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15/09/13

Newsletter San Paolo Bari

Andate per tutto il mondo e predicate il vangelo a ogni creatura(Mc 16, 15). Se qualcuno si vergogner di me e delle mie parole, il Figlio dell'uomo si vergogner di lui quando ritorner nella gloria sua e del Padre e degli angeli santi (Lc 9, 26).

Disegno di Sergio Toppi

Ci sar gioia in cielo per un solo peccatore che si converte. Si avvicinarono a lui tutti i pubblicani e i peccatori per ascoltarlo. I farisei e gli scribi mormoravano: Costui riceve i peccatori e mangia con loro. Allora egli disse loro questa parabola... (Lc 15,1-2). A un uditorio di mormoratori Ges racconta le tre parabole dei perduti ritrovati. Quale nuova idea di Dio ci rivelano? Tra tutte le parabole sono indubbiamente le pi sconvolgenti perch ci insegnano anzitutto che Dio si interessa di ci che perduto e che prova grande gioia per il ritrovamento di ci che perduto. Inoltre, Dio affronta le critiche per stare dalla parte del perduto: il padre affronta lira del figlio maggiore con amore, con pace, senza scusarsi. Ges affronta le critiche fino a farsi calunniare, critiche che si riproducono continuamente e quasi infallibilmente. Perch tutte le volte che la Chiesa si ripropone limmagine di Dio che cerca i perduti, nasce il disagio. E ancora, Dio si interessa anche di un solo perduto. Le parabole della pecorella perduta e della donna che fatica tanto per una sola dramma perduta, hanno del paradossale per indicare il mistero di Dio che si interessa anche di uno solo perduto, insignificante, privo di valore, da cui non c niente di buono da ricavare. Ci non significa evidentemente che dobbiamo trascurare i tanti, per unimmagine iperbolica dellincomprensibile amore del Signore. Per questo letica cristiana arriva a vertici molto esigenti, che non sempre comprendiamo perch non riusciamo a farci unidea precisa della dignit assoluta delluomo in ogni fase e condizione della sua vita (da Perch Ges parlava in parabole , EDB-EMI 1985, pp. 125ss).

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+ Dal vangelo secondo Luca (Lc 15,1-32) Ci sar gioia in cielo per un solo peccatore che si converte. In quel tempo, si avvicinavano a Ges tutti i pubblicani e i peccatori per ascoltarlo. I farisei e gli scribi mormoravano dicendo: Costui accoglie i peccatori e mangia con loro. Ed egli disse loro questa parabola: Chi di voi, se ha cento pecore e ne perde una, non lascia le novantanove nel deserto e va in cerca di quella perduta, finch non la trova? Quando lha trovata, pieno di gioia se la carica sulle spalle, va a casa, chiama gli amici e i vicini e dice loro: Rallegratevi con me, perch ho trovato la mia pecora, quella che si era perduta. Io vi dico: cos vi sar gioia nel cielo per un solo peccatore che si converte, pi che per novantanove giusti i quali non hanno bisogno di conversione. Oppure, quale donna, se ha dieci monete e ne perde una, non accende la lampada e spazza la casa e cerca accuratamente finch non la trova? E dopo averla trovata, chiama le amiche e le vicine, e dice: Rallegratevi con me, perch ho trovato la moneta che avevo perduto. Cos, io vi dico, vi gioia davanti agli angeli di Dio per un solo peccatore che si converte. Disse ancora: Un uomo aveva due figli. Il pi giovane dei due disse al padre: Padre, dammi la parte di patrimonio che mi spetta. Ed egli divise tra loro le sue sostanze. Pochi giorni dopo, il figlio pi giovane, raccolte tutte le sue cose, part per un paese lontano e l sperper il suo patrimonio vivendo in modo dissoluto. Quando ebbe speso tutto, sopraggiunse in quel paese una grande carestia ed egli cominci a trovarsi nel bisogno. Allora and a mettersi al servizio di uno degli abitanti di quella regione, che lo mand nei suoi campi a pascolare i porci. Avrebbe voluto saziarsi con le carrube di cui si nutrivano i porci; ma nessuno gli dava nulla. Allora ritorn in s e disse: Quanti salariati di mio padre hanno pane in abbondanza e io qui muoio di fame! Mi alzer, andr da mio padre e gli dir: Padre, ho peccato verso il Cielo e davanti a te; non sono pi degno di essere chiamato tuo figlio. Trattami come uno dei tuoi salariati. Si alz e torn da suo padre. Quando era ancora lontano, suo padre lo vide, ebbe compassione, gli corse incontro, gli si gett al collo e lo baci. Il figlio gli disse: Padre, ho peccato verso il Cielo e davanti a te; non sono pi degno di essere chiamato tuo figlio. Ma il padre disse ai servi: Presto, portate qui il vestito pi bello e fateglielo indossare, mettetegli lanello al dito e i sandali ai piedi. Prendete il vitello grasso, ammazzatelo, mangiamo e facciamo festa, perch questo mio figlio era morto ed tornato in vita, era perduto ed stato ritrovato. E cominciarono a far festa. Il figlio maggiore si trovava nei campi. Al ritorno, quando fu vicino a casa, ud la musica e le danze; chiam uno dei servi e gli domand che cosa fosse tutto questo. Quello gli rispose: Tuo fratello qui e tuo padre ha fatto ammazzare il vitello grasso, perch lo ha riavuto sano e salvo. Egli si indign, e non voleva entrare. Suo padre allora usc a supplicarlo. Ma egli rispose a suo padre: Ecco, io ti servo da tanti anni e non ho mai disobbedito a un tuo comando, e tu non mi hai mai dato un capretto per far festa con i miei amici. Ma ora che tornato questo tuo figlio, il quale ha divorato le tue sostanze con le prostitute, per lui hai ammazzato il vitello grasso. Gli rispose il padre: Figlio, tu sei sempre con me e tutto ci che mio tuo; ma bisognava far festa e rallegrarsi, perch questo tuo fratello era morto ed tornato in vita, era perduto ed stato ritrovato.

Il pastore innamorato I farisei e gli scribi sono convinti di conoscere Dio, di custodirne la legge e il
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Newsletter San Paolo Bari I farisei e gli scribi sono convinti di conoscere Dio, di custodirne la legge e il mistero. Chi meglio di loro, giusti e scrupolosi, pu conoscere la verit del Dio dei padri? Chi meglio di loro si pu fare interprete della Sua volont che premia i giusti e punisce i peccatori, che da a ciascuno secondo il proprio merito? E poi, un giorno, arrivato Ges di Nazareth che opera miracoli di sabato, che sta con le prostitute, che tocca i malati, che parla con le donne, che recluta discepoli tra i pescatori di Galilea e siede a mangiare con i pubblicani e i peccatori e che, soprattutto, afferma che questo - il Suo - il vero stile di Dio. I farisei e gli scribi mormorano davanti alla scelta di Ges di cenare con i peccatori. Voglio per sottolineare che il dissenso non tanto sulla cena in s, quanto piuttosto sulla pretesa di Ges che in quell'atteggiamento, in quella prossimit, in quella condivisione sia rivelato il vero volto di Dio. Un volto inedito, sorprendente, che sovverte i canoni teologici dell'autorit costituita. Da qui parte la mormorazione. Da qui nascono le tre parabole della misericordia che Luca incatena nel suo Vangelo. Ci fermiamo sulla prima, quella del pastore innamorato. Mi affascina questa parabola di Ges che ci racconta di un Dio che si mette sulle nostre tracce, che ci cerca, che ci vuole venire a scovare nei nostri nascondigli. E' un Dio appassionato che non si cura del gregge rimasto incustodito, che non si accontenta di aspettare un ritorno, che non delega la ricerca, ma che si mette in marcia per colmare il vuoto insopportabile delle distanze. Ho conosciuto molte persone che si sono sentite scovate da Dio proprio nelle loro distanze e piccolezze; che quando mai se lo sarebbero aspettate, hanno avvertito la Sua presenza forte e consolante; che si sono sentire raggiunte dallo sguardo di Dio proprio quando nemmeno avevano pi la forza di guardarsi allo specchio. Quello che svela Ges l'abbraccio del pastore che ti rialza e ti riporta a casa. Ti risparmia persino la fatica del ritorno, si carica Lui del tuo peso, delle tue fatiche. La tua storia, tutta intera, nelle sue braccia. Tu devi solo lasciarti afferrare, abbassare la guardia, permettere che il suo amore raggiunga le tue ferite e avere il coraggio della novit. Animo, cari amici! Mentre tutti gli ingranaggi della vita delle nostre comunit ricominciano a mettersi in moto, custodiamo nel cuore la bellezza inaudita e sorprendente del Dio che il Rabb di Nazareth ci ha svelato. Alleniamoci a testimoniare e a raccontare di questo pastore innamorato che si mette sulle nostre tracce, che fa di noi il suo tesoro pi prezioso.

Buona Settimana don Roberto Seregni

Mio Dio, quanto mi rammarico di non aver capito nulla della vita, di aver tentato di capire cose che era inutile capire. La vita non consiste nel capire, ma nell'amare. Fa' mio Dio che non sia troppo tardi! Che l'ultima pagina non sia ancora scritta. E' stato un deserto la mia vita, perch non ti ho conosciuto. Fa' che il deserto fiorisca. Che ogni minuto che mi resta sia consacrato a Te. Che io sia nelle tue mani come fumo portato dal vento. Alexis Carrel

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Quando mi confesso, pu succedere che per me sia un semplice fatto di abitudine, un gesto ripetitivo...Ma per il Padre no. Per Lui ogni volta un avvenimento che lo coinvolge totalmente, colmandolo di gioia. Ho mai pensato che in quel momento si realizzano nel senso pi profondo le parole della parabola "Il padre lo vide e commosso gli corse incontro, gli si gett al collo e lo baci"? "Donaci, o Padre, la gioia del perdono" (Sal. Resp.). Se infatti ci perdoni, saremo felici. Ripetiamolo spesso. Ma potremmo anche ribaltare l'espressione, captando il desiderio di Dio e sentendo il Padre che ci chiede: Donami la gioia di poterti perdonare!

Pregando e soffrendo per la societ e per la salvezza del mondo, si compie un nobile e grande lavoro (BM, pp. 300-301).

Disegno di Sergio Toppi

...Vorrei allora che ci domandassimo: come viviamo il nostro essere Chiesa? Siamo pietre vive o siamo, per cos dire, pietre stanche, annoiate, indifferenti? Avete visto quanto brutto vedere un cristiano stanco, annoiato, indifferente? Un cristiano cos non va bene, il cristiano deve essere vivo, gioioso di essere cristiano; deve vivere questa bellezza di far parte del popolo di Dio che la Chiesa. Ci apriamo noi allazione dello Spirito Santo per essere parte attiva nelle nostre comunit, o ci chiudiamo in noi stessi, dicendo: ho tante cose da fare, non compito mio? Il Signore doni a tutti noi la sua grazia, la sua forza, affinch possiamo essere profondamente uniti a Cristo, che la pietra angolare, il pilastro, la pietra di sostegno della nostra vita e di tutta la vita della Chiesa. Preghiamo perch, animati dal suo Spirito, siamo sempre pietre vive della sua Chiesa. UDIENZA GENERALE - Piazza San Pietro Mercoled, 26 giugno 2013

"Prima e subito dopo la mia conversione, pensavo che una vita dedita alla piet consistesse nel vivere soltanto nel pensiero del Signore, ma poi ho capito che in questo mondo ci viene chiesto altro e che perfino nella vita pi puramente contemplativa il rapporto con il mondo non pu essere tagliato. Credo perfino che pi uno si addentra in Dio, e pi chiamato ad uscire da s verso il mondo per portargli la vita divina." www.sanpaolobari.it/newsletter/15settembre2013.html

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portargli la vita divina." Edith Stein - Santa Teresa Benedetta della Croce

Per nascere (per vivere) bisogna uscire; per morire basta non far nulla.

C' qualcuno lass Un fedele buono, ma piuttosto debole, si confessava di solito dal parroco. Le sue confessioni sembravano per un disco rotto: sempre le stesse mancanze, e soprattutto sempre lo stesso grosso peccato. Basta! gli disse, un giorno, in tono severo il parroco. Non devi prendere in giro il Signore. l'ultima volta che ti assolvo per questo peccato. Ricordatelo!. Ma quindici giorni dopo, il fedele era di nuovo l a confessare il suo solito peccato. Il confessore perse davvero la pazienza: Ti avevo avvertito: non ti do l'assoluzione. Cos impari.... Avvilito e colmo di vergogna, il pover'uomo si alz. Proprio sopra il confessionale, appeso al muro, troneggiava un grande crocifisso di gesso. L'uomo lo guard. In quell'istante, il Ges di gesso del crocifisso si anim, sollev un braccio dalla sua secolare posizione e tracci il segno dell'assoluzione: Io ti assolvo dai tuoi peccati.... Ognuno di noi legato a Dio con un filo. Quando commettiamo un peccato, il filo si rompe. Ma quando ci pentiamo della nostra colpa, Dio fa un nodo nel filo, che diviene pi corto di prima. Di perdono in perdono ci avviciniamo a Dio. Vi assicuro che in cielo si fa pi festa per un peccatore che si converte che per novantanove giusti che non hanno bisogno di conversione (Luca 15,7). Bruno Ferrero

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