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2.2.3 LI-. La fede di Ges e la fede da lui suscitata


quale partecipazione al suo rapporto con Dio
Basi bibliche
Eb 11 colloca Ges nella serie dei grandi uomini di fede della storia
d'Israele: egli stato indubbiamente educato fin da bambino a quella
relazione personale fiduciosa e comprensiva di tutto l'uomo, che chia-
miamo fede, relazione che rappresenta l'unic<? rapporto_ adeguato
con Dio '(Is 7,9; Gen15,6). Egli per realizza in modo radicale ta e fe-
dee l porta a compimento. Per questo, secondo Eb 12,2 egli l'au-
tore e perfezionatore della fede. ha pertanto realmente creduto.
Perlomeno indirettamente anche Ges parla della sua fede. Mc 9,23
si riferisce s alla fede del padre di quel giovane epilettico, ma implica
anche la fede di Ges: la forza con cui egli guarisce il giovane la for-
za concessa da Dio a quella fede che confida completamente in lui,
punta senza riserve su di lui e affida a lui il successo dell'azione (cfr.
anche le parole relative alla fede che sposta le montagne, _M t 17,20
par). In questa fiducia illimitata e incondizionata, che fa
spazio a Dio, permette a Dio di venire e alla potenza dz Dzo dz agzre
efficacemente in radicata la forza di sanante e
rante di Ges (Mc 5,30; 6,2.15 e passim). Questo sp1ega le sue guan-
gioni.
Ges il credente autentico. Egli ha corso sino in fondo l'avventu-
ra della fiducia in Dio, vive la fede senza parlarne e
cerca di suscitarla in altri. Fa partecipare quanti lo seguono alla sua m-
tima relazione con Dio (Le 11,2; cfr. Gal 4,6; Rom 8,15), li inserisce
nella propria fede e nel suo rapporto filiale con il_ se, in
modo diverso da lui, essi devono ovviamente pnma d1vemre come
bambini (Mt 18,3 par) con una conversione escatologica.
fede e la fiducia nascono inizialmente quando Ges si rivolge di
fatto e individualmente a determinate persone, che lo cercano in una
situazione di bisogno. La sua umanit e la sua convincente forza di ir-
radiazione il modo in cui li guarda (Mc 3,5.34; 8,33; 10,21.23.27),
con cui e si comporta con loro li induce a confidare in lui, getta
un ponte fra di loro e apre le porte all'azione di Dio. Per questo mol-
ti racconti di guarigioni si concludono con queste sue parole: La tua
fede ti ha salvato (Mc 5,34 par; 10,52 par; Le 17,19; cfr. 7,50; Mt 8,13;
9,29; 15,28).
Questa fede, da lui resa possibile, libera da bloccaggi paralizzan:i.
bera dal tentativo spasmodico - frutto di una profonda angoscia nel
propri confronti - di dare una base, una conferma, un contenuto, un
Storia terrena e morte di Ges di Nazaret 57
senso e una assicurazione alla propria vita cercando egoisticamente di
accumulare ricchezze e di imporsi (Le 12,15.16-21; Mt 6,19-21.25.26-
34 par; Mc 10,17-22.23-25 par) o anche mediante una religiosit lega-
listica che cerca solo il proprio tornaconto (Le 18,10-14; Mt 6,2.5.16;
23 5-l; Mc 12,38-40 par). Ges libera da questa autogiustificazione
ponendo l'uomo di fronte al Dio_ che lo ac-
cetta senza porre condizioni, per cui egli sa d1 essere mcondlzlOnata-
mente da Lui sostenuto qualunque cosa avvenga, con la conseguenza
che pu stabilire un rapporto sereno con s e con gli altri.
2.2.4. LA MORTE IN CROCE DI GES
2.2.4.Q) Il messaggio divino di Ges e la sua pretesa autorit
come causa del conflitto che conduce alla morte
Con il suo messaggio su Dio e il suo corrispondente f.Q_mportamento
Ges entr in contrasto con i gruppi dirjgenti del suo_]2DPDlo. La sua fQ_-
munione con persone degne di e la sua inosservanza
s'Crizioni vigenti relative alla urit e al saba_!:.O erano fonte di scanda-
lo. Lo scandalo decisivo da lui suscitato non stava naturalmente in que-
sto comportamento (pure altri non osservavano tali e _si
rendevano impuri), ben? nella rivendicazione ad esso collegata dz agzre v
in nome e al posto d/ Dio. Di pi ancora: egli non si rivolse solo in no-
me di Dio agli emarginati a motivo delle loro mancanze, ma neg an-
che a quanti avevano dato prova di osservare fedelmente la Torah il di-
ritto di spacciare per volont di Dio la linea di demarcazione da loro
tracciata tra giusti e peccatori. Egli voleva vedere la legge compresa e
osservata nel suo senso originario, senza sacrificare alcuna creatura
umana. Il fatto che egli - infischiandosene dei confini tracciati contro
l'impurit - predicasse l'amore paterno incondizionato di Dio e la sua
disponibilit al perdono nei confronti di tutti fu interpretato dai me-
schini tutori della dottrina ufficiale come un attacco alle fondamenta
della fede e come un tradimento della santa causa d'Israele. Di certo
molti suoi critici pensarono di dover per cos dire difendere i diritti di
Dio contro di lui (P. Fiedler, ]esus, 273 ).
Il conflitto si acu quando egli and dalla Galilea a Gerusalemme ed
ebbe direttamente a che fare con i sadducei e i capi dei sacerdoti ivi
dominanti (essi sono, a partire da Mc 14,1 in poi, gli avversari di Ge-

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