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REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO LA CORTE DI APPELLO DI LECCE SEZIONE DISTACCATA DI TARANTO SEZIONE PENALE composta

dai signori: Dr. Andrea TRONCI - Presidente Dr. Vito FANIZZI - Consigliere rel. Dr. Margherita GRIPPO - Consigliere all'udienza del 17 gennaio 2013 con l'assistenza del Cancelliere sig. Raffaele Cannella; ha pronunciato e pubblicato mediante lettura del dispositivo la seguente SENTENZA DIBATTIMENTALE nel processo penale a carico di: L.G., nato a T. il (...) e residente in T.(TA) C.V.E. II n. 2/3 B - CONTUMACE difeso di fiducia dall'Avvocato Gaetano VITALE, assente, sostituito dall'Avv. SALLUSTIO giusta delega, presente, appellante avverso la sentenza n. 2156 emessa in data 2/11/2011 dal Tribunale di Taranto - I Sezione Penale - in composizione monocratica, con la quale lo stesso, cos imputato: del reato di cui agli artt. 81 - 474 - 648 c.p. perch, al fine di trarne ingiusto profitto riceveva e deteneva materiale contraffatto recante il marchio Rolex che provvedeva successivamente a vendere a Della Torre Valentina a mezzo del portale Ebay. In Taranto fino al 17\1\2006 stato riconosciuto colpevole del reato continuato ascrittogli e, riconosciuta l'ipotesi di cui al 2 comma dell'art. 648 del c.p., condannato alla pena di mesi sei di reclusione ed Euro 300,00 di multa, oltre al pagamento delle spese del procedimento, con pena sospesa (subordinatamente al pagamento della somma riconosciuta a titolo di risarcimento entro 30 giorni dalla irrevocabilit della sentenza) e non menzione; nonch condannato al risarcimento dei danni in favore della parte civile, nella misura di Euro 5000,00; oltre alla pubblicazione della sentenza; con l'intervento del Pubblico Ministero dott.ssa Pina MONTANARO e della Parte Civile ROLEX ITALIA S.P.A. rappresentata e difesa dall'Avv. Simone ARRABITO, presente; SVOLGIMENTO DEL PROCESSO MOTIVI DELLA DECISIONE 1. Con la sentenza impugnata l'imputato stato ritenuto colpevole del reato contestato all'esito di un'istruttoria dibattimentale fondata soprattutto sulle dichiarazioni rese da Valentina Della Torre in sede di interrogatorio, quest'ultimo acquisito con il consenso delle parti, oltre che su vari documenti. Il Tribunale ha ritenuto inattendibile la versione fornita dal L., nel senso dell'acquisto degli orologi in questione, privi del marchio ROLEX, da una bancarella, e ha ritenuto lo stesso assolutamente consapevole della falsit e quindi della provenienza delittuosa degli orologi.

2. Avverso la sentenza ha proposto appello il difensore di fiducia dell'imputato, rilevando che: a) la prova della responsabilit penale dell'imputato era stata fondata unicamente sulle dichiarazioni della Della Torre, sebbene quest'ultima avesse affermato che: gli acquisti non legittimavano il dubbio della contraffazione; non aveva rilevato tale contraffazione neppure al momento della consegna, non essendo un'esperta; gli orologi da lei acquistati non recavano inciso il marchio ROLEX; b) gli inquirenti, durante le indagini, avevano omesso di monitorare l'asta on line che aveva portato la Della Torre ad aggiudicarsi gli orologi e non avevano provveduto ad esaminare l'annuncio del L., al fine di verificare se fossero riportate foto degli oggetti e quindi desumere se si trattasse di falsi Rolex o di altre tipologie di orologi; c) gli inquirenti sentiti come testimoni avevano riferito di non essere in grado di dire se gli orologi in questione fossero ROLEX contraffatti ed inoltre avevano riferito di perquisizioni con esito negativo dell'abitazione e della sede di lavoro del L.; d) l'unico elemento a carico del L. era costituito da una ricevuta del pagamento di Euro 73,00 effettuato mediante carta, con annotazione Date Just, quest'ultima identificativa non solo di orologi ROLEX; e) non si poteva escludere che gli orologi venduti dall'imputato non fossero ROLEX contraffatti, ma orologi di marche di bassa levatura, con conseguente congruit del prezzo citato di Euro 73,00; f) l'imputato era completamente incensurato, un imprenditore edile non bisognoso di guadagnare pochi Euro vendendo orologi contraffatti, senza contare la possibilit di una condotta meramente colposa ed occasionale; g) non pote-vano essere negate le attenuanti generiche solo in base alla ritenuta congruit della pena, ma era necessario stabilire la sussistenza delle condizioni per la loro applicabilit, in particolare tenendo conto, nel caso di specie, del corretto comportamento processuale dell'imputato; h) l'aumento per la continuazione doveva essere determinato in misura minore; i) l'attenta valutazione degli elementi oggettivi e soggettivi di cui all'art. 133 c.p., come delle situazioni non contemplate specificamente ma meritevoli di particolare considerazione, imponeva il ridimensionamento della pena. Ci premesso, l'appellante ha chiesto l'assoluzione quanto meno ai sensi dell'art. 530 cpv. o, in subordine, il riconoscimento delle attenuanti generiche, la determinazione dell'aumento ex art. 81 in misura inferiore a quella stabilita dal primo Giudice o una pena contenuta nel minimo edittale. 3. Ritiene la Corte che la responsabilit dell'imputato sia stata correttamente motivata, partendo dall'interrogatorio della Della Torre acquisito con l'accordo della parti nell'udienza del 13.4.2011, sebbene il Tribunale non abbia evidenziato tutti i momenti rilevanti di questa deposizione. In particolare non vi sono dubbi sul fatto che gli orologi pervenuti alla Della Torre dall'imputato recassero il marchio ROLEX. Si rinvia, in particolare, alla parte in cui la Della Torre esibisce agli inquirenti di Rovigo "n. 17 ricevute attestanti l'avvenuto pagamento degli orologi recanti marchio ROLEX, in parte tramite ricarica di carte poste pay ed in parte tramite bonifico bancario Si tratta di orologi che la Della Torre, poi, provvide a rivendere con lo stesso metodo dell'asta on line a varie persone, indicate in modo specifico (cfr. sul punto anche la sentenza di patteggiamento della Della Torre per i reati previsti dagli artt. 81 - 474 - 648 del c.p., acquisita al fascicolo per il dibattimento nell'udienza del 21.4.2010). Uno dei pagamenti indicati dalla Della Torre proprio quello effettuato in favore dell'imputato (cfr. la relativa documentazione, ugualmente acquisita al fascicolo per il dibattimento nell'udienza del 21.4.2010). Del tutto irrilevante il convincimento della Della Torre, al momento della visione in E - bay e poi al momento del possesso, in merito alla non contraffazione degli orologi. Quello che conta che quegli orologi fossero di fatto contraffatti. 4. Anche il teste M., della Compagnia della Guardia di Finanza di Rovigo, ha detto (udienza del 21.4.2010) che le indagini si appuntarono su un soggetto, la Della Torre appunto, la quale aveva messo in vendita on line "articoli recanti il marchio ROLEX", da lei acquistati sempre on line nei primi mesi del 2006. L'indagine svolta nei confronti di coloro i

quali avevano acquistato dalla Della Torre consentirono di accertare la falsit degli gli orologi, in particolare mediante una perizia. La fase successiva fu quella di risalire ai soggetti in quali aveva in precedenza venduto gli orologi alla Della Torre, attraverso le "quietanze di pagamento tramite carta poste-pay" esibite durante l'interrogatorio: quella relativa al L. riguardava un pagamento disposto in suo favore il 17 gennaio. Ulteriore elemento di conferma era offerto dalle annotazioni "date just nero" e "date just blu " sulla quietanza in questione (cfr.), corrispondenti proprio ad un modello commercializzato dalla ROLEX. Si pu anche concedere che le denominazioni citate riguardino anche prodotti non appartenenti alla ROLEX (ma la cosa sembra improbabile, per il carattere fortemente originale ed individualizzante delle denominazioni). Ma nel caso di specie non ci sono dubbi sul fatto che le stesse riguardassero orologi apparentemente della ROLEX. Di fonte a questi dati di particolare coerenza ed univocit irrilevante se l'imputato avesse accompagnato la vendita on line con delle fotografie dei prodotti. 5. Assolutamente immotivata la richiesta di ridimensionamento della pena che, al contrario , il Tribunale ha motivato, oltre che alla incensuratezza del L., in relazione alle modalit dell'azione e all'intensit del dolo. La Corte osserva che, infatti, le modalit della vendita denotano una particolare intensit del dolo ed inoltre la fruizione della rete internet attribuisce al fatto e al danno subito dalla parte civile connotati di una certa gravit: la pena irrogata, partendo da una pena base di mesi 4 di reclusione per il reato di cui all'art. 648 comma 2, con l'aumento di mesi 2 per la continuazione, assolutamente congrua. 6. Quanto alle attenuanti generiche, gli unici elementi segnalati dall'appellante, quali fondamento del beneficio, sono il "corretto comportamento processuale", la sua presenza costante durante il processo, il "suo apporto ad accertare la verit In realt, al di l della presenza fisica nel processo, l'analisi dell'esame dell'imputato smentisce in modo netto le affermazioni dell'appellante, per la negazione anche dell'evidenza ("per non ho mai detto che erano Rolex, assolutamente non erano Rolex": pag. 4 del verbale dell'udienza del 2.11.2011). 7. L'imputato deve essere condannato al pagamento delle spese processuali di questo grado del giudizio (art. 592). PQM La Corte, visti gli artt. 605 e 592 c.p.p., conferma la sentenza emessa in data 2 novembre 2011 dal Giudice monocratico presso il Tribunale di Taranto ed appellata da L.G., che condanna al pagamento delle spese di questo grado di giudizio verso l'Erario e verso la costituita parte civile, queste ultime liquidate in complessivi Euro 1200,00 oltre accessori di legge. Indica in giorni trenta il termine per il deposito della motivazione. Cos deciso in Taranto, il 17 gennaio 2013. Depositata in Cancelleria il 12 febbraio 2013.

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