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Cartesio.

1. Il fondatore del razionalismo.


Cartesio segna la svolta nel passaggio tra Rinascimento e Et Moderna. Egli infatti rielabora le questioni tipiche della filosofia umanistica affrontando un nuovo problema, costituito dalle questioni di: Uomo come soggetto. Mondo oggettivo. Cartesio fonda il: Razionalismo: corrente filosofica che considera la ragione l'organo della verit e strumento per avere una nuova visione del mondo. Biografia: !"#: $asce Ren% &escartes a 'a (a)e* e viene educato dai gesuiti. +,n futuro, nel -Discorso sul metodo., Cartesio stesso criticher questi studi definendoli troppo superficiali.+ # ": ,n questo anno Cartesio ini/ia propriamente il suo lavoro, con la prima intui/ione sul metodo, riportata nell'opera Regulae ad directione ingenii, scritta in vari anni. &urante questi anni Cartesio fa parte dell'esercito, ma a quel tempo il -servi/io militare., lasciava molta libert* ecco la ragione per cui egli combatt% pochissimo, ma sfrutt0 la propria posi/ione di soldato per viaggiare. #12: 3i stabilisce in 4landa per sfruttare la libert di pensiero che garantiva questo stato. ,n 4landa riprende lo studio della fisica e prepara un'opera +che appoggia la teoria copernicana+, ma la condanna a 5alilei lo convince a non pubblicarla* sceglie comunque di divulgare parte dei risultati raggiunti tramite tre saggi accompagnati dalla prefa/ione intitolata -Discorso sul metodo.. #6 : 7ubblica un'opera sulla metafisica intitolata -Meditazioni sulla filosofia prima.. #!8: &opo aver pubblicato altre due opere, muore presso la corte svedese, vittima del rigido inverno.

2. Il metodo.
Cartesio elabora, teorizzandolo 9a differen/a di 5alileo:, il METODO. ;utto nasce dal fatto che egli, pur avendo studiato in una scuola particolarmente prestigiosa, si accorge che ci0 che sa < privo di criteri sicuri e oggettivi per discutere sul vero e sul falso, ed < assolutamente inutile nella vita di tutti i giorni.

I termini del problema. ,l metodo che Cartesio ricerca <: Teoretico: E cio< generale +sempre valido+, perch% deve permettere all'uomo di distinguere il vero dal falso. Pratico: 7erch% deve avere lo scopo di portare vantaggi all'uomo. &unque anche la filosofia cartesiana < al tempo stesso teorica e pratica, in quanto incentrata in buona parte su questa questione. ,l metodo cartesiano deve essere quindi un criterio di orientamento unico e semplice, utile all'uomo in ogni campo e con il fine di migliorare le sue condizioni. ''unit del metodo per tutti i campi del sapere, viene riconosciuta da Cartesio gi nel - Regole per dirigere l'ingegno, dove afferma che la sagge//a umana < unica, qualunque sia il campo alla quale viene applicata, in quanto anche l'uomo < uno. 'e scien/e matematiche, secondo Cartesio, hanno gi un metodo* ma prendere coscien/a delle regole di questo, formularle generalmente e applicarle in generale non basta, < necessario giustificarle, perch% la giustifica/ione consente e autori//a l'applica/ione del metodo in tutto il sapere. ,l compito di Cartesio < dunque: . ormulare le regole del metodo. 1. Dimostrare il valore assoluto del metodo. =. Mostrare la fecondit del metodo dal punto di vista del sapere. Le regole. $ella seconda parte del discorso sul metodo, vengono espressi i punti chiave +regole+ del metodo stesso: . Evidenza: ''intuizione chiara e ine!uivoca"ile che dimostra che !ualcosa # reale e vero, ed esclude ogni forma di dubbio. 1. $nalisi: %l pro"lema deve essere diviso nelle sue parti pi& semplici, da considerarsi separatamente, per risolverlo pi> facilmente. =. 'intesi: 'i passa gradatamente dalle conoscenze pi& semplici alle pi& complesse. 6. Enumerazione e Revisione: la prima controlla l'analisi, la seconda la sintesi* permettono il controllo dei due punti precedenti.

3.Il dubbio e il cogito ergo sum.


'e regole del metodo, non hanno in s%, la propria giustifica/ione* e neppure il fatto che le scien/e matematiche le utili//ino con successo le giustifica, in quanto potrebbero essere valide solo per queste discipline e non per le altre. Cartesio decide di giustificare le regole del metodo risalendo a quella che secondo lui < la loro radice: ''uomo come soggettivit o come ragione.

Dal dubbio metodico al dubbio iperbolico. 3econdo Cartesio il fondamento del metodo si pu0 trovare solo tramite una critica radicale di tutto il sapere del tempo* si deve DU(%T$RE di tutto, e cio< considerare +almeno momentaneamente+ come falso, tutto ci0 su cui sia possibile avere dubbi. 3e utili//ando questo metodo si giunger ad un concetto sul quale non sar possibile dubitare, !uello dovr essere il principio, il fondamento e la giustificazione del metodo e di tutte le conoscenze.

3econdo Cartesio, nessuna forma di conoscen/a si pu0 sottrarre al dubbio: )onoscenze sensi"ili: 3i deve dubitare di esse in !uanto i sensi alcune volte ci ingannano, !uindi potre""ero farlo sempre * e perch% nei sogni abbiamo conoscen/e simili a quelle della veglia, ma non abbiamo un criterio di distin/ione chiaro tra le une e le altre +chi ci dice che quando crediamo di dormire non siamo in realt svegli e viceversa????+. )onoscenze matematiche: @ueste sono valide anche nei sogni +1A1 fa sempre 6+, ma non si sottraggono al dubbio in quanto noi non abbiamo alcuna certe//a riguardo alla nostra origine, dunque potrebbe averci creato un Genio Maligno che ha fatto in modo che le cose che a noi appaiono pi> ovvie siano in realt assolutamente false. Con l'ipotesi del genio maligno il dubbio si estende a tutte le conoscen/e e a tutta la realt, nasce il concetto di: Du""io %per"olico. Cogito ergo sum: proprio dal dubbio iperbolico nasce l'intui/ione per la quale ognuno di noi ha una prima certe//a che consiste nel: 3to dubitando. &unque se io dubito deve esistere qualcosa che dubita, quindi io devo esistere. &a qui il concetto di Cogito ergo sum, penso quindi sono.

La natura del cogito. &al concetto del cogito, ricaviamo il fatto che noi esistiamo, ma entro certi limiti, infatti non possiamo dire di esistere come corpo, perch% niente ce lo assicura, ma solo come cosa che du"ita, che pensa. 'a proposi/ione -io esisto. equivale dunque a -io sono un soggetto che pensa., cio< un qualcosa come spirito, intelletto o ragione. B questo punto si < certi di questo, quanto non lo si # del fatto che le cose che penso e percepisco siano realmente cos* anche nella vera realt, infatti noi potremmo tranquillamente pensare cose che realmente non esistono davvero +dunque rimane valido il dubbio iperbolico+. Cartesio effettua questo studio, in maniera simile ad altri prima di lui, ma con uno scopo diverso, e cio< ricercando nell'esistenza del soggetto pensante il principio che determina la validit del sapere umano e l'efficacia del suo agire nel mondo. Le discussioni intorno al cogito. Ci furono varie critiche attorno alla conce/ione del cogito cartesiano: $ccusa di circolo vizioso: 7erch% il cogito viene accettato in quanto evidente, ma la regola dell'eviden/a < fondata sul cogito, quindi questa non pu0 esserne contemporaneamente la dimostrazione e il risultato del cogito. Risposta: Cartesio afferma che il cogito non dipende dall'eviden/a, esso < qualcosa di pi>, in quanto equivale all'autoevidenza esistenziale che il soggetto ha di s# stesso +e cio< la sicure//a di esistere e pensare che ognuno di noi ha+. $ccusa di sillogismo a""reviato: 7erch% il cogito sarebbe la contra/ione del sillogismo -ci0 che pensa esiste, io penso, io esisto., ma questo sarebbe infondato in "ase alla teoria del genio maligno per cui ogni ragionamento < dubbio. Risposta: Cartesio, similmente alla prima questione, dice che il cogito non < un ragionamento, ma un'intui/ione immediata. )ritica di +o""es: (obbes dice che Cartesio ha ragione nel dire che l'io, in quanto pensante, deve esistere, ma ha torto nell'affermare che esso esista come spirito, in !uanto il pensiero potre""e tran!uillamente essere una caratteristica determinata dal cervello. (obbes afferma che Cartesio esprime un ragionamento simile a -io passeggio, quindi sono una passeggiata.. Risposta: . ''uomo non passeggia costantemente, ma pensa sempre, quindi il pensiero < essen/iale per esso. 1. Con il termine pensiero si pu0 indicare l'atto del pensare, la capacit, o anche la -sostan/a. del pensiero +quelle che noi possiamo chiamare idee, ragionamenti e cosD via+* dunque risulta corretto parlare di sostan/a pensante come essenza costituita dal pensiero.

4. Dio come giustificazione metafisica delle certezze umane.


,l cogito mi rende sicuro della mia esisten/a, ma rimane aperta la questione delle altre eviden/e, infatti, le cose che penso e percepisco esistono chiaramente nel mio spirito come idee, quindi appaiono evidenti* ma chi assicura che esse corrispondano a qualcosa che esiste davvero all'infuori di me e non siano solo una mia crea/ione? 7er rispondere a questo quesito Cartesio divide le idee in tre categorie: %nnate: Che sembrano sempre esistite nella mia mente ancor prima della nascita* costituite dalla capacit di pensare e avere idee. $vventizie: Che paiono ricavate dal di fuori* a questa classe appartengono le idee delle cose naturali. attizie: Eormate da me stesso autonomamente* caratteri//ate dalle idee di cose inventate. 7er scoprire quali di queste idee realmente corrispondono a una realt esterna, Cartesio ricerca la causa di esse.

L'idea di Dio e le prove della sua esistenza. 7er quanto riguarda le idee delle cose naturali, esse non hanno niente di tanto perfetto per cui non possa averle create ognuno di noi autonomamente. 3ull'idea di &io invece Cartesio porta avanti tre prove che dimostrano, secondo lui, la sua esisten/a: . ''idea di &io riguarda una sostanza perfetta, dunque non posso averla creata io stesso, in quanto sono privo di tali perfe/ioni e non potrei concepirle, ma dato che invece riesco, esse devono essermi state ,inculcate- da un !ualcosa di perfetto , che, quindi, deve esistere. Dun!ue esiste Dio. 1. 'a seconda prova < data dal fatto che io sono finito e imperfetto +questo perch% dubito+, ma se fossi causa di me stesso, mi sarei dato le perfe/ioni che sono in grado di concepire* cos* non #, dun!ue mi ha creato Dio, finito ma con l'idea di infinito. =. Prova ontologica: $on < possibile concepire &io come essere perfetto sen/a ammettere la sua esisten/a, in !uanto !uesta # una delle sue perfezioni necessarie. Come non pu0 esistere un triangolo sen/a tre lati, cosD non pu0 essere concepito un essere perfetto sen/a che esso esista. Dio come garante dell'evidenza e la possibilit dell'errore. ,n base alla perfe/ione di &io, Cartesio afferma che egli non pu0 averci dato una facolt di giudi/io tale da condurci in errore +< perfetto, e ci ha pure conferito l'idea di perfe/ione che altrimenti non potremmo avere, perch% dovrebbe farci questo scher/o?F+* dunque tutto quello

che appare evidente e chiaro deve essere realmente vero +quindi viene confermata la corrette//a del basarsi sull'eviden/a+. Ma allora come pu. esistere l'errore/ Cartesio lo giustifica dividendo la nostra -interiorit. in due parti, l'intelletto e la volont: %ntelletto: E' limitato, infatti possiamo concepirne di pi> estesi, addirittura infiniti, come quello di &io. 0olont: E' li"era e molto pi& estesa dell'intelletto, essa pu. fare delle scelte in maniera autonoma rispetto all'intelletto e cosD PUO' PORT$R)% %1 ERRORE* questo perch% per esempio pu0 affermare o negare qualcosa che l'intelletto non percepisce chiaramente. Cartesio afferma infatti che: 2'errore avviene !uando viene espresso un giudizio su !ualcosa che non # a""astanza chiaro al nostro intelletto* cosa che spesso avviene a causa della nostra volont. ''errore dunque dipende dal libero arbitrio donatoci da &io, pu0 essere evitato solo seguendo le regole del metodo e in primo luogo !uella dell'evidenza. ''eviden/a < ormai certa, per via di &io, dunque viene eliminato ogni dubbio sulle cose corporee, in quanto l'idea di queste # evidente e non pu. essere ingannevole.

Le critiche alla concezione cartesiana di Dio. Bnche per il discorso dell'esisten/a divina vengono mosse delle obbie/ioni a Cartesio: $ccusa di circolo vizioso: 7erch% per dimostrare che &io esiste si serve dell'eviden/a, ma per giustificare questa ricorre a &io. $ccusa di 3presunzione metafisica3: Cio< Cartesio utili//erebbe &io per motivare cose che lui ritiene gi vere. ,n questo modo per0 la funzione di Dio risulta solo marginale, quasi inutile 9probabilmente perch% il filosofo cercava di inserire la divinit per accontentare anche la chiesa:. Risposta: Cartesio si difende dicendo che Dio garantisce la permanenza della verit* rischia cos* per. di accettare una nuova dogmatizzazione del sapere. infine le altre critiche si rifacevano alle prove dell'esisten/a di &io, ritenute sen/a solide fondamenta. Il dualismo cartesiano. Cartesio separa la realt in due parti ben distinte: Res cogitans: cio< la Gsostanza pensanteG, che < consapevole, libera e priva d'estensione. Res extensa: la Gsostanza estesaG, che comprende tutto lo spa/io che ci circonda, < quindi determinata. @uesta res eHtensa per0 possiede realmente solo le propriet !uantitative 9durata, numero, ecc:, mentre le altre come colore o sapore, sono soggettive. Ma sorge subito il problema del )OME si collegano !ueste due componenti della realt. ,l filosofo tenta di risolvere la questione con la teoria della ghiandola pineale 9l'epifisi:* la considerava il Gpunto d'incontroG nel cervello fra anima e corpo, in quanto fosse l'unica parte del cervello singola +non divisa in due emisferi+, quindi capace di unificare le sensazioni.

6. Il mondo fisico e la geometria.


'a fisica cartesiana < basata sulla netta divisione fra sostan/a pensante ed estesa. Cartesio era interessato a trovare un metodo e dei principi generali riguardanti la fisica, tralasciando lo studio pi> accurato dei singoli fenomeni. Era infatti Meccanicista in quanto convinto che l'universo fosse come una macchina che, seguendo precise e necessarie regole 9le leggi naturali:, agisce in maniera infinita. 3econdo questa mentalit la sperimenta/ione era completamente ignorata perch% egli credeva che quando un'ipotesi veniva formulata, l'andamento del fenomeno considerato si potesse dedurre matematicamente dall'ipotesi stessa. ,noltre per il filosofo spa/io e res extensa sono strettamente legati, E'%'TERE '%41% %)$ O))UP$RE U1O 'P$5%O, dunque < ovvio che le propriet spa/iali costituiscano l'esisten/a e siano realmente oggettive e geometricamente definibili.

La geometria analitica. 3econdo Cartesio le scien/e matematiche sono unite fra loro, in quanto, pur studiando oggetti differenti, ne considerano i rapporti e le propor/ioni. Cuole allora unificare la geometria antica e l'algebra moderna, il problema stava per0 nello smussare alcuni lati di entrambe le discipline, infatti: 'a geometria antica, sebbene avesse riportato grandi successi, tendeva a cercare una dimostra/ione per ogni singolo caso, sen/a per0 formulare delle leggi generali. ''alge"ra del tempo invece risultava confusa, si usavano tanti diversi simboli 9di alcuni non si sapeva bene neanche il significato: e inoltre era GsottomessaG alla geometria. 7artendo da ci0, Cartesio innan/itutto riordina la sim"ologia in maniera pi& chiara e sistematica, cosD che il linguaggio algebrico possa essere riprodotto in termini geometrici. ,ntrodusse quindi un sistema di riferimento dato da due rette perpendicolari 9gli assi cartesiani: e un'unit di misura che permetta di 3trasformare3 un numero in una distanza. Ecco cosD che procedimenti algebrici possono ora essere riprodotti nello spa/io. La isica. Considerando che il mondo si identifica con l'estensione, la fisica si ritrova allora nella geometria. Cartesio riconduce tutti i fenomeni fisici a &IE fattori principali: Estensione. Moto. @uesti due attributi della materia, creati da &io, danno ad essa una quantit di moto, la conserva/ione e l'immutabilit. ''uguaglian/a spa/ioJmateria, inoltre, porta a delle necessarie conseguen/e: . Dato che lo spazio euclideo # infinito, sar infinita anche la sostanza. 1. 2o spazio geometrico si pu. dividere all'infinito: in base a questo Cartesio esclude la presen/a di atomi che formano la materia. =. Essendo lo spazio continuo e senza frammenti, non < concepibile il vuoto.

6. 2o spazio non ha differenze di !ualit nella sua estensione: dunque ogni attributo che gli conferiamo < soggettivo. 7er Cartesio, quando &io cre0 il mondo diede a !uesto una certa !uantit di moto che continua a propagarsi di corpo in corpo. ,l filosofo infatti non concepiva nessuna for/a a distan/a 9come la gravit:, considerava validi solo il principio d'inerzia e quello appunto della conservazione della !uantit di moto. ,l modello di Cartesio per0 era traballante, non si capisce infatti come uno spazio uniforme come !uello euclideo potesse comprendere al suo interno l'idea di moto* Cartesio giustifica questo affermando che frammenti di spazio si muovono ,armoniosamente- rispetto ad altri* inoltre l'apparen/a delle cose che noi percepiamo 9solide, liquide, gassose: < determinata da come sono posti questi frammenti e da come essi si muovono +dunque proprio dal moto+. 7er esempio, un corpo che noi percepiamo intero, potr essere costituito da pi> frammenti di spa/io che per0 si muovono simultaneamente, un corpo solido presenter frammenti di spa/io fra loro pi> strettamente legati e cosD via. 3econdo il filosofo ci0 che chiamiamo vuoto < in realt spa/io riempito da corpuscoli +chiamati !tere+, cio< frammenti sottilissimi di Res Extensa, e quando un corpo si muove forma un solco tra questi corpuscoli che poi si richiude dietro di lui* in questo modo questi formano dei vortici. 3econdo lui ogni pianeta # avvolto da un vortice, e cosD anche il sole, !uesti li portano a girare su se stessi e intorno al sole. 'a tenden/a a generali//are da parte di Cartesio, chiara anche in questi studi, si riflette anche nella conce/ione dell'uomo. ,nfatti era visto anch'esso come una macchina che segue determinate leggi, e che possiede una sua quantit di moto.

7. La filosofia pratica.
La morale provvisoria e lo studio delle passioni. Cartesio aveva stabilito alcune regole di Gmorale provvisoriaG: . O""edire e adeguarsi alle tradizioni e ai costumi del proprio paese. 1. Essere decisi nelle proprie azioni: si pu0 anche dubitare di scegliere questo o quello, ma una volta scelto si deve perseguire con tutte le proprie capacit quella scelta. =. )am"iare i propri desideri anzi che tentare di cam"iare il mondo, giacch% questo < immutabile. 3criver in seguito a proposito di: $zioni: Che dipendono dalla volont $ffezioni: %nvolontarie e date da percezioni, sentimenti e emo/ioni suscitate dagli spiriti vitali 9for/e meccaniche che agiscono nel nostro corpo:. 'a for/a dell'anima sta nel dominare le emo/ioni, e non far sD che queste dominino l'anima. Cartesio distingue due emo/ioni basilari: Tristezza: &ata dalle cose che provocano dolore, da qui il desiderio di liberarsene. 4ioia: &ata invece dalle cose che regalano piacere, deriva quindi il desiderio di cercarla. ''uomo < quindi propenso a cercare la gioia, ma essendo in un turbinio di emo/ioni deve farsi guidare dalla ragione e trovare un giusto e!uili"rio, dato invece dalla saggezza. @uesta < data dalla separa/ione del pensiero dalle emo/ioni.

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