Da Larte del costruire Tra conoscenza e scienza di Salvatore di Pasquale La meccanica nellarchitettura- La Statica di Antonino Giuffr The stone skeleton di Jaques Heyman Le strutture in Architettura di Mario Salvadori e Robert Heller 2/222 Aspetti base del comportamento strutturale I sistemi costruttivi: Ora ci sono tre grandi architetture nel mondo, e non potrebbero essere di pi, corrispondenti a ognuno dei tre sistemi fondamentali di coperture dello spazio che fanno capo ai tre ceppi originari: a) greco: architettura della trave b) romanico: architettura dellarco a pieno centro c) gotico: architettura del tetto inclinato [] 2 . 2 J.Ruskin The Stones of Venice. 3/222 Aspetti base del comportamento strutturale I 3 sistemi derivano dalle tre possibilit di coprire un intervallo tra 2 appoggi: Architrave Arco a pieno centro Arco acuto. 4/222 Le origini dellarco Micene: nella Porta dei Leoni si rintracciano le origini dellarco e della cupola. Porta dei Leoni Questo sistema una estensione del principio dellarchitrave: La portata di un unico architrave viene ridotta mediante una successione di elementi in aggetto luno sullaltro. 5/222 Le origini dellarco La parte appoggiata deve essere sufficientemente caricata per evitare il ribaltamento del concio La parte in aggetto non deve produrre rottura per flessione. Ingresso del Tesoro di Atreo 6/222 Larco naturale Questa forma pu verificarsi anche naturalmente. 7/222 Larco naturale Rottura ad arco naturale al di sopra di un architrave 8/222 Le origini dellarco La struttura spingente semplice: le tombe di Populonia In queste tombe si trova la struttura spingente pi elementare che si pu ottenere con il numero minimo di elementi distinti e disarticolabili 9/222 La struttura spingente semplice Meccanismo di rottura: Rotazione intorno ai punti A, B, C I blocchi possono ruotare luno rispetto allaltro senza scivolare 10/222 La struttura spingente semplice Equilibrio alla rotazione dei blocchi: Equilibrio al punto A: Momento ribaltante: M R = H (f + h) Momento stabilizzante: M S = P 2 (a + b) + P 1 b/2 Equilibrio: H (f + h) = P 2 (a + b) + P 1 b/2 11/222 La struttura spingente semplice Equilibrio alla rotazione dei blocchi: Equilibrio al punto A: Equilibrio Stabile: H (f + h) < P 2 (a + b) + P 1 b/2 Equilibrio Instabile: H (f + h) > P 2 (a + b) + P 1 b/2 Rotazione 12/222 Larco Aspetti base del comportamento strutturale Trazione Compressione Trave appoggiata (sistema trilitico) Arco Isostatiche di compressione Isostatiche di trazione Trazione Compressione Compressione Trasmissione di sole azioni verticali Trasmissione di azioni verticali e orizzontali (spinte) 13/222 Larco Aspetti base del comportamento strutturale Reazione orizzontale Reazione verticale Curva di pressione o funicolare Larco un elemento strutturale in grado di incanalare, con la sua traiettoria curvilinea, le sollecitazioni prodotte dai carichi trasformandole in forze prevalenti di compressione. 14/222 Larco Aspetti base del comportamento strutturale Reazione orizzontale Reazione verticale Curva di pressione o funicolare La sollecitazione di compressione rappresenta praticamente lunica sollecitazione cui la pietra e la muratura sono in grado di resistere. 15/222 Stabilit ottenuta per compressione Verifica dellequilibrio GEOMETRIA e DISTRIBUZIONE delle masse garantiscono il corretto flusso delle forze nelle sezioni resistenti Verifica di resistenza Le sollecitazioni nelle sezioni devono essere minori delle resistenze dei materiali Il materiale pietra Propriet principali: Scarsa resistenza a trazione Fragile 16/222 Situazione ideale Compressione uniforme Situazione compatibile Carico eccentrico Sezione compressa Situazione limite Sezione parzializzata Superamento della resistenza Situazione instabile Risultante fuori base RI BALTAMENTO Equilibrio e resistenza d/3 17/222 Equilibrio e resistenza La sezione rettangolare tutta compressa se il centro di pressione cade allinterno del terzo medio 18/222 Equilibrio e resistenza Nel caso di due corpi appoggiati luno sullaltro con vincolo di semplice contatto non pu sussistere equilibrio se il risultante cade fuori dalla sezione. 19/222 Larco nellantichit Nato forse in Mesopotamia nel 4000 a.C. I mattoni venivano cotti al sole Qualche secolo dopo anche in Egitto Nel 3000 a.C. le prime pietre sagomate Gli Etruschi tagliavano le pietre a cuneo Gi nel 500 a.C. i Romani costruivano ponti ad arco di grande luce. 20/222 Vitruvio e larco Vitruvio (ca. 30 a.C.) non fornisce regole per il progetto dellarco Il problema : come portare la porzione di parete sovrastante unapertura? Si deve scaricare il carico della parete mediante archi composti da conci con i giunti che convergono verso il centro Quasi tutti gli archi romani sono infatti semicircolari con i giunti centrati. 21/222 Larco semicircolare Il termine centina, che denota la casseratura usata per la costruzione fino alla posa del concio di chiave, deriva da questa impostazione. 22/222 Gli studi sullarco Il Medioevo Regola geometrica per il dimensionamento dei piedritti: si suddivide l'arco in tre porzioni di uguale lunghezza 23/222 Gli studi sullarco Il Medioevo Regola geometrica per il dimensionamento dei piedritti: si traccia la semicirconferenza di raggio pari a tale lunghezza e centro all'imposta dell'arco 24/222 Gli studi sullarco Il Medioevo Regola geometrica per il dimensionamento dei piedritti: la verticale passante per l'estremit esterna della circonferenza corrisponde alla delimitazione esterna del piedritto 25/222 Gli studi sullarco Il Medioevo Regola geometrica per il dimensionamento dei piedritti: questa regola impone un diverso dimensionamento dei piedritti al variare della geometria dell'arco 26/222 Leon Battista Alberti La spiegazione dellAlberti sul funzionamento degli archi a tutto sesto la prima a comparire nella trattatistica architettonica: non si vede in che modo esso (arco) possa sconnettersi per conto proprio; salvoch lun concio spinga fuori laltro; quandanche fossero disposti a tentare di scalzarsi a vicenda, la presenza stessa dei pesi basta ad impedirlo il concio posto in cima non si vede come possa trovare la forza di spingere in fuori i conci che lo fiancheggiano; quelli che fanno seguito ad essi, occupando i fianchi dellarco, verranno tenuti agevolmente dallequilibrarsi dei pesi; infine, i conci posti alle due estremit inferiori, non si comprende come possano spostarsi una vola che gli altri, posti sopra di essi, restino fermi al loro posto Pertanto gli archi interi non abbisognano di corda poich essi sono in grado di mantenersi da se. 27/222 Leon Battista Alberti Dalla forma dellarco e dei conci di cui composto nasce lidea della loro somiglianza al cuneo (una delle macchine semplici studiate da Aristotele ed Erone) Parti di cunei con le facce rivolte verso il centro dellarco ed individuate da piani perpendicolari alle superfici di intradosso e di estradosso 28/222 Leon Battista Alberti Lazione che ciascun concio (cuneo) esercita su quelli adiacenti si manifesta, per lAlberti, con lallontanamento delle parti Lazione esercitata dai conci dimposta contrastata dai sostegni Per questo, per lAlberti, gli archi interi non necessitano di catene 29/222 Leon Battista Alberti Lidea del cuneo sar sviluppata in seguito (De la Hire, De Belidor) con un linguaggio appropriato alla descrizione del comportamento meccanico Senza questi strumenti le cause sono solo intuite E la conoscenza degli effetti che genera lapparato di regole cui deve sottostare chi costruisce 30/222 Leonardo da Vinci Arco non altro che una fortezza causata da due debolezze imperoch l'arco negli edifiti composto di due quarti di circulo, i quali quarti circuli ciascuno debolissimo per s desidera cadere e oponendosi alla ruina l'uno dell'altro, le due debolezze si convertono in un'unica fortezza 31/222 Leonardo da Vinci 32/222 Leonardo da Vinci Studia le fratture ed i meccanismi che si generano in un arco sottoposto a determinate condizioni di carico: Arco a tutto sesto caricato in chiave Se larco intero (fatto di un solo pezzo) si romper solo quando sar raggiunta la resistenza del materiale Allora si avr la formazione di fratture e la trasformazione della struttura in meccanismo 33/222 Leonardo da Vinci l'arco non si romper, se la corda dell'archi di fori non toccher l'arco di dentro 34/222 Leonardo da Vinci Arco a tutto sesto soggetto al peso proprio e a un carico concentrato in una delle reni Sequenza della formazione delle cerniere: Cerniera in o Cerniera in d 35/222 Metafore, analogie e modelli In nessuno dei trattati scritti fino alla fine del XVII secolo il problema pu essere descritto in termini matematici come era stato fatto per le macchine semplici Nessuno fino ad allora era riuscito ad individuare nella rottura di un arco il meccanismo delle leve che si creava e di tradurre tutto in equazioni Il meccanismo di rottura che si innesca in un arco al momento del suo crollo richiede per essere descritto la definizione del momento di una forza A questa definizione si giunge solo dopo la met del XVII secolo Il principio di simmetria introdotto da Archimede per dimostrare la legge della leva non pu essere utilizzato in quanto in gioco entrano anche le forze orizzontali. 36/222 La spinta degli archi Analogia con il cavo teso 37/222 La spinta degli archi Analogia con il cavo teso 38/222 Archi in muratura Il primo testo sul calcolo delle imposte degli archi fu pubblicato nel 1717 da Gautier, che affront 5 temi fondamentali: 1. Lo spessore delle imposte 2. Lo spessore delle pile interne in rapporto alla luce degli archi 3. Lo spessore dellarco 4. La forma dellarco 5. Le dimensioni dei muri di sostegno Il problema 1 necessita di conoscere la spinta dellarco, la quale dipende da 3 e 4. 39/222 Robert Hooke In realt il problema era gi stato affrontato e in parte risolto da Hooke nel 1675 Il clima competitivo fra gli scienziati dellepoca lo obblig a nascondere le sue scoperte fra anagrammi: Ut pendet continuum flexile, sic stabit contiguum rigidum inversum Riconobbe la corrispondenza matematica fra il ponte sospeso e larco in muratura. 40/222 La catenaria Risolvendo il difficile problema della catenaria, si sarebbe risolto anche il problema dellarco 41/222 La catenaria Risolvendo il difficile problema della catenaria, si sarebbe risolto anche il problema dellarco che per la verit Leibniz, Huygens e Bernoulli avevano gi risolto, tenendolo per segreto 42/222 Hooke su Giove (!?!) si consol scoprendo la macchia sulla superficie di Giove 43/222 Lintuizione di Gregory (1697) In un testo aperto dice: e quando un arco di forma qualsiasi si tiene in piedi, perch nel suo spessore si formata una qualche catenaria Questa affermazione contiene il teorema fondamentale della meccanica strutturale, che deve attendere il XX secolo per la dimostrazione matematica! E sufficiente provare che una struttura pu stare in piedi; se pu farlo, lo far. 44/222 La linea delle pressioni Linea delle pressioni in un arco semicircolare Esistono infiniti modi in cui un arco pu portare il proprio peso Le equazioni di equilibrio non sono sufficienti per determinare lesatta posizione della linea delle pressioni. 45/222 La linea delle pressioni E necessario imporre altre due condizioni: Meccanica: legame forze deformazioni Geometrica: condizioni al contorno: Sulle forze o sulle deformazioni Linea delle pressioni in un arco semicircolare 46/222 La linea delle pressioni E linverso della catenaria Rappresenta il percorso delle forze di compressione che si trasmettono attraverso i conci fino alle imposte 47/222 La linea delle pressioni La funicolare si muove fra due estremi Minima spinta se larco si apre Massima spinta se larco si chiude Minima spinta Massima spinta 48/222 La linea delle pressioni Gli studi condotti nel corso del XVIII riguardarono: Lindividuazione della linea delle pressioni allinterno di un arco La definizione del concetto di cerniera: Per lipotesi di che nellarco si formano cerniere la linea delle pressioni nota. 49/222 Larco a tre cerniere La spinta dellarco sulle spalle ne causa lo spostamento Ipotesi: materiale rigido con infinita resistenza a compressione e nulla a trazione assenza di scorrimento tra i conci indeformabilit dei conci larco pu seguire le imposte solo se si fessura (formazione di cerniere). 50/222 Larco a tre cerniere Larco comunque stabile E una struttura isostatica Per risolverlo sono sufficienti le equazioni di equilibrio Conoscendo la posizione delle cerniere, la funicolare nota. cerniere 51/222 Larco a tre cerniere Larco staticamente determinato anche se le cerniere si formano lontano dalle imposte. 52/222 Larco a tre cerniere Quando la funicolare cade fuori dal terzo medio, i conci si aprono Perch la malta ha scarsa resistenza a trazione Questo pu accadere, ad es., quando, per la spinta laterale dellarco, le imposte si allontanano, oppure in archi di spessore ridotto. 53/222 Gli studi sullarco Gli studi sullarco condotti nel XVIII e XIX sec. si possono dividere in due filoni: Lo studio dello spessore dellarco necessario a prevenire lattivazione di un meccanismo di collasso per carichi permanenti La forma da dare allarco per assicurare la centratura degli sforzi normali di compressione sulle superfici di contatto tra due conci contigui. 54/222 De La Hire La teoria del cuneo De La Hire individua nell'arco l'azione di una macchina semplice: il cuneo. Il funzionamento dell'arco interpretato come la risultante dell'azione mutua di corpi rigidi infinitamente resistenti (i conci dell'arco) supposti agire come cunei posti uno sull'altro e mantenuti in equilibrio per azione mutua del proprio peso e delle azioni reciproche scambiate con i conci limitrofi. 55/222 De La Hire La teoria del cuneo L'ipotesi fondamentale che caratterizza l'interazione in De La Hire l'assenza di attrito tra i conci, assunzione nella quale individuabile il limite della sua interpretazione statica. 56/222 De La Hire La teoria del cuneo De La Hire affronta il problema dellequilibrio dellarco Partendo dal concio in chiave, la cui dimensione stabilita: Impone l'equilibrio di ogni concio applicando nel baricentro le due forze trasmesse dai conci limitrofi e normali ai giunti e la forza peso. 57/222 De La Hire La teoria del cuneo Lo spessore dei rimanenti conci l'incognita del problema Viene determinata concio per concio imponendo l'equilibrio 58/222 De La Hire La teoria del cuneo Se l'imposta dell'arco orizzontale, l'equilibrio del concio di imposta non possibile In esso l'azione verticale della forza peso e della reazione all'imposta non possono equilibrare la forza scambiata con il concio che su di esso si appoggia De La Hire deve quindi ammettere che nella realt il concio all'imposta pu essere equilibrato solo dall'azione delle forze di attrito. 59/222 De La Hire Il dimensionamento del piedritto Lo schema strutturale di De La Hire contiene le ipotesi meccaniche di comportamento alle quali applica lalgoritmo di calcolo Il modello meccanico che egli utilizza strettamente condizionato dagli strumenti di calcolo che De La Hire ha a disposizione Egli tratta il problema dellequilibrio dellarco mediante la legge della leva 60/222 De La Hire La teoria del cuneo Il problema della statica degli archi compare per la prima volta nel Trait de la mecanique di Philippe De La Hire (1640-1718) De La Hire studia lequilibrio dellarco nella situazione di rottura descrivendo prima il meccanismo di collasso: La parte centrale dellarco compresa tra due raggi a 45 rimane integra e scivola verso il basso esercitando unazione di cuneo sulle parti restanti dellarco spingendole in fuori promuovendone il ribaltamento senza scorrimento 61/222 De La Hire Il dimensionamento del piedritto Lipotesi che la parte centrale dellarco si comporti come un cuneo tra superfici lisce Una superficie priva di attrito costituisce un vincolo in grado di esercitare solo reazioni ad essa ortogonali Il piedritto tende a ruotare intorno allo spigolo esterno alla base (punto C in figura). 62/222 De La Hire Il dimensionamento del piedritto Nella rotazione intorno a C il punto A si porta in A Il peso Q del cuneo centrale viene scomposto nelle due componenti R A ed R Z ortogonali alle due superfici di rottura De La Hire individua la leva ACD e scompone la forza R A esercitata dal cuneo centrale nelle componenti F ed H applicate al braccio della leva AC. l D | R A F A H P C D l A R A Q/2 De la Hire inaugura l'approccio che individua nel comportamento della muratura l'azione reciproca di corpi rigidi. 63/222 De La Hire Il dimensionamento del piedritto Per lequilibrio della leva il momento ribaltante F l A deve essere uguale al momento stabilizzante P l D (essendo P il peso del piedritto e della parte di arco ad esso aderente) Il peso del piedritto necessario per lequilibrio fornito dalla espressione: A D l P F l = l D | R A F A H P C D l A R A Q/2 64/222 De Belidor Il dimensionamento del piedritto Qualche anno dopo De Belidor ripropose gli studi di De La Hire Egli suppose che la reazione dellarco fosse applicata a met spessore anzich allintradosso 65/222 De Belidor La teoria del cuneo La reazione che il cuneo centrale esercita sulla sezione di scorrimento fornita dalla relazione: 1 2 cos Q F = | xG | F A P C D l A Q/2 yA xA x y | | dF yAtg| 66/222 De Belidor La teoria del cuneo Egli considera la leva angolare ECD: Braccio della forza F: dF = (y A tg| x A )cos| Condizione di uguaglianza dei momenti rispetto a C: ( ) 2 A A F G G y tg x Q Fd Px P x | = = xG | F A P C D Q/2 yA xA x y | | dF yAtg| E 67/222 Couplet Il collasso flessionale Nel Seconde partie de l'examen de la poussee des voutes del 1730, ammette l'importanza fondamentale dell'azione dell'attrito tra i conci che impedisce l'attivazione di scorrimenti relativi Affronta il problema dello spessore minimo di un arco a tutto sesto caricato con il solo peso proprio 68/222 Couplet Il collasso flessionale La soluzione ottenuta da Couplet ipotizzando un meccanismo di collasso a cinque cerniere, collocate all'estradosso in chiave e all'imposta e all'intradosso in posizione rialzata a 45 rispetto all'orizzontale 69/222 Coulomb Il principio dei Massimi e Minimi Charles Coulomb nel Essai sur une application de maximis et minimis a quelques problemes de statique, relatifs a l'Architecture del 1773, affronta il problema dell'equilibrio delle volte in presenza di coesione ed attrito tra i conci Per la prima volta l'obiettivo la determinazione delle sollecitazioni che insorgono in una volta di assegnate dimensioni e figura Il problema fondamentale che Coulomb si pone questo: In una volta per la quale siano assegnate la curva interna AB e la curva esterna ab, sono dati anche i giunti Mm perpendicolari agli elementi della curva interna; si richiedono i limiti della forza orizzontale S che sostiene questa volta, supponendo che essa sia sollecitata dal proprio peso, e sia trattenuta dalla coesione e dall'attrito 70/222 Coulomb Il principio dei Massimi e Minimi Coulomb considera una porzione di arco compresa tra la sezione in chiave e un generico giunto assunto come critico. Individua quattro modalit di collasso: lo scorrimento relativo tra le facce nelle due direzioni l'apertura del giunto per rotazione all'intradosso e all'estradosso | M m S Q b a B A 71/222 Coulomb Il principio dei Massimi e Minimi Impone l'equilibrio limite di scorrimento nelle due direzioni, ottenendo un valore minimo ed uno massimo della risultante S agente sulla sezione in chiave. Analogo procedimento utilizzato imponendo l'equilibrio limite alla rotazione nelle due direzioni. | M m S Q b a B A 72/222 Coulomb Il principio dei Massimi e Minimi La massima reazione di attrito assunta proporzionale all'azione normale sul giunto attraverso un opportuno coefficiente I valori massimi e minimi di S vengono ricercati al variare della posizione del giunto critico sull'arco Il risultato finale fornisce un limite inferiore ed uno superiore di S entro i quali l'equilibrio della volta garantito | M m S Q b a B A 73/222 Coulomb Il principio dei Massimi e Minimi Coulomb scopre e accetta l'indeterminatezza del problema dimostrando che in un certo intervallo ammissibile tutte le soluzioni sono ugualmente accettabili. | M m S Q b a B A 74/222 Il calcolo a rottura di Mascheroni Mascheroni idealizza i meccanismi di rottura dell'arco individuati da De la Hire e da Coulomb a sistemi di aste rigide e ne determina le condizioni limite di equilibrio Egli propone lo studio di due dei possibili meccanismi di rottura dellarco: Rottura per scivolamento del cuneo centrale con punto di rotazione posto allintradosso dellarco (De La Hire) Rottura multipla con formazione di cerniere allintradosso ed alle reni 75/222 Il calcolo a rottura di Mascheroni Nella condizione di rottura si pu vedere larco come sistema articolato di corpi rigidi vincolati a cerniera internamente e con lesterno 1 2 1' 2' A A' 76/222 Il calcolo a rottura di Mascheroni Il sistema labile: Numero dei gdl: 4 corpi x 3 g.d.l = 12 Numero dei vincoli: 2 gdl vincolati x 5 cerniere = 10 Possono esistere condizioni di carico che rispettano lequilibrio 77/222 Il calcolo a rottura di Mascheroni Si analizza met arco Per la simmetria del sistema la reazione offerta dalla cerniera in B non pu che essere orizzontale xG | A P C Q/2 xA H yA f |' H l G2 G1 B 78/222 Il calcolo a rottura di Mascheroni Il peso Q/2 del tratto di arco AB, passante per il baricentro G 2 dovr essere equilibrato da una forza orizzontale passante per B e da una forza passante per A xG | A P C Q/2 xA H yA f |' H l G2 G1 B 79/222 Il calcolo a rottura di Mascheroni Costruito il triangolo dellequilibrio si trova lazione che il corpo AB esercita sul corpo AC attraverso la cerniera in A. xG | A P C Q/2 xA H yA f |' H l G2 G1 B 80/222 Il calcolo a rottura di Mascheroni Lazione che il corpo AB esercita sul corpo AC ha: componente verticale V = Q/2 componente orizzontale H = (Q/2)tg|, tg|=l/f xG | A P C Q/2 xA H yA f |' H l G2 G1 B V 81/222 Il calcolo a rottura di Mascheroni Lequazione di equilibrio dei momenti intorno al punto C fornisce la relazione: ( ' ) 0 2 2 A A A A G G y tg x Q Q Hy x Px P x | = = xG | A P C Q/2 xA H yA f |' H l G2 G1 B 82/222 Il calcolo a rottura di Mascheroni Lequazione analoga a quella di De La Hire e De Belidor, la differenza nellangolo | che in essa compare xG | A P C Q/2 xA H yA f |' H l G2 G1 B 83/222 Il calcolo a rottura di Mascheroni Se | > | il peso P necessario per evitare lo scorrimento del cuneo centrale maggiore di quello necessario per evitare la formazione delle cerniere per cui questo meccanismo risulta pi pericoloso per larco Mascheroni considera tutte le sezioni come possibilmente critiche, non solo quella a 45. 84/222 Il ruolo dellattrito Nella maggioranza dei casi risulta | > | per cui la rottura avverrebbe per scorrimento piuttosto che per formazione di cerniere In realt le superfici tra un concio e laltro non sono prive di attrito come ipotizzato La reazione che le superficie del giunto offre al cuneo centrale non ortogonale al giunto stesso ma inclinata di un angolo nel verso opposto a quello del moto. 85/222 Cono di attrito Il ruolo dellattrito Un vincolo scabro in grado di fornire, oltre alla reazione R v una reazione R t ortogonale ad essa, diretta secondo lo spostamento che esso consente. 86/222 Il ruolo dellattrito Lentit della componente R t non pu superare unaliquota della reazione principale R v : R t s f R v Cono di attrito 87/222 Il ruolo dellattrito Il coefficiente di attrito f si pu esprimere come: f =R t / R v = tg| Cono di attrito 88/222 Il ruolo dellattrito Cono di attrito | | Il vincolo in grado di equilibrare una forza inclinata rispetto alla direzione ortogonale al piano di scorrimento < f (interna al cono di attrito) 89/222 Il ruolo dellattrito Lequazione di equilibrio diventa: con |= | ( '' ) 2 A A F G G y tg x Q Fd Px P x | = = xG | F A P C D Q/2 yA xA x y | | dF yAtg| | xG | F A P C D Q/2 yA xA x y |'' dF yAtg|'' |''=| |'' 90/222 Il ruolo dellattrito Lipotesi di mancanza di attrito fa ritenere pi pericoloso un meccanismo che di fatto non si realizza Si nota limportanza dei parametri fisici che entrano nel modello per la corretta interpretazione della realt 91/222 La teoria elastica Il XIX secolo segnato dai tentativi di interpretazione dell'arco in muratura nell'ambito della teoria della trave elastica ad asse curvilineo Furono affrontati i problemi irrisolvibili nell'apparato concettuale del corpo rigido: l'effettiva capacit di sopportare certi stati di sollecitazione l'effettivo andamento della curva delle pressioni all'interno dell'arco 92/222 La teoria elastica Nel XVIII secolo era possibile trattare rigorosamente solo strutture ipostatiche o isostatiche Erano note solo le condizioni di equilibrio 93/222 La teoria elastica Un arco considerato come elemento monolitico una struttura iperstatica Per essere risolto necessario tenere conto della deformabilit del materiale di cui composto Spetta a Hooke la sperimentazione sulla deformabilit dei materiali e la definizione del legame che porta il suo nome 94/222 La teoria elastica Navier Gli studi di Navier si basano sulle ipotesi di: Legame elastico forze deformazioni Determinate condizioni al contorno Se larco considerato rigido non possibile determinare la linea delle pressioni Se si considera deformabile divengono disponibili ulteriori equazioni che consentono di risolvere il problema iperstatico 95/222 La teoria elastica Navier Navier propose di effettuare le verifiche di stabilit condotte da Coulomb imponendo che le sezioni rimanessero interamente reagenti con tensioni massime di compressione inferiori alle tensioni massime di rottura del materiale rilevate sperimentalmente 96/222 La teoria elastica Navier Navier ipotizz che, per avere solo sforzi di compressione, la linea delle pressioni doveva passare, in corrispondenza dei giunti di rottura, al massimo per il terzo medio della sezione resistente In questo modo si ha la condizione limite di diagramma triangolare delle tensioni di compressione allinterno della sezione, con un valore nullo in corrispondenza del punto in cui ha inizio lo scorrimento in caso di rottura. 97/222 La teoria elastica Mry Partendo dagli studi di Navier Mry mostr che il problema della determinazione del regime statico di un arco poteva essere risolto utilizzando un poligono di equilibrio a passaggio obbligato per due punti: il terzo medio inferiore nella sezione di imposta e il terzo medio superiore nella sezione in chiave, con retta dazione orizzontale (per arco simmetrico e simmetricamente caricato e vincolato) In questo modo noti i carichi esterni, era possibile ottenere landamento della curva delle pressioni. 98/222 La teoria elastica Mry La verifica dellarco consiste nellaccertare che nelle sue sezioni non siano presenti forze di trazione Per un arco con sezione trasversale rettangolare, bisogna verificare che la curva delle pressioni sia contenuta allinterno della fascia delimitata dal terzo medio di tutte le sezioni trasversali (nocciolo centrale dinerzia). S 6 P curva delle pressioni 4 P P 6 5 P 1 P P 3 2 P S H Q H S P 5 P 4 P 3 P 2 P 1 99/222 Metodo di Mry Si determinano i carichi agenti sullarco, considerando le parti di sovrastruttura che competono ad ogni singolo concio ed applicando la forza nel baricentro della regione relativa. P P P P P P 1 2 3 4 5 6 100/222 Metodo di Mry Essendo larco simmetrico e simmetricamente caricato e vincolato, si pu limitare lo studio a met di esso, applicando nella sezione di chiave la forza trasmessa dalla restante parte. P 6 5 P 4 P 3 P 2 P 1 P S 6 P curva delle pressioni 4 P P 6 P 1 P P 3 2 P S H Q H S P 5 P 4 P 3 P 2 P 1 1 2 3 4 6 5 5 101/222 Metodo di Mry Tale forza ha retta dazione orizzontale (ortogonale alla sezione cui applicata) e si considera applicata al terzo medio superiore della sezione stessa. P 6 5 P 4 P 3 P 2 P 1 P S 6 P curva delle pressioni 4 P P 6 P 1 P P 3 2 P S H Q H S P 5 P 4 P 3 P 2 P 1 1 2 3 4 6 5 5 102/222 Metodo di Mry Costruito il poligono funicolare dei carichi esterni relativa a met arco, il problema si risolve utilizzando un poligono di equilibrio a passaggio obbligato per due punti: il terzo medio inferiore nella sezione di imposta e il terzo medio superiore nella sezione in chiave. P 6 P 5 P 4 P 3 P 2 1 P R H S 6 P 1 P P 2 O R P 3 P 4 P 5 P 6 S P 5 P 4 P 3 P 2 P 1 Poligono delle forze Poligono funicolare K 103/222 Metodo di Mry Per lequilibrio il poligono dei vettori deve risultare chiuso e le rette dazione devono concorrere in un medesimo punto (K) La retta dazione della reazione dimposta deve passare per K e per il terzo medio inferiore della sezione stessa. K S 6 P curva delle pressioni 4 P P 6 5 P 1 P P 3 2 P S H Q H S P 5 P 4 P 3 P 2 P 1 Q 104/222 Metodo di Mry Si pu costruire la curva delle pressioni, utilizzando il poligono funicolare costruito sul polo Q Il poligono funicolare costruito utilizzando il polo Q rappresenta il poligono delle successive risultanti, cio la curva delle pressioni. S 6 P curva delle pressioni 4 P P 6 5 P 1 P P 3 2 P S H Q H S P 5 P 4 P 3 P 2 P 1 Q 105/222 La verifica di stabilit dellarco La linea delle pressioni descrive le azioni scambiate tra conci adiacenti Se non passa per i baricentri delle sezioni si hanno sollecitazioni composte di forza assiale, taglio e flessione. 106/222 La verifica di stabilit dellarco La verifica di stabilit richiede che siano verificate le condizioni: T s f N M/N = e s h/2 f = tg| il coefficiente di attrito e = eccentricit della forza assiale rispetto al baricentro: Se e s h/6 la sezione interamente compressa Se e > h/6 la sezione parzializzata Se e > h/2 lequilibrio impossibile. 107/222 Metodo di Mry Lo spostamento della risultante dei carichi verso le imposte comporta una riduzione della reazione orizzontale. 108/222 Spessore dellimposta analitico 6
3 b e oppure b s 109/222 Spessore dellimposta 110/222 Trovare la giusta curva delle pressioni Il tracciato della linea delle pressioni un indice della stabilit dellarco Quanto pi si discosta dalla linea dasse dellarco tanto maggiore deve essere lo spessore dellarco 111/222 Trovare la giusta curva delle pressioni Domanda: la curva delle pressioni trovata quella giusta (data la scelta arbitraria del polo H)? 112/222 Esercizio P1 = 10 kN P2 = 20 kN = P3 = P4 = P5 Scala: 10 kN = 1 cm Proviamo due poli diversi! Trovare la giusta curva delle pressioni col metodo del Mry 113/222 Esercizio Trovare la giusta curva delle pressioni col metodo del Mry 114/222 Esercizio Trovare la giusta curva delle pressioni col metodo del Mry 115/222 Esercizio Trovare la giusta curva delle pressioni col metodo del Mry 116/222 Interpretazione: Se il progettista cos furbo da trovare un polo che dia luogo ad una curva delle pressioni interna allarco e prossima alla massima eccentricit ammissibile, allora larco sar altrettanto furbo da trovarne una per proprio conto! Aspetti base del comportamento strutturale Teorema di minimo di J. Heymans: Se possibile trovare un campo di tensioni nella struttura che sia ovunque equilibrato internamente e con i carichi esterni, senza violare la condizione di rottura, tali carichi esterni saranno portati dalla struttura in sicurezza. 117/222 La forma dellarco Il profilo pi adatto per un arco quello la cui linea dasse si dispone secondo la funicolare dei carichi ad esso applicati. Distribuzione dei carichi che genera compressione uniforme per le diverse direttrici 118/222 La forma dellarco Se un arco funicolare per un insieme di carichi, non pu esserlo per tutti gli altri sistemi di carichi cui pu essere assoggettato In ogni arco si ha in genere una combinazione di compressione e di flessione Nellarco in muratura la forma , in genere, funicolare del peso proprio e larco soggetto a flessione per i carichi accidentali. 119/222 La teoria elastica Castigliano Castigliano (1879) applica il suo teorema di minimo dell'energia elastica per determinare l'andamento della linea delle pressioni di un arco mediante un procedimento iterativo che consente di tenere conto della non resistenza a trazione della muratura. Calcolata una prima curva di tentativo nell'ipotesi di sezione elastica: verifica se contenuta nel terzo medio dell'arco; se ci avviene, le sezioni sono compresse e la teoria elastica applicabile; se invece la curva non completamente interna al terzo medio, riduce la dimensione delle sezioni eliminando la porzione soggetta a trazione e procede quindi alla determinazione di una nuova curva basandosi sulla geometria modificata della sezione. il procedimento iterativo arrestato quando tutte le sezioni cos modificate sono interamente compresse. 120/222 La teoria plastica La soluzione elastica del problema della definizione del regime statico di un arco sensibile alle variazioni delle condizioni al contorno Lanalisi plastica non si basa sulla conoscenza dello stato effettivo in cui la struttura si trova ma sullesame delle condizioni in cui essa pu collassare e sulla verifica che la struttura abbia un sufficiente margine di sicurezza rispetto al collasso Lo stato di equilibrio analizzato nella teoria plastica non lo stato reale in cui si trova ma uno stato possibile Se il progettista riesce a trovare un modo in cui la struttura si comporta soddisfacentemente allora essa sicuramente ci riuscir. 121/222 Danneggiamento degli archi Assestamento dellimposta 122/222 Danneggiamento degli archi Assestamento dellimposta Dimensionamento insufficiente 123/222 Danneggiamento degli archi Assestamento dellimposta Dimensionamento insufficiente Forze concentrate / carico eccessivo del riempimento 124/222 Danneggiamento degli archi Assestamento dellimposta Dimensionamento insufficiente Forze concentrate / carico eccessivo del riempimento Degradazione dei mattoni/malta e allentamento/scorrimento dei conci Roma (via S. Vito) 125/222 modifica delle condizioni, ad es. cambiamento di destinazione duso Danneggiamento degli archi Assestamento dellimposta Dimensionamento insufficiente Degradazione dei mattoni/malta e allentamento/scorrimento dei conci Forze concentrate / carico eccessivo del riempimento 126/222 Intervento Incremento della componente verticale P1 P2 S R 6 b e > 127/222 Intervento Incremento della componente verticale P1 P2 S R 6 b e < F 128/222 Intervento Incremento della componente verticale guaina barra riempimento 129/222 Intervento Diminuzione delleccentricit Speroni di contrasto Catene allestradosso 130/222 Intervento Diminuzione delleccentricit Catene allintradosso 131/222 Intervento Diminuzione delleccentricit Catene allintradosso (Roma - via S. Vito) 132/222 Intervento Miglioramento dellattrito Colla o inserimento di elementi trasversali Collegamento dei conci con spinotti 133/222 Intervento Incremento della capacit portante Strati di cls allestradosso 134/222 Intervento Incremento della capacit portante Irrigidimenti allestradosso 135/222 Intervento Incremento della capacit portante Strati di cls allestradosso 136/222 Sicurezza Pu essere definita come la distanza fra lo stato corrente ed un dato stato limite 137/222 Le volte Definizioni Arco semplice Volta a botte Volta a padiglione Volta a crociera 138/222 Aspetti base del comportamento strutturale Come si costruisce una volta 139/222 La volta a botte La volta a botte si pu considerare generata dalla traslazione di un arco lungo una direttrice ad esso ortogonale Se la volta poggia con continuit lungo i bordi longitudinali il comportamento di ciascuna sezione del tipo ad arco I muri laterali devono essere sufficientemente larghi per contenere le spinte 140/222 La volta a botte Se la volta non poggia con continuit si determina un comportamento a trave 141/222 Le spinte nella volta Le volte a botte possono essere studiante utilizzando la teoria delle membrane Una membrana una superficie curva il cui spessore piccolo se comparato alle altre dimensioni della struttura in grado di trasmettere solo sforzi interni giacenti sul piano tangente Ciascun elemento della volta sollecitato da tensioni normali (trazione e compressione) e taglio 142/222 Lesioni dovute a spostamento dei piedritti Tale meccanismo di rottura si manifesta con la depressione del settore centrale dovuta allallontanamento dei piedritti causato della loro rotazione verso lesterno Si sviluppa il meccanismo di rottura a 3 cerniere: una cerniera lineare si forma in prossimit della chiave e 2 alle reni 143/222 Le volte a crociera Tagliando una volta a botte su pianta rettangolare con due piani verticali passanti per i vertici opposti del rettangolo di base si ottengono 4 elementi: 2 cappe o manti 2 unghie o fusi 144/222 Le volte a crociera Lunione di quattro cappe forma la volta a crociera 145/222 Le volte a padiglione Lunione di quattro unghie forma la volta a padiglione 146/222 Le volte a crociera La volta a crociera deriva dallintersezione di 2 volte a botte tra loro ortogonali Gli archi che si formano allintersezione delle 2 volte possono essere integrati nella volta (spigoli) o risaltare allintradosso (costole diagonali) 147/222 Le volte a crociera Se sui piani verticali passanti per il perimetro della pianta sono presenti nervature queste si chiamano: Costole trasversali: se comuni a due volte adiacenti Se si trovano su una muratura terminale: Archi di testa: se comprese nella muratura Costole di testa: se in risalto rispetto alla muratura 148/222 Le volte a crociera Le volte a crociera possono essere realizzate: Per intersezione di volte a botte semicilindriche uguali (pianta quadrata) Per intersezione di volte a botte semicilindriche con diversa campata e altezza (pianta rettangolare) Lintersezione delle 2 botti nei costoloni creava un problema nel taglio delle pietre: Una semplificazione si ebbe costruendo i costoloni come archi indipendenti sui quali poggiavano i pannelli delle volte 149/222 Le volte a crociera Lesecuzione delle strutture ad arco o voltate avveniva per fasi: realizzazione di imposte aggettanti solidali coi piedritti realizzazione dellelemento di chiusura realizzazione delle pareti dambito a buona presa avvenuta e in presenza di un idoneo carico stabilizzante Con le tecniche relative a pietra da taglio o a mattoni potevano essere realizzate volte senza cassaforma: occorrevano soltanto delle centinature disposte secondo le costolature. 150/222 Le volte a crociera Con lo schema architettonico romano con archi di testa a tutto sesto si presentava un problema: gli spigoli diagonali, intersezioni di due cilindri circolari risultavano delle ellissi frazionando un ellisse in conci si sarebbero avuti conci diversi tra loro. 151/222 Le volte a crociera Il problema venne risolto dai costruttori gotici: Partendo dagli archi corrispondenti agli spigoli diagonali (semicirconferenze con diametro uguale alla diagonale del quadrato di base) gli archi di testa sono di forma ellittica approssimati con archi a sesto acuto a parit di dimensioni di base la volta si slancia a parit di pesi le spinte sui piedritti si riducono di circa il 30%. 152/222 Le spinte nella volta Lintersezione delle volte in corrispondenza delle costole determina una concentrazione di forze dovuta allimprovviso cambio di direzione delle tensioni Le costole svolgono la funzione di irrigidimento della volta: Nelle volte con forti cambi di curvatura hanno anche funzione di rinforzo 153/222 Le spinte nella volta Le tensioni radiali N u variano secondo la funzione N u =-wacosu (w = peso per unit di superficie) 154/222 Le spinte nella volta Lequilibrio alla rotazione di una porzione di volta richiede che le spinte bilancianti dei contrafforti agiscano ad una distanza z dal piano di imposta della volta 155/222 Le spinte nella volta E essenziale realizzare dei rinfianchi alla volta che forniscano un percorso alle spinte quando queste fuoriescono dalle costole diagonali 156/222 Le spinte nella volta La linea delle spinte si discosta dalla linea dasse dei costoloni 157/222 Le spinte nella volta Le volte a costoloni devono essere sostenute da contrafforti I capimastri delle cattedrali gotiche realizzarono contrafforti esterni costituiti da archi rampanti 158/222 Le spinte nella volta Gli archi rampanti contrastano le spinte della volta senza indurre trazione nella muratura Per ridurre le dimensioni dei pilastri e ridurre le spinte spesso si usarono 2 archi rampanti posti luno sullaltro 159/222 Le spinte nella volta Pesanti guglie venivano aggiunte sui pilastri esterni per aumentare con il carico la compressione e ridurre la flessione 160/222 Le tavole di Ungewitter Ungewitter realizz delle tabelle per il calcolo delle spinte nella volta in funzione di alcuni parametri: Rapporto freccia/campata Spessore della volta 161/222 Le patologie della volta quadripartita Pol Abraham identific (1934) le possibili lesioni in una volta quadripartita: Lesioni nelle volte principali in chiave (formazione di cerniere) Lesioni parallele alle costole murarie con una completa separazione del pannello della volta (dette fissures de Sabouret) Lesioni che separano i pannelli della volta dai muri 162/222 Lesioni dovute a spostamento dei contrafforti Tale meccanismo di rottura si manifesta con la depressione del settore centrale dovuta allallontanamento dei piedritti causato della loro rotazione verso lesterno La linea delle spinte passa attraverso i rinfianchi e si scarica sui contrafforti 163/222 Lesioni dovute a spostamento dei contrafforti Il sistema fessurativo trasforma la volta in 3 blocchi: Fessure si formano in prossimit e in adiacenza al muro perimetrale Una cerniera lineare si forma vicino alla chiave Le lesioni si generano perch la muratura non sufficiente a contenere le spinte 164/222 Lesioni dovute a spostamento dei contrafforti Le fessure di Sabouret e quelle murarie comportano completa separazione della muratura Nessuna forza pu pi essere trasmessa attraverso queste fessure Le forze di compressione corrono parallelamente alle fessure 165/222 Le cupole Nella copertura del Tesoro di Atreo a Micene si rintraccia lorigine della cupola Pseudo - cupola formata da pietre poste su letti orizzontali in aggetto a formare una struttura anulare regolare 166/222 Le cupole La volta alta 13m e copre una sala a pianta circolare con diametro di 14,5m 167/222 Cupole La forma pi semplice di cupola si ottiene ruotando un arco intorno al suo asse centrale Un arco semicircolare genera una cupola emisferica Altre curve (es. parabole) generano cupole differenti La cupola tridimensionale molto diversa dallarco bidimensionale, in termini di: Comportamento strutturale Procedure costruttive. 168/222 Le cupole La cupola si pu considerare una membrana di rivoluzione generata per rotazione di un arco rispetto al suo asse centrale 169/222 Le cupole La curva generatrice pu avere forma circolare, parabolica o un profilo pi complesso 170/222 Procedure costruttive Arco Nella costruzione di un arco, la presenza della centinatura essenziale I conci scivolerebbero verso linterno Ipotesi di John Fitchen sulla centinatura del Pont du Gard Completato larco con la messa in opera del concio di chiave, il trasferimento dei carichi dalla centina allarco avveniva tramite la progressiva rimozione di cunei di legno inseriti allinterfaccia. 171/222 Procedure costruttive Cupola La costruzione di una cupola pi semplice Un anello completato, essendo virtualmente incompressibile, non pu scivolare su quello sottostante verso linterno. 172/222 Procedure costruttive Cupola La costruzione avviene per anelli successivi Non esiste il concetto di concio di chiave. 173/222 Il funzionamento delle cupole Analogie S: arco corda sospesa No: cupola membrana sospesa In termini matematici: Un arco una figura sviluppabile Si pu ottenere da un foglio di carta La cupola no Non si pu ottenere da un foglio di carta A meno di tagliare ed incollare Dopo di che, la cupola risulta rigida. 174/222 Il funzionamento delle cupole Superficie sviluppabile e non sviluppabile 175/222 Il funzionamento delle cupole Andamento delle forze normali N | nei meridiani e N u nei paralleli 176/222 Il comportamento a membrana Un membrana pu essere idealizzata matematicamente come una superficie curva il cui spessore piccolo se comparato alle altre dimensioni della struttura (R/t > 20) in grado di trasmettere solo sforzi interni giacenti sul piano tangente Le forze che agiscono sulla membrana si trasformano in stati tensionali di trazione o di compressione contenuti nel suo spessore 177/222 Il funzionamento delle cupole 178/222 Il funzionamento delle cupole Andamento delle forze normali N | nei meridiani e N u nei paralleli N u N | wa -wa -wa 179/222 Il funzionamento delle cupole Le tensioni che agiscono lungo i meridiani crescono dalla chiave allimposta dal valore 0.5wR al valore wR. 180/222 Il funzionamento delle cupole I paralleli sono compressi in chiave (o=0.5wR) e tesi allimposta (o=-wR) con tensioni costanti lungo uno stesso parallelo 181/222 Il funzionamento delle cupole Lazione di cerchiatura svolta dai paralleli annulla le spinte dei meridiani 182/222 Differenze tra arco e cupola Nellarco la linea delle pressioni si modifica al variare dei carichi applicati allarco (come la catenaria di Hooke si deforma per effetto dei carichi ad essa applicati) Larco funicolare per una sola condizione di carico I meridiani di una cupola sono funicolari per qualunque condizione di carico simmetrica per lazione di cerchiatura svolta dai paralleli 183/222 Le tensioni nella cupola La deformazione in sommit non impedita pertanto si pu sviluppare uno stato puro di tensione di membrana Affinch uno stato puro di tensione di membrana si sviluppi al bordo necessario che questo si possa spostare verso lesterno 184/222 Le tensioni nella cupola Se questo non avviene (come in realt) una sollecitazione di flessione si produce in prossimit del bordo Ci avviene ogniqualvolta le reazioni al contorno non sono tangenti ai meridiani (ad es. se la cupola poggia solo su alcuni punti) 185/222 Il funzionamento delle cupole Le cupole hanno la tendenza a sviluppare fessure lungo i meridiani Fessure nella cupola di S. Maria del Fiore 186/222 Le cupole in muratura In una cupola in muratura non ci si pu aspettare che lazione di cerchiatura svolta dai paralleli si realizzi efficacemente 187/222 Le cupole in muratura Superata la resistenza a trazione della muratura (cui pu contribuire lattrito tra i blocchi) si formano lesioni nei meridiani: Si annullano gli sforzi di trazione nei paralleli Lipotesi di comportamento a membrana perde significato 188/222 Le cupole in muratura Gli spicchi di cupola che rimangono integri si comportano come puntoni e la loro reazione inclinata si trasforma in spinta sullimposta 189/222 Il funzionamento delle cupole Si pu ovviare irrigidendo lanello di base Questo per introduce sollecitazioni di flessione, anche se una superficie ridotta (5%) della cupola 190/222 Spessore minimo della cupola La posizione limite della linea delle pressioni tocca lestradosso in P e lintradosso in Q e passa attraverso lestradosso alla base Dalla condizione di equilibrio alla rotazione si ottiene la spinta orizzontale H = (1- t/4)W=0.215W In una cupola emisferica lo spessore minimo il 4.2% del raggio Posizione limite della curva delle pressioni e meccanismo di collasso corrispondente 191/222 Arco Cupola Il funzionamento delle cupole Spessore t rispetto al raggio R , in funzione dellangolo | rispetto alla verticale | Il funzionamento pi efficace di questo 192/222 Alcuni confronti Spessore/Diametro = 1/10 Pantheon, S. Maria del Fiore, S. Pietro Spessore/Diametro = 1/100 Uovo (spessore 0.4 mm, diametro 40 mm) (luovo di Brunelleschi) Volte a ventaglio Kings College a Cambridge Spessore/Diametro = 1/1000 Coperture moderne in c.a. 193/222 Giovanni Poleni Lo studio della cupola di S.Pietro Giovani Poleni condusse uno studio (1748) sullo stato fessurativo della cupola di S.Pietro 200 anni dopo la sua costruzione Osserv che le fessure avevano diviso la cupola in spicchi semisferici La domanda cui dare una risposta era se le fessure fossero pericolose o meno 194/222 Giovanni Poleni Lo studio della cupola di S.Pietro La condizione di partenza era che la condizione di stabilit della volta risiedesse nel fatto che la linea delle pressioni fosse contenuta nello suo spessore 195/222 Giovanni Poleni Lo studio della cupola di S.Pietro Egli immagin una cupola ideale costituita di un materiale cui attribu una densit media uniforme per compensare pieni e vuoti 196/222 Giovanni Poleni Lo studio della cupola di S.Pietro Divise il solido ideale in 50 spicchi corrispondenti a 25 archi e studi lequilibrio dellarco quasi-bidimensionale formato da uno di questi spicchi. 197/222 Giovanni Poleni Lo studio della cupola di S.Pietro A ciascun arco Poleni attribu il peso complessivo di 2 milioni di libbre cui aggiunse il peso di 160000 libre della lanterna Divise ciascun semiarco in 16 parti 198/222 Giovanni Poleni Lo studio della cupola di S.Pietro Facendo riferimento alla catenaria di Hooke caric una corda flessibile con 32 pesi diseguali corrispondenti alla sezione dellarco Linversione della catenaria sembrava effettivamente essere contenuta nello spessore dellarco 199/222 Giovanni Poleni Lo studio della cupola di S.Pietro Con questo modello ottenne la curva dellequilibrio che fece passare per 4 punti: I centri delle 2 sezioni di imposta I centri delle 2 sezioni corrispondenti al vano della lanterna 200/222 Giovanni Poleni Lo studio della cupola di S.Pietro Poleni concluse: E per dir brieve, in questo esame fatto con la catenaria, il punto principale consisteva nel vedere, se veramente alcuna parte della catenaria cadesse fuori de contorni della volta... in un certo modo convalidata resta anche la proposizione, in cui costituito abbiamo, che per non cattiva la figura della gran volta riputar si debba 201/222 Giovanni Poleni Lo studio della cupola di S.Pietro Ma uno scostamento della catenaria dalla sagoma dellarco avrebbe significato limpossibilit di un equilibrio che in realt si realizzava Per ottenere la curva funicolare Poleni fu costretto a farla passare per 4 punti La soluzione che egli ottenne era una delle soluzioni possibili 202/222 Giovanni Poleni Lo studio della cupola di S.Pietro Per escludere che lo stato della cupola potesse peggiorare ritenne necessario inserire delle catene Linclinazione della catenaria in corrispondenza delle imposte rivelava la presenza di spinte che dovevano essere contenute 203/222 Cupole emisferiche incomplete In un arco la mancanza dei conci in chiave determina il collasso dellarco stesso Nella cupola le tensioni si distribuiscono in pi direzioni pertanto una volta che un cerchio stato completato stabile senza supporto Met cupola stabile quando soggetta a forze orizzontali sbilanciate 204/222 Cupole emisferiche incomplete Una cupola emisferica incompleta pu essere utilizzata come contrafforte La cupola principale di Hagia Sofia (32 m di luce) sostenuta a est e a ovest da 2 semicupole secondo uno dei sistemi bizantini di sostegno delle alte cupole Sistemi bizantini di sostegno delle alte cupole 205/222 Cupole emisferiche incomplete Se lo spessore sufficiente per sostenere met cupola allora lo anche per sostenere tre quarti di cupola La cupola principale di Hagia Sofia si trovata 2 volte in queste condizioni: dopo il terremoto del 986 che caus il collasso della semicupola occidentale e di un quarto della cupola principale dopo il terremoto del 1346 che caus il collasso della semicupola orientale con il quarto corrispondente di cupola principale 206/222 Esempi Prima cupola costruita in opus cementitium (cls romano): il Pantheon 207/222 Esempi Pantheon 208/222 Esempi Combinazione di archi e cupole: Hagia Sofia ad Istanbul (6 secolo D.C.) 209/222 Esempi Falsi archi: Tempio del Sole a Konarak (India) 210/222 Esempi Schemi nascosti: Duomi a bulbo ad Isfahan 211/222 Esempi Schemi nascosti : Taj Mahal in India 212/222 Esempi Schemi misti: Santa Maria del Fiore a Firenze 213/222 Danneggiamento delle cupole Assestamento delle imposte Effetti biologici, ad es. semi 214/222 Danneggiamento delle cupole Assestamento delle imposte Effetti biologici, ad es. semi Tamburo inefficiente Translation of supporting columns/walls 215/222 Danneggiamento delle cupole Assestamento delle imposte Effetti biologici, ad es. semi Tamburo inefficiente Traslazione dei pilastri/muri di supporto 216/222 Tamburo insufficiente Traslazione delle pareti/colonne di sostegno Danneggiamento delle cupole Il Pantheon 217/222 Intervento Cerchiatura della cupola 218/222 Intervento Cerchiatura della cupola San Carlo a Roma 219/222 Intervento Cerchiatura della cupola SantIgnazio in Spagna 220/222 Intervento Cerchiatura della cupola con FRP 221/222 Intervento Cerchiatura della cupola con FRP 222/222 Intervento Anelli di rinforzo per false volte
Domini di resistenza in pressoflessione deviata per sezioni in c.a.: procedura parametrica per il tracciamento e confronti con formulazioni semplificate