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Il Sufismo o Taswwuf (arabo: - taawwuf) la forma di ricerca mistica (da Mysticos, cio "pertinente l'iniziazione") tipica della cultura islamica. Il Sufismo viene a volte definito come l'unione antica del Cristianesimo e del neoplatonismo, che diede vita ad una forma di ricerca interiore, il misticismo dell'Islam. Il Sufismo la scienza della conoscenza diretta di Dio; le sue dottrine e i suoi metodi sono derivati dal Corano, anche se il Sufismo utilizza concetti derivati da fonti tanto greche come persiane antiche e ind. Comunque, nonostante le idee prese in prestito da culture e religioni precedenti, si pu affermare che l'essenza del Sufismo sia prettamente islamica. La tradizione sufi afferma che il movimento nacque con l'assembramento di fedeli musulmani disoccupati ("quelli della panca") nella moschea di Medina ai tempi di Maometto di fronte alla stanza di sua moglie ''isha.[senza fonte]
Indice
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1 Etimologia 2 Diffusione e caratteri del Sufismo 3 Storia 4 Maestri Sufi 5 Contrasti nell'ambito del mondo musulmano 6 Letteratura del Sufismo 7 Note 8 Bibliografia o 8.1 Traduzioni italiane 8.1.1 Antologie italiane di testi di autori sufi 8.1.2 Traduzioni italiane o in altre lingue europee di mistici arabi 8.1.3 Traduzioni italiane di mistici persiani 8.1.4 Traduzioni italiane di opere agiografiche arabe o persiane
Il dhikr recitato da appartenenti alla tarqa Rifiyya Il taswwuf - che ha in s, forte, il concetto dell'esoterismo (da cui andranno per espunti i cascami ideologici che spesso al termine s'accompagnano) - fenomeno trasversale e diffusissimo nell'Islam, per quanto poco avvertibile all'occhio laico a causa della grande riservatezza osservata dai praticanti. Il suo grande successo, come nell'Ebraismo, deriva in modo tutt'altro che secondario dalla particolare struttura fideistica delle due religioni semitiche, entrambe convinte della letterale Rivelazione ai Suoi profeti da parte di Dio della Sua precisa volont. Il tasawwuf particolarmente diffuso nel sunnismo e assai meno nello sciismo, in cui sono attive infatti solo due confraternite islamiche, la Ni'matullhiyya e la Dhahabiyya, a fronte delle decine di confraternite sunnite tuttora operanti. Ci dipende essenzialmente dal fatto che, per conoscere Allah e la Sua volont, lo sciismo pu stabilmente contare sull'attiva opera dei suoi dotti che, se non costituiscono un formale sacerdozio, come nel resto dell'Islam, hanno acquistato per un
incontestabile profilo di tipo clericale per il fatto che i loro ulema di maggior dottrina, e in particolar modo i marja' al-taqlid, sono ispirati in modo ineffabile dall'"imam nascosto". Nell'Islam sunnita la totale mancanza di sacerdozio e di una classe di tipo clericale che possa assolvere alla funzione intermediatrice fra Dio e le Sue creature comporta una ricerca di Dio e della Sua volont assai pi faticosa e rischiosa. dunque perfettamente normale, legittimo e doveroso per il Sufismo che il musulmano ricerchi personalmente quale sia la volont di Dio, obbedire alla quale permette di evitare il peccato che, nell'Islam, altro non se non la disubbidienza alle Sue disposizioni (tant' vero che muslim, "musulmano", significa proprio "chi si assoggetta alla Volont di Dio"). Un metodo che si pu validamente affiancare al recepimento di quanto suggerito dagli ulema perci quello dell'indagine personale, da conseguire tramite una lunga disciplina spirituale e mentale che - senza far trascurare lo studio della dottrina esoterica ufficiale - possa aprire la Via esoterica verso Dio (il termine tarqa ha questo significato, oltre a significare confraternita islamica), per imboccare e percorrere la quale sar necessaria l'opera educativa di un Maestro che funga da "guida". Il Sufismo rappresenta l'atteggiamento pi individualistico della pietas musulmana, la quale si manifestata, oltre che in questa forma mistica, anche come protesta - con gli sciiti - e in forme pi storicizzate, come nell'opposizione delle sette religiose contro i marwanidi, fedeli a Marwan ibn al-Hakam, califfo in Siria dal 684 al 685 imposto dalle trib dei Kalb al posto di Abd Allah ibn al-Zubayr. Dato che quest'ultimo era il legittimo successore di Yazid I, Marwan fu da alcuni considerato un anti-califfo e pertanto contestato. Dalla shahada, uno dei pilastri dell'Islam, ovvero la percezione che solo la Realt Assoluta reale, principio informatore dell'Islam, discende la coincidenza di questa Realt Assoluta con l'intera creazione e ci d ragione dell'essenza sostanzialmente islamica del Sufismo, malgrado tutte le influenze provenienti da altre culture. vero che certe scuole di pensiero, persiane in particolare, svolsero una funzione di catalizzatore delle potenzialit mistiche dell'Islam. Ma il Sufismo resta il "vero" cuore dell'Islam e lo si ritrova in tutto il mondo islamico come la pi pura dimensione interiore.[senza fonte] Per i sufi, il grande e unico maestro resta il Profeta Maometto, che trasmise ai suoi compagni la baraka (che significa 'benedizione') ricevuta da Dio; questi a loro volta la tramandarono alle generazioni successive, creando cos la catena iniziatica, la cosiddetta silsila. Tutti gli autentici ordini sufi sono legati l'uno all'altro in questa catena. Le riunioni spirituali sufi sono cos descritte, con parole attribuite al Profeta: "Chiunque si riunisca con altri per invocare il nome di Dio, verr circondato da angeli e dal furore divino, la pace scender su di loro e Dio ricorder questa assemblea". Nella silsila dei sufi, anche Ali, cugino e genero del Profeta Muhammad, ha un ruolo fondamentale, indipendentemente dalla sua importanza come primo Imam degli sciiti. Viene infatti considerato fonte di dottrina esoterica subito dopo il Profeta, ma soprattutto portatore di
una concezione particolarmente intensa della pietas musulmana, insieme alla nobilt d'animo e alla profonda conoscenza che distinguono gli sciiti dai sunniti, almeno nella loro autopercezione.
un ponte sul quale si passa, ma su cui non conviene costruire nulla. Le prescrizioni da lui dettate ai discepoli erano particolarmente severe e improntate a una rinuncia quasi totale del mondo e dei beni terreni, al superamento delle passioni e alla ricerca di una vita moderata. Grande sostenitore del digiuno, si dice che si stupisse non di come la gente si perdeva, ma di come potesse essere salvata. Altri nomi di sufi famosi sono al-Junayd (m. 910), al-Gilani (m.1166), Abu Madyan (m. 1198) e l'imam al-Shadhili (m. 1258). Quest'ultimo escogit un approccio intellettuale al Sufismo. Altri grandi teorici furono Ibn Arabi, del secolo XIII, le cui capacit dialettiche non riuscirono a scalfire minimamente l'intensissima dimensione spirituale espressa dal Hasan al-Basri; Gialal alDin al-Rumi, al-Jili, al-Ghazali, Ibn Ata Allah Iskandari: tutti costoro hanno lasciato abbondante materiale scritto accanto agli insegnamenti orali, da cui possibile desumere la dottrina sufi nella sua interezza. L'uomo di punta del Sufismo fu comunque al-Ghazali (m. 1111), il grande teologo dell'Islam, al contempo giurista e sufi riconosciuto. Nella sua opera al-munqidh min al-dalal (il salvatore dall'errore) descrive il proprio interesse per il Sufismo in questi termini: "Quando rivolsi il mio interesse verso il Sufismo, sapevo che non avrei potuto percorrerlo tutto senza sperimentare sia la dottrina che la pratica e che il senso fondamentale di tale insegnamento consiste nel superare gli appetiti della carne, liberandosi da ogni cattiva disposizione e brutta qualit. Solo cos, infatti, il cuore libero di essere posseduto da Dio. Sapevo anche che il mezzo per liberare il cuore da ogni male il dhikr Allah e la concentrazione di ogni pensiero su di Lui. Ci che accadde fu che la dottrina mi risult pi semplice della pratica, cosicch cominciai ad imparare le regole dei loro libri e i detti degli sheikh, finch ne seppi a sufficienza e mi resi perfettamente conto che ci che veramente caratteristico di questa dottrina non pu essere imparato, ma pu solamente essere raggiunto per esperienza diretta e immediata, attraverso l'estasi e la trasformazione interiore. (...) non c'era modo di raggiungere la conoscenza vera del Sufismo se non conducendo una vita mistica. Ma gli interessi mondani mi pressavano da ogni parte." A questo punto della sua vita, al-Ghazali si confina per due anni in una stanza della moschea maggiore di Damasco, lasciando ogni cura del mondo: insegnamento, figli e amicizie. Il munqidh min ad-dalal descrive questa ricerca interiore, mentre la Ihy ulm al-dn (La rivivificazione delle scienze religiose) la sua summa sulle religioni. Al-Ghazali giunger alla conclusione che i sufi sono i veri eredi del Profeta, essendo gli unici che potevano raggiungere la conoscenza diretta di Dio, ma questa conoscenza era viabile solo attraverso la mediazione della teologia e della legge. Perci egli ne divenne il pi strenuo sostenitore. Grazie a lui, l'islam risolse la contraddizione intellettuale esistente tra mistica, teologia e questioni legislative.
Da qui l'ostilit di alcuni ambienti teologico-giuridici islamici ufficiali. Innanzitutto di alcune propaggini del neo-hanbalismo che sottovalutano come Ahmad ibn Hanbal (m. 855), il fondatore della scuola giuridico-teologica che da lui prende il nome, fosse tutt'altro che ostile all'ambiente sufi, o che il hanbalita Ibn Taymiyya - vissuto in et mamelucca e considerato oggi come il massimo ispiratore dei movimenti "fondamentalistici" islamici - fosse anch'egli non sfavorevole a un'equilibrata pratica sufi, e che alcune sue dure prese di posizione contro il Sufismo riguardavano essenzialmente chi maggiormente indulgeva a esagerazioni comportamentali (shataht) che scandalizzavano e scandalizzano ancor oggi il mondo sunnita ufficiale.
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