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IL silenzio e il male in Dio

Dopo aver visto attraverso il confronto con la vicenda di Abramo, le peculiarit del libro di Giobbe, e dopo aver visto come Neher e Margarete Susman analizzino la vicenda di Giobbe in relazione allOlocausto, in questo paragrafo ricondurremo il discorso lungo i binari che abbiamo delineato fin dallinizio del nostro lavoro. Vedremo cio come il silenzio di Dio nel libro di Giobbe sia un esempio di ci che si sta provando a mostrare in questo lavoro e cio che il Libro di Giobbe mostri come il concetto di Dio e quello di male stiano in continuit. Nel corso del primo paragrafo avevamo lasciato diversi elementi in sospeso con la promessa di riprenderli ora. Uno di questi elementi in sospeso riguardava il fatto che solo allinterno del libro di Giobbe abbiamo a che fare con quello che abbiamo definito un meta-silenzio, cio un discorso intorno al silenzio di Dio. E questo avviene perch nel cuore del libro vediamo comparire delle figure secondarie che per assumono una importanza decisiva nel nostro discorso. Questi personaggi sono i tre amici di Giobbe. Proprio distaccandosi dai discorsi teologici dei tre amici Giobbe comprender da un lato come il silenzio con cui ha a che fare non sia quello di Dio, ma sia quello del demonio e in secondo luogo si mostrer come lincontro con il Male e con le Tenebre in una prospettiva monoteistica sempre un incontro con Dio. Riprenderemo questi discorsi alla fine del paragrafo, quello che faremo ora analizzare, brevemente, il rapporto che esiste tra Giobbe e i suoi amici e vedremo come i dialoghi tra di loro non facciano che scavare uno iato tra di loro che si fa via via pi evidente. Iato che culminer poi nella diversa idea della derivazione del silenzio. In realt impropriamente chiamiamo Elifaz, Bildad e Sofar amici di Giobbe, infatti il loro status cambia subito, e da amici si trasformano in veri e propri nemici di Giobbe. Cos che il personaggio principiale si trover a combattere su tre fronti: il primo costituito dalla sua condizione fisica; il secondo costituito dal perenne silenzio di Dio; e il terzo costituito appunto dagli amici. Abbiamo appena detto che lo status degli amici cambia rapidamente, lo abbiamo detto perch originariamente lo scopo della loro visita quello di consolare lamico in difficolt. E questo proposito sembra resistere almeno fino alla fine del secondo capitolo. Alla fine di questo capitolo la reazione dei tre amici e di Giobbe stesso quella del silenzio, silenzio che si contrappone a quello di Dio. nel silenzio che sono per la prima e unica volta accomunati Giobbe e gli amici. Concentriamoci per un po sul secondo capitolo, la cui importanza sembra essere fondamentale. Sembra che esistano, infatti, due libri completamente diversi: uno costituito dal secondo capitolo, laltro costituito dal resto del libro. Fino al secondo capitolo sembra che ancora una volta tutto debba avvenire come gi avvenuto in Abramo. Anche in quel

caso la reazione del protagonista stata quella del silenzio, che ha come funzione quella di dimostrare laccettazione del volere divino. il silenzio che si dimostra essere lo strumento pi eloquente delladorazione. E fino al secondo capitolo sembra che il l ibro di Giobbe debba seguire la stessa falsariga. Per sette giorni il silenzio a dominare la scena. Silenzio che rappresenta lunica reazione possibile di fronte al dolore. Sembra che i due personaggi biblici comprendano lillogicit della prova e che entrambi siano convinti della loro innocenza, per laccettazione del richiamo divino appare essere superiore rispetto a questa consapevolezza. Ma nel libro di Giobbe il passaggio dal secondo al terzo capitolo conduce ad un vero e proprio rovesciamento di tutto ci che abbiamo appena detto. E da dramma del silenzio, il libro di Giobbe diviene dramma della parola. Alla luce del terzo capitolo deve essere riconsiderato e ridefinito il silenzio con cui si concludeva il secondo capitolo. Prima lo abbiamo considerato come lunica reazione possibile di fronte al dolore. Alla luce del terzo capitolo del libro invece, esso solo un momento di calma a cui dar seguito la tempesta di parole, anzi questo silenzio agli amici serve a riflettere sulla dolorosa situazione dellamico e sulle cause di essa. Il terzo capitolo non sar che il frutto delle riflessioni. Con il passaggio al terzo capitolo come se si rompesse una diga che teneva ferma la parola. La rottura di questo argine porta ad un vero e proprio traboccare della parola. Questo avr come sua conseguenza principale, anche in virt del nostro discorso, al progressivo allontanamento dei due punti di vista: quello di Giobbe e quello degli amici. Se il silenzio aveva unito Giobbe e i tre amici, la parola li divide progressivamente.

Abramo- Prometeo: colui che liberasse il dabar. Fa in modo che il dabar non si confonda con la cosa stessa e perch questo dabar

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