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Sono nato nell'anno 1632, nella citt di York, da una buona famiglia, ma non del paese; mio padre era uno straniero di Brema che si era stabilito in un primo tempo a Hull. Si fece una buona posizione con il commercio, poi, ritiratosi dagli affari, and a vivere a York, citt da cui aveva menato in sposa mia madre, i cui parenti si chiamavano Robinson, ed erano un'ottima famiglia del paese; dal loro nome io fui chiamato Robinson Kreutznaer; ma, per l'abitudine che si ha in Inghilterra di storpiare le parole, siamo ora chiamati, anzi ci chiamiamo e scriviamo il nostro nome, Crusoe, e cos mi chiamavano sempre i miei compagni. 'Robinson Crusoe'' un romanzo di enorme successo,romanzo fondativo di gran parte della cultura ,dei simboli, presenti nel mondo moderno occidentale: il rapporto con la natura,l'isola deserta, l'uomo selvaggio,la solitudine, l'intraprendenza, le origini della civilt..... La vita e le strane sorprendenti avventure di Robinson Crusoe (The life and strange surprising adventures of Robinson Crusoe, 1719) ebbero un tale immediato successo che Defoe si affrett a scriverne la continuazione con Le ulteriori avventure di Robinson Crusoe (The farther adventures of Robinson Crusoe, 1719). Robinson Crusoe", come lo si indica comunemente, si ispira a una esperienza veramente vissuta da un marinaio inglese: Nel romanzo troviamo Robinson che, smanioso di avventure, fugge da casa a diciotto anni e va per il mondo. Dopo un primo naufragio, viene catturato da un pirata. Evade, va in Brasile, fa il piantatore, si imbarca per la Guinea, fa naufragio per la seconda volta. Le onde lo trascinano su un'isola deserta . Riesce, con ingegnosit e abilit a procurarsi ci che gli necessario per la sopravvivenza, restando in completa solitudine, finch salva la vita a un selvaggio inseguito dai cannibali. Robinson chiama il giovane Venerd, ne fa il suo servitore fedele. Dopo essere rimasto 28 anni sull'isola trovato da una nave e riportato in patria. La continuazione risulta oggi alla critica inferiore al primo testo per ispirazione e forza rappresentativa-Il giovane Robin ha un futuro tranquillo che gli viene garantito da una solida posizione famigliare ma irrequieto cerca l'avventura -Dopo un naufragio fatto prigioniero da un turco , riesce per a fuggire e mette in piedi con un socio una societ che gestisce una piantagione in Brasile,durante un viaggio per comprare schiavi naufraga nuovamente finendo su di un'isola deserta dove costretto a stare 27 anni -Prima utilizza ci che rimane della nave naufragata poi impara a muoversi in quell'ambiente e lentamente riesce a creare condizioni di vita ''civili'' ,ricrea in questa isola il mondo che ha perduto ,la casa, i libri l'orologio ,l'allevamento ha persino un pappagallo che gli fa compagnia a cui insegna a parlare e che ironicamente dice :''Povero Robin......Povero Robin'' ..riesce persino ad annotare in una specie di libro ''mastro'' le cose da fare da ricordare,.per due volte ..... -Poi incontra ''i selvaggi'' .cannibali ovviamente, provenienti da altre isole e riesce a salvarne addirittura uno di loro fatto prigioniero da un gruppo rivale,il famoso ''Venerd ''nome che gli viene affibbiato da Robinson ,Venerd diventa servo ,allievo,maggiordomo e perfino amico un capolavoro di colonizzazione inglese. -Dopo questo lungo periodo fortunosamente riesce a ritornare in patria con una nave olandese di ''passaggio'' e qui scopre di essere diventato ricco grazie alla sua antica piantagione che andava in sua assenza a gonfie vele ,il suo socio onesto gli ha lasciato la sua parte. Robinson ritorna perfino di nuovo sull'isola non da naufrago ma da colonizzatore-inserendo definitivamente questa terra sconosciuta sulla cartina geograficaPrimo elemento, l'avventura contrapposta alla sicurezza di partenza un'avventura non fine a se stessa per ,infatti al suo ritorno gli investimenti fatti con la piantagione gli danno una fortuna ,avventura e affari insomma... -Secondo elemento, Robinson ricondotto allo stato di natura ,in parte un sogno per l'uomo civile in parte una catastrofe,lentamente egli ricostruisce uno stato di civilt quasi inglese -Terzo elemento,l'eroe non si adatta completamente all'ambiente ma in parte adatta quest'ultimo a se stesso lo civilizza e poi alla fine trasforma il tutto in una specie di colonia -Quarto elemento, egli solleva dalla incivilt e dallo stato di natura il selvaggio Venerd Il personaggio di Robinson esemplare: sete di avventura e diffidenza, operosit e avarizia, intelligenza mediocre ma spirito di osservazione acuto, religiosit prevalentemente pratica. Tutte le caratteristiche presenti nel tessuto sociale inglese. Il rapporto con il "selvaggio" Venerd, prefigura il colonialismo e l'imperialismo britannico. La solitudine di Robinson sembra a tratti allegoria dell'eterna condizione umana, ma anche una scelta e una conseguenza inevitabile del dominio-

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Intrapendenza: Il nostro decide di costruirsi un tavolo perch senza un tavolo non potevo mettermi n a mangiare n a scrivere, n fare varie altre cose con molto piacere: perci mi misi al lavoro. E qui devo osservare che poich la ragione la sostanza e l'origine della matematica, cos squadrando e calcolando ogni cosa con la ragione e giudicandone nel modo pi razionale, ogni uomo pu col tempo diventare padrone di ogni arte meccanica. ............... Cosa direbbero gli amici se mi vedessero-............................ Mi fermavo sovente a guardarmi, e non potevo esimermi dal sorridere allidea di circolare per le strade dello Yorkshire vestito ed equipaggiato in quella maniera se una persona qualsiasi, in Inghilterra, avesse mai incontrato un uomo del mio aspetto, o ne sarebbe stato impaurito, o si sarebbe sbellicato dalle risa Come sono caduto in basso................aveva ragione Pap............... ahim! non era certo il caso di stupirsi di un mio sbaglio, posto che non avevo mai fatto niente di giusto in vita mia. Dovevo tirare avanti, non c'era altra scelta; mi ero cacciato in un'impresa opposta alla mia natura,(viaggiatore) totalmente all'opposto del genere di vita che mi attraeva e per il quale avevo abbandonato la casa di mio padre, incurante dei suoi buoni consigli; anzi, mi stavo portando a livello di quella societ media, lo strato superiore del ceto inferiore, che mio padre mi aveva additato; tanto valeva che fossi rimasto a casa senza affannarmi in giro per il mondo come avevo fatto. E spesso ero indotto a pensare che avrei potuto fare lo stesso lavoro in Inghilterra, tranquillamente, circondato dai miei amici, senza andarmene a cinquemila miglia di distanza, fra stranieri e selvaggi, in una terra desolata, cos lontano da non poter ricevere la minima notizia da qualsiasi luogo di questo mondo in cui si conservasse un pallido ricordo di me. Non tutti i mali..............che mentalit Dare e Avere................ Di Robinson emergono anche alcune caratteristiche dovute allabitudine: non si dimentica mai, per esempio, neppure nelle circostanze pi drammatiche, di tenere in ordine i propri conti, elaborando sovente tabelle per valutare i pro e i contro della sua situazioneTutte le sventure vanno giudicate insieme col poco bene che recano in s, e con i mali peggiori che le circondano. Sia questo dunque l'insegnamento che si pu trarre dall'aver sperimentato la pi infelice condizione del mondo: che noi possiamo sempre cogliervi qualcosa cui attingere conforto, e che, nel bilancio del bene e del male, abbiamo il dovere di metterlo all'attivo del conto. Cominciai quindi seriamente ad esaminare la mia situazione e lo stato in cui ero ridotto; e misi per iscritto il riassunto della mia posizione, non tanto per lasciarlo a chi sarebbe venuto dopo di me, perch non c'erano molte probabilit che io avessi degli eredi, quanto per liberare la mia mente dal pensiero ossessionante che la opprimeva; e, poich la ragione cominciava ad essere padrona del mio scoraggiamento, cercai di consolarmi alla meglio, opponendo il bene al male, per poter distinguere il mio caso da altri peggiori; e trascrissi con molta imparzialit, come il dare e l'avere in un libro mastro le consolazioni di cui godevo, di fronte alle miserie che soffrivo, in questa maniera. MALE Mi trovo gettato su di un'orribile isola deserta, privo di qualsiasi speranza di salvezza. Sono stato diviso dal mondo intero e prescelto, per cos dire, per una vita d'infelicit. Sono separato dall'umanit, solitario, bandito dalla societ dei miei simili. Non ho vesti per coprirmi. Sono indifeso e non ho mezzi per resistere agli attacchi degli uomini e delle bestie. Non c' un'anima con cui possa parlare e che mi possa confortare. BENE Ma sono vivo,invece di essere morto annegato, come tutto l'equipaggio della nave. Ma sono anche stato prescelto fra l'equipaggio della nave, per essere salvato dalla morte e Colui che miracolosamente mi ha salvato dalla morte pu anche liberarmi da questo stato. Ma non mi trovo, morente di fame, in un luogo sterile che non mi offra nessuna possibilit di nutrimento. Ma vivo in un clima caldo, e, se anche avessi abiti, non li potrei portare. Ma sono stato gettato in un'isola dove non vedo bestie feroci che mi possano fare del male, come vidi sulla costa dell'Africa; che sarebbe di me se avessi fatto naufragio su quelle coste? Ma Dio, miracolosamente, ha mandato vicino a riva la nave, da cui ho potuto ricavare tutto il necessario per i miei bisogni e tutto ci che mi aiuter a supplirvi finch vivr. Nell'insieme avevo qui la prova inconfutabile che difficilmente si sarebbe trovata al mondo una situazione tanto miserevole; ma c'era, comunque, qualche lato positivo e qualche lato negativo, per cui dovevo ringraziare Dio; e l'esperienza dello stato pi infelice del mondo, serva ad ammonirci che sempre possibile trovare qualche conforto che, nella divisione tra male e bene, si pu segnare all'attivo del conto. Essendomi ormai un p rassegnato a trovare del buono nella mia situazione ed avendo rinunziato a scrutare il mare nella speranza di scorgere una nave, mi dedicai a perfezionare il mio sistema di vita e rendermi le cose pi agevoli possibile. [...]

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Perci mi misi al lavoro; e qui debbo osservare che, come la ragione la sostanza e l'origine della matematica, cos , definendo e calcolando tutto con la ragione, e giudicando le cose nel modo pi conforme alla logica, chiunque pu col tempo, diventare padrone di qualunque mestiere. Non avevo mai preso in mano un arnese in vita mia, eppure, col tempo, con la fatica, con l'ingegnosit e con la diligenza, mi accorsi che non c'era nulla di cui avessi bisogno che non avrei potuto fare, specialmente se avessi avuto gli strumenti adatti; per, feci una quantit di cose, anche senza gli arnesi adatti; anzi, alcune che, probabilmente, non erano mai prima di allora state fatte in quel modo, con il solo aiuto di un'ascia e una scure; sebbene con enorme fatica. Sentimento religioso........................... Sono molto importanti i mutamenti psicologici che si vanno maturando nellintimo di Robinson, a contatto di tante disavventure e in una circostanza cos favorevole alla meditazione Che cosa sono questa terra, questo mare di cui ho visto tanta parte? Da dove nata? E chi sono io? Che cosa sono tutti gli altri esseri viventi, selvaggi e domestici, umani e bestiali? Da dove veniamo? Certo tutti noi siamo frutto di qualche arcano Potere, che ha creato la terra e il mare, l'aria e il cielo. E chi mai questo Potere. Forse stavo meglio a casa mia.............. Nasce in lui un nuovo senso della vita, un pi profondo significato del destino in rapporto a ci che temporaneo e ci che eterno. Solo in quel momento fui indotto a meditare seriamente sul passo che avevo compiuto e sulla giustizia celeste che si abbatteva su di me per aver con tanta scelleratezza abbandonato la casa paterna e trascurato il mio dovere. Romanzo per ragazzi................. la personificazione di tutti i ragazzi che amano costruirsi una capanna, scegliersi un rifugio gelosamente personale, la loro isola deserta, di cui si sentono, proprio come Robinson, i padroni assoluti (sicuramente questo il motivo per cui Robinson ha avuto tanto successo anche tra i giovani). VENERDI' e il colonialismo inglese................in fondo non era proprio nero nero............. Era un uomo aitante, di bellaspetto e membra robuste e perfezionate a mio parere doveva avere circa ventisei anni. La sua espressione non era torva e feroce, ma al contrario appariva bonaria; e nondimeno il suo volto appariva marcatamente virile, pur recando in s una fisionomia dolce e mite, soprattutto quando sorrideva. Per dare risalto a questo personaggio lautore lo descrive in un modo diverso da tutti gli altri, quasi a rendere evidente la funzione di punto di svolta che questi determina nei confronti della vita di Robinson. Infatti Defoe si allontana dal suo stile descrittivo e dona a Venerd ampie capacit riflessive, facendolo diventare il simbolo della religione, della sorte, della curiosit, e degli effetti che questi elementi hanno sulluomo. ............- i suoi capelli erano lunghi e neri, non ricciuti e lanosi; la fronte alta e spaziosa e gli occhi, molto vivaci, brillavano di intelligenza. Il colore della sua pelle non era nero, ma molto abbronzato; ma non di un brutto bronzo giallastro, repulsivo come quello dei brasiliani, degli indigeni della Virginia e di altre parti dell'America; ma di un colore oliva scuro lucente, che aveva in s qualcosa di molto gradevole, sebbene non facile a descrivere; aveva il viso pieno e rotondo, il naso piccolo, non schiacciato come quello dei negri, una bocca molto ben fatta, labbra sottili e bei denti regolari e bianchi come l'avorio. Dopo che ebbe sonnecchiato pi che dormito, per una mezz'ora, si svegli e usc dalla grotta a cercarmi; io stavo mungendo le capre che erano nel recinto l vicino; quando mi scorse, mi si avvicin correndo, poi si butt a terra di nuovo con tutti i segni possibili e immaginabili di umilt e di riconoscenza, facendo molti gesti bizzarri per esprimere i suoi sentimenti. Alla fine, appoggi la fronte a terra, vicino al mio piede e si pose l'altro mio piede sul capo, come aveva fatto prima; e, dopo di questo, fece tutti gli atti immaginabili di sottomissione, per farmi capire che mi avrebbe servito per tutta la vita; lo compresi in gran parte e gli feci capire che ero molto contento di lui; poco dopo, cominciai a parlargli e gli dissi che il suo nome sarebbe stato Venerd, che era il giorno in cui gli avevo salvato la vita. Lo chiamai cos in ricordo di quel giorno e poi gli insegnai a dire "padrone" e gli spiegai che quello era il mio nome; allo stesso modo gli insegnai a dire s e no e a comprenderne il significato; gli detti un p di latte in un pentolino di coccio e gli feci prima vedere come lo bevevo e ci inzuppavo il pane; poi gli detti una schiacciata perch facesse altrettanto, cosa che egli esegu con molta prontezza, e mi fece segno che gli sembrava molto buono. [...]Ma torniamo al mio nuovo compagno; ne ero felice e mi facevo un dovere di insegnargli tutto ci che poteva renderlo utile abile e servizievole; ma specialmente di insegnargli a parlare ed a capirmi quando gli parlavo; fu il miglior scolaro che io abbia mai avuto e soprattutto era tanto allegro, tanto diligente e cos contento quando riusciva a capirmi o a farsi capire da me, che parlargli era per me un vero piacere [...] Durante il lungo periodo che Venerd pass con me, e specialmente da quando aveva cominciato a parlarmi e a comprendermi, non mancai di gettare in lui le fondamenta di una cultura religiosa. [...]

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Cominciai a istruirlo nella conoscenza del vero Dio. Gli dissi che il grande Fattore di tutte le cose vive lass e gli indicai il cielo; che Egli governa il mondo con la stessa potenza e la stessa provvidenza con cui l'ha creato, che onnipotente, che pu fare tutto per noi, darci e toglierci ogni cosa e cos, un p alla volta, gli apersi gli occhi. Egli mi ascoltava con grande attenzione e fu lieto di apprendere che Ges Cristo stato mandato per redimerci ed imparare il modo di pregare Dio che ci pu udire fin dal cielo Lo schiavismo inglese................... Defoe pu essere considerato un portavoce pro schiavismo: Robinson non si pone scrupoli nel partecipare a un viaggio per portare schiavi neri dallAfrica al Brasile. Espressero la loro intenzione per un viaggio alla Guinea, che tutti al pari di me erano proprietari di piantagioni e di nulla avevano urgente bisogno quanto di servitanto valeva compiere un unico viaggio, trasportare abusivamente i negri in Brasile e spartirseli tra le varie piantagioni. Inoltre egli crede sicuramente nellinferiorit culturale delle popolazioni tribali e nei loro legami infantili con i superiori europei, che devono chiamare padroni ( questa infatti la prima parola che Robinson insegna a Venerd). Alla fine padrone di tutto................ Oltre a ci provvidi a dividere lisola in varie parti, riservando a me la propriet di tutto il territorio, ma assegnando a ciascuno dei coloni gli appezzamenti che desiderava. Poi, quando tutto fu sistemato a dovere e loro si furono impegnati a restare doverano, ripartii

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