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Conservazione della natura e delle sue risorse - Prof.

Renato Chemello

Il paesaggio

Luomo si accorto di modificare lambiente ad una scala umana, diversa da quella di un ecosistema o di una popolazione.

Deforestazione negli USA dal 1620 al 1920

Deforestazione nel Warwickshire dal 400 al 1960

Deforestazione nel Borneo dal 1950 al 2020 (previsione)

Questa scala umana potrebbe comprendere il frammento spaziale e temporale della specie minacciata o portata allestinzione ma questo non sempre certo. Da questo fallimento relativo nata lecologia del paesaggio.
Palermo, S. Maria del Ges

Palermo, la Guadagna

Breve storia dellecologia del paesaggio

Lecologia del paesaggio nasce e si sviluppa in Europa centrale (Germania ed Austria) a partire dagli anni 30. Il paesaggio viene definito da Alexander von Humboldt, per la prima volta nella sua accezione geografica e scientifica, come linsieme delle caratteristiche di una regione. Le prime fotografie aeree furono usate da Carl Troll per lanalisi del paesaggio. Egli coni il termine Landscape Ecology nel 1939.

La scuola europea 1 - Lunga tradizione basata sugli studi di geografia 2 - Impulso dovuto allo sviluppo della fotografia aerea 3 - Concentrata sui paesaggi dominati dalluomo, in particolare quelli agricoli 4 - Enfatizza limportanza culturale del paesaggio 5 - Sviluppa metodologie per la gestione dei paesaggi antropizzati La scuola americana 1 2 3 4 5 Lunga tradizione basata sugli studi di ecologia/zoologia/botanica Impulso dovuto allo sviluppo della fotografia da satellite Concentrata sui paesaggi naturali Enfatizza limportanza ecologica del paesaggio Sviluppa metodologie per la gestione dei paesaggi naturali

Gli obiettivi centrali dellecologia del paesaggio americana vengono messi a fuoco nel 1980 nel Workshop di Allerton Park. 1 - C relazione tra flusso di organismi, materia ed energia e leterogeneit nello spazio ? 2 - quali sono i processi storici ed attuali responsabili dei pattern di un paesaggio ? 3 - Come sono legate leterogeneit spaziale e la dinamica dei disturbi ? 4 - Come pu essere utile tutto questo per la gestione delle risorse naturali ?

Riassumendo: Scuola europea: gli effetti delluomo sul paesaggio Scuola americana: gli effetti dei processi naturali, trascurando la componente umana. Europa

USA

Lecologia del paesaggio come scienza

Lecologia del paesaggio studia la variazione spaziale in paesaggi ad una diversa variet di scale. I temi cardine sono: 1 - il pattern spaziale o la struttura del paesaggio, dagli ambienti naturali alle citt; 2 - le relazioni tra i pattern ed i processi nei paesaggi; 3 - le relazioni tra le attivit umane ed il pattern del paesaggio, i suoi processi ed i suoi cambiamenti; 4 - gli effetti di scale e disturbi sul paesaggio.
Da: International Association for Landscape Ecology (IALE)

Il pattern, termine intraducibile in italiano, rappresenta la quantit e la forma di un oggetto entro unarea. Si potrebbe tradurre con: configurazione o modello.

Lecologia del paesaggio divenuta importante per la conservazione perch molte specie non sono confinate ad una sola chiazza ma si spostano tra chiazze diverse (che hanno influenze diverse sul loro comportamento, sul ciclo vitale ecc.) o vivono lungo i bordi tra due chiazze confinanti (come le specie ecotonali). La presenza e la densit di queste specie possono essere regolate sia dalla dimensione e dalla forma delle chiazze sia dal loro grado di collegamento. Il paesaggio pu essere, quindi, considerato come un mosaico, una matrice di chiazze interagenti tra loro attraverso le specie ed i loro movimenti.

Il passero americano stato protagonista di uno dei primi studi sulle relazioni tra specie minacciate di estinzione e paesaggio. una specie dalla vita complicata che cambia tipo di habitat con landare dellet.

Cos un paesaggio

Qualche definizione di paesaggio: 1 - Lentit spaziale complessiva dello spazio vissuto dalluomo (Troll,1968). 2 - Il contesto spaziale per le comunit, cio un gradiente geografico capace di influire sulle strutture e sui processi ecologici a livello di organismi, popolazioni, comunit (Whittaker, 1975). 3 - Il paesaggio unarea spazialmente eterogenea che pu essere riconosciuta ad una determinata scala. 4 - Il paesaggio unarea spazialmente eterogenea composta da numerosi elementi (le strutture biotiche), immerse in una matrice comune di natura abiotica.

5 - Il paesaggio unarea terrestre eterogenea composta da un gruppo di ecosistemi integrati e ripetuti con patterns simili in uno spazio geografico (Forman & Godron, 1986). 6 - Il paesaggio una parte della superficie terrestre che presenta determinati insiemi di caratteri fisici, biotici e antropici, cui corrispondono processi funzionali che si svolgono con andamenti omogenei.

Concetti unificanti di base 1 - Eterogeneit 2 Elementi o patch 3 - Scala

Il paesaggio - almeno nella sua definizione pi nota - si pone tra il livello di ecosistema e quello di bioma.

10y anni
10 8

Biosfera Bioma Paesaggio Ecosistema Popolazione Organismo 10x m2


-4 -2 0 2 4 6 8 10 12 14

-4

-2

Le componenti di un paesaggio

La chiazza (patch) una superficie non lineare che differisce per una o pi caratteristiche dalle chiazze adiacenti. Gli elementi di un paesaggio sono le differenti combinazioni con cui si presentano le componenti viventi del sistema. Ogni combinazione differisce da quelle adiacenti. Il mosaico un insieme di chiazze ad una determinata scala.

La scala la dimensione fisica di un paesaggio ed caratterizzata da unestensione della misura e da una risoluzione (o grana) dellunit di misura. Attenzione perch la scala capace di influenzare, sia negativamente che positivamente, lo studio di un paesaggio.

Non possibile confrontare dati che sono stati raccolti a scale differenti, sebbene esistano algoritmi che permettono lestrapolazione da scala a scala (sia topdown che bottom-up).

La scala corretta pu essere determinata perch sia i pattern che i processi avvengono a scale definite.

Lestensione di un paesaggio dipende da un gran numero di componenti, tra le altre: 1. La dimensione della specie (uomo compreso) alla quale il paesaggio si riferisce; 2. La capacit di spostamento della specie; 3. Il comportamento (modalit di selezione ed utilizzazione delle diverse chiazze di paesaggio nelle diverse fasi del ciclo vitale); 4. La struttura e distribuzione delle popolazioni della specie; 5. La percezione.

Questo insieme di dati porta a formare la cosiddetta prospettiva cio il modo ipotetico con il quale la specie percepisce il proprio paesaggio.

Tutto questo , spesso, valutato secondo le capacit umane di osservazione e comprensione che tendono a ricondurre tutto alla propria misura.

Cosa determina un paesaggio ?

Il paesaggio come unit sistemica pu essere definito secondo: 1 - la struttura, cio la relazione spaziale tra elementi (cosa c e come disposto); 2 - il funzionamento, cio linterazione tra elementi (movimenti di organismi, di biomassa, di energia); 3 - il cambiamento, cio la modificazione temporale della struttura e del funzionamento, detta anche mosaico di spostamento (la dinamica dei punti 1 e 2).

I fattori che determinano un paesaggio sono molteplici: 1 - Il clima (passato e presente), la topografia ed il tipo di suolo. 2 - Le interazioni tra specie. 3 - I modelli di insediamento umano, passati e presenti. 4 - Luso del territorio, da parte delluomo e degli altri organismi. 5 - La dinamica delle perturbazioni naturali e delle successioni. 6 - Lingegnerizzazione del paesaggio da parte di organismi.

I modelli di insediamento umano (passati e presenti) e luso del territorio hanno influenzato i paesaggi attraverso: 1 - i cambiamenti nelle abbondanze relative delle piante, variando i tipi dominanti nelle foreste. 2 - i cambiamenti nelle aree di distribuzione di specie animali e vegetali (introduzioni e trasferimenti). 3 - le opportunit offerte alle specie invasive. 4 - le variazioni dello stato dei suoli (desertificazione). 5 - le variazioni dei modelli di paesaggio attraverso gli usi (agricoltura, trasporti, citt ecc.).

Lo studio del paesaggio un processo storico !

Cosa considerare in un paesaggio ?

1 - Scelta della scala organismo

patch

mosaico

paesaggio

2 - Scelta dei descrittori (le patch) 3 Decidere cosa misurare 4 il GIS

Potenziali sorgenti di errore nei dati GIS

1. Numero delle chiazze. La chiazza una superficie non lineare che differisce per una o pi caratteristiche dalle chiazze adiacenti. Convertendo il concetto per il GIS, una chiazza un gruppo di celle contigue della stessa categoria mappata. Il numero di chiazze per unit di estensione necessario per determinare il valore delleterogeneit strutturale del paesaggio.

4 1 8 2 3 9 7 5 6

= 11 =2 =1

2. Dimensione delle chiazze. La dimensione delle chiazze determinante per il funzionamento del paesaggio. linverso logico della frammentazione.

3. Forma delle chiazze. La forma migliore per una chiazza quella arrotondata, soprattutto grazie al rapporto favorevole tra margini e centro (rapporto perimetro/superficie). Basandosi sulla conservazione delle specie, una chiazza dovrebbe avere unampia zona centrale e mantenere un alto tasso di dispersione verso le altre chiazze.

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4. Forma dei margini. La forma dei margini in natura pu variare da curvilineo (un insieme di lobi e insenature) ad una striscia a mosaico mentre meno comuni sono i margini rettilinei o netti e quelli auto-somiglianti o frattali.

5. Tipo di margini. Il tipo di margine, naturali o non-naturali, pu influenzare sia luso del territorio da parte delle specie che i loro spostamenti. Un margine netto e rettilineo pu inibire gli spostamenti di specie particolarmente timide.

6. Corridoi tra chiazze. Limportanza dei corridoi nota negli ambienti frammentati. I corridoi favoriscono gli spostamenti degli individui (e delle specie) tra chiazze.

7. Reti (networks) di corridoi tra chiazze o paesaggi. preferibile che un paesaggio sia organizzato in reti in modo che non si creino barriere tra le chiazze. Sono preferibili le reti dendritiche a quelle rettilinee (innaturali).

Nodo

Legame

8. Contesti. Anche il modo con cui le chiazze sono in contatto tra loro importante. Molte specie utilizzano chiazze di habitat adiacenti (vicinanza senza contatto) o giustapposti (vicinanza con contatto) sia per i loro spostamenti che per le opportunit offerte nelle fasi riproduttive e di dispersione.

Principi per la protezione a livello di paesaggio

Principi biologici 1 - Mantenere chiazze ampie ed intatte di vegetazione nativa, evitando la frammentazione

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2 Stabilire le priorit per la conservazione delle specie e proteggere gli habitat dai quali dipendono le abbondanze e le distribuzioni di queste specie

3 Proteggere gli elementi rari di un paesaggio (in modo indipendente dalla loro abbondanza locale) e guidare gli insediamenti verso aree di minor pregio, pi comuni

4 Mantenere le connessioni tra chiazze, identificando e proteggendo i corridoi per gli spostamenti delle specie

5 - Mantenere funzionanti i processi ecologici significativi (es. incendi, alluvioni) 6 Contribuire alla persistenza regionale di specie rare proteggendo i loro habitat locali 7 Bilanciare le opportunit ricreative con le esigenze di protezione

Principi per la conservazione a scala di sito 1 - Mantenere i buffer tra le aree antropizzate e le aree naturali 2 Facilitare i movimenti della fauna selvatica tra aree antropizzate 3 Minimizzare i contatti tra umani e specie animali 4 Controllare i predatori associati agli umani (cani, gatti ecc.) 5 Creare caratteristiche simili agli ambienti naturali negli ambienti antropizzati (riforestazione, siepi ecc.)

Principi operativi 1 Basare le scelte su evidenze scientifiche anche se dovessero successivamente dimostrarsi errate 2 Comprendere che i problemi complessi non hanno una singola soluzione scientifica basata sulla verit 3 Obiettivi chiari per tutti i progetti di conservazione 4 Analisi chiare e comprensibili per tutti coloro coinvolti o interessati dallopera di conservazione 5 I modelli possono essere sbagliati, ma sono comodi 6 Gestione adattativa, valutando le conseguenze delle azioni 7 Valuta tutte le opportunit per sviluppare la conservazione in modo congruente con lo sviluppo socio-economico

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