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IL METODO DELLA PREGHIERA ESICASTA

1) Introduzione al metodo 2) Come iniziare 3) Il metodo

Ci riteniamo in dovere di esporre, a questo punto, nella misura delle nostre modeste conoscenze e della nostra esperienza limitata, linsegnamento dei santi Padri sul modo di coltivare con arte la preghiera di Ges. Indicheremo chiaramente quale il modo di praticare la preghiera e quale forma della preghiera della mente e del cuore siano alla portata di tutti i cristiani senza eccezione, ivi compresi i principianti, e quale forma sia invece riservata a quanti per la benevolenza e grazia di Dio hanno fatto progressi su questa via. 1) INTRODUZIONE AL METODO Metodo di Giovanni Climaco. Senza alcun dubbio, fra tutti i metodi il primo posto spetta a quello raccomandato da Giovanni Climaco. Tale metodo, infatti, particolarmente pratico e no presenta alcun pericolo: necessario e addirittura indispensabile per lefficacia della preghiera; esso alla portata di tutti i cristiani che vivono con piet e cercano la salvezza, siano essi monaci o laici. Giovanni Climaco, grande guida dei monaci, parla di tale metodo in due punti della sua Scala che conduce dalla terra al cielo: nel gradino che tratta dellobbedienza e in quello sulla preghiera. Il fatto stesso che egli esponga il primo metodo nel capitolo consacrato alla dottrina riguardante lobbedienza dei monaci cenobiti, mostra chiaramente che esso concepito anche per i monaci. Lesposizione di tale metodo poi ripresa nel lungo capitolo consacrato alla preghiera, dopo le istruzioni concernenti gli esicasti; rivolta quindi anche ai monaci pi avanzati nel cammino spirituale. Lo ripetiamo: il suo grande merito consiste nel fatto che esso d piena soddisfazione evitando qualsiasi pericolo. Rinchiudi il tuo pensiero nelle parole. Nel gradino sulla preghiera Giovanni Climaco dice: Sforzati di ricondurre o esattamente di rinchiudere il pensiero nella preghiera. Se, dato il suo stato dinfanzia, il tuo pensiero viene a mancare e si disperde, riconducilo. La mente tende allinstabilit. Ma colui che mette ordine in tutte le cose pu darle stabilit. Se tu perseveri in questa attivit e la custodisci costantemente, colui che stabilisce in te dei limiti al tuo mare verr e le dir durante la tua preghiera: Fin qui giungerai e non oltre(Gb 38.11). Non possibile legare lo spirito; ma l dove si trova il creatore di tale spirito, tutto si sottomette a lui. La fase iniziale della preghiera consiste nel respingere i pensieri fin dal loro nascere, mediante la preghiera; la fase centrale si ha invece quando la mente rimane esclusivamente nelle parole pronunciate vocalmente o mentalmente; il coronamento, infine, il rapimento della mente verso Dio. Nel gradino sullobbedienza, Giovanni afferma: Lotta costantemente con il tuo pensiero e fallo ritornare a te ogni volta che prende il volo. Dio non esige dai novizi una preghiera

totalmente libera dalle distrazioni; non affliggerti se derubato, ma resisti e fai costantemente ritornare la mente verso di te. Pregare con attenzione. Il metodo esposto qui consiste nel pregare con attenzione, sia che lo si faccia vocalmente che mentalmente. Quando si prega con attenzione, il cuore non pu estraniarsi, come ha detto Marco lAsceta: La mente che prega senza distrazione rende il cuore contrito. Cos, dunque, colui che prega secondo il metodo esposto da GiovanniClimaco pregher con le labbra, con la mente e con il cuore; e chi avr progredito in questo modo di pregare possieder la preghiera della mente e de cuore e attirer su di s la grazia divina, come si pu vedere dalle parole del grande maestro dei monaci. Che desiderare di pi? Nulla, certamente. Quando si pratica la preghiera di Ges in questo modo, in quale illusione si potrebbe incorrere? Si rischia solo una cosa: lasciarsi trascinare nelle distrazioni. Ma questo un difetto che appare chiaramente: inevitabile nei principianti, ma lo si pu immediatamente correggere facendo ritornare il pensiero alle parole della preghiera. Infine pu essere completamente eliminato, grazie a alla misericordia e allaiuto di Dio, e al prezzo di un costante sforzo ascetico. Come Giovanni Climaco parla della preghiera del cuore. Certuni si chiederanno forse se un Padre tanto illustre e vissuto in unepoca in cui lorazione mentale era fiorente non abbia detto niente della preghiera compiuta dalla mente nel cuore. Ne parla s ma in un modo cos velato che soltanto coloro che conoscono per esperienza tale preghiera possono comprendere di che cosa si tratti. Il santo ha agito cosin quanto guidato da quella sapienza spirituale con cui tutto il suo libro stato scritto. Dopo aver esposto a riguardo della preghiera linsegnamento pi sicuro possibile e che pu condurre chi lo pratica a uno stato di grazia, Climaco si espresse in modo allegorico su ci che si compie quando la grazia viene a coronare la fatica della preghiera. Una cosa, dice, volgersi frequentemente verso il proprio cuore [....], pregare con attenzione, con la partecipazione del cuore; altra cosa , per, discendere con la mente nel tempio del proprio cuore e offrirvi una preghiera mistica piena della forza e della grazia di Dio: la seconda tuttavia procede dalla prima. Lattenzione della mente durante la preghiera attira la partecipazione del cuore; quando lattenzione aumenta, la partecipazione Del cuore alla mente si trasforma in unione del cuore con la mente; quando infine si opera la fusione dellattenzione e della preghiera, la mente discende nel cuore per compiervi il vastissimo servizio sacro dellorazione. Tutto ci si realizza sotto la direzione della grazia di Dio, secondo il suo beneplacito e il suo giudizio. Ricercare il secondo stato prima daver realizzato il primo non soltanto inutile, ma pu anche causare grossi danni. Per salvaguardare il lettore da un tale rischio, il mistero della preghiera, in questo libro destinato alluso comune dei monaci, viene protetto contro la curiosit e la leggerezza di spirito. In quei tempi benedetti, in cui numerosissimi ricettacoli della grazia, si poteva ricorrere ai loro consigli ogniqualvolta le circostanze lo richiedessero. Linguaggio simbolico dei Padri Fra i monaci di Raito, per i quali il beato Giovanni scrisse la Scala, lorazione mentale era fiorente sotto la direzione di guide spirituali esperte. Il santo scrittore vi

fa nuovamente allusione, in modo velato, nella sua Lettera al pastore. Ecco come si esprime: Innanzitutto, venerabile padre, noi abbiamo bisogno di forze spirituali per poter prendere per mano come fossero bambini e poter liberare dalla folla dei pensieri coloro che desideriamo condurre nel Santo dei Santi e ai quali speriamo di mostrare il Cristo che riposa sul loro altare mistico e segreto, e questo quando si trovano nellanticamera di quel luogo, allorch vediamo che la folla li stringe e li spinge nellintento di impedire loro lentrata desiderata. E se questi bambini sono estremamente deboli e nudi, bisogna che ce li mettiamo sulle spalle e li portiamo fino a che abbiano raggiunto la porta dentrata. So benissimo che l abitualmente ci si accalca e scoppiano risse di ogni genere. Ecco perch c chi ha detto a questo proposito: Questa fatica dinanzi a me fino a che io non entri nel santuario di Dio (Sal 72.16-17). La fatica, per, dura solo fino allentrata. Isacco il Siro Colui che desidera vedere il Signore in se stesso si sforza di purificare il proprio cuore con lincessante memoria. Il paese spirituale di un uomo la cui anima pura si trova dentro di lui, il sole che vi brilla la luce della santa Trinit, laria che vi respirano i suoi abitanti lo Spirito Santo, la gioia, lesultanza di quel paese Cristo, Luce dalla Luce che il Padre. Questa la Gerusalemme, il regno di Dio nascosto in noi di cui parla il Signore (cf. Lc 17.21). Quel paese la nube della gloria di Dio: solo coloro che sono puri di cuore vi entreranno per vedere il Volto del loro Maestro e per avere la mente illuminata dai raggi della sua luce. Sforzati di entrare nella cella che in te e vedrai la cella celeste. Luna e laltra sono una sola: attraverso ununica entrata che penetri in entrambe. La scala che porta al regno dei cieli dei cieli in te: essa misteriosamente issata nella tua anima. Entra nel profondo dite stesso, lontano da ogni peccato, e l troverai i gradini per salire in cielo. Barsanufio Barsanufio fu un monaco che raggiunse le pi alte vette della vita spirituale e seppe introdurre i propri discepoli nel santuario della preghiera del cuore mossa dalla grazia e negli stati cui essa conduce. Fra le sue istruzioni leggiamo ora quella che egli diede a un esicasta che si trovava sotto la sua direzione: Dio, che solo senza peccato e che salva quanti sperano in lui, renda forte lamore col quale tu lo servi nella santit e nella giustizia tutti i giorni della tua vita nel santuario e sullaltare dell uomo interiore, l dove sono offerti a Dio sacrifici spirituali, loro, lincenso e la mirra, dove sacrificato il vitello grasso, dove sparso il sangue prezioso dellAgnello senza macchia e dove risuonano gli inni armoniosi dei santi angeli. Allora si offriranno vitelli sul tuo altare (Sal 50.21). Allora... quando, dunque? Quando verr il nostro Signore, questo sommo sacerdote che offre e che riceve il sacrificio non cruento; quando, nel suo Nome, lo storpio seduto alla porta Bella sar giudicato degno di udire lannuncio gioioso: Alzati e cammina (At3.6). Egli entrer allora nel santuario camminando, saltando, lodando Dio. Allora avr fine il sonno della negligenza e ignoranza; allora si ritirer dalle palpebre la sonnolenza dellacedia e della pigrizia; allora le cinque vergini sagge accenderanno le loro lampade (cf. Mt 25.3) ed esulteranno con lo sposo nella santa camera nuziale, cantando a una sola voce e senza turbamento: Gustate e vedete quanto buono il Signore: beato luomo che mette in lui la sua speranza (Sal 33.9). Allora avranno fine le lotte, i turbamenti, i monti; allora regner la pace della santa Trinit; il tesoro sar sigillato e rester al

sicuro. Prega, perch tu possa comprendere e realizzare tutto questo, e rallegrarti in Cristo, nostro Signore. Pregare alla porta del santuario. La maniera grandiosa con cui i Padri descrivono la disciplina spirituale della preghiera del cuore ispira in noi la grande riverenza per essa. Questa riverenza e la stessa prudenza esigono da noi che rinunciamo a ogni sforzo prematuro, presuntuoso e scriteriato di entrare nel santuario segreto; esse ci insegnano a perseverare nella preghiera attenta, nella preghiera del pentimento, stando alla porta del tempio. Lattenzione e la contrizione di spirito: ecco la cella offerta come rifugio ai peccatori che si pentono. E lanticamera del santuario: vi troveremo riparo, vi ci rinchiuderemo, lontano dal peccato. Si radunino in questa Betzaeta tutti coloro che soffrono di paralisi, tutti i lebbrosi, tutti i ciechi e i sordi, in una parola tutti coloro sono malati di peccato e che attendono lagitarsi dellacqua (Gv 5.3), cio lazione della misericordia e della grazia di Dio. Il Signore in persona, e lui solo, nel tempo a lui noto, conceder, secondo la sua insondabile benevolenza, la guarigione e lingresso nel santuario. Io conosco quelli che ho scelto (Gv 13.18), dice il signore. Non voi avete scelto me, dice ai suoi eletti, ma io ho scelto voi e vi ho costituiti perch andiate e portiate frutto e il vostro frutto rimanga; perch tutto quello che chiederete al Padre nel mio Nome ve lo conceda (Gv 15 16)

2) COME INIZIARE Lo ieromonaco Doroteo, asceta e autore spirituale russo, ha proposto un metodo eccellente per imparare la preghiera di Ges: Colui che prega con le labbra, scrive questo autore, ma trascura la sua anima e non custodisce il suo cuore, fa salire le sue preghiere in aria, ma non verso Dio, e saffatica invano, perch Dio attento allo spirito e allo zelo e non alla molteplicit delle parole. Bisogna pregare con grande fervore: con tutta lanima, con tutto lo spirito, con tutto il cuore, con timor di Dio e con tutte le proprie forze. Lorazione mentale non permette di entrare nella cella interiore n alle fantasie n ai cattivi pensieri. Vuoi imparare a praticare la preghiera della mente e del cuore? Te la insegner. Sta bene attento, amico e obbediscimi. Per cominciare, devi dire la preghiera vocalmente, cio con le labbra, la lingua e la voce, forte quanto basta perch tu possa udire te stesso.Quando le labbra, la lingua e i sensi saranno sazi della preghiera detta vocalmente, la preghiera vocale cessa e si comincia a dirla in un sussurro. Dopo di ci si deve imparare a fissare costantemente la propria attenzione sulla zona della gola. Allora, a un segno, la preghiera della mente e del cuore comincer a sgorgare spontaneamente e incessantemente: si presenter da s e agir in ogni momento, durante qualsiasi attivit e in qualsiasi luogo. Linsegnamento di Serafim di Sarov Il beato starec e ieromonaco Serafim di Sarov prescrive al principiante, in conformit a un costume gi stabilito nel deserto di Sarov, di dire incessantemente

la preghiera: SIGNORE GESU CRISTO, FIGLIO DI DIO, ABBI PIETA DI ME, PECCATORE. Durante la preghiera, insegna lo starec, sii presente a te stesso, cio raccogli la tua mente e uniscila alla tua anima. Allinizio, per uno o due giorni o anche pi, fa questa preghiera con la sola mente, staccando le parole e fissando la tua attenzione su ciascuna di esse in particolare.Quando il Signore riscalder il tuo cuore con il calore della sua grazia e unificher il tuo essere in un solo spirito, questa preghiera si metter a sgorgare in te incessantemente: essa sar sempre con te e ti porter gioia e nutrimento. E proprio questo il senso delle parole pronunciate dal profeta Isaia: La rugiada che con te guarigione per loro (Is 26.19). [...] Taci, custodisci costantemente il silenzio, ricordati sempre della presenza di Dio e del suo Nome. [...] Quando sei seduto a tavola [...] sii attento a te stesso e nutri la tua anima con la preghiera.Dopo aver dato questa istruzione al principiante che conduce la vita attiva ed avergli insegnato la pratica della preghiera adatta a lui, lanziano gli proibisce di slanciarsi in modo prematuro e scriteriato verso la vita contemplativa, perch impossibile arrivare alla seconda senza passare per la prima. La vita attiva ci purifica dalle nostre passioni peccaminose, ci fa salire fino alla perfezione attiva e, per ci stesso, ci spiana la strada che porta alla vita contemplativa. Non possono avvicinarsi se non coloro che si sono purificati dalle proprie passioni e hanno ricevuto una formazione completa nella vita attiva, come si pu vedere dalle parole della Sacra Scrittura: Beati i puri di cuore, perch vedranno Dio (Mt 5.8) e da quelle di Gregorio Teologo: Possono avvicinarsi alla contemplazione solo coloro che hanno acquisito unesperienza perfetta nella vita attiva. E necessario avvicinarsi alla vita contemplativa con timore e tremore, con cuore umile e contrito, scrutando a lungo le Sante Scritture e sotto la direzione di una guida esperta - se se n potuta trovare una - e non con temerariet e di propria iniziativa. A detta di Gregorio Sinaita, luomo temerario e presuntuoso ricerca uno stato spirituale elevato che lo supera e si sforza con orgoglio di raggiungerlo prematuramente. E ancora, se, ispirato da un desiderio satanico e non autentico, qualcuno sogna con la sua fantasia di raggiungere uno stato elevato, il diavolo lo prender nelle sue reti e lo far suo schiavo. [...] Vigilanza e preghiera incessante Solo coloro che hanno lattivit interiore e che vigilano sulla propria anima, afferma Serafim, ricevono i doni della grazia. Quelli che hanno realmente deciso di servire Dio devono esercitarsi alla memoria Dei e alla preghiera incessante al Signore Ges Cristo, dicendo in spirito: SIGNORE GESU CRISTO, FIGLIO DI DIO, ABBI PIETA DI ME, PECCATORE. A condizione che ci si metta al riparo dalle distrazioni e che si custodisca la pace dellanima, questa pratica permette di avvicinarsi a Dio e di unirsi a Lui. Secondo le parole di Isacco il Siro, non possiamo avvicinarci a Dio se non mediante la preghiera incessante. (Questa prima parte dello studio sul metodo tratta in gran parte dalla preziosa opera di IGNATIJ BRJANCANINOV, Preghiera e lotta spirituale, ed. Gribaudi, a cui rimandiamo vivamente per un serio approfondimento).

3) IL METODO

Nil Sorskij prescrive di far silenzio interiormente, proibendo a se stessi non soltanto di pensare a qualcosa di peccaminoso o di vano ma anche a qualcosa di apparentemente utile o di spirituale. Invece di pensare, bisogna guardare incessantemente nelle profondit del proprio cuore e dire: SIGNORE GESU CRISTO, FIGLIO DI DIO, ABBI PIETA DI ME, PECCATORE. Si pu pregare in piedi, seduti, coricati. Coloro che sono robusti e in buona salute preghino stando in piedi; i deboli, invece, possono pregare anche stando coricati, perch in questa preghiera lascesi spirituale prende il sopravvento su quella del corpo. Bisogna dare al corpo una posizione che procuri allo spirito ogni libert per lattivit che gli propria. Tuttavia, da tenere presente che qui si parla del modo di agire dei monaci che, mediante unascesi corporale adeguata, hanno messo ordine nelle proprie inclinazioni corporali e che, in seguito ai progressi gi compiuti, sono passati dallascesi del corpo a quella dellanima. Controllo del respiro Nil Sorskij raccomanda di rinchiudere la mente nel cuore e di controllare, per quanto possibile, il respiro, per non respirare troppo spesso. In altre parole, bisogna respirare molto adagio. In generale, bisogna reprimere tutti i movimenti del sangue e mantenere il corpo e lanima in uno stato di tranquillit, di silenzio, di adorazione, di timor di Dio; altrimenti lattivit propriamente spirituale non pu manifestarsi in noi: essa lo fa quando tutti i movimenti e i ribollimenti del sangue si sono placati. Lesperienza insegner che il controllare il fiato, cio il respirare con minor frequenza e lentamente, contribuisce molto a farci entrare in uno stato di calma e a ricondurre la mente dal suo vagabondare. Vi sono molte opere virtuose, dice Nil, ma sono tutte parziali; LA PREGHIERA DEL CUORE, invece, E LA SORGENTE DI TUTTI I BENI: essa irriga lanima come fosse un giardino. Questopera, che consiste nel mantenere la mente nel cuore senza nessun pensiero, estremamente difficile per coloro che non hanno imparato a praticarla; [...]. Ma quando luomo riceve la grazia, allora prega senza sforzo e con amore, perch da essa consolato. Allorch sopraggiunge lattivit della preghiera, essa attira a se la mente, la riempie di allegrezza e la libera dalle distrazioni. Per abituarsi al metodo raccomandato da Nil Sorskij molto utile combinarlo con quello di Giovanni Climaco e pregare senza nessuna fretta. La tecnica di Niceforo lEsicasta Nella seconda met del XIII secolo, leremita Niceforo lEsicasta il primo che attesti un legame tra la preghiera di Ges e una tecnica di respirazione. Dopo aver chiarito la funzione del cuore e i suoi rapporti con il respiro, egli insegna il raccoglimento dello spirito che devE essere introdotto nelle narici e spinto sin dentro al cuore contemporaneamente all aria inspirata. Quando lo spirito, placato, entrato nel cuore, bisogna gridare dentro di s: SIGNORE GESU CRISTO, FIGLIO DI DIO, ABBI PIETA DI ME!. Su Niceforo degna di nota la testimonianza di san Gregorio Palamas: Niceforo che aveva confessato la vera fede (antiunionista) e per questa ragione fu condannato allesilio dal primo imperatore Paleologo che accett il pensiero dei latini; che era di origine italica, ma riconosciuta leresia di quelle genti, raggiunse la nostra chiesa ortodossa.... qui venuto, adott la vita pi rigorosa, quella dei monaci, e scelse

come abitazione quel luogo che porta il nome della santit, cio lAthos, casa della virt, posta al limite del mondo e del soprannaturale. Dimostr subito di saper obbedire sottomettendosi ai padri pi eminenti, dopo un lungo tempo dette loro la prova della sua umilt; allora anche lui ricevette da loro LARTE DELLE ARTI, cio lesichia come esperienza (Triadi II, 2,2). Nel suo celebre scritto sulla pratica esicastica, Trattato della sobriet e della custodia del cuore, Niceforo invita i lettori ad imparare la TECNICA DORAZIONE e afferma: Ritorna dunque, o pi esattamente torniamo, cari fratelli, a noi stessi, rigettando col massimo disprezzo il consiglio del serpente [....]. Perch non vi che un mezzo per accedere al perdono e alla familiarit con Dio; prima di tutto, ritornare per quanto possibile in noi stessi. Niceforo fa seguire poi un Elenco di brani patristici che invitano allattenzione e alla custodia del cuore e nellultima parte dello scritto parla della preghiera e del METODO: Prima di tutto la tua vita sia tranquilla, libera da ogni preoccupazione, in pace con tutti....Orbene: in quanto a te siediti, raccogli il tuo spirito, introducilo lo spirito intendo - nelle narici; appunto questa la via di cui si serve il respiro per arrivare al cuore. Spingilo, forzalo a discendere nel tuo cuore insieme con laria inspirata. Quando vi sar, tu vedrai quale gioia ne consegue: non avrai nulla da rimpiangere... Fratello mio, abitua dunque il tuo respiro a non essere sollecito a uscirne. Agli inizi gli manca lo zelo... per questa reclusione e questo sentirsi alle strette. Ma una volta che abbia contratta labitudine, non prover pi alcun piacere a circolare al di fuori, PERCHE IL REGNO DI DIO E DENTRO DI NOI e a chi volge verso di lui i suoi sguardi e lo ricerca con preghiera pura, tutto il mondo esterno diviene vile e spregevole. Se fin dallinizio riesci a penetrare con lo spirito NEL LUOGO DEL CUORE che ti ho mostrato, sia ringraziato Dio! Glorificalo, esulta e attaccati unicamente a questo esercizio. Esso ti insegner ci che ora ignori. Sappi che mentre il tuo spirito si trova l, tu non devi n tacere n stare inerte. Ma non avrai altra preoccupazione che quella di GRIDARE: SIGNORE GESU CRISTO, FIGLIO DI DIO, ABBI PIETA DI ME. Ma fratello mio, se malgrado tutti gli sforzi, non giungi a penetrare nei luoghi del cuore pur seguendo le mie indicazioni, f come ti dico e, con laiuto di Dio, arriverai allo scopo. Tu sai che la ragione delluomo ha sede nel petto.... Dopo aver bandito da questo luogo ogni pensiero (lo puoi, basta volerlo), donagli linvocazione SIGNORE GESU CRISTO ABBI PIETA DI ME e costringiti a gridare interiormente queste parole, escludendo ogni altro pensiero. quando, col tempo, sarai reso padrone di questa pratica essa ti aprir senzaltro lentrata nel luogo del cuore. Allesicasta dunque che vuole avvalersi di un metodo psicofisico nella sua vita di preghiera, Niceforo consiglia una strada che comprende una pluralit di esigenze: scegliersi una guida esperta; sedersi, creando calma, anzitutto fisica, in se stessi; concentrare lattenzione sulla respirazione, costringere la mente a seguire il respiro che scende verso il luogo del cuore. Infatti la mente dispersa nelle cose esteriori pu essere raccolta solo facendola scendere nel cuore, centro di tutto luomo. Quando la mente sar discesa nel cuore, sgorgher la preghiera. Il metodo daltra parte non opera da solo. E per questo che Niceforo invita a legare ad esso la recita interiore della preghiera di Ges. Infatti la ripetizione del NOME DI GESU la vera arma contro il demonio e lautentica via per elevarsi allamore e al desiderio di Dio. Tale metodo pur esprimendo una condizione della preghiera dellesicasta, non ne costituisce n lessenza n lo scopo. La Preghiera del cuore, pur legata alla respirazione, non pu tuttavia essere separata da una mistica sacramentaria e da una teologia della grazia.

Gregorio il Sinaita In Gregorio il Sinaita la preghiera di Ges esplicitamente accompagnata da pratiche volte alla concentrazione dello spirito: A partire dal mattino, siediti su una seggiola bassa, spingi il tuo spirito dalla mente nel cuore e mantienivelo []; faticosamente chino, con vivo dolore al petto, alle spalle e alla nuca, griderai senza posa nel tuo spirito o nellanimo: SIGNORE GESU CRISTO ABBI PIETA DI ME!. In seguito, a causa della costrizione e del disagio dovuto alla persistenza, trasporterai il tuo spirito sulla seconda met dicendo: FIGLIO DI DIO ABBI PIETA DI ME!. Le indicazioni sono pi precise, e va notato come latteggiamento del corpo che viene suggerito si diversifichi dalle posizioni per la meditazione codificate in Asia. A parte questo, sono doverosi degli accostamenti per quel che riguarda luso ed il controllo della respirazione. Gregorio prescrive una posizione che rende tale respirazione difficoltosa in quanto la tempesta del respiro che proviene dal cuore oscura lo spirito e agita l anima, la distrae, rendendola soggetta alloblio. Ne scaturir lesigenza di calmare il ritmo respiratorio per difendersi dalloblio. Citando Evagrio egli precisa che un monaco deve avere il ricordo di Dio per respirazione e perseverare in cuor suo nella ricerca del Signore. Controllare i moti dell anima e concentrare lo spirito costituiscono i due primi obiettivi per colui che desidera dedicarsi alla preghiera dinvocazione del nome. Non viene precisato che occorre sincronizzare la ripetizione della formula con il ritmo della respirazione. Simeone il Nuovo Teologo A Simeone il Nuovo teologo viene attribuito dalla tradizione un piccolo opuscolo dal titolo: Metodo della santa preghiera e attenzione e che invece sembra essere di un autore sconosciuto che una parte degli studiosi ha chiamato Pseudo-Simeone. Lautore inizia il suo scritto descrivendo tre metodi o forme di preghiera. Invita a scegliere quindi lo stato migliore al fine di raggiungere la sobriet del cuore e lattenzione. Infatti la preghiera e lattenzione sono vere e senza errore solo quando la mente, pregando, custodisce il cuore e ritorna sempre allinterno di questo e dal suo profondo fa risalire le sue domande verso il Signore. Allora la mente, avendo gustato quanto buono il Signore, non pi espulsa dal soggiorno del cuore. il transito della mente verso il cuore avviene soprattutto con linvocazione del Nome di Ges: Quando la mente trova il posto nel cuore, vede subito quello in cui non avrebbe mai creduto: vede laria allinterno del cuore e se stessa tutta luminosa e piena di discernimento; appena spunta un pensiero, prima che si completi e prenda forma, lo scaccia e lo annienta con linvocazione di Ges Cristo. Allora la mente piena di risentimento nei confronti dei demoni, desta la collera secondo natura e colpisce, cacciandoli, i nemici spirituali. Il resto lo apprenderai con laiuto di Dio, nella custodia della mente, mantenendo Ges nel cuore. Lautore consiglia infine UN METODO NATURALE PER LINVOCAZIONE DEL NOME e la custodia del cuore: Quindi, seduto in una cella tranquillo, in disparte, in un angolo, fa quello che ti dico: chiudi la porta, ed eleva la tua mente al di sopra di ogni oggetto vano e temporale. quindi appoggia la barba sul petto, volgi il tuo occhio corporeo, assieme a tutta la mente, nel centro del tuo ventre, cio nellombelico. Comprimi linspirazione che passa per il naso, in modo da non respirare agevolmente ed esplora

mentalmente allinterno delle viscere, PER TROVARE IL POSTO DEL CUORE ove sono solite dimorare tutte le potenze dellanimo. Dapprima troverai oscurit e una durezza ostinata, ma, PERSEVERANDO IN QUESTOPERA NOTTE E GIORNO, troverai, oh meraviglia!, una felicit infinita. Il METODO raccomanda, durante la ripetizione della preghiera Signore Ges Cristo, Figlio di Dio, abbi piet di me, una posizione rilassata: seduto in una cella tranquilla; una disciplina della respirazione; una pratica immaginale alla ricerca del luogo del cuore nelle viscere: Sembra che questa tecnica avesse un preciso significato: Lombelico, secondo lanonimo che seguiva unantichissima concezione gi attestata nel Timeo di Platone era la sede della concupiscenza. La trasmutazione che viene operata con questo metodo, il raffreddamento delle potenze dellanima, non va intesa come repressione o annientamento di qualche parte, ma come UNA TRASFORMAZIONE DELLE DIVERSE COMPONENTI PSICHICHE. Di qui la necessit di una discesa nella zona ombelicale, per poi risalire nel luogo del cuore. Ma sar proprio questa concezione a suscitare polemiche e difficolt. Tale metodo psicofisico sembra infatti mostrare pi di una affinit con le tecniche yoga dellestremo oriente sia di derivazione indiana (tanta induista), sia di derivazione tibetanae cinese (tantra buddhista, zen, taoismo) che mirano, appunto, alla trasformazione delle energie interne in vista dellilluminazione e/o della lunga vita. La stessa alchimia occidentale, nel suo risvolto mistico-spirituale, opera con delle tecniche simili che mirano alla trasmutazione delle energie sessuali in vista del cosiddetto corpo di luce. Paralleli importanti si ritrovano, infine, anche nellambito della mistica islamica (sufismo) sia sotto il profilo della tecnica (dihkr), che dal punto di vista teorico-concettuale.

(Il presente lavoro tratto dal sito www.esicasmo.it )

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Con queste riflessioni, attenzione, mia

possibilmente in profon variegata significanz termine ESICASMO, det Lesistenza di una mis conosciuta presso le popoli; a tutti noto c particolare nel Vecch indiscussa funzione di di tutto quello che normale Ma una vera e propria Nuovo Testamento, ad in S. Paolo (Rom. 10, fronte allapplicazione Padre glorifica il tuo una esegesi tesa ad Rivelazione La teologia del Nome Lettera di Clemente: c Nome onnipotente e integrante ed essenzi espressioni portare il vengono accostate al r porti il suo Nome, ma giover, infatti le. pie Nome, ma non indossa 13, interessante notare c Teologo, si trova la Carisma dei Santi, a dellabito monastico Esicasmo. Questa dottrina si tr origini, dove la questio dellabito bianco rela appunto nel rito stes Linvocazione del Santo movimenti spirituali, f dei monaci bizantini di meditazione che p giaculatorie Forse le radici dellinv nellinteriorizzazione r asceti del deserto; la semplice atteggiamen ascolto, di percezione conoscenza di Dio, c per il tramiate della nellarcano d Evagrio ci dice: la dellintelletto con Dio dicendo: linesprimib abbassato: nella sua bo ed ha posto lui stesso clemenza e nel suo a sincarna, si unisce pro e diviene uno Limportanza dellinvo in questo valore ri trasformare in interior e

La preghiera di Ges a la presenza che Rivelazione divina c Ges assume un caratte e lumano, partecipa nelle sue due dimens nel Cristo la sin Perci linvocazione de reale, metodica ed att traduce in unazione potenze dellorante noi testamentario, c persevera senza sosta affinch il tuo cuore b tuo cuore, e c facile capire che c nellambito della lit proprio aspetto realiz quando si hanno tutte quali la trasmissione re formula sacra, la cui i non presente in La tradizione esicasta Orientale non certame frutto di una prec considerarsi il vero Questa tradizione rin attraverso S. Gregorio sul Sinai attesta lo stre custodita, poi, tra gli Gregorio Palamas colu teologia esicasta, ritrovato il vero si esperienza. Daltra parte il termine si allude cio a quella ogni tensione, che permeare dallinflu Questo stato di quiete diverse esperienze: la abbandonare il mon transeunte, la second stessa, cio Questa designa il grad monaco, il punto in vita culturale in ritmo stesso del Creatore, operante dal La condizione idonea operandi sempre sta il distacco anche mondo che, non va dim interiore in m una fuga, un distacco comunit monacale ch discepoli, la stessa, su stessi, da ci che an quindi una tensione con Dio che unit condizione di Figli d deserto e della

apparente contrappo dispersione comunque vero che morte, la sparizione la proiezione vissuta monaco, nella quale eg conseguenti reazioni, sua apparente dualit psichici che danno ori Tutto quel vasto ed ar siesprimono nella s determinante per og individualit, viene ab di Questa solitudine, infa silenzio, con il ridurre comunicativo, alla ces Ma questa solitudine, q negativo ma rivela attiva se viene usato unaltra contrap Il silenzio diventa cos unificazione, dove gli quali la preghiera c diventano ununit lit ritmo e salmodia nella desidera pregare, ma orandi una fusion (lorazione) con l Questi monaci si p pellegrini in terra, s loro presenza nel mon antichi profeti, incarn Dio, vera e propria ca nel mondo mediante u offerta sacrificale Essendo creato ad imm quel microcosmo che si del mondo, Il punto di equilibrio sp il cuore, esso non va delle emozioni, anzi n percezione del cuore purificazione delle delimitare in un ristre Con lappellativo di a sede della Presenza div eccellenza della con confluenza e di unione possibile percepire l segreto come dice M delluomo apertosi sul virt di una costante appunto, costituisce i Incentrata sulla ripetiz Ges, figlio di Dio, abb a focalizzare nel svegliando dentro di essa. un vero e proprio r che abolisce ogni cond

svegliandole, le Virt Come ci fa notare E contiene tutti gli el cristiana, per cui il rico la filiazione divina e giusta apertura esca mistero trinitario che misteriosa. Un altro aspetto dell creatura, la quale rinu proprio stato ed implo con questa predisp principio e la fine de elementi che costituisc Creatore e la creatura trasfigurante. Non va dimenticato qu proposito de1 corpo certamente, non gratif il ricettacolo del divi ed esiste in noi, illum Nella quotidiana esperi delle percezioni logic mobilit ed agitazione continuo divenire, ch dellanima. Lesicasta, pertanto, t una condizione di quiet precedenza citata, stasi, ad una condizio per trovare lequilibri che si esprimono ne In realt questo placar nella posizione dellor ieratica simile a quella un archetipo e fa nasc Dio. Dai diversi testi, si pu deve ritirarsi in un luo abbastanza basso, appo corpo curvato in avant la sua attenzione sull Giovane: il mento ti s occhio sensibile con la pancia, Questa posizione, fors forme religiose: come mistica ebraica della m queste ultime forse son pratiche che hanno il profeta Elia sul monte rappresenta una figur esicasta. Concentrare il pensier condurre la volont al centro lasse da cu bisogna tuttavia distin cuore dove viene a sco di Lombelico infatti propriamente psichico

costruttivo la propr lacquietarsi fino alla c dispersione, lo speg passioni, la riconvers amore e conosc necessario ed insosti non annullare in mo trasformare quella forz di esse in potenza, c utilizza per la sua pu interiori. scoprire la forza p nebbia dellattaccamen illusioni oltre che a se di una contemplazione conoscenza, non pi mentali. Un altro aspetto molto respiro che porta a ott scoperta A dare una chiara in tecniche di controllo d cosi ci dice: che il ric e allora capirai Questa tecnica del co ginnastica fisiologica, b sinergia con le stesse fino al punto in cui respirata scandendone cio il cen Cosi attestano i raccon la preghiera passava d il cuore, battendo r metteva egli stesso a battito. Tutto questo presupp corporea, lapertura d parte pi interna dellu quei legami strettissim circolazione del sangu sviluppano Per dirla con E. Zolla: in senso opposto ed asc quando espira, Dio cr essere; quando inspira Lesicasta, secondo qu giaculatoria, dovr per Ges ed espirare Lesperienza quotidian percezioni e di sensaz insorgenti dalla vasta a lattivit vitale, coere di colui che pe Queste tendenze son associazioni di idee, formano la normale vi In questo articolato necessario inserire an connaturate, che la conserva, ottenendo congerie quel pensiero

non possibile Il pensiero cosi struttu alle formulazioni logich non permette cosi alle di catene mentali c annullarla. Ne consegue che ogni quindi il suo nascere condizione percettiva c giudizi, facendo nas secondari, che a loro valore, tali da rende attenzione ed Credo, comunque, che teso allesteriore s condizionamento che i nostra Per poter uscire da que il nostro pensiero ritor produce pi associazio tratta di svincolarlo d quella nudit ed ess il quale unifica il Lazione sul pensiero ascetica, ma basata della Parola e scaturis Verbo. Verbo che trova nel p pallido riflesso senza lu nellarticolazione d Questa teoria ha la su nella dottrina del Nome con il finito, dellEte Questa particolare, ar Nome di Ges non ce episodico ma, piuttost trasmessa dai Padri; in una particolare discip seppure adottata ad o hanno trasmesso, attr coincidenti con la Infatti S. Simeone, il N rito con imposizion veicolante, da maestro della presenza Questo rito si distingue uno spessore iniziatico trasmissione, non elarg fatta risalire ad una c Grazia, di Lessere esicasta com momenti: il ricevere la le rispettive giaculato concreto risveglio Questa tecnica si basa delluomo, nel corpo d centri sui quali la mezzo per staccare attaccamento, quindi i che presiedono la sua Lesicasta, per svincola

porta la sua attenzione che sono: Regione c Cardiaca; ognuno di q status intellettuale porta. Lasceta cosi facendo conoscenza da cui sca liberarsi da tutte le tensione Le esperienze che l attenzione sui qua 1) Regione cerebro-fr pensiero agisce sponta spunto meditativo v associazioni logiche, re che si esaurisce in u inafferrabile. Lattenz discontinua, il pensier muto. 2) Laringe: il centro i ad esprimersi, si tratta espressa della parola, tuttavia, ha una note legandola alle imm discorsivit. Qui il pe preghiera articolata s bloccandone cosi la div forze psichiche 3) Regione Splenica: a bivio: restare nel mov emozioni ad esso lega tutte le articolazioni intensit. questo i pensiero, della contem purificazione abbast dagli attaccamenti per espressioni. Lattenzio alle emozioni ed al div verso il 4) Regione Cardiaca: attaccamento, fisso perturbamenti. Ogni p alla luce di questo sta pi profondo e vero, p da cui essa In questo centro la p fra il pensiero, la parol i mezzi vocali ed intell suoi ritmi interiori, c scandisce la facile capire che i m essere oggetto di individuale, perch e Maestro il quale gi po permette di trasmette benedizione necessaria La difficolt a trovare opera , semplicemen ritirati, non trovando su cui in comunque opinione

Maestri di questa speci conservato lantico r come si visto, un Esicasmo e costituisce caratteri sacramentali ed il veicolo specifi in quella ristretta bisogna cercare que Grazia, essi hanno la venerate nel mondo or e proprie Icone Vive Grazia senza la quale i bagliore di una La straordinaria vitali trova la propria ragio monaci che, se anche hanno tuttavia vivifica spirituale, rendendola v

Esicasmo - La Preghiera del Cuore

Con queste riflessioni, che desidero sottoporre alla vostra attenzione, mia intenzione cercare di penetrare, possi meandri quella ricca e variegata significanza che celata dietro il termine ESICASMO, detto anche la Preghiera d Lesistenza di una mistica del Nome divino abbastanza conosciuta presso le varie tradizioni spirituali dei vari p ha un rilievo del tutto particolare nel Vecchio Testamento, dove acquista una indiscussa funzione di Rivelazione quello che non pu essere esprimibile con il normale linguaggio umano. Ma una vera e propria Teologia del Nome la troviamo nel Nuovo Testamento, ad esempio negli Atti (2, 21 e 4 13); sembra quasi di trovarsi di fronte allapplicazione del passo evangelico di Giovanni: Padre glorifica il tuo N una esegesi tesa ad identificarlo con il Cristo, cio la Rivelazione per eccellenza. La teologia del Nome notevolmente sviluppata nella 1 Lettera di Clemente: concedi a noi di essere soggetti al t eccellentissimo ed parte integrante ed essenziale del Pastore di Erma in cui le espressioni portare il Nome o accostate al rito della rinascita battesimale: se porti il suo Nome, ma non hai le sue virt, a nulla ci ti giover scartare avevano il Nome, ma non indossavano labito delle vergini (Sim. IX, 13, 2- 3). interessante notare che anche presso S. Simeone, il Nuovo Teologo, si trova la dottrina che accosta il Nome, il rituale della vestizione dellabito monastico come elementi centrali dellantico Esicasmo. Questa dottrina si trova anche nel Cristianesimo delle origini, dove la questione del battesimo e della vestizione d rinascita, che si opera appunto nel rito stesso, ha una particolare centralit. Linvocazione del Santo Nome intrinseco a tutti gli antichi movimenti spirituali, fino al momento in cui nella c formalmente presente come tecnica di meditazione che prolunga luso rituale delle mistiche giaculatorie dei Padr Forse le radici dellinvocazione del Santo Nome si ritrovano nellinteriorizzazione rituale che diventa preghiera t preghiera, infatti, costituisce non un semplice atteggiamento di adorazione, ma uno stato di ascolto, di percezio teologia e conoscenza di Dio, che contemplazione dellIneffabile per il tramiate della Sua essenza che svel umano. Evagrio ci dice: la preghiera una conversazione dellintelletto con Dio, gli fa eco S. Macario lEgiziano dicen incomprensibile Dio si abbassato: nella sua bont ha rivestito le membra del corpo ed ha posto lui stesso un lim clemenza e nel suo amore per gli uomini si trasforma e sincarna, si unisce profondamente ai Santi, ai pii, ai fede essi. Limportanza dellinvocazione del Nome divino sta proprio in questo valore rituale, nellintrinseca capacit di tra tutte le altre preghiere e funzioni sacre. La preghiera di Ges assume un valore direi universale per la presenza che essa veicola ed anche per la Rivel contenuta; il nome di Ges assume un carattere di Totalit perch unifica il Divino e lumano, partecipa alla natu

sue due dimensioni: linfinita e la finita, trovando nel Cristo la sintesi misteriosa ed ineffabile. Perci linvocazione del Nome permette una partecipazione reale, metodica ed attiva dalla essenzialit divina, creativa della Grazia unificante le potenze dellorante e lo conduce alla scoperta del Dio in noi testamentario Crisostomo: persevera senza sosta nel Nome di Nostro Signore Ges, affinch il tuo cuore beva il Signore e che i due diventino uno. facile capire che cosi articolata la preghiera di Ges, nellambito della lite esicasta, rappresenta un vero e prop sacramento eucaristico, quando si hanno tutte le condizioni indispensabili fra le quali la trasmissione regolare d sacra, la cui invocazione acquista una impronta non presente in una semplice funzione sacra. La tradizione esicasta permane in seno al Cristianesimo Orientale non certamente per un caso fortuito, bens il provvidenziale, pu considerarsi il vero cuore del monachesimo ortodosso. Questa tradizione rintracciabile nei Padri del deserto che attraverso S. Gregorio giunge fino a S. Giovanni Clim legame tra il Nome ed il respiro; custodita, poi, tra gli asceti del Monte Athos trover in S. Gregorio Palamas col articolata teologia esicasta, nella quale molti monaci hanno ritrovato il vero significato della propria silenzios Daltra parte il termine hesychia in greco significa quiete, si allude cio a quella quiete che silenzio, cessaz apertura e disposizione a farsi permeare dallinflusso dello Spirito di Dio. Questo stato di quiete designa contemporaneamente due diverse esperienze: la prima relativa a chi tende ad abb uscita dal transeunte, la seconda il raggiungimento della meta stessa, cio la pace interiorizzata. Questa designa il grado di partecipazione eucaristica del monaco, il punto in cui egli ha trasformato il ritua interiore, nel quale vive il Nome stesso del Creatore, cio la Sua Misericordia resa operante dal simbolo pen La condizione idonea perch possa realizzarsi lo status operandi sempre stata indicata nella fuga, in altre paro apparenze illusorie del mondo che, non va dimenticato, condizionano tutta la vita interiore in maniera, direi, dete una fuga, un distacco dagli uomini, addirittura dalla stessa comunit monacale che si spinge fino al rifiuto di av interiore una fuga da se stessi, da ci che ancora umano, personale ed egoistico. quindi una tensione costante alla ricerca dellincontro con Dio che unit, la scoperta del mistero della cond simboli evangelici del deserto e della montagna qui esprimono come apparente contrapposizione: morte e r comunque vero che se il ritiro nel deserto prefigura la morte, la sparizione dellindividualit profana, esso condizione interiore del monaco, nella quale egli mette a tacere oltre alle tensioni e conseguenti reazioni, che fan apparente dualit e molteplicit, anche tutti gli stati psichici che danno origine alle suddette contrapposizioni. Tutto quel vasto ed articolato complesso di sensazioni che si esprimono nella sfera della vita psichica, causa dete specificit ed individualit, viene abbandonato rifiutato in quello stato di solitudine. Questa solitudine, infatti, interiormente si esprime con il silenzio, con il ridurre tutto allessenzialit di ogni gesto ogni tensione espressiva. Ma questa solitudine, questo silenzio, non ha solo laspetto negativo ma rivela anche una dimensione positiva dallesicasta quando vuole annullare unaltra contrapposizione: soggetto-oggetto. Il silenzio diventa cosi un precetto di raccoglimento, di unificazione, dove gli stessi rapporti logico-mentali, nei q loggetto da meditare, diventano ununit liturgica che orazione continua, ritmo e salmodia nella quale non vi pregare, ma vivendo la condizione dello status orandi una fusione impersonale del sovrannaturale (lorazione monaco). Questi monaci si possono considerare veri e propri pellegrini in terra, si sentono cittadini del Regnum, la lor assimilare a quella degli antichi profeti, incarnazioni viventi della misericordia di Dio, vera e propria carit che v mondo mediante una testimonianza che in realt una offerta sacrificale per la redenzione del mondo. Essendo creato ad immagine e somiglianza di Dio, luomo quel microcosmo che sintetizza in s tutti i piani del manifestazione. Il punto di equilibrio spirituale, il centro di questo universo il cuore, esso non va confuso con la sede degli imp nellesperienza esicasta si ha la vera percezione del cuore quando si raggiunto un grado di purificazione delle delimitare in un ristretto ambito le percezioni sensoriali. Con lappellativo di altare di Dio, il cuore la naturale sede della Presenza divina nellumano, quindi lorgan spirituale, il punto di confluenza e di unione del sovrannaturale con il naturale. possibile percepire la presenza del Padre tuo che nel segreto come dice Matteo, quando nel centro spiritual trova il nome di Ges in virt di una costante preghiera della quale quel Nome, appunto, costituisce il centro e la Incentrata sulla ripetizione ritmica della formula Signore Ges, figlio di Dio, abbi piet di me questa preghiera

lattenzione dellorante, svegliando dentro di s i contenuti dogmatici presenti in essa. un vero e proprio ricordo di una condizione metafisica, che abolisce ogni condizionamento temporale e fa divine che il Nome veicola. Come ci fa notare Evdokimov, linvocazione del Nome contiene tutti gli elementi costitutivi della tradizione cris della signoria del Cristo, la filiazione divina e la Sua incarnazione, permettono la giusta apertura escatologica e trinitario che lessenzialit pi profonda e misteriosa. Un altro aspetto dellinvocazione di pertinenza della creatura, la quale rinuncia ai suoi limiti umani, riconosce i perdono misericordioso di Dio. con questa predisposizione che pu comprendere il principio e la fine della creazione, pertanto , con gli eleme linvocazione, che si riuniscono il Creatore e la creatura riscattata e ne configurano la Gloria trasfigurante. Non va dimenticato quanto asserisce S. Gregorio Palamas a proposito de1 corpo che non costituisce una oscura e prigione dello spirito, ma anzi il ricettacolo del divino, il quale poich confuso in noi ed esiste in noi, illumin Nella quotidiana esperienza umana il fluire delle sensazioni, delle percezioni logico-mentali, determina una cont corpo che vive nel disordine del continuo divenire, che altera lequilibrio delle potenze dellanima. Lesicasta, pertanto, tende ad instaurare nel proprio corpo una condizione di quiete che lequivalente della fug necessario ricondurre il corpo alla stasi, ad una condizione di cessazione dei moti psicofisici per trovare lequilib animiche che si esprimono nel continuo movimento del corpo. In realt questo placarsi del continuo divenire gi insito nella posizione dellorazione, imprimendo una condizi sacre icone, la quale ferma un archetipo e fa nascere nellorante limpronta eterna di Dio. Dai diversi testi, si pu apprendere che il monaco orante deve ritirarsi in un luogo appartato, sedere su uno sgabe mento sul petto con tutto il corpo curvato in avanti ed in quella posizione portare tutta la sua attenzione sullomb Giovane: il mento ti si configga bene al petto, volgi il tuo occhio sensibile con la intera tua mente al mezzo dell Questa posizione, forse un po strana, presente in altre forme religiose: come nello sciamanesimo cinese, nella nella tradizione talmudica; queste ultime forse sono il perpetuarsi e lesplicitarsi delle pratiche che hanno il loro profeta Elia sul monte Carmelo, profeta che, certamente, rappresenta una figura di primo piano del monachesimo Concentrare il pensiero e gli stessi occhi sullombelico condurre la volont alla ricerca del centro del corpo, i lequilibrio delluomo; bisogna tuttavia distinguere questo centro da quello del cuore dove viene a scoprirsi, co Dio. Lombelico infatti da intendersi come il centro pi propriamente psichico dellessere umano; portare in modo c esso, propizia lacquietarsi fino alla cessazione della sete di divagazione e dispersione, lo spegnimento del fuoc riconversione della loro potenza in fiamma di amore e conoscenza di ordine superiore. necessario ed insostituibile affinare il metodo che mira a non annullare in modo coercitivo le passioni, bens a abissale che alla base di esse in potenza, che lasceta durante la meditazione utilizza per la sua purit in un mon scoprire la forza pura dellintelletto, che dissolve la nebbia dellattaccamento alle cose, agli esseri, alle proprie scoprire la cristallina gioia di una contemplazione pura, in un particolare rapporto di conoscenza, non pi mediat Un altro aspetto molto importante la regolarizzazione del respiro che porta a ottenere lo stato adatto a propiziar A dare una chiara indicazione sullesistenza di precise tecniche di controllo del respiro S. Giovanni Climaco, ch Ges sia unito al tuo respiro, e allora capirai lutilit della solitudine. Questa tecnica del controllo del respiro non una mera ginnastica fisiologica, bens un mezzo per realizzare quel della invocazione del Nome, fino al punto in cui la sacra formula viene essa stessa respirata scandendone i ritmi centro spirituale delluomo. Cosi attestano i racconti di un pellegrino russo: sentii che la preghiera passava direttamente nel mio cuore, ossia regolarmente, in qualche modo si metteva egli stesso a recitare le parole sante ad ogni battito. Tutto questo presuppone il superamento della realt corporea, lapertura dellocchio della mente rivolto alla pa attua grazie ed in virt di quei legami strettissimi che esistono fra la respirazione, la circolazione del sangue ed i sviluppano nellessere umano. Per dirla con E. Zolla: la respirazione esicastica riproduce, in senso opposto ed ascensivo, lattivit cosmologica mondo, lo plasma, lo trae in essere; quando inspira riassorbe il mondo, lo riprende. Lesicasta, secondo quanto detto nella parte finale della giaculatoria, dovr perci inspirare per ricevere il Nom il peccatore. Lesperienza quotidiana impregnata di una quantit di percezioni e di sensazioni che si mescolano alle immagin

dellaffettivit, determinandone lattivit vitale, coerente, ovviamente, con le tendenze di colui che percepisce Queste tendenze sono messaggere di stati di coscienza, associazioni di idee, relazioni logiche, e tutte insieme f psicomotoria dello uomo odierno. In questo articolato caleidoscopio psico-percettivo, necessario inserire ancora quelle inclinazioni ed eredit con gelosamente custodisce e conserva, ottenendo come risultante da tutta questa congerie quel pensiero che, come u possibile fermare e controllare. Il pensiero cosi strutturato crea dei nodi che presiedono alle formulazioni logiche, ingabbia ogni pensiero unifi umano di sottrarsi a quella rete di catene mentali che riducono la creativit fino ad annullarla. Ne consegue che ogni giudizio necessariamente legato, quindi il suo nascere gi condizionato dalla stessa c moto altre associazioni e giudizi, facendo nascere ulteriori coaguli o nodi secondari, che a loro volta determina rendere del tutto impossibili ogni vera attenzione ed ulteriore concentrazione. Credo, comunque, che tutto questo stato depressivo e teso allesteriore sia il risultato di un subdolo condiziona riceve dalla nostra struttura psichica. Per poter uscire da questo stato errante necessario che il nostro pensiero ritorni in quella zona nella quale n rapporti logici o pseudo tali; si tratta di svincolarlo da ogni attaccamento, riportandolo a quella nudit ed essen il quale unifica il campo della coscienza dispersa. Lazione sul pensiero non solo frutto di una attitudine ascetica, ma basata su una precisa dottrina della teoria riflessione sulla teologia del Verbo. Verbo che trova nel pensiero e nella parola umana il suo pallido riflesso senza luce e senza calore, che si cristalli e dei suoni. Questa teoria ha la sua origine mistica, ancora una volta, nella dottrina del Nome divino quale incontro dellIn il temporale ed umano. Questa particolare, articolata e continua invocazione del Nome di Ges non certamente frutto di un atteggiamen concreta e completa dottrina trasmessa dai Padri; infatti presuppone un metodo, cio una particolare disciplina seppure adottata ad ogni orante, che i maestri spirituali hanno trasmesso, attraverso i secoli, per vie non sempre c sacramentale. Infatti S. Simeone, il Nuovo Teologo, parla esplicitamente di rito con imposizioni delle mani, che il mezzo v dellinfluenza divina cio della presenza dello Spirito Santo. Questo rito si distingue da quello del battesimo e acquista uno spessore iniziatico perch va ricordato che una tal indistintamente a tutti i monaci, fatta risalire ad una catena ininterrotta di Dispensatori di Grazia, di Santi Uo Lessere esicasta comporta pertanto due modalit, due momenti: il ricevere la trasmissione della Santa Grazia co loro uso tecnico per il concreto risveglio interiore del monaco. Questa tecnica si basa sulla conoscenza fisiologica occulta delluomo, nel corpo del quale vengono riconosciuti a particolare attenzione agisce come mezzo per staccare il pensiero da ogni forma di attaccamento, quindi interven presiedono la sua attivit e sulle sue formulazioni. Lesicasta, per svincolare il pensiero da ogni attaccamento, porta la sua attenzione su quattro particolari centri oc frontale, Laringe, Splenica, Cardiaca; ognuno di questi punti lespressione di uno status intellettuale e di puri Lasceta cosi facendo in grado di sperimentare la conoscenza da cui scaturisce e si articola il pensiero e di liber nonch dalla sua tensione comunicativa. Le esperienze che lesicasta prova localizzando la sua attenzione sui quattro centri sono le seguenti: 1) Regione cerebro-frontale: la sede nella quale il pensiero agisce spontaneamente ed astrattamente, qui ogni sp minacciato dalle associazioni logiche, reso vago dal movimento del pensiero che si esaurisce in una continua e sf Lattenzione molto difficile, passiva e discontinua, il pensiero lavora su se stesso, ma ancora muto. 2) Laringe: il centro in cui il pensiero tende a formularsi e ad esprimersi, si tratta per ancora di una dimension suono non vocalizzato che, tuttavia, ha una notevole autonomia e forza anche se legandola alle immagini riflesse il pensiero pu essere fermato con la preghiera articolata su un tema trascendente e rivelato bloccandone cosi la d contempo le forze psichiche che vi si esprimono. 3) Regione Splenica: a questo punto lesicasta giunge ad un bivio: restare nel movimento del proprio mentale e oppure andare oltre superando tutte le articolazioni ed associazioni ascoltando la sua intensit. questo il centro della contemplazione di esso come unit; la sua purificazione abbastanza facile perch stato staccato dagli att molteplicit di espressioni. Lattenzione non pi rivolta al molteplice, alle emozioni ed al divenire, ma cambia

mondo intellettuale. 4) Regione Cardiaca: il pensiero ormai libero da ogni attaccamento, fisso e vigile affinch non vi siano pi pe analisi sar considerata alla luce di questo stato di calma, vista nel suo significato pi profondo e vero, perci ric essa ha avuto origine. In questo centro la preghiera non presenta pi dissonanze fra il pensiero, la parola ed il gesto: essa si recita, u intellettuali dellasceta per fondersi con i suoi ritmi interiori, con lo stesso battito cardiaco che scandisce la vita q facile capire che i metodi appena descritti non possono essere oggetto di unimprovvisazione spontanea ed ind presuppongono la figura di un Maestro il quale gi possiede quella impronta divina che permette di trasmettere benedizione necessaria a sostenere larduo lavoro interiore. La difficolt a trovare oggi Maestri qualificati per una simile opera , semplicemente, perch essi si sono per cos nel mondo ladeguata materia su cui intervenire e plasmare. comunque opinione di molti che esistono ancora dei Maestri di questa speciale via spirituale, attraverso i quali imposizioni delle mani, che, come si visto, una caratteristica peculiare del vero Esicasmo e costituisce una via caratteri sacramentali che risalente al periodo apostolico ed il veicolo specifico della discesa dello Spirito San in quella ristretta lite sempre pi inavvicinabile che bisogna cercare quei Mediatori e Dispensatori della Graz ricchezza delle sacre Icone venerate nel mondo ortodosso, anzi costituiscono delle vere e proprie Icone Viven Grazia senza la quale il mondo non sarebbe che il fuggevole bagliore di una fiamma che si spegne. La straordinaria vitalit della teologia mistica orientale trova la propria ragion dessere nellesistenza di simili m frammenti e aforismi, hanno tuttavia vivificato dal di dentro quella tradizione spirituale, rendendola viva fino a

Da: http://www.zen-it.com/letture/esicasmo.htm

PREGHIERA ESICASTA

1) INTRODUZIONE AL METODO
Metodo di Giovanni Climaco Senza alcun dubbio, fra tutti i metodi il primo posto spetta a quello raccomandato da Giovanni Climaco. Tale metodo, infatti, particolarmente pratico e non presenta alcun pericolo: necessario e addirittura indispensabile per lefficacia della preghiera; esso alla portata di tutti i cristiani che vivono con piet e cercano la salvezza, siano essi monaci o laici. Giovanni Climaco, grande guida dei monaci, parla di tale metodo in due punti della sua Scala che conduce dalla terra al cielo: nel gradino che tratta dellobbedienza e in quello sulla preghiera. Il fatto stesso che egli esponga il primo metodo nel capitolo consacrato alla dottrina riguardante lobbedienza dei monaci cenobiti, mostra chiaramente che esso concepito anche per i monaci. Lesposizione di tale metodo poi ripresa nel lungo capitolo consacrato alla preghiera, dopo le istruzioni concernenti gli esicasti; rivolta quindi anche ai monaci pi avanzati nel cammino spirituale. Lo

ripetiamo: il suo grande merito consiste nel fatto che esso d piena soddisfazione evitando qualsiasi pericolo.

Rinchiudi il tuo pensiero nelle parole

Nel gradino sulla preghiera Giovanni Climaco dice: Sforzati di ricondurre o esattamente di rinchiudere il pensiero nella preghiera. Se, dato il suo stato dinfanzia, il tuo pensiero viene a mancare e si disperde, riconducilo. La mente tende allinstabilit. Ma colui che mette ordine in tutte le cose pu darle stabilit. Se tu perseveri in questa attivit e la custodisci costantemente, colui che stabilisce in te dei limiti al tuo mare verr e le dir durante la tua preghiera: Fin qui giungerai e non oltre(Gb38.11). Non possibile legare lo spirito; ma l dove si trova il creatore di tale spirito, tutto si sottomette a lui La fase iniziale della preghiera consiste nel respingere i pensieri fin dal loro nascere, mediante la preghiera; la fase centrale si ha invece quando la mente rimane esclusivamente nelle parole pronunciate vocalmente o mentalmente; il coronamento, infine, il rapimento della mente verso Dio. Nel gradino sullobbedienza, Giovanni afferma: Lotta costantemente con il tuo pensiero e fallo ritornare a te ogni volta che prende il volo. Dio non esige dai novizi una preghiera totalmente libera dalle distrazioni; non affliggerti se derubato, ma resisti e fai costantemente ritornare la mente verso di te. Pregare con attenzione Il metodo esposto qui consiste nel pregare con attenzione, sia che lo si faccia vocalmente che mentalmente. Quando si prega con attenzione, il cuore non pu estraniarsi, come ha detto Marco lAsceta: La mente che prega senza distrazione rende il cuore contrito.Cos, dunque, colui che prega secondo il metodo esposto da Giovanni Climaco pregher con le labbra, con la mente e con il cuore; e chi avr progredito in questo modo di pregare possieder la preghiera della mente e de cuore e attirer su di s la grazia divina, come si pu vedere dalle parole del grande maestro dei monaci. Che desiderare di pi? Nulla, certamente. Quando si pratica la preghiera di Ges in questo modo, in quale illusione si potrebbe incorrere? Si rischia solo una cosa: lasciarsi trascinare nelle distrazioni. Ma questo un difetto che appare chiaramente: inevitabile nei principianti, ma lo si pu immediatamente correggere facendo ritornare il pensiero alle parole della preghiera. Infine pu essere completamente eliminato, grazie a alla misericordia e allaiuto di Dio, e al prezzo di un costante sforzo ascetico. Come Giovanni Climaco parla della preghiera del cuore Certuni si chiederanno forse se un Padre tanto illustre e vissuto in unepoca in cui lorazione mentale era fiorente non abbia detto niente della preghiera compiuta dalla mente nel cuore. Ne parla s ma in un modo cos velato che soltanto coloro che conoscono per esperienza tale

preghiera possono comprendere di che cosa si tratti. Il santo ha agito cos in quanto guidato da quella sapienza spirituale con cui tutto il suo libro stato scritto. Dopo aver esposto a riguardo della preghiera linsegnamento pi sicuro possibile e che pu condurre chi lo pratica a uno stato di grazia, Climaco si espresse in modo allegorico su ci che si compie quando la grazia viene a coronare la fatica della preghiera. Una cosa, dice, volgersi frequentemente verso il proprio cuore [....], pregare con attenzione, con la partecipazione del cuore; altra cosa , per, discendere con la mente nel tempio del proprio cuore e offrirvi una preghiera mistica piena della forza e della grazia di Dio: la seconda tuttavia procede dalla prima. Lattenzione della mente durante la preghiera attira la partecipazione del cuore; quando lattenzione aumenta, la partecipazione Del cuore alla mente si trasforma in unione del cuore con la mente; quando infine si opera la fusione dellattenzione e della preghiera, la mente discende nel cuore per compiervi il vastissimo servizio sacro dellorazione. Tutto ci si realizza sotto la direzione della grazia di Dio, secondo il suo beneplacito e il suo giudizio. Ricercare il secondo stato prima daver realizzato il primo non soltanto inutile, ma pu anche causare grossi danni. Per salvaguardare il lettore da un tale rischio, il mistero della preghiera, in questo libro destinato alluso comune dei monaci, viene protetto contro la curiosit e la leggerezza di spirito. In quei tempi benedetti, in cui numerosissimi ricettacoli della grazia, si poteva ricorrere ai loro consigli ogniqualvolta le circostanze lo richiedessero. Linguaggio simbolico dei Padri Fra i monaci di Raito, per i quali il beato Giovanni scrisse la Scala, lorazione mentale era fiorente sotto la direzione di guide spi4tuali esperte. Il santo scrittore vi fa nuovamente allusione, in modo velato, nella sua Lettera al pastore. Ecco come si esprime: Innanzitutto, venerabile padre, noi abbiamo bisogno di forze spirituali per poter prendere per mano come fossero bambini e poter liberare dalla folla dei pensieri coloro che desideriamo condurre nel Santo dei Santi e ai quali speriamo di mostrare il Cristo che riposa sul loro altare mistico e segreto, e questo quando si trovano nellanticamera di quel luogo, allorch vediamo che la folla li stringe e li spinge nellintento di impedire loro lentrata desiderata. E se questi bambini sono estremamente deboli e nudi, bisogna che ce li mettiamo sulle spalle e li portiamo fino a che abbiano raggiunto la porta dentrata. So benissimo che l abitualmente ci si accalca e scoppiano risse di ogni genere. Ecco perch c chi ha detto a questo proposito: Questa fatica dinanzi a me fino a che io non entri nel santuario di Dio (Sal 72.16-17). La fatica, per, dura solo fino allentrata. Isacco il Siro

Colui che desidera vedere il Signore in se stesso si sforza di purificare il proprio cuore con
lincessante memoria. Il paese spirituale di un uomo la c cui anima pura si trova dentro di lui, il sole che vi brilla la luce della santa Trinit, laria che vi respirano i suoi abitanti lo Spirito Santo, la gioia, lesultanza di quel paese Cristo, Luce dalla Luce che il Padre. Questa la Gerusalemme, il regno di Dio nascosto in noi di cui parla il Signore (cf. Lc 17.21). Quel paese la nube della gloria di Dio: solo coloro che sono puri di cuore vi entreranno per vedere il Volto del loro Maestro e per avere la mente illuminata dai raggi della sua luce.

Sforzati di entrare nella cella che in te e vedrai la cella celeste.


Luna e laltra sono una sola: attraverso ununica entrata che penetri in entrambe. La scala che porta al regno dei cieli dei cieli in te: essa misteriosamente issata nella tua anima. Entra nel profondo dite stesso, lontano da ogni peccato, e la troverai i gradini per salire in cielo

Barsanufio Barsanufio fu un monaco che raggiunse le pi alte vette della vita spirituale e seppe introdurre i propri discepoli nel santuario della preghiera del cuore mossa dalla grazia e negli stati cui essa conduce. Fra le sue istruzioni leggiamo ora quella che egli diede a un esicasta che si trovava sotto la sua direzione: Dio, che solo senza peccato e che salva quanti sperano in lui, renda forte lamore col quale tu lo servi nella santit e nella giustizia tutti i giorni della tua vita nel santuario e sullaltare dell uomo interiore, l dove sono offerti a Dio sacrifici spirituali, loro, lincenso e la mirra, dove sacrificato il vitello grasso, dove sparso il sangue prezioso dellAgnello senza macchia e dove risuonano gli inni armoniosi dei santi angeli. Allora si offriranno vitelli sul tuo altare (Sal 50.21). Allora... quando, dunque? Quando verr il nostro Signore, questo sommo sacerdote che offre e che riceve il sacrificio non cruento; quando, nel suo Nome, lo storpio seduto alla porta Bella sar giudicato degno di udire lannuncio gioioso: Alzati e cammina (At 3.6). Egli entrer allora nel santuario camminando, saltando, lodando Dio. Allora avr fine il sonno della negligenza e ignoranza; allora si ritirer dalle palpebre la sonnolenza dellacedia e della pigrizia; allora le cinque vergini sagge accenderanno le loro lampade (cf. Mt 25.3) ed esulteranno con lo sposo nella santa camera nuziale, cantando a a una sola voce e senza turbamento: Gustate e vedete quanto buono il Signore: beato luomo che mette in lui la sua speranza (Sal 33.9). Allora avranno fine le lotte, i turbamenti, i monti; allora regner la pace della santa Trinit; il tesoro sar sigillato e rester al sicuro. Prega, perch tu possa comprendere e realizzare tutto questo, e rallegrarti in Cristo, nostro Signore. Pregare alla porta del santuario La maniera grandiosa con cui i Padri descrivono la disciplina spirituale della preghiera del cuore ispira in noi la grande riverenza per essa. Questa riverenza e la stessa prudenza esigono da noi che rinunciamo a ogni sforzo prematuro, presuntuoso e scriteriato di entrare nel santuario segreto; esse ci insegnano a perseverare nella preghiera attenta, nella preghiera del pentimento, stando alla porta del tempio. Lattenzione e la contrizione di spirito: ecco la cella offerta come rifugio ai peccatori che si pentono. E lanticamera del santuario: vi troveremo riparo, vi ci rinchiuderanno mo, lontano dal peccato. Si radunino in questa Betzaeta tutti coloro che soffrono di paralisi, tutti i lebbrosi, tutti i ciechi e i sordi, in una parola tutti coloro sono malati di peccato e che attendono lagitarsi dell acqua (Gv 5.3), cio lazione della misericordia e della grazia di Dio. Il Signore in persona, e lui solo, nel tempo a lui noto, conceder, secondo la sua insondabile benevolenza, la guarigione e lingresso nel santuario. Io conosco quelli che ho scelto (Gv 13.18), dice il signore. Non voi avete scelto me, dice ai suoi eletti, ma io ho scelto voi e vi ho costituiti perch andiate e portiate frutto e il vostro frutto rimanga; perch tutto quello che chiederete al Padre nel mio Nome ve lo conceda (Gv 15 16)

2) COME INIZIARE
Lo ieromonaco Doroteo, asceta e autore spirituale russo, ha proposto un metodo eccellente per imparare la preghiera di Ges: Colui che prega con le labbra, scrive questo autore, ma trascura la sua anima e non custodisce il suo cuore, fa salire le sue preghiere in aria, ma non verso Dio, e saffatica invano, perch Dio attento allo spirito e allo zelo e non alla molteplicit delle parole. Bisogna pregare con grande fervore: con tutta lanima, con tutto lo spirito, con tutto il cuore, con timor di Dio e con tutte le proprie forze. Lorazione mentale non permette di entrare nella cella interiore n alle fantasie n ai cattivi pensieri. Vuoi imparare a praticare la preghiera della mente e del cuore? Te la insegner. St bene attento, amico e obbediscimi. Per cominciare, devi dire la preghiera vocalmente, cio con le labbra, la lingua e la voce, forte quanto basta perch tu possa udire te stesso. Quando le labbra, la lingua e i sensi saranno sazi della preghiera

detta vocalmente, la preghiera vocale cessa e si comincia a dirla in un sussurro. Dopo di ci si deve imparare a fissare costantemente la propria attenzione sulla zona della gola. Allora, a un segno, la preghiera della mente e del cuore comincer a sgorgare spontaneamente e incessantemente: si presenter da s e agir in ogni momento, durante qualsiasi attivit e in qualsiasi luogo. Linsegnamento di Serafim di Sarov Il beato starec e ieromonaco Serafim di Sarov prescrive al principiante, in conformit a un costume gi stabilito nel deserto di Sarov, di dire incessantemente la preghiera: SIGNORE GESU CRISTO, FIGLIO DI DIO, ABBI PIETA DI ME, PECCATORE. Durante la preghiera, insegna lo starec, sii presente a te stesso, cio raccogli la tua mente e uniscila alla tua anima. Allinizio, per uno o due giorni o anche pi, fa questa preghiera con la sola mente, staccando le parole e fissando la tua attenzione su ciascuna di esse in particolare. Quando il Signore riscalder il tuo cuore con il calore della sua grazia e unificher il tuo essere in un solo spirito, questa preghiera si metter a sgorgare in te incessantemente: essa sar sempre con te e ti porter gioia e nutrimento. E proprio questo il senso delle parole pronunciate dal profeta Isaia: La rugiada che con te guarigione per loro (Is 26.19). [...] Taci, custodisci costantemente il silenzio, ricordati sempre della presenza di Dio e del suo Nome. [...] Quando sei seduto a tavola [...] sii attento a te stesso e nutri la tua anima con la preghiera. Dopo aver dato questa istruzione al principiante che conduce la vita attiva ed avergli insegnato la pratica della preghiera adatta a lui, lanziano gli proibisce di slanciarsi in modo prematuro e scriteriato verso la vita contemplativa, perch impossibile arrivare alla seconda senza passare per la prima. La vita attiva ci purifica dalle nostre passioni peccaminose, ci fa salire fino alla perfezione attiva e, per ci stesso, ci spiana la strada che porta alla vita contemplativa. Non possono avvicinarsi se non coloro che si sono purificati dalle proprie passioni e hanno ricevuto una formazione completa nella vita attiva, come si pu vedere dalle parole della Sacra Scrittura: Beati i puri di cuore, perch vedranno Dio (Mt 5.8) e da quelle di Gregorio Teologo: Possono avvicinarsi alla contemplazione solo coloro che hanno acquisito unesperienza perfetta nella vita attiva. E necessario avvicinarsi alla vita contemplativa con timore e tremore, con cuore umile e contrito, scrutando a lungo le Sante Scritture e sotto la direzione di una guida esperta se se n potuta trovare una e non con temerariet e di propria iniziativa. A detta di Gregorio Sinaita, luomo temerario e presuntuoso ricerca uno stato spirituale elevato che lo supera e si sforza con orgoglio di raggiungerlo prematuramente. E ancora, se, ispirato da un desiderio satanico e non autentico, qualcuno sogna con la sua fantasia di raggiungere uno stato elevato, il diavolo lo prender nelle sue reti e lo far suo schiavo. [...] Vigilanza e preghiera incessante

Solo coloro che hanno lattivit interiore e che vigilano sulla propria anima, afferma Serafim,
ricevono i doni della grazia. Quelli che hanno realmente deciso di servire Dio devono esercitarsi alla memoria Dei e alla preghiera incessante al Signore Ges Cristo, dicendo in spirito: SIGNORE GESU CRISTO, FIGLIO DI DIO, ABBI PIETA DI ME, PECCATORE. A condizione che ci si metta al riparo dalle distrazioni e che si custodisca la pace dellanima, questa pratica permette di avvicinarsi a Dio e di unirsi a Lui. Secondo le parole di Isacco il Siro, non possiamo avvicinarci a Dio se non mediante la preghiera incessante. (Questa prima parte dello studio sul metodo tratta in gran parte dalla preziosa opera di IGNATIJ BRJANCANINOV, Preghiera e lotta spirituale, ed.

Gribaudi, a cui rimandiamo vivamente per un serio approfondimento).

3) IL METODO
Nil Sorskij prescrive di far silenzio interiormente, proibendo a se stessi non soltanto di pensare a qualcosa di peccaminoso o di vano ma anche a qualcosa di apparentemente utile o di spirituale. Invece di pensare, bisogna guardare incessantemente nelle profondit del proprio cuore e dire: SIGNORE GESU CRISTO, FIGLIO DI DIO, ABBI PIETA DI ME, PECCATORE. Si pu pregare in piedi, seduti, coricati. Coloro che sono robusti e in buona salute preghino stando in piedi; i deboli, invece, possono pregare anche stando coricati, perch in questa pregheira lascesi spirituale prende il sopravvento su quella del corpo. Bisogna dare al corpo una posizione che procuri allo spirito ogni libert per lattivit che gli propria. Tuttavia, da tenere presente che qui si parla del modo di agire dei monaci che, mediante unascesi corporale adeguata, hanno messo ordine nelle proprie inclinazioni corporali e che, in seguito ai progressi gi compiuti, sono passati dallascesi del corpo a quella dellanima. Controllo del respiro Nil Sorskij raccomanda di rinchiudere la mente nel cuore e di controllare, per quanto possibile, il respiro, per non respirare troppo spesso. In altre parole, bisogna respirare molto adagio. In generale, bisogna reprimere tutti i movimenti del sangue e mantenere il corpo e lanima in uno stato di tranquillit, di silenzio, di adorazione, di timor di Dio; altrimenti lattivit propriamente spirituale non pu manifestarsi in noi: essa lo fa quando tutti i movimenti e i ribollimenti del sangue si sono placati. Lesperienza insegner che il controllare il fiato, cio il respirare con minor frequenza e lentamente, contribuisce molto a farci entrare in uno stato di calma e a ricondurre la mente dal suo vagabondare. Vi sono molte opere virtuose, dice Nil, ma sono tutte parziali; LA PREGHIERA DEL CUORE, invece, E LA SORGENTE DI TUTTI I BENI: essa irriga lanima come fosse un giardino. Questopera, che consiste nel mantenere la mente nel cuore senza nessun pensiero, estremamente difficile per coloro che non hanno imparato a praticarla; [...]. Ma quando luomo riceve la grazia, allora prega senza sforzo e con amore, perch da essa consolato. Allorch sopraggiunge lattivit della preghiera, essa attira a se la mente, la riempie di allegrezza e la libera dalle distrazioni. Per abituarsi al metodo raccomandato da Nil Sorskij molto utile combinarlo con quello di Giovanni Climaco e pregare senza nessuna fretta. La tecnica di Niceforo lEsicasta Nella seconda met del XIII secolo, leremita Niceforo lEsicasta il primo che attesti un legame tra la preghiera di Ges e una tecnica di respirazione. Dopo aver chiarito la funzione del cuore e i suoi rapporti con il respiro, egli insegna il raccoglimento dello spirito che deve essere introdotto nelle narici e spinto sin dentro al cuore contemporaneamente all aria inspirata. Quando lo spirito, placato, entrato nel cuore, bisogna gridare dentro di s: SIGNORE GESU CRISTO, FIGLIO DI DIO, ABBI PIETA DI ME!. Su Niceforo degna di nota la testimonianza di san Gregorio Palamas: Niceforo che aveva confessato la vera fede (antiunionista) e per questa ragione fu condannato allesilio dal primo imperatore Paleologo che accett il pensiero dei latini; che era di origine italica, ma riconosciuta leresia di quelle genti, raggiunse la nostra chiesa ortodossa.... qui venuto, adott la vita pi rigorosa, quella dei monaci, e scelse come abitazione quel luogo che porta il nome della santit, cio lAthos, casa della virt, posta al limite del mondo e del soprannaturale. Dimostr subito di saper obbedire sottomettendosi ai padri pi eminenti, dopo un lungo tempo dette loro la prova della sua umilt; allora anche lui ricevette da loro LARTE DELLE ARTI, cio lesichia come esperienza (Triadi II, 2,2). Nel suo celebre scritto sulla pratica esicastica, Trattato della sobriet e della custodia del cuore, Niceforo invita i lettori ad imparare la TECNICA DORAZIONE e

afferma: Ritorna dunque, o pi esattamente torniamo, cari fratelli, a noi stessi, rigettando col massimo disprezzo il consiglio del serpente [....]. Perch non vi che un mezzo per accedere al perdono e alla familiarit con Dio; prima di tutto, ritornare per quanto possibile in noi stessi. Niceforo fa seguire poi un Elenco di brani patristici che invitano allattenzione e alla custodia del cuore e nellultima parte dello scritto parla della preghiera e del METODO: Prima di tutto la tua vita sia tranquilla, libera da ogni preoccupazione, in pace con tutti....Orbene: in quanto a te siediti, raccogli il tuo spirito, introducilo lo spirito intendo nelle narici; appunto questa la via di cui si serve il respiro per arrivare al cuore. Spingilo, forzalo a discendere nel tuo cuore insieme con laria inspirata. Quando vi sar, tu vedrai quale gioia ne consegue: non avrai nulla da rimpiangere... Fratello mio, abitua dunque il tuo respiro a non essere sollecito a uscirne. Agli inizi gli manca lo zelo... per questa reclusione e questo sentirsi alle strette. Ma una volta che abbia contratta labitudine, non prover pi alcun piacere a circolare al di fuori, PERCHE IL REGNO DI DIO E DENTRO DI NOI e a chi volge verso di lui i suoi sguardi e lo ricerca con preghiera pura, tutto il mondo esterno diviene vile e spregevole. Se fin dallinizio riesci a penetrare con lo spirito NEL LUOGO DEL CUORE che ti ho mostrato, sia ringraziato Dio! Glorificalo, esulta e attaccati unicamente a questo esercizio. Esso ti insegner ci che ora ignori. Sappi che mentre il tuo spirito si trova l, tu non devi n tacere n stare inerte. Ma non avrai altra preoccupazione che quella di GRIDARE: SIGNORE GESU CRISTO, FIGLIO DI DIO, ABBI PIETA DI ME. Ma fratello mio, se malgrado tutti gli sforzi, non giungi a penetrare nei luoghi del cuore pur seguendo le mie indicazioni, fa come ti dico e, con laiuto di Dio, arriverai allo scopo. Tu sai che la ragione delluomo ha sede nel petto.... Dopo aver bandito da questo luogo ogni pensiero (lo puoi, basta volerlo), donagli linvocazione SIGNORE GESU CRISTO ABBI PIETA DI ME e costringiti a gridare interiormente queste parole, escludendo ogni altro pensiero. Quando, col tempo, sarai reso padrone di questa pratica, essa ti aprir senzaltro lentrata nel luogo del cuore. Allesicasta dunque che vuole avvalersi di un metodo psicofisico nella sua vita di preghiera, Niceforo consiglia una strada che comprende una pluralit di esigenze: scegliersi una guida esperta; sedersi, creando calma, anzitutto fisica, in se stessi; concentrare lattenzione sulla respirazione, costringere la mente a seguire il respiro che scende verso il luogo del cuore. Infatti la mente dispersa nelle cose esteriori pu essere raccolta solo facendola scendere nel cuore, centro di tutto luomo. Quando la mente sar discesa nel cuore, sgorgher la preghiera. Il metodo daltra parte non opera da solo. E per questo che Niceforo invita a legare ad esso la recita interiore della preghiera di Ges. Infatti la ripetizione del NOME DI GESU la vera arma contro il demonio e lautentica via per elevarsi allamore e al desiderio di Dio. Tale metodo pur esprimendo una condizione della preghiera dellesicasta, non ne costituisce n lessenza n lo scopo. La Preghiera del cuore, pur legata alla respirazione, non pu tuttavia essere separata da una mistica sacramentaria e da una teologia della grazia. Gregorio il Sinaita In Gregorio il Sinaita la preghiera di Ges esplicitamente accompagnata da pratiche volte alla concentrazione dello spirito: A partire dal mattino, siediti su una seggiola bassa, spingi il tuo spirito dalla mente nel cuore e mantienivelo []; faticosamente chino, con vivo dolore al petto, alle spalle e alla nuca, griderai senza posa nel tuo spirito o nellanimo: SIGNORE GESU

CRISTO ABBI PIETA DI ME!. In seguito, a causa della costrizione e del disagio dovuto alla persistenza, trasporterai il tuo spirito sulla seconda met dicendo: FIGLIO DI DIO ABBI PIETA DI ME!. Le indicazioni sono pi precise, e va notato come latteggiamento del corpo che viene suggerito si diversifichi dalle posizioni per la meditazione codificate in Asia. A parte questo, sono doverosi degli accostamenti per quel che riguarda luso ed il controllo della respirazione. Gregorio prescrive una posizione che rende tale respirazione difficoltosa in quanto la tempesta del respiro che proviene dal cuore oscura lo spirito e agita l anima, la distrae, rendendola soggetta alloblio. Ne scaturir l esigenza di calmare il ritmo respiratorio per difendersi dalloblio. Citando Evagrio egli precisa che un monaco deve avere il ricordo di Dio per respirazione e perseverare in cuor suo nella ricerca del Signore. Controllare i moti dell anima e concentrare lo spirito costituiscono i due primi obiettivi per colui che desidera dedicarsi alla preghiera dinvocazione del nome. Non viene precisato che occorre sincronizzare la ripetizione della formula con il ritmo della respirazione. Simeone il Nuovo Teologo A Simeone il Nuovo teologo viene attribuito dalla tradizione un piccolo opuscolo dal titolo: Metodo della santa preghiera e attenzione e che invece sembra essere di un autore sconosciuto che una parte degli studiosi ha chiamato Pseudo-Simeone. Lautore inizia il suo scritto descrivendo tre metodi o forme di preghiera. Invita a scegliere quindi lo stato migliore al fine di raggiungere la sobriet del cuore e lattenzione. Infatti la preghiera e lattenzione sono vere e senza errore solo quando la mente, pregando, custodisce il cuore e ritorna sempre allinterno di questo e dal suo profondo fa risalire le sue domande verso il Signore. Allora la mente, avendo gustato quanto buono il Signore, non pi espulsa dal soggiorno del cuore. Il transito della mente verso il cuore avviene soprattutto con linvocazione del Nome di Ges:

Quando la mente trova il posto nel cuore, vede subito quello in cui non avrebbe mai creduto:
vede laria allinterno del cuore e se stessa tutta luminosa e piena di discernimento; appena spunta un pensiero, prima che si completi e prenda forma, lo scaccia e lo annienta con linvocazione di Ges Cristo. Allora la mente piena di risentimento nei confronti dei demoni, desta la collera secondo natura e colpisce, cacciandoli, i nemici spirituali. Il resto lo apprenderai con laiuto di Dio, nella custodia della mente, mantenendo Ges nel cuore. Lautore consiglia infine UN METODO NATURALE PER LINVOCAZIONE DEL NOME e la custodia del cuore:

Quindi, seduto in una cella tranquillo, in disparte, in un angolo, fa quello che ti dico: chiudi la
porta, ed eleva la tua mente al di sopra di ogni oggetto vano e temporale. Quindi appoggia la barba sul petto, volgi il tuo occhio corporeo, assieme a tutta la mente, nel centro del tuo ventre, cio nellombelico. Comprimi linspirazione che passa per il naso, in modo da non respirare agevolmente ed esplora mentalmente allinterno delle viscere, PER TROVARE IL POSTO DEL CUORE ove sono solite dimorare tutte le potenze dellanimo. Dapprima troverai oscurit e una durezza ostinata, ma, PERSEVERANDO IN QUEST OPERA NOTTE E GIORNO, troverai, oh meraviglia!, una felicit infinita. Il METODO raccomanda, durante la ripetizione della preghiera Signore Ges Cristo, Figlio di Dio, abbi piet di me, una posizione rilassata: seduto in una cella tranquilla; una disciplina della respirazione; una pratica immaginale alla ricerca del luogo del cuore nelle viscere: Sembra che questa tecnica avesse un preciso significato: Lombelico, secondo lanonimo che seguiva

unantichissima concezione gi attestata nel Timeo di Platone era la sede della concupiscenza. La trasmutazione che viene operata con questo metodo, il raffreddamento delle potenze dellanima, non va intesa come repressione o annientamento di qualche parte, ma come UNA TRASFORMAZIONE DELLE DIVERSE COMPONENTI PSICHICHE. Di qui la necessit di una discesa nella zona ombelicale, per poi risalire nel luogo del cuore. Ma sar proprio questa concezione a suscitare polemiche e difficolt. Tale metodo psicofisico sembra infatti mostrare pi di una affinit con le tecniche yoga dellestremo oriente sia di derivazione indiana (tantra induista), sia di derivazione tibetana e cinese (tantra buddhista, zen, taoismo) che mirano, appunto, alla trasformazione delle energie interne in vista dellilluminazione e/o della lunga vita. La stessa alchimia occidentale, nel suo risvolto mistico-spirituale, opera con delle tecniche simili che mirano alla trasmutazione delle energie sessuali in vista del cosiddetto corpo di luce. Paralleli importanti si ritrovano, infine, anche nellambito della mistica islamica (sufismo) sia sotto il profilo della tecnica (dihkr), che dal punto di vista teorico-concettuale. In un prossimo articolo ci proponiamo di analizzare tutte queste convergenze e somiglianze; per il momento notiamo come, a differenza di tutte queste correnti religiose ed esoteriche, tutti i maestri esicasti (G. Palamas, Teofane il recluso, I. Brjiancaninov, etc.) abbiano sempre sottolineato che la tecnica solo un accessorio, anche se utile, che facilita il raccoglimento dello spirito e aiuta i principianti a iniziare un cammino non facile verso lincontro con Dio, vero e unico artefice, attraverso la sua grazia, del progresso spirituale nella contemplazione.

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Da un Testo Copto Sulla Preghiera di Ges


L'insegnamento dato al fratello Giovanni sulla meditazione segreta

PREMESSA

Questo breve testo presenta una specie di condensato della spiritualit della Filocalia e proviene quasi certamente dai monasteri del Basso Egitto; potrebbe risalire alla met del VI secolo. Il testo arabo corrisponde, nell'edizione greca, a 62 righe su un totale di 787, il che equivale a meno dell'8% del testo integrale. A grandi linee, si tratta della sezione E (e dell'inizio della sezione 1). Il copista copto (o meglio il suo committente, il superiore di Deir al-Muharraq ) ne ha quindi ha trascritto soltanto questa minima parte cio quella che contiene le uniche due citazioni della preghiera di Ges. Le altre parole chiave del testo possono essere raggruppate in due famiglie: da un lato la meditazione segreta (6 volte), l'esichia (2 volte) e la nepsis (4 volte); d'altro lato, cuore (8 volte), spirito (5 volte) e pensiero (4 volte). Il dato rilevante che tutte queste parole sono proprio i termini essenziali dell'antologia costituita dalla Filocalia e queste due pagine del copista copto rappresentano veramente la quintessenza della Filocalia. Va notata anche l'importanza attribuita alla preghiera delle ore, che non assolutamente eliminata o sostituita dalla preghiera di Ges. . Queste notazioni lasciano intuire che il testo proviene da una tradizione (quella macariana) semi-eremitica in cui l'ufficio comunitario aveva una grande importanza e svolgeva il ruolo

di sostegno per il monaco affaticato dalla preghiera solitaria e in cui l'eucaristia domenicale (con la relativa vigilia) era pure consueta.
IL TESTO

Un fratello di nome Giovanni, che veniva dalla regione della costa, accostatosi a questo santo e grande padre Filemone e abbracciatigli i piedi, gli disse:
2

"Che cosa devo fare, padre, per essere salvato?

3Perch vedo che il mio intelletto vaga qua e l, verso ci che non si deve".
4

E quello, indugiando un poco, disse: "Questa passione propria di quelli del mondo permane perch non hai ancora perfetto il desiderio di Dio.
6

Infatti, non ancora venuto in te il calore del desiderio e della conoscenza di Lui". Gli dice il fratello: "Che cosa devo fare, padre?". Gli dice: "Va', e per qualche tempo fa' una meditazione segreta, nel tuo cuore, che possa purificare il tuo intelletto da queste cose

10 E il fratello, non essendo iniziato a ci che gli veniva detto, dice all'anziano: "Che cos' la meditazione segreta, padre?".
11

E gli dice: "Va', sii sobrio nel tuo cuore, e di' sobriamente nella tua mente, con timore e tremore:
12

"Signore Ges Cristo, piet di me".

13Il beato Diadoco, infatti, tramanda cos ai principianti"


14

Andatosene dunque e, con l'aiuto di Dio e le preghiere del padre, raccoltosi nell'esichia,

15 si riemp di dolcezza per un poco, con questa meditazione.


16

Ma poich essa improvvisamente si ritir da lui ed egli non poteva con sobriet coltivarla e pregare,
17

ritorn dall'anziano e gli raccont quello che gli era accaduto. Ed egli gli disse: "Ecco, per un poco hai conosciuto l'orma dell'esichia e dell'operosit, e hai sperimentato la dolcezza che ne deriva.

18

19

20

Abbi dunque questo sempre nel tuo cuore: sia che mangi sia che beva, sia che ti trovi in compagnia di qualcuno, sia fuori di cella sia per strada,

21

non ti scordare di fare questa preghiera con mente sobria e intelletto stabile, di salmeggiare e di meditare preghiere e salmi.
22

Ma anche quando sei pressato da una necessit, non sia pigro il tuo intelletto nel meditare segretamente e nel pregare.
23

Cosi potrai comprendere le profondit della divina Scrittura e della potenza che vi nascosta,
24

e dare all'intelletto un'incessante operosit, per adempiere il detto apostolico che prescrive: 'Pregate incessantemente' (lTs 5,17).
23

Fa' attenzione, dunque, con cura; e custodisci il tuo cuore, che non accolga pensieri cattivi o, in qualche modo, vani e inutili.
26

Ma sempre, quando dormi e quando ti alzi, quando mangi e quando bevi o sei in compagnia,
27

in segreto, mentalmente, il tuo cuore ora mediti i salmi ora preghi: 'Signore Ges Cristo, Figlio di Dio, piet di me!'.
28

E ancora, quando canti i salmi, fai attenzione a non dire certe cose con la bocca, mentre la mente erra in altre". 29 Il fratello chiedeva ancora: "Nel sonno io vedo molte vane fantasie.
30

E l'anziano gli disse: "Non essere pigro n pusillanime, ma prima di coricarti fa' molte preghiere nel tuo cuore, e resisti ai pensieri,
31

che tu non sia portato in giro dalle volont del diavolo, affinch Dio ti accolga.

32

Cura con quanta forza puoi di addormentarti dopo i salmi e un'assennata meditazione, e non essere negligente.
33

Non lasciare che la tua mente accolga pensieri estranei, ma coricati continuando a meditare quelli coi quali hai pregato,
34

affinch, mentre dormi, si schierino intorno a te, e quando ti svegli, parlino con te.

33

Prima di addormentarti, di' anche il santo simbolo della fede ortodossa. Credere infatti rettamente riguardo a Dio fonte e custodia di tutti i beni".

180

"Ma tu, per ora, non puoi armarti cos. Piuttosto, tieniti sempre alla meditazione segreta.

181

E sii sollecito a compiere le ore diurne e le preghiere fissate dai santi padri: terza, sesta, nona e vespro.
182

E sii sollecito a compiere anche le liturgie notturne.

183

Osserva con ogni tua forza di non fare nulla per piacere agli uomini, n di avere mai inimicizia contro il tuo fratello, per non separarti dal tuo Dio".

184

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