persona di Ges, che gli viene dischiuso progressivamente fin dall'ini-
zio, conosce quindi in partenza pi di quanto conoscessero i discepo- li, il popolo e gli altri attori della storia che ora segue, ai quali la verit di Ges nascosta. La rima 1,14-10,52) racconta l: attivit di Ge- d__, del Figlio di Dio ripieno di Spirito ancora nascosto ai discepoli, il quale - come attesta il sommario marciano della sua predicazione, Mc 1,14s.--:- annuncia la vicinanza del regno di Dio (cio della redenzione e della salvezza: Mc 10,25s.) e invita a trame le conseguenze (conver- sione e passaggio al nuovo). Ges rende gi simbolicamente presente nelle sue azioni la della signoria di Dio- insegnanao con auto- rit e operan o molte uarTToni, ponendo fine al dominio deleterio del male sugli uomini, perdonando i peccati in qualit di terreno Fi- glio dell'uomo (per il lettore cristiano rivestito di potest) e servendo umilmente tutti (Mc 10,45). I testimoni di tale attivit si interrogano sulla fonte della sua sapienza e capacit taumaturgica (Mc 6,2s.). Pure i discepoli si domandano: Chi dunque costui?>>(Mc 4,41), ma non lo comprendono (motivo della incomprensione dei discepoli), lo rico- noscono - in senso politico sbagliato - come il Messia (Mc 8,29) e infine come il Figlio di Dio legittimato da Dio stesso (Mc 9,7). Ge- s per ordina loro di tacere fino a Pasqua (Mc 8,30; 9,9) e di non di- vu gare quanto sannoClei mistero della sua persona (cosiddetto segre- to messianico). Perch? \Una qualche aziQQ.e ci viene fornita dal motivo del cammino di Ges verso Gerusalemme (Mc 8,27; 9,30.33s.; 10,1.17.32.52), con gli annunci che il Figlio_del- l'uomo soffrir, morir e -risorger (Mc 2,20; 8,31; 9,9.12.31; 10,32- 34.38.45) e con l'annotazione che i disce oli proprio uesto prendono sino alla fine (Mc 8,32s.; 9,10.32; 10,32). Tutto converge perci verso la seconda parte (Mc 11,1- 16,8), verso la passione quale fine necessaria d.el cammino, che Ges consapevol- mente e volontariamente percorre (Mc 2,19s.; 10,32s.; 12,6s.; 14,21.36.41s.), e verso il krygma pasquale (Mc 16,6s.; cfr. 14,28). Un altro scenario qui, i nessun mantenimento del segreto: Ges si de- scrive, attraverso un discorso parabolico indiretto;-come il messagge- ro inviato per ultimo e come il Figlio prediletto, che viene ucciso e respinto, ma che diverr la pietra angolare (Mc 12,1-11). confessa apertamente davanti al sinedrio che lo condanner - in una specie di compendio della cristologia marciana culminante nell'enunciato sul Figlio dell'uomo (Mc 14,61s.) - di essere il - Figlio_ di Dio (sofferente, crocifisso), anzi di essere il Figlio de l'uomo _veniente (in Nascita e sviluppo della cristologia del NT 85 qualit di glorificato a giudicare e instaurare la signoria di Dio), cosa che, secondo la concezione di Marco, includendo l'arrogante pretesa di poter giudicare in nome di Dio i suoi giudici, d il via all'accusa di bestemmia e alla condanna a morte. E mentre i discepoli falliscono e fuggono, sotto la croce egli viene riconosciuto qnicamente dal centu- rione: Veramente quest'uomo era Figlio di Dio (Mc 15,39). Ma il lettore che trascende la trama narrativa sa che Qqfino gJL verwj, i quali deridono Ges come Cristo e Re dei giudei (Mc 15,12.18.26.32), _QQQ involontariamente a la verit; che il in effetti il giusto innocentemente (Mc i5)4a28.34), il quale, proprio mentre non salva se stesso, salva altri (Mc 15,31s.; cfr. 10,45b e 14,24 ). Ma Dio, anche questo il lettore sa, ha risuscitato questo Ges dai morti (Mc 16,6; cfr. 8,31; 9,9; 9,31; 10,33s.; 14 28) e insedia!o come Figlio dell'uomo alla propria destra (Mc 12:36; 14,62), da d ove egli verr per gLudicare e salvare (Mc 8,38; 13,26s.33-37; 14,62; cfr. 10,40) e da dove verr, con lui, la signoria di Dio con potenza (Mc 9,1; 14,25). Questa fine per Marco imminente (Mc 13,29s.; cfr. 9,1). Perch dunque !!__motivo del (segreto circa il Messia e i mi- - l raco ') a mantenere fino a Pasqua (Mc 9,9) nella prima parte del vap- gelo? Perch messianicit e figliolanza divina possono far nascere fal- se idee e aspettative, come se si trattasse di un potere e di una sovra- nit terrena (Mc 11,10; 9,34s.; 10,37.42s.) e come se il precedere di Ges e il seguire del discepolo potessero evitare la passione e la croce (Mc 8,32-35; 9,32-34; 10,32-45). E perch i miracoli di Ges possono essere falsamente interpretati come opere potenti di un taumaturgo divino (anzich come segni vivi della vicinanza della signoria di Dio) e come la prova autentica della figliolanza divina (anzich come servizio per gli altri: Mc 9,35; 10,45). Inoltre la salvezza non si esaurisce nella guarigione intrastorica, ma significa infinitamente di pi: vita eterna nell'eone futuro (Mc 10,30; cfr. 10,17 .23-25). Di qui il comando dita- cere fino alla risurrezione impartito ai discepoli. Di qui l'interpreta- zione della messianicit e della figliolanza divina mediante il rimando alla passione, morte e risurrezione del Figlio dell'uomo; nel contesto i discepoli sono sempre invitati a disporsi a soffrire nella sequela (Mc 8,34s.; 9,35; 10,43s.); cristolo ia e sequela sono quindi inseparabil- mente collegate fra di loro. Il cammino di Ges comporta inevitabilmente la croce (e la risurre- zione) . Quindi solo nell'orizzonte della croce (Mc 14,61s., 15,39) e nel- la sequela vissuta si pu conoscere senza fraintendimenti che Ges il