Sie sind auf Seite 1von 2

La Sirena di malaparte Svela l'arcano la biologa Flegra Bentivegna, curatrice dell'Acquario di Napoli Petronio Petrone E' uscito qualche

tempo fa per l'editore Enaudi "Il Mito delle Sirene" un bel li bro di due saggisti e docenti universitari, Maurizio Bettini e Luigi Spina. L'ho divorato d'un fiato e mi fa piacere citarlo qui per coloro che volessero ben er udirsi sull'argomento. Ed io desidero aggiungere qualcosa di cui non si fa cenno nel saggio. Lo scorso anno, preparai una mini antologia ittico-gastronomica che chiamai "Di pesci ed altre storie". Tra i brani riportai anche uno stralcio del racconto de "La Pelle" di Curzio Malaparte "Il pranzo del Generale Cork" dal quale, per, elim inai proprio l'episodio della sirena che costituisce uno dei pi crudi, allucinant i e macabri racconti dello scrittore toscano. Ed anche uno dei pi discussi. Defin irlo sconvolgente poco. Il brivido di angoscia e di ribrezzo che afferra il lett ore a mano a mano che la narrazione procede (pur se a volte si ha la coscienza d el grottesco e della irrealt), tale che riesce difficile da sopportare. Eppure me nzogna, eppure una invenzione spudorata che Malaparte racconta come se fosse rea lmente avvenuta, con la semplicit del cronista che riporta ci che ha visto, soggiu ngendo "io c'ero" a conferma di un fatto che potrebbe sembrare irreale, inverosi mile, impensato. Come ampiamente affermato dai critici di ogni paese, di quegli anni (1947-50) e dopo. Mi era rimasta per la curiosit di verificare, a distanza di oltre mezzo secolo, qu anta parte di vero vi fosse o vi potesse essere nell'episodio riferito e perci de cisi di rivolgermi alla fonte diretta e cio all'Acquario di Napoli, la Stazione Z oologica A. Dohrn, una delle prime e pi importanti d'Europa, dove Malaparte aveva ambientato il suo racconto. Qui trovai un'affabile signora, la biologa Flegra B entivegna che la responsabile delle vicende ittiologiche dell'Istituto e che si guadagnata fama e titolo di "fatina delle tartarughe" per l'azione costante e ap passionata che dedica alla cura di questi strani abitanti dei mari che spesso ri mangono impigliati nelle reti o feriti dalle pale delle eliche. A lei posi il qu esito, anzi due domande precise: 1. Si pu appurare quali fossero i pesci presenti nelle vasche dell' acquario nel 1943? La ricerca d'obbligo per sapere se esiste una documentazione che chiarisca gli eventi riportati da Malaparte. 2. Quali sono i sirenoidi e dove vivono attualmente? Insomma, per me la soluzione di questo intrigo ittico-letterario poteva risieder e negli archivi dell'Acquario di Napoli o nelle pubblicazioni dell'epoca. Prima di riferire la risposta della curatrice dell'Acquario, devo necessariamente ripo rtare (per non lasciare dubbi al lettore), la parte del racconto (dell'orrore) c he e stato intessuto dal fantasioso Curzio. Ecco lo stralcio da "La Pelle": "In quel momento la porta si apr, e sulla soglia, preceduti dal maggiordomo, appa rvero quattro valletti in livrea recando al modo antico, sopra una specie di bar ella ricoperta di un magnifico broccato rosso dallo stemma dei Duchi di Toledo, un enorme pesce adagiato in un immenso vassoio d'argento massiccio. Un "oh!" di gioia e di ammirazione corse lungo la tavola, ed esclamando "Ecco la Sirena!" il Generale Cork si volse a Mrs. Flat, e s'inchin. Il maggiordomo, aiutato dai valletti, depose il vassoio in mezzo alla tavola dav anti al Generale Cork e a Mrs. Flat, e si ritrasse di alcuni passi. Tutti guardammo il pesce, e allibimmo. Un debole grido d'orrore sfuggi dalle lab bra di Mrs. Flat, e il Generale Cork impallid. Una bambina, qualcosa che assomigliava a una bambina, era distesa sulla schiena in mezzo al vassoio, sopra un letto di verdi foglie di lattuga, entro una grande ghirlanda di rosei rami di corallo. Aveva gli occhi aperti, le labbra socchiuse : e mirava con uno sguardo di meraviglia il Trionfo di Venere dipinto nel soffit to da Luca Giordano. Era nuda: ma la pelle scura, lucida, dello stesso color vio la del vestito di Mrs. Flat, modellava, proprio come un vestito attillato, le su e forme ancora acerbe e gi armoniose, la dolce curva dei fianchi, la lieve sporge nza del ventre, i piccoli seni virginei, le spalle larghe e piene.

donnesche, ne paresse quindici. Qua e l strappata, o spappolata dalla cottura, sp ecie sulle spalle e sui fianchi, la pelle lasciava intravedere per gli spacchi e le incrinature, la carne tenera, dove a . Mirava il Trionfo di Venere dipinto n el soffitto, quel turchino mare, quegli argentei pesci, quei verdi mostri marini , quelle bianche nuvole erranti in fondo all'orizzonte, e sorrideva estatica: er a quello il suo mare, era quella la sua patria perduta, il paese dei suoi sogni, il felice regno delle Sirene. Era la prima volta che vedevo una bambina cotta, una bambina bollita: e tacevo s tretto da un timor sacro. Tutti, intorno alla tavola, erano pallidi d'orrore. Il Generale Cork alz il viso ai commensali, e con voce tremante esclam: "Ma non un pesce!... una bambina!". "No" dissi " un pesce"?", la famosa sirena dell'Acquario. (Curzio Malaparte) Ed ecco quanto mi ha voluto precisare la dottoressa Bentivegna: Curzio Malaparte nel romanzo "La pelle" narra di una "rara specie di sirenoide" che viveva nella vasca grande dell'Acquario di Napoli, met pesce e met bambina. Qu esto strano essere non tratteggiato come una creatura leggiadra dal canto melodi oso, ma come una raccapricciante forma umanoide servita come cibo, su un vassoio d'argento, agli ospiti del Generale Cork in una livida giornata del 1943. La "s irena"viene descritta con tale dovizia di particolari che difficile pensare che sia stata solo frutto della sua fantasia e, a ben riflettere, molti dei fatti ra ccontati ne "La pelle" che riguardano l'Acquario di Napoli hanno un fondamento d i verit. Come quello che il generale americano Cork fosse solito offrire a pranzo ad alte personalit militari e politiche i pesci "pescati" nell'Acquario, perch veramente in quel periodo l'edificio era stato requisito dalle forze alleate; di quando fe ce servire i pesci spinosi di Hiro Hito, essendo noto che l'imperatore giappones e aveva qualche anno prima visitato l'Acquario portando in dono alcuni pesci tro picali. Infine, assolutamente possibile che abbia fatto preparare una cena a base di ostriche (non certo quelle perlifere) o addirittura di torpedini, pesci elet trici cugini degli squali. Per certo che nelle vasche dell'Acquario di Napoli non ha mai nuotato una sirena, e neanche un animale che abbia potuto avere una somi glianza con essa. Mi riferisco a quei grossi mammiferi marini appartenenti all'o rdine dei "Sirenidi", meglio noti come dugonghi o "vacche di mare", che vivono n elle zone equatoriali, possiedono una coda simile a quella di un pesce,una pelle liscia e scura, ghiandole mammarie e genitali simili a quelli di una donna. Non da escludere che nei secoli passati qualche marinaio, abbrutito da mesi e mesi di solitudine in mare, imbattendosi in queste docili creature a sangue caldo, si lasciasse "tentare" illudendosi di avere un amplesso non con un'enorme "vacca d i mare", ma con una creatura fantastica, met donna e met pesce. Di qui la nascita della leggenda delle sirene catturate e sposate dai marinai. T uttavia nel caso della sirena de "La Pelle" non credo che il Malaparte abbia pen sato al grosso dugongo tropicale, al quale si fa risalire la leggenda di queste mitiche creature. E' molto probabile, invece, che l'idea sia partita dall'osserv azione di animali pi piccoli, e soprattutto nostrani, come, per esempio, alcuni p innipedi. Infatti, chi avvista in lontananza un'otaria o una foca in posizione d i riposo su di uno scoglio, ben potrebbe essere indotto a credere di aver visto una sirena mollemente sdraiata al sole. Sfogliando un vecchio libro del 1913 sui prodotti della pesca nei mari italiani, ho avuto conferma che l'unico pinnipede esistente nel Mediterraneo, la foca monaca, era frequente anche nel mar Tirreno . Questa specie oggi estinta, ma allora veniva mangiata come un qualsiasi pesce. E se la Sirena di cui parla Malaparte fosse proprio uno degli ultimi esemplari di foca monaca ancora presenti nel Golfo, che perci lui definisce un "raro esempl are di sirenoide"? Fantasia e realt spesso si fondono, e definire i limiti dell'u na e dell'altra impresa che meglio non intraprendere, almeno in questo caso...

Das könnte Ihnen auch gefallen