangelizzazione.

4. Prima dei bambini: gli adulti Il Sinodo sulla nuova evangelizzazione ha messo in maniera molto chiara l'accento sulla catechesi degli adulti8 senza togliere nulla alla cura e all'educazione dei pi piccoli. Evangelizzare soprattutto una questione che riguarda gli adulti e dunque, una parrocchia che si voglia rinnovare non pu che far ricadere su di essi la propria scelta preferenziale. Non pu che essere cos, e ci non per ragioni strategiche, come talvolta si sente dire, e cio perch se gli adulti sono convinti e coinvolti, a loro volta convincono e coinvolgono i figli, lo sanno bene i catechisti dell'iniziazione cristiana, ma perch degli adulti quella maturit di fede che permette loro di stare in piedi da soli nei luoghi ordinari della vita, che permette loro una pi diretta capacit di dialogo con le persone di oggi, con coloro che sono pi chiaramente in ricerca, un dialogo aperto e credente sui grandi temi della vita. Credo che oggi una delle principali forme di evangelizzazione sia, oltre quella della testimonianza cristiana della propria personale esistenza e della qualit della propria umanit, quella della capacit di dialogo sui grandi problemi della vita contemporanea. Faccio qualche esempio: con una persona che vive una difficile esperienza familiare, la cosa pi importante non quella di saperle dire quali sono i principi della vita cristiana sulla famiglia, quanto piuttosto quella di fare una riflessione aperta, problematica, sulla famiglia, sulle relazioni di coppia, sull'amore, senza ricorrere al linguaggio codificato della Chiesa, ma piuttosto ragionando in termini umani, attingendo al proprio vissuto, al proprio modo di affrontare, da credenti, le stesse situazioni. E ancora, se una persona lontana dalla vita di fede si trova a dover sostenere la prova di una perdita, di un lutto, non certo portandola a riflettere sui principi teorici del dolore e della morte, n tanto meno dandole risposte metafisiche o teologiche, che la si aiuter, quanto piuttosto usando parole semplici, fatte anche di silenzio, che esprimano al meglio la propria vicinanza e riescano ad infondere fiducia e speranza. Questo richiede una competenza umana che solo l'adulto pu avere; richiede una persona capace an-che di far risuonare le parole di vita buona del Vangelo dentro alle domande sulla vita dell'altro. Per noi, che spesso abbiamo ricevuto le risposte senza esserci posti tante domande, per noi che abbiamo recepito gli insegnamenti del catechismo senza aver sofferto la fatica della ricerca, questo pu essere oggi molto difficile, ma pu diventare anche rigenerante per la nostra fede, pu diventare la grazia di ricominciare a credere con chi si accompagna a credere9.
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La nuova evangelizzazione riguarda anche la Chiesa locale e con essa le parrocchie chiamate a impegnarsi per rivedere la propria presenza tra la gente e dentro la societ.

5. Prima delle iniziative: le relazioni Se oggi una parrocchia vuole essere in comunicazione con le persone di questo tempo e vuole rappresentare un punto di riferimento significativo per le persone, deve avere il senso del valore delle relazioni, curandole con delicatezza, con umanit, con fantasia. In questo senso gli esempi possono essere tanti. Basti pensare a molti adolescenti, che non trovano nell'oratorio un punto valido di incontro, che se ne stanno seduti sul muretto o a girovagare nei giardini della piazza, ma che possono trovare negli educatori, disponibili a fermarsi con loro, a parlare, ad ascoltare, a diventare un po' amici, i referenti del loro cammino esistenziale, le persone a cui raccontare i propri problemi, con cui sfogarsi, con cui ridere. Oppure si potrebbe pensare a due giovani, che dopo alcuni anni di convivenza si avvicinano alla fede perch desiderano sposarsi, e questo loro desiderio viene accolto e sostenuto da persone che sanno dialogare, che sanno dare le giuste ri-sposte, che sanno stabilire con loro delle re-lazioni che durano oltre questa circostanza, che sanno accettarli e sanno farli sentire parte della famiglia della parrocchia. E gli esempi si possono moltiplicare. E la cura delle relazioni permette di accoglie-re e parlare la lingua di chi diverso, per storie personali, sensibilit, vissuti di fede e cultura, e proprio per questo rende esplicito lo stile della Chiesa che testimonia l'amore infinito di Dio, non riducendo i suoi linguaggi, ma piuttosto facendo coro, cio impegnandosi a far convergere verso l'unit la molteplicit delle esperienze che sono presenti in essa, e che essa ama coltivare proprio per fedelt al-le esigenze missionarie di oggi.

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La nuova evangelizzazione per la trasmissione della fede cristiana, Istrumentum laboris, n 80, Citt del Vaticano 2012 La nuova evangelizzazione per la trasmissione della fede cristiana, Proposizioni finali, n 26, Citt del Vaticano 2012 Idem Idem... n36 P. Bignardi, Relazione convegno assistenti di ACI, Roma febbraio 2003, p.4 Idem Idem p. 5 La nuova evangelizzazione per la trasmissione della fede cristiana, Proposizioni finali, n 28, Citt del Vaticano, 2012 E. Biemmi, Il secondo annuncio. La grazia di ricominciare, EDB, Bologna 2011 pp.90-92

Giorgio Bezze Don Giorgio Bezze nato in provincia di Vicenza nel 1958. Dopo aver frequentato per alcuni anni la facolt di medicina e chirurgia presso l'Universit di Padova, nel 1983 entrato nel Seminario Maggiore Vescovile Dopo il Baccalaureato presso la facolt teologica dell'Italia settentrionale di Padova stato ordinato sacerdote nel 1989.

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Anno 6 Numero 22 Giugno 2013

Le RICETTE di ANNA
Rotolo al cacao farcito con panna e fragole o con frutti di bosco
Ingredienti per circa 10 persone Per il rotolo : 1 cucchiaio di acqua - 4 uova medie - 80 gr di zucchero 40 gr di farina - 25 gr di cacao amaro in polvere - 10 gr di miele 6 gocce di essenza di vaniglia Per la farcitura :

Anna Rossi

400 ml di panna fresca + 40 gr di zucchero a velo vanigliato oppure 400gr di gelato fiordilatte 400 gr di fragole + 1 bicchierino fragolino o di alchermes o di succo di fragole oppure 800 gr di frutti di bosco e 200 gr di zucchero semolato

Preparazione Se non volete utilizzare il liquore per la farcitura, comprate circa 200 gr di fragole in piu e qualche ora prima di preparare il dolce tagliate in un contenitore a chiusura ermetica le fragole piu brutte a pezzi piccolissimi, bagnatele con il succo di l limone e mescolate aggiungendo un po di zucchero semolato, ponete quindi il contenitore in frigo. Il succo che si formera potra essere utilizzato per la farcitura dopo aver eliminato i pezzetti di fragola. Per la preparazione della pasta biscotto sbattete i tuorli con le fruste elettriche per 10 minuti insieme a 30 gr di zucchero, al miele, all'acqua e alle gocce di vaniglia sino a che non diventino chiari e spumosi. Montate anche gli albumi a neve non troppo ferma assieme ai restanti 50 gr di zucchero, quindi amalgamate delicatamente i due composti con una spatola aggiungendo anche la farina setacciata con il cacao in polvere.. Mettete in una leccarda da forno di 45 x 37 cm un foglio di carta da forno in modo che sporga leggermente ai lati, stendetevi sopra limpasto livellandolo con una spatola piatta e liscia fino a raggiungere lo spessore di 1 cm.. Infornate in forno statico gi caldo a 220 per 6-7 minuti senza mai aprire il forno. Estraete la leccarda dal forno, sollevate la carta da forno dal tegame e spostate carta e pasta sul piano di lavoro. Spolverizzatela con zucchero semolato e sigillatela con pellicola trasparente, ripiegandola anche sotto i lati, in modo che trattenga lumidit raffreddandosi. Montate la panna aggiungendo verso la fine lo zucchero a velo. Lavate con acqua fredda le fragole, asciugatele bene con carta da cucina, pulitele e tagliatele a fettine non troppo sottili ma di eguale spessore, lasciandone da parte una dozzina tra le piu belle per la decorazione. Togliete la pellicola dalla pasta biscotto ormai fredda, bagnatela con il liquore o con il succo di fragole, spalmatela uniformemente con la panna tenendone da parte un po per la decorazione, ricoprite la panna con le fettine di fragole quindi formate un rotolo aiutandovi con la carta da forno e una spatola e lasciando il margine di chiusura esterno sotto il rotolo come nella foto. Spalmate la restante panna sulla superficie e decorate con le fragole tagliate a meta. Una variante estiva consiste nel sostituire la panna montata con una eguale quantita di gelato fiordilatte, in tal caso il rotolo va avvolto nella pellicola e lasciato qualche ora in freezer prima di servirlo; al posto delle fragole possono anche essere utilizzati frutti di bosco freschi o surgelati. In tal caso ne vanno utilizzati 800gr, spargetene 400 gr nel rotolo e mettete gli altri 400 gr in una pentola, aggiungete 200gr di zucchero semolato, mettete il composto sul fuoco e portate ad ebollizione mescolando continuamente. Fate bollire 5 minuti, quindi filtrate con un colino fine per eliminare tutti i semini, fate raffreddare in frigo e mettetene una cucchiaiata nel piattino a fianco a ciascuna fetta di rotolo.

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Anno 6 Numero 22 Giugno 2013

ASSOCIAZIONE CULTURALE e ARTISTICA GESU ADOLESCENTE assocult.gesuado@gmail.com

Segnaliamo la lettura di questo discorso del Presidente dell'Uruguay Jos Pepe Musjica tenuto in occasione del vertice dei popoli dellAMERICA LATINA,CARAIBI ed EUROPA per la giustizia sociale

VITA E FELICITA

Cile, 26-27 gennaio 2013

"Autorit presenti di tutte le latitudini e organismi, grazie mille. Grazie al popolo del Brasile e alla sua Sra Presidentessa, Dilma Rousseff. Mille grazie alla buona fede che, sicuramente, hanno presentato tutti gli oratori che mi hanno preceduto. Esprimiamo la profonda volont come governanti di sostenere tutti gli accordi che, questa, nostra povera umanit, possa sottoscrivere. Comunque, permetteteci fare alcune domande a voce alta. Tutto il pomeriggio si parlato dello sviluppo sostenibile. Di tirare fuori le immense masse dalla povert. Che cosa svolazza nella nostra testa'? fi modello di sviluppo e di consumo, che l'attuale delle societ ricche? Mi faccio questa domanda: che cosa succederebbe al pianeta se gli ind in proporzione avessero la stessa quantit di auto per famiglia che hanno i tedeschi? Quanto ossigeno resterebbe per poter respirare? Pi chiaramente: possiede il Mondo oggi gli elementi materiali per rendere possibile che 7 o 8 miliardi di persone possano sostenere lo stesso grado di consumo e sperpero che hanno le pi opulente societ occidentali? Sar possibile tutto ci? O dovremmo sostenere un giorno, un altro tipo di discussione? Perch abbiamo creato questa civilizzazione nella quale stiamo: figlia del mercato, figlia della competizione e che ha portato un progresso materiale portentoso ed esplosivo. Ma l'economia di mercato ha creato societ di mercato. E ci ha rifilato questa globalizzazione, che significa guardare in tutto il pianeta. Stiamo governando la globalizzazione o la globalizzazione ci governa??? possibile parlare di solidariet e dello stare tutti insieme in una economia basata sulla competizione spietata? Fino a dove arriva la nostra fraternit? Non dico queste cose per negare l'importanza di quest'evento. Ma al contrario: la sfida che abbiamo davanti di una magnitudine di carattere colossale e la grande crisi non ecologica, politica! L'uomo non governa oggi le forze che ha sprigionato, ma queste forze governano l'uomo ... E la vita! Perch non veniamo alla luce per svilupparci solamente, cosi, in generale. Veniamo alla luce per essere felici. Perch la vita corta e se ne va via rapidamente. E nessun bene vale come la vita, questo elementare. Ma se la vita mi scappa via, lavorando e lavorando per consumare un plus e la societ di consumo il motore, perch, in definitiva, se si paralizza il consumo, si ferma l'economia, e se si ferma l'economia, appare il fantasma del ristagno per ognuno di noi. Ma questo iper consumo lo stesso che sta aggredendo il pianeta. Pere) loro devono generare questo iper consumo, producono le cose che durano poco, perch devono vendere tanto. Una lampadina elettrica, quindi, non pu durare pi di 1000 ore accesa. Per esistono lampadine che possono durare 100mila ore accese! Ma questo non si pu fare perch il problema il mercato, perch dobbiamo lavorare e dobbiamo sostenere una civilizzazione dell'usa e getta, e cosi rimaniamo in un circolo vizioso. Questi sono problemi di carattere politico che ci stanno indicando che ora di cominciare a lottare per un' altra cultura Non si tratta di immaginarci il ritorno all'epoca dell'uomo delle caverne, n di avere un monumento all'arretratezza. Per non possiamo continuare, indefinitamente, governati dal mercato, dobbiamo cominciare a governare il mercato. Per questo dico, nella mia umile maniera di pensare, che il problema che abbiamo davanti di carattere politico. I vecchi pensatori Epicuro, Seneca o finanche gli Aymara dicevano: "povero non colui che tiene poco, ma colui che necessita tanto e desidera ancora di pi e pi". Questa una chiave di. carattere culturale. Quindi, saluter volentieri lo sforzo e gli accordi che si fanno. E li sosterr, come governante. So che alcune cose che sto dicendo, stridono. Ma dobbiamo capire che la crisi dell'acqua e dell'aggressione al medio ambiente non la causa La causa il modello di civilizzazione che abbiamo montato. E quello che dobbiamo cambiare la nostra forma di vivere
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Anno 6 Numero 22 Giugno 2013

Appartengo a un piccolo paese molto dotato di risorse naturali per vivere. Nel mio paese ci sono poco pi di 3 milioni di abitanti. Ma ci sono anche 13 milioni di vacche, delle migliori al mondo. E circa 8 o 10 milioni di meravigliose pecore. Il mio paese un esportatore di cibo, di latticini, di carne. una semipianura e quasi il 90% del suo territorio sfruttabile. I miei compagni lavoratori, lottarono tanto per le 8 ore di lavoro. E ora stanno ottenendo le 6 ore. Ma quello che lavora 6 ore, poi si cerca due lavori; pertanto, lavora pi di prima. Perch? Perch deve pagare una quantit di rate: la moto, l'auto, e paga una quota e un'altra e un'altra e quando si vuole ricordare ... un vecchio reumtico come me al quale gi gli passo la vita davanti! E allora uno si fa questa domanda: questo il destino della vita umana? Queste cose che dico sono molto elementari: lo sviluppo non pu essere contrario alla felicit. Deve essere a favore della felicit umana; dell'amore sulla Terra, delle relazioni umane, dell'attenzione ai figli, dell'avere amici, dell'avere il giusto, l' elementare. Precisamente. Perch questo il tesoro pi importante che abbiamo: la felicit! Quando lottiamo per il medio ambiente, dobbiamo ricordare che il primo elemento del medio ambiente si chiama felicit umana!"

Mi chiamano il presidente pi povero del mondo ma io non mi sento povero.. I poveri sono coloro che lavorano solo per cercare di mantenere uno stile di vita costoso e vogliono sempre di pi.. E' una questione di libert.. Se non si dispone di molti beni allora non c' bisogno di lavorare per tutta la vita come uno schiavo per sostenerli e si ha pi tempo per se stessi !!

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Anno 6 Numero 22 Giugno 2013

LANGOLO DELLA POLITICA


A proposito di cambiamento

Lino Giorgini

Dal convulso periodo pre e post elettorale emerge con prepotenza un concetto elevato ormai alla dignit di mantra (dal Sanscrito, strumento del pensiero dominante): quello di Cambiamento, con C maiuscola e con tanti significati, ma soprattutto col senso profondo di sostituire a quello vecchio un nuovo modello politico, civile e quindi culturale; quello vecchio ha fallito, non ci ha coinvolti, ha lasciato travisare la rappresentanza, ha lasciato usare lo stato a fini non pubblici, ha consentito la convivenza con numerose forme di antistato senza mai fare imporre del tutto l autorit collettiva , ha lasciato che le istituzioni si inquinassero di affarismi e personalismi vari e non basterebbe tutto questo umile articolo per elencare i guasti recati al nostro sistema; un sistema che, nonostante gli evidenti segnali di insofferenza dei governati (sempre meno votanti, nascita di nuovi movimenti) non ha mai smesso di avvitarsi su se stesso lasciando prevalere logiche di apparato e di spartizione rispetto alla ricerca del bene comune. Questo breve (e modesto) preambolo di tipo filosofico per tentare di circoscrivere il significato del termine sopra citato; la storia ci insegna che il cambiamento non mai cosa semplice ed agevole anzi il pi delle volte aspra e dolorosa; non eccessivo citare Dante, quando nel 1 canto del Pugatorio, Virgilio lo presenta a Catone dicendo libert v vercando ch s cara come sa chi per lei vita rifiuta, un verso famoso del quale ricordo la spiegazione di un mio professore di liceo: non si tratta della libert degli oppressi o dei perseguitati ma di un qualcosa che dentro di noi, un imperativo che ci impone, prima o poi, di ribellarci a chi calpesta la nostra individualit cos come Catone aveva preferito il suicidio al convivere con la nascente dittatura di Cesare; il cambiamento pu passare attraverso un grande carisma come quello di Ghandi o attraverso il sangue di un popolo come spesso successo e sta succedendo ancora, gi lo diceva Marx, nel suo manifesto: la rivoluzione violenta la levatrice di ogni societ gravida di una nuova societ; e a onor del vero anche la nostra repubblica ha preso avvio dal sangue e dalle macerie della guerra e quindi da un cambiamento epocale; ripeto non eccessivo riferirsi al significato storico e profondo del termine; credo che sia drammatica la nostra attuale tensione al cambiamento e lo sia soprattutto perch anzich comporsi si sono dilatate (in quanto alimentate in stile divide et impera) le divisioni storiche e antropologiche del nostro paese; in pieno risorgimento lo scriveva gi Goffredo Mameli noi siamo da secoli calpesti e derisi perch non siam popolo perch siam divisi ( il nostro inno) e dopo 150 anni dallunit dItalia vengono i brividi a riscontrare lincredibile attualit di un tale concetto. Qualche tempo fa mi esprimevo su questa stessa pubblicazione in senso ottimistico; il ringiovanimento del parlamento non pu che portare cose buone e, in effetti, qualcosa di buono riuscito a portare se si pensa che, nonostante il porcellum, e il frazionamento (che poi divisione) in tre parti numericamente equivalenti di rappresentanti, ha offerto lillusione, con la seconda e terza carica dello stato, che finalmente la logica spartitoria fosse al termine; ma stata solo unillusione; subito le divisioni si sono ripresentate sistematicamente e non solo tra schieramenti ma anche allinterno dello schieramento cosiddetto vincente, consegnando di fatto nuova credibilit allo schieramento meno orientato al cambiamento e consegnando quindi il potere ad un centro che molti non esitano a definire democristiano come a dire che il cambiamento ottenuto consistito nel rieleggere un Presidente della Repubblica di 88 anni e nella riedizione di un governo di larghe intese ma con unimpronta da prima repubblica.
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Anno 6 Numero 22 Giugno 2013

AI cuore di una forma di governo repubblicana la rappresentanza, intesa come categoria politica, dal momento che la cosiddetta democrazia diretta non ha pi di tanto senso nella nostra societ monstre; la rappresentanza veicola il consenso dai rappresentati ai rappresentanti e produce regole e buon governo che sono la struttura portante di un paese; se oggi si invoca il cambiamento perch questo meccanismo si inceppato, occorre riprogettarlo, manutenerlo, rilanciarlo e non certo possibile provvedere se divisioni, egoismi, affarismi hanno il sopravvento; dicevo che forse ho avuto torto a ben sperare sul ringiovanimento del parlamento ma forse troppo presto per un giudizio sereno; insisto con lottimismo e in questo mi riferisco a titolo desempio ad un raggio di luce nel mare magnum della crisi globale e globalizzata: gi la volta scorsa, prima che la fumata fosse bianca, mi era sembrato di avvertire dei segnali di cambiamento nella Chiesa e ne avevo riferito con la speranza di un credente come sono; poi arrivato Papa Francesco e fin da quel buona sera desordio ho percepito il cambiamento: la Chiesa curiale, arroccata nelle stanze vaticane di un potere troppo simile a quello demoniaco e smodato degli stati laici, prudente ed imbarazzata con i teologi della liberazione e legata invece a doppio filo coi potenti del mondo attraverso un do ut des lontano anni luce dai Vangeli, quella che mi costringeva a cercare consolazione negli scritti del Cardinal Martini, forse stava cambiando ed era proprio grazie ad un Gesuita; poi sono arrivati i discorsi in cui hanno trovato posto la tenerezza, la bellezza Dio che un pap e nello stesso tempo lo IOR che serve fino ad un certo punto perch la Chiesa una storia damore il non siate avidi ai giovani, perch il sudario non ha tasche e ancora scommettete sui grandi ideali e sulle grandi cose. Ecco questo il cambiamento e anche se ho riportato alcuni pezzi estrapolati da discorsi non brevi e complessi, credo sia percepibile un po da tutti questa ridiscesa finalmente in terra, tra di noi, della Chiesa, di tutta la Chiesa, con Papa Francesco e questo a prescindere dalla fede. Parlavo, nello scritto post-elettorale di commento che ha preceduto questo, di religione civile attingendo alla radice latina del termine religione (re-ligo, tengo insieme, stabilisco legami) e credo che cos come, sono certo, tutta Santa Madre Chiesa far quadrato attorno a Papa Francesco e al suo carisma evangelico, sarebbe bene che anche i nostri politici e quindi tutti noi cominciassimo a privilegiare ci che ci unisce a dispetto di ci che ci divide e questo sarebbe il cambiamento (CVD).

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