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LA BELLEZZA DELLA DIGNITA

Tra gli innumerevoli cambiamenti intrapresi durante questultimo ventennio, ancor pi degli aspetti relativi al mutamento del mondo del lavoro e dei rapporti di produzione, o probabilmente in maniera collaterale ad essi, ci stupisce la progressiva perdita di centralit delluomo, dei suoi bisogni, del suo diritto ad emanciparsi attraverso il lavoro: in sintesi della sua dignit. dunque necessario riportare al centro del dibattito il valore della persona, delluguaglianza, della comunit. Per farlo indispensabile recuperare la nostra autonomia culturale, poic ! in questi anni la sinistra a reagito debolmente alla spietata affermazione di un liberismo senza freni, alla personalizzazione e al mito delluomo solo al comando. "obbiamo dire con c iarezza c i siamo e per c i siamo, rivolgendoci a tutti ma con le nostre parole. #a bellezza della dignit: cos$ il candidato %ianni &uperlo a deciso di intitolare la sua campagna congressuale, per rimettere al centro la persona, troppo spesso subordinata a valori tecnocratici di un capitale sempre pi finanziario, sempre pi spietato, intento a promuove instabilit, precariet e flessibilit come valori assoluti di efficienza. & invece bisogno di promuovere la dignit di ognuno, a partire dalle donne. 'ulla questione femminile bisogna avere posizioni nette. #e donne c iedono dignit e diritti, come quello per la maternit, per la crescita dei figli, per il lavoro, per la libert di scelta e di opinione. #a politica a senso quando consente alle persone di partecipare alla vita pubblica della propria comunit, della propria nazione, del proprio pianeta. (a ancora pi senso quando lo permette ai subalterni, cio ai lavoratori subordinati e ai disoccupati, ma anc e agli omosessuali, ai cittadini di un territorio violentato da interessi economici e a tutti coloro c e, trovando altri compagni per strada, riescono ad incidere nei processi reali pi di quanto possano farlo da soli.

LA SOCIETA CHE VOGLIAMO PROMUOVERE


)iviamo in una societ in cui dilaga sempre pi prepotentemente quellindividualismo radicale c e lascia soli milioni di uomini e donne in balia della paura e dellinsicurezza, dove i singoli assumono le sembianze di atomi consumatori, nei quali trova terreno fertile il populismo di destra c e, per quanto paradossale, si dimostra essere rispondente al bisogno di sicurezza, legame sociale e calore comunitario. 'entiamo quindi lesigenza di una forza sociale c e torni a porsi il problema di come tenere assieme le ragioni dell*individuo e della collettivit, degli interessi di parte e della nazione, dell*+talia e dell*,uropa, riconoscendo la necessit dellindividuo di farsi soggetto politico. #a tangibile assenza di organizzazioni partitic e, dotate di una visione di lungo periodo e rappresentative dei cittadini, ci impedisce di prendere quelle scelte c e incidono nella quotidianit delle persone. #idea c e per affrontare la pi grande crisi del dopoguerra siano necessarie forti dosi di decisionismo, scavalcando cos$ le procedure e le garanzie democratic e, incarna una visione di corto respiro c e, sottovalutando limportanza del consenso - la cui mancanza la causa primaria dellimmobilismo risc ia di generare tensioni potenzialmente pericolosissime. &i troviamo quindi di fronte ad un bivio: si pu. scegliere di fare a meno della strada democratica ed accelerare quellormai ventennale processo di disgregazione sociale c e a portato alla ribalta pulsioni localistic e ed egoistic e/ oppure si pu. decidere di riaffermare limportanza della democrazia e dei soggetti organizzati: elementi essenziali per le forze di sinistra. Per questi motivi, reputiamo c e sia essenziale impegnarsi in un operazione di cambiamento di quello c e fin ora stato - o meglio non stato - il Partito "emocratico. Per una trasformazione c e risulti funzionale - e non solo formale - necessario sgomberare il campo da tutte quelle inclinazioni, c e intendono loggetto della discussione in termini di pulsioni moraliste, giovaniliste o individualiste. 0ueste, di natura 1pop2 e quindi accattivante, si rivelano in realt inefficaci difronte allenorme portata dei problemi - innanzitutto sociali - c e abbiamo davanti. 'iamo fortemente convinti c e una reale istanza di cambiamento debba partire dalla presa di coscienza c e nella societ siano presenti elementi di conflitto - e quindi Parti - in contraddizione tra loro. +n questo senso, lidea di una societ pacificata nella quale ci si candida a garantire gli interessi di tutti, si rivelata incapace di governare i processi storici e ci a condotto - con lansia e la pretesa di rappresentare tutti - a non rappresentare pi neanc e noi stessi. #a nostra necessit dunque quella di riscoprire il concetto di Parte 3c e intrinseco nella definizione stessa di partito4. , la parte in questione non pu. c e essere il #avoro. 5n lavoro c e implica, per sua stessa fisionomia, la categoria del conflitto e c e attende una politica c e ne valorizzi la parzialit e la soggettivit, c e non cerc i la divisione ma lunione, c e la sottragga alla genericit della protesta. , necessario, dunque, abbandonare quelle premesse c e dipingevano l+talia come una nazione finalmente pronta ad abbracciare un sistema bipolare e per di pi bipartitico, ormai c iaramente suddivisa tra riformisti e conservatori, con la convinzione c e la societ c e ci candidiamo a governare tutto sommato omogenea e pacificata. +n questo modo lefficienza di un buon governo diventa non gi limmagine della rappresentanza popolare trasportata su dimensione istituzionale, ma viene bens$ identificata nellalternanza tra due forze le quali, tramite il loro rapporto dialettico, producono - allo stesso modo di un regime di libero mercato - le offerte migliori, sottoponendole alla collettivit a cui viene riconosciuto il potere di scegliere quella preferibile. +l Pd c e vogliamo non un partito pi piccolo e pi di sinistra, ma un soggetto aperto ed inclusivo, capace di rimotivare le persone, adatto a parlare a quella parte di societ da tempo sommersa.

UN EVOLUZIONE DAI PIEDI DARGILLA


#e trasformazioni del sistema economico e sociale, nellevoluzione dal sistema post6 industriale7fordista alle forme della finanziarizzazione delleconomia, anno camuffato, dietro lapparente crescita esponenziale della produzione, rapporti di forza diseguali fra capitale e lavoro. 0uesto ci a condotto ad una distribuzione iniqua delle risorse e ad uno sfruttamento eccessivo di quelle naturali, c e non anno retto alla globalizzazione dei mercati ed anno portato ad una crisi strutturale c e a contribuito alla creazione di sempre pi nette disuguaglianze. ,cco, dunque, c e alla crisi economica segue una forte crisi sociale, c e abbandona luomo a se stesso, incrementando i disagi di quelle realt subalterne, 3delle quali, ormai, anc e il ceto medio ne parte4 sempre pi isolate, in un sistema economico e sociale c e riconosce solo lindividuo in qualit di consumatore. +n questo contesto, un fallimento economico corrisponde sempre, o quasi sempre, ad un fallimento sociale, potenzialmente pericoloso per la persona. 8ella societ moderna, la condizione di precariet non rimane confinata esclusivamente nellambito economica, ma pervade ogni aspetto della nostra vita. 9ettere in discussione limpostazione sistemica c e pone il mercato al centro, e relega luomo ai margini del circuito produttivo il punto da cui vogliamo partire. Porre fine allabbandono delluomo al suo destino, valorizzando il ruolo dei soggetti in grado di guidarlo nella mediazione dei suoi interessi, ci. di cui la societ a bisogno. &apovolgere la concezione delluomo come homo economicus per volgere lo sguardo allidea delluomo come pianta: un uomo nuovo, c e contrasti con limpoverimento dellessere umano allinterno della forma capitalistica di produzione.

RAPPRESENTARE I LAVORATORI
8egli ultimi venti anni la quota di reddito nazionale c e andato al lavoro scesa nei paesi :cse dal ;<= al ><= e in +talia al >? =. questa la pesante eredit del trentennio neoliberista nei paesi occidentali, un fase storica c e si aperta con le vittorie della destra americana e britannica e c e proseguita anc e durante i governi di centrosinistra i quali, subalterni alle egemonie delle destre, anno mitigato le battaglie per la riduzione delle disuguaglianze e@ post e per il rafforzamento del potere contrattuale dei lavoratori, finendo per favorire la finanziarizzazione e laumento delle disuguaglianze, le due cause ultime della crisi. ,ppure ci sono ancora dei politici del centrosinistra italiano c e dic iarano di volersi rifare alle fallimentari esperienze blairiste e c e attaccano i sindacati dei lavoratori. Per questi dirigenti del nostro partito la priorit non dare ai sindacati gli strumenti negoziali per accrescere il potere contrattuale dei lavoratori, ma ric iedere la trasparenza dei loro bilanci. #a necessit di ridare potere negoziale ai sindacati , invece, una delle questioni centrali per c i vuole migliorare le condizioni di vita dei lavoratori. 'otto il peso della globalizzazione e colpiti dalle ristrutturazione del sistema capitalistico, i sindacati anno perso progressivamente la capacit di rappresentare il mondo del lavoro subordinato. 8egli ultimi due decenni lentrata di miliardi di persone nel mercato del lavoro globale a fortemente indebolito le organizzazioni dei lavoratori nei paesi occidentali, costrette il pi delle volte a cedere senza adeguate contropartite sotto il peso del ricatto della delocalizzazione e del ricatto occupazionale. &i. particolarmente vero per il contesto italiano nel quale una fetta importante delle produzioni si caratterizzano per un basso contenuto tecnologico e per le quali, quindi, il peso del costo del lavoro assume ancora pi rilevanza. #a scomparsa delle grandi concentrazioni industriali, seguita alla ristrutturazione del capitalismo, a ulteriormente indebolito i sindacati. 'comparse le grandi fabbric e con migliaia di lavoratori, per i sindacati divenuto sempre pi difficile alimentare la solidariet tra lavoratori. #a scomparsa delle grandi fabbric e e la riduzione del peso dellindustria nelle economie occidentali non a fatto venire meno alcuni dei tratti peggiori del lavoro subordinato. 8on solo il reddito destinato al lavoro si ridotto, quanto il pi delle volte aumentato anc e lo sforzo psico6fisico dei lavoratori. &i. particolarmente vero per quelle categorie di lavoratori c e anno maggiori difficolt nellorganizzarsi, c e sono prive di tutele reddituali e c e devono dimenarsi nelle pi disparate tipologie di contratti lavorativi. la storia dei precari e dei lavoratori autonomi c e in realt sono lavoratori subordinati. la storia delle giovani generazioni ma non solo. A fronte di queste difficolt strutturali dei lavoratori e delle loro organizzazioni, diventa ancora pi importante il ruolo del principale partito politico della sinistra. Al contrario delle forze populiste e delle destre, il Partito "emocratico deve assumersi il compito di unire disoccupati e lavoratori subordinati, lavoratori pubblici e privati, giovani e vecc i, laureati e non lavoratori, precari e lavoratori con maggiori tutele. 'olo attraverso questa unit si impedisce la guerra tra i poveri e si consente al Partito "emocratico di acquistare un vasto e solido consenso. cos$ c e si pu. governare un paese, non con una legge elettorale c e ti garantisce la maggioranza assoluta dei seggi con il B>= dei voti.

RILANCIARE LECONOMIA PUNTANDO ALLA PIENA OCCUPAZIONE


#a &ommissione ,uropea sta valutando la posizione della %ermania in merito al persistente surplus delle partite correnti perc ! causa di squilibri nelleconomia europea. 'tiamo parlando del riconoscimento da parte delle istituzioni europee della politica mercantilistica tedesca. :vvero di quella politica di contenimento dei salari finalizzata ad un aumento delle esportazioni. Per molti anni in %ermania i salari non sono cresciuti allo stesso livello della produttivit, ci. a reso le merci tedesc e pi competitive rispetto a quelle dei competitor europei ed a quindi condotto ad uno squilibrio nelle bilance commerciali dei paesi europei. "i fronte allemersione di tale squilibrio, con la diffusione in ,uropa della crisi economica originatasi in 5'A, la reazione delle istituzioni europee e del duo 9erCel6'arCozD stata quella di imporre ai paesi dell,uropa meridionale, i cosiddetti P++%', misure restrittive finalizzate a contenere il debito pubblico e alla moderazione salariale. 0uando nei talC s oE politici si parla di ulteriore flessibilizzazione del mercato del lavoro e di scardinare ulteriormente le legislazione in materia di tutela dei lavoratori non viene detto c e la finalit la riduzione o comunque la stagnazione dei salari, ma questo ci. c e si a in mente. Attraverso la moderazione salariale si pensa di accrescere la competitivit e quindi di fare ripartire leconomia. 'i trattato, come sotto gli occ i di tutti, di una scelta fallimentare perc ! imporre il contenimento del debito pubblico e la moderazione salariale nei momenti di crisi vuol dire ridurre ulteriormente consumi e investimenti e quindi deprimere ancor di pi leconomia, cancellando importanti fette del tessuto produttivo c e poi molto difficile ricostruire. #a strada alternativa, quella c e avevano parzialmente identificato le forze socialiste e democratic e c e avevano sottoscritto il manifesto di Parigi 3P", Partito socialista francese e 'P"4, quella di rilanciare leconomia europea attraverso un rafforzamento degli investimenti pubblici europei, da finanziare attraverso eurobonds e c e siano finalizzati tanto alla creazione di lavoro quanto al miglioramento dellinfrastrutture e allavanzamento tecnologico delle produzioni. Aumentare loccupazione e migliorare lofferta dei servizi pubblici nelle aree depresse, a partire dalla riduzione del gap infrastrutturale, rappresenta la pi efficace via per uscire in tempi rapidi dalla crisi economica. Tutto questo, noi del Partito "emocratico, lo sappiamo bene: da pi di tre anni c e la segreteria Fersani e il responsabile economico 'tefano Gassina anno messo nero su bianco tale analisi delleconomia e altrettanto incisive proposte di intervento. &i. c e invece non abbiamo fatto stato spiegare agli elettori quali erano le nostre proposte. Tra i documenti elaborati dal P" e gli slogan 31un po di lavoro, un po di equit2 o 1la nostra lAgenda 9onti pi qualcosa24 vi era una distanza siderale. "obbiamo ripartire tenendo conto di questi errori, nella consapevolezza c e possiamo arginare il populismo solo se riusciamo a mostrare la consistenza di unalternativa fondata su unincisiva redistribuzione del reddito e sulla creazione di lavoro derivante dallo stimolo agli investimenti privati e dalla realizzazione di investimenti pubblici. #a scelta di slogan sbagliati non deve portarci a fare dei passi indietro sul piano delle analisi e dei programmi. 8on possiamo pensare di recuperare limpianto di politica economica delle destre c e risultato sin qui fallimentare. 8on possiamo affidarci ai consigli di economisti liberisti o finanzieri residenti alle &aDman se vogliamo porre un argine al declino economico e alla disoccupazione. #a situazione sociale pu. esplodere, ne va della nostra democrazia.

IL PARTITO: RAPPRESENTANZA E MEDIAZIONE


#a nostra sfida, all*interno del Partito "emocratico, muove dalla critica allineffabile formulazione del partito comunemente battezzato 1liquido2. Pensare ad un partito come ad uno spazio di individui, accomunati solo da un simbolo 3senza precisa identit n! visione comune delle categorie sociali e delle condizioni economic e4 ed interpellati soltanto negli appuntamenti elettorali, crediamo rappresenti un modello disastroso per la societ nella sua interezza oltre c e per lorganizzazione del partito stesso. +l trasferimento della visione conflittuale dalla societ allinterno del partito, a reso difficile il confronto e la sintesi fra le varie anime interne. +l Partito "emocratico appare sempre pi un indefinito agglomerato di correnti prive di un comune progetto. 8on siamo riusciti finora a conciliare il prezioso elemento del pluralismo con la mediazione politica, c e sembra essere completamente scomparsa. Alla base di tutto vi la malsana idea di rendere contendibile la leaders ip, non attraverso la mediazione e la discussione, ma tramite una spietata competizione interna. "a qui la santificazione dello strumento delle primarie, c e a portato non solo i diversi dirigenti alla ricerca di un maggior appeal mediatico, ma a finito per appiattire la discussione interna, quasi del tutto priva degli aspetti riguardanti il progetto politico e la relazione con la parte di societ c e si vuole scegliere di rappresentare. +n tal modo se progressivamente abbandonato il campo delle lotte sociali tipic e della sinistra, facilitando il processo di creazione e consolidamento delle oligarc ie nelle posizioni di prestigio. +l partito come pura macc ina elettorale, frutto di una visione c e pensa ai corpi intermedi come d*intralcio al rapporto personale fra leader e cittadini, e mira dunque a ridurlo ad uno strumento di mediatizzazione del leader di turno. &rediamo fortemente c e la politica senza partiti produca rissa e non conflitto e c e il leader ad investitura carismatica non sia in grado di produrre la mediazione sociale e politica necessaria a governare una societ complessa. 'olo i partiti assicurano quel necessario legame fra cultura politica, mediazione degli interessi, ideologia e ruolo del Parlamento per dare coerenza all*azione di governo. 8ell*affrontare queste tematic e crediamo c e la contrapposizione Partito leggero6Partito pesante sia troppo fumosa. Al contrario, la contrapposizione pi c iara quella tra Partito comunit e Partito personale. +l secondo, assimilabile per certi versi al cartel partD, un soggetto vuoto e macc inoso, c e vive di meccanici procedimenti da innescare in occasione delle competizioni elettorali, e c e si trova ad affrontare le complessit e le complicazioni senza n! formazione n! teoria alle spalle. +l partito comunit c e, invece, vogliamo costruire un soggetto collettivo, produttore di cultura ed identit, c e permette la mediazione politica ed analizza e affronta il conflitto sociale con un*ottica di parte.

LA CENTRALITA DELLA QUESTIONE MERIDIONALE


Partire dal 9ezzogiorno e dallannosa questione meridionale rappresenta una necessit non posticipabile. 5n tema questo c e riversa oggi in uno stato di totale noncuranza, sommerso nel disinteresse generale, da tempo scomparso nellinnumerevole susseguirsi di agende politic e nazionali, come se, dopo H>I anni di travaglio, a sopravvivere siano stati i ricorrenti pensieri di c i lega la centrale rilevanza del 9ezzogiorno alla capacit inventiva di qualc e meridionale o meridionalista. Jiaffermare la questione meridionale non vuol dire recuperare una lamentosa ric iesta di aiuto da parte di terre in costante ricerca di assistenza, ma affrontare alla radice le contraddizioni dellattuale riproduzione capitalistica e dellassetto europeo. &os$ come il 9eridione, tutte le zone arretrate dell,uropa 9eridionale devono recuperare competitivit, base produttiva e lavoro/ senza un tale cambiamento di prospettiva le varie misure europee continueranno ad avere una funzione esclusivamente palliativa, rinviando la risoluzione delle contraddizioni esistenti. + momenti in cui il 9ezzogiorno stato al centro del dibattito politico e culturale italiano anno coinciso, nella storia nazionale e particolarmente in quella repubblicana, con le fasi in cui le forze politic e anno mostrato maggiore lungimiranza e capacit di rappresentanza. 8on un caso c e nell+talia del dopoguerra, quando si dato vita al miracolo economico e si sono compiute importanti riforme sociali, vi sia stata una fioritura del pensiero meridionalista. &os$ come non una coincidenza il fatto c e linfelice ventennio politico appena trascorso si sia caratterizzato per un capovolgimento della realt, culminato nellagitazione di una immaginaria questione settentrionale. 0uestione meridionale e qualit della strategia politica camminano insieme, non solo perc ! una crescita equilibrata a bisogno di una riduzione delle disuguaglianze 3anc e4 territoriali, ma anc e perc ! la scelta di porre a livello nazionale il tema dellemancipazione del 9ezzogiorno indica c e si sta dalla parte dei subalterni. 5na forza politica e un sistema istituzionale c e anno lambizione di mettere al centro il tema dello sviluppo delle aree arretrate si caratterizzano per un profilo politico sensibilmente diverso rispetto a coloro c e esprimono privatismo e moralismo nelle forme di un localismo c e, nellinvocare il K>= al 8ord, si pone in palese contrasto con larticolo >? della &ostituzione, cio con lidea c e al finanziamento della spesa pubblica debbano contribuire tutti i cittadini in funzione della capacit contributiva e a prescindere dalla distribuzione territoriale. #obiettivo di una crescita equilibrata c e conduca ad una riduzione delle disuguaglianze 8ord6'ud passa dallacquisizione di unautonomia economica da conseguire attraverso laffermazione di un sistema competitivo c e punti su produzioni con un maggiore contenuto di innovazione. Per restare sulla frontiera delle nuove produzioni necessario creare la convenienza ad investire nel 9ezzogiorno. Tale convenienza non si pu. creare se non si abbandona la prospettiva liberista e non si ritorna a puntare su una politica industriale attiva, magari imparando dagli errori compiuti nel passato, quando anzic ! risolvere il gap di produttivit si sono preferite politic e di sostegno ai redditi c e anno finito per accrescere le produzioni settentrionali, mantenendo il 9ezzogiorno in una condizione di subalternit economica e politica. &on questo non si vuole negare lurgenza di politic e assistenziali c e consentano di alleviare le condizioni di maggiore disagio, sappiamo c e ne va della vita di tante persone c e soffrono e ne va persino della nostra democrazia, messa in pericolo dal dilagare del populismo. &iononostante il punto centrale di una nuova proposta meridionalista deve essere focalizzato sulla costruzione delle condizioni per rendere il 'ud competitivo.

"a questo punto di vista, lo scoppio della crisi economica poteva costituire una grande opportunit: la necessit di sostenere leconomia con politic e anticiclic e poteva essere agganciata ad un programma di investimenti pubblici c e consentisse di ridurre i gap territoriali esistenti, a partire da quelli infrastrutturali. Al contrario in +talia e in ,uropa prevalso uno spirito punitivo c e a portato allimposizione di politic e recessive c e anno aggravato la crisi economica e colpito in modo particolare le regioni meridionali dell,uropa. 8ei suoi rapporti sul 9ezzogiorno, anno dopo anno la 'vimez ci fotografa un quadro sempre pi desolante. "al BIIK al BIHB il Pil nel 9eridione diminuito del HI=. #emigrazione tornata ai livelli del dopoguerra e loccupazione si ridotta molto di pi nel 'ud c e nel &entro68ord. Per il 9ezzogiorno d+talia, cos$ come per tutti i 'ud d,uropa, il risc io c e si aggravi quel fenomeno di desertificazione industriale c e determina non solo la riduzione dei posti di lavoro, ma anc e lindebolimento di un tessuto produttivo e sociale gi estremamente fragile e c e deve fare i conti con la presenza di potenti organizzazioni mafiose. tempo di una nuova stagione meridionalistica c e consenta lavanzamento di alcune linee prioritarie: Gavorire la realizzazione di maggiori investimenti in ricerca e sviluppo/ +ndividuare settori strategici per la ripresa economica a partire dai settori verdi e blu. +n tal senso i trasferimenti di risorse nelle aree pi arretrate 3ad esempio attraverso investimenti diretti e credito ed esenzioni dimposta4 sono condizioni essenziali per colmare il gap di competitivit di queste zone. %li interventi devono avere natura straordinaria, ovvero devono essere limitati ad un periodo di tempo ben definito, nel quadro di un progressivo superamento degli squilibri nel medio6lungo periodo/ 5n piano di investimenti infrastrutturali c e consenta di garantire eguali punti di partenza nella libera competizione privata tra le realt delle diverse aree del territorio nazionale ed europeo/ 5n piano di investimenti per la bonifica e la messa in sicurezza del territorio, nella consapevolezza c e prevenire molto pi conveniente c e intervenire e@6post.

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