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Espacio, Tiempo y Forma, Serie II, Historia Antigua, t. 13, 2000, pgs.

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Annotazioni Critiche su Aquila e Priscilla, il Titulius Priscae e le Catacombe di Priscilla a Roma


ILARIA RANELLI *

ABSTRACT The article proposes an analysis of the tradition concerning Aquila and Priscilla; the titulus Priscae in Rome is probably connected not with Aquila's wife, but with the later Virgin and Martyr St. Frisca. We don't know whether the Aquila and the Priscilla who were buried in the catacombs of Priscilla can be identified with St. Paul's friends, but it is sure that these catacombs were possessed at a very early date by the Acilii Glabriones. They contain inscriptions from the llnd century AD onward, but perhaps there were Christian members of the family already in the Ist century: one of the Acilii Glabriones was a Romn senator who was put to death during Domitian's persecution; and it is highiy probable that he was a Christian.

ABREGE L'tude analyse en premier lieu la tradition sur Aquila ef Priscille. Probablement le titulus Priscae est li non avec la femme d'Aquila, mais avec la plus tarde Vierge et l\/lartyr Pasque. Nous ne savons pas si les Aquila et Priscilla ensevelis dans le cimetire de Priscilla sont identifiables avec les amis de saint Paul, mais il est bien sur que le cimetire tait proprit des Acilii Glabriones des une tres haute antiquit. Dans le mme cimetire ont efe dcouvertes plusleurs inscriptions du leme sicle apr. J.-C, peut-tre ainsi du ler. la fin du ler sicle apr. J.-C. un Acilius Glabrio, senateur romain, fut condamn a mort par Domitien, et tres probablement il tait chrtien.

Universidad de Miln.

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1. AOUILA E PRISCILLA: LE FONTI NEOTESTAMENTAlE E PATRISTICHE Le notizie storiche di cui disponiamo a proposito di Aquiia e di Priscilla, i collaboratori di s. Paolo, non son numerse, ma son comunque assolutamente attendibili e derivano tutte da fonti neotestamentarie, Luca e Paolo. Aquiia era un Giudeo romanizzato provvisto di cognomen latino e originario del Ponto, sposo di Prisca (questa la forma del nome in Rm 16, 3; // Tim 4, 19) o Priscilla (cos in / Cor 16, 19; Act 18, 2. 18. 19. 26), la cui provenienza non certa: in Act 18, 2 solo Aquiia chiamato Giudeo ^: questo potrebbe far supporre che Priscilla non fosse tale, anche se non abbiamo mezzi per affermarlo con sicurezza. Fabbricante di tende, come s. Paolo, Aquiia era a Roma nel 49, quando ne fu espulso insieme con la moglie in base alia disposizione di Claudio (Suet. Claud. 25) che allontanava tutti i Giudei dall'Urbe {Act. 18, 2-3):
Hexa xa xa xwpiaOei; K T v 'A6r|v v ^/VBEV ei(p KpivOov. Kai eipiv u v a 'Io\)5aiov v|iaTi ' A t ^ a v , rioviiKov x yve, jrpoa<t)Ta)(; Xr\XvQ6xa n x q 'haXac,. Kal npiaKi>L>.av yuvaKa aino . 5ux T SiaTExa^va K>Laii8\ov xwp ^eaOai rcvxa; XOK; 'loDSai'ouc; nb x 5 'Pinrii;, Tipoa A.8ev avxolc,, Ka\ 5iu xi) |ixExvovelvra |aevEvKap'aiixot;, Kai i'^pTit^EXofpavyap aKrivonol xfi xxvii.

Secondo il Sinassario Costantinopolitano (13 febbraio), i due furono battezzati da Paolo; il Leclercq supponeva invece che essi fossero discepoli di Pietro; la Sordi ^ pensa che essi siano stati espuisi da Roma esclusivamente in quanto Giudei o almeno perch Aquiia era un Giudeo, dato che il provvedimento di Claudio colpiva i Giudei e non, formalmente, i Cristiani, e dato che Luca paria di Aquiia come di un Giudeo in que! momento e non ancora come di un fratello: essi perianto furono probabilmente convertiti da Paolo quando si rifugiarono a Corinto nel 50-51, dove diedero ospitalit all'apostolo (Act 18, 2-3). Quindi le fonti neotestamentarie li fanno trovare ad Efeso, dove perfezionarono l'istruzione di Apollo e chiamarono Paolo {Act 18, 18-19 e 26) ^. Fondarono anzi chiese domesti-

' M.-F. BASLEZ, Saint Paul, Pars 1991, tr. it. Paolo di Tarso. L'apostolo delle genti, Torino 1993, pp. 226 e 234; cfr. T. Garca de Orbiso, Aquiia e Priscilla, in Bibliotheca Sanctorum. II, Roma 1962, coll. 326-328; V. Saxer, s.v. Prisca, in Dizionario Patristico e di Antichit Cristiane, II, Csale Monferrato 1983, coll. 1204-1205; Storia dei Santi e della santit cristiana, I, La schiera del testimoni, a c. di F. Chiovaro, tr. it. Milano 1991, pg. 294. '-' M. SORDI, // Cristianesimo e Roma, Bologna 1965, pgs. 63-65.

^ 'O 5f Ha XoQ \...\ (c^nXci eic Tf|V Zupav Kai oiiv aTio npiaKi^-^^a Ka'i 'AK'>^ai; |...| Kaxi'ivxrioav 8r ei^ "Ejicoov, KxKfi'voD; KaxfX\nv o.vxo |...| 'l\)6ai(; 6f n<; |..,| Kair]vxr|aev q "Eijjfav |...| KaavTtc S a'X UpoKiXXa K'tt'i '/KKv'KaQ JtpooeXPovxo a'Xov Ktti (Kpipoxepov aixui i;8EVX xi'iv Sv xo Seo .

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che ad Eteso (iCor 16, 19: a m ^ e t m v\i q tv K^pCco noXXa 'AKt?ta Ka\ r i p o K a o)v i f i Kax'oiKov avx v KKXrjoa) e a Roma, adoperandosi fra l'altro, non si sa precisannente in quale occasione, a salvare la vita di Paolo [Rm 16, 3: o m o a o S e f l p o K a v K a l 'AK>iav TOJ; auvepyoq [lov V XpioTio 'Iriao , o'Tiveq vKzp x q \\ivx i l^oi^ ^ v kavx v xpxTl^ov urtOriKav, ole, OK iyu) livoq ei'xo.pvox Wa Kal n oav a l KK>^Tioai x v ESV V Kal TT-jv Kax'oKov ai)t v KK^Lriaav). La chiesa domestica romana del due sposi tradizionalmente identificata con il titulus Priscae sull'Aventino, una identificazione problemtica su cui torneremo ". Sembra invece fuori discussione oggi il valore probante del passo citato del cap. 16 dell'Epistola ai Romani ai fini dell'attestazione dell'esistenza di una casa di Aquila e Prisca a Roma ^. Da Roma, i coniugi ritornarono ad Efeso secondo quanto risulta da 2 Tim 4, 19 [aonaam n p o K a v Kal 'AK'^Lav): nulla di certo ci dato sapero sulle circostanze e sul luogo della loro morte. II Martyrologium Romanum ricorda Aquila alia data deli'S luglio, ma che egli sia morto a Roma, e da martire, non attestato da altre fonti sicure. Vedremo che nel cimitero di Priscilla furono effettivamente sepolti un Aquila ed una Prisca, ma non certo che si tratti del collaboratori di s. Paolo. II Piccolo Martirologio Romano, all'S luglio, fa morir i due in Asia IVIinore. Gli Acta Sanctorum ^ ricordano che di Aquila parla anche il Menologio pridie idus lulii. I Menei greci li riportano al XIII febbraio: 'AKi''?iav 5eKT)i ye TeTpTii rtiapoq Kp\)\|/ev - TUTISV yiivaiov 'AK>La(;, (i)r\a\, (3>tK)v - oiiK vSpo | i a i Kp6(p TO|IIV (xvt'i; Kpac;;. Nel Meneo essi son presentati come martiri decapitati e facenti parte dei LXX discepoli. Questa tradizione del martirio viva in mbito greco, come sembra conformare Giovanni Crisostomo, una fonte patrstica importante sui due dopo quelle neotestamentarie. Nella Hom. XXX in Epistolam ad Romanos (PG LX 664-65), commentando le parole stesse di Paolo, Giovanni dice: jip xov outl^eixoDpYoiJ; aiixoi'<; Kai^e'i, x v cxjxixcov Jivcov K a l x v KIVVOV 5eiKvv9 a'xol'; Koivcovovq, quindi, a proposito dell'asserzione di Paolo che essi hanno posto la loro testa per lui, Giovanni esclama, facendo notare le difficoit e i pehcoli che i due ebbero ad affrontare sotto Nerone: et8e<; |ipx\)pa(; nripxiGiiv'uq; Kal Y " P eiKoq KI Npwvo; iJDpoix; elva xoi'x; Kivitvouq. Essi son dunque per Giovanni perfetti martiri - o "perfetti testi-

" G,B. De Rossi, Della casa d'Aquila sull'Aventino, Bull. di Archeol. Cristiana 1867, pgs. 44-46; Priscilla e gli Acilii Glabriones, Bull. di Archeol. Cristiana 1888-89, pgs. 128 sgg. ' Per ampia documentazione sui dubbi sollevati in passato si veda H. Leclercq, Prisque, in Dictionnaire de Archologie Chrtienne et de Liturgie, XIV 1, Paris 1939, coll. 1876-1887, part. 1879-1880. ^ AASS II, lulii, Venezia 1752, pgs. 534-37, De SS Aquila et Priscilla coniugibus, forte in Asia Minore, Sylloge Histrica.

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moni; ma vedremo sbito che la prima interpretazione sembra, per Giovanni, quella giusta, dato che poco dopo il Crisostomo parla del loro x6v v Tuj liapTDpcp oT(()avov: e la corona quella del martirio, non della testimonianza. Commentando la gratitudine di Paolo e di tutte le Chiese nei loro confronti per il l'impegno profuso, Giovanni prosegue: ivxa Ba iiv (t)i>t0^evCav Kal irv ano x v xprnaaxcov XeixoDpYCav alviieav e a proposito della chiesa che esisteva nella loro casa: olhco yap |oav e)5(5ici|ioi, wq Kal tr]V olKav KKXrioav jtoi aai [...] Kaxoi ^ 'louSaCcov f|oav, XX'o|icoq oi'xcop ETcCoxEDoav elXvKpiv q. Come si vede, per Giovanni anche Priscilla proveniva dal Giudaismo, sebbene le fonti neotestamentarie non lo dicano, bensl affermino solo di Aquila che era un Giudeo. Seguono le lodi di Priscilla, che possedette le autentiche ricchezze e gli ornamenti di una donna, ossia le virt, e infine un'esaltazione di entrambi: pXJte ai)x v xbv Ttept x6 Kipuyiaa ixbvov , xov v xio laapxijpo ax(j)avov, xf^v ev xoq XPA [laai (l)iXoxi|iav, xf\v nepl Fia Xov ynr\v, xo Jtepl xov Xpioxov (l)i^xpov... Ad Aquila e Priscilla son collegati dalla tradizione due luoghi della storia cristiana di Roma, il titulus Priscae, ovvero la chiesa di Prisca suH'Aventino, che sarebbe sorta nel sito dell'antica domus ecclesiae del due sposi, e le catacombe di Priscilla. Cercheremo di vedere quanto possano esser fondate queste identificazioni.

2.

IL TITULUS PRISCAE

Se, come vedremo meglio, secondo il De Rossi l'eponima delle catacombe di Priscilla era la madre del senatore Pudente vissuto in et apostlica, lo stesso studioso ha supposto che anche tra la chiesa di S. Prisca e i Cornelii Pudentes intercorressero stretti legami. Infatti un diploma in bronzo (CIL Vi n. 1454=31659) ritrovato nel 1776 presso S. Prisca e datato al 13 aprile 222 risulta delibrate dal concilium conventus Clunieni a C. Marius Pudens Comelianus personagglo di rango senatorio che la citt aveva scelto come patronus e secondo il medesimo De Rossi ^ dimostra che il sito deH'odierna chiesa apparteneva al principio del 1 1 1 seclo ai Cornelii Pudentes. Lo studioso riteneva altresl che C. Marius Pudens Cornelianus si chiamasse in origine C.Cornelias Pudens e che fosse entrato per adozione nella gens Mara ^, ma fu conftate da Leclercq ^, per cui non detto che Cornelianus fosse n un adottato n,

De Rossi, Priscilla e gli Acilii Glabriones, pg. 126. Eiusd. Della casa d'Aquila sull'Aventino, pg. 46.

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in origine, un Cornelius Pudens e che avanza piuttosto, con il Duchesne, l'ipotesi di una parentela tra gil Acilii Glabhones del cimitero di Priscilla con i Cornelii sulla base dell'uso del nome Cornelius in virt della discendenza in linea materna da parte eW'Acilius Giabrio che fu consol nel 152, e dunque dell'esistenza, al principio del II seclo d.C, di Cornelii Prisci'. Per il De Rossi la Frisca a cui la chiesa dedicata senz'altro la moglie di Aquila; egli ipotizza perfino che ella fosse liberta degli Acilii Glabhones, forse della stessa Priscilla madre di Pudente che egli, come vedremo, considera eponima delle catacombe. II De Rossi infatti collega ad Aquila e Prisca sia la chiesa sull'Aventino (il titulus Priscae) sia il cimitero di Priscilla, quello dell'omonima catacomba. Sepolta nel cimitero di propriet della famiglia, Priscilla sarebbe abitata insieme con il marito in una casa concessale dagli stessi Glabriones ai quali era ritornata dopo la morte degli sposi nel cui sito sull'Aventino nel IV seclo sarebbe stata costruita una chiesa " . I rinvenimenti di vetri con effigi apostoliche presso S. Prisca conferm il De Rossi nella sua ipotesi che la chiesa sia fondata sulla casa dei due sposi ^^. Lo stesso De Rossi identifica gli Aquila e Prisca di cui il Liber Pontificalis (II 115-116 Duchesne) attesta che le reliquie furono trasferite sotto Leone IV (847-855) nella chiesa dei Quattro Coronati con i due sposi amici di s. Paolo e ipotizza che i corpi fossero trasferiti dalle suddette catacombe di Priscilla ^^ dove, come vedremo, furono effettivamente sepolti un Aquila ed una Prisca. Gi nel Liber del resto i due son identificati con i collaboratori di s. Paolo: Aquilae atque Priscillae, uti Actus Apostolorum testantur, quondam co-

' Prisque, col. 1883. '" Un Cornelius Pr/scus fu consol nel 103 e proconsole d'Asia nel 120-121. Sulla base delle precedenti considerazioni, il Leclercq conclude che possibile, ma non dimostrabile, una parentela tra gli Acilii Glabriones e i Cornelii Pudentes. " Ibid. e Priscilla e gli Acilii Glabriones, pgs. 131-133. " Della casa d'Aquila sull'Aventino, pg. 88. Tutte le attestazioni arclneologiche, iconografiche ed epigrafiche della connessione tra la chiesa di s. Prisca e la presenza di s.Pietro durante il suo soggiorno a Roma son tarde e prive di valore documentario; un capitello forse di poca antonina con un'epigrafe del Xll-XIII seclo: bactismu(m) s(an)c(t)i Petri; un mosaico della medesima poca situato almeno fino a guando la chiesa non fu restarala nel seclo scorso nella cripta della chiesa e raffigurante s. Pietro; un'epigrafe in versi scritta nel IX seclo sulla porta d'ingresso della chiesa che ricorda il presunto soggiorno di Pietro sull'Aventino ( l'iscrizione che abbiamo gi ricordato e che comincia con haec domus est Aquilae seu priscae virginis almae); un'epigrafe del XV seclo nel coro, a sinistra dell'altare; Montis Aventini nunc facta est gloria maior/ unius veri relligione Dei. / Precipue ob Priscae quod cerns nobile templum / quod priscum mrito par siib nomen habet. / Nam petrus id coluit populos dum saepe doceret, / dum faceret magno sacraque saepe Dea. / Dum quos Faunorum fontis deceperat error, I hic melius sacra purificaret aqua. Cfr. Leclercq, Prisque, coi. 1882. " G.B. D E ROSSI, Escavazioni cristiana" 1880, pg. 5 1 . e scoperte nel cimitero di Priscilla, "Bulletlino di Archeologia

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mitum Paul'r. evidentemente nel IX seclo, rinvenendo le epigrafi con i nomi di Aquila e Prisca, si pens clie fossero le due persone in questione. Questa identificazione pero non sembra poggiare su basi incontrovertibili. II diploma bronzeo di Corneliano non implica necessariamente ^'' che il titulus sanctae Priscae sia sorto nel IV sec. sulla dimora del Cornelii Pudentes del lli sec. e su quella, del i sec, di Aquila e Priscilla: nei documenti pi antichi, dal V airvill seclo, si parla per la chiesetta semplicemente di titulus sanctae Priscae, senza alcuna menzione di Aquila ^^ il cui nome compare solo successivamente, nella vita di papa Leone III (" 816) nel Liber Pontificalis (II 20 Duchesne), in un sermone de sanctis Aquila et Prisca, dove si sita suH'Aventino la loro dimora {cod. Vat. 1193), negli Atti di Prisca vergine e martire (/4y4SS, ian., II, 551-552) e in un documento tardo, datato dal medesimo De Rossi al XII seclo, che menziona la abbatia sanctorum Priscae et Aquilae, nonch neU'iscrizione databile secondo lo stesso ^^ all'VIII-IX seclo e posta suN'architrave della porta d'ingresso della chiesa suH'Aventino: haec domus est Aquilae seu Priscae virginis almae (ICVR II, 1, p. 443 n. 165). In quest'ultimo caso evidente la confusione tra Prisca sposa di Aquila e s. Prisca Vergine. A mi avviso opportuno estendere dunque l'indagine al campo agiografico e considerare la presenza di un'altra Prisca, non associata ad Aquila: come dicevamo, infatti, nei documenti pi antichi relativi al titulus Priscae non mai fatta menzione di Aquila. Ponte importante son ahora gli Acta Sactorum, 11, lulii, Venezia 1752, pp. 534-37, De SS aquila et Priscilla coniugibus, forte in Asia Minore, Sylloge Histrica, che pongono uno stretto lgame tra Aquila e Prisca, da un lato, e s. Prisca Vergine e Martire, dall'altro lato, distinguendo pero al contempo molto nettamente le due Sante omonime. Aquila e Prisca erano venerati a Roma da tempo antichissimo e gli Actus S Priscae virginis et martyris narrano come il corpo della beata Prisca Vergine, Martire nel III seclo sotto l'imperatore Claudio

" Come fa notare il Leclercq, Prsque, col. 1882. "' Nel 499: Dominicus presbyier lituli Sanctae Priscae {Monumenta Germaniae Histrica, Auct. Antiq., XII, p. 413 n. 45), nel 595: Maurus presbyter Sanctae Priscae: nel 7 2 1 : Joannes presbyter sanctae Romanae ecclesiae tituli Sanctae Priscae; nel 745: Dominicus humilis presbyter sanctae Romanae ecclesiae tituli Sanctae Priscae; n un'epigrafe del V sec: AVRelius TITuli PRISCAE e in una successiva: LOCVS ADEODATI PRESBYTERI TITVLI PRISCAE (L. Duchesne, Les titres prsbiteraux et les diaconies, Ml. d'Archologie et d'Histoire 7 (1887), p. 226). Anche il Liber Pontificalis sotto papa Adriano (772-795) parla solo di Prisca per I titulus e non di Aquila (I pg. 501 Duchesne); cfr. Leclercq, Prisque, col. 1885. "' Rispettivamente in Della casa d'Aquila suH'Aventino, pg. 45 e ibid.; Priscilla e gli Acilii Glabriones, p. 128.

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II, fu recato nella citt di Roma con inni e cantici spirituali nella Chiesa ciei ss. Martiri Aquila e Frisca. Dal documento risulta dunque che nel III seclo i due ritenuti martiri come abbiamo visto che li ritiene Giovanni Crisostomo erano gi venerati, che avevano una loro chiesa e che in questa la santa martire, forse in virt deH'omonimia, forse per un effettivo lgame familiare, venne tumulata: se la chiesa in questione , come sembra, quella deH'Aventino, parrebbe di dover supporre una sua duplica connessione con Frisca, da un lato con la moglie di Aquila, daH'aitro con la Vergine del III seclo. La notizia degli Actus risulta quindi armonizzatrice di due tradizioni, che collegano la chiesetta ciascuna con una delle due Frisca. Non possiamo tuttavia considerare gli Actus alia stregua di una fonte storica plenamente fededegna, cosicch non certo che la chiesa in cui s. Frisca Vergine fu recata fosse gi dedcala ad Aquila e Frisca, tanto pi che i riferimenti alia titolare della chiesa, come abbiamo visto, non menzionano mal Aquila fino a data tarda e che solo nella prima meta del IX seclo abbiamo notizia, come dicevamo, del trasferimento del corpi di un Aquila e di una Frisca nella Chiesa del Quattro Coronati; e non un caso che sia proprio a partir dal IX seclo che la chiesa di s. Frisca prende ad essere denominata di Aquila e di Frisca. I Bollandisti quindi giustamente distinguono in ogni caso la moglie di Aquila dalla vergine romana che pati martirio sotto Claudio 11 e la cui festa ancor oggi il 18 gennaio {AASS, lan., II, 551-552): sembra probabile che sia questa la Frisca cui va collegata la chiesa dell'Aventino. Dunque risulta problemtico istituire un lgame tra la Friscilla moglie di Aquila del titulus sanctae Priscae dell'Aventino, sebbene oggi l'identificazione del titulus con la primitiva dimora di Aquila e Frisca sia rivalutata da Giovanni Ricciardi, che ricorda come gli scavi condotti sul sito del titulus Priscae dal 1933 al 1966 abbiano portato alia scoperta di due case risalenti rispettivamente al II sec. d.C, con un mitreo, e al I d.C. ^^ Questo attesta indubbiamente Tantichit del sito e la sua importanza, e mostra come la chiesa della Frisca del III seclo sorgesse su edifici precedenti e non escluso in assoluto che uno potesse essere la antica casa di Aquila e Frisca, come sostengono gli Actus, ma non dimostra in alcun caso, a mi parare, che si debba necessariamante identificare il sito stesso con la domus ecclesiae del collaboratori di s. Faolo ^'^.

" S. FALASCA-G. RICCIARDI, O Roma Flix. Luoghi della memoria cristiana a Roma, Roma 1999, pgs. 27-28. "^ Vale anche la pena di ricordare a questo proposito che il C. Marius Pudens dell'epigrafe bronzea del III seclo reca lo stesso nome del senatore romano che secondo gli Atti apocrifi di s.

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3.

LE CATACOMBE DI PRISCILLA E GLI ACILII GLABRIONES

Sembra invece sicura la connessione tra le catacombe di Priscilla, da un lato, e gli Acilii Glabriones dall'altro, come ammette la Sordi ^^, seguita oggi dal Saxer, che sostiene ^: uno dei nuclei della catacomba omonima deve loro [se. agli Acilii Glabriones] senza dubbio la sua esistenza. Nella famiglia degii Acilii Glabriones in effetti il nome di Priscilla, eponima della catacomba, era frequente; esso compare molte volte nelle iscrizioni deil'ipogeo del cimitero detto appunto di Priscilla ^\ Tra le iscrizioni dell'antico ipogeo della necropoli priscilliana son individuabili infatti quelie di Acilia Priscilla clarissima {femina o puella) e di sua madre Aria Piarla Vera Priscilla, moglie di M' Acilius Glabrio, che fu consol per la seconda volta nel 186; attestata anche un'altra Priscilla, moglie di M' Acilius V..., nonch aitri membri della famiglia degli Acilii Glabriones ^^. Inoltre il nome di PnsClLLA ACILIANA si legge in un'iscrizione di Marino (CIL XIV 2484) e va collegato alia figlia di M' Acilius Glabrio consol nel 152 e marito di una Priscilla Vera secondo un'iscrizione di Pesare ^^ A conferma della persistente diffusione del nome Priscilla in queste catacombe, ancora nel V seclo, attestata epigrficamente nelle medesime catacombe priscilliane una Priscilla in un'iscrizione che cita un prefetto probabilmente identificabile con il celebre Anicius Acilius Glabrio Faustus, che fu prefetto di Roma ripetutamente sotto Valentiniano II e fu consol ordinario nel 438. Data dunque la costante presenza di donne di nome Priscilla tra gli acilii Glabriones sepolti in questo cimitero, non certamente necessario individuare nella Priscilla che da il nome al cimitero stesso la sposa di Aquila, n sembra possibile avvalersi dell'argomento della somiglianza del nome di Aquila, Aculas, con il gentilizio Acilius, talora invocata in favore del collegamento tra Aquila e Priscilla, da

Pietro avrebbe ospitato quest'ultimo nella sua dimora sul vicus Patricius, dove oggl sorge la chlesa di S. Pudenziana, alie falde del Viminale, vero che gli Atti apocrifi non son certo una fonte storica attendibile; essi tuttavia possono aver serbato, tra le molte fantasie di cui son infarciti, anche alcune notizie storiche, come ad esempio anche l'intervallo di anni tra la Crocifissione e l'inizio della predicazione: Sordi, / Cristiani, pg. 35. ' ' Sordi, // Cristianesimo e Roma, pg. 110. '"> Priscilla, col. 2905. 2' Su cui cfr. H. Leclercq, Priscille, cimetire de, in DACL, XIV, 1, Pars 1948, coll. 1799-1874. '" Questi i testi di alcune delle pi rilevanti attestazioni: ACILIO GLABRIONI Fi/10...; Manius ACILIVS V C V ... PRISCILLA . C t AKElAia; aKIMOC POYOINOC zHCHC EN SELl; KXa\)&\o\) AKElAlOY OYAAEKOY ... v e a N l I K O U ; aciLI. Marco AClLlo; cfr. H. Leclercq, Glabriones. in DACL, VI, coll. 1275-1270, rispettivam. nn. 5300-5305. " Cfr. Bullettino di archeologia cristiana 1888, pg. 42 sg.: il De Rossi, che ha studiato l'iscrizione, sostiene che gli Acilii Veri citati da noi alia nota precedente e i cui nomi son stati rinvenuti nell'ipogeo degli Acilii Glabriones son i figli di questa coppia, anche se secondo C.L. Visconti e H. Leclercq potrebbero essere anche i loro nipoti {cfr. Leclercq Priscille, col. 1808).

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Annotazioni Critiche su Aquila e Phscilla, il Titulius Priscae e le Catacombe...

un lato, e, dall'altro, il cimitero di Priscilla. Sotto il nome di Phscilla tale cimitero risulta gi menzionato pi volte nel pi antico catalogo dei cimiteri inserito nella Notitia e risalente almeno al V seclo (coemeterium Pscillae ad S. Silvestrum via Salaria). Situato al terzo miglio della Via Salaria Nuova, l'ipogeo fu oggetto di scavi e studT sistematici a partir dal seclo scorso con G.B. De Rossi. L'importanza di questi rinvenimenti risiede soprattutto nella data particolarmente alta in cui essi si possono coilocare, tra il primo seclo d.C. e la meta del secondo ^'*: certo, non sempre facile determinare la datazione precisa delle epigrafi cristiane (come quelle che recano le diciture Marcianus hic dormit in pace, oppure Caeiestina pax, o Zosime pax tecum, quest'ultima probabilmente gi di et damasiana, o una con il nome Terentius preceduto dal ctirismon, oppure ancora una che reca il pi antico esempio di A e W nell'epigrafia funeraha chstiana, con Modestina A W) 2 5 o, per converso, il carattere cristiano delle epigrafi pi antiche'^^,ma in alcuni casi sombra di poter disporre di alcuni punti fermi: ad esempio,

=" Per la cronologa delle vare part del cimitero cfr. Leclercq, Priscille. col. 1818. Scrveva gi l Duchesne, a pochi ann dalle esplorazion del cimitero: le cmetre de Priscille a contenu et conlent ancore, par centanes, des tombes dont le caracteres archologiques sont tels que nous n'hsitons pas les taire remonter au temps de saint Justin, d'Hermas, mme de saint Clment (L. Duchesne, Lettera a O. Marucchi, Roma, 12 luglio 1901, in Nuovo Bullettino di Arctieologa cristiana, 1901, pgs. 113-118). Lo stesso Duchesne era dubitativo riguardo all'opportunit di identificare la Priscilla delle catacombe con la moglie di Aquila, ma si avvedeva bene che non ne rimar e inficiata l'antichit del cimitero e il suo lgame con gli Acilii Glabriones: II faut, je crois, tre tres reserv l'endroit de conjectures qui rattacheraient la Priscille ponyme du cimetire la femme du juif Aquila [...] mais, ceci mis part, le cimetire de Priscille prsente une antiquit telle que son dveloppement connu n'est pas loin d'atteindre l'ge apostolique [ibid.). ^^ L'ultima un'iscrizione posta su un lculo e contrassegnata con il n. 10534 dal Leclercq, Priscille, col. 1824, che ne offre anche il disegno. Un'altra iscrizione trvala dappresso e dipinta in colore rosso, sempre in un lculo, suona; SPIRIfus tuus REQVESQVAT, mentre il nome del defunto andato perduto: certamente si tratta di un'iscrizione cristiana, ma non databile con precisione. Di estremo interesse son poi gli esemp di carmi epigrafici offerti dall'epigrafia priscilliana, in cui il carme di gape (s/f vestrae mentis gapes carae meminisse. / ut deus omnipotens Agapen in saecula servet) funge da modello per altri successivi, in particolare uno contenente il nome Marcia, cos come l'epitafio di Abercio fu modello per quello di Alessandro (per l'epitafio di Abercio cfr. eventualmente il mi L'epitafio di Abercio: uno status quaestionis e alcune osservazioni, in corso di pubblicazione su Aevum 2000). II Leclercq, Priscille, col. 1823 suppone anche che vi fosse un modello comune sia per l'epitafio di gape sia per quello di Marcia. Certamente cristiane ma difficilmente databili son poi le iscrizioni come MARCIANVS HIC / DORMIT IN PACE. ''<" Ad es. senz'altro del III seclo l'epigrafe EVSEBIAE FILIAE DVLCISSIMAE Quae VIXIT ANNIS / DVOBVS MENSE VNO DIEBVS XXIIII PARENTES, anche se non vi son elementi decisivi per poter affermare che si tratti di un'iscrizione cristiana; databile aH'ultimo quarto del II seclo un'epigrafe greca di cui anlogamente non si pu predicare il carattere cristiano: KHIA FOIBH / TH FILANDRW KA/PITWN O CUNBIOC / KAI EAUTW; della seconda meta del II seclo l'epigrafe presntala dal Leclercq sotto il n. 10532; AVRELIO BRACaro? filio? i du/c/sSIMO VENVSTVs pae/-? cfr. Leclercq, Priscille, coll. 1815-1817.

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stato rinvenuto uno stampo doliare dell'epoca di Antonino Pi. I simboli stessi qui attestati l'ancora, il pesce, la palma, le colombe, ma non ancora il monogramma di Cristo sembrano condurre ad una data alta, cos come le formule spes e pax tibi, ripetutamente present, e l'iscrizione TITVS FLA/VIVS FE/LICISSIMVS/ POSITVS EST, databile paleograficamente ed anche in base alia formula positus est, pi antica di depositio, agli inizi del II seclo. L'uso dei tria nomina sembra inoltre indicare che 1 1 defunto apparteneva alia famiglia imperiale dei Flavi, probabilmente era un loro liberto. Questo non sorprende, se si pensa che alia fine del I seclo in seno alia gens Flavia c'erano illustri Cristiani, come Flavio Clemente e Flavia Domitilla, condannati per Cristianesimo da Domiziano, contemporneamente ad Acilio Glabrione e con le medesime accuse di atesmo e devianza verso costumi giudaici. II particolare ha un'importanza capitale nel nostro discorso, come ora vedremo. Alcune iscrizioni cortamente cristiane son databili con sufficiente sicurezza, come quella del III seclo che presenta in cima una ghirlanda fiancheggiata da due colombe, una per lato, e recante la dicitura: SENTVS MERCVRIVS SIBI ET COIVGI SUAE / CENSORINAE AMANTIAE BENEMERENTI PACE ^\ Altri elementi datanti parrebbero venire dall'iconografia: le decorazioni pittoriche della cosiddetta capella Greca la fanno datare alia prima meta del II seclo ^^. Inoltre, un affresco di Maria con il Bambino sembra non posteriore ai primi Antonini e forse alquanto anteriore e databile comunque a prima della meta del II seclo ^^. Di poco pi tarda ma significativa appare la formula Deo bolente [sic] / Flix / Ampliatus, in cu! si trova un evidente adattamento della formula pagana diis volentibus e che sembra risalire al III seclo al pi tardl o piuttosto, secondo il Leclercq 3, al II. Per alcune iscrizioni antiche, in caratteri priscilliani e non lontane nel tempo da quella di Flix Ampliatus, nonostante la mancanza di formule esplicitamente cristiane, sembra molto probabile, in base ai nomi e ai contenuti, che siano di gente cristiana: in due infatti Paulus e Petrus son usati come cognomina e in una si loda che un giovane mor virgo (LVCRETIO PAV/o /nFANTI DvLCIS/SIMO QVI BIXIT AnNO UNO MENS/HI DIES XVI LVCRETIVS

" Cfr. Leclercq, Priscille. col. 1816. 2" H. Leclercq, Capella Greca, in DACL, ll.Paris 1924, coll. 2084-2216; Eiusd. Priscille, coll. 1812-1813 per la descrizione deW'atrium (contemporneo alia cappella stessa: probabilmente l'atrio accoglieva i fedeli e la cappella il clero) e dei rinvenimenti epigrafici quivi occorsi. L'analisi del Leclercq autorizza ad affermare quanto segu: ses fresques autorisent la dater de la premiare moiti du llme sicle, elle tait done de peu posterieure la regin cimtriale, de sorte que ce n'est pas le noyau du cimetire de Priscille, mais une annexe tres ancienne (Priscille, col. 1812). 2 3 Cfr. la tavola in DACL, II, Pars 1924, col. 2476, tavola fuori testo; Leclercq, Priscille, col. 1811. ^ Leclercq, Priscille (cimetire de), col. 1824.

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Annotazioni Critiche su Aquila e Priscilla, il Titulius Priscae e le Catacombe...

EVTYCHES/ ET LVCRETIA MAXIMILLA PARENTES; AVREL PETRO FIL/o/ DVLCSSIMO QVI yixitannos ... /MENS Vil VIRGO AUR M... / AEL DONATA PARENfes/ PELAGIORVM). Sembra assai probabile che 1 1 Cristianesimo sia entrato molto presto nella famiglia degli Acilii Glabhones, di cu! 1 1 primo Cristiano sembra essere stato il senatore messo a morte da Domiziano per costumi giudaici, atesmo e combattimento con le fiere e menzionato da Giovenale (saf. IV) ^\ da Suet. Dom. 10 e da Dio Cass. LXVIl 14: Baronio e Ruinart hanno interprtate per primi i'accusa di adesione a costumi giudaici, di atesmo e di combattimento con le fiere, che sottintendeva pratiche magiche, come una accusa di essere cristiano, prima ancora che G.B. De Rossi scoprisse nei 1888 l'ipogeo degli Acilii Glabhones nelle catacombe di Priscilla sulla via Salaria, anche se con iscrizioni del 1 1 1 1 1 seclo e non del I, come abbiamo visto ^^. Gli Acilii ivi contenuti son comunque discendenti di quello messo a morte da Domiziano e che era cristiano. Infatti, a conforma del cristianesimo dell'Acilio Glabrione condannato da Domiziano sembra deporre, accanto al tipo stesso di accuse con cui egli fu mandato a morte secondo Svetonio e secondo Dione Cassio, il fatto che la sua morte sia deplorata da Giovenale nella medesima stira in cui egli forse allude al supplizio che, sempre a Roma e sempre sotto Domiziano, ebbe a subir un altro Cristiano, s. Giovanni evangelista, e in cui alia fine adombra i Cristiani, non senza un certo distacco, nei cerdones che contribuirono alia fine di Domiziano ^^. Se dunque gi nei I seclo il Cristianesimo era presente con ogni probabilit nella famiglia degli Acilii Glabriones, nella cui propriet si trova il cimitero di Priscilla, sembra che i contatti tra gli Acilii stessi e la comunit cristiana di Roma vadano fatti risalire molto indietro nei tempo. Divengono allora significativi due dati: sotto il pontificato di Leone IV nei cimitero di Priscilla fu trovata una serie di tombe, fra cui que-

= " SuH'importanza della sat. IV di Giovenale come fonte si vedano A. Luisi, // rombo e la vestale, Bari 1998, e il mi La stira IV di Giovenale e il supplizio di s. Giovanni a Roma, di prossima pubblicazione su Gerin. ^* Cfr. G.B. De Rossi, L'ipogeo degli Acilii Glabriones nei cimitero di Priscilla, Bull. di Archeol Crist. 6 (1888-89). pgs. 15-66; 103-133; dubb son sollevati dal Leclercq, Prisque, col. 18883-84 Bibliotheca Sanctorum, X 1113-1114; Dictionnaire d'Archologie Chrtienne et de Liturgie I, 2854 2860; ibid. VI, coll, 1269-74; Dictionnaire d'Histoire et Gographie Ecclesiastique, I, 338-40; M Sordi, La persecuzione di Domiziano, Rivista di Storia della Chiesa in Italia 14 (1960), pgs. 7-13 P. Keretzes, The Jews, the Christians and the Bmperor Domitian, Vigiiiae Christianae 27 (1973) pgs. 1-28; A. Amore, / martiri di Boma, Bologna 1966, pgs. 50-66; P.-W., I, 1, 257; V. Saxer. Acilio Glabrione, in Dizionario Patrstica e di Antichit Cristiane, I, Csale Monferrato 1983, col. 36 '^ un'ipotesi che, sia pur con ogni cautela, ma comunque sulla base di molti indizi ricavabili dalla stira stessa, avanzo nei gi cit. La stira IV di Giovenale. ^^ Leclercq, Priscille, col. 1801.

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Ha di un certo Aquila e quella di una certa Frisca ^'^. Certamente la colncidenza dei nomi non probante, pero non escluso in linea assoluta che i due possano essere identificati con i collaboratori di s. Paolo. La loro sepoltura nel cimitero di Priscilla potrebbe suggerire un eventuale contatto, sin dall'inizio, tra i collaboratori di Paolo e la famigiia degli Acilii Glabriones che ben presto, sotto Domiziano, come probabilmente anche quella dei Flavii Clementes, avrebbe dato un senatore martire. Nel III seclo, poi, secondo il ms. di Epternach del Martyrologium Hieronymianum la Martire Prisca di cui abbiamo gi ricordato la notizia, sospetta, deila deposizione in una chiesa dedicata alia memoria di Aquila e Prisca fu sepolta sulla via Salaria e, secondo gii Itineraria, proprio al terzo miglio, dove si trovavano appunto le catacombe di Priscilla. Ma l'eponima delle catacombe stesse non probabilmente n la moglie di Aquila n la santa Martire: nel Liber Pontificalis, nella vita di papa Marcello, che visse al principio del IV seclo, si ricorda: rogavit quandam matronam nomine Phscillam et fecit cymiterium (Novellae) via Salaria: Marcello avrebbe sepolto il suo predecessore Marcellino nelle catacombe di Priscilla (Marcellus presbyter collegit noctu corpora et sepelivit in via Salaria in cymiterio Priscillae): sembra la prima volta che un papa viene sepolto in questo cimitero. L'eponima delle catacombe dunque una matrona romana, anche se non certo quella dell'epoca di Marcello, ma una ben precedente; secondo il De Rossi si tratta addirittura della madre del senatore Pudente, I medesimo che secondo ta tradizione avrebbe offerto ospitalit aH'apostoio Pietro e il cui ricordo associato ai figli Pudente, Pudenziana e Prassede ^^. Questa supposizione non sembra pero trovare elementi di sicura conferma; tuttavia appare probabile che l'eponima sia una delle matrone degli Acilii Glabriones, una famigiia in cui abbiamo visto frequente il nome di Priscilla. Dunque il cimitero di Prisca fu creato nei possedimenti degli Acilii, forse gi in et apostlica: non escluso che sia i collaboratori di Paolo sia soprattutto la Martire Prisca possano essere stati sepolti qui, nelle propriet dei nobili cristianizzati Acilii Glabriones. liarla Ramelli, via Guerra 2, 29100 Piacenza.

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G.B. De Rossi, Priscilla e g//Acilii Glabriones, Bull. Arch. Cristiana 1889, pgs. 103-133.

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