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Che fai

il 4, 5 e 6
ottobre?
Il festival su Twitter
@Internazfest
#int13
Internazionale 997 | 25 aprile 2013 3
Sommario
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La settimana
25 aprile/2 maggio 2013 Numero 997 Anno 20
europA
22 Serbia-Kosovo
The Economist
AfricA
e medio
orieNte
24 Nigeria
Daily Maverick
Americhe
26 Stati Uniti
The Economist
AsiA e pAcifico
28 Sri Lanka
Tehelka
libANo
36 Dentro
Hezbollah
The New Yorker
hoNdurAs
44 Le forze
del disordine
El Faro
iNchiestA
50 Se scoppia
il pallone
El Pas
scieNzA
56 Il senso
della stupidit
New Scientist

portfolio
60 Sguardo
polacco
wiat
viAggi
66 Il paradiso
sperduto
Financial Times
ritrAtti
70 David Keene
Die Zeit
grAphic
jourNAlism
74 Sochi
Polina
Petrouchina
ciNemA
76 In debito
con il passato
The National
POP
88 Anima
senza memoria
Daniel Levitin
91 Scrivere
come Wagner
Antonio Muoz
Molina
scieNzA
94 Quello di cui
preferiamo
non parlare
The Guardian
tecNologiA
99 Le faremo
sapere
The New York
Times
ecoNomiA
e lAvoro
100 Slovenia
Sddeutsche
Zeitung
cultura
78 Cinema, libri,
musica, video,
arte
Le opinioni
25 Amira Hass
31 Slavoj iek
34 Rami Khouri
80 Gofredo Foi
82 Giuliano Milani
84 Pier A. Canei
86 Christian
Caujolle
92 Tullio De Mauro
95 Anahad
OConnor
101 Tito Boeri
le rubriche
10 Posta
13 Editoriali
104 Strisce
105 Loroscopo
106 Lultima
iN copertiNA
Mastino Napolitano
I commenti della stampa straniera sulla situazione
politica italiana. Gli articoli del Pas (p. 14), Information
(p. 16), The Economist (p. 17), Les Echos (p. 18) e
Financial Times (p. 19). Illustrazione di David Foldvari.

Il vero trionfo non la vittoria sul nemico,
quando il nemico comincia a usare il tuo linguaggio
slAvoj iek, pAgiNA
El Faro una rivista digitale del Salvador. Larticolo a pagina 44 uscito il 24 marzo 2013
con il titolo Atrapadas en la ciudad de los encapuchados. The National un quotidiano in
lingua inglese degli Emirati Arabi Uniti. Larticolo a pagina 76 uscito il 6 aprile 2013 con il
titolo Do ilmmakers have a responsibility to be historically accurate? The New Yorker un
settimanale newyorchese. Larticolo a pagina 36 uscito il 25 febbraio 2013
con il titolo After Syria. Internazionale pubblica in esclusiva per lItalia gli
articoli dellEconomist.
le principali fonti di questo numero
Dici:
per noi va male. Il buio
cresce. Le forze scemano.
Dopo che si lavorato tanti anni
noi siamo ora in una condizione
pi diicile di quando
si era appena cominciato.
E il nemico ci sta innanzi
pi potente che mai.
Sembra gli siano cresciute le forze. Ha preso
una apparenza invincibile.
E noi abbiamo commesso degli errori,
non si pu negarlo.
Siamo sempre di meno. Le nostre
parole dordine sono confuse. Una parte
delle nostre parole
le ha stravolte il nemico ino a renderle
irriconoscibili.
Che cosa errato ora, falso, di quel che abbiamo detto?
Qualcosa o tutto? Su chi
contiamo ancora? Siamo dei sopravvissuti, respinti
via dalla corrente? Resteremo indietro, senza
comprendere pi nessuno e da nessuno compresi?
O contare sulla buona sorte?
Questo tu chiedi. Non aspettarti
nessuna risposta
oltre la tua.
Bertolt Brecht, A chi esita
Traduzione di Franco Fortini
(Via Roberto And)
Giovanni De Mauro
settimana@internazionale.it
Risposta
Immagini
Casa per casa
Watertown, Stati Uniti
19 aprile 2013
Agenti dei reparti scelti perquisiscono
tutte le case di Watertown alla ricerca di
Dzhokhar Tsarnaev, il ragazzo di 19 an-
ni accusato di aver organizzato insieme
al fratello Tamerlan lattentato alla ma-
ratona di Boston, che ha provocato tre
vittime e pi di duecento feriti. Dzho-
khar scappato dopo la sparatoria con
la polizia durante la quale morto il fra-
tello. stato trovato dopo una ricerca di
quasi ventiquattrore nascosto dentro
una barca nel giardino di una casa. Il ra-
gazzo stato ricoverato in gravi condi-
zioni in un ospedale di Boston e accusa-
to di vari reati, tra cui luso di armi di
distruzione di massa. Foto di Jessica Ri-
naldi (Reuters/Contrasto)
Immagini
Tra le macerie
Longmen, Cina
21 aprile 2013
Un abitante di Longmen, cittadina del-
la contea di Lushan colpita il 20 aprile
da un sisma di magnitudo 6,6, recupera
la foto del suo matrimonio dalle mace-
rie della sua casa. Nel terremoto, il pi
grande dal 2008, sono morte 193 perso-
ne e pi di 12mila sono rimaste ferite. I
dispersi sono circa 25. Nel 2008 la pro-
vincia del Sichuan, dove si trova Lu-
shan, era stata colpita da un terremoto
di magnitudo 7,9 che aveva fatto 70mi-
la morti. Foto di Rooney Chen (Reuters/
Contrasto)
Immagini
Esequie solenni
Londra, Regno Unito
17 aprile 2013
La vista dallalto della cattedrale di St.
Paul il giorno del funerale di Margaret
Thatcher, morta a Londra l8 aprile. La
bara dellex primo ministro, coperta
dalla Union Jack, viene trasportata ver-
so laltare da alcuni soldati. Il funerale,
che stato pubblico ma non di stato,
costato dieci milioni di sterline ed sta-
to preceduto da una parata militare che
ha fatto sfilare il feretro nelle vie del
centro di Londra. Diverse centinaia di
persone hanno contestato il passaggio
del corteo, voltando le spalle alla bara o
innalzando cartelli di protesta. Foto di
Dominic Lipinski (Reuters/Contrasto)
10 Internazionale 997 | 25 aprile 2013
Posta@internazionale.it
Tutto parla di me
u Scrivo in merito alla recen-
sione del mio ilm Tutto parla
di te, pubblicata su Interna-
zionale (19 aprile), rivista di
cui sono attenta lettrice ed
estimatrice. Scrivo pertanto
in una doppia veste, in qualit
di lettrice, prima di tutto, e
ovviamente in qualit di regi-
sta tirata in causa dalla brutta
recensione del mio ilm. La
lettura critica del mio ilm mi
sorprende per la supericialit
con cui la giornalista sciorina
il suo giudizio negativo senza
argomentarlo, rimanendo at-
taccata, sembrerebbe, a una
sua visione di come il ilm
avrebbe dovuto afrontare il
tema della depressione post
partum, rimanendo quindi
spettatrice esterna alla que-
stione (che sembra non cono-
scere, da come ne parla) e al
linguaggio sicuramente ine-
dito che il ilm osa adottare
per proporre allo spettatore
una narrazione che vuole in-
terpellarlo, non semplice-
mente accompagnarlo in un
classico percorso di inzione.
In queste settimane ho rice-
vuto diverse reazioni al ilm,
tra cui molti apprezzamenti
dal pubblico generico e da
persone che quotidianamen-
te si occupano di maternit, e
naturalmente anche alcune
critiche argomentate che
chiaramente accolgo e che mi
fanno rilettere sul mio lavo-
ro. Non metto in questione il
fatto che a Sivan Kotler il ilm
non sia piaciuto, che per lei
non abbia funzionato, ma li-
quidarlo reiterando pi volte
nelle sue poche righe che il
ilm banale, mi lascia dav-
vero perplessa e mi porta a in-
terrogarmi sulla seriet pro-
fessionale e sulla capacit cri-
tica di vedere un ilm diverso,
nellomogeneo panorama del
cinema italiano, di questa
cronista incattivita. Un ilm
il frutto di lavoro di pi perso-
ne, e il momento della sua
(purtroppo breve) vita nelle
sale cinematograiche mol-
to importante, per il lavoro, le
risorse, e il tempo impiegato
da tutta la produzione per re-
alizzarlo; un ilm come il no-
stro ha il coraggio di portare
sullo schermo un tema sotta-
ciuto con un linguaggio com-
plesso e articolato, risultato di
una ricerca approfondita sulla
questione dellambivalenza
materna e di un lavoro di non
semplice produzione cinema-
tograica indipendente porta-
ta avanti nel corso dei cinque
anni di assenza da me e dai
miei collaboratori. Scrivere di
lavori come questi su una te-
stata seria come la vostra
una importante responsabilit
verso i vostri intelligenti letto-
ri e verso gli autori di tali ope-
re, compito che questa volta
non mi pare abbiate assunto,
aidando avventatamente il
giudizio e la sua conseguente
ricaduta negativa sui lettori
(ideale pubblico a cui il mio
ilm si vuole indirizzare) a un
pensiero tanto sterile. Sono
delusa dallapprossimazione,
non dal voto insuiciente.
Alina Marazzi
PER CONTATTARE LA REDAZIONE
Telefono 06 441 7301
Fax 06 4425 2718
Posta viale Regina Margherita 294,
00198 Roma
Email posta@internazionale.it
Web internazionale.it
Le lettere possono essere modiicate
per ragioni di spazio e chiarezza.
Come posso ribattere a un
parroco convinto che le
famiglie omogenitoriali
siano contro natura? Da-
vide
Lapproccio pi drastico e pi
eicace per afrontare la di-
scussione sarebbe spedire il
prete nella savana per un
soggiorno studio presso una
naturalissima famiglia di leo-
ni. E fargli sperimentare da
vicino la loro naturale poliga-
mia, i naturali accoppiamenti
tra consanguinei e la natura-
le espulsione dal branco dei
igli maschi. Ma da quando in
qua i comportamenti natura-
li sono quelli migliori? Da
millenni lessere umano cer-
ca di prendere le distanze
dalla natura e di perseguire
ci che lo distingue dalle be-
stie: la civilt. Il comporta-
mento di un uomo che si
astiene dalla propria sessua-
lit per dedicarsi alla pre-
ghiera non si pu deinire na-
turale. Inoltre la famiglia non
una realt immutata nel
tempo: forse i parrocchiani
pi anziani ricorderanno che
il matrimonio dei loro nonni
poggiava su una serie di mo-
tivi tra cui non igurava ne-
cessariamente lamore, me-
no che mai la parit tra co-
niugi, e i igli si facevano a
grappoli per mandarli a lavo-
rare e tirare avanti la baracca.
E parlo anche delle famiglie
reali. Fin dalle caverne les-
sere umano ha incessante-
mente perfezionato la sua
idea di famiglia che oggi,
grazie alle battaglie per i di-
ritti civili degli omosessuali,
si sta allontanando ulterior-
mente dallo stato di natura
selvaggia, facendo un altro
passo verso la civilt.
Claudio Rossi Marcelli
un giornalista di Internazio-
nale. Risponde allindirizzo
daddy@internazionale.it
Dear daddy
Famiglia civile
Le correzioni
Nomi
importanti
Le correzioni
u Da viva ha segnato la sto-
ria britannica degli ultimi
trentanni, da morta potrebbe
continuare a inluenzarla per
altri trenta, ha scritto il Guar-
dian dopo la scomparsa di
Margaret Thatcher (Interna-
zionale 995). Per i copy editor
e i correttori di bozze, invece,
Margaret Thatcher un incu-
bo che forse non inir mai. La
graia del suo nome conti-
nuamente vittima di storpia-
ture: da una ricerca su Google
emergono 372mila Margaret
Tatcher, 67.700 Margareth
Tatcher e 745mila Marga-
reth Thatcher. Tutto somma-
to Internazionale pu conso-
larsi: in ventanni ha collezio-
nato solo un Margareth
Tatcher (n. 625) e tre Mar-
gareth Thatcher (n. 9, 14 e
621). Un refuso pu sfuggire a
tutti, ma sbagliare la graia di
un nome pu avere conse-
guenze catastroiche non solo
per la credibilit di un giorna-
le. La settimana scorsa si
scoperto che in passato i servi-
zi segreti russi avevano chie-
sto allFbi di efettuare indagi-
ni su Tamerlan Tsarnaev, uno
dei presunti attentatori della
maratona di Boston. Come
mai lFbi non sapeva che Tsar-
naev era stato in Russia appe-
na un anno fa? Al momento
dellimbarco sul volo dellAe-
rolot, il suo nome stato
scritto male, ha risposto il se-
natore della South Carolina
Lindsey Graham intervistato
da Fox News.
Giulia Zoli una giornalista
di Internazionale. Lemail
di questa rubrica
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Palazzo delle Esposizioni Roma, via Nazionale 194 www.palazzoesposizioni.it
Orario: domenica, marted, mercoled, gioved dalle 10.00 alle 20.00. Venerd e sabato dalle 10.00 alle 22.30.
Luned chiuso. Ingresso consentito fino a unora prima dellorario di chiusura
Informazioni e prenotazioni: tel. 06 39967500
seguici su
@Esposizioni
new york
arte a
oggi
State
Empire
23 aprile > 21 luglio 2013
25 artisti di New York
interpretano il mito della citt,
tra realt urbana
e immaginario collettivo
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Internazionale 997 | 25 aprile 2013 13
Editoriali
La rielezione di Giorgio Napolitano alla presiden-
za della repubblica italiana lunica buona noti-
zia che venga dalla scena politica romana, sem-
pre pi simile a una farsa. Napolitano, che ha
prestato giuramento il 22 aprile, popolare in pa-
tria e rispettato allestero. Ha dato prova di saper
mediare tra i partiti di una classe politica sempre
pi litigiosa. Lampia maggioranza che lha votato
testimonia del consenso di cui gode in tutto lo
spettro politico italiano.
Ma il suo secondo settennato sintomo della
grave condizione in cui sono i partiti italiani. Nel-
la storia della repubblica non era mai accaduto
che un presidente fosse rieletto, e Napolitano,
con i suoi 87 anni, uno dei capi di stato pi anzia-
ni del mondo. Aveva dichiarato che non voleva
farsi rieleggere, ma poi, quando si visto che i
partiti non riuscivano a mettersi daccordo su un
altro nome, ha dovuto cambiare idea. La colpa di
questo corto circuito istituzionale soprattutto
del Partito democratico (Pd, di centrosinistra),
vincitore di stretta misura delle elezioni di feb-
braio. Alle prime quattro votazioni per eleggere il
presidente, il Pd ha proposto due candidati, ma
entrambi non ce lhanno fatta a causa delle lotte
interne. A quel punto il segretario Pier Luigi Ber-
sani si dimesso, insieme a tutta la segreteria del
partito. La vecchia guardia ha perso ogni credibi-
lit e ora il Pd dovr darsi nuovi dirigenti e cam-
biare strategia. E in fretta. Ma non stato solo il
Pd a giocare male la sua partita. Il Movimento 5
stelle di Beppe Grillo entrato di slancio nelle vo-
tazioni per il presidente, ma alla ine si trovato a
commentare lesito dalla panchina, dichiarando
che sotto il proilo costituzionale la rielezione di
Napolitano era una specie di colpo di stato. Che il
populismo porti nuovi consensi a Grillo tutto da
vedere, ma non fa ben sperare sullazione costrut-
tiva dei parlamentari del Cinque stelle. Preoccu-
pa invece la possibilit che il vero vincitore di
questa partita sia Silvio Berlusconi. Lex premier,
del tutto screditato, ha contribuito allelezione di
un presidente di cui si ida e ha visto i suoi avver-
sari in afanno. Lalleanza di centrodestra ora in
testa nei sondaggi. Ma poich stato lui a condur-
re lItalia sullorlo del baratro, non bisognerebbe
lasciarglielo fare di nuovo.
Adesso si prevede che laccordo sulla presi-
denza apra la strada a un governo di larghe intese,
che realizzi alcune riforme politiche ed economi-
che di cui lItalia ha bisogno. Si spera che i politici
italiani, accantonate le rivalit, inalmente colla-
borino. Ma i partiti italiani si sono pi volte mo-
strati incapaci di cambiamenti signiicativi, dun-
que non ci sono molte ragioni di sperare che co-
mincino adesso. u ma
Napolitano e la crisi dei partiti
Limmigrazione secondo Obama
Financial Times, Regno Unito
San Jose Mercury News, Stati Uniti
I parlamentari si oppongono alla riforma della
legge sullimmigrazione negli Stati Uniti a causa
di quello che successo a Boston. Non c da sor-
prendersi: i politici sfruttano sempre eventi simi-
li a loro vantaggio. Ma in questo caso lipocrisia
evidente. C un motivo per cui dieci anni fa si sa-
rebbe dovuto impedire a Dzhokhar e Tamerlan
Tsarnaev, che allepoca avevano otto e 15 anni, di
entrare nel nostro paese quando ai loro genitori
era stato concesso lasilo politico? Sembra che i
due fratelli siano diventati estremisti solo di re-
cente. Uno di loro ha studiato nelle scuole statu-
nitensi e ha vinto una borsa di studio per andare
alluniversit. Tranne vietare lingresso a tutti i
musulmani, quali regole avrebbero potuto adot-
tare per escludere quei ragazzi?
Coloro che si attaccano a questa scusa per ri-
mandare la riforma non vogliono norme pi ei-
cienti sullimmigrazione. Vogliono bloccare la
riforma, rimandandola allininito. La proposta
non perfetta, bisogna ancora lavorarci. Il prezzo
che gli immigrati clandestini devono pagare per
ottenere la cittadinanza troppo alto. Le norme
dovrebbero aiutare di pi le famiglie a restare
unite, perch i rapporti familiari favoriscono il
successo di chi emigra negli Stati Uniti. Ma per
ci che conta davvero quello che le imprese, le
organizzazioni dei lavoratori e quelle per i diritti
degli immigrati e le forze dellordine chiedono a
gran voce la proposta coglie nel segno. Prevede
una spesa di 5 miliardi di dollari per raforzare i
conini. Migliora il programma di gestione dei
posti disponibili per i lavoratori stranieri. Inco-
raggia gli studenti universitari pi capaci a restare
per fare carriera o avviare unimpresa. Ma soprat-
tutto prevede un percorso per dare la cittadinan-
za, unica opzione realistica, agli 11 milioni di clan-
destini che gi vivono negli Stati Uniti. u bt
Vi sono pi cose in cielo e in terra, Orazio,
di quante se ne sognano nella vostra ilosoia
William Shakespeare, Amleto

Direttore Giovanni De Mauro
Vicedirettori Elena Boille, Chiara Nielsen,
Alberto Notarbartolo, Jacopo Zanchini
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editor), Stefania Mascetti (Internazionale.it),
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Pierfrancesco Romano (copy editor)
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(viaggi, visti dagli altri), Giovanna DAscenzi,
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e Paciico), Piero Zardo (cultura), Giulia Zoli
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articoli. Marina Astrologo, Giuseppina Cavallo,
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Muzzopappa, Floriana Pagano, Francesca
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23 aprile 2013
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In copertina
14 Internazionale 997 | 25 aprile 2013
Mastino
Napolitano
Pablo Ordaz, El Pas, Spagna
il primo presidente della repubblica italiana
a essere rieletto. La sua igura spicca in un
paesaggio di rovine, con una classe politica
divisa su tutto, scrive il Pas
I
trioni del presidente della repub-
blica Giorgio Napolitano, pur-
troppo per lItalia, si fondano
sulle disgrazie altrui. Nel luglio
del 2009 Barack Obama arriv in
Italia per partecipare al summit
del G8. Prima di incontrare Silvio
Berlusconi, gi sotto inchiesta per alcuni
scandali di prostituzione, e di visitare
LAquila, distrutta dal terremoto, il presi-
dente degli Stati Uniti and a trovare il pre-
sidente Napolitano e sua moglie Clio Bet-
toni.
Dopo aver prolungato fino a quasi
unora i 25 minuti di colloquio previsti,
Obama, con un esercizio di diplomazia
spettacolare, tracci un proilo del presi-
dente italiano, ex comunista, che al tempo
stesso era un giudizio indiretto su
Berlusconi: Napolitano ha una reputazio-
ne meravigliosa e merita lammirazione di
tutto il popolo italiano, non solo per la sua
carriera politica, ma anche per la sua inte-
grit e gentilezza: rappresenta al meglio
lItalia.
La igura politica di Giorgio Napolitano,
nato a Napoli nel 1925, torna a spiccare in
un paesaggio di macerie. Pi che un suc-
cesso personale, il fatto di essere stato il
primo presidente della repubblica eletto
per un secondo mandato denuncia il falli-
mento della classe politica italiana. E, a
dire il vero, anche il suo personale. Il caos
totale e prolungato che sta vivendo lItalia
a quasi due mesi dalle elezioni non c an-
cora un governo e i partiti non sono in gra-
do di trovare un presidente che raccolga i
consensi di tutti in un paese di 60 milioni
di abitanti ha molto a che vedere con la
decisione presa da Giorgio Napolitano nel
novembre del 2011.
La rischiosa operazione di sostituire
Berlusconi con un tecnocrate scelto da lui
con grande soddisfazione dei mercati, ma
non degli elettori, e chiamato a favorire
una riossigenazione della politica che poi
non c stata stato un errore. Lo dimo-
stra il fatto che i rapporti tra Napolitano e il
presidente del consiglio Mario Monti si so-
no deteriorati, cosa che nessuno dei due si
preso la briga di nascondere. Soprattutto
da quando a Natale del 2012, in vista delle
elezioni, Monti ha deciso di guidare un
movimento politico dopo aver negato per
mesi di volerlo fare.
Che fretta c?
Monti si tolto il cappello da tecnico dopo
aver portato scrupolosamente a termine il
compito economico aidatogli da Angela
Merkel, ma senza fare le riforme che Na-
politano gli aveva chiesto: cambiare la leg-
ge elettorale e rendere pi trasparenti le
spese della politica. Monti ha convinto i
politici a far stringere la cinghia agli italia-
ni, ma non a stringere la loro. LItalia sta
meglio adesso di quando nel novembre del
2011 Napolitano dichiar il time out per la
democrazia? La decisione di accettare il
secondo mandato, come se non ci fosse
unaltra persona in grado di prendere il suo
posto, un segnale positivo? Se i mercati
non si lamentano della mancanza di un go-
verno, che fretta c, visto che il suo man-
dato dura ino al 15 maggio? In questa con-
fusione Napolitano non rischia di compro-
mettere la sua reputazione di grande stati-
sta e uomo imparziale?
Prima di laurearsi in giurisprudenza,
nel 1942 Napolitano fond un gruppo anti-
fascista che durante la seconda guerra
mondiale prese parte a numerose azioni
contro i nazisti. Nel 1945, a ventanni, si
iscrisse al Partito comunista italiano (Pci),
nel quale rimase ino al suo scioglimento,
nel 1991. La rottura del partito con la tradi-
zione comunista avvenne durante lo stori-
co congresso di Rimini. A quel punto Napo-
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)
Internazionale 997 | 25 aprile 2013 15
litano, che era stato deputato per diverse
legislature e si era occupato dei rapporti di-
plomatici del cosiddetto governo ombra
del Pci, entr nel Partito democratico della
sinistra (Pds). Nel 1992, dopo essere stato
parlamentare europeo, rientr in Italia per
sostituire come presidente della camera
dei deputati Oscar Luigi Scalfaro che era
stato eletto presidente della repubblica.
Il paese non cambia
Nel 1996 Romano Prodi lo nomin mini-
stro dellinterno, un evento storico per
lItalia, considerato il passato comunista di
Napolitano. Dal 1999 al 2004 stato depu-
tato al parlamento europeo e il 10 maggio
2006, gi avvolto da una meritata aura di
grande statista e uomo del consenso, sta-
to eletto presidente al quarto scrutinio, vo-
tato da 543 dei mille grandi elettori.
Sette anni fa, nel suo discorso dinse-
diamento, Giorgio Napolitano si era di-
chiarato a favore di uno stato laico, indi-
pendente dalla chiesa. Aveva criticato i
pregiudizi degli italiani nei confronti delle
energie femminili e tuonato contro la
gerontocrazia maschile che governa il
paese.
Nel momento in cui ha accettato la sua
rielezione a capo dello stato, lItalia non
sembra molto diversa da quella che aveva
promesso di cambiare: i vescovi gli hanno
chiesto di continuare a guidare il paese; tra
i saggi che ha nominato per cercare di usci-
re dal labirinto politico non ci sono donne;
e lui oggi ha 87 anni.
Anche se ha perso un po di prestigio
con loperazione Monti (a dirlo sono i dati
del centro studi Eurispes) gli italiani ancora
lo rispettano e Barack Obama lo deinisce
un amico. Appena Napolitano stato rie-
letto, Berlusconi ha tirato fuori dal baule
dei ricordi un grande sorriso. E questo
sempre preoccupante. u bt
Roma, 22 aprile 2013. Giorgio Napolitano durante il giuramento
Michael Braun, Die
Tageszeitung, Germania
Germania
A
i limiti del ridicolo. Un saggio
protagonista della politica ita-
liana ha dato questo giudizio
sulla rielezione di Giorgio Napolitano, ag-
giungendo che semplicemente una non
soluzione. Lautore di questi commenti
lo stesso Napolitano, che si esprimeva cos
ino a pochi giorni fa, quando escludeva
categoricamente la non soluzione che alla
ine stata scelta. Certo, il presidente ha
unottima reputazione allestero, e in Italia
pu contare su unenorme popolarit. Ma,
nonostante provenga dalla sinistra, la sua
rielezione non altro che una Waterloo
per il suo schieramento e in particolare per
il Partito democratico (Pd) di Pier Luigi
Bersani.
A quasi 88 anni Napolitano dovr con-
tinuare a ricoprire la carica di capo dello
stato perch, nonostante sia la principale
forza in parlamento, la sinistra non stata
capace di imporre un nuovo candidato. I
suoi stessi parlamentari hanno votato con-
tro Franco Marini, il candidato del Pd che
avrebbe dovuto essere eletto con il soste-
gno dei berlusconiani. Il giorno dopo, i de-
mocratici che avevano voluto il patto con
Berlusconi si sono vendicati silurando sen-
za piet uno dei padri fondatori del partito:
Romano Prodi.
Innumerevoli alleanze, fondate innan-
zitutto sullodio reciproco, e in pi due li-
nee inconciliabili: sono stati questi fattori
a far precipitare il Pd nel baratro. Di fronte
al successo del Movimento 5 stelle di Bep-
pe Grillo, il Pd poteva scegliere tra la for-
mazione di una grande coalizione con Sil-
vio Berlusconi e il tentativo di trovare un
compromesso con Grillo. Marini rappre-
sentava la prima alternativa, Prodi la se-
conda.
E Napolitano? Il presidente un noto
sostenitore della grande coalizione tra de-
stra e sinistra. questo tipo di governo che
tocca ora allItalia, e il primo vincitore sar
ancora una volta Berlusconi. Il Pd, invece,
ridotto in macerie e si trova sullorlo della
scissione. u fp
La Waterloo
della sinistra
16 Internazionale 997 | 25 aprile 2013
In copertina
Nessuna sintonia
con gli elettori
Evitando di eleggere Stefano
Rodot, il Partito democratico
non ha ascoltato la richiesta
di cambiamento
Mads Frese, Information, Danimarca
G
iorgio Napolitano stato rielet-
to presidente della repubblica
e la sinistra ha perso lennesi-
ma occasione per chiudere con
lepoca berlusconiana. C stata una con-
troriforma senza che prima ci siano state le
riforme. questa la dinamica che ha porta-
to alla rielezione dellottantasettenne Na-
politano. Alla richiesta di cambiamento,
resa evidente dal risultato delle elezioni po-
litiche, il sistema ha risposto con le barrica-
te. Due terzi degli elettori hanno votato per
i partiti che avevano promesso una resa dei
conti con il Cavaliere, ma nonostante que-
sto il leader del Popolo della libert ha avu-
to un ruolo di primo piano nella rielezione
di Napolitano. Inoltre pi avanti potr pun-
tare alla pi alta carica dello stato e allim-
munit.
Il Partito democratico (Pd), che stato
anche il partito di Napolitano, ha pagato a
caro prezzo la decisione di voler far elegge-
re nelle prime votazioni un esponente della
partitocrazia. Il paradosso che il Movi-
mento 5 stelle ha accelerato la crisi del Pd
proponendo alla presidenza della repubbli-
ca il giurista Stefano Rodot, che in passato
ha avuto importanti incarichi nei partiti del
centrosinistra. Mentre Berlusconi era al go-
verno, su Repubblica nel 2010 Rodot scri-
veva: Leversione quotidiana fa s che nep-
pure la legge possa essere invocata, non
avendo la funzione di perseguire giustizia e
eguaglianza, ma quella, opposta, di ofrire
impunit e privilegio.
Guerra tra correnti
Rodot appartiene alla parte laica della si-
nistra italiana e rivendica il diritto dei parla-
mentari a legiferare senza linterferenza
della chiesa cattolica, in particolare su que-
stioni importanti come linizio e la ine della
vita. Tuttavia, una vasta alleanza cattolica
ha preferito il pi pragmatico Napolitano.
Rodot era il candidato che avrebbe potuto
creare la base per un dialogo tra lM5s e il Pd
rispondendo alla domanda di cambiamen-
to del sistema politico.
Ma invece di rispondere alla domanda
di cambiamento, il Pd ha scelto lo status
quo alleandosi con chi le elezioni le ha per-
se: Silvio Berlusconi e Mario Monti. E li ha
resuscitati dalla morte politica. Berlusconi
chieder sicuramente garanzie sul conlitto
dinteressi e sui procedimenti a suo carico,
in cambio del sostegno a un governo di uni-
t nazionale. Monti pu sperare in un posto
come ministro delleconomia, anche se gli
elettori hanno bocciato la politica economi-
ca del suo governo. E questo pu essere un
problema sia per lItalia sia per lEuropa,
entrambe colpite dalla crisi. Con un gover-
no che dipende dal sostegno di Berlusconi,
sar ancora pi diicile afrontare la que-
stione della corruzione, visto che sono mol-
ti gli esponenti del Popolo della libert coin-
volti in procedimenti per questo reato. Inol-
tre, lItalia e il resto dellEuropa non potran-
no sperimentare delle soluzioni alternative
a una politica economica fallimentare.
I vecchi rancori e le guerre tra le correnti
nel Pd hanno sofocato ogni tentativo di rin-
novamento. Oggi lM5s appare come luni-
ca forza che pu portare avanti il cambia-
mento. una grande responsabilit, e Gril-
lo ha fatto bene subito dopo lelezione di
Napolitano a rinunciare a una marcia not-
turna su Roma, che avrebbe evocato tristi
ricordi. Purtroppo, per, non c alcuna ga-
ranzia che lemarginazione parlamentare
dellM5s eviti forme pi estreme di dissen-
so, in un paese sempre pi povero e con for-
ti disuguaglianze. La crisi di credibilit che
ha investito molte istituzioni ha fatto au-
mentare, gi nel primo settennato, lin-
fluenza di Napolitano nella vita politica
italiana. Il presidente stato rieletto, ed la
prima volta nella storia repubblicana, for-
zando le intenzioni dei padri costituenti,
come ha ricordato lo stesso Napolitano.
Questassenza di regole preoccupante e lo
ancora di pi se si considera lidea illibera-
le dello stato che il presidente nel 1956 so-
stenitore dellinvasione sovietica dellUn-
gheria dimostra di avere difendendo a ol-
tranza un sistema partitico ormai fallito.
Durante il suo discorso dinsediamento,
Napolitano ha difeso il sistema attaccando
il comportamento dei partiti e assolvendo
di fatto i responsabili. Ora rischia di diven-
tare il simbolo imbalsamato di un sistema
ormai guasto: Una mia rielezione sarebbe
una non-soluzione. Ora ci vuole il coraggio
delle scelte. Bisogna guardare avanti, sa-
rebbe sbagliato fare marcia indietro, aveva
dichiarato pochi giorni prima della sua rie-
lezione. E aveva aggiunto: Tornare indie-
tro sarebbe ai limiti del ridicolo. u
Roma, 18 aprile 2013. Pier Luigi Bersani vota per eleggere il presidente T
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Internazionale 997 | 25 aprile 2013 17
Roma, 20 aprile 2013. Silvio Berlusconi in aula poco prima di votare A
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La vecchia guardia
tornata in sella
la rielezione di napolitano
dimostra che ormai la politica
italiana non divisa tra destra e
sinistra, ma tra vecchi e giovani
The Economist, Regno Unito
I
n Italia sta succedendo qualcosa di
eccezionale, e per certi versi incredi-
bile. Il 20 aprile, dopo cinque vota-
zioni senza esito, il parlamento in
seduta comune ha rieletto il presidente
della repubblica uscente, Giorgio napoli-
tano. nicholas spiro, un analista del debito
pubblico, ha deinito la rielezione di napo-
litano il segno pi evidente della clamo-
rosa ineicienza della politica italiana.
In precedenza napolitano aveva esclu-
so la possibilit di un secondo mandato,
ma i leader dei due principali partiti Pier
luigi Bersani, segretario del Partito demo-
cratico (Pd), e silvio Berlusconi, leader del
Popolo della libert (Pdl) sono saliti al
Quirinale per convincerlo a restare. napo-
litano ha accettato a malincuore. Cos alla
votazione successiva il presidente uscente
ha ottenuto 738 voti su 1.007. la prima
volta nei 65 anni di storia della repubblica
italiana che un presidente ottiene un se-
condo mandato.
linsistenza sul ritorno di napolitano
ha segnato lammissione di una sconitta e
allo stesso tempo un sorprendente atto di
sida, perch arriva proprio mentre unin-
tera generazione chiede a gran voce il rin-
novo dei vertici e una politica libera dagli
interessi di partito. Questa richiesta ha tro-
vato la sua espressione pi radicale nel
Movimento 5 stelle (M5s) dellex comico
Beppe Grillo. Ma la voglia di rinnovamento
presente anche nei ranghi di sinistra eco-
logia libert (sel) e in alcune correnti dei
partiti tradizionali, come lala moderata
del Pd che fa capo a Matteo renzi, giovane
sindaco di Firenze. I vertici dei partiti tra-
dizionali, comunque, hanno scelto di igno-
rare queste richieste.
In un primo momento Bersani e
Berlusconi avevano raggiunto unintesa su
Franco Marini, ex sindacalista democri-
stiano che fa parte del Pd. Poi, fallita la
candidatura di Marini e arrivati al momen-
to in cui sarebbe stata suiciente solo la
maggioranza assoluta per eleggere il presi-
dente, Bersani ha cambiato rotta e ha opta-
to per una scelta chiaramente di parte:
romano Prodi , ex presidente del consiglio
di centrosinistra ed ex presidente della
Commissione europea. la candidatura di
Prodi, per, stata afondata dai franchi
tiratori del Pd. Al momento non chiaro se
i ribelli siano parlamentari di renzi o no-
stalgici di Massimo dAlema, lex premier
che negli anni novanta ha contribuito alla
caduta del governo Prodi. In ogni caso,
allinterno del Pd gli interessi di parte han-
no prevalso su quelli del partito in un modo
che i suoi esponenti (e i suoi elettori) non
dimenticheranno facilmente. Bersani,
doppiamente umiliato, ha annunciato che
si sarebbe dimesso dopo lelezione del
nuovo presidente della repubblica.
Alla ine dello scrutinio decisivo, il se-
gretario del Pd scoppiato in lacrime. nel
frattempo Berlusconi sorrideva compia-
ciuto, e ne aveva tutti i motivi. la rielezio-
ne di napolitano ha devastato il Pd (una
fusione mai troppo convincente tra ex co-
munisti ed ex democristiani) e ha raforza-
to la possibilit di una grande coalizione
tra destra e sinistra, invocata da Berlusconi
dopo che le elezioni di febbraio hanno cre-
ato unimpasse politica. Probabilmente il
Cavaliere, la cui immagine ampiamente
screditata, non otterr un ministero, ma
potr comunque inluenzare pesantemen-
te il corso della politica italiana in un mo-
mento in cui deve afrontare quattro pro-
cessi.
Lezioni di democrazia
A questo punto allorizzonte si delinea lo
scenario di un governo guidato da Giuliano
Amato, che ha gi ricoperto lincarico di
presidente del consiglio pi di ventanni fa.
Unaltra soluzione possibile la nomina di
un altro governo tecnico simile a quello
guidato da Mario Monti. Beppe Grillo, in-
tanto, ha descritto la rielezione di napoli-
tano come un colpo di stato della vecchia
guardia. In realt la tesi di Grillo non regge,
perch i partiti che hanno eletto napolita-
no hanno ottenuto circa i due terzi dei voti
alle elezioni. e in ogni caso il comico geno-
vese, che non mai stato eletto da nessu-
no, non nella posizione di impartire le-
zioni di democrazia.
Il voto per lelezione del presidente ha
fatto saltare gli schieramenti della politica
italiana, che un tempo era basata sulla con-
trapposizione tra destra e sinistra e ormai
spaccata tra vecchi e giovani. A quanto pa-
re, nellimmediato futuro i vecchi conti-
nueranno a mantenere saldamente il pote-
re nelle loro mani. u as
18 Internazionale 997 | 25 aprile 2013
In copertina
Il discorso
del presidente
Giorgio Napolitano ha detto
parole molto dure ai partiti, che
riiutano di ascoltare gli appelli
allunit e al compromesso
Pierre de Gasquet, Les Echos, Francia

I
discorsi sono delle azioni, di-
ceva Hegel. Soprattutto in Ita-
lia, saremmo tentati di aggiun-
gere. Il 22 aprile il paese ha as-
sistito a un curioso esercizio di retorica,
con il discorso di investitura di Giorgio Na-
politano 87 anni, afettuosamente chia-
mato re Giorgio allindomani della sua
rielezione al Quirinale in un contesto di
grave crisi politica.
la prima volta nella storia della repub-
blica italiana che un capo dello stato viene
rieletto per un secondo mandato della du-
rata di sette anni (qualcosa di mai visto in
Europa dai tempi di Franois Mitterrand).
In un clima di grande emozione, tutti i par-
lamentari hanno applaudito con entusia-
smo, compresi molti esponenti del Movi-
mento 5 stelle (M5s), il cui leader Beppe
Grillo solo il giorno prima aveva parlato di
golpettino furbo. Strano rituale di auto-
lagellazione collettiva in uno slancio di
umilt nazionale.
Bisognava dunque ofrire, al paese e al
mondo, una testimonianza di consapevo-
lezza e di coesione nazionale, di vitalit
istituzionale, di volont di dare risposte ai
nostri problemi: passando di qui una ritro-
vata iducia in noi stessi e una rinnovata
apertura di fiducia internazionale verso
lItalia, ha spiegato Napolitano per spie-
gare il suo sacriicio.
Il presidente uscente aveva cominciato
a fare i bagagli, ma ha risposto positiva-
mente allappello delle forze politiche alle
prese con la trappola dellimmobilismo.
Lex dirigente comunista, di cui Barack
Obama ha lodato il senso di sacriicio dei-
nendolo una garanzia per gli Stati Uniti,
per non ha potuto fare a meno di dare
unenergica lezione di disciplina ai partiti
politici criticando le loro contrapposizio-
ni, lentezze, esitazioni. C qualcosa di
ironico nel sentire un presidente ottanten-
ne di due anni pi vecchio del papa dimis-
sionario Benedetto XVI fustigare la sor-
dit delle forze politiche, che riiutano di
sentire gli appelli alla coesione e al com-
promesso.
Il sacriicio
A due mesi dalle elezioni politiche del 24 e
25 febbraio, bisogna necessariamente for-
mare un governo, non ha nascosto il presi-
dente rieletto. Il fatto che in Italia si sia
difusa una sorta di orrore per ogni ipotesi
di intese, alleanze, mediazioni, conver-
genze tra forze politiche diverse, segno di
una regressione, ha aggiunto, osservando
che daltronde, non c oggi in Europa
nessun paese di consolidata tradizione de-
mocratica governato da un solo partito
nemmeno pi il Regno Unito. Inoltre ha
deinito imperdonabile anche lassenza
di riforma elettorale che la causa diretta
del fallimento delle ultime elezioni.
Ho il dovere di essere franco: se mi
trover di nuovo dinanzi a sordit come
quelle contro cui ho cozzato nel passato,
non esiter a trarne le conseguenze dinan-
zi al paese, ha minacciato Napolitano.
Diicile trovare un ascoltatore che non sia
rimasto incantato dalla lezione di verit di
re Giorgio, dalla solenne bastonatura in-
litta ai partiti politici che lo hanno rieletto
suo malgrado. Anche Beppe Grillo potreb-
be trarne proitto. Eppure proprio il falli-
mento del bipolarismo imperfetto allita-
liana e lesplosione del Partito democrati-
co che sono stati uicializzati dal suo di-
scorso di investitura. Con il volto sollevato,
il Cavaliere ha salutato con un sorriso il
notevole discorso del presidente rieletto
che ha fatto esplodere le frontiere e i tradi-
zionali limiti di et. Paradossalmente si
tratta di un presidente eletto nel 2006 da
una maggioranza di sinistra che chiama-
to oggi, forse meglio dire obbligato, a
trarre le conseguenze delle gravi insui-
cienze della sua stessa famiglia politica.
Sia a destra sia a sinistra si saluta il sa-
criicio e lo stile sincero di re Giorgio. Ora
resta da vedere se a questa elezione segui-
ranno degli atti concreti. u adr
I commenti
Adesso Giorgio Napoli-
tano ha un vantaggio che
gioca a suo favore, scrive
il quotidiano spagnolo El
Pas. La sua rielezione
potrebbe spingere i leader
politici a dare una rispo-
sta allaltezza della situa-
zione: Formare un go-
verno di consenso che re-
alizzi le riforme pi ur-
genti e afronti la delicata
situazione economica
dellItalia. Il secondo
mandato di Napolitano
un sintomo del bisogno di
rinnovamento della poli-
tica italiana. Anche se,
conclude El Pas, il
cambiamento non arrive-
r da Beppe Grillo, che ha
contribuito ad afondare
Pier Luigi Bersani e ha ri-
dato ossigeno a
Berlusconi. daccordo
Slon, sito russo dinfor-
mazione, che deinisce il
Cavaliere il principale
vincitore, almeno a breve
termine: Non solo riu-
scito a ottenere appena
ventimila voti meno del
Partito democratico, ma
ha anche fatto eleggere
un presidente che gli tor-
na utile e ad accordarsi
per un governo che lo ve-
dr in gioco insieme ai
suoi alleati. Invece il per-
dente, secondo Slon,
Beppe Grillo: Il suo can-
didato alla presidenza
della repubblica non
stato eletto. E il Movi-
mento 5 stelle non pren-
der parte al nuovo gover-
no. Daltronde non ne ha
lintenzione: il suo obiet-
tivo far crollare il vec-
chio sistema politico. Le
Monde crede che Napoli-
tano sia stato rieletto pro-
prio a causa del fallimen-
to del sistema politico, pi
che per le sue indubbie
qualit: La nomina al
Quirinale di Romano Pro-
di sarebbe stata un segna-
le positivo per tutta lEu-
ropa. Invece la sinistra,
vittima delle sue divisio-
ni, ha fallito riaprendo le
porte a Berlusconi. u
Porte riaperte a Berlusconi
Internazionale 997 | 25 aprile 2013 19
A
ldo Di Bitonto, 83 anni, torna
a vedere da lontano la sua
casa ormai inabitabile. Il si-
lenzio regna sulle rovine
dellAquila. il quarto anni-
versario del terremoto che ha devastato la
citt, e Aldo non sa se torner mai a casa
sua. I lavori di ricostruzione si sono pratica-
mente fermati a causa della mancanza di
fondi e della paralisi politica. Siamo in ma-
no a politici incompetenti, arroganti e pre-
suntuosi. La destra parla male della sinistra,
la sinistra della destra, e noi siamo in mez-
zo, si lamenta lex capitano della squadra
di calcio locale mentre passeggiamo per la
zona rossa, il cuore del centro storico or-
mai abbandonato. Palazzi e chiese perico-
lanti sono puntellati con travi dacciaio e
parecchie strade sono chiuse per timore di
crolli.
AllAquila e nei piccoli centri circostanti
ci sono candele e iori freschi nei luoghi do-
ve 309 persone sono rimaste uccise nel son-
no allalba del 6 aprile 2009. Ancora oggi
circa 22mila aquilani vivono in alloggi tem-
poranei.
Il sindaco dellAquila, Massimo Cialen-
te, minaccia di ammainare la bandiera ita-
liana in comune e di mandare a casa il pre-
fetto, cio il rappresentante del governo di
Roma: Lasciateci morire in pace, dice.
Tanto, senza risorse questa citt condan-
nata a morte.
Nel momento della commozione i poli-
tici non hanno risparmiato le espressioni di
cordoglio e le promesse. Ma oggi LAquila
il simbolo della paralisi economica e politi-
ca dellItalia. Le gare dappalto per la rico-
struzione sono state vinte da piccole ditte
edili che hanno cominciato i lavori, ma poi
sono fallite perch lo stato non le ha pagate.
Succede in tutto il paese: in Italia i debiti
della pubblica amministrazione nei con-
fronti di aziende del settore privato am-
montano a cento miliardi di euro. E come in
tutto il resto del paese, anche allAquila
lunica cosa che abbonda la burocrazia.
Gian Antonio Stella, il giornalista che di-
ventato famoso per aver denunciato gli
sprechi e la corruzione della casta, ha
Con lacqua
alla gola
Guy Dinmore, Financial Times, Regno Unito
Le macerie dellAquila sono
il simbolo di un paese
intrappolato nellimmobilismo
economico e politico. Lanalisi
del Financial Times
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LAquila, dicembre 2012. Piazza San Domenico
20 Internazionale 997 | 25 aprile 2013
In copertina
contato le leggi, le direttive e le ordinanze
emanate per favorire la rinascita della citt
abruzzese: sono 1.109, comprese quelle va-
rate per impedire che la maia un settore
delleconomia italiana che non risente della
crisi approittasse della ricostruzione.
Alcune famiglie aquilane sono ancora
alloggiate in una caserma della polizia fuori
citt. La stessa caserma che nel 2009 ha
ospitato il G8. Silvio Berlusconi, che a quel
tempo era presidente del consiglio, ha volu-
to che il vertice si svolgesse qui per attirare
lattenzione sulla grave situazione della cit-
t. Ma, secondo Stella, nel bilancio del sum-
mit sono initi anche 26mila euro per 60
penne stilografiche edizione limitata e
22.500 euro per 45 portacenere dargento di
Bulgari.
I numeri del declino
La crisi dellItalia va ben al di l della citt
dellAquila. E peggiora: il paese entrato
nellottavo trimestre consecutivo di reces-
sione, la pi lunga dalla ine della seconda
guerra mondiale. Dal gennaio del 2002 al
dicembre del 2012 leconomia la terza
delleurozona ha registrato quindici trime-
stri di declino. I dati statistici parlano di un
paese che precipita. Sul fronte dellistruzio-
ne, lItalia scivolata talmente in basso che
ormai solo la Grecia spende di meno per la
scuola. Ma c chi sta peggio degli studenti:
nelle carceri italiane, le pi sovraffollate
dEuropa, ci sono in media 140 detenuti l
dove dovrebbero essercene cento. I pendo-
lari che viaggiano sui treni italiani, tra i pi
lenti del continente, stanno ancora pi
stretti. Secondo la Banca mondiale, creare
unimpresa in Italia costa molto di pi che
in Francia, in Germania o nel Regno Unito.
Quel po di crescita economica che lIta-
lia ha registrato a stento in questi dieci anni
segnati dai due governi di centrodestra gui-
dati da Berlusconi dovuta in gran parte
allalusso di immigrati che ha compensato
il calo demograico della popolazione italia-
na. Ma anche gli immigrati ormai comin-
ciano ad andarsene, unendosi allesodo di
migliaia di giovani italiani, molti dei quali
lavorano nei bar, nelle banche e nelle im-
prese di Londra. Intanto, le sedi italiane del
Goethe institut traboccano di ragazzi che
vogliono imparare la lingua per andarsene
a Berlino.
Negli ultimi tempi le prime pagine del
Sole 24 Ore, il principale quotidiano inan-
ziario italiano, sembrano delle lapidi. Il 17
aprile il quotidiano apriva con alcuni dati
sulle aziende italiane: nel primo trimestre
del 2013 ben 4.218 aziende hanno dichiara-
to fallimento, un aumento del 13 per cento
rispetto al primo trimestre dellanno scorso.
Anche le famiglie si stanno impoverendo:
nel 2012 il loro potere dacquisto ha perso
quasi il 5 per cento, tornando a livelli che
non si vedevano dagli anni novanta.
Secondo Gian Maria Fara, sociologo e
presidente dellistituto di studi Eurispes,
linizio della lunga stagnazione italiana ri-
sale al 1992, lanno della caduta della cosid-
detta prima repubblica, quando la classe
politica del dopoguerra si dissolta sotto
una duplice pressione: gli scandali di corru-
zione e la ine della guerra fredda, che ha
decretato il tramonto del Partito comunista
italiano, il pi grande dEuropa. I politici
erano siancati. Il paese era in soferenza.
Abbiamo smantellato un sistema che cre-
devamo di poter ricostruire nel giro di pochi
anni, ma ci voluto molto di pi, spiega
Fara. Questa non una crisi politica, una
crisi della leadership politica, imprendito-
riale e accademica del paese: i politici ne
sono solo unespressione.
LItalia, dominata da un pugno di grandi
gruppi industriali mossi da istinti protezio-
nistici, e da politici che usano i partiti per
fare carriera, non ha pi un progetto n una
visione, spiega Fara: le resta una logica da
villaggio, dove ognuno pensa al suo orticel-
lo. Siamo destinati allo stallo, aggiunge,
perch il nostro paese un Gulliver, un
grande corpo che i Lillipuziani lenorme
burocrazia italiana tengono legato con mi-
gliaia di lacci.
Secondo Fara, il grande successo del
Movimento 5 stelle alle elezioni del 24 e 25
febbraio una reazione a quella che lui
chiama la malattia dellItalia. Ora per,
sotto la guida di un leader eccentrico come
Beppe Grillo, ex comico e autore del blog
pi frequentato del paese, il movimento
sembra aver perso lorientamento: nato da
una mescolanza eterogenea di idealisti,
estremisti di destra e militanti di sinistra,
sembra incapace di darsi unidentit chiara.
Gli investitori sperano che lafermazione
del Cinque stelle faccia sentire ai partiti tra-
dizionali lurgenza di realizzare riforme
politiche ed economiche, e dia uno scosso-
ne allUnione europea spingendola ad al-
lentare la morsa dellausterit che per am-
missione dello stesso Mario Monti, il pre-
mier uscente che lha imposta, ha sprofon-
dato lItalia nella recessione.
Ma n llite politica italiana n Bruxel-
les danno segni di reazione. Le ultime ele-
zioni hanno dimostrato che il passaggio
dellItalia a un sistema politico maggiorita-
rio fallito, e che lelettorato chiede un
cambiamento. Forse Matteo Renzi, il gio-
vane sindaco di Firenze e astro nascente del
centrosinistra, potrebbe rappresentare
queste energie. Oppure Silvio Berlusconi, a
76 anni, potrebbe finalmente trovare un
erede.
Gli economisti che analizzano i numeri
e la crisi politica dubitano sempre di pi che
lItalia riesca a rispettare gli impegni di pa-
gamento assunti sul debito pubblico: due-
mila miliardi di euro che secondo le proie-
zioni del governo tecnico guidato da Monti,
dopo la percentuale record del 2012
questanno arriveranno al 130,4 per cento
del pil. Alle elezioni lalleanza centrista cre-
ata da Monti ha preso appena l8 per cento,
e lui stesso ha dichiarato al parlamento che
non vede lora di terminare il suo incarico.
Gli altri due pil
LItalia pu sopravvivere? Probabilmente
no, dice Pepper Culpepper, docente di
scienze politiche allIstituto universitario
europeo di Fiesole. La macchina dello sta-
to paralizzata e i partiti sono in caduta li-
bera. Nessun sistema politico in grado di
Da sapere
Numero di italiani che si sono trasferiti
allestero, migliaia. Fonte: Financial Times
90
80
70
60
50
2011 2010 2007 2008 2009 2006
Da sapere
Grecia
Italia
Germania
Spagna
Stati Uniti
Finlandia
Francia
Regno Unito
Irlanda
Costi per avviare unimpresa, percentuale sul
reddito pro capite, dati 2013
0 5 10 15 20
Fonte: Financial Times
Internazionale 997 | 25 aprile 2013 21
cambiare la situazione, neanche sotto le
pressioni internazionali. Il suo collega Da-
vid Levine, che insegna economia, aggiun-
ge: diicile immaginare un paese meno
competitivo dellItalia: qui nessuno pu
competere perch tutti sia Berlusconi e i
suoi, sia i sindacati ostacolano le riforme e
difendono interessi forti e radicati. Secon-
do Levine, lItalia farebbe bene a ristruttu-
rare al pi presto il suo debito.
Gian Maria Fara non daccordo. Se-
condo lui le statistiche uiciali non dicono
tutto. LItalia, spiega, sopravvive perch ha
tre pil: quello uiciale (1.540 miliardi di eu-
ro), quello sommerso (un 30-35 per cento di
quello uiciale) e quello criminale delle or-
ganizzazioni maiose, che Fara stima a oltre
200 miliardi di euro: In Italia c molta pi
ricchezza di quanto dicano le statistiche.
Ecco perch il paese, pur con tutti i proble-
mi, va avanti. Perch gli italiani non hanno
preso dassalto il parlamento? Perch han-
no leconomia sommersa. Insomma, i veri
ammortizzatori sociali della crisi sono gli
altri due pil.
Da generazioni gli italiani accumulano
anzich investire, e grazie a questo sono
uno dei popoli pi ricchi dEuropa, anche se
soprattutto di beni immobili. Ma oggi que-
sta ricchezza si sta erodendo. Inoltre in Ita-
lia in atto quella che lEurispes chiama la
grande svendita: i grandi marchi e le azien-
de pi rinomate, soprattutto nel settore ali-
mentare e della moda, cadono uno dopo
laltro in mani straniere. Lelenco lungo e
comprende la Edison, fondata nel 1884 e
diventata francese, la squadra di calcio del-
la Roma (comprata da americani), la pasta
Buitoni (ormai svizzera), la birra Peroni (su-
dafricana), le moto Ducati e le auto Lam-
borghini (tedesche), gli yacht di lusso Fer-
retti (initi in mani cinesi) e il marchio dalta
moda Valentino, i cui nuovi proprietari so-
no del Qatar.
In Italia i brontolii di malcontento, tra
gli elettori e tra gli imprenditori, non sono
una novit. Ma ora cominciano a farsi sen-
tire perino tra i militari. A marzo il capo di
stato maggiore della difesa, lammiraglio
Luigi Binelli Mantelli, con un gesto senza
precedenti ha pubblicamente criticato il
governo Monti per aver rispedito due fuci-
lieri di marina italiani in India, dove saran-
no processati con laccusa di aver ucciso
due pescatori indiani per proteggere una
petroliera italiana durante una missione
antipirateria. Lammiraglio ha dichiarato
che la vicenda si presenta sempre pi co-
me una farsa. In modo del tutto uicioso,
gli uiciali che abbiamo sentito hanno am-
messo che le dichiarazioni dellammiraglio
rispecchiano unopinione difusa: i pilastri
dello stato si stanno sbriciolando.
Lamministrazione del nulla
Questo non signiica che lItalia rischia un
colpo di mano militare, anche se alcuni ita-
liani vedrebbero di buon occhio un uomo
forte per guidare il paese fuori dalla crisi.
LItalia intrappolata in un circolo vizioso:
lo stallo della politica, la recessione, la scar-
sa disponibilit delle banche a concedere
crediti e il disagio sociale si alimentano a
vicenda, osserva Nicholas Spiro, un anali-
sta del rischio sovrano che segue la situa-
zione italiana. La crisi politica, economica
e istituzionale dellItalia non soltanto per-
dura, ma si aggrava.
Dalla nascita dello stato italiano nel
1861, milioni di cittadini sono emigrati in
cerca di una vita migliore: prima afollando
i piroscai con in mano una valigia di carto-
ne e come unica forza quella delle loro brac-
cia, e pi recentemente armati di un com-
puter portatile e della loro intelligenza.
C per un italiano che ha deciso di tor-
nare a Roma dopo aver lavorato per anni in
Francia: larchitetto Massimiliano Fuksas,
che insieme alla moglie Doriana, progetti-
sta dinterni, ha creato uno dei marchi pi
afermati del paese. Fuksas deinisce il pe-
riodo in cui ha lavorato in Italia un incubo
durato ventanni. A 69 anni ancora impe-
gnato in varie collaborazioni con la Francia,
e in occasione della recente inaugurazione
degli Archivi nazionali di Parigi, da lui pro-
gettati, stato al ianco del presidente Hol-
lande. A luglio sar aperto il nuovo aeropor-
to di Shenzhen, nella Cina meridionale,
anche questo un suo progetto. Recente-
mente ha vinto il concorso per la progetta-
zione del Museo politecnico e centro edu-
cativo di Mosca. La Francia mi ha dato la
possibilit di fare progetti sperimentali con
materiali nuovi, spiega. Amo la Francia.
un paese dove le leggi esistono. C il gover-
no di uno stato, che si occupa dei cittadini.
A cena non si parla mai di soldi, n di politi-
ca o di sesso. Tuttavia il progetto di Fuksas
pi noto in Italia, un centro congressi di Ro-
ma chiamato la Nuvola, perseguitato da
problemi di budget e il suo completamento
in ritardo di quattro anni. Il direttore ese-
cutivo stato arrestato con laccusa di cor-
ruzione, legata per a un altro progetto. In
Italia, prosegue Fuksas, abbiamo un ap-
parato burocratico enorme ma lo stato non
esiste: unamministrazione del nulla. In
Italia i progetti si avviano senza soldi. In
Francia, invece, i politici dicono: Dovete
fare questo e questo, ma sono i burocrati
che organizzano il tutto con fondi pubblici e
privati. Dopodich si indice la gara dappal-
to e i lavori partono. un processo lineare.
Qui da noi non funziona cos.
Fuksas non nasconde il suo disprezzo
per Silvio Berlusconi: Che democrazia
quella dellItalia, dove le elezioni le vince
luomo pi ricco del paese?. Prima delle
elezioni di febbraio aveva minacciato di
lasciare il paese di nuovo, se fosse andata
cos. u ma
LAquila, dicembre 2012. La chiesa di Santa Margherita
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22 Internazionale 997 | 25 aprile 2013
Europa

H
abemus pactum, ha
twittato Vlora Citaku, il
mi ni st ro kosovaro
dellintegrazione euro-
pea il 19 aprile. Dopo dieci snervanti torna-
te di negoziati, a Bratislava la Serbia e il Ko-
sovo hanno raggiunto un accordo sotto la
supervisione di Catherine Ashton, respon-
sabile della politica estera dellUnione eu-
ropea. Laccordo costituisce un enorme
passo avanti per i due paesi e per tutti i Bal-
cani, nonch un trionfo personale per
Ashton e il suo team. Solo due settimane fa
sembrava che le trattative fossero a un pun-
to morto. Poi, invece, lintesa stata trova-
ta: lhanno irmata Hashim Thaci, primo
ministro del Kosovo ed ex leader dellUck
(Esercito di liberazione kosovaro) e il pre-
mier serbo Ivica Dai, negli anni novanta
tra i collaboratori di Slobodan Milosevi.
Laccordo, articolato in 15 punti, permetter
ai due paesi di continuare il percorso verso
lingresso nellUnione europea. La Com-
missione europea ha gi raccomandato
lapertura dei negoziati di adesione per Bel-
grado, mentre il Kosovo otterr presto lim-
pegno formale allavvio delle prime fasi del
processo dintegrazione.
Nessun trionfalismo
Il Kosovo, con una popolazione in stragran-
de maggioranza albanofona, ha dichiarato
lindipendenza dalla Serbia nel 2008 e ino-
ra stato riconosciuto da poco meno di cen-
to paesi, tra cui mancano la Serbia, la Rus-
sia, la Cina e perino cinque nazioni dellUe.
In sostanza laccordo aferma che la Serbia,
pur non riconoscendo uicialmente il Ko-
sovo come stato sovrano, accetta che Pristi-
na eserciti la sua autorit legale su tutto il
territorio. In cambio le autorit kosovare
concederanno un determinato livello di au-
tonomia alle quattro municipalit del nord
del paese a maggioranza serba, che saranno
riunite in unassociazione e potranno gesti-
re listruzione, lassistenza sanitaria e altri
aspetti della vita pubblica. Laccordo preve-
de anche che ci sar ununica forza di poli-
zia in Kosovo, ma il comandante regionale
per le quattro municipalit serbe sar un
serbo del Kosovo, scelto da un elenco di no-
mi proposti dai sindaci. Questanno, inol-
tre, nelle municipalit serbe saranno orga-
nizzate per la prima volta elezioni comuna-
li in conformit alla legge del Kosovo.
Su una popolazione di 1,7 milioni di abi-
tanti, in Kosovo ci sono circa 140mila serbi.
Quasi un terzo si trova nel nord, mentre gli
altri vivono in comuni che hanno gi comin-
ciato a integrarsi nel resto del paese. In fu-
turo anche queste municipalit potranno
aderire alla nuova associazione dei comuni
serbi. Per adesso i leader dei serbi del Koso-
vo hanno afermato che si opporranno in
ogni modo allaccordo, ma le loro obiezioni
sembrano destinate a non trovare sbocchi.
La convinzione comune che si adegueran-
no alla linea di Belgrado. Anche i soldi fa-
ranno la loro parte. Dopo le elezioni muni-
cipali, sui comuni serbi potrebbe riversarsi
una grande quantit di inanziamenti, in
arrivo da Pristina e dalla Serbia. Anche
lUnione europea e gli Stati Uniti, che han-
no avuto un ruolo fondamentale nel rag-
giungimento dellaccordo, non faranno
mancare i soldi. Il fallimento delle trattative
avrebbe avuto conseguenze gravissime per
la Serbia, il Kosovo e per il resto della regio-
ne. La comunit internazionale ne avrebbe
tratto la conseguenza che le due parti sono
incapaci di assumersi le loro responsabilit
e avrebbe smesso di aiutarle. Realizzare i
punti dellaccordo non sar facile, ma in-
tanto stata infranta unenorme barriera
psicologica. Dallinizio dei negoziati, nel
marzo 2011, i serbi avevano sempre cercato
di evitare ogni contatto con la controparte
kosovara. A Bratislava si respirato un cli-
ma nuovo. Siamo tutti vincitori, ha detto
un funzionario serbo che ha chiesto di rima-
nere anonimo. Poi, con prudenza, ha ag-
giunto che entrambe le parti devono stare
attente a evitare i trionfalismi. u af
Un accordo storico
tra Serbia e Kosovo
Lintesa raggiunta da Pristina e
Belgrado sullo status dellex
provincia serba apre la strada
dellUnione europea ai due paesi
balcanici. Ed una buona notizia
per la stabilit dellintera regione
The Economist, Regno Unito
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Una protesta di serbi del Kosovo a Mitrovica, il 22 aprile 2013
Internazionale 997 | 25 aprile 2013 23
Il parlamento ha approvato in via deinitiva la legge sul
matrimonio per tutti, che estende alle coppie gay il
diritto di sposarsi e di adottare i igli. Le organizzazioni che
negli ultimi mesi hanno combattuto il testo (scese in
piazza il 21 aprile a Parigi) hanno per annunciato che
proseguiranno la protesta contro il governo socialista,
spiega Le Monde. Il collettivo Manifestazione per tutti
e alcuni deputati dellopposizione di destra, ricompattata
da questa nuova battaglia, hanno spiegato che
impugneranno la legge davanti al consiglio costituzionale
e chiederanno un referendum per abrogarla. u
Francia
Matrimonio per tutti
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REGNO UNITO
Sempre
pi ricchi

Russi, indiani, e svizzeri, olan-
desi, norvegesi, statunitensi e
inine britannici. pi che mai
cosmopolita la lista dei pi ricchi
residenti del Regno unito, com-
pilata come ogni anno dal Ti-
mes. stando ai dati del quoti-
diano londinese, luomo con il
patrimonio maggiore il russo
alisher usmanov, che controlla
il 30 per cento della squadra
dellarsenal e ha interessi nel
settore della materie prime, del-
le tecnologie e delle comunica-
zioni. al di l della forte presen-
za di imprenditori stranieri, atti-
rati dai beneici iscali garantiti
dalla legge britannica, quello
che colpisce nella lista come
negli ultimi anni sia enorme-
mente aumentata la quota di ric-
chezza in mano a un ristretto
gruppo di soggetti. Nel 1989 le
duecento persone pi ricche del
paese avevano un patrimonio
totale di 38 miliardi di sterline.
oggi la cifra salita a 317,7 mi-
liardi. Inoltre, se nel 2004 basta-
vano poco meno di 800 milioni
di sterline per entrare tra i primi
cinquanta paperoni britannici,
oggi serve un miliardo e mezzo.
Protesta contro i matrimoni gay a Parigi, 21 aprile 2013
PAESI BASSI
Una novit
sul trono

Il 30 aprile nel koninginnedag,
il giorno della regina Willem
alexander di orange-Nassau,
che ha 47 anni, succeder alla
madre Beatrice sul trono olan-
dese. Beatrice (nella foto) aveva
annunciato lintenzione di abdi-
care il 28 gennaio, dopo 33 anni
di regno. come scrive Trouw,
la regina ha scelto il momento
perfetto: questanno compie 75
anni e i Paesi Bassi festeggiano
il loro bicentenario. e poi, conti-
nua il giornale, Beatrice non vo-
leva far aspettare troppo a lungo
Willem alexander, come sta in-
vece succedendo al principe
carlo dInghilterra.
POLONIA
Nel ricordo
della rivolta

Il 19 aprile la Polonia ha com-
memorato il settantesimo anni-
versario dellinsurrezione del
ghetto di Varsavia. come scrive
Gazeta Wyborcza, la rivolta
degli ebrei di Varsavia stata la
prima nelleuropa occupata dai
tedeschi. e rimane una pagina
eroica della storia del paese. Nel
1943, con lintensiicarsi delle
deportazioni, alcune centinaia
di ebrei coninati nel ghetto de-
cisero di prendere le armi e resi-
stere ai tedeschi. combatterono
ino alla sconitta, il 16 maggio.
La ricorrenza stata celebrata
anche con linaugurazione del
nuovo museo dedicato alla sto-
ria degli ebrei di Polonia
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IN BREVE
Germania Il 22 aprile pi di do-
dicimila impiegati della compa-
gnia aerea Lufthansa hanno
partecipato a uno sciopero per
chiedere un aumento degli sti-
pendi. sono partiti regolarmen-
te solo 42 voli su circa 1.800.
Islanda Il 27 aprile si svolgeran-
no le elezioni legislative. secon-
do un recente sondaggio, sono
in testa il Partito del progresso
(centro) con il 30 per cento e il
Partito dellindipendenza (con-
servatore) con il 27 per cento. Le
due formazioni, considerate re-
sponsabili della crisi inanziaria,
erano state sconitte nelle ele-
zioni del 2009.
UNIONE EUROPEA
La schiavit
invisibile

Le vittime del traico di esseri
umani identiicate in unione
europea tra il 2008 e il 2010 so-
no state pi di 23mila. Lo rivela il
primo rapporto della commis-
sione europea sul fenomeno
della tratta a livello continenta-
le. come spiega il quotidiano
danese Jyllands Posten, tra il
2008 e il 2010 il numero delle
vittime aumentato del 18 per
cento, ma i dati emersi dallo stu-
dio con ogni probabilit rap-
presentano solo la punta
delliceberg. In totale, infatti, si
stima che in tutta lue le perso-
ne sottoposte a forme di schiavi-
t, tra cui la prostituzione, siano
circa 880mila. tra le cause del
problema c la crisi economica,
che rende le persone vulnerabili
ancora pi a rischio di inire vit-
time del traico di esseri umani.
Francoforte
I primi cinque patrimoni britannici
Fonte: The Sunday Times
1 alisher usmanov (Russia)
Materie prime e investimenti
2 Len Blavatnik (stati uniti)
Investimenti, musica e media
3 sri e gopi Hinduja (India)
Industria e inanza
4 Lakshmi Mittal e famiglia (India)
Acciaio
5 Roman abramovich (Russia)
Petrolio e industria
13,3
11,0
10,6
10,0
9,3
Miliardi di sterline
24 Internazionale 997 | 25 aprile 2013
Africa e Medio Oriente
La Nigeria prova
con lamnistia
Xan Rice, Financial Times,
Regno Unito
G
li abitanti di Baga, una comuni-
t di pescatori nel nordovest
della Nigeria, stanno ancora
contando le vittime. Finora
abbiamo seppellito 185 corpi. Alcuni erano
irriconoscibili perch carbonizzati. Molte
persone sono in ospedale con ustioni gra-
vi, ha dichiarato uno degli abitanti al sito
Sahara Reporters. un problema trovare
perino qualcosa da mangiare perch i mer-
cati sono stati bruciati. Stiamo ancora ritro-
vando cadaveri di donne e bambini tra la
vegetazione, ha detto un altro allAssocia-
ted Press.
Ecco come dovrebbe essersi svolto uno
degli ultimi pi gravi episodi di violenza su
ampia scala in Nigeria. Il 19 aprile, in un
raid programmato, le forze di sicurezza ni-
geriane hanno circondato una moschea a
Baga, dove pensavano si fossero nascosti i
militanti di Boko haram, il gruppo estremi-
sta che vuole creare uno stato islamico in
Nigeria. Ma i miliziani li stavano aspettan-
do e hanno contrattaccato con mitraglia-
trici e lanciarazzi, fatto che conferisce cre-
dibilit ai rapporti secondo cui Boko haram
riceve armi provenienti dalla Libia e dal
Mali.
Le forze di sicurezza non hanno esitato
ad aprire il fuoco, incuranti di chi si trovasse
sulla loro strada. Nella battaglia si scate-
nato un incendio, che ha distrutto duemila
case. Tra le vittime, sia dellincendio sia dei
combattimenti, non si sa quanti fossero i
miliziani di Boko haram, quanti i soldati e
quanti i civili. Nel riportare queste informa-
zioni la cautela dobbligo. Se non fosse
stato per un articolo della Associated Press,
uscito la sera del 21 aprile, forse non avrem-
mo saputo nulla dei fatti di Baga. Prima di
luned nessuno dei siti dei principali quoti-
diani nigeriani nominava la carneicina.
Violenza indiscriminata
I ribelli di Boko haram sono noti per la loro
ferocia e luso di tattiche che comprendono
i rapimenti, gli attentati suicidi, le sparato-
rie e le rapine in banca. Spesso non facile
capire se si tratta di persone mosse da
unideologia o di comuni criminali. Rea-
gendo in maniera spropositata, le autorit
nigeriane hanno solo peggiorato la situazio-
ne. Incapaci di comprendere le vere ragioni
per cui la popolazione sostiene Boko haram
(povert, discriminazione, disperazione), il
governo risponde con la forza indiscrimina-
ta. Secondo Human rights watch, entrambe
le parti in conlitto hanno commesso crimi-
ni contro lumanit. Non ci sono bravi ra-
gazzi in questa storia. u
Nella lotta contro Boko haram
non si salva nessuno
Simon Allison, Daily Maverick, Sudafrica
I
l presidente Goodluck Jonathan ha
fatto dei passi avanti verso unamni-
stia per i ribelli islamici attivi nel nord
della Nigeria creando, il 16 aprile,
una commissione incaricata di stabilire
contatti con i loro leader. Finora Jonathan
stato duramente criticato per non aver af-
frontato in modo eicace la rivolta di Boko
haram. Secondo le stime di Human rights
watch, dal 2009 il gruppo ha ucciso pi di
1.500 persone, alimentando le tensioni tra
cristiani e musulmani.
La commissione ha il compito di coin-
volgere esponenti di primo piano di Boko
haram per decidere i termini dellamnistia
e avviare un processo di disarmo. Inoltre
dovr pensare a un programma di aiuti alle
famiglie delle vittime, tra cui si contano an-
che centinaia di persone uccise dalle forze
di sicurezza.
Una precedente amnistia del 2009
servita a ridurre le violenze dei ribelli del
delta del Niger, anche se non ha fermato i
furti di petrolio. Ma questa ribellione ri-
guardava soprattutto laccesso alle risorse
e i suoi leader erano noti. La situazione al
nord pi complessa. Boko haram sostiene
che la sua una lotta ideologica e la struttu-
ra del gruppo non chiara. Si pensa che lor-
ganizzazione abbia delle propaggini, come
Ansaru, il gruppo jihadista che nel 2012 ha
ucciso dieci stranieri. Secondo il politologo
Kole Shettima, per risolvere il conlitto nel
nord della Nigeria bisogner avviare tratta-
tive segrete credibili: Creare una commis-
sione pubblica va bene, ma bisogna anche
aprire dei canali di comunicazione lontani
dai mezzi dinformazione. u gim
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Militanti di Boko haram a Kano, 2012
Internazionale 997 | 25 aprile 2013 25
Comera prevedibile, sulla co-
pertina della mia guida turisti-
ca del Brasile c unimmagine
del Cristo redentore, la gigan-
tesca statua che domina Rio
de Janeiro. Non sono ancora
salita a visitare la statua, ma
lho osservata da lontano.
Mi trovo a Rio perch un
gruppo di giovani ebrei brasi-
liani ha scoperto di aver cre-
duto a tutta una serie di bugie
su Israele. Non conoscevano la
Nakba (lesodo palestinese) ed
erano convinti che Israele
avesse sempre cercato la pace.
Pensavano che i palestinesi
fossero trattati bene e che loc-
cupazione fosse casuale. E co-
s mi hanno invitata per contri-
buire al loro percorso di ricer-
ca della verit. Alcuni espo-
nenti della comunit discen-
dono da ebrei cacciati dalla
Spagna e dal Portogallo a par-
tire dal 1492. Altri appartengo-
no a famiglie fuggite dalle per-
secuzioni in Russia e in Polo-
nia. Molti sono igli e nipoti
delle vittime dellOlocausto, e
altri ancora sono arrivati
dallEgitto. Oggi fanno tutti
parte di quella societ di im-
migrati che il Brasile, o per
essere pi precisi della societ
di immigrati-coloni-schiavi li-
berati, perch non bisogna di-
menticare gli abitanti indigeni
di queste terre decimati dalle
guerre e dalle malattie portate
dalluomo bianco.
Gli ebrei brasiliani avreb-
bero potuto andare a vivere in
Israele, ma hanno preferito
continuare la tradizione della
diaspora. Come il Cristo re-
dentore, Israele ha proteso le
sue braccia per accoglierli, di-
ventando parte della loro
identit di ebrei, ma non la lo-
ro casa. u as
Da Rio de Janeiro Amira Hass
La ricerca della verit
Scontro tra Rabat e Washington, titola
il quotidiano algerino El Watan. Per la
prima volta nella storia del conlitto sul
Sahara Occidentale, gli Stati Uniti
hanno appoggiato la richiesta di
ampliare il mandato della forza di pace
Minurso in modo da includere anche il
monitoraggio della situazione dei diritti
umani nei territori sahrawi. una
doccia fredda per Rabat, che ha deciso di cancellare
unesercitazione militare congiunta tra Stati Uniti e
Marocco. Questestensione del mandato, su cui il
Consiglio di sicurezza dellOnu vota il 25 aprile, da
sempre una pressante richiesta del Fronte Polisario e, se
dovesse essere approvata, rappresenterebbe un duro
colpo alla pretesa marocchina di sovranit sul Sahara
Occidentale. Secondo il sito marocchino dopposizione
Lakome, la nuova risoluzione sarebbe una svolta storica:
Mentre oggi sono intimiditi, torturati e picchiati dalle
forze dellordine marocchine, sotto la tutela delle truppe
dellOnu i rappresentanti delle organizzazioni
indipendentiste potranno riunirsi, creare nuovi mezzi
dinformazione e accedere a uno spazio politico senza
precedenti. u
Marocco
Washington con i sahrawi
El Watan, Algeria
LIBIA
Attentato
allambasciata

Almeno due persone sono rima-
ste gravemente ferite il 23 aprile
nellesplosione di unautobom-
ba davanti allambasciata fran-
cese di Tripoli, scrive il Lybia
Herald. Lattentato non stato
rivendicato ma, come fa notare
il sito libico, Al Qaeda nel Ma-
ghreb islamico aveva minaccia-
to la Francia dopo il suo inter-
vento in Mali.
IN BREVE
Costa dAvorio Il 21 aprile si so-
no svolte le elezioni ammini-
strative. Alcune persone sono ri-
maste ferite negli incidenti
scoppiati dopo il voto.
Egitto Il 19 aprile, 82 persone
sono rimaste ferite negli scontri
tra sostenitori e avversari del
presidente Mohamed Morsi al
Cairo. Due giorni dopo si di-
messo il ministro della giustizia
Ahmed Mekki.
Iraq Almeno 27 persone sono
morte il 23 aprile negli scontri
tra manifestanti sunniti e forze
dellordine a Huweija.
BAHREIN
Contro
la Formula uno

Anche questanno il Gran pre-
mio di Formula uno del Bahrein
si svolto tra le proteste dellop-
posizione. Il 21 aprile i manife-
stanti (nella foto, proteste a Sana-
bis) hanno bloccato le strade,
mentre la polizia intervenuta
in una scuola con i gas lacrimo-
geni, scrive The Daily Star. Se-
condo il partito dopposizione Al
Wefaq, 43 persone sono state ar-
restate e una decina stata feri-
ta nelle violenze. Da febbraio
in corso un tentativo di dialogo
nazionale, in cui i rappresentan-
ti del governo e dellopposizione
cercano di delineare una serie di
riforme concordate.
SIRIA
Le dimissioni
di Al Khatib

Muaz al Khatib, il presidente
della Coalizione nazionale siria-
na, si dimesso per la seconda
volta, scrive The National, per
dimostrare la sua frustrazione di
fronte al riiuto dei paesi amici
della Siria di intervenire militar-
mente. Lincarico di Al Khatib
sar ricoperto da Geor ge Sabra.
In Siria i combattimenti sono in-
tensi a Damasco, nei sobborghi
di Jdaidet Artouz e di Jdaidet al
Fadel, e intorno ad Al Qusayr, al
conine con il Libano, dove
lesercito appoggiato da Hez-
bollah. Il 23 aprile due vescovi
ortodossi sono stati rapiti nella
provincia di Aleppo, ma sono
stati liberati poche ore dopo.
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26 Internazionale 997 | 25 aprile 2013
Americhe
C
ome molte famiglie originarie
della Cecenia, quella dei fratelli
Tsarnaev faceva parte di una
diaspora disseminata in tutto il
globo: Turchia, Siria, Polonia, Austria e a
quanto pare anche la periferia urbana del
Massachusetts. I ceceni sono stati deporta-
ti da Stalin e poi spinti a emigrare da due
guerre scoppiate dopo il crollo dellUnione
Sovietica. Oggi sono un popolo che per me-
t vive lontano dalla patria. Prima di inire a
Watertown, in Massachusetts, Dzhokhar e
Tamerlan hanno viaggiato seguendo rotte
familiari a molti ceceni, attraverso il Kirghi-
zistan, nellAsia centrale, e il Daghestan,
una repubblica islamica della federazione
russa. A quanto pare i due fratelli sono cre-
sciuti abbastanza lontani dallevoluzione
del conflitto che ha stravolto il nord del
Caucaso negli ultimi dieci anni. Lo scontro,
cominciato come una guerra di indipen-
denza in Cecenia a met degli anni novan-
ta, degenerato in una rivolta islamica al-
largata alle altre repubbliche russe della
regione, in particolare il Daghestan, dove
Dzhokhar andato a scuola per qualche an-
no. Negli ultimi dieci anni le igure pi mo-
derate e laiche della resistenza cecena sono
state ignorate da Mosca ed emarginate dai
combattenti pi estremisti. Oggi il conlitto
ha preso la forma di una logorante guerra
civile, alimentata dallafermazione delle
correnti pi violente del salaismo e da una
serie di omicidi e vendette sanguinarie.
Una miscela di violenza, povert e assenza
dello stato ha favorito lascesa del salai-
smo, una scuola di pensiero estremista
dellislam politico, nata in Arabia Saudita.
Molti salaiti del Caucaso del nord sono pa-
ciici e vogliono solo essere lasciati in pace
e vivere in comunit autonome governate
dalla sharia. I pi militanti invece sono
scappati sulle montagne e sognano di crea-
re un emirato islamico pancaucasico.
Oggi quasi tutti quelli che vivono nel
Caucaso del nord sono schiacciati tra due
forze: da una parte lo stato russo che teme
la base di potere indipendente rappresenta-
ta anche dai salaiti paciici, dallaltra i ribel-
li islamici che espongono la popolazione
alle ritorsioni della polizia anche solo chie-
dendo un pezzo di pane. Le autorit reagi-
scono trattando ogni salaita come un po-
tenziale terrorista.
Giovani immigrati
Il fatto che due ragazzi di origine cecena ab-
biano commesso un atto terroristico non
signiica necessariamente che i terroristi
ceceni abbiano preso di mira gli Stati Uniti.
Leccentrico e crudele presidente della Ce-
cenia, Ramzan Kadyrov, potrebbe aver
centrato il punto quando ha afermato via
Instagram che le radici del male di Dzho-
khar e Tamerlan afondano in America, non
in Cecenia. Dzhokhar e Tamerlan sono ce-
ceni e musulmani, ma anche giovani immi-
grati oppressi dallisolamento e dalla fru-
strazione. Il linguaggio e le motivazioni
della ribellione cecena potrebbero aver rap-
presentato un balsamo per il senso di estra-
neit che provavano negli Stati Uniti. A
Boston le rivendicazioni e le giustiicazioni
dei militanti del Caucaso del nord potreb-
bero essersi fuse con la solitudine e la voglia
di riscatto che spinge alcuni americani a
commettere orribili violenze, creando un
terriicante mix tra Beslan e Columbine. Al
Qaeda e la rabbia americana hanno in co-
mune la capacit di incoraggiare un nichili-
smo ossessivo che spesso sfocia nel sangue.
Non ho nemmeno un amico americano,
aveva dichiarato Tamerlan a margine di un
servizio fotograico sulle sue aspirazioni da
pugile. Non li capisco. Oggi lAmerica a
non capire i fratelli Tsarnaev. u as
I ceceni
e le bombe di Boston
I due presunti attentatori della
maratona di Boston
appartengono a una minoranza
emarginata in patria e allestero.
Una condizione che potrebbe
aver alimentato la violenza
The Economist, Regno Unito
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Watertown, Massachusetts. La barca dove si nascondeva Dzhokhar Tsarnaev
u Il 19 aprile Dzhokhar Tsarnaev, 19 anni,
uno dei presunti attentatori della maratona di
Boston del 16 aprile in cui sono morte tre
persone, stato catturato dalla polizia dopo che
laltro sospettato, suo fratello Tamerlan
Tsarnaev, di 26 anni, era stato ucciso durante
una sparatoria.
uIl 22 aprile Dzhokhar, che ferito e si trova in
ospedale, stato formalmente accusato di uso
di arma di distruzione di massa. La Casa Bianca
ha precisato che Tsarnaev non sar considerato
nemico combattente, come avevano chiesto
alcuni esponenti del partito repubblicano. La
categoria dei nemici combattenti era stata
creata dallamministrazione Bush per deinire i
terroristi e i sostenitori di Al Qaeda a cui non
dovevano essere garantiti gli stessi diritti dei
prigionieri di guerra e dei criminali. Dzhokhar
Tsarnaev sar processato da un tribunale civile
e rischia la pena di morte. Bbc
Da sapere
Internazionale 997 | 25 aprile 2013 27
stati uniti
La vittoria
delle armi

Il 18 aprile il senato degli Stati
Uniti ha respinto la nuova legge
sulle armi voluta dal presidente
Barack Obama e frutto di un ac-
cordo tra i democratici e i re-
pubblicani, bocciando i punti
fondamentali della riforma: il
divieto di vendere armi dassal-
to e caricatori ad alta capacit e
lestensione dei controlli su chi
acquista unarma da fuoco. Per
45 senatori, tra cui alcuni demo-
cratici, il massacro alla scuola
elementare Sandy Hook ac-
qua passata, commenta il New
York Times. Per loro, i 270
cittadini statunitensi che ogni
giorno sono uccisi da unarma
da fuoco non sono un problema,
n c motivo di porre un limite
allacquisto di armi su internet e
di prevenire il prossimo inevita-
bile massacro. La volont
dellopinione pubblica, forte-
mente favorevole a controlli pi
severi sul possesso di armi,
stata azzittita, prosegue il quoti-
diano. Per questi senatori,
lunica cosa che conta la cieca
fedelt ai capricci della lobby
delle armi. una giornata
vergognosa per Washington,
ha commentato Obama dopo il
voto del senato. Ma non ini-
ta qui.
canada
La sida
di trudeau

Il 14 aprile il deputato Justin
Trudeau, iglio dellex primo
ministro canadese Pierre Elliott
Trudeau, stato eletto leader
del partito liberale. Trudeau, 41
anni, sicuramente il candida-
to che ha pi possibilit di scon-
iggere i conservatori nelle ele-
zioni del 2015, scrive il Globe
and Mail. Secondo gli ultimi
sondaggi, i liberali sono in testa
con il 35,4 per cento dei consen-
si, contro il 31,3 per cento dei
conservatori.
Venezuela
Dopo giorni dincertezza, segnati
dalle proteste dei sostenitori del
candidato dellopposizione Henrique
Capriles, avvenuto quello che
sembrava inevitabile. Il 19 aprile
Nicols Maduro ha giurato come
presidente del Venezuela, scrive
Semana. Ma per il delino di Hugo
Chvez, che alle elezioni del 14 aprile
ha vinto con uno scarto minimo di voti, il diicile appena
cominciato. Il Consejo nacional electoral ha accolto la
richiesta dellopposizione di ricontare i voti, ma al tempo
stesso ha fatto sapere che la vittoria di Maduro
irreversibile. Il nuovo presidente dovr amministrare un
paese diviso e gestire la crisi economica. Secondo il
settimanale colombiano, nei prossimi mesi Maduro e
Capriles dovranno moderare i toni. Il iglio di Chvez,
conclude Semana, non somiglia per niente al padre.
Non ha il suo stile e non ha lautorit per controllare le
diverse fazioni del chavismo. Forse i toni forti di Maduro
sono un sintomo del fatto che non ha la situazione sotto
controllo.
Semana, Colombia
comincia lera Maduro
stati uniti
Guantanamo
protesta

Mother Jones lo deinisce
uno dei pi grandi atti di disob-
bedienza civile mai avvenuti a
Guantanamo. Dei 166 detenuti
nel campo di prigionia, 84 sono
in sciopero della fame. La prote-
sta, cominciata il 6 febbraio
quando un gruppo di prigionieri
ha accusato le guardie di dissa-
crare il Corano, si allargata
nelle ultime due settimane. Il 14
aprile il new York times ha
pubblicato la testimonianza di
Samir Naji al Hasan Moqbel,
uno dei 17 prigionieri in sciope-
ro della fame che vengono nutri-
ti con la forza. Non dimenti-
cher mai la prima volta che mi
hanno inilato il tubo per lali-
mentazione forzata nel naso.
Non so descrivere quanto sia
doloroso. una punizione cru-
dele che non auguro a nessuno.
in breVe
Stati Uniti Il 17 aprile 14 perso-
ne sono morte in unesplosione
avvenuta in una fabbrica di fer-
tilizzanti a West, in Texas.
Argentina Decine di migliaia
di persone hanno partecipato il
18 aprile a una manifestazione a
Buenos Aires contro una rifor-
ma del sistema giudiziario pre-
sentata dal governo di Cristina
Fernndez.
Brasile Il 22 aprile 23 poliziotti
sono stati condannati a 156 anni
di prigione per aver partecipato
a una strage di detenuti nel 1992
nella prigione di Carandiru, nel-
lo stato di So Paulo. Nelle vio-
lenze morirono 111 persone.
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Horacio cartes presidente
Alle elezioni presidenziali del 21 aprile ha vinto limprenditore del
tabacco Horacio Cartes con il 45,8 per cento dei voti. Il suo principa-
le avversario, Efran Alegre del Partido liberal, ha ottenuto il 36,9
per cento delle preferenze. Dopo cinque anni e dopo il golpe che nel
giugno del 2012 ha destituito lex vescovo Fernando Lugo, il Partido
colorado che era stato al governo dal 1948 al 2008 tornato a vin-
cere. Secondo O Globo, ora ci si aspetta che il Paraguay normalizzi
le relazioni con i paesi vicini interrotte dopo il golpe.
Asuncin, 21 aprile 2013. Horacio Cartes
Paraguay
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West, Texas
28 Internazionale 997 | 25 aprile 2013
Asia e Paciico
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uella del 12 aprile, a Colombo,
una tipica serata infrasettimana-
le, umida e bloccata dagli ingor-
ghi stradali. In uno degli incroci
pi traicati della citt si riunisce un grup-
po di persone. Accendono candele e, con
fare lento ma deciso, le loro voci comincia-
no a luttuare nellaria. Stanno recitando
degli estratti degli insegnamenti del Bud-
dha e un passaggio dellinno nazionale sri-
lanchese che grosso modo dice siamo
tutti igli della stessa madre. Poco dopo
un gruppo di monaci buddisti, aiancati da
alcuni sostenitori e da poliziotti, spuntano
dal lato opposto della strada. Insultano,
malmenano e inseguono i manifestanti.
Poi chiedono alla polizia di arrestarli tutti,
in quanto traditori. Gli agenti portano
alcuni manifestanti alla stazione di polizia
e li rilasciano solo dopo averli interrogati.
I monaci srilanchesi
che predicano lodio
Un movimento estremista
guidato da monaci buddisti ha
scatenato una campagna contro
i musulmani e le altre
minoranze. Creando un nemico
che fa comodo al governo
Subha Wijesiriwardena, Tehelka, India
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Proteste contro la certiicazione halal della carne, Colombo, 17 febbraio 2013
Gli aggressori appartengono al Bodu bala
sena (Bbs), unorganizzazione singalese-
buddista estremista che negli ultimi tempi
ha alimentato odio nei confronti dei mu-
sulmani. guidata da alcuni monaci che si
sono autoproclamati difensori del buddi-
smo e protettori della comunit pi grande
del paese, quella singalese. Ai loro comizi
radunano centinaia di persone e hanno
molto seguito online. Secondo il Bbs in Sri
Lanka non c posto per i musulmani, i cri-
stiani e ovviamente neanche per i tamil.
Perch lo Sri Lanka una nazione singale-
se-buddista.
Lascesa dellestremismo religioso e il
ritorno della retorica contro le minoranze
arrivano quattro anni dopo la vittoria del
governo di Colombo contro le tigri tamil, i
ribelli separatisti che avrebbe messo ine,
almeno formalmente, a quasi trentanni di
guerra civile. molti cittadini avevano spe-
rato in un ritorno della pace e della stabili-
t. ma non stato cos. In un contesto di
disperazione e frustrazione, tra corruzione
dilagante e un costo della vita sempre pi
alto, il fondamentalismo ha messo radici.
Gli estremisti hanno convogliato la rabbia
e la preoccupazione della popolazione in
una campagna dodio nei confronti degli
altri. Non a caso, la storia del Bbs molto
simile a quella di movimenti fascisti del
passato. Innanzitutto, i suoi militanti pren-
dono di mira una minoranza e la demoniz-
zano. Contro i musulmani, il Bbs porta
avanti una campagna dodio sostenendo
che si riproducono per superare nu-
mericamente i singalesi, che per sono il
74,9 per cento della popolazione totale. I
buddisti sono il 65 per cento mentre i mu-
sulmani sono il 9,7 per cento. Inoltre i mili-
tanti del Bbs attaccano i luoghi di culto
della comunit che prendono di mira. Nel
2012 cinque moschee sono state prese das-
salto da una folla guidata da monaci bud-
disti e alcune sono state chiuse. Il Bbs
anche riuscito a bloccare la certiicazione
halal per alcune carni prodotte in Sri Lan-
ka.
Il silenzio di Colombo
Alla luce di tutto questo, non si capisce co-
me possa il governo considerare simili
azioni in linea con il suo programma: molti
osservatori credono che gli faccia comodo
avere un nuovo nemico. forse, dopo la
sconitta delle tigri tamil e la repressione
della minoranza concentrata nel nord del
paese, prendere di mira una nuova mino-
ranza permette allesecutivo di ribadire il
suo ruolo di protettore del popolo. fino-
ra il governo ha taciuto sulle violenze: nes-
suna condanna, nessuna azione legale,
nessuninchiesta di rilievo. Inoltre il rispet-
to di cui godono i monaci buddisti in Sri
Lanka garantisce al Bbs una sorta di prote-
zione. ma da dove potrebbe arrivare una
resistenza a questa pericolosa campagna
dodio? Pi che unopposizione di natura
politica, forse la resistenza pi eicace do-
vrebbe arrivare dalla comunit buddista
stessa, sconfessando la violenza compiuta
in suo nome. Gli srilanchesi dovrebbero
unirsi contro un nemico comune. Che, a
diferenza di quello che ci dicono, non so-
no le minoranze. u ag
Internazionale 997 | 25 aprile 2013 29
India
La scusa del porno
La difusione della pornograia
favorisce laumento delle molestie
sessuali e degli stupri? Il tema in
discussione in India, dove la corte
suprema ha ricevuto unistanza che
chiede di rendere luso della
pornograia come la sua
pubblicazione e la distribuzione, gi
illegali in India un reato che non
prevede la libert su cauzione. Le denunce di stupro sono
in aumento in India e il caso di una bambina di 5 anni
rapita il 15 aprile a New Delhi e stuprata ha provocato una
nuova ondata di proteste nella capitale. Secondo listanza,
presentata da un avvocato, la violenza contro le donne
sarebbe favorita dal numero spropositato di contenuti
pornograici disponibili online. Secondo Google Trends,
dal 2004 al 2013 le ricerche della parola porno in India
sono quintuplicate. Sulla maggiore accessibilit dei video
porno rispetto a una volta non ci sono dubbi, scrive il
settimanale Open, ma che questo favorisca la violenza
contro le donne un salto logico. Molti studi condotti negli
Stati Uniti, infatti, dimostrano lesatto contrario.
Open, India
BANGLADESH
Unelezione
strategica

Il 22 aprile il parlamento del
Bangladesh ha eletto Abdul Ha-
mid (nella foto), nuovo presiden-
te in sostituzione di Zillur Rah-
man, morto il 20 marzo. Dal
1991, quando il Bangladesh di-
ventato una repubblica parla-
mentare, la igura del presidente
quasi esclusivamente simboli-
ca, ma in un momento di transi-
zione come questo il paese an-
dr alle urne nel gennaio del
2014 pu assumere un valore
decisivo. Hamid noto per la
sua vicinanza ai partiti alloppo-
sizione e potrebbe trovarsi a me-
diare tra i due principali schiera-
menti, scrive Dawn. Il Partito
nazionalista del Bangladesh, il
principale partito allopposizio-
ne, ha minacciato di boicottare
il voto se non si terr sotto un
governo di transizione.
HONG KONG
Portuali
in sciopero

Dal 24 marzo centinaia di lavo-
ratori portuali di Hong Kong so-
no in sciopero per chiedere un
aumento del salario, fermo da
quindici anni, e migliori condi-
zioni di lavoro. Lo sciopero il
pi imponente degli ultimi anni,
scrive Asia Sentinel, e rischia
di avere ripercussioni interna-
zionali dato che lazienda al cen-
tro della disputa parte della
Hutchinson international, il
maggiore operatore portuale del
mondo.
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IN BREVE
Afghanistan Il 22 aprile i ribelli
taliban hanno rapito dieci stra-
nieri, in maggioranza turchi,
nella provincia di Logar. Viag-
giavano su un elicottero costret-
to a un atterraggio demergenza
dopo unavaria.
Birmania Il 22 aprile lUnione
europea ha revocato tutte le
sanzioni nei confronti del paese,
con leccezione dellembargo
sulle armi.
Taiwan Il ministero della giu-
stizia ha annunciato il 19 aprile
lesecuzione di sei condannati a
morte. Sono stati uccisi a colpi
di arma da fuoco mentre erano
sotto anestesia.
COREA DEL NORD
Sforzo
diplomatico

Diminuito lallarme per un im-
minente attacco da parte della
Corea del Nord, i diplomatici di
Seoul, Tokyo e Washington
stanno lavorando per far tornare
la calma nella penisola. I missili
Musudan sono sempre pronti al
lancio sulla costa orientale della
Corea del Nord, ma il 20 aprile
lAsahi Shimbun ha scritto
che Pyongyang sarebbe pronta a
dialogare con Pechino. Quattro
giorni prima Pyongyang aveva
posto delle condizioni per avvia-
re i colloqui con gli Stati Uniti
sul suo programma nucleare
giudicate per inaccettabili da
Washington. Il 23 aprile, durante
una conferenza stampa, un alto
generale dellesercito cinese ha
rivelato che la Corea del Nord
potrebbe procedere con un
quarto test nucleare.
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Manette per Musharraf
Il 19 aprile il generale Pervez Musharraf, presidente del Pakistan dal
1999 al 2007, stato arrestato. Musharraf accusato di aver tenuto
in arresto per sei mesi alcuni giudici nel 2007, dopo aver imposto lo
stato demergenza. Un reato giudicato come alto tradimento. Ma il
governo ad interim, incaricato di portare il paese al voto l11 mag-
gio, non intende processarlo perch non rientra tra i suoi compiti.
Sar il nuovo governo a decidere.
Pervez Musharraf a Islamabad, 20 aprile 2013
Pakistan
Internazionale 997 | 25 aprile 2013 31
Le opinioni
N
elle ultimissime pagine della sua mo-
numentale Storia della seconda guerra
mondiale, Winston Churchill rilette
sullenigma delle decisioni militari.
Quando gli esperti (analisti storici e
militari, psicologi, meteorologi ecce-
tera) hanno esposto una molteplicit di valutazioni
articolate e soisticate, qualcuno deve compiere latto
semplice, e proprio per questo diicilissimo, di trasfor-
mare questa complessa molteplicit in
un semplice s o no: attacchiamo o aspet-
tiamo. Questo gesto, che non pu mai
essere totalmente radicato nella ragione,
quello di un Capo. Spetta agli esperti
presentare la situazione nella sua com-
plessit, e spetta al Capo sempliicarla
per arrivare a una decisione.
Questa igura del Capo necessaria
soprattutto nelle situazioni di crisi pro-
fonda. La funzione di un Capo quella di
rappresentare unautentica divisione la
divisione tra chi vuole tirare avanti allin-
terno dei vecchi schemi e chi consapevole della ne-
cessit di un cambiamento. Questa divisione, e non i
compromessi opportunistici, lunica strada verso
unautentica unit. Citiamo un esempio che sicura-
mente non problematico: la Francia del 1940. Persino
Jacques Duclos, il secondo uomo del Partito comunista
francese, ammise in una conversazione privata che se
allepoca in Francia si fossero tenute libere elezioni, il
maresciallo Ptain avrebbe ottenuto il 90 per cento dei
consensi. Quando de Gaulle, con un atto storico, riiut
di riconoscere la capitolazione alla Germania e conti-
nu a resistere, sostenne che era solo lui, e non il regi-
me di Vichy, a parlare in nome della vera Francia (in
quanto tale, non solo in nome della maggioranza dei
francesi!): quello che diceva era profondamente vero
anche se non aveva una legittimazione democrati-
ca.
Margaret Thatcher, la signora che non torna indie-
tro, era un Capo di questo tipo, fedele alla sua decisio-
ne che in un primo momento fu percepita come folle e
capace di trasformare gradualmente la sua peculiare
follia in una norma comunemente accettata. Quando
le chiesero quale fosse il suo pi grande successo, la
Thatcher rispose immediatamente: Il New Labour.
E aveva ragione: il suo trionfo fu che persino gli avver-
sari politici adottarono le sue politiche economiche di
base. Il vero trionfo non la vittoria sul nemico, quan-
do lo stesso nemico comincia a usare il tuo linguaggio
e le tue idee costituiscono la base dellagire comune. E
cosa resta oggi delleredit della Thatcher? Legemonia
neoliberista sta chiaramente crollando. La Thatcher
forse stata lunica vera thatcheriana, perch senza
dubbio credeva nelle sue idee. Il neoliberismo di oggi,
al contrario, immagina solo di credere in s e preten-
de che il mondo immagini la stessa cosa (per citare
Marx). In breve, oggi il cinismo evidente. Basta pen-
sare alla bancarotta della Enron nel gennaio 2002 (e a
tutti i crolli inanziari che sono seguiti). Che potrebbe-
ro essere interpretati come una sorta di commento
ironico al concetto di societ del rischio.
Le migliaia di dipendenti che persero il
lavoro e i risparmi erano sicuramente
esposti a un rischio, ma senza nessuna
vera scelta: il rischio per loro era una sor-
ta di destino cieco. Al contrario, quelli
che erano a conoscenza dei rischi e ave-
vano la possibilit di intervenire nella
situazione (i top manager), minimizza-
rono i rischi vendendo azioni e stock op-
tion prima del crollo. Perci vero che
viviamo in una societ di scelte rischio-
se, ma alcuni (i manager di Wall street)
fanno le scelte, mentre altri (le persone comuni che pa-
gano il mutuo) corrono i rischi.
Una delle bizzarre conseguenze del tracollo inan-
ziario e delle misure adottate per contrastarlo (enormi
somme di denaro per aiutare le banche) stato il revi-
val delle teorie di Ayn Rand, la pi vicina allideologia
del capitalismo radicale e alla tesi che lavidit giu-
sta: le vendite della sua opera pi signiicativa, La ri-
volta di Atlante, sono tornate in cima alle classiiche.
Secondo alcuni dati, lo scenario descritto nella Rivolta
di Atlante lo sciopero dei capitalisti creativi si stareb-
be gi realizzando. John Campbell, un parlamentare
repubblicano, ha detto: I vincenti cominciano a entra-
re in sciopero. Stiamo assistendo, in piccolo, a una sor-
ta di protesta delle persone che creano posti di lavoro
() e che rinunciano alle loro ambizioni perch si ren-
dono conto che altrimenti saranno punite. Lassurdo
di questa reazione che d una lettura totalmente falsa
della situazione: gran parte delle somme gigantesche
destinate ai salvataggi vanno proprio ai titani che
hanno scatenato la crisi. Non sono i grandi geni creati-
vi ad aiutare i pigri cittadini comuni, sono i contribuen-
ti normali che stanno aiutando i geni creativi falliti.
Laltro aspetto delleredit di Thatcher preso di mi-
ra dai suoi critici di sinistra la leadership autorita-
ria, la sua mancanza del senso di coordinamento de-
mocratico. Ma qui le cose sono pi complesse di quan-
to sembra. Le proteste popolari in corso in tutta Europa
convergono in una serie di richieste che, per la loro
stessa spontaneit e ovviet, rappresentano una sorta
Serve una Thatcher
per la sinistra
Slavoj iek
Quando le chiesero
quale fosse il suo pi
grande successo, la
Thatcher rispose: Il
New Labour. E
aveva ragione.
Perino gli avversari
politici adottarono
le sue politiche
economiche di base
SLAVOJ IEK
un ilosofo e
studioso di
psicoanalisi sloveno.
Il suo ultimo libro
Un anno sognato
pericolosamente
(Ponte alle grazie
2013).
32 Internazionale 997 | 25 aprile 2013
Le opinioni
di ostacolo epistemologico a un vero confronto con
lattuale crisi del nostro sistema politico. Queste prote-
ste di fatto vengono lette come una vulgata popolare
della politica deleuziana: le persone sanno quello che
vogliono, sono in grado di capirlo e rivendicarlo, ma
solo con un impegno personale e continuo. per que-
sto che abbiamo bisogno di unattiva democrazia par-
tecipativa, e non solo di una democrazia rappresenta-
tiva con i suoi riti elettorali che ogni anno interrompo-
no la passivit dei votanti. Abbiamo bisogno dellautor-
ganizzazione della moltitudine, non di un partito leni-
nista centralizzato con il suo leader, eccetera.
Questo mito dellautorganizzazione diretta non
rappresentativa lultima trappola, lillusione pi pro-
fonda che deve ancora cadere e quella a cui pi dii-
cile rinunciare. S, in ogni processo rivoluzionario ci
sono momenti estatici di solidariet di gruppo quando
migliaia, centinaia di migliaia di persone
occupano insieme un luogo pubblico,
come successo a piazza Tahrir due anni
fa. S, ci sono momenti di intensa parte-
cipazione collettiva quando le comunit
locali discutono e decidono, quando la
gente vive in una sorta di stato demer-
genza permanente, prendendo le cose
nelle sue mani, senza la guida di un lea-
der, ma queste situazioni non durano. La
stanchezza qui non un semplice fatto
psicologico, una categoria di ontologia
sociale. La grande maggioranza me
compreso vuole essere passiva e aidarsi a un appara-
to statale eiciente che garantisca il funzionamento
dellintero ediicio sociale, per potersi dedicare in pace
alle sue attivit.
Nel suo libro Lopinione pubblica (1922), Walter
Lippmann scriveva che il gregge dei cittadini deve es-
sere governato da una classe specializzata i cui inte-
ressi vanno al di l del locale. Questa lite deve agire
come una macchina della conoscenza che aggira il di-
fetto principale della democrazia, lideale impossibile
del cittadino onnicompetente. cos che funzionano
le nostre democrazie, con il nostro consenso. Non c
mistero in quello che diceva Lippmann, un fatto evi-
dente. Il mistero che, sapendolo, accettiamo di stare
al gioco. Ci comportiamo come se fossimo liberi e de-
cidessimo liberamente, e di fatto non solo accettiamo,
ma pretendiamo che uningiunzione invisibile ci dica
cosa fare e cosa pensare. La gente sa quello che vuo-
le: no, non lo sa e non vuole saperlo, ha bisogno di una
buona lite. Ed per questo che un bravo politico non
si limita a difendere gli interessi del popolo: grazie a
lui che i cittadini scoprono ci che vogliono davve-
ro.
Quanto alla moltitudine molecolare autorganizzata
contro lordine gerarchico sostenuto dal riferimento a
un leader carismatico, si noti lironia del fatto che il Ve-
nezuela un paese elogiato da molti per i suoi tentativi
di sviluppare modalit di democrazia diretta (consigli
locali, cooperative, lavoratori alla guida delle fabbri-
che) anche il paese che ha avuto come presidente
Hugo Chvez, un forte leader carismatico. come se
anche qui valesse la teoria freudiana del transfert: per-
ch gli individui possano superare se stessi, liberarsi
della passivit della politica rappresentativa e impe-
gnarsi come protagonisti politici diretti, occorre fare
riferimento a un leader, un leader che permetta di ti-
rarsi fuori dalla palude come il barone di Mnchhau-
sen, un Leader che deve sapere cosa vogliono. in
questo senso che Alain Badiou di recente ha sottoline-
ato come le reti orizzontali scalzino il Capo classico,
ma allo stesso tempo alimentino nuove forme di domi-
nio che sono molto pi forti di lui.
La tesi di Badiou che un soggetto ha bisogno di un
Capo per elevarsi al di sopra dell animale umano: Il
Capo colui che aiuta lindividuo a diventare soggetto.
Se si ammette che il soggetto emerge nella tensione tra
individuo e universalit, ovvio che lindividuo neces-
sita di una mediazione, e quindi di unautorit, per pro-
gredire in questo cammino. Occorre
rinnovare la posizione del Capo: non
vero che se ne possa fare a meno, anche
e soprattutto nella prospettiva delleman-
cipazione. E Badiou non esita neppure
a contrapporre il necessario ruolo del
Capo alla nostra sensibilit democrati-
ca: La funzione essenziale dei leader
non compatibile con latmosfera de-
mocratica prevalente, ed per questo
che sono impegnato in unaspra lotta
contro tale atmosfera (dopo tutto, biso-
gna iniziare dallideologia). Quando ho a
che fare con persone che usano la terminologia laca-
niana dico igura del Capo. Quando sono militanti,
dico dittatura (nel senso di Carl Schmitt). Quando
sono lavoratori dico leader della folla e cos via. cos
che mi faccio capire subito.
E non dovremmo avere paura di seguire il suo
esempio: per risvegliare gli individui dal loro dogmati-
co sonno democratico e dalla loro cieca iducia in
forme istituzionalizzate di democrazia rappresentati-
va non bastano gli appelli allautorganizzazione diret-
ta, occorre una nuova igura del Capo. Ricordiamo i
celebri versi della poesia une raison di Arthur Rim-
baud:
Un colpo del tuo dito sul tamburo scatena tutti i suoni
e d inizio alla nuova armonia.
Un tuo passo la leva degli uomini nuovi e il loro
segnale di partenza.
Volti la testa: il nuovo amore!
Volti ancora la testa: il nuovo amore!
Non c nulla di intrinsecamente fascista in questi
versi: il paradosso supremo della dinamica politica
che occorre un Capo per tirare fuori gli individui dal
pantano della loro inerzia e motivarli a una lotta di
emancipazione per la libert che trascende se stessi.
Quello che ci serve oggi, in questa situazione, una
Thatcher della sinistra: un leader che ripeta il gesto
della Thatcher nella direzione opposta, trasformando
lintero campo dei presupposti condivisi dalla lite po-
litica di tutti i principali orientamenti. u gc
Il mito della
autorganizzazione
diretta non
rappresentativa
lultima trappola,
lillusione pi
profonda che deve
ancora cadere e
quella a cui pi
diicile rinunciare
Le opinioni
34 Internazionale 997 | 25 aprile 2013
I
l conlitto in Siria sta assumendo dimensioni
sempre pi pericolose a causa degli ultimi svi-
luppi lungo il conine siriano-libanese, dove le
forze contro il governo siriano e quelle a favore,
sostenute da Hezbollah, hanno cominciato a
spararsi a vicenda. A scatenare gli scontri stata
la recente ondata di rapimenti incrociati alla frontiera
nordorientale libanese, in una zona che
raccoglie tutte le variet di nazionalismi
e settarismi del mondo arabo. Finora il
modo pi facile per descrivere quello che
succede in questa regione stato parlare
di scontri tra sunniti e sciiti o dellantago-
nismo tra gruppi a favore e contro il go-
verno siriano.
Il coinvolgimento di Hezbollah ag-
giunge un nuovo elemento signiicativo
a questo mix e ci aiuta anche a capire me-
glio cosa c dietro i combattimenti in
Siria e nei paesi vicini. Non solo uno
straripamento della guerra siriana in Libano. Quella
che si sta combattendo in Siria la pi grande battaglia
per procura dei nostri tempi, e sono convinto che oggi
questo appaia pi chiaro che mai dalla ragnatela di altri
conlitti che ha scatenato a livello locale, regionale e
globale. Questa guerra sta durando cos a lungo proprio
perch si combatte a vari livelli e perch al suo interno
si svolgono contemporaneamente sei battaglie diver-
se.
1. Il primo livello quello della rivolta dei cittadini
contro il regime della famiglia Assad, che governa la
Siria da 43 anni. una lotta che rilette il difuso deside-
rio di libert, di diritti e di dignit che oggi contraddi-
stingue buona parte del mondo arabo. Dopo che le ma-
nifestazioni di massa non violente scoppiate in tutto il
paese nella primavera del 2011 hanno provocato la vio-
lenta reazione militare del regime, questo conlitto po-
litico diventato una guerra armata.
2. La guerra per il controllo della Siria ha riacceso un
conlitto che aligge la regione dagli anni cinquanta: la
guerra fredda araba tra diverse forze regionali che cam-
biano continuamente nel tempo. Per sempliicare po-
tremmo dire che c una contrapposizione tra conser-
vatori e radicali, tra capitalisti e socialisti, tra monar-
chici e repubblicani, tra monarchici islamisti e naziona-
listi arabi o tra iloccidentali e antioccidentali, anche se
nessuna di queste dicotomie esatta al cento per cento.
Sempre per semplificare, da decenni questa guerra
fredda araba contrappone lArabia Saudita e i suoi alle-
ati conservatori da una parte e, in momenti diversi, go-
verni come quelli di Siria, Egitto o Iraq dallaltra.
3. Il terzo livello del conlitto siriano la vecchia ri-
valit tra arabi e iraniani, che negli ultimi tempi stata
spesso rideinita come rivalit tra sunniti e sciiti. sim-
boleggiata dallalleanza tra il governo iraniano e quello
siriano cominciata nel 1979, a cui di recente si sono ag-
giunti gli stretti rapporti tra Iran e Hezbollah. I rapporti
strategici di Teheran con Damasco e con Hezbollah so-
no stati uno dei pochi successi di politica estera della
rivoluzione islamica del 1979, quindi i
leader coinvolti faranno di tutto per non
perdere i vantaggi reciproci che ne deri-
vano.
4. La quarta battaglia una versione
rinnovata ma limitata della guerra fred-
da tra Stati Uniti e Unione Sovietica (con
la Cina e vari stati europei che le girano
intorno per ottenere contratti energetici
e altri vantaggi). La Russia ha assunto
una posizione decisa sulla Siria sia per
impedire che siano gli Stati Uniti a stabi-
lire da soli quali leader arabi devono an-
darsene e quali no, sia per raforzare la sua posizione di
potenza globale. A quasi un quarto di secolo dalla ine
della guerra fredda, Mosca sta cercando di riequilibrare
i rapporti di potere internazionali mettendo formal-
mente ine allera del dopo guerra fredda, in cui gli
Stati Uniti erano lunica superpotenza in un mondo
unipolare.
5. Il quinto conlitto, anche questo un rilesso di una
tendenza regionale, la secolare tensione tra il potere
dello stato moderno centralizzato arabo basato sullo
sviluppo e la sicurezza e tutte quelle forze che portano
alla disintegrazione e alla frammentazione etnica, reli-
giosa, settaria, nazionale e tribale. Queste antiche
identit subnazionali caratterizzano le nostre societ
da molto prima della nascita degli stati arabi moderni e
sono sempre pronte a riafermarsi quando lo stato non
funziona bene e non soddisfa i bisogni della popolazio-
ne.
6. Il sesto e ultimo livello di conlitto in Siria quello
tra i gruppi estremisti salaiti che si ispirano ad Al Qae-
da, come Jabhat al Nusra, e i principali partiti di opposi-
zione che lottano per abbattere il regime della famiglia
Assad, come i Fratelli musulmani o gruppi laici pi am-
pi come la Coalizione nazionale siriana o il Consiglio
nazionale siriano. Alcuni analisti occidentali e della
regione sono terrorizzati allidea che Al Nusra e altre
organizzazioni simili possano prendere il controllo di
tutta o parte della Siria dopo la caduta di Assad, una
prospettiva che per mi sembra poco realistica.
Quello a cui stiamo assistendo in Siria qualcosa di
molto pi complicato di uno straripamento nei paesi
vicini della rivalit tra sunniti e sciiti. u ma
I conlitti nascosti
nella guerra siriana
Rami Khouri
RAMI KHOURI
columnist del
quotidiano libanese
Daily Star. direttore
dellIssam Fares
institute of public
policy and
international afairs
allAmerican
university di Beirut.
Quella che si
combatte in Siria la
pi grande battaglia
per procura dei
nostri tempi. Lo si
vede dalla ragnatela
di altri conlitti che
ha scatenato a livello
locale, regionale e
globale
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* Stima
36 Internazionale 997 | 25 aprile 2013
Libano
Q
uando cominciata la
commemorazione, i
corpi dei due giovani
combattenti di Hezbol-
lah erano gi stati sep-
pelliti. Erano morti
qualche giorno prima e i
loro ritratti sorridenti erano esposti sopra
un palco montato allaperto nel loro villag-
gio, Sohmor, nella valle della Beqaa, in Li-
bano. Il palco era incorniciato da due enor-
mi striscioni con i ritratti di Hassan Nasral-
lah, il segretario generale dellorganizza-
zione, e dellayatollah Ali Khamenei, la
guida suprema dellIran. Nelle foto i due
combattenti, Ali Hussein al Khishen e Ali
Mustafa Alaeddine, dimostravano a mala-
pena i loro diciannove anni. Khishen aveva
le guance pafute e il sorriso infantile, Ala-
eddine unespressione pi severa e pene-
trante. Siete la prova del martirio!, si
leggeva in uno dei manifesti.
I partecipanti alla cerimonia funebre
saranno stati migliaia hanno preso lenta-
mente posto. Le donne, vestite di nero, si
sono sedute nelle ultime ile. Latmosfera
non era cupa, ma quasi allegra, combatti-
va, come in uno stadio di calcio prima del
ischio dinizio.
Nel periodo in cui si svolta la cerimo-
nia, alla ine del 2012, Hezbollah si ostina-
va a negare che i suoi uomini attraversas-
sero la frontiera con la Siria per andare a
combattere in difesa di Bashar al Assad.
Eppure le prove erano sempre pi evidenti.
Il giorno prima del funerale i ribelli siriani
avevano annunciato di aver ucciso un co-
mandante di Hezbollah e almeno due dei
suoi uomini. Lorganizzazione aveva am-
messo che il comandante, Ali Hussein
Nassif, era morto, senza rivelare dove e co-
me, e limitandosi a dichiarare che stava
assolvendo i suoi doveri nel jihad.
Anche i due ragazzi di Sohmor erano
rimasti uccisi in circostanze oscure. Hez-
bollah aveva detto che erano morti a causa
di unesplosione accidentale in un deposito
di munizioni in Libano, quattro giorni pri-
ma. Ma la cerimonia in corso a Sohmor era
una dikra usbu, che di solito si svolge sette
giorni dopo la morte di una persona. I corpi
di Khishen e Alaeddine erano chiusi dentro
le bare e nemmeno le loro famiglie aveva-
no potuto vederli.
Quando sui tetti sono apparse delle
guardie che tenevano in mano custodie di
violino morbide da cui spuntavano i calci
delle mitragliatrici, la folla si mossa. Poi
un uomo barbuto in turbante nero salito
sul palco con le mani giunte, come un reli-
gioso. Era Hashem Saieddine, il capo del
consiglio esecutivo di Hezbollah. Non
piangere, Sohmor, ha esordito. Non c
dignit senza il sangue dei giovani. Sa-
ieddine non ha detto comerano stati ucci-
si Khishen e Alaeddine e non ha neppure
accennato allesplosione in un deposito di
munizioni. Per ha spiegato che i ragazzi
erano morti per una nobile causa e che
Hezbollah si fondava su sacriici come que-
sti. Poi ha parlato della Siria: Ogni giorno
siamo pi consapevoli delle enormi side
che dobbiamo affrontare con Israele,
lAmerica e i paesi arabi. Questi paesi arabi
spendono molti soldi per distruggere la Si-
ria ed Hezbollah.
Saieddine non esagerava: dopo decen-
ni di belligeranza, oggi lesistenza di Hez-
Dentro Hez
Dexter Filkins, The New Yorker, Stati Uniti
Con lappoggio dellIran e della Siria, Hezbollah
diventato uno dei partiti pi inluenti sulla scena politica
libanese e ha costruito una forza militare moderna. Ma
ora che il regime di Damasco rischia di cadere, deve
ripensare il suo ruolo nella regione
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Internazionale 997 | 25 aprile 2013 37
ezbollah
Mleeta, giugno 2011. Il museo della resistenza creato da Hezbollah
Libano
bollah minacciata da pi parti. In una re-
gione dominata dai musulmani sunniti, si
mobilita in nome dellidentit sciita for-
mando, insieme alla Siria e allIran, una
colonna di resistenza chiamata lasse sci-
ita. Per trentanni Damasco ha offerto
protezione e favorito un lusso di denaro e
armi provenienti dallIran. Grazie allaiuto
siriano e iraniano, Hezbollah diventato la
forza pi potente in Libano. Troppo forte
per essere sidata perino dal governo, lor-
ganizzazione ha creato un suo stato nello
stato e messo in piedi una milizia allavan-
guardia. Ma la guerra civile in Siria minac-
cia di rompere questasse. Senza Damasco,
Hezbollah rimarrebbe da solo ad afronta-
re i nemici sunniti, in Libano e nel resto
della regione. E, peggio ancora, sarebbe
solo davanti a Israele.
Il villaggio di Dani
A Beirut un comandante di Hezbollah am-
mette che la storia dellesplosione inven-
tata. I due giovani sono morti in Siria, da
dove stanno tornando molti cadaveri.
Nessuno autorizzato a parlarne: Hezbol-
lah non pu permettersi di far arrabbiare i
sunniti, ma non pu nemmeno permettere
che i suoi alleati siriani siano sconitti. Se
Bashar cade, mi dice, noi siamo i prossi-
mi.
Incontro il comandante di Hezbollah,
che si fa chiamare Dani, in una casa a pochi
passi dallarea sicura, un gruppo di pa-
lazzi dove ha sede il quartier generale di
Hezbollah, a Ghobeiry, un sobborgo a sud
di Beirut. Dani indossa un paio di jeans,
una maglietta nera, scarpe da ginnastica e
un berretto da baseball Quicksilver. Porta i
capelli corti e il suo viso accuratamente
rasato. Sono colpito dal suo aspetto, cos
diverso dal clich del militante islamico, e
Dani se ne accorge. Non siamo tutti dei
fanatici barbuti, dice scherzando.
Dani cresciuto in un villaggio vicino
alla frontiera con Israele, ma la sua fami-
glia non provava risentimento nei confron-
ti degli israeliani. Quandera bambino,
lOrganizzazione per la liberazione della
Palestina (Olp) aveva la sua base in Libano.
Dominata dai sunniti, lorganizzazione era
ostile agli sciiti e divent una presenza
sgradita. Nel 1982 lesercito israeliano in-
vase il Libano per una grande operazione
militare contro lOlp, che in per coinvol-
gere anche il villaggio di Dani. In un primo
momento gli abitanti accolsero con gioia
gli israeliani nella speranza che li liberas-
sero dallOlp. Ma ben presto i soldati co-
minciarono a perquisire i villaggi della re-
gione alla ricerca di armi, arrestando uo-
mini che non avevano legami con i palesti-
nesi. A un certo punto Dani dovette chie-
dere il permesso agli israeliani per ogni suo
spostamento. Eravamo prigionieri nel
nostro paese, spiega.
Fin dagli anni venti del novecento,
quando la Francia, potenza coloniale, rita-
gli il Libano dai resti dellimpero ottoma-
no, il paese stato un terreno di scontro
politico per i suoi vicini: Israele, Siria, Ara-
bia Saudita e palestinesi, ognuno dei quali
cercava di inluenzare la politica libanese
attraverso i suoi alleati locali. La vulnerabi-
lit del paese dovuta allestrema polariz-
zazione che ha tormentato ogni governo. I
francesi volevano che il paese diventasse
unoasi protetta per i cattolici maroniti. Nel
corso del tempo i cattolici e gli altri cristia-
ni, che in passato erano la maggioranza, si
sono aggrappati al potere, anche dopo es-
sere stati superati numericamente dai mu-
sulmani. Oggi i quattro milioni di libanesi
vantano diciotto religioni e credenze ui-
cialmente riconosciute.
Le comunit pi numerose sono quelle
dei sunniti, degli sciiti e dei cristiani, ma
nessuna ha la maggioranza. Nel 1975 le
tensioni religiose, aggravate dalle crescen-
ti attivit dellOlp, esplosero nella guerra
civile. Il conlitto dur quindici anni, deva-
st il paese e caus 120mila morti. Nel pie-
no della guerra, nel 1982, arriv lesercito
israeliano.
Dani cerc un modo per combattere gli
invasori. Lopzione pi ovvia era arruolarsi
nellesercito libanese, ma era da escludere
perch le forze armate praticamente non
esistevano pi. Proprio allora fece la sua
38 Internazionale 997 | 25 aprile 2013
u Secondo lAlto commissariato dellOnu per i
rifugiati, dalla primavera del 2011 circa 430mila
siriani sono scappati in Libano, un paese che
conta quattro milioni di abitanti. Dal dicembre
del 2012 i lussi di persone si sono intensiicati,
di pari passo con la violenza dei combattimenti
in Siria. I profughi sono accolti in un migliaio di
localit diverse, scrive Le Monde, perch le
autorit di Beirut faticano a preparare un piano
complessivo di accoglienza. Dal punto di vista
demograico lalusso di profughi, in gran parte
musulmani sunniti, rischia di mettere a
repentaglio lequilibrio tra le varie comunit.
Dal punto di vista politico i partiti si dividono
tra oppositori e sostenitori del regime siriano.
Tra questi ultimi c anche Hezbollah: il 22
aprile 2013 un alto rappresentante
dellorganizzazione ha dichiarato a un funerale
che partecipare ai combattimenti in Siria un
dovere morale e nazionale per i miliziani.
Da sapere
La Finul, prs ent epuis 1978,
G
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Mar
Mediterraneo
Alture
del
Golan
Beirut
Damasco
S I R I A
I S R AE L E
Religioni principali, stime
Flussi di profughi siriani
Musulmani
Sunniti, 29%
Sciiti, 31,5%
Drusi, 5,5%
Arrivati dopo il 22 marzo 2013
Registrati ino al 22 marzo 2013
meno di 50
tra i 100 e i 600
4.000 - 8.000
meno di 100
Cristiani
Maroniti, greco-ortodossi,
greco-cattolici, 34%
20 km
LIBANO
Halba
Tripoli
Batrun
Junie
Baalbek
Bsharre
Zahle
Sidone
Tiro
Marjayoun
Al Marj
Homs
Bint Jbeil
Nabatiye
Da sapere Lesodo dei siriani verso il Libano
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Internazionale 997 | 25 aprile 2013 39
comparsa un nuovo gruppo che si oppone-
va a Israele: Hezbollah, dallarabo Partito
di Dio. Lorganizzazione nacque dalla fu-
sione di vari gruppi armati e quasi da subito
cominci a ricevere addestramento, linee
guida e denaro dallIran. Gli iraniani cer-
cavano unapertura in Libano e con linva-
sione israeliana la trovarono, spiega Da-
vid Crist, uno storico che lavora per il go-
verno di Washington. Secondo un rapporto
del dipartimento per la difesa statunitense,
Teheran ha speso ino a duecento milioni
di dollari allanno per sostenere Hezbollah.
Come il regime iraniano, lorganizzazione
composta da sciiti, una minoranza nel
mondo musulmano. I fondatori di Hezbol-
lah riconobbero il grande ayatollah
dellIran come il leader della rivoluzione
islamica globale. Gli iraniani, per, vede-
vano in Hezbollah soprattutto una forza
avanzata per contrastare Israele.
Tra i combattenti della prima ora cera
Hassan Nasrallah, un religioso dalla faccia
tonda dotato di un grande carisma. Nasral-
lah, che allepoca della nascita di Hezbol-
lah aveva poco pi di ventanni, era cre-
sciuto a Karantina (la quarantena), uno
dei quartieri pi poveri di Beirut. Da ragaz-
zo era appassionato di libri di teologia e in
seguito frequent i seminari sciiti di Najaf,
in Iraq, e Qom, in Iran. Quando nel 1992 gli
israeliani assassinarono il leader di Hez-
bollah, Abbas al Musawi, Nasrallah prese il
suo posto.
Poco dopo la nascita di Hezbollah, Da-
ni, anche se era ancora un ragazzo, lasci la
famiglia e si arruol. Giurai che non sarei
tornato al villaggio prima della sua libera-
zione, racconta. Nei diciotto anni succes-
sivi lorganizzazione port avanti una
guerriglia contro gli israeliani nel sud del
Libano. Diventai un soldato, racconta
Dani. Quando le truppe statunitensi arri-
varono in aiuto al governo libanese, Hez-
bollah attacc anche loro.
Qualche giorno dopo il nostro primo
incontro, Dani mi porta a fare un giro del
Libano meridionale, dove la guerra con
Israe le andata avanti per decenni. Usciti
da Beirut, ci siamo diretti a sud lungo la co-
sta del Mediterraneo, oltrepassando il ca-
stello del mare di Sidone, un forte di pietra
costrui to ai tempi dei crociati, e lantica cit-
t di Tiro. Lungo la strada vediamo cartel-
loni che inneggiano al martirio, insieme ad
altre indicazioni del fatto che la regione
governata da Hezbollah. Hezbollah d il
benvenuto al Papa!, si leggeva su un ma-
nifesto.
A una quindicina di chilometri dalla
frontiera israeliana abbiamo svoltato verso
linterno, attraversando un paesaggio col-
linoso di rocce calcaree e uliveti. Dopo un
po abbiamo raggiunto Mleeta, il parco a
tema dedicato a Hezbollah, e abbiamo par-
cheggiato vicino a un pull man turistico. A
Mleeta ci sono manifesti e scritte ovunque,
tutti sullo stesso tema: prima di Hezbollah
i libanesi avevano conosciuto solo umilia-
zioni. Dal 1948 ino allinvasione del Li-
bano, nel 1982, il nemico israeliano ha im-
posto al Libano e alla regione ununica op-
zione, recita un cartello. Resa, sconitta
e sottomissione. Hezbollah, continua il
testo, ha segnato una nuova strada: la re-
sistenza.
Nel 2000, quando le ultime truppe
israe liane si ritirarono dal sud del Libano,
Dani torn a casa ma tutti i suoi parenti
erano scappati. Sono stato il primo della
famiglia a rientrare nel villaggio, raccon-
ta. Quellanno a Bint Jbeil, una roccaforte
di Hezbollah, Nasrallah fece un discorso
dai toni trionfalistici e antisionisti. Dob-
biamo rendere grazie alla lotta, alla resi-
stenza e al sacriicio di chi ha lasciato la
casa, la famiglia e luniversit, disse. Con
il ritiro israeliano, Nasrallah divenne un
eroe in Libano e in tutto il mondo arabo.
La linea uiciale
Quando gli chiedo cosa combinano in Li-
bano la Siria e lIran, Dani ammutolisce:
largomento tab. Si limita a dire: Assad
nostro amico. Se cade, per noi un male.
Sulla guerra civile in Siria si attiene alla li-
nea uiciale: sappiamo che Assad non trat-
ta bene il suo popolo, ma la verit che
loccidente sostiene i ribelli per alleggerire
la pressione su Israele. La prospettiva che
in Siria arrivino al potere i sunniti, o addi-
rittura un regime fondamentalista islami-
co, cos preoccupante che Dani a un certo
punto sembra schierarsi con Israele: Cosa
farete quando i salaiti attaccheranno le
alture del Golan dalla Siria?. Secondo i
lea der di Hezbollah qualunque cambia-
mento nel pae se vicino si ripercuoter sul
loro. Ma si stanno preparando. Se i sunni-
ti prendono il controllo della Siria, spiega
Dani, noi li combatteremo a Beirut.
Per capire meglio il rapporto tra Hez-
bollah e la Siria sono andato a cena nella
casa di Beirut di Walid Jumblatt, il leader
della minoranza drusa, forse il pi abile e
rainato tra i politici libanesi. Jumblatt ac-
cusa Damasco e i siriani di aver distrutto la
sua famiglia e oppresso il paese per decen-
ni. Lesercito siriano oltrepass per la pri-
ma volta la frontiera con il Libano nel 1976,
allinizio della guerra civile, con il pretesto
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Turisti a Mleeta, 2012
40 Internazionale 997 | 25 aprile 2013
Libano
di riportare lordine. Ma la guerra civile
continu e le truppe siriane rimasero. Sot-
to Hafez al Assad, prima, e suo figlio
Bashar, poi, i siriani hanno dominato la so-
ciet e leconomia libanese estorcendo
miliardi di dollari di imposte, tangenti e
proventi del narcotraico. Gli Assad hanno
sistematicamente interferito con il sistema
politico democratico, ingaggiando i loro
tirapiedi quando volevano assassinare
qualcuno. Il padre di Jumblatt fu una delle
prime vittime. Nel marzo del 1977 Kamal
Jumblatt, allepoca leader dei drusi, fu uc-
ciso con un colpo di arma da fuoco mentre
tornava a casa in macchina. La sua milizia
si era opposta alle truppe siriane e si sem-
pre sospettato che lomicidio fosse stato
commissionato da Hafez al Assad.
Negli anni ottanta i rapporti della Siria
con Hezbollah erano tesi e a volte sfociava-
no in combattimenti di strada. Ma quando
la guerra civile in, nel 1990, Hafez al As-
sad permise a Hezbollah di portare avanti
la lotta contro gli israeliani e decise di usa-
re il movimento come sua emanazione lo-
cale. Per Hezbollah unalleanza con i siria-
ni signiicava poter continuare ad accre-
scere la sua forza militare senza le ingeren-
ze del governo libanese.
Omicidi politici
Con il passare degli anni un numero sem-
pre maggiore di libanesi ha cominciato a
considerare i siriani come degli oppressori
e dei proittatori. Verso il 2000 Raiq Hari-
ri, per due volte primo ministro del Libano
e importante uomo dafari legato alla fa-
miglia reale saudita, cerc di al-
lontanare il paese dallorbita si-
riana. Nellagosto del 2004 Hari-
ri visit Damasco dove Bashar al
Assad lo avvert che i suoi tenta-
tivi lo esponevano a gravi perico-
li. Spezzeremo il Libano, disse Bashar.
Jumblatt, un grande amico di Hariri, rac-
conta che quando Raiq torn in Libano
disse: Bashar uccider me oppure uccide-
r te. Il 14 febbraio 2005 Hariri fu coinvol-
to in un attentato suicida, che caus la sua
morte e quella di altre ventidue persone.
Agli occhi di Assad lassassinio di Hariri
sembrava una macchinazione politica co-
me tante altre. Ma lattentato, invece di
sofocare il desiderio di indipendenza dei
libanesi, lo ravviv. Centinaia di migliaia
di cristiani e di musulmani sunniti manife-
starono nel centro di Beirut per chiedere la
ine delloccupazione siriana. Nellaprile
del 2005 le truppe di Damasco se ne anda-
rono, mettendo ine a ventinove anni di
occupazione.
Senza pi protettori, Hezbollah fu co-
stretto a una mossa scomoda: entrare nel
governo. Lorganizzazione aveva presenta-
to candidati alle elezioni legislative in dal
1992, ma con una certa riluttanza perch i
militanti insistevano che il loro primo do-
vere era combattere Israele. I deputati di
Hezbollah hanno imparato il gioco della
politica Nasrallah ha abbandonato i toni
settari dei suoi predecessori e rinunciato
agli attacchi suicidi ma si tengono ancora
in disparte. In parlamento non intervengo-
no senza il permesso dei loro leader.
Dopo lassassinio di Hariri il Libano si
spaccato in due: una fazione antisiriana
guidata da Saad Hariri, il iglio di Raiq, e
un insieme di gruppi ilosiriani, tra cui Hez-
bollah. La fazione antisiriana ha assunto
un atteggiamento sempre pi aggressivo
nei confronti di Hezbollah, chiedendo che
lorganizzazione rinunci alle armi. Hezbol-
lah fa resistenza, anche ricorrendo alla vio-
lenza. Il risultato una crisi quasi perma-
nente.
La morte di Hariri continua a ossessio-
nare Hezbollah. Sia lamministrazione
Bush sia quella Obama ritengono che As-
sad sia coinvolto nellomicidio e che si sia
fatto aiutare da Hezbollah. Nel giugno del
2011 un tribunale patrocinato
dallOnu ha incriminato quattro
militanti dellorganizzazione.
Secondo latto daccusa, avevano
seguito e segnalato gli sposta-
menti dellauto di Hariri. Gli in-
quirenti erano arrivati a questi uomini per-
ch durante lappostamento uno di loro
aveva usato il cellulare per telefonare alla
sua ragazza.
Hezbollah sostiene che il tribunale
incompetente e parziale. Nel 2011, quando
il governo era in mano alla fazione antisi-
riana guidata da Hariri, lorganizzazione
ha chiesto un incontro per discutere delle
indagini. Quando Hariri si riiutato, Hez-
bollah e i suoi alleati hanno fatto in modo
che il governo cadesse.
Lunico motivo per cui facciamo poli-
tica perch dobbiamo, spiega Dani. Ma
noi odiamo la politica. Tuttavia Hezbollah
ha dovuto farsi carico di cose come la for-
nitura di elettricit e la raccolta dei riiuti.
Governare non la loro principale preoc-
cupazione, aferma Mohamad Chatah, un
esponente di primo piano del partito di Ha-
riri ed ex ambasciatore negli Stati Uniti.
Ovviamente il prestigio di Hezbollah di-
pende innanzitutto dalle capacit militari
e dallostilit a Israele. Il successo in altri
settori attira consensi al movimento, e in
generale i suoi politici si sono dimostrati
bravi. Ma bisogna ammettere che gli stan-
dard libanesi non sono molto alti.
Mentre Hezbollah consolida il suo po-
tere istituzionale, la classe politica libane-
se teme ancora attacchi ai suoi esponenti.
Nellaprile del 2012 Samir Geagea, leader
del partito cristiano Forze libanesi, so-
pravvissuto per un soffio a un cecchino.
Ovviamente nessuno ha potuto provare
niente, ma molte persone con cui ho parla-
to erano convinte che lattentato fosse ope-
ra di agenti di Hezbollah che collaboravano
con i siriani. Nellottobre 2012 Wissam al
Hassan, importante funzionario dei servizi
segreti, vicino agli Stati Uniti, stato ucci-
so nellesplosione di unautobomba a Bei-
rut. Hassan aveva condotto le indagini sul
ruolo di Hezbollah nelluccisione di Hariri
e poco tempo prima aveva ordinato larre-
sto di un politico ilosiriano, Michel Sama-
ha, accusato di aver cercato di contrabban-
dare esplosivo in Libano per conto dei ser-
vizi segreti di Damasco. Pensiamo che sia
stato Hezbollah a ucciderlo, mi ha rivelato
un funzionario israeliano. Sono gli unici
ad avere un movente e le capacit tecni-
che.
A Wadi Naim, a cinque chilometri dalla
frontiera israeliana, un vasto bunker di
Hezbollah nascosto in una parete della
valle, mascherato da rocce e cespugli.
invisibile dalla strada, una sessantina di
metri pi in basso, invisibile dallaria, invi-
sibile perino al visitatore che ci sta sopra.
Lunico modo per trovarlo usare un navi-
gatore Gps programmato con le coordinate
esatte.
Sotto la roccia, il bunker sostenuto da
mura di acciaio rinforzato. C una cucina,
un bagno e lo spazio per venti posti letto.
Dallinterno, una trentina di metri sotto-
terra, non diicile immaginare un gruppo
di combattenti Hezbollah che aspettano la
ine di un bombardamento per giorni o ad-
dirittura per settimane, mentre gli israelia-
ni ignorano la loro posizione e non riesco-
no a penetrare allinterno.
Nel luglio del 2006 Nasrallah ordin ai
suoi uomini di sferrare un attacco in terri-
torio israeliano. Catturarono un paio di
soldati e lesercit israeliano reag sferran-
do unofensiva che dur 34 giorni. Israele
uccise decine di uomini di Hezbollah, di-
La ricostruzione
del sud del Libano
stata inanziata in
gran parte dallIran
Internazionale 997 | 25 aprile 2013 41
strusse le sue sedi e le sue reti di approvvi-
gionamento. Gli attacchi uccisero ino a
1.200 civili libanesi, radendo al suolo inte-
ri isolati della parte meridionale di Beirut e
demolendo strade, ponti ed ediici pubbli-
ci.
Da bunker come quello di Wadi Naim
Hezbollah organizz una resistenza acca-
nita: i combattenti uscivano per attaccare
con missili iloguidati e poi tornavano in-
dietro di corsa. Allo stesso tempo migliaia
di razzi di Hezbollah piovvero su Israele da
batterie nascoste nelle foreste, in garage
fortiicati e perino da abitazioni private. Il
risultato fu un pareggio sanguinoso, un au-
tentico shock per lesercito israeliano, abi-
tuato a dominare. Il generale Dan Halutz,
capo di stato maggiore dellesercito israe-
liano, dovette dimettersi dopo unindagine
che riscontr gravi difetti nella sua con-
dotta della guerra.
Per Nasrallah la guerra fu una vittoria e
allo stesso tempo una catastrofe. Poco do-
po la proclamazione del cessate il fuoco
afferm che non avrebbe mai ordinato
loperazione iniziale se avesse saputo che
avrebbe innescato una guerra. Lui stesso
era sfuggito alla morte per un soio. Ma
quando la guerra in, il prestigio di Nasral-
lah era allapice. I soldati israeliani torna-
rono dalle linee del fronte sbalorditi dalle
capacit di Hezbollah, che a volte erano
equipaggiati con occhiali per visione not-
turna e soisticate apparecchiature di in-
tercettazione delle telecomunicazioni.
stata una vittoria storica, strategica,
possiamo afermarlo senza esagerazioni,
disse Nasrallah in un discorso trasmesso in
tv. Abbiamo vinto dove gli eserciti arabi
erano stati sconitti.
Passaggio in Siria
I soldi dellIran sono stati un altro elemen-
to che ha contribuito ad attenuare gli efet-
ti degli attacchi israeliani. Con un grosso
sforzo economico, la parte sud di Beirut e il
Libano meridionale sono stati ricostruiti.
Oggi diicile trovare un palazzo che mo-
stri i danni della guerra. Secondo un fun-
zionario della sicurezza libanese, la rico-
struzione stata inanziata in gran parte
dallIran, aggirando il governo libanese.
Nei mesi successivi al cessate il fuoco, i ca-
mion di Hezbollah sono entrati nei quar-
tieri devastati dai combattimenti distri-
buendo denaro proveniente dallIran ai li-
banesi che avevano perso beni materiali e
persone care. Il funzionario libanese mi ha
detto che gli iraniani hanno mandato nel
suo paese tra i due e i tre miliardi di dollari.
Il denaro passava per la Siria, da dove par-
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Il museo della resistenza a Mleeta, 2012
Il Giardino dellIran, un parco divertimenti vicino a Maroun al Ras, 2012
Libano
tivano dei camion pieni di dollari statuni-
tensi.
Mentre attraversavamo il Libano meri-
dionale, Dani mi ha indicato le strade
asfaltate di fresco e gli ospedali nuovi di
zecca: stato lIran a pagare.
Alla ine di gennaio del 2013 gli israelia-
ni hanno colpito un convoglio allinterno
della Siria che, secondo loro, trasportava
missili antiaerei a Hezbollah, missili che
potevano ostacolare i voli degli aerei israe-
liani sul Libano. Poco tempo dopo un alto
comandante dei Guardiani della rivoluzio-
ne iraniani stato ucciso mentre attraver-
sava la frontiera del Libano. Nessuno ha
rivendicato lomicidio ma Hezbollah ha
accusato Israele. Sia Hezbollah sia Israele
si stanno preparando per la prossima guer-
ra, che promette di essere molto pi deva-
stante dellultima. Nel 2006 si calcola che
Hezbollah abbia sparato quattromila razzi
e missili contro Israele. Questa volta, se-
condo i funzionari statunitensi, Hezbollah
ha a disposizione un arsenale composto da
50mila missili, molti dei quali sono in gra-
do di colpire le grandi citt di Israele. Aven-
do a disposizione missili con gittate pi
lunghe, Hezbollah ha potuto dislocarli in
tutto il paese.
Gli israeliani prevedono che con ogni
probabilit uneventuale guerra con Hez-
bollah sar breve. I leader stranieri statu-
nitensi e non solo cercheranno di mettere
ine rapidamente ai combattimenti, perci
entrambe le parti tenteranno di inliggere
pi danni possibile prima del cessate il fuo-
co.
In Libano mi sono sentito ripetere spes-
so che Hezbollah potrebbe essere trascina-
to in guerra anche nel caso in cui Israele
decidesse di attaccare gli impianti del pro-
gramma nucleare dellIran. Ma il coinvol-
gimento di Hezbollah sarebbe una cata-
strofe per il Libano. Dalla guerra del 2006
in poi, Israe le ha adottato la dottrina Dahi-
ya, che un funzionario israeliano riassume
con queste parole: Il Libano Hezbollah
ed Hezbollah il Libano. Hezbollah spara
contro di noi e noi entriamo in guerra con-
tro il Libano. Alcuni libanesi ritengono
che in in dei conti Hezbollah sia pi fedele
allIran che al suo paese.
la terza volta nella storia che i persia-
ni si afacciano sulla sponda del Mediterra-
neo, aferma Jumblatt. C una comunit
dominata da Hezbollah, ben radicata in
Libano, con un arsenale formidabile e im-
mense quantit di armi e denaro. Dovrem-
mo metterci a parlare con loro, ma cosa
possiamo dire? Non sono loro a decidere.
Sono Khamenei e Qasem Soleimani che
decidono, ha detto riferendosi alla guida
suprema dellIran e a un potente leader dei
Guardiani della rivoluzione.
Secondo Dan Halutz, il generale israe-
liano, se Israele attaccasse lIran i leader di
Hezbollah potrebbero anche non rispon-
dere. Aspetteranno per vedere lesito dei
primi combattimenti, sostiene. Se i loro
alleati falliranno, non scenderanno in cam-
po. Non scommetteranno su un cavallo
perdente. Secondo Dani, i suoi capi non
perdono tempo a chiedersi se sarebbero
disposti a combattere per conto dellIran
perch se gli israeliani attaccheranno
lIran, attaccheranno anche noi.
Anche senza una guerra, se il regime di
Assad dovesse cadere, Hezbollah rischie-
rebbe di perdere il suo importantissimo
legame con lIran. Quasi tutto il materiale
bellico dellorganizzazione missili, dena-
ro e munizioni viaggia attraverso la Siria.
Il gruppo si sta dando da fare per trovare
nuove linee di rifornimento. Eppure, il fun-
zionario della sicurezza libanese
convinto che perdere Assad sa-
rebbe lo stesso un grave colpo:
In questo momento Hezbollah
ha abbastanza missili per unal-
tra guerra una grande guerra
ma poi avrebbe inito tutte le sue armi. A
quel punto per Hezbollah sar dura. Lor-
ganizzazione dovr cambiare. Dovr mo-
derare i toni e rinunciare ai suoi sogni.
Lisolamento
Il ruolo di Hezbollah in Siria pone questio-
ni fondamentali sulla sua identit e i suoi
obiettivi. veramente unorganizzazione
di resistenza impegnata solo a combat-
tere Israele? Le autorit statunitensi e liba-
nesi sostengono che Hezbollah appoggi il
regime di Assad soprattutto consigliando i
soldati siriani. Gli uomini di Hezbollah
operano vicino alle linee del fronte e forse
combattono in prima persona, spiega il
funzionario statunitense (secondo lui
lIran preferisce usare i combattenti di
Hezbollah perch parlano arabo, come i
siriani).
Gran parte dei libanesi con cui ho parla-
to davano per scontato che i miliziani Hez-
bollah stessero collaborando per tenere in
piedi Assad, per ovvie ragioni di interesse.
Schierandosi con il regime di Assad,
Nasrallah si isolato dal resto del mondo
arabo. Nel 2011, mi ha raccontato un fun-
zionario statunitense, andato a Damasco
per cercare di convincere Khaled Meshal,
il leader di Hamas, a sostenere il regime
siriano. Anche Hamas era alleato di Assad
e, come Hezbollah, ha ricevuto aiuti gene-
rosi dalla Siria e dallIran. Secondo il fun-
zionario, che era ben informato sullincon-
tro, Nasrallah ha ricordato a Meshal gli
obblighi nei confronti del governo iraniano
e lha sollecitato ad appoggiare Assad. Me-
shal ha opposto un riiuto e poco tempo
dopo ha rotto pubblicamente con la Siria.
Ad Arsal, una cittadina sul conine con
la Siria, la guerra civile mi appare in tutta la
sua concretezza: in corso un combatti-
mento per un posto di frontiera controllato
dal governo siriano. Nel cielo volteggia un
grosso elicottero e in lontananza si odono
delle esplosioni.
Sulla moschea di Masharia, circa un
chilometro in territorio libanese, sventola-
no le bandiere di Hezbollah e fuori c
unambulanza parcheggiata. I profughi si-
riani ad Arsal raccontano che i militanti di
Hezbollah attraversano regolarmente la
frontiera. Raccolgono i loro feriti e li ri-
portano qui, dice un profugo accampato
nelle vicinanze con la sua famiglia.
Non lontano dal campo di
battaglia, incontro un coman-
dante dellEsercito siriano libe-
ro, dal nome di battaglia Abu
Bakr. Sembra stremato da mesi
di combattimenti, ma ha la barba
ben curata. Mentre prendiamo il caf nel-
la sua casa di Arsal, Abu Bakr mi rivela di
essere un libanese sunnita, non un siriano.
Combatte per solidariet con i sunniti che
si oppongono al regime di Assad. Si dice
sicuro della vittoria dei ribelli, ma aggiun-
ge che i combattimenti a cui ha partecipato
sono stati orribili. Li stanno massacran-
do, dice dei ribelli.
Abu Bakr pensa che gli uomini di Hez-
bollah svolgano un ruolo importante negli
aiuti al regime di Assad, e soprattutto
nelladdestramento degli shabiha, le bruta-
li milizie ilogovernative formate da civili
armati. Sostiene di aver interrogato prigio-
nieri appartenenti a Hezbollah che erano
stati catturati in Siria e di aver sistematica-
mente intercettato combattenti in arrivo
dal Libano. Una settimana prima del no-
stro incontro, alcuni compagni in Libano
lavevano avvisato via radio che cera un
convoglio di Hezbollah diretto verso la
frontiera. Appena il convoglio era entrato
in territorio siriano, Abu Bakr e i suoi uomi-
42 Internazionale 997 | 25 aprile 2013
Secondo gli israeliani
uneventuale guerra
con Hezbollah
sarebbe breve
Internazionale 997 | 25 aprile 2013 43
ni lhanno attaccato: Abbiamo ucciso no-
ve combattenti di Hezbollah.
La decisione di aspettare che il convo-
glio entrasse in Siria era scontata, spiega
Abu Bakr. La paura di tutti i libanesi che
vivono lungo la frontiera che la guerra in
Siria contagi il loro paese. Finora non ac-
caduto, ma con il protrarsi della guerra au-
mentano le probabilit che possa succede-
re. Siamo tutti molto preoccupati, afer-
ma.
Dalla ine della guerra civile, nel 1990,
il sistema politico libanese si fonda su un
delicato equilibrio tra i principali gruppi e
su una certa dose di moderazione da parte
di ciascuno. Hezbollah, con laiuto dei suoi
benefattori iraniani e siriani, ha forzato e a
volte violato i limiti del sistema libanese.
Resta da vedere se Hezbollah sar in grado
di moderarsi quando vedr il suo potere
seriamente minacciato.
Se alle prossime elezioni gli elettori ri-
porteranno al potere il raggruppamento
antisiriano di Saad Hariri e allo stesso tem-
po il regime di Assad non esister pi, im-
magino che le nuove autorit libanesi cer-
cheranno di disarmare Hezbollah, che a
quel punto potrebbe decidere di difender-
si, spiega Amal Saad-Ghorayeb, una scrit-
trice libanese vicino a Hezbollah. Quando
chiedo a Dani quali potrebbero essere le
conseguenze, non ha un attimo di esitazio-
ne: Scoppierebbe una guerra civile.
A Tripoli, nel Libano settentrionale, so-
no scoppiati scontri tra i sunniti e unencla-
ve di alawiti (la comunit a cui appartengo-
no gli Assad). Decine di persone hanno
perso la vita ma i combattimenti non si so-
no allargati. Per il momento, sostiene Jum-
blatt, la guerra civile non probabile, non
fosse altro perch Hezbollah troppo forte
per essere sidato. Entrare in guerra con
loro sarebbe un suicidio. Jumblatt pensa
che un giorno Hezbollah si trasformer in
un partito politico, ma ci vorr del tempo.
La tesi che, una volta eliminato Bashar,
anche Hezbollah sar indebolito. Ma io
non ci credo. Potrebbero diventare pi de-
boli ma sarebbero sempre qui con i loro
50mila missili. I britannici ci hanno messo
ventanni a convincere lIra a cedere le ar-
mi. Qui credo che ci vorranno secoli.
Eppure certi segnali indicano che Hez-
bollah, provato dalla guerra in Siria, sta
cominciando a cedere. Dopo essere entra-
ti a far parte del governo, nel 2011 i rappre-
sentanti di Hezbollah hanno accettato di
inanziare il tribunale dellOnu che indaga
sullassassinio di Hariri lo stesso tribuna-
le che ha messo sotto accusa i suoi militan-
ti. Inoltre sta dimostrando notevole lessi-
bilit nei negoziati per la stesura di una
nuova legge elettorale che potrebbe tra-
sformare la composizione del parlamento.
A settembre del 2012 Nasrallah ha accetta-
to per la prima volta di far entrare lesercito
libanese a Beirut sud per riportare lordine.
Internamente si stanno dimostrando
molto disponibili, spiega Basem Shabb,
un deputato cristiano del parlamento. Il
dominio assoluto di Hezbollah in Libano
non pi quello di una volta. E per lorga-
nizzazione le cose potranno solo diventare
pi diicili.
Il sogno cambia
Dani esce dalla macchina e rivolge lo
sguardo in direzione di Israele, oltre il con-
ine. La frontiera tra Libano e Israele una
delle pi surreali del mondo. La crudelt
del conlitto superata solo dal bisogno di
spazio di entrambi i paesi. E cos, invece di
varie linee di ilo spinato e di campi minati,
c un semplice reticolato di ferro sul lato
israeliano e qualche muro di cemento su
quello libanese. Dal posto dove si trova Da-
ni, i soldati israeliani sono cos vicini che
potremmo parlarci. A un centinaio di metri
sorgono le prime case di Israele. Lungo tut-
ta la frontiera corre una strada asfaltata
che collega diversi villaggi, tra cui quello
abbandonato da Dani nel 1982 quando
lesercito israeliano varc la frontiera.
Dani e io guardiamo i soldati israeliani
dallaltra parte. Uno di loro, senza camicia,
si arrampica su una scala a pioli per aggiu-
stare la rete. Dalla nostra parte, un gruppo
di soldati del contingente di pace dellOnu
posa per le foto. Una scritta sul muro rende
omaggio a Benjamin Netanyahu, il primo
ministro israeliano: Bibi ti vogliamo be-
ne.
Mio padre attraversava il conine pro-
prio in questo punto, dice Dani. Gli chiedo
se il sogno di Hezbollah di respingere Isra-
ele in mare non sia morto. Scuote la testa.
Hezbollah, gli ricordo, si sta trasformando
in qualcosa di diverso da un movimento
impegnato solo a distruggere Israele. Il re-
gime di Assad sta crollando, insieme alle
linee di rifornimento di Hezbollah. Forse,
gli dico, il vostro momento passato. Gli
occhi di Dani rimangono issi su Israele:
La prossima volta attraverseremo la fron-
tiera. ugc
LAUTORE
Dexter Filkins un giornalista
statunitense che scrive per il New Yorker
dal 2011. stato linviato del New York
Times in Afghanistan, Pakistan e Iraq.
In Italia ha pubblicato Guerra per sempre
(Bruno Mondadori 2009).
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Lambasciatore iraniano in visita a Mleeta, 2012
44 Internazionale 997 | 25 aprile 2013
Honduras

F
ermatevi un atti-
mo!, dice la nostra
guida. Da poco ci
siamo lasciati alle
spalle la citt e ci
addentriamo in una
strada larga e polverosa, iancheggiata da
campi brulli e casette circondate dalla ster-
paglia. Questo quartiere ha un aspetto
troppo rurale per essere considerato parte
di San Pedro Sula, la citt industriale pi
importante dellHonduras (pi della capi-
tale Tegucigalpa).
La guida ci ha chiesto di fermarci per-
ch inalmente siamo arrivati allingresso
di Chamelecn, considerata dalla polizia
una zona pericolosa. Dobbiamo compiere
un gesto rituale: Abbassate i inestrini, ci
ordina la guida. Altrimenti penseranno
che siamo venuti a sparargli.
In lontananza, fermi sul marciapiede di
una piccola casa con le pareti di cemento,
alcuni ragazzi aspettano che ci avviciniamo
o facciamo retromarcia. Siamo alle porte di
una comunit che si estende per un paio di
chilometri e sorge sulla riva di un iume al
quale ha rubato il nome: Chamelecn. Il
posto di blocco dipende da alcuni episo-
di avvenuti in passato: in varie occasioni
sono entrati dei pick-up con i vetri scuri e
alcuni ragazzi ci hanno rimesso la pelle. Se-
condo la polizia le vittime appartenevano
alla gang Barrio 18.
Abbassiamo i finestrini. La guida ci
chiede di procedere lentamente. I ragazzi
ci guardano con curiosit. Sono seri. Uno di
loro fuma, un altro incrocia le braccia, un
terzo ci punta contro il dito indice mentre
parla al cellulare.
Quei ragazzi sono sentinelle, ci spie-
ga la guida. Sicuramente hanno avvisato
gli altri che non siamo una minaccia.
Al primo piano di un ristorante nel cen-
tro della citt un gruppo di donne fa la ila
per ordinare il pranzo. A prima vista sono
un gruppo di amiche qualsiasi che si ritro-
vano per mangiare insieme. solo dopo le
presentazioni e i chiarimenti (fa davvero il
giornalista? Come ha avuto i nostri nume-
ri? Perch vuole sapere chi siamo e cosa ci
successo?) che il gruppo svela la sua vera
identit.
Saliamo al secondo piano e ci sediamo
a un tavolo un po isolato. A quel punto, una
delle donne, tra le risate, mi svela un segre-
to: Non ci hai fatto caso, ma non ci siamo
fermate a fare la ila ino a quando non ab-
biamo deciso che con te qui non avremmo
corso pericoli. Questa donna, che parla
ridendo in modo nervoso e a denti stretti,
pi tardi ci porter in una zona pericolosa
della citt dove un anno e mezzo fa suo fra-
tello stato torturato, sequestrato e fatto
scomparire. Anche le altre due donne han-
no perso dei familiari (in circostanze e luo-
ghi diversi). Ancora oggi li stanno cercan-
do.
Prima di terminare il pranzo, le donne
mi hanno raccontato le loro storie, la vita
dei loro parenti scomparsi e cosa succes-
so da quando non ci sono pi. Mi hanno
anche detto che il giorno prima del nostro
incontro sono andate a vedere dei cimiteri
clandestini e questa mattina presto hanno
fatto un salto allobitorio della citt. Dopo
aver bussato a tutte le porte per chiedere
dei loro familiari, a pranzo parlano di argo-
menti meno dolorosi. Sono unite da un le-
game che non hanno scelto. come se fos-
sero iscritte a un club che in realt non esi-
ste (almeno formalmente): il club delle
madri, delle mogli, delle sorelle e delle i-
glie dei desaparecidos di San Pedro Sula.
Fango e zanzare
Per due anni consecutivi il Consejo ciuda-
dano para la seguridad pblica y justicia
penal, una ong messicana, ha segnalato
San Pedro Sula come la citt pi violenta
del mondo. Il 2012 si chiuso con un tasso
di 169 omicidi ogni centomila abitanti. San
Pedro Sula ha una pessima fama e si fatta
conoscere anche al di l delle frontiere na-
zionali. A febbraio un fotoreporter lha por-
tata alla ribalta internazionale dopo aver
ritratto una piccola scena di violenza che
ha vinto il secondo premio del World press
Le forze
del disordine
Daniel Valencia Cervantes, El Faro, El Salvador. Foto di Esteban Flix
San Pedro Sula la citt pi violenta dellHonduras e una delle pi violente del
mondo. Tutti credono che la responsabilit sia delle gang criminali, ma spesso
della polizia. E per i cittadini non c modo di avere giustizia
Internazionale 997 | 25 aprile 2013 45
photo nella categoria Contemporary is-
sues. Nellimmagine (in alto) si vede un
buco in un portone, che separa il fotografo
dalla scena di un omicidio. Dal buco si vede
un tavolo da biliardo. Sotto il tavolo, per
terra, ci sono due cadaveri. Tra i due cada-
veri, una pozza di sangue.
San Pedro Sula una citt pianeggiante
dove il caldo a stabilire la velocit con cui
si muove la gente. Funziona cos fino a
quando piove perch, oltre alla violenza, la
citt nota per il suo pessimo sistema fo-
gnario. San Pedro Sula genera il 60 per
cento del pil dellHonduras e si trova pro-
prio sullorlo del precipizio che le citt pi
importanti dellAmerica Centrale cercano
di superare per lanciarsi verso la moderni-
t, ma non ci ancora riuscita.
Quando piove, nel centro della citt
progettato secondo la classica struttura
urbanistica spagnola la cosa migliore
restare in casa: in alcuni casi le piogge tor-
renziali hanno travolto passanti e automo-
bili. Mano a mano che ci si allontana dal
centro, in molti quartieri le tubature delle
acque nere scompaiono. E nelle comunit
periferiche, come Chamelecn, se piove
pi forte tutto si riempie di fango. E nelle
strade restano pozze dacqua, pantani e vi-
vai di zanzare.
proprio quello che c davanti alla ca-
sa dove ci ha portato la guida: una pozza di
fango e tante zanzare. La guida scende
dallauto e grida un nome. Dopo qualche
secondo, si afacciano al portone due don-
ne, le protagoniste di questa storia. La ma-
dre bassa e sovrappeso. Ha 45 anni. La i-
glia una bella bambina di dodici anni.
Dopo i saluti e le presentazioni, la guida
si rivolge alla signora, che anche sua co-
gnata: Fagli vedere dove hanno sparato,
le dice. La donna ci mostra cinque fori di
pallottola sul portone. Entriamo.
La sala piccola, e nel mezzo c un ta-
A
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/
L
A
P
r
E
S
S
E
(
2
)
Choloma, vicino a San Pedro Sula, 11
marzo 2012. I corpi di Lesbia Altami-
rano e Wilmer Orbera. Questa foto ha
vinto il secondo premio del World
press photo nella categoria Contem-
porary issues. A destra: San Pedro Su-
la, 23 marzo 2013. Due agenti arresta-
no un ragazzo della gang Barrio 18
Honduras
volo di vetro scheggiato su due angoli.
Lhanno rotto gli uomini che hanno seque-
strato Carlos Lpez, il fratello della guida.
Il 21 agosto 2011, alle cinque di mattina,
un gruppo di uomini ha svegliato la fami-
glia Lpez di soprassalto, bussando con
forza alla porta di casa.
Aprite o sfondiamo la porta, ha grida-
to uno degli uomini, mentre altri due con-
tinuavano a sbattere violentemente i pugni.
Carlos Lpez non sapeva cosa fare, e solo
quando la moglie gli ha chiesto di afacciar-
si dalla inestra del salotto per chiedere agli
uomini chi fossero, ha deciso di afacciarsi
alla porta. Nella stanza, la moglie teneva
stretta la bambina e spiava dalla inestra.
Chi siete? Cosa volete?, ha gridato
Carlos Lpez, e subito ha sentito ripetere la
stessa minaccia: Aprite o sfondiamo la
porta!.
In questa zona detta legge la gang Bar-
rio 18. Per questo diicile immaginare
che la moglie, la iglia e la sorella non accu-
sino del rapimento di Carlos i pandilleros.
La mattina del 21 agosto 2011 gli uomini
che hanno fatto irruzione in casa loro in-
dossavano uniformi simili a quelle della
polizia, con armi grosse come quelle delle
forze dellordine e i passamontagna usati
dai poliziotti durante le retate a sorpresa.
Sul giubbotto antiproiettile di uno degli uo-
mini la moglie di Lpez riuscita a leggere
una sigla: Dnic, divisione nazionale dinve-
stigazione criminale dellHonduras.
Carlos Lpez viveva a Chamelecn da
diciassette anni quando un gruppo di per-
sone armate e con luniforme della polizia
lha sequestrato e lha fatto sparire. Nel
parcheggio di casa gestiva una sala con
quattro tavoli da biliardo e una piccola ri-
vendita di birre. Era conosciuto nella zona
e andava daccordo con tutti, proprio per-
ch il suo locale era lunico luogo di diverti-
mento per gli uomini della comunit nel
raggio di due chilometri. In posti come
Chamelecn, quando si parla degli uomi-
ni della comunit, ci si riferisce anche ai
girros, gli ailiati delle gang.
La sala da biliardo di Carlos Lpez era
aperta dal marted alla domenica, dalle
cinque alle dieci di sera. Tre volte alla setti-
mana vari giovani delle gang si presentava-
no nel locale per giocare, ritrovarsi e chiac-
chierare. A Chamelecn, come nelle centi-
naia di comunit dominate dalle bande
giovanili in America Centrale, questi ra-
gazzi sono una sorta di autorit a cui non si
pu dire di no. La posta in gioco troppo
alta. Ma per quanto possa sembrare strano,
gli abitanti del posto rischiano di morire
solo in circostanze straordinarie: se la gang
ritiene che un abitante della zona, uomo o
donna, abbia rapporti con la banda rivale o
se sospetta che sia un informatore della po-
lizia. Una terza causa di rischio riguarda
labuso sessuale nei confronti di ragazze
giovani o nel caso di donne costrette a i-
danzarsi in base alla legge del pi forte,
soprattutto quando le ragazze non hanno
genitori come Carlos Lpez, che sono ri-
spettati dalle gang.
Il Mope
Gli ailiati delle bande sono igli di gente
del posto. Le persone come Carlos Lpez li
conoscono da quando erano bambini e li
hanno visti crescere.
Carlos non aveva mai subto nessuna
estorsione dalle gang. Ma una volta al me-
se, su richiesta dei ragazzi e dopo una serie
di trattative, regalava agli ailiati della Bar-
rio 18 una cassa di birra. Faceva lo stesso
per le feste e per i compleanni dei ragazzi
della gang. Per questo n lui n la moglie
pensavano di avere problemi con loro.
Invece temevano che si cacciassero nei
pasticci. Soprattutto perch la presenza dei
ragazzi della Barrio 18 nella sala da biliardo
rischiava di causare un conlitto con laltra
fazione. Un gruppo che usa armi legali, ha
distintivi ma da anni in Honduras unisti-
tuzione profondamente corrotta: la poli-
zia.
Le ho ordinato di aprire!. Carlos
Lpez ha aperto la porta, e la moglie riu-
scita solo a percepire il gemito di qualcuno
che era stato colpito cos forte da rimanere
senza iato. Poi ha sentito il rumore di un
vetro spezzato e ha capito che gli uomini
avevano rotto il suo tavolo.
Madre e iglia si sono abbracciate, ma
sono state subito separate da uno degli uo-
mini che entrato nella stanza e gli ha ordi-
nato di separarsi. Loro hanno obbedito e
hanno visto Carlos Lpez trascinato verso
la cucina. Sei il Mope!, gridava uno dei
sequestratori, mentre un altro lo amma-
nettava con le mani dietro la schiena.
Carlos ha cercato di opporsi, con la fac-
cia contro il pavimento. Ha ricevuto qual-
che calcio.
Che vuol dire che non sei il Mope? Fai
parte della banda, insisteva il sequestrato-
re. Anche la moglie di Carlos stata inter-
rogata, ma non riuscita a parlare per la
paura. In cucina, Carlos continuava a rice-
vere calci.
Si chiama Carlos Lpez! mio padre,
per favore, lasciatelo stare, ha gridato la
iglia fuori di s, vedendo il padre torturato
e la madre che non reagiva.
La moglie di Carlos si ripresa solo
quando luomo si avvicinato alla bambi-
na. Si ricorda che ha quasi sbattuto il passa-
montagna contro il naso della iglia mentre
la guardava fisso negli occhi, con uno
sguardo pieno di cattiveria. Mio marito
non il Mope!, ha gridato, e poi ha abbrac-
ciato la bambina.
Luomo ha ordinato ai colleghi in cucina
di portare Carlos in cortile. Quella mattina
in casa cera anche una nipote di Carlos,
che era arrivata la sera prima. Uno degli
uomini lha scovata nascosta in unaltra
stanza e lha trascinata nel giardino, tiran-
dola per i capelli. Questa qui una di lo-
ro!, ha detto, poi lha tirata su, le ha schiac-
ciato il corpo e la faccia contro un muro e
lha gettata per terra, a pancia sotto. Alla
ine le ha messo uno stivale sulla nuca. Ed
rimasto cos per un bel po.
N Carlos Lpez n la moglie capivano
Carlos Lpez viveva
a Chamelecn da
diciassette anni
quando un gruppo
di uomini armati
vestiti come i poliziotti
lha fatto sparire
u 28 giugno 2009 Un colpo di stato dei
militari destituisce il presidente Manuel
Zelaya e lo costringe allesilio in Costa Rica.
Roberto Micheletti assume lincarico di
presidente ad interim.
u 5 luglio 2009 LOrganizzazione degli
stati americani sospende lHonduras.
u 21 settembre 2009 Zelaya torna in
Honduras e si rifugia nellambasciata
brasiliana a Tegucigalpa.
u 29 novembre 2009 Poririo Lobo Sosa,
candidato del Partito nazionale
(conservatore) e sostenuto dai golpisti,
viene eletto presidente.
u Gennaio 2010 Zelaya va in esilio nella
Repubblica Dominicana.
u Maggio 2010 Una commissione della
verit comincia a investigare sullespulsione
di Zelaya. La commissione stabilisce che si
trattato di un golpe.
u Dicembre 2011 Per afrontare laumento
degli omicidi nel paese, il parlamento
approva un provvedimento che concede
allesercito gli stessi poteri della polizia.
u Maggio 2012 Migliaia di persone
protestano contro londata di violenza nei
confronti dei giornalisti. Negli ultimi tre
anni ne sono stati uccisi pi di venti.
Da sapere
46 Internazionale 997 | 25 aprile 2013
Internazionale 997 | 25 aprile 2013 47
perch, dopo aver cercato dappertutto e
aver messo sottosopra la casa senza trovare
n droga n armi, quegli uomini continuas-
sero a sostenere che in casa cera un delin-
quente ailiato a una gang conosciuto co-
me il Mope e a cercare droga e armi.
I sequestratori con il passamontagna,
con le uniformi e i giubbotti antiproiettile
simili a quelli della polizia, hanno torturato
Carlos Lpez per altri dieci minuti davanti
alla moglie, alla nipote e alla iglia. Erano in
sei. Lhanno fatto alzare strattonandolo per
i capelli e, nonostante le preghiere delle
donne, non gli hanno permesso di salutare
nessuno. Poi lhanno fatto salire sul pick-up
con i vetri oscurati con cui erano arrivati.
Hanno cercato dinseguirli, ma sono torna-
te indietro di corsa e si sono nascoste dietro
a un muro perch uno degli uomini, prima
di salire sul veicolo, ha sparato una raica
di mitragliatrice contro la porta di casa. Se-
condo le due donne, voleva evitare che
prendessero la targa del pick-up.
Alcuni anni fa, alla vigilia di Natale del
2004, un commando armato ha crivellato
un autobus pieno di gente in una strada del
quartiere San Isidro di Chamelecn. Sono
morte ventotto persone, tra cui sette bam-
bini.
Proprio allapice della sua campagna di
tolleranza zero contro le gang, lallora pre-
sidente dellHonduras, Ricardo Maduro,
ha denunciato che i responsabili erano gli
ailiati di una gang. La polizia ha arrestato
varie persone, presumibilmente della mara
Salvatrucha, accusandole di quel massa-
cro. Un anno dopo un tribunale ha condan-
nato due dei sospetti a 822 anni di carcere.
La sentenza ha avuto grande risonanza nei
tribunali del paese ed stata considerata
da tutti un grande successo.
Punto di riferimento
Ma secondo diverse organizzazioni per i
diritti umani in Honduras, non stata una
gang a sparare allautobus. Il dubbio stato
sollevato da uno dei candidati alla presi-
denza dellepoca, che poi diventato presi-
dente dellHonduras: Manuel Zelaya. Nel
2005 Zelaya (rovesciato quattro anni dopo
da un colpo di stato) disse che, dietro allat-
tacco allautobus, cera unalleanza tra il
narcotraico e la polizia. Non stata la pri-
ma n lultima volta che la polizia hondure-
gna stata accusata di essere dietro ad al-
cuni casi di strage.
Nel 2002 lispettrice di polizia Mara
Luisa Borjas cerc di portare in tribunale
un gruppo di uiciali e investigatori della
divisione nazionale di investigazione per la
loro partecipazione a una serie di omicidi
extragiudiziali di giovani sospettati di ap-
partenere a una banda o di essere delin-
quenti. Tra gli uiciali cera anche Salomn
de Jess Escoto Salinas, che nel 2009 sta-
to nominato direttore della polizia da Ma-
nuel Zelaya. Secondo linchiesta di Borjas,
quello stesso gruppo era responsabile del
sequestro di un ex ministro delleconomia
e di aver ucciso i rapitori che avevano colla-
borato con il gruppo. Il capo del gruppo di
sequestratori, sostiene Borjas, era Juan
Carlos el Tigre Bonilla, che oggi il diret-
tore della polizia del paese.
Durante le sue indagini, Borjas stata
destituita ed espulsa dalla polizia. Ma da
dieci anni un punto di riferimento per
parlare della corruzione delle forze dellor-
dine in Honduras. Continua a sostenere
che, dal 2002 al 2004, il governo di Ricardo
Maduro ha applicato una politica di ster-
minio contro presunti giovani delle gang o
delinquenti, guidata dagli alti comandi
della polizia, progettata e realizzata nelle
citt di San Pedro Sula e La Ceiba.
Nellottobre del 2011, le accuse avanza-
te da Borjas tra il 2002 e il 2004 sono torna-
te fuori. Nella capitale Tegucigalpa un
gruppo di poliziotti ha sequestrato e ucciso
due giovani. Uno si chiamava David Pine-
San Pedro Sula, 24 marzo 2013. Sul luogo di un omicidio
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48 Internazionale 997 | 25 aprile 2013
Honduras
da. Laltro era Alejandro Castellanos, il i-
glio della rettrice dellUniversidad nacio-
nal autnoma de Honduras, Julieta Castel-
lanos. Il crimine ha scosso il paese per due
motivi: ha rivelato che i vertici della polizia
avevano cercato di insabbiare i fatti e ha
spinto lHonduras ad ammettere non solo
che la polizia nazionale corrotta e ha un
rapporto stretto con il crimine organizzato,
ma anche che tra i suoi agenti ci sono degli
assassini.
Il caso di Carlos Lpez uno tra le cen-
tinaia di sparizioni forzate o omicidi
dellHonduras. Unamica della nostra gui-
da unaltra del gruppo delle mogli e delle
madri dei desaparecidos ha perso il mari-
to, Reynaldo Cruz. stato sequestrato in
una strada traicata della citt da un com-
mando armato a bordo di un pick-up con i
vetri scuri. Lei e il marito erano a bordo di
un piccolo autobus quando il pick-up gli ha
tagliato la strada e gli ha ordinato di fer-
marsi.
Dal furgone sono scesi alcuni uomini
incappucciati che hanno puntato le armi
contro tutti i passeggeri, poi hanno fatto
scendere Reynaldo, gli hanno coperto il
volto con un sacco, lhanno fatto salire sul
veicolo e lhanno portato via. Ancora oggi
nessuno sa dove si trovi. Gli uomini che
lhanno sequestrato erano vestiti come i
poliziotti della Dnic: indumenti sportivi,
giubbotti antiproiettile e passamontagna.
Foto mossa
Anche Reynaldo, come Carlos Lpez, ge-
stiva una sala da biliardo nel suo quartiere,
la Planeta, uno dei pi conlittuali della cit-
t a causa della presenza delle gang. Prima
di essere sequestrato Reynaldo era stato
accusato dai poliziotti che pattugliavano il
quartiere di proteggere i delinquenti delle
bande. In realt Reynaldo era un leader
della comunit: gestiva una sala da biliar-
do, accoglieva ogni tipo di cliente e aveva
rapporti con i ragazzi della zona, ailiati di
una gang o no, perch organizzava attivit
ricreative. Di questi scontri con la polizia la
famiglia conserva anche una foto, un po
mossa, scattata da un uomo del posto du-
rante una retata alla sala da biliardo, quan-
do un gruppo di agenti ha cercato di portare
via Reynaldo. Lunica testimone del seque-
stro, la sola che vuole ancora ricordare, la
moglie. Si dovuta rifugiare in periferia, a
casa di alcuni amici.
Commando armati: ultimamente ne
parlano tutti in Honduras, soprattutto a
San Pedro Sula. Il 17 febbraio 2013 scar
Ramrez, un giovane di diciassette anni i-
glio del penultimo direttore della polizia (
una carica in cui c molta rotazione), sta-
to ucciso in un lussuoso quartiere nei din-
torni di Tegucigalpa da un commando ar-
mato. Suo padre, Ricardo Ramrez del Cid,
lex direttore della polizia, ha chiesto di
aprire uninchiesta sullattuale direttore,
Juan Carlos Bonilla, per possibili legami
con il crimine.
Juan Carlos Bonilla detto el Tigre: lo
stesso uiciale accusato dieci anni fa da
Mara Luisa Borjas di dirigere un gruppo di
poliziotti che uccidevano presunti delin-
quenti a San Pedro Sula.
Perch San Pedro Sula la citt pi vio-
lenta del mondo? E perch lHonduras il
paese pi violento del mondo? impossibi-
le dare una risposta soddisfacente. Ma di
certo oggi c una domanda ancora pi ur-
gente per capire la condizione degli hondu-
regni: come si vive in un posto dove non ci
si pu idare di nessuno, neanche della po-
lizia? Tutte le risposte convergo-
no verso un solo colpevole che ha
cambiato le carte in tavola, tra-
sformando in potenti i cattivi e in
cattivi i buoni. Quando parlano
di questo colpevole di solito gli
esperti si riferiscono a San Pedro Sula, ma
la loro analisi funziona anche per spiegare
quello che succede nel resto del paese.
Migdonia Ayestas dirige listituto uni-
versitario Democracia paz y seguridad, un
uicio che fa capo allUniversidad nacional
de Honduras e coordina un osservatorio
sulla violenza voluto dalle Nazioni Unite.
Secondo Ayestas, non esiste uninchiesta
criminale esaustiva in grado di spiegare le
cause e i motivi di questa violenza. Ma i da-
ti preliminari messi a disposizione dalle
autorit indicano che, dietro questondata
di criminalit, ci sia il narcotraico prove-
niente dal Sudamerica.
Elvis Guzmn, portavoce della procura
di San Pedro Sula, aferma: Gli omicidi, lo
spaccio e le gang pi o meno legate alla cri-
minalit organizzata sono una parte del
problema pi grande del narcotraico. Non
lo possiamo negare. il problema attuale.
Qui ce n parecchio.
Il commissario Amlcar Meja Rosales,
capo della polizia a San Pedro Sula (si ap-
pena trasferito da Tocoa, un dipartimento
dove arrivano i maggiori quantitativi di
droga dallAmerica meridionale e dove in
corso una lotta per la terra tra i contadini e
le guardie dei proprietari terrieri), sostiene:
LHonduras il paese dellAmerica Cen-
trale pi vulnerabile per il passaggio della
droga dal sud al nord. Ed facile capire
perch: i grandi narcotraicanti pagano lo
stoccaggio e il trasporto con la droga, non
in contanti. E la lotta tra gli spacciatori lo-
cali per il controllo dei territori e dei merca-
ti sta facendo aumentare gli omicidi.
Dettagli
Da quando Carlos Lpez sparito, pi di
sedici mesi fa, a sua moglie torna sempre in
mente un dettaglio che ancora non si spie-
ga: perch il commando che ha
fatto irruzione in casa continua-
va a chiedere droga, armi e infor-
mazioni su una persona che chia-
ramente non conoscevano e non
avevano mai visto in faccia? Lei
convinta che a portarsi via Carlos siano sta-
ti dei poliziotti, per questo vuole che qual-
cuno le dica dove si trova suo marito, se
vivo o morto. Finora n la procura per i di-
ritti umani dellHonduras n la polizia si
sono espresse sulle sparizioni di Carlos
Lpez, di Reynaldo Cruz e degli altri scom-
parsi.
Prima di salutarci, la madre e la iglia di
Carlos mi portano in un terreno brullo a
mezzo chilometro da casa loro. uno
spiazzo di circa venticinque metri quadri.
Attaccato agli alberi e avvolto intorno al ilo
spinato di un recinto, c un nastro giallo
con su scritto non oltrepassare. Proprio
qui, tre giorni fa, la polizia ha trovato un ci-
mitero clandestino. Ci dovrebbero essere
almeno tre cadaveri sotterrati, presunte
vittime della gang Barrio 18.
Mentre aspettiamo che arrivi lautista
che ci porter via da Chamelecn, la madre
domanda: Lambasciata degli Stati Uniti
dar asilo a gente come noi?. Ha paura che
gli stessi uomini che hanno sequestrato il
marito tornino a cercare anche loro. pre-
occupata per sua iglia. Prima di partire, un
pick-up della polizia si aianca alla nostra
macchina. Arrivano dal cimitero clandesti-
no. Incrociamo lo sguardo degli agenti:
sono seri.
Gli occhi della bambina si riempiono di
tutta la rabbia di cui capace una dodicen-
ne. Eccoli, quei maledetti, sussurra
quando il pick-up ormai lontano. ufr
I dati preliminari delle
autorit indicano che,
dietro a questondata
di criminalit, ci sia il
narcotraico
proveniente dal
Sudamerica
50 Internazionale 997 | 25 aprile 2013
Inchiesta
J
os Baltasar Plaza illustra la sua
missione con una metafora:
Sono qui per la potatura. I ra-
mi da tagliare a cui si riferisce
sono i bilanci delle squadre di
calcio spagnole. Plaza ha 54 an-
ni, fa lavvocato e dal 2011 amministratore
concorsuale del Rayo Vallecano. Un giudice
di Madrid lha incaricato di risanare le i-
nanze del club e ridurre il debito di 60 mi-
lioni. Da allora Plaza taglia salari, vende
giocatori, rinegozia scadenze con i credito-
ri e paga tasse accumulate. Dal suo elegante
uicio di Madrid gestisce a colpi di austerit
la squadra e altre imprese sottoposte a pro-
cedure concorsuali. Come Plaza, decine di
revisori, economisti e ispettori del fisco
hanno vissuto lesperienza a volte com-
plessa, altre ingrata di risanare le inanze
di qualche squadra di calcio spagnola. Dal
2004, 19 dei 42 club che militano nella pri-
ma e nella seconda divisione si sono appel-
lati al concurso de acreedores, la procedura
fallimentare regolata dalla ley concursal, ap-
provata nel 2003. Se si aggiungono le squa-
dre retrocesse in terza divisione la lista si
allunga ancora. I professionisti chiamati a
risanare i conti dei club sono nella posizione
ideale per raccontare la bolla calcistica spa-
gnola. La diagnosi di questi amministratori,
scelti dai giudici e pagati dalle squadre che
devono risanare, unanime: negli ultimi
anni il calcio spagnolo stato gestito in mo-
do disastroso. Il denaro stato sperperato
in ingaggi spropositati e in provvigioni so-
spette, mentre il isco e le amministrazioni
mostravano una sorprendente disponibilit
a rinegoziare i debiti.
Nel luglio del 2011 un giudice di Alicante
ha incaricato Alfonso Garca Corts di ge-
stire lHrcules, la prima squadra di calcio
della citt, appena retrocessa in seconda
divisione e con debiti per 60 milioni di euro.
Fino a quel momento Garca Corts non
sapeva niente di calcio e non distingueva
un portiere da un terzino. Ma aveva seguito
un gran numero di procedure concorsuali
per decine di aziende: imprese immobiliari,
fabbriche di torroni, industrie tessili. I debi-
ti dellHrcules non erano superiori a quelli
di altre aziende, ma la vicenda era molto
delicata dal punto di vista sociale. Avevano
i conti pignorati e in banca erano in rosso di
300mila euro, racconta Garca Corts.
Gli stipendi della stagione precedente non
erano stati pagati e cerano debiti nei con-
fronti della previdenza sociale, del isco e
dei fornitori. Da quattro mesi lHrcules
non pagava le bollette di luce e acqua. Il
club era coinvolto in 40 procedimenti giu-
diziari, e lunico patrimonio che le era rima-
sto erano le coppe vinte e i giocatori.
LHrcules di propriet di Enrique Or-
tiz, imprenditore nel settore immobiliare e
dello smaltimento dei riiuti, imputato nel
caso Brugal, uno scandalo di corruzione
scoppiato nel 2006. Dopo la promozione in
prima divisione, inquinata da sospetti di
partite truccate, Ortiz aveva ingaggiato il
centravanti David Trezeguet, ex nazionale
francese, e il paraguaiano Nelson Valdez. Il
monte stipendi ammontava a 26 milioni di
euro, e dopo la retrocessione il buco di bi-
lancio era ingestibile.
Insieme a un economista della societ
di consulenza Kpmg, Garca Corts ha im-
posto al club una terapia durto. I giocatori
che avevano mercato sono stati venduti,
mentre gli altri sono stati svincolati per non
dover pagare gli ingaggi. Un ristretto grup-
po di giocatori tra cui Rufete (ex del Valen-
cia e del Mlaga, 500mila euro di stipendio
lordo) e Piet Velthuizen (600mila) ha im-
pugnato il contratto per non lasciare il club.
Convinti di non poter ottenere un ingaggio
migliore sul mercato, hanno preteso il ri-
spetto degli obblighi contrattuali.
A quel punto gli amministratori hanno
seguito la strada gi sperimentata con altre
aziende: hanno applicato il procedimento
per i licenziamenti collettivi (lexpediente de
regulacin de empleo, Ere), ofrendo ai cal-
ciatori unindennit pari a venti giorni di
retribuzione per ogni anno di contratto.
Se scoppia
il pallone
Rafael Mndez, El Pas, Spagna
Stipendi altissimi. Bilanci truccati. Debiti milionari.
La giustizia ha cominciato a mettere ordine nel
mondo del calcio spagnolo. Che per anni ha vissuto
senza regole e al di sopra delle sue possibilit
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Internazionale 997 | 25 aprile 2013 51
Una proposta ino ad allora impensabile nel
mondo del calcio, dove i giocatori ricevono
cospicui indennizzi per cambiare squadra.
La giustizia ha dato ragione al club. Se
lEre non fosse andato a buon ine saremmo
falliti, spiega Garca Corts.
Di solito ridurre il monte ingaggi la pri-
ma mossa di ogni amministratore. Jos Bal-
tasar Plaza ha assunto il controllo del Rayo
Vallecano nellestate del 2011. Contro ogni
pronostico, la squadra era stata appena pro-
mossa in prima divisione, ma i calciatori
non ricevevano lo stipendio da dieci mesi. Il
presidente, Jos Mara Ruiz-Mateos, aveva
lasciato il club con 60 milioni di euro di de-
biti, 35 dei quali con il isco. Plaza racconta
di aver trovato diverse sorprese nei libri
contabili. Cerano vari tipi di contratto. A,
B, C e D. Gli ingaggi erano molto elevati,
spiega. Sul libro paga cera perino un prete,
che incassava bonus diversi a seconda dei
risultati ottenuti dalla squadra. Gli ammini-
stratori hanno cominciato a ridurre drasti-
camente il monte salari. Al capitano Movil-
la (36 anni) lingaggio stato ridotto da
900mila a 325mila euro. Un tribunale ha
stabilito che let di uno sportivo pu giusti-
icare una riduzione del suo stipendio.
A ben vedere, Plaza non ha molti legami
con Vallecas, il quartiere popolare di Ma-
drid dove ha sede la squadra del Rayo. Il suo
uicio si trova nellesclusivo Paseo de Pin-
tor Rosales, in centro. Sulla sua scrivania ci
sono fotograie che lo ritraggono in compa-
gnia del difensore del Real Madrid Pepe e
di Juanito, vecchia gloria del club, morto nel
1992. Plaza conosce bene il mondo del cal-
cio. E in qualit di amministratore del Rayo
Vallecano si scontrato non solo con i gio-
catori ma anche con lallenatore, Jos
Ramn Sandoval, che aveva incassato
180mila euro dalla societ dieci giorni pri-
ma dellavvio della procedura concorsuale.
Al termine della stagione Plaza e i suoi due
collaboratori un economista e un ispettore
del isco hanno deciso di non confermare
Sandoval anche se aveva salvato la squadra
dalla retrocessione. La separazione stata
gestita con grande freddezza, come nelle
multinazionali.
Sfoltire lorganico
Di solito allinizio gli amministratori straor-
dinari non vanno molto a genio ai calciatori.
Lavvocato Damin Mora Tejada era a capo
del Murcia quando il club retrocesso in
seconda divisione ed stata chiesta la pro-
cedura concorsuale: Avevamo un organico
molto oneroso, con ingaggi da prima divi-
sione, dice. I calciatori erano mercenari
senza alcun legame con la squadra o con la
citt. Mora abbonato del Murcia dal
1966, e non si perde una partita. La passio-
ne sportiva non gli ha per impedito di am-
mettere che la cosa migliore capitata al
club stata la successiva retrocessione in
terza divisione. In questo modo Mora ha
potuto sfoltire lorganico pi facilmente.
Per forza di cose gli amministratori dei
club insolventi sono sempre nel mirino del-
le critiche dellAssociazione dei calciatori
spagnoli (Afe). Secondo il consulente giuri-
dico dellAfe Santiago Nebot, gli ammini-
stratori caricano a testa bassa contro gli
sportivi senza considerare che la colpa dei
disastri inanziari quasi esclusivamente
dei dirigenti. Nebot convinto che i calcia-
tori vivano in una sorta di realt parallela
solo perch il loro percorso professionale
molto diverso da quello degli altri lavora-
tori. Di conseguenza, imporre ai giocatori il
licenziamento collettivo, come ha fatto
lHrcules, ingiusto. I contratti dei calcia-
tori durano pochi anni, quindi pagare 20
giorni per ogni anno di contratto signiica
sostanzialmente licenziarli senza indenniz-
zo. Secondo Nebot, il problema che la
Lega calcio spagnola non fa retrocedere i
club che non pagano, al contrario di quello
che succede in altri paesi. In realt nel 2011
entrata in vigore una riforma che impone
la retrocessione alle squadre insolventi, ma
non mai stata applicata.
Il revisore contabile Vicente Andreu
stato nominato alla guida del Levante, la
seconda squadra di Valencia, nel 2008. La
squadra era appena retrocessa e aveva de-
biti per 83 milioni di euro. Anche Andreu
conosceva il mondo del calcio, e aveva fatto
parte del consiglio direttivo del Valencia,
rivale storica del Levante: Mi dicevano:
arrivato un choto (cos sono chiamati i tifosi
del Valencia) a darci il colpo di grazia. Pri-
ma di arrivare al Levante, si era occupato
delle procedure concorsuali di altre impor-
Tifosi spagnoli assistono alla partita Svizzera-Spagna a Ginevra, 16 giugno 2010
Inchiesta
tanti aziende. Nel suo uicio di Valencia,
ricorda una riunione con i calciatori prima
dellinizio della stagione. I giocatori minac-
ciavano di non allenarsi se non avessero ri-
cevuto lo stipendio: Gli ho spiegato cos
una procedura concorsuale. Ho detto che a
partire da quel momento avrebbero ripreso
a incassare lo stipendio, ma che i crediti
precedenti sarebbero stati congelati ino al
raggiungimento di un accordo. Poi gli ho
chiesto di fare la loro parte, perch in caso
di retrocessione il club rischiava di sparire.
A quel punto uno dei calciatori, stravaccato
su una sedia, lo ha interrotto. Va bene, ma
lei non venuto qui a dirci quanto dobbia-
mo guadagnare, vero?. Mi ha lasciato di
stucco. Credono che tutto gli sia dovuto.
Alcuni guadagnavano pi di un milione di
euro, e non volevano rinunciare a nulla.
Alla ine si sono accordati per un Ere.
Gli amministratori del Levante hanno
imposto un tetto salariale di 350mila euro e
hanno concesso pieni poteri al settore tec-
nico, a condizione che non ci fossero com-
missioni e trasferimenti da pagare. Lanno
dopo sono arrivati Ballesteros, Juanfran,
Valdo e altri veterani sul viale del tramonto.
Allinizio gli amministratori non erano mol-
to convinti della qualit dei nuovi arrivi.
Andreu ricorda di aver chiesto al direttore
sportivo se era sicuro dei giocato-
ri presi. Per quello che sono co-
stati devono avere per forza qual-
che difetto, ha risposto il diretto-
re sportivo. In realt di difetti ne
avevano pochi. Alle dipendenze
di un allenatore sconosciuto, Luis Garca, la
squadra, fatta di veterani e giovani della pri-
mavera, riuscita a non retrocedere e nel
2010 stata promossa in prima divisione.
Fino a qualche anni fa Jos Antonio
Bosch non aveva alcun rapporto con il mon-
do del calcio. Poi, nel novembre del 2010,
stato incaricato dalla giudice Mercedes Ala-
ya di amministrare le azioni del Betis in
possesso di Manuel Ruiz de Lopera, che
controllava il 51 per cento della societ. Lex
presidente del club coinvolto in un com-
plicato procedimento penale che riguarda
la propriet della squadra. Il Betis in una
situazione molto delicata: ha un ammini-
stratore giudiziario per il processo penale e
tre amministratori straordinari per la pro-
cedura concorsuale (il club ha 100 milioni
di euro di debiti).
Bosch racconta di aver trovato molte
stranezze nei conti della societ. I giocato-
ri ricevevano il 20 per cento dellingaggio
nei primi dodici mesi e il resto in cambiali
da riscuotere negli anni successivi. cos
che si accumulato il debito. Secondo
Bosch i mali del calcio nascono dal fatto che
il mercato degli ingaggi goniato, e alle
societ sportive non si applicano le regole
che valgono per le altre aziende. Lavvoca-
to indica un altro fattore cruciale, sottoline-
ato da tutti gli amministratori straordinari:
tutto questo non sarebbe stato possibile
senza la connivenza delle pubbliche ammi-
nistrazioni. Secondo Bosch, il isco ha con-
cesso alle societ sportive un trattamento
speciale. A molti cittadini comuni avrebbe
fatto parecchio comodo ottenere le stesse
proroghe concesse al Betis. Ma le respon-
sabilit non sono solo del isco. Gli ammini-
stratori del Betis hanno scoperto che da
dieci anni il comune non esigeva dal club n
limposta sugli immobili (lIbi) n quella
sulle attivit economiche.
Il 10 gennaio 2013 il Deportivo La Co-
rua stato lultimo club ad aggiungersi
alla lista delle societ sottoposte a procedu-
ra concorsuale. La squadra galiziana ha de-
biti per 156 milioni di euro (di cui
40 nei confronti del fisco), che
hanno una lunga storia. Nel 2003
limpresa Mondo Ibrica aveva
costruito dei campi di erba sinte-
tica per il Deportivo. Quasi dieci
anni dopo ha chiesto al tribunale di avviare
la procedura concorsuale perch il club non
aveva ancora pagato i 365mila euro dovuti.
Csar Lendoiro, presidente del Deportivo,
ha pagato il debito per far ritirare la richie-
sta. Per un club, infatti, meglio che la pro-
cedura concorsuale sia volontaria piuttosto
che forzata da un creditore.
Francisco Prada Gayoso uno dei due
amministratori del Deportivo. Anche lui ha
una certa esperienza nella gestione di squa-
dre di calcio. Galiziano emigrato a Madrid,
prima del Deportivo ha gestito la procedura
concorsuale dellOurense e del Celta Vigo.
Nel corso della sua carriera ha seguito pi di
duecento procedure concorsuali, ma quan-
do ha cominciato a occuparsi di calcio non
ne sapeva nulla. Prada ha unidea precisa di
come abbia fatto il Deportivo ad accumula-
re il suo debito con il isco: Questa situa-
zione stata resa possibile grazie alla tolle-
ranza dei creditori. Il rapporto a cui allude
Prada la durissima analisi dei conti del
club presentata il 20 marzo. Per cinque anni
il Deportivo non ha presentato i bilanci al
registro delle imprese, e dalla stagione
2006-2007 ha cominciato a effettuare
operazioni di rivalorizzazione contabile
dei suoi attivi contrarie alle leggi sulla con-
tabilit. Dal 2006 il club sottoposto a una
procedura di liquidazione e da allora ha fat-
to ricorso a una serie di artiici contabili.
Quando non ha avuto pi margini di mano-
vra ha smesso di pagare il isco e la previ-
denza sociale.
Alcuni giorni prima dellavvio della pro-
cedura concorsuale il Deportivo ha ingag-
giato una nuova quipe tecnica e due cal-
ciatori (Silvio e Assunao), rinnovando an-
che diversi contratti. Gli amministratori la
chiamano la scorpacciata dellorso, cio
la tendenza ad accumulare debiti subito
prima di un periodo di austerit o in vista di
un condono.
Tagli e austerit
Oltre che dai conti incomprensibili e dagli
ingaggi eccessivi, gli amministratori sono
stati colpiti anche dalle vertiginose com-
missioni pagate nel mondo del calcio. I re-
visori del Racing di Santander non hanno
dovuto scavare molto prima di incontrare
pagamenti illeciti. Abbiamo scoperto ope-
razioni molto strane, spiega leconomista
Santiago Ruiz. Il rapporto elaborato a no-
vembre dagli amministratori non solo rive-
la la diicile situazione economica del club
dopo luscita di scena dellinvestitore india-
no Ahsan Ali Syed, ma descrive nei dettagli
quelle spese eccessive e ingiustiicate che
hanno arrecato un grave danno patrimonia-
le al Racing e sono attribuibili in forma indi-
viduale ed esclusiva al presidente e consi-
gliere delegato Francisco Perna, ex segre-
tario del Partito popolare in Cantabria. Tra
le operazioni sospette c il versamento di
965.065 euro a una scuola calcio in Brasile
di cui, per, non esistono tracce.
Il rapporto elenca una sfilza di movi-
menti sospetti. Nel 2007 il Racing ha com-
prato dallAnderlecht lattaccante belga
Mohamed Tchit, pagandolo 5,5 milioni di
euro. La societ ha versato 337mila euro in
52 Internazionale 997 | 25 aprile 2013
I debiti delle squadre
di calcio con il isco
ammontano a 69o
milioni di euro
Da sapere
Debiti delle squadre di calcio della prima divisione
spagnola, miliardi di euro, stagione 2010-2011
Fonte: El Pas
3,361
Totale
1,171
Real Madrid
e Barcellona
Internazionale 997 | 25 aprile 2013 53
commissioni e un milione per unamiche-
vole tra le due squadre che non si mai gio-
cata. Qualcosa di simile successo con lac-
quisto del polacco Euzebiusz Smolarek. Il
club ha pagato commissioni anche per ven-
dere i suoi calciatori: in occasione del tra-
sferimento di Nicola igi al Valencia per
16,9 milioni di euro, ha pagato 841mila euro
alla Meta Image. Ma nel registro del Ra-
cing non esiste traccia di questa mediazio-
ne, spiegano gli amministratori. Nello
stesso gruppo di operazioni igura lacquisto
di unAudi S8 per 84mila euro da parte del
presidente. Dallavvento degli amministra-
tori le spese di rappresentanza dei dirigenti
del Racing sono passate da 127mila a 24.300
euro allanno. Il isco, intanto, ha chiesto
4,9 milioni di euro ad Ali e Perna.
Pagare 600mila euro di commissione
una follia, dice Ruiz. Lamministratore
rimasto a bocca aperta quando ha scoperto
che queste operazioni erano incluse nei libri
contabili, come fossero normali: Tutti era-
no abituati a fare cos perch questo era il
modo di gestire le cose da queste parti.
Perna si difende attaccando: Stanno
cercando qualcuno da incolpare perch non
si dica che sono stati loro a far retrocedere
la squadra. Il presidente convinto che la
situazione del club fosse del tutto normale,
e ha iducia nella giustizia. Secondo Perna,
le spese di rappresentanza erano dovute ai
suoi viaggi nel Golfo Persico per cercare di
vendere il club. La sua conclusione co-
munque amara: Il calcio una pazzia. Se
non compri nuovi giocatori la stampa scrive
che la squadra retroceder. Se invece rin-
forzi lorganico, dicono che hai esagerato.
Con laiuto della Guardia civil (lequiva-
lente spagnolo dellarma dei carabinieri),
gli amministratori del Betis sono riusciti a
documentare il pagamento di commissioni
che inivano nelle tasche dei dirigenti stes-
si. Qui c stato una specie di saccheggio, e
lo abbiamo fatto presente al giudice. Abbia-
mo presentato fatture di commissioni che
sono uscite dal club per poi tornare ai suoi
dirigenti, spiega Bosch. Un rapporto della
Guardia civil ha fatto luce su almeno tre
operazioni fraudolente, tra laltro non par-
ticolarmente complesse. Nel rapporto igu-
ra, per esempio, una commissione da
354mila euro versata dal Betis alla Bastogne
Corporacin per la vendita del turco-brasi-
liano Mehmet Aurelio. Bastogne Corpora-
cin, che non ha dipendenti n licenze per
rappresentare i calciatori, condivide la sede
con altre imprese di Luis Oliver, successore
di Lopera e allora alla guida del club.
Unaltra operazione sospetta quella
legata alla vendita dellattaccante Sergio
Garca al Saragozza. Il Betis ha pagato
580mila euro di commissione per la vendita
del giocatore a una societ intermediaria,
che a sua volta ha versato 489mila euro alla
Bastogne. La societ in questione ha rice-
vuto solo due versamenti nel periodo ana-
lizzato dalla Guardia civil, entrambi per
trasferimenti di giocatori dal Betis.
Una volta al timone delle squadre in dif-
icolt, i men in black incaricati di salvare il
calcio spagnolo scelgono la politica del ri-
gore e tagliano gli ingaggi. Per capire cosa
succede a un club insolvente che viene sot-
toposto a una vera gestione imprenditoriale
si pu osservare loperato di Garca Corts,
amministratore straordinario dellHrcules
per 18 mesi, in carica fino al 23 gennaio.
Lallenatore del Real Madrid Jos Mourinho nello stadio del Siviglia, 17 dicembre 2011
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54 Internazionale 997 | 25 aprile 2013
Inchiesta
Corts non ricorda i nomi dei giocatori, ma
pu sciorinare tutti i conti del club. Sotto la
sua gestione lHrcules passato da un pas-
sivo di 25 milioni, su 26 di fatturato nella
massima serie, a uno di 1,8 milioni in secon-
da divisione. Per questanno previsto un
ritorno in attivo.
Lanno scorso, quando il Betis ha inanel-
lato una serie di risultati negativi, lavvocato
Bosch ha subto forti pressioni. Alla ine,
per, la procedura concorsuale ha prodotto
risultati sportivi ed economici sorprenden-
ti. Abbiamo chiuso il bilancio con un attivo
di 2,5 milioni e abbiamo versato 19 milioni
di euro al isco, di cui cinque di arretrati.
Non credo che ci siano molte aziende a Sivi-
glia che hanno pagato cos tanto. Bosch
punta sulla continuit alla guida tecnica
della squadra: Nessuna azienda pretende
risultati immediati. Non capisco molto di
calcio, ma so che Alex Ferguson al timone
del Manchester United da 27 anni, e l le co-
se funzionano. Non vedo perch non si pos-
sa fare lo stesso qui. impensabile che
unazienda che fattura 47 milioni di euro
debba ricominciare da zero ogni anno.
La situazione del Rayo Vallecano ab-
bastanza simile. La squadra viaggia tran-
quillamente a centro classiica in prima di-
visione e ha il monte ingaggi pi basso del
campionato. In totale la societ paga 6 mi-
lioni in salari, meno dello stipendio di Cri-
stiano Ronaldo. Lanno scorso sono stati
venduti Coke e Michu (la stella della squa-
dra) e questestate probabilmente faranno
le valige anche Lo Baptisto e Lass. E pa-
zienza se i tifosi si lamentano. Non ci la-
sciamo guidare dai capricci. Inizialmente ci
sono stati problemi, perch i calciatori si
credevano intoccabili. Poi hanno visto che
paghiamo gli stipendi ogni mese e che sia-
mo persone serie, spiega Plaza.
Prada Gayoso sottolinea che il problema
non riguarda esclusivamente i dirigenti.
Bisognerebbe domandarsi se i ventimila
azionisti del Deportivo si preoccupano dei
conti o solo dei risultati sportivi. Un impor-
tante dirigente di un club mi ha raccontato
che nel suo consiglio direttivo si parlava so-
lo di quello che succedeva sul campo.
Quando si trattava di discutere di questioni
inanziare tutti uscivano dallaula.
Lavvocato Antonio Gonzlez Bustos,
chiamato allo Sporting Gijn nel 2005, la
pensa allo stesso modo: Mi ha sorpreso
parecchio scoprire che nei club non si appli-
cavano nemmeno i princpi pi basilari
dellimprenditoria. Gli azionisti vogliono
solo che la squadra vinca. Il risultato econo-
mico non gli interessa.
Quando gli amministratori lasciano un
club, di solito propongono ai creditori (gio-
catori, altri club e fornitori) una remissione
del debito non superiore al 50 per cento. Il
isco e la previdenza sociale non concedono
sconti, ma generalmente acconsentono a
spalmare i debiti su cinque anni. Nella mag-
gior parte dei casi i debiti bancari sono mi-
nimi, perch i club non sono considerati af-
idabili e quindi non ricevono prestiti dalle
banche. LHrcules, per esempio, ha un ac-
cordo con il isco che prevede il versamento
di 80mila euro al mese in seconda divisione
e 170mila in prima. Il Levante, che continua
a vendere giocatori nonostante questanno
abbia giocato anche le coppe europee, per
pagare i debiti usa la quota degli incassi per
i trasferimenti che eccede i 600mila euro.
Con larrivo degli amministratori, i debiti
dei club con il isco sono calati, passando
dal 752,3 a 690,4 milioni di euro. A gennaio
la Real Sociedad stato il primo club a usci-
re dallamministrazione controllata.
Un antidoto eicace
Lamministratore del Rayo ancora convin-
to che il calcio possa essere redditizio, se
ben gestito: Con il monte ingaggi pi basso
della prima divisione riusciremo a chiudere
lanno in attivo. La ley concursal sta portan-
do grandi beneici al mondo del calcio. Fi-
nora gli amministratori non han-
no liquidato nemmeno una socie-
t, ma potrebbero essere costretti
a farlo se i club non rispettassero
gli impegni con i creditori. Prada
Gayoso ha una teoria sul perch
nessun club abbia ancora chiuso i battenti.
Quando liquidi unazienda vendi il suo pa-
trimonio e dividi gli incassi tra i creditori.
Ma nel calcio si possono vendere solo i tro-
fei, che interessano esclusivamente ai col-
lezionisti, e i calciatori, da cui non si ricava-
no grandi cifre. Per questo motivo i credito-
ri preferiscono che lattivit vada avanti e
accettano di rinunciare a una parte dei loro
soldi. Nonostante il Deportivo sia in fondo
alla classiica e rischi di retrocedere, il rap-
porto degli amministratori parla di un club
in salute. Prada assicura di non essere stato
inluenzato nella sua valutazione dallim-
patto che avrebbe la chiusura di un squadra
che tredici anni fa ha vinto la Liga. Il calcio
non spacciato. In Spagna c una forte do-
manda, e c gente disposta a sacriicare
tempo e denaro per questo sport. Il proble-
ma evitare le spese eccessive, dice. Con
loro grande sorpresa, gli amministratori
hanno scoperto che il calcio un afare rela-
tivamente semplice da gestire. Ho ammi-
nistrato aziende di tutti i settori, e c sem-
pre una componente di incertezza. Quando
si pianiica unoperazione commerciale esi-
stono rischi: non si sa quanta merce sar
venduta, come si evolveranno la concor-
renza o il prezzo delle materie prime. Nel
calcio, invece, si sa da subito quali saranno
gli introiti. I diritti televisivi, i biglietti, gli
abbonati e le scommesse sono incassi issi.
Basta solo gestire le spese, spiega Prada.
Solo il tempo dir se la ley concursal e la
rinegoziazione dei debiti sono lantidoto
giusto per i mali del calcio. Per il momento
sono una forma di salvataggio che penaliz-
za i club senza troppi debiti, come lHuesca,
il Numancia, il Ponferradina o lAlcorcn. Il
Mlaga, per esempio, era gi sparito una
volta dal panorama calcistico, nel 1993.
Cinque anni fa, dopo essere stato rifondato,
ha subto una procedura concorsuale. Do-
po c stato un anno dausterit, ma oggi il
club ha di nuovo molti debiti. La squadra
dello sceicco Al Thani stata punita
dallUefa per i mancati pagamenti, e lanno
prossimo non potr giocare le competizioni
europee se non dimostrer di aver saldato i
conti con il isco.
Il caso che fa ben sperare per il futuro,
invece, quello del Levante, che dopo la
ine della procedura concorsuale ha man-
tenuto una gestione rigorosa. Sandalio G-
mez, professore alla Iese business school
delluniversit di Navarra, si
interessato al club nel gennaio
del 2011. La squadra aveva gio-
cato malissimo il girone dandata
in prima divisione, e aveva solo
15 punti, ricorda. Quando ho
incontrato il presidente, Quico Cataln, gli
ho chiesto se avrebbe acquistato nuovi gio-
catori, come fanno le squadre in diicolt.
Mi ha risposto di no, assicurandomi che
lorganico e lallenatore erano validi. E se
la squadra fosse retrocessa pazienza, cos
che va il calcio. Invece di fare altri acquisti,
ha organizzato un concorso di disegno per
i igli degli abbonati e una paella collettiva
per calciatori e tifosi. In quel momento ho
capito che la procedura concorsuale era
stata una cura eicace. Il Levante ha di-
sputato un girone di ritorno sensazionale e
si salvato senza problemi. ancora in pri-
ma divisione e gioca anche in Europa. A
volte, anche se raramente, i giusti sono
premiati. u as
Solo il tempo dir se
rinegoziare i debiti la
cura giusta per i mali
del calcio spagnolo
56 Internazionale 997 | 25 aprile 2013
Scienza

L
a terra ha i suoi con-
ini, ma la stupidit
umana senza limi-
ti, scriveva Gusta-
ve Flaubert. Com-
menti coloriti e ful-
minanti sulla fatuit dei suoi simili riempi-
vano molte delle lettere che scriveva a
Louise Colet, la poetessa francese che gli
ispir Madame Bovary. Vedeva la stupidit
ovunque, dai pettegolezzi dei piccolobor-
ghesi alle conferenze degli accademici. Ne-
anche Voltaire sfuggiva alle sue critiche.
Consumato da questa ossessione, dedic i
suoi ultimi anni a raccogliere migliaia di
esempi per una sorta di enciclopedia della
stupidit. Mor prima di poter completare la
sua grande opera, e alcuni attribuiscono la
causa della sua morte improvvisa, allet di
58 anni, alle frustranti ricerche per scrivere
quel libro. Anche documentare la vastit
della stoltezza umana pu sembrare unim-
presa sciocca, e questo spiegherebbe per-
ch gli studi sullintelligenza, in genere, si
concentrano sullaltra estremit dello spet-
tro. Tuttavia, lampiezza stessa dello spettro
solleva molti interrogativi afascinanti. Se
essere intelligenti un vantaggio cos gran-
de, per esempio, perch non lo siamo tutti
allo stesso modo? O forse nellesserlo c
qualche svantaggio che a volte permette ai
meno intelligenti di avere la meglio? E per-
ch anche le persone pi intelligenti tendo-
no a commettere delle sciocchezze? Sem-
bra che gli strumenti usati normalmente
per misurare lintelligenza, in particolare il
Il senso
della stupidit
Sally Adee, New Scientist, Regno Unito
Perch anche le persone intelligenti si comportano in modo stupido? Capirlo
potrebbe spiegare molte catastroi sociali. Come lattuale crisi economica
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Internazionale 997 | 25 aprile 2013 57
calcolo del quoziente dintelligenza (Qi),
abbiano poco a che fare con i comporta-
menti illogici e irrazionali che tanto infasti-
divano Flaubert. Si pu essere molto intel-
ligenti e al tempo stesso molto stupidi. Una
maggiore comprensione dei fattori che
spingono persone brillanti a prendere deci-
sioni sbagliate sta cominciando a far luce su
molte delle grandi catastroi sociali, com-
presa la recente crisi economica. Ma la cosa
pi interessante che dalle ultime ricerche
emergono alcuni consigli su come evitare
questo problema.
Test sbagliati
Lidea che lintelligenza e la stupidit siano
semplicemente i due estremi di un unico
spettro sorprendentemente moderna. Il
teologo rinascimentale Erasmo da Rotter-
dam deiniva la follia in latino stultitia co-
me unentit a s, che discendeva dal dio
della ricchezza e dalla ninfa della giovinez-
za. Altri la vedevano come una combinazio-
ne di vanit, testardaggine e imitazione. Fu
solo a met del settecento che la stupidit
fu associata a unintelligenza mediocre,
spiega Matthijs van Boxsel, uno storico
olandese che ha scritto molti libri sul tema.
In quel periodo sal al potere la borghesia,
e con lilluminismo la ragione divent la
nuova norma, spiega, rendendo ogni uo-
mo responsabile del suo destino.
I tentativi pi recenti di studiare le varia-
zioni dellintelligenza umana si sono con-
centrati sui test per stabilirne il quoziente,
attribuendo un numero alle capacit men-
tali di ognuno. In realt misurano solo la
capacit di ragionamento astratto, spiega lo
psicologo Richard Nisbett delluniversit
del Michigan. Se avete un Qi di 120 non
avrete diicolt a capire il calcolo integrale.
Con 100, potrete impararlo ma dovete im-
pegnarvi molto. Con 70, non avete nessuna
speranza. Sono uno strumento di misura
che sembra prevedere chi avr successo a
livello accademico e professionale.
I fattori che determinano dove ci collo-
chiamo sulla scala del Qi sono vari. Proba-
bilmente la nostra intelligenza dipende per
un terzo dallambiente in cui siamo cresciu-
ti, per esempio dal tipo di alimentazione e
dal grado di istruzione ricevuti. I geni, da
parte loro, determinano il 40 per cento del-
le diferenze tra due persone. Sembra che
nel cervello delle persone pi intelligenti ci
siano reti di collegamenti pi eicienti tra i
neuroni. Questo pu determinare la loro
capacit di usare la memoria di lavoro a
breve termine per collegare idee disparate
e trovare rapidamente strategie per risolve-
re i problemi, spiega Jennie Ferrell, psicolo-
ga delluniversit del West England: Le
connessioni sono la base biologica dei col-
legamenti mentali.
Queste variazioni dellintelligenza han-
no spinto qualcuno a chiedersi se possedere
capacit superiori ha un costo, altrimenti
perch non siamo tutti geni? Purtroppo,
diicile dimostrarlo. Per esempio, qualcu-
no ha ipotizzato che la depressione sia pi
comune tra le persone intelligenti e porti a
un pi alto tasso di suicidi, ma nessuno
riuscito a confermarlo. Da uno dei pochi
studi sugli svantaggi dellintelligenza
emerso che durante la seconda guerra
mondiale i soldati con un Qi pi alto erano
quelli che avevano pi probabilit di mori-
re. La diferenza, tuttavia, era minima e altri
fattori potevano aver distorto i dati. In alter-
nativa, le variazioni del livello di intelligen-
za possono essere dovute a un fenomeno
chiamato deriva genetica, avvenuto dopo
che la civilt ha superato alcune delle dii-
colt che hanno stimolato levoluzione del
nostro cervello. Gerald Crabtree delluni-
versit di Stanford uno dei principali so-
stenitori di questa ipotesi. Fa notare che la
nostra intelligenza dipende da un numero
di geni che vanno da duemila a cinquemila
e che mutano continuamente. Nel lontano
passato, i portatori di mutazioni che rallen-
tavano lo sviluppo mentale non sopravvive-
vano e quindi non potevano trasmettere i
loro geni, ma Crabtree ipotizza che quando
le societ umane sono diventate pi colla-
borative, le persone che pensavano pi len-
tamente potevano appoggiarsi a quelle che
avevano qualit intellettive superiori. In re-
alt, aggiunge, una persona dellanno mille
aC inserita nella societ moderna sarebbe
uno dei nostri amici pi brillanti.
Questa teoria spesso chiamata ipotesi
dellidiocrazia, che immagina un futuro
in cui la rete di sicurezza sociale avr creato
il deserto intellettuale. In realt non mai
stata dimostrata. diicile calcolare il livel-
lo di intelligenza dei nostri antenati, e nel
passato recente il Qi medio leggermente
aumentato. Questo smentisce lipotesi che
le persone meno intelligenti abbiano pi i-
gli e che quindi il livello di intelligenza si stia
abbassando, afferma lo psicologo Alan
Baddeley delluniversit di York. A ogni
modo, alcuni sviluppi recenti hanno porta-
to molti a presupporre che il pensiero uma-
no abbia pi dimensioni di quelle misurate
dal Qi, e potrebbe essere necessario rivede-
re completamente le teorie sullevoluzione
dellintelligenza. Chi li contesta fa notare
che il punteggio ottenuto nei test per deter-
minare il quoziente dintelligenza pu esse-
re facilmente distorto da fattori come la di-
slessia, il livello di istruzione e la cultura di
appartenenza. Probabilmente non supe-
rerei un test di intelligenza preparato da un
sioux del settecento, dice Nisbett. Inoltre,
persone che non superano gli 80 punti pos-
sono comunque parlare diverse lingue e
perino architettare complesse frodi inan-
ziarie. Al contrario, un alto quoziente intel-
lettivo non garantisce un comportamento
razionale: pensate agli scienziati che si osti-
nano a negare il cambiamento climatico.
Era proprio questa incapacit di soppe-
sare i fatti e di prendere decisioni sensate
che faceva imbestialire Flaubert. A dife-
renza dello scrittore francese, molti scien-
ziati evitano di parlare di stupidit. Non
un termine scientiico, sostiene Baddeley.
Ma lintuizione di Flaubert che lillogicit
pu danneggiare anche la mente pi bril-
lante sta cominciando ad attirare lattenzio-
ne degli studiosi. Ci sono persone intelli-
genti che si comportano in modo stupido,
spiega Dylan Evans, psicologo e scrittore
che studia i rapporti tra emotivit e intelli-
genza. Come si spiega questo apparente
paradosso? Una possibile teoria quella
proposta da Daniel Kahneman, un cogniti-
vista delluniversit di Princeton che ha ri-
cevuto il Nobel per leconomia per i suoi
studi sul comportamento umano. Un tem-
po gli economisti erano convinti che gli es-
seri umani fossero intrinsecamente razio-
nali, ma Kahneman e il suo collega Amos
Tversky hanno scoperto che non cos. Per
elaborare le informazioni, dicono, il nostro
cervello pu accedere a due sistemi diversi.
I test di intelligenza ne misurano solo uno,
il processo cosciente, che svolge un ruolo
fondamentale nel risolvere i problemi. Ma
nella vita quotidiana, quello che usiamo di
pi il nostro intuito. Tanto per cominciare,
sono stati questi meccanismi intuitivi a ga-
rantirci un vantaggio evolutivo, ofrendoci
le scorciatoie cognitive che ci aiutano ad
afrontare il sovraccarico di informazioni.
Sembra che nel cervello delle
persone pi intelligenti ci siano reti
di collegamenti pi eicienti tra i
neuroni
Scienza
Di queste scorciatoie fanno parte pregiudizi
cognitivi come la tendenza a usare stereoti-
pi, a cercare conferma delle proprie convin-
zioni, a opporre resistenza allambiguit,
cedendo quindi alla tentazione di accettare
la prima soluzione a un problema che ci vie-
ne in mente anche se palesemente non la
migliore. Anche se questi pregiudizi, cosid-
detti euristici, in certe situazioni possono
aiutarci, se li accettiamo in modo acritico
possono anche indebolire il nostro giudizio.
Per questo motivo, lincapacit di ricono-
scerli o di resistergli alla radice della stupi-
dit. Nel cervello non abbiamo un inter-
ruttore che ci permette di decidere user
gli stereotipi solo per i ristoranti ma non per
le persone, spiega Ferrell. una facolt
che va appresa.
Dato che la stupidit non ha nulla a che
vedere con il Qi, per capirla ci vuole un test
che misuri la nostra propensione al pregiu-
dizio. Una proposta in questo senso lha
fatta Keith Stanovich, un cognitivista
delluniversit di Toronto, in Canada, che
sta studiando un possibile quoziente di ra-
zionalit (Qr) per valutare la nostra capacit
di evitare i pregiudizi cognitivi. Consideria-
mo questa domanda, che mette in evidenza
lefetto ambiguit: Jack sta guardando An-
ne ma Anne sta guardando George. Jack
sposato e George scapolo. Una persona
sposata ne sta guardando una che non lo ?
Le possibili risposte sono s, no, non
possiamo saperlo. La maggior parte delle
persone risponder non possiamo saper-
lo, semplicemente perch la prima cosa
che gli viene in mente, ma a unanalisi pi
attenta evidente che la risposta s. Il
Qr misurerebbe anche lintelligenza del ri-
schio, vale a dire la capacit di stimare cor-
rettamente le probabilit. Per esempio,
tutti sopravvalutiamo le probabilit di vin-
cere alla lotteria, dice Evans, e sottovalutia-
mo quella di dover divorziare. Una scarsa
intelligenza del rischio pu portarci a fare
scelte sbagliate senza rendercene conto.
Come si fa a stabilire se abbiamo un
quoziente di razionalit alto? Stanovich ha
scoperto che, a diferenza del Qi, il Qr non
dipende dai geni n da fattori ambientali o
culturali. Dipende pi che altro da quella
che si chiama metacognizione, vale a dire
dalla capacit di valutare le nostre cono-
scenze. Le persone che hanno un Qr alto
hanno acquisito una serie di strategie per
potenziare questa consapevolezza di s. Il
sistema pi semplice prendere la risposta
intuitiva a un problema e considerare anche
quella opposta prima di decidere. Questo ci
aiuta a capire meglio quello che sappiamo e
quello che non sappiamo.
Ma anche le persone che hanno un Qr
naturalmente alto possono essere inganna-
te da circostanze che sfuggono al loro con-
trollo. Individualmente possiamo avere
grandi capacit cognitive, ma lambiente
a dettare i nostri comportamenti, spiega
Ferrell. Come avrete sperimentato anche
voi, le distrazioni emotive possono essere le
principali cause di errore. Sentimenti come
il dolore o lansia ingombrano la memoria
di lavoro, lasciandoci meno risorse per va-
lutare quello che succede nel mondo che ci
circonda. In questi casi tendiamo a ricorre-
re ai pregiudizi euristici per trovare una via
duscita facile. Secondo Ferrell, questo
spiega anche la cosiddetta minaccia degli
stereotipi, lansia che provano i gruppi mi-
noritari quando sanno che i loro risultati
potranno essere visti come la conferma di
un pregiudizio gi esistente. stato dimo-
strato pi volte che questo inluisce sul ri-
sultato dei test.
Come hanno scoperto Andr Spicer e
Mats Alvesson, forse non c nulla che inco-
raggi la stupidit pi delle pratiche di certe
aziende. Al momento di questa scoperta,
Spicer della Cass business school di Londra
e Alvesson delluniversit svedese di Lund,
avevano deciso di indagare su come le orga-
nizzazioni pi prestigiose trattano le perso-
ne molto intelligenti. Ma ben presto hanno
dovuto rinunciare alla loro tesi di partenza.
Continuavano a trovare uno schema ricor-
rente: certe organizzazioni, soprattutto le
banche dinvestimento, le agenzie pubblici-
tarie e quelle di consulenza, di solito assu-
mono persone altamente qualiicate. Ma,
dice Spicer, siamo rimasti colpiti dal fatto
che quelle persone perdevano proprio le
capacit per le quali erano state assunte,
fenomeno che i due studiosi hanno deinito
stupidit funzionale.
A spiegarlo proprio il contrasto tra pre-
giudizi e razionalit. Allinizio non faceva-
mo riferimento a Kahneman nella nostra
ricerca, racconta Spicer. Ma a un certo
punto abbiamo cominciato a notare alcuni
collegamenti interessanti con le cose che
aveva osservato. Per esempio, il modo di
lavorare delle organizzazioni di solito atro-
izza lintelligenza del rischio dei loro di-
pendenti. Non cera nessun rapporto di-
retto tra quello che facevano e i risultati,
dice Spicer, quindi non avevano modo di
valutare le conseguenze delle loro azioni.
La pressione ampliicava anche il pregiudi-
zio verso lambiguit. Nelle organizzazioni
complesse lambiguit molto diffusa e
quindi anche il desiderio di evitarla a tutti i
costi, dice Spicer. Le conseguenze di que-
sto possono essere catastrofiche. In una
meta-analisi condotta nel 2012, Spicer e Al-
vesson hanno riscontrato che la stupidit
funzionale stato uno dei fattori che hanno
contribuito a provocare la crisi economica.
Quelle persone erano incredibilmente in-
telligenti, spiegano. Sapevano benissimo
che i titoli ipotecari e i derivati erano un pro-
blema. Ma non solo non dovevano occu-
parsene, se esprimevano i loro dubbi ri-
schiavano anche una sanzione. Il risultato
stato che persone brillanti hanno rinunciato
a comportarsi in modo logico.
La follia dentro di noi
Alla luce della crisi economica, queste sco-
perte confermano la tesi di van Boxsel che
la stupidit pi pericolosa nelle persone
che hanno un alto Qi, perch di solito hanno
maggiori responsabilit: Pi sono intelli-
genti, pi i risultati della loro stupidit pos-
sono essere disastrosi. Per questo, secon-
do Stanovich, il settore inanziario chiede
da anni un buon test per valutare la raziona-
lit. Al momento il test per il Qr non d ri-
sultati sicuri come quello per il Qi, perch
per stabilire una scala che consenta di con-
frontare tra loro gruppi diversi sono neces-
sari molti volontari.
Se mai qualcuno completer lopera di
Flaubert unaltra questione, ma la biblio-
teca del congresso degli Stati Uniti, forse
inconsapevolmente, ha raccolto il testimo-
ne decidendo di archiviare tutti i tweet del
mondo. La presa di coscienza della nostra
stupidit potrebbe aiutarci a evitarla. Forse
Erasmo aveva capito perfettamente il suo
potere su di noi. Sotto le sue immagini della
Follia compare la scritta La follia regna in
me. u bt
P e r r i s p o n d e r e n o n s e r v e s a p e r e s e A n n e s p o s a t a
o m e n o . S e l o , v u o l d i r e c h e l e i l a p e r s o n a s p o s a -
t a c h e n e g u a r d a u n a n o n s p o s a t a ( G e o r g e ) . S e
n o n l o , a l l o r a J a c k l a p e r s o n a s p o s a t a c h e n e
g u a r d a u n a n o n s p o s a t a , c i o A n n e .
58 Internazionale 997 | 25 aprile 2013
La stupidit pi pericolosa nelle
persone che hanno un alto Qi,
perch di solito hanno maggiori
responsabilit
Portfolio
60 Internazionale 997 | 25 aprile 2013
Sguardo
polacco
Una mostra a Varsavia con le immagini di quattro famosi
fotograi polacchi ripercorre la storia di wiat, una rivista
dattualit molto difusa in Polonia nel secondo dopoguerra
N
el secondo dopoguerra il settimanale
wiat (mondo) raccont lattualit
polacca e internazionale grazie a una
formula innovativa, che dava grande
spazio alla fotograia. Ispirandosi alla rivista sta-
tunitense Life e allo stile fotogiornalistico di
Henri Cartier-Bresson, wiat lanci alcuni dei
pi importanti fotograi polacchi.
Oggi una mostra a Varsavia, Cztery razy wiat
(Quattro per wiat), ripercorre la storia della ri-
vista attraverso le immagini di quattro fotograi:
Konstanty Jarochowski (1920-1978), Jan Kosi-
dowski (1922-1992), Wiesaw Prauch (1925-
1992) e Wadysaw Sawny (1907-1991). I quattro
condividevano unidea della fotografia basata
sulla necessit di documentare gli eventi per co-
struire una memoria storica del paese. Volevano
raccontare il presente in modo dinamico, evi-
denziando anche gli aspetti paradossali della vita
quotidiana sotto il regime comunista.
Jarochowski, Kosidowski, Prauch e Sawny
documentarono la Polonia allepoca dei governi
di Bolesaw Bierut e di Wadysaw Gomuka, ma
realizzarono anche una serie di reportage
allestero, visitando Cina, India, Jugoslavia,
Mongolia, Norvegia, Germania Est, Sudan, Italia
e Unione Sovietica. La rivista wiat vendeva cir-
ca 300mila copie ogni settimana. u
Internazionale 997 | 25 aprile 2013 61
Portfolio
62 Internazionale 997 | 25 aprile 2013
Internazionale 997 | 25 aprile 2013 63
A pagina 60-61, foto grande: rugby, 1956, Jan Kosidowski.
A pagina 60, sopra il titolo: due copertine di wiat (da sinistra,
Wadysav Sawny, 1953, e Wiesaw Prauch, 1958).
Qui sopra: festa della liberazione a Varsavia, 22 luglio 1953, Jan
Kosidowski. Qui accanto: un cantiere a Turoszw, in Polonia,
1961, Wiesaw Prauch.
Nella pagina a ianco, in alto: un reportage sullarredamento,
Konstanty Jarochowski, 1959.
In basso, da sinistra: doppia pagina con il reportage Ulica (Stra-
da), Italia, 1957, Konstanty Jarochowski; doppia pagina con un
reportage dallIndia, 1963, Jan Kosidowski.
64 Internazionale 997 | 25 aprile 2013
Portfolio
Internazionale 997 | 25 aprile 2013 65
Nella pagina a ian-
co, in alto: Mosca,
1957, Wadysaw
Sawny. In basso:
Varsavia, 1955,
Wadysaw Sawny.
Qui sopra: il Palazzo
della cultura e della
scienza a Varsavia,
1955, Wiesaw
Prauch. Qui accan-
to: doppia pagina
con un reportage da
Mosca, 1957,
Wadysaw Sawny.
LA MOSTRA
Cztery razy wiat (Quattro per wiat) in
mostra al Museo nazionale di Varsavia ino al
12 maggio 2013. Sono esposte le immagini
scattate dal 1951 al 1969 da quattro fotograi
polacchi che lavoravano per la rivista wiat:
Konstanty Jarochowski, Jan Kosidowski,
Wiesaw Prauch e Wadysaw Sawny.
66 Internazionale 997 | 25 aprile 2013
Viaggi
Unaltra passeggera della nave postale,
Hannah Chadwick, la responsabile del
ministero degli esteri britannico per il terri
torio di SantElena. incredibile!, dice,
mentre una crepa a forma di V tra le scoglie
re dellisola rivela la citt di Jamestown. Ed
territorio del Regno Unito.
Non c un porto, perci sbarchiamo co
me fece Napoleone Bonaparte nel 1815, a
bordo di una barca che ci traghetta dalla na
ve alla riva. Lanno scorso sono arrivati a
SantElena circa ottocento visitatori. Lin
vestimento nellaeroporto presuppone che
per il 2020 ne arrivino altrettanti a settima
na. I santi, come sono chiamati i quattro
mila isolani, sono persone dal carattere
aperto, ma la prospettiva di orde di turisti, si
prevede almeno trentamila lanno, fa loro
storcere la bocca.
Secondo me, non siamo pronti, dice
Pat Williams, che lavora nella banca
dellisola. La parlata, come quella di molti
santi, unafascinante cantilena atlantica
mista ad antiche inlessioni cockney. Biso
gna migliorare le infrastrutture: le strade,
lapprovvigionamento di acqua e la rete
elettrica.
Molti di noi sono scettici nei confronti
del progetto per il nuovo aeroporto. Dob
biamo prenderci le nostre responsabilit
invece di lasciarci comandare da altri. Altri
menti poi inutile lamentarsi che gli isolani
non hanno voce in capitolo. Dobbiamo cer
care di costituire un fronte compatto.
Lidea che SantElena formi un fronte
compatto sembra molto improbabile ap
pena due giorni dopo, quando la nave po
stale parte per la seconda tappa della sua
traversata verso Ascension. Torner a
SantElena solo dopo quattro giorni e da l
salper di nuovo per Citt del Capo. Mentre
la nave sparisce allorizzonte ci accorgiamo
di essere tagliati fuori dal mondo, splendi
damente confinati su unisola talmente
sperduta che non stata mai trovata nean
che dai pirati.
Uccelli tropicali dalle lunghe code on
deggiano tra le scogliere, le onde si infran
gono sui relitti marini nella baia e i due quo
tidiani dellisola riportano le ultime notizie
dal mondo del crimine: Nelle prime ore di
sabato un uomo avrebbe lasciato libero un
cane feroce senza museruola nella zona di
Jamestown. stata aperta unindagine. I
tessitori del Madagascar cinguettano come
passeri. Le alture sovrastano la cittadina. Il
panorama ofre ripidi promontori, brughie
re e rilievi vulcanici, attraversati da strade a
una sola corsia.
Le pendenze e il terreno friabile fanno
di SantElena un posto pericoloso per gli
escursionisti pi avventurosi. Si passa rapi
A
lla quinta mattina della
nostra traversata la luce
color zaffiro del sud
dellAtlantico svanisce
dentro una nube. Una
parete di scogliere a pic
co sul mare si staglia dietro una spessa cor
tina di foschia, come un miraggio antico e
spaventoso. Siamo arrivati a SantElena.
la genesi!, grida un passeggero della
Royal mail ship (la nave del servizio postale
britannico), che fa la spola tra lisola e Citt
del Capo. Dato che a SantElena non si pro
duce praticamente nulla, la nave lunico
modo per portare sullisola merce di qual
siasi tipo, dalle auto alla polvere di curry. Ed
anche lunico modo per andarsene, da
morti o da vivi.
Luomo che ha parlato Duncan Grind
ley, un imprenditore sudafricano, e tirando
in ballo la genesi non si riferisce solo al pa
norama. SantElena forse la pi insolita
tra le isole tropicali: ci sono pochissime
spiagge, palme, turisti e delinquenza. Inol
tre immersa in un clima equatoriale sor
prendentemente britannico (il nord ba
ciato dal sole, linterno spazzato dal vento
e coperto dalla nebbia). Sullisola in arrivo
uninsolita e ingente quantit di denaro. A
febbraio del 2016, sulle scogliere di basalto
a quasi duemila chilometri dalle coste
dellAngola sar inaugurato il nuovo aero
porto.
Qui non succede niente da trentanni,
dice Grindley. Mi piacerebbe creare delle
aree per il campeggio, organizzare escur
sioni, magari una societ di trasporti. Vedo
enormi opportunit.
Il paradiso
sperduto
Horatio Clare, Financial Times, Regno Unito
Foto di Marc Lavaud
Jamestown, SantElena, giugno 2008.
La costa nordovest dellisola
Sullisola di SantElena, nel
mezzo delloceano Atlantico.
I turisti sono pochi perch
arrivarci complicato, ma
presto ci sar laeroporto
Internazionale 997 | 25 aprile 2013 67
Arrivare e muoversi
Il prezzo di un volo dallItalia
(Turkish Airlines, Egyptair,
British Airways) per Citt del
Capo parte da 623 euro a/r. Da
l si pu arrivare sullisola di
SantElena con la nave postale
Royal mail sevice St. Helena
che efettua regolarmente il
tragitto di andata e ritorno da
Citt del Capo. La traversata
dura cinque giorni. Per vedere
gli orari e le tarife si pu
consultare il sito della
compagnia di navigazione:
intern.az/14w1dnH.
Gli autobus sullisola sono
pochi, il modo migliore per
girarla noleggiare unauto
(intern.az/YF0QPM).
Il prezzo giornaliero di circa
15 sterline (17 euro). Le auto
sono poche quindi conviene
noleggiarle con grande
anticipo. La guida a sinistra,
perch lisola un territorio
doltremare del Regno Unito.
Dormire Sul sito
delluicio del turismo
possibile consultare la lista
degli alloggi disponibili:
stanze, bed and breakfast e
case in aitto (intern.
az/17oDJgi).
Leggere Julia Blackburn,
Lultima isola dellimperatore,
Instar Libri 1997, 13,43 euro.
La prossima settimana
Viaggio in Senegal. Ci siete
stati e avete suggerimenti su
tarife, posti dove mangiare o
dormire, libri? Scrivete a
viaggi@internazionale.it.
Informazioni pratiche
damente dai pascoli bucolici alle ripide val-
late piene di sentieri con piccole case dai
tetti rossi. Su tutto domina la bellezza colo-
niale della Plantation house, la residenza
del governatore.
Dal punto pi alto, il Dianas peak, si
possono ammirare la foresta subtropicale e
il deserto vulcanico circondato dalloceano.
Sui promontori sottostanti, dove il botanico
Lourens Malan lavora per salvare le 49 spe-
cie vegetali endemiche, ci sono gigantesche
felci arboree, alberi della gomma, melano-
dendron integrifolium dai iori bianchi, albe-
ri debano di SantElena e cornioli. Fino alla
scoperta dellisola, nel 1503, queste specie
facevano di SantElena una sorta di capsula
temporale ferma alla preistoria. Oggi la
maggior parte della fauna endemica co-
stituita da uomini e capre.
Viaggi
68 Internazionale 997 | 25 aprile 2013
Da queste parti lincertezza sovrana.
Senza luso del telefono cellulare quasi tutti
gli incontri sono frutto della casualit o del
passaparola. I ritmi sono dettati dagli orari
di lavoro. Il 38 per cento della popolazione
lavora nel settore pubblico, quindi lorario
di lavoro della maggior parte degli isolani
dalle 9 alle 16, dal luned al venerd. Quan-
do chiudono gli uici una lotta di miniau-
tobus si riversa per le strade di Jamestown
per riportare a casa i dipendenti statali.
Una connessione internet costa 120
sterline al mese (140 euro), perci sono po-
che le persone che sinformano usando la
rete. Lisola vive delle voci di corridoio e de-
gli editti promulgati dal Castello, gi sede
della Compagnie delle Indie orientali e oggi
simbolo delle istituzioni che decidono del
destino dellisola: il governo, il segretario
generale, il segretario delle inanze e il con-
sulente del dipartimento per lo sviluppo
internazionale. Nessuno di loro un santo,
anche se esiste un comitato elettivo di isola-
ni con poteri consultivi.
Politica, politica, parliamo solo di poli-
tica, sospira Aaron Legg, giovane proprie-
tario della Aarons Adventure Tours e raro
rappresentante della sua generazione. Qua-
si la met dei suoi coetanei sono andati
allestero. Legg viene da Sandy bay, una se-
rie di pendii ricchi di vegetazione che arri-
vano ino alla spiaggia di sabbia nera. In ci-
ma c un bar che apre negli orari pi dispa-
rati, a seconda dellumore del proprietario.
Ci beviamo una birra parlando del futuro di
SantElena. Poi incontro Julian Morris, re-
sponsabile dello sviluppo economico
dellisola, che mi dice: Avere un solo tipo di
economia non un male. Lalternativa di-
pendere in tutto e per tutto dal governo bri-
tannico. Tutte le isole caraibiche vivono di
turismo e stanno meglio di noi. Senza le
spiagge n il clima dei Caraibi, nemmeno
Morris sa bene cosa potrebbero fare i turisti
a SantElena. Un misto di escursioni, pe-
sca, immersioni, cultura, Napoleone e na-
tura.
La principale attrazione culturale di
SantElena sar sempre legata alluomo che
pi di tutti lha odiata: Napoleone. Di lui re-
stano una tomba vuota in una scenograica
vallata e la sua casa a Longwood.
Forti pendenze
La casa stata completamente recuperata,
e il distillato di malinconia di Longwood ha
un fascino irresistibile. I cartelli in francese
che ricordano le imprecazioni e lo scora-
mento di Napoleone, le riproduzioni della
carta da parati tinta di arsenico che secondo
qualcuno lo avrebbe ucciso, e la vasca di ra-
me, a quanto pare lunica cosa che il genera-
le apprezzasse sullisola.
Anche quando arriver laeroporto,
SantElena sar sempre un rifugio dalla mo-
dernit. Qualsiasi visitatore, che venga per
scappare o per esplorare il territorio, si tro-
ver di fronte allo spettacolo straordinario
della natura, come capita a noi quando nel
piccolo lago dove ormeggiata la nostra
barca vediamo saltare i delini e le megatte-
re, che sinabissano rovesciando la coda.
Ma cosa faranno i turisti una volta che sar
costruito laeroporto? Le escursioni a piedi
sono fuori questione, perch dopo aver fat-
to cinque chilometri sembra di averne fatti
cinquanta, soprattutto a causa delle forti
pendenze. Adesso sto pensando agli alber-
ghi, dice Duncan Grindley. SantElena
lunico posto tra tutti quelli che ho visitato
che, nel bene e nel male, tiene fede agli slo-
gan del marketing: Il posto pi straordina-
rio sulla faccia della terra.
Il momento pi toccante quando sal-
piamo per lasciare lisola. Lilla Oliver una
santa che lavora a Wolverhampton, in In-
ghilterra. Siccome le avevano detto che il
padre non stava bene, venuta scegliendo
la via pi breve quattro giorni, passando
da Ascension ma arrivata tardi. Non
potr tornare prima dellanno prossimo,
dice, e mia madre avanti con gli anni.
Un gruppetto di persone ci saluta. In prima
ila c la igura minuta della mamma di Lil-
la. Sembra che tutti stiano per scoppiare in
lacrime. Non so quale sia il debito che il go-
verno britannico ha verso la gente di
SantElena, ma arrivato il momento di
mettere ine a queste separazioni. u fas
Isola di SantElena. La casa di Napoleone a Longwood
70 Internazionale 997 | 25 aprile 2013
S
ono i secondi prima dello spa
ro. Il dito poggiato sul grillet
to, il bersaglio al centro del
mirino, il fiato sospeso: un
istante di massima concen
trazione. Con una risata, Da
vid Keene lo definisce il suo momento
zen. Solo chi va a caccia conosce questa
sensazione di felicit. I nemici delle armi
come Barack Obama non ne hanno idea.
Il presidente della National rile associa
tion (Nra), la lobby statunitense delle armi,
se ne sta seduto nel suo elegante salotto ri
vestito di legno con in mano un fucile da
caccia Hatield. Vicino al mobile bar ap
pesa la testa impagliata di un bufalo africa
no, sulla parete opposta si vedono le corna
di un cervo rosso e di alcune antilopi, men
tre sul pavimento stesa una pelle di cocco
drillo. Sono tutti trofei di caccia. Il cocco
drillo lo ha ucciso in Zambia. Solo al terzo
tiro. Bisogna centrare esattamente il cer
vello, un punto minuscolo in quel cranio
enorme. I muri del salone sono decorati da
dipinti a olio a colori vivaci. Sono opera del
iglio David Junior. Il tema sempre lo stes
so: pap David con il fucile in spalla, mentre
prende la mira, mentre si china su un bison
te morto, mentre gioca con i cani da caccia.
Anche David Jr. un fanatico delle armi. A
lui successo quello che lNra teme pi di
ogni altra cosa: lo stato gli ha tolto le armi,
per sempre. Questo uno dei pochi argo
menti di cui il padre preferisce non parlare.
Gi in riva al iume di fronte alla casa un
cane nero rincorre le oche nellerba. Un an
no fa David Keene si trasferito qui a Fort
Washington, su un braccio secondario del
Potomac, per vivere pi vicino alla sua ri
serva di caccia.
A causa del suo amore per le armi da
fuoco, David Keene spesso in viaggio. Il 14
dicembre 2012 la notizia della strage nella
scuola elementare di Newtown, nel Con
necticut, gli arrivata mentre si trovava in
Israele. Luomo era andato nel paese del
Medio Oriente per vedere come le scuole si
difendono dagli attentati con guardie priva
te armate ino ai denti. Il primo pensiero di
Keene stato: Che tragedia!. Il secondo:
Obama e i nemici delle armi partiranno
allattacco e cercheranno di togliere fucili e
pistole agli americani!.
Da quel giorno David Keene, 67 anni,
giurista, lobbista, cacciatore e collezionista
di armi, diventato il primo avversario di
Obama nella lotta per lintroduzione di leg
gi pi restrittive sulle armi da fuoco. Il pre
sidente degli Stati Uniti contro il presidente
dellNra. Nel dibattito sullargomento, Kee
ne onnipresente, non solo sullemittente
ultraconservatrice Fox News, ma anche sui
David Keene
Armi in pugno
il presidente della National
rile association, la pi potente
lobby statunitense. Dopo la
strage nella scuola di Newtown
inito sotto attacco. Ma
continua ad afermare il diritto
al possesso illimitato di armi
Martin Klingst, Die Zeit, Germania. Foto di Katherine Lambert
canali liberal. Keene, e questo insolito per
lNra, parla con tutti. gioviale, cortese e
intransigente. Con la sua folta capigliatura
grigia, gli occhiali tondi e uninstancabile
passione per gli aneddoti, pi che un tipo
marziale come il vecchio eroe dellNra e at
tore hollywoodiano Charlton Heston, ha
laria del nonno. Keene il volto sorridente
di unorganizzazione che perino alcuni re
pubblicani deiniscono estremista, a cau
sa della sua resistenza a qualunque com
promesso.
La battaglia pi dura
Fuori i primi raggi di sole penetrano nella
foschia del mattino mentre un pescatore
getta la sua lenza. David Keene passa in ras
segna i massacri politici degli ultimi decen
ni. Ognuno legato a un attacco di follia
omicida: Columbine 1999, Virginia Tech
2007, Tucson 2011, Aurora 2012. Ogni volta
lo stesso rituale, dice: la sinistra vuole vieta
re le armi e lNra si difende. Ma quelli era
no bei tempi, vincevamo sempre. Anche
dopo la strage di Newtown il timore folle
dellNra riguardo a un irrigidimento della
legislazione sulle armi ha attirato molti
nuovi iscritti: in soli due mesi almeno cen
tomila persone hanno aderito allassocia
zione, portando il numero degli iscritti a
quasi quattro milioni e mezzo. LNra si raf
forza ogni volta che gli amici delle armi si
riconoscono nel ruolo delle vittime, dei per
seguitati. Ma stavolta Keene non si fa illu
sioni: Sar la battaglia politica pi diicile
della mia vita.
Newtown ha rappresentato un momen
to di rottura. Ventotto vittime, tra cui venti
bambini di et compresa tra i sei e i sette an
ni, sei insegnanti e la madre dellassassino,
che alla ine si tolto la vita. Per la prima
volta da molto tempo, i sostenitori di leggi
pi severe sulle armi possono contare nuo
vamente sullappoggio della maggioranza
20 maggio 1945 Nasce nel Wisconsin, negli
Stati Uniti.
Anni sessanta Frequenta luniversit del
Wisconsin, dove diventa leader
dellorganizzazione conservatrice Young
americans for freedom.
1984 Diventa presidente dellAmerican
conservative union, una coalizione di
organizzazioni di destra.
2003 Suo iglio condannato a dieci anni di
prigione per aver sparato a un automobilista.
2011 scelto come presidente della National
rile association.
2013 Scade il suo mandato di presidente.
Biograia
Ritratti
Internazionale 997 | 25 aprile 2013 71
72 Internazionale 997 | 25 aprile 2013
Ritratti
della societ statunitense. Si formata una
vasta coalizione di sopravvissuti ai massa
cri, parenti delle vittime, poliziotti e politici
che, primo tra tutti il presidente Obama,
avanzano due richieste: un esame per
chiunque voglia acquistare armi, e la messa
al bando dei fucili dassalto semiautomatici
e dei caricatori con pi di dieci colpi. Pi di
Obama, David Keene teme Michael Bloom
berg, sindaco di New York e nemico giurato
della lobby delle armi. Il miliardario ha
messo cos tanti soldi a disposizione che per
la prima volta gli oppositori possono tenere
testa alla ricca Nra. Combattiamo con le
stesse armi, dice Keene.
un risultato notevole: lNra incassa
ogni anno duecento milioni di dollari tra
quote sociali e donazioni, provenienti tra
laltro da grandi produttori di armi. Inoltre,
lassociazione ha sviluppato un meccani
smo rainato ed estremamente eiciente
per esercitare la sua influenza politica.
LNra prende meticolosamente nota del
comportamento di tutti i politici durante le
votazioni in parlamento e assegna un voto a
ciascuno di loro. I pi compiacenti sono
premiati con donazioni a sostegno delle lo
ro campagne elettorali, mentre quelli che
votano contro gli interessi dellNra diventa
no i bersagli di attacchi denigratori. Duran
te la corsa elettorale del 2000, per esempio,
lNra si mobilitata contro Al Gore dopo
che il candidato democratico alla presiden
za aveva chiesto politiche pi restrittive sul
le armi.
A volte, racconta Keene con un sorriso
compiaciuto, il suo telefono squilla gi nelle
prime ore del mattino, quando alcuni soler
ti senatori vogliono conoscere la sua opinio
ne su un certo disegno di legge o su un di
battito politico. Per questo la rivista Forbes
ha deinito lNra la lobby pi potente degli
Stati Uniti, pi inluente perino dell Ame
rican association of retired persons (Aarp),
lorganizzazione dei pensionati, che ha un
numero di iscritti dieci volte pi grande.
Ferita di famiglia
Contrariamente a quello che si pu pensa
re, lNra non nasce da un gruppo di paranoi
ci fanatici dei revolver. Fu fondata nel 1871
nello stato di New York come societ di tiro
a segno rivolta soprattutto ai riservisti
dellesercito. Durante la guerra di secessio
ne i generali nordisti avevano osservato
che, a diferenza dei combattenti degli stati
del sud, molti soldati dellUnione erano
pessimi tiratori. Per quasi un secolo lNra
stata un gruppo dinteresse moderato che
presentava perfino proposte per rendere
pi severe le leggi sulle armi. stato dopo i
cambiamenti sociali degli anni sessanta e
settanta che lorganizzazione si spostata a
destra, diventando sempre pi attiva in po
litica e alleandosi sempre pi spesso con i
repubblicani. Alla ine, nel 1977, un gruppo
di nuovi ideologi ha soppiantato la dirigen
za precedente. Da allora lassociazione in
terpreta il secondo emendamento della
costituzione, che stando a un verdetto della
corte suprema sancisce il diritto di ogni cit
tadino a possedere armi, come unautoriz
zazione a detenere un arsenale illimitato.
Niente leggi sulle armi. Nessun compro
messo.
David Keene fa parte del consiglio diret
tivo dellassociazione dal 2000, e nel 2011
stato eletto presidente. Figlio di due sinda
calisti di sinistra del Wisconsin, con il tem
po luomo si allontanato nettamente dalle
posizioni politiche dei suoi genitori, come
dimostrano le fotograie esposte nel corri
doio di casa sua. Qui Keene ritratto con
tutte le grandi personalit del Partito repub
blicano degli ultimi cinquantanni. Il presi
dente Richard Nixon gli procur il suo pri
mo lavoro e Ronald Reagan gli sped una
lettera in cui lo ringraziava in modo in trop
po entusiasta per laiuto ricevuto durante la
campagna elettorale. Prima di dirigere
lNra, Keene guidava lAmerican conserva
tive union (Acu), una coalizione di organiz
zazioni di destra.
Ma Keene sa anche turbare gli animi dei
suoi seguaci. Una volta, durante unassem
blea annuale dellAcu, ha lasciato la parola
ad alcuni repubblicani omosessuali, nono
stante le accese proteste. Grazie al suo con
tributo alla lotta per le riforme carcerarie,
inoltre, lanno scorso il Constitution project,
unorganizzazione non proit che si occupa
di questioni rilevanti che riguardano la co
stituzione, gli ha assegnato una medaglia.
Laura Murphy, la direttrice delluicio di
Washington del movimento statunitense
per i diritti civili Aclu, lo deinisce per que
sto un vero conservatore fermo nei suoi
princpi.
Proprio parlando di questa medaglia
tocchiamo largomento su cui Keene avreb
be preferito sorvolare. Suo iglio David Jr.
aveva 21 anni quando, nel 2002, ha sparato
contro un automobilista da cui si era sentito
aggredito. La pallottola ha attraversato il
lunotto posteriore e si coniccata nel sedi
le. David Jr. inito in prigione per dieci an
ni per tentato omicidio, e suo padre ha co
minciato a battersi per un miglioramento
delle condizioni di detenzione. Ora il iglio
tornato in libert, ma poich un pregiu
dicato la legge gli impedisce di possedere
armi da fuoco.
Tempo di ritirarsi
Per quelli che chiedono delle leggi pi re
strittive sulle armi, David Jr. il simbolo dei
pericoli di una societ armata ino ai denti.
Per lNra semplicemente un delinquente.
Non larma a commettere il delitto, ma
luomo che la usa, come recita un motto
della lobby. Alla richiesta di controlli pi
severi, lorganizzazione cerca di ribattere
con la proposta di pene pi dure per i crimi
nali. Pu sembrare unamara ironia che
proprio David Keene debba difendere pub
blicamente questo motto. O forse si tratta
di tenacia ideologica.
No, dice laconico, non ho cambiato
idea sul diritto di avere armi. Per Keene si
tratta di un diritto universale come la liber
t di espressione o di culto. S, risponde,
giusto che dopo una condanna deinitiva
un criminale non possa comprare o posse
dere armi. Non riesco a fargli dire altro ri
guardo a suo iglio, che ha imparato a dipin
gere in carcere e ora non fa che immortalare
il padre mentre imbraccia unarma.
David Keene continuer a battersi per
lNra su tutti i mezzi dinformazione ancora
per un paio di settimane, per chiedere che le
scuole siano sorvegliate da guardie armate
e che gli insegnanti abbiano il diritto di por
tare in aula le loro armi da fuoco. E non per
ch voglia trascurare il massacro di New
town, ma proprio per reagire a quella trage
dia. Keene non capisce londata di indigna
zione seguita alla sua proposta. Sarebbe
un modo per scoraggiare i criminali, dice,
e aumentare la sicurezza.
Lungo il iume due uomini stanno tiran
do una barca a riva e due anatre volano via
gracidando. Keene non vede lora di potersi
rimettere in viaggio come loro. A maggio
terminer il suo mandato biennale alla pre
sidenza dellNra. A diferenza di Obama,
dice ridendo, il suo uicio non ammette la
rielezione. Forse per lui venuto il momen
to di farsi da parte. Dopo il massacro di
Newtown neanche lui pi sicuro che lNra
possa vincere ancora la battaglia politica
per il diritto al possesso di armi. ufp
Anche il iglio un
fanatico delle armi. A
lui successo quello
che lNra teme pi di
ogni altra cosa: lo stato
gli ha tolto le armi,
per sempre
74 Internazionale 997 | 25 aprile 2013
Graphic journalism
Internazionale 997 | 25 aprile 2013 75
Polina Petrouchina unautrice di fumetti e illustratrice nata nel 1985 a Mosca. Nellottobre 2012 ha curato a Mosca lesposizione
collettiva Le crayon fministe (La matita femminista). Il suo sito polinapetrouchina.fr.
76 Internazionale 997 | 25 aprile 2013
Cultura
Cinema
L
a passata stagione degli Oscar
negli Stati Uniti ha sollevato il
problema della responsabilit
del regista rispetto alla fedelt
storica dei suoi ilm. Sia Argo,
vincitore come miglior ilm, sia altre pelli-
cole candidate, come Django unchained,
Lincoln e Zero dark thirty, sono stati accusa-
ti di allontanarsi dalla realt storica.
Gli ostaggi statunitensi in fuga dallIran
dopo la rivoluzione del 1979 sono stati dav-
vero inseguiti da una carovana di jeep men-
tre il loro aereo decollava per portarli in
salvo? Nel 1865 lapprovazione del tredice-
simo emendamento alla costituzione degli
Stati Uniti stata cos drammatica? Nellot-
tocento esistevano schiavi capaci di maneg-
giare le armi come abili pistoleri? Queste
domande lasciano spazio a un interrogativo
di fondo: qual il debito degli artisti nei
confronti della storia?
Maya e la tortura
Nel caso di Zero dark thirty le polemiche so-
no nate in gran parte dalla confusione tra
rappresentazione e adesione, tra quello che
vediamo sullo schermo e ci che regista e
produttori considerano degno di approva-
zione. E cos senatori del congresso e com-
mentatori politici improvvisamente si sco-
prono critici cinematograici e si scandaliz-
zano perch in una pellicola sulla decenna-
le caccia a Osama bin Laden si vedono gli
uomini della Cia che torturano i sospettati.
Nessun ilm sulla caccia a Bin Laden avreb-
be potuto omettere le scene di tortura senza
essere accusato di complicit con locculta-
mento di uno degli episodi pi oscuri della
storia degli Stati Uniti. Ma rappresentare
non significa approvare. Zero dark thirty
non appoggia la tortura cos come Lincoln
non a favore dello schiavismo, o Vita di Pi
non difende la violenza delle tigri contro gli
umani.
Il dibattito sulla tortura un nervo sco-
perto degli Stati Uniti e toccarlo produce
una scarica di dolore che molti americani
vorrebbero semplicemente dimenticare. In
Cile la dittatura di Augusto Pinochet, dura-
ta diciassette anni, occupa un simile spazio
politico ed emotivo: un incubo troppo terri-
bile per essere ricordato e troppo importan-
te per essere ignorato. No di Pablo Larran
(candidato agli Oscar come miglior film
straniero) afronta un momento relativa-
mente leggero di quellepoca oscura: il suc-
cesso inaspettato del fronte del no al re-
ferendum del 1988 che mise ine alla ditta-
tura, negando a Pinochet un nuovo manda-
to. La campagna e il ilm si intrecciano, il
clima delluna determina lo stile dellaltro.
Il mago della pubblicit Reene Saavedra
(Gael Garca Bernal), rientrato da poco
dallesilio in Messico, convinto che se i so-
stenitori del no vogliono davvero vincere
devono mettere da parte le loro cupe recri-
minazioni. Non serve parlare di morti e pri-
gionieri o elencare i misfatti di Pinochet: la
rivoluzione deve essere promossa come
Guardando certi ilm si tende a
sovrapporre la rappresentazione
di un fatto storico alle idee dei
loro autori. Un esempio dal Cile
In debito
con il passato
Saul Austerlitz, The National, Emirati Arabi Uniti
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No
Internazionale 997 | 25 aprile 2013 77
una bibita. La campagna televisiva in favore
del no, con il suo tormentone Chile, la
alegra ya viene, deve essere allegra, diver-
tente e inclusiva. Certo, pu sembrare im-
politico, in senso tradizionale, rappresenta-
re i sostenitori di Pinochet come dei noiosi
fuori moda, invece che come collusi. Ma
con i suoi mimi, ballerini, numeri musicali
e sketch comici, quella per il no una
campagna referendaria con unanima da
vaudeville, e il ilm un thriller politico che
sconina spesso nella commedia.
I jingle e lesuberanza visiva, per non
parlare della promessa di felicit, trovereb-
bero diicilmente spazio nel mondo dellal-
tro grande regista cileno, il documentarista
Patricio Guzmn. Celebre per La battaglia
del Cile, lopera in tre parti che racconta il
colpo di stato che ha rovesciato Salvador
Allende, Guzmn il custode e il difensore
della memoria cilena, della quale canta il
lutto. Lultimo ilm di Guzmn, Nostalgia de
la luz (2010), lopposto di No. Girato nel
vasto e solitario deserto di Atacama, segue
due gruppi di ricercatori: gli astronomi che
osservano i cieli e le anziane madri che per-
lustrano il deserto in cerca dei resti dei igli
rapiti e uccisi dal regime di Pinochet.
Prive di sostegno, di fondi e nellindife-
renza generale, queste donne continuano a
scavare, testarde nel loro voler ricordare
proprio come i cileni si ostinano a dimenti-
care. Il Reene di No rigetta proprio le storie
che sono raccontate nei ilm di Guzmn,
emblema di unopposizione triste che ap-
partiene al passato. Ma rappresentare non
signiica approvare. Per gran parte di No as-
sistiamo alle perenni discussioni tra Reene
e i suoi compagni sulletica della campagna.
meglio essere nel giusto o vincere?
Reene non leroe del ilm come Maya
non leroina di Zero dark thirty. N santo
n visionario, Reene un tecnico capace di
comprendere i desideri delle ambivalenti
masse cilene. Contrariamente a quello che
pu pensare il senato degli Stati Uniti, i ilm
impegnati possono sottilmente dissentire
dalla prospettiva che sembrano esporre.
Da Pinochet a Mtv
I tre ilm di Larran, che mettono in luce gli
efetti nefasti dellera di Pinochet, si con-
centrano sulle masse silenziose, non sulle
frange eroiche. No fa luce sulla dittatura
senza sbarazzarsi dei suoi detriti. Pinochet
lascia il posto a Mtv, grazie a una campagna
che fa fuori il dittatore senza denunciare
nessuno dei suoi crimini. Molti dei giorna-
listi cileni che hanno commentato No han-
no tirato in ballo leredit familiare di Lar-
ran. Figlio di due celebri politici sostenitori
di Pinochet, il regista sarebbe, secondo la
sinistra pi sospettosa, un uomo di destra
sotto mentite spoglie che ha fatalmente di-
strutto laura di eroismo che aleggiava at-
torno alla campagna per il no, trasfor-
mandola nel trionfo di un mago della pub-
blicit iglio di Mtv.
Ma la vera divisione qui non tra destra
e sinistra, bens tra la generazione che ha
vissuto la ine di Allende e quella cresciuta
nellera Pinochet. Nel linguaggio cinema-
tograico, lo stile il veicolo di un messag-
gio politico sottostante, o esso stesso il
messaggio politico? Guzmn e Larran han-
no visioni divergenti sul ruolo della politica
e della storia nelle loro opere; tuttavia Lar-
ran, con i suoi eccessi alla Mtv, mette in
scena proprio quel processo di oblio che
Guzmn cerca di svelare dallinizio della
sua carriera.
Non faccio questi film per cambiare
qualcosa, ha detto Larran. Non faccio
pamphlet. Cerco solo di capire e di mostra-
re alcune cose che sono successe e che ri-
tengo siano importanti per tutti noi. Lar-
ran non vuole dare lezioni sul passato. La
rappresentazione non adesione, e Larran
non dovrebbe essere scambiato per Reene
esattamente come Bigelow non pu essere
confusa con Maya. Nel cinema cileno c
spazio sia per Guzmn sia per Larran, cos
come gli Stati Uniti possono accogliere il
rigoroso Zero dark thirty e il fantasioso
Django unchained. Di fatto questi poli appa-
rentemente opposti hanno molto pi in co-
mune di quanto si potrebbe pensare. u nv
Nostalgia de la luz
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LAUTORE
Saul Austerlitz scrittore e critico. Il suo
ultimo libro Another ine mess (Chicago
Review Press 2010).
78 Internazionale 997 | 25 aprile 2013
Cultura
Cinema
Il festival del documentario
di Salonicco (Tdf ) ofre
unottima rappresentazio-
ne del nostro presente

Nato nel 1999 con pochissimi
mezzi il Tdf cresciuto molto
diventando un appuntamento
di primo piano per il mondo
del documentario. Molti dei
ilm in programma guardano
al passato, come La nave dolce
di Daniele Vicari. Altri aiutano
a comprendere cosa succede
in Grecia. Ben nove dei 58 do
cumentari programmati nella
panoramica di produzioni gre
che ci mostrano aspetti scono
sciuti della crisi, raccontando
storie di comunit di contadini
o di pastori che ormai vivono
in un isolamento quasi com
pleto. The little palace of Aoria
di Vassilis Panayotakopoulos
mostra una comunit nellen
troterra dellisola di Creta che
cerca di costruirsi un futuro.
Black box di Gerasimos Rigas
invece cattura la passione e la
determinazione degli studenti
della scuola statale di danza,
che non vive un momento faci
le. diicile trovare un pro
gramma di festival che sia pi
forte e denso di quello del Tdf.
Lo sguardo sul presente getta
to da documentaristi di tutto il
mondo un invito a non la
sciarsi andare in una fase cos
complicata. Oltre che una ce
lebrazione dellarte del docu
mentario, da Salonicco arriva
un album fotograico utile per
costruire una memoria pubbli
ca, con onest e sensibilit.
Fondamentale per poter guar
dare al futuro con maggiore ot
timismo.
Sight & Sound
Dalla Grecia
Film per tempi diicili
Black box
Dieci ilm nelle sale italiane giudicati dai critici di tutto il mondo
Massa critica
Media
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Legenda: Pessimo Mediocre Discreto Buono Ottimo
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JImmy bobo
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IL caccIaTore DI
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QuaLcuno Da amare
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mea maxIma cuLpa 11111 - - 11111 11111 - - - 11111 -
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IL LaTo poSITIvo
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aTTacco aL poTere
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Italieni
I ilm italiani visti da
un corrispondente straniero.
Questa settimana Lee
marshall, collaboratore di
Cond Nast Traveller e Screen
International.
Razzabastarda
Di e con Alessandro Gassman.
Italia 2013, 106

Un grande pregio dellesordio


in regia di Alessandro Gass
man che ofre ad Alessandro
Gassman il suo ruolo pi bello
dai tempi di Caos calmo. A vol
te, se vuoi una cosa fatta bene,
devi fartela da solo. Gassman
un padre romeno burbero
ma buono che ha cresciuto da
solo un iglio nellentroterra
romano. Gestisce unautori
messa ma per sbarcare il luna
rio spaccia, e vede nel iglio
lunica chance di riscatto. Gi
rato in un bianco e nero che ci
ta lepoca del noir ma anche
un po furbo da spot sui jeans
per intenderci Razzabastar-
da un animale curioso, non
malvagio ma imperfetto, co
me il suo protagonista (inter
pretato da Gassman con ani
ma e cuore). Troppo innamo
rato di personaggi improbabili
come Talebano, una specie di
santone tossicodipendente,
un ilm con forti toni melo
drammatici che rimane lonta
no dal realismo documentari
stico di altre pellicole sullo
stesso tema, da Saimir ad Al
ha gli occhi azzurri. Fatta la pa
ce con la sua natura fumetti
stica, Razzabastarda ha ener
gia da vendere. Leggendo i ti
toli di coda si scopre che il ilm
la versione cinematograica
di una pice teatrale italiana
basata a sua volta su quella di
uno scrittore portoricano
newyorchese. E infatti un
ilm che ha ancora il palcosce
nico nellanima.
Internazionale 997 | 25 aprile 2013 79
ha ricordato Sindrome nel
ilm danimazione Gli Incredi-
bili. Laltro una dimostrazio
ne che Black ama giocare con
i luoghi comuni di Holly
wood, come quello per cui
per interpretare un cattivo bi
sogna assumere un attore bri
tannico. E cos Ben Kingsley
d il volto al terribile terrori
sta mediorientale Mandarin.
Iron Man 3 brillante, diver
tente e spettacolare. Stark ha
inalmente scalzato Chaplin
come ruolo chiave per il
Downey Jr. attore, capace di
fare proprie gag e battute di
vertenti. Forse un blockbu-
ster che non soddisfer i pala
ti pi ini e i continui riferi
menti al Natale fanno pensa
re a uno slittamento della da
ta di uscita del ilm. Ma come
scelta per una sera al cinema
non c niente di male.
Peter Bradshaw,
The Guardian
Le streghe di Salem
Di Rob Zombie. Con Sheri Mo-
on Zombie. Stati Uniti/Cana-
da/Regno Unito 2013, 101

I ilm di Rob Zombie (il roc


ker gotico che si trasforma
to in regista di culto) non so
no per tutti. Del resto a lui
non interessa afatto. Fa i suoi
ilm esattamente come vuole,
fregandosene di compiacere
il grande pubblico. A qualcu
no piacer, gli altri possono
rassegnarsi. Il suo ultimo
ilm, Le streghe di Salem, non
fa eccezione. La protagonista
la moglie del regista, Sheri
Moon Zombie (non la prima
volta che interpreta un ilm
del marito), nel ruolo di Hei
di, una dj notturna nella cupa
Salem, in Massachusetts.
Heidi riceve per posta una
scatola di legno con al suo in
terno il disco di un gruppo
che si chiama Lords. La loro
musica black metal ha degli
strani efetti su Heidi che co
mincia ad avere violente visio
ni del celebre processo alle
streghe di Salem. Preparatevi
a vecchie streghe nude, demo
ni tentacolati, un tacchino
spennato che danza, un prete
laido e qualche innovativo
metodo di tortura. I fan di
Zombie faranno bene a non
perdersi questo ilm, che tra i
suoi punti di riferimento pu
vantare Rosemarys baby di
Roman Polanski e Suspiria di
Dario Argento. Gli altri faran
no bene a guardare altrove.
V.A. Musetto,
New York Post
Kiki, consegne a domicilio
Di Hayao Miyazaki. Giappone
1989, 102

Kiki una strega di tredici an


ni. proprio let in cui ogni
strega deve vivere per un anno
per conto suo. Finisce nella
citt costiera di Korico dove
comincia a fare consegne a
domicilio per una coppia di
fornai. Per a un certo punto
non riesce pi a volare a caval
lo della sua scopa e dovr co
minciare a lavorare a piedi.
Con un inspiegabile ritardo
arriva nelle sale questo deli
zioso ilm animato dal leggen
dario Hayao Miyazaki, in cui
una strega adolescente deve
immergersi nella realt di una
vivace citt europea. Come
sempre, Miyazaki, riesce a
creare con grande naturalezza
una realt alternativa credibi
le in questo caso unEuropa
degli anni cinquanta in cui la
seconda guerra mondiale non
c mai stata e la riempie con
unenergia meravigliosa, colo
ri e vitalit. Visivamente mol
to simile alla Citt incantata,
potrebbe risultare anche pi
accessibile al pubblico occi
dentale. Il viaggio di Kiki alla
ricerca di se stessa racconta
ta con umorismo e fascino.
Uno stile che ha tutto il calore
dei migliori ilm danimazione
della Disney senza le canzoni
e le eccessive sdolcinatezze.
Andrew Osmond, Empire
Qualcuno da amare
Di Abbas Kiarostami. Con Rin
Takanashi, Ryo Kase. Francia/
Giappone 2012, 110

Lesilio forzato di Kiarostami


non ha niente a che fare con la
tourne di Woody Allen deci
so a esportare in giro per il
mondo il suo marchio cine
matograico. Dopo lItalia di
Copia conforme, Kiarostami
sceglie il Giappone, luogo
ideale dove sintetizzare larte
narrativa dei suoi primi ilm
con quella concettuale degli
ultimi. Niente di meglio di
Tokyo capitale al contempo
della tradizione e della mo
dernit. Lincontro di un an
ziano professore e una giova
ne squillo sembra ancora pi
perfetto per gli obiettivi del
regista. Questo se nel suo ci
nema tutto fosse come appa
re. Ma non cos. Il potere
della menzogna, da sempre
allopera nei suoi ilm, non
punta a essere scoperto e de
nunciato. Anzi questo pote
re a permettere al cinema del
regista iraniano di avvicinarsi
quanto pi possibile alla com
plessit del reale. E non c
nessuna morale, perch Kia
rostami sa bene che il rovescio
del rovescio non il dritto.
Nicolas Azalbert,
Cahiers du Cinma
Il ministro
Di Pierre Schoeller
(Francia, 112)
Come un tuono
Di Derek Cianfrance
(Stati Uniti, 140)
Il lato positivo
Di David O. Russell
(Stati Uniti, 117)
Iron Man 3
Le streghe di Salem
In uscita
Iron Man 3
Di Shane Black. Con Robert
Downey Jr., Don Cheadle,
Gwineth Paltrow, Guy Pearce.
Stati Uniti 2013, 130

Volendo usare un termine un


po oscuro, tipico della miglio
re critica cinematograica si
potrebbe dire: Wow!. Iron
Man 3 plana nelle sale con un
fantasmagorico botto. Questo
un ilm di supereroi di lusso
e Shane Black, regista e sce
neggiatore, lAaron Sorkin
della commedia di azione. Nel
ilm c una delle migliori bat
tute dellanno (su Croydon),
alcuni ammiccamenti a
Downton Abbey e quello che
sembra un omaggio allim
mortale eroe incarnato da Mi
ke Myers, Austin Powers. Ro
bert Downey Jr. tornato
sfondando mura e sciorinan
do saggezza da miliardario ec
centrico. Ha attaccato larma
tura al chiodo e sta vivendo un
sogno damore insieme alla
sua assistente, Pepper Potts.
Leccezionale (e rilassata) in
terpretazione di Gwineth Pal
trow fa rimpiangere il troppo
poco tempo passato dallattri
ce sulle scene e il troppo pas
sato a curare il suo sito nutri
zionista. Come vuole la moda
attuale dei ilm di super eroi,
Stark/Iron Man dovr afron
tare due nemici contempora
neamente. Il primo, interpre
tato da Guy Pearce, ha unos
sessione per Iron Man che mi
I consigli
della
redazione
80 Internazionale 997 | 25 aprile 2013
Libri
Un romanzo del giornalista
Timur Vermes immagina
che Hitler, ancora vivo,
diventi una star della tv

In un giorno di agosto del 2011
il frher si risveglia da qualche
parte nel centro di Berlino. In
breve si difonde la notizia del-
la sua ricomparsa. Si potrebbe
credere che inalmente verr
sottoposto al giudizio al quale
sfuggito suicidandosi, ma
non cos. Diventa invece una
star della tv, una specie di co-
mico che parla a ruota libera
battendo tutti i record di ascol-
to. Hitler si ritrova in una so-
ciet in cui, anche per sfuggire
alleredit di un passato pesan-
te, la sua igura diventata una
barzelletta e il pubblico comin-
cia a ridere con lui. Il giornali-
sta Timur Vermes, autore di Er
ist wieder da, bestseller che
Dalla Germania
Il cabaret del frher
Jrme Ferrari
Il sermone sulla caduta
di Roma
e/o, 178 pagine, 17 euro
Ferrari (classe 1968) si fatto
conoscere con un romanzo di
forte eco che trattava lo scot-
tante argomento della guerra
dAlgeria, Dove ho lasciato
lanima, e ha vinto il premio
Goncourt con questo Sermone
agostiniano ancor pi ambi-
zioso. In esso lautore afronta
una storia familiare, quasi una
saga su tre generazioni
franco-corse, tra la grande
guerra e il nostro presente. Ma
mentre nelle saghe si tratta in
genere di persone fuori del
normale qui siamo di fronte a
un clan familiare fatto di per-
sone assolutamente comuni,
fondatori non di imperi ma di
bar per turisti nella scontrosa
isola mediterranea. Normal-
mente intellettualizzati dalla
scolarizzazione universitaria,
irrequieti e insoddisfatti viag-
giatori verso Parigi o le coste
africane del Mediterraneo,
nelle zone, appunto, dove
Agostino predic e mor, at-
torno a nonni igli nipoti in
particolare i maschi, eredi di
una societ patriarcale in de-
clino che si snodano vicende
banali, dietro le quali il narra-
tore evidenzia rilessioni pi
generali e ilosoiche sul desti-
no di una civilt al suo inire
(come Roma al tempo di Ago-
stino). Sono questambizione
e questintreccio ad aver con-
vinto i giurati del Goncourt.
Ferrari ha toccato i tasti giusti
della inquieta sensibilit dei
nostri anni, quotidianit e
grandi problemi. Lo fanno in
tanti, meglio o peggio, ed
anche questo un genere lette-
rario. u
Il libro Gofredo Foi
Dietro la normalit
Italieni
I libri italiani letti da un
corrispondente straniero.
Frederika Randall scrive
per The Nation
Alessandro Calvi
Hanno ammazzato
Montesquieu!
Castelvecchi, 149 pagine,
14 euro

Servono princpi, invece abbia-


mo spettacolo. Servono ideali,
ma trionfa il carisma persona-
le. Possibile che una politica
fatta di marketing e comunica-
zione ci abbia privato degli
strumenti per esprimere dis-
senso? Come spiegare la con-
vinzione difusa (vedi lM5s)
che solo la democrazia diretta
pu salvare lItalia? Questo
pamphlet breve ed eicace in-
voca Montesquieu per spiega-
re come si generata la crisi
politica italiana. Secondo Lo
spirito delle leggi lo stato poggia
sulla separazione tra il potere
legislativo, esecutivo e giudi-
ziario. Bene, negli ultimi due
decenni il potere legislativo in
Italia lunico vero potere le-
gato al popolo, agli elettori
stato messo alle strette. Men-
tre lesecutivo emana decreti
legge e mira al presidenziali-
smo e il giudiziario ha assunto
un malsano ruolo moralizzato-
re, i legislatori fanno poco pi
che timbrare il cartellino. Una
legge elettorale che taglia il le-
game tra chi vota e chi votato
peggiora le cose. Il giornali-
smo politico si ridotto a ver-
bali e sussurri. La maggioran-
za parlamentare gode della i-
ducia del primo ministro, e
non lopposto. Siduciato il
premier, cade la legislatura.
Un libro illuminante, anche se
prende in considerazione un
contesto nazionale, mentre
questi sono fenomeni difusi
anche altrove.
dallautunno 2012 ha venduto
mezzo milione di copie, nega
che la sua sia una banalizzazio-
ne del male, ma anzi che sia un
sorta di monito. Secondo Ver-
mes bisogna accettare il fatto
che milioni di tedeschi,
allepoca, hanno eletto Hitler.
Per noi rassicurante pensa-
re che il frher e i suoi elettori
fossero dei pazzi, e che oggi
una cosa del genere non po-
trebbe pi succedere. Invece,
quello che vorrei provare a di-
mostrare che Hitler potrebbe
avere successo anche oggi,
magari in tv.
Suddeutsche Zeitung
Cultura
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Internazionale 997 | 25 aprile 2013 81
Tom McCarthy
C.
Bompiani, 437 pagine,
19,50 euro

Un libro come questo non lo si


incontra tutti i giorni: un ro-
manzo che ha le sue radici
tanto nel modernismo lettera-
rio quanto nella ilosoia con-
tinentale. Un anti-romanzo
come si usava farne negli anni
sessanta, fondamentalmente
ostile alla nozione di perso-
naggio. A un livello supericia-
le una fantasia storica, a vol-
te arguta e a volte stravagante,
costruita intorno ai primi anni
della radiofonia. Il personag-
gio centrale, Serge Carrefax,
nato nel 1898 nellInghilterra
meridionale. Serge e la sorella
maggiore, Sophie, crescono
circondati dai trasmettitori e
dagli insetti; Serge sinteressa
alla comunicazione senza ili,
Sophie sviluppa un interesse
per la storia naturale. Poi, do-
po la sua iniziazione alla ses-
sualit adulta, Sophie comin-
cia a captare medianicamente
messaggi in codice. Con la
prima guerra mondiale alle
porte, si avvelena con il cianu-
ro. La sua morte segna la car-
riera successiva di Serge in un
modo che tutto fuorch con-
venzionalmente romanzesco.
Sotto linluenza del padrino,
un sinistro e gioviale critto-
grafo di nome Widsun, Serge
si arruola come operatore ra-
dio sugli aerei da ricognizio-
ne, unesperienza che lo afa-
scina in un modo che si po-
trebbe deinire futurista. Fa
uso di cocaina ed eroina e si
sposta a Londra tra le due
guerre, dove studia architettu-
ra e si lega a ragazze emanci-
pate e spiritisti trufatori. Ini-
ne, nel 1922, inviato in Egitto
per aiutare a creare una rete
imperiale di comunicazione
globale. Notevole la scala qua-
si joyceana, come la capacit
di McCarthy di farne una nar-
razione ordinata, con parti no-
iose e momenti di umorismo e
bizzarra bellezza.
Christopher Tayler,
The Guardian
Patricio Pron
Lo spirito dei miei padri si
innalza nella pioggia
Guanda, 208 pagine, 16 euro

Segnalato dalla rivista Granta


come una delle promesse del-
la narrativa in spagnolo, lar-
gentino Patricio Pron opta per
una via diicile ma proicua:
combinare linnovazione for-
male con i pi classici espe-
dienti per provocare emozio-
ni. Nel romanzo troviamo
quindi alcuni tratti tipici della
modernit, come la fusione di
registri molto diversi, il colle-
gamento tra generi diferenti
o lirruzione di isole estranee
alla narrazione, come le enu-
merazioni oniriche e le disser-
tazioni cosmiche, che si man-
tengono a galla grazie alla pe-
rizia tecnica dellautore. Si no-
ta anche, come segno di auda-
cia sperimentale, la diminu-
zione della distanza che sepa-
ra il narratore dallautore.
Pron mette insieme questi
elementi innovativi con stru-
menti narrativi classici, come
il dosaggio accorto delle infor-
mazioni: pagina dopo pagina
la igura del padre e quella di
Burdisso, uno sciocco faulk-
neriano, si contaminano con
la complessit e le sfumature
del narratore. Notevole anche
il suo uso di fonti in apparenza
estranee, le cui rotture e i cui
vuoti sono magniiche meta-
fore della leggerezza della
memoria. Rilessi di un ro-
manzo che, in dalla prima pa-
gina, parla della necessit che
hanno i igli di indagare, con
animo poliziesco, le avventure
e disavventure dei loro padri.
Recaredo Veredas, Abc
Roberto Arlt
I sette pazzi
(Sur)
Julie Otsuka
Quando limperatore
era un dio
(Bollati Boringhieri)
Autori vari
Hamelin 31. Nuovi tab:
linfanzia
(Hamelin)
I consigli
della
redazione
Anita Desai
Lartista della sparizione
Einaudi, 160 pagine, 13,50 euro

La storia che d il titolo al


nuovo libro di Anita Desai
una raccolta di tre novelle
parla di un uomo introverso di
nome Ravi che non riesce ad
adattarsi alla vita di citt e, in
seguito alla morte della ma-
dre, fa ritorno alla sua casa di
Mussoorie. Di nuovo tra le
colline e privo di appigli ma
ispirato dalla natura, che ama
scopre una nuova vena arti-
stica. Eppure, questa storia se-
rena prende una piega ambi-
gua: proprio quando il lavoro
di Ravi sul punto di essere
scoperto e forse apprezzato,
lui scompare nelloscurit.
un afascinante ritratto
dellartista in quanto eremita,
qualcuno capace di essere ve-
ramente se stesso solo se na-
scosto alla vista degli altri. Ma
Ravi non lunico artista soli-
tario o aspirante artista di
questa triade di storie.
In Tradurre, tradursi, Pre-
ma, una professoressa univer-
sitaria, cerca di far conoscere
lopera di un modesto scritto-
re oriya a un pi vasto pubbli-
co traducendolo in inglese.
Ma la nostra percezione di
questo progetto ben intenzio-
nato, quasi altruistico, cambia
quando apprendiamo che Pre-
ma una scrittrice fallita e che
la traduzione dellopera di Su-
varna Devi potrebbe essere
solo un pretesto per realizzare
le sue aspirazioni frustrate.
Il narratore senza nome di
Il museo degli ultimi viaggi non
un artista, ma un funziona-
rio governativo, spedito in una
regione desolata, che ha un
I racconti
Capolavori perduti
grande amore per i libri e
uninquietudine che general-
mente associamo alle menti
creative. Ma quando le circo-
stanze lo portano a scoprire
un immenso museo di teso-
ri stipati in una grande casa
decrepita in mezzo alla giun-
gla, non si sente allaltezza
della responsabilit.
In modi diversi, questi tre
racconti hanno a che vedere
con opere darte misconosciu-
te, non pensate per il pubblico
ma destinate a sbiadire nei re-
cessi del tempo. Cose di ine-
stimabile valore che rischiano
di essere perse per sempre.
Che sia la delicata sensibilit
artistica di un uomo solitario,
i racconti di un autore che
scrive in una lingua margina-
le, le storie mai pubblicate di
una scrittrice che con un po di
fortuna ce lavrebbe potuta fa-
re, o un palazzo pieno di me-
raviglie che rischia di cadere
in pezzi, ci chiedono conti-
nuamente qual il signiicato
di unopera darte non vista da
nessuno.
Jai Arjun Singh, The Hindu
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Anita Desai
Cultura
Libri
Ermanno Vitale
Contro i beni comuni
Laterza, 125 pagine, 12 euro
La privatizzazione selvaggia
dellacqua, del paesaggio e di
tante altre cose ha portato
molti a esaltare la nozione di
beni fruibili da una comunit
secondo pratiche alternative a
quelle che oggi sono regolate
dal mercato, pratiche che Ugo
Mattei, autore del fortunato
Beni comuni. Un manifesto (La-
terza) ha voluto ricollegare a
un medioevo lontano (e im-
probabile) ancora non corrotto
dalla corsa al proitto. Ma
giusto buttare via, insieme
con il neoliberismo, anche la
tradizione da cui sono nate la
difesa dei diritti, le tutele per
gli individui e in fondo quella
stessa costituzione a cui oggi,
secondo molti altri, ugual-
mente preoccupati di ci che
accade, sembra necessario
tornare?
La risposta negativa se-
condo Ermanno Vitale. In
questo pamphlet ospitato nel-
la stessa collana in cui uscito
il manifesto di Mattei, prima,
si sottopone a critica lideolo-
gia del bene comune rilevan-
do le profonde diferenze che
si nascondono dietro luso che
diversi autori fanno di questa
nozione. Poi si parte alla ricer-
ca di nozioni alternative capa-
ci di raggiungere gli stessi
obiettivi di critica dei poteri
selvaggi. Emerge cos il costi-
tuzionalismo di diritto priva-
to di Luigi Ferrajoli, che pro-
pone tra laltro di difendere
beni di tutti (come laria o
lambiente) e beni sociali (co-
me lacqua o la sicurezza ali-
mentare), senza tuttavia fare
riferimento a particolari co-
munit, vere o presunte. u
Non iction Giuliano Milani
Beni comuni come?
Diego Enrique Osorno
Z. La guerra dei narcos
La Nuova frontiera, 377 pagine,
15 euro

In un paese dove i cadaveri


minacciano di trasformarsi in
una mera statistica, Diego En-
rique Osorno cerca storie e
chiavi di senso. Convinto che
la costruzione della speranza
passi dalla comprensione del-
le dimensioni del male, inda-
ga sulle sue cause. C un mo-
do per capire la devastazione
degli ultimi anni? Il lavoro di
Osorno rappresenta una ricer-
ca profonda e razionale. In
mezzo alla barbarie, Osorno
prende appunti. Nel suo
aspetto narrativo, Z. La guerra
dei narcos ricostruisce le vie
polverose del narcotraico, e
raccoglie interviste con politi-
ci, testimoni protetti, sociolo-
gi, giornalisti, soldati e una
rappresentante della National
rile association. Uninsolita
ricognizione di quel che acca-
de nellimpunit. Ma il libro
ha anche un aspetto rilessivo.
Lautore vuole capire lincen-
dio che chiamiamo realt.
Leggere Z. La guerra dei narcos
un singolare atto di cono-
scenza. Nel suo ritratto di
gruppo, Osorno ha seguito il
precetto del fotografo Manuel
lvarez Bravo: Per scoprire
linvisibile bisogna prestare
attenzione al visibile.
Juan Villoro, Proceso
Kevin Powers
Yellow Birds
Einaudi, 192 pagine, 17 euro

Kevin Powers entrato


nellesercito a 17 anni ed sta-
to mitragliere in Iraq nel 2004
e nel 2005. Attingendo alle
sue esperienze, ha scritto una
notevole opera prima. La sto-
ria della maturazione di un
soldato, un racconto strazian-
te sullamicizia di due giovani
che cercano di rimanere vivi
sul campo di battaglia in Iraq
e una parabola ilosoica sulla
perdita dellinnocenza e gli
usi della memoria. Scorci di
vita ordinaria un giardino di
giacinti, un frutteto ai margini
della citt si alternano a sce-
ne di orrore che ricordano le
immagini infernali di Hiero-
nymus Bosch: medici che cer-
cano di rimettere le viscere di
un giovane soldato nel suo
corpo, un cadavere bomba
che esplode su un ponte, un
corpo mutilato senza le orec-
chie e il naso gettato da una
torre. Bartle, il narratore, par-
la di come la guerra in Iraq ap-
paia insensata ai soldati che la
combattono. un soldato di
ventun anni a cui il sergente
del plotone ha chiesto di tene-
re un occhio su Murph, un di-
ciottenne ingenuo ed emoti-
vamente fragile. Murph e
Bartle sono ragazzi di provin-
cia della Virginia, che deside-
rano qualcosa di pi che stra-
de sterrate e piccoli sogni. La
guerra lascer loro incubi du-
raturi, ma sider anche tutte
le loro certezze. su se stessi, la
natura umana, il destino e la
casualit della vita.
Michiko Kakutani,
The New York Times
Citt
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y
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Marguerite Holloway
The measure of Manhattan
Norton
Nel 1808 lingegnere John
randel Jr. fu incaricato di trac-
ciare la pianta di Manhattan.
La diicile impresa completata
nel 1811 raccontata da Mar-
guerite Holloway, docente di
giornalismo della Columbia
university di New york.
Daniel Brook
A history of future cities
Norton
Un giornalista newyorchese
che si occupa principalmente
di architettura, analizza la sto-
ria dello sviluppo urbano di
Mumbai, Dubai, San Pietro-
burgo e Shanghai.
Jef Speck
Walkable city
Farrar, Straus & Giroux
Jef Speck, architetto e urbani-
sta impegnato nella pianiica-
zione di citt vivibili, parla di
quanto sia importante incre-
mentare la rete viaria pedona-
le per migliorare la qualit di
vita cittadina.
Mark Binelli
Detroit city is the place to be
Metropolitan Books
Trecento anni di storia di De-
troit, una metropoli che ha toc-
cato il fondo della depressione,
e che ora pare si stia risollevan-
do anche grazie a una serie di
audaci esperimenti urbani.
Mark Binelli nato a Detroit e
ora vive a New york.
Maria Sepa
usalibri.blogspot.com
82 Internazionale 997 | 25 aprile 2013
Ricevuti Ragazzi
Fumetti
Il fascismo in agguato
Il ritorno
della gallina
Felipe H. Cava e Ral
Finestre sullOccidente
Giuda edizioni, 75 pagine,
15 euro
Il presidio della memoria
sullavvento al potere dei
populismi di estrema destra
che negli anni venti e trenta
del secolo scorso portarono il
mondo a una tragedia epocale
da sempre un tema fondante
dellopera dello spagnolo
Ral, artista del fumetto
davanguardia. In Berlin 1931,
fumetto dagli intensi colori
pittorici e pubblicato a puntate
sul Pas ma inedito in Italia,
Cava e Ral inscenavano una
iction ambientata nel
momento in cui le forze
democratiche della Germania
di Weimar erano praticamente
sconitte. Nel 1998, in
occasione della riedizione di
questo lavoro, scrissero che
nei dieci anni trascorsi dalla
prima pubblicazione il
pericolo di un ritorno del
fascismo in Europa era
cresciuto e che lestrema
destra era ben annidata nella
Pilar Martnez
e Marco Som
La gallinella rossa
Kalandraka, 36 pagine, 14 euro
La gallinella rossa un noto
racconto popolare nato
probabilmente in Regno
Unito. Ma c chi parla anche
di natali russi. Britannica o
russa che sia, sta di fatto che la
gallinella da pi di un secolo
una superstar. I mercati
mondiali sono stati inondati
da gallinelle di tutti i tipi, basti
pensare allenorme successo
che questo racconto folk ha
ricevuto negli Stati Uniti con la
Little Golden Books durante la
seconda guerra mondiale. Ora
in Italia esce questa deliziosa
edizione di Kalandraka e la
gallinella che mentre
razzolava alla ricerca di cibo
trov dei chicchi di grano, si
veste di panni tutti nuovi.
Ladattamento di Pilar
Martnez dona a questo
racconto unironia
spregiudicata. La gallinella
che lavora tutti i giorni per il
suo raccolto senza laiuto dei
suoi pigri amici (il cane
fannullone, il gatto
dormiglione, lanatra
festaiola) prende con ilosoia
la sua fatica perch sa che alla
ine sar lei a trionfare.
Marco Som con le sue
illustrazioni sembra di fatto
ridere insieme a lei, e con un
tratto morbido e allo stesso
tempo irriverente si prende
gioco dei tre amici
scansafatiche della gallinella.
Il cane indossa una ridicola
maglia stellata e loca un
farfallino da dandy
assolutamente fuori luogo.
Igiaba Scego
destra istituzionale spagnola,
il Partito popolare. Proprio in
questi giorni, il commissario
per i diritti umani del consiglio
dEuropa, Nils Muizniek, ha
rimproverato i partiti
tradizionali greci per la loro
debolezza verso Alba dorata e
la sua violenza razzista,
chiedendone la messa al
bando. Finestre sullOccidente
uno straordinario poema
polifonico: svariati gli stili
graici, si spazia dallintimo al
corale, dalla storia al mito, da
unUnione Sovietica agli
sgoccioli al passato doloroso
della Russia. In iligrana, la
guerra di Spagna.
Oggi che i volti della Russia
di Gorbaciov gi marcata dal
populismo di Eltsin (poi di
Putin) sono dei fantasmi-
fratelli della memoria al pari
di quelli della Spagna
franchista, questopera
conferma tutta la sua bellezza:
interrogazione atemporale
sulluomo e la storia, e insieme
lettura della contemporaneit.
Francesco Boille
Andy Holzer
Gioco dequilibrio
Keller editore, 259 pagine,
16,50 euro
Andy Holzer non riesce a ve-
dere le montagne perch cie-
co dalla nascita. Eppure que-
sto alpinista estremo pu co-
gliere tutto del paesaggio che
lo circonda attraverso ludito,
lolfatto, il tatto e il gusto.
Simon M. Laham
Il gusto del peccato
Sperling & Kupfer, 240 pagine,
15 euro
Attraverso le pi recenti ricer-
che psicologiche e numerosi
esperimenti sul campo, Simon
Laham dimostra senzombra
di dubbio (o di scrupolo) che in
realt, se assecondati con sag-
gezza, i vizi sono funzionali e
ci rendono persone migliori.
Ahdaf Soueif
Il Cairo
Donzelli, 258 pagine,
18 euro
Quando scoppia la rivoluzio-
ne, Ahdaf Soueif colta da un
istinto irrefrenabile: scendere
in strada per mescolarsi ai gio-
vani di piazza Tahrir.
Donald J. Waldie
Holy land. Ricordi
suburbani
Il canneto editore, 180 pagine,
18 euro
La costruzione, negli anni cin-
quanta, di Lakewood, in Cali-
fornia (Los Angeles), una delle
tante citt-satellite seriali nate
nel deserto, raccontata in 316
epigrammi.
Michele Ainis
Romanzo nazionale
Dalai editore, 319 pagine,
14,90 euro
Un libro che mette a nudo gli
inganni della politica naziona-
le di ieri e di oggi.
Internazionale 997 | 25 aprile 2013 83
84 Internazionale 997 | 25 aprile 2013
Cultura
1
Calibro 35 feat. Manuel
Agnelli
Ragazzo di strada
Sui titoli di coda di Said, ilm
italotarantiniano a spasso su
YouTube, ecco il reuccio degli
Afterhours tratto in arresto dai
Calibro, puristi del poliziotte-
sco. Be, tradisce la banda e
canta. Sono un poco di buo-
no: vocali aperte e un raschio
maschio che sincolla alla ruvi-
da grana dellasfalto vintage.
Ottima cover dei Corvi che nei
sixties italianizzavano, dolcii-
candola, I aint no miracle
worker dei Brogues. Registrata
live negli studi di Morricone,
ha una marcia in pi rispetto
alle atmosfere pulp che pre-
tende di accompagnare.
2
Fsch!
Sbando alle mancerie
Il titolo adorabile, me-
glio ancora di Il complesso del
primo maggio di Elio e le Storie
Tese (che saccheggiano la mu-
sica su cui esercitano il loro so-
praino didascalico soul Fa-
cebook-ready, pronti ormai
per il Quirinale); ma qui la sen-
sazione non quella del Grup-
po col Messaggio. No: qui sono
ragazzi che Se La Suonano
senza cantarsela; un album
nuovo (Mont Cc 9.0 First Act)
con grandi gesti punkedelici,
uno Zabriskie point ambientato
nella casa sulla collina berga-
masca, sperando che non salti
in aria tutto a furia di fughe per
bassi chitarre e batterie.
3
Heidi Vogel
Copacabana
Come titolo, non male
nemmeno Turn up the quiet; al-
za il volume della calma lal-
bum di ispirazione brasileira
della Heidi Vogel, dotata voca-
list della Cinematic Orchestra,
(lelectrojazz, letichetta Ninja
Tunes, i remix ultracool ecc). E
allora vai con i Vinicius e i Tom
Jobim della situazione; arran-
giamenti carezzevoli, una chi-
tarra aurorale sullavenida
Atlantica della dolcezza salina
(e t bem, alla ine pure un paio
di remix cinematici per gradi-
re). Nulla come la bossanova
minimal per portare a spasso
la primavera. Quella, e un frul-
lato dananas e mentuccia.
Musica
Dal vivo
Melvins Lite
+ Big Business, Livorno,
30 aprile, thecagetheatre.it;
Mezzago (Mi), 1 maggio,
bloomnet.org
Mac DeMarco
Padova, 28 aprile;
Roma, 29 aprile, laniicio.com;
Bologna, 30 aprile,
covoclub.it
Steve Hackett
Roma, 26 aprile, ilsistina.com;
Bologna, 27 aprile,
auditoriumanzoni.it
Syron
Roma, 26 aprile,
ilcircolodegliartisti.it
Goose
Torino, 2 maggio,
lapsustorino.it; Roma,
3 maggio, ilcircolodegliartisti.it
Tricky
Bologna, 26 aprile,
myspace.com/cstpo; Roma,
27 aprile, forteprenestino.net
Steve Aoki
Roma, 30 aprile,
atlanticoroma.it; Agnano (Na),
1 maggio, duelbeat.it
Mark Knopler
Torino, 2 maggio,
palaolimpicotorino.it; Assago
(Mi), 3 maggio, forumnet.it
Lartista Storm Thorgerson
morto il 18 aprile
Storm Thorgerson, morto di
cancro a 69 anni il 18 aprile,
era il miglior illustratore di
copertine del mondo, se-
condo lo scrittore Douglas
Adams. A renderlo famoso
stato soprattutto il suo sodali-
zio con i Pink Floyd, comin-
ciato quando disegn lart-
work del disco A saucerful of
secrets nel 1968. Lavorare per
Waters e Gilmour gli ha sem-
pre dato unispirazione parti-
colare. Il prisma disegnato
per il campione di vendite
Dark side of the moon diven-
tato unicona, mentre luomo
dafari in iamme di Wish you
were here ha sempre provocato
lunghe discussioni tra i fan
della band.
Negli anni successivi, le
creazioni del suo studio Hip-
gnosis sono diventate la pri-
ma scelta per icone del rock
come Led Zeppelin, Peter Ga-
briel, Paul McCartney e Black
Sabbath, cos come per le star
pi recenti, tra cui Muse e
Cranberries. LHipgnosis
usava tecniche come laero-
graia e le esposizioni multi-
ple per creare immagini sur-
reali e inquietanti. Thorger-
son si ispirato ad artisti co-
me Magritte, Picasso, Vasilij
Kandinskij, Man Ray, Juan
Gris e Ansel Adams. E ha de-
scritto cos il suo metodo di
lavoro: Io ascolto le canzoni,
leggo i testi, per quanto possi-
bile parlo con i musicisti. So-
no una specie di traduttore,
che trasforma la musica in
una copertina. Mi piace
esplorare lambiguit e la
contraddizione. Uso elemen-
ti reali in modo irreale.
Adam Sweeting,
The Guardian
Dal Regno Unito
Addio al mago delle copertine
Playlist Pier Andrea Canei
Complessi di calma
S
T
O
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M
T
H
O
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G
E
R
S
O
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Syron
Peter Gabriel (1980)
Internazionale 997 | 25 aprile 2013 85
Album
Willie Nelson and Family
Lets face the music
and dance
(Legacy Recordings)

I Family suonano con Willie


Nelson dal 1971, e lhanno ac-
compagnato da allora nei suoi
salti tra country, jazz, classici
del pop e jam di western
swing, con un rapporto sempre
coeso. Lets face the music and
dance raccoglie canzoni scritte
tra gli anni trenta e gli ottanta.
E Willie sempre avventuro-
so, disteso e accurato: dal clas-
sico rockabilly Matchbox di
Carl Perkins a Nuages di Djan-
go Reinhardt, tutti i pezzi sem-
brano sgorgare dalla stessa
fonte. Anzich confondere stili
diversi, Nelson fa come ha
sempre fatto: li ignora comple-
tamente, avvolgendoli nel suo
fascino da simpatico fricchet-
tone. Il 30 aprile compie ot-
tantanni: magari fossimo tutti
cos alla sua et.
Stephen M. Deusner, Paste
Yeah Yeah Yeahs
Mosquito
(Interscope)

Chi ricorda con nostalgia i


giorni in cui Karen O cantava
nel microfono con la gola
strozzata sar piacevolmente
sorpreso dellultimo lavoro
della sua band. Nel 2009 con
Its blitz gli Yeah Yeah Yeahs si
erano accostati a un pop pi
mainstream. Oggi tornano alle
radici con una produzione a
basso budget, registrata a
Manhattan, e sembra gli abbia
fatto bene. Ci sono esitazioni,
chitarre sporche e urla feroci.
Sacrilege apre perfettamente
lalbum con un ritorno al loro
vecchio suono punk dove
spunta anche un irresistibile
momento gospel. Passando
per atmosfere da ilm horror e
uscita di un suo libro di me-
morie e del suo secondo ro-
manzo. Il suo quindicesimo
album spazia invece nel suo
vasto repertorio, a partire dal-
la title track, un malinconico
country rock in cui Earle ci of-
fre uno sguardo severo sul de-
clino degli Stati Uniti, un tema
ripreso anche in 21st century
blues. Poi c una iammeg-
giante ballata rock (Calico
county), un classico bluegrass
(Warren Hell mans banjo) e tre
brani melodiosi ripresi da Tre-
me. La voce di Earle spesso
solo un incomprensibile rin-
ghio texano, ma la qualit del-
le composizioni e del sound
sempre impeccabile.
Neil Spencer, The Observer
Haiku Salut
Tricolore
(How Does It Feel To Be Loved?)

Le Haiku Salut non sono una


band lontana dagli stereotipi.
Qualcuno una volta le ha de-
scritte come musica classica
per persone non abituate alla
musica classica. Potrebbe non
sembrare un complimento, ma
il concetto giusto dal quale
partire. La band formata da
tre donne, le polistrumentiste
Gemma Barker wood, Sophie
Barkerwood e Louise Croft, e
le sue inluenze comprendono
il folk, i ilm francesi e le colon-
ne sonore dei videogiochi. In
Tricolore non c nemmeno
una parte cantata. I suoi dodici
pezzi si basano su chitarre acu-
stiche, tastiere vintage, iati e
percussioni. Lalbum un ricco
bufet di piaceri sonori. Un pia-
cevole debutto, che dimostra
che la scena indipendente bri-
tannica in ottima salute.
Dom Gourlay,
Drowned In Sound
Meat Puppets
Rat farm
(Megasource)

Nonostante pi di trentanni di
carriera e 14 album, i Meat
Puppets sono stati relegati
nellappendice della storia del
grunge. un peccato, perch
in questo periodo Curt e Chris
Kirkwood hanno continuato a
sviluppare un bel miscuglio di
generi in salsa western. Nel lo-
ro ultimo disco, Rat farm, si
addentrano in uno spazio con-
fuso, che comprende dal reg-
gae al prog rock allo stone
country, fusi in una grande
scultura intergalattica. Unul-
teriore dimostrazione di quan-
to i Meat Puppets siano un
gruppo particolare, e ogni al-
bum suona sempre pi loro e
diverso da qualsiasi altro.
Adam Kivel,
Consequence Of Sound
Atalanta Fugiens
Francesco Zappa: sinfonie
Atalanta Fugiens,
direttore: Vanni Moretto
(Deutsche Harmonia Mundi)

La sorpresa del mese un an-


tico omonimo di Frank Zappa,
il milanese Francesco, violon-
cellista e compositore del set-
tecento. Lensemble Atalanta
Fugiens ha registrato su stru-
menti depoca sei delle sue
sinfonie: lavori che erano stati
dimenticati da tutti con lecce-
zione di Frank, che li aveva ar-
rangiati per synclavier per lal-
bum Francesco Zappa.
Franck Mallet, Classica
di alieni, Mosquito riesce a ri-
catturare lo spirito originario
di questi newyorchesi, senza
dimenticare i ritmi dance che
li hanno accompagnati nellul-
timo periodo.
Felicity Martin, Clash
New Found Land
New Found Land
(Fixe Records)

Dietro la sigla New Found
Land si cela Anna Roxenholt,
una musicista svedese trapian-
tata a Berlino. I brani di questo
nuovo album interpretano
lamore come lotta continua
piena di scuse tardive e della
paura di avvicinarsi troppo agli
altri. Questo caos di sentimen-
ti descritto attraverso una
musica incentrata sulla voce
rude di Roxenholt. Intorno ci
sono sintetizzatori turbinosi,
che ogni tanto fanno venire in
mente i Depeche Mode, chi-
tarre graianti e linee di basso
spartane. Il risultato una rac-
colta di canzoni indie pop rock
semplici e accattivanti.
Sophie Jung,
Die Tageszeitung
Steve Earle
The low highway
(New West)

Steve Earle sempre pi una


leggenda americana. Di re-
cente la sua fama stata ali-
mentata anche dalla parteci-
pazione alle serie tv Treme di
David Simon e dalla prossima Haiku Salut
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Counting Crows
Echoes of the outlaw
roadshow
(Cooking Vinyl)
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Thri!!!er!
(Warp)
Iron And Wine
Ghost on ghost
(4Ad)
Willie Nelson
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Pop/rock
Scelti da
Luca Sofri
86 Internazionale 997 | 25 aprile 2013
Cultura
The story of Anvil
Sabato 27 aprile, ore 11.00
SkyArte
Dopo qualche stagione di atti-
vit negli anni ottanta, del
gruppo canadese Anvil si sono
perse le tracce: un divertente
documentario musicale scopre
che ine ha fatto, e segue il suo
fallimentare tentativo di risali-
re la china.
Guerra al terrorismo
Sabato 27 aprile, ore 21.00
Discovery Channel
A due anni dalluccisione di
Bin Laden una programmazio-
ne speciale, anche domenica
28, con due reportage in ante-
prima: Unit antiterrorismo e
Bin Laden. Caccia alluomo e
Artiicieri in Afghanistan.
Somalia, un leone senza
denti
Sabato 27 aprile, ore 23.00
RaiStoria
Nel 1960 la Somalia diventa
indipendente. Invece di unera
di pace e democrazia, nel pae-
se seguiranno cinquantanni di
violenze, guerra ed emergenze
umanitarie. Ritorno al reporta-
ge e in tv per Piero Marrazzo.
La versione di Mario
Domenica 28 aprile, ore 21.15
Rai5
Cinque diversi registi per un ri-
tratto di Mario Monicelli. Bur-
bero ma sempre modesto, ca-
pace di scherzare su tutto ma
anche di essere molto duro.
Una sua massima: La speran-
za la bugia pi grande.
Notturno italiano
Luned 29 aprile, ore 23.30,
Rai Storia
Le notti italiane sono popolate
da due generi di comunit:
quelli che si divertono e quelli
che cercano di sopravvivere.
Tra cronaca e costume, scena-
ri di storie che convivono sen-
za incontrarsi mai.
Video
insomnia.nb.ca
Il National ilm board
canadese produce originali
documentari interattivi.
Lultimo sullinsonnia, che
secondo le statistiche aligge
un terzo degli adulti nei paesi
occidentali: pi attivi e
produttivi diventiamo, meno
e peggio riposiamo. Nella
prima fase del progetto,
avviata nel 2012, gli insonni
erano invitati a connettersi
per raccontare la loro
esperienza, e il sito
funzionava da confessionale
terapeutico. Nella seconda,
appena presentata al festival
di Tribeca e in rete, la
solitudine dellinsonnia
diventa esperienza collettiva:
possibile registrarsi per
seguire le notti in bianco delle
persone che hanno deciso di
diventare protagoniste del
progetto.
In rete
Durante il recente conclave la
questione pedoilia conti-
nuata a rimanere nellombra
sulla stampa italiana, mentre
stata centrale per lopinione
pubblica e i mezzi dinforma-
zione anglosassoni. Mea maxi-
ma culpa. Silenzio nella casa di
dio di Alex Gibney, in dvd per
Feltrinelli dopo una breve di-
stribuzione nelle sale, una
dolorosa inchiesta che parte da
diversi casi accertati su tutti
quello di padre Lawrence Mur-
phy, responsabile di abusi in
un collegio per bambini sordi
nel Wisconsin per risalire la
catena delle responsabilit e
accusare i prelati che avrebbe-
ro insabbiato le denunce per
evitare scandali.
hbo.com/documentaries/
Dvd
Abusi nel silenzio
A journal
of insomnia
In Francia, e non solo, non si
inisce mai di stupirsi per la
scoperta che alcuni uomini di
sinistra su cui qualcuno ha
fondato le sue speranze per il
futuro, come successo du-
rante le ultime elezioni presi-
denziali hanno una deva-
stante attrazione per il denaro.
Questo ci costringe a fare i
conti con uniconograia da
cartolina illustrata. Per evoca-
re i cosiddetti paradisi isca-
li (le isole Cayman sembrano
particolarmente di moda),
nelle pagine economiche di
quotidiani e riviste, al posto
dei soliti ritratti di ministri, po-
litici o inanzieri pi o meno
corrotti, hanno cominciato a
fare la loro comparsa delle ve-
dute di meravigliose spiagge
bianche con le loro immanca-
bili palme da cocco.
Questa specie di turismo i-
nanziario fornisce immagini
che sembrano uscire diretta-
mente dagli opuscoli dei tour
operator e hanno il pregio di
rendere meno grigia la succes-
sione di scandali che opprime
latmosfera. Un altro efetto
positivo degli sviluppi inso-
spettabili della inanza con-
temporanea che ci ha portato
a conoscere una nuova geo-
graia esotica. Le Isole Vergini
Britanniche, Singapore, Sa-
moa, le Isole Cook e le Sey-
chelles hanno reso ancora pi
cupe le destinazioni come
Svizzera, Monaco, Lussem-
burgo e Liechtenstein. Ne gio-
va il nostro immaginario col-
lettivo. Sullo stesso genere, ma
pi inquietanti, i titoli che dei-
niscono la Francia come una
repubblica delle banane. u
Fotograia Christian Caujolle
Un nuovo tipo di paradiso
Internazionale 997 | 25 aprile 2013 87
Mostre in hd
I teatri lo facevano gi per la li-
rica. Cos i musei si mettono al
passo e cominciano a trasmet-
tere i grandi eventi in pro-
gramma. Tra i pionieri c il
British Museum che ha tra-
sformato la mostra su Pompei
in un ilm. Dal 18 giugno un
percorso commentato e girato
in alta deinizione sar distri-
buito sul grande schermo in
quasi trecento sale nel Regno
Unito e in Irlanda. Nel ilm
(preceduto da un trailer dispo-
nibile sul sito del museo)
si alternano ricostruzioni, ope-
re in mostra, musica, poesie,
letture di testimonianze del
tempo e i dietro le quinte
dellallestimento, tutto soste-
nuto da unattenta sceneggia-
tura. Lesperimento una no-
vit assoluta per un museo. Gli
altri precedenti, come la mo-
stra di Leonardo da Vinci alla
National gallery, sono visite
virtuali delle opere pi che
racconti sceneggiati.
Le Figaro
Schwitters in Britain
Tate Britain, Londra, ino al 12
maggio
La Tate Britain ha intrapreso
una nuova linea che sovverte
la tendenza britannica a so-
pravvalutare larte locale igno-
rando quello che viene da fuo-
ri. La mostra di Schwitters esa-
mina la sua esperienza nel Re-
gno Unito come rifugiato dal
nazismo. Il taglio della mostra
non poteva essere pi ottimi-
stico. subito lampante che il
povero Schwitters avrebbe fat-
to meglio a non scendere dalla
nave e a proseguire ino a New
York. Gli americani accoglie-
vano gli artisti europei a brac-
cia aperte. Nel Regno Unito
Schwitters ha passato 16 mesi
in un campo di internamento,
seguiti da sei anni di povert e
da una morte precoce.
The Daily Telegraph
Steve McQueen
Schaulager, Basilea,
ino al 13 settembre
Lartista, nudo, sintravede nel
buio. Lo si vede steso su un
letto dalbergo. Quindi una ca-
sa crolla attorno a lui e una
nuvola di polvere lo avvolge.
Lo si vede mentre trascina
una latta di metallo per le stra-
de di Manhattan, la sua im-
magine rilessa nelle vetrine.
Poi, invisibile, si agita sotto il
cespuglio di un parco di Am-
sterdam. McQueen ha la sner-
vante capacit di sparare un
mucchio di balle, azzardando
nuovi contesti per il suo lavoro
e spiegandolo sempre in mo-
do diverso. Non ha strategie o
idee precise, improvvisa. Vin-
citore del Turner prize, regista
dei pluripremiati ilm Hunger
e Shame, McQueen sta lavo-
rando a Hollywood con Brad
Pitt e Michael Fassbender. La
mostra, descritta dai curatori
come una citt del cinema,
non un multisala, ma uno
spazio di confronto. Il rumore
di un elicottero satura la pri-
ma sala e paralizza lo spetta-
tore, come fosse un attacco i-
sico. Lelicottero un occhio
che si alza e gira intorno alla
Statua della libert. Quando il
rumore muore, si ha la sensa-
zione che il fuoco sia pi niti-
do e la statua pi presente nel
silenzio. I suoi ilm vanno ol-
tre il visibile. Forse per questo
riprende locchio di Charlotte
Rampling mentre il dito
dellartista lo accarezza con
una delicatezza invadente. Ci
sono momenti in cui tutto fa
perno su violenza e intimit,
brutalit e tenerezza, questio-
ni puramente animali. Spesso
c un senso di apertura, ma lo
spettatore non dimentica mai
che sta guardando attraverso
locchio della telecamera.
The Guardian
Svizzera
Oltre il visibile
Cultura
Arte
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Steve McQueen, Bear
88 Internazionale 997 | 25 aprile 2013
T
om era una di quelle persone che ci sono
sempre nella nostra vita: uno con cui
andare a pranzo insieme a molti altri,
ma che non vedi mai a tu per tu. Al colle-
ge frequentavamo alcuni corsi insieme
e per un po lavorammo perino nello
stesso laboratorio di psicologia cognitiva. Ma non lo
conoscevo veramente. Eppure, quando ho saputo che
aveva un tumore al cervello che lo avrebbe ucciso entro
pochi mesi, mi sono sentito gelare.
Avevo 19 anni quando lo notai per la prima volta, a
una lezione del famoso neuropsicologo
Karl Pribram. Incontravo Tom alla
cafetteria, in biblioteca e in giro per il
campus. Sembrava perennemente entu-
siasta, e gesticolava in un modo esagera-
to che lo faceva apparire straordinaria-
mente attento. Provavo disagio a stabili-
re un contatto oculare con lui, non per-
ch sembrasse minaccioso, ma perch
il suo sguardo era straordinariamente
intenso.
Una volta Tom e io eravamo seduti
accanto quando Pribram raccont a noi
studenti di un suo collega che era morto qualche giorno
prima. Pribram fece una pausa per scrutare la classe e ci
disse che il suo collega era stato uno dei pi grandi
neuro psicologi di tutti i tempi. Pribram poi abbass il
capo e iss il pavimento cos a lungo che pensai avesse
scoperto qualcosa. Senza alzare la testa, ci disse che il
collega era stato un suo grande amico, e gli aveva tele-
fonato un mese prima per dire che gli avevano appena
diagnosticato un tumore al cervello nel lobo temporale.
I medici dicevano che avrebbe lentamente perso la me-
moria, non la capacit di formare nuovi ricordi, ma
quella di recuperare i ricordi pi vecchi. In breve, di sa-
pere chi era.
La mano di Tom scatt in alto. Con mia grande sor-
presa, sugger che Pribram dava troppo peso al rapporto
tra memoria nel lobo temporale e identit complessiva.
Lobo temporale o meno, ti piacciono sempre le stesse
cose, sostenne Tom, i tuoi sistemi sensoriali non sono
toccati. Se sei gentile e paziente, oppure una carogna,
disse, questi tratti della personalit non sono governati
dai lobi temporali.
Pribram non si scompose. Molti di noi non capisco-
no il rapporto tra memoria e s, spieg. Quello che sei
il risultato di tutto quello che hai vissuto. Dove sei anda-
to a scuola, chi erano i tuoi amici, tutte le cose che hai
fatto oppure cosa altrettanto importante tutte le cose
che hai sempre sperato di fare. Se preferisci il gelato al
cioccolato o alla vaniglia, i ilm dazione o le commedie,
fa tutto parte della storia, ma la capacit di conoscere
queste preferenze attraverso la memoria accumulata
quello che ti deinisce come persona. Mi sembrava giu-
sto. Non sono soltanto una persona che ama il gelato al
cioccolato, sono una persona che sa, che ricorda di
amare il gelato al cioccolato. E ricordo i posti dove mi
piace mangiarlo e le persone con cui lho mangiato.
Pribram raggiunse il leggio e lo aferr con entram-
be le mani. Lultima volta che si erano
parlati, il suo collega gli era sembrato pi
triste che spaventato. Era preoccupato
per la perdita della sua identit pi che
per la perdita della memoria. Avrebbe
conservato la sua intelligenza, dicevano
i dottori, ma non i ricordi. A che serve
luna senza gli altri?, aveva chiesto il col-
lega. Era lultima volta che Pribram gli
aveva parlato.
Da un amico, aveva saputo che il col-
lega aveva deciso di andare ai Caraibi in
vacanza con la moglie. Un giorno era en-
trato semplicemente in acqua e non era pi tornato.
Non sapeva nuotare: doveva essersi immerso con lin-
tenzione di non tornare, prima che i danni del tumore
potessero avere la meglio, disse Pribram.
Laula rimase in silenzio per una decina di secondi,
un silenzio di marmo. Detti unocchiata agli appunti di
Tom. Neuropsicologo prevede di perdere la testa,
aveva scritto.
Se fosse vissuto, il collega di Pribram avrebbe sof-
ferto di quella che i neuroscienziati chiamano amnesia
retrograda. il tipo di amnesia che troviamo spesso
nella trama delle commediole pi insulse o dei gialli pi
banali. Un tale viene colpito alla testa e non riesce a ri-
cordare pi niente, vaga senza meta iccandosi in situa-
zioni comiche e poi riceve un altro colpo in testa e gli
ritorna la memoria. Questo non capita quasi mai nella
vita reale. Anche se lamnesia retrograda vera, di soli-
to la conseguenza di un tumore, di un ictus o di un al-
tro trauma organico del cervello. Non ritorna con un
colpo alla testa. Le persone che sofrono di amnesia re-
trograda possono ancora formare nuovi ricordi, perci
sono acutamente consapevoli di avere un deicit cogni-
tivo, sono dolorosamente coscienti di ci che stanno
perdendo.
Tom e io ci incrociammo di nuovo anni dopo quan-
Anima senza memoria
Laula rimase
in silenzio
per una decina
di secondi. Detti
unocchiata agli
appunti di Tom.
Neuropsicologo
prevede di perdere
la testa, aveva
scritto
DANIEL LEVITIN
un neuroscienziato
e musicista
statunitense. Ha 55
anni. Il suo ultimo
libro Il mondo in sei
canzoni (Codice
Edizioni 2009).
Questo articolo
uscito sullAtlantic
con il titolo Amnesia
and the self that
remains when memory
is lost.
Daniel Levitin
Pop
Internazionale 997 | 25 aprile 2013 89
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do lavoravamo entrambi per un istituto di ricerca. Face-
va parte di un gruppo che progettava strumenti musica-
li virtuali per non musicisti, come Guitar Hero o Rock
Band, sforzandosi di dare ai clienti la piacevole espe-
rienza di saper suonare dopo zero ore di pratica. Qual-
che volta incontravo Tom nei corridoi, lo salutavo, e un
paio di volte lo vidi a una jam session. Era veramente
bravo alla tastiera.
Dopo aver lasciato listituto di ricerca per dedicarmi
al mio primo lavoro accademico, incontrai unex colle-
ga che mi chiese se avevo saputo di Tom.
Ha un tumore non operabile al cervello, il lobo
temporale. I medici dicono che gli restano pochi mesi
di vita. Sono appena andata a trovarlo. Magari potresti
passare anche tu a salutarlo.
Be non lo conosco bene. Voglio dire, un ciao
quando cincontravamo in corridoio, cose cos. Ma non
lo conosco, non credo che abbiamo mai parlato pi di
due minuti.
Non importa, replic lei. Non ha niente da fare, a
parte chiacchierare con chi va a trovarlo. Credo che gli
farebbe davvero piacere. Mi dette il numero di Tom
dicendo che avrei dovuto prima telefonare perch ave-
va giornate buone e giornate cattive.
Telefonai e mi rispose un badante. Fissammo un
appuntamento per il gioved successivo alluna. La
90 Internazionale 997 | 25 aprile 2013
mattina presto non sta molto bene. Sono le medicine. E
certe giornate non vanno bene. Chiami prima, verso le
undici, e le dir come sta. A parte questo, dovrei avver-
tirla che non ricorda granch: il tumore ha cancellato le
sue memorie del passato.
Amnesia retrograda.
Quando arriv il gioved, telefonai. Mi rispose di
nuovo il badante e disse che potevo andare alluna.
Chiesi se potevo portare qualcosa. Gli piacciono le ca-
ramelle Abba Zabba, ma diicile trovarle, perci non
si preoccupi se non ci riesce.
Sapevo che il Woolworth in citt, uno dei pochi che
ancora rimangono, aveva un enorme bancone di cara-
melle. Cos presi una busta di Abba Zabba ripiene di
burro di arachidi.
Tom viveva in una via piena di appartamenti identi-
ci, il genere di strada dove bisogna contare quanti pa-
lazzi ci sono prima del tuo per non rischiare di inire in
quello sbagliato. Quando bussai alla porta, il badante
minvit a entrare e mi chiese di togliermi le scarpe. Poi
mi precedette su una soice moquette bianca ino al
salotto, mi indic una vecchia poltrona e mi disse che
Tom sarebbe arrivato subito. Io misi le caramelle sul
tavolino da caf.
Quando Tom entr, mi alzai. Lui si avvicin, mi
strinse la mano e disse in tono cantilenante: Grazie di
essere venuto.
Quegli occhi intensi, che ti catturavano, aggancia-
rono i miei e rimasero agganciati mentre ci stringeva-
mo la mano e perino mentre ci sedevamo. Distolsi lo
sguardo per osservarlo: i capelli si stavano diradando,
aveva perso peso, ma per il resto sembrava uguale a co-
me lo ricordavo. Lo stesso volto sottile, lo stesso sorriso
franco.
Non so se qualcuno te lha detto, cominci, anco-
ra cantilenante e allegro, ma ho un tumore al cervello
che mi sta facendo perdere la memoria.
Annuii.
Scusa se te lo chiedo, ma lo faccio con tutti. Potresti
dirmi di nuovo il tuo nome e come mai ci conoscia-
mo?.
Ehm Mi chiamo Dan. Dan Levitin.
Non ci furono segnali di riconoscimento. Solo un vi-
so calmo e interessato che ricambiava il mio sguardo.
Abbiamo studiato insieme a Stanford, continuai.
Abbiamo frequentato un paio di corsi di psicologia in-
sieme.
Ah, s. Sono laureato in psicologia.
Eravamo nel corso del professor Pribram, e abbia-
mo lavorato insieme in un laboratorio, quello di Roger
Shepard.
Chi?.
Roger Shepard. Aveva un laboratorio di musica e
percezione.
Wow. Doveva essere interessante. Di cosa mi oc-
cupavo?.
Non lo so. Forse forse ero troppo preso dal mio
lavoro. Mi dispiace veramente.
Non fa niente. Mi piaceva il laboratorio?.
S, credo di s. Voglio dire, non ti lamentavi mai.
Sembravi sempre molto concentrato.
Storie vere
Due ladri
di Stoccolma
avevano un piano
apparentemente
perfetto per rubare
tre quadri. Sono
entrati nella casa
dove erano i dipinti, li
hanno presi e sono
corsi a caricarli sulla
loro automobile. Non
avevano fatto bene i
conti delle
dimensioni: il quadro
pi pregiato ha un
valore intorno ai
cinque milioni di
corone, quasi
600mila euro era
troppo grande. I ladri
lhanno abbandonato
sulla strada, sono
saliti in macchina e
sono scappati.
Stavano per passarci
sopra, ha dichiarato
un testimone. Il resto
della refurtiva era
deludente: stato
ritrovato in un
cassonetto dei riiuti.
Bene. Odio lidea di aver fatto qualcosa che non mi
piaceva. Era seduto sullorlo del vecchio divano e ve-
devo i cuscini afossati sotto di lui. Allora abbiamo stu-
diato insieme. Immagino che fosse molti anni fa. Siamo
rimasti in contatto anche dopo?.
Be, qualche anno fa ci siamo ritrovati a lavorare
per lo stesso istituto di ricerca, a Palo Alto.
Lavoravamo insieme?.
No, eravamo in due dipartimenti diversi. Tu lavo-
ravi con Joy, e io con Bob. Ma ogni tanto ci vedevamo, e
minteressava quello che faceva il tuo gruppo. La tua
squadra fece unottima presentazione durante la riu-
nione annuale. Ricordo che avevi lavorato a un nuovo
strumento musicale che si chiamava la scatola delle
perle. Si muovevano delle perline su alcune aste e le
perline suonavano varie melodie. Era un modo per per-
mettere ai non musicisti di divertirsi con la musica sen-
za dover fare anni di esercizio.
Mmm, mormor guardando il soitto. Scatola
delle perle. Non mi accende nessuna lampadina. Ma
non ho molte lampadine che si accendono ormai!.
Be, era fortissimo.
Mi lanci unocchiata: Allora, eravamo amici?.
Io lo issai. Sarebbe stato scortese dirgli che non ave-
vo mai pensato a lui come a un amico? Voglio dire, se
qualcuno pensa che una certa persona un suo amico e
questa persona lo nega, pu essere un dispiacere. Ma
Tom non si ricordava neppure di me. Mentre stavo pen-
sando, lui disse.
Non fa niente. C spesso questa zona grigia, si
potrebbe chiamare, nei rapporti umani, vero? Incon-
triamo delle persone, le vediamo tutti i giorni, ci salu-
tiamo, ma non le conosciamo davvero. Diciamo che
sono nostri amici, ma in efetti non puoi essere amico
delle centinaia di persone che conosci, giusto? Per ab-
biamo vissuto una storia comune. Siamo stati negli
stessi posti per qualche tempo. Eravamo parte di un tes-
suto che ci univa. Fece un gesto stroinando il pollice e
le altre dita.
Il badante si avvicin con un bicchier dacqua e alcu-
ne pillole.
Scusami un attimo, disse Tom. Devo prendere
queste.
Mi guardai intorno. Cerano due o tre quadri alle pa-
reti, ma in diversi punti si vedevano dei chiodi da cui
non pendeva pi niente, e restava solo il contorno sbia-
dito delle cornici di un tempo. Sulla parete a sinistra
cera una mensola con dei piccoli oggetti, vari souvenir
e una collezione di cucchiaini degli stati americani di-
sposti in ordine alfabetico. Ma alcuni mancavano. Dove
cerano stati Maryland e Illinois ora cera solo
unombra polverosa, e sembrava che non ci fosse nes-
suna W - niente Washington, West Virginia, Wiscon-
sin e Wyoming. Sagome rotonde, quadrate ed esagona-
li erano tutto quello che restava sulle altre mensole.
C qualcosa che ti piacerebbe avere?, mi chiese
Tom.
Io, ehm.
Fra tre mesi non ci sar pi. Dico alla gente che vie-
ne a trovarmi che possono prendere qualunque cosa
vogliano. Qualunque cosa. Quadri appesi alla parete,
Pop
Internazionale 997 | 25 aprile 2013 91
strumenti musicali. Un tizio ieri si portato via una con-
ga. Suoni il tamburo?.
No, ma grazie lo stesso. Non potrei.
Davvero, non c problema. Ho una bella collezio-
ne di cucchiai di tutti e cinquanta gli Stati Uniti. Scegli
pure.
Grazie, Tom, ma non mi sentirei a mio agio. Scusa-
mi se te lo chiedo, ma non hai paura che con i tuoi pro-
blemi di memoria qualcuno potrebbe venire qui e ap-
proittarsene?.
In che senso?.
Be, voglio dire, potremmo venire e raccontarti
delle balle e prendere le tue cose.
Non fa niente. Sono solo oggetti.
Squill il telefono. Il badante glielo port. Era sua
madre. Ascoltando la conversazione da un capo del ilo,
capii che era costretta a letto e non stava bene. Era la
sua telefonata quotidiana. Mi alzai per andarmene, ma
Tom mi fece cenno di restare. Il badante port via il te-
lefono quando in di parlare.
Sei stato gentile a venire. Ed stato anche utile.
consolante mettere insieme i pezzi della mia vita, ve-
dere cosa ho fatto. Sapere che cerano persone gentili
come te che la vivevano con me. Grazie.
Scesi le scale e camminai lungo ile di palazzi asso-
lutamente identici ino alla mia macchina. Poi mi se-
detti in auto e inilai la chiave nel cruscotto, senza muo-
vermi. Il professor Pribram pensava che quando per-
diamo la memoria, perdiamo tutto il nostro senso
didentit. Quando ho visto Tom, cera ancora qualcosa
che era fondamentalmente Tom. Alcuni di noi la chia-
mano personalit, o essenza. Alcuni la chiamano ani-
ma. Qualunque cosa sia, il tumore che si era preso la
memoria di Tom non laveva toccata . u gc
N
ella storia dei rapporti tra letteratura,
musica e nuove tecnologie, questo il
mio episodio preferito: rinchiuso nel
suo appartamento di Parigi, forse
sdraiato sul letto, circondato dai cu-
scini, intabarrato, Marcel Proust
ascolta per telefono la trasmissione di unopera. Sap-
piamo che ascolt cos il Plleas et Mlisande di Debussy
e diversi frammenti di Wagner, tra cui un atto intero dei
Maestri cantori di Norimberga. Proust, entusiasta di tut-
te le innovazioni del suo tempo, nessuna esclusa (tele-
fono, aeroplano, automobile), si era abbonato a una
novit recente per godersi uno spettacolo dellopera,
del teatro o di un concerto senza bisogno di muoversi
da casa, che nonostante il suo successo si eclissata
dalla nostra memoria tecnologica, anche se aveva un
nome molto promettente: il teatrofono. In una lettera a
Scrivere come
Wagner
Antonio Muoz Molina
un amico, Proust confessava di aver sviluppato una di-
pendenza da quellapparecchio, come quelli che oggi
sono dipendenti dalliPhone. vero che ancor pi di
ascoltare la musica al teatrofono, a Proust piaceva chia-
mare musicisti in carne e ossa a suonare a casa sua. Ec-
co perch durante un inverno non meglio speciicato
della grande guerra, nella sua casa senza riscaldamento
e a luci spente per precauzione contro le bombe degli
Zeppelin tedeschi, pag profumatamente i membri del
quartetto Ros perch suonassero per lui gli ultimi
quartetti di Beethoven.
In piena guerra contro la Germania, in pieno fervore
dei nazionalismi, Marcel Proust, che era un animo libe-
ro, continuava a dimostrare il suo amore per la musica
tedesca, per Beethoven e Wagner. In quei quartetti tro-
vava lesempio di unopera darte cos originale che ci
sarebbero volute diverse generazioni prima che nasces-
se un pubblico in grado di apprezzarla. Quando uno
scrittore parla di altre arti pensa sempre al suo lavoro, e
in quelle arti cerca il rilesso o la formulazione in termi-
ni diversi delle sue inquietudini pi profonde. Nellulti-
mo Beethoven, Proust ritrovava la sua ambizione: vole-
va scoprire un modo di scrivere mai esistito prima, e
che quindi avrebbe avuto ben pochi lettori disposti ad
accoglierlo. Wagner era per lui una sida e un modello,
oltre a una passione che laveva accompagnato in dalla
prima giovinezza. Molto prima dellinvenzione del tea-
trofono, Proust aveva ascoltato frammenti orchestrali
delle sue opere nelle sale da concerto. E ovviamente, da
avido lettore di Baudelaire qual era, conosceva la stra-
ordinaria lettera a Richard Wagner.
Wagner, dice Baudelaire, pensa in modo doppio,
poeticamente e musicalmente, e grazie a ci fa s che il
compito di ognuna delle due arti cominci laddove ini-
scono i limiti dellaltra. Nella Ricerca del tempo perduto
a Proust i limiti della letteratura vanno stretti, la sua
ambizione riunire tutte le arti. Per questo nelle mi-
gliaia di pagine di cui composta lopera ci sono pi
pittori e musicisti che scrittori. Tra tutti i personaggi,
quelli reali e quelli inventati, ad avere una presenza
davvero decisiva, a volte in maniera evidente e a volte
no, Richard Wagner. Il secondo volume del romanzo
sintitola Allombra delle fanciulle in iore, ed ben pi di
un riferimento colto e criptico alle fanciulle-iore del
secondo atto del Parsifal. Come leroe giovane e un po
sciocco dellopera, il protagonista del romanzo si lascia
stregare da adolescenti tentatrici che non appartengo-
no pi alle mitologie medioevali ma al mondo moder-
no, e quindi fanno bagni al mare, giocano a tennis e
vanno in bicicletta. Proust, mentre scriveva, era osses-
sionato da un duplice problema, che si aggravava man
mano che il suo grande progetto narrativo si estendeva
oltre ogni calcolo: trovare una forma totale in grado di
abbracciare e ordinare la variet dei suoi personaggi, le
situazioni, i dettagli, e riuscire a far s che ognuno di es-
si mantenesse la sua importanza speciica e non fosse
sofocato o confuso dal peso schiacciante della totali-
t.
Arriv alla risposta procedendo a tentoni, come suc-
cede sempre in questi casi a condizione di essere tenaci
e di avere fortuna, quella fortuna necessaria a far sorge-
ANTONIO
MUOZ MOLINA
uno scrittore e
giornalista spagnolo.
Il suo ultimo lavoro
pubblicato in Italia
Il vento della luna
(Mondadori 2008).
Questo articolo
uscito su El Pas con
il titolo Entre Wagner
y Proust.
92 Internazionale 997 | 25 aprile 2013
re unilluminazione che di colpo d senso alla scorag-
giante mole di lavoro gi svolta e indica con unimprov-
visa chiarezza la direzione in cui muoversi. Era una ri-
sposta che forse Proust aveva intuito ascoltando Wa-
gner, e che in ogni caso formul esplicitamente citando
il suo esempio. In uno dei passaggi di maggior ricchez-
za sonora di tutto il romanzo, nel quinto volume, La
prigioniera, il narratore evoca i rumori e le voci che arri-
vano dalla strada alla sua camera il primo mattino: i ri-
chiami variopinti dei venditori ambulanti, che gli ricor-
dano il canto gregoriano e il Plleas di Debussy, gli zoc-
coli dei cavalli sul selciato, le martellate di un artigiano,
il trotto delle caprette da latte, il rumore lontano del
tram. Suoni che, ogni mattina, si ripetono secondo di-
versi gradi di vicinanza e nitidezza: pi attutiti se lat-
mosfera umida, pi chiari nellaria limpida e fredda
delle mattine serene. Rinchiuso nella sua stanza, dietro
i vetri del balcone e lo spessore delle tende, la coscienza
ancora assonnata, il narratore percepisce una sorta di
musica nei suoni del mondo. Ogni suono diverso dagli
altri ma tutti sono organizzati in una lunga ondulazione
armonica che gli ricorda, oltre a Debussy, i paesaggi di
Wagner, il canto di un uccello in un bosco o la melodia
semplice di un pastore che emergono dallo sfondo so-
noro degli alberi o del mare e allo stesso tempo si intrec-
ciano con quello stesso sfondo. Wagner, scrive Proust
con questo fervore cos suo, cos privo di pedanteria,
ha fatto entrare nella musica molti ritmi della natura e
della vita, dal lusso del mare alle martellate del calzo-
laio, dai colpi del fabbro al canto degli uccelli.
Nessuno prima di Wagner aveva osato concepire
durate musicali cos lunghe, che richiedessero unat-
tenzione cos vigile: indubbiamente questo esempio
confortava Proust quando vedeva il suo romanzo cre-
scere e allungarsi ben oltre la sua immaginazione, pi
di qualsiasi altro romanzo. Ma in questa estensione non
ci sarebbe stata neanche una zona di vaghezza o di au-
toindulgenza, nessun elemento che non occupasse un
Nel 1994 Jacques Toubon, mini-
stro della francofonia, ottenne
lapprovazione di una legge seve-
rissima per vietare luso di lingue e
parole straniere in Francia. Il con-
siglio costituzionale ne abrog per
incostituzionalit alcuni degli arti-
coli pi feroci e ridicoli, ma la leg-
ge rimasta in vigore, solo qua e l
talora violata. E la legge legge
(in Francia). La ministra delluni-
versit Genevive Fioraso nella
sua proposta di legge di riordino
dellistruzione superiore, da discu-
tere in parlamento a ine maggio,
ha previsto invece che almeno in
caso di accordi di scambio con uni-
versit straniere o di attivit inan-
ziate dallUnione europea i profes-
sori possano tenere corsi in lingua
straniera. La possibilit di deroga-
re al toubonismo, pur limitata, ha
suscitato reazioni negative.
LAcadmie franaise ritiene
insuicienti le limitazioni alla de-
roga e teme la marginalisation del
francese nelle universit. Reazioni
violente sono venute dalla destra
dellUnion populaire rpublicaine,
secondo cui Fioraso vende ai mer-
canti luniversit, la scuola e la
Francia; e la morte del francese a
beneicio dellinglese americano
(e qualcuno aggiunge larabo) al-
le porte. Le controreazioni sono al-
trettanto dure e pittoresche. Gene-
vive Fioraso ha dichiarato che so-
lo con la sua legge si attireranno
studenti da India e Corea del Sud:
se non la approviamo nous nous
retrouverons cinq discuter de
Proust autour dune table, mme si
jaime Proust. Misura e buonsen-
so non sono ospiti graditi nelle di-
spute linguistiche. u
Scuole Tullio De Mauro
La gran guerra francese della lingua
posto necessario e organico nel grande progetto gene-
rale, in fondo austero quanto Tristano e Isotta, Parsifal o
Lanello del Nibelungo. Il Wagner della maturit o lulti-
mo Beethoven chiedevano un nuovo modo di ascoltare
la musica: lui, Proust, avrebbe chiesto un nuovo tipo di
lettore. Nessuno ha chiesto cos tanto, nessuno ha of-
ferto cos tanto in cambio. u fr
Da bambino credevo
che dopo la morte le persone si trasformassero in stelle.
Quando mor la prima
persona a cui volevo bene
guardavo il volto del cielo
nella speranza di vedere il suo rilesso.
Ma la fede perdette di senso (come dicono i ilosoi:
la giustiicazione empirica della propria esistenza)
ormai era solo una stella
e nientaltro.
Poi a dicembre una notte, sulla soglia dellinverno
Esco sul terrazzo e guardo il cielo
lalbero della notte in iamme
da qualche parte tra Arturo e la costellazione
[della Bilancia
vedo un piccolo castagno che brilla
e palpita di un bagliore ghiacciato.
Mi strizza locchio la stella Herbert.
Krzysztof Karasek
Poesia
La stella Herbert
KRZYSZTOF
KARASEK
un poeta polacco
nato nel 1937. Questa
poesia raccolta in
Fuochi di bengala e
altre poesie (Il Ponte
del Sale 2011).
Traduzione di
Leonardo Masi.
Pop
Scienza
94 Internazionale 997 | 25 aprile 2013
O
gni societ ha argomenti di cui
preferisce non parlare, perch
ci mettono in discussione, ci
ricordano la nostra mortalit,
minacciano la strada che volevamo prende-
re e mettono in luce linconciliabilit delle
nostre convinzioni.
Non molto tempo fa ho conosciuto una
signora molto ricca che conduce uno stile di
vita cos insostenibile da rasentare il comi-
co: fa la spola tra varie case e localit turisti-
che con un jet, in ununica, lunga vacanza
turbo. Quando le ho detto di cosa mi occu-
po, lei ha commentato: Giusto, lambiente
importantissimo. Io sono una fanatica del
riciclaggio. Per il vero problema, mi ha
spiegato, la gente che si riproduce trop-
po. vero, le ho detto, la popolazione un
problema, ma i consumi aumentano molto
pi in fretta e a diferenza dellaumento
delle persone non mostrano segni di stabi-
lizzazione. Quando le ho detto che, in real-
t, il tasso di natalit in calo quasi dapper-
tutto e che il mondo sta vivendo una lenta
transizione demograica, la signora mi ha
espresso con veemenza il suo disaccordo:
nei suoi interminabili viaggi aveva visto
quanti bambini ha tutta quella gente.
Come fanno molti nella sua posizione,
ha usato il tema della popolazione per nega-
re le sue responsabilit, trasferendole sugli
altri, quelli che vivono al capo opposto dello
spettro economico, e ingendo che i suoi
acquisti, i suoi viaggi in aereo e gli innume-
revoli restauri delle sue case non fossero un
problema. Riciclaggio e popolazione: sono
gli amuleti a cui ci si aggrappa per non vede-
re il conlitto tra la tutela dellambiente e
laumento dei consumi.
Pi o meno allo stesso modo, con laiuto
di un sistema di contabilit globale fuor-
viante, abbiamo sottovalutato una delle
conseguenze pi gravi dei nostri consumi.
E, di nuovo, ne abbiamo attribuito la re-
sponsabilit agli altri, soprattutto a quelli
pi poveri. Quando gli stati negoziano le
riduzioni delle emissioni globali di gas ser-
ra, sono considerati responsabili solo di
quelle prodotte entro i loro conini. Se le
emissioni territoriali scendono, i governi
si compiacciono di aver ridotto la loro im-
pronta di carbonio, ma visto che ormai i
mercati sono globalizzati, e la produzione si
trasferisce dai paesi ricchi a quelli pi pove-
ri, la contabilit territoriale corrisponde
sempre meno al nostro impatto reale.
Le emissioni dei consumi
Se invece delle emissioni territoriali si con-
siderano quelle dei consumi, il risultato
che sbandieriamo con orgoglio si trasforma
in un avvilente fallimento. Questa falsa
contabilit ha altre due conseguenze. La
prima che siccome molte delle merci che
commissioniamo sono prodotte in altri pa-
esi, sono loro a prendersi la colpa dellau-
mento dei nostri consumi. Usiamo la Cina
proprio come la sovrappopolazione: come
mezzo per sfuggire alle responsabilit. Che
senso ha ridurre i nostri consumi, si chiedo-
no in molti, se la Cina costruisce una nuova
centrale elettrica ogni dieci secondi (o qua-
le che sia il tasso attuale)?
La seconda conseguenza di questo mo-
do di conteggiare le emissioni il contribu-
to del consumismo al riscaldamento globa-
le. Nel calcolo delle sole emissioni territo-
riali tende a emergere limpatto dei servizi
riscaldamento, illuminazione e trasporti
e non quello delle merci. Da unanalisi
completa, per, viene fuori che nel Regno
Unito, per esempio, la produzione e i consu-
mi sono responsabili di un buon 57 per cen-
to delle emissioni di gas serra.
Non stupisce che quasi nessuno voglia
parlarne, perch lunica risposta sensata
ridurre il volume delle merci. Ed qui che
perino le politiche climatiche dei governi
pi illuminati entrano in contraddizione.
Come dice Mustaf Mond nel romanzo Il
mondo nuovo di Aldous Huxley: La civilt
industriale possibile soltanto quando non
ci sia rinuncia. Concedersi tutto ino ai limi-
ti estremi delligiene e delle leggi economi-
che. Altrimenti le ruote cessano di girare.
Di sicuro questo vale per le ruote dellat-
tuale sistema economico, la cui sopravvi-
venza dipende dalla crescita perpetua.
Quello di cui non si discute limpossibilit
di sostenere un sistema di consumi illimita-
ti e futili senza continuare a erodere il pia-
neta e le prospettive future dellumanit.
Considerando solo le emissioni territoriali,
facciamo svanire in una nuvola di fumo ne-
ro limpatto dei nostri consumi in aumento
costante: abbiamo esternalizzato il proble-
ma e la nostra percezione di esso. u sdf
Quello di cui preferiamo
non parlare
Il pianeta al collasso, ma noi
diamo sempre la colpa agli altri.
Oltre ai consumi, abbiamo
esternalizzato anche le nostre
percezioni, sostiene George
Monbiot
George Monbiot, The Guardian, Regno Unito
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Internazionale 997 | 25 aprile 2013 95
IN BREVE
Spazio Nella costellazione della
Lira sono stati individuati cin-
que pianeti orbitanti intorno alla
stella Kepler 62. Due di questi
sono a una distanza dallastro
compatibile con la presenza di
acqua liquida e quindi di vita. I
pianeti Kepler 62e e Kepler 62f
(nel disegno con la Terra) hanno
dimensioni simili a quelle terre-
stri, scrive Science.
Genetica Il celacanto, un pesce
delle profondit oceaniche, non
lantenato degli anibi e degli
altri vertebrati terrestri. Lanalisi
del suo dna ha rivelato che i suoi
geni evolvono molto lentamen-
te e questo spiegherebbe perch
somiglia ai suoi antenati di 300
milioni di anni fa, scrive Nature.
Neuroscienze Il pipistrello del-
la frutta egiziano possiede una
mappa mentale tridimensionale
dellambiente, che lo aiuta a vo-
lare con precisione. Gli animali,
spiega Science, costruiscono la
mappa attivando gruppi distinti
di neuroni dellippocampo.
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SALUTE
Vaccini
per tutti

Per raggiungere i 22 milioni di
bambini nei paesi in via di svi-
luppo che non sono vaccinati
servono una fornitura maggiore
e una migliore logistica. Secon-
do il giornale Vaccine, il piano
di vaccinazione globale da 57
miliardi di dollari dellOrganiz-
zazione mondiale della sanit
non otterr i risultati sperati
senza una struttura organizzati-
va pi forte, un maggiore impe-
gno contro la disinformazione e
un adeguamento ai crescenti
costi dei vaccini.
BIOLOGIA
Formiche
in carriera

Cambiare lavoro con lavanzare
dellet comune per le formi-
che laboriose. Lha veriicato
unquipe di ricercatori delluni-
versit di Losanna ilmando per
41 giorni un migliaio di operaie
carpentiere Camponotus fellah
in sei formicai allestiti in labora-
torio. Per registrare gli sposta-
menti, ogni insetto era stato eti-
chettato con un codice a barre
sul dorso. Dai video emerso
che il lavoro era organizzato in
tre gruppi spazialmente suddivi-
si: il 40 per cento delle operaie si
occupava della regina e delle
uova, il 30 per cento delle puli-
zie e il rimanente 30 per cento
del foraggiamento. Le mansio-
ni, scrive Science, erano distri-
buite in base allet. In genere,
pi loperaia era anziana e pi si
allontanava dal nido con il com-
pito di cercare cibo per la collet-
tivit.
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Istruzione musicale e doti
linguistiche si migliorano a
vicenda?
Si sapeva che la formazione
musicale pu favorire lap-
prendimento di una seconda
lingua, ma sembra essere vero
anche il contrario. Chi parla
lingue che usano i toni per
esprimere i signiicati, scrive
Plos One, sembra avere un
orecchio migliore. Gli scien-
ziati del Baycrest health scien-
ces rotman research institute
hanno reclutato un gruppo di
musicisti e due gruppi di non
musicisti composti da madre-
lingua inglesi e cantonesi. Do-
po aver sottoposto i volontari
a una serie di complessi test
musicali e cognitivi, si visto
che i cantonesi erano bravi
quasi quanto i musicisti.
molto probabile che i risultati
valgano anche per altre lingue
tonali, ma non per tutte. Una
ricerca precedente, infatti,
non aveva rilevato grandi van-
taggi musicali per chi sa il
mandarino. Forse perch in
cantonese, e nelle lingue co-
me il tailandese e lo zulu, i to-
ni seguono uno schema di pia-
ni e saliscendi, e somigliano
molto di pi alla musica. Se-
condo uno degli autori dello
studio, alcune lingue tonali
sono sostanzialmente la ver-
sione linguistica della musica.
Conclusioni La conoscenza di
alcune lingue tonali pu pre-
parare il cervello allo studio
della musica.
The New York Times
Davvero? Anahad OConnor
La musica delle lingue
Neuroscienze
Perch ci piace essere cullati
tenere i neonati in braccio e
camminare ha un efetto calmante: i
bambini smettono di piangere in
pochi secondi e il loro battito
cardiaco rallenta. Le mamme lo
sanno da sempre, ma un nuovo
studio, che ha individuato un efetto
simile nei topi, prova a spiegare il
perch. trasportati per la collottola, i
cuccioli si immobilizzano, assumono una postura raccolta,
con le zampe posteriori accostate al tronco e si rilassano.
Lefetto calmante, ipotizzano i ricercatori, sarebbe un
carattere molto radicato nei mammiferi, e avrebbe
unorigine antica e uno scopo ben preciso. Il rilesso
renderebbe pi facile per le madri trasportare i piccoli,
plausibilmente lontano da un pericolo, e per questo
sarebbe stato ben conservato nel corso dellevoluzione.
Lefetto calmante legato al trasporto e al movimento
della madre, tanto che se la mamma tiene in braccio il
bambino rimanendo seduta non funziona. Se per qualche
ragione il meccanismo non si attiva, il trasporto dei
cuccioli diventa molto pi diicile. Nei topi sembra che
lefetto sia dovuto a recettori di tipo nervoso sul collo,
spiega Current Biology, in quanto non si manifesta nei
cuccioli anestetizzati localmente. Ancora non si conosce
larea cerebrale responsabile della risposta. u
Current Biology, Stati Uniti
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Il diario della Terra
47,2C
Matam,
Algeria
70,0C
Vostok,
Antartide
Stati Uniti
Kenya
Cina
Sahel
India
4,4 M
Cina
6,6 M
Iran
5,2 M
Russia
7,2 M
Stati Uniti
4,4 M
Messico
Porto Rico
Malgrado gli sforzi, non si rie
sce a scoraggiare luso della
torba tra gli amanti del giardi
naggio. Il governo britannico
ha cercato di coinvolgere le
aziende per farne cessare il
commercio, perch lestrazio
ne del materiale provoca
lemissione di grandi quantit
di anidride carbonica e meta
no. La torba si forma dalla par
ziale decomposizione di mate
riale organico in acqua, in as
senza di ossigeno. Questo pro
cesso trattiene il carbonio, che
si libera non appena la torbiera
viene asciugata per le opera
zioni di estrazione. Il carbonio
continua a essere rilasciato co
me anidride carbonica quando
la torba viene usata nei giardi
ni. Lestrazione dalla torbiera,
inoltre, distrugge habitat unici,
popolati da uccelli, farfalle, li
bellule e piante non comuni.
In teoria, potrebbe essere pos
sibile ricostituire una torbiera;
nei fatti si tratta di una risorsa
non rinnovabile, almeno ai rit
mi di estrazione attuali.
Esistono materiali alterna
tivi alla torba, scrive il Guar-
dian, che per non vengono
usati, perch la torba molto
economica. Nel Regno Unito
le torbiere costano meno dei
terreni agricoli e bastano pochi
investimenti per ottenere dei
profitti: bisogna asciugare la
torbiera, estrarre la torba, met
terla nei sacchetti e venderla. I
margini di guadagno sono ge
nerosi, ma solo perch non si
contano i costi ambientali, pari
a 60 milioni di sterline allan
no (70 milioni di euro). Se si
includessero, il prezzo raddop
pierebbe e nessuno la compre
rebbe. Ma finora si preferito
lasciare i costi delluso della
torba alle generazioni future.
Stop
alla torba
Ethical living
Terremoti Un sisma di ma
gnitudo 6,6 sulla scala Richter
ha colpito la provincia del Si
chuan, nel sudovest della Ci
na, causando 193 morti, 25 di
spersi e pi di dodicimila feriti.
Altre scosse sono state regi
strate al largo delle isole russe
Kurili, nel nordest dellIndia,
nel nordovest dellIran e nelle
isole statunitensi Hawaii.
Alluvioni Almeno 63 per
sone sono morte nelle alluvio
ni causate dalle forti piogge
che hanno colpito il centro e il
nordest del Kenya. Decine di
migliaia di persone sono state
costrette a lasciare le loro case.

Valanghe Cinque snow
boardisti sono morti travolti da
una valanga in Colorado, negli
Stati Uniti.
Vulcani Il vulcano Popoca
tpetl, in Messico, si risve
gliato proiettando cenere su al
cune cittadine nella regione di
Citt del Messico.
Siccit LUnione europea
ha lanciato lallarme per la sic
cit che potrebbe colpire nove
paesi del Sahel nel 2013. Sareb
bero a rischio 10,3 milioni di
persone.
Tartarughe Il governo di
Porto Rico ha approvato una
legge che protegge un tratto di
costa dove fanno il nido le
tartarughe liuto, le pi grandi
del mondo. La specie a
rischio di estinzione. La legge
mette ine a una lotta durata
quindici anni tra ambientalisti
e imprenditori edili.
Cani e maiali Le autorit
del villaggio di Dongtun, nella
provincia cinese dellHenan,
hanno ordinato la chiusura
di alcune fabbriche chimiche
dopo il ritrovamento delle car
casse di 122 cani e 410 maiali.
Fiumi Lanalisi di antichi se
dimenti rivela che lo Yangtze,
in Cina, si sarebbe formato 23
milioni di anni fa. La forma
zione del iume sarebbe avve
nuta contemporaneamente al
sollevamento del Tibet orien
tale e allaumento delle piogge
monsoniche, scrive Pnas.
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Yaan, Sichuan
Clima Per nascondersi dai predatori, la lepre scarpa di neve
cambia colore con le stagioni: il pelo bianco dinverno e
marrone destate. Normalmente pu rallentare o accelerare un
po la fase della muta per sincronizzarsi con le stagioni. Ma il
cambiamento climatico la sta mettendo in diicolt, scrive Pnas,
e comincia a essere fuori sincrono. Si prevede che nel 2050 la
stagione delle nevi sar pi corta di un mese e la muta del pelo
arriver con 36 giorni di ritardo.
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u Il iume Okavango nasce in
Angola e scorre verso sudest i-
no al Botswana, dove si apre a
ventaglio in un delta interno,
che ospita una grande variet di
animali: elefanti, bufali, gru, gi-
rafe, leoni, leopardi, ghepardi,
coccodrilli, iene, rinoceronti e
babbuini. Questa foto mostra
un tratto dellOkavango che se-
gna il conine tra lAngola, a
nord, e la Namibia, a sud.
Il verde che circonda il iume
indica la presenza della vegeta-
zione sia nellacqua sia intorno.
LOkavango molto importante
per le attivit economiche della
regione, come lagricoltura e il
turismo, e i suoi pesci sono una
delle principali fonti di alimen-
tazione per la popolazione.
I punti bianchi e di colori vi-
vaci vicino alla strada nellango-
lo in alto a sinistra sono insedia-
menti rurali. Si nota anche il ter-
reno rosso tipico di molte zone
dellAfrica tropicale e subtropi-
cale. Nellangolo in basso a de-
stra spiccano i grandi appezza-
menti agricoli circolari, ognuno
del diametro di circa seicento
metri. Le linee bianche che li at-
traversano potrebbero essere
stradine per la manutenzione.
Malgrado lalta risoluzione
delle immagini da satellite, non
sempre facile capire esatta-
mente cosa si vede. Nelle zone
agricole, per esempio, le forme
sembrano disegnate da siepi,
ma ci sono anche puntini di ve-
getazione allinterno dei campi,
forse singoli alberi o vegetazio-
ne cresciuta su grandi termitai.
Il Kompsat-2 (Korea multi-
purpose satellite) dellistituto
sudcoreano di ricerca aerospa-
ziale ha scattato questa foto il 3
gennaio 2013. Lanciato nel
2006, il satellite continua il la-
voro di osservazione della Terra
cominciato da Kompsat-1.
LAgenzia spaziale europea col-
labora con il Kompsat usando le
sue infrastrutture di terra per
acquisire, elaborare e difonde-
re i dati.
Questa foto scattata dal sa
tellite sudcoreano Komp
sat2 mostra un tratto del
iume Okavango, che segna
il conine tra lAngola e la
Namibia.
Il pianeta visto dallo spazio 03.01.2013
Il iume Okavango
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Nord
1,5 km
Tecnologia
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dirigenti sono importanti. Forse pi
di quanto pensino loro stessi. La qua-
lit del supervisore conta pi
dellesperienza e delle caratteristiche
dei dipendenti. E il curriculum non il cri-
terio giusto per prevedere il rendimento
futuro di un candidato. Queste analisi pro-
vengono da una disciplina emergente, chia-
mata workforce science, scienza della forza
lavoro.
La scienza della forza lavoro unisce le
grandi aggregazioni di informazioni, i big
data, alla gestione delle risorse umane tra-
dizionali. Le aziende considerano i dati sui
propri dipendenti un bene prezioso. Oggi
tutte le nostre email, le telefonate e i clic la-
sciano una traccia. E gli elementi per capire
come gli esseri umani lavorano e comuni-
cano possono essere raccolti senza troppe
spese e spreco di risorse. Marc Rotenberg,
direttore generale del gruppo per la difesa
dei diritti del cittadino Electronic privacy
information center, sostiene che il proble-
ma che i lavoratori si trovano di fronte a un
falso specchio. Non sanno quali dati vengo-
no raccolti e come vengono usati. A dicem-
bre, per esempio, la Ibm ha comprato per 1,3
miliardi di dollari la Kenexa, una societ di
selezione e formazione dei dipendenti. La
Ibm era interessata agli esperti della Kene-
xa. Ma soprattutto ai dati: ogni anno lazien-
da esamina quaranta milioni di candidati.
Questa tecnologia si riveler utile anche per
individuare e incoraggiare i dipendenti pi
eicienti? Molte aziende pensano di s.
Il coraggio del venditore
Secondo Tim Geisert, responsabile del
marketing del reparto Kenexa della Ibm, di
solito si pensa che la personalit estroversa
sia una caratteristica fondamentale per un
bravo venditore.
Ma le sue ricerche, basate su milioni di
indagini ed esami realizzati sui lavoratori e
sulle valutazioni dei loro dirigenti, hanno
dimostrato che la caratteristica pi impor-
tante per diventare venditori eicienti il
coraggio emotivo, cio la capacit di an-
dare avanti dopo un riiuto iniziale. Anche
Google sta cominciando a sfruttare la scien-
za della forza lavoro. Per anni i candidati
allassunzione a Mountain View sono stati
valutati in base ai punteggi dei test attitudi-
nali dei college e ai voti universitari. Ma
questi criteri non bastavano a prevedere
lefficienza dei dipendenti, come spiega
Prasad Setty, vicepresidente del settore
analisi delle risorse umane di Google. Dal
2007 lazienda organizza indagini sui di-
pendenti. Google ha scoperto che i collabo-
ratori pi creativi sono quelli pi autonomi
e motivati nel loro lavoro.
La Evolv, una startup di San Francisco,
usa questi metodi per fornire consulenze
sullassunzione e sulla gestione dei collabo-
ratori a contratto. Lazienda condivide i dati
che riceve dai suoi clienti (dopo aver elimi-
nato le informazioni personali) con i ricer-
catori delluniversit della Pennsylvania, di
Yale e di Stanford. Michael Housman, di-
rettore generale del reparto analisi della
Evolv, pensa che la scienza della forza lavo-
ro sar applicata a tutto il mondo. La Evolv,
continua Housman, ha cominciato dai call
center, posti in cui spesso per i dipendenti il
lavoro diicile e pieno di tensioni.
Nel 2012 la Transcom, un gestore inter-
nazionale di call center, ha organizzato un
progetto pilota usando la tecnologia della
Evolv. Per trovare i dipendenti pi onesti ai
candidati venivano fatte domande sulle ca-
pacit di usare un computer e la conoscenza
delle scorciatoie da tastiera. Chi sosteneva
di essere pi bravo era sottoposto a una pro-
va pratica. Di solito, spiega la Evolv, chi si
confermava nel test, e riceveva un punteg-
gio alto per lonest, continuava a lavorare
per lazienda per un periodo pi lungo del
20 o 30 per cento.
Neil Rae, vicepresidente generale della
Transcom, rimasto colpito dai risultati del
progetto e vuole usare la tecnologia della
Evolv nei suoi call center, che danno lavoro
a circa 12.500 persone. Nel suo mondo, so-
stiene Neil Rae, se il 5 per cento dei dipen-
denti abbandona il posto di lavoro ogni me-
se gi un buon risultato. E il costo per ogni
abbandono, tra sostituzione e formazione
di un nuovo dipendente, di 1.500 dollari.
Con il servizio della Transcom invece ci sa-
ranno grossi vantaggi per lazienda, come il
taglio dei costi e il miglioramento del servi-
zio oferto ai clienti, grazie al minor ricam-
bio del personale e alla maggior motivazio-
ne dei lavoratori. Cos le assunzioni diven-
tano pi scientiiche e meno soggettive,
conclude Rae. u fp
Le faremo sapere
Le tracce lasciate dalla nostra
vita in rete sono sempre pi
importanti per chi assume e
forma i dipendenti. Per questo
sta nascendo una disciplina per
studiarle nel dettaglio
Steve Lohr, The New York Times, Stati Uniti
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Economia e lavoro
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i nuovo le banche. Questanno
la Slovenia, ex allieva modello
dellUnione europea, potrebbe
aver bisogno di sette miliardi
di euro per pagare i debiti con lestero e per
sostenere i suoi istituti di credito in rovina.
Alcune persone vicine ai vertici dellUnio-
ne europea prevedono che Lubiana dovr
ricorrere al fondo salvastati. A causa della
fuga degli investitori, i tassi dinteresse dei
titoli di stato a dieci anni si stanno avvici-
nando al 7 per cento. Una quota pericolosa,
visto che il Portogallo e lIrlanda hanno do-
vuto chiedere aiuto quando i loro tassi han-
no toccato il 6 per cento.
Quindi la Slovenia sar la prossima Ci-
pro? S e no. No, perch mentre le banche
cipriote valgono circa otto volte il pil nazio-
nale, in Slovenia questo valore si ferma a 1,3
volte. Il paese, inoltre, non ha attirato oli-
garchi russi e altri evasori iscali attraverso
regole permissive e tassi dinteresse gene-
rosi. In ogni caso, proprio come per Cipro,
anche per la Slovenia potrebbe scoppiare
un acceso dibattito su chi dovr pagare per
il dissesto delle banche: i contribuenti euro-
pei, gli azionisti o i risparmiatori?
I problemi del paese sono in gran parte
di origine interna. Leconomia slovena
stata colpita duramente dalla crisi inanzia-
ria e da quella delleuro. Concentrate sulle
esportazioni, prima del 2008 le aziende
producevano con successo beni rivolti al
mercato europeo, e lalto livello di forma-
zione della manodopera aveva attirato an-
che aziende straniere. La Bosch, la Sie-
mens, la Goodyear, la Henkel, la Ibm, la
Microsoft e la Novartis si sono stabilite in
Slovenia. Sono presenti anche grandi case
automobilistiche, come la Renault, che pe-
r ad aprile ha deciso di licenziare il 13 per
cento dei dipendenti del suo stabilimento
di Novo Mesto.
La crisi internazionale, quindi, si sta ri-
percuotendo sul paese, ma i problemi at-
tuali sono stati causati soprattutto dalla
stessa Slovenia. Durante il boom economi-
co i diversi governi non hanno privatizzato
le aziende rimaste nella mani dello stato
dopo lindipendenza. Llite politica con-
trolla anche le pi importanti banche nazio-
nali, che inanziavano imprese in perdita.
Alcuni personaggi protetti dalla politica
hanno ottenuto crediti per comprare dallo
stato aziende che poi sono state tenute in
vita dalle banche pubbliche. Cos, insieme
allistituto di credito privato Ablanka si tro-
vano nei guai banche pubbliche come la
Nova Ljubljanska Banka e la Nova Kreditna
Banka Maribor. Un quinto dei crediti dete-
nuti da questi tre istituti non potr mai esse-
re recuperato: il loro valore, circa 35 miliardi
di euro, un quinto del pil.
Lotta allevasione
Intanto leconomia peggiora. Nel 2012 il pil
diminuito del 2,2 per cento e per questan-
no si prevede un ulteriore calo dell1,3 per
cento. Nessuno dei governi che si sono suc-
ceduti dal 2008 a oggi ha trovato una ricetta
per arginare la crisi. La neopremier Alenka
Bratuek ha promesso una commissione di
consulenti per la politica economica e una
lotta pi rigorosa allevasione iscale (in una
lista nera pubblicata di recente si contano
16mila tra aziende, imprenditori e persona-
lit pubbliche che devono allo stato un tota-
le di novecento milioni di euro). Il governo
sta anche discutendo dei tagli alla spesa
pubblica, ma i potenti sindacati sono gi sul
piede di guerra.
Il pericolo che la Slovenia ricorra al fon-
do salvastati non imminente, ma la mag-
gioranza che sostiene Bratuek non riesce a
mettersi daccordo sulle misure da adotta-
re. A Bruxelles alcuni contano sulla capaci-
t dellesecutivo di farcela con le sue forze.
Ma se gli investitori internazionali conti-
nueranno a fuggire dal paese, sette miliardi
di euro potrebbero rivelarsi un costo inso-
stenibile. Per questo probabile che presto
si cominci a discutere delle condizioni da
dettare a Lubiana nel caso che chieda aiuto.
Dopo Cipro si afermata lidea che per sal-
vare i paesi in diicolt non debbano pagare
per forza solo i contribuenti di altri paesi.
Ma al coinvolgimento degli azionisti, dei
risparmiatori o dello stato sloveno potrebbe
opporsi lAustria dove, almeno per un certo
periodo, diverse banche locali hanno dete-
nuto quote di partecipazione in istituti di
credito sloveni.
Per il momento, comunque, la Slovenia
pu contare sulle proprie risorse: il suo de-
bito pubblico pari a meno del 60 per cento
del pil, una quota inferiore a quella della
Germania. u fp
Le banche slovene
continuano a sofrire
La Slovenia potrebbe essere il
prossimo paese delleurozona a
chiedere aiuto a Bruxelles.
Lubiana ha bisogno di sette
miliardi di euro per tenere in
piedi i suoi istituti di credito
Hagelken e Kahlweit, Sddeutsche Zeitung, Germania
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Lubiana, Slovenia. La sede della Ljubljanska Banka
Internazionale 997 | 25 aprile 2013 101
Commercio
Il numero Tito Boeri
738
Giorgio Napolitano stato
eletto al sesto scrutinio con 738
voti diventando il primo presi-
dente riconfermato nella sto-
ria repubblicana. Avr il diici-
le compito di mettere insieme
una coalizione formata da par-
titi con programmi molto di-
versi tra di loro.
Un ulteriore compito arriva
dal nuovo testo dellarticolo 81
della costituzione, secondo il
quale il governo deve perse-
guire il pareggio di bilancio
mantenendo lequilibrio tra
le entrate e le spese () tenen-
do conto delle fasi avverse e
delle fasi favorevoli del ciclo
economico. Il ricorso allinde-
bitamento consentito solo in
due casi: al ine di considerare
gli efetti del ciclo economico
oppure, previa autorizzazione
delle camere, al veriicarsi di
eventi eccezionali come le for-
ti recessioni, le crisi inanziarie
e le calamit naturali.
Per assicurare lapplicazio-
ne di questa norma, il presi-
dente ha armi spuntate, dato
che il bilancio in pareggio ri-
guarda linsieme delle ammi-
nistrazioni pubbliche, e lauto-
nomia di bilancio delle auto-
nomie locali tutelata dalla
costituzione. Se il presidente
lancia campanelli dallarme
contro potenziali sforamenti
del deicit, i suoi richiami po-
trebbero sovrapporsi a quelli di
Bruxelles.
Come osserva Pietro Man-
zini su lavoce.info. la igura del
presidente sta cambiando: ha
assunto un soft power che pu
essere usato verso lesterno in
funzione di garanzia del rispet-
to degli impegni presi, e verso
linterno come rappresentanza
delle istanze di carattere socia-
le provenienti dai cittadini.
Non possiamo che rivolgere i
nostri migliori e pi sentiti au-
guri a Giorgio Napolitano. u
Come battere lecommerce
Lonline vince, loline perde:
sembra essere questa la formula che
ha caratterizzato il mercato della
piccola e grande distribuzione dopo
la difusione del commercio
elettronico negli ultimi dieci anni,
scrive Brand Eins. Chiudono i
piccoli negozi in centro, poi i grandi
magazzini, quindi le catene di
prodotti elettronici e inine anche i supermercati in
periferia. Tuttavia i commercianti con idee innovative
sono in grado di sidare la nuova tendenza. I negozi
tradizionali possono agire su pi piani. Bisogna ripensare
gli spazi espositivi, rendendoli pi accoglienti: per
esempio grazie alla musica e alle luci. Inoltre, bisogna
investire di pi nella formazione dei dipendenti. Ma la
vera arma vincente sidare il commercio elettronico con
le sue stesse armi: unidea viene dallazienda informatica
tedesca Sap, che ha sviluppato unapp per smartphone
programmata per funzionare come una specie di
consulente degli acquisti per i clienti pi fedeli. Lapp
stata sperimentata con successo in alcuni punti vendita
del gruppo francese Casino. u
Brand Eins, Germania
CRISI
I calcoli errati
dellausterit

Uno studio pubblicato il 15 apri-
le da Michael Ash e Robert Pol-
lin, due economisti dellUniver-
sity of Massachusetts ad
Amherst, e da un loro studente,
Thomas Herndon, ha messo in
dubbio una ricerca considerata
inora la base scientiica delle
misure dausterit decise in Eu-
ropa. Nel 2010 gli economisti
statunitensi Carmen Reinhart e
Kenneth Rogof avevano pubbli-
cato un articolo secondo il quale
un livello di debito pubblico su-
periore al 90 per cento del pil
provoca un calo signiicativo
delleconomia, a prescindere
dal livello di sviluppo del paese.
La nuova ricerca, per, ha rile-
vato alcuni gravi errori nellela-
borazione dei dati, smentendo
lesistenza di una relazione tra il
livello del debito e la crescita del
pil. Reinhart e Rogof hanno ne-
gato di aver manipolato delibe-
ratamente i dati, ma i veri colpe-
voli, osserva Libration, sono i
sostenitori dellausterit, che
hanno usato le conclusioni di
quella ricerca per portare avanti
le loro politiche.
IN BREVE
Grecia Il governo greco ha pre-
sentato un disegno di legge che
si pone lobiettivo di tagliare
15mila dipendenti pubblici entro
il 2014. In questo quadro si inse-
riscono degli incentivi per favo-
rire la scelta del prepensiona-
mento e lintroduzione di nor-
me che snelliranno le procedure
di licenziamento per chi ha
commesso gravi infrazioni.
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INTERNET
Social network
per adolescenti

La popolarit di Facebook e
YouTube in calo tra gli adole-
scenti, scrive Bloomberg Bu-
sinessweek. Lo sostiene uno
studio della banca Piper Jafray,
secondo il quale il dato dovreb-
be allarmare le aziende. Met
dei ragazzi interpellati, infatti,
ha dichiarato che i loro acquisti
sono inluenzati dai social net-
work. Ma se Facebook e YouTu-
be sono in calo, quali network
inluenzeranno in futuro gli
adolescenti, che costituiscono
un mercato da 819 miliardi di
dollari? Per Piper Jafray, in pri-
ma ila ci sono Twitter e Reddit.
I social network pi popolari tra gli
adolescenti, percentuale
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104 Internazionale 997 | 25 aprile 2013
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LO STERCO
DELLASINO DI CRISTO.
BLEAH! RIMETTILO
SUBITO A POSTO!
AAH, IL RESPIRO DI CRISTO.
VUOI ANNUSARE?
URGH, QUESTO NON PU
PROPRIO ESSERE IL RESPIRO
DI CRISTO!
OH, HAI RAGIONE, IL RESPIRO
DELLASINO DI CRISTO!
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Loroscopo
Rob Brezsny
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Internazionale 997 | 25 aprile 2013 105
te, e deve piovere. Perci un
evento molto raro. Secondo la mia
analisi, nei prossimi giorni pi
probabile del solito che tu veda
una di queste meraviglie. La tua af-
init con le curiosit e i misteri di
ogni genere sar al culmine. Ho
idea che avrai il iuto di trovarti
proprio nel posto giusto per poter
vivere una di queste esperienze.
BILANCIA
Lonesome George morto
circa un anno fa, a quasi
cento anni. Era lultimo esemplare
rimasto di una specie di tartarughe
giganti che viveva da migliaia di
anni sullisola ecuadoriana di Pin-
ta. Ma secondo gli scienziati non
detto che la sua razza si sia estinta
per sempre. Sono convinti che in-
crociando tartarughe di altre spe-
cie potrebbero creare una versione
uguale al cento per cento a quella
di Lonesome George. Ho il sospet-
to, Bilancia, che tu possa provoca-
re una resurrezione metaforica-
mente simile, soprattutto se co-
mincerai a provarci nelle prossime
settimane.
SCORPIONE
Immagina di essere sulla ci-
ma nevosa del monte Rai-
nier, nello stato di Washington. Sei
in uno strano tipo di grotta. Il va-
pore del vulcano esce dalle crepe
del terreno roccioso e sulla tua te-
sta c un tetto di ghiaccio. Mentre
sei l tra il caldo e il gelo, ti rendi
conto che la temperatura piutto-
sto gradevole. I due estremi produ-
cono una piacevole via di mezzo.
Pensi che una situazione simile po-
trebbe concretizzarsi nella grotta
della tua vita? Io credo di s.
SAGITTARIO
Non possiamo accettare il
mondo cos com, diceva
lo scrittore belga Hugo Claus.
Ogni giorno dovremmo svegliarci
schiumanti di rabbia per le sue in-
giustizie. Non sono completa-
mente daccordo. Certe mattine
dovremmo alzarci e cantare rin-
graziando il mondo per la grande
fortuna di essere vivi. Ma penso
che in certi momenti il consiglio di
Claus sia giusto, come adesso per
voi Sagittari. arrivata lora di at-
tingere alle vostre riserve di rabbia
e darvi da fare per riparare i torti
che vi disturbano di pi.
CAPRICORNO
La tua storia comincia nel
momento in cui Eros entra
in te, dice Anne Carson nel suo li-
bro Eros the bittersweet. Quellin-
cursione il rischio pi grosso che
corri nella tua vita. Il modo in cui
la gestisci indica la qualit, la sag-
gezza e il decoro delle cose che hai
dentro. Nellafrontarlo entri in
contatto con la tua interiorit in un
modo improvviso e sorprendente.
Capisci quello che sei, quello che ti
manca e quello che potresti esse-
re. Vorrei aggiungere alla teoria di
Carson che Eros entra dentro di te
pi volte nel corso della vita e la
tua storia ricomincia ogni volta.
Come lo afronterai quando far la
sua prossima incursione? Prepara-
ti, perch in arrivo.
ACQUARIO
Preferisco le cose calde e
morbide a quelle fredde e
brillanti, scriveva Anas Nin in
uno dei suoi primi diari. Alcune
persone sono spigolose e abba-
glianti come diamanti. Preziose
ma senza vita e senza amore. Altre
mi ricordano i iori di campo pi
semplici, con il cuore pieno di ru-
giada e tutti i colori del cielo rilessi
nei loro modesti petali. Anche se
di solito ti piacciono le cose fredde
e brillanti, Acquario, nei prossimi
giorni avrai bisogno di tanto calore
e morbidezza. Per attirare le mi-
gliori incarnazioni di queste quali-
t, cerca di chiarirti le idee su co-
me le preferisci.
PESCI
Ludwig Wittgenstein era
un genio. Il suo ultimo li-
bro, che ha inluenzato molti cam-
pi del pensiero umano, conside-
rato lopera ilosoica pi impor-
tante del ventesimo secolo. Eppure
Wittgenstein era un grande soste-
nitore della stupidit. Se ogni tan-
to le persone non facessero qual-
cosa di sciocco, osservava, non
sarebbe mai possibile fare qualco-
sa di intelligente. Voglio dire, Pe-
sci, che per te un buon momento
per diventare pi saggio e intelli-
gente. E il modo migliore per riu-
scirci giocare, giocare, giocare.
TORO
Nel 1921, negli Stati Uniti and in scena lopera Lamore
delle tre melarance del compositore russo Sergej Pro-
kof ev, che era nato sotto il tuo stesso segno. Il New
York Times pubblic questo commento: Ci sono alcuni, ma po-
chissimi, passaggi che somigliano vagamente a quella che inora
stata considerata musica. possibile, caro Toro, che anche tu
susciterai una reazione simile quando mostrerai al mondo la tua
nuova impresa. Forse ne sarai infastidito, ma secondo me sar di
buon auspicio. Sar il segno che hai deciso di prenderti un rischio
tentando qualcosa di insolito e completamente nuovo.
COMPITI PER TUTTI
Comprati o costruisciti un regalo che
ti spinga a essere pi generoso.
ARIETE
Il modo in cui reagiamo al
rumore del vento ci aiuta a
capire che temperamento abbia-
mo, diceva il ilosofo Theodor
Adorno. Quando soia, le persone
infelici pensano alla fragilit del-
la loro casa, hanno il sonno leggero
e fanno sogni terribili. Per le per-
sone felici, invece, il vento intona
il canto delle protezione e con il
suo furioso ululare confessa di non
avere pi potere su di loro. Ti sto
dicendo queste cose perch nella
tua vita sta per arrivare una forte
inluenza molto simile al vento de-
scritto da Adorno. Di per s non
sar n positiva n negativa, ma
potr sembrarti una cosa o laltra a
seconda del tuo stato mentale.
GEMELLI
Cerco sempre di fare tutto
quello che posso per miglio-
rare il mondo. Sarebbe veramente
triste e noioso se pensassi esclusi-
vamente a soddisfare i miei biso-
gni personali. Ma ricordo anche
quello che diceva Aldous Huxley:
C solo un angolo delluniverso
che puoi essere sicuro di migliora-
re, te stesso. Anche se hai una
straordinaria capacit di guarire
tutti quelli con cui entri in contat-
to, Gemelli, tieni conto della frase
di Huxley. Il posto che ha pi ur-
gente bisogno di essere modiicato
dentro di te. Alla ine vedrai che
pi rigenererai te stesso e pi mi-
gliorerai la vita di tutti quelli che ti
circondano. Il tuo lavoro interiore
sar contagioso.
CANCRO
Nel 1784 Thomas Jeferson
comp quasi un miracolo. Gli
Stati Uniti erano un paese giovane.
Cerano solo 13 stati e alcuni terri-
tori non organizzati. Come rappre-
sentante del congresso continen-
tale, Jeferson propose unordinan-
za che vietava la schiavit in quei
territori, compresi quelli che poi
sarebbero diventati il Tennessee, il
Mississippi e lAlabama. Purtrop-
po, la proposta non fu approvata
per un solo voto. Riesci a immagi-
nare come sarebbero andate le co-
se se la schiavit fosse stata abolita
decine di anni prima della guerra
civile? La morale della storia, Can-
cerino, che in certi momenti cru-
ciali un piccolo cambiamento pu
avere conseguenze enormi. I pre-
sagi astrali fanno pensare che nelle
prossime settimane la tua vita ne
sar la dimostrazione.
LEONE
Penso che nelle prossime
quattro settimane striscerai,
ti inerpicherai o planerai in cima a
una montagna. Che tipo di monta-
gna vuoi che sia? Il precario cumu-
lo di terra sopra la galleria scavata
da una talpa? Un modesto ma utile
mucchietto di ghiaia? Unalta cima
dalla quale potrai vedere per chilo-
metri e chilometri davanti a te? Ti
invito a decidere al pi presto. E
poi di afermare con forza linten-
zione di ricorrere a tutte le tue ri-
sorse e a tutti i tuoi alleati per aiu-
tarti nellascesa. Hai una grande
possibilit di espanderti. Scatena
le tue pi profonde ambizioni.
VERGINE
Hai mai visto un arcobale-
no lunare? come quello
solare ma prodotto dalla luce ri-
lessa della Luna invece che del
Sole. Perch questo fenomeno si
veriichi, il cielo deve essere buio,
deve esserci la Luna piena e tra-
montare a ovest vicino allorizzon-
106 Internazionale 997 | 25 aprile 2013
Lultima
Le regole Gelato
1 Vuoi scoprire se una gelateria buona? Chiedi di assaggiare il pistacchio. 2 Lascia stare i
sapori: limportante assortire bene i colori. 3 Continua a chiedere il gusto pufo, prima o poi
lo ritroverai. 4 Se la tua donna morde il Calippo, lasciala. 5 Cosa mangi a fare un gelato se non
prendi il cioccolato? regole@internazionale.it
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Foro romano.
Italia, perch no: Cicciolina presidente? e questa fatta. ora
bisogna trovare un governo. altrettanto buono.
Stati Uniti, bocciata la legge sulle armi. Buona notizia. Cos
possiamo continuare a ucciderci tra noi.
Una volta per parlare con le persone usavo il telefono, poi sono
passato allemail e dopo agli sms. ora ignoro tutti.
Vi ricordate quando facevano inta di leggerci?.
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DaII'autore di Giustizia, una rihessione
suIIa Iogica di mercato che ha invaso
ogni aspetto deIIa vita contemporanea.

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