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Giuseppe R izza1
Predicazione e creatività:
la centralità del Vangelo tra
impegno e cultura
1
Il pastore Giuseppe Rizza esercita il ministero nella chiesa battista riformata di
Trento ed è economista dell’Università di Trento e docente di Etica sociale presso
il Centro studi di etica e bioetica di Padova.
2
Peter Brown, The Making of Late Antiquity, Cambridge, Harvard University
Press, 1993 (trad it., Genesi della tarda antichità, Milano, Einaudi, 2001).
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1
Ibid.. p. xiii.
2
Ibid., p. 102.
3
Si veda il bel lavoro di William A. Dyrness, Reformed Theology and Visual Cul-
ture: The Protestant Imagination from Calvin to Edwards, Cambridge, Cambridge
University Press, 2004.
Predicazione e creatività 137
1
Gli storici sono concordi nell’affermare come l’impegno dei riformatori per
le più varie dinamiche sociali derivi dalla lettura e dall’esposizione delle Scritture.
La cultura che ne è emersa è stata per un lungo periodo una cultura della cen-
tralità delle Scritture. La Bibbia diventa cioè un incredibile strumento che forma
una nuova mentalità e una diversa immaginazione. Dall’architettura alla politica,
la fonte dell’influenza non è dovuta, in primo luogo, all’applicazione diretta delle
verità bibliche ai vari aspetti della vita. Essa è da attribuire alla lettura, ascolto,
canto e memorizzazione delle Scritture, il vero centro della fede riformata. Gli
effetti sull’arte e sulla cultura furono molto netti e si sviluppò una nuova e cre-
ativa forma di impegno culturale. La predicazione regolare delle Scritture nelle
chiese era per molti il contatto principale con la Bibbia. La cultura protestante
è – ha ragione Peter Burke - una cultura del sermone. I sermoni possono durare
ore, coinvolgere le emozioni, condurre le congregazioni alla lode e al pianto. Il
pulpito è un vero motore culturale. Si vedano i classici lavori di Christopher
Hill, Society and Puritanism in Pre-Revolutionary England, London, 1964. In
italiano, Erroll Hulse, Chi sono i puritani? E cosa ci insegnano?, Caltanissetta,
Alfa & Omega, 2008.
2
Nelle sue importanti Lectures on Calvinism, Kuyper riconosce la centralità
dell’arte: «Art is a most serious power in our present existence». Come è possi-
ble che tale potere sia indipendente da Dio? («Indipendent form the deepest root
which all human life has in God») in Abraham Kuyper, Lectures on Calvinism,
Grand Rapids, Eerdmans, 1931, pp. 154-155.
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1
«Reflecting the emancipation of our ordinary earthly life», A. Kuyper, Lectures
on Calvinism, cit.. p. 166.
2
Abraham Kuyper, “Grazia salvifica e grazia comune” in Studi di Teologia, 32,
2004.
3
Si veda Studi di Teologia, Prospettive cristiane sull’arte, VIII:1, 1996. La rivista
contiene saggi di Rookmaker, Seerveld e Edgar.
4
H. Rookmaaker, Modern Art & Death of Culture, Grand Rapids, 1970, p. 10.
5
«Christian art is nothing special. It is sound, healthy, good art that is in line
with the God-given structures of art, one which has a loving and free view on reality,
one which is good and true», ibid., p. 228.
6
Anche se in questo veloce cammino si dovrebbero inserire gli sforzi di F. Scha-
effer, C. Seerveld e molti altri.
Predicazione e creatività 139
Post
Marshall McLuhan ha affermato che il messaggio e il messaggero
sono inseparabili. Questo è senz’altro il caso della comunicazione del
Vangelo in una cultura postmoderna. In contrasto alla mitologia del
progresso, alla ragione infallibile e alla scienza onnipotente, la post-
modernità ha accolto e sviluppato forme di comunicazione sempre
più attente all’immaginazione, alle emozioni e agli equilibri estetici.
È importante, anche per la comunità cristiana e per i suoi ministri,
sviluppare un’attenzione per il linguaggio delle metafore e dei sim-
boli, esercitarsi in forme di comunicazione non solo verbali, ma au-
tentiche e a tutto campo nei media e nelle arti. La storia di Cristo
è, dopotutto, una festa per l’immaginazione, per l’arte e la creatività.
Tutto il Nuovo Testamento testimonia della costruzione di ponti –
culturali e comunicativi – per la trasmissione del Vangelo in ogni
luogo. Benché il successo della multiforme testimonianza cristiana
non dipenda dall’aggiornamento culturale o dalla sensibilità artistica
o culturale dei suoi ministri, è indubbio che una presenza cristiana
responsabile e coerente alla visione del mondo e della vita biblica
deve esercitarsi in un ascolto attento, critico e costruttivo verso tutto
quello che le accade intorno.
1
Si veda Pietro Bolognesi, “Mandato culturale e mandato missionario” in Stu-
di di Teologia, 27, 2002. L’articolo è accessibile online: http://ifeditalia.org/artico-
li_studi/culturalemissionario.pdf (accesso al 20 febbraio 2009).
2
Andy Crouch, Culture Making: Recovering Our Creative Calling, Downers
Grove, Inter Varsity Press, 2008.
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Il clima culturale
L’uso del cinema e la produzione di film negli ultimi decenni rappre-
sentano una forma importante di cultura popolare che caratterizza la
fase post-fordista dello sviluppo capitalistico.
La cultura dei media sembra segnata dalla svolta postmoderna,
con la sua attenzione verso i nuovi modelli di tecnologia, la mer-
cificazione, il consumismo, la spettacolarizzazione dell’esistenza. La
direzione postmoderna ha di fatto occupato, negli ultimi anni, molte
delle migliori energie culturali e alcuni tra i più dinamici movimenti
1
Charles B. Handy, The Elephant and the Flea, New York, Harvard Business
School Press, 2002.
Predicazione e creatività 141
1
Si veda l’opera di Donald A. Carson, The Gagging of God, Grand Rapids,
Zondervan, 2006 (parzialmente tradotto in Il Pluralismo Religioso, Chieti, GBU,
2005) e Cambridge Companion to Postmodern Theoloy, a cura di K. Vanhoozer,
Cambridge, Cambridge University Press, 2003.
2
George Ritzer, La religione dei consumi, cattedrali, pellegrinaggi e riti dell’iper-
consumismo, Bologna, Il Mulino, 2005.
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1
H. Blocher afferma «La Bibbia parla del peccato molto più di ogni altro testo
religioso. Il suo messaggio centrale […] si definisce proprio in relazione a questa
realtà negativa […] Il peccato è la risposta biblica alla questione universale del
male […] [e] si distingue da altre concezioni del male, principalmente per tre ca-
ratteristiche: procede dal cuore (Mt. 15,19s.) […] è diretto contro Dio (Sal. 51,6)
[…] è inseparabile dall’errore morale». In “Peccato”, Dizionario di Teologia Evange-
lica, a cura di P. Bolognesi, L. De Chirico e A. Ferrari, Varese, EUN, 2007, pp.
542-543.
2
Due opere sono importanti per un approfondimento del tema: Cornelius
Plantinga, Not the Way It’s Supposed to Be: A Breviary of Sin, Grand Rapids, Eerd-
mans, 1995; Alan Jacobs, Original Sin: A Cultural History, New York, Harper Col-
lins, 2008.
Predicazione e creatività 145
1
Ecco un dialogo rappresentativo tra Salieri e un prete: SALIERI: Il mio piano
era così semplice... che mi terrorizzava. Anzitutto dovevo ottenere da lui la Messa,
dopo di ché... provocare la sua morte. PRETE: Cosa?! SALIERI: Il suo funerale.
Se lo immagina...? La cattedrale, tutta Vienna schierata lì, il suo feretro, il piccolo
feretro di Mozart lì nel mezzo... ed ecco, in quel silenzio, una musica (inizia il
Requiem), una musica sublime esplode inondando tutto. Una grande Messa da
requiem a suffragio dell’anima di Wolfgang Mozart, composta dal suo devoto amico
Antonio Salieri. Quale sublimità, quale... intensità, quale passione in quella musi-
ca! Salieri è stato toccato da Dio, finalmente! E Dio ora deve ascoltarlo. Impotente
a zittirlo, impotente a fermarlo... io per una volta alla fine riderò di lui. (Pausa). Una
sola cosa mi angustiava: come ucciderlo. Non è cosa facile... trovare il modo di
uccidere un uomo. Ah, una cosa è fantasticarci su... ma è ben diverso quando poi
tu... tu devi farlo... con le tue mani. (...).
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1
In questo senso si veda anche la riflessione di Timothy Keller, The Prodigal
God, New York, Penguin Books, 2008, pp. 39-43.
2
Clive S. Lewis, Cristianesimo così come è, Milano, Adelphi, 1997, pp.
156-157.
3
Giovanni Calvino, Istituzione della religione cristiana, Torino, UTET, 1971,
III, 12, 8.
4
Si veda la buona descrizione che si trova su Wikipedia, all’indirizzo web: http://
it.wikipedia.org/wiki/I_Soprano (accesso 20 febbraio 2009).
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1
Jonathan Edwards, L’amore e i suoi frutti, Caltanissetta, Alfa & Omega,
2004.
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1
Il film sembra aver ispirato anche Richard J. Mouw, Calvinism in the Las
Vegas Airport, Grand Rapids, Zondervan, 2004.
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1
Albert M. Wolters, La riconquista del creato, Mantova, Passaggio, 2008.
2
Christopher Wright, Salvation Belongs to Our God: Celebrating the Bible’s
Central Story, Leicester , Downers Grove, 2008.
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1
George Monbiot, Heat: How to Stop the Planet Burning, London, Penguin
Books, 2007, p. xxi.
2
http://www.hm-treasury.gov.uk/sternreview_index.htm (accesso il 20 febbraio
2009).
3 «Il dibattito è finito da tempo e la verità anche se scomoda va detta: l’effetto
serra sta avendo effetti devastanti e in un futuro molto vicino se non agiremo subito
saremo testimoni di un cataclisma di proporzioni epiche. Il genere umano rischia
l’estinzione […] Questa verità è scomoda ma porta con sé l’imperativo morale al
cambiamento. Un cambiamento che deve partire dal singolo individuo. Solo gonfia-
re al punto giusto le gomme dell’auto può ridurre le emissioni, così come utilizzare
lampadine a basso consumo, utilizzare l’auto solo quando necessario, piantare un
albero, acquistare veicoli ibridi, utilizzare l’aria condizionata solo quando necessa-
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rio, spegnere sempre gli apparecchi elettronici e altri mille piccoli accorgimenti».
Per chi vuole saperne di più è sufficiente andare sul sito www.climatecrisis.net.
1
Enviromental Stewardship: Critical Perspectives – Past and Present, a cura di R.
J. Berry , London, T.& T., Clark Ltd, 2006.
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Gen. 1,26-28, Rom. 12,1-2, Gv. 17 e 1 Pt. 2.
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