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riconoscimento di un dato di fatto: s, le lingue nazionali e regionali e le culture d' Europa subiranno una mutazione. Anzi, sono gi mutate. La seconda risposta : emb? Cosa c' di tanto terribile? Il trionfo del nuovo latino non significa che le lingue e gli stili di vita nazionali o regionali scompariranno, al contrario: acquisiranno maggiore chiarezza dalla delimitazione e dal contrasto reciproci. Da questo punto di vista l' esempio storico del latino pu essere fuorviante. Dalla disgregazione del Sacro Romano Impero si sono sviluppate le lingue nazionali e successivamente gli Stati nazionali. Ora lo sviluppo procede in senso inverso: le culture degli Stati nazionali pi potenti ed evoluti hanno urgenza di superare i propri confini. I popoli d' Europa non abbandoneranno mai le proprie lingue. Perch dovrebbero? Nel mondo della globalit nessuno vive con una sola anima. Tutti si cimentano con identit multiple e quasi tutti se la cavano piuttosto bene. A Berlino non mi sento n berlinese n tedesco, mi sento a casa. A Monaco, vengo inevitabilmente colpito dal fatto che sono berlinese. A Roma o Parigi mi accorgo di essere tedesco. E negli Stati Uniti scopro di essere europeo. Non capisco perch dovrei rinunciare a una di queste identit a favore di un' altra. Allo stesso modo, milioni di persone attingono da tempo a una risorsa che i linguisti definiscono multiple literacy. A lungo andare, lo sviluppo di questa risorsa potrebbe tradursi in un vantaggio di posizione: permette a chi la possiede di orientarsi in universi differenti, dove prosperano altre concezioni del mondo e altre culture degli affari. Il fatto che l' inglese sia divenuto lingua numero uno al mondo comporta uno svantaggio per chi con questo idioma cresciuto: rende debole la motivazione a impararne altri. I native speakers prendano atto: obbligati ad acquisire la nuova lingua franca, noialtri abbiamo tutto da guadagnare. Peter Schneider - Corriere della Sera (6 maggio 2001) (Traduz. di Nicoletta Boero)