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Il marito di Livia
Questa figura “violenta verso i timidi e paurosa in faccia ai potenti” diventa incarnazione di tutta
l’ipocrisia e dell’interesse personale tipico della società borghese che seppure celebrasse il codice
del perbenismo e il matrimonio era infetta di contraddizioni e falsità. Infatti nello scritto di Boito il
conte viene presentato come un vecchio “porco” felicemente sposato che però non rinuncia a piaceri
come le “donne facili” e i casinò. Invece nel film il marito di Livia è soprattutto incarnazione di
pregiudizi e sfiducia verso i patrioti, poiché egli preferisce assecondare e inginocchiarsi allo
straniero per preservare la sua posizione adagiata. Per suo marito Livia prova un sentimento duale
vuole allo stesso tempo liberarsene e stargli vicino per sfruttare i benefici e le ricchezze derivanti
dalla loro relazione.
Avversione o amore?
Seppure nella trattazione scritta Boito non presenti l’aspetto di Livia intriso di patriottismo, accenna
però al lieve dispiacere che ella prova quando lo sente insultare e disprezzare i veneziani, questo
dispiacere nella pellicola diventa inizialmente forte dissenso per l’arresto del cugino, ma
successivamente Livia sente che prova piacere nel sentirlo parlare e averlo vicino e il sentimento
negativo che inizialmente provava muta in legame amoroso indissolubile [ella per mantenere saldo
questo legame si troverà costretta a tradire il suo ideale].
Gelosia
La gelosia che prova Livia sfuma di significati tra novella e film, è molto più intensa nella prima
trattazione in quanto Boito attraverso la figura della protagonista anticipa il delitto, invece nel film
il regista sfrutta la potenza del colpo di scena per coinvolgere al massimo lo spettatore e per rendere
il dramma finale ancor più devastante e lacerante. Infatti Visconti non anticipa la figura viziata di
Franz, invece Boito attraverso i pensieri di Livia ci dipinge un amante infedele, disonesto, sfrontato
e tutti questi aspetti ne esaltano una dimensione energica e misteriosa e prenderanno il sopravvento
per culminare alla fine della novella.
Il dramma finale
Il dramma viene accentuato da Visconti nella pellicola che oltre a renderlo suggestivo musicalmente
lo rende più lacerante per la protagonista in quanto viene insultata e disprezzata direttamente. Franz
nel film diventa emblema della scapigliatura in quanto cerca di distaccarsi dalla sua posizione di
disertore cercando l’ebbrezza alcolica e perdendosi nei paradisi artificiali dell’alcool e ai piaceri
carnali. Sia nella pellicola che nel libro Livia prova un’ondata di lacerantissimo dolore sentendosi
sfruttata e amata per il denaro, il dolore la porta a pensare ad un’atroce vendetta. L’atto che compie
è ignobile poiché è una forma indiretta di assassinio, sia nella novella che nel film la figura del
generale fa notare che ciò che sta compiendo è delitto. La novella di Boito si conclude con la
catarsi, attraverso la figura dell’avvocatino avviene lo scioglimento del dramma.