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LE RETI DI DISTRIBUZIONE
PERDITE DI CARICO LOCALIZZATE
il metodo diretto, che si basa sulla determinazione di un coefficiente il cui valore dipende dalla forma della resistenza accidentale; il metodo delle portate nominali, che fa riferimento (per ogni resistenza) alla portata corrispondente ad una perdita di carico unitaria (1 bar o 0,01 bar); il metodo delle lunghezze equivalenti, che sostituisce ogni resistenza accidentale con una lunghezza di tubo equivalente, cio in grado di dare la stessa perdita di carico.
v2 z = 2
[1]
dove:
z v
la perdita di carico localizzata, Pa il coefficiente di perdita localizzata, adimensionale la massa volumica del fluido, kg/m3 la velocit media del flusso, m/s
v2 z = 2 9,81
[2]
Il coefficiente risulta dipendere soprattutto dalla forma della resistenza localizzata ed , con buona approssimazione, indipendente da altri fattori, quali: il peso specifico, la viscosit e la velocit del fluido. Il suo valore pu essere determinato sia con formule (in casi a geometria semplice), sia sperimentalmente.
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PORTATA PORTATA NOMINALE per D.D.P.= 1 bar (circa 10,2 m c.a.) NOMINALE Questa differenza di pressione viene utilizzata per determinare la portata nominale delle D.D.P. 1 bar valvole che normalmente lavorano con portate e prevalenze alquanto elevate. Per D.D.P. = 1 bar, la portata nominale si indica col simbolo KV. Noto KV, le perdite di carico corrispondenti ad una generica portata si calcolano con la formula:
[3]
Q P = KV
dove:
P Q KV
la perdita di carico localizzata, bar la portata effettiva, m3/h la portata nominale (D.D.P. = 1 bar), m3/h
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Q P = 0,0102 KV
[4]
PORTATA PORTATA NOMINALE per D.D.P. = 0,01 bar (circa 102 mm c.a.) NOMINALE Questa differenza di pressione viene utilizzata per determinare la portata nominale D.D.P. 0,01 bar delle valvole che normalmente lavorano con portate e prevalenze limitate. Per D.D.P. = 0,01 bar, la portata nominale si indica col simbolo KV0,01. Noto KV0,01 le perdite di carico corrispondenti ad una generica portata si calcolano con la formula:
[5]
Q 1 P = 100 KV0, 01
dove: P la perdita di carico localizzata, bar Q la portata effettiva, l/h KV0,01 la portata nominale (D.D.P.= 0,01 bar), l/h
Q P = 102 KV 0, 01
[6]
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Le = 0,0163 D1, 27
Per tubi a media rugosit
[6.1]
Le = 0,0127 D1, 27
[6.2]
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H G1 = G 1 H
dove: G1 H1 G H
0 , 525
[7]
la portata di bilanciamento (nuova portata) la nuova prevalenza del circuito la portata del circuito da bilanciare la prevalenza del circuito da bilanciare.
Nota: Le grandezze G1 e G, cos come H1 e H, devono essere espresse con unit di misura fra loro omogenee. Se ad esempio G dato in m3/h, anche G1 dovr risultare espresso nella stessa unit di misura. 15
G F = 1 G
[8]
Che serve per calcolare la portata di ogni derivazione, o di ogni corpo scaldante, del circuito dopo il suo bilanciamento.
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Determinare le loro nuove caratteristiche idrauliche nel caso in cui essi confluiscano in uno stesso nodo.
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Hn GBn = GB H B
0 , 525
0 , 525
= 429,5
l h
Dalla [8] si ottiene F= 429,5/360= 1,193 che ci consente di determinare le nuove portate dei singoli corpi scaldanti del circuito B. G5= 140 F= 167 l/h; G6= 120 F= 143 l/h; G7= 100 F= 119 l/h
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G An
Hn = GA H A
0 , 525
0 , 525
= 460,9
l h
Dalla [8] si ottiene: F= 460,9/550= 0,838 Che serve a determinare le nuove portate dei singoli corpi scaldanti del circuito A. G1= 160 F= 134 l/h; G2= 140 F= 117 l/h; G3= 140 F= 117 l/h G4= 110 F= 92 l/h 3) Bilanciamento alla prevalenza media: Hn= (HB+HA)/2= 840 mm c.a. In questo caso si deve bilanciare sia il circuito A, sia il circuito B. Dalla [7] possiamo calcolare le nuove portate dei circuiti A e B che risultano:
G An
Hn = GA H A
0 , 525
0 , 525
= 507,2
l h
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0 , 525
= 396,2
l h
Dalle [8] si ottengono: FA= 507,2/550= 0,922 e FB= 396,2/360= 1,101 che servono a determinare le nuove portate dei singoli corpi scaldanti dei circuiti A e B. G1= 160 F= 147 l/h; G2= 140 F= 129 l/h; G3= 140 F= 129 l/h G5= 140 F= 154 l/h; G6= 120 F= 132 l/h G4= 110 F= 101 l/h; G7= 100 F= 110 l/h Osservazioni: Il bilanciamento alla prevalenza maggiore garantisce una buona resa dei corpi scaldanti (in quanto aumenta la portata che li attraversa nel circuito dimensionato a prevalenza minore), ma pu causare, nello stesso circuito, velocit troppo elevate. Il bilanciamento alla prevalenza minore non causa velocit troppo elevate, ma diminuisce la resa termica del circuito dimensionato a prevalenza maggiore. Il bilanciamento alla prevalenza media (o intermedia) consente un compromesso tra i vantaggi e gli svantaggi dei due sistemi sopra esaminati.
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GBn
Hn = GB H B
0 , 525
0 , 525
= 415,2
l h
2) Bilanciamento alla prevalenza minore: Hn= HB= 1.300 mm c.a. (si deve bilanciare solo il circuito A). Dalla [7] possiamo calcolare la nuova portata del circuito A che risulta:
G An
Hn = GA H A
0 , 525
0 , 525
= 421,51
l h
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Soluzione Nel nodo di confluenza i circuiti A e B vengono ad avere la stessa prevalenza. 1) Bilanciamento alla prevalenza maggiore: Hn= HA= 1.500 mm c.a. (si deve quindi bilanciare solo il circuito B) Dalla [7] possiamo calcolare la nuova portata del circuito B che risulta:
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0 , 525
= 528,4l / h
Dalla [8] si ottiene: F= 528,4/470= 1,124 che consente di ricavare le nuove portate dei radiatori: G6= 90 F= 101; G7= 110 F= 124; G8= 105 F= 118; G9= 75 F= 84; G10= 90 F=101 l/h 2) Bilanciamento alla prevalenza minore: Hn= HB= 1.200 mm c.a. per cui si deve bilanciare solo il circuito A. Dalla [7] possiamo calcolare la nuova portata del circuito A risulta:
G An
Hn = GA H A
0 , 525
0 , 525
= 453,6l / h
Dalla [8] si ottiene: F= 453,6/510= 0,889 che consente di ricavare le nuove portate dei radiatori: G1= 100 F= 89; G2= 120 F= 107; G3= 115 F= 102; G4= 80 F= 71; G5= 95 F=84 l/h
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