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TRIMESTRALE

IL MAGAZINE DI MANPOWERGROUP DI ECONOMIA E CULTURA DEL LAVORO

IL LAVORO SERVITO

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PREFAZIONE

Magazine

PROVINI DA COMPARSE
di Serena Scarpello
Direttore Responsabile LinC @ScarpelloSerena
Tutti si meriterebbero un padre come Checco. In Sole a Catinelle lattore interpreta lottimismo in persona, il lavoratore stanco che non si stanca mai di sorridere, che non perde la speranza nemmeno di fronte alla possibilit di essere licenziato.

LAVORO,

DARE TUTTA LA COLPA ALLA CRISI NON BASTA PI. DOBBIAMO SCENdERE dAL POdIO dEI PAESI PI TASSATI, dISOCCUPATI, ANALFABETI E METTERE IN dISCUSSIONE REGOLE CHE RENdONO dIFFICILE FARE IN ITALIA COSE CHE SONO SEMPLICI NEL RESTO dEL MONdO
le imprese, specie se piccole.

Le carenze del sistema lavoro in Italia si sono insinuate in tutto il processo che va dalla formazione, allorientamento, allinserimento dei giovani nel mercato del lavoro. I nodi da sciogliere sono tanti e vanno dal rapporto con i privati allassenza di servizi per

Le sale strapiene sono lespressione stessa di un Paese che ha voglia di tornare a sorridere e che da troppo tempo ormai non fa che demotivare anche i pi giovani. Giovani che ormai sono sempre pi guranti o comparse, per non dire s-comparse del mondo del lavoro: in Italia solo meno di due su dieci ha unoccupazione. Non solo. I pochi che ce la fanno si trovano poi a dover affrontare la giungla tutta italiana del mercato del lavoro che spesso li incastra in un limbo tra libert e dipendenza. C chi accetta in extrema ratio il contratto compromettente", che sotto il nome di progetto" in effetti sa di libert: dal momento in cui collabori" con lazienda non appartieni a nessuno. Questo non vuol dire necessariamente tifare per un posto sso", ma nemmeno che la terra insidiosa di contratti strani, come le nte partite iva", per dirne uno, sia la strada vincente. C poi chi limpresa se la inventa, perch deluso da quello che trova appena mette piede fuori dalla scuola. E qui, tanto di cappello. Peccato che l80% delle start up poi sia destinata al fallimento, a causa di tutte le difcolt legate al reperimento di nanziamenti dal mercato.

Basti pensare che la spesa italiana per i servizi al lavoro diminuita proprio in concomitanza con laumento della disoccupazione: in media intorno ai 600 milioni di euro, al di sotto non solo della Germania (8 miliardi) ma anche della Spagna (1 miliardo). Lo stesso Ministro del Lavoro Enrico Giovannini nel corso dellultimo vertice europeo sulloccupazione che si tenuto a Parigi e che il prossimo anno si sposter a Roma, ha sottolineato la necessit di far lavorare molto di pi i Centri per lImpiego. Dare tutta la colpa alla crisi non basta pi. Dobbiamo scendere dal podio dei Paesi pi tassati, disoccupati, analfabeti e mettere in discussione regole che rendono difcile fare in Italia cose che sono semplici nel resto del mondo. La ripresa del Paese dipende da tutto questo. LinC, alla vigilia del nuovo anno, ha scomodato economisti, politici, ma anche gente comune per scavare nel nostro tessuto sociale e cercare di spendersi sul lato delle soluzioni senza troppa nostalgia per il passato. Per ritrovare il sole a catinelle, appunto.

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PARLIAMO DI:

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PREFAZIONE

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LAVORO, PROVINI DA COMPARSE di Serena Scarpello

EDITORIALE

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VISIONI

UNA proposTa Fuori daGli scHemi di Stefano Scabbio

CONTROEDITORIALE come valoriZZare i cenTri per l'impieGo per meZZo del conTraTTo di ricollocaZione di Pietro Ichino CONTRAPPUNTI ServiZi al lavoro: una sToria di riForme di Michele Tiraboschi

modello olandese: eccellenZa in europa di Francesco Giubileo e Francesco Pastore L'INTERVISTA un lavoro soTTo l'alBero di Serena Scarpello

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ALTEREGO

MaTTeo renZi: Un NUovo ATTo" per il lavoro di Mario Benedetto

sQuinZi: daTeci un paese normale di Serena Scarpello INFOGRAFICA YOUTH GUARANTEE L'ANALISI domanda e oFFerTa, percH cos disTanTi di Flora Nascimbeni

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TRIMESTRALE

HR ALLO SPECCHIO

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l'eccellenZa si cosTruisce con il dialoGo di Stefano Glenzer INFOGRAFICA METEO LAVORO 1 TrimesTre 2014 Previsioni manpoWer sulloccupaZione in iTalia

IL MAGAZINE DI MANPOWERGROUP DI ECONOMIA E CULTURA DEL LAVORO

n. 4, Anno VI, Dicembre 2013

Presidente Stefano Scabbio Direttore Responsabile Serena Scarpello Comitato Tecnico Scientico Raffaele De Luca Tamajo, Gabriele Galateri di Genola, Beniamino Quintieri, Enrico Sassoon, Giulio Sapelli, Luigi Tivelli Caporedattore Daniela Caputo Hanno collaborato a questo numero Pietro Ichino, Michele Tiraboschi, Francesco Giubileo, Francesco Pastore, Mario Benedetto, Stefano Glenzer, Giuliana Grimaldi, Silvia Bordiga, Giuliana De Vivo, Antonio Angioni, Giuseppe Di Taranto Segreteria di Redazione ufcio.stampa@manpower.com Progetto graco, copertina e impaginazione Emporio Adv srl www.emporioadv.it Fotograe shutterstock.com

SOCIET E TERRITORI

L'OPINIONE

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lomBardia: concorrenZa privaTa puBBlicHe virT di Fausto Cassio TecnoloGia e FormaZione, la puGlia olTre la disoccupaZione di Marzia Bonetta

per Far FunZionare i CPI esTendiamo il modello lomBardia di Giuliana Grimaldi TALENTI D'ARTE

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COME MI RI-TAGLIO IL SUCCESSO di Serena Scarpello

INFOGRAFICA #LAVORO di S.S. LA LETTURA

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Distribuzione Distribuito in tutte le edicole italiane in allegato a Italia Oggi - Class Editori ManpowerGroup Via Rossini 6/8 20122 Milano www.manpowergroup.it
Tutti i diritti riservati. Nessuna parte di questo periodico pu essere riprodotta con mezzi graci e meccanici, quali la fotoriproduzione e la registrazione. Manoscritti e fotograe, su qualsiasi supporto veicolati, anche se non pubblicati, non saranno restituiti.

La nuova mappa del lavoro di Silvia Bordiga

HR TALENT I TALENTI VANNO COLTIVATI DALL'UNIVERSIT di Giuliana De Vivo

VOCI D'IMPRESA oliveTTi, l'eloGio della BelleZZa di Stefano Glenzer PUNTO DI VISTA l'evoluZione dell'ouTplacemenT di Antonio Angioni DIETRO LE QUINTE
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Registrazione Tribunale di Milano n. 620 del 16/10/2008


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QuesTion Time TalenTi di Giuliana De Vivo

POSTFAZIONE rispolveriamo il Binomio puBBlico-privaTo di Giuseppe Di Taranto


IL LAVORO SERVITO

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EDITORIALE

UNA PROPOSTA
di Stefano Scabbio
@StefanoScabbio

FUORI DAGLI SCHEMI


Presidente ManpowerGroup Italia e Iberia

Il Presidente del Consiglio, Enrico Letta, ha posto al centro dellazione dellEsecutivo per il 2014 il tema delloccupazione, specie quella giovanile. E non avrebbe potuto essere altrimenti, visto che la disoccupazione complessiva si colloca ben oltre il 12 percento (rispetto al 5,9 dellaprile 2007) mentre ancor pi grave il dato sulla disoccupazione under 25, che supera la soglia critica del 40 percento (40,4) in aumento di oltre 5,5 punti rispetto all'anno precedente.

La condizione dei giovani italiani risulta ancora pi drammatica se ufci con oltre 9.800 addetti totali tramite i quali oggi passa solo al dato relativo agli under 25 disoccupati accorpiamo quello degli il 2,7% degli avviati al lavoro complessivi, quindi non solo giovani oltre 2 milioni e 250 mila ragazzi under 30, che n studiano n (circa 35.000 nuovi occupati per anno) contrariamente a quanto lavorano (i cosiddetti NEET ). Si tratta di una vera e propria generaavviene negli altri Paesi europei. zione perduta, o per meglio dire abbandonata a se stessa da un ceto politico Inoltre, se diamo uno sguardo alla loro e da classi dirigenti che ad essa hanno produttivit che ci viene offerta da un LA MIA PROPOSTA dI PRIvATIzzARE rubato e continuano a rubare il futuro. interessante studio redatto da ConfarI SERvIzI AL LAvORO. QUESTA tigianato, si evince che ciascun addetto SOLUzIONE, PERMETTEREBBE Ma il quesito a questo punto : cosa pu del servizio pubblico gestisce laccesso di ALLO STATO dI RISPARMIARE dA fare il Governo, che gi ha varato incencirca 4 persone al mercato del lavoro in SUBITO I 460 MILIONI dI COSTO tivi opportuni per lassunzione di giovani un anno, 1 persona ogni 3 mesi. Si tratta dELLA STRUTTURA CHE vERREBBE disoccupati senza ottenere risultati sodovviamente di una media che evidenzia disfacenti, per favorire lavviamento al un forte divario di produttivit tra i Centri ASSORBITA dALLE AGENzIE PRIvATE lavoro dei giovani? per lImpiego a livello territoriale. E IMMEdIATAMENTE INSERITA Potrebbe sembrare unimpresa ciclopi stato evidenziato anche da un bellarACCRESCERE LA LORO PERFORMANCE ca, ma in fondo i numeri non sono cos ticolo di Sergio Rizzo sul Corriere della tragici, perch a quel 40 percento di Sera pubblicato il 23 novembre scorso, under 25 disoccupati corrisponde un come questo servizio costi alle casse numero di 667 mila giovani disoccupati, una massa che posdello Stato 464 milioni annui, pari a circa 13.000 euro per sinsibile aggredire se si varano politiche adeguate. golo avviamento al lavoro. Infine, il confronto europeo su dati Eurostat 2013 evidenzia anche che lItalia spende meno degli La prima e principale di tali politiche, a mio modo di vedere, rialtri Paesi europei per i servizi al lavoro (lo 0,03% del PIL). Il guarda i servizi di avviamento al lavoro, gestiti da quel vero e proconfronto impietoso, in Germania e Regno Unito lo 0,35% prio mistero che sono i servizi pubblici per limpiego, oltre 500 del PIL, in Francia lo 0,25% ed in Spagna lo 0,1%.

IN PROCESSI E PROCEdURE PER

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Magazine

Allora, risulta chiaro che una spesa pi bassa rispetto agli altri paesi coniugata con strutture meramente burocratiche, poco efcaci e scarsamente utilizzate dal sistema delle imprese un mix particolarmente problematico dovendo fare fronte ad una crescita drammatica della disoccupazione di lungo periodo (nellultimo anno i disoccupati di lungo corso sono saliti del 19,2%). Se non ci fossero le agenzie private per il lavoro a svolgere di fatto una funzione di supplenza, le cifre della disoccupazione, a cominciare da quella giovanile, sarebbero ben pi elevate. Infatti, la struttura privata dei servizi al lavoro intermedia oggi pi del 5,3% degli avviamenti al lavoro. Nel nostro paese purtroppo, la fanno ancora da padrone le raccomandazioni, le cosiddette conoscenze che rappresentano il 61% degli avvii al lavoro mentre il 24,6 avviato dalle banche dati aziendali, e questo ci fa capire come il livello della selezione sia inadeguato in una societ della conoscenza. D'altronde le ricerche che le agenzie o altri organismi periodicamente conducono dimostrano che ci che manca nel nostro mercato del lavoro la sintonizzazione tra offerta e domanda, e che, anche oggi, ci sono migliaia di gure professionali richieste dalle aziende che non vengono coperte, proprio perch non funzionano i servizi di orien-

tamento e di avviamento al lavoro. Una riforma, si badi bene, che non potr certo basarsi su nuove rigide burocrazie pubbliche, ma su un modello efciente che sia immediatamente operativo, e questo aspetto pu essere garantito solo dalle agenzie private, gi pronte a partire perch ogni giorno testano il mercato del lavoro e che ben conoscono tutti i vari aspetti dellavviamento, della selezione, della valutazione delle competenze e della formazione per generare davvero lavoro per i giovani (e non solo per essi). La mia proposta dunque quella di privatizzare i servizi al lavoro. Questa soluzione, peraltro adottata anche in altri Paesi virtuosi come lOlanda, permetterebbe allo Stato di risparmiare da subito i 460 milioni di costo della struttura che verrebbe assorbita dalle agenzie private e immediatamente inserita in processi e procedure per accrescere la loro performance. Questo potrebbe essere un bell'esempio di spending review. Solo cos si potr recuperare una generazione perduta e restituire un presente e un futuro ai giovani. Non perdiamo anche questa opportunit per diventare un paese moderno inserito nella societ della conoscenza: con migliori servizi al cittadino, e pi valorizzazione del merito.

CONTROEDITORIALE

COME VALORIZZARE I CENTRI PER L'IMPIEGO PER MEZZO DEL CONTRATTO DI

RICOLLOCAZIONE

di Pietro Ichino

Giuslavorista e Parlamentare @PietroIchino

Di una riqualicazione dei servizi pubblici per limpiego si parla ormai da trentacinque anni: fu del febbraio 1979 la prima presentazione, da parte del ministro del Lavoro pro tempore Vincenzo Scotti, del primo disegno di legge per la promozione di esperimenti-pilota per il miglioramento dellefcienza degli ufci di collocamento.

Da allora, nonostante i numerosi interventi legislativi susseguitisi, se si escludono pochi casi isolati, non si sono fatti dei passi avanti signicativi su questo terreno. Le esperienze di altri Paesi europei inducono a ritenere che lerrore consista nella pretesa di attribuire al servizio pubblico nel mercato del lavoro una funzione che esso per sua natura non pu svolgere nel modo pi efciente, o pu svolgere solo in piccola parte: la funzione di assistenza intensiva ai lavoratori che incontrano difcolt nellinserimento o reinserimento nel tessuto produttivo, di loro riqualicazione in relazione agli skill shortages che emergono nel mercato, di controllo sulla loro disponibilit effettiva, giorno per giorno, per tutto quanto necessario nel percorso verso linserimento effettivo. Una soluzione del problema pu essere cercata attraverso la sperimentazione da parte delle Regioni del contratto di ricollocazione: uno strumento modellato sulle migliori esperienze nord-europee, volto a coniugare efcacemente le c.d. politiche passive del lavoro (erogazione del sostegno del reddito) con le politiche attive

PIETRO ICHINO

(inserimento effettivo nel tessuto produttivo), attraverso un meccanismo che garantisca la condizionalit del sussidio erogato: quella condizionalit che in Italia non ha mai funzionato; e il cui difetto la causa principale della nostra incapacit di coniugare efcacemente politiche passive e politiche attive del lavoro. Il progetto, prevede lattivazione delle agenzie di outplacement private accreditate, in concorrenza tra loro, mediante voucher erogati dalla Regione e pagabili soltanto a seguito dellinserimento effettivo della persona interessata in un posto di lavoro. A proposito di questo esperimento stata espressa da qualcuno, anche allinterno dellattuale compagine governativa, la preoccupazione che esso possa tradursi in una morticazione del ruolo dei Centri pubblici per lImpiego gestiti dalla stessa Regione o Provincia. A chi manifesta questa preoccupazione facile obiettare che, per un verso, nessun Centro per lImpiego attrezzato per questo servizio di assistenza intensiva (tuttaltra cosa rispetto al puro e semplice servizio di collocamento tradizionale); per altro verso, lesperimento consente di fare del servizio pubblico uno snodo molto importante del nuovo

IL LAVORO SPIEGATO AI RAGAZZI Pietro Ichino


Mondadori, 2013

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Magazine

sistema, attribuendogli il ruolo di one stop shop, di informazione e orientamento per gli utenti (essenziale per la buona scelta da parte loro dellagenzia di cui avvalersi tra quelle accreditate), di classicazione degli stessi per grado di collocabilit (dal quale dipende lentit del voucher), di garanzia di trasparenza e di monitoraggio circa il successo delloperazione (dal quale dipende il pagamento allagenzia del voucher, che come si detto - si congura come un success fee). Daltra parte, in Italia le politiche passive del lavoro sono di competenza legislativa e amministrativa dello Stato, mentre quelle attive sono di competenza regionale; indispensabile uno strumento che consenta di coordinarle efcacemente, e il contratto di ricollocazione proprio questo. davvero sconcertante che lemendamento presentato da venti senatori alla legge di stabilit, mirato a promuovere questo esperimento regionale, sia stato respinto con la motivazione secondo cui se c disponibilit di denaro pubblico per i servizi nel mercato del lavoro, questo non deve essere investito sui servizi privati, ma solo sul servizio pubblico. Chi sostiene questa tesi non considera che il servizio non perde la propria natura pubblica per il fatto di essere svolto da agenzie private, quando queste operi-

IN ITALIA LE POLITICHE PASSIvE dEL LAvORO SONO dI COMPETENzA LEGISLATIvA E AMMINISTRATIvA dELLO STATO, MENTRE qUELLE ATTIvE SONO dI COMPETENzA REGIONALE; INdISPENSABILE UNO STRUMENTO CHE CONSENTA dI COORdINARLE EFFICACEMENTE, E IL CONTRATTO dI RICOLLOCAzIONE PROPRIO qUESTO

no alla luce del sole nellalveo di un programma pubblico e sotto il controllo pubblico. Fatto sta che nella legge di stabilit gurano stanziamenti per circa 800 milioni per le politiche del lavoro passive, ivi compreso il rinanziamento della cassa integrazione utilizzata impropriamente in sostituzione dellindennit di disoccupazione, e non stanziato neppure un euro per le politiche attive, che peraltro nonostante tutti gli impegni assunti dallItalia nei confronti della UE - non vengono neppure nominate.

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CONTRAPPUNTI

SERVIZI AL LAVORO: una storia di RIFORME


di Michele Tiraboschi
@Michele_ADAPT Direttore del Centro Studi Internazionali e Comparati Marco Biagi dellUniversit di Modena e Reggio Emilia

Per descrivere le ragioni di una riforma da tempo attesa, come quella dei servizi al lavoro, dovremmo partire dalle origini storiche e giuridiche, dal principio del monopolio pubblico delle fasi dellincontro tra la domanda e lofferta di lavoro. E da come questa visione pubblicistica ancora condizioni un mercato del lavoro dove il peso della regolazione pari al tasso di ineffettivit delle tante leggi che complicano il contatto tra imprese e lavoratori.
Signicativa, al riguardo, proprio la nota della Commissione Europea che nel sottolineare il ritardo di attuazione della legge Fornero evidenzia, tra le molte criticit della legge 92/2012, la mancata riforma dei servizi al lavoro. Basterebbe tuttavia leggere le poche righe che una regolazione imponente come quella legge Fornero dedica ai servizi al lavoro per accorgersi come ancora pochi siano i passi in avanti nel superamento del monopolio pubblico del collocamento. Assimilata la somministrazione di lavoro alla essibilit a margine del contratto a termine, la legge Fornero si occupa infatti unicamente dei servizi pubblici per limpiego dimenticando che, per il buon funzionamento del mercato del lavoro, non rileva la natura, pubblica o privata, degli operatori, ma la loro rispondenza a criteri di efcienza e trasparenza nellincontro tra la domanda e lofferta di lavoro. Nonostante i progressi compiuti con le leggi Treu e Biagi, che hanno superato il divieto di intermediazione privata, il principale problema dellincontro tra domanda e offerta di lavoro in Italia ancora oggi rappresentato dalla presenza di rigidit di legge a cui fa da contraltare una scarsa effettivit delle regole, come dimostra la diffusa presenza di operatori non autorizzati che concorrono ad alimentare una scarsa trasparenza del mercato del lavoro. Sono le statistiche ufciali a dirci che le assunzioni sono ancora oggi governate dalle reti informali e dalla conoscenza diretta (conoscenti/amici/fornitori) e solo marginalmente da operatori qualicati. Solo nel 6,5% dei casi avviene attraverso agenzie per il lavoro, scuole, universit e parti sociali e nel 3,9% dei casi attraverso i Centri per lImpiego (dati Isfol, 2011). Anche la performance del servizio pubblico comunque deludente: accanto a servizi efcienti e buone prassi persistono realt totalmente inadeguate. Dal confronto europeo, emerge una delle ragioni: la scarsa disponibilit di risorse economiche. Nel 2011 lItalia ha speso per i servizi pubblici per limpiego lo 0,032% del PIL, solo Ungheria e Romania

hanno speso meno, mentre la media europea al 0,235%, Germania e Olanda sono oltre al 0,3%, la Danimarca a oltre 0,5% del proprio PIL. Ovviamente non possibile reinserire i disoccupati nel mercato del lavoro se non c domanda di lavoro, che ritorner a crescere solamente quando crescer la domanda di beni e servizi. Per la stessa ragione sono poco efcaci le politiche messe in campo per diversi gruppi svantaggiati, tra cui giovani e donne. Gli incentivi economici alle assunzioni non sono efcaci appunto perch i datori di lavoro esprimono bassi livelli di domanda di lavoro. Inoltre, perch gli incentivi alle assunzioni siano efcaci dovrebbero concentrarsi su pochi target e non essere moltiplicati su tanti gruppi svantaggiati. La Commissione Europea sottolinea comunque il peggioramento dellincontro tra domanda e offerta di lavoro, che sembra per dipendere da un crescente skills mismatch. Questo fa comprendere come sia importante linvestimento sul capitale umano in termini di formazione e, in particolare per i giovani, la denizione di percorsi scolastici e corsi universitari che rispondano al fabbisogno professionale delle aziende, nonch adeguati percorsi di transizione scuola-lavoro, valorizzando lo strumento dellapprendistato.

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La Commissione propone, da anni, un modello di collaborazione tra pubblico e privato. quello della Legge Biagi, parzialmente attuato, che trova nellaccreditamento il principale strumento di incentivazione di tale collaborazione. Laccreditamento un provvedimento amministrativo mediante il quale le singole Regioni riconoscono a un operatore pubblico o privato lidoneit ad erogare i servizi al lavoro negli ambiti regionali di riferimento, consentendo anche lutilizzo di risorse pubbliche. Ci presuppone una partecipazione attiva dei soggetti accreditati alla rete dei servizi per il mercato del lavoro, con particolare riferimento alle attivit di incontro fra domanda e offerta. In unottica di complementariet, non devono necessariamente essere i servizi pubblici per limpiego gli unici soggetti abilitati a gestire ed erogare le misure e le politiche del lavoro denite in sede di programmazione regionale, ma anche altri operatori accreditati. Indipendentemente dalla disciplina di strumenti specici, sembra che il successo di questa operazione dipenda dalla concreta volont degli operatori di cooperare anche attraverso lo scambio di informazioni su posti vacanti o

sul mercato del lavoro, indicato anche a livello internazionale come la forma pi semplice di collaborazione tra pubblico e privato. Il problema rispetto a questi servizi non normativo ma economico, organizzativo e culturale. Le risorse sono scarse ed difcile realizzare interventi mirati e personalizzati, cos come dotarsi di personale adeguato. Daltra parte, molte Regioni e Province rinunciano a creare una vera rete di servizi pubblici e privati, che consentirebbe di ottimizzare le risorse sul territorio garantendo nel complesso servizi pi efcaci, soltanto per convinzioni ideologiche e culturali di primato del pubblico sul privato.

LA COMMISSIONE PROPONE, dA ANNI, UN MOdELLO dI COLLABORAzIONE TRA PUBBLICO E PRIvATO. qUELLO dELLA LEGGE BIAGI, PARzIALMENTE ATTUATO, CHE TROvA NELLACCREdITAMENTO IL PRINCIPALE STRUMENTO dI INCENTIvAzIONE dI TALE COLLABORAzIONE

MICHELE TIRABOSCHI

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CONTRAPPUNTI

MODELLO OLANDESE:
di Francesco Giubileo Ricercatore TopLegal @F_Giubileo e Francesco Pastore Seconda Universit degli Studi di Napoli
Lesempio pi limpido in Europa e non solo di gestione del collocamento al lavoro in un regime di quasi-mercato quello olandese. Si tratta di un regime innovativo ed efciente che ha raggiunto gli attuali risultati attraverso una serie di riforme che hanno inizio nel 1991. Il regime olandese un modello da seguire anche in questo: la capacit di auto-migliorarsi ed auto-riformarsi continuamente attraverso una serie di tentativi ed errori che lo portano a percorrere con coerenza ed efcacia strade nora inesplorate.

ECCELLENZA IN EUROPA

LEvOLUzIONE NORMATIvA
Nel 1991, si diceva, come in Italia si abolisce il monopolio pubblico, consentendo alle agenzie private di fornire i primi servizi per limpiego. Nel 1998, lambito privato si estende alle reintegrazioni. Nel 2002, lintera reintegrazione afdata a soggetti privati, data la riscontrata inefcienza del pubblico in questo campo. I fornitori privati sono individuati tramite procedure di evidenza pubblica. La stessa legge del 2002 opera una ristrutturazione amministrativa, chiudendo i centri locali a favore di un ente nazionale che gestisce il rapporto tra le autorit locali e le agenzie di erogazione dei sussidi. Laspetto forse di maggiore interesse del modello olandese che lorganismo pubblico non pu erogare direttamente i servizi di ricollocamento, ma tenuto ad acquistarli sul mercato privato tramite gare di appalto. Tale monopolio dei privati nellerogazione dei servizi, secondo i promotori della riforma, nalizzato a realizzare un risparmio sulla spesa sociale e favorire una maggiore competizione delle societ private in grado di stimolare il miglioramento della qualit dei servizi offerti. Le cose non sono subito andate bene e allinizio non si capiva perch. I costi erano ad esempio troppo alti. Dopo un po, per, si compreso che bisognava sottrarre al privato i clienti il cui collocamento pi facile e che avrebbero potuto fare a meno dei privati, con forte risparmio per lo Stato.

IL PROFILING E IL CONTROLLO dEI PRIvATI


Da qui anche lidea del proling, chiamata chance-meter che si basa sullassegnazione al disoccupato di un punteggio in base alle possibilit di reinserimento: pi questo alto, maggiori sono le politiche da adottare per la sua reintegrazione occupazionale. Chi capace autonomamente di individuare un impiego con il minimo supporto, inserito nel usso 1, mentre i soggetti incapaci di trovare uno sbocco professionale sono collocati nel usso 4; quelli che si trovano nei ussi 2 e 3 hanno bisogno di un periodo in cui ricevono diversa assistenza: presa in carico, colloquio e redazione del piano di reinserimento, fase diagnostica, rafforzamento della capacit lavorativa, collocamento e supporto nella fase di follow-up.

LASPETTO dI MAGGIORE INTERESSE dEL MOdELLO OLANdESE CHE LORGANISMO PUBBLICO NON PU EROGARE dIRETTAMENTE I SERvIzI dI RICOLLOCAMENTO, MA TENUTO Ad ACqUISTARLI SUL MERCATO PRIvATO TRAMITE GARE dI APPALTO

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Magazine

Ai soggetti del usso 4 offerta la possibilit di usufruire di pacchetti personalizzati di reinserimento. In questo contesto, quasi impossibile per lattore privato fare cherry picking degli utenti migliori. Inoltre, prevale il principio per cui il lavoro viene prima di tutto. Il parking combattuto facendo dipendere i pagamenti solo dai risultati (senza cura, non si paga). Il privato riceve il pagamento solo se la persona stata occupata in un posto di lavoro con una durata di almeno sei mesi. Ci sono poi bonus aggiuntivi per collocamenti rapidi e se il salario ricevuto riduce il ricorso a indennit e sussidi. Inne, allo scopo di disincentivare lattivit di gaming, unultima tranche di pagamento riguarda i servizi post-placement (pi lutente rimane nel mercato, pi soldi prende lagente delegato).

I RISULTATI
In realt, cherry picking, parking, gaming sono fenomeni circoscritti in Olanda, anche perch gli stessi fornitori di servizi sono consapevoli delle conseguenze di eventuali comportamenti opportunistici allinterno di una relazione principale agente. Per questo le agenzie private hanno creato unassociazione di categoria, denominata Boaborea, la quale stabilisce con il governo nazionale il prolo e i parametri dei contratti, oltre che farsi garante della qualit dellofferta. Tale associazione ha sviluppato un proprio marchio di qualit (keurmerk) per le societ afliate. I risultati sono oggetto di revisione indipendente per ogni societ due volte lanno. Nel caso in cui una societ non soddis uno degli indicatori, dopo il primo richiamo, deve provvedere il prima possibile a elaborare un piano di miglioramento, mentre il secondo richiamo comporta il ritiro del marchio di qualit al quale viene attribuita notevole importanza nei processi di aggiudicazione degli appalti, anche se non previsto come requisito ufciale. In media, da monitoraggi e valutazioni realizzate nel 2005, il 50% degli utenti che hanno preso parte ai programmi di ricollocazione sono rientrati nel mercato del lavoro e in generale il sistema in grado di offrire circa 95.000 posti di lavoro. Inoltre, da uno studio del 2008 il Contratto Individuale di Re-integrazione risulta essere lo strumento prevalente per il reinserimento nel mercato del lavoro (nel 2007, sei su dieci pacchetti avviati sono stati di tipo IRO) e nonostante sia pi costoso rispetto ai servizi tradizionali comunque pi utilizzato perch in grado di ottenere risultati pi efcaci ai ni del reinserimento al lavoro. Un contratto IRO pu durare no a due anni e per gli utenti che presentano maggiori difcolt pu arrivare no a 7.500 euro.

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L'INTERVISTA

INTERvISTA AL MINISTRO dEL LAvORO E dELLE POLITICHE SOCIALI ENRICO GIOvANNINI di Serena Scarpello
@ScarpelloSerena

UN LAVORO SOTTO L'albero


Caro Babbo Natale, vorrei tanto trovare lavoro.
Scommetto che questanno inizier cos la letterina sotto lalbero di tanti giovani italiani. Enrico Giovannini di certo non indossa il cappello rosso, ma da oltre 7 mesi porta quello di Ministro del Lavoro e delle Politiche Sociali. Oltre a tracciare un bilancio delle cose fatte, il Ministro elenca la sua lista dei buoni propositi per il 2014. Tra i punti da smarcare, la riforma dei Centri per lImpiego, destinata a fare i conti innanzitutto con londa inarrestabile della disoccupazione. Ministro Giovannini, la disoccupazione giovanile in Italia arrivata a livelli record. Quali sono le proposte del Governo per superare questa impasse? Siamo oltre la fase delle proposte. Molti provvedimenti per affrontare lemergenza della disoccupazione giovanile sono gi esecutivi. Il governo ha investito oltre un miliardo per favorire lingresso dei giovani, e meno giovani, nel mercato del lavoro. Si pensi agli incentivi alle imprese per lassunzione a tempo indeterminato di giovani tra i 18 e i 29 anni introdotti con il DL 76/2013, misura che da ottobre a oggi ha prodotto oltre 15mila domande relative a posti di lavoro stabili aggiuntivi. Abbiamo attivato incentivi per lassunzione delle donne e per gli over 50 che in pochi mesi hanno portato a 12mila nuove assunzioni. Sono stati inoltre stanziati fondi per nanziare tirocini, per incentivare lautoimprenditorialit e ci apprestiamo a dare attuazione al Piano Italiano per la Garanzia Giovani, il programma europeo che prevede che entro quattro mesi dalla ne del ciclo formativo ai giovani venga offerto un lavoro, un tirocinio o un corso professionalizzante. una sda che da solo il Governo non pu affrontare, ma necessita del sostegno responsabile di tutti i soggetti coinvolti: istituzioni, enti territoriali, imprese, associazioni, societ civile. Daltra parte, proprio queste iniziative, insieme alla ripresa economica, stimoleranno la partecipazione al mercato del lavoro di molti inattivi, aumentando, a parit di altre circostanze, il numero di persone in cerca di lavoro.

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dURANTE LULTIMA CONFERENzA SULLOCCUPAzIONE, HO ANCHE LANCIATO LIdEA dI UN PIANO STRAORdINARIO CHE CI CONSENTA dI RICOSTRUIRE IL CAPITALE UMANO dISTRUTTO dA ANNI dI CRISI, PREvEdENdO CHE GLI INvESTIMENTI IN TAL SENSO SIANO CONSIdERATI CON LA STESSA FLESSIBILIT dI BILANCIO OGGI CONCESSA PER GLI INvESTIMENTI INFRASTRUTTURALI

LAgenda per il 2014 cosa prevede? Tra le priorit, oltre a proseguire le azioni messe in campo con il Decreto Lavoro, c lattuazione alla Garanzia Giovani. Il Piano Italiano, che verr a breve inviato a Bruxelles, punta a favorire attivit di orientamento n dalla scuola media inferiore, a rafforzare la formazione e lalternanza scuola-lavoro nelle scuole medie superiori per migliorare loccupabilit dei giovani guardando alle reali esigenze del mercato. Inoltre, previsto il potenziamento dei servizi per limpiego ed una migliore collaborazione tra questi ultimi e le strutture private, al ne di favorire in tutti i modi lincontro tra domanda e offerta di lavoro. Il Piano complesso e ha una struttura che verr denita in dettaglio nei prossimi giorni. Lobiettivo di favorire lingresso dei giovani nel mercato del lavoro avvicinandoli il prima possibile alle imprese esistenti, ma anche stimolando lautoimprenditorialit.

Ha citato la Youth Guarantee, il programma Garanzia Giovani dedicato alla formazione e all'inserimento lavorativo degli under 25, di cui ha parlato anche nel corso del vertice sulloccupazione europea di Parigi del 12 novembre: siamo davvero vicini alla sua realizzazione? Loccupazione giovanile una priorit non solo per lItalia, ma per lintera Unione Europea. Nellultimo incontro con i miei omologhi europei ho ricevuto lapprezzamento per le misure nora messe in campo e la conferma che ci stiamo muovendo tutti nella stessa direzione. Tuttavia lemergenza tale da richiedere un impegno molto pi incisivo. Per questo durante lultima Conferenza sullOccupazione, ho anche lanciato lidea di un piano straordinario che ci consenta di ricostruire il capitale umano distrutto da anni di crisi, prevedendo che gli investimenti in tal senso siano considerati con la stessa essibilit di bilancio oggi concessa per gli investimenti infrastrutturali. In che modo agevolare il ponte tra i banchi di scuola e le aziende? Attraverso lorientamento, la formazione, gli stage e i tirocini. Lobiettivo far s che n dalla formazione scolastica i giovani inizino a costruire il proprio patrimonio di esperienze e competenze. Con il Ministro dellIstruzione stiamo lavorando per tracciare un percorso condiviso e gli ultimi dati sullalternanza scuola-lavoro sono molto incoraggianti: nell'anno scolastico 2012-13, oltre il 45% delle scuole superiori ha utilizzato l'alternanza scuola-lavoro per sviluppare le competenze previste dall' indirizzo di studi.

Vorrei segnalare che tra i vari progetti che il Ministero del Lavoro nanzia in corso il programma FIxO Scuola & Universit, portato avanti dallagenzia tecnica Italia Lavoro. Liniziativa aiuta le scuole secondarie superiori e le universit a realizzare e migliorare i servizi di placement per diplomati, laureati e dottori di ricerca. I Centri per lImpiego no ad ora hanno fatto orientamento e formazione, a costi elevati, ma poco sul fronte dellinserimento dei giovani nel mercato del lavoro. Ci sono delle novit sul ruolo che dovranno avere in futuro? La nostra idea di cogliere loccasione della Garanzia Giovani per potenziare, soprattutto sul piano qualitativo, i Centri per lImpiego e di farli funzionare in modo omogeneo su tutto il territorio nazionale, rafforzandone anche le relazioni con il sistema privato. In Italia abbiamo esempi di Centri che riescono a intercettare in modo efcace la domanda e lofferta di lavoro e altri che stentano a produrre risultati. Nel complesso siamo quindi molto indietro rispetto ad altri paesi, come Germania, Francia e Regno Unito, dove si investe molto di pi in termini di strutture e operatori addetti ad accogliere le esigenze di chi in cerca di occupazione. La differenza salta agli occhi se confrontiamo un paese che investe per questi servizi 5 miliardi di euro allanno, come la Germania, e uno che spende appena 700 milioni, come il nostro. Ci sono poi altri paesi, come la Finlandia e la Svezia, che vantano una tradizione di servizi per limpiego allavanguardia e sono quindi pi avanti di altri nella realizzazione degli obiettivi della Garanzia Giovani. Guardiamo a loro come esempi di buone pratiche, non necessariamente in termini quantitativi, cos come guardiamo alle esperienze gi esistenti nel nostro Paese per renderle patrimonio comune di tutti i territori.

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VISIONI

MATTEO RENZI: UN NUOVO "ATTO"

PER IL LAVORO
Governo Letta. Per me dice Renzi ci sono delle cose da fare subito: legge elettorale, risparmio di un miliardo di euro dei costi della politica, riforme e interventi per il lavoro.

di Mario Benedetto
@BenedettoMario

Al centro di dibattiti, promesse da destra e da sinistra, programmi e proposte, il lavoro resta tema allordine del giorno. Dal punto di vista tanto dei cittadini quanto, auspicando in qualche prossimo risultato, della politica.
Dunque, promesse ed iniziative da parte di tutto larco parlamentare, ma solo una persona a parlare di un Job act, vera e propria piattaforma di riforme per il lavoro. Matteo Renzi, il rottamatore arrivato alla segreteria del suo partito, continua a battere e battersi su questo tema, consapevole che riguardi il futuro di una popolazione afitta da un susseguirsi di notizie e vicende negative, bisognose di risposte immediate. Le ultime stime di Bankitalia parlano di una disoccupazione che nel 2014 arriver al 13%. Lennesimo dato per nulla confortante. Tutti parlano di lavoro, ma non bastano i convegni, bisogna avere il coraggio di cambiare il sistema della formazione, di ridurre il numero delle regole, approvare investimenti stranieri. Dichiarazioni di Renzi che fanno eco a quanto da lui affermato nelle battute dapertura dello scorso confronto con Gianni Cuperlo e Pippo Civati su Sky Tg24. Renzi, chiamato ad esprimere un giudizio sul Governo Letta, risponde richiamando tre punti: il primo ed il terzo riguardano rispettivamente il costo dello Stato che punterebbe a ridurre addirittura di un miliardo di euro e un minimo di speranza e di passione da ridare agli italiani. Renzi, in vista del semestre europeo gestito dal Governo Letta, chiede allo stesso di dare, in una fase in cui tutto sembra rassegnazione, unanima allEuropa, portandovi i nostri valori. Il secondo punto proprio quello relativo al lavoro ed ai servizi. Renzi molto sintetico e chiaro. Richiama il Job act, denendolo piano per il lavoro specicando che intende letteralmente scardinare il modello di questi anni, per poi citare esplicitamente alcune priorit: formazione professionale, Centri per lImpiego, poche regole ma chiare. Tema, quello del lavoro, gi al centro dellattenzione di Matteo Renzi. ancora vivo, infatti, il ricordo dei quattro impegni presi alla Leopolda: Italia, lavoro, Europa ed educazione. Faremo iniziative su ognuno di questi impegni ha assicurato Renzi alla sua kermesse, proponendo un patto: ci vediamo qui tra un anno e verichiamo cosa stato fatto sulle riforme. Lavoro sul quale Renzi torna il 3 dicembre, ospite della puntata di Piazza pulita su LA7: una delle tre tematiche, insieme a taglio dei costi della politica ed Europa, cui vincolata la ducia al

Su questo i toni sono assolutamente chiari e decisi. E non possono che incontrare un largo consenso tra una fascia di popolazione, purtroppo sempre pi ampia, che soffre lassenza di una politica gravemente carente in termini di approccio sia sistemico che programmatico, verrebbe da dire. Ma, come il sindaco di Firenze a pi riprese sottolinea, arrivato il momento di fare le cose. Comprese queste sulle quali la sua attenzione si sofferma con tanta, opportuna enfasi. Della formazione professionale Renzi ha dimostrato di avere unidea chiara: possiamo prendere a modello il lavoro della Germania che su questo fronte, dobbiamo ammettere, pi avanti di noi. Il modello della formazione professionale , infatti, totalmente da ripensare: investire su di esso signica investire sugli italiani, come ricorda uno slogan che campeggia sul suo sito web. Quello attuale un sistema formativo troppo spesso studiato non per chi deve essere formato ma per mantenere in vita le organizzazioni che programmano i corsi senza nessun benecio pubblico. Le risorse vanno concentrate sulle competenze tecniche ed artigianali che rappresentano la vera forza del modello produttivo italiano.

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Il tutto con un sistema di controllo che provi la coerenza tra la formazione impartita e sbocchi occupazionali effettivi, con la pubblicazione online di questi dati in modo che tutti possano conoscere i risultati del passato recente prima di scegliere un corso. Questo il Renzipensiero. Particolarmente attento allaccesso al lavoro dei giovani, delle donne, ma anche degli over 55. A vantaggio dei primi Renzi pensa di poter utilizzare le risorse derivanti dal taglio della spesa pubblica per garantire un bonus contributivo di mille euro lanno a tutti i nuovi contratti a tempo indeterminato. Per le donne, essendo la maternit una delle principali cause di abbandono del lavoro, Renzi pensa ad un piano asili nido che non solo migliori lo sviluppo cognitivo dei bambini ma riduca fortemente il tasso di abbandono del lavoro delle mamme. Valutando, in funzione delle risorse disponibili, la detassazione selettiva dei loro redditi. Lobiettivo il raggiungimento del tasso di occupazione femminile del 60%. Per gli over 55, inne, il neo-Segretario del PD sottolinea la necessit di consentire lintreccio tra lavoro parziale e pensionamento parziale, essibilizzazione dellet pensionale secondo il modello svedese, forte incentivazione economica dellassunzione dei sessantenni, promozione della domanda di servizi che valorizzano la loro esperienza. Azione altrettanto convinta anche sul fronte dei centri per limpiego. In Germania ha dichiarato Renzi a proposito il 13% di coloro che entrano in un Centro per lImpiego trova lavoro. Da noi, invece, solo il 3% perch si pensa che si possa lavorare grazie a raccomandazioni. Voglio un Paese diverso, per questo anche i centri delimpiego vanno rivoluzionati, guardando a casi come quello svedese (che arrivano a dare lavoro a 41 utenti su 100) ed inglese (che raggiungono i 33 su 100).

Tutto questo passa necessariamente secondo Renzi attraverso la semplicazione delle regole del gioco. Sono troppe duemila norme, con dodici riviste di diritto del lavoro e con un numero di sindacati e sindacalisti senza eguali in nessun Paese occidentale recita un recente documento. Per quanta ducia possa essere riposta nei leader del presente e del futuro, tra cui Renzi gura senzaltro, necessaria la consapevolezza che le trasformazioni dovranno passare per un momento di concreta condivisione e concertazione tra popolo, istituzioni, politica e tutto ci che societ. Il vero progresso per questo Paese sar, in una parola, reso possibile da un nuovo e responsabile approccio culturale. Da parte di tutti, anche di Renzi.

IL MOdELLO dELLA FORMAzIONE PROFESSIONALE , INFATTI, TOTALMENTE dA RIPENSARE: INvESTIRE SU dI ESSO SIGNIFICA INvESTIRE SUGLI ITALIANI

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ALTEREGO

DATECI UN PAESE NORMALE

SQUINZI:
di Serena Scarpello
@ScarpelloSerena

Dateci un Paese normale e vi faremo vedere cosa siamo capaci di fare. Con queste parole il Presidente degli Industriali, Giorgio Squinzi, chiude il suo discorso a Pescara, in occasione della convention annuale di Conndustria Abruzzo, dal titolo Ora Ripartiamo". E per ripartire secondo Squinzi necessario oggi pi che mai concentrarsi su due parole magiche": famiglia e lavoro.
LItalia in ritardo su tanti, troppi fronti, e anche se alcuni segnali positivi stanno arrivando, non dimentichiamoci che per esempio da aprile 2008 abbiamo perso il 25% della produzione industriale. Non possiamo accontentarci di una ripresa debole o incerta, dobbiamo fare scelte di sistema ben precise che riguardano lefcienza amministrativa, il costo del lavoro, il sco, il credito, il collegamento tra scuola e lavoro. Gli ultimi dati del Centro Studi di Conndustria scattano una fotograa del Paese ancora in affanno nel 2014, con leuro pi forte del previsto, la minaccia di deazione e la restrizione del credito, appena attenuata dal parziale pagamento degli arretrati della Pubblica Amministrazione. Si legge nellanalisi mensile del mese di novembre: La legge di stabilit presentata dal Governo fa molto poco per rimettere al centro lindustria e rilanciare lo sviluppo. Dal passaggio parlamentare pu perno uscire indebolita, come ha correttamente sottolineato anche la Commissione Europea, in quello che dovrebbe essere uno dei capisaldi della politica economica per il Paese: taglio del cuneo scale a benecio delle imprese manifatturiere, oltre che dei lavoratori. Senza questa chiave di volta quindi vano attendersi rapidi progressi nel ritmo di marcia del Pil e, quindi, nella creazione di occupazione, la quale peggiora pi in fretta di quel che era temuto e che le statistiche provvisorie lasciavano intravedere. E la disoccupazione giovanile rappresenta il vero incubo dellItalia, come ha recentemente detto il Primo Ministro Enrico Letta. Secondo Squinzi rischiamo di perdere una o due generazioni di giovani, abbiamo gi raggiunto un tasso di disoccupazione giovanile che supera ormai il 40%. Tanti giovani non trovano lavoro e tanti altri hanno smesso di cercarlo. E lancia un monito al Governo: Il Paese ha tutti i fondamentali e le capacit per restare in serie A, ci sono per misure da prendere, e la mia raccomandazione di prenderle subito, non possiamo continuare a perpetuare quello che stato fatto per molti anni.

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IL PAESE HA TUTTI I FONdAMENTALI E LE CAPACIT PER RESTARE IN SERIE A, CI SONO PER MISURE dA PRENdERE, E LA MIA RACCOMANdAzIONE dI PRENdERLE SUBITO, NON POSSIAMO CONTINUARE A PERPETUARE qUELLO CHE STATO FATTO PER MOLTI ANNI

E a dirlo uno che alla Serie A ci abituato: Noi (Mapei, ndr) per 9 anni siamo stati la prima squadra di ciclismo al mondo e la squadra che ha vinto di pi nella storia del ciclismo. Continua: Adesso ci siamo dedicati al calcio, acquistando il Sassuolo nel 2004. Il distretto della ceramica di Sassuolo stato fondamentale nel processo di internazionalizzazione, quindi era un debito di riconoscenza. LXI giornata della Ricerca e dellInnovazione, lo scorso 21 novembre, diventata loccasione per riportare lattenzione su questi temi e metterli al centro della politica di crescita del Paese, per valorizzare l'industria quale motore di sviluppo e di eccellenze, e per valorizzare la gura del ricercatore, con lobiettivo di creare opportunit di qualit. Tutto questo in un parterre deccezione, lo studio di Porta a Porta, che ha visto tra i presenti anche il Ministro dellIstruzione, Universit e Ricerca, Chiara Carrozza. Lo stesso Squinzi ha creduto nella ricerca quale motore di crescita nella sua esperienza personale: Dietro questi successi sportivi c anche la ricerca: vista la nostra presenza nel mondo del ciclismo avevamo pensato di creare un centro di ricerca sullo sport che abbiamo mantenuto anche quando siamo usciti dal ciclismo e che in questi anni si specializzato nel calcio, tra le altre cose. Le tre squadre che abbiamo seguito, attraverso speciche metodiche di allenamento, e con lo scopo di ottimizzare le prestazioni di tutti i giocatori, hanno ottenuto ottimi risultati. Lanno scorso abbiamo vinto tre campionati: la Juventus in serie A, il Sassuolo in serie B e il Monaco nella serie B francese.

Lallenamento nello sport tutto, cos come la formazione nel lavoro. Il passaggio successivo per pieno di criticit: il lungo ponte tra i banchi di scuola e le aziende va accorciato. In modo particolare, sottolinea Squinzi, io ho in mente come modello quello dellapprendistato tedesco, che poi non era altro che quello a cui ci siamo ispirati in Italia. Pensiamo per esempio alle grandi scuole dei periti, dei ragionieri, che cerano negli anni 50, 60, anche 70. Dobbiamo andare a riscoprire il modello che una volta ci apparteneva, e creare un collegamento pi diretto tra i paesi. E proprio guardando gli altri possiamo vedere che alcuni programmi dedicati ai giovani e al loro ingresso nel mondo del lavoro gi funzionano. Nel corso dellultimo vertice sulloccupazione europea il Ministro del Lavoro Enrico Giovannini tornato con convinzione sul tema della Youth Guarantee . Secondo Squinzi il punto che questi stanziamenti a livello europeo poi si disperdono in mille rivoli e non si sa poi se effettivamente incideranno sulla realt. Per la ripresa delloccupazione va favorito lincontro tra domanda e offerta di lavoro e loccasione del piano straordinario per i giovani non va assolutamente persa. Conclude: Il piano gi funziona in altri Paesi europei, e lItalia pu prendere esempio per rendere pi efficiente i nostri servizi per limpiego, favorendo forme di collaborazione tra pubblico e privato e ampliando la sfera di azione delle agenzie private.

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YOUTH
Cos COME

LA GRANDE OCCASIONE PER IL FUTURO DEI GIOVANI ITALIANI

GUARANTEE
IL PIANO EUROPEO PER LA LOTTA ALLA DISOCCUPAZIONE GIOVANILE PER PREVENIRE GLI ABBANDONI SCOLASTICI E PROMUOVERE L'INSERIMENTO PROFESSIONALE
GARANTENDO CHE ENTRO 4 MESI DALL'INIZIO DELLA DISOCCUPAZIONE O DALL'USCITA DAL SISTEMA D'ISTRUZIONE OGNI GIOVANE FINO AI 25 ANNI D'ET RICEVA UN'OFFERTA QUALITATIVAMENTE VALIDA DI LAVORO, PROSEGUIMENTO DEGLI STUDI, APPRENDISTATO O TIROCINIO

PERCH

IN ITALIA

LINVESTIMENTO: 500-600 MILIONI DI EURO GLI INTERESSATI: 300-400 MILA GIOVANI LOBIETTIVO: LAVORO A 100 MILA GIOVANI

CHI SVOLGE LE ATTIVIT?


IL MINISTERO PROPONE DI LASCIARE ALLE REGIONI LA RESPONSABILIT NELLA SCELTA TRA MONOPOLIO PUBBLICO E INTEGRAZIONE CON IL PRIVATO

AI

550

CENTRI PER L'IMPIEGO

SI PU AGGIUNGERE LA COLLABORAZIONE DI

2500

AGENZIE PER IL LAVORO

AZIONI PERSONALIZZATE PER I GIOVANI


INSERIMENTO LAVORATIVO APPRENDISTATO IN ITALIA O ALL'ESTERO TIROCINIO SERVIZIO CIVILE ISTRUZIONE O FORMAZIONE SPECIALIZZATA AUTOIMPRENDITORIALIT

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L'ANALISI
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INTERvISTA A RAFFAELE MINELLI, PRESIdENTE dELLIRES (ISTITUTO RICERCHE ECONOMICHE E SOCIALI)


I Centri per lImpiego non funzionano, e il punto di incontro tra domanda e offerta praticamente debolissimo in Italia.
Inizia cos lintervista a Raffaele Minelli, Presidente dellIres, lIstituto Ricerche Economiche e Sociali. Minelli inoltre ha diretto l'INCA, lIstituto Nazionale Confederale di Assistenza, che ha la mission di difendere i diritti dei lavoratori, e di contribuire a riformare la legislazione sociale per realizzare un sistema di protezione basato sui principi di uguaglianza e libert. Queste due esperienze gli offrono il termometro della situazione attuale del mondo del lavoro e il sentiment dei lavoratori stessi, costretti a rincorrere un sistema complesso che spesso non funziona. Presidente Minelli, quali sono le criticit maggiori che un giovane incontra quando si affaccia al mondo del lavoro? A mio parere il problema pi grave che il punto di incontro tra domanda e offerta debolissimo. Abbiamo recentemente fatto unanalisi in cui si dimostra che per i Centri per lImpiego passa una minoranza esigua dellincontro tra domanda e offerta, parliamo di percentuali al di sotto del 5%, quindi praticamente inesistente. In pi c una situazione pi complessiva secondo noi, che la punta di un disagio occupazionale che sta crescendo tra chi lavora. Afanco allenorme numero di persone che cercano lavoro, e in questo come sappiamo in Italia i giovani disoccupati hanno raggiunto percentuali record a livello europeo, c il disagio crescente di chi lavora, perch ormai circa 4 milioni di persone sono state costrette a passare da tempo pieno a part time o ad accettare il tempo determinato. La situazione quindi di sofferenza molto ampia. Perch la domanda continua a scendere? La domanda cala perch non c lavoro, ma ancora di pi perch manca una politica adeguata per trovare lavoro. Tra larea della sofferenza e del disagio occupazionale oggi contiamo 9 milioni di persone che in pratica hanno visto calare drasticamente il loro reddito. Basterebbe pensare che ancora adesso la cassa integrazione sta circolando a 90 milioni di euro al mese e che arriveremo a ne anno ad 1 miliardo di ore di cassa integrazione, il che signica che ci sono circa 500 mila persone che ogni anno perdono circa 6.000 euro. Un programma come quello della Youth Guarantee, su cui recentemente tornato il Ministro del Lavoro e delle Politiche Sociali Enrico Giovannini, va verso la giusta direzione? Sicuramente, ma mi lasci aggiungere che a mio parere del tutto insufciente. Entro la primavera del prossimo anno nalmente il vertice sulloccupazione europea arriver a Roma, dove non si parler solo di noi ovviamente, ma in cui probabilmente emergeremo in senso negativo. Dovremmo iniziare a mettere al centro sul serio le politiche dello sviluppo. Pensare di sfruttare meglio le opportunit date dai fondi strutturali che malgrado gli interventi dellex Ministro per la coesione territoriale del governo Monti, Fabrizio Barca, ancora mostrano gravi lacune. Noi stiamo ancora al 40% dellutilizzo di queste risorse e se continuiamo cos rischiamo addirittura di perderle. Con tutti i tagli che ci sono sui trasferimenti agli enti locali gli investimenti purtroppo non sono pensabili. Anche per il prossimo ciclo secondo noi bisogna avere la capacit di spesa

DOMANDA E OFFERTA, PERCH cos DISTANTI di Flora Nascimbeni


per evitare appunto che le risorse non vengano utilizzate nel modo giusto. Quali sono i passi necessari per ripartire? Secondo me bisogna rivedere tutta la riforma del mercato del lavoro, perch al di l di quello che ancora manca sul fronte del collegamento tra il mondo della formazione e quello del lavoro, il nostro mercato del lavoro ormai tra i pi sregolati, abbiamo un livello di precariato che sembra inarrestabile. Non dobbiamo insistere sulla deregolamentazione. La stessa impresa non ci chiede ulteriore elasticit. Non abbiamo pi sentito parlare di articolo 18 dalle imprese, forse perch dobbiamo ripartire dal funzionamento del punto di incontro tra domanda e offerta. Il sistema professionale, nalmente per la prima volta questanno, ha visto invertita la tendenza per cui si partiva dai tagli alla formazione. Ma si tratta ancora di piccole cose, serve molto di pi.

RAFFAELE MINELLI

AFFIANCO ALLENORME NUMERO dI PERSONE CHE CERCANO LAvORO, E IN qUESTO COME SAPPIAMO IN ITALIA I GIOvANI dISOCCUPATI HANNO RAGGIUNTO PERCENTUALI RECORd A LIvELLO EUROPEO, C IL dISAGIO CRESCENTE dI CHI LAvORA, PERCH ORMAI CIRCA 4 MILIONI dI PERSONE SONO STATE COSTRETTE A PASSARE dA TEMPO PIENO A PART TIME O Ad ACCETTARE IL TEMPO dETERMINATO

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HR ALLO SPECCHIO

L'eCCEllenza si costruisce

CON IL DIALOGO

di Stefano Glenzer
@glenzers

Il richiamo arrivato puntuale, la nota sul registro pure, ma i provvedimenti non sono ancora sufcienti per far fronte alla situazione.
Il governatore della Banca dItalia Ignazio Visco a settembre ha parlato di analfabetismo funzionale degli italiani, che possiedono competenze inadeguate perch il livello di istruzione dei giovani ancora distante da quello degli altri Paesi avanzati. In Italia studiare conviene meno: per i laureati tra i 25 e i 39 anni, la probabilit di essere occupati pari a quella dei diplomati, il 73% secondo una ricerca Eurostat.

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La crescita dellItalia legata al sistema scolastico: per non perdere altra competitivit e colmare il gap con lestero necessario che aziende e universit condividano un percorso comune. Qualcosa inizia a muoversi sottolinea Nicoletta Botti, Recruiting Solutions Manager in Monster. Abbiamo avviato delle partnership molto forti con le universit per dialogare direttamente con i ragazzi e con le imprese. Il problema degli atenei in Italia la pesantezza burocratica, rispetto al nord Europa pi difcile organizzare questo tipo di percorso. Da qualche anno la collaborazione diventata pi stretta, ma Botti ammette che ci sono state alcune criticit da risolvere: abbiamo un progetto che si chiama Monster University Tour, attivo dal 2005, unattivit iniziata con molta fatica. Siamo andati dai principali atenei italiani dicendo vi interessa se parliamo con i ragazzi per spiegare loro come si costruisce un curriculum vitae, come si affronta un colloquio, come si cerca una opportunit di lavoro?. Ora, dopo tanto lavoro, un appuntamento quasi istituzionale nei principali atenei e ci stiamo allargando anche alle universit minori, in totale ogni anno sono previste circa trenta tappe in tutto il Paese. Un bacino di utenza importante e una partita nella quale vincono tutti: studenti, universit, aziende. Da anni collaboriamo con le universit spiega Elena Stillavato, People Director Italy di Anheuser-Busch InBev Italia. Abbiamo progetti con programmi specici: in determinati periodi dellanno andiamo nelle facolt e al termine presentiamo il nostro Global Management Trainee Program: un percorso di dieci mesi di training in Europa per i giovani, che possono seguire tutti i progetti e tutti gli aspetti del nostro business. In Italia non sempre abbiamo la possibilit di assumere, per abbiamo un forte contatto con le universit e valutiamo proli potenziali, non solo candidati

NICOLETTA BOTTI

ABBIAMO AvvIATO dELLE PARTNERSHIP MOLTO FORTI CON LE UNIvERSIT PER dIALOGARE dIRETTAMENTE CON I RAGAzzI E CON LE IMPRESE. IL PROBLEMA dEGLI ATENEI IN ITALIA LA PESANTEzzA BUROCRATICA, RISPETTO AL NORd EUROPA PI dIFFICILE ORGANIzzARE qUESTO TIPO dI PERCORSO

Monster Italia srl la filiale italiana di Monster Worldwide. Dal web al mobile al social, aiuta le aziende a trovare i migliori talenti grazie a soluzioni su misura e utilizza la tecnologia pi avanzata al mondo per mettere in contatto candidati e offerte di lavoro nel modo pi efficace. Con una presenza globale in oltre 40 Paesi, Monster mira a mettere in contatto le aziende con i candidati pi qualificati a tutti i livelli, su base globale. Attraverso i suoi siti on line e i suoi servizi, Monster in grado di fornire unaudience vasta e altamente segmentata.

NICOLETTA BOTTI
Laureata con lode in Psicologia del Lavoro e delle Organizzazioni, Nicoletta Botti stata ricercatrice presso la "Management School" di Lancaster su un progetto sulle metodologie di valutazione del potenziale e Assessment Center. Membro EAWOP (European Association of Work and Organizational Psychology), si tiene in costante aggiornamento sull'evoluzione del web e dei social media applicati alle tecniche e metodologie della ricerca e selezione. Focalizzata sull'innovazione, ha sviluppato una nuova metodologia di ricerca denominata Web-HeadHuntig (ricerca diretta sul web), dopo il suo ingresso nel 1999 in Jobpilot. Ad oggi ricopre il ruolo di Recruiting Solutions Manager in Monster.it.

con esperienza. In genere partiamo con uno stage, poi si passa a un contratto a tempo determinato e, spesso, si arriva allindeterminato. Questo rapporto con gli atenei fondamentale, perch poi loro ci segnalano proattivamente i proli pi adatti per quello che proponiamo. Tuttavia, per formare in modo adeguato i ragazzi necessario intervenire prima del percorso universitario, con aziende e scuole che condividono un programma di crescita per insegnare agli studenti come mettere in pratica la teoria appresa negli istituti. In Germania ho visto questi corsi di formazione che portavano i giovani nel mondo del lavoro spiega Stillavato. Alla luce delle statistiche che mostrano quanti ragazzi lasciano luniversit dopo il

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HR ALLO SPECCHIO

primo anno, credo sia necessario intervenire prima: in un colpo solo riusciremmo a soddisfare le esigenze del mercato e degli studenti, oltre a ottenere un rapporto pi equilibrato tra il numero degli iscritti alle facolt e quello dei laureati. Dopo listruzione, nella visione di Botti un altro tassello da incastrare nel processo di miglioramento del mercato del lavoro sono i Centri per lImpiego: dobbiamo cominciare a farli funzionare, sono le macchine pi importanti che

abbiamo. In altri Paesi, come la Francia o tutto il nord Europa, i Centri per lImpiego sono un ore allocchiello del panorama nazionale, allestero le persone in cerca di occupazione si rivolgono a loro. Linnovazione parte da questo punto di incontro. Se dovessi investire un budget per rimettere in moto il mercato del lavoro lo utilizzerei per questi centri, per la formazione delle persone che lavorano al loro interno, cos da entrare in contatto con le aziende e supportarle.

Strutture che hanno numerosi problemi, soprattutto se confrontate con il servizio offerto dai privati, e le aziende lo rilevano subito. Monster nota spesso che la maggiore difcolt la farraginosit organizzativa e la poca rapidit nella risposta osserva Botti, anche per una questione tecnologica: ormai tutte le aziende sono abituate a lavorare velocemente con lonline, dove ogni passaggio immediato. Poi c la scelta della prequalica del candidato, fatta in maniera non precisa come

avviene con le societ private, servirebbe una maggiore preparazione degli operatori che si occupano della valutazione e del collocamento, devono essere pi precisi nella selezione delle competenze richieste dallazienda. Proprio lutilizzo della tecnologia fondamentale per avvicinare aziende e persone in cerca di lavoro, un sistema che potrebbe venire sfruttato anche dalla pubblica amministrazione. Utilizziamo molto lemployer branding,

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IN ITALIA ABBIAMO UN OTTIMO METOdO E OTTIMI dOCENTI, MA PI SI ALzA IL LIvELLO E PI BISOGNA MOTIvARLI A dARE IL MASSIMO, LA vALUTAzIONE dELLENGAGEMENT CHE UTILIzzIAMO CON I NOSTRI dIPENdENTI dOvREBBE ESSERE UTILIzzATO ANCHE CON I PROFESSORI

Anheuser-Busch InBev Italia S.p.a. distribuisce un ampio portafoglio di marchi internazionali di birra in Italia, fra i quali Becks, Bud, Stella Artois, Leffe, Hoegaarden, Tennents Super, Spaten e Franziskaner. Filiale di Anheuser-Busch InBev, quotata in borsa (Euronext: ABI), ha sede a Leuven, Belgio (NYSE: BUD). AB InBev una delle prime cinque aziende di beni di consumo al mondo e al primo posto nel settore bevande nella classifica Worlds Most Admired di Fortune. L'azienda ha circa 150.000 dipendenti in 24 paesi. Nel 2012, AB InBev ha raggiunto un fatturato di 39,8 miliardi di dollari. Lazienda sogna di diventare il miglior produttore di birra in un mondo migliore. www.ab-inbev.com.

prosegue Botti. Lavoriamo con tutti i canali, ora anche la piattaforma mobile fa parte di questo progetto. C uninformazione diretta che arriva sugli smartphone dei candidati, nellultimo anno stata utilizzata su tutti i progetti dedicati ai neolaureati. La fascia dai 18 ai 32 anni usa molto questa applicazione, si abbattono i costi e si aumenta la velocit di dialogo. Come leva di recruiting impieghiamo anche il QR Code: rimanda a un link che porta a pagine web con offerte di lavoro, perfetto per tenere informati i nostri candidati riguardo a tutte le proposte che circolano sulla sezione Monster Talent. In questo modo non pi il laureato che ci cerca ma noi andiamo da lui, siamo proattivi per quel target di utenza. Per far ripartire lItalia non servono formule magiche, sufciente importare nel settore pubblico leccellenza di molte aziende private. Prendiamo il caso degli insegnanti, che devono formare le future generazioni, osserva Stillavato. In Italia abbiamo un ottimo metodo e ottimi docenti, ma pi si alza il livello e pi bisogna motivarli a dare il massimo, la valutazione dellengagement

che utilizziamo con i nostri dipendenti dovrebbe essere utilizzato anche con i professori. Per esempio in AB InBev una volta allanno lanciamo un questionario anonimo tra i dipendenti, attraverso cui si danno voti a varie aree di competenza per valutare il clima in azienda. Unosservazione positiva che ritorna di frequente sentire che le proprie opinioni contano, credo che anche agli insegnanti bisognerebbe chiedere il parere sulle priorit e le strategie da mettere in atto. Poi serve formazione strutturata e continua nei docenti, ma il vero segreto la comunicazione. Questo stesso tipo di impegno e attivit costanti, AB InBev le rivolge ai propri dipendenti, partendo dal dialogo a tutti i livelli dellazienda. Basiamo la nostra losoa aziendale su tre pilastri conclude Stillavato. Il nostro sogno di diventare la migliore azienda che vende e produce birra, migliore anche per lattenzione al sociale. Siamo gi i primi ma vogliamo crescere ancora. Poi c lattenzione per le persone, infatti la mia carica non Hr Director ma People Director perch le persone sono il nostro asset pi importante. Inne, per trasmettere il nostro approccio fondamentale avere persone eccezionali che crescano al ritmo del loro talento e che per questo ricevono la giusta remunerazione: crediamo fortemente che i talenti attraggano i talenti. Quando facciamo le selezioni per assumere, nella mente del nostro manager gi chiaro che il suo obiettivo fare diventare migliore di lui la persona scelta. E tutti in AB InBev trovano il tempo per incontrare le persone nei processi valutativi e negli step selettivi, anche i membri del board. Sanno quanto importante che siano presenti e per questo le persone che fanno i colloqui sono felici di farli, tutti sanno che una loro priorit.

ELENA STILLAVATO

Laureata in giurisprudenza, Elena Stillavato ha rivestito diverse posizioni in ambito finance e legale prima di assumere il ruolo di People Manager e dal 2009 di People Director di Anheuser-Busch InBev Italia, di cui dal 2011 anche membro del Consiglio di Gestione. sposata con una figlia. Ama gli sport allaria aperta, la Toscana e la sua cucina. Nel tempo libero si divide fra la famiglia e lo shopping.

ELENA STILLAVATO

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METEO LAVORO
PREVISIONI MANPOWER SULLOCCUPAZIONE IN ITALIA

1 trimestre 2014

PREVISIONE DEGLI IMPRENDITORI

5%
NESSUNA VARIAZIONE DEGLI ORGANICI

AUMENTO DEGLI ORGANICI

78% 17%
DIMINUZIONE DEGLI ORGANICI

% di datori di lavoro che prevede di aumentare gli organici - % di datori di lavoro che prevede di diminuire gli organici = previsione di occupazione

LE PREVISIONI MANPOWER SULLOCCUPAZIONE NEGLI ULTIMI 6 ANNI*


10 5 -0 -5 -10

7% 4%

-8%
Q1 2008 Q1 2009

-6%

-6% -10% -10%


Q1 2014

Q1 2010

Q1 2011

Q1 2012

Q1 2013

*Dati al netto degli aggiustamenti stagionali

LE PREVISIONI MANPOWER SULLOCCUPAZIONE PER AREA NEL 1 TRIMESTRE*

-6% -13% -6%

-18%
*Dati al netto degli aggiustamenti stagionali

METEO LAVORO PER SETTORI 1 TRIMESTRE 2014 SETTORI INDUSTRIALI

COMMERCIO ALLINGROSSO E AL DETTAGLIO PUBBLICO E SOCIALE EDILIZIA RISTORANTI E HOTEL

Un campione di 1000 datori di lavoro ha partecipato allindagine

Fonte ManpowerGroup - www.manpower. it

SOCIET E TERRITORI

LOMBARDIA: CONCORRENZA Privata

INTERVISTA A VALENTINA APREA, ASSESSORE ALL'ISTRUZIONE, FORMAZIONE E LAVORO di Fausto Cassio

PUBBLICHE virt
Come il Pi greco in matematica o il 23 di Michael Jordan nel basket, ormai anche il tasso di disoccupazione in Italia un numero, anzi una percentuale, che tutti conoscono bene: il 12,5% echeggia pi volte al giorno in radio, tv, siti internet, giornali. Lo scarto mese per mese non si muove, tuttal pi aumenta o diminuisce di uno 0,1%.

VALENTINA APREA

La Lombardia al di sotto della media nazionale, il tasso di disoccupazione registrato nel secondo trimestre di questanno del 7,56%, ma la Regione si sta sforzando per fare ancora meglio con politiche che girano intorno a tre pilastri: Orientare i servizi al risultato, introdurre costi standard e favorire la concorrenza convinta della qualit del sistema lombardo lAssessore allIstruzione, Formazione e Lavoro Valentina Aprea. Non serve pagare di pi la mera erogazione del servizio, meglio legare i fondi pubblici al raggiungimento del risultato occupazionale delle persone e ridurre gli sprechi, responsabilizzando gli operatori accreditati. Inoltre abbiamo eliminato ogni forma di monopolio dei servizi e aperto alla concorrenza tra pubblico e privato: da quasi 10 anni favoriamo laccreditamento di soggetti privati per lerogazione di servizi al lavoro. I Centri pubblici per lImpiego restano parte del sistema,

ma agiscono in virtuosa concorrenza con le agenzie private. Sembrano scelte coraggiose, come limpegno nelle politiche attive, che in Italia hanno troppa poca potenza di fuoco. Per le politiche passive il nostro Paese spende quanto la media europea, cio l1,39% del Pil, circa 25 miliardi di euro. Invece per le politiche attive lItalia investe solo lo 0,03% del Pil, pari a circa 500 milioni, solo un decimo della Germania, della Francia e della media degli altri Stati europei. Spendere di pi per le politiche attive signica anche supportare meglio le persone a ricollocarsi, ridurre il periodo di transizione da un lavoro a un altro, riqualicarsi per essere pi competitivi sul mercato del lavoro. Per invertire questa situazione bisogna rendere i servizi al lavoro pi efcaci, perch le persone vi accedano sapendo di trovarvi reali opportunit. Come stiamo facendo in Lombardia con Dote Unica Lavoro.

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Magazine

I giovani sono la categoria pi in difcolt nella ricerca di unoccupazione. Avete delle iniziative particolari per aiutarli? Sappiamo bene che questa categoria presenta tassi di reimpiego sensibilmente inferiori alla media e le probabilit di impiego peggiorano in presenza di bassi titoli di studio. Sulla base di questi dati e di un confronto con i sistemi degli altri Paesi, Dote Unica Lavoro riconosce un aiuto proporzionato alle difcolt di inserimento della persona, quindi i giovani possono contare su un appoggio maggiore. Poi abbiamo attivato diversi interventi per sostenere la transizione dei giovani dalla scuola al lavoro, ad esempio supportando lazione diretta delle scuole per favorire gli studenti che stanno nendo il percorso: abbiamo 50 reti che coinvolgono 130 scuole. Proprio gli istituti sono uno degli anelli deboli del sistema Italia, perch non preparano in modo adeguato i ragazzi al mondo del lavoro. Non vi dubbio che in Italia esistono problemi contrattuali e di regolazione, perch a Berlino lapprendista guadagna il 30% di un lavoratore qualicato mentre in Italia la retribuzione raggiunge l80% e questo non aiuta la diffusione dellapprendistato. Ma oltre a questo c un salto culturale da fare, a partire dal rapporto tra le istituzioni scolastiche e le imprese. C bisogno di un reciproco riconoscimento di ruolo, funzioni e attivit. In Lombardia abbiamo un sistema molto sviluppato di istruzione e formazione professionale, sia per i ragazzi dai 14 ai 18 anni, sia di scuole universitarie professionali post diploma ad alta specializzazione. In queste esperienze le aziende sono parte attiva nel percorso formativo, collaborano alla docenza, mettono a disposizione attrezzature e laboratori e sono disponibili per un periodo di alternanza scuola-lavoro per almeno un terzo del monte ore. Il sistema educativo e le imprese riconoscono come necessaria una stretta collaborazione tra questi due mondi, Regione Lombardia li aiuta con iniziative, nanziamenti e soprattutto un quadro di regole pi semplicato.

SPENdERE dI PI PER LE POLITICHE ATTIvE SIGNIFICA ANCHE SUPPORTARE MEGLIO LE PERSONE A RICOLLOCARSI, RIdURRE IL PERIOdO dI TRANSIzIONE dA UN LAvORO A UN ALTRO, RIqUALIFICARSI PER ESSERE PI COMPETITIvI SUL MERCATO dEL LAvORO

Di che cosa si tratta? Di uno strumento innovativo per le politiche del lavoro: lo abbiamo chiamato cos perch rappresenta lo strumento universale di promozione alloccupazione e al lavoro di tutte le persone nel corso della vita attiva. Il modello prevede una dote di erogazione delle risorse per i servizi al lavoro, accentuando i principi di centralit della persona, di libert di scelta e semplicazione. In questo modo superiamo la frammentazione degli interventi con uno strumento unitario e sempre attivo, che tiene conto delle esigenze lavorative delle persone. A questa dote si accede attraverso gli operatori accreditati per la fruizione di servizi di accoglienza, orientamento, consolidamento delle competenze, accompagnamento ad esperienze professionalizzanti in ambienti lavorativi, avvio al lavoro.

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SOCIET E TERRITORI

TECNOLOGIA E FORMAZIONE, LA PUGLIA OLTRE LA


COLLOqUIO CON LEO CAROLI, ASSESSORE REGIONALE AL LAvORO CON dELEGA ALLE POLITICHE PER IL LAvORO E AL PERSONALE di Marzia Bonetta

DISOCCUPAZIONE

Larma in pi nelle mani della Regione Puglia sono le informazioni: puntuali, precise, aggiornate. Un usso continuo che diventa risorsa indispensabile per combattere la disoccupazione, soprattutto quando la crescita economica nulla e gli imprenditori e la pubblica amministrazione hanno scarsissime risorse da investire.

Le politiche attive del lavoro, per avere successo e quindi fare da tramite tra disoccupati e offerta, devono poter contare su una rete informativa, su un sistema che unisca i Centri territoriali per lImpiego e li avvicini alle aziende: in questo modo possiamo contare sulla conoscenza delle caratteristiche formative di ogni singolo attore del mercato del lavoro. La ricetta di Leo Caroli, Assessore Regionale al Lavoro con delega alle Politiche per il Lavoro e, ad interim, al Personale. Il nostro obiettivo conoscere e colmare i ritardi formativi e distruzione delle persone, quindi mettere tutti in condizioni di maggiore competitivit sul mercato, ma bisogna farlo in modo intelligente. Fino al 2005 la nostra stata una regione corsista, con percorsi di formazione che portavano ad alimentare solo la formazione ne a s stessa. Secondo le statistiche dellIstat la Puglia la regione del sud con il pi basso livello di disoccupazione dopo Basilicata e Molise, ma per alcuni osservatori il clima di sducia, soprattutto tra i giovani, preoccupante. La Giunta guidata dal Presidente Nichi Vendola si mossa da tempo, investendo decine di milioni di euro in tecnologie e formazione. Abbiamo realizzato uninnovativa piattaforma informatica che mette in contatto con il mercato del lavoro tutte le persone in cerca di occupazione. C voluto tempo per formare i professionisti che utilizzeranno questa piattaforma, ora il prossimo passo censire le competenze di tutti i soggetti interessati. AbbiaCARLO BORGOMEO mo gi varato i necessari provvedimenti per laccompagnamento

dei giovani al mondo del lavoro e abbiamo una prima sperimentazione delle persone che fruiscono degli ammortizzatori in deroga. Esistono istituti e societ specializzate nella raccolta dati, su tutte lIstat. Societ pubbliche e private possono richiedere indagini e trend in ogni provincia italiana, ma la Regione Puglia ha voluto potenziare questo modello e farne il ore allocchiello di questo progetto. Oltre ai dati statistici sui NEET, su occupazione e forza lavoro, ci siamo basati su tutti i rapporti accesi e cessati negli ultimi 5 anni: abbiamo raccolto informazioni sulle caratteristiche delle qualiche richieste, quali sono quelle pi presenti nelloccupazione, che tipo di contratti vengono sottoscritti. In questo modo registriamo lindice di occupabilit legato alla qualica e ai lavoratori.

NEI SERvIzI PER LIMPIEGO NECESSARIO UN CONTESTO dI SUSSIdIARIET TRA PUBBLICO E PRIvATO, FERMO RESTANdO IL PILONE CENTRALE dEL PUBBLICO. IN qUESTO STIAMO CERCANdO dI SUPERARE LA RESISTENzA CULTURALE: ABBIAMO SOTTOSCRITTO UN PROTOCOLLO dI INTESA CON LE ASSOCIAzIONI dELLE AGENzIE PRIvATE dEL MERCATO dEL LAvORO

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Magazine

C per bisogno di far fruttare i dati, impiegarli attivamente per risolvere il problema. Dopo il progetto di informatizzazione, in che direzione ha lavorato la Regione Puglia? Contemporaneamente alla costruzione della piattaforma abbiamo avviato un bando per le migliaia di persone senza lavoro. Una volta acquisite le informazioni sui gap formativi da colmare e conoscendo quello di cui hanno bisogno le aziende, abbiamo stanziato 49 milioni di euro per la formazione, finalizzata a colmare la distanza tra le richieste delle imprese e le competenze dei lavoratori. Questo Piano straordinario per i percettori di ammortizzatori sociali andr a migliorare la condizione di circa 40.000 persone. Una serie di incentivi importanti, per i giovani e per le fasce pi deboli, ma tutte queste forme di aiuto non rischiano di provocare occupazione sostitutiva piuttosto che occupazione aggiuntiva? S, il problema esiste. Queste formidabili politiche attive e gli incentivi non bastano, serve miscelarle con politiche passive. C chi lo chiama reddito di cittadinanza, chi in altro modo, ma se non lo mettiamo in campo lItalia non regge pi. Noi abbiamo una proposta. La manutenzione del territorio in Sardegna, in Puglia, gli edifici scolastici che vanno rimessi a norma: il nostro Paese ha bisogno di lavori straordinari, ma serve la mano pubblica con un intervento eccezionale perch la crisi e il quadro di incertezza economica non permettono alle aziende di programmare molte assunzioni. Detto questo, nei servizi per limpiego necessario un contesto di sussidiariet tra pubblico e privato, fermo restando il pilone

centrale del pubblico. In questo stiamo cercando di superare la resistenza culturale: abbiamo sottoscritto un protocollo di intesa con le associazioni delle agenzie private del mercato del lavoro. Insomma Assessore Caroli, oltre al dialogo con enti privati sta proponendo una forma di sostegno al reddito. Esatto, noi come Regione lo abbiamo gi messo in campo. A tutte quelle persone che hanno perso anche lultimo paracadute sociale, ovvero la cassa in deroga, mettiamo a disposizione 11 milioni di euro. Chi dimostra di possedere i requisiti e si rende disponibile a entrare in un ulteriore percorso si formazione ricever 500 euro al mese per cinque mesi.

LEO CAROLI

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L'OPINIONE

PER FAR FUNZIONARE I CPI ESTENDIAMO IL MODELLO

LOMBARDIA
INTERvISTA A MAURIZIO SACCONI di Giuliana Grimaldi
@ Giuliana2g

500 milioni di euro. A tanto ammonta linvestimento fatto dal nostro Paese nel 2011 per il personale e le strutture dei servizi per il lavoro. A prima vista tanti soldi, ma briciole in confronto a quanto messo sul piatto da Inghilterra e Germania che hanno sborsato, rispettivamente, 5,5 e 9 miliardi.
Oltre la carenza di risorse, lItalia sconta anche una fortissima frammentazione strutturale: con la legge sul federalismo, lo Stato ha attribuito alle Regioni la competenza in materia di politica del lavoro. In un quadro cos difcile, da dove cominciare per far funzionare i Centri per lImpiego? Risponde Maurizio Sacconi, senatore del Nuovo Centrodestra, due volte ministro del Lavoro e delle Politiche Sociali e oggi Presidente della Commissione Lavoro del Senato. I CPI collocano appena tre lavoratori su cento. Per quale motivo? La storia politica e sociale del nostro Paese ha depositato una diffusa difdenza nei confronti delle forme di intermediazione funzionali allincontro tra domanda e offerta di lavoro. La grande difcolt delle attivit di intermediazione quella di attrarre la domanda di lavoratori da parte delle imprese, domanda che costituisce condizione imprescindibile per poter realizzare lincontro che d luogo a occupazione aggiuntiva e di qualit. La rete pubblica dei CPI attualmente gestita dalla Province molto disomogenea. Come mai? Su questa storia politica ha certamente pesato il monopolio pubblico del collocamento che ha sempre svolto una funzione di interposizione burocratica cio di ostacolo allincontro tra la domanda e lofferta di lavoro. Su tale errore storico si innestato poi lerrore di trasferire questa funzione da parte dello Stato direttamente alle Province, nel 1997, determinando sistemi che hanno riutato no ai giorni odierni la interoperabilit persino nella dimensione regionale e che quando hanno avuto a disposizione risorse non le hanno impiegate per migliorare la qualit del servizio.

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Magazine

Viste le profonde inefcienze dei Centri per lImpiego verrebbe da dire: diamo pi spazio alle agenzie private. daccordo? Fortunatamente si diffusa via via in Italia una dimensione privata o privato-sociale di agenzie o comunque di operatori che si sono dedicati a una o pi tra le funzioni di servizio al lavoro. Questa diffusione progressiva stata consentita dalla liberalizzazione dellesercizio di queste funzioni alla quale ho direttamente concorso superando il vincolo delloggetto esclusivo per le agenzie del lavoro e via via facendo venir meno i requisiti per le attivit di collocamento che oggi sono soggette solo allobbligo della registrazione. Il settore privato avrebbe bisogno di interventi? Anche gli operatori privati o privatosociali, cio organizzati da formazioni di rappresentanza dei lavoratori e degli imprenditori o insieme dei lavoratori e degli imprenditori, sono in numero ancora inferiore a quello che si registrano negli altri paesi industrializzati. Come dovrebbero funzionare allora i CPI nel migliore dei mondi possibile? Il deposito di fragilit dei servizi pubblici al quale accennavo prima, seppure con situazioni diverse da un territorio allaltro e di tendenziale crescita degli operatori privati o privato-sociali, pu oggi consentire una soluzione analoga a quella adottata dalla regione Lombardia che considero da questo punto di vista la pi efciente. Ovvero la scelta di mettere sullo stesso piano gli operatori pubblici, gli operatori privati o gli operatori privatosociali nel senso di richiedere a ciascuno di essi la presa in carico delle persone in cerca di lavoro a partire da coloro i quali sono in condizioni svantaggiate, dedicando le risorse disponibili a premiare coloro

che realizzano una piena inclusione nel mercato del lavoro. Insomma, bisogna remunerare questi servizi sulla base dei risultati che raggiungono. Potremmo dire: Non ci interessa che i gatti siano bianchi o neri, ma che prendano i topi, cio che siano utili al bene comune. Non sarebbe meglio creare degli ufci di collocamento dentro le universit? Gi la legge Biagi consent alle scuole e alle universit di dotarsi di ufci di placement, cio di orientamento e di collocamento, ufci dedicati a favorire, giocando in anticipo, lincontro tra domanda e offerta nel mercato del lavoro nelloccasione del primo impiego valorizzando quei processi educativi e formativi che dovrebbero essere progettati con le stesse attivit produttive. Pochissimo stato fatto nelle scuole. Poco e faticosamente nel tempo stato fatto nelle universit. Molto di pi si dovrebbe fare in tutto il sistema formativo italiano. Con il primo gennaio 2014 lItalia attuer lattesa Youth Guarantee, un piano europeo che destina fondi per 1,5 miliardi di euro nel biennio 2014-15 per qualicare i giovani che da almeno quattro mesi non studiano e non lavorano. Funzioner? Il progetto di Garanzia Giovani che pure mette a disposizione poche risorse e che devono essere integrate nel bilancio dello Stato, sar l'occasione per rafforzare i servizi, con particolare riguardo ai giovani. Tuttavia dovremo saper resistere alla tentazione di utilizzare le risorse disponibili per pagare gli stipendi dei dipendenti dei Centri per lImpiego, e preferire la strada di concentrare queste poche risorse per la premialit a chi realizza inclusione dei giovani nel mercato del lavoro.

MAURIZIO SACCONI

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TALENTI D'ARTE

COME MI RI-TAGLIO IL SUCCESSO


di Serena Scarpello
@ScarpelloSerena

Pi che sottovalutati credo che molto spesso i giovani di oggi siano sottoutilizzati. O perch semplicemente non riescono ad essere inseriti nel mercato del lavoro, o perch, una volta inseriti, difcile che venga dato loro il giusto spazio per farli emergere e fargli fare davvero quello per cui sono tagliati.

Magazine

La bravura troppo spesso non basta, e ci vuole anche tanta fortuna. A dirmelo Dafne Maio, una ragazza di 23 anni che ha lasciato Formia per andare a studiare fashion design a Milano e che ha appena realizzato una collezione sotto la tutorship di Alberto Aspesi, stilista affermato, per Ovs. Risultato: tutto sold out in soli 3 giorni.

LAMORE PER IL PROPRIO LAvORO, ANCHE dOPO TANTI ANNI, LA PASSIONE CHE NON SvANISCE MAI, qUESTA LA CHIAvE SECONdO ME. E POI LA SPERIMENTAzIONE, LA CAPACIT dI SAPERSI RINNOvARE

vero che siamo ancora lontani dal modello americano dove basta un garage per far emergere il vero talento. Ma da noi basterebbe ascoltare Dafne e tantissimi altri giovani come lei per capire quanta carica e voglia di imparare abbiano. Basterebbe dare a tutti loro lopportunit di farlo. Dafne, come nata questa collaborazione? Questo concorso mi stato offerto nellambito del progetto Fashion for young generation di Ovs, una formula ideata dal gruppo Coin per sostenere gli studenti delle scuole di moda. Ovs in questo caso ha scelto l'Istituto Marangoni di Milano e mi ha dato lopportunit di creare una collezione di piumini da uomo e da donna in collaborazione con una grande casa di moda italiana come Aspesi. Da qui Ovs lha distribuita in 120 punti vendita nel mondo tra Italia, Russia e online. cos che diventato un sogno: unazienda italiana importantissima che ha investito sui giovani e mi ha dato questa enorme opportunit. Come stato lavorare accanto ad un grande stilista? Conoscevo gi lazienda ma non lui, la notte prima ero agitatissima! Quando lho conosciuto, lui stato fantastico: mi ha messo subito a mio agio e ha cercato di darmi pi libert possibile nella realizzazione dei capi. Dava i suoi giudizi ma senza prevaricare assolutamente sul mio lavoro. Una persona eccezionale, capisco perch ha avuto cos tanto successo. Qual a tuo parere la chiave del successo? Lamore per il proprio lavoro, anche dopo tanti anni, la passione che non svanisce mai, questa la chiave secondo me. E poi la sperimentazione, la capacit di sapersi rinnovare.

Secondo te oggi c spazio per i giovani, per chi vuole sperimentare? La passione per il proprio lavoro basta? Secondo me ci vuole bravura ma anche tanta fortuna. E ci vogliono soprattutto persone e aziende come quelle con cui ho avuto la fortuna di lavorare che ti facciano capire come funziona il mondo del lavoro. Lo spazio per la sperimentazione c secondo me ma se fatta con criterio. La sperimentazione ne a se stessa non basta perch non insegna per esempio ad un giovane designer a pensare ai desideri del pubblico, a percepire per cosa davvero pronto. Trovi che il collegamento scuolalavoro in Italia funzioni? La scuola fa tanto, l'Istituto Marangoni per esempio dal punto di vista della formazione davvero efciente, perch segue moltissimo gli studenti e soprattutto va oltre linsegnamento degli strumenti base in quanto insegna proprio la metodologia lavorativa, cos come funziona in unazienda di moda. Per un giovane designer entrare nel campo della moda dopo la scuola davvero difcile se questa non ti prepara prima a cosa ti aspetta. E cosa ti aspetta? Un mondo fatto di aziende che difcilmente si dano dei giovani, che non capiscono limportanza di dargli spazio per esprimersi. Secondo me invece tanto dipende da loro: le scuole pi che metterti in contatto con le aziende non possono andare oltre. Manca un po il discorso di puntare di pi sui giovani, cosa che con questo progetto Ovs per esempio ha fatto. Dovrebbero prenderlo ad esempio anche le aziende perch nuovo, scherzoso, come noi giovani del resto. Ora cosa farai? Ora mi piacerebbe avere la possibilit di vivere l'ufcio stile all'interno di un'azienda: sperimentare, mettermi alla prova e confrontarmi con stili diversi dal mio. Ho desiderio di darmi da fare e imparare dalle persone che fanno questo mestiere da tanti anni. E ho tanta voglia di restare in Italia, e dimostrare quanto questo Paese pu ancora dare: alla moda, ai giovani, alla creativit.

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#LAVORO
di S.S.
Barbara DUrso @carmelitadurso
Gi al lavoro dall alba!!! Servizio fotograco.. Colazione delle 7.00! by

rispostesenzadomanda

by

Il Milanese Imbruttito

by

sergiomontesano

Maurizio Crozza @CrozzaTweet


Diciamo cheMujica sta a Renzicome Aretha Franklin sta ad Anna Tatangelo: il lavoro, teoricamente, sarebbe lo stesso

#crozza #renzi

Kaka @KAKA
Pi lavoro duro, pi fortunato divento. Un'ottima settimana a tutti!

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Magazine

by

1hollygolighly1
S, VA B, LAVORARE PER GUADAGNARSI LA VITA, CERTO...
MA PERCH LA VITA CHE UNO SI GUADAGNA DEVE SPERPERARLA A LAVORARE PER GUADAGNA RSI LA VITA?

Valerio Staffelli @VStaffelli


Buongiorno amici, come la va? Il consiglio di oggi: se cercate lavoro, non pagate nessuno x averlo, ci sono un giro molte trappole, occhio! by

pigeonline

by

hrdiares

Pinuccio @Pinucciotwit
#lavoro appena entrato nei top trend Twitter.
E solo qua pu entrare.

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LA LETTURA

LA NUOVA MAPPA

del LAVORO

di Silvia Bordiga
@silvibordi

I cambiamenti globali del mercato del lavoro sono al centro del dibattito internazionale in ambito economico, storico, politico, sociologico.

Strettamente correlati ai mutamenti radicali della societ e alla rivoluzione digitale, animano riflessioni e vedono oggi un proliferare di teorie spesso differenti ma che partono da un punto indiscusso : nulla sar pi come prima nel mondo del lavoro. In-

dipendentemente dalla crisi, l'economia postindustriale basata sul sapere e sull'innovazione ha generato una trasformazione epocale, diventando il motore economico principale dei paesi industrializzati e soppiantando l'industria manifatturiera tradizionale.

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Magazine

MORETTI ANALIzzA LA SITUAzIONE dA UN PUNTO dI vISTA PECULIARE, qUELLO GEOGRAFICO, STUdIANdO LA dISTRIBUzIONE dEI LAvORATORI AMERICANI IN BASE AL PROFILO PROFESSIONALE, E SCOPRENdO COS qUELLA CHE dEFINISCE LA GRANdE dIvERGENzA TRA LE CITT E LE REGIONI IN GRAdO dI CREARE RICCHEzzA

questo il punto di partenza degli studi di Enrico Moretti, docente di economia all'Universit di Berkeley, per il suo saggio La nuova geografia del lavoro (Feltrinelli Editore, 2013), scritto in inglese ma tradotto in italiano, che gli valso il primato di libro di economia del 2013 per Forbes, citazioni sui pi autorevoli quotidiani americani, e non ultimo un incontro con Barack Obama per illustrarne le tesi. Moretti analizza la situazione da un punto di vista peculiare, quello geografico, studiando la distribuzione dei lavoratori americani in base al profilo professionale, e scoprendo cos quella che definisce la grande divergenza tra le citt e le regioni in grado di creare ricchezza, che attirano sempre di pi lavoratori qualificati e imprese innovative, basate sulla produzione di beni e servizi dove il capitale umano centrale, e le comunit che non hanno molto da offrire, dove i salari sono pi bassi e le opportunit di carriera scarse. Al centro della sua tesi la scoperta che in una citt, per ogni nuovo posto di lavoro in aziende innovative, se ne generano altri cinque in settori pi tradizionali, sia nell'ambito delle professioni, sia nell'ambito dei servizi meno qualificati. Il tema di particolare interesse per le implicazioni che pu avere per il futuro e per le scelte che ancora si possono fare in base a queste previsioni. Enrico Moretti non si limita ad un'analisi statunitense, ma raccoglie evidenze sulle citt europee che maggiormente

stanno attraendo innovazione: Londra, Stoccolma, Monaco, Zurigo per citarne alcune. Analizzando la situazione italiana, emerge quanto pesi sul nostro Paese il non aver investito sul settore dell'innovazione. Insufficiente la ricerca farmaceutica, altalenante e solo parzialmente presente il settore delle tecnologie verdi, ancora di nicchia l'high tech. Moretti cita anche Olivetti come l'unica impresa tecnologica che ha creato innovazione vera, con tutta la sua storia di ascesa, declino e infine uscita dal mercato. Il saggio non vuole proporre ricette facili, ma evidente quanto il Made in Italy, la nostra eccellenza, possa ancora essere un'opportunit per l'Italia per avvicinarsi alle regioni che creano innovazione e quindi innescare quella catena di bisogni e servizi che cos delineata nelle citt statunitensi in crescita, e che anche in Italia potrebbe far ripartire un circolo virtuoso e creare lavoro. L'alta moda, l'arredamento, i macchinari ad alto contenuto tecnologico sono il nostro Iphone, potranno essere fabbricati all'estero ma la creativit, l'ingegno, il design sono e restano italiani. Tutto questo sottolineando il valore immenso delle competenze individuali, dei percorsi universitari, delle specializzazioni, in sostanza la questione scuola e universit che in Italia il primo punto di partenza per poter orientare scelte che vadano nella direzione dell'innovazione.

ENRICO MORETTI

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HR TALENT

I TALENTI VANNO COLTIVATI DALL'

UNIVERSIT

PAROLA DI HUMAN RESEARCHER di Giuliana De Vivo


@giulianadevivo

Per un talento oggi non sono il contratto o i soldi a fare la differenza, ma la solidit dellazienda, il valore del progetto, la forza di un brand. I talenti veri, oggi, possono scegliere, e luniversit ha il compito di costruire per loro il miglior percorso possibile.

Debora Chiappero Grandis, Human Researcher di Avio Aero, non ha dubbi circa i punti cardine sui quali investire per favorire lingresso delle eccellenze allinterno di unazienda. Nel loro caso, questo avviene attraverso tutti i canali disponibili, a cominciare dal lo diretto con gli atenei. Dal Politecnico di Bari a quello di Torino, Avio Aero cerca i dipendenti di domani pubblicando sui siti delle universit gli annunci delle posizioni aperte, che spesso i neolaureati ricevono anche tramite una newsletter. E proprio dalla collaborazione con il Politecnico del capoluogo piemontese nata, nel 2010, lesperienza pilota di un apprendistato professionalizzante che ha coinvolto 17 ragazzi. I prescelti sono stati inseriti in azienda per due anni, ma allo stesso tempo hanno proseguito nello studio con un master specialistico, seguendo una losoa che ricalca un po il sistema duale alla tedesca: nessuna separazione netta tra preparazione teorica e pratica, ma, al contrario, un mix organizzato delle due. Questo sistema ha costituito per i ragazzi un vero e proprio acceleratore di carriera spiega Chiappero Grandis costruito su lezioni in buona parte in inglese, nalizzate a stimolarli e a spingerli a dare il meglio di s. In questo modo, a ne percorso, sono entrati in azienda, assunti a tempo indeterminato, con la qualica di professional.

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Magazine

DEBORA CHIAPPERO GRANDIS


Laureata in legge nel 2001, intraprende la strada dellavvocatura. Vinta la selezione per un master biennale in risorse umane, sinnamora della materia e decide di cambiare percorso professionale. Nel 2003 entra in Ilte, azienda di stampa dellhinterland torinese, in qualit di assistente al responsabile risorse umane. Nel 2007 cambia per unesperienza in Alpitour presso gli enti centrali, nella funzione HR ma con un ruolo di gestore a 360. Nel 2009 entra in Avio, oggi Avio Aero, prima nellarea sviluppo centrale e, dopo un paio di anni, nel ruolo attuale di leader del processo corporate di recruiting. Avio Aero un business di GE Aviation che opera nella progettazione, produzione e manutenzione di componenti e sistemi per l'aeronautica civile e militare. Centro d'eccellenza per tutto il gruppo General Electric nel campo delle trasmissioni meccaniche e delle turbine di bassa pressione, ha la sua sede principale in Italia e importanti stabilimenti a Torino, Pomigliano d'Arco (Napoli) e Brindisi. Nel mondo conta circa 4700 dipendenti (di cui circa 4000 in Italia), e impianti produttivi in Polonia, Brasile e Cina. Da oltre un secolo Avio Aero ha sviluppato uneccellenza tecnologica e manifatturiera riconosciuta a livello globale.

DEBORA CHIAPPERO GRANDIS

I NOSTRI ATENEI SONO ECCELLENTI, MA OCCORRONO PARTNERSHIP CON qUELLI ESTERI, E NON SOLO PERCH LA LINGUA NON PI UNA COMPETENzA IN PI MA UN vERO E PROPRIO MUST. AFFRONTARE UN MONdO NUOvO, LAvORARE GOMITO A GOMITO CON CHI vIENE dA ALTRE PARTI dEL MONdO, FAvORISCE UN CULTURAL CHANGE E INSEGNA A GESTIRSI MEGLIO

Lesperienza stata rinnovata questanno, a partire dal giugno scorso, con altri 18 ragazzi, selezionati questa volta anche con laiuto di unagenzia per limpiego privata, tra 80 neolaureati. Sono ragazzi preparatissimi, non solo in termini di risultati scolastici, ma anche sotto il prolo del problem solving e dellapertura verso un mondo globale. Oggi per lavorare, infatti, non basta solo essere bravi alluniversit. Da un punto di vista tecnico, spiega la referente delle Risorse Umane, i nostri Atenei sono eccellenti, ma occorrono partnership con quelli esteri, e non solo perch la lingua non pi una competenza in pi ma un vero e proprio must. Affrontare un mondo nuovo, lavorare gomito a gomito con chi viene da altre parti del mondo, favorisce un cultural change e insegna a gestirsi meglio: una crescita personale che nella risoluzione dei problemi sul lavoro importantissima. Oltre al recruiting universitario, Avio Aero utilizza il canale del proprio portale online, che in due anni ha registrato 8.000 candidature. Il 50 per cento di queste arrivano da persone laureate, soprattutto in ingegneria, dato il comparto in cui operiamo. Ugualmente impor-

tanti per il matching tra offerta e domanda sono i Centri per lImpiego e le agenzie per il lavoro. I primi illustra Chiappero Grandis si caratterizzano per il legame con il territorio in cui sorgono, e collaboriamo con loro soprattutto per selezionare personale operaio, che non sempre facile da trovare. Le gure per cui la ricerca si rivela complessa sono, ad esempio, tornitori e fresatori, che in questo caso devono essere specializzati, perch la componentistica degli aerei delicata e devessere controllata e certicata pezzo per pezzo. In quelli che un tempo si chiamavano ufci di collocamento, fa notare la human researcher, ci sono esperienza, competenza, conoscenza del territorio e della materia. Ma spesso anche una prevalenza della parte burocratica e mancanza dinformazione da parte dei giovani che cercano lavoro: poich liscrizione non obbligatoria, la maggior parte non vi si rivolge. Non per sducia, ma per mancanza di conoscenza: non li si considera un canale. Le agenzie private tendono a investire di pi in questo senso e hanno unottima capacit di selezione a tutto tondo, dalloperaio specializzato al quadro e a salire, con una tempistica molto veloce.

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VOCI DIMPRESA

OLIVETTI
L'ELOGIO DELLA BELLEZZA
di Stefano Glenzer
@glenzers

PRESE IN MANO LA SOCIET NEL 1932 E LA FECE dIvENTARE UNICONA dI LIvELLO MONdIALE, ANCHE GLI AMERICANI INvIdIAvANO I SUOI PROdOTTI, MA CERC SEMPRE dI TRASMETTERE AGLI OPERAI IL CONCETTO dELLA BELLEzzA, CHE AIUTA A LAvORARE MEGLIO

Io voglio che la Olivetti non sia solo una fabbrica, ma un modello, uno stile di vita. Voglio che produca libert e bellezza perch saranno loro, libert e bellezza, a dirci come essere felici.

In unera nella quale lo slogan e limmediatezza del messaggio hanno un impatto maggiore rispetto a ragionamenti pi articolati (Twitter docet), forse la forma del discorso di Adriano Olivetti non sar accattivante come lormai universale Stay hungry, stay foolish di jobsiana memoria. E la platea di operai di Ivrea che ascoltarono larringa dellingegnere piemontese non affascinante come la folla di studenti della Stanford University, ai quali Jobs regal il proprio aforisma alla conclusione di un lungo intervento. Ma c qualcosa nella riessione di Olivetti che nemmeno il padre della Apple riuscito a trasmettere nella sua lunga carriera di guru. Mio nonno era un esteta, un paesaggista. Si nutriva della bellezza dei paesaggi, soprattutto nel canavese e intorno alla sua citt, Ivrea. I ricordi appartengono a Michele Soavi, regista di Adriano Olivetti La forza di un sogno, miniserie prodotta da Luca Barbareschi per Casanova Multimedia andata in onda su Rai 1 con Luca Zingaretti nei panni di Adriano. Il padre di Michele, Giorgio, era poeta, scrittore e giornalista

e nei primi anni 50 venne chiamato dallimprenditore per lavorare alla rivista "Comunit" insieme ad altri intellettuali: in seguito spos sua glia Lidia ed ebbe due bambini, Albertina e Michele, nato nel 1957. Per descrivere mio nonno Adriano nel lm mi sono afdato ai ritratti, spesso bizzarri, che mio padre ha fatto su di lui parlando della famiglia, di mia madre, della fabbrica, del rapporto con gli operai. Ma ho anche letto le relazioni fatte dagli sceneggiatori e poi i suoi libri, su tutti La citt delluomo. Sono testi molto complicati perch ideologici e articolati, non stato semplice. Gi, perch oltre che un imprenditore illuminato, che partor idee rivoluzionarie nella gestione della fabbrica, Olivetti era anche un intellettuale impegnato politicamente. Prima di tutto lui cercava lispirazione estetica attraverso il territorio, ricorda Soavi. Girava in macchi-

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na per il canavese e si immergeva in questo pensatoio. Nel lm ricorre spesso limmagine di un campanile, sotto al quale andava a cercare una sorta di illuminazione. Lho voluto immaginare come se fosse unantenna verso il cielo, dove umano e divino scoprissero una propria connessione e dove lingegno di mio nonno trovasse il modo di incanalarsi in applicazioni pratiche. Come viene raccontato nel lm, Adriano venne mandato dal padre, Camillo, a lavorare come operaio nella sua fabbrica di macchine da scrivere, la prima in Italia. Ma il pensiero di Adriano viaggiava molto pi veloce delle proprie mani. Era un grande studioso prima ancora che un ingegnere, sapeva bene ci che faceva, ma a volte non badava molto al lato pratico delle cose. Quando vagava nelle sue amate terre, spesso si dimenticava la porta dellauto aperta e quando tornava dopo ore di passeggiata la ritrovava con la batteria scarica. Oppure quando guidava passava di colpo dalla prima alla quarta e poi diceva che il meccanico non gli aveva riparato bene la macchina. Ma al di l delle particolari abitudini di Adriano Olivetti, ci che lo rese famoso fu il suo modo di approcciare la fabbrica e di conseguenza il mondo dei suoi dipendenti: era fortemente convinto che il benessere della comunit e la cultura venissero prima di tutto e volle unazienda che rispettasse questi parametri. Prese in mano

la societ nel 1932 e la fece diventare unicona di livello mondiale, anche gli americani invidiavano i suoi prodotti, ma cerc sempre di trasmettere agli operai il concetto della bellezza, che aiuta a lavorare meglio. Era stato colpito dagli studi scientici nei quali si parlava della luce naturale come stimolo per le endorne e fece rimpiazzare i muri con delle vetrate. Diede per primo il sabato libero ai suoi dipendenti, diminu gli orari di lavoro, costru case, asili e forn servizi sanitari di base a tutti. Scelte rivoluzionarie in quei tempi, che aumentarono la produttivit degli stabilimenti ma attirarono su di lui le critiche e le ire degli altri industriali del Nord. Laspetto pi caratterizzante della sua personalit, come emerge anche dalla pellicola di Soavi, lumanit, il pensiero per il benessere collettivo di tutti. Sempre a Ivrea, mentre mi preparavo per girare le scene ho incontrato un ex carabiniere: era stato assunto dalla nostra famiglia per fare da guardia del corpo a mio nonno, ma il tutto fu organizzato a sua insaputa perch non voleva avere intorno a s gente armata. Ora questa persona ha 95 anni ma mi raccontava che, quando lo pedinava per proteggerlo da eventuali pericoli, assisteva spesso a scene di altruismo. Per esempio se mio nonno vedeva unoperaia con le buste della spesa, la faceva caricare in macchina dal suo autista e la accompagnava a casa. In quegli appartamenti che lui stesso aveva fatto costruire.

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PUNTO DI VISTA

L'EVOLUZIONE
di Antonio Angioni
@antonioangioni Country Manager Right Management

DELL'outplacement
La lunga crisi dalla quale stiamo faticosamente uscendo ha ridisegnato molti dei parametri gestionali utilizzati dalle aziende. La globalizzazione, lelevato livello di competitivit, la necessit di adeguare le competenze alla rapida evoluzione dei mercati, costringono le aziende a rivedere di continuo lorganizzazione e ad identicare rapidamente le soluzioni per rendere le risorse adeguate e corrispondenti agli obiettivi di business.

Questo spiega come un istituto inizialmente associato a strumento di emergenza sia divenuto nel tempo parte integrante della politica di gestione. Dal 1979, allorquando Right Management ha iniziato a presentare e sviluppare il modello negli US per poi proseguire negli altri paesi acquisendo una leadership mondiale, sono cambiate le caratteristiche e le soluzioni ma, come rivelato da una recentissima ricerca, svolta da Right Management con LHK Partners, che ha coinvolto 1741 HR executives (di cui 541 negli US,538 in EU,642 in Asia Pac) oggi loutplacement :

considerato dall80% delle aziende una sorta di stardand business practice utilizzato per mantenere una positiva relazione con i collaboratori (85%), per ridurre gli impatti sociali delle riorganizzazioni (84%), per gestire con maggiore rapidit e competitivit la struttura (83%). Nel corso degli anni non comunque mutata la losoa alla quale si ispirano sia i programmi individuali che quelli collettivi ossia la necessit di aiutare il singolo a ripensare la propria esperienza lavorativa ed il proprio background per acquisire la capacit di sviluppare un nuovo progetto professionale al ne di reinserirsi rapidamente nel mondo del lavoro, non necessariamente per tornare a fare lattivit precedente. Purtroppo alcuni operatori hanno nito per favorire lo sviluppo della convinzione che attraverso loutplacement si possa riuscire a trovare un altro lavoro nello stesso comparto. Impostazione che oltre ad ingenerare spesso attese illusorie stata ed

ANTONIO ANGIONI

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smentita dallevoluzione del mercato del lavoro che, anche in contesti che hanno risentito in forma minore della recessione, sta privilegiando nuove professionalit e accentuando in molti paesi, compreso in Italia, un vero e proprio mistmatch fra domanda ed offerta. Chi ha scelto di rimanere fedele allimpostazione originaria, non per questo si sottratto allimpegno di sviluppare ed arricchire nel corso degli anni le articolazioni del programma al ne di aiutare il candidato a trasformare la minaccia (perdita del posto di lavoro) in unopportunit, offrendo soluzioni (Career assesssment, On-on-one career coaching, Group workshop) nalizzate proprio ad aiutare a gestire il cambiamento. Non solo, ma oggi lofferta si arricchita delle applicazioni offerte dalle nuove tecnologie sia per quel che riguarda i contenuti (personal branding, utilizzo dei nuovi network, scouting degli incubatori) sia per quel che riguarda le modalit dellerogazione (con il ricorso crescente alle soluzioni a distanza, alle applicazioni e-learning, alle simulazioni dellintervista con la formula delli-view). Cos come cresciuta da parte delle aziende lapprezzamento verso le formule di reportistica che conferma un aumento della sensibilit sociale ed unattenzione alla gestione dei programmi da parte del provider. Non solo, ma a questo proposito, a conferma dellaffermazione iniziale sullevoluzione dellIstituto, c da registrare da parte delle aziende un crescente coinvolgimento del provider anzich nelle battute nali nella fase progettuale dei piani di riorganizzazione, scelta che permette di:

costruire e condividere il piano; valutare ed offrire i tools per gestire il redeployment; offrire il supporto nella gestione dei processi di comunicazione interna non solo nei confronti delle persone coinvolte nel processo ma anche per coloro che rimangono; informare adeguatamente le forze sociali coinvolte sia nella fase inziale come in quella di controllo.

Laddove stato seguito tale approccio, sono stati registrati signicativi risultati che confermano come, nonostante liniziale difdenza, forse acuita anche dallessenzialit della terminologia inglese, la scelta delloutplacement sia divenuta a pieno titolo parte integrante della politica delle risorse.

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TALENTI
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GIOVANI & LAVORO

Un incontro per capire quali sono gli anelli mancanti del sistema del lavoro in Italia, e per fare il punto sui temi chiave dai quali ripartire per cambiare la situazione di un Paese in cui oltre 660 mila giovani tra i 15 e i 24 anni non riescono a trovare un lavoro.

Un numero che rappresenta oltre il 40% del totale della popolazione cosiddetta attiva (cio gli occupati e i disoccupati che sono effettivamente alla ricerca di impiego) in quella fascia det, esclusi tutti coloro che stanno terminando la scuola dellobbligo o proseguendo gli studi con lUniversit. E che equivale a circa l11 percento dellintera popolazione under 25 del Paese. Non poteva dunque che intitolarsi proprio Giovani e Lavoro la tavola rotonda svoltasi lo scorso 21 novembre nelle sede milanese di ManpowerGroup Italia: un question time nel corso del quale quattro giornalisti del blog La Nuvola del Lavoro di Corriere.it hanno discusso di alcune delle principali problematiche con il Presidente e Amministratore Delegato Stefano Scabbio. Partendo da una parola chiave che lazienda di ricerca e selezione del personale ha fatto propria, trasformandola in uno slogan: talento. Non a caso una delle iniziative messe in campo di recente da ManpowerGroup stata proprio Young Talents in Action, una serie di appuntamenti disseminati sul territorio nazionale per aiutare i giovani nellap-

proccio ai colloqui di lavoro e nella redazione di curriculum vitae 2.0, anche attraverso le potenzialit offerte dai social network. Bisogna valorizzare i talenti per far muovere quellascensore sociale che oggi fermo al piano -1, a partire da scuola, universit, aziende, ha detto infatti Scabbio, partendo dal presupposto che una buona gestione delle risorse umane comporta beneci, anche in termini di produttivit, per le singole aziende.

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La scarsa cultura del merito perch il problema , prima di tutto, culturale riconosciuta da tutti come la causa principale della stagnazione italiana. Mentre la sua valorizzazione dovrebbe voler dire anche maggiori opportunit per i giovani e per le donne. Ma da dove partire per sbloccare il mercato dei talenti nel nostro Paese, lunico dEuropa assieme alla Francia a non aver registrato una crescita economica? Guardando ai luoghi in cui avviene il recruiting, troviamo nello Stivale un anomalo dualismo. Da un lato le agenzie private del lavoro, dallaltro i Centri per lImpiego. Questi ultimi, no a qualche anno fa conosciuti come ufci di collocamento, in realt oggi collocano solo il tre per cento degli iscritti. Sono ingessati da troppa burocrazia, quella richiesta per dichiarazioni di disoccupazione, cassa integrazione, mobilit dei lavoratori, fa notare Scabbio.

LA SCARSA CULTURA dEL MERITO PERCH IL PROBLEMA , PRIMA dI TUTTO, CULTURALE RICONOSCIUTA dA TUTTI COME LA CAUSA PRINCIPALE dELLA STAGNAzIONE ITALIANA. MENTRE LA SUA vALORIzzAzIONE dOvREBBE vOLER dIRE ANCHE MAGGIORI OPPORTUNIT PER I GIOvANI E PER LE dONNE
E aggiunge: Bisogna prendere atto che non hanno al loro interno le professionalit adeguate per favorire il placement nelle aziende. Il Presidente e A.D. di ManpowerGroup Italia propone invece una divisione dei compiti: lasciare a queste realt gli aspetti burocratici e demandare invece ai privati la parte commerciale, relativa alla valorizzazione delle persone e al matching tra offerta e domanda di lavoro.

In questo modo spiega ancora si mettono a sistema le competenze attuali, esprimendole al meglio. Il punto dirimente, visto che il governo ha da poco istituito una struttura di missione, un organismo deputato a decidere dove destinare i fondi del pacchetto Youth Guarantee - la Garanzia Europea per i giovani, in virt della quale tra il 2014 e il 2020 gli Stati Membri dovranno realizzare delle riforme a sostegno della loro occupazione, grazie a 9 miliardi di fondi. Una delle ipotesi che parte di questi incentivi siano distribuiti alle aziende, ma a condizione di nuove assunzioni. Potrebbe essere un modo, forse, per stimolare le imprese al ricambio generazionale, e per bilanciare il contratto di apprendistato - cos come modicato dalla Riforma Fornero - che per ora non ha prodotto i risultati sperati. Nato come strumento per favorire la completa formazione al lavoro dove scuola e universit si rivelano talvolta insufcienti, in assenza di esperienze dentro le aziende gi nel corso degli studi ha impiegato molto a prendere piede. La sua durata (che oscilla, a seconda dei tipi e di quanto previsto da Regioni e accordi sindacali, tra 6 mesi e 3 anni) , secondo Scabbio, troppo elevata. E rischia, sostiene, di trasformarsi in una gabbia per le imprese, che in un periodo di profonda incertezza economica come quello che stiamo vivendo, sono poco propense ad assumersi un rischio del genere. Il pericolo contrario, per, che i periodi di impiego troppo brevi trasformino la essibilit in vera precariet. La essibilit non deve diventare una modalit di lavoro continuativa, devessere solo una modalit di ingresso o di gestione della risorsa in determinati periodi.

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POSTFAZIONE

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RISPOLVERIAMO IL BINOMIO

PUBBLICO-PRIVATO
di Giuseppe Di Taranto
Luiss Guido Carli

La disoccupazione giovanile ha raggiunto, nel nostro Paese, il suo massimo storico a partire dal 1977, il 41,2%, con una previsione ancora pi pessimistica per il 2014. I summit europei sulla centralit di questa emergenza svoltisi a Berlino e a Parigi, e verosimilmente il prossimo programmato a Roma, appaiono inutili, se non addirittura superflui verbalismi.

LA dISOCCUPAzIONE NON SI RIdUCE PER LEGGI E REGOLAMENTI, MA CON INvESTIMENTI E CRESCITA CHE PROvOCANO UNA MAGGIORE dOMANdA dI MANOdOPERA, dOMANdA CHE dEvE ESSERE SUPPORTATA dA SERvIzI EFFICIENTI PER L'INSERIMENTO dEI GIOvANI NEL MONdO dEL LAvORO

singoli governi le politiche dell'occupazione attraverso le riforme del lavoro e ignorando che in Italia, per esempio, la produzione industriale diminuita, dal 2008, anno di inizio della crisi, di circa il 25%.

La disoccupazione non si riduce per leggi e regolamenti, ma con investimenti e crescita che provocano una maggiore domanda di manodopera, domanda che deve essere supportata da servizi efficienti per l'inserimento dei giovani nel mondo del lavoro. Rispetto agli oltre 5,6 milioni di individui in et tra i 15 e i 24 anni senza occupazione nei 28 Paesi dell'Unione europea - un tasso del 23,5% che sale al 24,4% negli ormai 17 dell'Eurozona - appaiono irrisori i 6 miliardi stanziati da Bruxelles per due anni, i 7 del Fondo Sociale Europeo e gli ulteriori 6 provenienti dalla Bei fino al 2015. Slogan quali bisogna essere imprenditori di se stessi" appaiono solo come alibi per non essere in grado, le istituzioni, di lenire - se non di risolvere - il problema. Non a caso, Serena Scarpello, nella sua introduzione, ci ricorda che l'80% delle start up fallisce a causa delle difficolt legate ai necessari finanziamenti, alle modalit di inserimento dei giovani nel mondo del lavoro e, in particolare, all'assenza di adeguati servizi per l'impiego e per le imprese. Di converso, ancora una volta l'attenzione degli organi decisionali di Bruxelles rivolta all'austerit, al rispetto dei parametri deficit/pil al 3% e debito/pil al 60%, nonch alla lotta all'inflazione, che ormai ha raggiunto minimi storici, delegando alla responsabilit dei

In quest'ottica necessario accelerare, nel nostro Paese, la formazione attraverso l'apprendistato come alternanza scuola-lavoro, che, nonostante il testo unico 167/2011, la legge 92/2012 e il D.l. 76/2013, non ha dato - e non promette di dare - i risultati da sempre conseguiti dalla Germania; anche a causa del conflitto che si creato tra formazione delegata alle regioni e formazione professionalizzante affidata alle imprese. Pi in generale, i servizi all'impiego devono essere essenzialmente uno strumento di inclusione sociale per i giovani, dove la sinergia, e non la dicotomia, tra pubblico e privato deve essere finalizzata ad una maggiore flessibilit delle stesse politiche del lavoro. Ne prova l'ultimo rapporto annuale di Unioncamere: a fine 2013, relativamente alle assunzioni stagionali, il 13% della domanda rimasta inevasa, proprio a causa di una inadeguata formazione e di una insufficiente flessibilit.

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