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commentario al testo di
Karma Lingpa
“Il profondo Dharma dell’autoliberazione
tramite la mente dei pacifici e degli irati”
BARDO
Bardo è una parola tibetana. Bar significa “fra, che sta in mezzo”,
mentre do significa “posto, isola”. Così bardo può essere tradotto “il
posto che sta in mezzo” o “stato intermedio”. Il termine bardo è
usato per descrivere i passaggi fondamentali attraverso i veri livelli
di esperienza che costituiscono il processo di acquisizione di un
corpo fisico e reincarnazione. Ci sono molti livelli di comprensione
del concetto di bardo.
Secondo gli insegnamenti del Buddha, tutti gli esseri senzienti sono
illuminati per natura e puri fin dall’inizio. Però, a causa di un
“piccolo” errore, un insignificante legame si trasforma in un ego che
afferra e in una condizione di erronea visione. Fino a che rimaniamo
preda dell’illusione, la consapevolezza della nostra vera natura è
oscurata. Il bardo è l’intervallo fra l’inizio dell’illusione e il ritorno
allo stato primordiale della nostra natura. Tutto il nostro
vagabondare che sta nel mezzo è il bardo. Fino a che non
raggiungiamo l’illuminazione, qualsiasi cosa che percepiamo,
conosciamo e sperimentiamo è un fenomeno del bardo. Anche
adesso stiamo vagando in uno stato intermedio. Tutto ciò
continuerà finchè persisteremo nella visione dualistica,
aggrappandosi al credere ad una esistenza inerente del mondo e di
un sé.
LINEAGE
Karma Lingpa, il terton “del nord”, nacque nel sud-est del Tibet nei
pressi di Takpo, il luogo di nascita di Gampopa. Seguendo le
istruzioni di Guru Padmasambhava, egli scoprì gli insegnamenti
dello Shitro ed altri tesori sul monte Gampodar, dove le formazioni
rocciose ricordano delle divinità danzanti. Dopo aver scoperto i
terma, egli ne praticò le istruzioni in completa segretezza, come
richiestogli da Guru Padmasambhava e solo dopo alcuni anni li
condivise con suo figlio Nyinda Chöje. Sia Karma Lingpa che Nyinda
Chöje praticarono lo Shitro in segreto e conseguirono il corpo
d’arcobaleno. Per tre generazioni queste istruzioni furono trasmesse
solamente ad un singolo individuo. Il nipote di Karma Lingpa,
Namka Chöki Gyamtso, ricevette la trasmissione dello Shitro e ne
espose gli insegnamenti solo tre volte durante la sua vita. da allora,
questo ciclo di insegnamenti è divenuto fra i più popolari del
buddhismo tibetano.
INTRODUZIONE
Tutte le cose sono la manifestazione dei tre kaya. I tre kaya non
sono mai separati l’un l’altro, esistono primordialmente nella
singolarità della vera natura. I tre kaya sono ciò che noi e tutti i
fenomeni esterni essenzialmente siamo. Quando realizziamo
pienamente ciò che siamo, sappiamo che non abbiamo (mai avuto)
bisogno di fare qualcosa o andare chissà dove per illuminarci o
vedere la terra pura. La terra pura è i tre kaya e i sei bardo sorgono
in essi. La manifestazione, l’attività e la vera natura dei kaya sono
dentro di noi. Non è una questione di fuggire da “questo posto
orribile” per andare da qualche altra parte meravilgiosa dove stanno
i kaya. Dobbiamo comprendere che i tre kaya sono la vera natura e
realtà di tutti i fenomeni.
Come atleti che si allenano per vincere una medaglia alle Olimpiadi,
il bardo della nascita e della vita è il terreno di allenamento per
esercitare ed attualizzare le nostre capacità, in modo che gli altri
bardo, particolarmente il quarto, il quinto ed il sesto, forniscano le
condizioni per vincere una medaglia d’oro, d’argento o di bronzo.
Il primo bardo è il posto migliore per affinare queste inestimabili
qualità.
A questo punto,
avendo per una volta ottenuto un corpo umano