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Dott.

Prof.
della Rearia

ITALO
Universit"

PIZZI
di Torino

STORIA

POESIA

PERSIANA
La Perse
genre

est

la

grande

route

du

humain. Michelet.

VOLUME

SECONDO

TORINO
UNIONE TIPOGRAFICO-EDITRICE
33, Via
Carlo

Alberto, 33

1894

ni
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"

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W
^

Diritti

di

traduzione
e

di

riproduzione

riservati.

STORIA

DELLA

POESL\

PERSIANA

CAPITOLO

QUINTO
POESIA EPICA

LA

SOMMARIO.
come un

" "

1.

Or"ginedei

vaceonto

epico.
" "

1, :2. Tempi diversi di

cui
"

soiiti

riflesso

e la l'epica

lirica persiana. 3.
e sua

0,

7. Dottrina del dualismo


e 0

origine.
"

bene Devi

il male demoni

come

intesa dai sacerdoti

come

5, Soggetto dell'epopea. -i, 8, 9. La gran lotta cosmica tra il intesa dal popolo. 10, 11. I
" "

Devi

dei popolazioni. primitivo dei Devi applicato poi ad antiche popolazioni. 13. Tratti particolari secondo l'epopea. li. I Devi non considerati esseri al come pi" appartenenti I della 15. Turani. 16. inimicizia fra Irani e Origine genere umano. 17. Re Fr"d"n Turani. e le discordie de' suoi tre re figli. 18. Afr"sy"b dei Turani, il maggiornemico degli Irani. 19. Fondamento storico della inimicizia fra Irani e Turani. 20, 21. In che modo glieroi dell'antica e primitiva
" " " " " " "

rappresentano antiche

12. Concetto

"

2.

alla guerra tra Irani e Turani. mitologia partecipano del racconto 22, 23, 2-4. Il racconto epico. Svolgi"itenlu
"

ordinato epico 25. I

come
"

storia ed elevato ad 26. I


re

Kay.
Z"l.
"

"

27. Il

di figlio Gemsh"d.
non

"

morale. P"shd"d. un re significato primo e il secondo eroe nell'epopea. 28. Rusteni di Rustem dal re la sua provenienza 29, 30. La famiglia e
avere
" "

alto

31. Qualit" straordinarie


"

di Rustem

come

eroe.

"

32. Rustem siano

ricordato nell'Avesta.

33,

3-i,35, 36, 37.


"

Se

Achemenidi gli.

opinionidiverse in proposito. 38. Come al racconto nell'epopea; tradizionale sia la storia. stata accoppiata 39, 40. Prime raccolte di epico tradizioni epiche di Libro dei Re. 4J. I Borgomastri sotto il nome raccoglitori di tradizioni epiche. 42. La li\idizione epicapersiana " una vera epopea
" "

ricordati

"

nazionale.
3. I cicli

4.

che siano epica persiana suppone entrati a formarla, da principio, divei'sicicli. 44. Tre cicli principali. eroi del Segest"n. 50, 51, 52. Ciclo 45, 46, 47, 48, 49. Ciclo dei Devi e degli della guerra coi Turani. 53, 54, 55. Ciclo di Gusht"spe d'Isfendy"r. che per natura 56, 57, 58, 59. Racconti particolari non appartengono ai tre cicli. dei cicli, di quello della guerra 00, 61. Riordinamento e prevalenza coi Turani. fatto partecipare 62. Rustem di alla convenienza per ragion 63. Assestamento definitivo della tradizione epica. guerra coi Turani. Firdiisi. 64. Perch" a questo punto soltanto s'incomincia a parlar di Firdusi. 65. Tentativi, di far ricomporre tra il nono il Libro dei Re. secolo, e il decimo
" " " " " " " "

epici.

43.

della L'ampiezza

tradizione

"

"

"

"

66. Mahm"d
"

di Gliasna.

"

67, 68, 69, 70, 71, 72, 73, 74,


non

75.
"

dusi. Vita di Fir-

76. Il Libro dei Re Pizzi,Storia


della

molto curato
voi.

dai dotti in Persia.


TI.

77. Il Libro

"

poesia persiana,

CAPITOLO

QUINTO
"

78, 70, 80, 81, 82, 83, 84, 85, 86, 87, 88, 89, 00, 91, 92, 93, 94, 95, 96, 97, 98, 99, 100, 101, 102, 103. Sunto del Libro dei Re (per la parteepica). 104, 105, 111. Come si 106, 107, 108, 100, HO. Fedelt" di Firdusi alle sue fonti. d i Firdusi. difettidel debba giudicar 114. Libro e 112, 113, l'opera Pregi
"

dei Re saputoa memoria

dal

i rapsodi di Firdusi. popolo;

"

"

dei Re.

"

115. Gli eroi

come

da Firdusi. rappresentati
e come

"

116. Alto intento


"

morale che ha il Libro dei Re, morali


e

vi mirasse Firdusi.

117, 118. Idee

di Firdusi. religiose 120. I


"

"

110.

edizioni e Principali

traduzioni del Libro

dei Re. cic""ci. 5. I poeti


"

ciclici hanno verseggiato tradizioni epiche lasciate poeti 121. eroi del degli

Firdusi allo stesso movimento con Appartengono da questi trattato a preferenza Segest"n epico. Libro di Ghersh"sp. 126, ciclici. 123, 124, 125. Asadi il giovane e il suo Libro di 120. Il racconto di Kuk il monta127. Il autore. naro, Sani,d'ignoto 128, Il Libro 130. di 131. Il autore. autore. Gih"n-ghir, d'ignoto d'ignoto Il Libro di Libro di Fer"murz, d'ignoto 132. autore. B"n"-gashasp, d'ignoto 136. Il Libro autore. autore. 133, 134, 135. Il Libro di Berz", d'ignoto donata abbandi Behmen, d'ignoto autore. 137, 138. Decadimento della poesia epica Ab" al volgo. 130. Poemi e raccolte di racconti, fattiper il popolo; 141. raccolta. Tallir di Tars"s, e la sua indigesta Mukht"ri il 140, suo e Libro di Shehriy"r. 142, 143, 144, 145. Il poema di R"m"n e Visa attribuito indietro da Firdusi.
"

122. 11 ciclo

"

"

"

"

"

"

"

"

"

"

"

"

Fakhri; da altriattribuitoa Nizami Ar"zi.


in forma tradizionali dei Parsi trattati

"

conti 146, 147, 148, 140, 150. Rac-

epica.
epico.

1. Origine

del

racconto

antecedenti abb"am cai)itoli " proe nel suo cercato di studiare nelle sue origini successivo, svolgersi prio dell'Iran moderno delia dopoch" esso, passatii furori e gliscompigli la proprialingua e diede principio a una raggentil" conquistadegliAralii, novella. Perch",sebbene qualche traccia dubbiosa dell'antica poesia poesia possa molte vedersi qua e l" nella moderna, e nella moderna si abbiano del tempo dei Sassanidi, rifatte, pure quella opere, in particolare dal mistica, scettica, poi poi laudatoria, tempo dei T"hiridi amorosa, poesia
ancora

1. Tutto quel movimento

che poetico

nei

biamente. Tamerlano, " tutta di fattura moderna, indubdell'antica poesia I modi poi e la natura e gliatteggiamenti ha alcuni della quale l'Avesla ci conservato tanto divei's" sono franmienti, di questa poesia da quelli nemmeno pi" recente, da non potersi dere comprena

dei quello

successori di

n" indovinare tanti mutamenti di


e

come

mai

una

stessa

gente, anche
e

tenendo

conto

di

abbia potuto iniziare scompigli,


in genere,

svolgeredue generi

poesiacosi diversi.
2. Ma,
se

quale " e quale abbiam studiata, nella forma, ma nella all'Iran moderno, all'antico invece, non appartiene che tutta la anima e la feconda, apparsostanza, nella natura, nello spirito tiene la poesiaepica.Perch" tanto il Libro dei Re, con lo splendore del suo canto, quanto i pochi e umili poeticicliciche ne hanno calcale le
la lirica tutta

LA

POESIA

KPICA

orme

hanno

raccontato

ci" che Firdusi

non

ha vohito
come

potuto
e

tare, raccon-

efficace di quella iranico, immagine ancora dell'ingegno dottrina della morte e del nulla vita attiva e forte, allorquandonessuna il cuore. E farebbe ancor era giunta ad annebbiar la mente e intorpidire

possono manifestazione

considerarsi n"

pi"n"

meno

che

l'ultima

pi"solenne

veramente, meraviglia
in
una

se

di cotesto

non

avessimo
canzone

vedremo, iltrovare questa grande

le prove storiche siccome di eroi rifattabellamente

d'immaginazione e impeto di affetti ha prese le tanti secoli di distanza dai tempi da cui essa a giovanili, dovrebbe abbiam veramente e ai quali mosse appartenere. Essa, come di quei di questo libro,rende immagine di uno gi" detto in principio chiamano vasta pianura, e che,solitariin una massi che i geologi erratici, cui discesi. La altezza da la lontana sono attestano ancora poesia che bench" in origine che precedono, abbiam studiata nei capitoli procedesse " riusciva alla fine in che tanti svesentimento nobile nevoli l'amore, da quel linguanuova,
con

freschezza

omei

da piagnistei

divenir fortemente

stucchevole la

noiosa,
non

poi, per
la

diventava dottrine mistiche, le infiltrate

poesiadella morte, per


ha

quale ogni umana

energia vien

meno

ogni nobile intento


un

valoi'e.Ma

di vita,e perch"procede dall'amor di questa,questa " poesia la difesero

eroi che celebra gli e ne patria " poesiache insegna ad gloria,

giorno e

le

procacciarono

operare, che vivifica e fortifica l'animo e il cuore, n" liaccascia nella considerazione del nulla. Eppure, anch'essa, le venne la materia e l'ispiracome meno degener";perch", zione, pi" tardi, di
sua

epica si fece
non

romanzesca

di

romanzesca

divenne

mistica alla

glieroi dell'amore e appena i suoi eroi cessarono simboli vani fatui diventar del valore,per e d'allegoria. intorno a cui si aggiratutto quanto il lungoe 3. 11 soggetto principale
volta

d'essere

" una lotta secolare degli Irani persiana, magnificoracconto dell'epopea contro i Devi o Demoni, per i qualisi deve intendere una gente primitiva i Turani, gente barbarica e feroce, e contro che fu da loro soggiogata, al di l" dell'Osso. Sebbene stanziata nella parte settentrionale dell'Asia, rica, sotto un certo aspetto, per" questa lotta, possa e debba considerarsi stoche si narrano, e per le cose e per il vedremo, essa tuttavia, come occhi degl'lrani, " troppo collegata che essa ha assunto agli con significato di Zoroastro,per non l'antica loro religione, quellache va sotto il nome doverne tener parolaqui e prima di ogni altra cosa. 4. JNell'antica religione iranica, pertanto, predomina e signoreggia l'idea di un contrasto tra eterno tra il bene e il male, tra luce e tenebre, in un verit" e menzogna, Dio tra vita e morte; e il bene " personificato del mondo, che abita nella luce,e dicesi Ahura Mazd" creatore benefico, in un laddove il male " raffigurato nell'Avesta, genio maligno che abita nelle tenebre, detto nell'Avesta Anra Mainyu, ambedue pi" noti fra noi coi nomi persiani Ahrimane. fra di Ormuzd e Ora, questidue spiriti mordial prifra loro d al d el mondo in non e increati, dipendenti principio

CAriTOLO

OLINTO

poi dura
delle
cose

un

contrasto

senza

tregua,il quale non


e

cesser"

se

non

alla fine Tan-

tutte,con
dello

la vittoria del dio benefico del male. spirito informa

la sconfitta, anzi

nientamento

Questa

fede nella finale vittoria del

bene

si "

quella che dogma

intanto che il

di s" tutta quanta quest'antica religione, che vede nel creato cotesta gran lotta del bene e del
vera

male, costituisce una


cos" fossero le
cose.

dottrina dualistica.
non

5. Si badi tuttavia che Perch"

si vuol dii'e con

ci" che anche fu


un

principio

la dottrina del dualismo

portato di assai

la primitiva iranica non doveva essere che pi" tarda et",mentre religione E per" l'Haugosservava e ingenuo naturalismo. un giustamente semplice che lo storico bizantino che

Agatiadoveva
i Persiani

essere
onoravano

nel

vero

mava allorquandoaffere

prima di Zoroastro
dai

Giove
con

Saturno

tutti

glialtri Dei venerati


veramente, dopo
le credenze facciano si svolse la dottrina

Greci, quantunque

nomi

diversi. Perch"
e

essa pure trasform" dottrina da fondo a dualistica, questa capo tutte degli Irani. Ma, del naturalismo primitivo degliIrani,

che fu introdotta la

di Zoroastro religione

in

oltre ci" che dice Erodoto della religione dei Persiani antichi, fede, tutta semplice e senza quellestesse divinit" apparato di culto esteriore, che furono adorate e onorate di sacrifiziassai tempo prima di Zoroastro, divinit" propriedi religione ad esempio, Mithra che naturalistica, come, " ilsole, che " la terra, e Vayu che " il e Athars che " il fuoco,e Armaiti vento. Mollo meno poi ildualismo risale a quei tempi nei quali Irani e " vero di Arii, vissero insieme. Perch" egli sotto il nome comune Indiani, che

gliantichi
e

Arii abborrivano

le tenebre vedevano

amavano
un

veneravano

la

luce, e
di

nei fenomeni le

della natura
e

contrasto

tra le deit"
era

benefiche

maligne,

finalmente in
e

si rallegravano quando la vittoria


contrasto
non
era

quellee queste andavano


vero

fuga.Ma questo

ancor

tale che fosse diventato valore di

con propriosistema religioso,

e dignit"

l'Avesta. Sembra come dogma, confermato in un libro sacro di questa dottrina singolare si debba cercar non adunque che l'origine nelle condizioni della tanto lontano, ma piuttosto gente stessa, stanziata morali. e nelle sue nell'Iran, disposizioni

pertanto, solo per della regione trova che iranica, coperte di


che in Anche
neve e

6. Chi

un a

lande sterilie

postura poco, considera la particolare settentrione sono montagne eternamente i venti ghiacciati deserte,donde spirano

le speranze dei poveri agricoltori. pochi momenti distruggono orde dal settentrione vennero, cominciando dai tempi pi" antichi, affamate di ladroni che rapivan gliarmenti e mietevano le messi giuntea
i barbari, dai i venti boreali e posavano e quando tacevano maturit"; deserti ardenti del mezzogiorno si levavano turbini infuocati di sabbia che facevano inaridir le campagne. E questi daimi non poterono essei'c risguardati dagliIrani che come esseri di tanto pi" che presso malefici, opera di essi era in onore Ora, tutto ci" che recava grandissimo l'agricoltura.

danno

questa

arte

nobile

santa,

era

considerato

come

opera

imme-

LA

POESIA

EPICA

diata di

potenze malefiche. La
dei

notte

lavori pacifici nella notte

campi,dlcevasi e urlavano sciacalli e ruggivanofiere,e


nelle
case.

interromperei credevasi procreatada Ahrimane; e


stessa

clie veniva

lupiassaltavano

il

gregge,
nei

il ladro entrava

1 Devi, o

d"moni, appunto col favor

delle tenebre uscivano

luoghiabbandonati Ma, al primo apparirdell'aurora

dalle chiostre d'inferno per intrecciar le ridde loro turni. ; e coi Devi si aggiravanoqua e l" i fantasmi notle

immagini spaventoseandavano

nella fuga, e i lavori dei campi ricominciavano. Anche " frequente regione iranica che luoghifertilie ricchi d'acque scorrenti confinino col sta il regno e appunto nel deserto deserto pi" squallido; deglispiriti nembi i rotanti di sabbia la tempesta e sollevano maligniche mandano al sole, con aure e prile carovane. tiepide maveril Luoghi esposti per far perir valli e burroni e montagne, coperte di ghiacci confinano con " detto Per" l'inverno, nell'Avesta, e morte. eterni,dove tutto " squallore stato creato dai d"moni, dei quali si dice altres" che, al veder prosperare esser essi si rattristano, e fuggono quando veggono maturar l'agricoltura,
in

le

spighe.
7. Ma, oltre le condizioni
del paese, speciali pu" rinvenire in altra

potente ragione di

un errore profondo che questa dottrina dualistica si della gente iranica. Diciamo che dinanzi al contrasto del offusc" la mente arrestata,e bene e del male nel mondo, la mente degliIrani si " come idea filosofica, avendo saputo elevarsi fino a quella non per la quale tanto s" tali il bene quanto il male non stessi, sono specialmente per sempre

nell'ordine fisico, ma
0

danno, neg" d'un


di
e

soltanto per chi ne sente giovamento tratto l'armonia che si manifesta nel creato, e appagandosi relativamente
e

del mondo, scompiglio contemplarsoltanto l'apparente trov" Per"


una

v'ine

travvide che "

incessante

affannosa lotta tra ci" che " buono altro che


un

ci" di

l'universo intero parve non essere formidabili due avversari s'incontrano nel battaglia, qunle
reo.

campo

con

tutte le

coi suoi santi immortali, coi Geni lato, le sue Anra Mainyu dall'altro co' suoi Devi tenebrosi, tutti benefici, con la con Pairike,esseri femminili che trascinano gli uomini a perdizione Ahura loro schiere, Mazd" da
un

avversari dell'uomo. Ma l'uno e glialtri spiriti l'altro avversario, sono e gi"si diceva a principio, increati, quantunque il secondo sia destinato ad esser vinto dal primo alla fine dei secoli; e l'uno il male; il primo,per natura e l'altro crea, il primo il bene, il secondo buona ch'egli ha, e di proprio moto; il secondo,soltanto per contrapporre alla creazione buona del primo la creazione sua malvagia, come quando loro bellezza,con tutti alla luce

contrapposele tenebre,alla vita contrappose la

morte.

Nel

qual

punto Anra Mainyu si diversifica assai dal Satana della Bibbia,il quale fu " increato, fu ma angelo buono un tempo e cadde per superbia, e non

glialtri angeh.Anra Mainyu poi,sebbene abbia facolt" " stimato ignorantee cieco,laddove Satana alcune volte " stato creativa,
creato

da Dio

con

considerato

come

tale che

ama

cerca

il sapere

lo vuole. Per" la storia

CAPITOLO

QUINTO
e

quale gi" trovasi nella ora significato grande diciamo; e un fu inno a Satana, inteso nel senso cui ora ai a possibile accennannuo, nostri. Per un vieto pregiudizio da Medio Evo, l'ignoranza sembr" giorni al sapere, e il sapere si disse venir da Satana, laddove, presso preferibile esso Irani, procedesoltanto da Almra Mazd", dal creatore d'ognicosa gli
dell'albero della
conoscenza

del bene

del male,

tradizione mosaica, ha

per ci" che

buona.

8. Intanto, al gran contrasto


uomini gli Mazd"
0

fra il bene

il male

prendano parte;e s'intende che essi sono di Aura Mainyu secondo che fanno il bene

" pur necessario che i seguacio di Ahura


o

il male. Vi
e

sono

eroi del bene come vi sono i per" in terra gli in partecipanoalla grande battaglia, quelli secondo che questa battaglia Mazd" ti'a Ahura

questie modo per" diverso assai, Aura e Mainyu fu pensata e rappresentata dai sacerdoti nei loro libri sacri e dal popolo nelle sue canzoni epiche. Ora, i sacerdoti ridussero ben prestoe facilmente ad aver forma di sistema filosoficoe religioso, strettamente logicoe conseguente, questa dottrina del dualismo;e perch"gliuomini hanno per sacro dovere
di combattere il bene, cos" i sacerdoti comane di far prosperare dano che alla uomini lutti e impongono con gli partecipino gran battaglia le offerte, le opere pie, le preghiere. le armi che con con sono Queste gli devono
usare

fautori del male,

il male

uomini

dei libri e trovasi che appunto uno combattere, dell'Avesta " il Vend"d"d, il qual nome, nella sua forma originale zendica vida"va detta, cio" creato contro i Devi o demoni, indica gi"che quella per
era

la difesa il comune

pi" potente che


nemico.

l'uomo

aveva

ricevuta
re e

Allo stesso modo, i


a

tere quaggi"per combatmitici eroi dei gli temj)i


il male
con

ed
e

epici come preghiere,


sono

introdotti nell'Avesta si

combattere

contro

oflerte

Hara

pregava

del monte Haoshyanha che ai piedi di poter distruggere i geni del male; di Sraosha, genio

legge del

re

che benefico,

tare vanta per armi le preghiere pi" sante che si possano recida bocca celeste o terrena. Lo stesso profeta Zarathustra o Zoroastro,

un interrogato

giorno da

Aura i

Mainyu qualifossero
quali essa

le armi

sue,
e

rispose
la

che le armi bevanda che


ne

sue

migliori
e

erano

moitai, nei qualisi prepara


" versata, la

spreme

le sacrificale, d" il succo,


e

tazze

nelle

haoma pianta

dei sacerdoti secondo

da Ahura Mazd". Cos" le armi parole pronunciate dei loro campioni sono e simboliche, come, spirituali le

" tutta questa gran lotta cosmica. e morale spirituale 9. Ma il popolo, che certamente non ficasse pot"bene intendere che mai signilo innnavolentieri se contrasto e simbolico, spirituale questo pi" non gin" vivo e visibile in terra, al quale partecipano gi"devoti preganti di ordine loro, veri eroi con armi vere da offesa e da difesa. Come ma poi sacrificanti, che le nevi e i ghiacci, infuocali del i venti le arsure e deserto, fossero opera d" spiriti barbari s correrie che i c osi nelle frequenti maligni, dell'Asia settentrionale facevano nella sua terra con l'impeto e l'avidit" delle gentiselvagge, del nemico altro non pot"vedere o trovare che l'oj"era
e

stim"

LA

POESIA

EPICA

d'ognibene e immagin" die coi barbari Anra Mainyu stesso fosse collegato. dei barbari del settentrione e del Anra Mainyu, adunque, " il protettore di Ahura Mazd", sotto la protezione loro re superboe tracotante,e intanto, in si mantiene tutto il popolo iranico col suo re. Anzi, il re degliIrani, quanto " primo campione del bene " visibile vicario in terra di Ahura Mazd" stesso, laddove immagine terrena di Anra Mainyu " il re stesso dei di stirpi nemiche, il contrasto, insomma, tra barbari. Cosi la lotta vera colore religioso e morale, Irani e Devi e Turani, riceve dalla religione
,

intanto

che

il

suoi gagliardi
non Dopo ci",

popolo, non campioni di

intendendo lancia
a e

i simboli

sacerdotali,arma
e rozza

spada,di clava,d'arco
la

di faretra.

tarder" molto

farsi udire
e

prima e

canzone

epica
le

che

narrer"

di Rustem le battaglie
e

deglialtri eroi dell'Iran contro


intendere

schiere dei Turani

dei Devi. di Devi si debba un'antica lazione popodi cui, per le molte

10. Ora, che sotto il nome

che dovette ritirarsidinanzi

" cosa agl'lrani,

della al principio si pu" pi" dubitare, e il Justi, prove che vi sono, non studi sicura. la pone come certa e Storia della Persia antica, Intanto, gli sua
certezza che prima con pi" recenti hanno fatto conoscere la potenza meda e persiana, assai che avesse prima assai che principio e sull'Eufrate i grandiimperi una semitici, partegrandissima sorgessero sul Tigri abitata da genti assai pi" antiche, diverse di d'Asia doveva essere ma gi" potentie famose nelle arti e nei commerci. Le linguae di stirpe, dato principio all'industria del da tempi immemorabili, avevano quali,
e

le ricerche

lavorar

onde s'erano metalli,


un

commercio

celebri per tutto il mondo che si estese dall'Asia all'Europa, fino


rese

ziandovi iniantico,
a

penetrare,

nella regionegermanica. Ma quella passando le Alpi, esercitata in mezzo ai monti industria tutta speciale, abbandonati, nelle laddove erano le miniere del ferro;e quellareligione di quelle caverne misteriosa deit" terranee, antichissime genti, alle infernali tutta e consacrata e sotperch"sotterra appunto stava ildio potente e invisibile che loro mandava le nascoste ricchezze dei metalli, le genti mentre ariane,di fresco fra loro,abborrivano le divinit" sotterranee venute adoravano a quelle della luce; e quelle formole magiche adoperate nei riti in una lingua barbarica e sconosciuta; fecero si che tutte queste cose ariani quei popoli l'Italia e percorrendo che trovarono altrettante nelle
nuove

terre coleste

antiche,le popolazioni
o

credessero per
e

di esseri misteriosi, semidei famiglie

demoni, ammirati

l'abilit" loro nelle arti, temuti l'arcano commercio


con

diversi nomi, in tutte si trova metalli Kuvera


e

per" che, con quante le antiche tradizioni di popoli indo-europei


che abitano

per le arti magiche da loro le divinit" di sotterra. Avvenne

possedute

per

memoria
usano

di esseri misteriosi la

sotterra, lavorano

magia. Sono Guhy"ki o Yakshi in hidia,ministri di che " ildio delle ricchezze, donate qualiabitano in selve lontane e abbane

fabbi'icano armi

eroi ariani del

terribili di guerra li"m"yana e del Mah"bh"rata.

di cui si vantavano

poi gli
Rodi, in

Sono

Telchini

in

CAPITOLO

QUINTO

incantatori e Cipro, in Creta, abilissimi lavoratori di metalli, reputati si diceva, maghi,perch", sapevano trasformarsi in mille guise e potevano il sereno far far tornare cader la pioggia la grandine quando loro o e talentava. Sono Dattili, che Strabone dice maghi e lavoratori del ferro, abitatori del monte Ida, e Cabiri in Lenno, in Imbro e in Samotracia, ministri di Vulcano in lavorar metalli, Koboldi e e abili incantatori. Sono Nani nei paesigermanici e scandinavi, ha conservati i loro e l'Edda ne I Nani nomi, quasiimpossibili a pronunciare. i metalli, posseggono ricchezze infinite, sono
come

abitano

sotterra, lavorano
e

maghi

involano Sono

i fanciulli,

si

leggein

una

celebre ballata del Goethe.

Brisinghi

nelle

leggende scandinave, e i Brisinghi appunto fabbricavano il ricco monile della dea Freya. 11. Come ora agevolmente si pu" intendere, fanno parte di questa classe di esseri misteriosi anche i Devi dell'epopea iranica. Anch'essi, come i loro confratelli ora enumerati,sono abilissimi nel lavorar metalli e ogni i palazzi del re Fabbricavano, al dir di Firdusi, opera fme e artificiosa. Gemsh"d del re K"vus sul monte e quello gnavano Alburz; al re Tahmi"ras insel'arte mirabile della scrittura e sapevano volar pel cielo recando sulle spalle il trono di Gemsh"d; potevano di notte incatenare e acciecare il re K"vus con tutto l'esercito nei campi del M"zender"n, e trasformarsi in mille guise, fece il re dei Devi del M"zender"n che combattendo come
con

Rustem

si converti in

e il devo pietra,

Akv"n

che soleva trasformarsi lo

in asino selvatico. Abitavano intende

alcuni ilVarena, sotto il qualnome

Spiegel

quellamoni

vend,

settentrione della Persia. Altri abitavano

tratto quell'ampio E qui le prove sono


come

inospitale regioneche " alle pendicidel Dem"il M"zender"n, che " di paese che si stende a mezzogiorno del Mar Caspio.
uosa e

anche

pi" chiare.

Perch"

Firdusi ci descrive illoro


e

re

tale che

aveva

i denti da

alta cinghiale, lungo il collo,

sottile la

persona. Anche in certe tombe preistoriche scoperte da poco tempo nei d" Faznean di Aby"neh nel M"zender"n, al dire del giornale e villaggi l'Orientale (delmaggio 1874.), si trovarono inglese lunghe ossa che il giornale dice gigantesche, essendo il solo stinco lungo ben cinque spanne, e teschi
con

denti di strana

e lunghezza e

sclieletriinteri di statura

enorme.

Per quanto il racconto


essere

di Firdusi

la notizia del

giornaleinglese possano

si potr"negare che essi fra loro vanno non esagerati, perfettamente risultandone noi c io" che nel M"zender"n d'accordo, questa verit", per abitavano un giornoantichissime genti, diverse dalle iraniche nella stirpe, nella linguae nella civilt", civilt" si pu" dire. se 12. Ora, quando gliIrani, venuti da que' luoghi nei qualivissero alcun discesero ad abitare nel vasto paese che da loro ebbe tempo con gl'Indiani, il nome di Iran, portarono anche con s" certe loro idee religiose che dovettero
essere,
e

gi" l'abbiam

detto, di
di

un

ed primitivo i Devi

elementare
erano

naturalismo.

Tra le qualiera

la credenza

nei D('vi.Ma
sovrumano

esseri
e

immortali, dotati soprannaturali, spiriti

potere, buoni

LA

POESIA

EPICA

beiie("cisecondo secondo religioso,

Mainyu che liha


escono

forse per qualche scisma maligni e malefici, gl'Indiani, E i Devi degli Irani abitano l'inferno con Anra gl'Irani. l'inferno " e dale ne procreati pur sempre loro duce e signore, talvolta sul monte Arez"ra che
ne

" la

porta,e

su

quelle

vette deserte intrecciano la ridda. Si credeva

all'intorno
cotesta
una

ne

fosse

ingombra

piena, e

l'aria tutta poi che,talvolta, Diogene Laerzio notava essere

Leggesinell'Avesta che un sbuffano; quando esso germoglia, campo mette il fusto,i Devi piangono; i Devi tossiscono; quando il frumento del tutto quando esso ha spighe grosse, i Devi fuggono;e i Devi sono tornano sterminati in quel luogo abitato laddove si trovano molte spighe; fanno metallo fuso. Queste parole, allora all'inferno correndo come come
dei superstizione speciale Persiani.

quando vi "

i Devi fruttifero,

dere questiDevi,danno anche a diveebbero di essi, fu quello di spiriti che il primo concetto che gl'Irani altro. Ma poi,quando pi" tardi si di esseri sovrumani, e non maligni, antiche che di sopra si diceva, sime abilisin quelle scontrarono popolazioni diverse nelle arti e credute in possesso della magia e degl' incanti, di stirpe dettero cree di lingua, errore per un facile e agevolmente intelligibile
conoscere

la natura

tutta demoniaca

di

di vedere fede
e e

in esse

le schiere dei temuti

della loro si

immaginazione. Per tal via la


terra
e

maligniDevi della loro discendeva figuramitologica


e

in personificava

rendevasi

visibile

sensibile. Perci"

si

legge nell'Avesta che prima di Zoroastro i Devi,rivestendo diverse forme,


la terra percorrevano opere del bene, e che
nessuno

spargendoil male
poi,alla sua
d'allora in

sui loro

le e distruggendo passi

onde venuta, furono ricacciati sotterra,

fu
come

pi" veduto
due
re

" detto

poi da occhio mortale. Gi" di sopra si Tahm"ras come e Gemshid, li tenessero dell'epopea,
e o ne

la forza al loro impero,e lifacessero servire in con schiavi, assoggettatili fabbricar ci" si che
e utensili palazzi

ricevessero

anche

utili insegnamenti. N"


non

o potrebbe

intendere
e

se adeguatamente spiegare erano

col supporre

i Devi di Tahm"ras delle antiche chiamarono

di Gemshid

veramente

che soggiogate, popolazioni col


nome

poi le

fici artegl'ingegnosi atterrite rate ammie genti

di Devi. conservati i nomi di alcuni

13. L'Avesta
l'Avesta " libro

ci ha

Devi; ma

perch"

cosi questi nomi indicano certe qualit" vagie malsacerdotale, che quei Drvi sono astrazioni di colpe mere e mostrano e certi vizi, Tali sono i nomi dei Devi Ak"-mananh 0 di malanni. e A"shma, il primo dei quali animo laddove ilsecondo denota l'ira(il nome malvagio, significa del diavolo Asmodeo " venuto di qui); della siccit", e Apaosha " il Devo la fantasia popolarepi" e Banga quellodell'ubbriachezza. Al contrario, assai si compiacque di quei Devi che non sono come ora tati, rammenquelli cio" simboli e astrazioni di sacerdoti, stano taliche infema son piuttosto direttamente gliuomini, li invitano a battaglia, e giocando di destrezza e di valentia, nella lotta o restano vincitori.Si o soccombono il gioleggenel Libro dei Re che il Devo Xero uccise in singoiar battaglia

10
vane e

CAPITOLO

QUINTO

forma

Siy"mek, che il Devo Bianco e il Devo Akv"n, questo in furono atterrati e uccisi da Rustem d'asino selvatico, a colpi di
valoroso stessi di Devo Bianco
e

clava. Nei nomi


e

di Devo

Nero

trovasi

l'impronta

popolareche si compiacedi tali contrapposti. di rimpicciolir E pare che talvolta questa fantasia si sia compiaciuta questi ai Folletti e ai Koboldi .dei nostri volghi, Devi, tanto da farli quasi eguali dell'ingegno della fantasia
con

le loro

e le grottesche apparizioni

loro burle strane

e nuove.

Serva ad

esempio di
il capo

cotesto

il Devo

Akv"n

che

pi" volte

si f"' giuoco di Rustem

nel raccontarne tanto che ilsapiente Firdusi,

scoteva incredulo l'avventura,

Ci" non la beffa fatta al suo eroe prediletto. quasi glidispiacesse alto principio morale. un toglie per" che qualche volta i Devi rappresentino chiato qualchecolpa grave o s'" macPerch",quando alcuno ha commesso che suole il innocente del sangue di qualche vole colpegrida vendetta, nell'atto ha offuscata della scusarsi dicendo che un Devo, colpa,gli la mente Libro di regno ebbero ucciso Tur per ambizione di scusarsi presso i due colpevoli tentarono il loro innocente fratelloErag', Devo. Al qual loro stata guasta da un il padre dicendo che la mente era
e

tolto il senno, come Salm dei Re che, come


e

la dea Ate, al dir di Omero.

E trovasi nel

punto giova notare che la natura demoniaca, che " la primitivae pi" ebbero dei Devi,anche torna a manifestarsi nel concetto che gl'Irani antica,

dopo

tanti mutamenti

trasformazioni.

14. Del resto, " facile comprendere


il nome applicarono che
vennero

dei Devi alle

appunto perch" gl'Irani, nei paesi che trovarono gentiprimitive


come

dal consorzio descrivono


uomo aver e

ad occupare, dovessero escludere interamente queste Libro dei E l'Avesta il tanto umano. Re, per" quanto

genti
come

la vita dei
re

primo

in terra sotto il governo del primo uomini che fu Gaya-meretan o Gay"mers, dicono quegli

primi uomini

nel cui seno alcun nemico, non era pacifica famiglia, cio" Aura dice in particolare il Libro dei Re, eccetto Ahrimane, come Ma Ahrimane Devi e i suoi non Mainyu. appartenevano a quellafamiglia, formata
una

sola

perch" non

per" n'eran fuori. D'altra parte essi di essi tutta quanta male quaggi", e per" contro erano gliautori d'ogni trovavasi collegata; la famiglia umana ma perch" il bene e il male si porta imfanno sentire a tutti gliesseri viventi,ragionevoli e e irragionevoli, cosi le prime a tutti egualmente evitar questo per conseguir quello, Devi furono combattute dai Ahrimane i contro e battaglie primiuomini
erano

esseri umani

compagnia delle fiere del campo. E si racconta nel Libro dei Re che fu ucciso il giovane e prode Siy"mek dal Devo Nero, appunto perch" come nella sua sorte i viventi tutti che morisse e perch" Siy"mek fu ilprimo uomo
in

d'allora intravvidero la sorte che li aspettava, essendo di


e

Ahrimane, un

esercito di uomini, di
contro

tura creapure la morte d i di di leopardi, leoni, lupi tigri, e

di fieriaugelli mosse

il tristo Devo
sono

diede gii

terribile battaglia.

15. Cili altri nemici degliIrani


tutte designate

vanno Turani,col qual nome che conducedell'altaAsia, al di l" dell'Osso, quelle genti

LA

POESIA

EPir.A

il

vano

vita nomade

facevano

scorrerie

dal racconto epico sono questi 0 Ahrimane, non per" come siccome
a

Anclie nel mezzogiorno. frequenti schiera di Aura fosca collocati nella Mainyu
creature
o

sue

come

esseri

soprannaturali,

" accaduto

dei Devi, ma considerati

sempre

come

uomini

veramente, addetti

lui tuttavia in forza di


sono

quel concetto, per il quale, in molti racconti


come

potest"infernali e protetti da queste.iMa la guerra contro i Turani apparisce alquantopi"tardi da che fu preceduta fa intendere anzi l'epopea essa persiana, nell'epopea
i nemici epici, devoti alle

quelladei Devi,dicendo appunto Firdusi che al tempo di re Gay"mers e i Devi. in terra alcun nemico, eccetto Ahrimane gliuomini non avevano cosi anche doveva essere. Perch" E veramente, in un certo senso storico, uomini in forma umana, fra gli i Devi che secondo l'epopea si aggiravano come e poi furono ridotti ad abitare inaccessibili regioni, rappresentano, i sul antiche trovate abbiam detto,le luogo dagliIrani, gentiindigene quali dovettero o soggiogarle per le prime o scacciare o tollerare che vivessero con loro in istato di faticosa servit", l Turani, al contrario, nemici assai tempo dopo e solo allorquandogli furon conosciuti come si scontrarono usciti dai loro confmi o assalitidal di fuori, Irani, per la che essi risgi"costituite in un regno potente, prima volta in altre genti, V'ha rivalit" d'inimicizia. e adunque guardaronocon alto sentimento di le genti combattere da che Irani credere avessero gli prima ragione per da di Devi, e che poi avessero designa col nome indigeneche l'epopea

respingere gliassalti
a

delle

gentibarbariche

devano che dal settentrione discen-

nei racconti epici, preda. L'una e l'altra guerra appaiono, anche bellamente intrecciate, anzi fuse insieme, solo accoppiate, ma non in modo da formare un tutto ben composto e ordinato. Per giungereal Irani e i loro cantori non dovettero trovare difficolt" grandi, qual punto, g"' del dato che i Turani nemici male, come erano e perch", per" partigiani tali non e de' suoi potevano appartenere che alla schiera di Ahrimane far Devi. Per" la guerra dei Devi e dei Turani era pur sempre il bene; medesima, cio" il tentativo del male di sopraffare

quella guerra
e

il contrasto

tra

loro,raccolti insieme
pur sempre che la battaglia per tutto ad

sotto

la bandiera

di Ahrimane,
e

tra

gliIrani, principio

tornava

essere

l'immagine terrena, viva


combattersi

della sensibile,

gran del mondo

religione insegnava

fin dal

sizione quanto il creato. Pure, nell'economia e nella dispodel racconto epico, la guerra coi la guerra coi- Turani sopraffece Devi tanto, che, nel Libro dei Re, essa occupa quasi due terzi della narrazione,
spesso "

qual

cosa

quellacoi Devi " raccontata a frammenti qua e l" e interrotta per ripigliarsi un'altra volta. Della poi e interrompersi mento che il sentisi pu" forse assegnare altra ragione non se non
laddove

i barbari, tenuto vivo nella difesa della patriaterra contro nazionale, dovette essere gliendoli pi" potente ed efficace perch" attirasse a s", distoda altri l'animo argomenti,
e

la mente

degliIrani

dei loro

primi cantori.

i9

CAPITOLO

QUINTO

bisognava soddisfare a quellache il Vico chiama boria al paridi tanti altri popoli sideravano connazionale. Perch" gliIrani, dell'antichit", la prima gente che fosse stata creata, e le altre s" stessi come
16. Anche
tutte stimavano genti E per" Gay"mers che che glisuccessero re
come

tanti rami

fu il loro
fino
a

venute dal loro ceppo. propaggini e i primo re, fu anche il primo uomo,
o

tutto

il regno

di Gemsh"d

tutta quanta la terra. Anche di Fr"d"n, governarono del mondo, dovevano altri popoli bench" nemici, con tutti gli
come con

partedel regno i Turani adunque,


e

considerarsi

venuti

un

giorno dalla

sacra come

terra

e la presente inimicizia dell'Iran; e

doveva gl'lrani
non

intendersi

pi" tardi sopraggiunta

interne,come per cagioni potevano prevedere, di nel una nate all'improvviso seno Appunto le discordie gran famiglia. del re Fr"d"n, posero il principio per ambizion di regno, nate fra i tre figli b ench" i due Che al della nuova contrario, nemici, popoli, poi, guerra.
che si si considerassero ci" appare da moltissimi fratelliin origine, come sempre puntidel Libro dei Re, nei qualii re Turani si vantano di discendere Fr"d"n.

per cagioni per discordie

dal

re

17. Re Fr"d"n

adunque, divenuto

d'Occidente, signoria d'Africa e del paese di Rum, al secondo,che era Tur, conferi cio" d'Egitto, cio" tutta l'Asia del Turan che da lui appunto s'ebbe il nome, la signoria al figlio minore che era settentrionale con la Cina e l'estremo Oriente; ma fratelli il quale vinceva i due maggioriin prudenza e bont", egli Erag', di portarcorona dell'Iran col privilegio dare la volle e dell'India, signoria del padre i fratellimaggiori, A queste disposizioni e di sedere in trono. vollero fare le loro rimostranze, e perch"Erag', d'invidia, per sentimento s'era recato presso di loro per acquetarli e troppo fidando nella giustizia,
essi lo uccisero e ne mandarono, chiusa pacificarli, diede al vecchio padre.Il quale, all'orribilevista, restandogli giur"di vendicarsi, pur sempre lontana del in in
un

per l'et" grave fu stanco di regnare, che era Salm, conferi la al primogenito tre figli, e

di tutta la terra, quando signore il regno fra i suoi pens" di spartire

cofano, la
in
una

testa
e

e pianti

lamenti

gineceo reale,della
venuto

donna, giovane
la al
come quale,

il tempo del

quale diede alla luce partorire,


era

stato sposo

vinetta giosperanza il giovane Erag'. La


una re

bambina,
in

prode e questo secondo

fu giunta a tempo di nozze, fu data dal vecchio valoroso Pesheng, che discendeva dal re Gemshid. matrimonio fu

isposa
di

Frutto

Min"cihr; e Min"cihr, come

incitamento port" la guerra a Salm e a Tur e lasciando Fr"d"n mor" dopo un la sua vendetta, regno di cinquecent'anni dall'ucciso Ma la guerra coi Turani che discendevano al nipote. "a corona di Fr"d"n

fu adulto,per li uccise. Avuta

Tur, quale pareva dover


ricominci"

cessare

colla morte

maggior vigore e di Tur, credevansi Turani, essendo della famiglia

pi"

tardi

con

Erag', accanimento, perch" " re


dei due
non

uccisori di

solo di

di vendicar
trono

la morte

del loro
re

dell'Iran che

progenitore, aveva Fr"d"n, calpestando ognileggedi giustizia,


ma

di dover

l'obbligo quel riconquistare


aver

LA

POESIA

EPICA

13
e

minore. assegnato al figlio

Da

quel tempo, il pi" animoso


volte i confini
e

potente di
mano

questire
neir Iran
re

si vedr"
e non

violar

pi"

discendere
e

armata

finch", assalti, dopo battaglie lo uccider" in pena delle sue colpe. e non prigioniero secondo l'epopea, da sparso Cos" la guerra fra Irani e Turani,originata in sangue, dar" materia alla maggior partedei canti di essa, ampliandosi da l'altra antica far coi Devi. metter quasi contesa modo da e pi" parte
mille Khusrev
non

quietarmai

mille

lo tara

Questo gran re del Turan Afr"sy"bnel Libro dei Re, e ilsuo


18. deriva da
una

che " l'avversario dei


nome,

re

" detto Irani,

che nell'Avesta

suona

Franrasyan,

radice verbale che

perch"l'epopearacconta
e

significa spaventareed " bene priato, appromolte colpee molti misfatti di Afr"sy"b
incessanti
sono

lo mostra

in

legacon

le potenze infernali. Per"

i suoi

i suoi assalti per insignorirsi di sforzi e ripetuti eglicrede sua, e nel sogno della mente inferma
a

quellaterra iranica che


non

dubita di ricorrere dubita di uccidere il

ogni mala
suo

arte, pur

di toccare

l'intento

suo.

N"

solo perch"aveva in vita alcuni prigioIghr"ras risparmiati nieri chiesto grazia;e uccide di propria Irani che gliavevano il mano e fornisce di esercito il giovane re Irani, Nevdher, fatto prigioniero; degli Sohr"b perch"invada l'Iran; fa il giovane e innocente prine cipe decapitare del che s'era a lla Irani, sua K"vus, rifugiato Siy"vish, figlio re degli sembra riconoscere la propria corte, anzi era suo genero. Con questo, egli ai re dell'Iran, inferiorit", perch"si riscuote e solleva la testa solo rispetto il legittimo o questi" stato sconfitto allorquando nell'Iran o manca signore, " altro luogoo dato ai vizi e al viver molle,come in qualche ilLibro fratello dei Re Ma
racconta

di Nevdher

Irani sono quando g"' dal loro re o da qualche loro ritrae


a

che passava i forti e scendono ardito

giorninell'ozio e nei piaceri. compatti in campo, guidati


si

capitano, Afr"sy"b volentieri

dietro

domanda

qualcheoccasione
riottoso che
non aveva

la pace e ritorna nel suo regno per aspettare L' A vesta poi ci dice anche che questo re migliore. la maest" reale che era una certa aureola luminosa

il nimbo ai nostri Santi;e per" egli ricingevail capo dei re come si bagnava tre volte nel lago Vourukasha, laddove quel lume divino si era senza nascosto, per uscirne investito di esso, ma frutto, perch" la misteriosa aureola fuggivasempre lontana da lui. Egli ", pertanto, la mentre tutti lui, immagine terrena di Aura Mainyu, superbo e stolto come i re Irani, da Gay"mers fino a Gusht"sp, visibileagli occhi sono l'immagine, del creatore Ahura Mazd". I re Irani combattono dei mortali, armi leali con laddove Afr"sy"badopera la frode e ricorre e confidano nell'aiuto del cielo, alla colpa e confida nelle arti del male che sono gli incanti e la magia.

19. A questo punto " ovvia


lieve momento, trovi memoria abbiam
e

necessaria

una

considerazione

di

non

questa si " che, sebbene di questa lotta degliIrani


essa

soltanto nei racconti


contro i Devi
e

epicisi i Turani, pure


mento fondadetto per

e possa avere storico. E quanto ai Devi, basti ci" che di sopra

ragionedi credere che

abbia veramente abbiam

li

CAriTOLO

OLINTO

la terra nella quale gliIrani dovessero conquistar si stanziarono, sulle primitive genti indigene. Quanto ai Turani, tutta col libro sacro la sua leggenda e con storia suo e con iranica, quanta la ci" che ne hanno fatto sapere, anche per brevi cenni, i Greci,fa noto trione antico e profondo odio tra gliIrani e le gentibarbariche del settenun dava alimento la diversit" della vita, nomade dell'Asia. A quest'odio v'" libro e notisi intanto che non per gliIrani; per i barbari, agricola che dei la coltivazione tanto raccomandi di antiche religioni sacro campi barbari del volte Ora l'abbiam l'Avesta. settentrione, questi gi"pi" quanto Irani bestiami nei scendevano a prendervi degli detto, campi troppo spesso assalti e scaramuccie e biade, onde nascevano vise. improvqua e l" frequenti veder chiaramente
come

Gli Irani chiamavano Iscrizioni del Re


e settentrione, erano

Saci, e questo

nome

ci fu conservato

dalle

Dario
nome

il

lunga guerra degliIrani contro i Turani,la storia i barbari dei re persiani le spedizioni contro dal canto suo fa conoscere nella quale egli del settentrione, come quelladi Ciro contro i Massageti, Medio dal in vha. nel secolo la E nono P]vo, poi,altro non si perdette
se

questi l'epopearacconta

tenuti da la

del e dagliscrittori greci, i nomadi d'Istaspe il indica i n cani, gi" significa dispregio cui e quale odio vi si doveva aggiungere.Che quelli, che

vide che

discendere

nell'Iran dalle lande

deserte che

sono

al di l" dell'Osso,
a

orde
e

infinite di barbari
e

che vi fondarono

e principati,

quel
a

tempo una rappresentare

prima

poi

ai nostri

giorni ancora
non

Iran

Turan

stanno

inimicizia che

cesser"

mai, un

odio

implacatodi

che fu e sar" sempre se l'antica cagione di fatti di sangue come stirpe abbia separate del re Fr"d"n, compiuto il fratricidio, discordia dei figli per che sempre le due
a

20.

Eppure
un

genti vicine. alle quali non questeguerre di stirpi,


solo, e

possiam negare

sottostia

fondamento
non

vansi ricordati
ma ancora

storico,presero parte alcuni eroi che troci" s'intende, nel Libro dei Re e nell'Avesta,

doveva esser giunta ai qualicertamente non indiani, notizia alcuna sia della lotta tra Irani e Turani, sia delle discordie dei eroi erano, a quel tempo remoto, del re Fr"d"n. E trovasi che questi figli di Thra"taona meri concetti mitici, come appunto Fr"d"n che,per il nome al Trait"na dei Vedi. E si ricongiunge al Trita e ha nell'Avesta, ch'egli nei Vedi Trita " uccisore, secondo ilThra"taona abbattesse
un

serpe a tre teste, e tale " anche Fr"d"n dell' come Avesta, intanto che il Libro dei Re narra
i

Vedi, di
che

un

alle serpenti attorcigliati mito ricongiunge Tutto cotesto " mitologia, e il meraviglioso questo spalle. eroe aglialtriDei ed eroi uccisori di mostri.Apollo ed Ercole in singolare Ricordasi anche, nel e Scandinavia. Grecia, Sifrido e Sigurdh in Germania dei primi re della stirpeumana, il Libro dei Re, l'antico Gemshid, uno il primo re, e questo dell'Avesta, quale altro non " che il Yima-khsha"ta Yima dell'Avesta corrisponde al Vama degliIndiani che fu il primo uomo che morisse,e per" ebbe l'onore di esser chiamato a regnare sui morti.
mostruoso tiranno
recava

due

d6

CAPITOLO

QUINTO

2.

Svolgimento

del

racconto

epico.
non

22. Se la guerra
terrena
come e

coi Devi degl'Irani

coi Turani

" che
e

gine l'imma-

sensibile del gran contrasto tale assume agliocchi dei credenti

tra Ahura

Mazd"

Aura

appartenendo per natura e rappresentandoil cammino del racconto epico a rappresentare e incarnare un'alta idea,f"losot"ca e religiosa, s'intende come in esso tutto debba avere un significato, la sua parte ben determinata, avere ogni particolare cooperarvi ogni cosa ad un solo fine. Perci" nulla vi si trova da togliere, nulla vi e cospirarvi
" da di
e il fine aggiungere,

un'importanza tutta al gran dramma del mondo, per significato del Con tale quaggi" zione disposigenere umano.

Mainyu, particolare,

ultimo

cui

sono

rivolti tanti fattidi

e principi

tanti moti dei loro animi eroi,

tante fatiche da loro sostenute, robusti,

" altissimo, tante vittorie riportate, santificato dalla sul male. Non
a

e confermato religione dalla speculazione cio" la vittoria che un giorno ilbene avr" filosofica,

v'ha alcun dubbio ad


un

che menti

alte ed elette abbiano

duto presie-

coordinare

cosi alto

il magnificoe significato vediamo

vai'io racconto

creato dalla fantasia


meno non

colti e
conosce

nelle epopee di popoli non pi" vicini alla barbarie,laddove,al dire del Grimm, la poesia
ancora

ci" che popolare;

dano grande importanza ch'essa ha, u" sa perch"accai fatti che va narrando, ma soltanto come conosce accadono; essa ha nulla da dichiarare; dei fattinon rezza, chiale cagioni non sono con esposte intanto i pi" lievi cenni che vi si fanno, colpiscono mente. ma pi" forteDi tal genere sono appunto i canti dell'Edda e in generale tutti al gran ciclo degliDei e deglieroi delcanti che l'Olimpo si quei ricongiungono nordico. Ma, nell'epopea iranica,ben diversa " la cosa; perch"

la

da ci" che s'" detto,gi"si deve


esser

intendere
vera

come

tutto il racconto

vi debba
e

narrato
e

quale

una

storia

che

comincia

col

primo

re

primo

uomo,

difficolt" possa e debba esaurito il ciclo degli eroi, senza come, di Alessandro ci" ai Arsacidi e dei Sassanidi; Magno, degli tempi passare che per altre epopee, diversamente sarebbe stato impossibile. disposte,

23. Al quale effetto contribu"


dell'umano delle
come altre,

la troppo definita e recisa separazione al tutto contrario dal divino in questaepopea, in modo
ancora

l'indiana sopra tutte,nelle quali e Dei e uomini si trovano in una mente impresa che fortespesse volte ad operare insieme, occupati richiede ogni loro cura Per tal loro e ogni separazione, pensiero.
con conseguire una e come religione

focile a

l'iranica che credeva

in

un

Dio
reni, ter-

creatore, ente metafisico

astratto, lontano assai dagliavvenimenti


un

anche l'epopeaassunse narrata semplicemente come


maomettano
come e

carattere
vera e

tutto umano,

per" pot"esser

genuina. Firdusi poi che era ha eguali adoratore dell'unico Iddio che non ha figli e non
storia
con

si leggenel Corano, riconfermando

le

sue

(credenze

particolari

quel carattere

astratto della Divinit" di tanto

contribu" separata dall'uomo,

LA

POESIA

EPICA

17

La qual pi"a dare al suo poema un colore tutto storico e umano. cosa e questodiciamo qui accidentalmente,contribuisce non poco per", e facile la lettura; a renderne a noi pi" gradita perch"ilmonoteismo di Firdusi,simile in grandissima partealle nostre dottrine religiose pi" delle comuni, " assai pi" facile a comprendere delle intricate mitologie anche epopee possono indiane
e

scandinave, che i lettorinostri


Anche famigliari. alla

non

tanto

facilmente

mitologiaclassica difficilmente da lungotempo non fosse entrata come se essa potremmo noi avvezzarci, della letteratura e vita intellettuale, a far parte della nostra per mezzo
rendersi dell'arte.

24. Perch"
narrato

adunque il lungoe magnificoracconto


come

fu epico degl'Irani ricevere


re e una

da loro
e

storia,

come

tale dovette

anche

bene
eroe

ordinata

meditata

laonde ogni interna; disposizione


case

ogni

vi

trov" ilsuo

vi furon collocate per successioni, regnanti e di tutto si volle cercare e trovare il perch". Ora, la prima casa fu quelladei P"shd"d, ricordata nell'Avesta che regn",secondo l'epopea, di col nome ma corrispondente Paradh"ta. "Ne fu capo il re ll"sheng, di lui vissuto della dei casa e regnato (e non era aveva P"shd"d) prima il su tutta la famiglia ancor e primo uomo umana, primo poco numerosa, che abitava sulle montagne re Gay"mers, detto Gaya-meretan dall'Avesta, altri uomini, onde la sua presenza incuteva rispetto e poco si mostrava agli quando, e venerazione. Ma H"sheng, veramente, fu il primo dei P"shd"d allorsi diceva tutta la come a principio, questire signoreggiavano

luogo acconcio,e le

Gli altrifurono Mainyu. che Tahm"ras, Gemsh"d, Fr"d"n, Min"cihr, Nevdher, Zav e Ghersh"sp, trovansi tutti ricordati nell'Avesta coi nomi di Haoshyanha e Takhmaterra
e non avevano

nemici tranne

i Devi

Anra

Thra"taona, Manuscithra, Yima-khsha"la, Naotara,Uzava e Kereinnestato il regno di Dah"k c"cpa.Fra Gemshid e Fr"d"n trovasi come Dhahh"k manifesto o Zoh"q all'arabica, con (che altri vuol pronunciare ebbe d i ucciso ilpadre come straniero, sangue arabo,che, errore), principe suo Mird"s,usurp" il trono dell'Iran e regn" mille anni, finch" Fr"d"n, discendente di Gemshid, lo prese e incaten" nel monte Dem"legittimo vend. Anche l'Avesta conosce impresa di Fr"d"n o questa meravigliosa intende ma Thra"taona, per Dah"k, che vi " detto Dah"ka o Azhi-dah"ka, bens" orribile delittuoso che non e usurpatore, un aveva gi"un re serpente tre capi, sei occhi, da Anra Mainyu. tre bocche, stato gi"procreato 25. Le opere dei re P"shd"d il cammino degliIrani alla segnano civilt", come gl'lrani, gi" fecero i Greci di Prometeo, attribuirono perch" a ciascuno di loro l'invenzione delle prime arti.Si leggepertanto nel Libro
urupa, dei Re che delle acque per inaffiare i campi, inizi" l'agricoltura gettandoper il primo le sementi nel suolo,onde allora per la prima volta gli uomini si nutrirono di j)ane, e

H"sheng trov"

l'uso del ferro, guid"il corso

trov" il fuoco, fino allora ignoto all'uman genere, nei bisogni della vita. Perch",salendo egli un
2
"

il modo

di trarne utilit" alcuni

giornocon

pochi

Storia Pizzi,

della

poesia persiana, voi. II.

18
venne alla montagna, gli Afferrata una incontro.

CAPITOLO

QUINTO

fatto di vedere

H"sheng pietra,
contro
una una

orrido serpe che lo uccise lo colp", non


un

gliveniva

per"; ma

la

urt" scagliata pietra


accese

rupe

scintille.H"sheng festa la di filarla lana abitar


con

scopertadel fuoco. Ma
e

gran di lui, il figlio Tahm"ras, trov" la maniera


e

della montagna e ne trasse vive sul monte e celebr" con una vampa ridusse ad

di tesserne

e e li vinse, gliuomini che gli si sottom"sero,impar" l'arte mirabile della scrittura. da quelli Gemsh"d, che glisuccesse, fabbric" per il primo coltellie spade,trov" l'uso di geometria palazzio dei profumi fece elevar dai Devi che sapevano di guerrieri, di di sacerdoti, terme, divise gU uomini in quattro classi, Gli istitu"la festa del dell'anno. e e di operai, primo giorno agricoltori celebri s" altri re di questa casa resero o imprese, grandie per guerresche ebbero Zav e Fr"di"n come Nevdher, e Min"cihr,o, Ghersh"sp, come regno fu memoria. di e breve con Nevdher, anzi, neghittoso poche opere degne di Afr"sy"b. imbelle ed ebbe misera fine per mano detta de' Kay, fu d'indole assai diversa da quella 26. L'altra casa reale, che si valsero e di propositi dei P"shd"d. Furono principi forti, guerrieri eroi a loro devoti e volsero l'animo ad imprese e del valore degli dell'opera pi" vaste. " questo il tempo della gran guerra coi Turani incominciata
, ,

addomestic" cavalli e buoi vest"; ai Devi i cani e i cervi ; diede battaglia

rinnovatasi ora con odio e accanimento gi"al tempo d" Fr"d"n e di Min"cihr, del re K"vus, figlio maggiore per vendicar la morte di Siy"vish da Afr"sy"b, stato ucciso a tradimento spento il qualee salito Khusrev al del di religione, al tempo si r"pigl"er" re Gusht"spper motivi essa cielo, re dei Turani, si ricuser" di convertirsi alla nuova legge quando Argi"sp, bandita da Zerdusht
nome,
o sua a

Zoroastro. Questa forma

famiglia dicesi dei


kavan
e

re

Kay;

questo

nella

di originaria

kava

nell'Avesta,

re. Succedette significa

quando, alla morte di Zav che dei principi irani era investito fu l'ultimo dei P"shd"d, si trov" che nessuno " chi che rende al atto maest" reale d" quella l'ha, questa regno.
maest" abbiam intorno al capo del re, come trasvolata ad Morto il re Zav, essa era nel paragrafo precedente.
una

quelladei P"shd"d

aureola luminosa

notato
ornare

la fronte di

Qob"d che abitava solitario sul


comando dai

monte
a

avutone valoroso,

radunati principi

Alburz,e per" Rustem dovette recarsi, consiglio,


re e

all'Alburz per condurne tia infiniti pericoli, fu il primo de' ili trono. Qob"d, pertanto,

il nuovo

porlo a

sedere

Kay, e gli altri furono K"vus, Khusrev, Lohr"sp e Gusht"sp,dei quali Arish, Pish"n, Armin, Siy"vish, o Erekhsha, tutti l'Avesta fa ricordo coi nomi d"Kav"ta, Kava Ut;an,Arshan Picananh, Aip"vanhu,Qy"varshan lluyravanh,Aurvat-acpa, Y"st"cpa. eb")ero il regno, e furono Qob"d, K"vus, Khusrev, Cinque soli,tuttav"a, e Gusht"sp. Lolir"sp 27. L'et" dei re Kay essendo eroica e guerriera e data alle impresegrandi, stesso che anche per i re e per gli eroi che le appartengono, s" avvera quello
,

si avvera

per i re

eroi gli

d" altre epopee.

Perch"

accade

in queste che il

LA

POESIA

El'lCA

19

in tutta l'azione pi" per impresa, risplende fa nelle valore adunanze che dei principi e ne senno e degli eroi. prova per che E perch" a lui solo " affidala tutta la cura dell'impresa va guidando
re 0

ciie guidauna il capitano

cosi egli e col consiglio, lascia l'esecuzione dei porto col senno che di grado gli" secondo, ma suoi disegni che di gran eroe a qualche lunga l'avanza nel coraggio e nel valore. Perci",essendo queste antiche
a

buon

almeno affidate alla memoria a principio, del popolo, epiche, arriva a comprendere quale e quanto sia ilmerito siccome il popolo non di colui che guida e governa tutta quanta una e al contrario si impresa, il valore, nel raccontare egli, compiace assai pi" dei fattinei qualirisplende tradizioni
va ne secondario, e di corpo, forte, si dell'eroe e cura Il quale, magnanimo e generoso, poco principale. sembra come e trovandosi intanto, perdersi smarrire, che, per esempio, d'assai nel con di Achille, Achille, senza a nzi, perde Agamennone paragone nel Pu"m"yana indiano, e che Rama, non vince non pu" toccar la vittoria, nel Mah"bh"rata,non di Hanumant, e che Yudhishthira, senza pu" vincere mortai il nemico l'aiuto di Argiuna. suo e Duryodhana senza spegnere la maest" Carlo di il nella senno e Ancora; Magno, francese, epopea

per adornando

mezzo

la

de' suoi cantori i fatti di questo eroe lo fa bello di animo simpatica figura,

di fronte al valore di Orlando, e, nei Nibelunghi, il re Gunthero vale assai poco dinanzi ad Hagen di Tronega,malvagio, empio, ma

perdono assai

valoroso forte,

grande e per" assai pi" caro


epico.

al

popolo che per il primo


anzi propriairanica, mente

architett" quel racconto 28. Anche


in

tutto cotesto si osserva


essa

nella epopea
tocca

di re. questa seconda famiglia Perch" dei tre primi che ebbero regno, Qob"d non ebbe molte imprese, e K"vus fu superbo e vanitoso, e Khusrev, sapiente dolce e di e d'indole sentimenti della pace, e tranquille nella terribile guerra coi Turani, per vendicar la morte del padre suo nella lasci" ai rimase suoi e l a reggia Siy"vish, capitani cura di combattere, riserbandosi soltanto di comparire in campo all'ultimo istante, appena sia di punire Afr"sy"b. Ma intanto, cui si ricorre a giunto il momento quello di pericolo nei momenti riose supremo, che combatte per tutti e rende vittoIrani quando gi" di tutto si dispera, le armi degli " il prode e valoroso di e magnanimo Rustem, figlio Z"I,discendente da Gemsh"d e signore Dinanzi alla splendidafigura del Segest"n. di questo grande eroe si offuscano dei re Kay che,nel momento e si perdono le persone della distretta, ricorrono a lui che volenteroso si sobbarca a mille fatiche. Perch" egli, solo riconduce re Qob"d nell'Iran dall'Alburz affrontando mille perinon coli,
ma ancora

quellaparte di

che

attese pi" volentieri alle opere nobili,

rende

la vista
e

la libert" al re K"vus

accecato

con

cito l'eserre

nel M"zender"n, l'H"m"ver"n


e

lo libera dalla
con

prigionenella
aUri
aveva

quale il

del-

l'aveva

pel cadde vergognosamente dall'altoin luoghi deserti e inospitali. Rustem cielo,

lo riconduce

nell'Iran

gettato quando

la sposa e con il vanitoso re, che

irani, principi
voluto volar

20

CAPITOLO

QUINTO

educava

e poi l'assistevanella guerra Siy"vish

contro

e invadeva Afr"sy"b,

il Turan, mettendone

fuoco, allorquando Afr"sy"b liberava gl'Irani alunno. Al tempo di Khusrev, egli ebbe ucciso il suo regale ceva assediati dai Tui'ani sul monte e lo vinl"am"ven, sfidava il Devo Akv"n
la terra
a

ferro

liberava il
un

giovane B"zhen

che

orrido speco, chiudendone si poteva smuovere. non per forza d'incanto, fedele della gente iranica, e il popolosuo
in

Afr"sy"baveva con l'apertura


Rustem
non ancora

rinchiuso
una

nato incate-

che, gran pietra " l'ei'oe i)rediletto


s'" dimenticato n"

si dimenticher"
momento

di lui.Perch"

anche

oggi,sulle frontiere del Turan, al


voci intonano i canti che

di

mille qualcheassalto improvviso,


a

tenuti vivi tra il volgo da questo gran guerriero, Ai cantori si aggiungono anche gl'imcerti rapsodio cantori girovaghi. provvisat loro le accomodandole modo che ne raccontano a im|)rese, Dehousset " dal ci attestato del al gusto che, viaggiando in volgo, come Firdusi ha consacrati

Persia,ne incontr"
29. Iiustem
e

di Kend, attorniato da presso il villaggio folla che pendeva attenta dal suo labbro.
uno

una

gran

di quella vasta e montuosa sono famiglia originari che forma la partepi" orientale dell'b'an, tra la Drangiana provincia l'IIa"tumantdeH'Avesta e l'Aracosia degli antichi, bagnata dairEtimandro, ebbe fino dai primisecoli dell'Era volgareil che H"rmend di 0 Firdusi,e di Sacastene,gi" ricordato da Isidoro di Carace,corrispondente a nome Trovasi pertanto che questo paese, o S"st"n dei moderni. quellodi Segest"n nelle abitato gi" da gentibellicose e gagliarde, e nei racconti epici e la
sua

memorie devoto fu il ai

della storia " sempre


re

stato ricordato come


aver

di dell'Iran, degno perci" Perch" sostegno.


a

il paese pi" fedele e dati i natali a Paistem che ne

pi" valido

racconta

il Libro

dei Re

che

quando
nel
una sua

fuggivadinanzi

Dah"k

che

gli
onore

aveva

tolto il regno, cerc"

Gemshid, rifugio

laddove Segest"n,

quel re che glidiede anche hanno visitato quelle in isposa. Quellipoi che ai nostri giorni figlia
fu accolto ad d'avere udito i nobili vantar
la loro discendenza

da

contrade,raccontano
da Gemshid.

e Leggesi ancora ebbero dal re Ciro il nome dell'Iran orientale, gliAriaspi, gente appunto di vettovaglie in un onorifico di benefattori perch"lo soccorsero deserto, quand'eragi"vicino a morir di fame con tutti i suoi. Anche Dario Codocol satrapoDesso che poi fu sconf"tto da Alessandro e fugg" come manno, siccome in cerc" di ripai"are nella parte pi" orientale dell'Iran, lo trad", 650 dell'Era fedele E nel sicuro. e finalmente, volgare,fuggendo paese l'infelice tent" di salvarsi in quelleprovincie Arabi invasori, dinanzi agli che poi fu ucciso nella citt" re che fu l'ultimo dei Sassanidi, Yezdeghird,

in Erodoto, in Arriano

in Quinto

pure che Curzio,

di l\lervda

un

mugnaio..
aveva

30. A questo paese adunque che


Rustem la sua suoi re, appartiene con s'" detto,discendeva da Gemshid. ora la bella Per"-cihreh del figlia

dato tante prove

di fedelt" ai

come e questa famiglia, famiglia, ebbe Gemshid come Perch", sata spo-

re

del paese, da

questo matrimonio

LA

i'of:si.\

EPir.A

21

confondersi con l'altroTur, figlio del re P^ivd"n), e nacque Tur (da non da Tur nacque Sh"dasp, e da Sh"daspnacque Tevurg.Discendenti di Tevurg furono Shem, Asrit e Ghersh"sp (da non confondersi con l'altroGhersh"sp, che fu rultimo che fu dei
re e da (ihersh"sp P"slid"d), nacque

Ner"m"n

"S"rem,

di S"m fu padre di Sani, detto per antonomasia il cavaliere. Figlio toltasi in isposa Z"l,il quale, dopo mille contrasti la bella R"d"beh figlia che fu poi l'onore e l'orgoglio Kabul,ebbe da lei un figlio valoroso e illustre era terra natale. Questo figlio della sua Rusteni; e Min"cihr vissuto ultimi anni del tutto il regno re e Rustem, nato negli per di Qob"d, che regn" cento anni, di di Nevdher, di Zav, di Ghersh"sp, di Kusrev che per sessant'anni K"vus che' govern"per centocinquant'anni, fu re, di Lohr"sp che per centoventi anni, e di Gusht"spche per sessanta il trono, ebbe lavila di quattrocentonovant'anni, tenendo conto tenne ultimi cinque re. Incomincia questa vita lunga e soltanto del tempo degli cio" al cominciare della vera et" eroica, al tempo di Min"cihr, gloriosa perch"a quel tempo s'inizi" la gran guerra coi Turani, e finisce nel tempo di Mihr"b
re

del

in cui l'antico ardore


e

civile.Perci"

scemando va e gi"si avvicina l'et"storica guerriero che Rustem " uno di quegli che, eroi, pu" ben dirsi a ragione
a

secondo

il Vico, stanno

rappresentar da s" soli tutta


veramente

una

et" feconda

di

fatti niei'avigliosi e grandi,trovandosi eroica Iraui " degli


come

che

acconciamente

riassunta in lui e

tutta quanta l'et" nelle opere di lui,


vato conser-

31. Meravigliosi e infiniti sono


intorno
a

i racconti che

hanno gl'Irani ilmisterioso

Rustem.

Prima

ancora

ch'egli nascesse,
nascere

augello
detto pre-

S"murgh che abitava sul monte


a

Alburz

ai confini della terra,aveva


un

Z"l

che

da

R"d"beh

gli doveva

fortissimo, figlio
e

dinanzi al quale gli eroi tuttidella terra dovevano la


e le nubi polvere, e non

tremare,

i leoni baciar

sul capo. Il parto di R"d"beh fu laboriosissimo passargli il S"murgh giov"dei consigli suoi l'infelice Z"l che gi"disperava

venne

della salvezza della sposa. Come il fanciullo fu nato, lieto e festante vederlo S"m l'avo di Z"l,e venne anche a vederlo il a padi'e suo,
sua,

padre della madre


per il quale ancora, cinque adulti. Prima
e coraggio
e

Mihr"b,

la novella
a

ne

vol"

fino alla corte


e

del

re

Min"cihr. Dieci nutrici non


come sua

bastavano

saziare l'animoso
scarso

infante gagliardo

il cibo che basta per di gran impresa,nella quale die prova inaspettata
rando quelladi uccidere un elefante furioso che,atterorti della Cresciuto casa negli poi paterna. valore fu conosciuto, divenne il sostegno e la gloria entrato

fu slattato, riusciva

si fu ardire,
era

rovinando, il suo neglianni, come degli Irani;e gi" innanzi abbiam notato molte delle sue pi" gloriose de' suoi re e del suo imprese, compiute a' servigi paese. Nella guerra dei " Turani,tuttavia, il capitano; riserbasi per" di accorrere soltanto eglinon in aiuto degli Irani nel momento d" pericolo di rovina estremo e prossima.
in guerra una d'una tunica ch'egli si era composta con la spoglia da lui uccisa sulle montagne, d" tal natura, che non ciare, tigre poteva n" brun" sommergersi nell'acqua, n" ricevere offesa da armi nemiche. Portava

22

CAPITOLO

QUINTO
e e poderose; una

le suefreccie Somigliavano

ad aste alte

di

esse

con

la

in una aveva contro quale egli sua spedizione fu portata da questinel loro campo i Turani,come col cadavere dell'ucciso, li colp" tutti di terrore e di meraviglia. Al solo rimirarla, essi compresero che quellanon poteva essere che da Rustem, venuto stata scagliata al soccorso Irani. Fra i qualie in guerra e in pace e all'improvviso degli il maggior posto dopo il re, e il titolo d'onore ch'egli aveva sempre egli il altri dall'impero. maggiore fra tutti gli Questo titolo" quello recava, era che nel Libro dei Re " detto giMii-pe"devdn che si potrebbe rendere e in italiano per principe o eroe prepostoalla guardia delle frontiere del marchese dei tempi feudali. un regno, come 32. Pure, di questo grande eroe non trovasi alcun ricordo nell'Avesta, che rammenta tuttavia tutti i re e quasi tutti glieroi che hanno preso

trafitto il giovaneEshkeb"s

parte alla gran


poco, E si ragioni.
natura
non

guerra coi Turani. Cotesto di tal forma, che dello strano

fece

anche meravigliare
conoscere

altri le

fatto si vollei'o

pens"

all'indole dell'Avesta
se

che, essendo libro religioso, per

rifugge dall'eroico; ma,

mai

vi si Incordino tanti altri re

si vede perch" non questa " la ragione, ed eroi, le loro imprese guerresche, con

anzi alcuni stessi eroi della l'Avesta


tante

di Rustem, come del quale famiglia Kerec"cpa, di conosce e strepitose valore, quante non ne racconta opere lo stesso Libro dei Re. Anche si pens" ad un certo astio che l'Avesta, o i dovevano suoi autori, di Rustem, perch" vi si legge avere per la famiglia

con tura creauna Pairika,una malefica fata, Kerec"cpa ebbe commercio di Aura Mainyu, e perch"si racconta nel Libro dei Re che la madre di Rustem, la bella R"d"beh, era figlia di Mihr"b,e Mihr"b era idolatra, di creatura anzi discendeva dall'empio il alla era sua volta, Dah"k, quale, Anra Mainyu. Con questo, il Kabul, laddove Mihr"b aveva non signoria, fece Z"I, doveva e il prender di l" la sua era paese iranico, sposa, come offendere non degliIrani. Laonde poco il sentimento nazionale e religioso lo stesso re Min"cihr,come ne concep" seppe dell'amore dei due giovani,

che

una

grandeira,e perch"egliconcedesse
Perci"
una

l'assenso alle bramate di


non

nozze,

fu

necessario che il cielo, con dalla fede ai


non credenti,

mostrasse segnimanifesti,
aveva

esservi

trario. con-

che tanto famiglia che

deviato dalle

norme

imposte

dai con orrore risguardata poteva dove ladsacerdoti compositori osservatori di quelle dell'Avesta, rigidi norme, ilpopolo guard"soltanto alle opere di valore del suo pi"grandeeroe, Libro dei Re, che " suo e non nel dei sacerdoti, e suo gli assegn" il pi" di non lieve momento, tutte sembrano essere Queste ragioni magnifico posto. che congetturee nulla pi", confortate da nessuna ma non sono non prova, ed empi e per" non tolgonotuttii dubbi. Altri re od eroi prevaricatori
essere
come epico, appunto Gemshid che volle farsi adorare dio e per"fu punito da Dio col togliergli la maest" reale, e come un come K"vus che fu superbo e vanitoso; eppure anche questisono ricordati nelTAvesta con u" si vedrebbe perch"mai, appunto per le colpe le loro colpe,

annovera

il racconto

2-4

CAPITOLO

OLINTO
a una questoargomento, due opinioni,

intorno 34. Nacquero intanto, delle crede quali


veramente

che dei

nessuna

traccia della storia

Acliedegli

menidi eroica fino


a e

si trovi nel Libro

per"anteriore
di vede

tutto il regno

per",assegnando all'et" mitica ed alla storia tutto quanto il pi" antico racconto epico Alessandro tra Gusht"sp e Iskender (cio" Guslit"sp,
Re,
e

un'ampia lacuna che sarebbe stata colmata dalla storia degli Per" memoria. conservato Achemenidi il Libro dei Re avesse se di questi si governarono che gliAchemenidi i fautori di questa opinioneosservano Il quale stranieri al loro popolo. quasi sempre in maniera da restar come il re dei re che sedeva a Persepoli non e a Susa, se non conosceva per i tributi che glidoveva mandare; e perch"questi e la giovent" erano gravi

Magno)

era

costretta

recarsi sotto

repugnanle l'ardor di
sue

nava laddove la trascipaesilontani, dalle del re, ilre fu risguardato genti conquista le armi in

Con questo,le citt" e le come sovrano. piuttosto oppressore che come l'alto affari della corte e deliraniche che non entravano Provincie punto negli reggimento dello stato, solevano, per l'antica costituzione paesana,
un eleggersi o carteggio cura capo che prendevasi la sede del governo con

delle
o

cose

e pubbliche

da solo

aveva

Siccome quella provincia. tende intorno alla e dei Turani, s'ingrandissimaparte gran guerra degl'Irani assai facilmente come i fattidi questa guerra tuttisi riferiscano alla parte pi" settentrionale del paese, al luogo delle irruzioni barbariche, dal quale era assai lontana la residenza del re dei re. Il re, trovandosi lontano che pure avrebbe dal pericolo, n" vi port", n" vi pot"portare quel soccorso dovuto,e, occupato nelle guerre di conquistao nella cura di domare certi lasci" che le gentidei contini ributtassero da sole quegli ribelli, principi

questa

in

in col satrapo che il re mandava poi l'epopea iranica s'aggira per

assalti.Per" la memoria

Achemenidi degli
e non

si " cancellata dalla mente


e

del

popolo che

non

li conobbe

li am",

il Libro dei Re, che

in gran

ne tace. parte " fondalo sulle tradizioni popolari, 35. Accanto a c|uesta opinione che pure ha tanti buoni argomenti per

da Gay"mers, che in tutto il racconto epico, se non s",sta l'altradi quelli assai almeno da Gemsh"d credono di poter trovare, sebbene a Gushl"sp, contraffatta e guasta, la storia dei re Medi e dei re Achemenidi, facendo i re Kay dell'epopea. i re P"shd"d e a questi Ma, per a quelli corrispondere si potr" non e ingegnosoe sottile questo espediente, quanto possa essere mai togliere che certi re dell'epopea come iranica, Gemsh"d, Fr"d"n, K"vus, nei Vedi indiani ; ricordati solo siano m a nell'Avesta, ancora Khusrev, non la qual cosa dimostra chiaramente che noi incontriam qui altrettante figure alcun sentore della potenza nate assai i)rimache si avesse mitologiche, di dover richiamar dei re Medi e degli E per" noi stimiamo Achemenidi. ci" che trovarsi nella avanti abbiam qui detto, guerra tra Iran" e Turani ed memoria di una e mitici i cami"ioni, vera e storica guerra, leggendari i re della storia a quelli essere perci"vana opera il voler far cori'ispondere di questo antico racconto.

LA

POESIA

EPICA

^O

crediamo 36. Ora noi,tra le due opinionicontrarie,


un

di

poter trovare

punto che

se

non

le concilia, poich"ci"

non

si

la
e

giustaparte a ciascuna. Diciamo


altro " il Libro dei He. Perch"
e

anzitutto che

pu",potr"dare tuttavia iranica altro " l'epopea


tale, come
se

come l'epopea,

quella che "

vero

anche genuino lavoro della fantasia popolare,

storico nella guerra dei Devi e dei ha colorito natura aliena dalla storia e quel poco che ha preso dalla storia, la natura. Per" c'" dato in modo da trasformarne quasi interamente fondamento di credere che tutto quanto il racconto avesse e prima dei veri tempi storici,
mers, nato epico,
e

pot"avere qualche Turani, fu per" sempre d"

tempi remoti per suoi limiti il regno di Gay"svolto in ebbe alla regno di Gushtc"sp tanto parte la nazione iranica sol-

primo

uomo

primo
del

re,

il e principio,

fine.Nella invenzione

qual racconto
Re,
anche

per tutto quello che il Libro dei al contrario,

risguarda ci" che v'" di veramente


nelle che composizioni

Ma, epico. precedettero

quelladi Firdusi," fattura di gente colta e addottrinata che da una parte ordiha raccolto il racconto epico dalla tradizione orale del popoloe l'ha nato
in modo ha cercate
e

d" storia vera, come sopra abbiam fatto notare, e dall'altra elementi raccolte quelle poche memorie e dei due storiche, rifatta tutta
cura

formato poi e diversi ha disparati cosi risuscitata


e

solo,pensandosidi aver fino al la storia del passato dal principio


un

racconto

presente.Il pensiero e la

di rifare

di riordinare

la storia dell'impero

ci" che tempo dei Sassanidi soltanto, annali regi vuol dire molto tempo tardi, quando parte grandissima degli andata perduta. E allora, era lacuna,risalendo indietro, per colmare l'ampia

persiano nacquero

in Persia al

fra i Sassanidi

tempi epicialtro non si pot" fare che porre degli Arsacidi, e dagli Arsacidi salire ad Alessandro Magno assai pi" copiose, memorie, erano poi da Alessandro passare
e

la storia di cui le all'antico

epico laddove nulla memorie tuttavia quellescarse


racconto

incastrandovi quasi nulla v'era di storia, che del tempo degli Achemenidi erano pur molta
re

tuttavia rimaste.

37. Tra
non

le

quali, per avventura,


che ricordare " notato, sia dei

con

dubitazione

incertezza il
suo
e

potremmo
come

quella di

sebbene K"vus, perch", mitici


e

nome,

gi" si

tempi

si trovi nell'Avesta

nei Vedi, e quantunque di lui si narri ci" che veramente il suo volo aereo, pure l'indole vanitosa come mitologia,
e

appartienealla e superba del re


Cambise la che

la

sua

non essere

felice spedizione in
stato

Egitto lo avvicinano
e aver

superbo e

vanitoso

tentata

sappiamo l'Egitto. conquista del-

fatto anche dal Justi,si troverebbe il quale ravvicinamento, nei tempi epici, di un fatto di uno e caso degliAchemenidi trasportato di nomi. attribuito a un re dell'epopea soltanto per una casuale somiglianza memoria Anche potrebbesi fanno il la lo Spiegel come e .Insti, aggiungere, di alcuni re della Battriana, anteriori agliAchemenidi, tra i quali si nota che sarebbe il Gusht"spdel Libro dei Re; e un re storico e vero, V"st"cpa, Nel

Gusht"sp risiedeva

Balkh

che

" appunto la Battriana. Ma

tutto ci" "

26

CAPITOLO

OLINTO e

lavoro che

soltanto appartiene

ai tardi
non

della storia, dotti rifacitori ai compositori

dei

primi

Libri dei

Re,

al

popolo che cre" la sua


esser

altre condizioni
e

altriintenti e nulla intanto sapeva delle loro imprese. Perci", concludendo, ci pare di
e con

epopea in Achemenidi degli


nel
vero se

e la storia di epicoche va fino a Gusht"sp, trovasi una la quale in origine non Alessandro, era, perch" gran lacuna, fini l" la sua epopea dove essa necessit" di il popolo doveva senza finire, il racconto Per" doverne ricongiungere della storia. nidi Achemea quello gli vi appartiene altra non non nessuna appartengono alla epopea, come i nomi reale di Persia,e il cercarne tra i Peshd"d casa e i Kay del Libro Ci" non dei Re " opera vana. toglietuttavia che, venuti i tempi in cui si nel gran quadro della storia iranica i tardi compovolle rifare la storia, sitori

diremo

che tra

il racconto

fecero entrar tutto, al modo nel racconto di la tradizione

che sopra

abbiam

incastrando descritto, povero frammento

e qualche e disperso popolare

rinvenuto a stento nelle memorie del passato. storia, 38. Altro adunque " l'epopeairanica quale nacque e si svolse per il popolo, e altro " il Libro
aveva

tra

il

popolo e
dotta. Ma

dei Re, architettato da


senso

gente

le parve essere storico, ilmettere insieme e quasi confondere tra loro i canti epici antichi agevole il di Alessandro la storia dei l addove e tutto ci" ai romanzo e Sassanidi, giorninostri si crederebbe assurdo e impossibile. Questi primicompositori del Libro dei Re fecero come i nostri cronisti del Medio Evo, ai quali cominciare il loro racnon conto parve n" assurdo n" improprio n" impossibile da Adamo ed Eva e discendere poi alla dispersion delle gentidopo il diluvio e la torre di Babele e saltar bellamente alla mitologiaclassica, a qualche altro della Scrittura, e ricongiungendone qualche personaggio
vero

perch"questa non

alcun

divenir

finalmente
tante

alla storia vicende


e

Eppure,con
iranico

da questa alla contemporanea. l'antica canzone rifacimenti, epicadel popolo


romana e

giunsedotata di tal vitalit"e di tal freschezza fino al decimo secolo dell'Era nostra, da poter ricevere dal genio di Firdusi quella splendida che le si conveniva. veste poetica 39. Quelle composizioni adunque che vollero abbracciare tutte le memorie dell'impero persianotanto dei tempi epiciquanto dei tempi storici ed ebbero il titolo di Libro dei Re, furono cominciate soltanto al di eternare con un solenne re pensarono tempo dei Sassanidi. Forse questi " pi" ovvio il monumento letterario la gloria dei loro predecessori; ma dire che, facendo raccogliere e quelle memorie, ebbero intenti speciali la storia antica vollero rinnovare agli occhi della e nel narrare pratici, gente persiana la gloriadei re, della nobilt" e del clero. Al tempo dei s'era veduto qualcheesempio di ribellione al re dei re, e per" Sassanidi, il nuovo di cotesto libro si volle comporre intento legittimista, e con fa ampia testimonianza anche ogni pagina del poema di Firdusi. Ma chi fu il gran re Chosroe An"shirv"n per il primo vi pose alcun pensiero,
del sesto secolo. Quella raccolta che fu scritta in ed pehlevico ebbe il

L\

POESIA

EPICA

"27

titolo
tutte

di Khotdi-udmak, pehlevico quellepartiche contiene anche dalla

cio" Libro dei

Re,

conteneva

quasi

il Libro dei Re, di Firdusi,cominciando fino


a e poi ad Alessandro, Gusht"sp,

parte epicae scendendo


e

poi agliArsacidi
che fu
o

ai Sassanidi. ai

Era

naturale al

che

quella raccolta di

Chosroe

si arrestasse

ma tempi di lui;

sanidi, tempo dell'ultimo dei Sasfu condotto

Yezdeghirdterzo,

il racconto

di Chosroe dal 628


corrono

Khusrev

Parv"z,cio" fino al 628

al che

650, nel qual anno


ventidue

gliArabi

fino al regno dell'Era nostra; e perch" conquistarono la Persia, non


a narrar

anni, la tela storica destinata

le vicende
e

era dell'impero

restava

da

tutta ordita e apprestataa quel tempo pressoch" perch" poi Firdusi,che appunto al 650 aggiungere,

poco

arresta

il suo

avesse poema, doveva versificare.

dinanzi

s" nella

sua

interezza la materia

ch'egli

gliArabi, un Re, qualefu trovato fra i tesori di Yezdeghird, all'arabo Saad che aveva fu mandato toriose. guidatoin Persia le sue schiere vitdi nome un Poi,verso la met" dell'ottavo secolo, R"zbeli, persiano fattosi mussulmano col di Abdallah di Dad"yeh, di nome figlio figlio tradusse dal in arabo del alcuni pehlevico quel libro, quale Al-Muqaffa, tratti ci furono conservati dall'arabo Ibn Qoteyba, morto nel 276 d. E. alessandrino Eutichio. Anche il celebre storico (889 d. C), e dal patriarca di questo labari, morto nel 31i d. E. (023 d. C), e altricronisti usarono
vennero

40. Cotesto fecero i Sassanidi.


dei

Quando

poi

esemplaredel Libro

Libro

dei Re

fatta su perduta, pehleviche, Ab" Mans"r di T"s, dalla quale discende direttamente da un l'ultima del Libro dei Re che " quelladi Firdusi, di guisa che, nel ricomposizione poema di Firdusi
e

un'altra

di fonte nel comporre in persiano, ora ricomposizione


come

le loro storie. Ricordasi fonti

ancora

nella storia di labari, abbiamo opera.

due diverse

sizioni ricompozione conserva-

della stessa

contribuirono 41. Ma, oltre i Sassanidi,


e 0

potentemente alla

alla

dell'antica storia dell'Iran tutti ricomposizione di

capi ghird capidel popolo perch"elettida esso. E troviamo, sotto il re Yezdead uno di essi di compiere la terzo, data appunto la commissione raccolta che Chosroe il grande aveva condotta fino ai suoi tempi,e sappiamo dai Dizionari persiani in Persia la gente dotta aveva che, mentre dimenticato per altri studi le antiche tradizioni epiche, soltanto questi le conoscevano e custodivano con cura borgomastri gelosa.Avvenne tanto perche la parolapersiana dihgdii che propriamentesignifica mastro, borgoanche narratore di o pass" ben tosto a significare raccoglitore trovasi che Firdusi e ancora storie, l'adopera ficato. spesse volte in questo signiebbero Ora, anche per la costituzione dello stato,questi borgomastri al Sassanidi dei e al e Arabi, sempre tempo un'importanza tempo degli molto grande. Anzi, quando, dopo la conquista, il governo e l'azienda in mano pubblica vennero il popolo iranico, deglistranieri, per antii veri

che,secondo villaggi

l'antica costituzione

quei borgomastri iranica, erano

ilQ

cap"tolo

quinto

chissima

consuetudine, riconobbe
ancora

classe. Si noti

che

alcuno

sempre di essi

istituzione la loro patria pretendeva anche di discendere


come

ci fa menzione di uno, di un e Firdusi dagliantichi principidell'epopea, di N"rem, e per" della Az"d-Serv, che si diceva discendente di S"m, figlio Si di Rustem. stessa e comprende adunque come, con tal mente famiglia tal
conservasse questa gente che viveva lontana dalla citt", pensiero, samente geloi racconti pi" lielli dei tempi antichi, le memorie nali, deglieroi nazioandassero e li venisse raccogliendo perch" non perdutiper sempre. dell'h'an orientale e il decimo secolo,i principi Quando poi, tra il nono

di far pensarono Re, le raccolte dei

l'antico Libro dei ricomporre nel persiano moderno ardore riccamente e borgomastri furono cercate con

ricompensate.
42. Si

pu"

ora a

ragionevolmenteconcludere

che

iranica l'epopea

dentement evi-

dispettodi qualche elemento storico che v'" entrato, " una anche di quelle epopee a dispetto dei raffazzonamenti posteriori, che diconsi nazionali, della nazione intera che, e genuina opera splendida bellamente fantasticando il suo passato. Che e poetando, vi ha glorificato se l'epopea greca supera in bellezza e perfezione d'arte tutte le altre
epopee l'iranica le vince nazionali,
tutte
e vastit" nell'ampiezza e

anche

del

disegno,

guidando il suo
che Libri
ne

lungo
nel si

racconto

re, attraverso, si

pu" dire,a
poema

per venti secoli. Quanto

mille vicende

fortune

di

popoli e di

poi alla ricomposizione


e

abbiamo dei

di Firdusi, l'ultimo considerare


come

il

pi" splendidodei
di

quelle epopee cio" in tempi gi" lontani dalle rifatte, allo stesso et" epiche, modo che l' Eneide fu composta da Virgilio in tempi di piena luce storica e assai lontani dalle et" eroiche. Questo, si intende, diciam soltanto per la parte epica di esso, perch" tutta quella all'ultimo dei Sassanidi,essendo di natura parte che va da Alessandro
esso una

Re,

potrebbe

nazionaU

che

assai

tardi furono

diversa, merita
suoi la

diversa

trattazione,e noi ci riserbiamo


e

di dirne
e

altrove. Qui tuttavia,considerando


e
sua

l'operadi Firdusi
luce sulla

lungamente tempi

storica

non personalit",

possiam trattenerci
gran

dal considerare

che tutto

questione omerica. raccolse e verseggi" i racconti epicidel suo Perch", come popolo difficolt" cos" trova difficolt" nulla osta e nessuna e nessuno per crederlo, s'incontra per credere che in Grecia ancora un grande ingegno, un uomo di nome Omero, abbia raccolte certe tradizioni eroiche per vestirle poi Ci" dicasi e di quella forma e ammirano. poetica che tutti conoscono
Firdusi intendasi si
conoscono con e

ci",a parer nostro, getta una

certa

discrezione,non

in modo

assoluto.

Che

se

di Firdusi

della sua vita,intanto particolari che di Omero nulla si sa di ceiio, ci" proviene dall'essere vissuto Fii'dusi della in tempi storici, in tempi oscuri e anteriori al nascere e Omero storia.

l'et" in cui visse,e tutti i

LA

POESIA

EPICA

^29

3.

cicli

epici.

l'acconto 43. Tutto questo meraviglioso


a

epico che da Gay"mers


d'un tratto si
e

va

fino

Gusht"sp,non
ad
una

pu"

certamente

esser

nato

tanto appartenere sol-

svolgesserotutte

e Perch",prima formassero,ampliassero che tradizioni di di toccano tante quelle imprese re e eroi per lo spazio di duemila anni, dovettero passare molte generazioni, lentamente dovette essere e il bel racconto preparatoin uno spaziodi
non

et".

assai che

tempo che
determinare

si

pu"

determinare
o

con

certezza, ma

che fu tutt'altro che

breve. Vediamo

per congetturao per prove di e qualicicli, qualeet",se pi" antica o


ora

se,

evidenti, possiam

entrati nella

iranica. Come dell'epopea composizione

pi" recente, sono a diverse appartiene

che portidelle et" diverse qualclie et",cosi " anche ragionevole segno e e questo diciamo, s'intende, qualcheimpronta palese; quanto all'origine della tradizione, in appositi non gi"quanto alla ricomposizione posteriore dei qualidi sopra abbiam tenuto parola. libri, Per dichiarar la non lieve questione, crediamo 44. gi" che giovino le dette dei Devi dei non a proposito e cose Turani, quando, gi" poco nelle due guerre contro l'uno e l'altro nemico, fummo indotti a riconoscere cio" la lotta con le genti due momenti della vita dei primitivi Irani, nei Devi,poi la lotta con le gentistraniere, indigeneraffigurate comprese di Turani. A questedue et" differenti e succedanee nel nome dono, corrisponed " naturale,due cicli diversi, differenti tra loro per natura e per intendimenti
e

riconoscibili assai facilmente

certi loro tratti particolari.

A questo si deve
ma ripetute, con

aggiungereun

terzo

altriintenti e sotto

nel quale trovansi o rifatte o ciclo, altri aspetti, molte cose che gi" sono
re e

nei due

primi, sebbene
se

vi si narri di altri

di altri eroi. Tre

grandi

ciclipertanto crediamo
e

altra volta,scrivendo
un numero

di poter riconoscere in tutta quanta l'epopea nica, iradi questo medesimo argomento, abbiam

creduto di trovarvene che


e

alquantomaggiore,ora
separate, per loro
natura

ci siamo
sono

accorti

molte
non

cose

che l" abbiam

per"

ci conveniva

sebbene l'errore d'allora, qui ripetere

congiunte, e qui e l"

le cose, nella sostanza, si riducano ad essere le medesime. Diciamo intanto che i tre ciclior ora annunziati si possono designare coi titoliche seguono, cio": ciclo dei Devi e degli eroi del Segest"n; ciclo della guerra dei Turani; ciclo di hi essi e per essi si di Gusht"sp. Gusht"spe d'Isfendy"r figlio sebbene aggiratutto quanto il racconto dell'epopea, qua e l" qualche frammento si ritrovi e s'incontri, o di mitologia o di storia raramente
come a suo

luogo

non

mancheremo
e

di notare.

45.

Chiamiamo

dei Devi

perch" appunto coi Devi ebbero del Segest"n, mentre e signori Rustem, principi
o principe eroe

degli eroi del Segest"nil primo ciclo, maggiormente da fare e Ghersh"spe Sani
non

si ricorda nel Libro


avuto

dei Re altro

di altra

casa

che abbia

da far guerra

30

CAPITOLO

QL'INTO

il caso pur si toglie combatt" del mondo, primordi ai Di'vi, se

di Gay"mers che, nei Siy"raelv figlio Nero, e quellodi re Tahm"ras di cotesto diremo a|)presso. Ora, " certo che ladi Devi; ma che dom" dove " stata qualche guerra o qualche battaglia con Devi,gliavversari stati glieroi del Segest"n, della casa mentre dei Devi sono quelli sempre che, come vedremo, ha tanta parte nella d'ispahan o dei Gi"derzidi, diede inclite prove di valore e di virt",con Devi guerra coi Turani e col Devo
non

di

hanno

mai

combattuto.

Trovasi

pertanto nell'Avesta ricordato Kerecasa

c"cpa,uno
si

dei

pi" famosi
e

eroi della
e

del la

di malandrini

di mostri,
con

notisi che

i Devi raffigurava che

ceffimosti'uosi, come le

sterminatore come Segest"n, fantasia popolaredegl'h'ani si pu" vedere anche dalle

pagine nei manoscritti del Libro dei Re. ucciso il serpente Cruvara e il Ganavere Adunque, di Nivika e quelli e Varellunu, i figli D"stay"ni, darewa, i nove Ilitacpa strani e oscuri e Cn"vidhaka; e iDench" di questi shava, Arezoshamana n" chi essi siano n" che si sappia veramente dell'Avesta non personaggi
miniature adornano " detto Kere(:acpa abbian

fatto, pure

la loro natura

demoniaca

da

certi indizi

apparisce

abbastanza

di nel senso, gi"sopra dichiarato, Irani veder nei Devi qualche antica gente domata e dipintapoi dagli nell'Avesta " rappreda loro coi colori pi" foschi. E gi" il Gandarewa sentato manifesta. Ci" intendiamo
come
un

maligno, di smisurata grandezza,infestante le vuol Huim qualche interprete sponde del lago Yourukasha; e nei nove tanti ladroni da strada, e (ji"vldhaka " grottescamente dipinto trovare
essere

nell'Avesta
ruota
e

come

tale che minacciava


un carro e

stolidamente

di farsi della terra


e Spirito

una

del cielo
Aura

di schiantar dal cielo il santo

l'inferno dalOra

" noto dei Re, di

che
avo

Mainyu per attaccarli poi a il Kerec"cpa dell'Avesta altro


e ne

quel
non o

suo

carro

immane.

" che
accenna

il S"m

del Libro

di Rustem,

il Libro dei Re ricorda

molte
scarsa

imprese
e

S"m, alcune anche

racconta, quantunque in misura


un

qua

orribile serpe sul fiume Iveshef, del descritta da Firdusi, non l'impresa serpente Cruvara che l'Avesta furono contro i Devi del di Kerec"cpa. Le altre imprese di S"m racconta l" soltanto. Ma, intanto,l'uccisione di " che

Segs"re
soltanto
a

del M"zender"n,

e barbari; paesiinospiti

ma

Firdusi

accenna

questeguerre che S"m


sue conoscere

n" le descrive per certe per" che eglinon ci fa che

faceva per il re Min"cihr,u" le racconta, che diremo altrove. " cerio particolari ragioni

questo grande

misterioso

eroe

altro

impegnato sempre nella guerra coi Devi la quale non gli d" mai ebbe riavuto miracolosamente il figlio egli requien" pace. Perch", come maestri Z"l gi"da lui esposto infante sul monte suo Alburz,assegnatigli
ed S"m educatori, abbandona la
sua casa

M"zender"n, laddove i Devi glidanno tanto del figlio ed egli istante per vedere questo sospirato accorre un figlio suo, ai delle si rende freltoloso muore sue e ma tardi, luoghi battaglie, poi egli
lontano dai suoi
e

per recarsi nel Segs"r e nel da fare.Nasce pi" tardi Rustem,

dalla

sua

casa

con

l'armi in pugno

contro

i Devi.

3:2

CAPITOLO

QUINTO

voluto nella
aveva

nato coi capelli percli" bianchi; e si ricorda la quale quelladel Segesl"n del Kabul, con tanto che poi Z"I ne spos" una il barbaro figlia, patto di vassallaggio di uccider la prole di sesso femminile appena nata, risguarcostume

riconoscere

da

lui

famigliadi Mlhr"b

re

dandosi
tutte

come

sventura

la nascita di

una

femmina

in

una

casa.

Ancora

imprese come quellegrottesche compiuteda Rerec"Qpa,tali che superano con la loro grossolanastramberia ognipi" descritta dal Pulci o dall'Ariosto, accennano impresa di paladini slrepitosa evidentemente a pi" antica e barbarica et". E quello e quasiintimo speciale del Segest"ncol Simurgh, misterioso uccello commercio di questa casa
che abita solitario le valli dell'Alburz
e e

ricordate dall'Avesla

ha favella

intendimento

umano,

si

prende

cura

di allevare il piccoloZ"l,espostoinfante in nel parto

e assiste R"d"beh deserti, un non

momento

cui

si ricorda

di altra

egline viene d'eroi, famiglia


di Rustem

quei luoghi in e d" la vittoria a Rustem faticoso, disperava; questo commercio, diciamo,quale
a

confortar l'asserto nostro.

48. Anche

tutto il costume

ha del barbarico,ond'egli non

somigliapunto aglialtri eroi che popolanola splendidacorte del re dei si mostra Alla corte eglinon mai, se non re. quando il suo signore,in glienefa invito premuroso; qualcheestremo pericolo, perch"laddove gli i altri eroi, come per esempio G"derzidi, vivono sempre in corte, Rustem nel suo di starsi castello natio,al quale si rende frettoloso preferisce " l'unico per la quale fu chiamato. Anche egli appena " cessata l'impresa formidabile cacciatore fra tanti eroi del Libro dei Re, trovandosi e veramente che il cacciare " il suo sollazzo prediletto, nel quale apertamente Perch" i l barbarico. tutto costume e quasi selvaggio dispiega suo si addentrasse nelle foreste e attersi narra da Firdiisi come sovente rasse egli poi
onagro avidamente
un e

lo scuoiasse

facesse arrostire al fuoco

ne

mangiasse
per il

le

riserbandosi carni, ci" " costume


a

trarne

il midollo. Tutto che appunto


era

alla fine di romperne le ossa di tempi preistorici; osserva e

Lenormant delle
ossa

avuto

come

che dicesi quaternaria, il midollo quell'epoca A queste dei cibi pi" squisiti uno e prelibali.
un

et" remote

ci riconduce K"f"r

Sogdiana con

nella dell'incontro di Rustem particolare perch"l'uso di cibarsi di carni umane, l'antropofago,


ancora

gi"da tanto tempo dai luoghiai quali l'avventura di Rustem scomparso " propriodi antichissimi tempi soltanto. Anche quell'uso che si riferisce,
in guerra Rustem, di ricoprirsi di tigre da lui uccisa,di cui gliocchi e il muso, di una con grande pelle spaventodei nemici, si vedevano sovrastare al volto del gran guerriei'o, in luoghideserti e al sonno suo e il costume proprio di abbandonarsi che noi lontani dopo la caccia e il pasto ferino,indicano chiaramente qui tocchiamo ad antichit" maggiore. il Libro dei Re dice

propriosoltanto

di

49. Ed
e

essa

si manifesta

ancora

dal fatto che tanto le

impresedi

S"m

di Rustem

sappiamo

di nel Libro dei Re quanto quelle tutte che Kerec"cpa" S"m) sono

Kerec"cpa nell'Avesta (egi" l'una dall'altra e disgiunte

LA

POESIA

EPICA

33

fra loro e per" anche dispersamente narrate qna e l" lungo indipendenti Sono avventure il racconto dell'epopea. nulla di ma grandi e strepitose, la cui vita e per" molto somiglianoalle dodici fatiche di Ercole, con pi", ha non piccola ed errabonda la vita di Rustem. avventurosa somiglianza Per" noi

possiamragionevolmente supporre
sua a quei tempi origine, ancora

nella appartenere, iranica viveva

che tutto questo ciclo deve pi" antichi in cui l'epopea modo che
un

in canti fra loro

allo stesso disgiunti,

i racconti degliaedi grecidurarono fra loro tempo, secondo molti critici, fmch" poi alcuno li riun", allo stesso modo che l'Edda pi" indipendenti " antica, quale ci " pervenuta, dei
ancora una

raccolta di canti "

scuno ciadisgiunti,

qualipu"

star da s". Pi"

questo gran
racconto

ciclo dovette

epicoe trovarvi

anche naturale, poi,come altri nella tela del con incorporarsi gli gran adeguatoposto; ma del come e del perch" di

tardi

cotesto, diremo in altro luogo. il ciclo della guerra coi Turani " 50. Al contrario,
e

pi"compatto in
concetto
e

s"

mostra

di

esser

tutto

un

racconto

con

unit"

grande di

tento, d'in-

anche coi molti ampliae sorto tutto d'un tratto, menti Perch" abbraccia unicamente la gran esso poi. Irani coi Turani, nata gi"dalle discordie dei figli del re Fr"d"n, guerra degli Min"cihr ebbe vendicata la morte allorquando acquetataper un momento ridestata al tempo che Afr"sy"baccamp" Erag'sugliempi fratricidi, sul trono dell'Iran e continuata poi con suoi diritti furore al implacabile K"vus di di tradimento ebbe ucciso re e Khnsrev, quando Afr"sy"b a tempo finch" d i del ebbe non figlio K"vus, poi Khnsrev,figlio tradito, Siy"vish, si vede che sparso sangue tratto a morte l'uccisore del padre suo. Donde " la cagione della implacata che si fa per quella guerra, e la guerra, come iraniche con vocabolo che " sinosuolsi denotare nelle lingue nimo vendicarlo, di vendetta,atto veramente e acconcio a designarla sua intima di " condotta e accanita natura. Eppure,questa guerra e feroce, vendetta, da ambe le particon alto sentimento d'onore e con un fare un guidata che assai contrastano col fare del ciclo antecedente, laddove cavalleresco, l'una ogni guerra sembra essere una scorreria di ladroni. Perch" gii eroi dele dell'altraparte vengono sovente fra loro a trattative, e osservano le leggi ai morti nemici,che hanno combattuto da e anche dell'onore, valorosi per illoro re, danno onorevole sepoltura. " che il Questo segno ciclo appartiene anche a pi" recente et", et" pi" cavalleresca e gentile,
come

tanto da parer nato di che pot"avere

di

anche risulta chiaro da altre considerazioni che sopra

abbiam

fatto

precedere.
la 51. Questo ciclo " tutto per la gloria dei G"derzidi e di Khusrev. Ora, d ei G"derzidi citt" della di Ispahane discendeva da K"veh, era famiglia che
e ne

il fabbro

vedremo, appunto
erano
3

nella guerra contro Dah"k, come innanzi di Keshv"d, al tempo della guerra coi Turani, G"derz, figlio
era

aiut" Fr"d"n

il capo, e per" le diede anche pi"di settanta,e tra essi andavano


Pizzi, Storia
della

il

nome.

zidi Questi G"dervalor sin-

segnalati per

"

voi. II. poesia 2"ff'siana,

CAPITOLO

oriMO

golare Behr"m, Gh"v, Heg"r


Riistem. Perch"

di Gli"v Ij"zhen, figlio

di

una

di figlia

s'intende per un da Afr"fu fatto uccidere per falsisospetti Siy"vish dei Re che allorquando dall'ira ingiusta del trovato un rifugio sy"b, ["resso il quale egli aveva che vecchio G"derz nel Turan avvert" il un prodigioso genitore, sogno viveva

poi essi dovessero aver tanta parte nella gran guerra, nel Libro che soli li riguarda. fatto particolare Leggesi

Khusrev, postumo ignoto a tutti il giovinetto


Khusrev Siy"vish,
aveva

dell'infelice figlio

ucciso. Ora, morto


e

diritto di successione

per"bisognava ricondurre

nell'Iran dalla terra

al trono, straniera dove andava

di reale. Ghrv allora,figlio rampollo della stirpe errando, quell'ultimo ritrov" Khusrev e dopo sette anni lo G"derz, and" a rintracciare il perduto nella presenza di re stenti e dal Turan, fra mille pericoli, e lo condusse K"vus. dubbio anche la di dubbio Nacque nell'Iran qualche fu ben tosto fatto lacere
non

sui dirittidi Ini al trono,

solo da manifesti

quel ma segni del cielo,


ma a con patrocinar

dai G"derzidi che si mostraron


causa

spada la
una

prontie deliberali al capo dei quali era di lui. Perch" essi,


subito

toccato

l'onore

nere visione divina,per necessit" si trovaron impegnatia sostebench" nato di visione la e la veracit" di quella legittimit"Khusrev,

poi il dovere di vendicar la morte i G"derzidi,per questo stesso loro impegno d'onore, del tradito Siy"vish, re, e nella lunga accorsero primie volenterosi al richiamo del loro giovane diedero inaudite da altri capitani, guerra, sebbene condotta in principio L"den di di o Peshen, tutti caddei'o prove di valore. Anzi, nella battaglia dere combattendo, restando soli il vecchio G"derz, Gh"v e Bizhen, per riprenbreve La trascorsa rinnovar la le armi e quale, guerra. poco dopo tregua,fu ricominciata con rinnovato ardore sotto la guida di G"derz, detta degliundici campioni, rest" sospesa quando, nella battaglia e fra i quali di altrettanti irani, turani caddero sotto i colpi undici principi
e

cresciuto in terra

straniera. Sentito

P"'"n,il capitanodei Turani, ebbe da G"derz

la morte

in combattimenlo

singolare.
52. Ma
non ancora

se

la

lunghissima guerra
per

che d"
una

ci" avviene si risolve, Morto

luogo a tanti combattimenli, venienza. ragione tutta morale e di con-

fece una Rustem Siy"vish, per il primo,che ne fu il balio, scorreria nel Turan laddove distrusse campi e citt" impetuosae selvaggia di Afr"sy"b, il giovinetto Surkheh, figlio uccise miseramente cadutogli e Rustem nel Turan invasione di Ma nelle mani. perch" questa prigioniero fu condotta
senza

arte militare

fu

viso sfogo impetuoso d'improvpinltosto


a

non corruccio,

approd"

veramente

nulla. Pi" tardi, come


e con

Khusrev

fu condotto guerra fu

con nell'Iran,

arte

maggiore

ripresae guidata, per ordine di Fei'"burz, poi da G"derz; eppure, anche questa volta,l'eflettomanc". Del morale effetto tutta la ragione" ripostanella convenienza qual mancato di Siy"vish non la doverosa vendetta della morte di far eseguire gi" da
persone
estranee

premeditatodisegno la Khusrev, prima da T"s e da

al

suo

sangue,

ma

dallo stesso

di figlio

lui.E

finch" per",

LA

POESIA

EPICA

35

Kl"usrev

da

una

parte
mai
e

loro residenze reali mandando


non

toccher"

alle Afr"sy"bdall'altrasi resteranno tranquilli il tere combatlor capitani a combattere, lungo in campo il figlio fine.Scenda al suo dell'ucciso,
e
mano

padre,uccidendo lo stesso dramma autor del delitto, e il gran guerrierosar" finito. re straniero, degliundici campioni or Tutto ci" appunto fa Khusrev dopo la battaglia

compia eglistesso

di

sua

la vendetta del

ora

e ricordata,

ritornato vittorioso alla sua lui,

niun'altra residenza,

cosa

fuorch" attendere in pace il fine della sua carriera rimane ricevuta da Dio rivelazione della sua vicina salita al cielo mortale. Perch", da fare in terra al
suo

" chiamato quale egli


successore
verso

per i suoi meriti nel regno, s'incammina con le lontane

le

sue

virt", designato Lohr"sp


che principi lo seguono landa deserta

alcuni

settentrionali e in una regioni dai loro occhi. A questopunto termina il secondo ciclo. sparisce da Gushl"sp 53. Abbiam detto che nel terzo ciclo, qualeprende il nome sebbene con altri si trovano e rifatte, suo e da figlio, ripetute Isfendy"r

commossi,

molte intendimenti,

cose

la venuta del profeta Zertogliamo le avventure di la guerra coi Turani che pareva finita dusht (il Zoroastro degliAntichi), la morte di Afr"sy"be l'ascensione di re Khusrev al cielo, con qui per altre tocca la vita e le si ripiglia, e tutta la parteche e per altrimodi ragioni ridice e rifa lutto ci" che nel primo ciclo fu detto di imprese di Isfendy"r, Uustem; anzi, di Paistem stesso, Isfendy"r" dichiarato emulo e quasi aperto nemico. E non solo queste cose, ma anche altre molte trovansi in questo ciclo che apertamente contraddicono a ci" che trovasi neglialtri due; tra le qualiviene innanzi per la prima la non diretta discendenza di a Khusrev,dagliantichi re. Perch" Lohr"sp apparLohr"spche successe tiene dei Kay. Mentre poi nei due primi laterale della famiglia ad un ramo Perla citt"d'istakhar (forse cicli la sede degliantichi re era detta essere " trasportata in questo essa nella Persia propriamente delta, a sepoli), nella parte pi" orientale dell'Iran. Quef grado poi Balkh,nella Battriana, stato esser di gran guardianodelle frontiere del regno che sopra vedemmo trovasi dato dei principi del Segest"n, di Rustem specialmente, ora proprio bench" Rustem morto e poi ad Isfendy"r, Zer"r, a Zerir fratellodi Gushl"sp sia
ancora

chagi" trovansi nei Gusht"spin Grecia e

due

E veramente, primi.

se

vivente

abiti tuttora
e

il

suo

castello.Ancora; l'uccisione di

della gran furono le cagioni poi quelladi Siy"vish guerra coi Turani,e perch" dovevasi vendicar sparso sangue, gi" sopra abbiam notato come ilnome onde dagli Irani si designala guerra, significhi da la guerra coi Turani nasce propriamente vendetta. Qui, al contrario, la differenze religiose, del Turan, si ricusa di accoglier re perch" Argi"sp, che Zerdusht ha recata in terra, e per" prende le armi e nuova religione di Fr"d"n Erag'figlio riduce alla distretta lo stesso
morte
ancora eroe
re

Gusht"spfinch" poi "


nuova e

vinto

messo

da

fattosicampione della Isfendy"r, al

fede. La

qualesar"

quella

che render" del

avversari fra loro Rustem antichi tempo degli


re

Isfendy"r, perch"il grande


ha dato loro tante prove di

che Segest"n,

36

CAPITOLO

OLINTO

anzi dichiarato devozione, qui " detto avversario della religione, tale che " dato alle arti degli come apertamente idolatra e dipinto incantesimi e della magia. I re del Turan poi che nei due cicliantecedenti detti discendere dall'antico Tur, uno dei tre figli del re Fr"d"n, ora sono fedelt"
e

di

si dicono

venire dalla terra

del

Peghu,segno

evidente

che la tradizione

aveva epica a questo punto, per qualche forte ragione,

perduta la

sua

traccia.

54. Questa ragionesi deve certamente


alla
e

trovare

nella assai

pi"tarda

et"

tutta questa ultima parte dell'epopea, qualeappartiene quando

i tempi

di pensare si erano lievemente mutati. Perch", non di Gusht"sp oltre le avventure in Grecia che portano il segno di assai pi" in alcune anche inetrecente et",iltrovarsi tamente, e rifatte, questo ciclo ripetute
e

i modi

di vedere

indica naturalmente e troppo degli altri due cicli, che quando questo ciclo si compose, da lungo tempo gli chiaramente altri due dovevano stati composti,e dovevano essersi mutate molte cose esser
cose

molte

per sentir necessit" di rifare con altri intendimenti ci" che gi" era stato fatto. Crediamo appunto questo ciclo fa della guerra pertantoche, come coi Turani una di vendetta, idee e opinioni giose relinon guerra di religione, in soltanto, alla presieduto
sua

contrasto

con

idee

d'altra religione, abbiano opinioni il Buddhismo, penetrato il nuovo zelo religioso e ha

composizione.E

certamente

per tempo nell'Iran dalla

dest" parte orientale,

che non tutta questa parte dell'epopea ispir" della prima. E notisi intanto che l'originalit" ciclo si fanno discendere

pi"

n" la freschezza

n"

il Peghu, dal

il bel Segest"n, nuova segui paese anche il re Lohr"sp allorquando, stanco di regnare, design" suo cessore sucper Pensiamo Gusht"sp e si ritrasse in un tempio a far vita religiosa. dei due primi ciclie la composizionedi adunque che tra la composizione di idee religiose, stia un vero e profondo rivolgimento quando, allorquest'ultimo di Rustem, accolse la
e costume religione,

primisi convertirono

i re del Turan, fu appunto uno alla religione di Buddlia. Anche

quale in questo di quei paesi che

il

buddhistico

vi fu lotta tra buddhistica, religione volle entrare nel battagliero questa e quelladi Zoroastro. Allora,anche l'epopea eroi fossero di gran lungapassati, i tempi degli e sebbene arringo, i pi" antichi, almeno immagin" deglieroi del Segest"nche sono quelli di contro il campione della fosse vivo per mettergli che Piustem ancora Anzi ci" che di Rustem si narra nel primo ciclo, si nuova fede,Isfendy"r. anche le trovansi sette avventure nuovo qui ripetequi per'il eroe, perch" incontr" sulla in che Rustem alle sette avventure di Isfendy"r tutto eguali bella veramente, via del M"zender"n. non Isfendy"r, adunque, " una copia, " inferiore agli altri cicli di Rustem, e il ciclo a cui egliappartiene, anche nell'arte
con

all'entrar nell'Iran della

cui fu architettato

messo

insieme. Ma

perch" non

potevasi epopea comportare che due eroi si trovassero nella medesima che l'uno intendimenti fra anzi senza con loro, opposti, eguali immaginati inlesero che a i compositori ciclo ad altro non del nuovo vincesse l'altro,

LA

POESIA

EPICA

37

mostrare

perdutoe dannato
nuova

all'inferno l'eroe dei che Rustem


e e

ribelle alla contendere

fede. Per" troviamo

tempi anticlii, perch" isfendy"r, dopo lungo

intorno alla loro nobilt"

Rustem tenzone; nella qualea principio Ma ilvecchio costretto a ritirarsidal campo. lasciarsi vincere mitico
cresceva

al loro valore,vengono a singoiar onde ben tosto vedesi ha la peggio, che non vuol eroe glorioso del S"murgh,l'antico e consiglio
e con un ramo

da

un

giovinetto, per
sua mar

della augelloprotettore sulle spondedel

casa,

di terebinto che
un

di

Cina,si fabbrica la notte

dardo

fatale.

spiccher" quelramo, sar" perduto nell'altravita;ma perch" appunto Rustem esiter" un non da quellodipendonola sorte e la vita d'Isfendy"r, vittoria.Cosi,con s" stesso, purch"egliabbia la sua momento a perdere ferisce il suo avversario quel dardo,al rinnovarsi del combattimento,egli dei di questo che poco stante ne muore. compositori Ma, nel pensiero invece ha la " rimasta a Rustem, Isfendy"r se la vittoria delle armi ciclo,
Chi dei martiri della fede di Zoroastro e tocca vittoria assai maggiore, gloria di poco sopravvive infatti, a perch"Rustem " dannato per sempre. Egli, tradito dal fratelloShegh"d, segnando questa ultima sua impresa,e muore la sua morte il fine della parteveramente con epicadel Libro dei Re. che in 55. Gi" di sopra abbiam detto questo terzo ciclo si trovano che non due parti risguardano punto n" Rustem n" Isfendy"r, comprese di Gusht"sp in la venuta di Zerdusht profeta e le avventure e queste sono le altre parti di questo Grecia. Ora, l'uno e l'altrofatto appartengono, come Perch" appar manifesto che prima alla pi" tarda et" dell'epopea. ciclo, della sua legge indubbiamente della venuta di Zerdusht e della promulgazione (fatto l'antico rato racconto epicoera gi" stato trovato, lavotutto storico) che tanto va d'accordo col Libro anche l'Avesta, e composto; onde dei Re, pone la venuta di Zarathustra (cio" Zerdusht)dopo tutta la serie nella gran guerra coi Turani,cio" al tempo dei re che hanno combattuto che " il Gusht"sp di Firdnsi. N" appartengono a meno tarda di re Y"st"cpa anche lasciando ci" che di Gusht"spin Grecia; perch", et" le avventure la scena dei suoi amori l'aver fu aggiuntaposteriore, posto a Costantinopoli ha ilfare genuino dell'antica tutta questa parte di racconto non giovanili, del romanzo col tono e con gli d'amore; atteggiamenti procede epopea, ma Anche abbiam detto tutti sanno, si svolgedall'epopea. come e il romanzo, in Persia dai sold'amore fu udito raccontare dati avanti che questo romanzo che i di Alessandro Magno; ci" che vuol dire,se non c'inganniamo, da beUi dell'antica passati un pezzo se gi" un tempi pi" epopea erano
,

romanzo

d'amore

era

potuto

nascere

farsi

Ma popolare.

di ci" si dir"

della poesia romanzesca. capitolo dei qualicrediamo, per i cicli dell'epopea, 56. Questi,pertanto, sono dichiarata la maggiore o minore ci" che si " detto, di aver bastantemente Troviamo tuttavia che antichit" e quale ne sia la reciproca dipendenza. alcuni racconti speciali, qualinon hanno stretto legame con la restante di essi ; n" vi poteronoentrare,forse entrano in nessuno non narrazione,

pi"

lungo nel

38

CAPITOLO

QUINTO

natura che essi hanno. Questa loro natura speciale accemia per una speciale che dovettero alla pi" antica mitologia, indubbiamente a quella, portar
con

s"

quando gi'Irani
era come

si partirono dalle loro sedi il patrimonio comune-della dei Devi

ed nell'Iran,
e

primitive per discendere E perch"il lungo stirpe.


e

racconto magnifico

della epico
non

guerra
vi

dei Turani

nacque

si

cos" svolse sul suolo iranico, formale

di un parte organicae di gran lunga anteriore. Per" essi restarono qua e l" come di una mitologia a caso lungo il racconto epico;e se alcuni vi hanno preso un posto gettati altriinvece vi restarono come staccati e di poco momento. episodi cospicuo, del re Gemshid che ebbe 57. Primo noteremo fra questi racconti quello adorare come Dio, perdetteil regno regno felice e poi,perch"volle fai'si maest" reale. Anche nell'Avesla ricordasi il meravigliosomito e la e la ebbe pronunciatala parolamenzognera, caduta del misero re, appena egli da quello nel quale Ahura Mazd" l'aveva posto.Ora, " noto stato di felicit" che l'iranico Gemshid pur sempre
o

poterono entrare a far parte,come frammenti e disgregati tutto,questi sparsi

Yima

Khsha"ta,

come

l'Avesta

sponde lo chiama, corri-

morisse, e

che Indiani che fu ilprimo uomo degli fatto j)0i, dalla tradizione per" migr" nelle regionidei beati, al mitico Yama morti.
e

re dei posteriore,

58. Viene secondo, nell'ordine di questimiti,quello di Fr"di"n

di

della mitodei miti pi" antichi e pi" comuni logia uno Dah"k, indubbiamente sebbene sia da sospettare che,quale esso " trattato indo-europea, vi si nel Libro dei De, qualcheelemento storico, come pensa lo Spiegel, abbiam il Libro dei Re ci dice essere sia infiltrato.Perch", come visto,
stato

Dah"k

un ma

orribile tiranno l'Avesta in Dah"ka

abbattuto
o

da

FrcM"n
non

incatenato che

nel
un

Dem"vend;
serpente da

Azhi-dah"ka

riconosce

Mainyu, abbattuto poi da Tlira"a tuttiqueipersonaggi mitici, taona; e Thra"taona per tal via si ricongiunge di uccisori di mostri,da Indra a Vritra e Namuci nel Rigveda ai miti greci
tre teste,creatura

di Aura

Apolloe
e

navo del serpente Pitone, di Ercole e del cane Ortro,al mito scandiSifrido Fafnir. Ma di uccisore del dragone germanico Sigurdh o

dell'antico mito

trovansi,a

nostro

vedere, altre due


S"m Segest"n,

forme
e

nel Libro

dei

due Re, nelle qualifigurano


mostra

eroi del

Rustem, ci" che

che anche

neglialtri cicliqualche elemento


e

di

anteriore mitologia

dragone sul fiume Keshef per mano di S"m, e la liberazione del giovaneD"zhen, di Afr"sy"b e che Afr"sy"b aveva che era stato rapitodalla bella figlia la clava rinchiuso in un orrido speco guardatodagliincanti dei Devi ; ma Nel qualracconto, uno di Rustem e liber" il prigioniero. ruppe gl'incanti elementi dell'antico dei pi" belli e commoventi di Firdusi, tuttis'incontrano gli riscatta (pialche mito indo-europeo, secondo il quale un eroe cosa che gli" stata rapitae nascosta lontana,per lo pi" in una cara caverna, E l'uccisore. l'ha di clava e riavuta,a colj)i veggasi punisce poi,come

pot" entrar

destramente

infiltrarsi. Diciamo

dell'uccisione del

intorno

ci" quanto ha scrittoilRr"al intorno al mito di Ercole

di Caco.

4-0

CAPITOLO

QUINTO

della Cina,che " quanto dire ai tempi del Medio e l'Imperatore tinopoli Evo persiano, quando appunto i Sassanidi pensarono a riordinare la storia N" si pu" opporre che nelI'Avesta si trovano tre nomi : dell'impero. del re Cairima, Tura e Airyu, che corrispondono ai tre nomi dei figli Fr"d"n: Salm, Tur ed Erag',del Libro dei Re; perch" quei nomi non

designanoveramente

alcun

personaggio,ma

sembrano

esser

piuttosto
d'un figli

n" l'Avesta dice che per essi s'intendono nomi di tre regioni, del regno e alle discordie che ne re, e quanto alla spartizione
esso
ne

tre

vennero

poi,

i ricompositori serba assoluto silenzio. Ma, per questo evidente artif"cio, del Libro dei He

al tempo dei Sassanidi poterono ricongiungere iDellamente all'antico mito di Fr"d"n e di Dah"k la gran guerra coi Turani;
e

trovato per",

il punto da cui si dovevano

prenderele mosse,
essa

il racconto

della gran guerra nella guerra di Min"cihr


e

procede libero
e

ed sciolto,

ha il

suo

primo

mento mo-

che di

di morte punisce
e

uccisori di gli

Erag',

ai tempi di Nevdher seguita

tocca il suo
e

punto

Qob"d, al tempo di K"vus e di Khusrev pi" alto,trattandosi della vendetta del tradito Siy"vish,
guerra di

ai tempi di Gusht"sp. religione 61. Con quest'arte e per tali espedienti, questo gran ciclo doveva cosi formar l'unit", d el Al contrario, se pu" dirsi, racconto epico. quello antico in di avventure e meno cate, stacs", perch" composto compatto pi" dei Devi e deglieroi del Segest"n, guato adenon pot" trovar veramente diventa essendo staccati posto nel l'acconto. Perci" appunto, anche perch", fu smembrato si poteva smembrare, esso menti i suoi racconti, e i suoi fram-

finalmente

allogati qua
contro

l"

come

i Devi del M"zender"n

E trovasi che le imprese di S"m capriccio. del e narrate, e Segs"rsono fuggevolmente

di Z"l sotto il regno di Min"cihr;e la storia d'amore per via d'episodi, e di R"d"beh, dai qualipoi nacque Rustem, e le prime giovanili imprese di questo eroe,
aveva sono

poste al tempo di Min"cihr,quando


di

esso

Min"cihr

gi"punitigliuccisori
sette avventure

Erag' e

tace per

Turani;e le

di Rustem

la guerra coi nella via del M"zender"n, e la sua


un

momento

caccia coi sette eroi sul confine del Turan,

la

sua

trista avventura

col

tuttiracconti staccati che, come stanno Sohr"b, sono figlio del stare anche altrove. Anche l'episodio sono, potrebbero

al posto in cui Devo


e

Akv"n

al

tempo di Kliusrcv
Firdusi mostra di

non

ha alcun

legame col

resto del racconto,

lo stesso

dell'aver trovato quest'episodio strano che meravigliarsi il perch". E basti cotesto per Io interrompe per poco, n" se ne conosce ricordar qui tutte le vogliam di nuovo provar ci" che diciamo,poich"non l'epopea persiana. imprese che di Rustem registra i cantori epici, 62. Ma i ricompositori, certamente o se non essi, presto che la gran guerra coi Turani, nella quale 0 tardi dovettero accorgersi l'onore di tutta quanta la nazione era impegnato e alla quale era dato il posto pi" cospicuonel racconto, male poteva stare pur stato che senza

Rustem, questo grandeeroe


aiuto del
suo

che

braccio. Ma

vole vi portasseil valefra glialtri, primeggia entra non perch"nella grande azione egli

LA

POESIA

EPICA

il

cos" eglivi ad altro ciclo, delle cose, appartenendo per la natura e ragion Irani ridotti dai sono fu fatto partecipare artificialmente; per",quando g"' Turani molto
a

mal

punto, e
e suo

cotesto

non

di rado

avviene,il re dell'Iran
e

con

affanno

sollecitudine manda

ad invitar Paistem

che lascia volenteroso

prima. nel corso della poche volte si ripete si potrebbemai intendere perch" non narrazione;che se cosi non fosse, al suo castello quando tutti mai il pi" grande eroe si rimanga tranquillo altri eroi dell'Iran, battere non uno eccettuato, stanno per anni e anni a comgli Paistem in terra straniera. Ai tempipoidi Lohr"spe di Gusht"sp, alieno dalla corte, e lo stesso re Gusht"sp anche maggiormente si mostra
Tutto ci" " artificioevidente che
non

gliozi del

castello, accorre, vince

di ritorna alla quiete

nota

cotesto
non

con

aperto rincrescimento.
l'azione di Rustem di altra natura,
e

La

qual

cosa,

nostro

vedere,

altro

che significa
e a

ad appartiene
sua

altro ordine di

avvenimenti fin

tempi

che, se la

vita fu

prolungata

cotesto fu fatto con quaggi",

antico eroe,

contrapporrea lui, che " Isfendy"r, l'eroe novello della religione e della fede,
e

l'intento manifesto

di

esaltare sul testimone di tempi pi" antichi quale pur bisognava per sempre. 63. Con

passati

fu disposto e adunque e con questi accorgimenti quest'arte nel che a l modo ordinato il vecchio racconto iranica, quale, dell'epopea in gran fece la storia, s i abbiam romanzo resa conosciuto, seguire sopra Arsacidi e dei Sassanidi. Cos" Firdusi, cjuando parte,di Alessandro, degli tutto quanto l'ordito disposto venne, trov" gi"preparato e acconciamente del
suo

gran

poema.

4,

Firdusi.

64. Se il Libro
stesso

modo

incominciato

da lui composto allo di Firdusi,fosse poema Pie, fu composta dal Tasso, noi avremmo che la Gerusalemme iranica dalla narrazione questo discorso intorno all'epopea dei
saremmo

della vita di Firdusi,indi


sua

discesi

dire

sua dell'opera

l'arte del-

Ma poich" esso, secondo quelloche altrove abbiam comporla. cos", a detto,appartiene quella classe di epopee che diconsi nazionali, abbiam cercato di far conoscere nei paragrafi qual fosse il precedenti, e quali lavor"o della nazione che prepar"e disposequella materia epica, nel elementi farne parte.Ora " d'uopo trattar della persona, il magnificoracconto. alla qualefu dato in sorte di vestir di forma poetica vi
sono

entrati

65. Gi" in quella parte dell'introduzione


abbiam tempi della poesiapersiana, il decimo
a opposizione

questo libro che parladei


come

fatto

conoscere
una

tra il nono

secolo si facesse nell'Iran orientale


tutto ci" che sapeva

potente e concorde
questa opposizione,
il nascere della che cacci"

di straniero. A

nata
sua

dal ridestato sentimento


nuova

la Persia deve nazionale,


sua

letteratura

l'uso della

bella

linguamoderna

di

usata l'araba, seggio

fino allora nelle lettere e nell'azienda del governo.

42

CAI-ITOLO

OLINTO timento sen-

Anche

abbiam

visto che

questo ridestarsi improvvisoe potentedel


la gente alle memorie

antiche del paese, onde dell'antico Libro dei He furono ricercati con ardore, ben tosto gli esemplari dei Sassanidi, s'avvisarono di far ricomporre l'opera seguitando principi, antiche storie, che la linguadiversa e la nella nuova lingua quelle inaccessibiliai pi". di Lays della casa forma vieta rendevano Yaqiibfiglio 205 nel d. E. d. sia che mor" stato il primo che dei Saff"ridi, (878 C), pare porre dopo la caduta dei Sassanidi e la conquistadegliArabi pens" a far ricoml'arte che fa forse,a quel libro mancava quel libro. Ma perch",
e

nazionale richiam"

vollero dare al poeta le opere, " S"m"nidi, succeduti ai Saff"ridi, di versegla commissione Deqiqi, gi" da noi conosciuto fra i poetilirici, giare durature il Libro dei Ile. Una
sua nell'opera

morte

quand'egliaveva
non

e gi"l'abbiam narrato, l'arrest" violenta, di distici. composto soltanto un migliaio

66. Questa gloriache


tocc" introduzione
sue a

pot"toccare

n"
e

nidi, ai Saff"ridi n" ai S"m"del quale nella gloria

Mahm"d abbiam

di Ghasna, delle opere

della

quando ebbe terminate le Egli, pur tenuto parola. volse l'animo volentieri alle opere della pace, ed emulando conquiste,
suoi
sua

i S"m"nidi

raccolse alla

accordata alle lettere, nella protezione come predecessori anche di far del si corte il fiore dei poeti pens" tempo,

cerc" e raccolse il Libro dei Ile.Da principio ne ricomporre e verseggiare Khor F"r"z,discendente del gran re Chosroe, dicesi che da un i libri, e fosse del Kirm"n di storie, ricevesse un volume e che da un gli principe di nome Azer Berzin,che da altro discendente dei Sassanidi, mandato un storie antiche,e che quell'Az"dServ di lungo tempo andava raccogliendo abbiam tenuto cui sopra, in questo stesso capitolo, gli facesse parola, ci" ch'egli adunque conoscere sapeva della morte di Lustem. A Mahm"d
non

restava

che di trovare

il poeta che

potessee sapesse sobbarcarsi


a

al

ma glorioso,

difficilissimo incarco. Scelse


a

corte, dando noi

ciascuno
come

una

della questo fine sette poeti storia da verseggiare, e dicesi che Unsuri, che
con

gi"conosciamo
e

vincesse la prova poeta lirico,

la storia di

Rustem
ma

Sohr"b.
se ne

Unsuri

dar la commissione, lui pertanto volle Mahm"d l'amico suo Firdusi scherm" e fece conoscere al principe
A
era

come

quelloche

veramente

atto alla

grande impresa. Di quei giorni

che l'incarico appunto, Firdusi era giuntoa Ghasna. Altri dice,al contrario, di ricomporre il Libro dei Le fu dato ad Asadi che noi gi"conosciamo la vecchia et", di contrasti, che Asadi, scusandosi con autor ma come stato additasse a Mahm"d l'ancor giovane Firdusi,del quale egli era in poesia. maestro di Fakhr ud-din Ahmed, nacque 67. Ab" '1-Q"sim Mans"r Firdusi, figlio nel 329 d. E. (940 d. C.)in un piccolo villaggio presso T"s nel Khorassan; onde gli sarebbe fosse di condizione giardiniere, e dicesi che il padre suo venuto il nome di Firdusi che appunto accennerebbe a quella condizione; secondo vedremo altri questo nome, innanzi,sareblie soprannome come dal principe Mahm"d, o assunto da lui stesso, secondo poeticodatogli

LA

POESIA

EIMCA

43

e fu discepolo d'allora. Ebbe dal padre educazione perfetta, poeti Avvenne poi la morte di Decpqi intorno di Asadi di T"s nell'arte poetica. essendo ancor ventenne, al 349 d. E. (960 d. C); e pare che fin d'allora, Libro dei Re. il di l'ardito stesso, Egli disegno egli comporre concepisse dice che con stento grande,e soltanto per nella introduzione al poema, dell'antico libro generoso animo di un suo amico,pot" avere un esemplare ficolt" d i intanto dei tumulti e degli e vi parla scompigli quel tempo e delle difMa poi,spronato da quell'amico di trovare un principe protettore. storie antiche, alcuna di quelle e la lode cominci" a verseggiare suo, egli diede l'accesso fino che si acquist" con quelladi Fr"d"n e di Dah"k, gli del Khorassan,che l'esort" con ardore a proseguir ad Ab" Mans"r, prefetto

l'uso dei

che per il Di Ab" Mans"r incominciata con tanto onore. ancora l'opera belle lodi duzione nell'introl e del poeta, leggonsi pi" primo indovin" l'ingegno del poema
stesso.

intanto la fama che Mahm"d cercava un poeta; e allora Spargevasi il merito di Firdusi, lo sollecitarono a recarsi che conoscevano tutti quelli Firdusi allora parti da T"s, e raccontasi conoscere. a Ghasna per farglisi nelle vicinanze di un che al suo primo entrare nella gran citt", albergo s'imbattesse in si era condotto a passar la notte, laddove egli un giardino, che Vedendo Firdusi si di in tre poeti corte. accostava, deliberarono essi che che in loro compagnia ninno si accoglieva di allontanarlo dicendogli

68.

mente. poeta.Anche il vostro servitore " un poeta ! disse egliingenuacol tristo disegno di confonderlo e di pigliarsi giuoco Quelli allora, di lui, un verso dopo che ciascuno di essi, gli proposero d'improvvisare improvvisatouno. Accolta da lui la proposta,gli per turno, ne avrebbe tuttigi"noti a noi tra i poeti altri tre che erano Unsuri, Farrukhi e Asgedi, rima (che era tre versi, uno lirici, improvvisarono per ciascuno,con una da ritrovare; in shen)difficilissima e pensavano che,dopo tre rime in shen, lasciatiliimprovvisa l'incognito poeta non avrebbe trovato la quarta. Ma Firdusi, la sua volta, un senza improvvis" quando venne punto esitare,
non

fosse

verso

che nel

senso

si accordava

con

i tre

e precedenti

ricordava di
erano

intanto

le prove

di valore di

qual nome seguente:


TJnsuri:

Gh"v, antico eroe, nella campagna pot"formare la quarta rima. 1 quattroversi


Asgedi:
luna
non

Peshen, col
nell'ordine

Come

la

guanciatua

splende;
; guancia

Passa

tuo sguardo e fende, ogni usberghi gli

Farrukhi:

Firdusi:
a giardin pari

Rosa

non

" in

tua

Come

in

a Pesli"n di Gliev la lancia. giostra

Restarono

taglia i tre malaccorti che non meravigliati sapevan nulla della batd" Gh"v, e per",a loro maggior confusione,dovettero domandarne notizia a Firdusi che loro la narr", poililasci" dolenti della loro presunzione. alla presenza 69. Ma Firdusi, prima ch'egli potesseessere ammesso che del principe, dovette superare molti ostacoli, cortigiani perch"i poeti

44

CAPITOLO

QUINTO

gi" ne
a

avevano

indovinato

il valore, volevano amico


e

ad

ogni costo impedirgli


nome

l'accesso. Poi, secondo Mahmi"d

alcuni,un

di Firdusi,di

M"hek, present"

saggio del suo volendo e altridice cheto stesso Unsuri lo introdusse da Malimiid, poetare; ebbe dal principe la comal merito di lui, come far giustizia missione e che poi, il Libro dei Re, ricusandolo modestamente, indicasse di verseggiare della di sia Firdusi come ilsolo degno grande impresa.Comunque " certo che Mahm"d, alla lettura dei versi del nuovo vigliato, ci", poeta,rest" merala storia di lliistem

d'Isfendy"r,

come

si che tosto volle conoscerlo

ascriverlo tra i suoi. Anche


un

si dice
tu

che, dando
sei veramente

sclamasse lettura Firdusi de' suoi versi, egli


un

giorno:Ma

di questo nome nelle grazie di modo

all'altro significato per tal modo Entrato per tal che in persiano vuol dire il paradisiaco. Firdusi!
"

alludendo

un giorno,tutti i Mahm"d, Firdusi ricevette da lui, libri gi" fatti raccogliere delle storie antiche, convenuto prima che egli d'oro per ognidistico che avrebbe composto. avrebbe ricevuto una moneta il giardino, Gli fu assegnata e contano, racuna come piccolacasa in un giardino, di tigri di eroi, di leoni, di figure e d'elefanti, tutto popolato era la fantasia del poeta, che,pervenuto cosi al fine de' suoi perch"movessero desideri,si raccolse in quella solitudine per attendere al gran lavoro. Facevagli compagnia un giovane paggioche di quando in quando toccava con mano

maestra

le corde di

un

liuto

gliporgeva

da bere.

nel cospetto di tratto in tratto i suoi canti a Mahm"d 70. Firdusi leggeva della corte radunata, e certe miniature dei manoscritti del suo poema

appunto

sta ad ascoltare ; che seduto in trono rappresentanoMahm"d il siede in basso con le stanno attorno in ampio giro i cortigiani, e poeta si stanno suonatori di liuto di rimpetto carte sopra un leggio, sue mentre tura. danzatrici che coi suoni e coi gesti e leggiadre quellaletaccompagnano Cosi Firdusi seguit" per molti anni,finch" nel 400 d. E. (1009 d. C.) finiil suo Libro dei Re, in persiano S"i"h-ndmeh, con questiversi : egli

libro Poi che riiielito Cosi


venne

Mi loder"

dopo la morte mia,

al

suo

fin,del

verso

mio

"\" io morr"

Tutta " Senno


e

la terra. Ognun piena fede e saggezza


entro

clic alberga Da che al suo


core,

pi" mai, ch'io son pur vivo, di mia parola. il seme gittai

la coscienza

del

proprio valore gi" gli aveva


Mahm"d
:

fatto dire, a

met"

del

poema,

a parlando

fec'ioche Sire,un'opra Sar" di


me

monumento

Mole cadendo

va

del sol pelraggio

nel mondo.

Ogni superba
da

Tal monumento Da
non pioggie

che danno alto levai,

0 per la piova; col verso mio ma E il legger" abbia nel core chiunque Di
senno un

avr",non
su

procelle.

germe.

Passeranno

le et"

libro, ipiesto
l'animo lo stesso dei samente divercortigiani Mahm"d, che prima

71. Ma intanto che eglicosi componeva,


si al atteggiava
suo

anzi riguardo;

LA

POESIA

EPICA

45
ora

era

stato preso da cosi

grande ammirazione,

mostravasi

freddo

verso

bench" sempre si compiacessedelie sue letture.Dei e poco sollecito, suoi caldi ammiratori ; di alcuni gii erano avversi,altri erano cortigiani, di lui di denari ; quelli, alcuni anche lo soccorrevano ed erano poeti di questi venivano spargendo sul conto suo calunnie velenose, corte quasitutti, settario celebrato con soverchio ardore gli dicendo ch'egli era per aver ministro il del principe, eroi dell'antica religione, e Ilasan istigavano Firdusi non l'aveva punto Maymendi,gi"cruccioso contro di Firdusi perch"

Anzi,Ilasan Aiaymendi,che pure doveva di ogni cosa spesso lo lasciava mancar trista in verit", necessaria. A questa sua accenna condizione, qua e l" del chiaramente Firdusi nel corso non tanto per" quanto nei poema,
come lodato,

poema. tutte le spese, bene provvedergli

nel altri,

suo

alla line: versi posti seguenti


Ben Grandi di Porsia molli Era Ali ei che Dilemita, ben

giusta
sereno

e dottie di gran sangue, Senza premiodonar, liversi miei

Sua parteor tocca, ch'egli ognor, Dell'alma e liberal, mia l'opera Che bella procedeva, ebbesi lliis"vnQot"yb "
ancor cara.

Trascrivendo venian. Da
A
e assiso, riguardarli

io lungi

stava

detto avresti

de' generosi,

(Jnalnon si tolse mai di me un sol detto per merc" condotto er'ioperqnelli. ! " era la mia Senza premio Altro che un ": Bene hai fatto donar. Vesti da lui
Ch'uom Parte assegnata, e il vigor mio, per quello Ebbimi e cibo ed oro e argento,e moto Ebbi alle mani e a' pie. " Bene hai fatto! ", scemavasi frattanto Per lui non ebbi
E si

Ma perdea.

chiusi

erano

i cofani

Di catastio

e quel serrarne Degliantichi tesori,

Alto il cor mi feria.Pur, fra Di

que' prenci citt" grandi e famosi, quest'alma


72.

o di tributi d'imposte Alcun gravame, e qual dentro a una coltrice io Ravvolgermi poteicon cor tranquillo.

gli present"l'intero volume del poema, di calda ammirazione, comand" ilsultano Mahm"d, in un momento che tolte seco sesglifosse donato un elefante carico d'oro. Ma il ministro, santamila distici i del mand" monete le d'argento, quantierano poema, Firdusi che allora per caso trovavasi ad un a pubblicobagno. Firdusi, sclamando che eglinon fatica cos" grande per essere aveva sopportato

Eppure,quando

Firdusi

tra chi li aveva il e d'argento, poi rimunerato con monete portati, venditor di birra, i denari del principe. e un giovinetto, bagnaiuolo sparti Preso un bicchiere e vuotatolo rapidamente, gridando che tutto il lungo fruttato bicchier lavoro gli di birra un aveva soltanto, gett"nel grembo

del garzone che lo guardava stupito, quellaparte dei denari. 73. Si sdegn" Mahm"d ma quando seppe l'opera rea del ministro,
si lasci" vincere dalle calunnie insidiose di
e ilmisero lui,

poi

poeta, accusato
un

di eresia, fu condannato

ad

essere

sotto calpestato

piedi di

elefante.

udita la terribile sentenza, ritorn" in corte, e l",attendendo in Firdusi, che l" il di doveva un giardino principe appunto passare, improvvis" alcuni versi in dusi, FirMahnn"d, tocco nel cuore, gli perdon"; ma ben comprendendo che egli omai non poteva pi"irestare in corte.
sua

lode.

40

C.Al'ITOLO

nriNTO

medesima notte, consegnata ad Ay"z, favorito del principe, una quella Mahm"d v enti da da a lettera suggellata consegnarsi giorni, passali parti in

Lungo la via lo raggiunse in denaro. clie da parie di Ay"z gli recava coi'i'iere qualche soccorso un conosciamo il suo viaggiodel quale non alcun partiCosi il poeta seguit" colare, forse quello avventura d'una lepida e della generosa ospitase non lit" c itt" ebbe in Khan Lengi"n, a due giornate da|Ispahan, piccola ch'egli Ahmed d" che il lungo da quel governatore era un figlio Muhammed; ma
Ghasna solo solo, senza
recar con

nulla

s".

passo del Libro dei He andata di Firdusi a Khan del Museo

che dallo Schefer, pubblicato

si riferisce
un

questa

Lengi"n e che si trova soltanto in

manoscritto

ci sembra assolutaalla lettura che ne abbiam fatta, mente Britannico, Intanto,egligiungeva a Bagdad, laddove fu accolto con apocrifo. dal Califfo allora regnante, Al-Q"dir Bill"hi, e laddove grandissimoonore della poi,anche per assicurare il novello protettore
sua

fede di credente

il soggetto dal Corano, un compose per lui,togliendone poemetto intorno alla storia di Y"suf e di Zalikha. Il poemetto " pur giunto che tratter" della poesia fino a noi, e di esso si far" parolanel capitolo

maomettano,

romanzesca.
teneva consegnataad Ay"z, conterribile della Mahm"d invettiva di e una contro violenta, quale, Come lesse tradotta. alcuna daremo quei versi, parte nell'appendice, Mahm"d fu preso da subito furore,e risaputoche il poeta era presso il Ma il scrisse al Califfo perch"dovesse rimandarglielo senza Califfo, indugi. che pur sejjpe rintuzzar l'ira di Mahm"d nobile signore, con una risposta Firdusi il ritener e atto non arguta, vedendo che era pericolo generoso la al l'abbandonarlo nelle mani del suo nemico, consigli" poeta fuga;e il da Bagdad, soggiorn" misero poeta,partitosi qualche tempo ad Ahv"z, indi pass"nel Kohist"n, provincia. presso N"sir Lak, governatore di quella del suo Era N"sir Lak un antico amico suo e caldo ammiratore ingegno; mand" incontro alcuni onde, non appena egliseppe della sua veimta, gli Gi" in suoi famigliari onore. Firdusi, ospitato casa di N"sir Lak, per fargli di comporre altro lavoro per e gi"vi poneva mano, concepivail disegno,

74. Ma

la lettera

che egli aveva suggellata

eternar

la memoria

del Ma

quella di Mahm"d.
nelle mani scrivere al sultano

novello protettoree condannare N"sir Lak Io dissuase da ci";anzi, come


suo

all'infamia

egliebbe

i versi che
una

il

la promessa di con composti, poeta gi" aveva la li lettera per rimproverargli sua ingiustizia,
una

lontana speranza che ranimo lasciato il Kohist"n, si ridusse a T"s, di Mahm"d si fosse mutato per lui, alla sua citt" natia,laddove egli visse ancora qualche tempo con una sua forse distrusse. Firdusi allora, concepita Ma figlia.
cantava

avendo udito un fanciullo che per giorno,j"er la piazza, versi della invettiva contro il sultano: questi
un

caso

Se il padre suo

rieii'nato avesse,

una

corona

d'oro

Il l"glio suo postami avrebbe in fronte,

48
come
venne

CAPITOLO

QUINTO

degliEuropeiche ne vollero procurare la stampa, inetti e ignoranti tutta piena di errori dei copisti e guasta si trov" esser la difficolt"che di Essendo opera da racconti interpolati. gran mole, per chi ne sostenere i la vi trovavano e per copisti, grave spesa che doveva desiderava un esemplare,accadde che anche in Oriente " alquanto raro
alle mani
trovarne
un

manoscritto
ne

intero; e il De Sacy che volle confrontar fra loro


contenevano

trov" che era ben racconti, in maniera distico fosse scritto ilcaso che il medesimo perfettamente raro dei Persiani manoscritti. Di si pu" non questa negligenza eguale in due forse rinvenire altra ragione fuori del falso gustoletterario che lungamente nelle opere letterarie, e partiin Persia, per il quale i Persiani, colarment prevalse il concettoso, l'allegorico, nelle poetiche, amano l'artificioso, diversi che manoscritti, alcuni il simbolico,tutto ci" infine che ha dell'oscuro
e

del controverso,

perch"

poi glieruditi
anche

non sognato. E per" certi eruditi e retori di dogmatica e di gramdi logica, di metafisica, occupandosi matica, persiani, delle sottili delle mal d al vezzo e allegorie interpretazioni, guidati

possano ci" che l'autore

trovare

sotto ilvelo della fantasticando,

allegoria,

ha mai

trovarono

mistici

commenti

ampio campo da esercitarvi l'ingegnonelle opere dei poeti Di questi ai qualiscrissero vasti e lunghicommenti. allegorici, di Firdusi non essendo laboriosi perch"la poesia aveva bisogno,
non

semplice e
essa

artificiosanarrazione

e e

descrizione abbandonata

di

cose

di avvenimenti,

ben

prestofu lasciata da s"

al

volgo dei copisti

ignoranti.
77. Ma
se

alcuni di

posto nelle scuole


e

anche il popolo,

ingegnoparvero negare a Firdusi quell'alto pedestre la grande maggioranzadella gente che pure glispetta, riscattarono ampiamente la colpa dei pochi. illetterato,

Perch",oltre che Unsuri poteva esclamare: " Sia lode all'anima di Firdusi, il a quellanatura sua benedetta e felicemente conformata! Non era egli ma nostro e noi i suoi discepoli; egliera il nostro signoree noi maestro glischiavi! " ; oltre che Saadi poteva invocar dal cielo la benedizione oltre che si pot"dire da alcun altro che la parolaera sulla sua sepoltura;
"

discesa di cielo in terra col comando

poi era

tornata

al cielo col

verso

che di Dio nell'atto del creare, ma anche oggi, i versi suoi, di Firdusi, sono

da rapsodierranti che ne sanno a cantati per le citt" e per le campagne in Il Ghodzko, che per lungo tempo viaggi" Persia, memoria il poema. versi d i ciare comine all'udirne qualcunorecitar migliaia rest" meravigliato
a sua scelta, quel punto del Libro dei Re che altri, voleva. E perch" la gran guerra tra Irani e Turani,gi" celebrata dalla " ancora Irani stanziati alle frontiere non cessata, epopea, agliocchi degli

il racconto

perch"non
scaramuccie

ancora

" cessato n" cesser" l'odio fra le due

improvvisee nelle scorrerie ai quali di rincontro i versi di Firdusi, " rapsodipersiani cantano ancora
i Turcomanni rispondono

cos",nelle stirpi, in frequenti que'luoghi, selvaggie

coi canti del loro poeta nazionale, H"shen, detto il fiulio del cieco. Per tal via il Libro dei Re " ritornato sulle labbra del

LA

POESIA

EnCA

49

popoloda

cui in
un un

esso origine

" nato, ed " questa la "

che maggior gloria

impresatanto facilequanto variet" dei particolari a prima vista potrebbesembrare, perch" l'infinita e la singolare quando ogni cosa si volesse notare, ampiezza dell'opera, d'assai i limitiche si vogliono fareltbero si che si sorpasserebbero imporre scritto.Dovendo darne anche al presente qualche per" cenno, per la maggiore " di ci" che le si noteremo cose detto, e quelle intelligenza principali l'avviamento del soltanto che con le altre potranno far meglio conoscere racconto in quell'opera insigne. 79. hicomincia adunque Firdusi con le lodi di Dio e dell'Intelligenz
sunto
non

possa ambire 78. Dare

poeta.
del Libro dei Re

col racconto de' suoi

della creazione del mondo, Narra in

con

le lodi di Maometto

e profeta

un primi compagni. Libri dei di del i e come Re, parla Deq"qi primi eglisi propocomporre nesse, interrotta. Finisce l'introdi ripigliarne duzione morto esso l'opera Deq"qi, del Khorassan e primoprotettore le lodi di Ab" Mans"r, prefetto con di Mahm"d del poeta,poi con quelle e con quelle di Nasr, fratello del

qual maniera

giorno si tent" di

princi|)e.
80.

furono con primo re. Le sue battaglie Ahrimane invidia di lui; che aveva di esso e perch"il Devo Nero, figlio ucciso il figlio l'ucciso, delAhrimane, gliaveva Siy"mek, eglie H"sheng, figlio prendono le armi e vendicano quellamorte. A Gay"mers succede H"sheng che " il primo della casa dei P"shd"d,e tosto,sotto il suo regno, incominciano a manifestarsi le prime arti fra gliuomini con la scoperta del ferro e dell'uso del fuoco,per la qualeegli istituisce festasolenne. una

Gay"mers

fu

primo

uomo

Tahm"ras

trova

l'arte del filar la lana al


suo

addomestica

glianimali

utili

all'uomo;sottomette

comando

Devi, dai qualiriceve l'arte della

essi lo stesso Ahrimane. Il re Gemsh"d e con trova l'uso delle scrittura, edifica istituiscela festa del primo giornodeU'anno e divide armi, palazzi, in quattro classi gli in guerrieri, in agricoltori, uomini, cio" in sacerdoti, in Ma perch" eglidivenne superbo nella sua gloriae volle farsi operai. adorare come da lui la maest" reale, un dio,fugge e il suo regno " invaso ucciso il padre suo Dah"k, che, datosi ad Ahrimane, aveva dall'empio sulle spalle di Arabia, e aveva due orribiliserpenti Mird"s, signore natigli da due baci impressivi trasformato dalle labbra di Ahrimane, in amabile Gemsh"d l" fu andato errando come giovinetto. frattanto, qua e per molti
11 regno del anni, cade in potere di Dah"k che lo fa segare per il mezzo. tiranno deve durare mille anni; e perch"i serpenti gliati attorcireca ch'egli

di quiete, glilasciano momento ognigiorno, di Ahrimane fa uccidere due uomini perch" quei stesso,egli per consiglio suoi cibino L'orribile colpa grida vendetta;e cervella. le ne serpenti Dah"k, spaventato una notte da un terribilesogno nel qualegliera parso che un giovane eroe entrato da lui all'improvviso lo strascinasse incatenato al monte intorno a s" i grandi tutti del Dem"vend, fa raccogliere
attorno
4
"

alle spalle, non

Pizzi, Storta

della

poesia jJO'siana,voi. II.

50

CAPITOLO

QUINTO

regno sempre

per

chieder

loro

una

nella (juale si attesti ch'egli ha scrittura,

Gi" tutti sono intenti a porre il loro giustizia. nome a pi" di quella carta, quando all'improvviso, con grida e strepiti, entra il fabbro d'Ispahan, K"veh, a dimandar giustizia, suo perch" un figlio " le i cervella stato del Dah"k gli rapitoper pascerne con serpenti principe. fortemente conturbato a quella vista,gli fa rendere il figlio lo e prega il di renda monianza testinome suo a ponendo perch" egli quella pie carta, pure, senza sdegnosamente la strappa e calpesta, per lui.Ma K"veh che Dah"k osi fargli nulla;poi esce e scorre le citt" iraniche inalberando di il un'asta si su grembiale di cuoio col quale,lavorando alla fucina,egli dal chiamando alla riscossa le Il e moto fuoco, gentioppresse. riparava dal popolaresi propaga rapidamente e cresce, e la gente sollevata, guidata fabbro animoso, s'incammina
sua verso

regnato secondo

il monte
a

Alburz laddove, con


aveva

la madre

Fr"nek, viveva il giovane Fr"d"n


anche allora, di

cui Dah"k

ucciso il

padre

Abt"n. Fr"d"n capo tiranno

del padre, si pone a per vendicare la morte delle schiere sollevate e di vittoria in vittoria giunge alla reggiadel
atterra ch'egli
un

lo strascina e ma colpo di clava,n" l'uccide, del Dem"vend, avutone e avviso dall'angelo lega in una caverna consiglio S"rosh. E perch"Fr"d"n discendeva da Gemshid, cosi per esso vien reso alla casa dei P"shd"d il regno che per mille anni, meno un giorno, era
stato tenuto

11 nuovo dall'usurpatore.

re

percorre le citt" tutte rimediando

e finalmente, lasciati, lunga servit" vi aveva giuntoa tarda et",sposatii suoi tre figli, alle tre figliuole di Salm, Tur ed Erag', Serv re del Yemen, pensa di spartir fra loro l'ampio i*egno della terra per vivere in pace gliultimi suoi giorni. Ma perch" ad Erag', al minore e pur ilvecchio voluto la padre aveva migliorparte pi" saggiofiglio, assegnare del regno, nasce altri due tristo sentimento d'invidia, negli perch" essi, ebbero pregato inutilmente il padre di abrogarquelledisposizioni, come uccidono a tradimento il giovaneErag', fra loro a pacificarli, venuto e ne la in inviano cofano al padre.Al misero e vecchio testa recisa e chiusa un altra che di vendicare ilfiglio cura resta e di morii" placato, non suo padre bench" non felice, del tradito d'una figlia figlio appena ilgiovaneMin"cihr, Erag',ha punito di morte i traditori.Min"cihr, essendo uscito con infinite schiere contro i due re malvagi, nel primo scontro li vince e mette in in lui successivo assalto notturno, " ucciso da stesso. un fuga; anzi Tur, Salm che vorrebbe " nella che rocca degli Alani, riparare sua, gi" la da Min"cihr,e K"kvi, nipote trova occupata dal prode Q"ren mandato di Dah"k e venuto in suo soccorso, " ucciso in battaglia non ; cosi a Salm Min"cihr l'insegne, lo raggiungee uccide e ne invia resta che la fuga, ma nell'Iran. Fr"d"n, al la tronca testa,con vecchio Fr"d"n quelladi Tur, accolto con molla gioia fra le sue braccia il giovane e valoroso nipote, Io designa suo successore e lo raccomanda a S"m, principedel Segest"n. 81. Intanto, bello e forte del Segest"n, nasce un a S"m, principe figlio in tutto il corpo, ma coi capelli bianchi, perch" il padre,credendo che

ai molti mali che la

LA

POESIA

EPICA

5i

quellosia
laddove di

Alburz, segno infausto di Ahrimane, lo fa esporre sul monte l'infante sarebbe perito se l'augello S"murgh,misterioso abitatore
un

l'avesse allevato nel proprio nido. Scorsi alcuni anni, non alture, quelle da Dio in un terribile sogno perch"ricerchi ilfiglio S"m, ammonito stamente ingiuAlburz con una scorta di cavalieri, dove ladabbandonato, si reca all' il suo giovanefiglio, bello e aitante, detto Z"l dai capelli bianchi, gli " reso Giunta notizia di ci" nell'Iran, dal misterioso augello. re Min"cihr " desidera vedere il prodigioso che dal padre nel tosto gli menato garzone che e l'oroscopo festeggiano, di lui le cose pi" belle. Il padre riconduce ne viene tratto dai savi,presagisce nel Segest"n e nel partire suo questo figlio per la guerra contro i Devi del Segs"re del M"zender"n, l'affida a certi maestri perch"gli dano apprenrecatosi nel Kabul, ogni dottrina. Ma Z"l,per vaghezza di viaggiare, " tosto preso d'amore per la bella R"d"beh che " figlia di Mihr"b,signore di quella terra. Ma a quest'amore si oppone fieramente Min"cihr,perch" la famiglia di Mihr"b " idolatra e discende da Dah"k; n" il giovaneZ"l l'intento suo, se prima non avr" vinto l'animo riluttante potr"conseguir
e

Per" cospetto.

alla corte tutti l'ammirano

ad una prima non si sar" sottomesso prova solenne nel n" lascier" Min"cihr si rato Min"cihr, persuaderea dare ildesidei sacerdoti che se da avranno Z"l e non prima gli predetto assenso, " destino che nasca da R"d"beh ilpi"grande eroe che l'Iran possa vantare. con Dato, perci", l'assenso e fatte le nozze e nato magnifica pompa Rustem, che " il sospirato eroe, gi" celebrato prima di nascere, Min"cihr beato. muore e tranquillo 82. Ma il figlio Nevdher che gli successe, fu ben dissimile da lui, perch" e sua il cura erano banchettare egliera dato al vino e ai piaceri maggior Per" il discendente dell'antico Tur, il re dei Turani, e ildormire. Pesheng, al quale sta pur sempre l'onta sofferta dalla sua a cuore casa, manda, desideroso di vendetta, il figlio suo Afr"sy"b a far guerra agliIrani, e gli Irani vi hanno la peggio, tanto che lo stesso Afr"sy"b, avuto nelle mani Nevdher imbelle e neghittoso, di tronca il sua Z"l mano gli intanto, capo. da solo osa tener fronte all'imbaldanzito re dei Turani, dai prinmentre cipi raccolti fa proclamar re il figlio di Tahm"sp, Zav, al quale, dopo un

del

padre, e

se

cospetto di

regno breve

breve
e

Anche il regno di Ghersh"sp " inerte,succede Ghersh"sp. averlo fornito d'armi e fiacco, Z"l,dopo e di destriero, invia il
e

suo figlio

all'Alburz per rintracciarvi il saggioe ancor giovane Qoli"d che solo,fra i principi di salire irani, era al trono. degno parso 83. La famiglia dei re Kay incomincia appunto a regnare con Qob"d che la guerra. prontamente prende le armi contro di Afr"sy"b e ripiglia del valore di Rustem che, scontratolo in una Afr"sy"b, terribile spaventato

Rustem

battaglia, gliaveva

strappata da! capo la

corona

l'aveva costretto

alla

fuga,ridottosi nella presenza del padre suo Pesheng,con acerbi rimproveri lo costringe a chieder la pace. E la pace " conclusa, e Qob"d, dopo cento anni di regno, muore lasciando il trono al figlio K"vus. Costui, suo

52

CAPITOLO

QIINTO

superbo e

vanitoso per natura, avendo udito un in giovane cantore, celebrar le lodi del

formato giorno da un Devo, trasil M"zender"n,concepisce

glierlo quellaterra abitata dai Devi, n" valgono a distodisegno di conquistar dalla stolta impresa i consigli dei principi e le preghiere e di Z"l Egli parte adunque, e gi" " in vista stesso,venuto a tal fine dal Segest"n. del quale ilLibro dei Re delle citt" del M"zender"n, quando quel principe,
non reca

il nome,

invoca

l'aiuto del terribileDevo


Il Devo

Bianco

che abitava

una

profondagrotta sui pi" alti monti.


Irani degli
avventa in
a una mezzo

densissima
a

e sollevata nel campo accorre, nebbia nella quale essi tutti perdono la vista, si una

loro

con

masnada

di Devi la

tutti

bandoli risergl'incatena,

morir di fame, tolta K"vus

prima a K"vus

corona

reale per numdarla


un pato scamgarzoncello sua

al

re

del M"zender"n. per


caso

tuttavia, per mezzo ai ceppi dei Devi, pu" far conoscere


in
soccorso e verso una

di

la

sventura

Z"l

Z"l manda nel Segest"n.

dell'infelice

Piustem, il quale,ad
d'una pericoli da K"vus via

via comoda

suo figlio slenti e i lunga anteponendo gli

signore il

pi" breve, s'avvia

ilM"zender"n

sette ftimose avventure,


re come

finch", giuntonel campo


cecit" e

per la via delle Irani e inteso anche degli dei suoi guerrieri quella il Devo, e cerca
e

unico rimedio alla sua

del Devo Bianco, va siano alcune stille spremute dal fegato e rende la vista a K"vus l'uccide, dopo una lotta disperata,
re

Irani. Al agli

si mandano del M"zender"n, allora,


sono

da

re

K"vus

oltraggiose proposte,
e

che

rifiutate con

disdegno,e per",e dall'una

dall'altra parte, la

finch" poi,caduto il re si prepara. Essa dura per molli giorni, battaglia del M"zender"n e sterminali i Devi, quel regno diventa provincia dell'Iran, di Eul"d in premio della affidata al governo al M"zender"n. nel guidarlo Ruslem
sua

fedelt" dimostrata

col le guerre di re K"vus coi Berberi, domanda d'II"maver"n, del quale, dopo la vittoria, egli

84.

Seguono
Quel

re

e col re d'Egitto in isposala figlia

S"d"beh.

re

concede, ma gliela
a

malincuore

anzi,colto ilmomento
e

che il re K"vus

sedeva

convito

co' suoi

tuttili incatena principi,


con somma a

chiude rin-

in un prigionieri

castello.Udito cotesto

Afr"sy"b gioia,
Bustem per aiuto.

le armi, entra ripiglia

ricorrono e gl'Irani nell'Iran,

Rustem, pensando giustamente doversi [)rimaliberare il re prigioniero, dei Berberi,d'Egitto scende impetuoso nel paese dei tre re collegati, e libert". Allora,la vittoria su Afr"sy"b" d'II"maver"n, e rende K"vus a alla volta, ritorna scornato certa, e il re dei Turani, sconfitto anche una terra. Ma K"vus, invanito per la fortuna che lo seconda, pensa opere sua
nuove

laddove ilgiorno in un punto matematico e per"suU'Alburz, grandi, fa edificar dai Devi un magnifico esser e la notte dovevano sempre eguali, 1 Devi tuttavia, oppressidal grave lavoro e dalle battiture, sano pen[)alazzo. " nato destilo di bellamente di prendersi e persuadono ch'egli giuoco lui, avvinte dallo stolto re ai in cielo. Quattro sono a aquile regnare che sopra vi sedeva, " trasportato ed egli, d'un suo seggioreale, quattrospigoli cade verfinch" poi,allo stancarsi delle aquile, a volo per ilcielo,
e

LA

rOESIA

Kl'ir.A

53
e

gognosamentein
eroi
accorrono
e

un con

luogo solitario presso la citt" di Amol. Rustem alla reggia. lo rimenano acerbi rimproveri
11
e a

altri

85. Ed si
reca

ecco,

della vita di Rustem. intanto,due episodi


un

prode guerriero

in

luogo di delizie di
"

con

alcuni amici. Accorre P"lsem guerrieri,

gramente a bere alleAfr"sy"b Afr"sy"b per punire gliardimentosi, cacciare

ma,

de' suoi

occhi, ed eglistesso
con

posto in fuga,e Alk"s gli" ucciso sotto gli che lo assale dinanzi a Rustem " costretto a fuggir
carico di cos" ritorna nell'Iran, alla caccia onagro sui prediletta

acerbi

Rustem rimproveri.

preda;ma
confini del

poi,un mattino, si rende


nella solitudine di che il gl'involano al
suo suo

nuovamente

Turan, laddove, cibatosi delle carni di un


una

menta si addorda lui atterrato,

Sopravvengonoalcuni cavalieri turani non Rakhsh, il suo fedele destriero;perch" egli,


selva.
mesto
e

trovandolo alla citt" di

tutto destarsi,

cruccioso

ne

Semeng"n, laddove quel re glifa rendere Tehin isposala sua bella figlia a gran festa in corte e glid" l'accoglie dell'eroe senz'averlo s'era invaghita m"neh che, al solo sentirne favellare, Rustem ritorna al e festa, con mai veduto. Celebrate le nozze gran pompa
abbandonando Segest"n, alla luce
un

fino segue le orme ilperduto destriero,

bellissimo

l'afflitta sposa, che intanto,scorse infante che ella chiama gagliardo adorno
e virt", d'ogni
suo

nove

lune, d" Sohr"b, cio"


"
ora

il biondo. Il fanciullo

cresce

come
e

tocca i sedici egli

anni, inteso dalla madre


nel

che il padre

si " Rustem

che Rustem

lo spensierato disegnodi concepisce Segest"n,

levarsi in armi, di

quistar con-

il re K"vus, e di farne signore il padre. discacciandone l'Iran, il vano secondando va disegno e invia una mano Afr"sy"b,per suoi fini, da due de' suoi, Il"m"n e R"rm"n, ai quali di guerrieri a Sohr"b, guidati sia Rustem Cfuale di loro s'incontrassero in battaglia, uno fra gli eroi irani, se mai perch", di tal difesa. Sohr"b, cada ed egli possa entrar impunemente nell'Iran privo adunque, tocca i confini dell'Iran e prende la Rocca Rianca, e re K"vus, cotesto, si turba e si confonde, n" vede altra via di salute che nel risaputo Rustem tosto Irani e Turani richiamar Rustem dal Segest"n. e accorre, si fa comando per lui di
non

manifestar

mai

Sohr"b

trovansi di fronte. Gi"


e gi" atterra degl'Iran!

Sohr"b

imbaldanzito

dinanzi
senza

lui;ma

per met" la tenda in fretta, ed " chiamato Rustem


a senza

assalto al campo di K"vus, quando tutti fuggono


mena un

sono conoscersi, non ripiglia, ma

volte si

" Rustem,

Rustem

padre e figlio, fra i due pi" fronte l'uno dell'altro.La battaglia che Sohr"b domandi guerriero s'egli all'ignoto un'ultima finch" in fa e si non poi, conoscere,
ecco

che

atterra e ferisce di pugnale ilbel garzone. Lamentando lotta, disperata egli Sohr"b si far" vendetta di lui, allora la sua soi'te e gridando che Rustem intravvede il vero avvicina a morte, intanto che Rustem, a quelle parole, sotto la tunica, un e tutto lo scopre, quando Sohr"b glimostra al braccio,

monile

che Rustem

aveva

dato il di delle

nozze

Tehm"neh.

Cosi,col dolore

del misero
con

e padre che trasportaseco nel Segest"nla bara del morto figlio, si chiude il pietoso della madre lontana, episodio. l'angoscia disperata

54

CAPITOLO

QLINTO
un

86. Frattanto,T"s
recati
a una cacciare,

Gh"v

rinvengono in
re

bosco, nel quale si

ei'ano

vaga

menata che poi, fanciulla,

le altre donne
un

del

gineceo di

K"vus.

di K"vus Figlio

in corte, " posta fra e di costei, nasce

di

che " tosto affidalo alle cure o Siy"vish, infante, Siy"vakhsh leggiadro nel Segest"n Rustem vinetto per la sua educazione. Compiuta la quale,il gio-

" ammirato vien restituito al tetto paterno, laddove, mentre egli da tutti, s'invaghisce perdutamente di lui la matrigna Si"d"beh, prima sposa del
re.

Ma lo

perch" il
accusa

donna

nel

la mala nobile garzone resiste al colpevole amore, di farle N" del di tentato re aver oltraggio. cospetto
scuse

o giovano preghiere

dell'innocente, perch"il l'e, udito il consiglio ricorre alla prova del fuoco, indovini, questione, degli per chiarir la diff"cile
a

inlimando

S"d"beh

acciocch" Siy"vish,

ciascuno

provi la propria

si innocenza, di passare fra due cataste di legniinfiammati. Ma S"d"beh la volenteroso alla prova e felicemente si sottomette ricusa,e Siy"vish delle le vesti,tra il fumo e le vampe intatte con supera, passandoilleso, due cataste
suo accese.

S"d"beh

allora " condannata


a

morte

dallo

sdegnato

e gi" i carnefici s'accostano signore,

lei,quando Siy"vish generoso

nere Eglituttavia non pu" pi" rimaprega per lei e per lei ottiene il perdono. in corte, laddove S"d"beh, sebbene perdonata, nutre per lui un sordo udendo che s'accosta armi con e armati ai confini, Afr"sy"b per", rancore;

quellaguerra. A lui " dato per il suo prode e savio educatore,Rustem, e gi" la e consigliere compagno di Balkh, fortuna delle armi sorride al giovane capitano, perch"le mura da Gars"vez fratello di Afr"sy"b, cadono in potere degliIrani, guardate leri'ibile intanto che esso Afr"sy"b, spaventato da un sogno, s'induce a
chiede
e

ottiene dal

padre di

muovere

la pace. La pace " conclusa sotto certe condizioni,ma perch" di lettera ratificatadal recando una Rustem, essere Siy"vish, re, essa possa di K"vus. Acerbi e irosi rimproveri da si presentaalla corte nel cospetto domandar

parte del
nel

re

lo

in corte, perch"egli, sdegnato e olfeso,ritornasi accolgono

intanto Segest"n, di

che

una

lettera crucciosa di K"vus

nella al figlio,

quale

gli si comanda
del

o proseguirla guerra o di consegnar l'esercito a T"s, latore del foglio reale, riempie il cuore per recarsi in corte a giustificarsi,

giovane infelice di

amarezza e

di dolore.

con consigliatosi Egliallora,

due suoi fedeli amici, Behr"m data ad

Zengheh, non

volendo

mancare

alla fede domandar

recarsi come raumiliato a Afr"sy"be nemmeno colpevole del suo si accomanda alla nel del padre, generosit" perdono cospetto asilo e protezione. Accolla con nemico, chiedendogli gioiada Afr"sy"b la fatto noto al padre ilsuo divisamento, passa ilconfine sua domanda, egli, alla coj'le del re dei Turani che lo riceve con ogni segno di onore. e s" reca di Ah'"sy"b, P"r"n,signoredella terra d" Khoten e fidato consigliere gli d" in isposala figlia tra il amicizia vincolo di sua Ger"reh; ma perch" ilsuo signore si slesso consiglia e e Afr"sy"b Siy"vishpi" pi" stringa, egli Le nozze al giovane principe la sua stessa figlia a dare in isposa Feienghis. viene assegnato un ampio tratto di regione son tosto celebrate, e a Siy"vish

56

(.M'ITOLO

(Jll.MO
una eroe

88. J"i KliLisrev, Ser"sli, intanto, l'angelo apparso


in sogno, d" certa e ricerca. G"derz, destatosi al mattino
e

notte
a

(inderz

sicura novella,invitando il vecchio


narrato

farne sollecita

perch" la
di

sua

et" avanzata nel Turan

manda rischiose, unico Siy"vish, la

pi" non gli concede il figlio Gh"v in suo


e

erede ornai del tiono

meraviglioso, imprese del postumo figlio cerca dell'Iran. Gh"v adunque col suo
di mettersi in
in abito dimesso

il sogno

destriero, con

turanio cercando

ogni
va

entra nel paese dendo incontra e e interrogando quanti per via,ucciperch" non faccia noto ad altriche uno straniero interrogato

spada

il laccio, solo

ricercando

cercando

di Kliusi'ev.Passano

cosi sette anni alcun

senza

in ch'egli,

tanto

finch" un principe, in un verde prato, vicino ad una fontana,incontra un giovinetto giorno, " Khusrev, al quale dalla madre che lo chiama per nome. Quel giovinetto la che inteso cotesto da stata preannunziata aveva era Siy"vish, Ferenghis richiede Khusrev che glimostri venuta di Gh"v. Gh"v, nel colmo della gioia, il neo bruno che portano sul braccio i re della casa de' Kay da Qob"d in poi,siccome segno certo della sua nascita reale. Khusrev mostra il segno, di Gh"v, che rende per il primo il debito omaggio al e cade ogni dubbio vuoisi perdertempo; e per" Ma non ai piedi. suo prostrandoglisi signore, l'estinto Khusrev, che frattanto ha potuto riavere Bihz"d, il fedel destriero delaffrettatiin via, cersi pongono cando padre suo, e Ferenghise (ili"v, di guadagnare, quanto possono pi"presto,ilconfine. Primo liinsegue in salvo. In il fiume " passato, ed essi sono ma P"r"n;secondo, Afr"sy"b, le accoglienze corte liattendono pi"festose;ma levansi, per contendere a cio" di Nevdher due Khusrev ildirittoal trono, T"s, figlio dell'Iran, principi di antica dei P"shd"d, e Feriburz, figlio e nipote di Min"cihr,della casa niera stradi madre K"vus, osservando che Khusrev " nipotedi K"vns e figlio andar

vagando, abbia potuto avere

indizio del

di

non

chiara nascita,perch" nato

ed allevato, chi
co'

sa

come,

nel

Turan.

A difendere i dirittidi Khusrev

levasi G"derz

suoi,perch"a lui
esser

" toccato al mondo

l'onore della visione divina che


un

gliha fatto

conoscere

vivo

Gh"v ha rintracciato e reso di Siy"vish, e perch"ilsuo figlio Gi" la disputa si volge in rissa e in contesa, quando all'Iran quel figlio.
re
una

K"vus

T"s e Feriburz da prova. Vadano propone ai contendenti una alidella rocca di l"ehmen tata sotto le mura parte,e Khusrev dall'altra,
e

dai Devi,
tre che

sar" dichiarato
i due

Ma l'espugner".
l'occa

successore legittimo primi,dopo un vano


una

nel regno

quellodei

ritornano tentativo,
sua re

scorati dalla fa cadere


e

incantata,e Khusrev, ad
e

sola

intimazione, la
rato K"vus, dichiadi

sparire. Kgliallora " ricevuto in trionfo da


nel regno
resta |)ei'ch"

successore

fatto sedere accanto sempi'e da

lui sul trono.


la morte

89. Ma

pur

vendicar

Siy"vish,
un

Khusrev, fattigiurarenel suo e ampio esercito contro di Afr"sy"b,


di passar
sotlo

invia tosto tuttiglieroi dell'Iran, cospetto


ne

conferisce

T"s

il comando,

tandogli vie-

la

rocca

di Kel"t, perch" in Kel"t

soggiorna il

Kliusi-ev di Siy"vish e per" fratellodi esso e di Gerireh, giovane Fir"d, figlio

LA

POESIA

El'ICA

vuto comando, e Fin"d, non ricefjnel partedi padre.Ma Ti"s ti-asgredisce io desiderasse, " ucciso amico dagliIrani bench" ardentemente come tardo e inutile pentimentodi Ti"s. Ger"reh in battaglia, miseramente con tutte le ancelle alla morte del figlio, con stessa, non potendosopravvivere " di cattivo augurio si d" volontaria morte. Quel funesto avvenimento sue che sul fiume K"seh li la via; ma che pure proseguono ecco per gliIrani, sorprendeuna improvvisa e terribile tempesta di neve, e pi" innanzi la Cdi"v ivi iimalzata da .Vfr"sy"b. via " sbarrata da una montagna di legni, appiccailfuoco a quellamontagna e l'esercito passa innanzi, intanto che Tezh"v, signore di Ghirev-ghird,corre presso di Afr"sy"b per dargli per annunzio
con un

(Iellavenuta

degliIrani. Ecco

che Pir"n " loro mandato

incontro

nelle quali che succedono diverse battaglie ed ecco grande esercito, dero caddi Peshen laddove finch" quelladel campo la peggio, hanno gl'Irani
settanta

Khusrev di G"derz, costringe re figli L'infelice in accolto capitano,

a con

richiamar acerbi

T"s

il comando. togliergli dal


suo

rimproveri
delle

" mandato signore, T"s viene

carcere.

90. A
armi

sostituito Fer"burz

nel comando;

ma

la sorte
a

" pur sempre

avversa

agliIrani,e

Feriburz " costretto

lasciare la

impresa.Allora, disgraziata per intercessione di Rustem, T"s " liberato dal Cos" egli ritorna alla investito del grado di capitano. carcere e nuovamente
ma poi,vinto da un terribile inverno che guerra e tenta alcune battaglie; i Turani avevano suscitato per forza di magia, si ritrae co' suoi sul monte

Ham"ven,
intanto

chiuso

all' intorno tutt'

dai Turani

imbaldanziti

della

vittoria,
tuttavia,

che la fame

gi" si fa sentire ai miseri assediati. Khusrev


son

Rustem pervenute, si risolve a mandar Feriburz in aiuto de' suoi, intanto che l'ombra di Siy"vish, stesso con annunzia vicina salute. Essa " attesa con ansiet" apparsa in sogno a T"s, gli venuta di Rustem, intanto che ai Turani giunge daglih'ani nella promessa al

quale le dolorose notizie

la lor di Cina mandato da Afr"sy"b; ma improvviso aiuto col principe quando una vedetta annunzia loro, gioiasi volgeben tosto in ispavento, fra gliIrani,che un una giunto all'improvviso notte, esser gran guerriero l'hanno accolto con lagrime di gioia.Un principedi Kash"n, di nome tanto domandato Pir"n chi sia cotesto eroe del quale si parla con K"m"s, a Rustem fa prigioa battaglia; ma niero sgomento, scende in campo chiamandolo il temerario principee l'uccide. 91. Il principe di Cina vorrebbe ora sapere chi sia l'incognito guerriero
un

che d" si tremende

pronto
Rustem
a

mostrasi de' suoi, Cinghish, prove di valore, e uno sfidarlo. Ma anche Cinghish" ucciso da Rustem, perch" Pir"n
a

s'induce alla fine


veramente.

mandare Rustem

il fratel

suo non

ll"m"n

vedere
suo

se

quello"
Khusrev. da

dichiara che
un

dir" il nome

ad altriche
re

Pir"n, col quale, anzi, domanda

Pir"n

adunque si reca
nome

in nome colloquio da lui che gli porta mille saluti

di
e

benedizioni

parte d" Khusrev,


anclie, in
del

memore suo

sempre asilo e signore,

pur

gliofire nell'Iran. Khusrev poi. protezione


dei benefizi ricevuti, e

58

c.Ai'rroLO

oriNKt

dati aggiunge,cessei'" dalla guerra solo allorquandoglisaranno i della morte del padre suo, che sono Garsivez in mano colpevoli Afr"sy"b, consorti. Pir"n dura necessit" n" i intende la che loro e sa rispondere; viver nelTlran si troladdove verebbe ma come a lui, potrebbe tranquillo quanto del quale furono tutti, nella battaglia con G"derz, i valorosi figli di Peshen, uccisi da lui o da' suoi congiunti?Egli adunque non pu" che Rustern ricusare
la

delle armi, cadono

di che segue, una terribile battaglia nella quale tanti guerrieri turani e il principe di Cina " fatto prigioniero da

di protTerta al e per",

Khusrev.

Non

resta

pertanto che

tentar

la sorte

Rustem invia doni e lettere a Khusrev Rustem, lascia vittoriosi gl'lrani. la vittoria, ilsuo viaggio e prosegue trionfale, espugnando per annunziargli la Citt." abitata da K"f"r l'antropofago, alla e costringendo dell'ingiustizia, che Afr"sy"baveva e superbo, fugaanche P"l"dvend,un principe guerriero richiesto d'aiuto. Afr"sy"b,allora,fugge costernato, e Rustem si e T"s rendono presso di Khusrev nell'Iran. 92. Un giorno, sedendo Khusrev in
a giardino

un

ber vino co' suoi

un principi, glii-acconta che un misterioso pastore che giunge affannato, " ilDevo Akv"n; e Quell'onagro onagro disperde e inseguele sue puledre. richiamato dal Segest"n e recatosi nella selva infestata dal Devo, Rustem, l'atterra e uccide,non senza aver posto in fuga Afr"sy"bche con alquanti era principi giunto a diportoin quei luoghideliziosi. 93. intanto,alcuni povericontadini d'irm"n vengono chiedei' soca corso che devastano contro un infinito branco di verri selvaggi a Khusrev Nessuno eroi vuol sobbarcarsi all'impresa, le loro campagne. tolto il degli che solo B"zhen, giovinetto d i da figlio Gh"v, tosto,accompagnato Gurghin al quale egli" dato in custodia, e fa orribile strage delle belve nemiche. va Ma Gurghin, invidioso della gloria di lui,l'induce a recarsi in una certa laddove egli potr"vedere una eletta compagnia parte della lontana foresta, di bellissime fanciulle. Quelle fanciulle sono della corte di Afr"sy"b,e f""a " bella del re stesso,la quale, veduto tra gli esse Menizheh, figlia pur la alberi il vaghissimo garzone, manda la nutrice sua a fargli invito. Presa da subito e cocente amore, sonnifera Menizheh, propinata a Rizhen una Di alle sue stanze nella reggia. bevanda, lo fa trasportareaddormentato ci" " tosto fatto consapevoleAfr"sy"b, condanna che, nell'impeto dell'ira, il giovane amante, festa dov'erano a morte sorpreso da Garsivez in una con

Menizheh

seicento fanciulle, e scaccia costei

senza

Gi" piet".

si rizza

manigoldi il tristo legno del supplizio per Bizhen, quando Pir"n giunge che Afr"sy"bcondona e tanto fa,pregando e supplicando, all'improvviso, la vita all'infelice; lo fa rinchiudere tuttavia in orrida caverna sulle montagne. errando di villa in villa, Menizheh, intanto, va procacciando all'amante con le lagrimee le preghiereuno alimento. Ma l'invidioso scarso l'itoi'iiato in dar di H"zhen nel conto corte, non sa Gurghin, cospetto di Khusrev,che,concepito alle risposte di lui incerte e qualche sospetto confuse,lo fa porre in carcere, e intanto, per consolare il misero Gh"v,
dai

LA

l'dKSlA

Kl'M.A

7)9

padre dell'hi(elice garzone, consulta


si vedevano riflessele
cose

una

sua

pi'odigiosa coppa

nella

quale

In essa, mondo, anche le pi" segrete. la dolorosa adunque, vedesi Bizhen incatenato nella caverna, e Gh"v, con
tutte del

cercando notizia, nel Turan chiedere


se

soccorso,

recasi da Rustem
ecco

nel

Ixco Segest"n.

ora

Kustenj per

travestito da mercante, ed nell'Iran


nessuno mezzo

che Men"zheh

si accosta gli in

dimanda,

Rustem, per

pensa di un

all'infelice prigioniero. Alla


suo

(piai
un

ben noto

anello nascosto

arrostito ch'egli augello porge in elemosina alla mendica a R"zhen, perch"eglinon perda ogni speranza conoscere da
una

si fa fanciulla,
; e

poi,guidato

vampa
caverna

sulla montagna, sale di notte alla spaaccesa ventosa d" e libera Bizhen, col quale,in quellanotte stessa, egli da Men"zheh

un

la sua crudi Afr"'^y"b, delt". rimproverandogli improvviso assalto alla reggia Afr"sy"b fugge costernato, e nell'Iran si celebrano nel cospetto del le
nozze

re

di Bizhen

di Men"zheh.

ridesta la guerra che per poco taceva, formidabile esercito contro furibondo le armi e mena un Afr"sy"bripiglia 94. L'audace assalto di Rustem
e

" il vecchio l'Iran. Capitano Irani, questa volta, degli in vista dell'esercito dei Turani, cerca quale,giunto
contesa
senza

saggioGi"derz,il
ricomporre la gran

di

di spargimento inclini ad per

parte dei Turani


" arte subdola

che l'ir"ndalla sangue. K sembra veramente l e cotesta sua ma accoglier proposte dell'iranio;
e

acquistar tempo
un

chiedei'e novelle forze ad

Afr"sy"b.

secondo certa una giorno propizio, chezza di pianeti, e ci" induce cruccio e stancongiunzione per attaccar battaglia, e non potendo negliIrani,che, sfidati pi" volte dal turanio Human molto lui. Ma alla sfida,sono derisi da lUzhen,dopo pregare, rispondere mento, ottiene dal capitanola desiderata licenza al combattere, e quel combattimanni, alla presenza di due soli turcifatto in luogo lontano e solitario,

G"derz, intanto,sta attendendo

delle sue Human, che " ucciso dall'iranio e spogliato in quella belle armi. I Turani allora,profondamentecrucciati, menano e loro guida " Nestihen, che notte stessa un assalto al campo degliIrani, " fatale
a

" ucciso da Bizhen

nell'accanita

che battaglia ambe le

ne

95. Chiesti

avuti rinforzi da

segue. " due parti,

nemici capitani

le parti, undici campioni da ambedue fra loro di scegliere convengono citrice, data la condizione che delle due gentinemiche quellasar" dichiarata vindella

quale i campioni saranno


sono:

riusciti vincitori. Gli undici

pioni cam-

Fer"burz,Gh"v, Gur"zeh, Fur"hil,Ruh"m, Bizhen, dei Turani sono: Kelb"d, Berteh, Zengheh e G"derz; quelli Heg"r,Gurgh"n, Curvi, Siy"mek, Zenguleh,Barman, R"y"n,Sipehrem,Ender"m"u, Kulirem, Ekhv"st e P"r"n. Tutti i Turani cadono sotto i colpidegliIrani,toltone

degliIrani

Curvi che di

reciso il capo a di Afr"sy"b, aveva per comando Pir"n cade per mano da Gh"v; Siy"vish. Curvi, invece, " fatto prigiojiiero di GudtM'z, e Lah"k intanto e Fershidverd, luogotenenti di lui, fuggono
sua

mano,

mento. cosleiiiali dal campo per render consapevole Afr"sy"bdel tristo avveniMa B"/.lien e li inseguono, li raggiungono e liuccidono e Custehem

60
ne

C.VI'ITOIJ)

UlINTO

Irani i cadaveri sanguinosi. Khusrev nel campo intanto, degli riportano fatto il Gurv" della mozzare a sul e venuto prigioniero luogo guerra, capo al suo ai caduti campioni turani e specialmente data onorevole sepoltura benefattore P"r"n, del quale eglipiange la morte, concede ai superstiti Turani l" raccolti il suo perdono. 96. K giunto ornai il tempo nel quale devon prendere le armi avo e nipote,per fatale necessit" nemici l'uno dell'altro. Gi" si preparano le schiere e gi" l'uno dell'altro stanno eserciti, a fronte gli quando ilgiovane di Afr"sy"b, Sh"dah, t"glio giunge presso di Khusrev con un messaggio del dosi padre. Per esso, Afr"sy"bfa grandi offerte di tesori e di terre, confessandella morte di Siy"visli, e chiede pace, bench" pronto pur colpevole sempre Khusrev
a

tentar la sorte

delle armi vuol

se

Khusrev
ma

insiste nel voler la guerra. soltanto

non rispondech'egli

doni,

chiede

vendetta; e

poich"un
certo senso

combattimento

tra lui e

di morale, essendo
con piuttosto e

che offendere un Afr"sy"bnon potrebbe di Khusrev, egli Afr"sy"b l'avo materno

dice che combatter" Sh"dali " atterralo

Sh"dah, quantunque Sh"dah sia suo zio. il Fato che lo lamentando ucciso da Khusrev, il quale,

fa dare onorevole del sangue de' suoi congiunti, a macchiarsi costringe fra Irani e Turani, e fiera battaglia Segue una sepolturaa quell'ucciso. Afr"sy"bfugge,e Khusrev manda l'annunzio della sua vittoria al vecchio K"vus, nell'Iran. Toccata un'altra sconf"tta da Khusrev, Afr"sy"b si re chiede soccorso donde egli all'Imperiparanella sua citt" di Bihisht-Gang, di Bihisht-Gang, rator della Gina. Ma Khusrev gi"mostrasi sotto le mura di sou si che egli vedesi costretto ad avanzar nuove proposte pace, che gli fondata stata citt" di Khusrev la da ricusate. Perch", presa gi" Gang-dizh, nati dietro lascia lontano a s" abbandonuovamente e da Siy"vish, egli fugge tutte del suo Gihn e le donne il fratelloGarsivez e il figlio gineceo, hanno in dono da lui la vita. del vincitore, potei-e 97. Ma Afr"sy"b presto ritorna coi rinforzi dell'Imperator di Cina. la pace anche una Dimandata volta,tentata anche la sorte delle armi in

che, cadute

in

un

assalto notturno

toccata
e

un'altra sconfitta,eglifugge dal

intanto che vita in dono. la raccolta

l'Imperatore
Ma

il

Principedi Cina domandano


al
re

Khusrev

campo, la

Khusrev, mandati

K"vus

nell'Iran i

con prigionieri

e uccide e sottomette viaggiotrionfale, di Zirih pieno di mostri nuovi e spail re di Mekr"n, e passa il mare ventosi, nell'Iran. l" ritorna si di alla ritrae in fine e e Siy"vish-ghird " di c he solo e desolato, nulla si sa, finch" un Intanto, Afi'"sy"b fuggito stando giornoun pio anacoreta, Il"m, della discendenza dell'antico Fr"di"n,

preda, prosegue il suo

a a

pregare su Dio 0 di

di

un

monte, ode la
o

voce

di tale che in

una

caverna

domanda " la
voce

il regno rendergli

di farlo morire.

Quella voce

di

Afr"sy"baffamato e stanco; perch"Il"m, disceso nella caverna, si avventa di re Khusrev. sul misero e lo legacon laccio per strascinai'loa' piedi un Ma Afr"sy"bsupplica Unni di l'allentarei suoi nodi; ottenuto ci",eglisi gettanel lago vicino di Khangest e scompare in quelleacijue.Il"m, allora

LA

l'OESIA

EPICA

61
e

sale ad
e

un

tempio del
Gars"vez

fuoco laddove
e

K"vus

Khusrev

stavano
menare

loro racconta

l'avvenuto

intanto di far consiglia


e

sulle

adorando, sponde

udendo

duramente, perch"Afr"sy"b, quelle acque. Fatto cotesto,Afr"sy"b, " strascinato ai piedidi Khusrev nuovamente preso da ll"m col laccio, di sua mano e i lamenti, glirecide il che, non ascoltandone le preghiere detta compiendosi per tal guisala vencapo. Anche Garsivez " fatto decapitare,
del

Iago

prigioniero

di batterlo da

i lamenti

del fratello, esca

del tradito

Siy"vish.
re

Khusrev, resa la libert" a Gihn e temendo di aver nel Turan in luogo di Afr"sy"b, dicato vena regnare postolo la morte del padre, perch" Afr"sy"b era troppo duramente, forse, negando pur sempre l'avo suo materno, si ritrae a vita solitaria e religiosa, stessi della Ai corte. l'accesso alla sua presenza agli grandi quali tuttavia, di ci" le chiesta un'udienza da loro,egli ragioni ch'egli fa, n" Z"l espone Perch" egli, avuta valgono a distogliernelo. e Rustem, venuti dal Segest"n, Ser"sh rivelazione del suo designato prossimosalire al cielo, dall'angelo di Qob"d, Lohr"sp della discendenza di Pishin figlio per suo successore estremo e con tutto il dato a tutti un saluto,s'avvia con alcuni principi tentrione. setche dolente l'accompagna, verso vei'so una deserta, popolo, campagna Esortati da lui,ritornano indietro Z"l, Rustem e G"derz; ma Rizhen costanti e Fer"burz, Gustehem, T"s, Gh"v, l'accompagnano glialtri, fontana. Khusi'ev,esortati i comfinch" la sera giungono ad una pagni e fedeli,
98. Muore
il vecchio

K"vus,

ritornare

perch"gi" s'avvicina
e

bagna nella fontana


mesti
e

dopo l" si assidono ritornati alla fonte, landa deserta,finch", quella


poco

orribile tempesta di neve, si Gli eroi invano lo cercano sparisce. per


una

pensosi e

parlanodi lui. Il sonno

intanto li vince, ed essi si addormentano di


neve

quando sopravvienela tempesta profondamente,


li ha

Si riscuotono alcun poco e tentano di aprirsi una e il loro spirito vinti, fugge dai loro corpiper raggiungereil loro

che tutti li pellisce. sepvia;ma ilfreddo

nella via del cielo. signoreche di poco li lia preceduti incomincia contesa ti'a lui e il figlio 99. Il regno di Lohr"sp con una Gusht"spche credesi poco amato e poco onorato dal padre,e per" fugge laddove trova a gran stento solo e di notte nel paese di Rum o di Grecia, fa bandire che la figlia sua di che vivere. Intanto,l'Imperatore Ket"y"na alla quale deve scegliersi uno pubblicaadunanza di principi, sposo in una si reca anche Gusht"sp,sollecitato a ci" da un suo Ket"y"na lo ospite. abbia scello che la sua e l'Imperatore, sdegnato figlia sceglie per isposo, iMa poi,lattosi uno sconosciuto,la discaccia con lo sposo dalla reggia. il valore di Gusht"sp, conoscere eglilo riceve a grande all'Imperatore in casa, n" Gusht"sp,che si fa chian)are Ferrukhz"d, rende noto il onore altri ne abbiano gi" nascimento e gli suo reale, quantunque l'Imperatore il superbo e riot" combattere mandato toso a qualche sospetto.Egliadunque il tributo all'Imperatore. che negava A lly"s, principedei Khazai'i, costui la vittoria, di Gusht"sp,aggiunge avuta tanto da ardire, per mezzo

(ri

CAPITOLO

OLINTO

far domandare domanda

un

tributo al
non

se oltraggiosa

lo riconduce a presso di lui, " riconosciuto dal fratello, che lo riconduce dell'Imperatore,

n" eglisi ritrae dalla nell'Iran; Lolir"sp di Lolir"sp, venuto quando Zer"r,altro figlio con migliorconsiglio. Gusht"sp, gran gioia
re con

la sposa

laddove il re Lohr"sp lo attende per designarlo nell'Iran, suo successore nel regno. Cosi Gusht"sp, ritornato all'amplesso " fatto paterno, re,

Lohr"sp si

ritrae

vita

in religiosa

un

tempio del fuoco presso Dalkh,

detto Xav-beh"r.

Gusht"sp mostrasi fra gliuomini, banditore di il profeta una nuova Zerdusht,e ne sono primi seguaci Io stesso legge, re Gusht"sp e il suo consigliere Gi"m"sp,dotto in astronomia. Ma Argi"sp,
re

100. Al tempo

del

re
ne

dei Turani, mostrasi fa acerbe

fieramente
a

avverso

alla

nuova

fede

rimostranze

Gusht"sp,che

subitamente

per lettera si prepara alla


e

nella prima battaglia fra i qualilo stesso molti eroi ii'ani, guerra. Cadono di Gi"m"sp astrologo, Zerir,secondo la predizione ma poi gliIrani hanno di e e Isfendy"r figlio vittoria, Argi"sp sconfitto " costretto a fuggire, Gusht"sp" mandato dal padre,ritornato in Balkh, a bandir per il mondo la nuova fede. Ma, nella lunga assenza " accusato di fellonia sua, Isfendy"r da Gurezm, invidioso, nel cospetto di Gusht"sp, pei'ch" come Gusht"sp, " in lo fa caricar catene di e gettare oscuro un egli ritornato, appena
carcere.

Avuto
a

annunzio

entra

forza in Balkh

di cotesto,Argi"sprisolleva il capo dal Turan ed e presso glialtari uccide il vecchio re Lohr"sp;

di tutta la terra dell'Iran, se eglipotrebbe insignorirsi fosse reso della sua venuta non consapevoleil re Gusht"sp che intanto tenevasi nel Z"bul fra i sollazzi. Gusht"sp, adunque, accorre in armi, ma " sconf"tto dal turanio e costretto a ripararsi sovra un monte, quando al render la libert" ilcomando d i di e gliconsiglia figlio affidargli Gi"m"sp dell'esercito.Cotesto si fa da Gusht"sppremurosamente, e Isfendy"r figge sconinteramente
il re

molto

facilmente

dei Turani.
il regno

domanda 101. Isfendy"r, allora,

al

padre, che

non

si ricusa

di recar le armi contro di nuovamente impone al figlio Argi"sp e di ucciderlo; com'egliavr" fatto cotesto, Gusht"sp glidar" la reale. Isfendy"r, anche una si arma alla guerra e per la corona e va volta, via incontra sette avventure, simili a quelleche gi" Bustem incontr" per via finch" la del M"zender"n, poiegligiunge alla Bocca di bronzo, laddove rinchiuse e tenute come schiave le sue sorelle. Egli vi giunge traveerano stito da mercante, e penetra nella rocca fante e uccide Argi"sp e ritorna trions" le sorelle ch'egli ha liberate. Ma Gusht"sp menando con nell'Iran, vuol dargliil regno; anzi, gli propone un'altra e assai pi" non ancora rischiosa impresa,quelladi recarsi da Bustem durlo e farlo prigioniero e conalla reggiacarico di ceppi,perch"Bustem da solo non gran tempo ha prestato alcun servizio al suo re, ma anche si ricusa di accogliere non la religione di Zerdusht. Isfendy"r, animo cruccioso e indotto all'obbedienza con della madre soltanto dalle preghiere sua Ket"y"na, recasi nel

veramente,

ma

(U

CAPITOLO

Ql'lNTO

intanto nell'assenza di fosse profondedelle


e

Shegh"d, aveva

fatto

scavare

copertone con col nei boschi, precipita

erba

armato di lame qualiaveva al sommo. e paglia l'apei'tura


suo

per il luogo certe volte all'in su le pareti

Itustem, internatosi
una

destriero Hakhsh forza


ancora

in

fossa

si ferisce a l'orlo

morte.

Egli per" ha
rea. dell'opera

tanta

da

riguadagnare a
si ride di lui

stento
e

donde della fossa,


autore

vede ilfratel suo


liustem
con

Shegh"d che

si confessa

vigor

del

suo

braccio, e

domanda istante ancora, il a Dio, per un l'ultima freccia che gh rimane, trafigge il d'un albero di

dietro al quale platano, chiesto a Dio perdono delle eglis'era nascosto, e muore sereno, dopo aver in gemiti, e sue colpe.Il vecchio Z"I, inteso il tristo annunzio, prorompe
tronco

il cavo traditoi'etrapassando

del tradito Rustem, Fer"murz, figlio cadavere nel le armi, ritorna.nel Kabul

si

reca

nel Kabul, fa trasportare il

laddove gli si fanno splendidi funerali, indi,pigliate Segest"n, ferro m ette vendica il padre e fuoco, e a ch'egli la morte del re malvagio. Intanto,designato il con per suo successore il re Gusht"sp, muore e a questo punto d'Isfendy"r, giovane Behmen, figlio termina la parte veramente epicaed eroica del Libro dei Re. che risguardanoil poema 104. Una delle pi" importantiquestioni di

si " Firdusi,
e

quelladel vedere

in

qual misura
per ci resta

eglisia stato

dizione fedele alla traconoscere esse sono

alle fonti sue.

Per far cotesto,sarebbe

quelle fonti; ma
andate
tutte

sventuratamente,

pur necessario del tempo, l'ingiuria

la speranza che un ancora |)ure non dei Parsi in India, si trovi giorno 0 l'altro, presso le scuole e i collegi o qualche antico libro o i^ehlevico persiano che abbia conservato o tutto
se perdute,

epico quale era prima di Fii'dusi.Intanto,il professore stichezza Martino Haug, che stette lungamente in India ed ebbe molta dimelasci" scritto d'aver veduto nella libreria del sacerdote coi Parsi, Gi"m"spgia Bombay un antico manoscritto del Libro dei Re, pehlev"co. Ma questa notizia ben presto fu trovata totalmente vera; non perch" il
0

parte del

racconto

manoscritto

di

Gi"m"spgicontiene
con

cose

di assai diversa natura, cio"


tra le

ticinque ven-

scritture di vario argomento, hanno

qualialcune

poche

soltanto

sola,ed " cosa preziosissima " contiene del Libro dei che intero un noi, Re, episodio quellodella per guerra tra Gusht"sp e Argi"spre dei Turani, venuti alle armi per la novella di Zerdusht o Zoroastro,ed " lo stesso episodio di d'un migliaio religione

qualche attinenza

Una l'epopea.

disticiche

dusi al tempo dei S"m"nidi,aveva e che poi FirDeq"qi, verseggiato annnonito da un sogno, come eglinarra, inseri tale e quale,senza fattoci pehlevica,
una

che nulla vi mutasse, nel suo poema. 105. Oi'a questo episodio in prosa

conoscere

dal chiara

Geiger in

una

sua

ti-aduzione tedesca accompagnata da


in perfettamente

dotta

dissertazione, concorda

ogni |)arle sua, di fleqiqi. Perch",nell'uno incominciasi con le rimostranze di Ai'gi"sp e re nell'altro, a Gusht"sp intorno alla novella religione che quegliripudia ha gi"fatta sua; e questi
che innanzi farem

ferenze tolte alcune dif-

notare, col racconto

LA

POESIA

EPICA

65

l'intimazione della guerra da parte di Argi"sp, le pre-con dizioni funeste di Gi"m"sp, ministro e astrologo di Guslit"sp, al qualeegli
e

si

con seguita

annunzia
e

la vicina morte di
esso

morte

del fratelsuo la battaglia battaglia con Zerir, Zerir ucciso dal turanio l)i(lerefsh, la vendetta che se con
in

ne

fa,terminandosi
e

in fine con

la scontilla di

sebbene Argi"sp,
cose

narrata

in

maniera

diversa nei due

racconti. Anche
come
se

alcune

molto

particolari

trovansi nell'uno

nell'altro,
salva la vita

ilgiuramentoche
sta egli

Gi"m"sprichiede da

Gusht"spper
suoi
sua

aver

come guerrieri,

la vicina perdita dei per predirgli le paroledolenti che Gi"m"sp dice, lamentando la tolte alcune differenze lievi, tutti, son pure
e quella gi"quel fare grandioso Eccone intanto un propria dell'epopea. esempio,

scienza del futuro. I nomi

e eguali;

lo siilenell'episodio ha pehievico che " magnifica del che il la traduzione

intonazione secondo
era

Geiger:" E l'esercitodel regno iranico

tanto

saliva fino al cielo e ne penetrava fino ne fragore all'inferno lo scalpitare. Nella via, per la quale andavano, stempraron essi di tal guisa il suolo e di tal guisa intorbidaron l'acqua nei fiumi, che bere di quell'acqua. Per settanta giorni ilcielo nessuno pot" per un mese uccelli fu rinvenivano dove non e gli non se non posarsi pi"chiaro, quando
numeroso,

sulla testa dei cavalliornila punta delle lancie o sulla cima di alta montagna. Per ilfumo e per la polvere il giornoe la sollevata, qualche si posavano
notte
o

di Firdusi) (il Visht"sp Gusht"sp fratelloZerir: Fa porre gliaccampamenti; diede questo comando a suo che noi " notte o giorno tanto s'accampino possiam sapere s'egli ". gl'Irani del allo stile di le tutte Queste esagerazioni, resto, comuni, nazioni, epico
non non

si potevanodistinguere; per"re

si trovano

forse anche nel Libro dei Pie? E

ancora:

"

Ilgran condottier

di eserciti, il valoroso

Zerir,cominci"

in un quando ildivino Fuoco gittasi medesima e in quella Deqiqi, parlando appunto di Zerir,

cosi impetuoso, come battaglia canneto e il vento l'accompagna ";

la

dice: occasione,

prode gilt" qnel Zerir bennato, l'alto palafreno Al mezzo Di color baio correggendo.
a

Innanzi

tutti si

Ei s'avvent" della contraria schiera,

Come

talors'avventa il fuoco

rapido

Con la bufera tra le paglie.

Di

ha posto a confronto undici passi pi",il Geiger (e forse se ne potevano anche di pi")dell'episodio mettere altrettanticorrispondenti con pehievico del Libro dei Pie, nei qualisi dicono appunto le medesime cose e si usano le stesse espressioni. Tutto ci" basta a dimostrare, secondo noi, la somiglianza, anzi la vera fra i due racconti. In altro capitolo, parentela, fronteremo conanche
re

il romanzo

di pehievico

Ardesh"r

con

ci" che di questo

racconta

Firdusi.
sono

quella maggiore parlate qui molto lunghe, e nel pehievico e nelle lettere qui e sobrie, pi" stringate riferiteper disteso, e nei maggiori della descrizione, e pi" finiti particolari trattandosi nel Libro dei Re di composizione epicavenuta alla sua maggior ampiezza che si trova
nel Libro dei nelle Pie,specialmente
5
"

106. Ma vi

le dif"erenze; e queste consistono in

Pizzi, Slo"-ia della poesia

persiana,

voi. II.

60

CAPITOLO

QUINTO

perfezione,laddove la prosa
alcuna intonazione
ne epica,

del racconto
ancora

bench" pehlevico,

gi"

abbia

"

assai lontana. Poi,diverso " l'intento

di chi scrive in prosa dall'intento di chi scrive in poesia, nel e Finlusi, dei versi di Deq"qi da lui riferiti, tender giudicar giustamente ha mostrato d'indiceva allorquando questa differenza,
Eraii
:

Ma Di

alcun non ebbe No, no, di verseggiarle aiiticlie, leggende in cor. si che il mio cor beato dal pensiero dette in prosa, e lungi Disegno Di gran pensieri si f"'ingombro. la gente allora. era verseggiarle

Dalle ultime

parolesi

conosce

assai chiaro

che

Firdusi, componendo

in

intendeva versi, che l'avevano voler fare il

di far opera diversa da quelladei compositoriin prosa Perci" non crediamo del tutto, come sembra preceduto.
venuta
e a

Geiger, che tutta quest'ampiezzamaggiore sia Deqiqi e a Firdusi dagli ulteriori testi in prosa che essi avevano dovuto incrociarsi redazioni diverse di nei quali avevano e
racconto.

dinanzi
uno

stesso

Ma

differenze di

quelletutte non sono che maggiorie di sostanza, sempre


narra

differenze di forma, laddove

le

Argi"spe di Gusht"sp,stanno

in questo episodiodella guerra nelle battaglie dell'esitofinale e nel modo


e

della guerra. Perch" il Libro dei Re che il racconto assai pi" guerrieri che d'una

descrive assai

di pi" battaglie

e laddove pehlevico;

dice il pehlevico

Argi"sp fu rimandato
mano,
a

nel regno suo, al finir della guerra, mutilato d'un orecchio, d'un piede, accecato d'un occhio e a cavalcioni
era

la coda, il Libro dei Pie prolungaassai tagliata di Gusht"sp, ilfiglio campione,Isfendy"r, pi" la guerra e introduce un nuovo abbiam veduto modellato sull'antico recente e Rustem, come altrove, eroe alla di f ino alla intera sconf"tta morte. e sua far sue Argi"sp a prodezze, che narra della guerra di Argi"sp fino s'intende che al racconto Donde d'un asino cui
stata

alla

sua

del Libro dei Re hanno mutilazione, i compositori delle


e

fatto

seguir
quella

subito l'altro racconto alla

tentando impresed'isfendy"r, cercando di formarne


uno

di concatenare solo
con

meglio i

due

racconti

maggiore

unit" che si crediam

poteva.
nemmeno,

107. Non

che questo prosaico racconto tuttavia,

dei testi su cui hanno altri di simil genere, uno sia stato, con pehlevico in lavorato e Deqiqi e Firdusi;anzi vuoisi credere che altre composizioni prosa e in persianovi stiano intermedie,al qual proposito il Geiger fa
una

tiva congettura sottileper stabilirl'ordine e la precedenzarispetche da parte questo punto, ecco di queste fonti. Ma, lasciando ora dall'esame del racconto pu" cavarsi questa conseguenza, cio" pehlevico
certa
sua

che

prima
e

del decimo il suo

secolo dell'Era

volgare, per

uno

spazio di tempo

che deve

avere
nono

al

nell'antichit" e deve discendere fino all'ottavo principio tanti racconti si dovette a compon-e secolo, seguitare anche in versi, intorno
a

chi sa se sempre in prosa o se particolari, della tradizione epica, non e a quell'eroe diciam nella

dissimili forse nella natura

questo (non

con forma) da quei canti staccati su cui poscia,

l'opera geniale

LA

POESIA

EPICA

()7

di

un

Omero, si formarono

l'Iliadee l'Odissea. E ricordiamoci

intanto che,

abbiam che tutto il ciclo pur mostrato parte di questo capitolo, in racconti o canti Rustem o la sua che risguarda era famiglia, appunto antichi compositori, anche lo stesso Firdusi, solo gli ma staccati e che non in altra seppero indurvi mai alcuna unit" vera. fatti(e anche cotesto abbiam mostrato)erano
non

Anche

certi eroi

certi loro

di racconti separali soggetto di Deq"qi, dice che ad alcun altro. Firdusi stesso,nel parlar e non legati doveva versificare, tutto un racconto non erano leggendeantiche ch'egli alla fine d'alcun tante suo intero e compatto; e quando racconto, volte, la scorta di qualche antico libro, altro con annunzia d'incominciarne un
non

mostra

forse che l'antica tradizione doveva ai nostri


come giorni,

Anche

il

Geiger

in racconti rati? sepatrovansi in India l'attesta,


essere

compostinel per le mani del volgo presso i Parsi molti racconti staccati, dell'antica eroi avventure che toccano le dialetto del Guzer"t, degli epopea persiana ; n"
qui abbiam
devono essi
esser

molto

dissimili da si

che fin questo pehlevico

potr"opporre che gi"al la grande raccolta a formare tempo dei Sassanidi erasi dato un pensiero volendo ordinare i cicliepici, del Libro dei Re, massime come pehlevica n" Ci" " abbiam mostrato in altra partedi questo capitolo. verissimo, per" alla raccolta accanto abbiam c he detto,perch", ora quest'altro distrugge
confrontato col Libro dei Re. Ma ordinata dai Sassanidi pur abbiamo
stare i racconti
e

ridotta in forma

che diremmo

ufficiale, potevano
ora
a

che staccati, quale appunto " questo pehlevico intenti Uberi diversi,
e

esaminato, fatticon
che ai nostri
e

abbandonati

s",allo
"

stesso modo stato

giorni, dopo
si

tanti secoli che il Libro

dei Re

composto, si fanno
racconti

a cui di sopra si accennava. quei parziali la pi" antica e genuinaforma dell'epopea.

leggono e vivono presso Essi,anzi,sono

i Parsi del Guzer"t


ancora

108. Ci accorgiamo ora


che toccava
esame e

dalla quetroppo ci slam dilungati stione della fedelt" di Firdusi alle sue fonti. Ma da questo della pehlevico
sua

che anche

minuto

del racconto

guerra di
natura
a e

e Argi"sp

di

Gusht"sp

dalle osservazioni
esso
e

fatte intorno alla deriva molta


se ne

dai confronti istituiti

fra

il Libro dei Re

luce

rischiarar la

questione posta

di sopra. Perch" e nella sostanza

sono eguali pu" del narrare e in certi atteggiamenti e modi particolari epico anche rimasti tali sono staccati e separati erano a principio, e che, quali nella ulteriore composizione, ostante che vi si sia voluto indurre quella non

chiaramente

dedurre

che i racconti

maggior compattezza
mai modo le commessure,

unit" che si poteva. Perch" questa unit" che non in si possano riconoscere pur sempre tanto perfetta
e

non

fu

le

di tante pur

mani,

mostrano

non Deqiqio Firdusi,

qualche anche riconoscibili il lavoro perci", dopo quali che il tardo compositore, o il tardo poeta,fosse os" dilungarsi di un punto solo, n" di una linea
gliocchi.
e pehlevico

sola,dal
di

testo che

aveva

sotto
ora

109. Se ilconfronto

istituito tra il racconto

il racconto

Deq"qi mostra

in

che Deqiqi fu molto fedele alla tradizione particolare

08

CAPITOLO

QUINTO
a

ci aiuta antica, esso, per illazione giusta,


e

conoscere

la fedelt" di Firdusi

di racconti epici. Perch" qualunque altro rifacitore o verseggiatore tutti essere quale esso ", mostra di qual natura dovevano quell'episodio, anzi la e la somiglianza, glialtri racconti che ora sono andati perduti, che il narrar di Deq"qiha con esso, ci manifesta qual era stretta, parentela del nono secolo di comportarsidi questi il modo e del decimo compositori facevano che verseggiare delle loro fonti.Essi non in riguardo e nulla pi"; di davano la forma fare
esterna

al racconto
e

nulla

pi";e

un gi" quello, magnifico dei racconti Questo che ora e qui diciamo, atteggiamenti epicipopolari. Per vedremo. ci " confermato dalle parolestesse di Firdusi, come or ora ilqualepur troppo non possiamo fare un confronto qualeper Deqiqiabbiam ilragionamento detto or ora da noi deve pure aver qualche ma forza, fatto; Pi" anche lui. innanzi concludere se non tuttavia, c'inganniamo, per per dire del della poesiaromanzesca, nel capitolo romanzo pehlevico potrem anche d i delle di Ardeshir, sentenze B"zurc'mihr, innanzi, e, pi" pehleviche sia eglilimasto fedele allora quanto, anche fuori dell'epopea, e vedremo ai racconti antichi. Qualipoi fossero i testi ch'egli adoperava,non possiam

sonante

che

aveva

era pur sempre l'adicenei modi e negli

ilfare

dire

con

molta

certezza, e forse

non egli

aveva

sott'occhi che alcune

posizioni com-

che
una

ne

di poco anteriori a lui; e forse l'opera persiane, sua, secondo sembra procedere e discendere per via diretta da pensa il NoldelvC,

fatta da un Ab" Mans"r di T"s, ora amico, ora composizionepersiana di Ab" nemico dei S"m"nidi,dei qualiera vassallo. Questo libro persiano ed " gran danno, tanto pi" che ad Ab" Mans"r Mans"r " andato perduto, fedeli alla religione di fornito le notizie quattro dotti,ancora avevano Per tal via, la consultato antiche fonti pehleviche. Zoroastro,che avevano nel poema sarebbe passala tradizione epica che abbiamo di Firdusi, non arabiche e mussulmane, per alcuna trafiladi versioni o di ricomposizioni rivolo puro e limpido di sorgentepi"alta e incontaminata. Che e sarebbe " questione che la lingua Firdusi poi conoscesse conoscesse o non pehlevica, s'" potutadefinire. Ma se non vi son prove di fatto per mostrare non ancora vi sono trario. la conobbe, non nemmeno ch'egli prove taliche mostrino il condice giustamente il Darmesteter Al qual proposito che,prima che danno non poco da |)ensare quelleparole del poeta stesso possa negarsi, al capitolo che dice in una sua liricache gi" abbiam riferitonell'appendice della poesialirica: lessi Lunga faticasopportando, Molti l'acromi arabici e pelilcvici.

Dopo
nostre

le

non quali parole, e

sarebbe

congetture

accettar
e

lasciar tante pi" savio consiglio l'asserzione del poeta che sappiamo pure forse
sia di cotesto, se

quanto fosse veridico

leale? Ma, comunque

fin

qui

soltanto per congettura possiamotrovar prove intrinseche della sua fedelt", hanno se valore, come crediamo, lo prove estrinseche che ora veggasi brevemente assegneremo.

LA

rOF.SIA

EPir.A

69

110. Se ci potremo
considerata vedremo Che
se come

ricordare

che

tutta

questa tradizione epica era

anche che n"

storia vera, raccolta anche e tramandata come n" Firdusi altro lecito a era mutarne a nessun

tale,
nulla.

anche si fosse, egli

corte di

Mahm"d,

per poco, allontanato dalle fonti sue, in quella tanti nemici cordiali, nella quale egliaveva questa sua

Di ci" tuttavia nessuno, sarebbe stata acerbamente rimproverata. colpagli fece mai alcun rimprovero; fu accusato anzi,come egli per quel che pare, gli celebrato d' altra eroi un' cosi gli fede, apertamente d'eresia per aver sarebbe stato accusato d'infedelt", nessun indubbiamente, senza ritegno, Ed egli sua. qualoraquesto difetto fosse stato trovato nell'opera ancora, in pi" luoghidel suo poema, si vanta di seguir parolaper parola questa crede autentica e genuina storia del passato, tradizione che egli e afferma in lui fosse allontanato. che sarebbe grave dolore per se qualcheparte se ne di K"mi"s del Rustem d i di dice: Terminando e e egli principe Cina, l'episodio
Delia Io Ma di Kain"is aiioora battaglia la storia compii. Lungo il racconto.
nessun

Se

un

solo ne

di doglia ostello avess'io,

Saria

veramente. quest'alma

detto

ne

cadea. Perduto

I Parsi

cio" quelli tra poi,

i Persiani che rimasero


con riguardar

fedeli all'anticareligione, di Firdusi, sospettol'opera


e principio

che pure avrebbero

dovuto

certo

era maomettano, anche con le lodi perch"egli l'accettarono come profeta, qua e l" di Maometto

che vi si fanno

fonte autorevole di stoi'ia;


e

ci" che essi

non

avrebbero
trovato

ove fatto,

tra

il Libro dei Re

i loro libri religiosi


conto, rac-

avessero

alcuna differenza. Ancora; le

del ineguaglianze

le evidenti zeppe poste qua e l" per legareun racconto con l'altro, le ripetizioni le lacune che vi si trovano e anche traddizione, frequenti, qualche conche Firdusi pose in versi ci" che trov", nulla mutasse, perch"tutti cotesti difettisono ch'egli proprii d'ogni
mostrano

chiaramente

senza

antica epopea, presa nel suo tramanda fra molte e diverse

grande, quale
o

era

e insieme, quando essa epopea si conserva gegno d'inQuestidifettitutti un uomo peripezie. avrebbe Firdusi, agevolmente, potuto togliere

ci" che era da aggiungere da levare,perch" o aggiungendo riuscisse ordinata e acconciamente in tutte le parti sua l'opera disposta Firdusi non volle far nulla facolt", perch"non gliparve di averne sue; ma cosi facendo, non alter" di cotesto,e noi crediamo ch'egli fece bene, perch", levando la tradizione. di Firdusi, del merito di un'opera quale" il poema giudicare crediamo che bisogni essa prima stabiliresecondo qualiragioni possa essere F veramente giudicata. poche opere come questa,per la quale il suo autore a Dante e a Shakedegnamente pu" stare accanto ad Omero, ad Eschilo, Ma chi volesse trovarvi osservate spcai-e, destarono tanta ammirazione. le regole di Aristotele, dei Re in questa o in o volesse collocare ilLibro fallirebbe la prova. Opere quellaclasse di poemi narrativi,indubbiamente ed esse stanno come da come con ragionispeciali, queste vanno giudicate 111. Per

70

CAPITOLO

QUINTO

s"

formano

da

s" genere

parte,n" tollerano alcun confronto


dei dei

Anche

bisogna avere tempi e luoghi, nelle quali quellatale opera pot" comporsi,e quale intendimento ebbe l'autore nel comporla, e qualiidee egli ebbe o ebbero i contemporanei n" domandare suoi intorno all'arte, poich"non si pu" ragionevolmente n" pretendereche ogni popolo della terra e pensie giudichi e abbia sentimento che abbiamo d'arte in quellamisura e in quel modo noi. Ora, il i n date come osserva Bacher, quando un uomo condizioni, d'ingegno, ha fatto ci" che gli era dato di fare,e ha dato tutto ci" che dar poteva, ha sprecata l'opera quest'uomo non ha male usalo dell'ingegno suo, non merito ha gloriaa cui il vero sua, e merita lode e ha diritto a quella
diritto.

in mente

qualifurono le condizioni

112. Tale
la forza

ancora

" Firdusi.
stento

Eglimostr"

d'essere

ingegno di potere
a

da trovarsi straordinario,
e

l'ardimento

chi possa esser a nel concepire il vastissimo

posto accanto

lui per

disegno, per

la costanza

nel metterlo

in atto,per l'abilit"nel rappresentare con evidenza tutto ci" dovette rappresentarein tante storie di re e di eroi,in tanti alTetti ch'egli
e

moti d'animi

che dovette dipingere, in gagliardi


cotesto

tante nature

diverse che incarnata


sua,

eglidovette
nella

descrivendo scolpire,

tutta la vita del

popol suo,

vita de' suoi eroi. Tutto

eglisapeva

nella coscienza del

quando, nella invettiva contro


promesso, cos" scriveva:

Mahm"d

che l'aveva defraudato

premio

Fiere tenzoni lo
e saette descrissi, e

Di d"moni E di

Ed archi ('lave e Del


mare

spade ferri, poderosi arnesi ed elmi. Ancora gualdrappe,


e

acnte

d'alliLiatori parlai. le e serpenti, malie ridissi


e

lacci e

Di triste lamie

dei gTiiieauti

Devi

E lor stridirche s'alza al elei, troiai D'uomini illustriin ordine di pugna, in tempo di tenzoni e d'opre D'eroi,

delle deserte favellai, de' campie delle chiare ancor Pianure,

Acque scorrenti.Favellai di lupi, Di pardi e di leoni e d'elefanti;

molta con Degne di vanto, intrepidi, Gloria ed


e
onore

celebratie illustii. tutto seppe


e

Eppure,in argomento
con una

tanto

vasto

Firdusi vario,
non

pot"rappresentar
poeti
stosa maeame

potenza d'arte,che, se
come

ha la

la finezza dei
siui

si manifesta greci,
rozzezza,
se

pur

essa

per conipenso pu" chiamarsi consiste nel

in tutta

primitiva
sua non

tale. L'arte

" di

minicoli
sono,

esterni,ma uomini, fattie

tutta

rappresentar vivamente, quali


del del
lettore
ne come

cose;

immediato, ed eglivede

perci"1'efl'ettosull'animo dinanzi le immagini passarsi

"

poeta

altrettante persone vive, in carne N" egliebbe un'arte poetica e ossa. alla mano, la quale,per dir la verit", gliavrebbe tarpato le ali;s" bene ricav"
tutta l'arte sua

dall'animo
sua

suo

grande e potente,dal
e

cuor

suo

che

fortemente

straripa, direbbe il cantore filmico del Kalevala,e ogni suo detto s'imprime come forte come soltanto ferro rovente, che certamente solletica (solletica non il verso brucia laddove tocca. lloscio dei poeti dei tempi guasti), ma
sentiva. La

parola abbonda

talvolta anche

111

CAPITOU)

QL'IMO

col

che prolungare

vi si fy di l" da

misura, come
e

Talvolta ancora personaggi. certi pensieri sono non stravaganti poco, discorsi de' suoi ridevoli. Ma drammi di
e

gi" abbiamo notato, i esso e degenerain gontiezza, diventano, almeno per noi,
e

anche

il sole ha le

sue

macchie,

la Commedia da

di Dante contorsioni

i di

Shakespeare non
e

vanno

esenti da bisticci e

pensiero
di gran

da altri piccoli non difetti, talvolta anche

mole,

ad evitare in opere sempre possibili venuti non dall'ingegno del poeta, ma dal

inconsciamente dei tempi suoi,al cjuale egli gusto particolare obbedisce. Raramente

qualchevolta

poie

assai breve Firdusi descrive i luoghi, e soltanto,


occorrono

tra le poche descrizioni che

nel

suo

poema,

si potrebbero ricordar
re K"vus a invogli" nel Turan. Siy"vish suo

qui,come
farne la N"
a

belle, quelladella terra del

M"zender"n, che

e quelladelle due citt" fondate da conquista, nella seconda parte del torto Alessandro Humboldt

Kosmos, parlando
della natura, vive di quelle

del sentimento

diverso

che

i diversi

popoliebbero

che essa manca osserva poesiapersiana, indiani. descrizioni di luoghiche sono nei poemi omerici e negli e potenti " che che ed che nella terra Di una eglinon pu" assegnare ragionesola, in arida selve e deserta, mancano iranica, quelle profonde e pi" parti di innnite,quellemontagne eccelse,e infine quei meravigliosi spettacoli

giuntoa

trattar della

natura
e

che inconlransi nel suolo dell'India

che dovevano

meraviglia grande nell'animo


che, se
Firdusi
un non

di chi li osservava, n" descrive

destare stupore Devesi anche aggiungere i

nota

anche

da procedere

tratto

quale per la sua natura, come i luoghidegli avvenimenti suoi. Anche


osservava
a

luoghi,ci" pu" la della tradizione epica iranica, particolare mai novelle del determina certe volgo,non quasi mai
cose

il l"r"al queste medesime della indeterminatezza dei luoghinell'Avesta. proposito


e

115. Firdusi volle


dati la d'una
con

ebbe rappresentarei suoi eroi qualiglieli amanti delle fatiche e dei disagi, tradizione, pieni grandi,operosi, seppe di provvidenza Dio. Che
se e

fiducia sincera nella

fu detto da l'Iran ci ha

alcuno dato i

verit"

che,

laddove
ce

l'India ci ha dato i sacerdoti li ha ritrattiFirdusi. Il


toccato

veri eroi,tali ancora


e

sebbene
non

glifosse
restava

sulmano quale,bench" fosse musdi vivere in tempi in cui dell'antica

gloria paesana
tutta

che la lontana memoria,

pot"tuttavia risuscitar

questa memoria

gloriosa e splendida e

comprendere qual fosse

arido l'indole operosa e guerrieradel popolo suo. Perch" il paese iranico, in molte i)arti, costrinse ben presto chi da principio venne a e infecondo stanza, poi'vi
a

vincer la durezza
si videro costretti

del suolo
a

uomini,
lei che

come

domare
come

ingratoper natura. E per"gli con l'operadelle mani e del


in continua guerra contro Yima di

braccio la natura sembrava

trovaronsi riluttante, negar Ahur-a Mazd"

il vitto giornaliero. Cos", in quellai)artedelnarra a

laddove l'Avesta,

Zarathustra

come

fosse il

come eglidonasse a quale conversasse, si legge ancora Yima un'arma d'oro acciocch", di alimento solcando la terra,provvedesse gliuomini e glianimali. Se poi l'immaginazione popol"i monti e le selve,

primo

uomo

col

LA

POESIA

El'K.A

73 di mostri
e e

l'aria e il mare di Devi die

il seno

stesso della terra

di

maligni, spiriti
in
e

sbuffano

al veder

le biade germogliaia

si pongono

fuga

quando

tutto cotesto sta le spighe biondeggiano, vincere

dovettero difficolt" forze della natura.

significare quali quante gliantichi eroi nel com])atlere e donare le


la natura,
e

Perch"

nell'h'an antico l'eroe suol donare

al conti-ario, in hidia, essa, nel gran


molo

soggiogal'uomo pienadi vigore,


di Dio
e

della vita universale. Gli eroi dell'Iran

nulla quasi l'anvalgono per

il nome invocano virt"; propria viene mai nessun ma prodigio


sono

hanno vittoria, per quel nome dall'alto in loro favore. Quelli dell'India in tali soltanto,impacciati posson vincere i loro nemici.

incarnazioni

di Dei, e

come

quellaveste
eroi Quegli

sacerdotale che sembrano

avere,

n" vicini a combattere, n" temono dinanzi ai pericoli di Firdusi, maggiori, dandosi ricorsmarrirsi per un momento, e se talvolta sembrano indietreggiano; le altre nella confidando imprese gi" compiutee quelle dei loro padri, la

giustizia per
se
non

qualevanno

combattendo, d'un
soccombono al

tratto si
non fato,

rincorano,

n" ritornano nemici.

ovvero vincitori,

gi"a"

loro

che tutta la tradizione epica aveva 116. Ma, quale fosse il significato si qualiintendimenti,al tempo dei Sassanidi, in parail primo Libro dei Re, abbiamo gi" fatto conoscere grafi componesse visibili la descritta Perch" v'era con segni grande poi precedenti. ed era diritto buon bene del essere del essa a male, e iDattaglia pareva documento solenne ammaestramento veramente sacro un avvenire, per gli doveva in cui ogni uomo del passato, grande o umile,regnasse o servisse, occhi degliIrani agli
e con

trovare

la

sua

Non guida infallibile.


narrare

si dovevano si dovevano che

per mero per nulla e non di tanti fattidi principi e eroi,e

tanto diletto solnon

per nulla

le cattive. Quello lodar le opere buone e vituperar dell'Iliade di Omero fu pur creduto dagli antichi, cio" aver dare ai suoi Greci
un

pertanto
voluto

Omero

grande

ammaestramento

Perch" tutto vero. per il Libro dei l"e si dimostra esser la loro storia epicacome solenne documento, rono un sempre anche
e

e morale, politico risguardagl'Irani e come

tale i

Firdusi la

risguard" ; anzi

si

pens" di

dovere

ammaestrare

cipi, prin-

ogni

nella giustizia e in pi" per il quale egliscriveva, Quanto pi" eletta virt", proponendo loro i grandi esempidel passato. di tutti Mahm"d " detto anche "
men vero

poco egliabbia toccato l'intento suo, dalla trista sorte che glitocc"; ma non nobile ufficio, non dalla natura per vanit"
o

troppo chiaramente
era

si arrog"questo ch'egli

presunzione,ma

perch" ci"

voluto

" da lui stesso espressa Tale intenzione sua sua. dell'opera nei seguenti che trovansi nella sua invettiva contro Mahm"d: versi,
Ma
se

il nostro

nome signor senza

si

avesse

usi antichi, I nobilicostiiini e s;\i K


cun

In terra avuto Ottenuto Ed ei


con

macchia,onore

mente

diversa ed altra voglia


mio
cor

avria sapere umano; ne alma intenta avria le belle

Avria

pensatodel

costante

Al voto ardenle, n" la mia

fortuna

Cose ascoltatee de' regnanti appresi

Saria caduta alloi\ (Ibc il liIoi"oso

14

CAPITOLO

OLINTO

Verso mio sol dettai, perch" consiglio Ne traesse il mio


A
sua

Che sia

e parola

sua

virt", pensaiulo

vita

norma prence e giusta perch" quaggi", sapesse

di questo vecciiio Al consigliar antico.

se non Qtiesti versi, c'inganniamo,fauno intendere la ragione e il modo di tutte quelleesortazioul che di tanto in tanto interrompono la narrazione del poema, ovvero quasi sempre i piti lunghiepisodi. aprono e chiudono E quel nome di figlio che Firdusi ricorda tanto spesso per pregarlo di

ascoltare il racconto

del vecchio cantore, onde la retta via di

sia da lui afferrato il senso


e giustizia non

dei versi strani, perch"segua


cuore

accolganel

il pensieronon bello, perch"pregila sola virt" e disprezzi lasci ricordo di lo lasciarono i mondo, perch" qualche s", come gi" regnantiantichi,poich"caduco e fallace " lo splendor del trono e della di diciamo, non designavaaltra persona che ilprincipe corona; quel nome, Ghasna. della
sua

alcun

Cosi Firdusi poteva dire dell'opera ci" che Tucidide sua storia in quanto essa poteva essere utile documento un antiche tradizioni verseggiare
strettamente

affermava

117. Qtiantopoi alle icieereligiose e morali


dovette sistema

per tutti. di lui " da notare che egli

legatead

un

antico

ci" che lo religioso, repugnante alla sua fede di mussulmano, costrinse ad usar attenendosi di preferenza alle idee genecerte cautele, rali scendendo alle particolari. Perch" egli, ritraendo i sentimenti e non
e come

de' suoi eroi religiosi accennando soltanto


e

de' suoi di

re

come

un

teismo

puro

semplice,

divina sfuggita, qua e l", a qualche figura che " l'angelo di Dio,egli a pot"accostarsi di molto al severo monoteismo maomettano, quantunque non del tutto gli sia stato dato di evitar l'accusa di eresia. Ma, anche con tutto ci",nel Libro dei Re si trovano facilmente traccie di idee religiose intimamente legatealla tradizione epica; e quel ricordare,che di continuo vi s" fa,il che governa e signoreggia il fato dei le cose tempo sovrano tutte,come Ahura Mazd" e secondo i quali Greci,ha sentore della setta dei Zerv"niti, dell'antica fede,come Ser"sh
Anra

Mainyu,i

due

eterni avversari,non

sono

increati

fra loro scioltie

l'Avesta li proclama, ma s" bene figli dello Zerv"neh come indipendenti zione akereneh, che " il tempo infinito.La qual cosa mostrerebbe che la tradiche abbiam s'accordi Medio nel poema di Firdusi,sebbene nella sostanza del
conto raccon perfettamente

l'Avesta,pure, passando

attraverso

il

Evo, s'int"ltr"delle dottrine di questa setta che appunto, secondo

Eliseo ed Eznik, storici armeni, nacque nel secolo quinto. Con questo, un solo episodiodel poema si si scosta dal resto nelle idee religiose e pili avvicina
a

cio" l'episodio che quelleortodosse dell'Avesta,


e

narra non una

le

ture avven-

di B"zhen nelle in
sue

di Menizheh, che di
aver

Firdusi tuttavia dice di udito

aver sua

vato tro-

ma fonti,

leggereima

notte

da

ciulla fan-

un

antico libro. Dato

cotesto, si dovrebbe

forse inferirne che

l'antica tradizione

dei tempi non solo ricomposizioni epica ebbe nel correre ci" che gi" sappiamo, ma anche in vario modo fu colorita diverse, secondo questa o quelladottrina religiosa.

L.V

l-OKSIA

Kf'IC.A

/")

fonti, del poema si possono riassumere nella credenza in religiose del bene Dio onnipotente, creatore del cielo e della terra, dispensatore un bench" tutto regga e governi delle loro colpe. uomini, punitore agli Egli, di quaggi",lasciando quasi si tiene assai lontano dalle cose l'universo, al fato la cura di guidarle cose scientemente terrene. Nel qual punto sembra essere, ed " veramente, una conti'addizione, perch"il fato " forza cieca,n" iddio pu" averlo per suo ministro, i^ppure, questo fato,che " che il tempo, iltempo infinitonei secondo l'antica dottrina iranica, non qualetutte le cose si compiono e che viene anche spesso identificato alla
le dottrine volta celeste, perch"la volta celeste segna il corso diciamo, " creduto dai Persiani tutti governare
senza quaggi",

118. Ma, lasciate queste casuali differenze dovute

alle diverse

del tempo, questo fato, di talento le cose a suo

che per questo si voglia escludere la volont" o ildecreto di mente il Darmesteter,umilDio. Alla volont" di Dio ogni buon credente, osserva al fato come poi d'imprecare all'autore d'ogni sventura e d'ognimale di quaggi"; e di queste imprecazioni " da anzi da in tutta ({uanta l'irdusi, poi, la ietteR"deghi piena latura persiana,il fato atterra i superbied esalta gliumili,affligge e si acconcia
e

rassegna

risei-bandosi

i mortali con il le sventure dal trono e coi favori, e precipita rallegra d" la corona volta talall'abiettoschiavo. Anche e ne pi" possente monarca, pevolmente egliaccieca gliuomini di tal forma, che li strascina quasiinconsaestrema a inevitabile, sciagura,sebbene l'evitarla veggasi

spesse volte considerando

pi" facileche

il precipitarvi. Onde

avviene

la vicenda delle sorti umane, domanda a il fato perch" mai egliproduca per distrugger poi ci" che ha mostri crudele
creature

che il poeta stesso, s" stesso o interroga


e prodotto,

si perch" mai egli


sue

e talvolta dolce e mite talvolta, : ; ci" che fa ricordare quei versi del Leopardi

verso

le

Natura, illaudabilnicrav"L;lia,
Che per iieeiderjiarlorisci e mitri.

Di contro

Dio sta, secondo

la dottrina iranica tanto che

ortodossa, quanto
essere

delle sette, l'autore


Anra

d'ogni male

gi" conosciamo

Ahrimane

Che

e tentatore. Mainyu,che pure da Firdusi " detto sovente ingannatore si fa vedere sulla terra, il male ch'egli se egliassai raramente cerca di operarvi, " affidato ai ministri suoi, che sono " i Devi, dei qualiegli detto altres" principe E qui si pensi a quante vicende questo e signore, concetto dei Devi " andato soggettonel lungo corso delle idee, dopo ci" che abbiam detto ch'essi rappresentano e nella mitologiae nella storia. Quando poi gli uomini s'inducono a commettere qualche colpa, come Salm ambizione di tello, e Tur quando per regno uccisero l'innocente loro frai essi sogliono che Devi del delitto hanno loi'o nel momento accusare Ma la pena o il premio che vanno dietro alle sconvolta la mente. e guasta cattive 0 buone opere, riserbansi, secondo Firdusi, ad altra vita,quantunque Iddio bene spesso puniscai rei anche nella vita presente.Perch"

76

CAPITOLO

OLINTO

questo gran
nell'arte sua,
e

poeta,
ma

certamente

uno

dei

del mondo, maggiori poeti


e

non

solo

anche

nella rettitudine

santit" de' suoi

pensierifu nobile
essa
e

grande, ed ebbe sete di giustizia e, come essa poet".E per" la lode e l'ammirazione
ogni opera
sente bella, e l'orrore ch'egli
e

Dante, scrisse per


sincera
va ch'egli

per ad

tributando

per le opere
sua,

malvagie ed empie,
ha ch'egli
suo

l'intera fiducia in Dio trionfo della


e

nella

misericordia

la certezza

nel

sonoi giustizia, Come

nobili sentimenti la rettitudine


sua

che

ispirano ogni
del tacere

canto

ogni
e

suo

verso.

poi
e

nel
suo

giudicaredi ci" che

"

male
oscena

di ci" che " bene,


e

il candido
a

costume
sua

d'ognicosa

mento grandissima, restano docudi vergogna ciati, per tanti miserabili scrittori moderni, spavaldi e sfacche avidamente cei'cando ogni pi" osceno vanno e putrido argomento. 119. Primo far a raccoglieree correggere il testo del Libro dei Re, in
era

lubrica, come

ridondano

lode

Oriente, fu il principe B"ysingher che


anche
una

nipote di Tamerlano,

vi pose
a

prefazione,iniziando
Ci" neir8:29 d. E.

cosi il lavoro

della critica intorno

quel

(1425 d. C). In Europa, invece, assai pi" gran poema. tardi esso s'" fatto conoscere, della e primo nel 1774-, nei suoi Commentari poesia asiatica,ne inseriva alcuni brani il Jones, che tuttavia credeva il
Libro dei Re
nemmeno
essere una

raccolta di

di

poema

di autori

diversi,non
da

scendo cono-

ammirazione, Firdusi,sebbene, preso del genio monumento era un quel gran poema glorioso la preminenza allo stesso che, quanto all'invenzione,contende orientale, Omero. Dopo il Jones, per tacere di altri lavori forse di minor conto, nel tent" per il primo una edizione intera, ne 1811, a Calcutta,il Lumsden
affei'masse che
ma non

il nome

riusc". Pure

Calcutta, nel 1814, l'Atkinson


di

ne

pubblicava
libera che

un

episodio,quello bellissimo
Una inglesi. nel traduzione

Sohr"b,

con ne

una

traduzione

in versi

a Berlino, 1820, ne pubblic" alcuni saggi,ma non pot" proseguire. Intanto, nel 1829, il Turner Macan, a Calcutta, ne pubblic"in quattro volumi il testo il Mohl, a Parigi, ne fuori una dava intero; e tra il 1850 e il 1806 edizione in prosa francese; in sei volumi, con traduzione magnifica una e

intera

in tedesco

tent" il G"rres

versi tedeschi. miglioriepisodiin elegantissimi Ai nostri giorni, la Elena rifece in prosa Zimmern non tradusse, ma seguendo la traduzione del Mohl, molti racconti del Libro dei Re, inglese, ch'ella poi pubblic" illustrati egregiamente da Alma Un'altra Tadema. edizione del testo fu procurata di recente Leida dal Yullers, al (juale, a ciando comincome il Landauer; e l'autore del presente scritto, mori, successe
ne

lo Schack

traduceva

un pubblicarne a Parma primo saggio nel 1872, ha poi sempre seguitatoa lavorare intorno alla sua traduzione in versi italiani dell'intero a

Libro
tra

dei Re, da lui


e

compiuta nel 1885

a pubblicata

Torino

in otto volumi,

il 1880

il 1888.

LA

POESIA

EPICA

77

5.

poeti

ciclici.

allo stesso modo dei Greci, tutti quei poeti ciclici, videro la gloria s'era come poetiche dopo la morte di Firdusi, ch'egli versificando il Libro dei Re, tentarono arte pi" o meno con acquistata versificando di calcarne le della tradizione epica destra quelle parti orme, lasciate a dietro. Tra le qualinon solo che egli, aveva per diverse ragioni,

120. Cliiamiamo

alcune

meritavano
e

veramente

d'essere trattate dalla


ma ancora

mano

maestra

di lui,

per la bellezza epicache esse ebbero da meno, noi che

novit" del racconto, hanno. Non

trattate da
e

per la natura veramente alle mani di questi lui,vennero vi posero ben molto
amore,
ma non

che v'adopraronoogni studio altri, cosi anche


ora

del loro grande predecessore, come e per", l'ingegno le loro opere


tenerne

glifurono
a

furono

presto trascurale,onde

parola,scarseggianole notizie. Perch" di alcuni soltanto dei loro poemi possiam fare qualche cenno per averne da quel tanto che ne " stato pubblicato, laddove per avuto conoscenza inediti nelle pubblichebiblioteche, alcuni altri, non giacendoancora siamo posdobbiam che ricorrere
0
a

ci" che

ne

dicono

il Mohl,

il llieu, o lo

Spiegel,

altriche hanno quegli 121. La

potutovederli ed esaminare.
intanto che "

degna d'essere osservata, si " che poetisecondano in tutto e per tutto il costume di quei tempi,che questi secondo la bella espressione di Firdusi, le era quello di far rivivere, memorie del passato e de' suoi eroi. Perch",se " vero che essi con giore magcalcano " le orme luminose del gran poeta,non 0 minor men gloria che egli inconsciamente inclinazione forte dei vero una segu" tempi suoi, che era questaappunto del risuscitare le memorie ci" e epiche, per quelle abbiamo sciuto ragioniche in altro paragrafo assegnate.E per",dato e riconoche diremo epico, in esso " compreso come e da questo movimento " trascinato Firdusi, cosi vi son esso compresi e da esso ricevono pure come questi poeticiclici, impulsogagliardo per i quali, sprone pi" forte e s'aggiungeval'esempiodel Libro dei Re da imitare. Avviene poderoso, quasi mai di far risaltare il proprio nome; pertanto che essi non cercano o pi" spesso anche lo tacciono;n" vogliono aver modi o atteggiamenti intenti d'arte differenti e spiccati, ma seguono il fare di Firdusi in tutto e sar" il fare comune meglio dir cosi, epico, per tutto,ovvero, e seguono ci" che vi da di lasciar maestro da prescindendosempre grande e pot" Firdusi. Alla narrazione del quale sovente, anche per dar maggior valore che fanno, essi soglionocongiungere immediatamente la loro; all'opera talvolta anche un distico, col quale Firdusi chiude o questo o quell'episodio, di passaggio ci" che a qualcuna di queste narrazioni cicliche, serve le trovandosi Libro dei Re nei manoscritti del riti inseagevol" interpolazioni, secondari distinzione alcuna. senza diamo, crecome questi poemetti Cotesto, anche con tutto ci" pu" e deve dimostrare che l'epopea iranica, prima
cosa

CAriTOLO

OLINTO

che di suo, quanto all'arte, pot" fare per essa Firdusi, si considerava ai tempi di lui come ancora opera nazionale,alia quale ciascuno poteva ad un'opera collettiva e comune, lavorare per la sua parte come non per alla nazione infera. piuttosto notare questi poeticiclicisi volsero di preferenza del dei le eroi celebrar a Segest"n, qualigi"sappiamo impresedegli esauri tutto il ciclo.Anche ilsolo Rustem, non che Firdusi,se se ne toglie sappiamo quante altre tradizioni di questo ciclo ha l'Avesta che Firdusi non ha; ma, anche con questo, trovasi che al tempo dei Sassanidi eransi gi" quellodi Paistem certamente, come epici compostialcuni libri di racconti, che Firdusi e quello toccava di tutti e d'Isfendy"r (che ampiamente tratt") avvisandosi di riemin generale. E per"questi pire ciclici, glieroi del Segest"n
e gloria procacciar

onore

s", ma

122.

" da

intanto che

le lacune

che

Firdusi

aveva

si diedero lasciate,

poterono tradizioni del ciclo degli eroi del Segest"ne

ricercare quante tulle le misero in

che, se Firdusi fu troppo scarso, anche troppo,perch"non solo verseggiarono di le tradizioni di maggior momento natura epica, e vera ma che cominciavano narsi allontavollero ad tutte ancora ricomporre quelle gi" dalla natura epica.Seguirono, pertanto,le vicende della casa del narrando ci" che fecero i figli Segest"nanche nelle generazionisuccessive, ridicendo spesso degliultimi ci" di Rustem, poi i suoi nipoti e i pronipoti, qual lavoro " da osservare abbondarono al contrario, questialtri,
versi. Nel che
e cadendo perci"nel trito e nel gi" s'era detto e narrato dei primi, dei Essi fanno ricordare difetto quei ciclicigrecidella pi" luoghicomuni. in metro epicoci" che glieroi grecifecero a tarda et" che raccontavano di casa poich"furono tornati da Troia, come per Ulisse fece Eugammone Cirene. Tutti questiminuziosi cercatori di racconti non ma pi" guerrieri, da poco che i grandi amanti di conoscere casalinghi, pi" i particolari d'un'azione epica, fanno opera risibilee compassionevole, momenti come

del il romanzo queltale fra noi,se " lecito il paragone, che volle seguitare di Renzo Tramaglino. Manzoni col narrare e descrivere ci" che fecero i figli sarebbe al posto che ora 123. Quanto a Deq"ql che, se fosse vissuto, della crediamo che basti ci" che abbiam detto nel capitolo occupa Firdusi, lirica quanto alla sua vila, detto sopra parlandodel suo e ci" che abbiam di mille disticiconservatoci da Firdusi,quanto all'arte sua di episodio ciclici di lui,ecco che tra i poeti di parlar poeta epico.Lasciando, perci", primo si fa innanzi,non per ordine di tempo, ma perch"tratt" argomento l'autore del epico che va innanzi agli altri nell'ordine della nai'razione, cio" del G-Jiershdsp-""dmeh, l'Asadi che fu maestro trattando dei contrasti Libro di di Firdusi in che " il figlio di qnclGhersh"sp, poesiae del qualeabbiam gi" detto,

Perch" poetici. Asad"

perch"il nome
Re che del

suo

si confuse

da alcuni

eglifu autore di questo poema, e orientali con biografi quello del


conducesse
a

padre,si raccont" che ilvecchio


Firdusi avrebbe lasciato Ma principe.
tutto ci" " stato

termine

il Libro

dei

essendo caduto in disgrazia imperfetto, provato esser falso interamente,e rElli"

80
tare. Asadi

CAPITOLO

QUINTO

nel celebrare gli eroi del Segest"n, arte pi" raffinata con adunciue, cerc" di superare il suo modello, e se lo credette in buona fede; ma studiate e concettose, e talvolta procedono intanto le immagini sue sono da intuizione immediata dell'animo eccitato; da giuochi di parole, n" non cadendo non di egli sempre sa tenersi alla voluta altezza dello stile epico, triviale.Anche la arabiche rado nel in misura assai linguaaccoglie parole di Firdusi che ha ci" di laddove ne e maggiore quella pochissime, appare che il poeta " maggiormente studioso dell'ornamento Il e dell'artificio. Turner Macan, in appendice alla sua edizione del Libro dei Re, ha pubblicato buon tratto di questo poemetto, del quale, nell'appendice, un daremo

qualchesaggio.
che fui'ono molte
e

126. Le imprese di S"m


da Firdusi stesso
conti"o i
e con

esser

state

compiute

da lui nel

e che sappiamo strepitose nel M"zender"n Segs"re

Devi, pare che non abbiano trovato un le trattasse. Perch",come studio speciale

cantore

gi" s'"

particolare Firdusi soltanto detto,

che in

le tocca, e l'autore del Sdm-n"mek, cio" del Libro di sfuggita S"m del quale ora ci tocca parlare, sembra aver preso per soggetto suo gliamori dell'eroe con la bella Peri-dokht figlia principale dell'imperatore che combatte S"m della Cina,altra vii-ago con a visiera calata, battagliera donna. Ma nel furore del combattila crede mento, non una un ond'egli uomo, S"m allo svellersi casuale dell'elmo di lei, la riconosce per quella veduta prima in una ch'essa ", e quale egli aveva immagine dipinta, Ci" stesso racconta onde gi" se n'era perdutamente invaghilo. anche di Firdusi di Sohr"b
e

della bella Gurd-"fr"d; e tutti noi conosciamo


e

il noto
se

di Tancredi episodio

di Clorinda nella Gerusalemme.

Ma, anche

questo

d'amore e gi"appartiene a quei romanzi poemetto " di soggetto amoroso che pi" tardi fiorirono in Persia,sembra che il soggetto ne sia antico, ti'ovandosi che il Mohl, che tuttavia
ne

ragioni, e che gi" nell'Avesta " giudicail soggetto del tempo dei Sassanidi,
non ne una

chiaramente

dice le

ricordata

Per", fata malefica


a

di esizial bellezza,creatura

di Aura

Mainyu, che s'attacc"


dell'Avesta " il S"m

Kerec"cpa.Ora, noi sappiam gi"che il Kerec"cpa della fanciulla epica,e nel nome Peri-dokht possiam trovar ricordata l'antica Per";il nome, infatti, significa " delle Per" delle belle fate ornale d'ali. colei che della o stirpe pure 127. In questo poema, adunque, che conta undicimila distici, gendosi congiundella tradizione immediatamente al racconto di Firdusi in sul cominciare da le guerre principio
re

di

si raccontano Min"cihr, Occidente,poi in Cina, e

brevemente
la

del regno di S"m in

Gemsh"d, e in fine gli di Z"l,con la nascita del amori suoi con la bella Peri-dokht che fu madre quale il poeta arresta il suo racconto per far luogo a quello di Firdusi. di Ricordiamoci intanto che il Libro dei Re, appunto con la nascita del figlio S"m, incomincia il regno di Min"cihr. Autore del poema fu ritenuto lungamente essere Kh"gi" Kirm"ni, autore di altripoemi amorosi e romanzeschi, il vissuto tra 070 d. E. (hi80 d. C.) e il Vii d. E. (1841 d. C); ma ora,
scoperta dei tesori di

LA

POESIA

EPICA

81

dopo gliStudi

sembi'a il ])oema essere zione imitale ricerche dell'Etile, una fiacca d'un altro di Kh"gi" Kirm"ni, fattada ignotoe inetto autore,
e e

ilquale lavorava sebbene volesse

inventava di fantasia

pi" che

non

alle fonti, attingesse


e

una riempiere

evidente lacuna del Libro dei Re amori degli del


suo

derivasse

da un'antichissima tradizione il racconto

eroe.

Ora,

la frase e quel meccadel Libro dei fle questo poema ha il metro, lo stile, nismo, alla maniera facile ad imitare, epica;ma degli aggettivi composti " l'uso delle parole linguapura, perch"troppo frequente il vigoree la profondit" del non arabe, non ne ha la forza descrittiva, Cade nel trivialeche gi" l'avvicina ai e la foga. sentimento, non l'impelo tutti volgari di cui fra poco terreni parola, e plebei; racconti popolari e
non ne

ha

la

tutto il fare nella descrizione delle solite pene d'amore gi"possiede dei pi" triti e romanzeschi. poetilirici

nevole sve-

128. Alle
dell'animoso

avventure

alle impresedella che

di prima giovinezza la sfida


e

Rustem

il racconto appartiene
e ancor

autore d'ignoto

narra

la

battaglia

torni, giovane eroe con un famoso ladro,terrore dei dinRustem ebbe preso la rocca detto Kuk il montanaro. Perch",come Libro che si nel dei del S"pend (ci" Re),il padre suo Z"l temeva legge di non assai che l'impeto troppo amante giovanile ponesse questo figlio Perci" egli, e disperate. con gloriain imprese pericolose paterna cura, far motto mai, in presenza ai compagni di Rustem di non aveva ingiunto combattuto S"m, di lui, di questo ladro temuto, col quale invano avevano Ma un giorno che Rustem andava a diporto co' suoi N"rem e Ghersh"sp.
ecco compagni,

che due viandanti, vedendolo

aitante bello,

forte della

il montanaro; e Rustem che ode, a Kuk persona, dicono che eglisomiglia chi sia l'ignoto fa le meraviglie e domanda ne personaggio. Risaputolo,
non

ostante

le

del padre,egli va preghiere


a

Kuk
e

si teneva, e ad alte voci lo chiama

piedidel monte sul quale battaglia. Dopo le pi" spavalde


a

millanterie dall'alto e dal basso della montagna, la battaglia volgari cade illadro del giovane eroe. Menato nel Segee prigioniero " mandato dietro al figlio, alle st"n da Rustem e da Z"l che era accorso forche con glialtri degnisuoi compagni. 129. " questo ilsoggettodel breve racconto, quale non sappiamose faccia partedi un poema pi" ampio,ora perduto,o se sia un racconto ha voluto aggiungereal Libro staccato che qualcheabile interpolatore sebbene eglinon abbia la nobilt" dello dei Re. E diciamo abile, perch", anche incomincia serba tuttavia rasenti spesse volte il trivialee il volgare, n" ha gli artificideglialtri due poemi test" quasigenuino il fare epico, stiledi Firdusi
e

esaminati,ma procede libero e sciolto, spontaneo e semplice nella sua ci" che " sempre il maggior pregiod'ogniracconto di epopea. narrazione; sembra essere antica e appartenere mente veraMa l'avventura di Rustem, in s",
certamente eroi del Segest"n, non a quelgran ciclo degli origine tradizione invenzione del poeta. E forse abbiain qui un racconto o una di tante ripetizione propriasoltanto d'un determinato luogo dell'Iran,

in

"

Pizzi, Storia

della

poesia persiana, voi. II.

82

CAPITOLO

QUINTO
come verseggi", probabilmente cosi neanche larne cancelnon pot" gente, ancora

altre di natura

onde eguale, di

il poeta che la

la raccolse dal racconto

orale della

queltanto
130. Di
di figli
tre

popolare che

essa

d"

divedere

conoscere.

riustem

poemetticicliciche narrano d'un il caso pietoso (poich"


da
non Firdusi),

imprese e
altro

avventure

di tre

di Rustem, Sohr"b, figlio

possiam qui opinione, il Mohl che ha ancora. sono Per", seguendo potuto brevemente diremo il ne vederne a Parigi i manoscritti, qui soggetto e datine da lui,tanto benemerito riferiremo i giudizi deglistudi persiani.
" stato narrato

dir nulla di nostra

perch" essi

inediti

Il

primo

di essi " il
un

cio" Giha"i-gh"r-ndnieJi,

il Libro

di

e Gih"n-gh"r;

di Rustem, nato dopo la morte e valoroso figlio gagliardo infelicedi Sohr"b. Come Sohr"b, eglipure " allevato lontano dal padre, re Afr"sy"b finch" poi,venuto in et" da portar l'armi, gliconcede armi e combattono armati perch" faccia guerra agli Irani. Rustem e Gih"n-ghir " riconosciuto dal padre e si fa tosto suo compagno insieme, ma il figlio nelle schiere di re K"vus, finch" d'armi e di gloria, con e combatte onore poi,con dolore grandissimo della madre lontana che ne muore, egli" " da un Devo. Come ucciso in battaglia vedesi, tolti alcuni particolari, della storia di dice come Sohr"b, composta tuttavia, questa una ripetizione trovandosi che essa non ha le raffinatezze ilMohl, in tempi vicini a Firdusi, L'autore ne " ignoto, studiate e il fare lirico dei poemi posteriori. e pare che fosse della citt" di Her"t, perch", certo punto del poema, a un egli

Gih"n-ghir"

dice d'averlo composto in questa citt". di Piustera era 131. Altro t"glio Fer"murz, del

quale il Libro dei Fte

narra imprese nella gran guerra coi Turani e nella gi" molte e gloriose fece del padresuo, tradito dal re del Kabul. Ma l'autore vendetta ch'egli ignotod'un poemetto che si dice appunto il Ferdmur^-ndmeh, cio" il

Libro di Fer"murz, ha raccontato

alti'i fatti di lui

altre

imprese.Un
re

re

d'India, N"sh"d, tributario dell'Iran,domanda riottoso nemico, minacciando di domare suo un


cotesto

aiuto

al

K"vus

per

favore

glisi

neghi. Chiede

perci"uno

non pagare il tributo ove della famigliadi S"m; e

uomini mostri e tutti li vince,vince lo con e con va, combatte che abbraccia la religione stesso N"sh"d degliIrani. Crede il Mohl che il Fer"murz

poemetto sia partedi


essere

un

lavoro

maggiore ora
non una

e suppone perduto,

l'autore

del buon

tempo epico,cio"

lontano dal secolo di Firdusi.

" 132. La leggiadra R"n"-gashasp alla di Rustem, vincitrice di leoni, cavalieri che
essa mano e

della uccide

virago altera e bellicosa, figlia molti quale aspirano prodi


liberatrice dopo atterrati, di

disfida

atterra

e data poi da re K"vus di Gi"e di eroi ammaliati, a Gh"v, figlio principi fatta sposa, cessi dalla vita errabonda tuibolenta. Ma la e derz, perch", prima notte ch'ella si trova col suo novello sposo, repugnando all'atto

d'amore, essa

lo atterra

lo

legaforte con

una

sua

cosi legato, cintura, indi,

allora Rustem per i-imetler lo gettae nasconde sotto un sedile.Sopraggiunge celebre episodio dei Nibelunghi, Tutto ci" ricorda un l'ordine in casa.

LA

POKSIA

EPICA

83 notte

legge come e appendesse a legasse


laddove

si

anche
un

la prima Hriinliilde,
ve

di

chiodo della stanza, e

lo tenesse (ino a

matrimonio, giorno,

di Borgogna. Ma di B"n"-gashasppoco si dice lo sposo suo Gunthero re nel Libro dei Re, per non dir nulla, rammentandovisi e poco si narra tanto solche essa " l"glia di Rustem di B"zhen e che, quando Gh"v e madre per rintracciarvi il giovaneKhusrev, si ricondusse per quel tempo alla casa paterna; per" le avventure e le meravigliose ricordate di di formano il di lei, un opere soggetto sopra, poemetto, il c io" Libro il di Bdn"-gashasp-udmeli, B"n"-gashasp, d'ignoto autore,
tutto

and"

nel Turan

mussulmano

come forse,

il Mohl

ha

ragionedi

credere.

storia di Sohr"b, inconsapevolmente 133. La pietosa ucciso dal padre, pare


a

che tanto
se

il cuore colpisse

da invogliar molti l'immaginazione

altri

suole avvenire, imitarla, pure nella stessa tradizione epica, come gi" si trovavano tutte queste storie fra loro somiglianti, non versioni diverse di parallele dal
un

medesimo

racconto.

Perch"

lui in guerra, e sceso con i)adre di Sohr"b, il leggiadro ecco la cui storia, un e valoroso Berzi", sebbene figlio assai pi" ampia e ricca di particolari, almeno nel principio, somiglia, del padre.Essa forma il soggetto di un a quella lungoe vasto, di poema ignotoautore, che il Mohl crede del quinto o del sesto secolo dell'Egira decimo e undecimo d. C.),poich" di un At"y, al quale l'Anquetil (secoli Du Perron l'attribuisce, si ha alcuna notizia, non per quante ricerche abbiano fatte ilMohl
e

lontano

allevato dopo Gih"n-gh"r come gi"Sohr"b aveva fatto,

ilTurner

Macan. che

cio" portailtitolodi Bersu-ndme"i, si far mosse quando per guerra agl'lrani, la d i le lasci" passando per la terra di Shing"n, spos" l"glia quel principe, Sh"hr"d che tale era il nome una sua e parti. della sposa, intanto, gemma d" alla luce un figlio, detto poi Berz", il quale, veduto un giorno da " fatto educare da lui con Afr"sy"bgiunto per caso in quei luoghi, gran esercizi il cura negli guerreschi, perch" giovanemostra aver valore e perch" Cosi fa e manda intanto il prode eglipensa di valersene contro gl'lrani. stuolo d'armati contro l'Iran, laddove subito egli fa prigarzone con uno gionier due capitani di Khusrev, T"s e Fer"burz, che poi Rustem, sopraggiunto nella notte, rende a libert", sebbene egli in un combattimento poi, Berz" stesso, resti ferito e sia costretto a ritirarsi.Ma Fer"murz, con le armi di Rustem il giovane Berz". Ci" postesi padre suo, fa prigioniero il Libro di Berz", che Sohr"b

134. Narra adunque il poema

udendo, la madre
il t"glio e di da T"s combatte
e

accorre

alFannosa nel

e Segest"n

trova

modo

di liberare

con fuggir

lui.Per via s'incontrano


a una e

in Rustem

accompagnato
Rustem

da

G"derz, da lui invitati


con

festa nel

e Segest"n;

gi" sta per ucciderlo, quando la Sohr"b d i e nipote, conoscere per figlio perci", di Rustem stesso. Udito ci", invia il nell'Iran Afr"sy"b giovane P"lsem accompagnato da una vaga cantatrice di nome S"sen,perch" essa co' suoi vezzi tragga a perdizione eroi di re Khusrev. " un'altra Angelicache gli
ancora

Berz", lo

atterra

madre, accorrendo, lo fa

84

CAPITOLO

OriNTO

viene, essa

destinati a cader iie'suoi e glieroi, pure, dall'estremo Oriente, i paladini di Carlo lacci, lasciano la festa e il banchetto di Uustem come dietro alla bella avventuriera.

interrompono il banchetto di lui che celebrava la Pasqua di Natale,per


Intanto, T"s e G"derz che si son rissatialla festa, poiGh"v, poi Gustehem, poi B"zhen, cadono tuttine' lacci
correr

di S"sen, che ebbri li d" in potere di P"lsem. Ma Rustem libera i compagni dal Turan e l'uccide. Allora, con Afr"sy"baccorre e fa Pilsem prigioniero

prima combatter con lui, " distolto da' suoi capitani, fa suo ne ma campione il giovane e prode Berz" sbaraglia l'esercito di Berz", entrato omai nell'esercito degl'Irani. che vedesi costretto alla fuga, e ottiene dal suo signorela signoria Afr"sy"b in premio del suo valore. di Gh"r e di Ileri,
armi
e con

armati, e Khusrev

che voleva

tutta

135. Tale " il soggetto del poema


al Libro dei Re. Al stilee al modo

porare che forse dall'autore volevasi incorsi attiene quanto allo tutte, in misura, secondo
non

strettamente quale egli

di rappresentaree descriver le cose Perch" noi, maggiore di qualunque altro dei poeticiclici. in
comune
con

solo

ha egli

durre epicie certi modi di introgliaggettivi tutto quanto il meccanismo e insomma e avviare racconti e parlate, anche glistessi versi toltida Firdusi ma esterno, per cosi dire, dell'epica, T" tali e quali a certe date occasioni che ritornano frequenti. e ripetuti Firdusi le frasi
e

dubbio ilvalore di Berz", ci" che " non tuttavia esagerato soverchiamente trovandosi essere appartiene, segno dell'et" pi" recente a cui il poema arte consueta glieroi del degliepici posteriori l'ingrandir grottescamente credendosi per tal modo passalo, Del resto, come bella di contraffar

pi" abilmente

lo stileaidico.

pu"

vedersi dal breve sunto

datone, la favola del poema


con

ed " ricca di molte avventure, descritte tutte " ampiamente svolta,


e e ha propria, un

arte

menti disegnodeterminato d'azione,per cui gliavvenin" cade nelle aride genealogie vengono al loro svolgimentonaturale, fece Asadi il giovane nella seconda parte del suo Libro di Ghersh"sp. come letto di sovente dovette essere che il poema Osserva poi ilTurner Macan
e

molto

ammirato, perch" in Oriente esso suole nel Libro dei Re, quantunque non
daremo anche
in ultimo

essere

quenteme inserito assai fre-

vi

appartenga jinuto.

qualchesaggio. autore del Belimeu-nameli, cio" l'ignoto qui il Libro di Behmen, che, attaccando ilsuo racconto a quel punto del Libro la uccide in singoiarbattaglia narra dei Re nel quale Rustem Isfendy"r, siano sebbene mente brevevendetta che di lui fece il figlio Behmen, queste cose di Rustem. La vendetta di morte dallo Firdusi la stesso narrate dopo rivolta in particolare Behmen, anche secondo ilLibro dei Re, non fu veramente Behmen dal quale altres" esso stato educato, era contro di Rustem del Segest"nsterminata da Behmen contro la casa ma dopo la morte del cato grandeeroe. Del resto,il poemetto " di alquantotarda et",essendo dediMahm"d che di Melik-sli"h della casa dei Selgi"qidi, al principe figlio ebbe regno breve e contrastato intorno al i85 d. E. {;WH d. C), e ilMohI,
ne Nell'appendice

136. Porremo

LA

POESIA

Kl'ICA

85

alTerma che l'autore si mostra che ha potuto farne lettura, alquanto presuntuoso, bench" molto ignorante. Dice di attingere alla tradizione orale,
e

ci" anche

sar" vero, non trovandosi abbiam altrove detto 137. Come anche ha studiato,
essa

ch'egli tolganulla da Firdusi.


e come

" facile da

intendere

per

poesiaepica, originepopolaretanto per ilsoggetto quanto per il serba pur sempre visibili e e che di tale origine essa magisterodell'arte, anche quand'"coltivata da uomini d'altissimo ingegno e manifesti i segni, nelle corti. Anche l'epopeairanica ebbe la sua pi" bella veste ospitata da un gran poeta addetto alla corte di un poetica gran principe; eppure, cosi u" n" ci" non cancellare non ne cancell" come togliere l 'origine pot" sua, chiunque
" chiai'o che " di
e comune non ne

per poco, la storia

della generale

tolse ilfare tutto


e

proprioche
certa
sua

consiste in
un

una

forza

non

di narrazione

di descrizione, congiuntaad
una

entusiasmo

che il

oltre poeta a stento pu" celare,

e semplicit". particolare ingenuit"

Queste doti ebbe


tutti

Firdusi in altissimo

grado e

le ebbero

quei poeti ciclicidei quali fin qui abbiam tenuto stati e che noi ignoriamo. probabilmente tutti queglialtri che vi saranno finch" dur" quell'amore Esse piacqueronella poesianarrativa in generale
per
i racconti
e nazionali, epici

in parte parola,e molto

il sentimento

nazionale, ridestatosi

con

fu pi" in generale, lo aiut",e l'arte poetica, potenza neglianimi di tutti, sollecita della sostanza che della forma troppo artificiosa.Ma, al sesto molto dell'Egira (dodicesimo secolo d. C), la poesiacortigiana, abbiam lavorata e fina, quellalirica specialmentedi cui in altro capitolo avviene di tutte come lungamente parlato, prese facilmente ilsopravvento, le poesieospitate nelle corti,costrette a vivere d'una vita artit"cialein un'aria morta. Allora,anche per altre ragioniche nel capitolo seguente e ingenua di Firdusi e de' suoi imitatori, diremo, l'artesemplice quell'arte da cui era nata, non che tanto ritraeva ancora del fare popolare piacque altri si procacci" pi".Per" la poesia narrativa cangi" costume, e come veramente erano e nazionali, esauriti, cosi, poich"gliantichi, soggetti epici curandosi poco omai di ci" che veniva narrando, vi cerc" piuttosto significati nell'ordine morale, e tutto rivesti poi d'una reconditi, specialmente forma studiatamente elegantee fina, ornata di tutti gli artificiche la retorica pi" ricercata poteva fornire. s'intende agevolmente, una 138. Era questa, come poesianuova, la che veniva bellamente a pigliarsi il posto dell'antica. poesia romanzesca, nel Ora quell'antica, che aveva dato le sue prove pi" splendidee gloriose dai poeti Libro dei Re, come ebbe anche fatto il tempo suo, abbandonata si ritorn" nelle dotti che omai avevano cangiatodi gustie d'intendimenti, mani del popolo dal quale un giorno era uscita. Per esso allora si composero nelle quali le avventure raccolte infinitedi tradizioni, strane e pi" strambe poterono trovare il loro posto,laddove anche ognicosa grande fu furono gi" alti modelli di valore e di virt", e gli eroi che rimpicciolita, diventarono volgari e le eroine avventurieri, pi" belle e savie si fecero secolo

80

cap"tolo

OLINTO

indecenti pettegole delle


cose

da

trivio. Cotesto

avvenne

non

tanto

nella sostanza

che fu propri di quest'arte fatte assai e senza sale, poche e eccezioni. Aggiungasi essi rare autori, l'ignoranza degli fossero, chiunque menestrelli e improvvisatori da piazza, ve ne e forse erano sono come in Persia. Per tale ignoranza si videro confuse insieme le anche oggid" della fede zoroaslriana e della mussulmana, trasfigurati cose gliantichi re antichi eroi strani anaci'onismi, e trasportati, da un con e gli dell'epopea difficolt" all'altro senza senza e ritegno. tempo 139. Di questi racconti volgari, di qualunque forma siano, dovrebbe non la storia letteraria, n" in questo libro ce ne occupecertamente occuparsi remo
o

dette

narrate, quanto nei modi

tutta lercia e fecciosa, puerilmentesciocca

noi, anche
essendo essi che
se

perch",se pur lo volessimo, non noti e giacendone ancora pochissimo


ne

potremmo
inediti i

far tanto,
scritti mano-

pochi

conservano

nelle nostre
e

biblioteche. Con

questo per",

lasciando di
e

d'una immensa parlare


un

raccolta di racconti assurdi indigesta

ha Tars"s,del quale il Mohlnon notizia alcuna, non possiam tacere di due poemi che noi crediamo appartenere e che a questa classe di composizioni popolari, pure presumono molto
e vanno

fatta da puerili

arabo, Ab"

T"hir di

sotto il nome

di due

di poeti

140. Il

primo
in

" il

cio" il Libro di Shehriydr-Jidmeh, le

Mukht"ri, che racconta


di Sohr"b, figlio cercandone bench" di Serendib ci" che

imprese del
e

valore. piccolo di Shehriy"i', di Berz", giovaneShehriy"r, figlio


non

del quale altres" ha il India,imitando Firdusi, lo stile.Le avventure dell'eroe


sono

metro pitose, stre-

di ritrari'eil fare

egli poi cada nei lacci d" Fr"nek, della bella reginadell'isola
lo rinchiude in
essere
una non

che (Ceylan),
ne

caverna.

il Piieu

dice, sembra

bene

il racconto, per ordinato, trovandosi

Ma

di Z"l, ch'esso vaga per diverse avventure, tra le quali " pure la venuta laddove egli d" prova del padre di Rustem, alla corte del re Salomone di Giacobbe. un sciogliendo enigma intorno ai dodici figliuoli la tradizione Ecco ora un esempio del modo con cui, nei racconti popolari, Perch" la storia dell'enigma iranica va confusa con la mussulmana. mone, dei dodici figliuoli di Giacobbe, sciolto da Z"l nel cospetto di re Salonel " che la trasformazione altro non di quellache gi" leggesi Libro dei Re, secondo della bella la quale Z"l, per conseguir la mano dai Riid"beh, dinanzi a re Min"cihr sciolse certi enigmi statigli proposti
suo

sapere

sacerdoti.
si dice essere Mukht"ri, il un questo poema poco felice, e atTerma aver quale nell'ultima pagina manifesta il suo nome composto sione. in nome dato la commisMas"d che gliene del principe aveva sua l'opera di Ghasna; ma di Mahm"d il figlio Questo Mas"d parrebbeessere perch"al primo tempo dei Ghasnevidi non s'incontra alcun poeta di nome cosi parrebbeche esso sidebba riferireal tempo dell'altroMas"d, Mukht"ri, nel almeno d'Ibr"him figlio di Mas"d, della medesima 0 casa principesca, nel 55-i d. E. (1159 d. C.), quale visse un Mukht"ri di Ghasna, morto

141. Autore

di

"S"S

CAPITOLO

Ol'INTO

143. Ora, tutta questa roba triviale induce

nell'animo

quel

senso

di

disgustoclie proviamo al veder rappresentare certe indecenti operette frutto e pascolodel gusto e dei costumi dei tempi nostri, francesi, laddove, molto peregrine, vedersi tra le altre cose qualche gran personaggio pu"
della storia ti-attato da cialtrone, come
re

" avvenuto
un eunuco

della regina Ester

del

Assuero, ai qualifu posto


del nome)
o

accanto

Ali (e notisi il dottissimo il

anacronismo costumi
e

che

fa da

asino. Ma
o

popolo,secondo
dei

che

ha

buoni

guastie sentimenti nobili


e

ha l'arte ch'egli vili, merita;

il poema

di H"min

Visa fa

conoscere

i costumi

tempi suoi

la

fu composto. Kppure ne fu detto e se ne classe di gente per la quale esso il poeta t^akhr ud-din Asaad, detto pi" comunemente dice ancora autore Fakhri, nativo della terra di Gurg"n,che l'avrebbe tradotto o ricomj)osto da
un

testo

avutane

da Am"d

pehlevicoiutorno al 4-4-0d. E. (10-48d. C.)|)er commissione ud-din governatore di Nish"p"r, al tempo del princi|)e
casa

Toghrul della
Samarcanda nelle

dei

Altri Selgi"qidi. al 550

ne

fa autore

un

Niz"mi

Ar"zi

di

vissuto intorno

d. E.

(1155 d. C). Leggesi intanto

prime pagine del poema:

Pi" vrtiia istdiia iioii vid'io, SiLiiiillcatu intende. Aeconcianon iir ad altro ne Ella somiglia elie a un verzier i;iocondo; mente non tutti leggouquella lingua,
Ma ilsermon n"" ilpehlevico, e dii 'Ilegge, E
se

alcun

il senso legge,

non

ne

afferra.

144. dubitiamo
non

Ma

che

questa storia derivi


sembra

veramente
esser

da

una

fonte

pehlevica,

poi

parto d'una fantasia volgare, attinta ad alcun libro che abbia ricevuto autorit" dal tempo. Dubitiamo che essa possa essere ancora sciamo conoopera di Fakhri, del quale,se non

assai, perch" essa

quale fosse la vita, essendone

assai

scarse

le notizie, sappiam

tuttavia che fu poeta illustre, atto certamente non a queste opere da trivio, si vuol credere che egli deliberatamente volle far cosa se pure non traria conad opera

ogni

sano

intento d'arte. Dato che il

adunque che
suo,

il poema

non non

sia
si

di lui,"

d'uopo supporre

nome

che nel poema

sia stato preso e assunto abusivamente da qualche cantore popolare legge, del di a quello come e ci", agevolmente si governatore Nish"p"r, dar valore R itorna intendere, e pregio pu" all'opera. pertanto alla per classe delle opere volgarie popolari anche questo poema che tanto fu levato in alto; e si hanno di ci" le prove chiare e manifeste. Tra le quali " la testimonianza non dubbia del poeta stesso che dice,in sul principio insieme del racconto, d'averlo rinvenuto scritto tra le fole del volgo, tra le notizie che trovansi nelle tradizioni orali, sebbene storia era del nostro Pulci che dice d'aver trovato poco prima abbia detto che la in pehlevico. Ma chi pu" credere tutto cotesto? " la stessa maniera la storia di

caldaici, siriaci, ebraici, persiani, grecie

Margutte in libri arabi, latini;e nessuno gli crede. E

per" l'autore
se venne

del nostro

involontariamente da
un

da s" medesimo s'" tradito, indicando poema l'umile fonte da cui egliha tratto l'argomento. Ovvero,
come

antico libro

sembrano

di credere il (Iraf,l'Eth"

LA

POESIA

EPICA

89

cercare senza ci" che dice l'autore del poema, (forse rij"etendo dica il vero),il supposto libro non pot" essere che povera cosa, s'egli nulla di pi".Osserva poi il Grat libro del volgo e fatto per il volgo,ma in prosa, dovette essere che,non conoscendosi la fonte,quale,secondo lui,

il Rieu

non e

qualesia la parte del novello compositore pu" discernere nemmeno del compositore quale quella del libro antico. Certamente per" sono
si

il Graf le immagini scipite e strane, sebbene novello le descrizioni inette, nelvogliatrovare un segno dell'antichit" del racconto nella ruvidezza e l'arditez
non o ingenuit" (semplicit"

si pu"
non

onde si dicono dire)

cose

che

era

meglio tacere.

Ma

tale osservazione

ha valore alcuno, quando si

consideri che

le fonti di Firdusi

che antiche; eppure ed eletto sempre. "

eglinon
vero

erano pi" (e ci" sappiamo ben di certo) ha laidezze, ma non oscenit", procedecasto

che

lo storico Mirkhondi,

come

osserva

il Graf,

di Ashk, onde essa dovrebbe dice che la storia " del tempo di Sh"p"r figlio tutto ci" come che al tempo degliArsacidi ; ma collocarsi nientemeno si
non

prova?
si
sa

il re

M"bed
un

che "
re

uno

dei

del principali personaggi


nome

poema,

chi sia,n"

di questo

si sacerdote) (che significa valore

trova

in alcuna

serie di
cotesto

regnantipersiani.
non

145.
ecco

Ma,

se

bastasse, o
e

non

avesse

dimostrativo,
e

le

cose

e puerili

le sconcie scipite,

le strane indecenti,

grottesche,

onde

lavoro volgaree s'infiora questo poema, che lo mostrano vasi di poeta. Perch" troindegno di chiunque,anche per poco, meriti nome bellamente che
re

reginaShah-r" e ne ha una ripulsa, s'intende, ed egli e partorisca, s'acconcia ad aspettareche essa concepisca fanciulla la va sposa la sua sposa. M"bed, quando che dovr" essere una figlia
M"bed chiede
amore

alla

schiere e che esercito! vengono ad altri, un esercito; raduna, per vendicarsi, dal Dehist"n,dal Kh"rezm, dal Khorass"n, dal dal C"urg"n, dal Taberist"n, dalla Cina, dal M"cin, dal Turan, dal Sind,dal Tibet, Kohist"n,dall'India, dalla niente Sogdiana; meno! Cotesta
non

sembra

forse

Trovasi parodia?
un cosa suo saggio mes-

che R"min

tanto cortese da prega la nutrice d'essergli le deve che ci" non alla bella Visa, osservando
cose

recare

parer

grave

difficile, perch"molte altre


come e

si fanno

di

gravit"
e

difficolt" maggiore,
case

il

il fabbricar prendereal laccio leoni ed elefanti,


a

sull'acqua
E

mulini

vento.

E per

e sconsolata, esprimerel'afTanno di Y"sa piangente

si dice che settanta montagne come amori di Visa e di R"min e i loro laida
e oscena

l'Alburz le sono

cascate addosso.

amplessi sono

descritti nella loro

gli pi"

che Visa d" a risposta che le rimprovera la tradita fede coniugale;n" v'" episodio pi" re M"bed l'amante, sale di quello in cui Visa, per fuggircon e senza vergognoso al fianco del tradito sposo, la troppo compiacente nutrice, pone in letto, alla quale poi toccano, come il re si desta,i pi" sozzi e sconci rimproveri. E dal soggettopassando alla forma, troviamo immagini come queste,cio" venivano il liuto, le pietre, che,quando R"min suonava per il gran piacere, il copil suo cuore sulle acque; e che, quando Visa piangeva, era a galla n" v'" verit";
cosa

pi"sfrontata

della

90

CAPITOLO

QUINTO

la fiala, e le gole ilbevitor del vino ; e che, quando Visa seppe della partenza di R"m"n, ildolore per la partenza di lui faceva da orefice sulle gote di lei (cio"le rendeva e scialbe), mentre pallide gli
erano

occhi e gli piere,

lagrime simili a gemme). anche Questiesempi crediamo che bastino,sebbene vogliamo qui recare un quanto plebeiamente l'autore del poema ha fatto passo per mostrare d'un luogo comune di molti racconti eroici. Perch", in questi, trovasi uso narrato di principi, sovente come un figlio quando sia allevato fra gente
umile
e

occhi

facevano

da

(cio"spargevano gioiellieri

rozza, tosto per

certi atti suoi faccia manifesto


un

l'alto suo

mento. nascicon

Ora, anche
desideri
e

Visa, allevata in

fa manifesto villaggio,

alti

strane

scrivendone

l'altosuo voglie alla reginamadre:

e di leicos" parlala nutrice, nascimento,

Anche

D'Asterab"d seriche stoffe, noi, e (jiiaiulu Edorci"cirrappo pinnoni:,r;Klis(_'e, serici molli di Primo tempo " del d",raso di Cina se drappi
sono e

Color

di molti. E s'ella vede

E de' Berberi chiede. Ecco! alla sera Vuole


un

Alcune vestibuone assai,alquanti difetti e il giallo Scopre per ciascuna, Dice esser degnod'oziosa gente, Di chi " in luttol'azzurro, e degno ilbianco Di chi
scava

panno

alla pi"bella due dritti,

Quale si addice
N"
meno a

di
a

donne. leggiadre leid'ottanta donne


meu

innanzi

che Voglionsi lei servir,


Non si conviene
con esse a

di tanto

la terra (?), e
se

scribi degli dal


sonno

nobile fanciulla.

Il drappo a due colori. E

se

ella a

mangiarsi asside.
e

Levasi alla mattina,ella mi chiede

Tutto vuol d'oro il vasellame

il desco.

Questa adunque " l'arte, e inetto autore se arte si pu" chiamare,dell'ignoto del Fi"min e Visa, poich" non c'indurremo mai a credere che la sconcia
opera che ha lo stiletrivialee plebeo dell'Uccellin l'elverde di Carlo Gozzi di certi racconti di Bertoldo Auerbach, sia dovuta e le melense goffaggini di all'ingegno pur esser novemila che fu poeta di qualche valore. Con diremo che nel leggere, molta noia con giusti, Fakhii

questo,volendo e fastidio, questi

ci siamo, incontrati in due passi soltanto che hanno qualche distici, alito di poesiae qualche sentore di bellezza; e per" uno di questi due daremo tradotto nell'appendice. " quale l'abbiamo Ma, nel resto, l'opera descritta. Che or ci domandasse ora se qualcuno perch" tanto a lungo abbiam che lo merita non ragionato d'un'opera punto, rispondiamo che anche noi
non

l'avremmo

fatto se

non

l'avessimo vista lodata

chiamata

celebre da
e

ebbe agio di poterla che forse non qualche dotto illustre, leggere meditare a dovere. Noi, quanto a noi, non abbiam voluto che al
suo

ricondurre elevato di

umile posto questo poema della

che

gi"s'era

indebitamente

troppigradi. poesiaepicapossono considerarsi


tutte

146. Ultima forma


tradizioni
messe

quelle

in versi dai Parsi per colmare le evidenti lacune del Libro dei Pie. Queste tradizioni, dette Rlv"yetcon parola araba, sebbene abbiano coi poeticiclicidi sopra ricordati questo stesso fine del raccontare ci" che Firdusi ha dimenticato

abbandonarsi

differenziano tuttavia nel non se ne tralasciato, fedeli al volendosi tener strettamente punto alla fantasia,
o

LA

POESIA

EPICA

.H

detto dell'Avesta del Sono


non

dei libri religiosi e nell'intenzione manifesta pehlevici,

s" bene di ammaestramento voler fare opera d'arte, ma che dell'antica epopea hanno racconti inettamente composti,
non

religioso.
soltanto
cuore

il metro, dottrina

l'arte sovrana,

opera

di uomini

stava ai quali pii,

la

dell'arte. Per" essi procedono senza pi" che il magistero religiosa scere linguapersianache fa conovita e senza colore,pedestri sempre, in una si scriveva in India lo Spiegel, come la loro tarda et",quale, osserva in ai tempi di re Akbar (1550-1605 d. C). Perch", gran parte,con altri essi vengono ed esegetica, dall'India, scrittidi natura teologica opera di quei Parsi che fui dal settimo secolo dell'Era nostra l" trovarono rifugio dagliArabi. Ma, sebbene di tarda et", quando la Persia fu,conquistata hanno
conservato

tuttavia molte

tradizioni assai antiche,e la

conoscenza

toccato appena ci" che Ond'" che soltanto di volo,ci viene per essi. contengono, come per lo Spiegel, dice ancora non gi"per altro pregioche possano avere, questi racconti tradizionali hanno qualchevalore. Devono appartenere a diversi

di certi miti

che Firdusi ha coi loro particolari, antichissimi,

autori,ma,
fino
a

per quanto

ce

ne

consta,

nessuno

dei loro nomi

"

giunto

noi. ci " noto quanta e qualesia la loro anche i Parsi in Oriente che non possedere pur
sono

147. Nemmeno
ne e

devono che quelli

perch"molti copia, fra noi, sono giunti

Adunque
studi,sebbene
lo
ne Spiegel

in

teche. inediti nelle nostre bibliogiaccionoancora giunti, di cognizioni e nello stato presente tanta scarsezza degli
non

questo genere di scritture


ha

sia di gran bastano

momento

ricerche nostre, siamo

di tre costretti ad appagarci

lunghiframmenti

per le che

i qualituttavia pubblicati,

perch"noi possiamo

molto lontana dal vero. farci del genere un'idea forse non mito 148. Il primo brano, adunque, narra ampiamente il meraviglioso del
re

Tahm"ras

che

aggiog"Ahrimane
un

lo

cavalc",facendo

su

di esso,

ogni giorno,il giro del mondo


in
e pi" luoghi, ne

intero. II mito
cenno

fa

breve
sua su

" pur ricordato dall'Avesta versi : Firdusi nei seguenti


La sella gli ponea di E
a corsa

Tiilnmir"s venne
Pose in
su

con poi,

ceppiAhrimane.
ratto

Ei

magia dorso quel

tempo

in

tempo
attorno.

l'adducea

pelmondo

C(Mne

sedea, palafren
tradizionale Ahrimane dal
non

Ma

l'autore del racconto


in
e

racconta egli

modo ({ual
non

si appaga di questo poco, perch" che mal volentieri s'acconciava al

possente re che battiture in compenso, d'indurre la mogliedel re a domandargliin qual punto trovasse modo menti della terra egli, cavalcando, avesse paura. E la donna, sedotta dagliornaduro servizio riceveva

Ahrimane, si fece dire dallo sposo qualequel luogo si fosse. Esso era il monte Alburz, e per",quando al mattino che Tahm"ras sul dorso, lo sbalz" a Ahrimane si trov" all'Alburz con segui,
di seta olTertile da
terra
e

Non l'ingoi".

" dubbio

alcuno

in questo pei'ch"

racconto

strano,
si

considerata la grande fedelt" dei Parsi alle loro tradizioni

non religiose,

92

CAPITOLO

OLINTO

"

LA

l'OKSIA

EI'K.A

trovi fonte

un

antico noi
A

mito
ora non

che

i'Avesta

Firdusi

toccano

appena,

attinto

qualclie

che

conosciamo.
racconto

149.
ci" che detto
con

questo
narra

di Tahmiiras brano Gemshid riferito che

di pure

Ahrimane dallo

si

nel secondo
il
re

ricongiunge Spiegel,essendovi
di Ahrimane. d" Gemshid
e

si

in

qual maniera

qui " detto fi'atello di Tahm"ras,


il fratello dal ventre

l'aiuto

dell'angelo Ser"sh l'ignoto autore


questo
re

estraesse

Seguita poi
narrando
;

descrivendo fortunato

la felicit" del regno


a

come

giungesse
e

chiudere
e

la porta dell'inferno lo

dopo eglisi mostr"


maest" merito il reale.
e

superbo

ribelle

Dio,

Dio

pun" col privarlo possiam


marlo, chia-

della del os"

Segue
ritenuto
a

un

se lungo giudizio,

cosi

delle

colpe di Ghersh"sp
sacro

dannato

all'infei-no, perch"
un

percuotere
che il cibo.

fuoco,

dalla fra le

religionedi Zoroastro,
da lui accumulate
stesso
come

giorno
cuocersi cio"
e

la fiamma Si

tardava fa questo

legna giudizio nel cospetto dello


lo stesso

destarsi

per

Ormuzd,
difensore alle accuse,

Ahura

Mazd",
come

assistendovi
e

profeta Zerdusht
l'anima

il fuoco

accusatore,
per poco
la
terra
essa

rispondendo
tre

di col

Ghersh"sp
narrare

intanto

che

" tratta

dall'inferno, che che

le

sue

imprese
queste
d'imitar Alla fine

quando
narrazioni

liber"

da

mostri

la infestavano.
rasenta

In tutte
con

prevale un

fare grottesco

il

volgare,

zioni esagera-

deliberatamente

cercate, credendosi
col dir
cose

indubbiamente

l'autore
mostruose.

degnamente
del

l'epopea antica
noioso si

grossolane

lungo
150.

giudizio,l'anima

di

Ghersh"sp

"

Il giudizio che avanti abbiam che ben

pu"

dare

di simili

narrazioni

perdonata. gi" risulta


hanno
a

chiaro alcun

da

quanto

detto, cio" che, quanto


altro
era

all'arte,non

valore, tanto
Anche
ma se ne

pi"
e

il fine di chi si dedicava

questi lavori.
e

trovano

di scritte in prosa,
se ne

in

una

prosa

povera
non

disadorna;
parci. occu-

di queste, A

facilmente

intender"

il

perch",
arrestar

dobbiamo le nostre
come

questo
alla
nata

punto, poich" qui dobbiamo


tuttavia
il

ricerche

intorno iranica ricevette

poesia epica,vogliamo
dal
sua

osservar
come

soltanto vita

l'epopea

popolo

per

popolo,

ebbe

finch" rigogliosa

la

pi"

bella veste

poetica dal genio di Firdusi, cosi, dopo di


ritorn" al

lui,passato quel tempo


le
e

essa propizio,

popolo da cui

aveva

avuto

discendere da quell'alto origini. Allora, per rifarsi popolare, dovette Firdusi innalzata l'aveva nobile e deporre l'ammanto seggio al quale
e e

reale

vestir

cenci

di gente
a

da

fattasi ti'ivio,

essa

stessa

nei

trivi i

rula gar-

ciarliera. Intanto,

quell'altoseggio ch'essa ha abbandonato,


ma con

" salita,
zesca roman-

con

molta
tutta

presunzione,

merito
e

assai
tutta

minore,
data

la

poesia

tutta artificiosa,

sentenziosa

al filosofare.

APPENDICE

ALLA

POESLA

EPICA

A.

FIRDUSI

Il Liliro

(lei Ilei.
epica).

Sol per ci" ch'essa vede, in s" le trova E in se le crea ; ma con tal core e tale
e con Spirto questa mente e con tal lingua. l'Eterno Nato mortai come potria Ben lodar? si conviene. Degnamente

(per la parie

1. Lodi di Dio

del principio

poema. nostra, arriva

In

nome

del
mente

Signordell'alma
autor, che
non

Ben Tu

si convien che l'essere di Dio

Di nostra

confessi,evitando
e

ogniparola
in core.

a pi" sublime cosa. pensiero di gloria Iddio primo " signor eterna, e primo altere Signor delTampio spazio, E guidaa tutti noi. Signordel mondo.

Uman

Inerte Tua

L'adorando stolta.
e con

via cercando

profondo pensier

Ha gran potere sua legge. Chi sapienza ha in s" ; per sapienza


un flingiovanisce cor

Meditando

Signor del ciel rotante,


E

un a

dona giocondo fulgor alla luna


e a

gaio le stelle.
e

vivo

gi"vecchio
non

stanco.

Eppur, verbo

mortai

fia che

passiv
trova

Dona

questo sol. Ma

intanto

Ch'ei trascende

ogninome,

ognipensiero,

Mai questovel,che uman non pensier All'essenza di Dio libero il varco.

Ogni segno sublime,a ogni pi" bella Parvenza ei d" splendor, lume e colori
Profonde ovunque. Se veder non ponno Il tuo primo Fattor questi occhi tuoi.
Ai

2. La

'^. scoperta del fuoco

Con breve scorta Un

Hosh"ngl'ertamontagna
cosa e

occhi tuoi fulgidi anche


umano a

Che Per

dar rancura, non via non ritrova pensier Lui. Trascende Ei solo Or tu ben sai

di salia, quandogli apparve


e

Lunga
Era
e

lontana. Mobile

veloce occhi gli

fino giunger

bruna

soverchio. Erano

Ogni nome,
Che
ove

ogniloco.

sorpassi ognivisibilcosa
non

Come fonti di sangue, e il negro fumo Che dalle fauci spalancate uscia, L'aria offuscava, Prudenza E
una con lliguard" con

Alto concetto, l"n col" Terreno


e Spirto o mente spirto

giunge
11 nostro
sua mano

molta

umana.

il saggiore,

molto senno,

la mente

ancor

libra in

alla afferrando, pietra


mosse.

Iddio possente,ed Ei come In librato pensiero esser Proclamarlo Vuoisi

potria

Ratto si Con
;

Via

battaglia la pietra scagli"

qual", non
a

compreso? umani san gli


crea

forza di regnante, e il negro dinanzi a lui. Serpe ratto fuggi la


sua

per" che tu
a

servirlo accinto

Ma

la

minor pietra
e e

forte

Sempre ti serbi
Parole

in umilt". Se

Url" di contro Un cotal poco,

si

spezz"con

maggiore quella

favellar la mente

nostra.

scaturia

dall'una

(1) Questi passi del Libro (FiRDCSi.


Il

dei Re dal

sono

secondo
in

la mia versi

traduzione italiani
da

dell'intero Italo

poema

Libro

dei

Be,

recato

persiano

Pizzi, Torino

1886-89, V. Bona, S volumi). (2) Vedi il paragrafo 80 di questo capitolo.

94 E dall'altra una
Tutto Morte Ma
e luce, un

APPENDICE

ALLA

POESLV

EPK.A

chiaror vivo ebbe

Dura ilfavor di lietasorte,e


Pianta che si lev" E
su

quella

Non loco rivesti. quel

e altera giovane corona

serpente ; per"l'orribile

l'altre si estolle, una antichi. Io prenci

che uscia da sue l"t"bre acceso ({nel E ful2;ido te'chiaro al prence splendor, Che chi,t'erroimpugnando, a tutta forza vivida scintilla Batte le pietre,
tratto

con Tocca, e l'avr",

quell'antico seggio
ti consegno,

De'

ag-

Questo nipote mio^, Sam


^

[giunse, battagliero.

un

uscir ne fa.Ma ilre del mondo

Che di

da questade' mortali partir

di Dio venne Nel cospetto adorando. che l'Eterno in dono Benedicente,

Infima sede per me giunta" l'ora. Amico tu gli tu lo soccorri sii,


sue; Nell'opre

die,ponendo un Qnesta luce gli segno

Agliuomini cosi, ver cui voltarsi Dovean pregando, e il re, Luce divina " cotesta,dicea ; chiunque alberga in l'adori! con virt", Saggezza petto lanette cima Venne e sull'alpestre di montana Un gran fuoco dest", qual
Vetta culmine Festa

Valor

con

senno

deh! fa che per te solo ! virt" dispieghi e con

A Minocihr prese la mano allora sire in Il vecchio della terra e mano A Sam

la pose, indi lev" la fronte

Inverso al

acuto, e intorno al fuoco


con

e disse : 0 di giustizia cielo, in ogni tua Eterno Re, verace ben dicesti Io sono : un giorno Promessa,
"

Il prence si rest"

la sua

schiera.
e

Il

e d'ogni signordi giustizia oppresso


"

indisse in egli
e

notte quella

vino

Aiutator!
Mi

Giustizia mi
e e

rendevi.

Bevve pur anco Festa die il nome. Rimase E nobil Fosser


1 in tena
re

di Sad"h alla gaia Cotal festa poi

recavi soccorso,

de' miei

padri

Il serto mi donavi

con

quelserto
Signore,

del sapiente qual


viva. Oh!

Il suggello Cosi,o regal.

memoria

molti
senno

a pari quaggi"

costui nel sede

Ognidesio di questocore ardente Esaudisti tu solo.Or tu mi reca


De' beati al Pi"
non

! La terrena regnatori

alcuno soggiorno. Indugio

Adornava

ei costante

la fea lieta,

Si che la gentef"'di lui l'icordo anni appresso. In bene ognor per tutti gli

loco soffrequest'alma, e in questo m'" rimaner dolce. non pi" Angusto


Tali
cose

compiute, all'improvviso

3. Morte A Sam
2

del

re

[-^r"d"n.
ac(juesti

Cadde la sorte dell'antico prence^,


E caddero i suoi di. Son vizze omai

che ratto

in giunse,

Della Ad

tutte regal pianta

le foglie.
ei

L'antico^ sire favell":E)itutti


I il pi" famoso,ecco prenci
suo

[centi

ogniistante misero
oscuro

piangea
un

Al termin

questamia

Tempo vid'iopassar, che cielche sul mio capo Compiea quest'alto Ratto si volse. Ed or, quel vago ed agile
si curv" *, che Cipresso
non

gi"tocca vita.Un lungo molti giri

E vivea tristo e sconsolato ;

canto

Solitarioed E al trono

alla corona

De' suoi tre prenci'^ pretella. occhi ei si ponea le tronche Innanzi agli Testeeinperpetudduol, sempre piangendo,

per sempre

Cosi dicea : Pass",fecesi oscura

(1) I primi re
la terra.

dell'epopeapersiana si

consideravano

come

signoridi

tutta

quanta

(2) Principedel Segesl"n. V. paragrafi29, 30 e SI del ca[)itolo. (3) Il re Fr"d"n. V. il paragrafo 80 del capitolo. (4) Cio" la sua persona, gi" bella e giovane. di Fr"d"n. V. il paragrafo 80 del capitolo. (5) Il giovane Minocihr, successore (6) Il re Fr"d"n. del re Fr"d"n, periti (7) I tre figli gi" di trista morte. V. il paragr. SO del capitolo.

96

ArPENDICE

ALLA

POESL\

EPICA

Dal caste!di Milir"b ^ d'alma

serena

cielsul capo Quest'alto Che Mai sia pari, e gli


non

cavaliere
un
"

Queste ancelle inviava al tuo giardino


Cotesto La vaga donna di Kabul. Come intese Dest"n 2, balz" quel core,
"

si famoso

prode
L'ancella

fu vistodal destin.

Sorrise alloraal Avvenente

giovinetto paggio,

Si cbe

pelmolto
con

amore

al loco

suo e

Pace ei non
venne Rapido

ebbe. Pien d'ardore


un su suo

d'ansia

valletto.

disse: e si gli qualluna, Deh ! cotesto non dir, che nel castello Di principe Mihr"b sta una fanciulla.

Corse del fiume

la sponda, e allora

Quale sovrasta al tuo signor del capo


Veracemente. E la donna Candore Divino Ambo
Le
un son e

Ch'egli
Le

dall'opposta parte chiese al paggio arco un giovinette,


scoverse

Pari ad

un

arbusto

bianca d'eburneo gentil,

E si brandi della persona. Andava allor qual A piedi se cacciasse; e quando Vide

bella, e

fanno alla sua

fronte

serto i bruni

ricciattorno.

nell'acque bruno
ini

che lo Il garzoncel

augel, per lui c he seguia, avea

fieri gli occhi

suoi, piegate

in un sopracciglia

bell'arco, e ilnaso

Rosate guance, tese all'arcoil nervo, Voce di quel Il pose in man gagliardo. Allor mand" chiare dall'acque perch" Zal la veloce Si levasse l'augel; Sua saetta avvent" rapidamente. S" che dai voli suoi f"' in

stelo. un qual d'argento picciol Angusta bocca


come

E la sua

angusto" il core
i suoi

Di chi nel duol si sta. Ma

Ampi
Si

hanno ricciqual monil che al

capelli jjiede

occhi suoi, e gli cingonle fanciulle,

gi" discendere

Casti e

ferito.Rubiconde allora L'augel Si f"r l'acque del fiume,e Zal,Deh ! passa, Disse al turanio garzoncel, da quella recami ferito tu l'augel e Sponda, Che l'ale ha tronche. Dentro
-

d'un languor pudichi, soave, fiorenti Qual di sonno, son pieni, e son

Le gote sue, nero qual muschio ilcrine. Il lieve respirar par che sua via Tra labbra non quelle alfinche non " Sappi CJie le sia
Ma pari.
*

ritrovi ; donna

tu terra

a un

navicello

quiin

Il turanio garzon ^ l'acque passava Arditamente e ratto alle fanciulle Venia Col
con

noi

quiscendemmo

di Kabul,venimmo Rapidamente Al sire di Zab"l che veramente Cosa vaga saria, leggiadra cosa. Zal Rud"beh nostra. a congiunta Per
amor

fieroincesso. Or, le donzelle

dell'iranio prode giovinetto

dissero D(dce la lingua discioglieudo, Parole acconce : Oh ! chi " costuiche braccio Ha di Di

Veder

di colei leggiadra e adorna,


arte

leone,

eroe

? Sire gagliardo i dardi suoi? Che vale


suo

Cosi ciascuna delle ancelle tutto

qual gente si vanta, ei che


un

in tal guisa A Zal Noi Di

che manifest",

era

questa

Dall'arco avventa
A lui dinanzi

Perch" di leile rosee di Sam quel figlio


11 leggiadro garzon

labbra al labbro
fossero conte. cosi

nemico?

Pi"

degno cavalier gi"non


suo

vedemmo.
e

rispose

Sire del

desio

con

arco

freccia.

Alle fanciulle:Oh!

si davver! che bello

allora pose i denti suoi Rapido Alle labbra ilvalletto e cosi disse: Deh !
non

" ({uesto in ciel, sol che splende congiunto


Alla candida luna !
"

si come parlar,

Prence sovrano!

Ei del Nimr"z

del mio fai, " sire,

Quando, ridendo
di Sam: Figlio
Deh!

aiu'or,

da lor tornossi

i monarchi di Sani,e sogliono Figlio

l'inchiedeal'illustre Il giovinetto, chi " colei che teco

Anche

dirlo Dest"n. Ci"

non

si volile

(1) Principe del Kabul e padre di Z"l. Altro nome ('2) (3) Questigiovanipaggi,secondo
del Turan.

di R"d"beh.

erano l'epopea,

quasi sempre
era

venuti

dalla

regione

(4) Quasi

lo stesso

che

Segesl"n, paese

di cui

di Z"l. signore Sani jiadre

APPENDICE

ALLA

POESL\

EPICA

97

In secreto Or Se

Tutto parl"?

ridirmi

De' suoi

si fosse.Avea, congiunti, qnal

quid"i tu. Che


a me

ti dicea colei

una Qual gaiaprimavera,

celletla,

ridente ne ritornied hai Ci" che

Schiuse le labbra e de' tuoi denti mostri L'arsentino candor?


"

ne

udia,

Ridisse al prence il garzoncello, e parve ilcore di quel gagliardo Ringiovanir inatteso. Ei disse allora Al giubilo Al lee^iadro garzon Alle ancellecosi : D'esto giardin con Gemme Un mio Con E In
auro con "
:

e grandi i volti. L'adornar di drappi Dipinti Tessuti in ("ina, lucenti v'apprestar Dischi di fulgid'or, ancora sparservi

Ov'erano di

di possenti

E smeraldi

corniole, e vino

nuischio

Vanne, dirai
non

violee rose, Ed ambra mescolar, Anche narcisie tulipani e rami Di di spiconardo ancora. gelsomin,
oro rose

Deh!

uscite

Un solo istante dal


voi

che forse giardin, le purpuree


rose

Dall'altra banda. Eran turchesied ed acque eran di nappi, Le lor bevande. Ecco ! saliasoave Lor colmi Della fanciulla come Come

Ancora ". riporterete Da' suoi tesori

Non tornino al castel, per ch'io secreto


inv"i. messaggio
"

fino al sol dallacelletta Fragranza sol leggiadra.


Oc?

gemme

ei si cerc" monete cofano leggiadro

ilsol fianmiantee chiusa disparve

di gran prezzo, intesti drappi cinque

del ciella portafulgida. Fu dell'aula Che la chiave del sole iva Gi" E La
si compia. Tu l'opra duce d'eroi mosse quel

fulgid'or,
con

un

perduta,
"

Colmo di gemme di gran prence degne, orecchi suoi E di orecchini dasjli Anche si tolse, e due, per la leggiadra Fanciulla di Kali"l, anelli, fulgidi Minocihr nobile Di prence dono. Trascelse con
amor. a

and" un'ancella: Tutta Di Sani al figlio muovi ilpasso. al castello


va

Cos" come

fa l'uom che Ad

cercando
terrazzo
e ascese

F"' un

cenno

disse :

sua compagna. Ella che avea rosate

un

Questo recate

A ninno le fanciulle.
"

voi recate ascosi. Sen favelli, ma Con ardenti parole monete e con

con

corsero tesori,

i valletti
e

occhi guancie gli come un Nerissimi, agile leggiadra alta dal cielo sovrasti cui a Cipresso, Perfettaluna. Come apparve lungi Quel di Sani cavaliernobile figlio, Schiuse le labbra
E talvoce
sue
:

Alle

fanciulle adorne cinque


e

vaghe,
nome

donna l'inclita
te discenda

le gemme Loro affidar

l'oroin

mand"

Lieto venisti,

Di ZaI,del regno gran vassallo ; e tosto Di Rud"beh le ancellead un leggiadro Vallettofavellar:Mai


non

Giocondo

! Su garzoncel

Benedizion d" Dio, scenda

si resta

Cui,

come

te,

nasceva

un

quello ! Oh ! care, figlio


su

Cosa in secreto, in pria s'ella resta non Fra due soltanto s'ella fia tre a nota, ; Secreta Un Or intero pi"non " ; se a quattro, Or la conosce. tu, prudente, popol e avveduto, a noi del vero tu, saggio
cosa

Oh ! dolci a questocor le ancelle mie, dal capo al piede, ben tu sei, Che quello Che descrissero a me! Pel tuo bel volto in Gaudio ha ilcor
La notte ombrosa si converte, giorno alla soave d'ogni gente tua ! Tu in questa guisa adunque Fragranza da' tuoi, Venisti a pie padiglioni stanchezza venne! E al tuo piede regal dall'alto d'eroi E quel come prence occhi ud" la voce, gli Di quelle mura che volto Lev" d'un tratto e leiscopr"

Favella omai. Se alcuna Tu la disvela a noi. Di Zal che nel


"

caseosa.

Come f"r conscie

amor suo pace o riposo N(m rinvenia, l'una ver l'altra dissero le fanciulle : Cadde Malignamente

Il leon fero dentro al laccio, ed ora Di Rud"beh ildes"o, di Zal la brama omai ! Ben Compionsi lieto " questo ! augurio

gemma nitida le gote accese Il terrazzo splendea, Tutto il loco rendean lucente e chiaro
Avea di sol.Si
come

allortutto apprestava Rapidamente Rud"beh di nascosto intenta,


Pizzi, Storia
della a

s" ch'ei rispose: rubili, Qnal fulgido Donna


voi. II.
,

ognuno
poesia persiana

Icuyiadra, venti-a

te saluto

98 Da me,

APPENDICE

ALLA

POESIA

EPICA

dal ciel benedizion! Deh! quante

Stolto !

su

lei ch'" l'alma mia, mandando


cor

occhi l"ggeiido all'astro Notti per te, gli dinanzi a Dio Della Spiga sn in ciel, Santo E
e verace

Nel ferito suo Da


un suo e

strai di dolore. ad arte laccio, nodi que'

valletto prese un
entro sporgenti

stetti, lagriniando
del mondo ilRe
sovrano

L'intorse

n" pose indugio. l'avvent",


a

che pregai

Un de' merli

Secretamente ilvolto tuo si bello


Mi addimostrasse ! Or

cosi dal basso Del laccios'impigli";

Alla tua voce, Oneste si,di grazia adorne.

nel core giubilai alleparole tue

Fino alla cima il giovinetto eroe Salir potea. Come si assise in alto L" sul terrazzo delle mura, a lui Corse la vaga giovinetta e onla^"gio Si Ma quella man gli prest". le prese ed ambo Ratto il garzon nella sua mano, Movean com 'ebbri.Dal terrazzo allora Gi" discendea del nobile castello Il giovinetto, man quella Giocondo
ramo

Cerca,

Cerca un'arte sottil che via dischiuda


A che parlar dovresti Al tuo cospetto. de' muri, io sulla via? Tu dall'alto

Del

d'eroi come principe


avea

la voce
e

lidi colei che

sembianza

volto

Di leggiadra Peri i, subitamente il capo. Sciolse le trecce sue da sommo Sciolse da la persona, alta ed eretta Quale arbusto gentil, laccio, pieghevol

di lei, Scesero insieme ben

d'una bella pianta,

nella man. Stringendo

Alla celletta scesero auri-fulgente,


re

Qual si nero
Di lacci un

lucente unqua non scaglia A quel di gran consesso di luce, vibrator.Ricci su ricci Era, pieno un
e

degno. paradiso

Eran davver A

inserti quaiserpentelli
sovra

Veracemente, ed
In

eran

le fanciulle

Pi" in

ciocche serpentelli, dal mento. gi"

ciocche

piedinanzi a

lei dagli occhi bruni.

Cosi fu che ratto

Ella cader lasci" da' merli sommi I bei


il piede che,scendendo, capelli Toccar di quella torre,indi dall'alto
mura

volto e l'inclita Zal per quel statura. Per tanta maest", meravigliava, ed crine; Meravigliava per quel ella Avea collane ed orecchini e armille,
e si parca e gemme, fulgidi Drappi Quelle a primavera. Vagogiardino fiorenti Gote sue tulipani eran

Dell'ardue

mand"

voce

disse:

di talche Prence,t"glio A

gi"nascea

Di valorosi, or fa di salir ratto


me

la persona tua, quitraggi


e

Entro I

e ciocca sovra un'aiuola,

ciocca

Dilata il pettoleonino La tua

le cadeau. Ma l" seduto capei di gran prence mano un quella capi D'esti capelli miei ; per te soltanto Divina maest",con lei, qualluna al petto Vennero all'uopo le mie trecce. A questo, Adorna di splendor. Sospeso A questoini voU'io crescermi ilcrine. Un pugnale avea, sul capo un serto egli la donzella m'ama Perch" un giorno chi bei Di e rubini, gentil porgessero a E Zal guardava Inattesa un'alta. Dal rimirarlo non quietava ancora. La vaghissima volto avidamente Ma furtivain (juol donna e si stupia ammirava Pei' quelvolto s" liello Stavasi a riguardar; crine, e il lungo quello Indi tal bacio su le trecce brune Braccio gagliardo e la cervice eretta, che di quel bacio il chiaro suono Di lui la maest",l'alta statura. Stamp", di sua tremenda clava, Dall'altoud" la giovinetta. Intanto Onde, al colpir Ei cosi rispondea attrita e pesta Sfasciavasiipial : Non cosa giusta polve n" splenda mai (piest'almo Una montana inver, Fiaquesta rupe. Ella pi"assai Sole nel giorno ch'io porr"la mano, delle sue gote Mirava allo splendor schiudi di re! Prendi de' Zal si restava in
" "

fate di str.aordinaria belt",alate, protettrici (1) Le Peri sono degli uomini, secondo Secondo che conducono fate malefiche l'epopea. sono gliuomini a perdizione l'Avesta,
con

la loro bellezza.

APPENDICE

ALLA

POESIA

EPICA

99

Che ranime Il suo


E
cor ne e

accendea,si che pi" assai

avvamp".F"r

caldi baci

amplessisorsi di fumoso vino,

venia dai padiglioni strepito Di timpani sonanti. Un mesto addio Disse alladonna sua, vaga qual luna, Zal Fortemente giovinetto. al seno

che ilnobile leone Se pur to2[li

in potersuo non La strinse, trasse. preda qualsi serra alla sua trama L'agile d'eroi duce D'un bel cosi Ambo di lagrime Alfin, parl" quel panno l'ordito. Deh! tu, dal seno Alla donna gentil: e al sol che gi" montava, Empir le ciglia hai Sciolser ed Candido quale la a favellar:Del mondo fragranza lingua argento, donna Luce divina, anche per poco, a noi D'intattomuschio,o vaghissima che allora Per Qual cipresso contrastar, tu non dovei hammando gentil, sappi Salir pel onde estidue tapini. Che Minocihr sapr" cotesto, mai cielo,

Consenziente in ci" Sam di Nir"m


~

non

Ila^. La

voce

lever" pur nell'ira.


a me verranne

Alla prova d'amor, per la tua vista Non dovesser del cor subitamente Il vincolo spezzar ! L'attortolaccio Zal da l'alto avvent" di quellemura,
"

e contro Spumosoillabbro,

In gran corruccio. Ma pregiata cosa " sol l'anima mia, ch'io la persona
a Appresi

E il vago amante

dal castel discese.

si che dispregiar,

non

calmi 5. Andata Ma
a

Di rivestirla mia funerea benda. Or

di Rustem

al monte

Alburz^.

qui, per
me

Dio

giudice nostro, signor,


il tuo

A te

promettoche

pattomai
Lui

quelfior d'ogni gi"di l", pi"forte,


guerriero, percorrea
sua un

Per

infranto non

ha. Dinanzi

R"steni

strada

Andr"

adorer" compunto pregando,


costume

Verso l'iranio Ecco ! ad prence^. Adorno bello ei vide


e

miglio

Qual "

dei devoti a Dio, di pensier


e

eccelso monte, Pel sentiero d'Alb"rz,


e un

Perch" Sam

del mondo cavalier, perch"

loco. V'erano

L'inclitore ^, da Contro
a me

castigo

Alberi molti

correnti fontane.

di vendetta

di corruccio

Eletto loco ad abitar d'un

prode

Puro facciano il cor.

La mia

preghiera

L'Eterno ascolter", tu alfine. perch"

E novello garzon. Vicino all'acque Era postoun bel trono, e tutto asperso
e

di rose Era d'acqua mi siicompagna. Al cospetto d'ognun, muschio. Un Intatto Io pure, io pur, gli la rispondea bella, Dinanzi
a

di odorante

giovinetto, quale
in ciel sereno,

Dio, la tua promessa


mia lingua

accolgo

" raggiante la luna


Su

E la tua fede. Su la Che altridi

queltrono sedea,dell'ombre

fresche

In testimonio sta il Fattor del mondo


me non

l"a signore e donno


e gloria regal seggio crescea

In parte eletta, e molti eroi dintorno Gli fean corona, con lor cintial fianco,
" costume. Qual di prenci

Fuor che Zal valoroso, inclitoeroe,

Era in quel loco

Quale ha

corona
"

Una festa regal, qualdilettoso Paradiso del ciel piacente e bella. Come vider l'eroe su

E maest" ! E

Cosi

l'amore
"

Adegui istante.Lungiil senno


Fin che dal loco suo

omai,

sentiero. quel
incontro

il desio, che fu cotesto prossimo

Tutti dal loco gli moveano

l'albalevossi

Gli accoltiprenci, f"r vicini e poich"

di Z"l e diff"cilmente avrebbero acconsentito alle nozze (1) II re Minocihr e S"m V. il R"d"beh di straniera idolatra. era e R"d"beh, perch" paragrafo81 del famigha capitolo. (2) Antico eroe padre di S"m. (3) Il re Minocihr. (4) Vedi i paragrafi82 e 83 del capitolo. che abitava sul (5)Il principeQob"d della famigliadei Kay, eletto re dagliIrani, di
monte

Alburz.

JOO A R"slem

APPENDICE

ALLA

POESL\

EPICA

Col tuo bel viso all'alme nostre. Ancora innanzi vennergli pi"d'assai, Prestando omaggio e dissero: Gagliardo, Di Qob"d manifesto e certo indizio A te dar",qual oltre " veracemente, Inclitoe ilkistre, passar non puoi tuoi il costume. Da questaparte;gli Qual sia l'indolesua, quale ospitanti * Da Uaklish di noi Noi siamo e tu caro. discese, nembo, l'ospite rapido qual Il valoroso, indizios'ebbe Al pregar nostro quidiscendi adunque come in corsa Un cotal poco, onde alla gioia e venne alquanto Di Kay Qob"d per essi, Di quel fiume sul margo, e l" si assisero Ci abbandoniam,beendo un \in fumoso In tuo
o celebrato eroe. ricordo,

Gli accoltieroi sotto

un

albero eccelso
un aureo

eroi da l'eretta Incliti cervice,

Da l'ombre fresche. Sovra

trono

Il valoroso Andarne

m'" rispondea,

d'uopo

Si assise allor l'ignoto giovinetto E di R"stern la


man

Alb"rz per cagiontale Di grave peso, n" mi lice, o prodi, Ristar da l'opra e grave mia, che lunga al monte Ci sta dinanzi la Di rei nemici E In
son rancura.

nella sua

mano

In dolce atto si prese. Un aureo nappo Di dolcissimo vin colm" con l'altra
E
con esso

ingombro

de' Persi incliti in guerra


ancora

lamenti

ogniconfin d'Irania, ed oniei queruli


la nobile

F"' ricordanza. Un altro nappo Colmo di vino Cos"


a

R"stem

asseErnando,

casa. ogni re

Dell'iranio trono

Tu, parl":

celebrato eroe.
entro

Priva " di

grandezza.

Di Qob"d mi chiedestiindizio certo; Da chi


ti veiuie dnn(jue
"

N" mi giova gustardel dolce vino. N" molta pace con Pel dolor mio Nel dilettofra voi.

la mente

poss'io quirestar

Cotesto nome?

E R"stem

rispondea:

Lochi alti0 bassi in camminar

non veggo. Inclito eroe, dicean pur quelli intanto. Io quirecai. L'altezzadell'iranio Trono apprestar li nostri prenci Se all'Alb"rz ne vai tu con tal rancura. e sire ne o di tua gloria dovresti, amante.

Del gran vassallodell'iranioimpero^, Con anima serena, alto un messaggio

Dir

Acclamaron

Chi mai col" vai tu cercando. Noi Siam cavalieridi

quelloco eletto, Fino al monte d'Alb"rz! L" tu vedrai Noi che un convito qui apprestammo. A tisarem Che vai cercando, noi duci,[quello Animoso Qob"d fra genteaccolta. fa qual Un saluto gli anche pi" assai di regnante. E se d'uopo " d'aita, Ma innanzi a lui non indugiarti, assemblea Per te faremo. All'inclita ancora Fosse i Cos" rispose lochi che prenci allor: Vive in quei ancor per poco. Digli Lui domandano del grande D'elettastirpe sol,che per lui solo un re. Nome " Kay Oob"d, rampollo La grandezza ch'" del seme del trono iranio ". apprestar
"

Qob"d. E il padre mio, L'elettod'ogni duce, ei che s'appella Zal valoroso, dicea : " Deh ! vanne a me

Di

re

Fred"n, di nobile des"o.


e verace.

Giusto

Se di voi

Bene il ricorda, a Indizio certo.


"

qualcuno Kay Qob"d mi porga

Che se porgere a me certo un indizio Di lui tu puoi, e quello intanto, porgilo Cosi conduci al Di R"stem
suo grado regale.

Il fortissimo eroe

valoroso alle parole


seme

Come disse cotesto,allor che intese I dettisuoi la nobile assemblea. Sciolse la lingua di Ho io di

Sorrise il giovinetto e cosi disse:

Eroe, del
Prence De' E

di Fred"n

son

io,

que'fortiil duce
un se

Qob"d,e
come

i nomi tuttiio serbo

E cosi disse: Manifesto In questo nostro

Kay Qob"d. Che

segno tu scendi

miei nel mio fedel pensiero. padri chin" la fronte l'ud",

R"stem,

luce darai ostel,

gi"balz" dal ossequioso

seggio

(1) Nome (2) Cio"

del di

cavallo

di R"stem. che consigliato si chiamasse

Z"l, che

aveva

Kay Qob"d

al trono.

APPENDICE

ALLA

POESL\

EPICA

101

e disse: 0 re dei regi Aurifulg-eiite de' foi'ti, o sostegno terra, Dell'ampia dell'iranio Schermo de' prenci, trono Conforme al piacer tuo sia la grandezza E caggiano le belve ardimentose Entro a' tuoi lacci ! Il seggio imperiale ti loco sia, e Degno grandezzagloria Al re del mondo T'accompagnin quaggi"! Io quireco un saluto, saluto e quel E di Zal battaglier, fiord'ogni prode.

Esto Del Di

e giunsemi gagliardo, per esso fortiil lietoannunzio. serto di que'

E R"stem Della Al
re

allor che intese valoroso,

di que' due falchi, quel sogno regal, luna splendida, corona come de' forticosi disse: Un segno " ilsogno tuo. Tu intanto messaggieri
in Irania andiamo, perch" lor gagliardi, recando alta,
re,

De'

0 Levati,

Appo i
Andiam

correndo.

"

Come

vampa
suo

allora.

Che

se

al

suo

servo

ne

fa cenno

il sire,

Sire Qob"d balz" dal loco


E in sellaal
suo

10 la linguasciorr", dir" messaggio De' guerrieri d'Irania a cotal prence D'alma


serena.

destrierde le battaglie

Gittossiratto. Strinse la cintura A' fianchi R"stem,


E
con

Dal loco suo Di R"stem 11 valoroso

Qob"d animoso, levandosi, porgea


"

nembo, rapido qual fiero Qob"d partissi. prence


di R"stem

La mente, il core

ed il consiglio al dire 6. Incontro Come R"stem


con

Sciolse la lingua battaglier.

Eul"d'^.

del duce iranio ^ allor, Il messaggio a ridir. Come pur giunsero All'orecchiodel
re

viator solingo

si tolse

detti suoi, que'

Balz" nel petto a re Qob"d il core Per molta gioia, e. Qui recate intanto, di vino un colmo nappo. Voi, Disse, ricordando a nome, Questo gagliardo Al labbro vostro l'accostate.
"

allora da l'infausto campo E riprese via. Ciunse ad un loco sua Ove luce
non era. era

Una

profonda

notte Caliginosa

nell'etra.

N" in

Allora

Bevve

valoroso nappo di vin quel E benedisseall'anima del sire.


un

le stelle, notte risplendean quella La luna non splendea. Ben detto avresti Che incatenato ilsol lungi dal cielo Era co' raggi suoi,ch'erano avvinte
a

col purpureo vino compiuto Fu il giro fra gli eroi, poiche pi"accese Del novello signor si fean le gote, A R"stem E in Come generoso ei cosi disse: Con l'anima serena un soglio io vidi,
esso

Come

Dentro

nodi d'un laccio le ridenti

Facelle de la notte. Il valoroso Le


a Rakhsh briglie

abbandon"

sul collo

E trasse

Per l'ombra fosca a Non fiumi Giunse ad


o un

n" dintorno ei giunse innanzi, monti o valli, scerner E ruscelletti.

mi

recavano

lucente
corona

d'un tratto, poi,


e

sole una fulgido

loco luminoso

chiaro.

Due bianchi falchida l'irania terra. Con fiero incesso, veni"no rapidi, Essi da me, sul posavanmi

L" 've la terra

quald'un

verde ammanto

Quellacorona.

capo Poi che desto fui.

Eran le messi Tutta ei vide coperta. ivi la gente Nel primofiordovunque;


e v'erano dopovecchiezza, Ringiovanla Erbe verdi a l'intornoe corsi d'acque. sudor tutta era molle D'un tepido

di speranza in quella Corona rilucente e in que' falconi Candidi


e

Pieno ebbi il core

belli.Ond'" che, di

re

degna.

La veste militar sulla persona Di R"stem si che gli venne battagliei',


cor

Una festaapprestai, si come

vedi,

In questa guisa di quest'acque al inargo. Come candido falco a me quivenne

Alto

un

des"o nel

di

sonno

quiete;

E tosto ei si lev" la sua

villosa

(1) Cio" di Z"l. delle sette avventure (2) " una andava liberarvi il quando egli a 83 del paragrafo capitolo.

incontrate
re

da

R"stem
e

sulla via accecato

del dai

M"zender"n Devi. Vedi il

K"vus

incatenato

102

APPENDICE

ALLA

POESIA

EPICA

il petto, che copriagli di tigre Spoglia onde stillava Dal sudor penetrata, Il i'ulsid'elmo ancora, e l'uno e l'altro
Arnese

Venne Fra le Un

con man

il misero custode. pianti i due divelti sanguinose disse: e si gli recando, "

Orecchi suoi
uomo

de' caldi raggi al folgorar

di paventoso l", aspetto

Egli espose del sol. Poi che di quiete, in lui Poi che di sonno pi"possente
le briglie Necessit" si fea sentir, Tolse E al suo corsiero, rapidamente libero illasci"peiverdi colti, seminate. Ancora
corazza
e

villosa Qual negro Devo ^, e cinge una di tigre ed ha ferrato l'elmo. Spoglia
" Egli

Tutta

pianura occup"da questapartea quella,


un corazza.

Ahrim"n

che la vasta

Ovvero "
Della

Per le campagne Ei si vesti la sua Come

serpe che dormia nel cavo Io corsi a lui, dai campi


e libero destriero,

l'elmo

Per discacciarquel suo Ei


non

d'un fasciopoi ilsol li asciug",

lasciommi gi" pei verdi

campi

leon D'erbe virenti, qual

selvaggio,

N" volle che al destriero io m'accostassi; in pielevossi intanto ma fiat", mi Ambo gli orecchi e ancora divelse, Gi" si gitt" sonno. quel per ripigliar
scoverse,

la targa Si f"' giaciglio, e postasi Di sotto al capo e dinanzi la spada, vi pos" La man su l'elsa. gagliarda allor che vide Ma de' campi il custode, Libero entrar Di R"stem colti ne' verdeggianti
venne

Ma

mi quando

Subitamente;non

Udi cotesto Eul"d Ira del

si lev" d'un balzo

correndo il destrier, urlo ambe

e per rapidamente cor

la molta

e un Precipitoso, A Rakhsh,al cavaliere Gli sgangherava.

le labbra

si cacci" fuori in

guisa

batt" con Ei s'accost",

un

nodoso

Di negro fumo. Ei si,veder bramava Chi mai fosse costui, cagione per qual Tanto mal fatto avesse E custode. Ai semplice
e a

Ben si destava Legno costui ne pie. R"stem dal sonno, eroe gagliardo, e quegli Gridava intanto Ahrim"n
con

fedele quel

campi suoi
e molti adunque,

stridentevoce

Verdi

fiorenti ei

venne

Giovinetti il seguirfamosi in guerra. ^ che se'tu, perch" sciogliesti Libero Con spade 11 tuo destrierne' verdi campi? aguzze. Con tal scorta, ratto
contro Perch" illasciasti
a

chi

nessuna

Ei le briglie volt" del Verso Dato di R"stem. Destrier si volse

palafreno

Offesa ti rec"? Una

"

Senti nel petto

loco ove segnai fue quel gli

alle parole strane grand'ira Ratto ei si leva, Il prence^ divampar. afferra orecchi all'importuno Ambo gli E li stringe e li attorce e li divelle Dalla radice, u" parola seco Fa buona
o

Quand'eifu vicino
e

al suo era (E di battaglia bramoso), balz" ratto in sella, Fuori traendo la fulminea R"stem
e guerriero

spada,
qualnube

s'avanz"

Ambo trista.

raccolse allora

Che tuona in ciel. Ma

l'un dell'altro (juando

Gli orecchi suoi fra

grida disperate

Accanto si trov",l'arcano evento dichiar" con prontalingua. Questia quel disse. l'echi? Eul"d primiero Qual nome E chi se' tu?
il tuo quale " iltuo
terra Dell'ampia

Il custode de' campi, e l" restossi Attonito e storditoalcun istante Forte Eul"d In quella terra aprica piangendo. era signor, prence guerriero,
e

loco qual In questi rifugio?


re? era,

Inclitoin armi

A lui criovinetto.

Campi

recare

il pi"bello non

(1) Qui
danno

" nel

senso

comune

di

nemico,

di

malvagio, che

vuole

opera

il male

altrui.

(2) R"stem, signore del Segest"n. Vedi i parademoni o spiriti maligni della schiera di Ahrimane. (3) I Devi sono grafi 10-14 del capitolo. iranica. Vedi i paragrafi 4-9 del (4) Il genio del male secondo l'antica religione capitolo.

104 D'altospaventodell'eroeio
temea Pieno fu allor;

APPENDICE

ALLA

POESL\

EPICA

spirto

che veramente

assaltoe dalla pugna. Dritta Dall'aspro lion feroce distese e qual La man
In alto il Devo

L'estremo

di t'ossevicino. p]ppnre

L'anticoardore ei suscit" nel petto Come leone, e dirizz" l'acuta al fianco del Devo. Spada Una ed
Il ferro acnto forte Cni di Riistem vigor
mano nn

di sue sollev", e il f"'cader. Sul suolo all'altezza, Spalle Fortemente il batt" come
una

belva

spingea,

si che dal corpo In s"bito furor, al Devo. Entro nel l'alma Sprigion" Il

core

piedalla persona
11 mntilato

ficc" R"stem vincente, pugnaigli


nero

del nemico. Via spicc"

col prodein quella guisa S'accapigli" la caverna Tutta ingombrava Che s'accapiglia altero un elefante oscura, E un mar di sangue era la terra intorno. Con un fero leon. Con un sol piede La pugna ei continu" con quell'illustre
E la A
caverna

il sanguinoso petto distacc"2. Quel corpo informe Fegato Ouindi dal

paventosa tutta

8. La

dei batfafj"ia

sette

eroi^.

alfine Al petto E al collo egli atTerr", per atterrarlo mandava. soqquadro Sotto a' suoi pie, e al quell'uoiu gagliardo; Un

Udii che R"stem


in loco giorno,

fortissimo eroe,

ai forti dilettoso, Quel loco E al collo l'afferr" fermo polso con [petto Lieta una festaprepar". R"stem famoso. (Juesto a quel strappava Chiamavasi Nev"nd, l" 'v'erantorri di ornamenti assai e piena Le carni a brani, Eccelse, e ilsuolo a questo, e quello

Tutto si

d'una poltiglia ricopria

Era Fu

ognitorre. Nel deserto un loco

Di sangue intrisa.Oh! se la dolce vita R"stem dicea salvar, Oggi poss'io Nel
cor

alla caccia ; ora vi splende propizio ai mortali. Il Fuoco di Rerzin*,guida D'Irania i prenci eran A seduti col", schiera loco di cene, ampia una quel

eternamente profondo,
"

vivo si fugge. gi"

Davver ! ch'iorimarr". Cosi frattantonel


suo

Gi"

cor

pensava

Il Bianco Devo, per la dolce vita artigli Ogni speme da me! Se dagli

v'era in armi. Quell'illustre D'incliti di Keshv"d prole, Tus e G"derz con lui,

Behr"m

e il forte Ghev, nobili prenci,

feroce io mi disciolgo drago ben che le cuoia Ben che feritoal pie, in quella Cadanmi a brani intorno, terra D'esto Fatata del Maz"nd
i

questamia faccia
i

suoi famosi Non vedrai! pi" de' prodi

di Shav"r illustre con Z"ngheh, Gurghin (justehemme, con f"gliuol, Berzin che eretta Con Kharr"d battaglier, a fulminar la spada Avea la fronte, ch'era di tutti Atto nel campo, e quel,

Animoso

Non

i servi

giammai,non
una

possenti!

La

corona

Gur"zeh. D'essi ed il fior,

Cos"

nel profondo core parlava lieve speranza

Il Bianco Devo, e

eroi. Drappello Aveasi ognuno alquanti ! Era ben quello e valoroso e illustre loco giocondo Tal di festaapprest" R"stem
sol fiammante che questo guerrier,

Ei pur dava al suo cor. Cosi la pugna due Ferocemente prosegnian que' Con

pi"fierodesio;sudor con il suol. Ma R"stem con Rigava Forza di Dio, in grave doglia e vampo,
Alfine Molto in pugnar persever". Si trasse a dietro l'indilocampione

E la luna nel ciel parver dall'alto sangue eletteinvidiar. Ma intanto Le dapi quell'alta Non
un

momento

quell'ampio ripos"

Stuolo d'eroi dalla faccenda grave, Con mazze giocondovino, e frecce, con

Vedi sopra. (1) Il M"zender"n. e la vista al re K"vus e agl'Iran! prigionieri doveva servire Perch" a rendere (2) accecati. Vedi il paragrafo 83 del capitolo. (3) Vedi il paragrafo 85 del capitolo. di Zoroastro. (4) Uno dei templi del Fuoco secondo la religione

APPENDICE

ALLA

POESIA

EPICA

105

per la caccia. E allora Che f"r trascorsi alquanti di,per molta Con lietocorrer Gioia e
Preso in core, tutti allegri quiete dal vin, cosi parlava un giorno di ZaI : H"steni, dich'io, tiglio

partir que' ; ellin'andaro gagliardi Con veltrie falcili e palanchini adorni,


Con gran baldanza accelerando il passo Del Shehd tino allespiagge, a quei giardini Del regnante Afrasy"b. Da questa banda Era il monte e dall'altra le correnti Del vago fiume ; dall'opposta riva di Di Ser"khs la citt", pien gazzelle. Pieno di
a torme, era capri

Ghev al

0 di noi tutti il pi" t'aniosoeroe, hai di cacciar, se qui son pronti voglia in quelli Al cenno tuo veltricorrenti, ^ verdi giardini D'Afrasy"b regnator Se Del sol liauimante oscurereni la gota De' cavalier per la volante polve, Per falchie veltri, per levar di lunghe Aste ferrate.I nostri Avventereni contro

di faccia

Il deserto infinito. E l" discesero. del vagantefiume, Lungo le spiaggia Baldi e festosi ancor pelmolto vino i cavalieri, e tosto Esilarante, Si empi di tende e padiglioni intorno Il vastissimo campo. Oh ! ipiei stupir". Tante gazzelle in rimirar; ma poi Vennero al loco della caccia, assai Desiosi d'un pastoe desiosi D'una battaglia. Ei suscitar le fiere
E

palafreni e i nostri "n"gri, gli


laccio

Brandi levatiappresteranno un

Ai leoni. L", l",nella pianura falchie veltri Di D"ghvi noi verreni con
noi Per far la caccia,

bramosi,e verri

Abbatterem co' giavellotti, e pingui co' falchinostri prenderem Fagiani " ildi.Per la campagna Per quanto lungo Di Turania fareni la nostra caccia. S" che memoria rester" di noi nelmondo. Anzi iomi penso ancora Quaggi" Che se con lietocor la mia proposta Tu
0 eroe, tutti i accogli,

pelmonte

pelcampo

l'alte grida

Fino al cieloelevar. Cosi fu

sgombra

La terra tutta di leoni agresti, E sentor F"r di


ne

salifino agli augelli

Pel ciel volanti.Cumuli


e di augelli

dovunque
intorno,

belve intorno

di freccia, e qualgi" plauso Qual trafitto spento. regnanti l'alma alla gioia Tutti si assiser poi, via dal Abbandonando,
cor scorrer

ilsapranno. Faranno alnostroardir quando


E R"stem

dicea: Deh! gli

possa

le triste

Lieta per te, come pi"vuoi,la sorte, la tua meta! Allora E sia gioconda deserto Che l'albaspunter", l'aspro Entrerem E dal Oh si ! di Turania qua
e e

Cure cacciate e la mestizia. In pugno orecchi Avean tazze profonde e negli Il dolce Che Stavano
suon

intanto de le ribebe, d'atterrati cervi la fiamma.

dal cacciarvi
avrem

cosce pingui a

correr noni

l" non

posa.

rosolar sovra

Dolce mia

" pure e glorioso, prode al brama, sempiterno mondo in cielfiamanifesto


a

Poi che trascorsi furon sette

giorni

Un ricordo lasciar.Dimani, all'ora Che il rompere


A
su

vin gagliardo In questa guisa, con un Entro a le coppe letiziandoi forti

Al fumoso licortroppodevoti. Del Savio albor sen venne ottavo al primo giorno a ipiel prode proclamar consiglio Ei disse, di ZaI fra i suoi compagni. Figlio Voltosi a
inclitiin guerra. gagliardi que'

ben sar" se Del di novello, loco verrai. Farem quel Di vin, di Forte
un

caccia

scompiglio
"

nappi
e

d'atterrate belve. Con-

insiem. licer gustando

[vennero
i prenci In tal proposta e ninno tutti, D'altro consiglio si f"'autor. Nell'ora

fronte : duci ed eroi da l'alta Prenci, ad Afrasy"b Or, senza dubbio, giugnea u" saria bello Certo annunzio di noi, Che la maligna trama volpe qualche Ordisse co' suoi prenci. potria Egli

Che dai sonni levar sul

Qual fu

primoalbore, tutti desire, s'apprestaron

(1) Il re

del

Turaa, nemico

degliIraai

dei loro

re.

Vedi

il paragr.

18 del

capitolo.

106

APPENDICE

ALLA

POESIA

EPICA

Qualcheastuzia tramar,

venir

con

l'armi
E

Convennero

col

re

tuttii guerrieri

E ai nostri velti"pelselvaggio campo

i cavalieridi Tnrania in questo

Precludere la via. Ben si conviene


Ei di
tristo abbia quel
e

il Che alcun dinoi guardi sentier, cheappena Trentamila novella alcuna, A brandir Veno'a Taiuiunzio del nemico stuolo

l'inclito sire suo. Consiglio Scegliea u si la campioni, spada


con

tutti famosi valor,

a noi. Facciasi almeno Qui significhi

Per chiare opre di guerra, e fea tai detti: A un punto sol per la dirotta via

dal tornar la via i passi, n" dal correr mai Volgete tolga Si posi alcun di voi la notte o il giorno. Il malvagio signor. Gur"zeh allora, Del deserto la via correan Sire ai figli di Ghev, sen venne accinto que'forti disse Uscendo All'alta levando alta la fronte Andr", allor, a quell'inimpresa. Che
non

ci

"

[clito, Per
E andr"
con

desio di pugnar. Stuolo inllnito

in moto Va, gli a tutte parti Afrasy"b rispose allaselvaggia Ponea,la strada del ritorno ai prenci o illustre, R"stem, e corri, Su la dirotta del fiume. via D'Irania ad occupar. Quando sen vennero Sponda sta. Custode Al loco della caccia, e accorto a guardia e l" sen vennero Vigile
"

lietocor.

Cosi

Sii tu di questi eroi. Gur"zeh Ed


erano

"

Partiasiallora

vendetta D'aspra Gur"zeh Immenso

qualleon,ricco di gloria,
con

per desire intenso Tutti affrettati, s'avanz" quel prode


a

lui celebri e forti


"

di nemici contemplar quel

Alcuni cavalieri. Che Meno

Oh! ha
una

queldrappello
vedetta in armi, sivolsero
e

stuol, non

prima in

alto ei vide

qualGur"zeh
"

Levarsene la

Ei rimirava polve.

che nulla estimar dee le perfide

Arti nemiche!

and"; Quegli

tutto raccolto, drappel L'irrompente che venia qual fosca Una falange

Gli altria far caccia nuovamente, Di nemico Ma


cura guerrier

ninno

si prese. nell'ore della notte poi, oscura.

ciel.Vide che in alto per l'alto Levavasi dal campo un negro turbo al tenebroso nembo Di polve, e in mezzo Nube

annunzio certo Un vessillomostravasi. Gur"zeh, Tempo al sonno propizio, indietro Tutti i ad pi"esperti S" come vento impetuoso, giunse Afrasy"b. torn" con alte grida, raccolse tra i suoi prodi, Si ritorn"; e molte Egli Con voci di terror, quasi Cose di R"stem raccont",dei sette ruggisse. al dilettosoloco a gagliardi cavalier, Quand'egli giunse pari Pugnaci bevea giocondo Della caccia, vino di tanti Leoni tutti, e disse poi, di Zal con gli Prodi suoi nel cospetto altrieroi; si davvero Il gran figlio : Or Ma ratto ei gli Che strano evento accadde a noi! Ma in R"stem leone. : grid" sottil in lascia Un ! Qualchetrama pongasi opra [pria Tua gioia intempestiva ampio Onde assalto improvviso abbian da noi Stuolo " quipresso, che misura o computo Gli ardimentosi. Che se in nostra mano. in sua Non soffre, alla pianura grandezza Che se in nostro poter trarremo i sette Veracemente ugual. Dentro la polve in alto, Che poggia sol risplende Eroi d'Irania, come angustae incresciosa 1 A K"vus Del maligno l'ardua bandiera. Afrasy"b regnatorfarem la terra. detti ai concitati E aggiunse rivolto Rise famosi all'udir pi" poi, que' In guerresca tenzon : Non " d'indugi R"stem, e rise forte. Oh ! la vincente in convien che Fortuna sta con ma noi,disse. Ma tu pria Tempo cotesto; Ne Ne andiain si
come

gente a dilettosa
il nemico le
nosti'e. genti

Del turanio

della volante signor,

Caccia intenta; l" poi, sovra


Irarrem Repentini

Polve dei cavalieriche il turanio Suolo invi",[lerch" si tremi? I suoi

(1) Il

re

degl'Irani.

APPENDICE

ALLA

POESIA

EPICA

107
^ e
"

Prodi

non

vanno

in l" di centomila,

Di Sam E alber Tutto

antico

le briglie a volger Cavalieri, usi, Con le sul destrier.S'io fossi gualdrappe In questocampo qui solo soletto Con questaclava e la corazza e il mio

! profuso del Zab"l splendente,


suo

della pugna al campo E K"stem in un nappo


,

un

rosso

Vino bevve all'onordel Che in

fratello, Zev"reh battaglier. Zev"reh,allora


man

Rakhsh
Alcun Solo
un

di tanto d'Afrasy"b, battagliero,


mi

si pose
suo

una

ricolma tazza,

Stuol de' suoi prodi e di


non pensier

pazze furie. darei. Qui basti


sue

Ricord" del E bevve


e

il nome prence inclito baci" ilsuol. Riistem di molte


e

campiondi noi nel fatai campo, ben poca cosa Che veramente son
Nella di Turania battaglia
me

Lodi il f"' segno

disse: Ecco, ilfratello

tutta

I cittadini. Questo a

s'addice
m'"

Beve dal nappo del fratel.Lione E veramente queich'a un colmo nappo Avidamente corre dietro. E poi
"

Campo di guerra,

e non

alcuno d'uopo

Che
E la

non

cessava

dal

dal bevere, goder,

Guerrier d'Irania.Qui

slam sette

eroi.

gioia crescea,
del sire e

tristezza andava, la via eroi, degli

in guerra, incliti Cavalieri prestanti, basta Di spade di noi armati, e uno

Ghev cosi disse all'inclito campione: Amor A


corro toglier

Contro

duemila

astati cinquecento

di destrieriincitatori. Cavalier, Che Del


se

Parte del fiume

ad Afrasv"b. Da questa ^ ch'eiscenda. non vogl'io

brama sua volge

questaparte

Del ponte chiuder" l'uno de' capi A

in armi fiume il glorioso regal

malvagio, dall'opposta quel parte

la sua fortuna Afrasv"b regnator, si tragga Davver che gli manc", quand'ei frattanto A questoloco! Tu, coppier,

i nostri Per alcun tempo il trattenendo, Perch" vestano intanto le guerriere

Armi.

Davver! che del

de' giuochi gioir,

Di vino del Zab"I In fino all'orlo.


"

m'empi

una

tazza

Gli vers"

vino quel

velocemente, gliel porse il coppier del suo E ratto il prode giubil"


E acconcio. Ei si rec" quel Porgere nappo in pugno e di re K"vus prima Splendido Del re del mondo ^ II nome pronunci". Per La
me sua

" l'ora! oltrepassata Intempestivi, estreme Dell'arco allora a le due parti La tesa corda ei rileg", venne poi Ratto correndo verso all'unde' capi

Dell'arduo ponte.Ma vicino al ponte era gi", quandoilvessilloscorse, Egli Al


suo, giunger

del

suo

nemico.

Scesi

si faccia
e

ei disse ; ricordanza,

Da questaparteerano

persona Eterna gioia !


"

l'alma

sua

rallegri

ilfiume tutti, sfavane a capo eroi; Superando, gli


ne l'annunzio, spedia grande

Un'altra volta ancora

Afrasv"b. Ghev animoso Il regnante si vesti la sua di

ne prese e die un bacio al suol profondo A R"stem E R"stem disse E vino : Questo giocondo poi

Ei

tigre
suo

" alla faccia di Tus


I alloradel prenci

"

Tutti levarsi

del mondo signor

Irsuta spoglia, e balz" in groppa al Sen venne palafren. Impetuoso


A far

E fecero all'eroedura un'inchiesta:

Tempo non
E bevendo
con

" per noi di vuotar


te

nappi,

De' Turani,e

male

potila

Lottare il Devo Iblis.Nessun resiste. Altri che te, alla clava da un sol colpo

contro all'oste avversa battaglia in strana guisa gridava che s'avventa.Allora Qual fero drago nelle bell'armi Che il scoverse Afrasy"b che fuggian da lui Tutto rinchiuso,

(1) Il re K"vus, inquantoch"


la terra.

re

dell'Iran

si dicevano

re

dei

re

signoridi
La

tutta

(2) Cio"
S"m
essa era aveva

nessuno

pu" brandire,
da
un

come

te, la clava
sul fiume Keshef.

dell'avo
un

tuo

S"m.
un

clava solo

di di

detta la clava ucciso


un

sol

colpoperch" S"m,

giorno,con
divideva

colpo

orribile
o

(3) Il fiume

Am"

G"h"n

dragone (l'OssodegliAntichi)che

il Turan

dall'Iran.

108
La mente Ei tem"
e

APPENDICE

ALLA

POESIA

EPICA

il senno

detto avresti; forte

Quando il vide,l'iranio, e il ponderoso


Arco fuor trasse da la teca. Allora Su
F"' scendere Ne

di

queibraccio e di

quell'ampio

Irsuto petto e della man

possente,

Dell'eretta cervice e della clava Recata in collo.Ma d'un tratto il prode Tus
e

di sibilanti dardi quell'eroe intorno una e l'etra pioggia a primavera tutta,come ingoml)r"

l'astanel pugno, Nuvola fosca. Sollev" sul capo, lui, il prode A quella vista paventosa, e quello e Ghev gran cavaliero, Gurgliin Gur"zm lo scudo e s'avanz". Con l'asta a Sliav"r, e il Z"nghehpreclaro, Figlio ilcapo del destrier nemico, [forte Raggiunse Ferh"d nell'armi esperti,E Gurghin Behr"m, Berzin, precipitava battaglier D'eroi questodrappel in Dall'ardua sella.Ma gagliardo armi. quelprode giugnea Con l'aste in mano Ghev all'istante; lucenti rimir" ilcaduto e le spade D'indica foggia, E d'ira s'infiamm", si lev" d'un tratto leone come In un sol gruppo dal suo loco;innanzi alta una voce Che rugge nella selva, E alla Mand" Gur"zm. l'alYerrava ratto Vennero, come a jiardi battaglia.
con

G"derz

F"' dar fiato alletrombe


sonori Colpi

f"'ne' timpani Al cinto

fiero quel tempestar

Alla

ed egli Prence turanio, stesso dentro s'avvent".Le battaglia spade le clave e allor,
i

e gi" il traea dal loco suo un pugnale Quell'uomprestante, e poicon Oh si! pien di spavento il petto. Apriagli

Trassero Statura Diedero

giavellotti
dentro

Tutti i suoi
e

cavalierid'alta prodi,
i prenci nella battaglia
tosto

d'altamaest". Ma

ancor

fece il cor! Ma intanto superbi Il regal prence Nevdheride -, in pugno orrendi Con quella clava poderosa, sferrava in su la testa ai prodi, Colpi E Gur"zeh l" dentro si spingea Col brando acuto, come verro agreste In rabbioso furor. G"derz di contro che Tale assalto inferia,
ei fece scempio

Ei de'

color" ben e Irani, Ai primicolpi e la cervice e


il sangue

il petto

E i cavallidi sotto. In questaguisa Ghev si sospinse nella mischia, e parve Leone che Nella
sua

abbia la preda perduta caccia.Da


e

D'alme turanie, leone in giostra, e qnal cavalcando un forte Con l'arcoal braccio, Zev"reh dalla parteopposta Destrier,
innanzi. Spingeasi

ogniparte intorno,

E dinanzi Gi" la sua

da tergo, egli battea clava e de' nemici molte ben che pieg", De' turani

Con elettaschiera

Di

in armi, incliti giovani campioni

Persone in due Ed alte ancoi\a.

gagliarde

Correa frattanto, come


e Gurghin possente,

nembo
trassero

in

cielo,

prenci

le spade,

Molti caddero uccisi ; oh si ! la lieta Sorte di tanti eroi, ben chef;.uiiosi.


i forti Precipitava. Fuggivano

E le clave brandir forti e E Ferh"d


e

Berzin tra i

pesanti pi" famosi.

Ghev, nel tunmlto dellapugna, orrenda


Voce mand"
contro

Eroi di Cina

innanzi

Ghev; stordia
vista. quella

al turanio sire,

Di Turania il signor per

Ma dalla parteove Gurghin, valente tremendi a Mil"d, era a calai' Figlio di clava e di fulmineo brando Colpi Di forte acciaio, stavasi di Gur"zm

Prence illustre Turanio sire. Afrasy"b. hai la fortuna,o vile Grid",che avversa Che il nome tuo perdesti, a che tal vampo, in opi'adura A che tanto sbracciai'ti Veramente a smaltir? Dimenticasti Forse le pugne Qui se' tornato
se eroi, degli con ancora

fronte,

di nome, un uom C-ostui guerricr. incontio dal turanio stuolo. Vennegli

stuolo possente

La

pugna

dimandar. Die

un

alto grido. D'armii2eri nuerricri?0 foi'senulla

(1) La Gina si considera, dall'epopeapersiana,come paragrafi16 e 17 del capitolo. del re Nevdher. (2) T"s figlio

congiunta

al Turan.

Vedi

APPENDICE

ALLA

POESI

EPICA

109

Sai tu (li laiiiosi croi,prenci quosti D'Iraiiia bolla,Hi"steniimperante,

Come

di Turania il prence, ci" vide, Volse le briglie sentieri e i rapidi

Giiderz, Giirghin magnanimoe valente


Cavalier? Nulla sai di Tus manderan

gagliardo? i prodi tuoi cotesti Scompiglieranno


Veracemente
e

si ratto, correa Fuggendoprese. Egli Come nube pelcielfosca e piovosa; Ma R"stem cavalier sospinse in corsa

riverso

Quel

suo

Rakhsh

ed animoso,

incitollo

A tergod'Afrasy"b, di fieriassalti regale. E R"stem di rincontro url" selvaggio Apportatore, e f"'tal detti : Amico Come bieco leon. Tristo, Accorto e saggio, nell'orrendo dicea, campo Che hai tristi correndo mai Non ti sedendo ma p erch" segni, t'arrestar, fa ch'io, Balzasti incontro Con tanti eroi Dov'" R"stem Esercito Non
re non a

il seggio Gi" nella polve tuo

me,

tal pugna

osasti loco

Alto sul dorso,questo re malnato D'anima Faccia


e privi

meco

Nel apprestar?

del

suo
"

fermo all'assalto guerrier,

rossa

la terra.

sangue tutta A quegli accenti. s'accese

sta,non
A
me

regal seggio,
d'alcun l'aita
io col

L'ardente

cos" palafren

sovrano.

Di novello des"o, che detto avresti Fuori dai fianchi gli l'ali, spuntasser balz". Quando vicino egli Fu al turanio signor, questo pensiero In cor gli Or si,che veramente nacque: Giunse del viver suo l'estremogiorno ! De la selladal culmo illacciosuo nodi a que' Ben le disciolte impigliar. Corde all'elmetto il ma s'avvinghiar, prence Al fiero colpo si sottrasse, e il rapido Il turanio Suo corridor balz"
come una vampa. Si che dal laccio dell'eroe fortissimo

Uopo non
Ghev D'uom Nome Donne

" nella battaglia, e molti

Siamo davver, se

quison

prode

S" ratto

contro battaglier veramente

Turania tutta !

niun de' tuoi Turani la pugna

da noi riceve; entro


sono e non
"

Lev" la spada sua, E


come grid"

pi". Cosi dicendo, tagliente, acuta,


in fosco cielo

R"stem

disciolsee volle entro

tuona

Nuvola errante ; e poi, per la seconda d ie Volta, voce e disse: Orbe', turanio,

Ebbro,di
E vivo
non

razza

eroi tu Degli

atto alla pugna vile, Se' vizzo e l"acco, sei. non


e

sei tu ! Vanne
e

ti prendi
e

Il cavaliersi liber", le gote Molli di ed pianto arida la strozza,


con

Qual femminetta
Vanne
a con piatir

conocchia

bambagia. le figliuole tue


casa.

E i cavalierisuoi

l'armi infrante.

Tra le cortine di tua

A tale

Giunse tuo stato,che t'" d'uopo ornai La mano tua ritrardalla battaglia.

Con l'alma oppressa, dietro aluiveni"no Correndo ansanti. Come nembo in cielo,

Afrasy"b dinanzi, fugg"a regnator


Del Gih"n le correnti in concitata Furia

Or

tu

vedrai di combattenti

prodi

Le spade acute, si che mai di pugna Non ti verr" pensier dentro la mente Da cpiesto in poi. Con questo ferro giorno D'indicatempra il capo tuo superbo

quelsuo gran core Era trafitto, e gli estinte giaceano


varcava.

Ma

Di tre Di

ben parti
soave

due de' suoi

guerrieri,

che chiesto avea lui,


e ne

dalla fortuna

S",si,recider". Gi"
La tua
corazza e come Afrasy"b,

per te piangono il fulgid'elmo tuo. udi detti acerbi. que'


Ei

Un miei

tocc" veleno !

Oh si,dell'ampio stuol di pugne amante Due di tre parti pi"non fean ritorno
!

Pieno di ambascia ebbesi ilcore. Che forte egli temea di Zal, n" Figlio
a

di Turania tacque, Ai padiglioni

Morti

del valoroso disiarla pugna

Erano

altrio da nemico ferro gli ed caduti Piagati, altriin potest" schiera di quella Di tesori
e

Ei s'affrett", tuttii suoi guerrieri ma Con gran desire a s" chiamando, innanzi le filecon Spinse infranta lena.

Di

vincenti eroi.
auro

di

in seggi
e

sculti.

Di

corone e

di cinti
e spade

di corazze,

D'elmi Ratto dal contrastar


si trasse
a

di

di

fulgide gemme.
oro

dietro.

Di

di valor,che in palafreni

110 Avean

APPENDICE

ALLA

POESIA

EPICA

di celate in le briglie,

ferro,

9. Nozze di Rustem Poi che


una

di Tehm"neh

^.

Di trafieri con Di molte

foderi dorati,

pi"d'assai cose leggiadre infinita D'alto prezzo, rest" copia raccolsero in Tutta Degl'Iran!poter. festoso core L'elettapreda, con
Nel ritornar dal contrastato Ma eroi nessuno degli
i

partedella notte ombrosa

Pass" veloce, allorche per la v"lta Del ciel rotante del mattin la stella

campo,

estinti corpi

Denudar

volle e ninno os" le spoglie

Rendeansi tutti De' caduti frugar. Al loco della caccia romorosa E cavalliadducean,la ricca preda Recavan
seco.

parole quella porta Della stanza s'apri per un impulso Lento e leggiero ^. S'avanz" un'ancella Fino al guancial dell'ebbro sire, in mano che soave attorno Lampa reggendo
Scerete l" d'accanto, e Odor d'ambra spargea. Dietro l'ancella, Una vaga fanciulla; oh ! come vivo un Sol che fiammegaria, era di molte costei,

Sal"a raggiando, corsero

Elli scriveano

un

foglio

adorna ! Fragranze sparsa e d'assai fregi s" Eran le ciglia come un sue arco, ei Eran lacciflessiiosi attorti il solo, e Zev"reh, pr"' quai ; Spento giacesse altero Le trecce sue, come Era caduto gi"di sella.Disse cipresso Tu parti R"stem prode a Gurgh"n: adunque Alta ed eretta la statura. In guisa orecchi suoi Di sol lucente dagli anima Con lietocor, con serena, orecchini. In lei Pendea l'aneldegli re porgendo. E questofoglio a K"vus cielo. il d el L'anima " che ci" senno, ed uno spirto integro oper"volger Digli N'" la persona, s" che dir ben puoi invi" col foglio Doni eletti ancora, Che in lei partenon " terrena o vile. e poi E doni fece ai valorosi, Dio sovra lei Di lei meravigli". al fortunato campo Per sette giorni si rimanea E per sette altriancor Co' prodi e letiziando, suoi,godendo di Zal ; ma, della terza Quel gran figlio tuttiveni"no Settimana all'entrar, veni"no Appo l'iranioprincipe, A contemplar corona. quell'inclita Di nostra vita ch'" si Invoc" R"stem, leonino core, E per" dimandava : Oh! il nome

A K"vus re, del campo e tutto E della pugna per narrargli niun de' forti Il lietoevento, e come

della caccia

tuo, Dinnni, qual"? Che cerchi pei'l'ombrosa Notte? (Jual" desio che quiti mena?
E
: Io son quella gli rispose

Tehm"neh.

breve, questo

Ben tu direstiche per aspra doglia del sire Si spezza questocor. Figlia
Di
son io,son Senieng"n

" costume,
Di

per

essa

altriva lieto

io di

stirpe

si cruccia gagliarda persona, altri In assiduo dolor. Cos" la sorte cos" la sorte Ha lontano poter, Molti inganni e vari possiede,

Di valorosiquai leoni in guerra,

nella pugna. In terra Quai leopardi Niun de' re mi sar" condegno sposo. Del ciel superno sotto Poche fanciullea Non mi vide
me

sono

cos", quandonel cielo diversi;


sereno

son

v"lta l'ampia e ninno pari, mia

un Spunta

di,non vi si affidi

Dalle cortine di mie stanze uscita

L'uom

la speme, non disperi allora con Che il giorno vien delladistretta. Il tempo

pi" mai,la voce

Niuno ascoltar pot". Ma,

quairacconti

E per questoe per quelratto trascorre. bene udii gran cose Meravigliosi, Perch" dunquene avr"a dolore il saggio? Narrar di te, che di leoni in giostra Vennero al fine le parole omai E (lipardi e di Devi e di marini Di tal leggenda, qualdiscese a noi Dalle memorie di trascorsitempi. Mostri
non

temi,e

armato

se' di forte

leonin. Tu Artiglio

vai soletto,

(1) Vedi il paragrafo 85 del capitolo. Rustem nella reggia del (2) La stanza dove dormiva ospitato

re

di

Semeng"n.

412 Nella virt", Kerim"n Sia veramente. Nubi del del

APPENDICE

ALLA

POESIA

EPICA

redivivo

tornastial mio cospetto. DimiUii, perch" 0 forse a verit" levar non suoli Intento ilvolto? Oh s" davver I che stanco Sei tu di vita, se ti rendi ardito Dei leoni all'assalto. E gi" due volte
Ti francaidalla pugna,

Gi" dalle vaganti ardite l'aquile tragga, sinistraluce,


come

Volatricidell'etra, e questo sole Mai


non

Di sventura

gli splenda ; ma, cagion


con

giuoco,

impietosito,

Stimi ei la pugna coi leoni e indietro dal pugnar da forte Non si ritragga Con elefantiardimentosi gli
e

alla tua lunga etade. glorioso, Eroe

! fieri

La

Cosi ei passava appo la bella sposa notte e innanzi a leidi molte lunga
cose

E molte Mont" Con

favell".Ma

quando
la terra

di eserciti, sperditor preclaro, gli rispondea. i valorosi Di tal foggia parole Davver! che inganno Nonusan pronunciar. ! Or tu vedrai Ti fa la giovinezza Il fortissimo eroe
o lioncello dall'alto, da un eroe longevo Ardimentoso,

pelciel questofiammante sole


amor

Qual

ti verr"

rinnovato

tutta

Adornando

cosi,per dirle addio

fatai.Quando Colpo In

la sorte

avversa

Si strinse al pettol'avvenente sposa R"stem e la baci" pi"volte in fronte E ne' begli occhi. Bella
assai Lagrimando

Ha in ira alcun,molli si fan le rupi


mano a un

forte qualbrandel di

cera.

Un'altra volta ancor

forte i cavalli

Si disciolseda lui la giovinetta


come

Avvinsero i guerrieri. Ecco ! la sorte Gi" di lor si Discesero


a

al suo Per",congiunta

compia nemica

rea!

dolor. Sen venne ratto e al suo Cordoglio l'eroel'inclito novelle Appo re, Del suo riposo stanza ombrosa e di sua Gli chiese, al fin di acconcie e sue parole Lieto annunzio gli die del suo destriero.

delle cinture lottar,

S'afferraronoal cuoio. Oh! detto avresti Che ilcielsuperno incatenava il duce Di gagliardi, Sohr"b, lui ch'ebbe possa Di
sovrana

virt".Nel la mano

suo e

corruccio al capo
e

Stese R"stem 10. Morte


come Corse,

al collo

di Sohr"bK

Si l'atferr" pardo belligero qual d'un tratto E dell'ardito garzoncel Gi" la persona. Il tempo suo pieg" suo gi"gi"toccava, e ninna
era

elefanteebbro di foia, l'arcoin pugno


e

Sohr"b allorcon Al cubito. Venia Balzava il fulvo R"stem

illaccio

Il termin Possa R"stem

precipitando.
di sotto destriero e il suolo

s" che ildisteseal suolo in lui,

leon,mentre Ruggendoqual
suo

a pari

leon.

Sapeacostui
non

Che al suol rimasto ei L'acuta Del E

sarebbe

ratto

Scavava forte.Ratto che in tal guisa


in rimirarlo l'ebbe veduto,

il seno sguainando, spada

sent".Si Meraviglia Nel


suo

dolse

ancora.

nell'alma di lui, figlio trapass", ed accorto. Al fataicolpo vigile


e

stupor, per la vicina pugna


dal riguardar. Ma quando prendea

Si contorse
Tutti i

gem"; lasciando allora


! mi venne

Norma

e tristi, suoi, giocondi pensieri

Sohr"b tornando R"stem


Di

rivedea,

Sohr"b cos" a dir prese: Ecco


Tanto danno da Che chiude i
E in tua
man me.

giovent" per
con

Quel cor
E
con

generoso impeto balz".Come pi" accanto ei venne


maest" si

Ti die la chiave

E Ini mir"

grande

miei, l'avarasorte, giorni Oh ! tu non hai la depose.


in

Oh ! tu tal forza,

disse. sfuggito,
Il vero

Colpaveruna

D'un li'on dinanzi a me dall'artiglio, Con duro


cor

sul capo si ratto Tanta rovina addusse il ciel,

che ci",

me

tornasti?perche

Travolc^endomia morte!

'Orsi!

diranno

(1) Sotir"b, scontratosi


" ferito da

con e

R"stem Vedi

suo

lui

muore.

il

padre, senza paragrafo 85


insieme

battimento, conoscerlo, in singoiar com-

del

capitolo.

(2) R"stem

Sohr"b

avevano

gi" combattuta

un'altra volta.

AF'PENDICE

ALLA

rOESL\

EPICA

113

I coetanei miei,per Che Del Per

e scherno, gioco

l'alta stesa nelhipolve, giacque,


^

Persona mia ! Mi die la madre


non genitor amor

i segni

dubbi,e ilviver mio


volto amato, rpiel

fierostato quel cadde airindictroed ogni genitor, Sentimento da lui fuggi d'un tratto; Ma disse poi: Se R"stem veramente Del Sei tu, da stoltoe per la tua natura Io t'avviai tu m'hai spento. Malvagia Per diritto sentiercol mio In
ma ogniguisa,

Ma Sohr"b che vedea

tocc" fine.E il ricercai,

Rramoso di veder

E pei'questo desio diedi la vita. stento Aim" ! che alla sua meta il lungo

consiglio
non sorse

in te mai

Non

ed io veder per ninna via giunse, Volto potei di genitor! Ma intanto, S'anche nell'onde qual natante pesce in ombi'a Calar potessi, notte come o Te stesso tramutar, s'anche nel cielo Salir potessi come stella e questo sole schiantar d'in su la faccia

Alcun moto Della Osa


corazza

d'amor 3. mia

intanto, Disciogli i toglilegami,


osserva

ignudomirar questomio
e

Candido

puro,

corpo al braccio mio


tu vedrai

Quellatua propria gemma


Ci" che tocc" dal

*; or

padre

suo

tal figlio.

Almo

Quando

su

le mie portealto fragore

Di questaterra, sempre e sempre ilmio Genitor chieder" la mia vendetta

Si lev"di timballi, a me sen venne, Molle di pianto ambe le gote, mesta

Da te, quando vedr" che dell'avello La madre mia. Trafitta era quell'alma Furon le pietre ilmio guancial. De' prenci Pel mio ratto partir. M'avvinse al braccio E
eroi ben degli

recher"

qualcuno

A R"slem la novella, e dir" forse Che ucciso fu Sohr"b, in tiu^pe guisa Atterrato nel campo, allorch'eivolle Con rinnovato ardor cercar di lui. R"stem Fu da gran
La terra

Una gemma, e dicea: " Tu serba, o figlio, Del padre ricordo e vedi tuo questo
verr" ". Ben m'era d'uopo Quando all'uopo Ora, nel punto che sorgea la pugna

In questo occhi cheinnanzi agli campo, allor Del


suo un padre figlio. parve dispetto Pv"stem che sciolsela corazza e vide

che l'ascolt", preso alla mente Oscura occhi meraviglia. agii


senza

si f"'; gli
sue

vigore,

La gemma

sua, tutte le vestiattorno


mano

Senza la forza di

membra, senza

Si f"'a brani cadere. 0 per mia Ucciso


! 0 figlio

i sensi Poter, perdette gi"cadde al suol, Allor ch'eiricovrava All'improvviso.

! generoso ! o prode Tu in ognigentecelebrato! ei disse;

I sensi suoi, con e lamenti gemiti Al feritosi volse : Or dimmi quale Di Pi"stem segno hai tu. Deh ! si cancelli II nome fra gli altrieroi, ch'io sono suo R"stem ! Non restiil nome fiime
F di Sani 12Figlio

E si svelleale chiome Pien di


la fronte polve

e e

lagrimava, piendi calde

Stille di pianto il volto. " peggio, Oh! questo Sohr"b dicea ; n" lagrirnar tu d"i occhi tuoi! Oh! qual mai Conambogli destinataavvenne
^

segga nel lutto, e ratto sia,l'antico


un

mio !

ma

frutto

Dall'ucciderte stesso? And" l'evento


!

Qui pianse si svelse le chiome e f"' lamenti,


a sue vene

fiero pianto Cosi ; la cosa il sangue. Ud" cotesto

Rimescolossi entro

si percosse il viso
V. il passo antecedente.

del re di Semeng"n e sposa di R"stem. (1) Tetim"neh figlia di S"m Vedi sopra. e padre di R"stem. (2) Z"l figlio Sohr"b nell'altro scontro cosi (3) perch" gi" prima, parla domandato R"stem aveva a era veramente, questo eroe s'egli

con e

R"stem,

pi"

volte

R"stem

sempre

aveva

negato. (4) La gemma


Vedi il passo

che

R"stem

aveva

data

alla madre

di Sohr"b

quando
al
re

la spos". K"vus

precedente.
andasse alcuno
a

Ruslem si narra come (5) Nei versi ommessi che guariva ogni ferita;ma portentoso balsamo subilo
corso

chiedere

un

dei

guerrieriIrani gli era

dietro per
"

che dirgli
della

Sohr"b

era

spirato.
II.

Pizzi, Storia

poesia persiana, voL

114

APPENDICE

ALLA

POESL\

EPICA

E si svelse le ohioine e f"' co' pugni Un balzo ei diede Onta Pi"stem al petto. d'affanno e in fiera E sospir", pianse Guisa serr" le ciglia sue. Ratto Ma

R"stem
11

il vinse

col pugnai nel

seno

Certo che grave cor trapass"? gli si far" contro la trista Imprecar Di Sam
attorno me progenie, gridando
amor non

poi,

qualnembo, gi" di sellaei scese cacciossi l'elmo gitt", Dal palafren, sul capo. Eran l" intorno Negra polve i prenci Dell'esercito e insiem raccolti e mesti tutti, sospirosi Piangeano dicea E sconsolati; e quei piangendo: cbe alta recavi Giovinetto guerrier, di gagliardi, ilsole La fronte, o germe
Mai
non non

Uoni che Si

avea,

che

senza o

fede

e vive. Ma chi seppe aggira Che garzoncel di tal valor, con

scorse

Anni suoi

questi in brevi, qualcipresso alto


di? che al subitano di guerra, pensier e fosca falangi
reo

Saria cresciuto un

in cor d'un Venirgli

Avria raccoltesue M'avr"a


resa

del di la chiara luce? che fosse un

vedr" cliiugual ti sia ; vederlo, la bianca luna potr"


e o

E comand"

regal drappo
in
cor

No,
Elmo

il tuo

Steso sul volto al giovin figlio suo.


cui Sul volto a tal, E di dominio
su venne

lucente

la corazza,

il tuo

di trono

la tua corona! rogai, Seggio A


uomo qual me

(piale,
uccisi t"glio

citt"desire.

tanta incogliea venne,

sventura

Cui tocc" in sorte angustae tenebrosa Un'arca funeral ! Cosi

Quanta a
Di

che ilmio

quell'arca

Nella mia tarda et"? del regno quel

era Nepote egli difensor preclaro,

Sam

da illustri ei discendea cavalier;


sua

Dal rio campo fu tolta, eroe e il mesto Alla sua tenda si drizz" ; ma poi ilfuoco' Entro a' recinti fu gittate
mentre Divorator,

Per la

madre ! Ed

ora

ambe

le mani

di

il capo polve

L'esercitode' prodi si spargea. polve tutti. I L" intorno un figlio, padiglioni ancora, l drappi in color vari, i preziosi condussi a morte, a cui E fu Solir"b, dorati su cui stese andavano Mai non nascea terra, Seggi l'egual per l'ampia Vincea d'assai di uccisi pardi, entro a le fiamme Non prence, non guerrier. Spoglie dittar mesti glieroi. Levossi un grido di Nir"m, Sam valoroso, Il figlio altri e si dolca quel e Ghev e gli forte, invitti, Lugubree tetro, prenci Ghershaspe mondo del Un : Per innato valor. Non v'ha nel mondo cavaliere. Proteggitor Si come Tal che mi uguagli; te, mai non vedr" la terra, eppur dinanzi a lui, Parvi inetto garzon, ben che gagliardo! Con tal valor,con tal possanza, in tempo il tuo Oh ! sciagurato Della battaglia! Or che dir", quandola madre sua il Misero valor! il La ria novella udi"? Come potrei tuo tuo e Consiglio Mandarle alcuno? Dir" forse ch'io Senza Del di
il trafissi, fosco e perch" colpa resi gli

Troncar mi si dovrian

; la negra Esser dovrebbe ilseggio mio,che

Volto fiorente, e l'eretta persona


E ilvago aspetto, ilduolo e sciagurato E l'affannoche l'anima mi fruga

lo

F"' ci" ch'io pur Uccise mai Prole


e

Oual padre splendor? Forse che degno compii?


! chi.miditc.
sua

Nonsondibiasmoacerbo?()h

Per te,diviso dalla madre tua. E Zal farammi Ferito al cor dal padi'e!

quaggi"la
e

gioconda
e ancora

Rampogna molta,e
Ricca Rud"beh
^

s" forte

si avveduta

ramj)ogna farammi di virt" ! Deh! i prenci,

Nel fior degli anni suoi ? Ma


Eroe Alla

Che

eroi che diranno,alloi'clie indizio Deh ! gii quell'illustre di Semeng"n, lor di tanto! E come padre amoroso, Giunger" venga ^ Di ci" novella inlcndei'annoch'io sua e figlia giovinetta epura dir" mai? Dir" che per vendetta del bel cipresso Svelsi dal mio giardin

di Solir"b. (0 Teluiiineh,madre Vedi sopra. (2) La madre di Rustem.

APPENDICE

ALLA

POESL\

EPICA

115

mai La vaga pianta, qualdiscolpa che vinto In lor cospetto recher",

ardenti. Detto avresti allora Le stille Che venuto I ildi che sorgeranno estinti, poiche rifuggia corpi
era

Traggaa' miei
Scav"
con

detti lor crucciato core?

et!ilsuol gi"gi"ferocemente Pianse,


sua e la regal l'ugne a

II cor

di tutti da letizia. Intanto, dinanzi a'

vesta

Un'altra volta ancor,

F"' cad"rsi diveltaa brani

brani

Dalla persona. Di re K"vus tutti Stavano accanto a lui sopra la via amiche Gli eroi seduti. Di parole Atte
a avean consigli

prenci gagliardo lev" il coperchio. L'afflitto genitor,


Rec" la bara di Sohr"b Il capo Del
ne

scovr",ne

rimovendo

Il drappo funeral dinanzi Persona


suo. padre mostr" egli

la lingua piena

occhi agli Cosi, quella leggiadra dinanzi ai forti

I valorosi, ma Di
serrarne era

duolo per l'aspro chiuso il cor del forte.

Incliti in armi, e detto avresti in cielo Uomini levarsi.I circostanti. Caligine e donne, giovinetti e vecdii, nello spettacol fiero. vigor
e

Ratto che Alla


sua casa

giunseil fortissimo eroe


e l'arca ^ f"'un gran pianto scorse

Smarrian

L" innanzi pose ; e Rud"beh che bara di Sohr"b e vide L'angusta Scendere al figlio suo fiume occhi un Dagli Tenero d'amaro
su

della terra Principi Feano Nembo Casa


a

vesti e arnesi

brani cader. Fino alle nubi di

pianto

mente colui,eterna-

in un feretro angusto, sopito sciam" piangendo: garzoncel, allora di re ! Eroe, stirpe Principio
"

se ne andava, e quella polve fu allor come ostello un regal Che i morti accoglie, che dentro a un'arca poi Era disceso a riposar quel prode Alle robuste spalle. Leon possente.

Ai lamenti ella fea, grave traendo dal Un sospiro Nasca


un cor:

Non

fiache mai

Alla cervice, detto tu l'avresti che di battaglie Sam cavalier, stanco.

L" venuto posasse. Allor che tutte e valoroso in terra gagliardo videro quel accolte genti Le ti sia,figlio Che ugual d'eroi, volto, progenie Oh ! disse in gemiti. Fecer novellamente e pianti Di leoni rubesti ! e lai Per l'acerbo dolor. Ma con un drappo Per alcun tempo, eroe d'erettafronte, Di color giallo il ricoverse e l'arca Dall'arca fuiieral leva il tuo capo! R"stem rinchiuse, bara Ma tu pi" non faraidel tuo pensiero quell'angusta disse: In oro Fortemente ei serr",poi Intimo e arcano alla tua madre un motto, al figlio mio N" dirai che t'avvenne ai di pi"lieti Quando pur componessi La la colmassi Del viver tuo. Gi" discendesti in cava e tutta sepoltura allorche uscito Di nereggiante Fossa ai giovani d", nel tristoalbergo muschio, l'alta Sar" dal Entrato se' degl'infelici, mondo, e intanto sepoltura m'" all'uopo che resti.Eppurqui Non fia sventura Non parli non a noi qualt'incogliea Or Altro ! far" di lui Oh! del nel Per man mai seno consiglio qual padre. perch" di cui resti al mondo Cosa ben degna, L'alta feritaegli ti apri? Que' lai sentore? Saliano al ciel dalla regal Alcun la sepoltura Allor, dimora, Ei ne lev" come di cavallo E chi li ndia,piangea. Di l" si tolse unghia E ritornossi Eretta e arcata 2. Debile ilvedere a' ginecei Rud"beh ilcord'affanno, Alle genti si fea per pianger Nel duol, nel cruccio, lungo, pieno il intanto in scav" ambe E di le un gi" prode legno Sparse negra polve gote. Di recente alo" novella un'arca R"stem che ci" vedea, occhi e dagli pianse, E serrami vi pose in fulgid'oro. Del pianto f"'scendere sul petto suo
" " "

(1) Nel Segest"n dove era il castello (2) Credo che il poeta vogliaaccennare cavallo, propria dell'architettura moresca.

di Z"l
a

de' suoi

avi.
a

quellafoggia d'arco, appunto

ferro di

116
11
.

APPENDICE

ALLA

POESIA

EPICA

Cercasse la
La prova del i. fuoco

sua

via l'inclito sire.

N" s'avviassealla montagna ardente. Ratto

Poi che tu ascullila mirabil storia ben Partitainente, Fede


non

venia,l",nel cospetto ch'egli


a

sar"

se

in donna

Di K"vus prence,
E

Oiiella cercherai, poni. Donna

in questa terra, Quellasola fra l'altre

piebalz" di sella Iiosse le gote prest". omaggiogli F"' per vergogna il sire,e tur pietose
al figlio parole suo, ma tosto disse : Non crucciarti ! Tale Siyavish Le
sue

Di

e puro saggio arreca e

cor.

malvagia

Onta

cosa Miglior

E il mondo

vergogna. Or, contro terra schiacciar della sorte! Io di vergogna donna e serpente, " ilvolger " t"a miglior Men vo carco e di danno. Io, se innocente, se d'ambo rpieste andn" libero e
scevro

Impurecose

2.

Scampo m'avr"

; ma

se

d'alcuna
me

colpa

Cos" di tronchi e di rami Levar due monti in mezzo Stava la gente a E nel mezzo era

divelti

Nel tristo fatto segno in

si trova,

creator del mondo. Iddio possente, vorr". Si, pei'l'eterna Me guardar non raccolta, riguardar di Dio dator di grazia, Virt" nullo ed un un varco, belligero

al campo. Intorno

Cavalier vi poteacon la persona il sire 3, A gran stento passar. F"' cenno Sire di gran valor, che sui raccolti Aridi legninereggiante nafta Si spargesse, e venian dugento a prova Le fiamme a suscitar.Soffiano, e detto Avresti allor che notte sottentrava Ratto nel di. Pel vorticosofumo. Al soffiar primo,intenebr" la terra. le fiamme, crepitando, Indi guizzar Dietro
fumo. Tutto il campo allora a quel Pi"assai del cielsi mostr" chiaro.Fremono

Ardor io toccher"

monte. dall'igneo
venne

Siyavish,
come

l" dal fuoco,


ei disse, concedi,

Dio

l'intimo pensiero signore


cor.

Volse del Almo

Tu

mi

Signor, per questomonte


tu Sciogli

ardente

Libero il varco. Del

dal laccio

! mio questapersona attrita padre ebbe pianto Poi che intalguisa assai egli

Come

nembo

di fumo il suo

destriero

Ratto incit" di color fosco. Un Levossi in alto e Per Ma

grido

Dalla citt", dalla pianura intorno


a

la raccolta gente
venne rancura.

I circostanti alto s'avventa tutti, L'orrida fiamma; Per


e cuoce

crudel tant'opra

alto dolore
Ei

Sud"beh che udia voci dolenti


un

In ogni parte ognun che


venne Siyavish

venne.

piangono Venir dal campo, ad


Dalle
sue

tei'razzo

ascese

bel voltosorridente e lieto *. quel l" dal


in padre,

stanze.

Vide ilfuoco, male

fronte

Cerc" al prode venisse e fu Alto


re

Postosi un Con molto II labbro

elmo tutto d'or.Ravvolto

sdegnosa. E la gente gli sguardi imprecando.


K"vus
tenea

in bianche vesti, Su accorgimento

fermi

diritti.

avea

d'un riso,il core pieno

Pien di speranza avea. Bruno ei montava salia Un palafreno, e la polve Dalle zampe di sotto alto ferrate del ciel.Qual " costume Fino all'alto
n'" pur foggia. Di benda funeral, qual Di canfora odorosa alla persona
era Egli

acerbe. parole Pieno d'un'ira il cor. Di cotal guisa innanzi Il suo bruno destrier sospinse che dir potevi Siyavish, Principe
di Piena la lingua S'avventano" di fuoco ilsuo destrier. Ch'eife'

sparso,

ma

parca che al cielo

l'ignee parli vampe, e ninno ninno vide allor, suo quel Siyavish Tutte nel campo Veloce palafren.
Da tutte

(1) Per questo passo, vedi il paragrafo 86 del capitolo. (2) Allude il poeta alle arti maligne della regina S"diibeh. Vedi del capitolo. (3) Il re K"vus. l'innocenza di re K"vus, che doveva (4) Di Siyavish,figlio provare
tra

il

paragrafo 86

sua

passando

le due

cataste

infiammate.

APPENDICE

ALLA

POESLV

EPICA

117

Stavan Come

con

occhi
e

intorno lagrimosi
come,

Meste leturbe

si dicean: Deh!

E Al

sua perdon dell'opera chiese, gli Siyavish pi"ancor si f"'da presso re sovrano

uscir" da le voraci lianiine? di gran core le labbra adorne balz",


e

Tuoni generoso Alf"n, Da le fiamme


D'un
suo

e al suolo Pose lafronte.Ei si,dell'igneo monte

de la terra

bel riso,ambe

le gote sue

Era scampato allavorace fiamma, Atterrato ildesio de' suoi nemici !

Oh! allorch" ilvidero, rosa. Qual porporina Alto un Usci levossi: Ecco ! mirate ! grido dal fuoco il giovinetto sire! E 12. Behr"ni
nel campo
sen venne nemico

Deh ! s'erano acque a superar, balzato Illesoei ne saria, n" alcuna piega Avrian le vesti sullasua Col persona ! Tale usc" da le fiamme ilcavaliere
e la clamide palafreno non
"

^ Ildestriei'o incit"

al campo,

la facciade risplendea

la terra

Al lume della luna.

Miseramente Per tanta

sua,

Eglipiangea uccisi eroi, gli de' caduti. E v'era piet"


su

Che dettoavrestiche Gelsomini ei


recava.

tocchi in Allor che


una

grembo
grazia

E nel

La salma di Revniz nel sangue immersa ilricco arnese fango, squarciato Sul colmo petto. Oh! sovra lui piangea Pietosamente ilvaloroso figlio G"derz
e

Da Dio santo discende, Davver! che


E
sono e

sol

cosa

l'alito del fuoco


"

del l'impeto

turbo.

In

Di quell'istante

dicea : Giovane eroe,


non

Che dall'ignea montagna alla pianura


venne, Siyavish

Inclitocavalier, che se' tu mai Ucciso

da quel campo attorno, Dalla citt"levarsialte le voci,


lui

qui se

di

un polve pugno?

Gittaronsi ver

esercito dell'ampio
a

Abitan lor palagi i grandi in terra. Scendi tu nell'avel! Cos" dicendo


"

I cavalieri e innanzi Ei'a una In mezzo

lui, per

tutto

Attorno a' suoi fratelli ei s'aggirava. Tutti

II vasto loco, monete. gli gitt"r

gittati qua

col" pel vasto

valorosied incliti. gioia Campo.Fra questi, per la terra allora in Un di feritaal petto a prenci, mezzo v'era, a servi, e questi aperto
a

Lieto l'annunzio dava Dell'innocente ebbe Il crine si svelleanel


FieiN) Sud"beh
e

Iddio quello:
"

Da

un

ma ferro,

scampatoanche allavita.
e

! piet"
suo

Ma

intanto

Behr"m E del 0

ei riconobbe

die

un

lamento

corruccio

nome

il richiese.Io,gli rispose, Behr"m. Dimmi


cor.
"

il volto graffmvasi

son prode,

qualsia
Gli disse:

lagrime spargea. Come sen venne dinanzi al padre, Siyavish Principe


Ne traccia in lui di fumo si scopria. Non di fiamma
K"vus
o

Pensier celato del tuo Vivo


ancor

qui son io,prode guerriero,

di cenere

di polve,

Fra tantiuccisi e nell'orrendo campo dittato.Son due di che cerco e bramo stilla una e poco pane e un misero D'acqua a riposar. Corsegli a lato Giaciglio Behr"m allor con anima gi" vinta Ei pianse D'amor,con core di congiunto.
"

dal suo regnantesi gitt" si destriero, e a Regal pie mosse A

piesi mosse

ilprence, ilpopol tutto. Ei strinse ilgiovinetto fio'Ho

Forte al suo

seno

in

(1) " un episodioche e di Gloridano Virgilio,


e

ha
e

una

somighanza singolarecon
"

Medoro, nell'Ariosto, e che


per vendicar la morte di

tra Irani guerra del capitolo.

Turani

quellidi Niso ed Eurialo, dei pi" belli nella lunga uno 86-97 Siyavish.Vedi i paragrafi

(2) Behr"m, prode


combattendo suoi
nome.

coi Turani

generoso nella gran in

fratelli Perch"

(vediil paragrafo 89
non

venisse

mano

di G"derz figlio signore d'Ispahan, aveva perduto, di Peshen dove erano restati uccisi tanti battaglia del capitolo), sferza notata del suo una sua proprio dei Turani, eglivolle di notte andare ciarla rintraca ucciso.

nel campo

nemico, dove, scoperto, fu miseramente

118 In rimirarlo
sue Squarci" e

APPENDICE

ALLA

POESLV

EPICA

si liatt" la vesti
e ne

guancia,
La

Da confine a contili tutta

era

ingombra

fasci"le aperte

Ferite co' brandelli.Oh! Cura


non

darti n"
cotesta
e

dicea, gli che pensier, lieve


venne

campagna di uccisi e per il sangue, il suol di sotto Qual rosa porporina,

" Piaga

iltuo languir ne Poi che

Da fasciache manc".
avr" stretta Piaga
ne a

l'aperta

le bende, al campo
stato migliore

Verrai

con

meco

ed

Nel campo, Da talferitasalirai. Dietro a un serto rogai i,mi si smarr"a Una mia sferza.AUor Per
me

all'intorno. Il valoroso, Rosseggiava a pie Inclito, venia,per t"rsi in grembo Quel prode suo ferito, e s" dicea : In questo campo dell ! qualfronteavremo Senza destrierche ilcalle indaghi?Batto di lui sentore. avean Alquanti prodi Cento dal medio vallo usc"ano in fretta Cavalieri pugnaci 3, a catturarlo Su Di
e quel campo d'assalti lor falangi. Ma Behr"m e ne

che rinvenuta
a

sar",s" verr"

te, nel campo


"

trarloal duce leone f"' tosto,

E A ricondurti prontamente. medio loco nel E di l" si gitt"

corse

Tese all'arcola corda

fin che la sferza Del campo e s'aggir", EH'era fu Di rinvenir gli concesso.

le sue frecce piovere. L'ardimentoso, ei ponea la sua d'eroe all'arco Quando

Ditrafittiguerriersottoaun gran cunnilo,


assai raccolto E v'era sopra fango

Alata punta,chi Fermo

intorno poteagli
ne egli

restarsi? E molti

uccise

dal palafreno E sangue. Si gitt" E la sferza gherm", quandoun nitrito

E feri, qualleon preso dall'ira Balzando innanzi. I cavalieriindietro Si ritornar da lui, vennero Di Piran
*

Lungis'intesedi destrieriin volta. nitrir delle puledre Il giocondo Ud" del forteil palafreno e ratto, la " Qual d'Azergash"sp viva fiamma, Dietro a le puledre In cor si accese. Vienne su l'orme rapido e furente,
-

tutti

al cospetto. Ecco, ei

diceano,

Belva " cotesta di gran cor ; la pugna Il nemico sostien, qualleon fero, A

piedi.
"

Come

la lor gente. giunse molte

Attorno al duce ei favellardell'opra Del Corsero giovane guerrier.


su di lui, grave di pugna di suo assaltoanche, in secreto Facitor,

E Behr"m

si crucciava

dietro a lui
venne e corse

Pania correndo. Cos" ei la corazza

Parole

Fin che ilraggiunse, e di sudor Avea la fronte


e e

bagnata

l'elmo.

che Appenal'afferr",

alto in arcioni la spada allora

E chi mai, Piran chiedea. E in aperto. Chi sar" cotest'uom? Quale il suo nome, eroi? Behr"m, gaQual, fra gl'incliti Vincitor di leoni, " davvero,[gliardo egli
"

chiusa in man Vi balz" ratto, D'indica tempra. Ma le cosce

ilpalafren Ch'ei strinse, non piede mosse, andaro E di polve e sudor coperti Il cavaliero e l'animai riottoso. Forte crueciossiilcavaliero e Vibr" di al spada
suo un

Tal Si

Irani e tutto degli rispose; gli l'esercito^. fa per lui pi"splendido

colpo

di Turania, Ci" disse 6,e and" co' prenci

destrier sul capo, ilsuo


sentiero.

Di rabbia Ratto

d'ira pienoil cor.

Sen

venne

Indi rifecea Al campo

ratto qual nembo, pie,

contrastato

a quel campo Ove prence Behr"m

al loco dell'assalto,
senza

la scorta

(1) Mentre
(2) Nome

di

caduto diadema ad un eglivoleva raccogliere di del secondo la Fuoco, un religione tempio dell'esercito nemico.

un

principenemico.

Zoroastro.

(3) Erano guerrieri e cavalieri (4) Il capitano dei Turani.

Behrrmi invano di fare accettare un a palafreno. (5) Pir"n, intanto, ha tentato licenza da Pir"n, malvagio e vile,avutane Tezh"v, allora,principe di Ghirav-gtiird, si avvia al campo Behr"m, vivo o morto, a qualunque costo. per ricondurne

(6) Tezh"v.

Vedi

la nota

antecedente.

1^20
K

APPENDICE

ALLA

POESIA

EPICA

lo nipia di sella agevolmente al suol, E, gillalolo dispetta cosa, d'un Scendea,le mani gli stringea

accadde. ora Accadesse, Dal troncar laccio.


E al suol
con

quale" frutto

spadailcapo mio? avvoltolatoe questo gittossi


Deh ! generoso. dell'anima tua
:

la

ei trasse Al suodestrier tornando in sella, L'avvinto Dietro Mesto Se


a

Grido fece a Behr"m Addetto


servo

forsennato qual prigionier

s", ma

Tezli"v cosi dicea forza non fec'iomai

Io sar", sul

in sepolcro
"

che

tu

posi,

Uim", pregando: Animoso guerrier ! Che


a me

restami. Adorazion far"!


Prence Behr"m

A Ghev allora

dicea :

Chiunque nasce,
se

soltantoin la turba infinita


in cangi
un

" forza che morr". Ma


Danno
mi

Di tantieroi tu
La

inferno

per lui alla giunse persona, ancora

notte oscura?"

Su la testa allora sferza


E
non

Della morte
E tu.

gustar non

dee l'angoscia.

di sonante Dugento colpi Ghev A 0

assest",poidisse: gli

" loco

Di

me

in terra poi soggiunse,perch" il reo ricordo anche egli faccia,

barattar parole! Ah! tu

non

sai,

Capo non
Tezh"v
E

glitroncar.

"

Ma

fratello quel

(dienovello germe sciagurato,

Vedea trafitto ilfratelsuo, vedea nelle sue ritorte, malvagio Per la barba ei prese lev" un grido.

nel tristocampo man Della vendetta? 11 vertice alla volta


il tronco Del cielo aggiunger", di sangue "; tic? o Sar" imbevuto e i frutti suoi saranno
'

Piantastidi tua

Tezh"v d'un tratto, e come a lodoletta La testa gli dalla persona. spicc"
Pianse
un

occhi suoi di duol dagli pianto assai Behr"m allor. meravigliando Del ciel per l'opra lev" e disse: e un grido Sventura onde moria Behr"m illustre, Chi vide mai talmeraviglia o ascosa Il cor di (Ihev da fiera doglia uccido " oppresso! 0 manifesta? S'io qualcuno E Tezh"v l)attaglier 0 se a me innanzi uccidi tu. gli sempre cos" rispose : 0 che ucciso cade!" l'alloilola io son sei, uncongiuntoounfi'atel L'aquila
r

in mano Eletta preda, Spadetaglienti. Behr"m ti giunge, la strozza angusta ma D'un serpe or tu vedrai.Ecco! per quella

tudi. Ma non per male artigli gli Pensai di liidii"m tuo, n" per nn'a mano danno. Allor che giunsi, ucciso Vennegli

Entro

Disse, e l'alma rendea Behr"m

gagliardo.

13. Batlo di Bi-Ju'iiK .Ahi poiche del partir l'istante, giunse pi"ardente in lei
-

Nel campo gi"l'avean della battaglia Di Cina i cavalieri. Oh! traditore,


"

Ghev

stolte gli grid", questeparole


E iltrasse per discolparti! loco ove quel giacea
"

Di l'izhcn rimirar Venia la brama. Menizheh

Non avventar Furioso Behr"m


a

s'inducea

a Allor, poich" mesta con tVonte,

lasciarlo

nel dolor dell'alma. Chiam" gagliardo ! Ecco, ei grid", reo questo capo Tosto, Atta una

le ancelle sue.

Volle che tosto

beva ad

la mente assopir
di s" stesso la testa

Per violenza, violenzaa lui Render", (ii'azie a Dio che il mondo Che tanto
a me

miele. Ecco, la porsero, Apprestassercon

fece,

E com'ei

rest" nella mia vita

bevea,fuor chin" Ed ebbro divent",


ne

di tempo, oiid'iol'anima fosca Spazio Schiantar potessi dalla rea persona Del tuo nemico 0 fratelmio ! Per
sua
"

allora Innanzi, grave. Un palanchino


E la partenza per la via colei

che {M'ia

tu

moi'issi,

Tezh"v il supplicava. (diiedea. grazia

al giovinetto Batto apprestava suo E v'era si Addormentato. pei' lei Da


una

uccision

all'amore, })oslo parte nnsedil,


al riposar. Gittava j)osto

ch'era d'uoito Iva dicendo: C((sa,

Dall'alliaun

(1) Per questo bellissimo episodio vedi il paragrafo 1)3 di Afr"sy"b re dei Turani. (2) Menizheh, la bella figlia

del

capitolo.

Al'l'ENDICE

ALLA

POESIA

El'IGA

1-21

Cant'oia intanto al locu de' suoi sonni

Al

de guardiano
e

Menizhelied acqna di olezzantirose


Su di sandalo. Vicina queilegni d'un velo alla oiti", giunse palagio Com'ella

Venne

le porte annunzio contezza. Eiper secreta via


in

Ogniarcano
Pensando E

nel cor profondo esplor", casi; gl'intravvenuti pria

che sempre avea al labbro tal, parole tiiste L'introdusse non visto^ entro la notte. e e l'alberodel male Maligne N" sciolseillabbro con estrani.In quella Scuoter godea per c"rne i fruttipoi, chi Cerc" fosse lo straniero e dove loco al dormire, Sua stanza gli apprest" '1 vago doi'iniente e nel Copri Fin che di Bizlien del

desio vegliar orecchi agli

Fiero le venne. Perch" Come

Un balsamo sottile

Terra fosse di lui, per talvenuta Che volesse in Turania. E il seppe Ebbe timor per la sua E corse a ricercar la dolce vita
sua

grave

Da ridestargli pose entro


sua

mente

ritornasse in lui.

difesa. le

l'assopita Sua mente ricovr", trovossi in grembo dal seri di bianco gelsomino, Quella, donna; entro a l'ostello Leggiadrissima Del regnanteAfrasy"b, videsi accanto, Al medesmo china la tVoute, gnancial
Lei, dal
volto di luna. Oh!

Bizhen destossi e

Solo
Cose

un

avea, consiglio

gi"sapute
e

si che correndo fuori ridir,


e venne

Balz" da le cortine ^ Al turanio Scelse d'Irania un Dio


E parve un trem". Egli

disse

3: La signor

tua figlia giovinetto sposo.

invoc" signore Le

si crucciava ilal'arti

l'antico prence salce in di ventoso, tanto cadenti lagrime


con

Bizhen in core, ed'Alirim"n Cercavasi


in Dio rifugio

! signore ! forse

occhi Dagli E ramment"

suoi si terse nell'ira sua

la mano le cortine
se

E cosi disse : Almo

deh Fattor,

antica
a

Scampoa
Da
E A

me

non

Deh! almeno

sar" da questo loco? chiedi tu la mia vendetta

Sentenza

disse: " Dietro


una

Quei che ha

anche figlia,
"

serto regio

^ e tu ascolta il mio dolore Ciurghiu di me! ch'ei mi fu guida l'imprecar questo male e pronunci" parole

sventurato Egli possiede,

sempre! ".

ei si di ci" che fatto Meravigliava Avea che aspetto e Karakh"n Menizheh,

Di mille incanti

Avea di prence, a s" chiam", dicendo : sovra me tapino. Lieto serba il tuo cor, disse .Menizheh, Per l'opra di costei, donna impudica, E tutte cose che non anche furo. amico mio, mi dona. consiglio, Saggio
aura qual

Stima

lieve.E casi assai dolce convito quaggi",

Karakh"n Pi"

al

suo

re

cos" rispose : faccenda osserva!


non non

Toccano all'uom

e accorto saggio a

est"

Talor l'attende, aspra tenzon talvolta. Poser la mente al ber profuso intanto
Fra il terror d'un
e la speranza supplizio

Se vera, Vedercon

favellarloco

resta.

mai Ma, certo, l'ascoltar


"

uguaglia

D'un talamo di Di
rosee

nozze.

Una fanciulla allora

da ognitenda guancie

occhi. IleAfrasy"b che avea gli L'avveduta risposta, ebbe nel core AITrettatodesio per le parole Di Karakh"n. Un A Garsiv"z
*

Invitarono a s", l'ornar di drappi Di cinese tester. Le giovinette Levarono bel canto, e nella gioia Elle passar cosi la notte e il giorno.
un

rivolse

scrutator,poidisse: sguardo lungo D'Irania (dil che vedemmo vee ancor

[dremo !
Deh !
mai perch"

Poi che stagione di trapass",

tanto

la. sorte avvilupp"

(1) Gurgli"n, guerrieroiranio,aveva


l'aveva al^bandonato nelle mani

accompagnato
Vedi il

Bizlien

nel Turan del

per invidia

di Menizheh.

paragrafo 93

capitolo.

(2) Le cortine delie stanze di Menizheh e (3) Il re Afrasy"b. Vedi sopra. (4) Fratello di Afr"s\"b, principaleautore St) del capitolo.

delle ancelle.

della

morte

di

Siy"vish.Vedi

il paragrafo

122 Nodo E

APPENDICE

ALLA

POESL\

EPICA

duol da irania terra si tristO;

" ilmio bruno destrier, n" il palafreno


Di via compagno. Oh! veramente ilsole a l'occaso. Oggi di me precipit" N" veggo in terra alcun amico, e ninno E di me protettor fuor che l'Eterno ! Un Dentro

Oh ! va, figiiiioli? perversi

fratello,

Con avveduti cavalierie tutti Dell'ostello valichi e porte regal da te, poscia, chi vedi. Riguardinsi Cerca in mia
casa.

fulgido avea pugnaisempre egli all'un de' schinieri.Egli ladestra Stese e trasse il pugnai Ratto che Garsiv"z pi" s'accostava dalla guaina E la soglia di voci alterne, A quella L" disse il nome: un suon occup". porta, I Bevi il Bizhen mi ! feri.Concenti illustri son (( io,de' figli mangia ", qui vaghi Di liuti con fremer di ribebe Dell'antico Keshv"d, primo di tutti
E

Legalo tu allora
a

quil'adduci strascinando

forza.

allordall'ampio ostello Echeggiavano Del regnante Afrasvc"b.Ma i cavalieri Tutte le portedel regal palagio Prendeano
attorno

D'Irania i forti, liberi guerrieri. Non scalfir" questapersona mia Alcun

giammai,se

ed

varco ogni

in tutte

Non " sazio ilsuo Anche

di portar la testa tronco. Oh ! se nel mondo

Parti cos" chiudean. Quando ben chiuso Vide ilbevere l'ostel, quandocongiunto
ratto tripudio,

venisse orribilescompiglio,
me

Niun le tergavedr" di

! fuggente

Col canto ei vide e col la portae Colpi


ne

divelse i cardini

14-. Liliera:iune di Bizhen

i.

Dal loco, entro la casa e per la soglia ("arsiv"z. Rapido Si gitt" giunse Al loco del banchetto, ove
si celava. E Ospite

lo strano
un

Il valoroso a quella vampa assidua Volse la faccia e camminando assai


-

allor che

guardo

Su Bizhen fnlmin" l" dalla porta, Il sangue Caldo


suo sdegno per l'improvviso all'i ribolli.Tutto nloriio gli

Tutti precesse nella via. Ma giunto D'Akv"n maligno alla sformata pietra^,
ove si grande fossa, quell'orrida duol stento stavano accolli, e e Angoscia Ai sette eroi cosi parl" : Qui vuoisi Toccar del piela terra. Ecco, v'" d'uopo

Su

loco stavano Dell'ampio E dolce vino

trecento

Giovinette leggiadre eavean


e

ribebe
mezzo un rosso

canti. Era nel

Correr concordi

liberarla bocca

Bizhen assiso a le fanciullee Vin recavasi al labbro Addimostrava. In Cacciava Garsiv"z Che
non e

molta

gioia
vile.

Di questacava dall'orrendo sasso. libero Balzar di sellai capitani, Perch" restasse dall'immane

urlo un quell'istante,
:

pietra

Codardo

conosci li parenti tuoi.

L'urlo del pozzo. Soffreg"r le mani Alla pietra eroi d'assai, gli gagliardi la forza, e Sperdean L'orrido Caldo La
a sasso.

D'un possente lion cadestialfine E come vuoi tu ancora Sotto l'artiglio. Disci"r l'anima tua da questastretta? Bizhen in s" medesmo si crucciava E dicea : Come

l" restava immoto

Poi che

gi"scendea
d'un balzo
leone

tutti il sudor, poiche dal pozzo

non pietra

croll", scese
destrier come

mai, solo ed inerme.


senza

R"stem

dal suo

Farei tenzone? Oh! dov'" Ghev,il figlio Di G"derz, di Keshv"d,che


" la vita abbandonar? D'uopo
merlo
meco

Di maschia forza. Egli raccolseillembo Della


corazza

dentro al cinto,e
sua

Dio,

N"

Dator di forza, la

forza antica

(1) Vedi il paragrafo 93 del capitolo. nel Turan in vesti (2) Rustem, venuto
B"ztien,pot"
trovar

di mercante,
e

con

altri sette dove il

la

montagna

la

caverna

tracciarvi prodi,per rinmisero era chiuso,

guidato da

(3)La
che

da Menizheh. sul monte accesa vampa la caverna pietradel Devo Akv"n che chiudeva
una

che

non

si

poteva

vere smuo-

per

forza

d'incanto.

APPENDICE

ALLA

POESIA

EPICA

123
men vo

diiiiaiul". Punt" la mano Pregando E ratto sollev" la grave pietra Dal loco suo. Di Cina
^ ove

10 ti lascioalla fossa e

in sella
casa.

pi"foltasasso.

Al mio destrier per ritornarmi a Usci un lamento da quel career Come Di

tetro,

ei la gittava, Nereggiavala selva,

E il suol trem" Alto

sotto

l'immane

R"stem le parole giugneandi Bizhen agli orecchi. Ahi! cruda sorte,


sorte

allora gemendoe sospirando

ahi ! cruda E2;\\ rispose, 11 popol mio, che Da di Gurghin,

mia
e a

Blzlien ei dimand":

Quale il tuo stato

Dinanzi ai prenci e alla mia

casa

tutto

Per la tua sorte avversa? E tu dovei

qualdolor

mi

venne

Le dolcezze gustar di questavita! toccasti da sua man Oh ! come adunque L'amara coppa di veleno aspersa ? E rinl'elice dall'oscura cava Cosi
a

m'" forza! portarlo oggi

E portato l'abbiam, e contenti paghi di lui, Fummo e gi" posava il core Da di vendetta incontro a lui. pensier Un R"stem
suo

R"stem

Oh ! come rispose
:

adunque
venne

lacciocal" nel
trasse

career

tetro

All'eroe pi" valente esser 11 cammin


11 suono
a

dovea che

allor, ne

l'infelice
era

! AUor disagiato
me

Grave di

al pie. Tutto ceppi

ignudo.
duolo.

della tua voce, o caro. Tutto il velen della mia vita grama

dal Cresciute l'unghie sfatto e il pel,

In dolce si volt". (Juale tu vedi, " ilmio so"fojiorno. Ilsuol di ferri " ingom11 core Volta del ciell'orridapietra.

Dall'ansia e dalla fame. Era di sangue In ognimembro asperso, avea le gote Pallide peldolor de' Di
sue

[bro,

Per la vita caduca oh ! da gran tempo toltonoi,che troppograve Avemmo Dolor fu il nostro E tremendo R"stem
e

R"stem

suoi ceppi 11 catene rugginose.vide che sparia e pianse, quel corpo


,

Di sotto ai ferri insiem conserti, e ratto Stese la man, l'aspre catene infranse all'infelice E tolse i ceppi e i ferri Di l" veni"no Che il piede gli stringean. Al loro ostel dalla dolente fossa, Bizhen da questoe la fedele ancella ^ Dall'altrolatodell'eroegagliardo.

orribilesventura
"

niartir.

Ma

tile' grazia,

di tua dolce vita rispose,

Iddio consolator, che ti protegge. Or per",generoso, inclito e saggio, Solo


un

desio

in ripongo

te.

Condonami

Gur2;hin2 iltklio di .Mil"d, e luna:i


Discaccia dal tuo
core

ognipensiero
"

di D'izhen 15. Co""ihattimei"to


e

E di vendetta e d'odio.

Oh ! amico mio,

(li Human

*.

Bizlien rispose che sai di allor,


mia qual fu? Battaglia Prence

quella

1 destrieriincitar. Lev" la polvere, Non sai tu forse, mi i f"' E due, di sangue sitibondi, leonin, qual apposte giuoco archi bellicosi, al cielo 11 fmlio di Mil"d? Se gliocchi miei Le corde agli Su lui cadranno un di, l'estremo giorno Sollevatala fronte, essi in tal guisa dell'inulto sar" per lavendetta mia. Vindici fatti sire^, Quel gli Se tu sei tristo e ildetto mio non odi, Di Kenab"d uscirono dal monte 6,

ed

uom

R"stem

avvinto il piene' ceppi rispose,

Levar la testa

verso

il piano. Giunsero

del

Vedi sopra. forma un (1) La Gina, secondo l'epopeapersiana, regno solo col Turan. (2) Perch" Gurghin l'aveva tradito. Vedi sopra. (3) Menizheh. (4) E uno degliepisodidella lunga guerra tra Irani e Turani. Vedi il paragrafo 94 capitolo. di K"vus, stato ucciso a tradimento dal re Afr"sy"b. (5) Cio" di Siy"vish,figlio sopra. (6) Dove Irani accampati g"'

Vedi

erano

col loro

capitano G"derz.

1-24 Ad
un ove deserto, non

AIM'ENDICE

ALLA

POESL\

EPICA

TGi'iiia d'iuiiaiii
trovar.

Come

da fosca nube corruscanti

In alrtinloco Pel eie!


non

Passaggio

era

n" piede avoltoi, agli


ne

in ciel, cosi da' loro elmetti Folgori E da lor spade uscian faville. l']ppure, Ai beri
non colpi, avea

Di rubesto leon mai

calcava schiere

termezza

Il tristo suolo. Delle Ei

avverse

Sul ferro che E sol

videro alcun, non giro. per l'ampio Che amico fosse o aiutatore. Intanto,

cadente il ferro, splendea. le spade, dalla man de" prodi,

Questa legge ponean


Avversi ei E dicean
:

che stoltamente

Di vampa in guisa scintillavano. Aiudie le loi' Non giugnean destre il. sangue Non

non

sariano a' turcimanni,

[spargere,

Onal di noi scampo alla vita Si toccher", pelturcimanno in core Non si torr" desio di guerra, ond'ei. D'est" giornata per l'altavicenda, E il male Come
fu
e

per" stanco
e

di

il core battaglia

in allo Era de' forti.Dopo i brandi,

Levar le clave

(lil" da misnia

.Ma poi tenzone proseguir. L'aspra

ilben racconti al
e

suo come

sovrano,

Faccenda lor di tal guisa ordinaro Che far prova ei dovean di lor vigoi'e Lottando, e si cei'caro ei di tal foggia
0
o biasmo, che dovea l'un d'essi gloria

veramente l'opra

nell'assalto Fu la battaglia, e quale


L'intento
e

il moilo.

"

Ei dissero cotesto

Tosto E gi"balzar da' lor destrieri.


di lor Avvinsero a' gheroni

del deslriei' l'eunilo togliere Dal (loi'S("

maglie

Alferraiuhdo al cinto, a chi mai fosse

di forza ond'ei l'altro levasse Maggior Dal palafreno e sei cacciasse sotto. Strinsero fortemente, alla vicina lo sforzo de' gagliardi, Ma, per ruppersi Come a' lor veloci Le coreggie a le selle in tanta foga Tenzon, le cinghie. Elli pertanto avvinsero la sella. Su quel Palafreni egli campo d'assalti. dai rapidi Pieni d'un'ira da gagliardi, Non tur tolti corsieii. pieno l'un fu vincente in l'altro a rchi N" II cor d'un odio, su e sii-e. gli apprestar rpiella I fortinodi,ai

leardi, pugnaci Ei, cavalieridi battaglie esperti.

Guisa che si dovea,corsero Alla del tremendo palestra

in

mezzo

Amlio allordiscendean da' lor cavalli, colai poco da l'orrenda pugna Lor teiuiero i destrieri Si riposar.
E
un

assalto.

Di

Per le punte d'acciaioe per le frecce estremi corni che scagliar, gli legno
di acuii strali

1 turcimanni, e i due di nuovo Sorgean

in guisa pugnaci,
se

Fean toccarsifra lor


ci" che E poich"
avean

archi incurvi; Di leonifurenti, ancor degli

stanchi,

si oidinavano eaprender

Ebber tidto avventato, a vibrar l'aste Attesero d'nn tratto. Ei con ([nell'aste Fin che Che Ed
a avean

Nelia lottal'nn

l'altro. Ecco, da l'alba


il sole. in questa

stese l'ombre pi" lunghe

le punte rilucenti, a destra

Ambo

assetatid'uman
e

sangue,

le redini sinistravolteggiar,

Guisa,fra speme

fra timor, cercavansi

T*)rsero fieramente, e
Tutte
a

maglie l'ampie
"

brani cadeau.

Vedi

chi mai

Nella pugna l'un l'altro, e dal contrasto si v(dgeala mente Non anche a dicti'o Stanca d'un solo. Secche
Immerse In
avean

La

si volse e giornata
"

la fortuna

le fauci,

Della

i"ero ardore. battaglia?Avean,pel

nel sudor le nuMultra tulle di l",per v"uia


correndo

fauci i due guerrieri Sgangheratele Come leoni, e d'acqua e di riposo Ma poi Necessit" loro incogliea. Che d'alcun poco fhr posati e alqnanto llato cocente e su l'ardoi' Ripreser Ebber d'acqua alcuna stilla. gittata Brandir le targhe e i bi'andiacuti, e detto

e in (piell'ardor quelti'avaglio perenne

Del sol (lal'alto.Ma

scendean Scandiievole l"'a lor, A


una

fontana. E bevve di
e

(pudldmla
suo

Rizhen

lallo si

lev". Nel

di Dio,dalor di grazie, dolor, Aspro


Ei fea ric(M'do, e la persona tutta salce alla bufera, Tremavagli(piai Oh! (piel Per la (loi;lia si niave. suo

Avresti! ch'era Il di che i molli

(pici

vcracenieiite
a

siUucraniKt

vila.

c(n"e

APPENDICE

ALLA

POESIA

EPICA

125

perduto speme, disse : Ed etili a Dio cosi pregando Dio creatore, cosa ognisegi'eta Di me conosci ed ognimanifesta ! Che se nel mio pngnar giustizia vedi,
Del viver dtilceavca
in questomio Se tu vedi giustizia

Forza ch'" in noi capace di favella, Tu se' colui che non ha pari, ilmondo A governar, n" ostacolo ha ragione Cotesto a concepir. Ma di talforza Io partealcuna inver non ho, che audacia In me non ", con le ferocibelve La pugna a disiar.Cosi potei Troncar la testa di costui per quella Dei settanta fratelli al

Vendetta dimandare Non


t"rmi in

in

questafoga,
Al
cor

del vigile oggiil mio vigor,


"

Senno mio sii custode! Human

Di Siyavish vendetta e per ilsangue trafitto.

tornava, lividopelduolo

padremio

^.

ilcor d'aflanno. e pieno Oual tristo augello, alla l"attaglia Cosi, ben che feriti,

L'anima di costui dell'alma mia Schiava si resti, e d'un leon l'artiglio Tutte

le sue sfatte memlira ! discerpi Con fiero incesso. E quello Alla coreggia del bruno destriero sopra questo, d'Human E questo sopra quel, fea di vigore la e l",sul suolo. Leg" testa, Riversa ne lasci"la fredda salma, Immane sforzo,ed or quello ora questo in forze Iva ilsuolo a toccar. iMaggiore (jOii l'armi sciolte, rotto il cinto, ilcorpo Tornavan ellie venian, come

pardi,

Era di Bizhen ilturanio ; eppure

un

loco,a

un

altro il capo
e

suo.

Deh!

il

Scherno diventa ognivirt" guerriera


Tosto che di fortuna ilsol tramonta. Tratti di forza ed arti di lottanti
Ei tentar

E illusione in tutte cose,

nullo

[mondo

Aiutator nella distretta " teco ! Ma diverse da l'aspetto son poich" del mondo, cosa inver non degna L'opre affidi il core. gli

cielo e l'alto guisa, d'ogni le mani Alfin, Superava quell'arti. Bizhen porgea di leopardo in guisa, E dal capo a le piante forte avvinghi" L'emulo
suo

E che da stoltotu

16. Ascensione di Partirono


con

re

Khimrv

al cielo 2..

co' fieriartigli. Al collo la sinistramano, lui^ de'

Ei l'afferr" con

irani, prenci eroi Con la destra alla coscia, foinosie degli e di quell'alto De' guerrieri dromedario ildorso R"stem battagliero, E ingente inver qual e Vigiligrandi, sforzando. d'un '1lev" G"derz e Ghev, Bizhen gagliardo, tratto Dest"n, Pieg" Egli Gusteh"m valoroso. Erane ilsettimo, Dal loco suo, boccon lo stese, e, rapido Si come al di K"vus, Ferib"rz ; ottavo nembo, fulgido pugnale Figlio Rec" la destra. Gi" puntando nell'armi.E sen venia Tus illustre forte, La testa gli tronc" dalla persona, l'esercito A squadre a squadre accolto. Di serpe in guisa abbandonollo al suolo. Dalla pianura alla ventosa cima Sul suol miseramente avvoltolossi Salia del monte. Sette giorni ei furo Human Su l'arduo loco e riposar, un bagnando poco, e tutto fu di sangue Un rio quel E deserto. L'arido labbro raccolto l'umor con riguardava pian Bizhen a quello di membra vastissime, D'una fontana. Essi piangean per quello Gittateal suol qual Strano del caso re, gemean pur anco, agile cipresso In un giardino, del duol di lui forte Varco a toccar cagion e meraviglia Gli venia, si che lungi Sommessamente andava Rinvenir ne non egli potean. E a Dio creante si volgea Cosi diceano i sacerdoti: Alcuno dicendo : cotestiaccenti l disse quaggi" Deh! tu che avanzi tempo e spazio e superi Mai non
L'alma nostra
serena e

la vitale

Della montagna

su

l'aereacima

di Peshen. Vedi (1) Morti nella battaglia Per questo passo, vedi il paragrafo 98 ("2)

sopra. del capitolo.

(3^ Col

re

Khusrev.

426 Come Venne

AFPE\DICE

ALLA

POESLV

EPICA

da tutte il sole appari,

parti

Vi abbreviate ilcammin,schiudete ilvarco All'alme vostre per novella luce;


Mai
non

del mondo una gran gente.Donne Ed uomini d'Irania a centomila Giunser piangendo per illoci"alpestre Col gran monarca, e la montagna tutta Risuonava di gemiti e di lai, parean le dure pietre 0 prence, o sire, Della rupe scoscesa. che avvenne Ciascun dicea, mai, se pieno Commoversi

pass"qualcun per questearene


non avesse

Che molta
E

inclita forza

che vien da Dio dignit" Tre di

signore. valorosi e alteri, forti, que'


a

tornando A' suoi dettiobbedir, Per G"derz antico, memore E bramoso di E Ghev
e onor. e

dietro

R"stem guerriero, Dest"n, via, l'aspra


e

avveduto,
tornaro
con

"d'afTanno tuo e di duol questo


Per lo stuolde' tuoi prodi e Corona Ma
non

core cura

Ma

non

Se hai tu molesta Sereno in pria?

Tus

Ferib"rz

(juello

spregi questa dillo^, imperiai, signore, dall'iranio partirti seggio,

Gagliardoe forte Bizhen giovinetto.


Per
una

notte

per

un

ancora giorno

Andaron

Al regno antico non donar sovrano Che sia novello. Qui noi tuttisiamo del tuo destriero. al pie polve Fedeli al Fuoco, qual per te riluce, 1. Ov'c la tua dottrina D'Azergashaspe il eia tua mente? Un tempo E tuo consiglio

Qual

" la

tuttie s'aggirar per l'ampio arido e fesso Deserto, per quel campo Mesti e compunti. Alfin, via. soprala Mostra vasi una fonte, e quell'illustre
ratto. Scesero giugneavi Tutti gli eroi vicino all'acque chiare, E preser cibo e riposar ; ma poi

Prence Khusr"v

Nemmeno

re

Fred"n

scese

dal cielo
a

Cos" lor disse il re

Da questo loco

Scr"sh beato

!^

Oh ! noi dinanzi

Dio

Adorerem, venerabondi noi


Starem nel Il sacro vivo ove risplende temjiio
se

Per questanotte non andrem pi" innanzi. Favellerem de' casi intravvenuti Con
sermon

che di voi lungo,

nessuno

Fuoco, per veder

Iddio al tuo

Santo ha di noi piet", se ancora

in poimi vedr". Ouando D'oggi ilsole In alto lever" fulgido

i vessilli

Core sacerdotal per noi d" luce ! Attonito rimase per cotesto Il re dei
re.

E questaterra tenebrosa e oscura l'istante D'aureo color si vestir",

Chiam"

schiera dell'ampia
sono

Quellosar" di
Per
conoscenza

I sacerdoti e disse : Ottime Le


cose

mia parlenza ipiaudo acconteromnii in pria

n" pianger su qui,

vicina

Ser"sh. CoH'angelo

Che

se

il mio

core

Felicit"bello " per noi. Voi tutti Siate grati e sol quiin terra all'Eterno,
confessate Iddio Vivendo lieti, che verr" ben tosto Riconoscenti,

Da questavia si ritornasse a dietro, Dal petto iltristo cor mi toglierei. Poi che trascorse Sola
una a

de la notte

oscura

l'inclito sovrano parte, Dio curv" la fronte. Il capo

II di che insieme tornerem.

Dolenti
"

Innanzi

del mio andar. Non siate adunque A'

Si volse

E la persona nelle limpid'acque recit" sommesso Purificossi, famosi Il Zendavesta^, a quo' poscia, E accorti e In
cosi disse: Addio saggi, Dal ! levar del sole sempiterno

prenci
e

disse ancor:

Da questomonte

Ritornatevi ornai Non

il re vostro, senza Che lontana " la via, ed aspra; senz'acque

erbe in essa,

non

d'alberifoglie del ritorno

Voi potreste trovar.

Ma

in avanti, Per la volta del ciel, d'oggi

(1) Tempio sacro (2) Il re Khusrev dall'angeloSer"sh;


duhita di

al Fuoco
aveva

fondato

appunto

da della

re

Khusrev. al cielo prossima ascensione O ra la principi. qui gente l'onore d'un colloquiocon

avuto

rivelazione detto

sua

ci"

egli aveva
che
nemmeno

nell'adunanza il
re

dei ebbe

ci", tanto
o

pi"

Fr"d"n

l'angelo. (3) Avesta

Zendavesta, libro

sacro

attribuito

Zoroastro.

128 Di

APPENDICE

ALLA

POESLV

EPICA

di savi e d'esperti illustri, prenci in alto grado In dar consigli, quanti fra i pi'enci Erano pari a lei, quanti fronte. Alta levar potean l'eretta luna in viso, La vasfa figlia come Del nella dinoora, innanzi genifor
intorno

fin che fu stanca. All'aula s'aggir" Ma di tal gente non gli venne a grado Un solo cavaiier,si che tornossi Dal loco eccelso dietro a' veli suoi Nel Del
corrente gineceo,
suo e i

lagrimante.

Passar dovea dell'inclito consesso E lo sposo, trasceglier


e a

dolce compagno in cor vogliosa. Bruna qual penna di corvino augello


sovra

lei

Si f"' la terra, e ci" fino a che in alto L" il monte


si lev" la chiara

Esser dovean le ancelle sue E fino allor nessuno Veduta


avea

raccolte,

de' mortali
sua.

l'alta corona

Il greco Veli del

dietro a' dipinti imperator

f"'cenno Lampa del di. L'imperator Che i prenci tuttivalorosi in Grecia, Ma di grado tosto accorressero minor, All'inclita magion.Forse A le verr"a per grado Come
ne sua

adorne tre figlie gineceo


come a

qualcuno
bellezza.

s" Aveasi allor,

"primavera

Purpuree rose, d'avvenente aspetto, D'alta persona, con dolcezza e molto


Pndor nel viso, con E fiordi
senno. avea

modestia assai di tutte maggior Era prudente.

ad ogniprence intorno giunse Il gratoannunzio, ad ogniillustre ancora, A quanti si volsero avean minor, grado Alla dimora Adorno Anche Disse
a e

La
nome. e

ciascuno imperiai,

Ketay"na
Di E
cor

sereno una ora

d'anima festosa, ella sognatoavea


terra quest'ampia

vago per novella speme. s" generoso e dolce ^ quell'uom allor:Perch" Gushtaspe
si a

gi"

notte
ove

lungo

Che in

Incea

Ti celiin casa? Va! che vedrai forse Della il trono grandezza imperiale E la dimora, e dagli affanni suoi Libero andr" iltuo cor. Come l'intese
"

A' vivi rai del sol,d'uomini eletti


se Ampio drappel D'uomini compagnia, vasta

le mostrava.
e

Quella raccolta.
in
mezzo

Le Pleiadi umiaoliava, e ad Er'anche


uno

essa

mesto stranier,

nel

core

in vista. E sconosciuto e di gran senno D'un cipresso e lavvenente l'altezza,

lui, se con Gushtaspe, da mente entr" nella dimora P"api Del greco imperator. Quivi ei discese In un canto remoto e dagl'illustri
Prence n'and" Discosto assai; pienodi duol si assiseE feritonell'alma. Ecco ! I servi accorti in
ne vennero

d'intattaluna ; avea Aspetto quale

Sedea
Un

con

maest"
a sonnno.

come

pria, poiKetay"na, E le sue ancelle dalle rosee fiori, vaghi guance. E un altro indi ne avea piendi fragranze Come aggirossi alla grand'aula intorno. E di tintevivaci.Ecco ! al mattino tutti (Le ancelle precedean, segu"arda I saggi come Quando il sol si mostr",levossiilcapo accolti), lunge appena De' prenci illustri dal profondo Ecco ! sclamava,. Ella vide Gushtaspe, sonno, E il grande la sua raccolse Che dal mistero il soi;iio mio si scioglie! imperator Di magnati forti eroe cran assemblea, Quindi ilbel capo al giitvincltn quanti illustre di inclita E valorosi e chiari.Allor che lieti corona e sua Fregi" Il consiglier che a lei alla vaga fanciulla Senza indugiarsi. Si assiser tutti,
mazzo

Del trono

gran prence allora Ketay"na di

un

gli porgea

Dal volto di Peri fecero invito, E Ketay"na sessanta ancelle con Entrava allor, con
un

Gi" fu maestro,

come

vide appena.

bel

mazzo

in pugno

all'istante Al greco iiuperator corse illustre disse: Nel consesso E s" gli

Di narcisifreschissimi.Dintorno

Un

uom

la figlia tua preclara. scegliea

(1) Dietro le cortine delle sue stanze. (2) Quegli che aveva ospitatoil giovane Guslil"spprofugo dall'Iran. 99 del capitolo.

Vedi

il paragrafo

APPENDICE

ALLA

POESIA

EPICA

129

Come Alto Ambe


e

in un giardino agile cipresso Come rose leggiadro. vispe

Me solo disiar? D'uno straniero Festi la scelta, e non E avrai tesori


esso.

Le guance sue, cervice eretta e forti le spalle. Chi da lungi ilvide,

rimarrai con nell'angustia

rimanea. Meravigliato

Diresti

Tal che sia pari a te, cercati, o bella, Fra questi dinanzi al padre eroi, perch" T'abbi l'antico onor. Non
tu contro
"

Che lo circonda maest" divina, noi. Ma costuichi ben sia non sappiam
E

Deh ! sospettoso,
e

disse, acre Ketay"na gli


esser

protervo

Deh! rispose: quei


sue una lignaggio

non

sia che mai

moti superni

Dalle A
suo

stanze rechi biasmo ed onta

mia

A lui figlia!

Di questociel.Se della tua fortuna, Quale pur sia, inclito m'appago, seggio benda ? con regal e dolenti usciron tosto Sospirosi Del greco imperator dalla magione soli Ketay"nae Gushtaspe, e venner Al signor del villaggio ^. Ivi discesero e mesti e dolorosi, e quello. Piangenti Del villaggio vollenel borgo signor, Una
casa

Fa, fa ch'io si

e la mia fronte l'affidi,

A che cercando vai

Si chiner" per la vergogna. Intanto ben sar" che ilcapo Qui, nella reggia, A leisi tronchi ed a coluiche scegliere Ella si volle.
o prence. i l " non cotesta. Rispose consiglier, di te furono prenci Che jiri;! assai
"

Grave cosa,

Che in tal " Cerca uno adopr"r. guisa Dicestialla tua


"

e non figlia, re d'alterafronte ". Ed ora un Scegliti chi pi"le piacque. Ella scegliea Tu Non rivolger per"la fronte addietro Da sentierodi [)io. Questa" la legge avi tuoi dalla cervice altera, Degli

sposo ", dicesti :

Qualiei si avea apprestar.

Pi" bei tappeti, vi rec", poidisse Alla vaga donzella ed allo sposo : Qui rimarrete placidi e tranquilli
E
con

mente

serena.

"

Allor che vide

Prence A

f"'benedizioni Gushtaspe,

d'intatta f",pietoso. quel signor


avea

Devoti

a Dio, di pura f". Per questa. Per questa fermamente un giorno legge

Ricco d'atfetto. intanto Ketay"na Senza misura Rubini


avea

seco. gioielli

Grecia si stette incolume. Tu intanto


Via
non

con

gemme preziose

che non pigliarti


non non
"

"

diritta,

Di tutte

Per ipiestii Mai terra dilettosa.


non sar";tu Propizia

pensarlo.
segnasti
Convenne
in

Sentiero non Giammai 11 greco

calcarche

scelsedal mezzo Allor, specie. Una gemma lucente (occhiodi saggio Non ne vide l'egual) recaronla ; poscia A talche conoscea di gemme il pregio. Si ch'ei stupia ben Modo
0

dell'orme tue.

pi"d'assaidi giusto

[questo
ci" intese, quando imperator Si ch'ei diede a Gusht"sp la figlia sua A lui si cara, e dissegli : Con lei Vanne tu dunque, da me non serto, ma

Monete ei die seimila ragion.

D'oro lucente, quanteerano all'uopo, Pel fulgido rubin ; tosto le cose Che
mancar non potean, sposi, comprar gli Quanto era d'uopo con s'acquistarquello

Non tesori t'avrai, non

regala:emma.

Prezzo infinito ; ei sivivean col frutto Che lor venia da ci", talvolta, godean tal'altra. Ma Gusht"sp la caccia Piangean Sola
a

Ratto che vide, attonitorimase Prence Gushtaspe ed invoc" l'Eterno indi si volse a quella preci, Inclita e disse : 0 vaga donna. figlia
Con

molte

curar

si die. Col

suo

turcasso.

Con le sue

frecce tutto il giorno era. egli


di liiisteiir^.

Fra le delizienutricataun

giorno
F"'

Senza rancura, fra cotanti prenci Incoronatie di gran gloria, oh ! come. Come pot"la voglia tua secreta

18. Morte
cenno

R"stein al suo

che ponessero la sella che di sparvieri destrier,

di Gusht"sp.Vedi sopra. (1) All'ospite (2) Per questo passo, vedi il paragrafo 103
9
"

del

capitolo.

Pizzi,Storia

della poesia

persiana, voi. II.

130

APPENDICE

ALLA

POESLV

EPICA

intorno intorno E di falcili sagaci


il campo. Ing-ombrassero Ei si cacciava
sno

dentro al turcasso Mentre Venne Venner

il laccio l"anco

di prence,

al Shegii"d

anche Zev"reh col prode


con

venia. gli e alquanti Fiorente e amena Te ne verr", te nobil schiera lui di quella

intese che nemico suo Rapido Oh ! tristo, Era Shegh"d ingannator. deserta Oh ! disgraziato, grid", gli Si fa per l'opra tua quest'ampia terra
!

Pentimento

un

giorno

Subitamente, e lo stuol deglieroi


Pel loco de la caccia si Ad
una ma Lungi d'assai;

Vecchio

non

dorrai pur anco. ne ! diverrai dopola colpa


die
: risposta

disperse
e

Shegh"d abietto cosi

da le fosse andando parte, ll"stem ilfratello.

tua Il ciel rotante la giustizia

Qui qui t'amministr". Perch" la mano


Tanto distendi a sparger sangue e desti Tumulti ovunque e fai rapine? Tempo Venne
Finir dovesse

Pel fato che ne' pozzi gliattendea, Andaron Di dritti per la via. D'un tratto
nuovamente
smossa

terra quella

Rakhsh

si che l'odore at"err",

piegossi

per te che la tua vita ancora e de' nemici tuoi


un

rotante Ratto del corpo e s'attrapp", temendo SI come S'impenn", globo.

Dentro ad

laccio tu morissi alfine!


suo

Il prence del Kabul dal

sentiero

Della terra l'odor, con

forte l'unghia volea egli innanzi rapido e veloce Spingere fossa. fra cotesta E passar e quella

frattantoal dilettosoloco Giugnea Della caccia, e vedea l'eroe fortissimo fei'ite Piagatoal sen, vedea quelle Oh ! celebrato fasciatepur anco. Eroe fra tanti eroi,disse compunto,
Non

Rasp"il terren,che ilpasso

Ma di R"steni il cor
Fu

pienod'un'ira
Ei
con e e

pelsuo
un core

Rakhsh, che lafortuna avversa


senno.

Deh ! che t'avvenne al dilettosoloco Della tua caccia? Andr" Medici in traccia e ben io d'alquanti

L'occhio vela del Die Nel

la sferza
tutta

al generoso lieve colpo del dcstriergi"vinto


mezzo

sanguigne lagrime

oppresso

ridest".Nel L'antica foga Come fu Rakhsh


ai due

10 per te verser". Forse che queste Ferite tue si chiuderanno e allora Non avr" Con l'acerbomio
E

profondi pozzi.
suo

Ben cerc" di Al fero In


un

del sfuggir

destino

i due pie di dietro ma artiglio,

di lavar le gote d'uopo Oh ! tu malnato ! pianto rispondea quelgrande, gli ingannator!


-

de' pozzi s'affondar.Non

loco

Stagion per

me

avessi pass"ch'io d'uoiio


versar se a

Era

di battaglie o di resistere quel

Di medic'arti ! Non

di

Nella fataicaduta. Era del pozzo Pieno di lame iltenebroso fondo, Pieno di ferricuspidati, e scampo L"
non era a

stille! Che, Quell'atre


11

pianto resti lungo


termine

Alla vita quaggi", tocca al suo

loco non fuggir,

era

tempo nostro, e vivo un noni la volta IMai del ciel non varc". Non io mi vanto
Ciocia di Gemshid maggiore
;

A militar virt".

ilfianco Squarciato
ilcolloe il petto

gli aperse

N'ebbe Rakhsh generoso, e L'eroe gagliardo; eppur, con Ei rilevossi, ed animoso Dal fondo
oscuro e

Il bianco Il suo Di

pettocon

stridentesega
son

virilforza

nemico 1; u"

io

pi"illusti'e
de' regnanti

l"ero

di Qob"d, non Freil"n,

lino all'orlo trasse

Del tristo pozzo la persona, e quando occhi suoi,ben che ferito, gli Aperse E vide di
e Shcgh"dmaligno reo

Ancora e gloriosi. stirpe malvagio la persona, e allorche venne Afrasy"b


D'inclita

del Prence Khusr"v trafisse


11

tempo

suo.

Cui'vi-zirih squarciava
a

Sinistro il volto, che da lui venia

Con

ci'udo ferro

la gola Siyavish

-.

Quel

ti'adimento

frode, intese, quella

Erano luttijuincipi d'Irania,

(1) Vedi (2) Vedi

il paragrafo 80 i

del
e

paragrafi90

97 del

capitolo. capitolo.

APPENDICE

ALLA

POESIA

EPICA

131

in mezzo Erano tuttia le battaglie Come


e leoni,

al fiero Ma Shegh"d, Quel cor trafitto. del dardo, Ah ! ah ! grid" Colpo ; ma f"' col poderoso R"slem gli colpo Il suo Dio
estremo

si

! Ma noi pail"r
un

breve

a Troppo via come D'alpestre

restammo, ad lungo

crocicchio

leoni indomiti
mio Feram"rz^ rpiel

Disse l'eroe: doloi'.

Noi ci tenemmo. diletto a Figlio, La La

Grazia " questa che in ogni di Dio, tempo Che l'anima che al fataimomento riconobbi, fino a le labbra giugnea
venne a sera

occhi degli viva luce, quiverr" per compiere Ma poi mia vendetta su di te!
me come
"

Per rivolarne a lui, non

Cosi disse a Dalla

Poi clicm'incolse tanto


teca

maligno e reo : Sliegh"d mal,tu recami

Il di fataidella vendetta mia! Forza donasti a me. Signor possente, della morte innanzi, Per ch'io prendessi, Su l'infedel la mia vendetta ! Intanto Perdona
a me

l'arco mio possente, sua mia di ogni Recami all'uopo voglia tendi
me con

fedel! Ratto ne L'interprete innanzi a La conia e ponlo Alate punte. Deh! A questocampo un Alla
sua non

le colpe mie^ tu
tu

accogli
grazia

due

La mia Dator Del tuo

che preghiera,
e

se'di

sia che
e

giunga
venga

sovrano

aiutator.La fede

leon fero

feritoal corpo. ed io, caccia,


e

Ancor Men

perch'ei quiresti, vegga


se a

tosto

tocchi danno. Che


me,

l'arcomio
aita
e

E accanto

darammi

ninno

ilcorpo Squarcer"

mio de' leon feri.

e la sacrata legge, profeta la tua dottrina Le tue norme, o Signor, Che cotesta i n se legge Accolgo cor. se la santa dottrina Spii'itiial, allora Guardonii in cor gelosamente, Che partir" l'anima mia,qual tema.

del mio tempo. al giunger Si che a la terra, Andava Recliner" la mia persona.
"

Quale sgomento avr"? L'eterna luce


Dona Che E da Via
a

all'anima mia nel

paradiso.
Ei cosi

Shegh"d allora e
La curda
ne

fnor traeva

quell'arco.

l'arcano mio te, Signor,


e

fea prova alquanto tendea, innanzi Di ripiegarlo. Sorridendo, lo depose, Al gran guerriero e gioia Aveasi in Del
suo cor per la vicina morte Ma l'eroequell'arco fratello.

" manifesto

aperto.
"

pensiero disse,

quel corpo l'anima preclara si parti. dogliosamente Piangean


frattanto

L" intorno tutti, e si moria Non Di

in altra fossa, Zev"reh illustre e in vita


un

Avidamente Sue E

ghei"ini, per quelle dolorando assai, fonde piaghe


si si ! delle
sue

sol cavalier si rimanea

e di servi in tanta schiera. })rincipi

oh allora,

frecce alate 19. Funerali


i. di Fhistein

ebbe timor ! Xe andava, Foi'teilfratello schermo alla persona pianta da presso Costernato si fea. Sorgea frondoso ; Un albero di platano Molte stagioni su l'antica pianta E d'una S'erano il tronco volte,
sue suo

Alla Della caccia fatairatto ei ^ Discese al loco ove

pianura

discese.

le fosse intorno

vetusto

Era incavato e le Ben

verdi

foglie

Fosse

Eran scavate, e comand" che steso ilprode e sul giaciglio un giaciglio


una

Sui rami intatte si vedean. Lo stolto de l'alberoda sezzo, s'appiatt" distese la man Ma R"stem che ilvedea,

come cosi, Adagiato

bella reale

ilbalteo di guerriero Pianta. Gli sciolse lev" quel Da' fianchi, suo e gii

E ilpollice lev" dal dardo

apposto.

Paludamento; e
I suoi Cervice
e

in

con tiepid'acqua pria

la pianta Ben che ferito. Trapass" E Di


con suo essa

ne sergenti

lavar l'eretta dolcemente


e

nell'ora ilfi'atel. Cosi,

il seno

poi

eterno

si esilarava partir,

La bianca barba. D'olezzante nuischio

(1) Vedi il passo antecedente. di Rustem, (2) Fer"murz figlio

venuto

celebrare i funerali

del

padre.

132 E d'ambra Una


ancora arsero gli

APPENDICE

ALLA

POESIA

EPICA

d'accanto

E in due

cosi que' due giorni

feretri

e gran copia cucir. Sul capo Acconciamente gli Feranu'irz intanto di rose Acqua

le profonde piaghe

Toccarla terra di Zab"I, n" alcuno


Li vide mai sul duro suol

deposti.

Con dolce

cura ne

gli spargea,

di canfora

d'alterne Ma, per grave dolor, piena Voci dolenti fu la terra, e detto. Detto avresti! che la campagna intorno fu posta Tremava tutta. In un giardin
La
e a sepoltura

Intattae pura Mentre in un Persona Indi


rose ne

le membra, copr"a

funeral la bella drappo altridintorno, avvolgean gli


con rosso

rasentar

le nubi

chiedean

vino

Ne fu addotta la cima; ivi due tioni Di l'uno dell'altro a fronte, fulgid'or, discese quaggi", Fu posto quell'ostel.
e accanto, l'altro,

Epuro muschio. Ma chi attorno al corpo Gli ricucia la funeral sua vesta,
Pianse Col ardenti allorche imprese lagrime
a ravviar la bianca barba. pettine

F"r collocati, e l'inclito guerriero Che lieta sorte ebbe D'eterno


sonno

in

bast" lo spazio non giacigli l" forse Era A quell'alta persona. albero che lungi Un'alta spoglia o un Di due Stendeva l'ombre sue? In duro un'arca legno
e

Su l'un de' seggi, e sovra

Zev"reh,presso a
Ma

Fecero intanto funerale

v'erano Artificiosa, D'avorio attorno Le E


commessure e

figure
con

sua gloria. de' servi era nell'ampio ostello. qual De' liberiqual de' fidi era e qual suoi di puro cor, mischiava Sergenti Piosecon muschio e alpie di quel fortissimo

che am" quei

pece acconciamente ei chiusero

chiovi d'or ;

La mistura spargea, cosi dicendo

Inclitoeroe, Da

chiedesti perch", perch" un'offerta quale non riprendi


non

mistura e muschio una d'agalloco Dalla sua fossa Su la pece spalmar. Dell'estinto trasse ilfratello guerrier Feram"rz e con affetto Principe Le piaghe ne cuci l" 'veferito Il corpo ne vcdea. Poi che lavato L'ebbero i prodi d'un ricco drappo suoi, Gli f"'una
E
a

Muschio ed ambra da noi

al tuo pie?Che gittarsi


re

Il grado tuo di A' tuoi conviti e

2, che

ritorni

non

il tuo ripigli
a

Vampo
Si
come

s" fiero ai di dell'armi? E


un

noi,

di tesori, di,larghezza
non

Di monete

vesta

funeral

quelforte,

che poca Cosa " cotesta agli occhi tuoi ! Ma intanto


! Iddio paradiso ti conformava !

fai?DavverI

quellirintracciarper alcun loco Vennero Un fusto andar di melagrano.


I ed esperti legnaiuoli vigili
fusto via segar quel per quello Di due di stagione Tavole gravi. In tal faccenda si pass" poi ; ma

Deh ! siitu lietoin Di


e valor giustizia

Del monumento E
a

E da

chiusero la porta dietro si tornar. Cosi sparia


"

Da questaterra l'inclito guerriero, Leon d'eretto capo ! Un monumento


"

Di Rakhsh
La

estinto sopra

un

elefante

Fecero ancor, Immoto


e

qual"

d'un

palafreno

collocar. Tutta la terra, spoglia \y" dal Kabul fino in Zab"I ^ di pianti
su

in pie, per Rakhsh, l",de l'avello

Di U"stem

battaglier presso la porta.

Continui " loco. Stavan Uomini


in

la via
a

piecon donne, ed

vivente

20. (jliiasadella invettiva di Firditsi


contro

alcun non Spazio

restava. Ecco !eipassavano

Mulini "d '^.


era

Le due bare da questa a quella mano, E in tanta folla che roggeale, lievi

Oh !

se un

avaro

non

il re del

nmndo,
l'alma

Le

avean

siccome un'aura. In

una

notte

Sareblie

miol Ma trono ilse;;gio

(1) Dove (2) Rustem


sedere

era e

il castello di

Rustem, nel Segest"n.


sua

quellidella
passo, che

famigliaavevano
" del Libro

il

di portar privilegio

corona

di

in trono.
non

(3) Per questo

dei

Re, vedi il paragrafo 74 del capitolo.

APPENDICE

ALLA

POESL\

EPICA

133
rea

Di questo re non giunge a sapienza ; Se no, posto ei m'avria su regal seggio.

La natura E amari

mostrer" sempre fruttirecher". Daccanto


sua

Quand'ei nascea,
Alta la sua, stirpe

non

era

di

regnanti

A venditor di canfora odorosa


Fa di passar, di canfora odorosa

n" di
se

regnanti
d'oro

Ei si ricorda 1. Che

il padresuo

Daran Ma
se

le tue fragranza ti accosti


a

vesti tutte.
nero

Regnatoavesse, una corona Il t"glio suo postam'avrebbe in fronte; donna stata fosse un Se regal tempo i cumuli La madre sua, d'oro e d'argento dintorno. visti In Alti avrei a me quella mai non fu ; non osa. Gente grandezza un Perci",non osa udir de' grandi tempo
Il nome illustrequesto re, che
generoso,
a mano

venditor di
ne

E lurido

carbon,nulla
sozzura. non

avrai E

Fuor che negra Certo saria,se Da L'ombre

meraviglia
il male

nascesse

natura malvagia

; e

niun mai tolse

Alcuna speme In chi vile nascea, deh ! non ponete. Amici miei,che per lavar ch'uoni faccia, Tal che negro nascea, non si fa bianco, E buon frutto sperar da vii natura E stoltooprar, quanto gittar rodente Polve sugli occhi e non temerne danno. Ma
se

triste alla notte.

Di Mahm"d Nascimento

cui s" eccelso mai s'apre

die il ciel, non


o

Donando,
Anni

Allor ch'io trenta poco s'apre.

faticasopportai per questo

ilsire perch" premiando nel mondo. Un tesor m'inviasse,e qui, mio rancura, stento,ogni Togliesse ogni Me sollevando al primoonorfra i prenci schiuse i tesori Di sua casa regal, A compensarmi e d'un bicchier di birra Il prezzo m'invi"! ^ Dunque tal pregio, Libro dei Re,

il nostro
senza

nome signor

si avesse

Avuto in terra Ottenuto Ed ei con

onore macchia,

avria sapere umano ne ; alma intenta avria le belle

Cose ascoltate e de' I nobili costumi E


con e

mente

regnanti appresi usi antichi, gli diversa ed altra voglia

Quanto
Pel
suo

un

bicchier vale di birra, io m'ebbi Ma

tesor!

quelbicchier di birra,

Avria pensato del mio cor costante Al voto ardente,n" la mia fortuna Saria caduta allor. Che il glorioso Verso mio sol dettai, consiglio perche Ne traesse il mio re, Che sia parola e sua Al N"

la via, che ha prezzo Si, mi comprai lungo Assai pi" di talre che non ha legge, fede intatta, non regal, ch'io vi spesi. La picciola moneta ^ schiavo " inutil cosa di e vile, Figlio Anche s'ei vanta molti padri suoi Che furon re. Ma gente indegna e abietta Alto levar, frutti, sperarne egregi Non
costume

perch" sapesse virt", pensando di questovecchio. savio consigliar i poeti intattoe puro aftliggesse,
l'onorsuo. Che
ove

Serbando

si vegga

E quanto il filod'una gran matassa Perdere al suo principio, o quanto un In Ha

serpe

ei saetta un Oppresso vate, rapida Una invettiva, fino al giorno e resta il disdegnoso Del mondo estremo carme. Un Santo

grembo
sua

nutricar. L'arbor che orti negli

amara

di,nell'eternalsede di Dio
e

natura, se

il poni

verace,

in spargendomi

fronte

elettie al tempo suo Degli spiriti L'arse radici a ristorar ti appresti Con puro miei che da superne fonti Stillanel paradiso, al fin dell'opra

In segno di dolor la negra polve. far" : L'anima sua Questo grido nel fuoco Ardi, 0 Signor, II cor del
servo

eterno

! Illumina

tuo, che n'" ben

degno!
dei

(1) La
S"m"nidi.

discendeva famiglia del sultano Mahm"d i paragrafi 48-52 del capitoloprimo (2) Vedi il paragrafo 72 del capitolo. Vedi (3) Mahm"d. sopra. Vedi

da di

uno

schiavo Storia.

al servizio

questa

134

APPENDICE

ALLA

POESIA

EPICA

B.

POETI

CICLICI

di Asadi I. Il Libro (li ("hersh"sp, il Combaltimenlu

alle parole. leon,del padre il garzoncel Tale die un grido feroce. Che parvero cader gi"da le fosche Nubi del cielstille di sangue. Forte il suo destrier spingea. Eglia l'assalto
Forte al destrier che tinta avea

Come

giovane.
di

Tenirgcon

Serena.
^

Tev"rs' ardimentoso Deh ! tu ricco di

venia ilei Nel cospetto suo padre ffli dicea: e


e pregi

di rosa,

la soga, Stringea

di tal guisa innanzi

da tutte opre

dinniiifra Uscito vincitor,

quelli

loco Duci di schiere ov'" Ser"nd 2, qual ha nel campo della pugna. E quale Egli bellicosi " fra questi a dritta, Egli E l'armi manca? Fra questi sue che sono? a " in questo E ilsuo vessil dov'"? che,s'egli di davvero ! Campo pugna per giostrar, Che
E
or

'"traea s" splendido, da l'unghie Egli che oscur" su in cielo Forti qual selce, che lev", la luna ; Dietro la polve d'asta e di clava. Ed egli con colpir
Di acuto ferro ancor,

da tutte

parti

correndo Le redini, Volse Una


e

impetuoso.

e ad ogn'impeto suo rivolse,

rovesci" nemica falange

io trarrolloumiliato

vinto! dolce
!

A capo in

gi",f"'scorrere
un un

di sangue

disse: Anima Shcd"spe gli

Ad

Del

padre tuo, tu
con

se'fanciulloancora
a

Quellasua
E spargea
Ivi

ogni colpo a spada


sangue

fiume. Ecco!

squarciava
se

elefanteilcore rossi

Per"

tanta

forza incontro

lui

al suol, come

Deh !non

" gnerrier andar, ch'egli possente

nascesser

a fasci tulipani

E di gran core. Oh ! non sia mai che del regal Tu cada privo tuo serto E del trono
"

lunge

Attorno

attorno.

Fuggesila schiera

Turania innanzi da Come

Tev"rgomai.

regal! Tev"rgardimentoso e cos" disse: Inclitore, sposo d'ingenua donna. di questoazzurro Per Dio,signor cielo,
Dimmi
cotesto
e non

Crucciossi allora

branco di pecore dinanzi al lupo. Tutti ei li scompiglia Fuggesi

Questinemici

fa balzar dal medio

Punto dell'osteil suo

ti trarre

dietro!

destrierdi guerra. vedea Dairestremo dell'oste ecco


un

che al medio allor, Egli " colui, rispose Punto si sta de le falangi sue. Che greca un'asta recasi a le spalle, E gli sul capo alto un vessillo ondeggia Di color bianco, e v'" di luna
e

Duce Ser"nd l" fur"ante

Devo 3,

Tutto vestitodi ferine pelli,


E sotto
un

sole

Di lui per L'un su l'altro cadeau,

vedea che tutti. palafren; elefantioppressi tema, gli lontano fuggian

" sul drappo. L'immagine

la cintura

I cavalieria molte Forte

Di color d'oro col cimiero, e d'oro Del Che destrier belligero. Diresti
monte

ond'ei miglia, corsi er veloce, suo spron"quel


un

insiem con lagualdrappa Pari ad Splende l'usbergo


suo un

Con

la sua

monte, e si balz" dal loco Un colpo clava ponderosa.

" cui tuttidel henoreco ei^li

sfei'r"di clava Meraviglioso gli

Vestiano i fiori e cui d'altosofTiando Tutto


a

scompiglio pose l'uragano.

Alto sul capo e sul cimiero, e trasse la clava acri scintille; Da quell'elmo

di Tur e nipote di Gemsli"d, signore del Segest"n. (1) Shedasp figlio di Shedasp. del del Kabul che era nemico re (2) Figlio Un s'intende il (3) demone; qui giovane Tev"rg.

136 Del
suo

APFEINDICE

ALLA

POESIA

EPICA

bruno destrier, come splendido


in tenebrosa notte,

E sbarrata hai la via per tua viitade^.

luna Fulii,ida

Segnod'uman

valor

non

son

cotesti

Sani

due leoni atterra battagliero


e

Tuoi ladronecci e

assalti che dai gli

Tremendi

ilfianco.Ed ecco, Fende agli "n"gri

A questestrade, e per"se' in tale opra a le i^azzelle, squarcia donna pi"vile. vileassai Pi" a caso, d'ogni ! Tanto Ora la morte ti raggiunse Che tenebroso si lev" di polve A domandar Perch" nembo Un nembo od a quel battaglia t'indugi? dell'impero Deh! t'accingi! Suvvia,esci di fuori! Il gran vassallo^ si volt".Nel vasto pelsole e per la luna. Camp" ei scoverse un "n"groselvaggio, Se no, giuro Giuro di sire Minocihr pel trono Quale da un lato via pass"del loco E per il serto ch'io verr" sul monte Erano rosse Alle caccio propizio. Oh! questarocca tua Qual leopardo. Le labbra sue, bruna la coda,e rossi Non resterassiincolume,non (juesta tutte Il capo e i pie e l'unghie davanti, ! Io degli e le sue D'un color d'oro. Innanzi ai cavalieri rupi Afgani Montagna fierie
Ei balz"
come

nembo

alla campagna

Diserter" tutta la terra

il fuoco

Si volse ratto; ma Cose

di molte l'eroe,

gi"esperto,gli occhi voltia quello, Gliur"b veloce gli Agliorecchi di Kuk, detto tu avresti spron"su l'orme,
Che il senno Deh!
suo

Dester" per vendetta entro tue mura. Come di R"steni pervenia la voce

E dell'arcion dal culmine disciolto

da lui fuggia. Dicea:


e

nodo al capo Del fiero "n"gro ed atterr" la belva -.


vi f"'un L'attorto laccio,

chi " costui?

che " tal grido? e

[questo
Chi mai si cerca? Alto vociar perch"? E mai perch" disse cotesto?
e

in niente

111.

di Leggenda

Kuk

il montanaro.
di Rusleiii.

e Sfida

contumelie

Perch" mai serba tanto vampo ed ira? la vedetta: Un cavaliero, Dissegli Sire famoso,

", che egli


a
"

di gran

core

E la vedetta che mir" di

lui^

A tenzoni s'acconciaed
E

battaglie,
io mi sono,

grande, L'opera
Subitamente
a

ne

rec" novella

intanto: grida

R"stem

Kuk.

Un

garzoncello,

a Nir"m a Dest"n, figlio Figlio

illustre! ".

che poco dal fiammante sole Disse, Si f"'Bihz"d captivo. disuguaglia, Della pugna nel campo a lui resistere si che all'onta il capo suo Non pot",

mai cerca e stassial campo. Oh! leone Da questomonte non pass" Briaco dal vino Che l'uguagliasse! Ei di te
"

Kuk

era

il montanaro, allora, in
sua

molto

Soffsiacquee il nome.

"

"

Egli era anche

Vampo

mente

detti. a (jne' concep"


Or mi recate

[intaidetti
Col montanaro, (piando venne un grido : Deh! tu malnato, a che ti fai si lunga Dimora Hanno nel castelloonde lor nome
^ Afgani gli *

Si che f"' tal comando:

L'armi,che
Attenda ed
a

non

convien ch'io ((ui a diletti

carco? d'ignominia attorno Semprese' accinto a far rapine

sollazzi. Io tutto il tempo Vidi passar ne' sollazzi e ne' giuochi, Ma da vicino or toccami davvero E costui veramente Questa battaglia.

(1) S"m elle aveva questo grado. Vedi il paragrafo :U del capitolo. dal Manoscritto che trovasi Il di " inedito. Io l'ho tratto testo (2) questa traduzione 6.1 in Laurenziana Assem., cu, 5). {Catal. a Firenze, p. atterrato e fatto prigionieri (3) Rustem, a piedi del monte dove abitava Kuk, aveva
Bihz"d.

(4) Rustem grida dal basso. (5) Kuk era dell'Afganistan. (6) Non si pu" passare per questiluoghi infestati

da

te.

APPENDICE

ALLA

POESIA

EPICA

137

" il fii^liiiolo (liZal (bastacotesto) ha protettore e amico i; Quale ilSimi"ii^ii


E Zal l'invia
meco a

IV. Il l.ihro di \Wn\\.

ii" intende giostrar,

T"s

cade

nei lacci di S"sena

cantatrice.

cadde in la strozza. Cli'eid'un alliorator Di U"stem


Tus si arma, {Kiik
racconto
va a

dalle case

allorch" uscia

vedere Riistem,e il
: appresso)

alla porta ^,corruccioso il core acerbo dolor, trafitto all'alma, che tal,
conoscenza

D'un

prosegue
una

come

Per l'ebbrezza era Avea di nulla Il suo Che


e

Anche

Guard" Kuk Alta statura

volta dal capo a le piante il garzone e mir" a quella


e

rapido spingea

al portamento fiero,
voci ?

di negro fumo Negracolonna. Andava ei pelsentiero destriercome


mena

E disse : A che fai tu cotante

in suol

e avea d'Irania,

la niente

Davver! che dolce mi tocc" Il tuo vociar ! Chi Uso


e

orecchi gli

cotesto t'insegn"

il cor d'un alto Piena di vampo e pieno Di vendetta desio, quandodinanzi,

di belva in giostra? Lungo il raargo del fiume e per la vasta qual alle fauci "n"gro Campagna, glipass" selvaggio E chi l'anima tua gitt" Ed incit"quelprode ? Forse non sai D'un fero alligator All'improvviso. monte? Un giorno L'ardimentoso suo destriero e sciolse Qual loco sia quest'alto
costume

Sam

di Nir"m

ne

ritorn" sconfitto.

De la selladal culmo illaccio intorto; per l'ardor con che venia correndo L'uom bellicoso, caddegli supino Ma
il palafreno e cadde Precipitando

Ora, che cerchi tu per la montagna? A che t'haipreso tal desio d'assalti?
Come di Kuk ud" la voce ilprode. Volse al monte Vide
un

Pari ad

ei vide e Kuk sguardi gli di braccia, serpente gagliarde un monte, e d'un aspetto quale
Icon. Bruno

Tus animoso

pur sovr'essoe il capo Urt" sul negro suol. L", dove cadde, Ei s'addormi, e le redini disciolte Gli andar per la cervice e per le spalle. che molta accanto il palafren Stettegli Ira per lui e per la sorte avversa Ebbesi in cor, che, dove la fortuna del valore d'alcun, Precipiti qual " giovamento? Scritto era cotesto
E Tus dormi

" di maschio " bianca come


Son

n'" il volto,

canfora la

barba,

due di sangue di monte un brano e qual ricolmi, Nappi occhi suoi si come gli
sua

Aita ha sul collo una

pari A leon negli e pari a lupo artigli, Gridava Dell'assalto neirimpeto.


mazza,

accadde ancora! Ci" che accader dovea, sin che fu


rea oscuro

R"stem

allor: Deh!

ladro infausto

reo,

ilgiorno,

scelleratae trista Di cui per l'opra Si f"'deserta questaterra amena, A che meni tal vampo e tal superbia di guerra e stolta?Ad uomini Spavalda Virt" conviensi, non Crescon stolidovampo. A che di colaifoggia quidi noi

Quando la sorte
Come Il suol batt" con Si
E

gli

era

vicina.

partepass"dell'atranotte.
ambedue le palme.
e a

Indi,levando il capo,

innanzi

dietro

n" vide altro che terra riguard",

parole? tu
e

se'in altoe in cielo. mio lontana.

attorno. Ebbe timor. Deh! come, caiupi venni a questoloco? meri Come, disse,

Ed io in terra Scendi

L'orecchio quaggi"?
voce

Non bene alTerratua


e

Davver! che per morirne io qui son giunto! Stettealcun tempo e fea pensieri, e inPeraflbllar di ilcore [tanto, que'pensieri,

mira ilmio braccio e ilmio vitrore!

(1) Favoloso
dei Re.

augellodell'Alburz,protettore della famigliadi


G"derz
una erano

Rustem.

Vedi

il Libro

(2) T"s
avuto

andati Vedi

nel

Segest"n
del

una

festa al

di

Rustem,
134

avevano

fra loro

contesa.

il sunto

poema

paragrafo

del

capitolo.

138 Pari
a

APPENDICE

ALLA

POESL\

EPICA

Fra s" dieeiulo:Aim" ! di Andar


non pigri se

selvarendea confusa e trista, ine cliefia?


tu sotto al

Ho visto ancor.
Tus che cotesto

"

P.alz"d'arcioniallora

Che,
Des"o

vnolsi in questa impresa, Venne, come nelleman Del palafreno ognipi"stolto piede
in terra E alto si assise a
un

udi,dentro la tenda anche stringendo leone,


le briglie, d'oro. Ei disse seggio

alcuno con calpesti,


non

Contesa

avrai.

"

Balz" in arcioni

A Sus"na cosi

Allor dal campo e ilsuo destriersospinse,Diimni,dimmi molesto. Piena la mente d'un pensier Sus"na, come
E
0

Deh ! tu mia bella, di qui dove anderai.

ud",lev" la fronte

vide un lungi

fuoco acceso, fosse

Eroe che gli rispose:


e

e disse in core: per lutto 0 per festa, Direstiche qualcun de' prenci Irani

Fra

ami la pugna, in tutto il mondo fra piccioli grandi " che mi sia

('antatrice non Ed io,come Per tema Pria da

pari.

Corsemi dietro ed accendea Anche E vide

fuoco quel
"

corrente

acqua di liume,
vo

mifosse. L", perch" guida egli


tutto padiglion

E intanto

Vo affrettata in Iraniae

ildestrierfinche vi giunse spinse


un

d'azzurri

fuggendo d'Afrasy"b. Ognisua gioia meglivenia, ch'egli pur sempre


come sua

V'erano di puro Drappi coperto. i pali tutti ed i cavicchi, Argento V'eran di seta i canapi dattorno, Di seta anche
in Fregiato
non

(^ara m'avea Ma
un

stessa vita.

di siriss"meco

ilnobil sire

Per dir maligno di gentemalvagia E per calunnie. Oh s" ! venne sospetto A luidi me per trista indizio e voglia, fu da mal"dica gente. Dato glieu Vollemi trucidar, perch'io fuggii
E da Turania

cotta, edera

un

drappo
tutta

intesto perle,

d'oro, e
l" presso

Era la tenda di tai drappi adorna. l]\\ liutoe Si


una

gigaeran

e una Deposti, come

fanciullaeravi, hella

sole in fronte. Alta costei


come cipresso,

Come

argentoil seno

Candido avea, bella a vedersi E solitaria Oh! mand" perla. Come leon furente, allor che

quale un grido,
scorse

questavia discesi va. Cosi correndo, che ama sua gloria, Khusr"v^, Per}nincipe Da suol turanio qui venn'io. Ma intanto.
a

Che in Irania sen

Se il nome

suo

mi dice ilvaloroso -,

Ogni

sua

brama

toccher". .Mi guidi


esso

Il padiglione, Tus ardimentoso


E disse in
cor:

Appo ilsuo
Come

Pensa deh! tu cotesto


e a questo loco perch"
"

prence, e presso a luiper Accrescansi di me grazia e favore ^. ascolt"queste lieto parole, Fecesi Tus. Direstiche disciolto Iva egli ornaida Ch'ei dissein cor

" mai Per chi gli

Questatenda fu
Da

eretta.

E si dicendo
una

mand" si ferm", lungi


costume

voce,

ogni pensier pi"grave,


:

"ual "
Anche

d'uomini

gagliardi.
"

Mostrimi ilvolto della tenda il sere, mi dica di chi ell'". Sen


venne

mio prence Costeiappo il di me s'acci'esca Io mener", perch"

Favore innanzi Cosi


verronne

lui.Con nuovi doni

Ratto alla porta, come

ud",Sus"na

di Zab"l nel tempo

ricco di pregi. E favell": Signor

Scendi dal palafreno equit'assidi Per alcun tempo. Ti riposa alquanto E prendi tu chiedesti, fiato, e come Io ti dir", seguendoognidesire Del
cor

Che appo sireKhusr"v io fo ritorno. E disseallafanciulla: Ortu (piai cosa

" quidi cibi,apportami, o leggiadra


Di
man

valente.

"

Sus"na rapida

dinanzi d'agnelline ilecavagli


e pane una e d'augelli gran copia, Si che ilduce d'eroiper tanta copia

tuo,che da

mi giunsi io qui quando

Carni

A questo fuor di te, nessuno loco,

p.

(1) li re degliIrani. Vedi Firdusi. (2) T"s. di S"sena (3) Tutto questo racconto 313 della mia traduzione).

"

copiato da Firdusi, p.

378

Ed.

Cale.

(voi. il,

APPENDICE

ALLA

POESLV

EPICA

139
e

Allegro andava,n" illautoconvito ricord". Di cibo Di R"stem prode Come Disse Se


fn sazia lasua
a una

Entro i nodi le braccia

sul fangoso
4. supino

Suolo il lasci" cosi, pestoe


V. Il poema

votilia e piena.
di U"miu
ai suoi del
e

Sus"na ardimentoso ilprode :

Visa.

luTapporta, coppa hai tlivin,deli! Per ch'io di duol non mostrimi cruccioso.
E Sus"na che E rec" innanzi Ad
un

Parole

di

V"ro

balz" dal loco ud",

dopola morte

guerrieri padre.

Come V"ro scorgea miseramente una sua coppa. Tolse eroi (ed eran orcio il coverchio e bevve alquanto Morti gli elliassai)
voce a

E mand"

Tus ardimentoso

Attorno

Q"ren ^, l'anima spirando


e guisa

E cosi disse : Bella ed aitante Ti siamai sempre la persona ! In quale Misura in ogni tempo " ilbever tuo? Io
E
son son

Per l'anima di lui, uccisi tutti


In dolorosa

in

guisa turpe
con

a' prenci Caduti al suolo, suoi Cosi


: Non parl"

ira

Tus animoso,

eirispondea,

bella " ne'

guerrieri

del seme

di ""'evdh"r monarca,

Vilt" di

Sire del mondo

Quanta bevanda vuoi. Deh


Innanzi
a me

alla mano Porgimi ! che gli "

Oh ! vergogna vi tocchi Per ci" che festevoi,per questi prodi.


core.

mai

Uccisi

caduti a qui,

voi dinanzi.

Oh ! non vedete voi ch'"nno cotesti un nappo o tutto mare? 2. Per filtro Vostri amici e congiunti ! E di lor morte un gran Parte gitt" d'una sua drogaarcana Or E lietoil nemico ! di vendetta va [allora,
un D'acque
"

di vino

Destra Sus"na
E nella mano

del

nel nappo rapida guerrier quel nappo

Desio per Q"ren Or che nel saneiie Candida barba? Ucciso Fra le Vedete

non

s'accrescein voi, miseramente

la sua rosse^sfi" Un
re

Rapida pose. L'accostava al labbro Tus. .Ma come bevve,ratto Principe


Ebbro l'uonio si f"', si che
a

hanno, e egli
sue ancor

l'istante

non per"si trova vindice. N" voi un genti

Chin" innanzi la testa oppressa e grave. Allor Sus"na mand" voce a quello Turanio
suo ^

ch'"

la notte, prossima

malnato

di reo

core

Che angustoe tetro sifa ilmondo ! Temo, Temo che in occidente si nasconda anche

E disse : Questoeroe

del mondo,

ed io non Questo celeste sole, illustre, Del

Diresti!che nel corpo alma non bave, Per" tu il lega d'una tua cintura Ne' vincolitenaci e via lo mena, A capo in gi" traenduio pel calle.

mio dallinemici suoi padre fu. Dal primoalbore gli

Abbia chiesto la pena, alto imprecando


A chi
avverso

Pils"m, come udi,ratto,a Qnal furente leon venne affrettato;


Al pie avvinse un laccio e i1trasse gli Su la polve e sui sassi E in Ambe
e a

Di valor prove, e d'arteancor; l'istante,

Molte voi festefino a questoistante incolume ma si sta la


rea

Anche

dietro

di

sua

chiostra

persona, ancora locosuo^.Deh! siate Mob"d,gran mago."al in guisa ! Di serpi Ora alleati a me

In chiuso loco lo gitt", vilmente

guisa turpe abbandonato a terra. avvinse allord'un suo capestro gli

Vi comportate sdegno. per l'accolto vo' mondar la mala Ch'io da mia stirpe Rubitrine dell'ontaed al nemico

di Min()cihi-, dell'Iran. (1) Nevdher, figlio re (2) Sono etruali per lui un bicchiere o un mare, tanto berrebbe. mandato S"sena (3) Pilsem che Afr"sy"b aveva con a perdizione deglieroi dell'Iran. alla somiglianza intorno di al (4) Vedi il capitolo nono paragrafo 26, questa Storia, di questo racconto ci" d'un poema nel capitolo) con ciclico (vedine anche il sunto che si dice dai nostri poeticavallereschi di fratello di Angelica e di suo Dragontina. e (5) Padre di V"ro e re di M"h-"b"d, Re di Merv. nemico (fi) di Q"ren.

liO

APPENDICE

ALLA

POESIA

EPICA

Alto

qui mostrar scompiglio

fra l'armi.

Che

toccasse. gli

Soli ei della clava


toccava

Da male opre di lui tutta la terra Purificar,per esso alla sdegnosa Alma di Q"reiidar conforto
e

Ponderosa

del

re

colpi.

Liaudio.

(/V/' incido
da lui corrotta

della

di Tahin"ras, "i"dijI"c viene per-

coi doni, Ahrim"ne che al il re,

VI. Tradizioni //
re

dei l'arsi. c|ii('lie


teme

conoscere

cavalcando,
monte

soltanto

passaimio del

Tahm"vas

cavalca

Ahr"manc. ilforte ceppi

Albar:-. Al

Udii che avvinse ne' suoi

sefjtie, Ahrim"ne, a sella di il re e l'ingoia). quelpasso, getta

d" che

Talimur"s Ahrim"ne e che per molti suoi stette cruccioso Anni in que' ceppi E umiliato Ahrim"ne

Come

divenne

un e

candido colore il sole errante

La tenebrosa notte Alto mont" Sorse il Ei


venne re

Quel
Ponea

re

perverso. d'inclitonome a lui la sella


e e come

da' sonni suoi pelciel, fortunato. Al corridore


sue eposegli e

sul dorso

dava gli Cinghia Ad D'Alb"rz

palafreno redini, e su quello


a

tosto

barde,
la sella

Le redini gli pose anche E la


e

andando ogni giorno cavalcava,


al luonte

ed

sue

valli.Quando

Lieto il prence sorgea da' sonni suoi, all'ora mattutina, Ad ognigiorno, A Iblis 1 ponea redini Traea dalla vagina una
e

sella, e fuori
sua

cinghia Eglid'inclitafama. Avea nel pugno il regal pnnle La clava ponderosa Per ogni loco E ilcorridor spingea. Il f"' balzar quelvigoroso e giunse
Al
monte

s'assise alto in arcioni,

clava

eccelso. Anche

venia da presso
sovrano

assidea sul dorso D'inclito peso. Egli D'iblis e cavalcava, e sotto a lui
Era il destriero corridor. Tre volte intorno ognigiorno,

Di Cinav"d al ponte il re D'alta cervice A


e

ilcorridor veloce Oh ! ma
ei

dietro

ne

menava.

nel tempo

Ad
Il

al mondo
; e

intero

Che alla montagna Il tristo Devo


^

pi" si le'vicino
testa

quelvaloroso sospingea

al tempo clava

gi" chin" la

(Ihe affrettatoei correa,

sua quella

E lev" i pie di dietro. Ecco, al comando

Di puro acciaio gli batteva in fronte, E tre volte cosi per tuttii giorni Menavalo per monti e per pianure, Per marie Del monte per convalli.Anche su l'alto Alb"rz e per suoi liassi lochi,

Del In

re

del mondo

fu rilielle e stette

ribellion fermo il perverso. Ait" die un e sollev" la clava grido


sua

Il prence allora, ma
Da
sua

non

venne

frullo

sella che il gitt"di fatica,


tristo e le fauci spalanc"

Senza sgomento, sospingea lo strano Suo corridor, dall'Albiirzal poi ponte Di Cinav"d^ Su passava, alto seduto destriero il iiobilre. Ma quel
suo

Ahrim"n

suol'uom E nell'alito

grande e

illustre

quando

Attrasse forte. Nella gran ventraia Il f""cader lo sciagurato e ratto Da loco fuggi come ipiel bufera. donna per l'opra, scendano

Al loco Con le

la cinghia tornava, egli

e la sella gli briglie sciogliea,

Cosi,di stoltae
Il re Sovra
sovrano

rea

alla cervice. un Gittavagli capestro di suoi ceppi. Mai Forte il legava In alcun loco acqua
non era
o

si

Deh! perdea.

che mogliera

sia stolta e rea,


e

cibo

Maledizioni

pi" che mille

mille !

(1) Altro nome (di origine arabica?) di Ahrim"ne. deli'Avesta, sul quale passano (2) Il ponte Cinvant (3) Ahrim"ne.

le anime

dei morti.

Ul

CAPITOLO

SESTO

LA

POESIA

ROMANZESCA

SOMiMARIO.

"

1.

della poesia romanzesca. Oriqine

"

1.

secoiido il Molli, Ragioni,


"

2. Sogromanzesca. del decadere della poesia e del sorgere della poesia getti epica romanzeschi. Antichi racconti 3. dalla r omanzesca. preferiti poesia
" "

4. Due

forme

del

romanzo o

il romanzo

d'Iskcnder

di soggettostorico: persiano. poetico alla storia 6. Necessit" d'incorporare Alessandro.


"

5. Romanzi

"

nazionale la storia d'Iskender. Re. del


re
"

"

7. Nascita d'Iskender

secondo
"

il Libro dei

8. Il romanzo

d'Iskender

venne

ai Persiani da fontigreche.
"

9, 10. Parti
del
17. La storia

romanzo

d'Iskender venute
"

da altre fonti.

li, 12, 13, 14. 11 romanzo


Ci"b"neh.
" "

di Malmi"d

di Behr"m Relir"m-g"r. 15, 16. Il romanzo di Ghasna possibile soggettoda romanzo.


"

18. Altri

personaggi
"

da romanzo. che potevano esser storici 19, 20. Romanzi di soggetto soggetto del Libro dei Re. romanzi d'amore inseriti nella parte epica amoroso; di il di V"miq e Azra. 23, 24, 25, 26. 11 romanzo romanzo 21, 22. pehievico
"

re e

Ardesh"r, primodella casa


Shir"na.
" "

dei Sassanidi.
"

27. 11 romanzo

di Khusrev

Parv"z

28. Romanzi 29. Ilromanzo


:

d'amore di di
e

straniera: il romanzo origine


"

di Yi"suf e

Zai"kha.

Meg'n"n Levia.
e comune senza
"

30. Confronto che fa l'IIaminer


"

dei tre romanzi 31. Romanzi

Khusrev Parv"z

Yi"suf e Zai"kha, Shir"na, Meg'n"ne Levia.


a

d'invenzione;
e

tratto

tuttii romanzi

rarsi dell'innamopersiani
"

scambievole dei due amanti d'amore diventatomistico 2. Poeti vomaiK-esch"


" "

essersi mai veduti.

32. Il
e

romanzo

33. 1 poemiromanzeschi allegorico.


conoscenza romanzo e

le loro parti. siani. per-

34. Limiti della

che abbiamo Y"suf


romanzo e

dei romanzi

35. Ab"

suo

romanzo
"

e il suo 'l-Muayvad Unsuri Y"suf e Zai"kha; come e


"

il suo

e il Zai"kha; Rakhtiy"ri lutti tre e V"miq e Azra,

perduti.
dei Re,
e

36. Firdusi

tratt" la storia dopofinitala

del Libro parte epica

come

v'innest"

seconda parte del poema. d'Ardesh"r. 42. Il romanzo


46. Il romanzo

vi tratt" i romanzi che appartengono a (juesta come d'Iskender. 37, 38, 39, 40, 41. 11 romanzo
"
"

43, 44,
"

45. 47.

11 romanzo Il
romanzo

del

re

Behr"m-g"r.
"

di Behr"m 48. Con

Ci"b"neh.

di Khusrev

Parv"z
"

Shir"na.

"

Firdusi ha trattato qual'arte

da soggetti questi Y"suf


e

romanzo.

49, 50, 51, 52, 53, 54, 55, 56, 57. Il romanzo di dimostrata dall'Etile; sunto sua autenticit",
e il suo Giorgi"ni romanzo
"

di Firdusi; Zai"kha, fonti.


e
"

esso;

sue

58. Fas"hi ilsuo


romanzo

V"miq e Azra;Shih"b
"

ud-d"ii Amaaq
"

Y"suf
romanzo e

Zai"kha. Khusrev

59. 11

di Niz"mi. Quintuplo

60, 61, 62, 63,

64.

Il

Meg'n"n 65, ")6,67, 68. 11 romanzo le Sette Belt", 69, 70, 71, 72, 73, 74, 75. 11 romanzo di Niz"mi. 76, 77, 78, 79, 80, 81, 82, 83, 84, 85, 86. 11 Libro d'Alessandro, di Niz"mi. 87, 88, 89, 90, 91. Arte di Niz"mi come poeta romanzesco. Suoi romanzi di soggetta 94. i suoi romanzi. 9i, 93. Khusrev di Dchli e
e

Shir"na, di Niz"mi.
"

Levia, di Xiz"mi.
"

"

"

"

storico e contemporaneo.
"

95, 96. Mas"d

Kirm"ni di ller"t; Kli"gi"

i suoi

l^S romanzi.
"

CAPITOLO

SESTO

romanzo '.)0, 100, Hum"y e Hiim"v"n, di Kirm"ni. Nevr"z, di Kii'ni"ni. 102, 108. Ass"r di Tebr"z. 104. Reputazione che ebbe Ass"r come c^rande lO", 106, poeta romanzesco. di Ass"r: Mihr e 107, 108, 109, ilo, 111, 112, 113. Sunto del romanzo
"

97, 08. Il
("nl
e

101. Il romanzo

"

"

"

MusliteiM.

"

114. Come

117, 118. Selm"n


e

di Assai'. il romanzo 11"). HO, possa giudicarsi 119. Gelai il medico e i suoi poemi romanzeschi. S"veghi
" "

il

suo
"

romanzo

dui

Nevr"z.
e

"

120. K"tibi

il

suo

Levia.
romanzi

121.
e

Decadimento

trasformazione

della
"

romanzo Meg'n"n poesiaromanzesca.


"

122. K"tibi

i suoi romanzi

e mistici. allegorici
"

121}. Incerto carattere


e

dei

del tempo persiani


"

della decadenza.

124. Fatt"hi

il

suo

romanzo

Bellezza e Cuore.

125, 126. Romanzi

degliultimi tempi. allegorici

1.

Origine
e

della

poes"a

romanzesca.

le osservazioni del Mohl intorno alle ragioni giuste della poesiaepicain Persia e al successivo meno egliassegna E queste sue ragioni il mancare sono: sorgere e fioriredella romanzesca. dei soggetti epiciperch" gi" trattati da Firdusi e dai cicliciin modo da lasciar spazio ad altri poeti; il sottentrare d'un'arte poetica finata non pi" rafall'arte degli che tanto dovettero ritenere del fare popolare, epici mentarsi l'addormaestoso, largoe sereno, ma alquantoruvido e troppo semplice; del sentimento nazionale, al quale and" debitrice del suo fiorire la poesiaepica; infine il tenace sopravvivere, perch" innato nell'animo
vere

1. Crediamo

che

al venir

umano,

del desiderio del raccontare

del dilettar raccontando.

mente, vera-

dopo ci" che Firdusi e i cicliciavevano narrato, non l'estava alla altrinomi e con altre circostanze le cose con poesianarrativa che ripetere la i tempi propizi che Flianno pi'odotta, e poi, poesia gi"dette; epica, passati facilmente viene a noia,in particolare la gente colta e di gusto presso viene a noia,cade e si perde o " volta al ridicolo. Trovasi e come raffinato,
che perci" in Grecia
e

di Pigrete

Caria si faceva befte dell'Iliadecon

la Batracomiomachia

l'altro nelfu prestoassai, come l'epopea abbiam notato, abbandonala Con questo l'epopea, al volgo. capitolo ai bei tempi dei S"m"nidi dei avuto e voce Ghasnevidi, aveva potentedi del CalilTo di Bagdad e protestae di opposizionealla tirannia spiiituale della ortodossia maomettana, onde

trovasi che in Persia

Firdusi,nella coscienza del sentimento

risuscitato la Persia aveva patrioridesto all'improvviso, poteva dire ch'egli dalla sua sepoltura. Ma ora i barbari del settentrione hanno oppressa e vinta la i)atria, la di Firdusi e perch" canzone magnifica parve un canto si da anche altro canto funerale, ogni epico tacque presto con lo pomposo dei padri. spegnersi degliaffettiche legavanoglianimi alla terra gloriosa 2. Restando
a

tuttavia vivo

incolume

ildesiderio del raccontare

accanto

che erano altri mutati i tempi, si cercarono ora quello dell'ascoltare, d i ai racconti accomodati adatti ai e questipi" soggetti tempi nuovi,pi" assai pi" dei lattideglieroi le avventni'e novelli. Piacquero zesche, romangusti molte volte da idillio, amanti, e la descrizione delle loro gioie degli

"M

CAPITOLO

SESTO

gi" abbiamo Striangeo,


delle due forme. La

chiari

e spiccati

veramente

i genuini

modelli

qual

cosa, secondo

noi,mostra

l'antichit" a cui questo

debba gi"essere e come esso contemjjoraneo genere letterario appartiene, dei grandi racconti dell'epopea, dopo la qualesoltanto pot"venire in onore
e

fiorire.Che di Ciro
e

sia poi la Ciropedia

romanzo,
sua

in cui

Senofonte,preso il
re

nome

i fatti principali della

vita,narri del gran

opere

concetto speun partefinti o almeno ciale, " che da tutti. l'idea certo Ma, poich" quasi risaputa dell'opera ci" che " che al scrittore dalla lutti si allo non venne Persia, sanno, greco appartengono, e le somiglianoanche, i posteriori genere della Ciropedia

fattiin gran " cosa

secondo rappresentati

romanzi
suo

lasciando persiani,

quanto alla filosofiae

pure che Senofonte abbia detto molte cose alla morale. Ancora; l'episodio di Abradale possa
aver

di
e

sebbene che pure trovasi nella Ciropedia, mirabile di descrive amor un storico, esempio di Pantea donna armando di

fondamento
una

coniugale.Perch"
di animo forte
e

magnanimo
il suo consorte
e

cuore

per

prova la vicina
suo

d"

solenne

acciocch" battaglia,

virile, si mostri egli


e

degno servitore

campione del

re,

poi estinto piangendolo

ponendone ricom-

sul pettodi lui, e uccidendosi dopo che squarciate il suo ebbe raccomandato alla nutrice di avvolgere cadavere,con quello di nella granTale dello sposo, in uno stesso ammanto. esempio amore, dezza trovandosi " forza tutto e propriod'immaginazione persiana, sua, hanno che le donne tutte dei racconti persiani, storici, romanzeschi, epici, fu conoforte e grande, tale che, come sciuto sempre qualche tratto d'animo dai Greci, presso i quali la donua era reputalacosa vile,li colpi Ma di cotesto si avr" prova assai pi" tulli d'ammirazione e di meraviglia. di dei romanzi i vari soggetti chiara e manifesta quando si conosceranno

le membra

amore,

" ricchissima questa letteratura. quali di raccontar cose 5. Del resto, quella inclinazione al lutto particolare vasi trofinte 0 miste di finzione di cui " primo segno, per noi, la Ciropedia, che si continu" anche nel Medio Ed era Evo persiano. naturale; tutta persiana, fosse, n", se diversamente origineessa fu cosa perch"iin

dei

potremmo
0

in tanta distanza di tempo, dal quarto quintosecolo avanti l'Era volgareal dodicesimo dopo l'Era volgare,si noi intendere
come

mai

possano

trovar

nel medesimo

se non negli intenti, Medio Evo persiano fu ricchissimo di racconti romanzeschi, molli dei furon rifattinella letteratura posteriore. tutta la lelteraMa, come quali' tura, fin dal tempo dei Sassanidi, poco o nulla si ricorda della storia anteriore ad Alessandro abbiam veduto discorrendo della Magno, come non vanno pi" in su, quanto ai soggetti epopea, cosi i suoi romanzi dei tempi del Macedone, del quale anzi tolsero da fonti presi" trattare, grecliele notizie. Perch" il soggettodi Ciro e quello di Abradale e di Panteajion trovano risconlro nella lelteralura della quale ora parliamo, i-eminiscenza di Ciro nella tradizione se pur si togliequalche nebbiosa

letterari che nei modi e paese monumenti fra loro. Poi il nella forma, molto si rassomigliano

LA

POESIA

ROMANZESCA

145

Khusrev;e quanto alla storia di Zariadre si pu" dire che essa e di Odati, sola,con l'altro episodio degliamori di Z"l e di R"d"beh, resta nel Libro dei Re, nel corrispondente episodiodi solitario frammento d'un edil"zio abbancome donato Ket"y"na e di Gusht"sp,
che epica
tocca

della infanzia di

re

andato

in rovina.

6. Ma la storia di Alessandro
e

Dehii

si provarono Gi"mi e altri di minor


con

fu mirabile soggettoper 1 poetiromanzeschi, nel trattarlo, oltre Firdusi, di e Nizc"mi e Khusrev


conto.

Firdusi

ne

incorpor"la storia nel

che abbiam visto essere stato quell'intento particolare di racconti epici, altri raccoglitori di lui e di tuttigli che " quello proprio Libro dei Re di rifare Niz"mi
una

di Persia, non
e

storia vera; ed " manifesto che chi voleva narrar la storia dietro la lasciar di Alessandro. Ma a conquista poteva lo

altri che gli certi e con speciali


veramente

seguirono, composero

intorno al Macedone che Firdusi


non

poemi
ebbe. E

intenti filosoficie morali

dovette colpir fortemente l'immala storia del gran capitano ginazione anche degli Orientali tutti, solo dei Persiani, onde ben non ma

prestocominciarono a formarsi racconti favolosi e strani intorno alla sua fu risguardato sofo, filoora ora come come egli conquistatore, persona, perch" assai venne tuttavia, Cotesto, messaggieroanche di Dio e profeta. da principio vinti da lui e conquistati, dovettero Irani, g"' perch" pi"tardi, e usurpatore risguardarlo qualeuno straniero, oppressore della loro patria
reale. E per" i Parsi dicono nei loro libriche dignit" rec" in terra la leggenuova, Zarathustra profeta, quand'egli della di
re

dal tempo di e dal tempo

che per il primo la profess", V"st"cpa ogni cosa and" bene in terra finch" venne volse alla peggio. Con venuto il quale,ogni cosa Alessandro; la conquistadi lui non gogna, ci", potevasinegare, n" cancellar la patitaverla sconfitta toccata dal re dei re troppo era rimasta palese. E e di comporre ilprimo quando al tempo dei Sassanidi si ebbe pensiero per", Libro dei Re, la conquista di Alessandro vi trov" luogo acconcio,ma narrata tale accorgimento artificioso da parere una rivendicazione con e bene studiato, che
esso

Alessandro di Persia.

volle fare

fece dei suoi diritti di

vero

monarca legittimo

7. Perch" leggesi in Firdusi (e Firdusi trov" certamente


nelle fonti da lui che
era

questa parte

che consultate)
re

il

re

della reginaHum"y, D"r"b, figlio


re

del figlia

Rehmen,

nipote del

tolse in isposa la Gusht"sp,

di Fil"q"s di Macedonia),la quale poi egli figlia (Filippo dovette rimandare al padre dopo la prima notte di matrimonio, infastidito dal suo alito ingrato. Ma N"hid, trascorsi nove al un mesi, partoriva figlio d'Iskender (Alessandro) quale veniva impostoil nome perch"iskender chiamavasi certa erba medicinale con la quale N"h"d andava guarita l'alito dalIntanto D"r"b il che da erasi re quel primo giorno non spiacevole. pi" dato alcun pensierodella reietta sposa, da altra donna aveva avuto che veniva chiamato Dar" (DarioCodomanno). Per tal secondo figlio un modo Iskender e Dar" erano anzi Iskender era il primogenito; fratelli, e
10
"

bella N"h"d

Pizzi,Storia

della

jjoesia persiana, voi. II.

146

CAPITOLO

SKSTO

per" se
chiedeva

Iskender

cosi (poich"
contro

d'ora in avanti chiameremo l'Iran e contro


suo

anche da

noi Alessandro)

portavale armi

Dar" che

orgoglioso gli
successore

tutto ci" il tributo,

eglifaceva nel

pieno dirittodi

inetta veramente, toglieva nel regno paterno. Questa invenzione, non agli da uno Irani l'onta di essei'e stati signoreggiati straniero,rendendo per tal modo Ma principeindigeno l'usurpatore. nella l'invenzione del figlio versione
non re

" iranica di Persia. di

in quanto essa se non 0 persiana Perch" gi" nel Pseudo-Callistene


recente

fa Alessandro
e sua

slata siriaca,

" pur considerato dal Budge, trovasi che Alessandro pubblicata di Egitto,anzi di Nectanebo, che, essendo in di un maestro re figlio con negromanzia, era andato a Pella in Macedonia dove s'era giaciuto che Perci", secondo l'autore del romanzo Olimpia moglie di Filippo. del f orse secondo secolo dell'Era gare, volterzo doveva essere egiziano, o gi" ritornava nel regno paterno. 1 Persiani Alessandro,venendo in Egitto, l'adottarono per s" nel trovata assai buona l'invenzione, pi" tardi, modo di sopra " detto. 8. Secondo lo Spiegel, nelle fonti che Firdusi dovette consultare, dopo che

della nascita d' Iskender, poco si doveva trovare che questo particolare le risguardasse imprese di lui; per" il poeta dovette ricorrere ad altre attribuito a Callistene, al romanzo fonti e in particolare or ora ricordato, che voltato assai per tempo in siriaco e in arabo presto si sparse per tutto l'Oriente. A noi invece sembra pi" ovvio e giustoil dire che Firdusi nelle fonti che che servirono gli ilLibro dei Pie, trov" le notizie di testo nel comporre trov" tutte le altre degli tavia tutaltri re. " vero Iskender,come Irani dai romanzi agli essi direttamente

toccano

che queste notizie vennero per" da tempo in Oriente; non

greci, penetrati per Firdusi. pot"attingerle " che il manifesto sia di ci", Ma, comunque poeta persianoe ilromanziere bench" innanzi di pari passo, lontani fra loro,vanno greco 0 egiziano,
eccetto che qua
come e

l" il primo si discosta dal secondo

conduce Iskender a egli Oriente e in viaggi verso Occidente, e ne viaggiverso mussulmani. tenendo soltanto l'opera delcerti concetti obbedendo conto a Per", d' Iskender in di Firdusi quale essa ", par certo che il romanzo tale almeno fu divulgato, fu cosi formato da Firdusi, Persia se non e che si son messi poituttigli di lui, sulle orme o apertamente o copertamente, laddove divide i viaggiin altri.Formatosi
e

per certe vedute particolari, visitar la Mecca e la Kaaba,

gersi f"ttosi conoscere, esso pot"svolnuovi ed esser rifattoda altri con altri e prendere aspetti ampliarsi
una

volta il racconto

come intenti,

si trova

aver

fatto Niz"mi.

diventa filosofo, e di cotesto

Niz"mi,Iskender non gi"troviam la ragionenel suo conversare


si muta

Presso

solo
con

Diogene e coi Drahmini


in
e profeta

ricordato dalla storia, ma indiani,

ancora

come

mistico. Di questo mutamento tuttavia trovasi, personaggio laddove egli la nello il stesso Firdusi, o crediamo, princ"pio ragione
in

fa
nn

il suo come e lo raj^presenta eroe giiu-are per Cristo e per la croce Iskender, come uomo pio.Del resto,anche nel falso Callistene leggesi

LA

POESIA

ROMANZESCA

147

nel

adoratore dei Giudei in Gerusalemme, si professasse cospetto


una

del

vero

Iddio, intanto che in


morto Sanigli,

omelia

metrica siriaca di Giacomo detto che


esser

vescovo
era

di

nel 521

d. G., " pur

Alessandro
venuta

cristiano.

9. Tutta questa parte adunque sembra


da fonti
e

ai

poetipersiani

grechemutandosi
di

in quanto dov" mutarsi Tra origine. i

credenze

gente diversa,non

nioni per acconciarsi a opiper" che altri elementi togliendo


doversi

sian loro venuti da altra

porre quello della fonte della vita,posta nel lontano e misterioso paese occidentale delle tenebre, a cui Iskender cerc" di arrivare, prendendosiper guida il vorrebbe Khizr. Anzi, lo Spiegel profeta

sembra quali

o egiziana supporre di origine babilonese questa tradizione della fonte della vita che dona, a chi ne beve, sebbene nelle antiche tradizioni iraniche trovisi gi" eterna giovinezza,

qualche menzione
virt"
sunto
sovrumana e

di acque

del Libro dei

alle qualisi attribuisce purissime, abbiam veduto, nel fare il gi" portentosa;e nel lontano e Re, che re Khusrev, prima di perdersi
e

di fonti

noi

misteriosa fontana. Anche nel libro si bagn" in una settentrione, tane lonil Bundehesh, parlasi a lungo di fonti e di laghi in regioni pehlevico, virt". Ma non essi pure, di meravigliose di qui e mitiche, dotati, buio sembra
esser

venuto
verso

Occidente di Giacomo

che

che forse devesi cercare pi" verso questoparticolare, Oriente. Perch" gi" nell'omelia siriaca, dianzi citata, di " Sar"gh,
narrata

vescovo

l'andata di Alessandro

alla misteriosa

"

fontana nel paese delle tenebre con la scorta di un vecchio quel vecchio sapienteche poi si chiamer" Khizr,cio" verzura arabi
e diverr" persiani,

sapiente.
secondo

delle pi" e una araba, nei romanzi l'etimologia Perch" invenzioni della fantasia. n ei immaginazioni e egli, romanzi tale che l" dov'egli si reca, o nei luoghi " rappresentato come persiani, di porta freschezza d'arie miti e dolci e rigoglio per i quali si aggira, vegetazione. zampilli Spuntano sotto i suoi passierbe e fiori ed escono di panni verdi e l'aspetto di fontane,ed eglisen va vestito sempre suo belle " aspetto florido e aitante come di tale che dona giovinezza e prosperit". io. Anche trovasi ricordato al capo diciottesimo del Corano un misterioso cio" il Cornuto, arabo Dh" '1-qarnayn, personaggiodetto con nome nel

quale,messo
or

di Dio ed
or

esecutore

de' suoi decreti, molti hanno della storia. Ma personaggio Iskender, appunto perch"egli, da Occidente ad Oriente

voluto i

ravvisare hanno

l'uno

l'altro grande

pi"

creduto di ritrovarvi accennato del

come

il Cornuto

Corano,percorse
e

la terra

lev"

nelle lontane

settentrionali dell'Asia parti

gliassalti di popolibarbari
contro

di ferro per ributtar Di questituttavia e delle mura levate ignoti. forti mura

Re; ma Corano, al quale Mas"di per il primo, sebbene con qualche dubbio, vuole identificarlo. Ma Tabari,nelle sue storie,del Cornuto e d'Iskender fece e d'allora in poi fra tanti pretendenti speditamenteun personaggio solo, al titolodi Cornuto, come li chiama lo Spiegel, Iskender acquist" sempre

di essi per opera d'Iskender,trovasi ricordo anche nel Libro dei del Firdusi non dice che Iskender sia il cornuto personaggio

448

CAPITOLO

SESTO

maggior favore,sebbene
adunque, con
formavasi

la

questionenon

anche
a

sia ben

definita. Cos"

renti, popolie a tempi diffei romanzi quale greci diedero maggior copiadi materia e Firdusi l'impulsopi" efficace. alti-opersonaggio storico, 11. Viene, dopo Alessandro o Iskender, un fattosi prestosoggetto graditodi racconti e di romanzi, non per artificiosa storica come si dovette fare per Iskender dai Persiani, ma menzogna per felice che eglilasci" dietro di s". Egli " Yarahr"ne la memoria quinto d i il della casa dei Sassanidi, detto nemente comumalo, figlio Yezdeghirdprimo Behr"m o Behr"m-g"r nella recente letteratura, quale regn" dal in Persia il romanzo

ricordi ed elementi

dovuti diversi,

d'Iskender,al

-4iO al ^SS d. C,

fu

re

amante cavalleresco,

delle avventure

amorose

della caccia, e fautore ardente del buono lo rese


sommamente caro, oltre le

stato del

popolsuo.

Al

suo

ora enumerate, la sua qualit" il avventurosa e travagliata, perch" padre lo tratt" sempre duramente in carcere, e perch" egli, educato volta anche lo sostenne e una assai, di H"ra, Arabi alla corte dei principi impar"ogniarte pi"gentile, presso gli alla caccia del leone,sfidando ogni maniera e musica, e si addestr" poesia di pericoli venne a domandare e di rischi. Come poi, morto il padre,egli i d ovesse imitare il padre il regno, grandi di Persia, temendo ch'egli

popolo giovinezza

suo, slato
non

o per qualche alti'o sospetto, troppo benigno vei"so i Cristiani, re un

vollero riconoscerlo; anzi elessero Khusrev. Ma


come poi,

vecchio

debole

di principe al

nome

Behr"m

pot"parlare ai grandi e

popolo

reale, posta su assemblea,e quando fu stabilito che la corona sarebbe stata conferita a chi avesse fra due leoni feroci, di un trono fra le due belve, la tolse e se balzando imperterrito egli, saputo rapirla,
raccolti in la pose in capo. 12. Fatto re, ai

perdon" molti

tributi non
e

anche

e talvolta pagati,

anche

tolse ai ricchi avari le male

accumulate

ai qualiassegn"uno poveri, chiam"

infruttuose ricchezze per darle sul pubblico erario e per i quali stipendio

anche

dall'India i musici da secondo dire,

perch"cantando piazza
Firdusi
Sol Ma
ne

li divertissero

Soleva gratuitamente.
Con la Con la mia
in grazia,

manifesta

ordiner" Ed in segreta Terrena sede,u" vorr" che

mia, giustizia guisa quest'ampia


un

rimangadesolato e tristo,
suo

ritrovi ciascun
me

nutrimento

E da

iltocchi.

lembo

Questa aperta inclinazione di lui,anche col danno dei ricchi, onde il gran poveri
di attuar le dottrine socialistiche nel
re suo

favorire i a troppo manifesta,


re

anche, ma senza frutto, alla prodezza regno, congiunta


fece di lui ben

tent"

di leggiadra
un vero sue

cavaliere
romanzo.

amante

delle avventure,

j)resto

eroe

da

Anzi, la fantasia del popolo che quasi dimentic"

le

di Costantinopoli e coi e col re d'Armenia guerre con l'imperatore dell'alta Asia tutte le di di di e sue sovrano e uomo principi stato, opere si sbizzarri singolarmentenon solo nel raccontare, magnificandoli, gli

LA

POESIA

ROMANZESCA

149

aneddoti
i

curiosamente si volse alle


sue

cercati di lui che


ancora con

ma poveri, e

impoverivai ricchi e predilezione grande alle sue

arricchiva
avventure

Nei quali racconti,veri soggetti da gradite. che talvolta, nel legballate da cantarsi attorno, tanto s'infiltr"di epico, gere di leggere le cronache orientali che parlanodi questo re, sembra del buon tempo di qualcheeroe qualchecanto di Firdusi allor che parla del notisi s'intende altre resto antico. E come cose gi"dette, qui, per tante d'amore che occhi agli

caccie

feriscon difdei Persiani storia ed epopea, cronaca e romanzo, non nella forma, nell'andamento,nel tono; ma tra loro che nell'arte,
sono

che, in sostanza,
buona

narrando eguali,
cose.

con a

indifferenza Behr"m in

con

la

miglior

fede le stesse

per",quanto

viamo troparticolare,

i cronisti persiani e arabi descrivono con che,per tacere dei poeti, i d i l'educazione di lui e principi Ilira; compiacenza tutta propria presso si scelse tra nel luogo laddove labari dice in qual maniera esso Behr"m le mandre allevate intorno alla corte di H"ra il suo sembra destriero,
racconta
come

di

quei canti del Libro dei Re, laddove Firdusi leggere


e

Rustem

Sohr"b

si scelsero i loro famosi cavalli. A Dehr"m, da cronisti


e

del quinto principe

secolo, fu pure

da

romanzieri

attribuita la clava,

quella

clava dal capo di giovencache " propriasoltanto dei grandi eroi della uccise pi" antica epopea, Fr"d"n, S"m, Rustem. Egli anche atterr" leoni, favolosi
essere

draghi sulle montagne


elementi mitici ed
tutto ci" in

che

non possono Si lui. storia di entrati nella vede, epici cose

nelle

selve;tutte

che

anzi,che

grandissimapartefu fatto dal popoloprima, raccolto poi e abbellito dai romanzieri, perch" anche ai nostri giorni sentonsi sul conto suo, tra il volgo di quei paesi, certe fiabe di assai raccontare Perch" invenzione che poi s'incontrano nei poemi e nei romanzi. rozza solitario di Persia, dice il Malcolm d'aver udito nel 1810, in un villaggio di certa avventura l'amante, deldi Behr"m, e dell'abbandono narrar amorosa
e e con

del successivo

incontro

di costei nel

che principe
essa

le

perdon"
ti'as-

s" la

e d'una riprese, singoiar prova di valore che

dava

torello vivo. Questo racconto, come un vedremo, portando sulle spalle trovasi tal quale in un poema di Niz"mi. 13. Anche la sua morte fu soggettoacconcio alla poesia. Firdusi la
racconta

cos":
Che del mondo Ancor Gi"
non era

Desio potente in lui venuto era D'andar servendo a Dio,si ciie quei serto Ei ripudiava e di regnanteil seggio
che d'ogni e poi cosa Sgombrava tosto, Di

il signor da' suoi


sorto.

Oli ! forse

giacigli era egli

irani de' gagliardi gi"fuggito

assemblea ! Ne and" frattanto Da l'inclita al padre Yezdeghird suo, Principe ilfiato Ma nella strozza, al rimirarlo, Ratto Con ch'ei lo glis'arrest",
scoverse

questaterra venne
Ma

in ini cori'uccio,
sonno

Ciiuntala notte tenebrosa, al S'abbandon".

quandola

sua

gota

L" sid basso orizzonte il sol mostrava.

Pien di spavento fu d'un tratto il core Del sacerdote di quelprence illustre,

Giacente

le gote e gi"spirato, p;dlide sovra un drappointestod'oro.

450

CAPITOLO

SESTO

Ma

altri scrittori, contemporanei o che (certo popolare

Ibn ul-Atliir e antica tiaba dove

assai vicini di tempo a Firdusi, come forse al e appropriando labari, raccogliendo gran re una anche

in Persia, si addita il luogo oggi, andando un giorno il fatto singolare raccontano come accadde), egli,
con

alla caccia,messosi

ardore ad inseguireun
una uno

in precipit" all'improvviso, Da ci" trasse Niz"mi spar".


narra

voragineo
de'

onagro s'atTond" in

venutoglidinanzi
un

pantano dove

pi" bei

racconti d'un

di Behr"m
a

del

quale pi" innanzi


secondo fiaba,

fa ricordare del

noi la nota

parleremo;e la quale (e veggasi l'ode bellissima

che suo poema la bella narrazione

re Teodorico Carducci)

improvvisodalle
Anche inseguirlo. alcune cavalleresco lo

acque

zando sparicorrendo dietro a un cervello,balladdove egli si bagnava, per dell'Adige


re

del buon sparire

Art" in

ha molta tradizioni,
re

con somiglianza

secondo luogo deserto, del questo misterioso sparire


un

persiano. gli eruditi di Persia fanno di Alessandro che sempre grandeggia, in avvolgono la figura
e come

14. Ecco adunque. 1 dotti


un una

filosofo e

per forza nel ciclo dei romanzi. Ma il popoloche " pur sempre il pi" gran poeta,dimenticando il re emulo Bisanzio dimenticando l'uomo di Behr"m di di stato,fa e turiero, un prode avvenamante

e ne profeta nebbia misteriosa, e lui attirano un

delle donne, cultor delle arti e protettoredegli gentile attribuisce la gloria d'aver trovato per il primo un ritmo e gli tutti, oppressi nell'entusiasmo suo aita caccia. maestro colpo di mano poetico per un 15. Il gran re Chosroe An"sh"rv"n, del quale gi" abbiam parlatoal di questo libro come di fautore magnifico delle lettere e delle principio

scienze,non
modo
e e

lasci" tale memoria

come

di comporne romanzi; ma tale fu poi ricordato per tutta la letteratura di


un

di s" presso il popolo iranico da dar di giusto, soltanto ebbe e conserv" nome

posteriore, persiana

arabica. Ma

avventure

la novit" dai ad
essere

e re

che il nome e le per poco divenissero vero e ci" per e acconcio soggetto da romanzo, Ci"bineh che dei casi della sua vita. Behr"m deva discensingolarit"
non

altro Behr"m

accadde

Arsacidi ed

era

nativo di

l"ey, pervenuto per la virt" militare

in capo del re Hormizda generale quarto che regn" dal 578 al fu oltraggiato 590 d. C, come da lui che gli mand" vesti e arnesi da in una femmina si ribell" e si fece proclamarre dai suoi soldati corba,gli che sinceramente l'amavano, l quali egli, Wallenstein animoso e di un incit" ribellione alla tanto con ma non valore, parole alquantogrottesco, veementi
in pubirose, blica quanto anche col farsi vedere nel loro cospetto, conclone, con le vesti femminili indosso, la cuffia in capo e la
e

conocchia

pensasse in pugno, mostrando per qualisegniriconoscesse il re e ricomil valore de' suoi caj)itani. Ora, la ribellione d'un capitano al

legittimo signore era stata fino allora cosa ignota negliannali del che per il e il fiero uomo regno persiano rinnovato sotto i Sassanidi, cominci" da quel giorno la sua vita avventurosa. primo ne diede l'esempio, fu prestoornata di favole, Questa poi,dalla immaginazione popolare,
suo

152

CAPITOLO

SESTO

del popolo persiano, di particolare da eroi coi illustridella romanzo a nche personaggi pi" foggiare storia, in si manifesta di in un che un recenti, tempi esempio pi" pi" personaggio i contemporanei tutti e i posteri fece stupire la grandezza delle opere con la magnificenzadelle opere della pace, con la protezione con guerriere, accordata ai grandiingegnidel tempo. Gi" s'intende che vogliam dire di dei Ghasnevidi, del quale abbiam Mahm"d della casa duzione, parlatonella introtutta
conti presto nella fantasia del popolo soggetto di molti racche sentono del romanzo, veramente sue appunto per quelleopere Intorno a lui, tuttavia,alcun romanzo si " composto, non splendide.

17. Ma

quella inclinazione

divenuto

sebbene

di come personaggiovi fosse pi" che acconcia;ma conti Rehr"m-g"r il popolo ha conservato tante memorie e ricordato tanti racdi avventuriero c osi di Mahm"d come e cacciatore, ancora principe si ricord" come di un esso sterminatore come degliinfedeli, gran prode, di un gran signore, di doni e di favori. E per" " da meravigliare dispensator che un l'omanzo si sia composto anche di lui;o forse, almeno non si vollero cercar a soltanto nel tempo principio, gli eroi da romanzo anteriore al conquistoarabo, e Mahm"d, in tal caso, troppo tardi era anzi certo, i tempi propizi e ci" " assai pi" probabile, al venuto; ovvero, e al comporsi dei romanzi furono quelli dei Sassanidi, nascere passatii lavor"o dovette cessare d'un tratto. Con questo,mentre qualiil singolare alcuni scrittorio contemporanei al gran principe di poco (per o posteriori tacer di Mirkhondi,che " di assai pi" tarda et") narrarono soltanto la storia di lui, fecero Bayhaqie "tbi, trovasi che sovente i poeti mistici come si valsero di certi aneddoti della sua vita per confermar con l'esempio illustremolti dei loro dettami di filosofiae di morale. Perch" esempi di grandezzad'animo, di longanimit",di munificenza (se toglil'oltraggio crudele fatto al povero Firdusi), trovansi in copia nella vita di Mahm"d, volentieri ne fecero tesoro; e noi,nell'appendice e i poeti al capitolo della abbiam riferitoun passo del poema di Att"r che di Mahm"d mistica, poesia la letteratura popolare e quella narra un atto di bont". Anche singolare che pare destinata ai fanciulli, essendo precettistica ed educativa, registra molti trattidella vita intima di lui.L'amicizia sima per il suo schiavo favorito certi tratti d'umilt" e di bont" del povero corte si ricordava pur sempre l'umile sua racconti che trovansi qua e che tutta l'ampiamateria
vero
e

l'indole del

ebbe svisceratispoich'egli fece per costui, e Ay"z, e le pazziech'egli

che tra le pompe della schiavo, diedero luogoa molti origine, l" per gliscrittoriin jirosa e in poesia, senza possa essersi mai raccolta per formare
un

proprio romanzo. 18. Cos" adunque la fantasia popolare, che poich"non crederemmo di questa certi personaggistorici avessero in senza potuto trasfigurarsi eroi da romanzo, veniva ordinando e tessendo un'ampia tela di racconti, intorno ai qualidovevano esercitarsi tanti nobili ingegni. Di cotesto poi abbiamo molti e chiari esempi anche presso altri popoli, veramente ma.

LA

POESIA

ROMANZESCA

153

tanti quanti non sono c'inganniamo, di Ghasna altri personaggi dopo Mahm"d
se non

presso
ora non

ci"

non

vuol

dire che

conti Perch",anzi,trovansi racromanzeschi intorno alle imprese di Gengiskh"n e di e poetici avventuriero d'umile nascita un Tamerlano, e con la storia di N"dir-sh"h, si fece signore di tutta la che nella prima met" del secolo decimottavo

entrare

nella schiera

dopo di lui degli eroi da

nessun romanzo.

altro

Che se di persiano. abbiam tenuto parola, sia potuto personaggio il

Persia,si volle anche comporre


Re.

Per",oltre che il poema non sono trattiamo,veri poemi romanzeschi recente della qualequi non sembrano ma esser o prosaiche, o poetiche tutte questecomposizioni tosto piutcoi veri poemi gontlecronache di avventure. Anche questetuttavia, inclinazione romanzeschi, valgono pur sempre a dimostrare questa singolare dai tempi di Ciro il in eroi certi grandi personaggi, al trasfigurare grande ai nostri giorni.
sono dei romanzi fino ad ora tratteggiati, quegli pi"copiosi ed " bene storie d'amore. Nelle quali tuttavia, altriche narrano pietose iin accenti della alle parole dal principio, accanto e agli che ci" si sappia vilt" cercherebbero abiette le e i sentimenti pi" calda,invano si passione moderni. Perch" il concetto che si ha ed efTemminati dei romanzi ipocriti

di Libro dei col titolo pomposo poema alla letteratura pi" di N"dir-sh"h appartiene
un

19. Anche

della donna

amata

appare

come

concetto

di

cosa

sublime

celestialein

dei il cuore quei romanzi persiani ; e la passioneardentissima che agita ma li conduce mai ad opera indegna e biasimevole, amanti, non giovani a tale, " forte e potente sprone per vincer pericoli e superare ostacoli, si vilt" nel che si o alcuna che non cuore concepisca accolga permette nella mente. rompere sentimento la sventura, n" l'ira dei mortali possono indurli mai a la data fede o a mostrarsi codardi o dappoco, perch"quel loro N" d'amore " sentimento puro ed elevato,sentimento quellolaidissimo onde mostransi ideale
e

ben diverso da cavalleresco, i romanzi moderni.

inquinati

di questi altriromanzi 20. Quanto ai soggetti che ben essendo qualcuno, antico
e

notiamo alle loro fonti,

di

dovette originegenuinamente iranica,

nell'antico Libro dei Re assai tempo prima incorporato presto essere di Firdusi, della storia degliamori di Z"l e di R"d"beh. come avvenne Invece,la storia pietosa degliamori di R"zhen e di Men"zheh fu inserita da Firdusi nel
suo

poema

non

l'avesse trovata perch"egli


notte di
su un

stata perch"essendogli

letta una

ma fonti, vecchio libro,gli parve

nelle

sue

degna d'esser rifatta.Di cotesto ricordisi il lettore che abbiam fatto cenno fosse nel capitolo della poesiaepica, notato ((ual laddove anche abbiam l'origine prima di questa tenera storia d'amore. Per", anche perch"queste dosi trovanstorie vanno strettamente alla grandetradizione eroica, congiunte
che da Bizhen
esse
e

Z"l

da

R"d"beh
sono come

nacque
un

Rustem,

che

le avventure

di

di Men"zheh
narrate

della episodio

furono

epicamente da

gran guerra coi Turani, Firdusi,sebbene il suo genio abbia

154 trovato

CAPITOLO

SESTO

e soavi da romanzo pietoso argomento modulazioni patetiche Ci" stesso possiam dire degliamori di Giisht"sp la bella e da idillio. con nel Ket"y"na, soggettobellissimo da romanzo, che Firdusi pure incorpor"

nel

suo
con

di sopra abbiam ma detto, alcuni particolari moderni, venuti da rifacimenti posteriori.

poema,

antico molto

come nell'origine,

ultimi due, uno 21. Oltre questi


narrato stato il

dei

primiesempi di

romanzo

d'amore

parte e non V"miq e Azra


a

in alcun poema epico,sembra essere incorporato che Unsuri, il re dei poeti e la fanciulla) (l'amante nel 432 d. E.

(1040 d. C), avrebbe composto Di Unsuri, come di poeta lirico, originale pehlevico. sopra un in altro capitolo; mail suo romanzo abbiam gi"parlato " andato perduto, " andato perduto come quellodal medesimo titolo e soggettodi Fas"hi Gior4-62 Mi al che dal d. E. (1049-1070 d. G.) visse alla corte dei principi gi"ni altri poeticome del Taberist"n. Anche Zamiri e N"mi e Iluseyn
che Sh"r"zi, molto
sono,

al tempo dei Ghasnevidi, morto

studio,trattarono
esser

al di l" dei limiti del nostro per il tempo in cui vissero, d'amore che, per quel che pare, doveva questosoggetto

della loro opera gi" tardiva, anche perch" non ma ce bello; edizioni (e certi manoscritti citatidal Rieu non ne sono ne contengono che qualcheframmento), non possiamo dir nulla qui; ci" che pur faremmo, i limiti imposti,i)ur di dir qualchecosa anche oltrepassando intorno al Non potendo far cotesto, ci appagheremo del brevissimo soggettodel romanzo.

compendio che
titolo
e

ha fatto l'ilammer

di

un

poema
turco morto

simo turco del mede"

dal medesimo

soggetto. L'autore
romanzesca,

L"mii, il pi"
nel 940 d. E.
e persiani,

illustre poeta della letteratura turca

(1533

d.

quello di
strofe di

romanzeschi C.). Tratt" egli i pi" belli soggetti Azra secondo l'Oammer, non meno V"miq e conta, endecasillabi
romanzo

di seimila

ridotti poidall'Flammer distici,


nove

a sole quarantanove stesso,compendiatore,

tedeschi sia

ciascuna.

Ora,
non

sembra, che questo


una

esso pehlevico,

" vero, doveva essere


se

come

che

semplicee tenera storia d'amore, laddove, non gi" Unsuri o Fas"hi, bens" glialtri poetipersianiricordati di sopra e con questiil turco ma dato al leggiadroracconto manifesto signiticato mistico L"mii, hanno facendone i del far Di cotesto un uso allegorico. allegoricisoggetti poema siamo romanzeschi, si dir" innanzi;ma non a ridotti, come intanto,
aver

sott'occhi che
ancor

lo

scarno

compendio dell'Hammer,

vediamo

se

siamo pos-

riconoscere

(anche a rischio d'errar molto) i lineamenti del


esser

romanzo

originale.
ne

22. L'ordito vivevano


amavano

deve

stato

molto

semplice. V"miq
era

la bella Azra
e

felici presso teneramente,


e

le loro famiglie in Media, secondo intanto che il giovane


era

che pare,
un

si

sacerdote in

tempio

del Fuoco

al culto. !\lala felicit"dei due pur consacrata amanti " ben presto volta in lutto e in angosciamortale, perch", per e Azra se dall'altro, cagioneche non bene s'intende, l'uno deve sej)ararsi la fanciulla
ne va

in lontane

fredde

regioni settentrionali laddove

la morta

natura

LA

POESIA

ROMANZESCA

'

155

nelle calde e Y"iniq se va ne apparire, i barbari vogliono In Etiopia, ad abiurar la d'Etiopia. costringerlo regioni in pena della ostinasi ricusa,e gi", zione dei suoi maggiori,ma religione egli
tutta si ravviva
e

abbella al

suo

un

sul rogo, freschissimo giardino di rose.


sua,

" condotto

quando il rogo si trasforma d'un tratto in non pu" tuttavia Scampato al fuoco,egli

si strugge a poco a poco, tollerar le pene d'amore, e per" si consuma e del intaulo che la sua Azra, privaessa pure del conforto di veder l'oggetto caldo amanti mandano
amor

suo,

si

muore

nell'abbandono. e nell'angoscia la sorte


e

1 due

fedeli
ancora

hanno
a

dopo
in

morte

felice di salire al cielo donde


serena,
e

noi la loro luce casta


maao

V"miq " Arturo, e Azra " la


soggetto del
" la la quale forse perdita;

Vergine che tiene


romanzo

la

spiga.Tale dev'essere il nudo

di cui

ragione deve lamentarsi

dovuta
mer,

alle troppo manifeste inclinazioni zoroastriane, come invise ai fanatici mussulmani.


E veramente

tanto

pensa l'Hamv'" qui la glorificazione " tutto

adoratori degli

del fuoco, e il carattere

del racconto

tamente pret-

tanto che nello stesso L"mii, che " mistico e gi" a zoroastriano, vivace. Perch" molti secoli di distanza, tenacemente esso ancora emerge ad e sacerdote, il poeta,tra le altre cose, v'introduce il suo eroe, amante

esporre

alla

sua

bella la dottrina tutta zoroastriana


e

dei sette

fuochi;e

dei Parsi per chiarir meglio cotesto teologici lasciassero mussulmani, inorridendo, punto. Perci" " ben naturale che i pii

veggasil'Avesta

i libri

un'altra religione. glorificava Eppure i deve fa e non cotesto non nomi dei due giovaniamanti sono arabi;ma " avvefare difficolt"alcuna,perch"i nomi arabi di V"miq e Azra, come nuto nella dimenticanza il romanzo in altri casi,devono che perduti,
erano
ora esser

che

traduzione

di due

nomi

ora pehlevici,

anche che il

i nomi
romanzo

originali.
dedotto da personaggi storico, grandi e

23. Ecco

d'altri elementi e per l'aggreillustridella storia, garsi per il sopraggiungere " avvenuto Che se cotesto non d'altre parti, diventa anche amoroso. del
romanzo

di Alessandro dicevano
se

Iskender,forse perch" le fonti grechea cui


Iskender
e

si attinse, non

esso

ebbe

non

ebbe

avventure

d'amore,
in

forse

perch"di cavaliere
una

di

si mut" egli guerriero

ben

presto

nella fantasia profeta nella seconda

tutto Orientali, degli

ci",invece,avvenne

per altri

storici, personaggi pi" volte,non


del
come

vasi trovolta sola. Perch", tra le altre, tutta la narrazione


romanzesca

parte del Libro dei Re

fu fondata la

del terzo

cipio potenza dei Sassanidi per opera di Ardesh"r al prinmento, avvenisecolo. Non l'arem qui la storia di questo grande
storia ; per" ci appagheremo di dire che risguarda Ardeshir,molti ricordi storici son pur slati scriviam noi
una

perch"non
che nel
romanzo come conservati,

la

sua

ribellione all'ultimo

re

dei

Ardev"n, le sue Parti,


suo

nella Media e nell'Armenia, la fondazione di molte citt" nel conquiste vasto impero,in breve tempo e assai facilmente riordinato. Ma il romanzo che Firdusi ha inserito nel gran
e principe,

la

sua

poema, fonte " molto

suo

racconta

ben

altre

cose

pi" antica,trovandosi

di questo che molto

456

CAPITOLO

SESTO

addietro, in
un romanzo

un

tempo che
i

ora

cercheremo
reca

in

che pelilevico d'indole

detto il Kar-n"inak
romanzo
vero e

appunto ed " Artakhsh"r, cio" Libro dei fattidi Ardesliir,


come popolare, sono

di determinare, fu composto Esso " cose. quellemedesime talimolti altri romanzi tale lo manifestano
si
e

del

Medio

Evo

e persiano,

tutti anonimi.

Come

strano dimodi la

i racconti

che vi e fiivolosi leggendai'i secondo fu

leggono,come
e suo

P"pak,suocero

di Ardesh"r

il romanzo,

padre

ilsogno secondo

storia,per il qual sogno

preveduta la grandezza futura dell'animoso il suo servire alla corte di Ardev"n e la e la sua disgrazia giovane; come schiava di Ardev"n, che Firdusi conseguente fugacon una bella fanciulla, la profezia dice Guln"ra e di cui il romanzo tace il nome; come pehlevico del regno fattagli due garzoni) da lui da due sibille(secondo Firdusi sono sul incontrate a met" del suo viaggio; la sua vittoria come gran verme che allevato in casa valoroso lleft-b"kht traeva e ne dell'operoso potenza l'inimicizia tra lui e il ribelle Mithrak di e ricchezza grandissima;come stermin" la famiglia, al mocui egli bambina eccetto mento una che,trafugata della strage, fu portata di contadini che l'allev" famiglia presso una la nascita insperatadi un t"glio di Ardeshir,Sh"hp"hr, con come amore; che poi s'invagh" della figlia di Mithrak incontrata da lui presso un pozzo nella campagna, di nascosto, fece cessar d'un tratto gli odi e, sposatala ci" che era stato predetto ad Ardeshir stesso da e le inimicizie antiche; da lui su tale proposito. un Kait,interrogato sapienteindiano, di nome Perch" il saggioindiano aveva detto che nell'Iran sarebbero state e pace solo allorquandola signoriane sarebbe stata divisa tra la e prosperit" stirpedi Ardesh"r e quelladell'estinto Mithrak. Ardesh"r non volle saper nulla di cotesto; ma il t"glio di Mithrak suo, a sua insaputa, sposava la figlia
e

dava

compimento all'oracolo.

Cos"

il romanzo seguita

tino

a e

toccare

il

del t"glio di Ardesh"r primo che era tiglio regno di Ormuzd brevemente dal ^7:2 al illS dell'Era volgare. 24. Ma due
cose

che

regn"

meritano del gran

nate, accene oscuramente sfuggita alcuna esposizione l'avvenalquanto pi" chiara; e una " tura

che

sopra

abbiam

di

verme

di Heft-b"kht,e l'altra" la nascita del

io di ligi

sh"r. Arde-

che abitava in una Ora, quanto al gran verme grotta presso il borgo di K"ci"r"n nella provincia di Kirm"n uccise adoperando e che Ardesh"r pi" l'astuzia che il valore, " chiaro che qui abbiamo un antico racconto d'indra uccisore di Yritra,di Fr"d"n vincitore mitico, del genere di quello di Dah"k, di Apollo uccisore del serpente Pitone,di Ercole uccisor di uccisore del mostro Fafnir;", insomma, un antico mito Caco, di Sigfrido nella storia di questo fortunoso primo re dei Sasindo-europeoinfiltratosi vati che il Liebrecht gliha trosanidi,tanto antico anche ne' suoi particolari tali e quali nel mito scandinavo Secondo di liagnarLodbrok. quel mito, il prode Ragnar Lodbrok uccide con astuzia un terribile drago e ottiene in premio la mano della bella Thora, figlia del conte lleii'audr. Ecco adunque un elemento mitico che " entrato nel romanzo e di cui non

LA

POESIA

ROMANZESCA

157

si

sa

veder

la

forse se ragione, laddove

nel fatto che il Kirm"n cui la tradizione ha

sta pensa il Darmesteter, non " paese in " detto abitare il gran verme, essa,
come

posto la scena del re Fr"d"n, esempio le imprese


ci" da dalla
una

di tanti altri fatti mitici,come


e

che la fantasia

per in fu aiutata popolare far derivare Ma

falsa

del etimologia che

nome

Kirm"n, che si vorrebbe

parola kirm
verme

verme. appunto in persiano significa

perch"
che

Firdusi,come
ilfamoso

si vedr" dai fu trovato

che recheremo passi

racconta nell'appendice,

di Heft-b"kht, da una in un picciol figlia pomo filava per lei che e da lui detto Heft-v"d, all'improvviso, esso, ingrossato la bambagia e tanto ne filava che in breve la casa di Heft-b"kht ne divenne
assunto

ricca, bisogna dire col MohI che, forse,l'antico mito ha

in Persia

cio" " stato tratto a simboleggiar la prosperit" col tempo altro significato, ad un borgo intero, ad una famiglia, e la ricchezza che vengono per la di Heft-b"kht o figlia assai al Heft-v"d e del filardel verme, raccontato da Firdusi e somigliante trovasi nel romanzo racconto scandinavo ricordato di sopra, non pehlevico. notisi ch'egli di Ardesh"r, 25. Quanto alla nascita di Sh"hp"hr figlio fu indotto dalla moglie sua nacque ignotoal padre,perch"il padre,come da lei certa bevanda di Ardev"n, a bere una che era una otTertagli figlia coltivazione del baco da seta. Cotesto fatto della al
suo

ritornar stanco
e

assetato
era

fosse veleno che


ancora era

trovato

che

dalla caccia,preso sospetto che quello mina la mala fema morte veramente, condann"

in

Rosmunda. ebbe
casa aver

Vedesi qui racconto simile a quelloche va attorno gravida. di Alboino, la bella e infelice la figlia tante tradizioni, e tocca da Ardesh"r, la sentenza pronunciata Ma chi doveva eseguir donna
e

della piet"
sua

del

ch'ella recava figlio

nel ventre,

lei tenne

in

poi un giorno,in cui il re con dolore si lagnava di non ilfiglio e festante gli Sh"hp"hr che s'era present" egli gioioso figliuoli,
finch"
un

fatto

bello

valoroso il dir

garzone,

forte

sembra
romanzo

necessario bellamente

qui ora che alla storia. appiccicato

aitante della persona. N" anche questo " un bel brano


e

ci di

naca, e umile, come pehlevico procedepedestre prosa di croed " ben lontano da quello splendoredi forma e di colorito che alla greggiamateria ha saputo dar pi" tardi Firdusi. Quanto alle fonti a cui ha attinto l'ignoto autore, non sappiam nulla ; e forse,come pensa ilN"lche us" di tradizioni e scritte e orali, deke, egli poi alquanto inettamente

26. Il romanzo

intanto che l'opera sua ricuci, racconti che


toccano
essere

non

ha unit" vera,

ma

"

un

insieme

di singoli

le

singoleavventure

all'et" in cui dovette

composto

di sopra. Quanto assai poco di certo si pu" il libro,


notate

che esso non dal N"ldeke mostra scopertovi noti per la furon pu" esser pi" antico del sesto secolo,nel quale soltanto che l'inetto Turchi ricordati nel romanzo prima volta ai Persiani i principi che invece " il terzo. riferisceal secolo del suo eroe compilatore

dire; pure

alcun

anacronismo

fra i personaggi trovato che sopra abbiam storiciche la fantasia popolareha prescelti per intessere romanzi, prov"

27. Anche

il

re

Behr"m,

1,)8
e forti assai frequenti

CAPITOLO

SESTO

le pene

dell'amore

e corse

moltissime

avventure

che

Firdusi
con

Niz"mi

ci raccontarono
vero

poi con
romanzo

molta

graziae

talvolta anche

Ma lepidezza.

soggetto di

di Kliusrev Parv"z
una

che

prov" una

veemente

fu preso dalla storia passioneper la bella Shirina,


essere

d'amore

ilcui vero nome doveva greca, secondo alcuni, Shirina Invece,secondo ogni maggior probabilit", doveva
essere e

Sira,se
nome

era

tale.

(vero

d'una

famigliadel Kh"zist"n;
e

perch" era

di

persiano) religione

luogo a rimostranze finch" poi il re da parte dei grandie dei nobili persiani, e a rimproveri rando dichiamoglie reale, amante, secondo che pare, la elev" al grado di vera
cristiana

fondatrice di chiese

di monasteri, diede

che erano nati da lei o che sarebbero per nascere. attia regnare i figli Fin qui la storia. Ma la fantasia del popolo e poiquelladei suoi poeti propriar s'apilvago
e

che l'Hammer soggetto che


se ne

dice

corona

di

conto; ognipoeticoracnon

nei romanzi per",

composero

di

si descrissero poi,

solo la

della reggia di questo gran magnificenza cavalli e ilsuo cinquantamila


suo

re, e i suoi mille e duecento

elefanti e i suoi
e

la

e gloria

l'arte del anche


e

cantore
narrarono

B"rbed le
sue

fedel destriero d'arabo sangue trono e i suoi tesori e il suo

meraviglioso;ma
bella avventuriera ilcaso d'un pietoso

si

lunghe pene d'amore

per la

le

commise pazzie ch'egli in

altro amante

per lei.Anche vi s'aggiunse della bella Shirina. L'infelice aveva nome

Ferh"d, e questo nome,


stia
a

gnare " passatocome in proverbio Persia, per desitale che invano s'adopra e invano si affaticaper cosa che molto gli Perch" il geloso principe,risaputodell'amore di lui per cuore. per ludibrio a spaccar roccie sulla montagna con la falsa di Shirina sarebbe stata premio alle sue fatiche. E che la mano la rupe e scolpi and", tagli" d'una visita furtiva giorno, poi, ricevuto, per maligno inganno del re, falso da si precipit" di consolazione, di lei, egli, disperato

lo mand" Shirina,

promessa di cuore, buono e semplice il povero giovane, di Itisut"n 0 Behist"n. Ebbe il conforto, un della
sua

donna;

ma

annunzio

della morte

la leggenda romanzesca un'alta rupe e si diede la morte. Per tal modo delle sculture e delle iscrizioni cuneiformi che voleva intendere l'origine
su quella storica rupe. Ma Khusrev, scolpire il romanzo, spos" dopo mille contrasti la sua bella che, rimastagli seguita andare mori si uccise sulla sua tomba per non fedele, quand'egli sempre che anche per altre storie romanzesche sposa ad alcun altro. Ora, per le ragioni ha Firdusi trattare abbiamo non ampiamente potuto assegnate,

Dario

aveva d'istaspe

fatto

questa
Ma

tenera
ne

storia d'amore, compose


un

nulla ha detto di Ferh"d


a

della morte

sua.

poema sebbene trattazione di questo soggetto,

Niz"mi

vero

nella parte,restando insuperato

altri molti

dopo di lui

vi si siano

provaticon
dei
come

poca pretensione. che fin qui abbiamo 28. Tutti questi


non

enumerati, sono

soggetti persiani,

quali tuttavia

i poeti romanzeschi, perch" tosto, si appagarono non fu loro data occasione,ricorsero a fonti straniere. Da queste veniva

loro la storia

perch" tale pi" bella,

la

proclamavaIddio

nel

suo

Corano,

IGO

CAPITOLO

SESTO

In fine,il Y"suf Meg'niin. in Y"suf


e

lezza Zalikha,nel quale l'ideale della maggior bel-

il potere della Zalikha, e dei sentimenti, bellezza e dell'amore, l'impero del cuore e lo spirito eia debolezza della donna che vinta s'abbandona, della profezia, vincitore, dell'altra in forte contrasto. 11 Y"suf e tutte cose poste l'una contro son

l'idealedel

pi"

cocente

amore

in

Zalikha
amore

in poi,

modo

divino, che
non

" la storia, fatta santa dal Corano, dello particolare, soltanto in questo trova sua degna rappresentazione

romanzo,

profane ". 31. Cosi adunque, dopo che la poesiaepica ebbe compiutoil suo
sua

in altre storie

corso

la romanzesca, glorioso, che la maggior sorella


e

sorella minore, destinata per levar la


voce e

attese succederle,

si tacesse

mostrarsi

adorna

bella, facendo

rivivere famosi

narrando storici, personaggi


non sono

leggiadre
come

storie d'amore. assai

che Questi soggetti, trattati


e a

molti

veramente,

presto furono
si mise

saziet" dai

pi" alla loro


romanzesca
non

fantasia

alla duratura
cerca

cosi parvero non bastar poeti, vogliadel raccontare. Per" la poesia di altri racconti, e

studiosa in

mente perch" agevol-

pot" trovarne, ci"


Perci" ebbe

che

non

trov", invent"
e era

con numerosa

la forza dell'immagin

tosto

origineun'ampia

famiglia quasisempre

di poemi,tuttid'amore,
romanzo

perch"nell'amore
non e

n" v'ha pi"facileinventare, solo

che d'amore persiano

sia,nei qualiuno

(e qui la fantasia del poeta maggiormente amanti che alla fine toccano la di due giovinetti si sbizzarrisce) E ilgiovaneamante loro desiderio pi" ardente e vivono felici. meta d'ogni oltre essere bellissimo di forme, onde ogni cuor sospiraper lui," gentile anche prode e valoroso, sdegnoso d'ogni vilt" d'opera o di pensiero, cui egliha a grande e magnanimo sempre, laddove la bella fanciulla,
" il cio" i casi soggetto, le avventure
consacrato

l'amor

nell'amore,ma
nella sventura. l'innamorarsi

sempre di belt" famosa, molle e dolce forti e di costanza virile nel pericolo e capace di pensieri di questiromanzi Anche pu" dirsi esser luogo comune
suo,

" donna

scambievole

dei due

senza giovinetti

che mai per

si siano veduti dice il

prima, sia che l'un d'essi dell'altro s'innamori

ftmia, come

Il qual Petrarca,sia che un sogno amico faccia conoscere ({uestoa quello. trovandosi gi"l'innamorarsi sembra essere molto antico, tuttavia, particolare, di Zariadre e di Odati,rifatto in greco in sogno nel romanzo persiano
narrato da Carete di Mitilene,

da Firdusi sotto i nomi

di Gusht"sp e Ket"non

y"na. Anche Z"l


forse
senza

R"d"beh, secondo il Libro dei Re,


E

s'innamorarono

essersi visti mai?

perch" esso

" sommamente particolare

dei romanzi cosi, orientali, come presto divenne luogo comune poetico, (juandopass"in Occidente, piacque assai ai poetinostri del Medio Evo, sia d'esempio la storia di l"udello signore di IMaia e della Contessa e ne di cosi come e in generale, Ma di taliromanzi sono d'amore, |)resi Tripoli. in particolare " ricchissima oltre ogni dire la letteratura persiana, ((uella n" di pi" tarda et",perch"il genere piac(iue assai, abbisognavaper esso troveE forse (jui libera e poteva spaziare. molto studio, e la fantasia era

LA

POESIA

ROMANZESCA

161

rebbe

il posto suo

il poema

di Visa

R"m"n

che noi abbiamo

collocato tra

nati dalla degenerata fosse meno se esso epica, poesia popolari, laido e trivialenel soggetto e pi" nobile nella forma. Perch" " da sapere " di raffinatezza molto studiata, che questapoesia tutta proromanzesca fumata i racconti
tutta sentimentale e ideale (il qual carattere le fu come elegante, dato da Niz"mi), e per" non pu" entrar nella schiera dei suoi romanzi, svenevoli e cascanti, odorosi di muschio e d'ambra l'indecente e spesso che puzza di bordello e troppo rozzamente, per dir con elegante poema

ed

della frase moderna, santificai diritti

carne.

32. Ultima trasformazione


l'intentodel la quale velando allegorica, dell'anima
umana

poetanon

del poema romanzesco fu anche l'altraper di narrare, ma fu pi"quello si di far opera la vieta
e

sotto

la storia di due amanti

tritadottrina

ritornare alla origine sua, anela di dersi peruniversale. Cotesta, del grand'Essere e gi" s'intende, nell'amplesso che di sospira

di tarda et" fu opera di poetimistici, per i qualila poesiaromanzesca cosi nebbiosa incerta divenne divenne incerta e nebbiosa,la lirica e come

quando, di genuinamente
Per" si fa manifesto che la f"'imputridire la suoi cultori.Facilmente titoloper Amore
e

amorosa,

spasimanted'amor divino. alla fine, mistica, appest"tutta la poesia siana, perromanzesca

si fece

la e lirica, l'epica
e

nell'aria fetida

stagnanted'una unzione nauseabonda,


assai si possono

tolse

conoscere

ogni carattere d'uomo ai questi poemi anche dal

quel che valgono e per quel che vogliono, perch"tale s'intitola Cero Farfalla tale altro si dice e (laconsueta immagine Fede,e

della farfalla che brucia nella fiammella

del cero, immagine dell'anima deve essere storia che si perde in Dio).Vedesi apertamenteche qui non

pantomima vuota di vuote astrazioni. 33. Quanto alla forma di questi poemi,gi"abbiam detto lungamente in quella partedella introduzione che toccava delle diverse forme poetiche. modellato E per" basti ora romanzesco, qui ricordare che il poema buire ha in partegrandissima l'economia e la maniera del distrine sull'epico,
umana

di umani,

ma

del condur
e

al Profeta poema

narrazione, premettendovile consuete lodi a Dio, al quale il a' suoi primicompagni,poi le lodi del principe
la anche dell'occasione del

toccando vuoisi dedicato,


con a

qualche cenno

all'intentorecondito

minando comporloe tercoi ringraziamenti dell'opera,

Dio per il suo compimento felice.Ma quanto al fare intimo e eccettuati il fare profondamente differisce dall'epico; sostanziale, perch",
i racconti romanzeschi

che Fii'dusiha inseritinel Libro dei Pie che ilpoetanon avidamente ch'egli

che

egli

ha dovuto trattare sentenziar

sembra epicamente, delle occasioni

tanto si curi di ci"

ch'egli narra, quanto


e

fare coglie per filoso-

ha dato il primo

lungamente,con fastidio non lieve del lettore.Di cotesto Niz"mi, sebbene anche Firdusi,qualche esempio, forse,

il mal filosofici soverchiamente si abbandoni a' suoi pensieri volta, ; ma nella " cresciuto poi, massime rest" romanzesca vezzo quando la poesia lunghe apparenza e nella sostanza e negliintenti si fece mistica. Allora,
11
"

Pizzi, Storia

della

poesia jjersiana,voi. II.

162

CAPITOLO

SESTO

dissertazioni di morale
narra,
e ne

fanno

conoscere

il

etico di ci" che si significato si deve notare che il tempo

mostrano

il senso

recondito. Anche
era

in cui fioriquesta

romanzesca, poesia

della lirica encomiastica,onde


tutte pompose,

si ebbero

pure il tempo del maggior fiorire canzoni laudatone gliesempi di quelle detto nel

della capitolo condotta in quel tempo alla maggior lirica.Ora, questa poesiaadulatoria, di cui
poranea dell'arte sua, non poteva che operar fortemente sulla contemperfezione che s'appropri" rapidamente e allora svolgentesi poesiaromanzesca di ricco di metafore e d'immagini, artif"ziato, tutto quel linguaggio di parole e di concettini, tutto proprio di di giuochi antitesi e d'iperboli, guaggio Onde la lettura di talipoemi riesce oltremodo faticosa, perch"il linessa. difficile da afferrare e la vi " estremamente immaginoso e figurato li infiora, anche essa, dalla ereditata, erudizione mitologica e storica che

lungamente abbiam

induce lirica,

zone prestofastidio e stanchezza. Quanto " diversa l'antica cane

che direttamente epica,

e le cose, e ciascuna chiama dalla grandezzadei fatti narrati l'effetto suo

per intuizione descrive e rappresenta indica col suo nome, e tutto si ripromette
come
e

descritte! Essa
e sovra

va

e pienadi fogae rapida non

dalla terribilit"delle sioni pasdi in pensiero penpassa siero

alcuno

si arresta
su

lungo,laddove
fino alla saziet"

questa sorella
va

sua

minore
cose

s'arresta volentieri

tutto e

considerando

le

sotto

esse quantiaspetti

hanno

si vuole che abbiano.

2.

Poeti

romanzeschi.

34. Nel
cose

romanzeschi dei poeti parlare


sono

dobbiamo persiani,
e

lamentar

due

contrarie fra loro che

la

scarsezza

l'abbondanza.

Perch",nel

bel tempo della poesiache va dal decimo fiorirono molli poeti romanzeschi volgare,
ancora

al
;

secolo dell'Era deciraoquiiito le loro opere, tuttavia, sono in Occidente,o

ignotea noi,o perch"non

anche

son

venute

perch"

delle nostre biblioteche ; altre poi tuttora inedite per i ripostigli giacciono Per" vi ha andate perdute. conosciute mai, perch" sono ci saranno non
scarsezza

di sapere. V'ha anche abbondanza; pi"c'importerebbe trovandosi che nella che viene a noia e infastidisce, ma quell'abbondanza tarda et" della letteratura fiorirono a decine i poeti romanzeschi,ciascuno di ci" che dei

arte sempre con pi" misera e qualialtro non seppe fare che ridire, continuandosi il mal vezzo da altri, meschina, i racconti gi" composti dopo per tutti i secoli seguentiquasi fino a questo in cui siamo. E per", fu pure ilcapo di questa schiera di r"facitori, Gi"mi che per molti rispetti neir898 d. E. (1492 d. C), quindici morto poetihanno rifattoil romanzo di Khusrev e Sh"rina; e dodici,quello di V"suf e Zalikha;e sedici, tardiva,per ragioni quellodi Meg'n"n e Leyla.Ma questa abbondanza

gi" assegnate altrove,non poich"alti'onon

tocca

da studiare
ora e

noi, e

non

" gran

danno.

35. Nel limite pertanto dei tempi

prima gi" segnato, tacendo, di romanzi dei tempi si pu" fare, degli ignoti compositori

LA

POESIA

ROMANZESCA

1G3

dei Sassanidi
un

dei

tempi anteriori

se

vi furono

nei

troviamo tempi anteriori,

autore di un poema su Y"suf e Zaiiklia, '1-Muayyaddi Ballvh, ultimi S"m"nidi, forse fra il 350 e il 400 d. E. tempo degli (901-1009 d. C), e gi"celebrato al tempo suo come poeta lirico.Ma delle ci " rimasto che un povero e misero distico, liriche non sue e del suo

Ab"

vissuto al

poema

nemmeno

un su

verso.

Per" viene secondo


e

un

autore Bakhtiy"ri,

esso

pure d'un

poema d.

Y"suf

Zal"kha

vissuto forse alla corte d'un

cipe prind. E.

Izz ud-d"n dell'h-"qa,


e

Bakhtiy"r,che

regn"

dal 356 dei

al 367

(967-978 C); Ghasnevidi, tempo noi autore come o d el noto lirico, a gi" ricompositore romanzo poeta che gi"sappiamo essere antico V"miq e Azra (l'amantee la fanciulla),
terzo

viene Unsuri, vissuto al

soggetto romanzesco

poemi
onde,

di

e Bakhtiy"ri
a non

costretti

Ma i pare, in pehlevico. " ed sono perduti, gran danno; " dir ci di salto a nulla, un d'uopo passar poterne
come principio,

scritto da

di Unsuri

andati

Firdusi, nel poema

del

epica,trovasi gi"tanta tale e quale fu veramente,


36. Ma
come l'opera
come

dalla parte genuinamente quale, prescindendo sebbene questa,come romanzesca, parte di poesia
a

Niz"mi

soltanto debba la vita


e

la

sua

perfezione.
preso in
esame

di Firdusi di poeta di

gi"conosciamo epico
e

gi"abbiam

di

poeta

lirico.Per", per

poeta romanzesco,

" necessario

tanto solora parlarne il nostro studio a rivolgere

quella parte soltanto del Libro dei Re che dalla morte di Rustem va alla nella sua e a quell'altro fine, ch'egli suo, Y"suf e Zal"kha, poema compose da pi" tarda et",quando, fuggito Ghasna, ripar"a Bagdad in corte del del Libro dei Re, quella Califlo.Ora sappiamo che la parteveramente epica
che " tutta la morte

composta

su

antiche tradizioni iraniche, termina

appunto

con

maggiore eroe di essa epopea, Rustem, avvenuta al tempo del re Gusht"sp e con conto quale arte al rac; anche sappiamo per qual modo antichi compositoridel Libro dei Re, al tempo dei Sassanidi, epicogli l a storia da Alessandro Arsacidi, vera, Magno agli seppero aggiungere Arsacidi ai che insieme e tutto di ancora Sassanidi; dagli sappiamo questo misti di finzione, tutti racconti,epici, veri,finti, con romanzeschi,storici, i loro anacronismi occhi degliIrani tutti e e le loro inconseguenze, agli
del

agliocchi del loro maggior poeta epico ebbe valore di storia vera. Dato il si trov" dinanzi, nelle sue qual punto, Firdusi, esaurita la parte epica,
molti racconti da fonti,
romanzo

mescolate

di

poche e
e

confuse notizie storiche

dagliantecessori suoi naturale di tutta la narrazione antecedente. Ora, se tutta il seguito come questa parte seconda del Libro dei Re (quale comprende la met", e forse

doveva verseggiare, considerati da lui ch'egli

pi",del poema)
si mostra qua
e

si considera
e

nell'insieme della
come
una

sua

architettura

appare arido
vero

informe

l" da

racconti e splendidi leggiadri


come

e povera cronaca, di fatti cavallereschi o d'avventure

e composizione, interrotta

d'amore,
fresche lutti
e

deserto interrotto di tanto

in tanto

da

oasi

" irrigue. Egli

ravviva gliriconoscono,

che qua e l" il gran poeta, che con quell'arte la cronaca di qualcherisveglio improvviso

IGl

CAPITOLO

SESTO

della

considerazione acuta e nuova, di qualche fantasia, talvolta ode o canzone che sembra talvolta, di qualche tratto inaspettato n" Firdusi ha potuto " sempre tale, la cronaca talvolta idillio; ma elegia,
sua

mente

della

colmare

il vuoto.

Vedasi
e

di Alessandro

di

si sbriga della storia dei successori ch'egli dal che pure ebbero signoria Arsacidi, quelladegli

intanto

terzo secolo avanti l'Era

Volgareal 226 d. C, in
e

meno

d'una

mezza

pagina,

enumerando in terra,

alcuni

col dire che pareva che allora, principiacquietandosi regnassero:


Non fea di
e qneinon ([nello,

non principi

Cosi passare Anni (Incjento, e detto allor tu avresti Che nel mondo Veracemente.
non era

ricordava

inai ; cosi,per alcun tempo, Qnest'aitro

alcun

sovrano

la terra. Riposava

Questialcun ricordo
stessa storia dei Sassanidi

Ancora; nella
la

pi" nota, Firdusi

cinque,ora
savia
e

fa passare innanzi dieci re, dei qualieglinon

che pure avrebbe dovuto essere l'uno dietro l'altro, al lettore, ora
sa e

n"

pu"

raccontar

nulla,appagandosi
desiderio
senza

di dire che essi salirono al trono

pronunciarono qualcheparola
di vita sangue, fanno impaurito sare pase di questa aridit" "
e

onesta, regnarono
vere

poi morirono, lasciando buon

s". Sono
come

ombre

gliotto re
le

senza passano, e sono che dinanzi agli occhi di Macbeth

che

dello Shakespeare.Di questo vuoto streghe che segui, e sappiamo con deve darsi colpaa Firdusi, quale certo che non racconto ron)anle sue fonti. Quando invece s'avvenne in qualche fedelt", lai di tratt" l'arte ma con sua maestro, prendendolo quale zesco, questo mescolato di notizie d el Medio i Evo, l'ebbero preparato compilatori ignoti e quelli storiche,e considerandolo, come pure lo consideravano, vero genuinobrano di storia patria. che si trova nella seconda 37. Intanto,il primo racconto romanzesco parte del poema, si " quelloappunto d'iskender o Alessandro. Di essc^ in generale, gi" abbiam detto nel paragrafoche precede a romanzo, del le fonti, e il modo sono qualile ragioni questo,e abbiam notato quali che gli entrare nei primi Libri dei He, e il perch"di certi mutamenti suo dovuto introdurvi; hanno sappiamo Irani, per loro opinionispeciali,
ancora

che Firdusi di tutto ci" assai fedelmente

ha tenuto
a

conto.

38. Accettato adunque da lui, quale era incomincia


con re

venuto

il racconto, lui, Dar"

eglr

la nascita d'iskender di Persia D"r"b,


e con

in paese

straniero, bench"
a

Iskender

del sia figlio

la

che egli fa gueri*U da lui


e

(Dario

Codomanno),

suo

fratello minore.

Vinto Dar"

Iskender ne sposa la vedova consiglieri, incomincia signore dell'Iran, legittimo (Rossane),e proclamatosi mondo
i suoi

ucciso da due fidi perdonna, la bella R"shanek jier il


re

viaggiavventurosi. Narrasi pertanto il sogno


cose,
e

di

Kayd,

indiano, che, tra le altre animoso perch"l'indiano,

predicela prossimavenuta d'iskender; a ci" dagliindovini, sentasi presagace, consigliato


sul confine del regno col dono di

nel cospetto d'iskender

quattro

LA

POESIA

ROMANZESCA

165

bella fanciulla, una un un filosofo, medico,e una coppa meravigliose: n" vino non mai scemare. Kaid " confernella qualen" acqua mato, possono di nella tale nel atto sua e sommissione, dignit" possesso del per cos" avviene di F"r (il Poro degli storici greci), che non regno; ma Iskender con tutte le sue schiere e cade da valoroso. affronta in battaglia Segue la visita d'Iskender alla Kaaba in Arabia, laddove egliripristina e signore un ne' suoi dirittidi principe Nasr,discendente d'Ismaele e di laddove Iskender trova bella e onesta in Abramo; poi il viaggio Egitto,
cose

accoglienza presso Qebt"n, re del paese. Udito parlaredella reginaQayd"feh di Andalusia (Candace,regina d'Etiopia), Iskender, prese vesti da di lei per domandar tributo e soggezione. ambasciatore, si reca alla reggia " veramente, gli Ma l'animosa reginache l'ha riconosciuto per chi egli fa di un simil giuoco, l'ammonisce il pericolo di non severamente conoscere d'alleanza fa farlo mai pi", seco e un e d'amicizia, patto acquetati prima furori di vendetta di certi da della fatti tacere e parte Tin"sh, figlio regina, ucciso nella Iskender lo di F"r aveva l'India. delre suocero gli perch" persona
il poeta la sua storia di avventure, e narra d'Iskender che Seguita Brahmini in India; che giunge al mar s'intrattiene coi sapienti dente, d'Occimarino ingoia navicello laddove un orrido mostro un trenta con che visita la terra d'Abissinia e il paese dei uomini tra persiani e greci;

39.

drago che infestava la terra; che tocca la citt" delle donne, detta Iler"m, che " la citt" delle Amazoni; che tenta, ma alla invano, sotto la guida del profeta Khizr, di giungere fonte della vita nel paese delle tenebre per dissetarsi a quelle acque che
un

fa uccidere Piedi-deboli, presso i qualiegli

donano nel

eterna

a giovinezza

chi

ne

beve. Di questa fonte

antecedente. E Khizr vi giunge e ne paragrafo il quale,consigliato da certi uccelli parlanti, va e Isr"filche gi" tiene in pugno la tromba, l'angelo
cenno

gi" abbiam detto beve; non gi" Iskender,


trova
su

di

un

monte

in atto di attendere il

di Dio per destare i morti al giorno del giudizio finale. Occidente succede il viaggio 40. Al viaggio verso verso alcune Iskender gentisupplicare
e

ed Oriente,

ecco e

di difenderle

assalti di dagli

Y"gi"g'
e

barbari M"gi"g',popoli
un

bestiali di forma.

Iskender

leva dal suolo

viene a un indi, ferro, seguitandoil suo viaggio, sta seduto in palazzodi rubini,laddove un morto col capo di cinghiale albero che parla, in altro luogo,vede un e dall'albero e dal trono, poi, la vicina la intende di non morto sventura e predirsi sua morte poter pi" fabbrica alto
muro

di

riveder

la madre.

Iskender

va

anche

travestito da ambasciatore

presso

doni magnidella Gina, ilqualebenignamentel'accoglie e con l'Imperatore fici gliconsegna anche una lettera in cui glirimproverala sua smania di Gemsh"d, Dah"k, Fr"d"n, Io conquista, rammentandogli che altri regnanti, hanno- precedutoe sono ritornando tutti morti. Allora, Occidente, verso sconfitta nel passare la gente del Sind che voleva vendicar la morte di re F"r, e toccata la terra del Yemen, Iskender si avvicina alla citt" di

166

CAPITOLO

SESTO

B"bil

laddove (Babilonia),
sua

certi Perch"

segni paurosiglifanno
ordinati egli,
con

intendere
suo

esser

vicina ornai la

morte.

Aristotele

maestro

gliaffaridella successione nel regno, scritta una lettera alla madre, muore amici. Firdusi, descritto dato un mesto addio ai capitani e agli rassegnalo,
il lutto per morali. 41.
non

morte, quella

chiude il suo

racconto

con

lungheconsiderazioni
di Firdusi altro

Da

questo breve
una

sunto

vedesi

come

il racconto dietro

serie di avventure, narrate una disegnodeterminato,senza concetto d'unit". La sia che tolti ai romanzi diversa, e particolari

alcun senza l'altra, non tuttavia, quale, poteva darsi al fantastico racconto, trovandovisi accozzate diverse partid'origine

greci voltati
Crediamo

rifattiin diverse anzi che il Corano

orientali e particolari toltial Corano. lingue


con

cidente quel suo Cornuto che va errando dall'Oriente all'Occidente e dall'Occuriosit" del Che v'abbia contribuito la se non all'Oriente, poco. assiduo di qualche " solleticata dal presentarsi lettore per un momento di questa perch"un'altra seguiti, avventura improvviso nuova, quel cessar " tale che ingenera fastidio e noia, non trovandosi,in tanto raccontare, alcuna azione che tenga sospesa interessi nei successivi momenti
e con

diletto
suo

del lettore l'aspettazione


avventure

lo

del

Sono svolgersi. del

brevi
a

staccate

nulla

pi";

la bella narrazione

grande

simile epico,

largae limpidacorrente, a questo punto sembra quasi oziosa e inerte.


42. Nel
abbiam
romanzo

fare tristo ingorgoe stagnare le medesime che

di nel

Firdusi Ardeshir,

racconta

cose

trovate

romanzo

per" non

" necessario
a tre speciale

da noi avanti; stato esaminato pehlevico, ridirle qui ora. Eglituttavia s'" fermato con piacenza comArdeshir del che sono con gliamori punti, giovane la storia del gran incontro e l'idillico pehlevico),
e

la bella schiava di
verme

re

Ardev"n, da lui detta Guln"ra,


romanzo

di Heft-v"d

del (l'Heft-b"kht

Mithrak del romanzo di Ardeshir con la figlia di Mihrek (il Sh"p"r t"glio al pozzo. Nel resto egli procede in grandissimaparte secondo pehlevico) che il N"ldeke anzi nello stesso ordine, toltialcuni particolari il romanzo, che Firdusi doveva avere, massime tenta di spiegare certe idee speciali con intorno a cose di religione. Eglipoi molte asprezze appianaacconciamente in forma e maniera differenze toglie di mezzo; altre cose narra e molte ha che il romanzo non e alcuna ne meno antica, pehlevico reca, per ilfamoso esempio quelladell'essere stato rinvenuto in un picciol pomo della figlia di Ileft-v"d, come verme gi" abbiam notato. Ora, alcuno il testo domandare il sia stato veramente se romanzo potrebbe pehlevico di Firdusi ebbe dinanzi nel comporre questa parte del suo poema. Ma sott'occhi e seguivauna vasta compilazione noi sappiam gi"ch'egli aveva che
in cui tutta

la materia

pi" ovvio

ildire che

del poema il romanzo tanto da


un

era

gi" contenuta; e, d'altra parte," pehlevico quanto la compilazione


comune

da Firdusi derivano seguita

fondo

di tradizioni la cui forma

" ora impossibile rintracciare. Lasciando per"l'inutile questiono, primitiva

168

CAPITOLO

SESTO

and"

travestito da ambasciatore

alla corte di

un Shengul,

re

dove ladindiano,

meravigliose prove feroce E Shengulal creduto ambasciatore e un lupo dragone. diede in isposa la figlia sua come nerlo Spin"d,desideroso, era, di trattetrov" modo di fuggir la bella sposa, e con presso di s". Ma Behr"m fattosi conoscere era Shengull'insegu" ; poi, veramente, per quelloch'egli richiesto di dallo che pi"tardi, era e confuso, suocero perdono mei-avigliato
avversari nella lotta
e

eglidiede
un

di s" abbattendo

uccidendo

con

altri sette re, veniva

vederlo

nell'h-an. s'intrecciano in

44. A

queste

avventure

d'amore

maggior

numero

d'incontri con ricchi avari, quelle spogliati poi dal re per distribuirne ai che Behr"m, uscendo spesso alla poveri le ricchezze. Perch" " da sapersi di allontanarsi dalla scorta reale e di chiedere ospicostume caccia,aveva talit" tale tal altro ricco abitatore della o ch'egli presso quel campagna crudele. Avveniva che essere avaro e era talit" negata l'ospisapeva spesso gli data a stento o sotto le pi" umili condizioni, da quel0 gliera come l'Abraha che lo pose a dormire nell'atriodella casa, senza coltre, giudeo del senza cena, e col patto di spazzare, al di vegnente, le immondizie cavallo. Ma il re si vendicava e puniva l'avaro giudeocol togliergli chezze le ricdarle di nome a un Lanbek, che alcuni acquaiolo, per povero

giorni prima aveva


Il generoso

venduto
va

le

sue

principe pi" abbondantemente e poveri,trovandosi l'erario pubblico fornito, perch" acciocch" non siano da meno dei ricchi, fa venire dall'India per i poveri, diecimila musici da piazza, di tutto, perch" cantino e suonino provvedendoli nel loro cospetto, s' induce a fare e anche gratuitamente perch"egli socialismo in di abitanti da ogni una un sciogliendone gli villaggio, prova obbedienza verso il principe ricchi e poveri, nobili e plebei e dichiarando tutti eguali. Ma gli imbaldanziti e venuti in subito furore, ciarono cominabitanti, dall'uccidere il borgomastro, in piazza, poi scesero rono s'accapigliafra loro
e

anche

degnamente. per ospitarlo in l", perch"egli condona il tributo ai

masserizie

finirono abbandonando tutti un

45. Tali fattihanno


che fin dal

fondamento

tempo clie comparve Mani terzo secolo,a predicarvile sue dottrine socialistiche, queste trovaron bentosto favore grande non solo,come " naturale, presso il popolo minuto, anche presso alcuni dei re Sassanidi. Tra questi, ma appunto anche il nostro Behr"m-g"r;anzi eglifu uno di quelli che pi" s'adopraronoper sebbene attuar quelle assai con dottrine, poco frutto. Ma intorno a ci" vegintorno al socialismo antico, in gasi un bel libro di Salvatore Cog'ietti tratta con tanta dottrina del socialismo persiano. quellaparte laddove egli Anche alle avventure romanzesche di Beln-"m e alle sue imprese in odio dei ricchi e in favore dei poveri,abbiano o non abbiano fondamento rico, stosiano siano abbellite dalla fantasia popolare, o non 0, se l'hanno, troviamo essersi congiuntiper tempo e intrecciati alcuni elementi epici.
Perch" nel leggesi Libro dei Re dell'uccisione di
un

distrutto e desolato. villaggio, storico ; perch" " da notare del e ci" nella prima met" nell'Iran,

il

oriido

drago fatta da

LA

POESIA

ROMANZESCA

169
avere

esso
un

Behr"m,

come

questo drago fu
lui in India.

trovato

nel ventre di

il corpo di

gi"da garzoncello

anche lui divorato;

vi si racconta

di lupi e leoni,

d'altrimostri uccisi da

ai qualifatti" forza dire e Kispetto di queste due cose, o che a Behr"m-g"r la fantasia popolare credere una eroi dell'epopea ha attribuito impresetutte propriedegli (e ricordiamoci, uccisore d'un drago sul fiume Keshef), della impresa di S"m, tra le altre, cacciatore vincitor di leoni furono ingranalcune del che re e 0 imprese dite fatti di da Ma delle due a segno da pigliare aspetto epopea. opinioni, volentieri ci atteniamo alla noi tanto a noi, prima, pi" pi" che quanto " raro l'incontrare esempi,anche presso altre storie e altre letterature, non di racconti e tradizioni epicheapplicate storici. pi" tardi a personaggi Con tutti questi elementi adunque, Firdusi, o chi prima di lui prepar" intorno tuttavia non la tela, il racconto suo a Behr"m-g"r; egli compose

compenetrare l'uno con l'altro di tal forma che ne uscisse, nelle sue partie ben e l'abbiam detto,un romanzo vero, ben disposto composto nel suo insieme. Per cotesto appunto la narrazione di lui bellissima nei suoi particolari, il gran poeta ha spieperch" raramente gato
li seppe far
,

altrove tanta nel narrare,

fantasia

mostrato
a

tanta

maestria alcun

nel descrivere

procedea
con

salti e

senza sbalzi,

legame ne' suoi molti

episodi.
46. Ilmodo
il romanzo cui Firdusi
suo narra

del Behr"m

Ci"bineh, del fiero capitano


con

che si ribell" al

re, si

al modo assomiglia
e

cui

ha egli

trattato

di Ardesh"r nascente, per cosi dire,

di Guln"ra.
e

Perch" anche

qui
che

tutta la
accennano

parte storica "

narrata

con

certa

cura,

soltanto alcuni tratti

biam al romanzesco, e gi" l'absono essi, posti qua e detto altrove, nella selva,laddove una l'avventura di Behr"m riosa mistesar" signore di tutto l'Iran, femmina che egli glipredice poil'impresa il leone in modo nel
e Keppi,

l". Sono

contro narrata

in fine la

sua

morte.

E di

quellaprima
dinanzi
un

avventura

"

che

nel

sembra leggerla

aver

canto

l'Ariosto del-

qualcuna di quelle abitato da una certo palazzoincantato, sue bella e possente maga che prediceai cavalieri, a predestinati grandi del leone ha il futuro. tale nei L'impresa poi Keppi somiglianza cose, di S"m e nelle parole stesse adoperatecon particolari (che " l'impresa il modello di tutte queste imprese),uccisore del dragone sul fiume dubitare che anche qui una tradizione dell'antica Keshef, da non potersi sia stata applicata e singolare non a questo strano personaggio epopea del quale (ed " il terzo fatto, storico nella sostanza, storico. La morte " narrata da Firdusi con tutta nei modi e negliatteggiamenti) romanzesco di piet"profondaper questo congiunte a un senso grandezza e dignit", d'alto ingegno e di gran cuore, cui il re sconoscente aveva uomo giato oltragselve laddove si nasconde
e

quale il gran romanziere

italiano descrive

l'ambizione fatto uscire dal retto sentiero.


se

47. Che

fin

qui,tolto il leggiadro soggettodi Ardeshir


inserite nel Libro dei Re
sono

di

Guln"ra,

queste storie romanzesche

una piuttosto

170

CAPITOLO

SESTO

di Khusrev e di Shirina, vera quella tanti nobili ingegni. Ma storia d'amore che anche dopo Firdusi ha ispirato anche questo smembr" altri racconti, Firdusi,come gi" fece degli per la che gi" sappiamo, sebbene, nel modo necessit" del disporreil poema sembri volerne fare del regno di Khusrev, egli giuntoa un dato momento dicendo: racconto un proprio, serie di avventure

staccate,eccoci

Or io fo

nuova e

Di Khusrev

antica, leggemla Shirina io fo parole.


una

Per"

del leggiadro e pietoso romanzo egli cio" l'incontro di Khusrev

non

ha toccato che i puntiprincipali,


un

in Shirina in

da parte di esso lungo obblio, la ribellione di faccende del regno e la cura di domar belli.Le suoi pi" Ci"bineh avevano Behr"m lungamente distolto il giovane re dal pensare nelle tutta mesta e piangente ad altro ; e per" ora Shirina glisi mostrava ricordava con tale accento di dolore l'amore d'un tempo, che selve e gli in corte. Cotesto si faceva la prendevaseco e la menava Khusrev impietosito di i qualivedevano scandalo dei sacerdoti e dei principi, da lui non senza
un

dopo Khusrev, della dolce amica deglianni

giornodi

caccia

mal

occhio Shirina che

era

cristiana, qualeessi sapevano

esser

donna

di

nelle cose dello stato. Ma Khusrev gran mente, capace di frammischiarsi mostr" loro una coppa d'oro piena dapprima di un sangue impuro,poi di un vino purissimo, con significandosi mondata, poi riempitadi nuovo ci" che che vasi
era
se

Shirina nel

entrata

ora era indegna del re dell'Iran, essa, da princ"pio reale,fatta degna della graziadi lui,meritagineceo

e devozione. Questo " ognimaggior rispetto un

ilsecondo

punto che

tocca

e Firdusi,

pensa da Firdusi come,

storico vi deve pur essere, laddove il terzo, come raccontandosi dev'essere tutto d'invenzione romanzesca, lo Spiegel, fondamento
morto

Khusrev,la donna

amante, richiesta di

nozze

dal

da altra sposa, si facesse condurre tranquilla di lui, natogli d'aspetto, figlio in cuore, al sepolcro dell'antico amante, e l" si avvelenasse ma disperata e assai lungae morisse. mente Questo soltanto racconta Firdusi ; dice tuttavia, d el Khusrev altri scrittori della re come orientali, magnificenza descrivendo anche
con

molti

la sua particolari
e

corte

e, tra le altre

cose

grandi,

quel trono

ingemmato

dorato, detto l'Arcuato,nel quale erano


erano

i segnitutti del dipinti


re

cielo ed

tanti sedili da

stare,oltre il potervi

i principi, i duci, i borgomasti'i, ciascuno primo posto,i sacerdoti, secondo il grado. Quel gran trono era certamente una gran sala con molti sedili all'intorno, insieme fra loro,cou"e vedesi ancora congiunti presso d" al noi in certi cori delle nostre chiese.
intanto s'intende da ci" che finora s'" detto,
romanzo e

48. Firdusi adunque, come


che conobbe li tratt"
con

da questisoggetti

in certi particolari mente leggiadra-

poemi che pot"essere stare quello (lasciando

romanzeschi.

la potente arte sua, non pot" farne veri seppe o non Con questo tuttavia, il gei'me della poesia romanzesca

nell'antichit", perch"nulla

ne

sap-

LA

POESIA

ROMANZESCA

171
suo e " leggiadri poema, alle quali eglifuggevolmente
meno

racconti d'avventure
accenna,
ma polente,

piamo) trovasi gi" vigorosoe pieno di vita nei storie d'amore e le pietose
attendono
e

ornai il poeta che

con

arte

alata

meno

dar" loro appropriata veste poetica. pi" elegante, di Costui sar" Niz"mi di Cangia. Intanto, per dire tutto ci" che crediamo dover dire rispetto a mentre Firdusi, vogliamo anche notare che egli, del Libro dei ha serba il Re stile dell'epopea, nella prima parte vero e seconda in e questa parte, per la diversa grande,magnifico pomposo, natura dei soggetti, non adopera stile alquanto pi" dimesso e famigliare, dallo stile comico. Del quale trovasi un bell'esempio nemmeno rifuggendo di Behr"m-g"r con Abraham, giudeo nell'avventura, gi"ricordata avanti,
avaro,
e

pi" fine

nell'altradi

per decreto reale di


certe
sue

giovane calzolaio che,essendo stato vietato il vino Behr"m, si trov" poiimpacciatoper debolezza in col bisogne quando si ammogli". Dell'avventura di Behr"m
un esso

giudeodaremo
detto che

49. Narrando

nell'appendice. antecedente la vita di Firdusi, anche abbiam capitolo alla corte del Califfo di egli, quando fugg"da Ghasna e ripar"
nel

la traduzione

Bagdad, compose
e

novello un poemetto sul soggetto di Y"suf per ilprotettore fino a noi;ma Zalikha. Esso " giunto perch"soltanto assai tardi n'" stata

cosi s'" potuto anche dubitare se dagliscrittori orientali, sembra sia veramente esso opera del gran cantore del Libro dei Re, perch" di esso sia quellache trovasi nella prefazione che la prima memoria persiana fece al poema di Firdusi, che B"ysingher la quale " dell'anno 829 d. C), e per"posteriore di pi" che quattrocent'anni alla morte d. E. (14-25 Altri scrittoriposteriori fanno menzione del poemetto; ma Aufl, del poeta. fatta menzione il

pi" antico

scrittore del
suo

persianodi

cose

letterarie

amoroso

indagatore
(1203 d. C),
soggetto,di

delle memorie sebbene

ricordi, un
nel 481 conoscerlo

paese, vissuto intorno al 600 d. E. in prosa, intorno allo stesso romanzo d. E.

Ans"ri morto n" sembra

(1088 di C), non ricorda il poema di Firdusi; Gi"mi,il qualepure compose un altro poema intorno allo stesso argomento. Ragionevolmente, si volle supporre che il perci", e che qualche altro poeta di assai pi" tarda poemetto non fosse genuino,
et" Io componesse e poi, per col nome di quel grande. valore dargli studio
e

fama, volesse farlo passare


ha esaminato la

50. Ma

l'Eth" che

con

molto

cura

questione,
per provarla, Di esse,

l'ha definita in favore


sono

e le ragioni dell'autenticit", ch'egli assegna

che tali,
ora

tolgono

cancellano le

perch"noi
e frequenti

assai brevemente

forti

somiglianzetra

ogni esponiamo, la prima si ", trovarsi il Libro dei Re e questo poemetto, in

omai

dubbio.

certi

bene Anche noi riconosciamo tutto cotesto,sebe teniam punti. per vero la somiglianzache l'Eth" scopre tra il lamento di Firdusi per la del figlio morte (e trovasi questo lamento nel Libro dei Re) e il lamento di Rachele prima di morire e quellodi Lia dopo la morte della sorella, a noi non sembri tale da poterne ricavare, come eglifa,una prova forte.

172

CAPITOLO

SKSTO

le somiglianze molte sono Ma, lasciando questo punto molto particolare, assai, veramente e chi ha fatto attenta lettura del Libro dei Re, e frequenti del poemetto. Anche si pu" dire, ognipagina, Firdusi scelse e adoper"il del metro, perch" quella ragione le incontra ad del Libro dei Re, sonante, armonioso
e

"

una

buona
slesso

metro

atto ai racconti

glistessi scrittori orientali glihanno


che armi
tenera
e un

mosso con

Di che guerrieri. vando qualcherimprovero, osserarmonia il fragore delle


raccontare
una

metro

eroico,che ritrae poteva


Diciamo

la

sua

delle

non battaglie,

essere

adoperato per
aver

non ma ragione; l'Eth" osserva giustamente vogliamo parlar noi ora. avesse che se un poeta di tarda et", e non Firdusi, composto il poemetto, si sarebbe valso del metro che " ma non piuttosto gi" del metro epico,

storia d'amore.

In ci" essi sembrano

di cotesto

invece che

stato

adoperatoin
in
e

eccetto

glialtri poemi romanzeschi quellod'Alessandro, perch" questo romanzo


tutti manifestamente volle imitarvi altro

da

Niz"mi
ancora

in

poi,
l'epico del-

tiene

Niz"mi

il Libro

dei Re. Vuoisi

osservar

tuttavia che nel

Kirm"ni,

poeta

romanzesco,

vissuto,come

in metro epico un suo decimoquarto secolo, compose onde, per questa parte,l'argomentodelI'Eth" resta d'alquanto romanzo; posto infirmato. Ancora, aggiunge TEth", un poeta di tarda et" avrebbe comha fatto intento allegorico Gi"mi, e mistico,come il poemetto con della notato anche noi abbiam mistica, gliamori parlando perch"come l'amore dell'anima di Y"suf e Zalikha,presso i mistici simboleggiano che sospiraalla belt" eterna. Ora, nulla di cotesto trovasi nel umana fa Narra e descrive semplicementee nulla pi", come nostro poema. che in una l'Eth" osserva anche il Libro dei Re. Seguitando, parte della che altri l'hanno di laddove il poeta racconta preceduto introduzione, ricorda ilY"suf nel comporre e Zalikha, '1-Muayyad e quel egli quell'Ab" ricordati di sopra, e dei quali, che noi pure abbiam se togli Bakhtiy"ri fatta del fuggevolemenzione questo passo del Y"suf e Zalikha e una

vedremo,

primo
sarebbe voluto

da

Aufl che

ne

riferisce

un

solo distico, non

si ha

alcun'altra

memoria.

Ora, questidue
stato

poetierano
un

che probabile il
nome

poeta di assai
di due

anteriori di poco a Firdusi; n" pi" tarda et",quale avesse


avesse

scrivere sotto nel medesimo

lui,si

lavoro

cessori per suoi predetanto solnoti tardi oscurissimi, pi" poeti


cercato

il poeta stesso del Califfodi attesta che per consiglio laddove egli dice nella introduzione, Calitfodesiderava il poemetto,perch" esso Bagdad,Al-Q"dir llill"hi, compose

agli eruditi. Altre prove

ricava

l'Eth" da

ci" che

che la nella

sua

corte

non

fosse da
era sono

meno

di

del signoredell'lr"qa, quella

quale un

quel racconto.

altro poeta, ed Ulteriore prova

aveva appunto Bakhtiy"ri,

verseggiato

le molte allusioni fatte al Libro dei Re


e

perseguitato poeta ricorda con omai di dire le storie stanco dolore la durata fatica e afferma che egli, storia verace, raccontata dal eroi antichi, si volgeora a una degli bugiarde
nella introduzione, allorquandoilvecchio Profeta nel Corano
:

LA

POESIA

ROMANZESCA

173
re.

Or io
N"
a

non

mio

comporr"libribugiardi, fole sermone per antique


saliabianchezza

Di K"vus

N"

so

che altro mi tocchi,

Dar"

u" ti;itter" semenza sjilendor,

Fuorcliepenae(lolor,perKhiisr"vpre Per le battaglie d'Afrasy"h. Ragione


Vuoisi che in questo di me rida. Or ch'io Potria di me ragion piacersi? Che di H"stem
come

D'erbe

che maligne,

Del color bruno al loco^ E Stanco d'eroe Fred"nE che mi cai


Ei si
se

gi"si fea
core.

questo mio
il trono

di Dah"k

Perdei met" del viver mio nel tempo io tutta piena del nome Feci la terra. E questocore " stanco. Ed io per (Ihev, figlio per Tus e per quel alto fastidioe noia. Di ZaI* mi j)resi

An(die ripi'ese?

dal regno

tolsi.

Di

re

Uob"d,

il core;

anche

rapia

illustre La bufera del tempo il seggio

ancora

Tolta a" Ch'ei


non

vuoisi dir l'istoria^, profeti radice


e

Falsi ornamenti; ma Parole innanzi

veraci egli erano,


sue

avean

fondamento

Diceano il vero, ed " ciascun di


a

Fuori di verit".Favole stolte Ei


non

tuttiin testimonio.

dicean, non

davano a' racconti

Oltre queste prove, tutte forti e buone ed allo stile del poemetto quale fa conoscere sebbene poeta, molto
non egli

l'Eth" fa anche evidenti, che


esso

cenno

" opera

di

un

gran
vando ossermente vera-

che il senso

mostri di affidarsia questo argomento ha estetico personale, in simili questioni, non


tanto
a

valore. Quanto

noi, sebbene

anche

tra

gliOrientali alcuno

abbia detto che ilpoemetto " inferiore al Libro dei Re e mostra che l'estro del poeta s'" affievolitonel corso deglianni e negh assalti della sventura, Zal"kha di Firdusi,per la bellezza dello stile, per la frase poetica, certe sue maniere di disporree atteggiare per certi modi di esprimere il pensiero, al Libro dei Re perch" particolari troppo somiglia ilYtisuf
e

pensiamo che

abbia atteso all'uno e all'altro si possa dubitare che la mente stessa non lavoro. E questa prova, che per l'Eth" sembra aver poco valore, per noi l'ha molto grande, perch" noi Italiani (senzache con ci" vogliasi recare ticarci dimenpossiamo n" dobbiamo che abbiam estetico maggiore di altri popoli senso moderni, come stessi e riconoscono e asseriscono. Ora, se " pur vero che in questo questi l'intuizione rinunnostra " maggiore e pi"rapida, perch"vorremmo punto ziarvi? In verit", se ne vede ragionealcuna, se pure non questa ragione" veduta soltanto da certi eruditi, poveri di mente e di cuore, che ai nostri alticlamori e strepiti con su giorni gridando che dei per le cattedre vanno estetici non si deve tener conto nessuno. Quanto poi al lungo giudizi studiosi agli ingiuria d'altra

nazione)non

silenzio che per quattro secoli dur"

in Oriente

intorno

questa seconda

(1) Cio" mi son (2) Re ed eroe (3) L'antico re


romanzo.

fatto canuto, del Libro Khusrev dei

sono come

veccliio.

Re,

glialtri

che

seguono.

non dell'epopea,

il Khusrev

Parv"z

della

storia

del

(4) Rustem. (5) Di Y"suf

di Zaliklia.

174

CAPITOLO

SESTO

opera

di Firdusi, tanto

che

si

pot" anche

pensare

che

essa

fosse andata

TEth" che essa, come dovette ne l'originale giustamenteosserva perduta, essere deposto a Bagdad,cos" dovette restare lungamente dimenticata nei che seguironoin Bagdad dopo la morte di Firdusi, torbidi e negli scompigli mano diglio. finch" poiqualche ignotafelicemente lo trasse fuori dal suo nasconIl Libro dei

Re, invece, come

in storia del paese e toccava soltanto dimenticanza, sebbene a purgarne il testo daglierrori dei copisti secoli dopo si pensasse da un discendente di Tamerlano. cjualtro

opera maggiore e tale che narrava cadde mai fortemente l'amor di patria, non

la

51. Il poemetto,adunque, si apre


il poeta

con e

le consuete del
come

lodi di Dio.

Seguita

parlandodella
stata

sua

vecchia et"

delle storie del Libro dei Re. Detto


o

eglisia stanco omai la storia di Y"suf poi per qualiragioni


incomincia egli col
narrare

Giuseppe sia

raccolta nel Corano,


mano

di

Rachele,si acconci" ai Avute zio Labano. di suo poi in ispose,prima Lia, poi la tanto servigi ma quella felicit" gli" Rachele, Giacobbe trovasi ricco e felice; sospirata allor che nacque mino. Beniadalla morte di Rachele, guasta improvvisamente altro suo onde, e d'ogni figlio; Giuseppea preferenza Egliamava veduto d'invidioso aveva e perch"Giuseppe sogni per questa predilezione dovesse sembrando che esser maggiore di tutti gli altri egli significato, essi ordiscono la i fratelli fratelli, presero a odiarlo. Nel silenzio pertanto
Giacobbe, che, per conseguirla
della bella
sua e pregano perdita,

il padre a mandarlo

con

loro alla campagna che

presso

ilgregge. E Giacobbe
con

cede,ma

contro

intanto voglia,

andato Giuseppe,

in " da loro gettatoin una cisterna, poi venduto e mandato quelli, vorrebbe far si credere che al Ilvecchio padreintanto, quale un lupo Egitto. il diventa cieco il non ha sbranato dolore, prima figlio prediletto, per gli di f avore con che un Dio, parlare lupo abbia,per singoiar potuto egli per" affermando fratelli che " colpevoli glihanno menato innanzi insanguinato, Ma il lupo, la cruda fiera che ha sbranato il suo esser Giuseppe. quella solo si disvela ma dal piangente non e infelicepatriarca, scolpa, interrogato anche nel cospetto del e li confonde partedelle arti infami di quelli fatto tesoriere in casa del padre.Segue la fortuna di Giuseppe in Egitto, stato venduto dai mercanti. Di lui al quale egli era gran Visir (Putifarre), la moglie del gran Visir, intanto s'innamora la bella Zal"kha, qualepoi, lo accusa di amore, perch" l'onesto giovanenon vuol cedere al colpevole colloca ilcurioso il magia nel cospettodel marito. A questo punto, poeta avendo tolto dal Corano, le quali, delle dame e comico egizie, episodio molta biasimala Zalikha del
suo

amore,

sono

da lei raccolte ad

un

convito. Ma

una poi,aprendosiall'improvviso

lissimo porta e avanzandosi d'un tratto il belstordite di tal guisa a tanta belt", da tutte restano esse Giuseppe, le braccia da le mani coi coltelli di aversi tagliato, e tavola, non accorgersi intanto che volevano afiettarc aranci. Cos" Zalikha,in qualche modo, si giustifica presso le rivali invidiose e maligne.Ma Giuseppe,per l'accusa " posto in carcere, donde poi " tratto allorquando, ch'ella gli ha mossa,

176
e Giuseppe,

(.APITOLO

SESTO

tutta la

lunga introduzione in cui si narra


con

del matrimonio

di

Giacobbe
cotesto

con

Lia
non

Rachele nel

la felicit"susseguente di lui. Ma, tolto

che

si trova
narra

punto in cui si
E Egitto.
non

dal Corano, il poemetto ne rifa il capitolo all'andata di Giacobbe in dei sogni di Giuseppe, il poeta doveva tenersi fedele
a

s'intende che nel


caso

questo suo

testo

tanto

generale, quanto nel mussulmano,


suo con

particolare; perch",quanto
poteva che seguirela

al

caso

come egli, generale,

non

parola

rivelata da Dio nel


a

Maometto
era

v'" annuntanto pi" che la storia di Giuseppe ziata libro, " tanta solennit". Quanto poi al caso particolare, d'eresia alla corte di Mahm"d soverchia di Ghasna ammirazione ed gliantichi eroi dell'Iran; dei credenti,

noto che Firdusi

stato accusato
con

per aver " anche dovendo

celebrato
noto

che,giuntoa

in corte dal capo Bagdad,ospitato


e

di ortodossia far professione il romanzo

desiderando
e

sofferta, egli compose


alla fede maomettana.

di Y"suf

pace dopo tanta guerra Zalikha appunto in omaggio


come

Dato ilqualpunto, " facileintendere

tanto egli

pi" fedelmente dovesse attenersi al testo pi" autorevole del suo racconto. vediamo se ci " dato collocare al loro posto e il capitolo 54. Dopo ci", " gi"stato osserdel Corano e il poemetto di Firdusi. Al qual proposito vato
dal del Corano deriva in gran parte da tradizioni Geigerche il capitolo n" ci" deve parer strano in alcuna maniera, sapendosi rabbiniche; ha tolto molte
con

che Maometto
e

cose

Ma, leggende. Giuseppe hanno


mostrano
conoscono

questo,anche

Giudei quanto a tradizioni altriscrittorimaomettani che dei casi di


a

Cristiani e

fatto

di saperne gi"di quellecose

nelle loro compilazioni storiche, qualchecenno molto di pi" di quelloche gi"trovasi nel Corano, e che anche Firdusi ha che molta

postenel

suo

poemetto.

con Gr"nbaum, Firdusi) labari,Zamakhshari, Ibn ul-Ath"r e del Corano. Ora " certo che a questi celebre espositore anche P)eyz"vi, del racconto ai qualidi sopra si accennava, autori tutti quei particolari trovandosi dalla Bibbia e pi" direttamente da fonti rabbiniche, vennero

Sono

essi

(al dire del

erudizione ha trattato la

di questione

queste fonti di

nel Midrash del detto,per esempio,

come

e confondere con risposte per averne nell'altro libro rabbinico, il Sepher

nella sua coppa Giuseppepicchi" i fratellicolpevoli; e risposte quelle il Libro del

hayyashar cio"
Zamakhshari
e

giusto,

raccomandandovi leggesi pure della lettera che Giacobbe scrisse al l'e d'Egitto il suo diletto Beniamino. Anche scono Ibn ul-Athir riferidel lupo che, accusato questa lettera. Quanto poi al particolare Giacobbe ha con dell'uccisione di Giuseppe,prodigiosamente un colloquio nello dei fratelliinvidiosi, tutto ci" leggesi disvela l'inganno al quale egli e il curioso e insieme pietosoepiora ricordato, stesso Libro del giusto sodio dettato in linguaspagnuola e trovasi riferito anche in un poema, in Ispagua, all'Escui-iale, scritto in lettere arabiche che si conserva opera, secolo. di qualche discendente dei Mori del decimo(iuarto forse,

55. Per", rimandando

alla scrittura del Griinbaum


a

intorno maggior copiadi particolari

chi fosse vago di delle fonti rabbiquestaquestione

LA

POESIA

ROMANZESCA

177

dobbiamo niclie, Firdusi n" Batiffolche

notar

qui, sebbene
amore

s"a forse
a

altriattinsero direttamente gli


con

il farlo, che n" superfluo fonti.Perch", secondo il quelle di Giuseppe e leggenda della

molto

si occup" della

moglie sua

Aseneth, un

stiane, e criampio ciclo di leggendereligiose, giudaiche

s'" svolto assai per tempo prendendole mosse da quel versetto della Genesi: " E Faraone gli(a Giuseppe) diede in moglieAseneth, figlia di sacerdote di On Putifarre,
una

Al quarto secolo,pertanto, dell'Era gare, Volrabbinica s'" formata, daica e trovasi gi"nella versione calleggenda
".

Bibbia,del falso Jonathan, e nel iViidrashdi Eliezer e in altre di rabbini. Al quinto secolo, i cristianise l'appropriarono e compilazioni fecero certo romanzo ne un cristiano, cattolico, composto, come pare, nell'Asia Minore e dettato in greco, sotto iltitolo:La preghiera di Aseneth.
Dal greco pass" pi" tardi in Occidente,e Vincenzo Bellovacense per il nel suo primo la fece conoscere, inettamente tradotta in latino, Specchio assai prima, cio" nel sesto secolo per penetr" che dal mezzo d'Aghel greco la tradusse in siriaco. Dalla siriaca si fecero assai prestole versioni arabica ed etiopica, e la versione arabica

della

storico; ma

in Oriente

di Mos"

fu

che somministr",nel decimo secolo, a Firdusi e aglialtriscrittori quella mussulmani notizie notate di sopra, che sono tutte quelle di origine
e non

rabbinica
come

si trovano

nel Corano.

Aggiungiamoin ultimo, soltanto


che
era

notizia letteraria, che Sant'Efrem


un

del quarto da fare

poneva comsecolo,

sappiam
rabbinica

poema tuttavia
or ora

in dodici siriaco,
se

sulla storia di libri,


o

esso

abbia da noi.

nulla

molto

Non Giuseppe. la con leggenda raccontando che il

toccata
se

56. Ma
racconto

anche

Firdusi,come
del

stesso dice, egli segue

dodicesimo capitolo per la


essere

Corano,giustamentenota il Grunbaum

quel

di lui, quanto ai modi, il in alcuna


conoscere

sua

lasciando che vada va per la sua strada, s critto Profeta. dal Perch" oltre capitolo questo capitolo,
sua

monco

parte,tanto

che

altri scrittori mussulmani

del loro racconto, " frettoloso, meglio ilsoggetto nella sua narrazione, sicch" senza intento drammatico episodico rapido, al fine, parendo che a chi narra, molto poco importidi ci" precipita che egli E non ha intento drammatico, perch" sembi*a curarsi narra. non i di del conoscere nemmeno suo personaggi racconto, ma li introduce a dirne il di senza parlare appagandosi notare laddove glicade in nome, acconcio: " E disse l'interlocutore fra quelli Al qual proposito noi ".
mostrano

di

assai

osserviamo ha

che

tanta aridit" di racconto

e a

tanta

d'arte povert"

Firdusi

la copia maestosa del suo narrare e tutta la maestria di contrapposto lunghi anni nel comporre il Libro dei Re. Del n" le battaglie veramente n" le passioni violente n" le quale non sono qui dovere sacro, tramandansi d" generazione in che,come guerre di vendetta, vi sono eroi, non vi sono non generazione; impresegrandie strepitose, n" ci" che vi s" narra ha l'altosignificato della eterna battaglia morale tra il bene e il male, narrata e descritta gi"in quella Ma, epica. gran canzone chi s'era esercitato per
12
"

Pizzi, Storia

delia poesia

]persiana,voi. II.

178

CAPITOLO

SESTO

in compenso, ineffabiledi

vi
un

sono

affetti dolci

soavi,angosciedi amanti
una

e
e

il dolore di moti

di e dipinture padre derelitto,


e di patimenti, con gioie un

nobili passioni calma


e

di vivi dell'animo,

serenit" cbe forse

di giovanili valgono gl'impeti

tempo. Del resto, anche il Libro dei Re, ha molti tratti in cui hanno parte cospicua in tanti casi che vi si narrano, d'amore affettiintimi;e allora certi puntidi questo romanzo vano troquegli
un

quale e Menizheh, son di Rustem la del morte la da lui descritta e angoscia figlio, disperata peiil figlio suo ucciso,e l'affanno di Gh"v allorquando era inconsapevolmente mortale di Ferengh"s orbata del caduto in potere di Afrasy"b, e la doglia

riscontro in altri di amori gli

e potentecanzone, quell'antica e

nella

gi"stati narrati

diZ"l

di

di B"zhen Pa"d"beh,

di

giovane sposo,
l'innocente

tutto ci" accanto

odi agli

fraterni di Salm

di Tur

e Afrasy"bverso Erag' e quel gran paese guerriero. " pur 57. La linguache in questo suo poemetto ha adoperata Firdusi, del Libro suoi, quella linguapittrice atteggiamenti sempre, nei modi e negli che soverchi, sebbene non in misura di parole dei Re. Abbonda tuttavia, Perch" il Libro dei Re, essendo canto intende il perch". e se ne arabiche; essenzialmente nazionale,non poteva esser composto che nella linguadel in soggetto mussulmano, laddove, d'ognielemento straniero, paese, scevra cio" il Corano, era stato scritto in arabo, del quale il testo pi" autentico, libert" alquantomaggiore. il poeta poteva permettersi, come fece,

di all'iraimpotente

i re dell'Iran

per tutti

glieroi di

58. Notiamo
essi
non

anche

" nomi

di due

poetiromanzeschi
sono
un

perch"scarsissime possiam tare altro,


e

per le notizie che abbiam

intanto

che

autore di un Giorgi"ni, posto (juello gi" di Unsuri,comV"miq e Azra, andato perdutocome romanzo, sul medesimo soggetto.Visse questo poeta alla corte del principe del Taberist"n, d'Iskender, qualeregn"dal 441 al ""i d. E. Kay K"vus figlio sia andato perduto assai per d. C); e pare che il suo poema (104-9-1000

di loro

delle opere.

Uno

di essi "

Fasihi

tempo, trovandosi,secondo

l'IIammer, che Davlet-Sh"h, nel


d.

nono

secolo

secolo (decimo quinto dell'Egira

C),

non

ne

fanno lamentare Essi tuttavia, per la bellezza, L'altro poeta " Shih"b ud-d"n Amaaq di Bukh"ra, morto d. E.

pochi versi. la perdita intera. dell'opera


conosceva

che

nel 543
casa

5-44

(1148

1149 di
un

d.

Sengiardella C.)al tempo del principe

dei Selnon

autore gi"qidi,

Y"suf e Zal"kha, del romanzesco: poema fuori di altra notizia abbiam questa. potuto trovare 59. Della vita del poeta Niz"mi di Gangia abbiam fallo cenno
come

quale

che basti,
tocca

della poesianiistica che crediamo, in quellaparte del capitolo dei Misteri.

d'un'altra opera di lui: Il Tesoro ci" che abbiam detto prima, ci


sono

Perch",lasciando di ridir ora


che dei che
un

volgeremo ai suoi poemi romanzeschi


in volume
col Tesoro
nome

quattroe che, riuniti consuetamente


conosciuti in Oriente col

sono Misteri,

comprensivo di Khamse"i

in arabo

l'altro nome di il Quintuplo o i Cinque, con ovvero significa che i Cinque Tesoli. L'uso i)oi Feiuf Glieng'che in persiano significa

LA

POESIA

ROMANZESCA

179

neirOriente

mussulmano

poemi, romanzesclii questo primo esempiodatone da Niz"mi,icui cinquepoemi furon poisempre modello del genere. E per", si ebbero non pi" tardi, insuperabile reputati di Kirm"ni, di Kliusrev d" Dehli,di K"tibi, di (ii"mi, solo i Quintupli ma anche molti altri di altre letterature, e inclostanici. Ora, turchi, ciagataici romanzeschi di Niz"mi i trattano i quattro poemi da pi" bei soggetti abbiam nel dei tenuto furon romanzo e quali parola, paragrafo precedente nell'ordine che essendo stali dal Tesoro dei preceduti composti segue, abbiam Misteri che, come veduto, vuol essere considerato opera giovanile. Primo adunque fu quello di Khusrev e Shirina; secondo,il Meg'n"n le avventure del re e Levia; terzo, le Sette Belt" (nelquale si raccontano

presto divenne comunissimo, di compor cinque riunirli in volume di da e un solo,venne quasi tutti,

Behr"m-g"r); quarto, il Libro

di Alessandro.

primo poema, abbiam cercato e veduto lo abbia scello per il primo e nel paragrafo e perch"Niz"mi precedente, voleva emular la gloriadi meditato, s'intende anche da ci",perch" egli
Firdusi
e

del 60. Quale sia il soggetto

raccontare

quelle storie che


Anche

non

erano

narrale

nella loro interezza di

nel Libro Khusrev Firdusi


e

dei Re.

sappiamo che, appunto dagliamori

Firdusi dice ben poco e come Di Shirina, per via di episodi. il desiderio d'imitarlo concetto e aveva suo altissimo, chiaro si manifesta da queste parole ch'egli ha poste nella prefazione al di

poi "Niz"mi

Libro di Alessandro:
li maestro di
vate Tosi, i'aiiticu

Niz"mi intanto, Che pur tratt"di questeperle ilfilo E ilcalamo rec" su le memorie Antiche
e viete, per alcuna perla Che nel tesor rinvenne intatta ancora, sua

In

{'.ile qualsposa adornava i carmi suoi, libro in che tante infil" quel perle,

Non

Molti racconti lasci"a dietro, quali f"r detti por lui.Che se le antiche Storie quante altrigi"narr",narrate Tntle avess'egli, il canto suo pi"lungo Snria stato d'assai

Trov" che Pesar

stadera anche potea

parole.

come per",

alcun

suo

amico

di glirimprover"

rammemorar

eroi gli

del

di Dio, Niz"mi, come paganesimo laddove eglipoteva celebrar la gloria Sofocle all'indiscreto dinanzi ai giudici, un giorno leggendoun rispose sclam" che del Tanto allora se ne aver passo piacquel'amico, poema. Niz"mi con la magia della sua parolacollocato un idolo novello nel santuario della Kaaba. Il poema dice il Bacher, fu scritto per confondere tuttavia, i troppo fanatici mussulmani del tempo ; e, del resto, il soggetto stesso dava Niz"mi buon a giuoco per dimostrarsi ortodosso, perch", le avventure narrava appunto al tempo di re Khusrev Parv"z di cui ora egli carriera di Maometto incominciato la e sua d'amore. aveva profeta, la tradizione

parlavadi

una

lettera da lui mandata

al gran

re

accolta da

(1) Firdusi

della citt" di T"s

nel Khorassan.

180

CAPITOLO

SESTO

costui il
suo

COI!

molto
come

onde disprezzo,

la

di profezia

Maometto:

"

Cada

brani

egli ha fatto in brani la lettera mia! ". Con tale intento adun(|ue, religioso quanto ai mussulmani, letterario quanto al
regno, colmar le lacune del Libro dei Re,
ma con

altri modi raffinata

con

arte assai

dei diversa da quella di Lo

ben lontana e studiata, con ciclici, poeti rs'iz"mi compose dalla maest" ruvida dell'epopea, questo suo romanzo delle pi" belle e pietose che " una storie d'amore. Klmsrev e Sh"rina, intorno al 576 d. E. (1180 d. C), dedicatolo a tre principi, compose
arte

vicari

cio" Toghrul, Muhammed regi dell'Azerb"gi"n, nella Incomincia


e

Qizil-sh"h,dei

del racconto, qualial principio

6L

adunque col

prefazione, eglifa lodi grandissime. l'unit" di Dio secondo la fede proclamare

lodando il Profeta e i principi or ora mentovati, seguila della composizione di esso e del come toccando in fine della ragione egli che glienefaceva biasimo. Poi dice l'amico petulante ebbe fatto tacere

mussulmana,

come

re

Khusrev

Parv"z

s'innamorasse le lodi dal


e

della bella
suo

reginad'Armenia, all'udirne
" tosto da lui mandato di Khusrev

fedele

della Sh"rina, figlia 11quale savio Sh"pi"r. Sh"rina s'invaghisce gine. l'imma-

in Armenia, anche

in Armenia

anche

sol tanto all'udirne parlare daSh"p"r e al vederne


non

I due amanti che

sison vistil'un l'altro, seguendo il potente

dell'amore, vanno impulso

giunge a bagnava

e alla fine Khusrev scambievolmente, si che essa, deposte le vesti, veder la bella Sh"rina nel momento
a una

cercandosi

fontana. Khusrev

allora recasi in Armenia


mano

alla madre, la sempre monarchi dei

reginaMihina, la
se ne va

per chiedere di Sh"rina, intanto che costei cercando

residenza a Mad"yn (Ctesifonte), Persia, sontuoso un palazzo menia, Ma Sh"p"r,tornato improvvisamente d'Arche s'intitola dal suo nome. tavia, la riconduce via con grandissimo dolore di Khusrev, il quale tutoccupatonelle faccende del regno per la morte del padre suo, il re alla Ci"b"neh che lo costringe Hormuzd, e jier la ribellione di Behr"m fuga,per poco non dimentica la bella amante e l'amor suo. Ma un giorno laddove Khusrev s'era essi s'incontrano in un luogo deserto e selvaggio, fiamma. potentemente si rinnova e rinportatoa caccia;e tosto l'antico amore fra loro in grande intimit" tra Stanno lungamente i due amanti dere ha pure occasione di atterrare e ucciconviti e feste, tra le qualiKhusrev di Khusrev laddove persiani, si fabbrica per lei
un

in

feroce leone che s'era avventato


non

a suo

Sh"rina. Ma

alla fine, perch",

costei

vuol

cedere

alle brame

del

troppo disioso amante, egli

fugge cruccioso in Grecia

laddove si fa sposo di Maria,figlia tore dell'Imperalo fornisce d'armi di Costantinopoli. e d'armali,onde L'Imperatore Muore padri. il ribelle e salire sul trono sconfiggere intanto Mihina, e Sh"rina sale al trono d'Armenia; la tocca e tormenta, e Khusrev Khusrev ti'oppo non
e

eglipu" rientrar ne' suoi stati


de' suoi
ma

l'amore

pu" stesso difende qualeegli Sh"p"r che la ritorni in

per il suo deludendo dimenticarsi di lei, perch", la


causa e

la

di vigilanza

Maria
nuovo

della sua la

invia di Sh"rina,

presso la il fedele

Persia

guidialla reggia.

LA

l'OESIA

ROMANZESCA

181

erasi 62. Di Shir"iia, intanto, di


nome

tanaro monperdutamente un giovane invaghito

Ferh"d, che, abile nel tagliar tagne pietree roccie sulle monsoleva in montuosi certi e maestro geometria, guidareper luoghi il latte di numerosi suoi canali nei quali eglifaceva scorrere armenti, e ci" per ordine di Sh"rina stessa alla quale era caro di aver quel latte. Ora, andava errando con lamenti nella cocente passione dell'amore, perch"egli, e con Khusrev, che gi"s'era accorto che Sh"rina sospiri per la campagna, sua riguardava con compiacenza al montanaro giovane e avvenente, lo false alla manda lontano, con montagna di B"sut"n a tagliarvi promesse, le pietre. Ma Shir"na si reca da lui, sull'aspra montagna. Della per vederlo, anche da lui che Ferh"d Khusrev, risaputosi qual cosa fatto consapevole di certi ricevuto consolazione grande da quellavisita, aveva per consiglio manda alla montagna un tale, tristo e malvagio, che reca felice all'insavi, egli
la novella sensi dal monte
e

falsa della morte si

di Sh"rina. Ferh"d

precipita privo di

intanto che Shir"na, accorsa con uccide, subitamente, d" di Ma del il manico re. gli sepoltura degna mazzapicchio, gran pianto le col quale Ferh"d in terra molle, cadendo, c onf"ttosi, pietre, spaccava in un bell'albero di melagrano, e i granelli rossi del suo frutto sono cresce immagine perenne delle stilledi sangue del giovane sventurato. 63. Muore intanto Maria, e Khusrev che ha interrogato i savi intorno alle pi" belle donne del mondo, sembra consolarsi col recarsi in Ispahan schiava di nome Sheker,fanciulla di belt" famosa,laddove egli presso una " accolto da lei con molta festa. Eglituttavia non sa scordar la sua Shir"na, trova dolente e lamentosa qualepoi,andando alla caccia, presso ilpalazzo fabbricato lei.1 due fra amanti lungamente s'intrattengono gi" stato per Shir"na mostrasi pur sempre troppo ritrosa e severa, loro a parlare,ma onde l'uno si separa dall'altro cruccioso e dolente. Tuttavia, il buono e fedele Sh"piir consola il re, facendogli intendere che non pu" durar molto lo sdegno di Sh"rina. La quale veramente, mentr'egliva, lo seguitadi lontano intanto che due cantori, B"rbed che gi"da lunghi anni viveva in di nel di lui.Ed ecco corte cantano gareggiando Khusrev,e Nigisa, cospetto che quellofa le lodi del re e ne sostiene le ragioni, fa laddove quest'altro le lodi di Shir"na, finch" costei, glio, uscita all'improvviso da un suo nascondifestoso si d" per vinta all'antico e pur fedele amante che l'accoglie si tra le braccia e mena seco a Mad"yn. L", con magnificapompa e onori, celebrano le
sue

nozze.

introducendo

seguita timenti; e avverconsigli narra poi del sogno di Khusrev, nel quale eglivide il profeta dell'ascensi mand" al re e che il re lacer", Maometto, della lettera che esso profeta del profeta al cielo.Narrasi anche la fine miseranda di Khusrev, ucciso dal figlio Shir"yeh,e la morte di Shir"na che si uccise per dolore. 65. (Quando il principe Gelai ud-d"n Akht"sh"n, signoredi Shirv"n,
veramente

64. A questo punto termina


un

il romanzo.

Ma Niz"mi

gran savio,di

nome

13uzurg-umid,dar
a

che desiderava di

aver

Niz"mi

alla corte, scrisse al

poeta una

lettera molto

182

CAPITOLO

SESTO

onorevole di

invitandolo

ben

Meg'n"n, Niz"mi non prestoche l'argomentopropostogli al poeta che intenti dell'arte.E veramente
corte di Khusrev
e

la storia poeticadegli amori di Leyla e comporre si reput"molto onorato del reale invito, s'accorse ma
a

poteva soddisfare
aveva
una

tutti

gli

della magaificenza avventure,


a

narrato

descritto la pompa e la storia d'amore ricca di

di tronon varsi disegnod'emular Firdus", poteva che dispiacere in argomento troppo umile e semplice. Nel quale le avventure disagio col di giovinetti ricchi trib" diverse d'Arabia sempre n" particolari
e e

di due

le loro pene
scena,
non

d'amore

i loro deliri col deserto arido dar


a e

ugualeper

potevano

luogo porgere molta di fantasia Di cotesto poetica. spiegar potenza del poema, dicendo: a principio
Poich" angusto " ilvestibolo di questo Racconto mio, ire e tornar costante Palestra fan zoppicar. La poesia Di E tl"ii modo

vari

occasione

opportuna di

ilpoeta stesso si

lagna

al comporre in tal viaggio

Dove il sentier non Ch'io dii' cose potr"

ni'" ben noto, forse


e belle, gioconde

poesia D'uopo" mostrar


vasta

si

vuol,se

in

quella
verso

di cavalier natura.

" manifesto? E
Non Non
cene

non

vi
e

son

giardini.
"

Anche

se

del Corano il sacro

"
Di

illustree chiaro, va lungi

ildiletto

canto,

imperiali, non piacer ; ma


non

vino,
v'" secchezza

Per

che altrifa. Redini sono glosse dilettoed eleganza poesia

D'arene,ancor

asprezza, e torna Ratto in fastidioraccontar di carmi.

di monti

Tuttavia,non
abbandonare

corte, Niz"mi
secondo
amore.

che

al signoredi Shirv"n, anche per non dispiacere la sua solitudine prediletta, sebbene pi" volte chiamato alla in quattro mesi, con e grande ardore si mise all'opera, si dice, la comp", narrandovi delle pi" tenere storie di una 584- (1188 d. C), e il poeta mandava al dell'Egira di un suo figlio, carissimo a lui, Muhammed, per mezzo che quattordici, desiderava vivere in corte
e

volendo

Era allora l'anno

il poema principe

allora dell'et" d'anni


un

avervi

ufficio.

66. Il poema
anche invito del

incomincia

con

le consuete

lodi

Dio

al Profeta,toccando

dell'ascensione

di Maometto

al cielo. Parlasi del


esso

principedi

Shirv"n; indi, fatte le lodi di


e

grazioso principee del


salutari

di lui, sferzati certi calunniatori figlio al figlio suo consigli

dati anche certi invidiosi,

che recasi per la prima volta iricorte, si d" diletto, alla narrazione. Il giovaneQays,che poi si chiam" con parola principio d'uno araba Meg'n"n,cio" il forsennato, figlio per la sua pazziaamorosa,
"

dei

maggiorire

d'Arabia

della trib"

fin A miri, erasi invaghito degli

da

Leyla,intanto che costei s'era invaghitadi lui. II i |)arent", ma padre di Meg'n"n chiede per lui la bella fanciulla in isposa, la follia del giovane,si ricusano di darla a un quasiforsennato; risaputa udita dal padre la ripulsa, tutte si fa a brani le perch"Meg'n"n infelice, vesti e quasi ignudo s" ritrae lontano ai monti, a certe valli deserte che del nome della sua bella. Il padre,nel eglifa echeggiardolorosamente alla Kaaba per guarirlodella follia, ma dolore, conduce il t"glio suo

fanciullo della bella

184

CAPITOLO

SESTO

in mai

una

e profonda pi".L'amico

fatale costernazione
suo

d'animo
una

dalla

Sel"m

lo visita anche

quale non si rilever" le sue ma volta, parole


l'acerba morte,
muore

di conforto

nulla

nella solitudine, circondato valgono, perch" l'infelice, belve che sembrano


e

dalle mansuefatte
consunto
e

lamentarne

dal

lungo stento
hanno

Tuttavia, quella felicit"ch'egli dall'angoscia.

Leyla non cielo; perch"l'amico della loro perdita, una


sua

la

potuto conseguirein terra, " loro serbata in loro fedele, il buon Zeyd, che non sapeva consolarsi
notte, sognando, livede
ambedue assunti in paradiso,

in amenissimo

giardino,laddove
che
non

essi,amorosamente
"

abbracciati,
di principe

godono
Shirv"n

di

un

gaudio
un

avr" fine.

Con

le lodi del

si chiude

il bel poema.
romanzo

69. Per fare


dare
avventure

vero
e

della vita del


era

re

unit" al racconto,

dargliunit"

era sario necesBehr"m-g(~)r, in tante impresadifficile,

disparateda raccontare, in tanti casi diversi da descrivere. abbiam fatto notare altrove, Firdusi,come per questa ragione intenti suoi darvi certi non e per particolari pot" questa unit" desiderata. Forse riusc" Niz"mi a conseguirla per il primo in argomento cosi vario,
Nemmeno

unit",tuttavia, pi" esterna

molti fatticome compreso concatenati fra loro. " poi certo


romanzo,
con amore

interna,nascente da ci" che il poeta ha dentro a una che dall'averli cornice,piuttosto


ancora una

che

che

ha voluto
e

riempierecome
ad
un

lacuna del Libro dei


non

egli, componendo questo suo Re, lavorando


aveva

studio attorno

soggetto che Firdusi

trattato

perch" eglistesso dice di aver cercato nelle storie dei re e per intero, d'aver composto un libro che gli par buono, avendo detto con pienezzaci"
che che le cronache altri
a

hanno

met"

soltanto

detto per met", e lavorato per intero ogni gioiello lavorato. Egli lo chiam" aveva Ileft-Pei/ker,
sette

cio" Le al
re

sette

Belt",da

fanciulle di bellezza famosa si

che

furon

care

chiusa,nell'anno 59S d. E. a richiesta del quale eglil'ebbe (11IU3d. C), dedicatolo ad un principe, si sa con certezza, trovandosi non composto. Ma chi fosse questo principe,
come avventuriere, e lo fini,

leggenella

che il nome

Arsl"n, ora

Karbeh

di lui, nei diversi manosci'itti del poema, " scritto ora Kai'b ultima forma " la la Arsl"n,ora AIp Arsl"n, quale pi" illustre lodi che

" certo tuttavia che il principeapparteneva alla casa probabile. Aqsunqur, regi vicari in Mossul ; ma, ad onta delle molte degli
Niz"mi
e ne

fa nell'introduzione al poema della pace per le opere splendide della guerra, nulla di certo sappiamo intorno a lui. Nelle edizioni e nei

anche il nome al luogo di Karb o AIp Arsl"n, di Qizil manoscritti, leggesi assai pi"conosciuto nelle storie; e trovasi per" che molti Arsl"n, principe hanno credulo che
a

lui veramente

Niz"mi

abbia

QizilArsl"n mori nel 587 d. E. (11111 d. C), e


anni che i

dedicato il poema. Ma il poema fu composto cinque

dopo; oiid'" evidente che a lui Niz"mi non pu" averlo dedicato, e assai al di un copisti, nome principe prestoebbero sostituito oscuro, d'un altro molto pi" conosciuto. AIp Arsl"n della casa degli quello Aqsunqur ebbe due figli, nella Nusret ud-din e Ahmed, che Niz"mi rammemora

LA

POESIA

ROMANZESCA

185

introduzione;ma
poema,
come

nella prova ancora il Bacher vorrebbe. Le sette Belt" dalla consueta

che

dedicasse al padre loro il egli dalle lodi di Dio glialtri, di costui al cielo.

70. il poema
e

come incomincia,

del Profeta

descrizione delTascensione

sembra al qualeesso essere Alp Arsl"n, poi le lodi del principe delFeccelIenza della parolae della sapienza. Cotesto, dedicato,e si parla incomincia veramente la nascita di con nella prefazione ; perch"il poema della dei di d i e con Sassanidi, casa re Persia, Behr"m, figlio Yezdeghird H"ra. arabo di i tributari educazione Nom"n, principe la sua principi presso Si fanno

Munzir,con gran cura attendono all'educazione del fa costruire al celebre architetto anzi,esso Nom"n giovinetto, per il quale, di Khavarnaq, greco Simn"r, in luogo acconcio e bene aerato, il palazzo delle maggiori meravigliedell'Oriente. Behr"m, intanto, apprende una e alla caccia d" inclite prove di s", uccidendo ogniarte di cavalier gentile di un solo colpo di strale un onagro e un leone che si era avventato il sopranonde glivenne e sotto lo teneva nome all'onagro preso tra gliartigli, fattosischiudere un di G"r che in persiano Poi, giorno, significa onagro. vi annuir" dipinte di Khavarnaq, egli stanza secreta nel palazzo una il e di tutte sette sette bellissime fanciulle (donde ilpoema prende titolo) della tratto s'innamora. Esse sono: Nimet-n"z, figlia a un dell'Imperatore del re degU del re del Kh"rezm ; Nesrin-b"s, figlia Cina; N"z-peri, figlia del re del Marocco;Hum"y, figlia dell'Imperatore figlia Schiavoni; Azer-g"n, di K"vus, antico i"e dell'Iran della di Costantinopoli; Durusni, della stirpe
di H"ra, e il figlio suo et" eroica;Kh"rek,
e

del figlia

re

d'India. I

strambi nomi tutti, quali


sono

mente vera-

secondo

difficili per che si trovano

ogni lettore nostrano,

trascritti qui da

noi

Avvertiam
a

nell'edizione del poema, fatta in litografia a Teheran. scritto tuttavia che essi variano assai da edizione a edizione, da manoil
e

manosci'itto. intanto " ben Il Yezdeghird.


il
trono

71. Muore

di Persia resta vacante


sue

giovane Behr"m
d'amore.

presto distolto dalle


suo

avventure

di caccia
a

Perch", mentre

maestro
un

balio "Nom"n

si ritrae

vita

convertito da nel deserto, religiosa

cristiana, pio ministro alla religione

eglisi

erede del trono paterno e vince legittimo la corona ardire e coraggio la riluttanza dei principi con togliendo persiani il regno, reale posta in mezzo re e ordinato a due feroci leoni. Divenuto tanto somiglia il giovanee gaioBehr"m-g"r che nella storia e nel romanzo caccie Cuor di ritorna alle Riccardo sue seguitoe a re Leone, predilette,
reca

in Persia siccome

accompagnato da

una

schiava

una giorno, glidomanda e l'orecchio e il capo d'una solo colpodi freccia una delle zampe posteriori si grattava tende l'arco nell'istante che la gazzella Behr"m gazzella.

Fitneh. La quale,un di nome favorita, di trapassard'un che " quella prova difficilissima,

l'orecchio
e

chio e l'orecla zampa, e con un sol dardo le trapassa la zampa " da lui condannata la fanciulla, la testa; ma indiscreta, per la domanda
con a

morte.

Anche

Firdusi

(e se

ne

vegga

il passo recato

nell'appen-

186

CAPITOLO

SESTO

dice

il re cacciatore, racconta ma questo capitolo) questo fatto singolare, secondo dal suo lui, crudelmente atterr",eglistesso, e f"' calpestare
a

fanciulla a cui il Libro dei Re d" il nome destriero l'infelice

forse persiano,

laddove Fitneli " aral30 e vuol nojjile, significa dire seduzione. Ma la bella Fitneh con le lagrime e le preghieregiunge il manigoldo, esecutore della sentenza di morte, e a persuaa impietosire derlo (li lasciarla andar libera per luoghilontani e selvaggi, laddove essa,

pi" vero,

di Azc"deh

che

forte e ardimentosa, si avvezza per l'arsi alto terrazzo al giorno, liiisopra un


cresce,
e

a un

una portar sulle spalle,

volta

giovane

vitellino. Il vitellino

si S])arge intorno forte torello. la faina ili costei che sa e pu" trasportar sulle spalle un Anche l'elnv"m intende tutto ci" con molta meraviglia, e recasi al solitario
crescono

le forze della

onde fanciulla,

ben tosto

nella quale con fanciulla, luogo per veder la prodigiosa

grandissimagioia
Ma ben
suo un

egh

riconosce d'un tratto la


cure

sua

diletta Fitneh,gi" creduta morta.


il dover
suo

tosto ad altre

lo richiama

vicario il ministro

Nersi, se
e

ne

va

con

di re; perch" egli, fatto armi e con armati contro

esercito di Tartari che minaccia

ai confini. al regno,
re

72. Toccata
delle sette di

vittoria

ridato ordine

Behr"m

si ricorda

del castello sulle pareti vaghe fanciulle, dipinte gi"vedute da lui, fattelechiedere che tutte ai sette Khavarnaq; e per", genitori rispettivi di assai buona voglia gliele accordano, il nobile e magnificosignore fa elevare all'architettoSh"dali un gran palazzocon sette magnifici quartieri, distinto e sormontato ciascuno da una cupola di color diverso,secondo i sette pianeti; e in essi quartieri pesse, eglipone ad albergarele sette princiciascuna nel suo, perch" eglijtossa intrattenersi con ciascuna un giornod'ognisettimana; e ciascuna ha vesti di drappi tinti in uno dei d'una speciesoltanto di sette. Cos" una cabala e reca sette colori, gemme tutto singolare, di sette governa questo poema nel disegno del quale,in che ora si toccheranno, non si gran parte,anche per alcuni particolari di riconoscere il disegno dell'Ameto del nostro Boccaccio. pu" a meno 73. Behr"m adunque, poste ad abitare nel magnificopalazzo le sue di un giorno di Sabato si reca sette spose, la sera nel quartierebruno, di bruno, laddove la posto sotto l'infiusso di Saturno,vestito anch'egli indiana, Kh"rek, essa pure vestita di bruno, gli racconta una principessa successiva, il re, graditae piacevolestoria. Alla sera della Domenica vestito di giallo, nel quartieregiallo se ne va posto sotto l'infiusso del la in vesti gialle, che anch'essa Sole, presso principessa greca, Hum"y, istoria.E la stessa visita egliAi, passando una leggiadra pure gliracconta vesti secondo i rispettivi mutate colori e successivamente, il Luned", con il Marted",il Mercoled", il Gioved", il Venerd", aglialtri cinque quartieri, cio" al verde, al rosso, all'azzurro, a quel dal color di sandalo, al bianco, l'influssodella s otto postirispettivamente Luna, d" Marte, di Mercurio, di vestita dei Giove, di Venere, in ciascuno dei quali ciascuna principessa, colore del suo quartiere, gliracconta una storia diversa. Delle quali non

LA

POESIA

ROMANZESCA

IS7

sarebbe lavoro troppo lungo e minuto, appaganqui i sunti, i)erch" doci che risguarda la nostra letteratura, essendo cosa di notar tuttavia, dalla principessa la quarta storia, narrata nel quartiere rosso come figlia al di-amma loso favodel re degliSchiavoni,sia quellache ha dato il soggetto del nostro Carlo Gozzi,la Turandot, dal quale poi Federico Schiller in questi ha tratto il suo. Come drammi, narrasi in quel racconto di una Settentrione del destinata in isposaa d 'un re dell'Asia, figlia principessa, indovinelli. i proposti quel giovane soltanto che ne sappia interpretare Ma d" cotesto diremo pi" a lungo nell'ultimo capitolo. 74. Intanto, la guerra che d'improvviso gl'intimal'imperatordella il regno il re cavaliere dalle sue visite geniali; e poi anche Cina,distoglie diamo domanda le
sue

cure,

perch" eglis'"

accorto

omai

che

il

suo

ministro
un

Andato arti governa in suo nome. con d'una alla caccia, nel tornare assetato in cerca assai male tenda solitaria nel

adunque

il re

giorno
una

fontana,giunge ad

offre ospitalit" laddove un vecchio pastoregli deserto, all'entrata della tenda,teneva un suo cane generosa. Ma perch"il pastore, il re glienechiede, la ragione, e il vecchio e sospeso ad un albero, legato uccidesse gliracconta come questo cane, tanto caro e fedele un giorno, gli le pecore; perci"appunto eglil'aveva legato e sospeso a quell'albero. ammonimento " Behr"m inteso da racconto come Questo salutare, perch" studio residenza reale ed esaminata alla tornato con cura e sua egli, del ministro,lo fa prendere e incarcerare,trovatala ingiusta e l'opera
rea.

Sette innocenti che furon

di lui, narrano gi"vittima dell'ingiustizia che ministro,


tosto

all'adirato signorele opere sospeso ad un palo.

triste del

" fatto morire

75. Ma
son

il nobil

re

ha

e per" poco grigi,

e la barba e i capelli gi" toccato i sessant'anni, Perch" un omai glirimane da godere quaggi". un

incontrato andato alla caccia con alcuni suoi cortigiani, giorno, insolito ardore, cade in una che egliinsegue con meraviglioso

onagro

voragine
non

profondadonde
mai per far scavare d" Behr"m come

non

fu mai

donde pi" visto uscire, la desolata madre

il suo

corpo

fu

potuto estrarre,sebbene
ilsuolo in abbia molta

di lui

profondessetesori
re

quel con somiglianza

luogo fatale.Questa tradizione della morte quelladi Teodorico


si chiude
con

dei

Goti,"

cosa

che

gi"di
morali.

sopra " stata notata.

11 poema

alcune

considerazioni

76. V Iskendey-""dmeh
nella d.
sua

Libro di Alessandro

pi" tarda et" e finito molto C), pochi anni prima della sua morte,
col adoperatoda Firdusi,

fu composto da Niz"mi nel 597 d. E. (1200 probabilmente


e

fu dettato in metro Mz"nii

epico,
volle

cio" nel metro

quale evidentemente

imitarlo soltanto di valentia,non Volle tuttavia gareggiare gareggiare. d'Iskender narra seguendone servilmente le orme, sebbene tutto ci" ch'egli come 0 Alessandro,gi" si trovi nel Libro dei Re. Ma, laddove Firdusi, gi" "Niz"mi che e fa altro non narrare e descrivere, pi" volte abbiam detto, il suo Iskender intento quasid'allegoria e converte e descrive con narra

188

CAPITOLO

SESTO

filosofo, poi in profeta, dando a tutte le opere sue e a' suoi intendimenti alto significato filosofico abbiam e mistico. Ora, le dottrine mistiche, notato e gi" in altro capitolo anche cotesto, cominciavano in quel tempo appunto ad essere in fiore. Come molta agevolezza con a dar tale signipoi iMz"mi sia giunto, d'arte, ficato alla sua narrazione, anche si potr"vedere dal sunto che fra poco daremo del poema; intanto ci dice che, per bene intendere il suo egli ci" che vuol racconto, bisogna levar dagliorecchi la bambagia antica, altri intendimenti e con dire che con altro fine si fa ora a ricompor storia. La afferma d'aver rifatta dopo consultate quale appunto egli quella molte memorie antiche e attinto a fonti giudee,cristiane e pehleviche, avendo trovato che le memorie del gran capitanoerano tutte sparse (jua
e capitano conquistatore principe prima e

di

in

l"

non

ordinate per i diversi


re

molti libri:
uriiamenti poetando; ancora Valili E tolsi e accrebbi da recenti storie

di tal Ma le nieiiioi'ie I confini Non


scoi'rea

che tutti

terra, dell'ampia
un

vid'ioche raccolte in
e

sol libro

Fossero veramente, Ch'eran lutto Eran


un

suoi l'acconti

E cristiane e pehleviche e ffiudee, Scelto a ognilibro il migliorsucco, tolto Da

tesor

colmo

perfetto,

ognibuccia
un

il midollo, e mi

composi

dispersi per

volumi assai.

Tutto

tesor

Ond'io raccolsida Tutto che mi

ogni libro attorno


esso

Di cumuli

di tempo in tempo, feci diversi un cuinui solo.

giov",feci con

Queste parole potrebbero per avventui'a avere quel valore che hanno quelledel nostro Pulci allorquandoaffermava d'aver tolto certa parte del da tanti e tanti libriscrittiin antiche lingued'Oriente, racconto cio" suo Ma dire che il Pulci diceva non averne lutto cotesto se possiam nessuno. da beffa, cosi possiam dire di Niz"mi, che attinse veramente non fonti a antiche,vedendosi che egliqua e l",nel coi"so della narrazione, asserisce
d'aver trovato nel tale maniere
o

nel tal altro libro altre versioni

altri modi

d'uno stesso racconto.

Sappiamo,del resto,esser

di poetipersiani (esempioper tutti sia Firdusi) l'autorit" delle loro fonti. Non conviene valore alle

propriodi questi polosa seguirecon fedelt" scrututtavia dar soverchio

paroledi Niz"mi, e molto meno, come pur vorrebbe tentare il Bacher,vedere e sapere qualisiano state veramente viche, pehlequeste fonti, giudee e cristiane, perch" la ricerca non potrebbeche riuscire infruttuosa e per nulla farci perdere molto tempo. Sappiamo anche e
dobbiam " romanzi bench" credere che il romanzo d'iskender in Oriente,oltre comporre cristiani per anacronismo),hanno greci(detti contribuito, |)oi
a

in assai poca parie, anliclie memorie del tempo dei Sassanidi ebraica. Ma tutte queste Niz"mi dovette e racconti d'oi'igine (pehleviche)
avere

di seconda

mano,

non non

perch"egline
avrebbe ha

consultasse mai

i libri

nali, origi-

ci" che veramente

fare. j)otuto diviso il suo


come

77.

Comun(iue sia

di cotesto, Niz"mi

poema

in due

la prima delle quali narra parti,

d'iskender

di

un

grande capitano,

I,.\ POKSIA

ROMANZKSCA

180

di parla di lui come di profeta, la sapienza attorno per il mondo, poi come filosofoche cerca fra le gentila fede. Ma dell'esistenza e dell'autenti ordinato da Dio a propagar di questa seconda parte assai lungamente si " dubitalo in Europa, perch"l'Hammer ebbe fra le mani un manoscritto delle opere d" fu indotto a scrivere che,sebbene Niz"mi nel quale essa mancava, ond'egli che a un dato punto finiva la parte prima del nel manoscritto si leggesse chiaro che,non trovandosi la seconda, Niz""mi doveva Libro d'Iskender, era del mondo, conquistatore
essere non

intanto che

la seconda

stato

ebbe

che sua, ovvero impeditodalla morte dal continuar l'opera trov" di ripigliarne il filo. L'Erdmann, tuttavia, alcuna voglia
e a

parte esisteva veramente, per il primo che anche la seconda ci" del tutto che non fuori un assai breve sunto; giov"ancora
1 dubbi. Perch" osservando l'et" in cui distici nel che lo
non Spiegel

ne

diede

dissipare

inclina molto

volentieri

crederla
e

genuina,

verso

la fine vi si dice della morte Ma molto facilmente il breve

di Niz"mi

eglimori.

si pone di pochi capitoletto

quale lutto cotesto si dice, riore; postepu" essere una interpolazione del Bacher,reputiamo e per" noi,seguendo in ci" anche l'opinione nello di poter dire, ci sembra che, come genuina questa seconda parte,
stile e nell'arte non difl'erisce punto dalla
nome

prima.
e

78. Anche
da noi

intorno al

del poema
non

al

nome

di ciascuna delle due che n'" nata.

si " disputato assai, con parti


mentre
ora

Libro

d'Iskender

Perch", il poema si suol chiamare VIskender-n"meli,cio" il l'hanno chiamato o Alessandro, trovasi che i copisti
confusione piccola il cio" SJieref-ndmeh, il Libro della
con
ora gloria,

arbitrariamente

ora

cio" il Libro della fortuna,intendendosi Vlqhdl-""dmeh,

ci" la

gloria

Ma il nome dev'esser di Libro della gloria, e la fortuna del gran capitano. da ci" che prestoqualcuno ha confuso questo poema Iskender venuto su
con

altro poema
ma non

che

recava

appunto quel titolo e che

era

stato

ciato, comin-

proseguitopoi,da Niz"mi, per narrarvi tutto ci" che di antichi racconti epici si trova nel poenia di Firdusi. L'altro titolo di non Libro della fortuna, sembra esser venuto da un distico della introduzione,
dice appunto di voler parlare della fortuna d'Iskender. la seconda parte del poema Intanto, prendeva da s" un titolo a parte, onde (d'Iskender), quellodi Khirad-ndmeli, cio" il Libro della sapienza s'accresceva sempre
a

laddove

Niz"mi

diversi. Quanto

pi" la confusione e a noi,noi seguiteremo

l'incertezza in tanti nomi chiamar per


come quest'opera, amor

titoli anche
e

glialtri fanno, il Libro

almeno d'Iskender,

di chiarezza

di

semplicit".
79. Anche
il suo
e

s'" disputato intorno al

di poema almeno inutile,

maggior Iena.
secondo

al quale Niz"mi volle principe Ma perch" sarebbe e lungo e


non

cato dedidioso fastipeso cata intri-

noi che

diamo

alla erudizione

maggiore di quello ch'essa merita, il rifar qui una interminabile e di date,di nomi di principi e di lezioni diverse, questione regnanti trovate in differentiedizioni e manoscritti, ci appagheremo di notare che

JOO

CAPITOLO

SKSTO

intorno pi"probabile l'opinione runa

ci" "

quelladel Rieu, secondo

il quale

Nusret ud-din, e l'altra e partedel poema furono dedicate al principe regiovicario in Tebr"z,che regn" dal 587 al 007 d. E. (1191-1210 d. C). ci sembra Intanto, poema.
esser

tempo che si dia


come

un

del sunto, per quanto bi'eve, Iddio il Profeta,

80. Esso incomincia


descrivendo
come
e

cio" lodando tutti glialtri,

l'ascensione del Profeta al

rendendo cielo,

ragione del

lodando il principe a cui perch"della composizionedel libro, la bella primavera, libro va dedicato, descrivendo esso leggiadramente JNiz"mi prese a comporre nella qualestagione questa sua opera maggiore. il racconto con la nascila d'Iskender (Alessandro), il quale 81. S'apre della stirpedel patriarca d'una pia donna e profetaIbr"h"m era t"glio l" La madre l'aveva n el deserto di dolore e era morta partorito (Abramo). del che indubbiamente sarebbe perito di vergogna accanto al suo bambino in quellasolitudine se in quel giornoappunto Faylaq"sre di Grecia e di
e

fosse passato per quel luogo,essendo l'avesse raccolto e preso per suo. Ora uscito dal savio Aq"m"Iskender, allevato in corte,riceve educazione perfetta Russia di Macedonia) non (Filippo non a caccia,e impietosito
mostra (Nicomaco padre di Aristotele), ingegnogrande e desiderio del re, glisuccede nel regno. N" egliha ardente di sapere e, alla morte alcuna inclinazione alla guerra e alle conquiste;soltanto un giorno gli lo pregano di aiuto contro la gente avuto sentore della sua giustizia, Egizi, infesta e riottosa. Sconfitta la quale,egliregna in Egitto dei Negri, con

khus

saviezza

non giustizia;
un

si dimentica ai

per" dell'antico

tributo che

i
re

re

di

Grecia pagavano invidioso. I messi

(DarioCodomanno)

doni

re tempo i quali rendono ricchissimi,

dell'Iran. Perch"

egliinvia al
Dar"

Dar"
e

d' Iskender

sono

accolti male

alla corte

pi" avido e persiana,

la

appena che Iskender ha fatto sapere guerra si dichiara fra i due monarchi che l'uccello che faceva le ova d'oro (iltributo pagato ai re di a Dar" Persia
era

anche consisteva, Mandate

secondo
e

in Firdusi,

certe

ova

d'oro

massiccio),

morto.

dall'una

approdano a nulla,una gran qualei Persiani combattono


" ucciso
a

dall'altra parte alcune lettere che non ha luogo tra Mossul e Gezira nella battaglia molto

con

valore,ma

sono

vinti. Dar"

tivo fuggi-

quali Iskender d" la mercede (essi ed egli l'aveva loro promessa), chiesta, gliel'avevano pattuita ma poi li punisce di morte in pena del tradimento. che egli, 82. Sedutosi cos" Iskender sul trono dei re persiani, ecco
tradimento da due suoi ai satrapi, nell'intento di propagare la religione del Dio unico, venutagli dal suo disfa i templi delle altre religioni i e spegne antenato, Ibr"h"m profeta, sacri fuochi la e sposa seguaci di Zerdusht (Zoroastro), a' suoi bella R"shanek di Dar". Poscia egli si apparecchia (Rossane), figlia molti e lontani viaggi, il primo dei quali si " verso le terre occidentali, visitando la Mecca e il Yemen, poi salendo fino all'Armenia, combattendo fondando la citt" di Tifl"s. Discende egli fino a Rerda,laddove e vincendo,

gi" adorati

dai

192

CAPITOLO

SESTO

dell'anello del pastore (l'anello di Gige) che rendeva invisibile cale; quello al dito;quellodella visita d'Iskender a Suqr"t(Socrate) chi lo recava che secondo il gran
noto
re

Niz"mi
con

"

un

eremita
e

che fa vita devota in

un

deserto

accoglie
del

parole aspre

severi;non consigli

dubbia

reminiscenza

di Alessandro con colloquio Diogene.Ed eccoci intanto ad Islvcnder filosofo.Perch" egli, un giorno che un filosofo indiano gliera venuto nel fatto al pi" savio monarca certe domande del come cospettoe gliaveva ammirazione c on mondo, Iskendei', grandissimadell'indiano, parlasapientemente di molte e varie e ardue questioni di fisica e di metafisica; dopo di che, allontanatosi il filosofo indiano,egli, trascelti sette savi,intende di volere udire le loro intorno all'origine del opinioni mondo. Ciascuno dei savi espone la sua, e Iskender, uditi in ordine gliavvisi di Arist" di V"lis (Talete), di Bel"n"s (Apollonio di liana), di Suqr"t (Aristotele), di Furf"ry"s (Porfirio), di llurmus (Socrate), Ifl"t"n assai
e notata (Platone) pi" savie parole:

di (Ermete Trismegisto), savi queste

la

di ciascuna,rivolge ai discrepanza

assai pensieri Anch'io, gented'ingegno,

Pnossi Che

in opra eonilnr

Feci intonid

le stelle, e i miei

pensieri

la mente

concepe.

eliiai'a l'iinniagin Or, peiche ilcome


come

In rpieslo s'accordar che per s" stessa Onesta non nacque inimagin prodigiosa Dell'universo.Alcuno architettore Fuori la trasse in Sento pria.
mai

non Leggerne

sappia m,

potremmo

Far ricerca di tanto? E voi che il cielo


in quaderno, Leggeste gi"qiial pagina

nell'alma
se

il gran mastro, anche esiste, Ch'egli N" so, n" vedo. Ohe
sua se

il

Vedete omai per quante vie diverse Di ci" f"ste parola ! Espediente,

[come sapessi

Dopo ci",non
Glie non
manc"

sar" che altri proclami dell'universo a queste

Dell'opra Ci" ch'egli fece,oprar,


85. Ma " venuto
ed
ecco

anch'io ragione,

potrei

che veramente

il dipintm'e? leggiadre Immagini


a dignit" maggiore; salga

omai

iltempo che Iskender

di Dio,l'angelo Ser"sh,glireca il dono della messaggiero divina in un volume al cfuale, Intelligenza portatodal cielo, per comando d" esso Iskender, Platone e Socrate aggiungono, ciascuno, una Aristotele, i suoi Iskender allora, di Dio, ripiglia obbedendo al comando appendice. che " della stirpe come d'ibr"h"m, nella viaggi egli profeta, per ilmondo qualesempre s'" conservato lo spirito profetico, per propagare la religione del Dio unico e disperderele religioni tutte politeiste e idolatre. Questi che d'Iskender sono pienidelle pi" strane e meravigliose avventure viaggi

che il

Occidente,e Iskender, dalla sua sede nell'Iran, visita Gerusalemme, tocca l'Andalusia, partendosi del Nilo,entra nel famoso giardino sale alle sorgenti dell'Irem, gi"piantato
possano
verso

Perch" il primo " volto immaginarsi.

vaggie Shedd"d, e giunge fino a certe gentifiere e selche abitano in caverne, quali egli converte alla fede. Segue il nare verso Mezzogiorno,e Iskender visita certi popoliche, per indoviviaggio fatto u"orire ilfiituro, solevano interrogare l'arido teschio d'un uomo trova egli attossicato dall'oppio, A nche ilteschio e prediceva. e rispondeva valle disseminata di diamanti, che egli una ma disperde, pienadi serpenti, d'albei'i d'oro dal
re

LA

POESIA

ROMANZESCA

493

giungefinalmente

dato all'agricoltura, presso un popoloinnocente e sennplice, di Dio. Segue il viaggio che riconosce in Iskender il messo verso
e

Oriente,visitando Iskender ignoteregioni, poi l'India


lontano
mare

la

Cina, poi il

certe sirene marine che coi ^'incontra loro canti adescavano i naviganti e li perdevano ; supera anche pericolose miracolosamente da un vortice nel quale gi" correnti marine, scampa marittima donde ogni l a stava per perdersi sua nave, e tocca una sponda volti in fugagliabitanti, da un sono mattina,al levar del sole, spaventati

orientale. Iskender

orribile fragoreche
e

quel suono nel quale egli, Ultimo viene il viaggio verso Settentrione, fragore. che disturbato nei era tra le altre avventure, s'incontra in un popolo dalla gente selvaggia lavori della pastorizia e dell'agricoltura e barbarica dei Yagi"g'e M"gi"g'; ma eglifa elevare una gran muraglia di ferro i pastori cui viene a rompersiil furore dei barbari, mentre attendono contro In fine, alle loro opere pacifiche. tocca una terra beata, imperturbati fosse l'et" dell'oro, vita vivono di una in cui gli come se ancor abitanti, nella felicenella e nell'amore, fratellanza, glianza, nell'uguaprosperit", semplice
sottomessi al volere di Dio, senza Tutto ci" " detto da richieste di loro stato; parlandoa s" stesso:
Da tocco perch"egli,

balli, dalle acque cupe. Ma Iskender fa battere i timabitanti costernati e fa cessare lo spavenrinfranca gli tevole
esce

ire,senza
nel cuore,

odi,senza
cos"

ambizioni.
aveva

quellegentifortunate ad Iskender,che le

come risponde

misteri, ecco quest'alti

se

niente

Chi sianinoi dunque? E da che fummo Inviatiper mari e per deserti. da questoloco Forse avvenne perch" Fosse il nostro Perch" da Per passar? abitati
noi

noi

bramo Hai tu, consiglio Io pi" non prendi. Correr pel mondo attorno e ad ogniloco
Atto alla caccia tender le mie reti.

Di tutte Assai

cose caro

che ho raccolte, assai,


"
a me

Lochi da fiereforse andammo intanto? Oh! Apprendessimo

pi"

questo

sermone

al viver norma questi saggi


se

E veramente Che da tal gente appresi!

veduta

Anche dinanzi a chi del mondo

"

sperto

Questa genteavess'iofin dal principio,

il mondo sol per questagente Andato non sarei pel mondo attorno, Reggesi Ma si venuto ad abitar sarei e buona'. Havesplendordaquelli"2 Esperta A un recesso di monte e a Dio servire al mondo sostegno Son questegenti buone. Or, se pur questa Sareimi accinto.Da tal norma uscito " alviver norma, a che slam noi, Mai saria del viver mio non costume, regnanti? E se son questi Altra fede la mia non saria stata ! uomini veraci. gli

11 mondo

ma intanto,

Tali

parole fanno anche troppo chiaramente


tutte le

voleva dar Niz"mi

quale significato cos" lungamente narrata da lui : alla storia d'Iskender,


conoscere

pi" che

la

plativa, della terra,aver valore la vita solitaria e contemglorie Iskender di di cui la stessa dignit" profeta era qualesupera

(1) Cio"
gente buona

i monarchi
e

devota

governano Dio.

il mondo

soltanto

in quanto

sono

coadiuvati

da

(2) I

monarclii.
13

"

Pizzi,Storia

della

poesia persiana, voi. II.

194

CAPITOLO

sf:sto

alla quale sappiamo che s'era dato Niz"mi, mistica, la sua esaltazione pi" splendida. racconto trova alla Une del meraviglioso Perch" egli, al fato comune. avuta 86. Ma anche Iskender soggiace morte vicina, si affretta di ritornarsi in Grecia; rivelazione della sua senonch" giuntoa Shehr-z"r presso Babilonia,egli" preso dal male, e oneste intorno alla vanit" volte ai savi che l'attorniano alcune parole per", in Grecia per consoalla madre sua larla, della vita,fatta scrivere un'epistola " Il cadavere in un'arca contento suo e muore posto rassegnato. libera la destra di dalla di mano foderata broccato, quale d'oro, sporge aveva a ci" cli'egli comandato, poi recalo a lui,pienadi terra, conforme in Grecia la morte Iskenin Alessandria. Risaputasi d'iskender, seppellire sale al tnjuo paterno;ma di lui e di R()shanek, poi,pensando der"s, figlio investito. Cosi la vita alla vanit" delle vita si ritrae ben presto in una solitudine a quaggi", i sette savi, stati gi"fedeli compagni del gran Muoiono contemplativa.
cose

di

monarca,

il poema

termina

con

le consuete da

considerazioni

morali. Firdusi
e

87. Sebbene

Niz"mi

volesse, almeno

che quegli lui raccontando con accanto a porsi Libro dei due circostanze toccato nel U", aveva gl'impefuggevolmente Una delle si " l a meta dirono di raggiungere quali questo stesso sospirata. che briciole sparse d'una ricca imbandigio fatto del non aver potuto raccogliere atto alla grande narral'altra si sta in ci" che egli non era zione epica. Non era atto alla grande narrazione epica,perch" gli dell'animo che fa creder come al poeta, vere mancava quellaingenuit" le cose intanto che le narra, pi" strane e lontane dal verosimile,onde vita e una forza indedescrizione finibili, narrazione una avviene che e pigliano da quell'accento di verit" che suole efficacemente sensibili, ma assumersi i soli da chi " convinto di
narrar cose vei'e.

emular principio, ampiezza maggiore ci"

In (piesto caso, nel


sono

quale
nes-

Yalmiki, si Omero, Firdusi, grandiepici.


di dubbio turba la mente

potutitrovare,

sun'ombra

calma

e serena

tocca fanfaluche, gli

glicreda o sicch" eglinarra e beato, e narra, tranquillo cosi trasfonde in del sensibilmente si suo racconto, e come compiace egli di menti sovrane che altri che l'ascolta, questa soddisfazione sua, propria Di tutto cotesto aveva difetto e serene. alte, tranquille spaziano per regioni anima sensibile e delicata, Niz"mi. La sua era pi" anima lirica che epica,
l'animo
tanto

che altri non sospetto

si faccia beffa di lui come

del cantore; nessun di narrator di

al frastuono delle corti il silenzio della vita da preferire delicata,


non

solitaria quasidi anacoreta, le arti cattive Tale


suo

senza

per" che
a

le vicende

del mondo
ne

uomini degli

si facessero sentire manifesto


in

lui, perch"se

turbasse.

ogni parte de' suoi poemi, e in lui che se la pigha col destino, vedesi un'anima non tranquilla spesso scribaccini avversari emuli senza anche con gli e con e con gli sale, gli scritture. Anche Firdusi che le li sue saccheggiavano come egli chiama, al ma destino, quel suo gridare " gridarda vate oracoleggiantc, grida d'ira e di sdegno,che,se pure ha radice,come ha, nelsfogo platonico
turbamento appar

LA

l'OHSIA

ROMANZESCA

195

angustiato, s'impronta sempre e tosto di quell'epica grandezza che guarda dall'alto le cose nel loro insieme, tutte le vede e sembra non alcuna. Perch" Firdusi non parlain proprionome, toltialcuni distinguerne in nome delle vittime del destino crudele, ma delle piuttosto pochi luoghi, descrive i casi miserandi. Il racconta di e qualiegli gridar JNiz"mi, invece, " gridareaffannoso, proprio di chi non sa trovar sebbene, quando pace, del fato e della nullitc"delle cose di quaggi", s'abbandona egli, parlando al suo fantastico filosofare, accenti cosi dolci e sappiatrovare in compenso
l'animo di calma soavi, cosi improntati che la flebile
musa e

indefinibile malinconia, da
con

non

trovar

di Rumi

poeta epico, la quale ragioneanche pi" forte; sta in ci",che i tempi propiziall'epopea in Persia erano tramontati omai, che " noi fu il tentar l'epopea fuor di e e sappiamo sempre opera vana
vero

88. Tutto ci",adunque,


non

possa competere imped" a Niz"mi di esser d'altra

che

lui.

quando

tener si voglia

conto

tempo

tale che era dotato di luogo. Di cotesto, Niz"mi, come molto accorgimento e di gusto assai fine, forse facilmente pot" avvedersi;
e

fuor di

per"

dalle circostanze stesse


a

lasci" condurre

tentar

nuova essere

in cui poetava, e dalla sua natura stessa, si via. Per la quale essendosi eglimesso mosamente aniil

dei poeti romanzeschi pi'incipe Ma quellainclinazione a Firdusi,principe epici. dirimpetto degli che riconosciamo in lui,talvolta trasmoda
veramente.

riusci ad

persiani
alla lirica

troppo di quente e troppo di freegliinterrompe la narrazione per filosofare, frequente anche lieve, afferra ognioccasione, diti reconegli per trovar significati E perch"la cerchia di questi in tutto ci" che descrive o narra. pensieri siano mistici nel di tanto come filosofici, caso Niz"mi, tanto non pi" ove
"

Perch"

ampia

le cento

avviene bene spesso che il poeta ridice da parer senza confini, saziet" e fastidio grande. Rincresce volte le medesime cose con che

poi di
molte si

trovare
e

eglinon
non

abbandona l'ha detto


e

mai

un

suo

pensiero se prima in

che e sembra veramente ridetto; n" della non frase, parolasua perch" sovente, di circonlocuzioni, fatti molti tentativi di parole,d'immagini, clie ecco egliconclude di non saper trovar modo di esprimereadeguatamente quel tale 0 tal alti'o concetto. In prova di che veggasi come, volendo egli la purit"e lucentezza dell'acquadella vita nel paese delle significare tenebre, dopo quattro diverse comparazioni cosi conclude:

varie maniere

appaghi mai

n" della

Np so, per tanta Di


sua

natura

purit", qualmai
verace

far di suo Immag'in

aspetto.
qua e l" rende tale l'erudizione sua, non gi"
se

89. Questo
ostentala

suo

difetto del

ripeteree del ridire


rende

fastidiosa la lettura, anche da


e

pi" la

di

cercare

lui per mostrarsi erudito,ma adoperataper soverchia cura trovare e dire la verit" tra tante versioni differenti di racconti dinanzi. Perch"

che

glistanno

Niz"mi, come

fanno

eruditi gli

tede-

190

CAPITOLO

SESTO

scili dei nostri narrazioni

e giorni

con

essi anche
stesso

alcuni italianiloro imitatori, tra le


non sa ne

diverse di

uno

fatto

n" giudicare, e scegliei-e

per" bene

fa seguire narrazione se ciascuna all'altra, come spesso una avesse per lui lo stesso valore. Eppure anche lo storico deve saper scegliere anzi dai quellotra i racconti d'un fatto che gli sembra pi" probabile, diversi racconti
done un solo,e questo confermare mostranpu" anche cavarne i gradi di probabilit" maggiore.Che se tanto pu" fare lo storico, fare il poeta e dovrebbe stretto gi"da tanti vincoli, quanto pi" potrebbe al quale " pur concessa maggior libert"! Perch" al poeta, romanzesco,

quelloche segue l'arte sua, appunto per questa arte sua " in afferra per intuizione, sa tale libert"; e quand'egli usarne,
come

concessa

tutto

un

fatto
suo

in tutto
e

un

racconto
come

in

pi" racconti,ci"

soltanto che Niz"mi

giova al
non

intento

lascia

inutile lutto il resto. Ma

tutto ci"

seppe fare,e per",se non sempre, assai spesse volte procede impacciato dell'arte sua coi nostri dall'erudizione. 0 forse noi vogliam giudicare

canoni, mentre

egli seguivaaltro
norma

canone

d'arte,reputato da
"

lui

dai

paesanisuoi
le memorie

invariabile del

dei

che poeti,

tutte quellodel raccoglier

passatoe del non lasciarsene a dietro uessuna. 90. Intanto, perch"eglivolle esser troppo fedele alle testimonianze fatto di dare unit" vera e interna ai non glivenne dell'antichit", sempre
suoi racconti. E il Libro d'Alessandro missione d'Iskender
come non

ha unit" che nel concetto le

della
ma

profeta presso
sue,
come
sono

gentitutte
e

del mondo;

molte quelle

avventure

staccate

sciolte fra loro, potevano

di che il poema anche all'influito senza potessemutar moltipllcarsi come l'altro delle Sette Lietta ha unit" artificiale, natura e d'intento. E Levia e e Shirina, detto, laddove gli altri due, Khusrev sopra abbiam Ma cotesto era e interna. gi" nella natura Meg'n"u, hanno unit" vera
stessa dei racconti
eran quali

venuti per

tradizione, e non

l'opera dalprocedette

di Niz"mi.

91. Ma, in compenso

esprimendo nel
l'abbiam

suo

che egliva ci", i nobili e alti pensieri buoni e le osservazioni lungo raccontare, e i consigli di tutto
e

acute, piene di saviezza

di buon

senso,

formano,

gi" in

altro

capitolo

detto,la
dose

sua

lode
vi

maggiore.Meno
sono

forse nel Libro

d'Alessandro,

perch" in
e
ma aura

minore

amministrati

Iskender

e sapiente altri poemi, spiraun'aura assai pi" negli

aria di v'acquista

gli affetti intimi del cuore, di profeta e poco ritiene di umano,


e serena, tranquilla rassegnata,ma non umile, che

soave,

di malinconia, malinconia s'insinua


e

di anima

dolcemente

fa dolcemente

fantasticare. Vedesi
e

sentesi l'uomo

della solitudine che, lontano delle


sue

dai tumulti del mondo

dalle arti sue, vive

soltanto si appaga piace. e come di questi pensieri tutte proprie di poeta lirico, e pi" lirico sono Queste belle qualit" che epico (ripetiamolo ancora) era Niz"mi. Dell'arte sua poi nell'uso di concepiree rendere nell'architettura della frase, ne! modo della lingua, detto gi" nel di queste immagini,abbiam le immagini, e della natura idee
e

de' suoi

LA

POESIA

ROMANZESCA

197

della poesia mistica, laddove capitolo misteri.

si trattava

del

suo

Tesoro

dei

nel 7^25 d. E. (1324 d. C), abbiam morto Dehli, gi" di tale,che, per alcune sue qualit" anzi come di poeta lirico, detto come U"fiz. Ma se nella il maggior lirico persiano, faceva presentire particolari, " tale non e originale, sotto questorispetto, eglipu" dirsi e nuovo lirica, anche troppo fedele imitanella quale si mostra tore nella poesia romanzesca, Di che Niz"mi. Niz"mi fu del suo imit",anzi grande predecessore rifece i poemi romanzeschi, riunendoli egli pure in un libro solo dal titolo di nome lievi mutamenti di Quintuplo, con per ciascuno, ma pur sempre Perch" il dal titolo arabo Mafia nella sostanza. suo quelli poema " poema mistico che corrisponde al u"-anvdr, cio" lo Spuntardegliastri, i cio" lo Specchio Tesoro dei misteri,di Niz"mi ; e VAy"neh IsJcenderi, d'Iskender Libro al o Alessandro, pure di Niz"mi; d'Iskender,corrisponde BesJit Bihisht,cio" Gli otto l'altro poema alle Sette Belt" corrisponde del re Behr"m-g"r. in quello, le avventure narrandovisi, come Paradisi, Gli altri due poemi poi,Khusrev e e Meg'n"n e Sh"r"na, Levia, hanno, vedesi, lo stesso titolo e lo stesso soggettodei loro modelli. come di questipoemi di Khusrev si debba e possa giudicare 93. Ora, come abbiam " dato a noi, che non di Dehli,non potuto vederne i manoscritti le rare edizioni che di qualcuno e nemmeno aver quasi tuttiinediti ancora state procurate in Oriente. Ma, se pure " lecito l'indovinar di essi sono

92. Di Khusrev

di

cosa qualche errare

secondo

certi criteri comuni, si


non

pu"

affermare

senza

timor di

che Khusrev

che quellaleggegenerale
ancora

perch" Khusrev
non

solo per non pot" essere gran poeta romanzesco, tuttifa inferiori ai loro ma modelli, gl'imitatori in cui la poesia apparteneva gi" a quel tempo

persianaaltro
e

faceva che rifare e ridire ci" che altri aveva

gi" fatto

detto

prima. Di

ricordiamoci

detto cotesto, e ora abbiam sopra, nell'introduzione, caratteristicidella tarda qui die questo " pure uno dei segni

Khusi'ev pertanto, oltre l'inferiorit"propria degl'imitatori, poesia persiana. che " quel arte s" l'altro difetto che ha ogni non con reca originale, che sia,dalla sua altezza origidiscendere del genere, plastico o poetico naria dal nobile e solenne al volgare al pedestre e all'umile, e primitiva che non " sempre bello in arte, di render pi" forse con l'intento, trito, cile ovvio, pi" facile e piano ci" che altriha detto o fatto in maniera pi" diff"e e

astrusa. Onde

s'intenderebbe

in poema romanzesco, racconti dappoco, umili indurre in


un un

rire potutoinsecerti d'alto valore nell'origine e nel soggetto, vere inezie,come puerili, questo, cio", per
come

mai

Khusrev

abbia

pio uomo

credere

nell'ascensione di Maometto
il

fatta al cielo,

attimo, Iddio trasforma


e

marito

al medesimo trascorso.

sette figli in sette partorir al medesimo luogo, tempo,

gli fa j"render anni, poi lo ritorna allo stato di prima, pio


uomo

in

donna

senza
e

che

un

solo istante sia

In tal maniera, per un'arte


ma soltanto,

frivola

che, si badi, non ciarliera,

" di Khusrev

gi" di

molti suoi

contemporanei e pi" ancora

198

CAPITOLO

SESTO

dei

la poesiasi poetiposteriori, Iddio


e

abbassa

mente e avvilisce miseraraimiilia,

sua. l'opera 94. Ma noi, per le ragioniesposte, pi" in "d di

cotesto

non

possiam

soltanto che forse Khusrev dire; aggiungiamo di


narrar

poeticamente e in forma di romanzo oltre i sopraddetti di soggetto Perch" trovasi che egli, poemi che sono del suo antico, altri quattro ne ha composti sopra soggetti tempo; e il cio" la Chiave delle primo si " quellodal titolo arabo M"ft"h ul-ftduh, del che le narra vittorie, imprese guerresche principedi Dehli,Gelai ud-din F"r"z-sh"h, negli anni 089 e 690 d. E. (1290-1291 d. C). 11
secondo ha il titolo pure arabo di Qirdn di due fausti pianeti, composto per cio" ul-saadayni, celebrare la

diede per il primo l'esempio alcun fatto contemporaneo.

zione Congiun-

il fausto incontro di

del Bengala, nel 688 d. E. (1289 d. C). avvenuto padree figlio, principi i cio" ha la descrizione Nove Il terzo, dal titolo persianoNul"-Si'p"ln\ Cieli, le avventure della corte d'un principe indiano, e il quarto narra Khizr Khan d'amore del giovane principe la bella Deva! R"ni, figlia con due d'un
re

del
e

Guger"t.Ma basti omai


di

di questo poeta poco Mas"d di

e troppo originale

fecondo

troppo imitatore.

95. Lasciando
600 d. E. alla storia Y"suf lasciando detto

parlare di
autore

un

(1203 d. C.) e
e

d'un poema Zal"kha, perch" nulla


ne

Her"t, vissuto intorno al che rest" incompiuto,intorno


romanzo

sappiamo o possediamo di lui,


di Nakhshebi

anche, perch" nulla

conosciamo, il

di cio" la Pioggiadi rose, che raccontava le avventure Giil-rtz, Mas"m la bella N"sh"beh, passiamoora a Kh"gi" Kirm"ni, autore di con celebrati poemi romanzeschi, detto appunto Kirm"ni nato nella per esser almeno di Kirm"n l'anno 679 d. E. (1282 d. C). Fu poeta lirico, provincia dai ({uali dal far le lodi dei Muzafferidi, a principio, poi si e cominci" si dice, per recarsi alla corte distolse per qualche cori'uccio grave, come di F"rs. di Sciraz,presso il principe Ab" Ish"q,signoredella provincia le Sembra anche che egli, tanti altri poetiche, abbandonate come pompe alla vita vollero della si la mistica, solitudine, consacrasse cortigiane, quiete sceltosi per guida spirituale ilsavio Ala ud-ilin Simn"ni. Mori nel 753 d. E. nel 742 o (1352 d. C), ma altri sostiene che la sua morte " avvenuta nel 745 d. E. (134.1o 1344 d. C), a propositodella quale eglicompose certa sua quartinacon evidente imitazione di Omar una Khayy"m o degli antichi poetiarabi,lodatori del vino:
Ouel (l" ch'io partir" da questa t(M'ra Col corda duol crucciato E dell'esseremio
il vetro spezzer"
una

Xoii

alcun pianila
Fuor

sovra

la touiha mia,
clic il mio l'uoi'

del vino; clicil l"iccliicr lutto jiel

Xou

alcun ;j,eiiia

Contro

il fato, pietra

Liuto abl"andonato.

96. Seguendo Fuso


anche Kirm"ni JNizc"mi, corpo sotto quel nome

che allora

era

invalso, d'imitare

volle comporre d'uso. Ma, laddove

Quintuplo di cinque poemi, riuniti poi in un


il il Quintuplo di Niz"mi
conta

200

CAPITOLO

SESTO

con perch"eglicrede che Ilum"y"iinon con tanta jDassione, cruccioso e vorrebbe, corrisponda, Hum"y indispettito gli fugge quanta egli tarda a raggiungerlo in un deserto,laddove, piangente la e desolata, non de' suoi fedeli al colmo della felicit", Iluni"yallora, principessa. per uno che l'avean s'era tolto dalla casa quand'egli paterna,'' seguito compagni s" manda la della E mano figlia. l'Impeall'Imperatore chiedendogli ratore per risponde di volere acconsentire, purch" prima glisia restituita la la rinvia al padre. Il padre allora, violando la fatta proe Hum"y figlia; messa,

attendo. Ma

fa rinchiudere

in

un

profondo e ignotocarcere
essa suo

l'infelicefanciulla,
e segnidel coi'doglio

poi,fatto sparger tutta la pompa con


Quellafalsa voce
dolore
e

voce

che

" morta,

con

tutti i

degna del

grado,ne

celebra in

" pure intesa da Hum"y; deliberato ornai d" morire, si ritrae dal
suo carcere

pubblicoi funerali. nel pi" profondo perch"egli,


ancora

nel deserto. Ma di far


conoscere

Hum"y"n,
verit" al

lontano,trova

anche

modo

la

suo

fedele,che, armatosi

in tutta fretta, coi suoi

fidi e animosi
contro
con

compagni prontia sfidar con lui e citt" imperiale. L'Imperatoreacceso


nella che battaglia

muove per lui ogni pericolo, incontro di furore gli corre

la

ma ne e esercito; tolta dal carcere e maschi, e per" Egli non lascia figli fatta sposa del suo adorato Hum"y, gli succede nel regno e governa con Io sposo il popolo suo per molti e molti anni felici. 99. Tale " il bel poema antico di Kirm"ni; bello quanto al soggetto, indubbiamente in alcuna sua parte, ma trattato con poca arte dal poeta. Perch" egli, abbiam detto, il metro assunto,come epico di Firdusi,e col il anche inettamente imitare, metro non sa linguaggio ch'egli guast" nel le le resto tutto il racconto e le con stravaganti immagini, con iperboli metafore stranissime, le lunghe e prolisse le ripeticon con descrizioni, zioni alla maniera di Niz"mi che, come sappiamo, cento volte ridice la diverse. Ma Niz"mi " pi" eletto e castigato nell'ai'te stessa cosa con parole

segue, " atterrato la bella Hum"y"n,

ucciso da

ampio Hum"y.

sua,

lo stile

ne

"

pi" nobile

ed elevato, laddove
a

Kirm"ni, strascinalo

forse dal metro che

si lascia andare pi" scorrevole,

Delle freddure e degenera in trascuranza. gli darem colpa, perch" quello era l'andazzo dei tempi; e chi, anche

quellafacilit"soverchia dei concettini frequenti non


ne

grande, pu"
nemmen

sottrarsene

interamente?

Non

se

sottrasse

inleramente.
"

Firdusi

quando l'arte era

e Niz"mi meglio frenata,

gi" troppo

del intanto che Kirm"ni n" l'arte sovrana non aveva pieno di concettini, n" fine ed eclettico del secondo. l'ingegno primo, Gul e Navr"z (Rosa e Primo di dell'anno) 100. L'altro poema fu finito da Kirm"ni dieci anni pi" tardi, cio" nel 742 d. E. (\oA\ d. C), e fu da lui dedicato al ministro Tag' ud-d"n Ir"ip, che minislro dei Muzal"'eridi, il rimuner" l'epilogo. nelriccamente attesta eglistesso, riconoscente, poeta, come al lodi a Dio, al Pi'ofeta, Incominciasi,pertanto,con le consuete ministro protettoree mecenate, e seguesi narrando come un giorno il di re Fir"z, signore del Khorassan,giovane legNavr"z, figlio principe

LA

l'OKSIA

UO.MANZIiSCA

r^Ol

giadrodi
sentendo

corpo

adorno

rammemorare

di invaghisce

lei

non se

Navr"z, fortemente

della mente e del cuore, ogni bella (inalila la bella Gul, figlia di Grecia,si dell'Imperatore vista,mentre essa pure, al solo sentir parlaredi innamora. Chiede il giovane di andare ne attorno di

col secreto intento di trovar la sua bella,ma incontra un per il mondo caduto in profonda malinconia, si forte ostacolo nel padre; perch"egli,

d'ognimaniera di conforto. Soltanto un nome Mihr-pest, gran mandatoglidal di consolarlo modo due storie di giovialquanto, narrandogli netti padre,trova di l 'altradi una amanti, soggetto persiano, soggettoarabo, pervenuti, alla loro felicit". Un'altra storia gli" e mille ostacoli, dopo mille pericoli di esso Mihr-pest, storia di amanti, infelici anche narrata dal t"glio dapprima e anche e poi felici; questa glid" qualche conforto e speranza. Ma iNavr"z, la desiderata licenza al partire; alla fine,pu" impetrar dal i)adre per"egli di alla corte laddove dalla nutrice della ne va dell'Imperatore Grecia, se
savio, di
sua

ritrae dalla

compagnia degliuomini,

mostrandosi

schivo

la lieta notizia che la fanciulla pure lo ama. La nutrice si che porta i messaggi dell'uno all'altrodei due amanti, finch" " poiquella Gul intende fatto conoscere il il valore di Navr"z, che
e

poi,essendosi
muove

per

l'Imperatore
e

contro
mano

di Siria, Fer"kh-z"r, principe di Gul. Celebrate subito


con

lo vince, egli chiede


con

ottiene la
e con

molti onori, Navr"z del

ritorna

alla morte

padre,egli regna
di lui da
un

magnifica pompa la sposa nel Khorassan, laddove, felice per alcun tempo. Una conginratuttavia,
nozze a principeQob"d, glitoglie un

le

ordita contro regno


e

tratto

vita.
come

confrontarlo con " assai l'altro, vogliasi cosi si pu" giudicare, vario e pei-", se meno pi" semplice nell'intreccio, adorno nella sua architettura e nel disegnodell'azione, e meno se pure il poeta, nel tesserne il racconto, non l'ha reso di pi" bello e pi" fiorito; che non sappiamo e non possiamo dir nulla,perch"del poema non abbiam " stato intanto che il datone sunto diretta, or ora potuto aver conoscenza che pot"leggerlo. dato secondo l'Erdmann Ma l'arte, deve o non non forse, dissimile da quella dell'altro poema. Noi intanto osserviamo pu" esserne che
ne a

101. Questo poema,

chi ha letto il Libro

dei Re

il sunto

che

nel

capitolo precedente

abbiam

dato,non
e

sar" potuto

mutati amori

i nomi di

alcuni

Gusht"sp e
mano

che ilsoggetto di questo poema, sfuggire lievi " pochi e particolari, quello stesso degli di Ket"y"na,che formano dei pi" leggiadri uno sodi epimaestra

trattatidalla

di Firdusi. Perci",ricordiamoci
alla corte

che anche

di dell'Imperatore soltanto in sogno, s'invaghisce y"na, la bella Ket"che occhi di divenuto suo cero, suocostui, figlia dell'Imperatore; agli mostrati alcuni atti egliacquista pregio grandissimo dopo s{)lendidi di valore e vinti i nemici in guerra; che ritorna in patria la sposa e con Soltanto l'aggiunta dei tre l'acconti per regna dopo la morte del genitore. il consolare e giovane Navr"z, dev'essere certamente aggiunta posteriore,

lasciata Gusht"sp,

la

reggiapaterna, trovasi

Grecia; che di lui,veduto

202

CAPITOLO

sp:sto

forse " dovuta poema,


era
un o

Kirm"ni; il quale,quanto al soggetto vero trov" questa storia in qualche altro libro n" s'avvide che
allo stesso
o

del
essa

del Libro dei Re episodio orale. Perch" che


sono

lo contrafTaceva, ovvero
ancora,
o e

la raccolse da

qualchetradizione
che certi racconti abbian vissuto
e

" avvenuto

gi" lo sappiamo,
di

del Libro dei Re

vivano

ancora,

Niz"mi, talvolta rimpiccioliti e avvicinati all'idillio,


di
un

dei romanzi

nelle tradizioni del

popolo in

Persia. celebre
e

102. Ass"r
non singolari'

di Tebr"z fu autore solo per le molte


e

romanzo

veramente

assai

strane

intralciate avventure

che vi si

raccontano,
amoie,

ma

.li due

di e non perch"esso narra una storia d'amicizia, Mihr e iMushteri (Sole e Giove),una coppia di giovinetti
ancora

amici

teneri

simile fedeli,

quella di Oreste

Pilade, di Damone
era

Pizia. Ma

il poeta che

dottrine mistiche ed professava

dato alla vita

volle forse alla ascetica,

trinale dotsignificato e ilsuo e allegorico, soggetto era acconcio per cotesto ; anzi Gi"mi, faceva ne che pi" lardi,come vedremo, tratt" soggettosomigliantissimo,

pietosastoria dei due amici

dare

una

certa

sua

che poema essi tuttavia che

dell'anima allegoria riferiscein un il Peiper


non

del corpo.

Del resto, molti brani del

suo

sono opuscolo,
ma

prettamentemistici;
sono

toccano

il

soggettodel poema,

ammonimenti

amici suoi,o sono il poeta stesso e alcuno degli sioni digresrisguardano Cotesto abbiam veduto in di morale. intorno a cose gi" vaghe ancora e non Niz"rni che gi" era mistico, ma pur sempre romanzesco, ad alcuno de' suoi romanzi. Comuntiue allegorico seppe dar significato sia di cotesto," certo che Ass"r, componendo il suo poema, fosse o non fosse mistico
accorse
un se e

fece opera allegorico,


con una

tutta nuova;

di che di
non

eglistesso si
aver

quando,

certa

diceva conjpiacenza, intese:


Annui Mdto

composto

libro dove pure

si discorresse d'amori le abbiamo


certa, i casi,

sensuali. Eccone

intanto le

parole,

dirittamente

Oiioslo lec'io(licoscienza

alieno e del
cor

scevro

tristo d'oiiiii casti affetti. [lii"

Di Mihr

Mnshteri narrando

per sndi

che narrasi,da Per ([neiranior

inipnri
abbiam

103. Ass"r
vita di
sua

era,

come

detto, della citt" di Tebriz;


che

ma

della

nulla

sappiamo,eccetto
casa

eglifu della

corte

del

Bagdad,della

degliIlkh"ni,che noi gi"abbiam


che
ne

Uveys principe i trovato fra poeti poeti altri aveva


beffe,Ass"r
si dove, Tebr"z,lade che principe

liricie del

disse le lodi. Vedendo quale volta anche se assai poco riguardo e qualche
Ass"r
a

ai

faceva
sua

ritrasse

vita solitaria all'uso dei mistici nella di consiglio


certo

nativa

dice esser ch'egli il suo il sultano Uveys, compose doveva essere certamente poema, e vi mori nel 779 o nel 784 d. L. (1877 o I.S8-2d. C). Qualcuno lo chiama per amico
suo,

anche

Att"r,
subito
un

ma

il

suo con

vero

altro

" Ass"r; questo errore l'IIammer s", perch"alcuni, come


nome

ne

ha trascinato

dice Att"r, hanno

affermato

che

il poeta

era

che pure lo del grande mistico figlio

LA

POESIA

ROMANZESCA

203

Ferid ud-diii Att"r,autore

del

degliuccelli. Ma, quando vogliasi Colloquio

guardare al tempo della morte dell'uno e dell'altro poeta, si vedr" che del mistico Att"r,perch" Att"r mori, passata Ass"r non pot" esser t"glio d. C), e Ass"r mor" al pi" presto l'et" di cent'anni,nel G27 d. E. (1:2:29
nel 771) d. E. dell'altro v'"

(1377 d. C),
secolo di Ass"r

per"
e
mezzo

tra

la morte

dell'uno

la morte

quasi un

d'intervallo. che il sunto,

104. Del poema

non

possiam dare
molto

togliendolo

dirne quanto al valore intrinseco, e non e dalTHammer, dall'Ouseley perch"non ne abbiam potuto vedere che scarsi frammenti, nelle opere di Gi"mi e delTIIammer, e soltanto alcuni passiche daremo in un tradotti, manoscritto dell'Accademia dei Lincei
tuttora
a

Roma,

alcuni

distici che il

l'estando esso Peiperriferisce,

inedito.

Sappiam

composto

ad imitazione

di

di Niz"mi, del quelli

tuttavia che esso, simo altisquale Ass"r aveva che

concetto, fu assai reputalo in Oriente, trovandosi


della poesia, con persiani

gli storici

giudizioche " concorde,ne dicono meraviglie. doveva dilettare e piaceresommamente E veramente in tante e nuove esso taglie, e inaspettate diverse,di batavventare, in tante descrizioni di stagioni di viaggi, di deserti, di palazzi, di caccie, di giardini; nelle quali sembra che Ass"r fosse abilissimo. N" sappiam dire se egliebbe da fonti del suo racconto, o se di piantal'invent"; antiche ilsoggetto inclineremmo n" sappiam bene il pei'ch", alla seconda opinione, tanto pi" che tuttavia, che favoriva ognipossibile l'invenzione dei soggetti veniva allora allegoria, di moda. Non tutto per" deve essere stalo inventato da lui; e certamente dovette venirgli da fonti assai pi" antiche quel particolare delTamicizia di ci" che " pure un parMihr e Mushteri per la quale essi furono separati, ticolare
del nolo diremo
l'omanzo

occidentale di Fiore nel di


nono. capitolo Persia Sh"p"r,che

Biancafiore. Ma

di cotesto

pi" lungamente
re un

105. Adunque, il
aveva sepoli),

risiedeva in Istakhar

(Per-

ministro

aveva

bellissimo di nome Mihr (Sole), fedel e il suo figlio di nome Mushteri (Giove), i leggiadrissimo pure un t"glio

essendo quali,
amavano.

di
ecco

pari et", stati anche


che Behr"m,

cresciuti insieme, fortemente ufficialedi corte, vede

si

Ma

d'un figlio

di mal

tanto e col padre, invidioso egli pure, fa,che il quell'amicizia, di Mihr la rappresenti al re Sh"p"r come illecita e pericolosa. precettore Perch" il re, venuto subilo in gran disdegno, comanda al ministro di tenersi a casa il figlio " duramente tanto dato quel comando, che suo; ma il ministro,trascorsi alcuni pochi giorni, di dolore. I due teneri muore nella forzata separazione; soltanto amici, intanto, soffrono e penano Mushteri ha di quando in quando qualche notizia del dolce amico per di un fedel servo di nome Beder. Ma, un giorno,una lettera di mezzo

occhio

Mushteri di Behr"m Mushteri

che Beder che


e con

recava

Mihr

celatamente, cade per


reca

caso

nelle mani
re.

molta sollecitudine la
e

da

leggere al

Ecco che

il fedele

animoso
a

Beder

signoreche

li condanna

morte;

nel cospetto dell'adirato risparmiati poi per intercessione di


sono

menati

"04

CAPITOLO

SRSTO

lasciano la citt" e trovano asilo nelperpetuo esilio, intanto che Mihr infelice, dopo acerbi rimproverie molte miiiaccie rir"qa, fondo di nel torre. di morte, " gettato una Bihz"d
e

mandati

in

106. Intanto,Mushteri
assaliti da certi ladroni da

Ceder, nell'avvicinarsi ad nn castello, sono ad onta del valore strada, presi, incatenati,

nel difendersi, e chiusi nel castello per esservi riserbati a crudele spiegato del vederli Ma la donna del signore del castello,impietosita supplizio. di fuggire; usciti e avvenenti, porge loro destro modo perch" essi, giovani celatamente di deserta
carovana

errando vanno prigione, e gi"si rassegnano a morir

sfinitie

affamati per una di stento, quando il capo

pagna cam-

d'una

ilgeneroso Mahy"r, liraccoglie e li conduce, graditi sopraggiunta, suoi, nella citt" di Bey. In questo tempo, anche Mihr ha potuto ospiti la libert"; oltremodo desideroso di rivedere il suo perch"egli, ricuperare di gran prezzo, s'invola secredolce amico, avuti dalla madre certi gioielli l'India credendo che in quella alla casa paterna e si volge verso tamente Tre fedeli compagni Mushteri abbia trovato terra appunto il suo rifugio. viaggianocon lui. Ma Behr"m, 107. He Sh"p"r non pu" consolarsi della fuga del figlio. stesso domanda d'una ricca se egli la speranza con ricompensa,gli possa andai' per il mondo, travestito da mercante, alia ricerca di Mihr. Perch", si mette in dal re, egli di molti denari e di molte cose preziose provveduto eglis'incontra nell'odiato viaggio, quand'ecco, per la via dell'Azerbigi"n, Mushteri che col
suo

fedele Beder diletto amico. sopra


una nave

con

un ima

altro compagno,

Mihr"b,

va

pur cercando il suo cacciato da Behr"m La Caspio.


nave

Dopo
e

l'infelice " lotta, disperata alla ventura sul Mar "

abbandonato co' suoi

fa

e Mushteri naufragio, una

compagni di

sventura

laddove un re di Derbend spiaggia, cacciando per quei luoghi,tutti li accoglie e soccorre con che andava il molta umanit". Trascorso qualche tempo, Mushteri, sebbene generoso alla ricerca che malvolentieri lo lasci r itorna tanto sua re assai partire, stenti catena delmolti con sta e a pericoli l'aspra cuoi'e, e passata gli si sofferma a riposare l'Alburz, alquantoin una regionetutta bella e sparsa di giardini. 108. Anche Mihi' coi compagni suoi si affretta per via, fuggendo Tii'a fa naufragio, ma ecco e sale su d'una nave; ch'egli paterna.Giiuige al mare solo coi altri l addove che tuttij"criscono compagni gli naviganti, egli

gettatodalle onde furiose sottra

di salute, vien portato dalle onde ad un'isola deserta. Gi" essi disperano di frutti deliziosi, bench" l'isola sia abbondantemente (luando pi'ovvedula
un

mercante

di

nome

Sherf

lidiabbandonati a (piei aj)[)roda


con

prende con

s"

trattati da quei tapini,

lui

molta

benevolenza.

Mihr

Sherf di voler visitai'ela terra di Kh"rezm, della

esso (piale " in viaggio, Gi" tutta la carovana quando la compagnia di Mihr le " del maggiore aiuto,perch"ilvaloroso giovane uccide un N^one e mette in fuga masnada di ladroni, onde glitocca una ricchissima preda.Giunto alla una

" i)n'gatoda Sherf " nativo.

LA

l'OKSlA

HOMANZESCA

205

il quale " sempre della bellezza, Sherf, pi" meravigliato della bella della graziae del valore di Mihr, e gi"gliha detto alcuna cosa si reude nel di del N"li"d, t"glia Keyv"iire cospettoregaleportando paese, anche " dal re intorno alle e seco doni; perch" interrogato magnifici di far molte lodi del giode' suoi viaggi, avventure eglinon pu" a meno vane Mihr. Re Keyv"n desidera vederlo;e il giovane,col suo leggiadro

cill" di Kh"rezm,

con aspetto, re

le sue

e pi" ancora argute e savie risposte

con

una

lode del

fa improvvisata,

il quale,gi"avendo grandissima,
e

avvenente
a

riempie re Keyv"n concepito opinioneche l'incognito donatolo riccamente, vuol sottometterlo garzone sia di nascita illustre, stupirtutta
la corte
e

di ammirazione

certe

sue

prove.

109. Le prove sono otto,cio" della lotta, degliscacchi,della scrittura, della forza della musica, dello sciogliere e dell'agilit", enigmi, giare, dell'armegdel cacciare;e in tutte l'animoso fanciullo tocca

splendidavittoi'ia;
tatori dagliesultanti abie ama

anzi,avendo

ucciso nell'ultima prova un a per sbranare il re Keyv"n, " menato di Kh"rezm. Tutti l'ammirano, e
ma ne ecco

terribile leone inferocito che stava


casa

in trionfo

pi" di
e

tutti l'ammira

il re;
se

di costui, la bella N"hid, perdutamente la ("glia che, intanto, nutrice di lei,fedele di consapevole
trova compiacente,

La invaghisce.

modo

di

nel far consolarla, perch",

il giovane Mihr,ella quell'amore

anche vista da lui, di lei, non ma gi" scopre che anche Mihr " invaghito da lui conosciuta per le molte lodi che di lei si fanno. Eglituttavia non pu" dimenticare ildiletto amico suo, il suo Mushteri,al quale va pensando La nutrice, alla innamorata fanciulla reca festosa intanto, giorno. ed esultante la notizia dell'amore del giovane straniero per lei. ambasciatore di Qar"-kh"n, fiero principe 110. Intanto, di Samaiun canda, viene in corte di re Keyv"n e chiede in isposala bella fanciulla Ma il re, che gi" era deliberato di darla al suo diletto per il suo signore. onde Qar"-kh"n, cruccioso e sdegnato, Mihr, risponde con un superborifiuto,
notte
e mena

contro

il Kh"rezm
non

un

esercito

perde d'animo; ma una a Qar"-kh"n, nella quale Mihr fa prodigi di valore, gran battaglia perch"egliscompiglia le schiere nemiche, uccide i miglioricapitani, Io stesso Qar"-kh"n, che re Keyv"n, al cessar atterra e fa prigioniero della vorrebbe punir di morte, ma che, per intercessione di Mihr, " battaglia,
rimandato libero nel
e

sofferta.Re

Keyv"n

si

infinito per vendicar l'onta le sue schiere, d" raccoglie

suo

Il re, allora, e Mihr intanto che il re


con

tributo. annuo regno sotto condizione di mandare tutto l'esercitovittorioso ritornano trionfanti in citt",
nozze

ha deliberato di affrettar le
una sera

del valoroso
re

garzone

lungamente erasi trattenuto con Mihr in un giardino a ber del vino sotto glialberi lutti in s'addormenta Mihr, allontanatosi per un istante, dersene avvefiore, quasi senza in un luogo ombroso laddove egli" veduto da N"h"d e solitario, che per caso passava di l", ciulla accompagnata dalla nutrice. L'innamorala fanabbandona il capo in grembo al leggiadro garzone, il quale,come

la

Ma figlia.

di

in primavera,

cui il

20()

CAPITOLO

SI-STO

si vede feliceappieno,tanto si ridesta, sognava di lei.Quella notte passa


in tenere
tutta

pi"cli'egli, appunto in quell'istante, attimo di un rapidacome (juanta,

soltanto all'apparir dell'alba, giiamanti perch", parole, il delirio dell'amore, s'inducono a separarsi. Ma, cessato per un momento doloroso ch'egli che Mihr " assalito dal pensiero oma", per un altro ecco del suo viaggio, ha potuto dimenticar la meta quella di andar in affetto,

tempo,

traccia del fanno pregare deserta

suo

amico

che per lui ha sofferto l'esilio. Amore diletto,


e

e sa

cizia amiche

in lui doloroso
o

ostinato contrasto, e
o

l'infelicenon

il cielo

di

darglilume

di

di toglierlo
tanto

vita.
tratto di terra

111. Mushteri

che ha percorso intanto,

abitata

Mihr"b Beder e con l'amico suo, con cercando sempre Egli invia Mihr"b in citt" presso le porte della citt" di Kh"rezm. quando, addoi'inentatosi con gli trovi un luogo da pernottarvi, presso la via intanto
venuto

giunge

perch"
Beder

Behr"m,

ad

schiavo di attende che Mihr"b ritorni, uno ch'egli nosce ricodel suo signore, attinger acqua per la carovana Fattone da lui

i due s'avvicina

addormentati.

consapevole Behr"m, il tristo

scina i due miseri e seco li trafa caricar di catene furore, e le percosse, quando Mihr"b, intanto che torna dalla citt", giunge e vede la sorte dei suoi compagni. Perci",tornato con ansia laddove egliha udito parlardi Mihr con in citt", gi-andissima e tremore

gran tra le villanie

con

lode, trova

modo

con

le

e preghiere

con'

le

lagrimed'introdursi

fino alla

dere l'accaduto. Mihr alloia, impazientedi rivepresenza di lui e di narrargli l'amico suo, ricorre per aiuto al re che tosto con gran sollecitudine fa
cercar

di Behr"m,

ordinando

di menarlo

nel

suo

cospetto, appena

si

potuto trovare. P^cco adunque che Behr"m, intanto che Mihr si tien celato dietro una cortina," introdotto nel cospetto regale,e vengono lui anche Mushteri e Beder,tutti sanguinosi introdotti con per le toccate dal re, rispondeiiehr"m che Mushteri e Beder erano percosse. Interrogato ch'erano essi fuggiti da lui, aveva ogni diritto e ch'egli gi" suoi schiavi, non Mihr, allora, pu" pi" trattenersi; ragione di cercarli e di puniiii. il bugiardo confonde balzando dal e svergogna suo nascondiglio, perch",
sia

lagrimedei circostanti si gettanelle braccia del suo caro amico. di Behr"m, gi" " pronto il carnet"ce per la condanna Gi" il re pronuncia belle domanda ne con quando Mushteri, inginocchiatosi, decapitarlo, di tutti gli astanti, La grazia, nella commozione gli" parolela grazia.
e

tra le

concessa;
e

quale contrastano rabbia e vergogna trascorsi pochigiorni, non offeso, ratament compiantoda alcuno, dispeoi'goglio
ma

il tristo, nell'animo

del

muore.

assai breve stagione, Keyv"n allora, lasciata passare una tutta la Fatte le qualicon della sua s'affrettaa celebrar le nozze figlia. della Mihr vedesi al colmo tutto il giubilo, felicit", e con quando pompa abbandonati de' suoi memoria rinasce in la genitori cuore gli improvvisa memoria lo rende malinconico che ora forse lo piangono estinto, e quella domanda la cagione, e e dolente. Di cotesto avvedutasi N"h"d, essa gliene 112. Be

^20S

CAPITOLO

SESTO

ironia leggiera

tutta

loro

onde particolare,

anche pi" riper"30"e

strana

cercarla sul serio. Per", grossa appar burlesca, laddove Assar sembra festosa di quel romanziere intanto che piace la stranezza nostro, spiace

pei'siano, perch" vuole esser grande, e non " e non pu". Ma ai difetti dei tempi suoi, inclinati a volere il nuovo ad eglipartecipava intanto che gli resta il ogni costo, e per" bisognascusarlo in gran pai'te,
10 sforzo del merito
e

non

dubbio

dell'aver trovato
con

soggetto cosi

nuovo e con

vario di

conto rac-

d'averlo condotto

bell'ordine nell'insieme

proca giustae recifu

di proporzione

parti.
che che S"veghi, noi gi" abbiam

115. Anche
e

l'artificioso e studiato Selm"n

gi"maestro
tra

amico

del

e poeta Uveys, e principe

conosciuto

volle comporre due poemi romanzeschi ad imitazione di poeti lirici, Niz"mi. Uno dei quali si " il Gemsh"d e Khorshid, storia d'amore, in cui l'antica Gemshid, non pi" il gran (iemshid del Libro dei Re, fondatore mitico delche monarchia si ma un iranica, giovane principe immaginario dice t"gho dell'Imperator della Cina, s'innamora della bella Khorshid, di Grecia. Narransi le avventure, al solito, dei due figlia dell'Imperatore fu comamanti e si dipingela loro conseguente felicit". il poema posto Intanto, il quale, alludendo da S"veghiper preghiera del suo regaldiscepolo, ai poemi di Niz"mi, glidiceva un giorno:
Di Fci"k'kI e Kliusr"v divenne anticd

.Moneta antica Batti nel In


nuova noine

non

11 libro oniai. Tu mostraci novella Una reo'alc immairine Cotesta

ha eorso, e tu mio di tua parola, intanto la moneta.

zecca,

al poema, come attestano la dimenticanza qualiparoledella prefazione ad avere che ornai s'incominciava zeschi, degliantichi racconti epicie romancosi mostrano anche il decadere di questa poesiada romanzo e il anche pi" suo agliargomenti frivolie da poco. Tal particolare precipitare Le si manifesta il Libro due nell'altro poema che " pure di
amoroso,

cio" il F"rdq-nameli, S"veghi, inteso


a

che " poema dell'Esigilo,

amanti giovani

descriver le pene di Malik (il l'uno dall'altro, re) e Mahb"b (l'ogseparati

veramente! il poema, strana cosa gettoamato). E S"veghi compose per consolare il principe Beyr"mUveys,aUorquando il suo paggio favorito, l'anno 761 d. E. (1350 d. C), lo abbandon" sh"h, per un lieve dispettuccio,

bellezze. Cosi il poema romanzesco poteva discendei'e ad appropriarsi, por farne soggetto de' suoi di corte e alle bizze degli sbarbati favoriti dei racconti,ai pettegolezzi per recarsi presso altro ammiratore delle
sue

da principi, mistico, 116.

ima

come parte; (lall'altra,

appresso

vedremo,

diventava

zioni fatte precedere le solite invocaKhoi'sh"d, delle consuete storie d'amore, e lodi di Dio e del Profeta, narra una dell'Imperatore secondo la ((uale il giovane Gemsh"d, animoso e leggiadro figlio dell'Imdella Cina, ode le lodi della bellezza di Khorshid,figlia
Il poema

Gemsh"d

LA

POESIA

KOMANZKSCA

209
se

Miihr"b, perch" eglisubitamente peratore di Grecia, dal pittore


innamora.
avventure

ne

Domanda
con

al padre di andare in Grecia


e con

va, incontrando

diverse

e naufragio il fedele Muhr"b si reca destramente nelle stanze della Intanto, bella Khorshid, e tanto fa che poi introduce nel suo cospetto il caldo e

mostri

dragoninel deserto

facendo anche

in

mare.

disioso amante. libazioni

copiosedi vino
il

che il poeta ne metro e rima. Ma

passata ti'acanti e suoni e con intanto leggiadri paggie avvenenti ancelle, riferisce anche le appassionate ghazeleo canzoni,mutando
una amore

Descrivesi

notte di

tutto cotesto,fa chiuder padre di Khorshid,risaputo la t"glia in un castello, laddove,di raro soltanto e sol per pietosa di cura amici compiacenti, ella ha qualchenotizia e qualche lettera del suo fedele Passano intanto lunghi amante. fattisi la nascita giorni, finch", conoscere
e

il valore di Gemshid

lo

premia

che trionfa d'un re, nemico peratore l'Imdell'Imperatore, col farlo suo in isposa. genero dandogli la figlia
con
"

torna Gemshid, allora,

la

padre,regna felicemente. chi si ricorda del Libro dei Re, di Firdusi, alcuni puntiparticolari, volmente ageavr" riconosciuto ilvecchio
corte
romanzo

in Cina,laddove,morto il compagna Tale " il soggetto del poema, nel quale, tolti
sua

di

che, venuto Gusht"sp


e

in

di Grecia, all'Imperatore dopo mille ilsuo valore


e

avventure

dato stenti,

scere cono-

la nascita, cio" la bella Ket"y"na. ne sposa la figlia, cio" il 117. L'altro poema, Libro dell'Esiglio, s'" come per consolare, il principe detto, Uveys della fugadel
e suo

racconta i casi paggiofavorito,

le gioie e i dolori, la rappresenta si volgeal principio,

e la soddisfazione disperazione e

di due

amici carissimi, dall'avverso destino separati E il poeta,sul


suo

felicemente. poi ricongiunti signore, dicendogli:

Oi' dalla lingua mia, prence e signore, Vieni ! l'istoria de' ilne amici ascolla!

Ma la storia dei due amici " intrecciata di molte


con

altre storie

intanto che pur e similitudini, allegorie


e

se

ne

descrivono i

secondarie, giuochie

le feste nei loro incontri fa


uso

la tristezza nella

Anzi ilpoeta vi separazione.

anche

soverchio
e

di

l'esilio e la lontananza danno anche speranza


e

dimostrai'e che appunto la separazione, bench" dolorosi nel presente,

volendo paradossi,

pegno

della

prossima gioiadel

tornare

insieme. E

va

afferma che lo stare insieme ha in s" iltimore pi" in l", perch"egli della futura e prossima separazione. In questa guisa,faticosamente forzando la verit", termine il che a mena non S"veghi sappiamo se poema tanto valesse da consolar veramente l'afflitto che suo padrone poi gliene dovesse
essere

riconoscente la

nella sostanza, come grato. Il soggetto,

si

vede, " pur sempre


vero e

istoria (qui tratta ad adattarsi a un caso pietosa di Mihr e Mushteri, particolare) gi" composta da Ass"r, di Fiore e orientali
e

t)iaucafioree di altriromanzi 118. Quanto all'artedi

occidentali.

pu" dir subito che


14
"

essa

di poeta romanzesco, si S"veghi nella qualit" " pur sempre leziosa che gliabbiam quell'arte
persiana, voi. II. jjoesia

Pizzi,Storia

della

210

CAPITOLO

SESTO

([uantoalla dizione e all'espressione sia alquanto pi" naturale e sciolta. Ma in poesianarrativa,essa fanno glialtri poeti del tempo suo, torna laddove, come l'artificiosuo alcuna sua allegoria dicendo e segue o va parlaper metafora o compone in senso quando alcuni suoi nomi propri si doppio, specialmente cose nato, Cosi,per esempio, nel primo poema or ora esamiprestano a tal giuoco. il fuggiredella bella Kliorshid e il destarsi del giovane Gemshid di Kliorshid in perlontano da lui che si desta, appunto perch"il nome siano anche modo da narrati in il sole,sono significare potere significa cui Gemshid " si desta la del sole a tramontar luna, assomigliato, quando incertezza nel Per" dall'Oriente. una si leva grande quanto e poema regna
sebbene rimproveratanelle liriche,
ora,

alla determinazione
esso
non

dei particolari, intanto precisa

che

nel

suo

insieme

" difficilea intendersi bene. Ed


ma e

" artificioesterno, iniziato

gi"

da Niz"mi,

senza

cangiar di metro,

quello di riferir ghazele,distici

coble staccati,

e rima, nella narrazione;i cangiando metro quartine, nel suo corso, in s", ma guastano il poema ornamenti quali posson piacere vorrebbe "ssere interrotto. Ma quelle avventure che per natura non sua nenie interminabili, e quei lamenti infinitie quelle d'amore sempre eguali ai nostri Allora come piacciono piacevano, son pure stucchevoli e noiose! ammalate di nervi le solite fanciulle isteriche, i solitiromanzi con giorni i solitigiovani le solite mogli infedeli, da dirsi, con con e di desiderii non

buoni scapestrati, vita formare

oneste e belle. per tutto fuorch" per le cose 119. li"cordiamo ancora qui,senza che possiam dir nulla
0

della

sua

alcun

intorno giudizio
stato

ud-d"n

Ahmed,

detto comunemente
essere
e

sua opera poetica,un Gelai il medico, perch"fu dotto

alla

Gelai
e

abile

in medicina, oltre oltre


un un

come elegante poeta,

disse

qualcuno.Perch",
e

canzoniere poema
a

alcune

lasci"

romanzesco,

opere di prosodiaaraba tolto alle tradizioni non


e

egli persiana,

d'invenzione,

cui eglidiede il titolo di Gul


una

Navr"z

tutto ma antiche, di Primo (Rosa e

delle solite storie d'amore, raccontandovi,i)er quanto pare, dell'anno), mine dei Muzatferidi. Gelai condusse a terdella casa dedicatolo a un principe nel 734 e mori nel 705 d. E. (1333 e 1392 d. C.). il suo poema

120.
conosciuto
come nono

Viene
come

ora

in acconcio

il ricordarsi

auche

di

K"tibi, da

noi

avviene secolo

gi" inclinante al mistico,anzi gi" mistico, poeta lirico, di questo temjw. K"tibi era del di quasi tutti i poetilii-ici

e mori di peste neir838 (l434 d. C.). Compose, oltre dell'aggira anche un Quintuploimitando, come Mz"mi; ma glialtri, le poesie liriche, secondo il Rieu, a stento sia giuntoa comporre un poema pare che egli, di al dei misteri, Niz"mi, (juando mor". che doveva corrispondere Tesoro

Trovasi

tuttavia ricordato anche

un

altro suo

poema

di assai noto le avventure


fatto.

soggetto,

quale faceva
di

del Quintuplo, e forse, parte, per al

raccontava
aveva

pietose
a

Leyla e di Meg'n"u, comc^


121. Ma,
come suo

primo Niz"mi
la retorica

tempo

pi" raffinata e
ad
essere

leziosa viene

guastar la

cosi si poesia,

pu"

dire che

incomincia

unico lavoro

L.V

POESIA

ROMANZESCA

211

di vero immiseriti nella fiacca et" e privi il ingegno poetico, poeti, gi"venuto in uso anclie prima, ma ora salito in onore allegorico, poema dei generipi" falsi e scipiti Nel quale,uno certamente in grandissimo. antichi d i raccontano si non pi" storie pietose amanti, toltone letteratura, n" i personaggi si pigliano alle tradizioni del {)assato, in preil soggetto stito intanto clie sono s'inventano d'un tratto e di pianta, dalla storia, ma due giovani innamorati, dei qualisi raccontano, con e sempre sempre le pi" strane e inveroreconditi e con intendimenti sottintesi, simili significati Che " l'invenzione non avventure. se felice, perch" questi sempre romanzi son tuttid'uno stampo medesimo, e il pi" delle volte essa " ben le strane e inverosimili avventure cosa, almeno povera e compassionevole col quale il Byron,e diciamo anche un fossero narrate con quell'intento dei Dumas romanzi avrebbe
senza pi",
e

di amanti o composto i pietosi ci" illettore Perch",quando pi" intricatie meravigliosi. pur fosse,
un

Sue, hanno

narrato

casi

il diletto immediato

del racconto

narrato

come

racconto

nulla

da tormentar la mente egliavesse razione per trovar sotto la narvuoisi quando c'" allegoria. come recondili, Invece, significati ed eccoci questiromanzi, dal tempo di K"tibi in poi,son tutti mistici; che intanto al punto che gi" nella introduzione abbiam fine in un solo intento che " mistico,la lirica amorosa

notato, riunirsi alla


e

Perci",le avventure
per che fra
umana,

amanti degli

rativa. poesia narle loro pene e le gioie, giovinetti,

la

questipoeti misticamente

romantici, rappresentano gliamori

l'anima del-

in terra, che sospira di ricongiungersi Dio a pellegrina Col qual significato, essi sono tutti eguali " ilsuo divino amante. come che uccide la cos" diventano anche intanto loro, poesiavera, l'allegoria
e

noiosi

riuscendo stucchevoli,

alla fine

non

destare alcuna

curiosit" nel

alcun interesse in chi ascolta. Le mosse, del resto, si son lettore, prese da Niz"mi stesso, che, come gi" abbiam notato, d'Alessandro o Iskender ha fatto un messo di Dio, circondato d'aura profetica, al quale altres", in sul

egli fa confessare che lo stato della vita lunga carriera, mistica " superioredi gran lunga a qualunque altro stato di quaggi".Per schiudeva la via al misticismo perch" tal modo, Niz"mi consapevolmente
termine della la schiudeva e inconsapevolmente poesia romanzesca, quando nelle altre sue storie d'amore incastrava tante e tante all'allegoria, trasformava considerazioni morali e spirituali, in angeli i e di uomini Anche amantisi di platonico suoi personaggi, amore. Ass"r, in cotesto,
entrasse

nella

piccolacolpa;e veggasiper ci" quanto abbiam detto Mihr e Mushteri. Notisi poi ancora che certi persoavanti del suo poema naggi hanno nomi di assai chiaro significato, di Niz"mi,di Ass"r e di altri, i quali, mentre indicano,presicome ne sono, questi stessi personaggi, inerenti e proprieal significato notano certe qualit" c ancora allegoricohe
non

ha veramente

il

poeta ha loro voluto dare. Ricordiamoci


favorita di di
re

soltanto di Filneh

che

fu la

schiava
amanle

Behr"m-g"r,e

della bella Sheker

che fu la seconda

Khusrev

ilprimo, in arabo, Parv"z; i qualinomi, significando

'21'2

CAPITOLO

SESTO

dolcezza zuccherina,fanno conoscere seduzione, e il secondo, in persiano, anche li invent", U adoper" tuttavia con manifesta che Niz"mi, se non coscienza di
usar

nomi

di

Dato signit"cato.

il quale
e

poeta romanzesco,
tutte

seguitoin ci" da Kirm"ni

esempio dal maggior da Ass"r, ecco piovere da


sonaggi peranche

mistici e non mistici, a questa et" pi" tarda,romanzi con parti, che hanno nomi di significato 0 forse l'uso " allegorico.

pi" antico di Niz"mi che lo trov" nel popolo,ci" che ci sembra assai pi" anche nel noto poema popolaredi R"min e Visa,alcuni perch", probabile, M"bed e Zerd come (sacerdote) (biondo) e Gul (rosa)recano personaggi,
nomi di assai significato us" anche
noto. Resta

che
senso

altri pi" tardi, per cattivo

vezzo

che invalse, ne

troppo in

allegorico.

122. Tutto ci" che


non

fin qui abbiam

detto,potr"parere digressione, se

almeno inutile,

cui si dovrebbe ci sembra

posta fuori di luogo,perch" incastrata nel punto in di K"tibi. Ma a noi " parso di poterla fare,perch" parlar

che appunto al tempo di K"tibi facciasi intei'a e piena questa trasformazione del romanzo in romanzo mistico. E vero e allegorico diciamo qua
come
e

intera l" anche

piena, perch" qualche altro tentativo di far

cotesto trovasi

prima, se

trovasi notato
e

poema mistico il titolo di Khusrev sotto significato


come

pure " vei'o dal Rieu, compose i

che
un

anche

il gran
romanzesco e

m"stico
con e

Att"r,
goria alle-

Gul
e

Re (il

la

Rosa),

hanno poemi mistico in parte,mentre Ma, tornando a K"tibi, egli, allegoria. poeta lirico, un suo con Quintuplovoleva imitar quellodi Mz"mi, componeva poi certi in quel modo col vezzo dei nomi e mistici, significativi, poemi allegorici intento che abbiam descritto in e con quell'unico sione. questa nostra digresche K"tibi " di quei lirici Notisi ancora dubbi che non si sa bene se tra il vecchio e dicano l'amore vero o il mistico, e che per" stanno come al suo il nuovo; la qual cosa si avvera anche qui,rispetto fare romanzesco, che tiene, da una parte, a quellodi Niz"mi, e dall'altrainclina alla
e

se

pure,

sembra, anche

di Ass"r

di Kii-m"ni

maniera

nuova.

Ma dei

poemi

romanzeschi
recare
non

con

intento mistico che nulla di

vanno

sotto il nome
non

di lui,non
conoscere

possiam
non

innanzi

gi" farne

il contenuto,

gi"
n

darne
averne

pi" qualche esempio,


alcun

dei titoli,

inediti come perch",

sono,
sono

ci " stato dato di

saggio per

quanto breve. Essi


il Riguardato), poema
u

adunque: NcUir
romanzesco
e

Manzi"r
con senso

(ilRiguardante e
mistico; Iliisn

amoroso,

Ishq (Belt"e Amore),

altro poema

dello stesso
esso

Gul-anddm
e

se pure (Martee Aspetto-di-rosa),

u genere; Be"irdm " di K"tibi veramente;

il Ghilslien i Ahrdr, cio" il Roseto del Tesoro 123. Con

de'

che pii,

" poema

fatto ad

tazione imi-

dei misteri,di Niz"mi.


ora

quelloche

di K"tibi abbiam

detto,non

mare vogliamo affernon

in modo

assoluto cbe

che noi, a senza potuto comporre questo punto al quale abbiam condotto la storia del genere romanzesco, ci troviamo in quello stesso dubbio in cui ci siam trovati quando pai'Iavamo

qualche altro poema romanzesco Ma badisi ancora usare dell'allegoria.

si sia

LA

POESIA

ROMANZESCA

'2V"

della tarda dire


con

lirica e poesia
se essa

certezza
non

di questa non si poteva Perch",come in senso gorico, alleproprioe vero o in senso parlasse
amorosa.

avendo di

alcun

modo

di chiarire il diff"cile punto, cos"

ora

di

questaet" non possiamo affermare se raccontino da senno nel dubbio che per noi non e siano mistici. E per", 0 adoprino l'allegoria si potr" si pu" e forse non mai, tanto pi" che non abbiam potuto scioglier da rinvenire,ci appaesaminar questi e difficilissimi poemi inediti ancora gheremo nomi i i lasciando di notarne che titoli, aggiuntivi degliautori, definire la un altri, giorno, vera, possa prendendoneconoscenza questione Del assai solo notar ne non qui, resto, pochi possiam presente. per le anche perch" essi appartengono ad notizie che ne abbiamo, ma scarse alla qualenon abbiam rivolto i nostri studi. un'et" delia letteratura persiana
certi romanzi

124. Ricordiamo,

(1448 d. C), autore alcuni cavati dalle diverse forme delle lettere dell'alfabeto di parole, giuochi che sono i consueti trastulli dei onde esse parolesi compongono, uno poetisenz'anima, senza cuore, senza cervello. E Fatt"hi " veramente scrittori che pure a' suoi tempi ebbe molta fama, e che, de' pi" insipidi
tra le altre opere

neir852 d. E. morto adunque, Fatt"hi di Nish"p"r, di opere tutte piene di concettini e di arzigogoli, di

in prosa

ornata

che pare volesse esser romanzesco Bellezza Cuore, Di", e Il adoperando nomi al modo dei due

in versi, compose " (ed allegorico o


e

un poema cio" Htisn mistico)

anche

di

aperto e chiaro significato

la consueta storia notato. Ed " pur sempre che di sopra abbiam amanti che, dopo mille avventure e peripezie, giungono al fine

di Aql dei loro desiderii pi" caldi. Qui Dil (cuore) figlio

(senno)re dei Greci

del Marocco, posto al governo del borgo di Beden (corpo),dove, nel e detta Dim"gh (cervello), della s'invaghisce punto pi" alto,sta una rocca al sentirne parlare, la fa sua sposa. E e finalmente (bellezza) sciatta e in poche decine di paginedi prosa rimata,ma tutto ci" si narra nel leggere notato dalla troppo intanto che il lettore, tante inezie, insipida, bella Hnsn si domanda mai come allegoria, meravigliato trasparente e puerile ravvisarsi estremamente di senno uomo poteva far tutto cotesto senza ridicolo.
e un

daremo Nell'appendice

un

breve

curiosa saggio di quest'opera cade


i

strana.

125. Andando
e

la poesia oltre, romanzesca


essa
e

capo

fittonel

vacuo
o

e come nell'insipido;

ha

dimenticato

storici grandi soggetti

che Firdusi leggendari di inventando cosi, vita,

iNiz"mi hanno
e

saputo animar

d'un soffio novello

anche per foggiandodi suo fatti e personaggi, nelle il destro che la storia degliamanti offriva ai mistici di rappresentar suoi loro pene le pene dell'anima umana che sospira a Dio, dei personaggi ha foggiato ai nomi dei peraltrettanti simboli,anzi,andando essa oltre, sonaggi anche f"ntiha
se

come preferiti gliastratti,


conoscere

gi" s'" veduto


e sono

esempio. Che

gi"fanno

l'intento mistico

per alcun anche poetici

del poeta che recano, certi titoli il Cero e la Farfalla, come per l'immagine Alili(eveggasi nel capitolo della mistica che significhi la farfallache muore

214

CAPITOLO

SESTO

"

LA

l'OESLV

ROMANZESCA

arsa

nella

fiammella per hanno


come

del la inetta

cero),

alcuni

altri,
onde di

all'opposto,

fanno
autore
e

sorridere li ha trovati. anche poema si bruci" poema in


u

di

compassione
Perch" si

goffaggine
romanzeschi,
S"z
ii

l'inettissimo
senso

poemi questi:

mistico
e

allegorico,

amorosi,
amoroso

G^"(?rt^
che
u

(Caldezza
al

Struggimento),
di
e re

d'una

principessa marito;

indiana

tempo

Akbar

sulla

pira

dell'estinto

Slur
e

Sheker
altro

(Latte
poema

Zucchero),
mistico,
Mihr

mistico;

N(U

ti

Niydz
fa

(Delizia
all'amore

Bisogno),
la

cui

il

principe (Sole
ti e

Bisogno
Luna), (Pane
A altro
e

con

principessa
ma

Delizia;
e

Mali
Ndn

poema

romanzesco,

allegorico
che d'essere
tocca

mistico;
vita per
or ora

Halvd 126.

Pietanza

dolce),
ci ad

altro

poema

della

ascetica.
avventura

questo
in che

punto,

accorgiamo esempio,
d. E. et" Era si

andati poema

anche " di

troppo
Amili

l", perch",
mor" " della di nel 1030

l'ultimo d.

ricordato lercia
e

(1620
di

C),

tutta

questa
alla cos"

untuosa

poesia

pi"

tarda

questa

letteratura, tuttavia,
far

quale
alla

non

ci
e

eravam

proposti
per

arrivare.
se

necessario

sfuggita
anche le

come

digressione
ultime dei il

cos"

pu"

chiamare,
ostinati

conoscere

aberrazioni che
tanta

poeti
suo.

quando
Nel

voglion
soltanto

seguire
" utile la

un

andazzo il ricordar

omai

ha

fatto di

tempo
e

qual

rispetto
almeno per
ora

miseria
a

scritti

di

scrittori,
roba

perch"
il poco
non

lezione che

giovi
essa

anche

noi.

Veramente, meglio
delle che

certa

letteraria

valore

ha,

sarebbe scaffali
a

fosse di che

perita,

perch"
e

ingombrerebbe invoglierebbe
certi

di

s"

gli

biblioteche ci" delle nella

manoscritti, troppo
che si

non

diosi stu-

pubblicarla,
danno

pur lettere

fa

ora

anche sempre

di

soverchio,

con

grandissimo
in

immiseriscono erudizione.

pi"

di

giorno

giorno,

affogate

sta2;nante

216 E da

APPENDICE

ALLA

POESL\

ROMANZESCA

e battaglie; per canipaLiiie

monti

Le

cose

ascose.

Che

se o

centomila

Avean lor ciljo, avean


E lor In

ior dolci sonni

Tu annovei'ide' morti

pi" d'assai,

radunala riposi,
senza ancor

greggia agresti piante


la montagna,

ogni loco

vesti.1 frutti di
a

Nobil sovrano, contro a centomila Un vivente non ". Quegli beato Che
non

Li cibavano

fn tratto all'infernal dimora!

"j semi d'erbe nate E cinti ellisi avean

di cuoi di bere

Ma costui ch'" pur vivo, di per certo un Si morir", che va cotesto e lascia A chi sorviene la vicenda La terra Prence
o sua.

Intorno a' fiancbi, e tristo cibi, agresti


E debile d'attorno ogniinvolucro i.

chiedea " pi" d'assai, l'acqna dall'alto il sole di Grecia principe " l'acqua, o sire,
"

Dimandava
E di
sonno e

di cibo

Iskend"r: Qual parte avete e di riposo di battaglie ilcielo


"

mentre Iskend"r,
"

sovr'esse? Splende Che


attorno

Al

E di

felici e giorni

i Brahmani: Risposero

E di beni

quaggi"?Onesto " soltanto


Dissero

guarda il continente.

Balsamo

elettocbe ci manda

[quegli
Tornava
E
a

(lontre al veleno della sorte. I

dimandar:
sovra

Chi da' suoi sonni


la terra animanti gli

Del mondo Nessun Non Nudo

: Valoroso prence, sapienti di assaltie pugne vincitor,

e chi vigilante,

Si peccator?

muovon

fra parla

noi; di vestio cibi


non

Ed i viventi A che
sono

abbiam

d'uopo,
nasce

di molli strati,
sua

son pur molti,eppure ei quaggi"non veggon chiaro.

Cb", poi che


Di vestimenta

dalla madre

I Brahmani

0 signore risposero:
e

il mortai, cbe molto ci si diletti


non

Che '1 giusto cerchi Per cui

sei d'integro core,

"

d'uopo. Ognuno,
di (juesta terra

(dievigilante " sol colui Sappi


" quaggi"piccola grande parte
e pi" di tutti dovizia,

Di vesti privo, al sen

Tornar dovrassi, e di sgomento " un loco. Di doglia e di terror. Ma noi frattanto Abbiam la terra per giaciglio e l'etra Di (juesto ciel per veste alla persona,
dome

Di terrena

Peccatore " colui che per vendetta E per desio vede scemar suo senno. Che
se

costui conoscer
e

veramente stesso in

vedette in

su

la via cbe attendono

E cerchi

te vuoi, guarda

pria.

Qual
Che

sorte arrivi
sua

dal destin. Quel prence

gloria, per terrene cose Molto s'affanna, e quell'alTanno suo E quelle d'un obolo solo cose
ama

Guarda la tua persona. Ecco! t'" innanzi Tutta la terra, e tu diresti ancora Che t'c congiunta la volta per amor Roteante del ciel; pur ti consigli D'accrescere cotesto e par che addentro L'oscura terra sviscerar tu voglia. Nell'alma tua. d'inferno si nasconde Orrida brama,
A
se

Valor

non

hanno. Quando

poi da questa
e

(-adnca vita ci si Dietm


da lui la

restano diparte,
corona

sua

l'oro

E l'accolta dovizia.Oh ! saper dri il Che via seguono soltanto in ([ucUa

per"non

muti

dir di noi l'indoletua. (juesto Chi " signor di nostr'alme?

L'opre leggiadre ; ma

la

sua

grandezza
'"

egli in-

E del trono l'onor scendon sotterra Son

[chiedea;
Chi sempre
e

nelmondo Dimandavaiskend"r: Quaggi"

ovunipie

male oprar ci "

pi" le cose manifeste


sono
o

noi Andiizion ci I

guida? I
dissero signoreggia, Allora

0 le celate? I vivi
In
numero

i morti estinto giace,


non

Chi maggior?

Ell'" principio allddio, sapienti.


"

Davver! che d'altre cose


:

ha

saggi 0 re, liisposero ([ue" Delle palesi computar tu d('i

d'uopo! pi"assai

L'anima ell'"d'ogni peccato.


Ei dimand" Indole
vei'a

d'andiizion i piaM'osse
;

lauri mar

ci " forza

(1) Probabilmente

" quest'ultimaripetizione

un

passo

interpolato.

APPENDICE

ALF.A

POESIA

UdMANZESCA

217
" di saggezza l'imponi,
con

Sono due Devi Per trista aniliiziVui.

*,

Tanto affanno Mancanza

malia;ni e tali I sao'Gfi risnoiuleaii,


anihizion jirocace Che oprali da lungi,
E
con hisogiio essa.

in te

sentimenti stolti.

" della morte

eletto messaggiero

Uno

ha le labbra

Per la Sonno
L'uno

disseccate e l'altro penuria


trova.

Il crin canuto; oh! perch" dunquetanta Hai speme in cor del vivere lontano?
il re Rispose di
cor: vigil

Per la copia ha, tutta la notte ch'etici!


non e

Se scampo

Ma la sorte

avversa

Per la

di Dio ebbe umil grazia


cure e

schiavo,

Oh! l'altro colpisce.

queibeato

Di cui l'alma nutr" sag'gezzavera! ud" questeparole, Sikcnd"r come Nelle

per cautele assai da' molti arcani avrei trovato Scampo Anch'io per Della volta del ciel.Ma
il sapiente

"

del fieno greco gote, qual divent". Le gote iltristofiore,


sue

occhi fea gli Pallide avea, di lagrime E gonfi e molli, e ilvolto in pria ridente Mestamente
contrasse.

E l'uom di guerra da segnatasorte Per cura e studio non bau scampo. Quegli Che ucciso cadde nelle mie battaglie, Ovver
se

termin" la

sua

giornata

Ei

per"ancora,

Libero prence nelle voglie sue. F"' tal dimando : Qual des"o vi resta Da partenostra? Li tesori miei Ricusar non vogl'io, nessun pensiero Io mi dar" del mio

ei ne fu degno stella, Per sangue che vers", per dolor fiero La sua sorte alcuno, Che ad altriinflisse. ch'ei sia, Per vigile non puote. fuggir

Per la propria sua

Di Dio

vede ognun che lascia castigo


senno.

travaglio.Allora
"

La via del

Ma

qualsia confine
trova

Un de' saggi : Inclitosire, rispose Della vecchiezza e della morte chiudi! Laporta mai Gli rispondea,
"

A decreto di Dio, non

alcuno.

noi

Ragionnon
2. "M

ha contro

del Fato. all'opre

Oh!
non

con

sire la morte, il

ritorna

all'uopo

Umana

A che l'aguzzo artiglio prece!

fontedella

vita nel paese

delle tenebre 2.

d'evitardes"i? drago S'anche di ferro fossitu, da quello Non avrai scampo, e se quiresta a lungo

Del fero

Lieto

beato le falangi sue


e

Di l" ritrasse ^

i principi raccolse

Di vigil' Giovinetto garzon, dal d" fatale alma. And", fin che pervenne di cui confine Della vecchiezza scampo ei non ritrova. Ad un'altra citt", 0 re, disseil Brahmano, inclitoe saggio. 0 medio loco ei non poteadiscernere ;

Sciolto nel voler tuo, Poi che sai tu che non Incontro
a

del mondo. signor


fu mai difesa

dovizia in quelle era Quanta era d'uopo


e di giardini piena mura, Superbe EH'era e di palestre e d'erme torri Vi discese il prence, E di palagi.

morte, che non " peggiore Cosa (|uaggi" della vecchiezza, gloria
con quaggi"

A che cerchi Odorando

tal travaglio

E all'alba che

di gran mattino, segu",

E stoltamente avvelenato fiore ti vai? Le tue fatiche

suoi Senza la scorta de' guerrieri Trasse alla fonte, a cui di vita il nome Diede l'uom de la villa* in Che della sorte dell'eroedi Grecia^
Ei favell".Rest", fin che discese

Dietro a te rimarranno, e iltuo E il tuo tesoro alla nemica Tu stesso lascierai. Che
se

travaglio

quell'istante

gente
per ",\\\r\

(1) Demoni, spiriti maligni. Vedi il capitolodella poesia epica. Per questo passo vedi il paragrafo 9 del capitolo. (:2) Magno. (3) Iskender, cio" Alessandro cantastorie alla cui autorit" spesse volte si II o (4j borgomastro della poesia epica. Vedi il paragrafo 41 del capitolo (5) Iskender.

riferisce Firdusi,

218

APPENDICE

ALLA

POESL\

ROMANZESCA

sol nella fontana Questo fulgido Di cilestre colore ^ Santo


e verace

Ver Un

oh si ! di Dio

Lo stuol di E ad

de la vita allor che mosse i'ac(pia si lev" dal piano Grecia, dicea : Grande
" gli

osserv" prodigio, egli

che grido

Iddio !

dal mondo Sparir

la facellaviva

ognistazion che abbandonava


e

Di questo sol. Cosi tornava allora All'esercito d'assidue cure suo, Col core ingombro, Sikend"r; ma \m Dio ricordava per la notte oscura Molto pensando della vita. all'acqua

Khizr antico

ivi ei ponea veggente,

di cibi in Copia Per due Mosse

varie guise. Andare

cosi, giorni per notti due,


cibo per toglier Al terzo di, nelqueltempo.
sue

JN'" alcun le labbra


in

Quale ei vedea pi" fermo


Nell'esercitosuo, Di E
mezzo

paziente
Due vie mostrarsi

[l'ombre.

ratto e dilungossi scegliea dajtprima Da Khizr il prence e si smarr". Ma intanto e per quaranta gioi'ni prodi, Fino all'acqua vitalscendea quel cibo santo pi"d'assai con s" prendeasi

ai

E correndo niovea, si gran prodigio A contemplar; le sue schiei'e intanto ma Nella citt"s'ebber da lui condegno Ad abitarviun Ricerca fece In
e

Di Dio Della

profeta e sollev" possanza


-

sua

vita fino agli astri. Il capo

loco. Ei d'una
in via la pose.

guida
Quivi

E la persona ei si lav" nell'acqua Lucente e pura, che di s" custodeSolo Iddio si chiedea santo L'antico E si
e verace

Era Khizr,il signor de' E Sikend"r, cedendo al Di l" inovea, Al suo cenno
con

pi"famosi
suo

di lui, quella gente, consiglier

precetto.

l'anima ed il core

affidati. Ecco !

disse. gli

Intento volgi il cere. a questa impresa Avveduto mortai ! Se della vita ci " L'acqua Faremo Colui
non

ei bevve quell'onda si mosse pos",poirapido A ritornar, suoi coi voti auguri gli al Signor. Giunse frattanto Ripetendo Sikend"r ad luce una Principe E splendida scoverse una montagna Alta e superba. Su la vetta eccelsa
e

saggio, di

dato

ben lungo posseder,


venerar

in indugio
muore a

l'Eterno.

Eran quattro colonne ivi confitte. Di cui la cima, d'alo" composta In forte legno,alle nuvole fosche colonna alvertice Giugneadel ciel.D'ogni Era

cui l'anima nutre

Iddio dal ciel, che pone in Dio liducia Per saggezza eh' egli ha. Ma quicon meco Ho Che Come E mi due gemme lucenti come Una il sole.
oscura

un gran nido,e verde un bell'augello in ciascuno, ardimentoso. Riposava

splenderanno per

la notte

ilfonte vedranno.

tu

[irendi

In ij;reca linguaa trivellar si diero I feri augelli beato e proclamar D'alta vittoria il greco sire,.\llora Che il greco Imperatore tal voce Di l" si trasse e rapido venne ne Presso E
un

e sii deiralma })recedi,

tua.

Della persona tua fermo custode. Che l'altra gemma per la via dirotta Facella mi sar". Co' prodi miei Cosi discender" nell'ombre fosche, E vedrem noi qual nascondea secreto Del mondo
A noi

intese,

gli augeicon

maestoso

incesso,

d'essiincominci": DehI tu che tanta

ilCreator denti'otal cosa se' guidaa noi,


mostra.

Fatica porti vita ed ami, in (piesta Che tanto " breve,qualmai cosa cerchi ? cielo se il capo tino all'alto Leverai tu, funesto e scons(dat(i Sar" il partir da questa terra. Intanto, Anche

Tu palese.

E mio rifugio che il mio sentiero " Iddio,


E vjtal mi addita e quell'onda

(1) Secondo
non

il Corano

" la fonte

della vita di cui si

(2) Khizr. Vedi (3) Iskender.

(cap.XVIIl) il sole tramonta parla nel presente il paragrafo 9 del capitolo.

in

una

fontana

fangosa. Questa

passo.

ArPENDIC.K

ALLA

POESIA

KOMANZKSCA

219

Poi che se' i^imito, iliiiiiiii tu se Vedesti mai d'esili canne, Ambo

case

oh vista, quella

ed altre al fero

L'uom

si ! dovea pur anco felicee beato. Allor che intese.

In mattoni die il sol da l'alto cosse.


son

Sikend"r Principe
E
senza venne

salisul monte l'aerea cima

questecose,
e

augello
lochi

scorta
a

su

il prence; Rispose D'esili canne Pi" in

ad abitar son
"

Sen

Quindi scoverse riguardar.


una

in questafoggia. Allora Che la risposta ilfero augello intese,

Israfi|2che

tromba in

man

recava,

sedea. di sospiri Levava al ciel.Son piene gi" si pose, e l'uom devoto a Dio ^ fJiiesel'augello: Le labbra sue, son lagrimosi occhi, ne avea. gli Stupor grande
E la fronte dal loco ov' ei Udisti mai Suoni
e

concenti da conviti?

d'ebbri le voci. (|uaggin Quegli,


"

Iddio Ch' ei l'oraattende che dall'alto

"Suona!
Di

che partein questaterra allor, Rispose non D'allegrezza ha ne' suoi conviti, Nome Anche
non se

Come l" sul monte gridi. gli Iskend"r la faccia ei vide, principe
"

ha d'uom

lietoin fra la

gente

l'alma egli o il core jirofonde


"

orrendo un Qual luon romoreggiante grido Alle stolte tue Mand", poidisse : voglie si 0 schiavo addetto, non portar grave Stento che quaggi",
un

Per tale intento. D'alo"

Dall'eccelsolegno

di tremendo

suono

gi"cal" veloce allora disgombra

Il fero augello al suol, si che

orecchi. A te pur anco ferir" gli Ma tu peltrono tuo, per la corona, Tanto
non

Ne rest" la colonna alto levata, Odorosa di nuiscliio, e in (|uesta guisa Ridomand": in terra sono Maggiori od ignoranza e giustizia Sapienza

invece ticrucciar. T'appresta

avvinci. Alla partenza e le tue some ilprence: Per voler del fato Rispose

Questa sorte
N"

ini

venne e

ond' io soltanto andassi

ingiusto operar? Ouei che si cerca il prence. Sapienza rispose ipiaggi", Sopraogni gente pu" levar la fronte.
"

Ed

Girassi per la terra 0 celate o

errando,

Saliva allordal suolo tenebroso A colonna quell'alta


a

ilverde

augello.
intanto

Col rostro incurvo Gli

rimondarsi intento

e dimandava artigli aguzzi,

Al greco Imperator mai : Deh ! perch" L'uom eh' " fedele a Dio, sulla montagna Ha
suo

per"quante son cose sapessi palesi. Ei discendea Dalla montagna con lamenti e gemiti E a Dio mandava, donator di grazie, Un piosaluto. Per l'oscura via dinanzi Cosi si volse, e andavagli Ma poich" nell'ombre Alcuna guida. Di quella terra entr" la gente sua,
"

soggiorno?
"

Ouand'"

ei giusto,

11 consiglio dell'uom eh' " Altro Dal


non albergo

Dio

[disse, dalla via,di quello devoto. Alcuna pietra

Dalla negra montagna alta una voce Usci d'un tratto: Chi di voi si prende
Ma nulla Che in pugno avr",si pentir". S' egli ne ancora, prende, pentirassi

ha fuor che sul monte.

allorde la colonna andava legno al L'augello nido,e lieton'era il prence Che am" sua possa. Quegli intantoilrostro si aguzzava, e allora Coi fortiartigli Ch' ei fu E da Che
securo

per cotesto in core Gli orecchi Vana difesa cercher".


E per
caso quel e
"

Porse

da nemica
re

sorte

al greco periglio,
senza

f"' cenno l'eccelsa

a e ognuno drappello quel Si f"' pensoso a quella voce, pietre Se afferrar, se lasciardovesse (piivi,

tal voce

scorta

piesovra
e

Per

non

crucciarsidi faticapoi
vien
rancura.

Cima salissedi Ci" che pur

quelmonte

quivi

Orba di frutto.Per le colpe nostre,

tale ne Piangere, Un si dicea, v'era, contemplasse.

(1) Iskend"r. secondo i Mussulmani, gi" pronto a (2) " l'angelodella morte il la vista era tanto spaventosa universale. Perci" sua giudizio per anche ogni uomo dice il poeta. felice e beato, come

suonar e

la tromba

faceva

piangere

220

APr'p:NDI(.K

ALLA

FOESL\

ftOMANZESCA

via Pentirsi in cor, portar dall'aspra l'altro E pietre dicea, e sassi! Eppur,
"

Cosi

T"rno alcun che dobbiamo


E

noi, che duolo

travaglio gustarquinon si dee. E l'un si tolsedelle pietre e l'altro Nulla ne prese; per ignavia ilterzo
Con colai poco ; e allora Che dall'acqua vitali nella pianura
se ne

del)il con voce Imperator Temete Iddio ! Nel core parl" Anche v'abbiate nobili consigli E verecondia, bramate e se goder
:

Il greco

del corpo, i dettimiei vi piaccia in alcun tempo. non Trasgredir


e

E dell'alma

tolse un

Dopo di
Far E

noi v'attendono alla terra


me
"

Ben altre imprese, e gi" con

pi"nulla
Disse,

Uscir d'un tratto,come uscir da Via tenebrosa, nell'evento arcano Ciascun del vero
E E manifesta la menzogna

quella

pu" di mal la

rea

fortuna.

si cerc" la traccia, allora

si feano ; e di rubini l'inganno Colmo ilgrembo un si avea, l'altro di gem; e

usci da quelle membra quell'anima E si part" quell'inclito sovrano, d'eserciti nemici. Sgominator Un grido allora si lev" da tutte Le accolte schiere in
e l'etra ogniparte,

Intatteancora Smeraldi Pi" si

chi poco [me pent" mai cosi lasciati Ne togliea, perch"


si
avesse cosa. qual spregiata e

intron". L'arida quelgrido

polve

Sul capo si spargean gli eroi contriti E per le ciglia del lagrime core

chi nulla prese pent"

volse

Spremean per
Avventaron

liera ambascia.

Entro al

Da tante gemme

preziose il capo. le fiamme,


a e con

[castello
la force Troncar le code Subitamente. Ma mille palafreni sul dorso eretto dolente piangerne

3. Morie

d' Iskender.
come

Dell'esercito suo

l'annunzio

De'

riversatee sciolte palafreni

Ebbe prence Iskender, vide e conobbe Che sua giornata allo stremo. Cenno era
Ei fece allor che fuori il trono
suo

Eran le selle, e Alla In

Detto avrest" la terra intorno. Fuori,


un'arca elliportare pianura,
or, quando fulgid' passava il cielo Suon feroce di lai.Ma dell'estinto

Recato fosse, addotto Dalla Di


sua

la campagna

stanza

Dolente imperiai.

suo grave malor tutta mostrossi De' suoi la schiera, che vedean del sire

Lav"

il vescovola spoglia

in

un'acqua

Senza color le gote. Elli ne andavano Per la insiem pianura nel


cor

di rose, elettacanfora prima,e f"' lenzuol funebre Sparsavi


Purissima

tutti piangenti,

D'un manto

intesto

d'or,mentre

su

lui,

astanti. Sovrano re, piangean tuttigli dicea Deh e e ! E altri vivo, : Rapido trista, gli ognun poiquell'inclita persona. Deh ! mala sorte, che di mezzo a' suoi Ravvolta in drappo gi"tessuto in Cina, Fidati Greci il re si toglie ! Giunge miele Dal capo al pi", dentro l'accolto
un

Con la vampa

qual per

fuoco

Il mutamento

della rea

Si che deserta d'ora in Di lor core E Veloci in

fortuna, poila nostra

Sommersero Fermamente
e Angusta

con

cura,

indi il coperchio
bara quella

serrar di

Dolce terra sar". Davver ! che ottennero l'intento i rei nemici

breve. L'all"erospar"a
intorno
un a recar gittava, se

Che ombre
(Cresciuto

frutti

quelloco toccar l" 'v'eran


corsa

spinti
amara a

di ! Che "

la tua dimora
mai perch" tesoro agogni?
mesto

! Oh

s" ! che

noi

Lunga

non

deh! quaggi",
serto ed
un

Si fa la vita di Noi

! quaggi"

Piangenti

un Vagheggi

qui saremo

in loco aperto e ascoso!

limerai poidie dal Quell'ai'ca

(1) Cio" dal paese (2) Anacronismo


cristiano Iskender
o o

delle tenebre di Firdusi


e

dov'era di altri

la fontana

della vita. mussulmani al loro di la credere

Alessandro

appunto

poeti e perch" era

scrittori greco
e

tempo

Grecia,

meglio l'Impero greco-bizantino, era

cristiano.

APPENDICE

ALLA

POESL\

FiOMANZESCA

2-21

da una uiano all'altra Campo fu tolta, E v'eran due Passavanla que' prenci. Contrarie voci,e di Persia E intorno all'arraeran
e

"4. Filila di Ardeshir

di Guln"ra-.

di

Grecia,

Un

castellosi

avea e

nobile ed alto
a

molte pjirole

Prence Ardev"n, Era


una

dentro

quelcastello

Di que'u:a",liardi. O^iiunch'era di Persia, Cosi dicea : L'Irania sola ildebbe nel Accogliere
sen,

schiava di gran sangue. Nome Della vaga fanciullaera Guln"ra, Alta E di Di


re

che ivi son

tombe

deh ! perch" mai De' gran monarchi, e voi, Per la terra cosi recate attorno funeral? Quest'arca De' Greci
un
"

di gemme e di colori belt", adorna. Ella era quale fragranze Ardev"n il consigliere e l"da

Cosi
:

rispose
" bello

Custode

Oh ! non capitano
ver

de' suoi tesori.Al prence ancor Cara " costei pi"assai de l'alma, ed ei Sol nel vederla si E La Del
avvenne un e allieta. rallegra un

Qui

! Se del sotterrarlo

eh' io dico, salma

Intendimento avete voi,si strugga Nel suolo


ove
"

di che ad

terrazzo

ascese

nascea,

la morta
uom

Di Sikend"r.

Ma

un

di l'ersia allora ! per tuie

Quel suo cor giovinetta. si ch'ellatosto garzone, leggiadro


a

fu lieto

: Ecco Queste parole aggiunse

quanto

Diedesi

sorridente contemplar (piel


eroe e il giovinetto labbro,

A favellarti stai, non Le tue


Vi

toccan

D'Ardeshir Nel
core

Un dilettosoloco parole.

bella qualluna. di colei, loco trov". Stette la bella

de' prischi re di Persia additer",


nome

Piattoun

Nobil ricordo. 1 vecchi Di Khurm

esperti danno, e v' " una selva folta gli E se tu chiedi, ratto E d'acque un lago. Dalla montagna la risposta giunge, Or tosto E ognuno intende quella voce.
un

fin che oscurossi il giorno, Ad aspettar Fin che vicino fu alla notte il giorno.

tetra,e de la torre ai merli Avvinse un laccio suo, tanti vi fece


e

Oscura

Nodi robusti e le numi Tenacemente.

v'appose

Antico

vecchio vi luenate
e

al loco

Gi" discese allora

E v'adducete anche la bara Fate dimando..Se

aperto

a lui risponde

Iddio chiamando
Ai mortali

Con molto ardir da le superne mura, di grazie largitor Com'ella quaggi".


venne

L'erta montagna, nobile consiglio Pei'tal faccemla ella daravvi ancora. allora camminando, in guisa [lapidi andare egli alla selva capri, D'agresti Che
avea l'uom,fra l'armi illustre,

Con fiero incesso ad

di gemme, Ardeshir,

del

e di muschio infusa, e piena D'agalloco il Di fragranze soavi, capo alquanto Di quel dormiente sollev" dal suo

[nome
Di Khurm Tal
monte e quel segnata,e dissero,
:

Guanciale di broccati e stretto al Si vaga


Ei

seno

Il rinserr"' poiche fu desto. A lei


e

rend" risposta

Perch" si

lungo

il tanciullo, bella riguard"

la bara? Tieni appo te de' principi Ma d'Iskend"r ilnobile sepolci'o

suoi capegli volto mir", que' quel

" l" in Iskenderia i, quale nel tempo


Cir
stesso. vivea,si fabbric" egli egli
voce come

E tutto l'ornamento, e le fragranze Senti soavi. Oh! donde mai, le disse, Ti se' levata? gi" ilmio
cor

che

pieno

L'arcana Velocemente

udi,ne

andava

"

s"tu d'alfanno,

bosco e da quel Quellagente guerriera, l'arca ei si portarono.

Ancella

consoli, o bella ! schiava quison io,rispose,


l'anima
e

Pieni d'intenso amor

il core

Sento per te. Son io la donna cara Del regnante Ardev"n, de' suoi tesori Custode ancoi'a, ed ei per
me

s'allegra

(1) Alessandria
Per ('2)

d'Egitto.
cortile.

questo passo vedi i paragrafi:23 e segg. e 4^2 del capitolo. in un Del (3) giovane Ardeshir, staffiere di re Ardev"n, addormentato

9-)9

APPENDICE

A[.LA

POESIA

HOMA.NZESCA

Ed ha raliiia serena.
La tua ancella son

Or, se m'accogli, io, eh' io su la terra

De' tesori custode, allor che intese Di quei le voci e ilfavellardell'astro Ascendente del re, di lor secreto. Per queitre giorni e fin che tre vigilie Furon Fu
trascorse

Vivo soltanto peltuo dolce aspetto. Che se vuoi tu, verr" con teco e luce Dar" a' tuoi Come
non

che giorni

son

tristie foschi.

della notte,intenta

In ciel si

lunga, dopoci", stagione sventura volse, rapida


e

al cor d'un alto e piena agl'indovini col labbro Desio, e mesto, sospiroso Teneasi
a

Incolse al protettor del giovinetto.

mente

lor parole. Al quarto

Quellosi
Bab"k
^

esperto moriva,ad

ed accorto vigile altri abbandonando

Giorno che venne, andar que' sapienti D'alma serena l'arcano a sciogliere

Questa dimora antica.Allor che annunzio Ne venne di doglia appo Ardev"n, pieno
Ei fu davvero L'anima Ambi
sua. e

Appo Ardev"n
Astronomiche Al

si f"'tristae
tosto

oscura

ancora quelle grembo lor signor, alla torre togliendosi

movean

con

tavole nel

Ma

ognigagliardo
cenno

Della fanciulla, e dissero il secreto Del cielsuperno e ognun f"' sue parole Del come del quanto ancora. e del perch",
in avanti, ellidiceano, a tempo D'oggi il cor del nostro sire Che non " lungo,

di Persia le contrade, e ilsire

suoi. F"' Le die al maggior de' tigli

fuori i D'apprestar
Lo stuol de'

timpani regali

E si traesse dalla reggia ai campi

Alloi', subitamente. prodi.


la terra
e

Per

cosa

nuova servo

si dorr". Dal prence

Si f"'oscui'a

tristaal

core

un Fuggir"

di

prosapia regal

D'Ardeshir per colui che si '1 protesse, Di splendid'alma vecciiio. Il core saggio Ratto ei da togliea prence
e

E d'inclito valor. Principe illustre Ei sar"


terra signordell'ampia poi,
e

l'esercito accolto annunzio dopoiltristo veramente. lui, pienod'un'ira

Con sorte amica


A

disiosifrutti'^.

D'Ardev"n Nuovo

accenti corrucciossiforte ({uegli


Ma

prese Per cruccio inverso

Oh! consiglio.
a

Dell'inclito che signor,

Fortuna, il cor.

propizia quandotenebroso
avea

Era

Color di pece de la terra assunse core, ed ei per ogniparte quel Cercavasi la via di pronta fuga La superf"cie *, appo Ardesh"r ne veiuie ~. E avvenne che l", nellasua reggia, La giovinetta. Il cor di quel fanciullo [loi raccolse un'assemblea
serena,

Prence Anlev"n

Come

un

mar

si

; un di soltanto agitava

d'alma d'assai, D'astrologi


A

la propria stellae investigar

quale

non posava ei dal pensiero, E la donzella ci" che detto i saggi

D'Ardev"n

La via del vivei'suo, cercando ancora Di chi mai protettrice, in suo nuitarsi,

Avean d'alma

serena

al

glorioso

D'allora in Si

poila sorte fosse. Il prence Piattoche i dettidi Guln"ra intese. quivi presso Guln"ra, astri Gli del cieloa contemplar. accenti Tre giorni Ma poi del garzoncello a quegli Passar di tempo in tale impresa, di fugapoi d'astro Il core s'infiamm",
mand" gli
nascere

ed ei Prence Ardev"n, ridisseallora, Paziente si fece e manso e dolce

Del Fu

del prence ivi con

cura

Piicercossi una

via,s" che si volse


se

guardato per lor. Ma la fanciulla.

Alla fanciullae disse: Oh!

d'Irania

(1) B"bek
secondo la

vico Papale], (inpelile suocero

di

secondo Ardesti"r,
conto

storia,era

governatore

di alcune

provincieper

di

il romanzo, e Ardev"n. re

padre

Ci" si riferisce ad un fatto antecedente da Firdusi,secondo il quale (;2j raccontato offeso nell'amor il Ardev"n, alla caccia, aveva giovane Ardesh"r, allora suo proprio paggio,ora staffiere per punizione. dei Re, discendeva (3j Allusione al giovane Ardesh"r,che, secondo il Libro dagli antichi monarchi persiani. (4) Quando annott".

224 Heftv"d il nome Cosi Cos"


ne suo.

APl'E.NDICK

ALLA

POESIA

MUMANZESCA

Deli!

mai jieivh" Ne
avea

Da

schiera di quella
e

fanciulleindustri, la persona
intenta

andava il nome

suo?

andava

L'anima

il cor

con

nome (|nel

sette perch"

All'assiduo filar, cosi elladisse Alle donzelle di gran nome: 0 dolci mie di bella Compagne sorte, in volto Come luna Per la nobil fortuna in tanta Il filotrassi, che A
me \enne non

nobili HeftVc"di. Sola Figli

Avea, dilettaal
Ei
non

cor,

che

figlia a pregiolcuno
una

assai. ponea nell'averfiglie che sedeano Ed or, si avvenne un giorno al monte Co' fusi lor le giovinette

io d'esto verme leggiadre, copia anche

d'altro

In In

ampia schiera

ci" che

avean

di cibi

industri. bisogno all'opre


si che dell'altm ancoia pi'ia,

comune ponean, lasciando al tempo intortifusi; Di lor pastofrugai g"' Avvenne ancor che (juella giovinetta

E filavasi allor ci" che recato

Aveasi in

Ove stato vi fosse,a lei venuto Bene


saria. Seco alle case all'uopo Recava poici" che filato avea

Fortunata d'Heftv"d Che il vento Vide Del La


a mezzo scosse

un

picciol pomo
suo

dal natio

ramo.

la via.

Rapidamente
"

Acconciamente, e
E

il cor

della sua

madre

Ella il raccolse; e tu frattanto ascolta la storia. prodigio Allorch"


morse

Si fea per lei ipiale e lieto giocondo

da le belle gote giovinetta

intanto, paradiso, ognimattina, Un morsellin di ipiell'agreste pomo


A quelverme porgea la giovinetta. Dal volto di Per"-, poi(|uel cotanto Ch'ella accrescea Avvenne di
sua bambagia, (|uella

dentro vi scopei^se 11 picciol frutto, Fuor dal pomo iltrasse Un verme ascoso. il pose Con le sue dita e acconciamente De' fusi nel forzier.Quand'ella poi A trarre incominci" dal coranetlo
La candida Ecco ! ella disse, bambagia.

ellafilava. Qual donna incantatrice,


ancor

che

un

di la madre

il

(padre
Cosi diceano
a

In
Non

nome

del

che Signor

non

ha

pari.

la fanciullaindnstre :

ha

cosa compagni, portentosa

Tanto tu fili! o Foisech",

leggiadra,

Oggi a voi nmstrer" filando intenta


Dietro la sorte d'esto verme, ascoso Nel pomo rubicondo. Intorno a lei
"

Un patto fostiqualedi sorella La giovinetta Con alata Peri?


"

Candida
E del

vaga di
venne

quelpomo agreste
ivi nascosto

Riser

le fanciulle, liete gioiose


si filava quella
un

picciolo
a

Ne' voltilor,mostrando le ai'gentine File dei denti, e Due cotantidi ci" che in
ne

Subitamente alla sua Fecesi Inclito e

dolce madre

favellar. Mosti'"

sol

giorno

verme quel indnstre a' genitori su(H,

si che Filar solca,

scrisse il computo

E n'ebber luce

donna quella

aulica

Su l'arena del suol,poidi l" venne Pari


a

E l'uom di lei.Heftv"d l'arcano evento Prese jiers" con licito e augurio, si ricord" Mai pi" dell'opre sue, Di
suo

nembo

di fumo, ed
mostr"
con anmr

lamadre

poi

Quanto filato avea


Lei benedisse In

festante.

la madre

lavoro,ma

soltanto ei fea

accenti: Nobil frutto avesti. questi Vagafanciullamia, candida luna Che hai l'asf"ctto di sol ! Al
"

fausta soi'te Parole ognor di quella Del verme e la fortuna antica indnstre,

Due volte tanto

Di ci" ch'ellasolca recarsi al

giorno,

Cosi passava l'ingiovan". e ad ogni d" suo Tempo non lungo,


Per lui Pi" si fea, ned essi splendido
venne, quel
a

stato

prium albore h;
a

la madre, assegn"

vile
contento

Di materia

filar. Tosto che i"iunse

Teiiean

si "I tenean

Heftv"d

il nome in persiano. In pelilevico, (1) Heft,sette, v"d (parolararissima), figlio, Heft-b(")kl"t e ha lo slesso significato. suona (2) Bellissime fate afate. Vedi if capitolodelta poesia epica.

di

AIM-ENniCK

ALLA

POESLV

HOMANZESCA

225
vi eresse,
e

Con rihi acconci, e Ed il Inbrico dorso Assunsero ben tosto

ci'cscea (iiici

frattanto

Alto Con

un

muro

chi vedea,

si prendca, si clic la testa E vii;()i'


un

boi coloi'e de' fusi i;i"

cima non Scoprirne polcal'altera occhi suoi. Ma gli quando angusta e

; e

[grama

Al verme industre si le'l'arca, grande. sopra si Ouel il mantel muschio fra quell'alte monte suo Qual negro lece, eccelso, rupi, Gli fecero una cava, e molle molle E su quel muschio, lungotutto il dorso, Vel poser dentro, mostraronsi lucenti Da capo a pie, poiche al cielsereno
Ei'a angustoilforzierpei"lui si

di zafferano.Ecco ! IVlacchie

fece gii

Si fero asciuttele commesse

pietre

Una bell'arca tutta negra e dentro nmlta cura Ve! pose ad albergar con Heflv"d accorto; e si fu allorche dentro citt" nessun A (piell'ampia parole
0 per

E la calce ivi apposta.Anche avvenia Che del verme ilcustode ogni mattina
si part"a D'Heftv"d, dal fianco correndo, E di nigella bruna gli apprestava

mai consigli per giustizia


o

Eormar potea senza di lui.Suo pregio In alto crebbe;e crebbe sua sostanza
E

Un gran caldaio per suo cibo. Il verme Vuotavasi il caldaio apposto a lui.
volsero nel cielo cotest'opre anni si fece Alquanti cosi,quando

Su

figli ricchi. opulenti Un principe fra era ancor mura quelle Della citt", e tracotante. superbo D'inclito eletti, con grado, guerrieri ('ercavasi di colpa costui cagion
Eecersi ancora ed
e

gradoe

dignit" ; lisette

Qual elefantenella sua cervice


E nel dorso

quel verme,

poiche tempo

Nome Da

Cosi passava per Heftv"d, ei pose Kirm"n all'inclito castello,


venne quel

il traendo ^. Era del verme

Contro Heftv"d per denari eh'ei volea Lieta custode la fanciulla, e ilpadre, Torre a quest'uom d'umile stirpe. n'era pur anco e battaglier, Intanto, Pugnace Presso Heftv"d si adunar famosi in guerra Il nobil duce. Gli
E scrivani assegnar

Subitamente, presso a' sette t"gli Di pugne amanti, e di guerresche tube Da Kugiar"n levossiallo uno squillo
E
vennero con

e n'era intanto ministri, sagaci e

bruna Nigella Come E

miei

con

dolce latte

Il gratocibo. Stava allasua

porta,

i valorosi. l'aste

duce d'eroi, Heftv"d intento

Con le spade e le freccie.Andava innanzi Heftv"d a tutti; ei scese ne l'assalto


E f"' giustizia di valor, che tosto

Chiedea Fino
a

e ingiuste, tutte,e giuste dell'opere da quello. norma Eglidiscese

Kirm"n

dal

mar

di Cina le sue

tutte

La citt"prese e trucid" l'ingiusto ch'erano assai, Sire,e le geinme sue


in mano Ven"angii

Su le spiagge del

mar

distese

co'tesori. Allora

Una gran turba s'adun" dintorno Al vincitor, che ascese alla montagna Da citt". Quivi, su Kugiar"n l'alta Vetta del monte, un bel castello ei fece, E tutta v'ascendea raccoltain folla Cioiosa la citt". Fu posta in ferro Al castello una porta,e ben fu quello E di pace e di guerra inclitoloco. Era sul monte
una

I sette figli suoi Ampiefalangi. Diecimila si avean fortiguerrieri Di spade tesoried armi avean armati, Da far liattaglie.

di Ardeslur 6. Vitloi'ia di

sul

verme

Heflv"d^.
vicini
monte quel

Al nobile Castel come Ei furo per la via, sovra

fontana, e

in

mezzo

fiatosi fermar. Sessanta prender schiavidi quel gli verme,


e

Al nobile maniero ellascendea Per lietasorte. Heftv"d intorno intorno

Eran

ninno

Sciolto IH) andava mai da

sue l'opre

Vedi il paragrafo 'H del capitolo. (1) Dal persianokirin,verme. (2) Per questo passo vedi il paragrafo 24 del capitolo.
15
"

Pizzi,Sloria

della

poesia persiana, voi. II.

226

APPENDICE

ALLA

POESL\

ROMANZESCA

Per lui soltanto. Un d'essia' mercatanti Guard" dall'alto e disse : Entro a' forzieri mai
si asconde?
"

Che leverassi, luce al mondo, il sole,

Ampio un

ostellomi far". Le

mura

Qual

cosa

In questo

[carco,
Gli die Vesti il re ^ risposta
cose

mi serbo
or,

Di questa rocca vincer" d'altezza Della sua volta il culmo ei'etto, ch'io Son mercatante e compratori cerco.
! possa almen dinanzi al verme vostro Crescere l'onor mio ! Davver ! che tutto
"

maniera, argentoed D'ogni


e

broccati, Deh
ed
auree

ornamenti,seta
ancor. son

gemme

Monete Un Men Del A


uom vo

Nell'arte mia de' traffichi


io di Khorass"n, n" mai

Il suo

desire si

Parole sue! Dicean

dal faticar libero e sciolto.

molte tuo per la fortuna, verme Ricchezze ho meco, equi venni intanto men

Compitu Ogni cosa


Con
un

compiaper quelle schiavi: Compi, gli ilsuo servigio. Allora adunque


"

diversa appose in vista


e

L'asinaio solerte^ Bevvero

l" si assisero
i servi intenti.

piedel trono
se

suo

con

molta

gioia;

vino alla mano

Che E

io porr"cura osseijuiarlo ben studio, sar", che questa maggior


in

e furon ebbri; i servi alquanto

Del dolce vin faceansi schiavi.Ratto t'h'ebbra divenne per que'colmi nappi D'un puro vin l'anima loro, il prence Co' suoi ospiti giovinetti
ne venne

Faccenda mia per la sua sorte " lieta. Ratto che ud" quelle arcane parole Del
verme rocca

il servitor, schiuse la
a

Della

porta e fra le mura l'istante,


carco

E rec" E
un

peltro
e accese

un

Poi che l'inclito re tutto il suo Ebbesi addotto, si ordin" E le sue


some

fuoco

gran caldaio in bi'onzo al chiaro di. Ma quando


suo

l'impresa
e

Al tristo verme Una vivanda Il rovente

del giunse ebbe. egli

pasto

sciolseratto

diede

di bollente stagno L'ora gradita, Alla


!
caverna ecco metallo, recava

Cose diverse in dono; egli cotesto Stese Evitar non potea. mantile un Dinanzi a' servi In Sciolse il serrarne
e come servo

ei stesso

si lev",ne' suoi piedi

forzieri

Ardeshir prence e dal profondo speco Mollemente sporgea la testa immane L'orrido
verme.

delle chiavi e via

Videro la lingua

Un bicchier ne rec", quale ei f"'colmo Di puro vino. Ma quald'essial verme Recar cibo solea, che lattee riso Erane il pastogiornalier, dal nappo Del puro vino la cervice torse che a l'ufficio suo Subitamente, La
sua vece

Qual f^ color di cuoio di timballi. dal di che la nigella avea Quale egli
Bruna I

mangiava. Ma il ludlente stagno Ratto che gliversar dentro la gola


entro giacque giovinetti,
a

il chiamava
non

tempo quello

Senza possa ilgran verme. Dalla strozza gli usc",si che tremonne Col suolo intorno la caverna. Prence Ardeshii- come Allora

lo speco Un fierostrido

D'ebbrezza ei Gran

vedea. Seduto appena, Prence Ardeshir in pielevossie disse:

discioltonembo

Co' giovinetti and". Trasser le spade " qui con di latte me e riso, copia E le fi'eccie de' servi intenti E dove del signor servi e le mazze, e di que' lietoin V"nia mi tocchi, Il cibo al Fama Per
verme

di porgere ben sar", per (di'io


cor

vivo (Mie biiachi giacean,

nessuno

in terra

e alcuna parte m'acquisti

scamp".Torbido fumo Suscitava Ardeshir di quelcastella


Dai sommi
A

Da lor mani

Vengamiancor
tre giorni

della sua

sorte.

Voi

quistale
al

allegramente

Al condottier de'
un Shehrghir-^

virt" sua spaldi, smii. prodi

nmstraiido
.Ne andava

A bei'del vino, e

di, nell'ora (piarto

toi'rici' in corsa; sospinto

(1) Il re Ardeshir, travestilo da capo (2) 11 re Ardeshir. di un (3) Nome capitano di Ardeshir attendere l'esito dell'impresadel verme.

di mercanti.

posto da lui in agguato fuori della citta ad

APPENDICE

ALLA

POESL\

ROMANZESCA

227

Ei cosi gli : Usci vincente gridava Il regnanteArdeshir! Recando al nobil


re
"

La fanciullarivolse e and" lontana E A


su un

Co'

suoi prodi

del ruscel si assise. la spiaggia

alloV ne andava il duce, Rapidamente le sue

falangi.
hi

alloradisse il prence: Reca paggio Un'idria tu, poitraggimi dal pozzo Udiva ilpaggio, un e Dell'acqua poco.
"

7. Avi'cntum

di

wn Sh"pi"r

f"fjl"u

[accorse.
Era
una

d" Mihrck

1.

corda

su

quelsecchio

in alto

Una mobile rota. Allor che ilsecchio volse in cielo Dopo cotesto quando
non Stagion

del sire^ lunga e potest"

nel profondo fu pieno D'acqua pozzo, S'accese il volto di quel paggio; grave Era il secchio davver,n" dal Potea salir.Prence Mand" tal.voce

di gran mattino maggior, re sovrano, And" allacaccia un di quel E in essa via Shap"r^saggio e avveduto Con lui discese. Da ogni parteaccorsero Ebbe luce I cavalierisuoi,si che di belve allorche un ampio lapianura, sgombrar di torri si mostr", lungi e di castelli e d'orti Qual era pieno A quel E di palestre. corse villaggio via dirotta Shap"rallora e dalla
Ei

profondo

Shap"raccorse mormorando al paggio e Rapidamente


:

Oh ! tu che d'una donna

Vali met", forse che una fanciulla Questo secchio non trasse e la sua fune E la sua

Loco da

profondo pozzo e lla e tu quisei Copia d'acqua attinse,


Afliiticato e d'altri e travaglioso Chiedi l'aita.
"

rota? Dal

Discese alla ma^ion del bors^omastro Del villa2:u'io remoto. Ameno


e

Dal

suo

Cosi venne e prese vallettola ritortafune;

Era

un

verde in

casa quella

giardino allora,

Ma grave l'opra ! Allora a lui regnante Che dall'urna gravosa egli ebbe e vide benedisse a quella tale, Travaglio volto Vagafanciulladal leggiadro In (fuesti accenti: Chi lev" cotesta Urna si grave, di regal semenza davver " ! Ma ch'ei traea ratto Egli
"

in quel bel loco verde E il giovinetto

Penetr" ardito.Vide Come

una

fanciulla

un pozzo Per la rota volante ilsecchio intenta

candida luna. Ella in

Era

calar ;

ma

ratto

Ella che goteavea II volto di E

che scoverse, di bianca luna, correndo

Il colmo E
con

la fanciullaaccorse secchio, f"'voti e


e auguri

venne Shap"r, beato fece auguri. Lieto sii,

amor

disse:

Oh s" ! per quella forza prudenza! d'Ardeshir bennato, Shap"r, figlio nel pozzo, n" v'ha dubbio, in latte d'ogni L'acque parteintorno Mutansi 0 ! salmastre al tosto bella mia nostro sono Acque borgo. qualluna, Ma in questo pozzo " un' acqua fresca e A leiche accorta gli richiese parl", Il giovinetto, deh! come come sai, [dolce ; Deh ! lascia ch'ioper te ne attinga ! Che Shap"r io? son Questanovella, adunque qui Candida bella mia, Shap"rle disse. Colei rispose, bene udii dal labbro Ed or, n" dubbio Il tuo destriero e cruccia la sete v'ha, Di
"

E ridente mai sempre, ella dicea. Senza perigli anni tuoi ! a tutti gli

Si

Vivi beato fin che tempo in cielo volger", sempre ti sia maestra

Alta

"

Uomini

Perch" ti crucci in questodir? Son meco servi ed ei mi attingeranno

Di veridiciun E

di,che valoroso
azzurro sua

di forza ricco Shap"r garzoncel, fiume


statura

D'esto pozzo dal fondo un'acqua fresca. in altra parteilviso Dal garzoncello

Qual d'elefante, come

In liberalo-randezza.In

(1) Per
(2)
Il
re

questo passo
Ardeshir.
re

vedi

il

paragrafo

23

del

capitolo.

del (3) Il figlio

Ardeshir.

228

Al'l'ENDlCE

ALLA

POESLV

UOMANZKSCA

('' Etili e di I'citoha le membra, cipi'essu

8. Prudenze

di

Simile
E

re

Belimeli ^ in tutte

alla caccia Beluaiii-jjor

eose.

le dicea : Sliap"r Vagaqualluna,dimmi

vaga raiicinlla, il ver di quanto

che un di,senza sua scorta. |ioi Con quella, di liuto senatrice.


avvenne

Io chieder". Qual sia tuo nascimento Mostrami aperto, che ben chiari segni 2 "nno monarchi sul viso tuo. De'Kay
son Figlia

Di

cacce

un

loco and" Bebr"m.

Aziuleh

Della greca fanciullaera ilbel nome. Che ilcolor di sue gote era davvero schiena Qual di corallo.Su l'eretta D'un dromedario corridor sedea

io del capo

del villaggio.
e

Colei

rispose, |)erci" appunto


"

bella

E forte mi

io. Mai la menzogna, Prence Behr"in con quella son giovinetta, innanzi ai che teneasi in mano Pari l'e non a Shap"r aggiunse, prende cipresso, 3. Col volto di leggiadraUn suo liuto.Ell'eradi quel Luce e splendor forte

Luna, fanciullache lavoriai campi,


Certo
non

11 sollazzodel

core

il suo

desio

"
e

con

tale aspetto e tale


"

Avvenenza La

belt".

Prence, glidisse

Veracemente,s" che ognor sul labbro Il nome Della sua caccia ne avea. egli
In

alla mia vita giovinetta, (piando dei re contro

beato egli richiese giorno quel


e

10 trovi grazia, ratto che Del


re

giustizia allo sdegno *, ottenga giardini, adunque,


core

Fu dromedario

n'adorn" la schiena
ne

Di broccati lucenti. E

pendeano
due staffe
gemme

S" tidir" del nascimento mio Veracemente.


"

Quattrostaffee per altie bassi lochi


correa. Egli

Nei nostri

contro Shap"rle disse,

a' nostri amici Or dimmi

E d'oro

eran D'argento di l'altre, e fulgida

La vendetta non
E

cresce. me

Era d'esse ciascuna. Anche W


suo

di sotto
un arco

sgomento per

dentro al tuo

turcasso

avea

Behr"m

Non

non albergar,

Inclitoe

grande.
"

sire per quelgiusto Per la giusta via,

Da lanciar globi, che

allora la fanciulla, sappi Dissegli Ch'io di Mihr"k, dell'infelice prole Di Nush-z"d, son la figlia. Accorto e pio Tal quim'addusse piccioletta e a ipiesto Di castelli ricco di signor,

gagliardo quest'uom scienza parteavea cospicua. D'ogni Di gazzelle due coppie innanzi a lui
Vennero
a un tratto,e il generoso allora .Vd Az"deh si volse e cos" disse

Con Come Come

un

sorriso: 0 bella mia


teso avr"

qualluna.

pregi,

il nervo

all'arcomio.

Si m'affid". Ma per timor di quello Inclitore d'Irania tua, quifui


costretta e a serviistato. l'acqua .Vnd" Shap"re investig" quelloco, Fin che dinanzi a lui stettesiin piedi Or tu mi dona, del villaggio. 11 signor il prence, questatua fanciulla Dissegli volto e in testimonio Di si leggiadro in ci". Conformeal cenno. tiprendi ciel Il

dell'arcone

il pollice l'anello

Avr" inserito, con qual degg'io

questa

A trar

Punta mortale abbattere sul campo

" giovinetta gazzella? Fuggitiva


La femmina,
ma

vecchio " ilsuo compagno.

Uom Non Con le

Az"deh leonino, .Ala tu gazzelle.

dicea, gli
fa di

cercano

i valorosi battaglia

volgere
in

"

C-on la ina freccia la femmina

maschio, jioi.

il sire. de' villaggi Gli die la figlia il il rito di chi Fuoco adora. Secondo

E mutisi cosi per la tua freccia 11 vecchio maschio in femmina. .Ma

di Guslit"sp. (1) Uno dei re dell'epopea])ersiana, figlio il paragrafo 26 dei capitolo della (2) Anticlii re dell'epopea persiana. Vedi poesia epica. mai fede. trova (3) Cio" non alteccliisce mai, non crucciato dei cio" Il con Mihrek, padre della fanciulla. Ardeshir, era (4) re re, vedi i del capitolo. lo 43 e (5) Per questo passo paragrafi12,

APPENDICE

ALLA

POESLV

KOMANZESCA

229

dalle tue punte premleniii lor fuga, Le gazzelle e tu veloce dromedario Il a correre sospingi, de' rotanti globi Da l'arco poscia si che la gazzella Libera un colpo,

Quando

si

Una frecciaincocc" sull'arcoadunco Che da Ci"ci ^ venia.

Cosi,scagliando,

dardo acuto Ei le passava con quel S'ebbe rancura E testa e orecchio e pie. in Per la gazzella Disse il prence In
: cor

la

giovinetta.
ne

L'orecchio

suo

su

l'omero reclini

Quand'iole belve agresti


atterro

Per l'inserto globo Rapidamente. ellaIla pronta L'orecchio a stropicciarsi dolor lever." il piede E per toglier

Atterro al suol,ben mille io si

guisache quella

vedesti.

"

Oh ! certo

Ahrim"ne

sei tu, la giovinetta


no,
come
"

Fino all'omero

suo.

Con

una

punta

se allor; Dissegli

potresti
Stese la mano

l'orecchioallora Il piede e il capo con Tu passerai, se pur tu brami e vuoi Che


E
onor

In tal guisaatterrar?

Behr."m allora e leida l'ardua sella battendola A capo in gi"precipit", Contro il suol duramente, indi sospinse Il dromedario sopra leiche volto Avea di luna,e dentro al sangue Le mani
e

del mondo

io ti proclami e dica.

Ratto la corda

all'arcosuo tendea Behram-g"r e peltranquillo piano


avea

Un tumulto destava. Entro al turcasso Una freccia si di

suo

doppia punta

il pettole sommerse

quello

Quale ei serbava per feroci belve Del deserto; tosto che in fuga ma allor, le gazzelle, Si volgean ei,di gagliardi
Prence animoso, A
con

Liuto ancora, e disse: 0 stoltadonna, 0 sonatricedi liuti, questa Iattura in Che


se me cercar perch"

fu

d'uopo?
miei,

duro quel

strale

nel fiacco,

trarre

i dardi

dal capo doppia punta via scliiant" amlie le corna al maschio. Rapidamente
la bella. Si che di lui meravigli"

Stato si fosse il dilatardel Onta avuta

petto

dal fallito E delle braccia, colpo


mia l'alta si lavria in

stirpe!

Ma il prode, poiche ratto in

quell'istanteD'allora
Mai

da che l'avea calpesta poi, fanciulle pi",


men"
con seco.

Qual la femmina
Al cader di
sue

sua corna

divenne il maschio dalla fronte

Del dromedario sotto al

pi"alla caccia non


una

al loco Per le due punte,de le corna Due dardi conficc" su l'erta fronte Della femmina
" si,qual
costume

Con

scorta di

eletti guerrieri

Da l'erta fronte,a un'altra settimana,


Di caccia al loco and" E
con

Behr"m,con falchi
un

cacciator.Cosi D'esperto

due punte

L", vicino a segugi.


vedea che d'un egli

monte,

Sulla fronte di lei furono al loco Delle due corna, e rubicondo intanto Le si f"'il sen pelsangue che sgorgava. Ma Behn"m incit"subitamente, dietro a l'altra De le gazzelle coppia, 11 dromedario Nella
cocca e pose un globo picciol dell'arcoa lanciar globi,

Leone

"n"gro

Dilacerava il dorso, e ratto il prode All'estremo dell'arcosi tendea Il nervo


e con

ardor balzava in sella

Ed incoccava di tre penne all'arco Un dardo acuto. Ei trapass" con quello Il core
e del dell'onagro

leone

Indi ilcacci" con D'una

maestro un colpo entro l'orecchio. Questo gazzella Era si colpo ch'ei gradiva, e questo 11 punto del colpir ci scegliea. quale

Il dorso eretto, e di lor sangue intrise Restar le belve, sopra il leon fero.
sotto L'onagro
a

confitteinsieme. lui,
sen segui, vennero

La settimana che E Nom"n


e

Che tosto La

l'orecchiootleso stropicci"

Muuzir^

per

via l'aspra

col piede, e il valoroso gazzella

Di caccia al loco con

[{ehr"in. Recavano

(1) Citt" celebre nell'epopeaper i arabi di Hira che (2) Due principi Vedi il paragrafo li del capitolo.

suoi
avevano

archi. educato in loro


casa

il giovane Behr"m.

230 Molti Arabi famosi in

Al'l'ENDlCE

ALLA

POESIA

HOMANZESf.A

terra, quella

E per essi al garzone era dischiusa Via di male o di ben. Munzii' volea innanzi Mostrasse Behrani-g"r a quelli Alta destrezza in cavalcare e quella Videro ben Sua forza grande.
tosto

In loco apertodi veloci struzzi disciollo Uno stuolo, e ciascun quale Dromedario
correa.

ei dovea qual veramente Dipingere omeri suoi Era Behr"m con quegli alto e forte E con quel con un braccio, Dromedario il fiero colpo di sotto e con suo Meraviglioso, quell'arco leoni Da lanciar globi, coi suoi, Con le gazzelle e con e quello gli "n"gri Dilatar del
suo

pettoin
e

trar

le frecce,

Ma

come

vide

Col valor della mano Con E

con

la forza, In

balzava Gli struzziapposti lieliram-g"r,

Qual tempestadel cielo impetiiosa,


fra lo sue E l'arco stropicci" Con
un

struzzicosi, con gli di sue saette. colpir quel

il deserto

foglio

mani

Di seta rilucente era d'iraiiia^un


e

cotesto

sorriso e dentro alla cintura

Con bruiiu inchiostro disegnato. Allora Al


re

Quattrosi conficc" lucenti frecce


In duro Ei Ad una ad una all'arco legno. ai feri augelli si le appose perch"

cavalier spedia

troncar la dolce vita. Ei potesse scalfia Con la freccia seguenteegli

Della

primale penne

al loco infissa,
e questa colpisce, un ago di questo

Che ilcacciator cosi Pi" in Davvcr Era

gi"di quella quantospesso "


non

inviava. queirimmagine il messo, come Yczdeghird gingneva Tutta la schiera de' gagliardi intorno s'adun". Meravigliaro Al foglio Tutti in anni i famosi e gridar lodi A Behr"m giovinetto. Oh! da quel giorno, Ognifiatache valor mostrava

Munzir,
A

era, n"
suo.

pi"in
Venne

su

Il nobile garzone, al

re

d'Irania

dardo quel

ogniprode

Mandavasi di l" l'acconciaimmagine.

Inclitoin armi, e si not" che i colpi cavalierd'un sol capello Del regio Non
erano

9. Belir"m

tra

lor quivi distanti.

la rapisce
tra
"

corona

reale

leoni ^.

benedizioni a lui grid" lui tuttigli astati con gridaron


Munzlr
ancora

Aff"davasiallora al sacerdote ^ Il trono alla pianura e il serto, ed egli Usci dalla citt"con la sua sorte Gnsteh"m valente Due leoni s'avea feri e Avvinti
a una

e l",di pugne amanti, Disse lietoMunz"r: Lieto son io

Qualieran

Di te, signor, come Deh! primavera.

vivida rosa
non i e

e amica. Vigile

sia che mai

gagliardi.

La luna tua si scemi

che si fiacchi

catena

ei si li porse

La persona tua bella ed avvenente! Come torn" Munz"r alle sue case,

Al sacerdote, ed i valletti suoi I leoni ti'aean di

sanguinose

grande Agliastris'elev".Molti pittori


sua

Per l'ehrc"m sire l'anima

amanti. Oh si ! chi liadducea Battaglie Forsennato sembr" per la paura! A piedel trono di lucente avorio
Li avvinscr

In Yemen Alle
sue

si che adunarsi ei cerc",

Allora, portei pi" prestanti.


che in nobile

la corona poi,deposer de' capi,

Ei comand"

disegno

ad un Dell'avorio splendente
E stavasi la gente a E il trono e il serto

Sopraun
Di Behr"m

serico drappo dipingesse co' suoi dardi. Un cavaliero

riguardare
e

fataicolpo L'arteficecosi quel

Di

che fortuna quell'uom

qualsaiia l'impresa avea ju'opizia.

uno

(1) Cio" non cessi mai la tua lieta fortuna. (2) Il re di Persia, Yezdeghird,padre di Behr"m. (3) Per questo passo, vedi il paragrafo 11 del capitolo. dei sacerdoti (magi)e (4) Al rappresentante dell'assemblea che si ricorda innanzi. era Gustehem, pi"

dei

dei quali principi,

-232 E in

APPENDICE

ALLA

POESL\

ROMANZESCA

Di Az"r

ed era al mese confine, quel appunto 1 la festa, propizio gioconda di Ser"sh,qnando Nel giorno forte quel Di re dei re la dignit" si prese E buono stato ed operar leggiadro Da quel cercossi e da quel trono. grado

Su questaportadormir" ; non Stanza nessuna e per nessuna ho in cor. Altro consiglio Tu Che
"

chieggo
cosa

Deh! cavaliere.
ami

Abraham, che Gridavagli


se

la pugna,

mi poniin fiera guisa. in travaglio


tu

dormi
cosa

su

la portae alcuno condurrai.


ove

D'alcuna 10. Avventura


con

ti deruba, in grave

di

re

Behr"m

Turbamento Entra

mi perci"

Abraham

ifiudeo-.
sue

dunque in mia

casa

tisia

Nascostamente allorda le Behr"m si tolse e


venne

schiere

alla dimora

Angustoil mondo e misero il tuo stato E derelitto, tal pattoin pria con Che nulla tu da me dimanderai,
Ch'io Non
un non

Dell'avaro Abraham.

quella porta

batt", poidisse : Io sou rimaso Egli Indietro dal mio re, quand'ei red"a
Dalla
sua

posseggo, per la morte mantil. non un lenzuol,


"

mia,

lUspose
e

Behr"m Ma te in

allor: Deh!
non disagio

tu cortese

buono!

caccia. E la notte sorvenne


non conosco e con non

terr",che bastami

E la via

potrei
schiera.

Il prence mio trovar

la sua

Per loco mio la portadi tua casa, L" 've senza e senza grida sonagli
Far"

Ma se, per questanotte, in questacasa trover",non sar" alcuno Ospizio In

la scolta.
"

Ed Abraham la mente pensier

allora

Ebl)esi piena di
A

travaglio per

ine.

"

Ne andava allora

quel

suo

Nella presenza d'Abraham il servo, Parve Cose che udite avea da quell'illustre, In suo ed Abraham intento, Diceagli Di ci" non
"

una core

sua quell'alma selva di pensieri ! Intanto ei dicea: Gi" non dilunga

dir. Davver!

disse : gli

ma : t'atTannar, glirispondi non


"

Dalla mia portacotest'uom protervo, Ed io mi penso che del suo destriero Cura soverchia egli ha. 0 che gagliardo
cotesto tuo
e
"

avrai tu ". Ne andava qui Ospizio di quel e al prence L'apportator messaggio Cosi dicea : Non " per te quiloco A riposar. Rispondi al tuo signore, Behr"m dissegli che non " modo allor, Ch'io di quim'allontani. In questanotte ti chiegg'io, n" per alcuna Ospizio Cosa ch'" tua, ti apporter" disagio.
"

Gridava

ancora:

eretta

hai la cervice,
il cor

Il tuo molto

m'ha parlar

trafitto.

Ma

se

destrier la terra
mai

D'orina

fimo

se sparger",

un Infranger"

matton

All'albafuori tu trarrai E la casa, scoperai


e

della mia casa. fimo quel

rimmondizia

Come

l'ud", ne

and"

correndo il servo

Da presso ad Abraham. Per questanotte, Ei disse, da (|uesta casa dilungar Non vuole ilcavalier.Lungo divenne Il far jiarole e il far Va
senza

Nel campo recherai. Darai tu aiu'ora De' mattoni che il fuoco un di cuocea,
L'intero prezzi!, v lo darai uelTora dal Che sarai desto Il patto tuo sonno. Si ti confermo,Behr"ui disse, e pongo
"

seco. consiglio Abraham indugio, gli rispose, In

E di'a colui che angusto" illoco. Povero V'ha sua stanza un giudeo che con la fame Passa la notte Se
e
"

olTici. pegno il capo mio per questi avvinse Cosi discese e il palafreno

nudo

su

la terra

Cion le redini sue, trasse dal fodero La spada la terra stese acuta e su Lo strato dcirarciou,rarcioii si tolse

Sonno siprende. Nella tua

Eisi (liccaiiu, e intanto,


ti fa disaixio.

non avr", Berh"m soggiunse, ospizio casa e se

Per

e l" gittossi, e intanto origliere

Stavan sul nudo suol scoverli i piedi.

di (1) II mese Per questo (:2)

Novembre. passo vedi i

paragrafi12

41- del

capitolo.

APPENDICE

ALLA

POESLV

ROMANZESCA

233
a

la porta de la Chiuse il iiiiideo E la A A


mensa

casa

Tu

spazza

e son

portafuori.Ecco!

disagio

rec", sedette poi

10

ci disse cibo. 0 cavaliero, prender Belir"m,questasentenza, principe

non giusto. per l'ospite disse Behr"m, recami un servo Va, gli

quimi

Che delle vesti sue Le immondizie Dalla tua Con Ho


oro casa

nel

grembo accolto

serbati in mente : Udita che l'avrai, chi possiede, mondo al e quando " Mangiasi Cibo
non

Portisi questofimo. E per ch'ei rechi di fuori e si le porti alla campagna,


"

", stassia

chi mangia ". guardar


in

un

dono

Disse Behr"m

allor: Questa sentenza

far". gli

Deh!

che

nessuno

intesigi", Da vecchie isterie ma

oggi

Manifeste vid'iole udite cose, Qualidicestia sentenziar conforme D'antico E si E


ne

saggio.
"

Rec" vino allora

pelvino
0

Una

a saziet"ilgiudeo, in lui s'accrebbe giocondo (iridava intanto: strana allegria, tu porgi cavalier, travagliato

bevve

Abraham, che queste ris[)osegli qui, Brutture scopi e dentro e fuor le porti Or tu quelpatto Alla fossa le getti! Che meco alla bugia non festi, volgere, Che non " bello ch'io ti ciiiami ingiusto. Come ascolt" quelle sue parole novello Prence Behr"m, ad un pensier
Die fondamento. Dentro Stava nascosto Tutto di seta Ei si lo trasse
un e a un suo e

calzare d'ambra

L'orecchio intento alla sentenza


"i

antica: ap-

di muschio pien

che possiede, allor che Mangiaquei


e desco, suo.

bel sudano. Fuori fimo quell'accolto di fuori gitt" nella fossa. Corse,

[ ponga
Cibo sul Possesso rende Di chi
e a questo grazie il core possiede, sue e

in esso, lo Sgombrando

Con

le immondizie

Sempre "
Gli Che Cosi
son non come

sereno,

le monete

Corse allora Abraham, rapidamente 11 sudario


e ne raccolse, stupia

dinanzi

qual corazza;
ne

quegli

ha, se
sei tu
"
.

sta con

labbro asciutto

Prence Behr"m. Se il nostro

Davver! disse al

ancoi'a digiuno
"

sire avr" senior

A mezzanotte Behr"m

accorto Questo gran portento, Di tua grandezza, disse tosto,oggi ben vidi. Quaggi" nel mondo ei ti far" disciolto gli

giudeo. giammai mio, ospite

S" che fia d'uopo ricordarlo. Intanto, Se lietofine dalla coppa tua Ottieni
un

Da

i prenci e sovra ognigrave bisogno ti dar"! Ci" detto, Inclitogrado


"

d",feliceil bevitore.
e

Ei si

Sen part".

venne

alla regale

Felice il vino

! quella coppa allegra

Quando sul monte sollev" suoi ra"4gi, Come trafieri, questosol splendente.
Dal breve
sonno

sua, ci" che pur far dovesse Ma in quella Tutta la notte a ripensar.

Dimora

levossi rapido Pose la sella al


suo

suoi, Notte,in le stanze, per pensieri Sonno ei non prese! ma ridea, parte Egli
Non ad alcun dell'alto f"' suo
secreto

Prence Behr"m. Guanciale Abraham

i.

Destrier veloce.Deh!

qualsella! Un

arido
11. // distrutto rillafiij"o
e

allora era per lui! Ma venne disse: 0 cavaliero, e gli

2. riedificato andava giorno

Nelle promesse tue non sei costante. Dicesti gi": " Di questopalafreno Io
con

Al

primo albor

del terzo

Prence Behr"m

della sua

caccia al loco,
manca

le scope d'un sol tratto il fimo Ci" che dicesti adunque.

suoi. Da co' prodi Egli Horm"z


ministro

mano

Via

". spazzer"

glivenia, da destra

(1) Il
diede alcuni per ad

re

si fece conoscere a s" l'avaro giudeo,gli Belir"oi,al giorno vegnente, chiam" le le mal avute della ricchezze, sera antecedente, e, togliendogli l'ospite che l'aveva detto Lanbek, generosamente ospitato un acquaiolo, povero in cui si racconta di tentativo di

giorni innanzi.
passo,
un

(2) Per questo


^'ife 45 del

socialismo, vedi i paragrafi

capitolo.

23i

APPENDICE

ALLA

POESL\

IlOMANZESf,

il sacerdote, Di nobile consij^liu istorie Qualia narrargli portentose antico Gemshid di Erano intenti, e E di Fred un tenean Eran cani
e

di signori

case, ecco!

un

sol

grado

In questo loco abbiansi ornai. Voi tutti, Uomini e donne e teneri garzoni, D'esto Da
sarete. villaggio principi alto levossi borgo quel opulento Di gioia che principi tutti un grido, ed erano davver, pari eguali Egli ;

i. Innanzi parole

cervierie falchi arditi


e lento giorno lungo

E falconireali.In cotal guisa Breve ei rcndea del Il gravoso durar. Ma Tocc" In Orma
nessun

quandoil sole

Uomini
E

donne

servi per mercede

d'esto ciel la volta, splendente


ei

cosi furon di famigli

pari

di gazzelle e on"gi'i luogo l'otYcndea che e scoverse; poi

sol co' rai cocenti, Questo fulgido Di caccia dal postoei fea ritorno Corrucciato del cor. Ma un verde loco
sua

col lor signore, e potest" Consiglio E tosto che i pi"giovani del borgo Da ogni timor furon disciolti, al prence Di lor villaggio e pronti repentini Kecisero la testa, indi fra loi'o
versarono S'accapigliar,

innanzi allor; pienodi case Vennegli Era e d'uomini pieno e di quadrupedi, E molti in su la via da quel villaggio Scesero in follae Delle
sue vennero

dovun(pie,

Ed in luoghiinaccessi, ilcaldo sangue. Come poisi lev" tanto scompiglio In loco abitato, (piel all'improvviso Tutti dal Stromento

all'incontro

schiere a

Nessuno riguardar.

borgopresero
i vecchi

la fuga.
nullo affranti,

Benedisse al suo re; detto tu avresti avvinti al suolo Che ({uai erano giumenti d'ira intanto, Tutti cotesti, e pieno Pien di corruccio il re del Di scender nel Una brama Di Con
si

Abbandonando

intatto a lavorar campagne

Lasciato l",non
E
non

frutti e

non

arnesi

mondo, tlera
al suo
core

armi di guerra.

E desolato

entro villaggio

avea.

Per" si dolse
un

E tristoaspetto bel loco assunse, quel E seccaron ed i ruscelli le piante

quella gente n" le volse


un

guardo

Best"r senz'onda. Fu deserto il piano, F"r le


case

e al sacerdote benigno detti: (Mi ! possa disdegno questi Cotesto loco, e infausto, sciagurato liere Di belve agresti e di selvaggie

atto

che fuggite deserte, le bestie ancora.

F"' in

suo

N'eran le genti con Poi che F"'


un anno a

pass", quandoritorno
caccia, e
allora

(|uclla parte andava [H'imavera,

pece torbida ruscellisuoi! ne' diventi L'ac(|ua Diventar nido,e


come

L'iranio sire '2 per la

Quale fosse ilvoler del suo signore ratto il sacerdote, e tosto via discese. dalla A (luelvillaggio abitantiei disse : Oh ! ipiesto loco, Agli
Conobbe
1 Oc?

in pria loco anu'm) a quel giunse Cii'egli E fiorente e beato, in riguardando

Nulla trov" che


Eran le

h"sse. Vizze integro

e deserte le case. piante

Senz'uomini la terra Di Behr"in principe

di

(piadiMipedi

Ch'" verde

Vuota all'intoiaio. Pallida si fea di frutti e di (piadrupedi pien

al signore E d'uomini cdsi, [iiac(|ue i Di'tntti re, prence l"chr"m,che imovo.

pei'ci" la gota,
e e

Si ch'ei temette

dell" Eterno

pieno
disse

Dolce desio
Tutti

in esso. l'ipose

Or

voi
e e

Fu d'acerbo dolor. Vi volse

ei fa d'un principi citt". Donne

tratto

insieme.
bello

Al sacerdote: Deh! Sventura "


Ma
tu va

mai Huzbili, (|ual " il loco ameno!

Perch"

poid'esto borgoameno
una e

! Deserto ipii
e

Facciasi

fanciulli.

tosto

co' tesori miei

Prenci voi siete in ipiesto e d'uopo Bendilo colto ed abitato, adopra borgo, Che d'ora in point)n veggasi raiu'ura. iNon " che alcun di voi sei'va e obbedisca. dal andava hcl Arteficiche vivon per mercede, Vi' dei regi cospetto

(1) Antichi
(2)
Il
re

re

dell'epopea persiana.Vedi

il capitolodella

poesia epica.

Behr"m.

Af'I'KNDlCE

ALLA

FM"ESLV

ROMANZESCA

285

11 sacerdote A

scoiidea rapido

Ratto che udi

ilvecchio quelle i"arole,


intanto

quelloco deserto. Ei s'afl'rettava

Si f"' gioioso adanno e dall'antico Si liber". Corse alla casa accolte e Dell'acque
A

de' villaggi Da questoa quello e alfine sul loco rinvenia Inoperoso Vn vecchio stanco. Gi" discese a terra Dal E
a e fc' cai'ezze palafreno

Ed uomini rec" hi sui ricetti cominci" la teri'a


tutti i contini suoi coltivar,
correr

al vecchio
e

s" d'accanto ilfece assiso

disse:

Antico sere, deh ! chi mai rendea Cosi deserto questo loco ameno? il prence f"' passaggio Un di,rispose, allora Da questaterra nostra, e venne Un sacei'dotesenza senno; egli era Di
suoi che (luegl'inclili
a non

prese. Furon chiestiallora Dai viciniabitantiasini e bovi

E acconciamente

ogni campagna

intorno

S'ordin" ratto. Il vecchio intento e i suoi gran studio e cui'a. Posero in ogniloco alberi molti,
un lavorando, quand'ei, campo ancora fece Volse a fi'uttificar, gioioso lochi.Allora, Il cor d'ognun ch'era in que' da que' confini. Quanti un giorno fuggian

Coloni tutti, con


E

dan frutto.

Che disse
e

noi

"

Qui

tutti sieteornai

Signori duci. E vi

ancora guaixlate

Tutti ed insieme Da far stima d'altrui. Prenci sietedel loco. Or de' sovrani D'un tempo sietevoi,uomini e donne, E imperanti e signori ". Ei cosi disse, E ratto di
e di tunmlto scompiglio

di dolor gi" da le ciglia Versar compunti, e come poinovella Lacrime Anche


si sparse dell'ameno loco

sire, longevo ritornar festosi villaggio ordinar novellamente E quelborgo ! Amico a quello, E i ruscellisgombrar. Mortiferi di legni .Moltiplicarsi sia asini dal cielo Iddio Ne' Come egli seminati e bovi merta, campi E pecore e galline, E rinnovinsi a lui rancura e morte e ognun piantava deserto Ed amhascia di core in sempiterno! Alberi ovunque, e il loco in pria ornai frattanto divenia leggiadro. stato volge A peggior Qual paradiso Condizion di questoloco, Al terz'annoche giunse, ! fu adorno e tale ecco di noi s'addice. duce Tutto il villaggio e tutte del suo Egli", che lagrimar fu Per quel liete oneste e vegliardo d'angoscia Topi'e pieno Prosperavano Sacerdote Ruzbih; f"'inchiestae disse: Per la sua cura. E quandogiunsetempo ilprence Quale " ilduce divoi? Questarisposta Della gioconda primavera, Il vegliardo rendea : L" 've ora crescono Ai campi scese della caccia, e seco.
Oh! di rapine Pieno and" qnesto horgo. di Anche fu pieno morti e e di colpi Tutti al
-

E della cura

del

Erbe

" il nostro duco. sementi,

"

Oh!

Sire de' sacerdoti, era

pur

anco

ambo venicno, Ruzbih. Come al villaggio [dunipie, sii E tu allor, e intanto (lissegli Behram-g"r, riguardava prence nobile In questo loco. Deh! sii tu qual di Pieno di coltie l'ampio giumenti Serto alla fronte in l'opre tue leggiadre!Loco intorno vedea. Levate al cielo Dal tesoro del le chiedi monete. Erano alte le torri e di giovenchi il villaggio, E di pecore pieno Chiedi sementi ed asini al lavoro, era E v'erano E bovi e merci,e tragii'i che v'erano voglia giardini ognun acque e E messi e campiseminati; In questoborgolavorai'. ancora Saranno i Di di tuoi servi sarai i tu e Quelli e tulipani fiengrecomonti signore. Eran coperti }th tu frattanto al vecchio sacerdote e per limonti attorno si vedean dispei'si. iNoiiimprecar, che le parole ed sue Capre agnelli la montagna e tutti Non disse giusta il suo desire. E quando Che veramente Sembravano ((ue' tu alcuno aiutatorda quella Voglia campiun paradiso. 'I Del re diuuu'a, u"andi. Disse Behr"ni alsacerdote : Oh ! dunque a te sani ch'io Ruzbih Tu. (|uantccose

vuoi,da

me

lichiedi.

Che mai fosti, o Ruzbih, se desolato

236

VPPENDICE

ALLA

POESL\

[{OMANZESCA

n'and" verde Questo borgo Ne uscirono In Etl or, ogniparte.

fiorente?
e

E bont" cresce

sminuendo

cade

uomini dispersi

bestie

clicdesti mai, solo

Se al tuo stato di

priatornava il borgo?
un

allora ilsacerdote : A Dissegli Motto ch'io feci, rovin" l'antica

Citt" d'un tratto,e per un motto solo Ridivenne tlorenteil boi'go ameno. Cosi Del
ne

andava L;iubilante e lieto d'Irania il coi'. Ouesto mi disse

Ogniopra trista.Ma la via del male A quella gente io si mostrai coperto E secreto gi"un di,poscia ilsentiero Lor dischiusi di Dio. Migliore assai lucente " la parola, D'ogni gemma alcuno acconciamente Quando l'adopri Ad un loco propizio. In noi saggezza Sia qualregina le sue schiere e guidi
La

re

lingua nostra,se pur vuoi che sciolta

rancura. d'ogni il core giubilante E per tesori tu distruggi Ed io Sia del nostro signor, disciolto ". sempre M'ebbi sgomento dell'eterno Autore desolato e tristo! Da ognipensiero Di ipiesta ilsire, Come ascolt" quelle terra, e del biasmo pungente parole Di prenci vedea che quando Evviva! disse; e servi.Anche di regal corona Fa due pensieri solo cor, si perde Puizbih ! Donava allora Tu sei degno, un Subitamente questo cor peidue d'oro di monete Una sportella

Il mio prence e signor : a Cotesto loco E verde e ricco per monete accolte

Vada l'anima tua Eternamente

"

Pensieri avversi, come D'una sola citt" sono Mai


non

gi",se due
i regnanti,

si veggenteed assennato, quest'uom

Vecciiio e riccodi Gli era


una

sar" che incolume si resti

veste

Anche apprestata pregi. ond'ei imperiale,

La terra che liaccoglie. Andai, signore,

Fino alle nubi sollev" la fronte.

E dissiai vecchi del E

Ninno villaggio:
"

di (piesta terra su voi, principe


esse

12.
con

Ai'i'enliimdi
le del f"filie

re

Behr"in

Abitatori.Imperano le donne ed i famigli, I servi tuttiper mercede e ipielli Che hanno gli ortiin custodia ". AUor che Colui divenne ch'era servo Al suol la testa. Cosi
in

E i fanciulli con

mufina"o.

La settimana

che

con segui, prenci

E sacerdoti ritorn" alla caccia

[prence pria,
solo

Il re del mondo Della sua


Per tutto

i, e cosi fu ch'ei stette


vin fumoso
ei bevve

Cadde recisa dell'antico duce


a un dun(|ue,

caccia al dilettosoloco
un mese e

Motto che feci, desolato e tristo II loco andava dilettoso. Lungi,

Con

suoi. La gli armigeri


in

Pass" misura

sua preda al piano. belve agresti

Lungi furon da

me

biasmo d'altrui

E timor dell'Eterno.AUor che il prence Ebbe piet" degl'infelici ancora,


Al loco ritornai, divei'sa via

In belve al monte, ed ei tornava intanto in core suoi gioioso Con gli armigeri Alla
mentre citt", regal

la notte

Calava sul sentiero e intenebrava Tutt-ala terra. Andavano Dell'esercito suo

Per additarvi, e di l" suscitai Un Ed vecchio


e accorto saggio, sapiente

que'prenci

ei si vi pose elo(|uente;
cura e

molta

sentiero per loi' raccontando istorie, Di regiantiqui


re Quando l'inclito una scorse

Industria e De' tuoi


E

f"'fiorir novellamente

da
in

Splendiente vampa, l'accende il cor. Quando uno solo Che nella festadi P"ehm"n soggetti buono " il consiglioUn re sovrano. luce Volse a quella e signor, principe
-

i lochi deserti, onde f"' lieto

lungi guisa ipiella

(1) Bebr"m
mondo. Festa (!2)

cui Firdusi

d" il titolo

degli antichi
di

monarchi

di dell'epopea,

re

del

del secondo

giorno del

mese

Behmen,

in cui il sole entra

nell'Acquario.

APPENDICE

ALLA

POESIA

ROMANZESCA

237

il vdlto, Subitamente il re dei rei;i


un E tosto ili(jiiella jiarle

Gli si scovri. Dinanzi Un mulino eii,ii scorse, 1

ameno burino villai;-i,MO Una quel

Erano per belt" fra le donzelle, Ed eran quattro,da la turba uscir" ;


era

innanzi

quello

La terza
E
venner

sedean,qua e magnati Ancbe Del solitario borgo.


fuoco lucente A quel Glie in
eran

l" dispersi, dinanzi fanciulle


amena

.Muslikiiick .Musbkin"z, l'altra. Susn"k la quarta, Nazit"b, tutte saltellandoinsieme, della persona

Prendendosi alla man, Alte cosi, dolce (jual

primavera

contine della terra quel

Erano intente a celebrar la festa. Avea d'esse ciascuna in Un bel serto di


rose e su

Nelle gote fiorenti. Elle cantaro Una ballataa re Bebr"m, sovrano D'alto saper, d'alto desio. Ma intanto. Poi che per esse era caduto in core Un turbamento
si vaghe a lui, quelle Quattrol'anciulle a inchiedere si fea

la fronte

in

parte ogni

Stava assiso un Di

cantor.

Cantavan tutte

di re ballateadorne, battaglie

disi'oso: Oh! chi son mai or questo or quell'istante. Behram-g"r ed tutte fanciulledi eran Queste rosate un'altra, guancie, Apprestavano E perch", Gon bei voltidi luna e con ricciuti per accendersi tal fuoco. E d'esseognuna, I lor capelli e di muscbio odoranti E di arguta favellaarmoniosa. Del mulino dinanzi da la porta. Steso sull'erbacon
core gioioso

Elle si stanno Ghe di

qui?

"

Una fanciulla : Gavalier hai cipresso Glie somigli a Bebr"m In

allora Rispose gentile,

nobile statnra.

di purpuree rose Un bel tappeto, nel Gon un mazzo pugno, elle si stavano,

nostro signore ognicosa tua, vecchio mugnaio " il padre monti nostro,che su questi

Quasi ebbre
Da

invero per la gioia e ilvino. di loco festaalta una voce quel

Le belve atterra Ritorno

con

sue

frecce. E tosto

che tenebrosa far", egli per l'ombre vincenti occhi suoi gi"torbi. gli
e

Hisuon". L'aura " questa, una Bebr"m ! Forza ed Di principe Ei si


e maest" possiede sovrana

dicea.
amore

" gi"la notte


Fatti saranno Il muafnaio Gon la sua Prence

Nell'ora istessa, scese


e

gi"dal

monte

E nobil volto; questociel rotante Keggesi }ierluisol. Ben tu diresti da Ghe stilla vin purpureo, sue gote da' capegli suoi Ghe vien fragranza
un

rec" la selvag2;ina

scorta.

Ratto ch'ei scoverse


con

la terra Belir"m,

la gota

Di puro muscbio. Son leoni e "n"gri La sua preda soltantoed in Irania "li as;niusta il nome. Altridi Behram-i;"r Della terra ilsignor cbe bene udia Oneste lor voci, volse le sue E
ver

Inchinossi a toccar, venne sen quindi allora Gon sgomento e terror. F"' cenno Prence Bebr"m che una dorata coppa Al vecchio si porgesse, a lui tornato Da lontano sentier. Dissegli : poi che di sole Queste quattro fanciulle, Hanno mai qui tieni? perch" l'aspetto, Di dolce sposo non " tempo forse? Benedisse ilvegliardo e gli rispose: Non Ben che venute E intatte ancor. Alcuna han marito questefiglie mie. in questa et". Son vergini,
son virginal

redini

loco s'avanz". Da quel

quelle

fanciullecome tosto ei venne, Vaglie II luogo da riguard" questoa quello Gonfine suo. Vedea come quel campo Di vaghissime donne ingombro fosse, fu del ritornarsi Si che toltogli Alla citt"ilsentier.F"' Recasser vino
cenno

E in loro stato

allora
via

pure nulla Ma veramente

Ghe i coppieri del vin dalla sua


e

bevitoria lui, nappo

Elle hanno in terra, e pi"di ci" parola dir". Tu a me deh! cedi, non
"

Prence sovrano, ed apportava un Di fulgido cristal subitamente


in del vin, ponealo Il coppiere

Bebr"m
E
cura

le quattro dicea, giovinette,


in poidi d'oggi
"

dolci figlie Deb ! ti ritraggi,

mano

Non

mai. averti \n(\

Ma Behram-g"r.

cbe quelle

pi" illustri

il vecchio, cavalier gentile, Rispose

^238

ArPENDlCE

ALLA

POESL\

ROMANZESCA non gi"denari,

Da ci" che liai detto ! Non

soii non non

vestia noi,

Non

di
se

re

una

figlia.

Non Non

possessi, non giovenchi,


non senza

terre

argento,
case.

L'adorator

in Cina degl'idoli,

asini e

Queste Che

vaghefanciulleun
le
sue

di vedesse.

disse, Batto le lodi sue, Forse,forse avverr", Fk'hr"ni gli


Che nuHa este fancinlletue
" "

preghiere agl'idoli pur fa,si scorderebbe ^.

Dolci tue spose Si convengano a me. Elle son dun((ue tutte ([uattro, disse; Della polve del suol di tue riposte

Cosi,fin che sul dorso dell'oscuro


de Augello la notte apparve il sole E si f"' il mondo ((ual face, splendente
sermon
a

Stanze,o signor, questefanciullemie


Schiave dicansi omai. L'occhio tuo
Il difettone

And"

di tutte

cose,

intorno

vigile A nobili e
;

malnati. Allor che giorno


-

vide

il pregio ancora

via a te per quella piacquero Che veder le potesti. Or io,soggiunse Cosi Elle
"

il sire Si f"'la notte, del villaggi(" Dal borgo vecchio giunsee a quell'antico

di parl": Signor

bella sorte,

Prence Behr"m

coteste quattro allor,


"

Da Dio santo ricevo.


E in

Ei cosi disse

Venne

0 valoroso,in questa notte oscura fortuna al tuo giiancial. Davvero! Che di tua
il verdeggiante ramo pianta Lev" glisguardi, Frutti venne a portar! Vide la festa quell'illustre e il fuoco

si lev". Dalla cam|iagna piedi

Nitrir s'inteseallordi

palafreni,
scorta

di E ilsire ingiunse Ai

sua

eletta

cosi di addur le vaghe famigli

Vide pur
E
a

anco

le redini volse Ed
or sue

del prence iranio. Fanciulle al gineceo Tutta si volse alla campagna a un tratto

questa partescese.
son

Le figlie tue Nelle De' Con


sue

fattee

gi"son

spose elle

Quellagente guerriera, e l'atranotte


stuolnell'ombre Quell'ampio L'oscura notte che Alla moglierasua: Bello
Con
sue

ravvolse.

Ebbe il mugnaionieraviglia. Tutta

pi"scerete, al loco suoi dolci riposi. Al tuo signore, bei volti e que' que" capegli crespi
stanze tuo tue dir,le figlie

segui, pensieri
Cotesto illustre. tal statura.

E ilverace

tinche disse poi Nell'alma accolse, luna in ciel, con ([ual


e come j"oter,

cosi. Be de' Assegnasti

regnanti,
" tuo. 2'li
attorno

Behr"m Si che

illustre, 2:enero
in dovunque

ogniterra

tal forza

giugnea

in D'o^iii Ma

avanti t"adi te ricoi\lo.

Della notte per l'ombre a questoloco? ei vide ilfuoco acceso, disse Da lungi dietro La donna allora, e per"venne Al gioioso cantar de le fanciulle, All'ebbrezza del vino, al Di musici
e suon

questoconfine Tutto a te dona e questatei'ra ; e tu che da rancui^i Non averti dolor,


E da timor libero uscisti. Or Tu

Behr"m principe

dunque

giocondo

cantori.

"

0 donna mia.

fa comandi, che il comautlo " tuo; Tutti servi ti slam, che di te solo

Disse il mugnaio alla sua

donna, questa

" potest". qui noi Soggetti


Tutti
a

lutti

mi narra! E sar" lieto, Vaga istoi'ia 0 sar" tristo di ((uest'opra iltuie?

! Schiavi Inver ti siamo. Oh ! quai soggetti te

siam (pii

noi veracemente

Ecco! restar di lui meravigliosi questadi Dio, disse la donna, Che l'uom non chiese gi"d'alto lignaggio E il mugnaio nome e la donna, e ilsanto v ide in invoc" le Ciascun d'essi di Dio core fanciulle, sovi'aiio. e Quand'egli

Opra "

Pensier

non

ebbe di ricchezze mai. per la faccia errando,


una

Davver ! dicea di
Che

il sire. quel villaggio

tei'ra Dell'ampia

ei si cercava Le";'2,iadra

fanciulla,

ciel trassero sposo fin dal quai'to vollie quelle trecce! Quest'almo sol ipie'

belle. (1) Tanto sono {%) 11 borgomastro, secondo capitolodella poesia epica.

l'antica

costituzione

iranica.

Vedi

il paragrafo 41

del

iUO

AIM'ENDICE

ALLA

POESLV

ROMANZESCA

Avessimo per tanto onor cli'egli bave ! Una grazia da lui veracemente 10 chieder", se pur non il mio Cotesta impresa Forse da potr"
a volge

Laudi

glifece e ilbenedisseancora
-

In (piesta Per te sian fiorenti foggia:

vile

(vinae Turania ! Or da
Un mio E amico deh ! tu sii!

te

illustre chieffaro

(lostui signor,

desire. Al mio desio Tuo


"

|iropizio

l'orridoserpente

" ilcomando, gli

La mia vendetta dimandar, pur Ascolti il mio Ad le voci mie dolor,


"

ch'egli

Behr"m

In ci" che chiedi.

le disse, tua la possa e il velie E la regina disse:


"

rivolte. imprecar
il re
^

Ove racconti,

Di Atto
Di
a

non (|ui

11 paggio al nobile disse, L'orrido


caso

guerriero

" un dilettoso loco. lungi Al verde loco, giovani tripudi.

pi" giusto, d'ogni

Cina, al cominciar di primavera,


una

Di lion K"ppinon Pi" mai

vedrai tu segno

Fanno

festa.Ma

pi"in
un

su

di

quella

allora se non ucciso, (piaggili, Che i lupi le membra ne trarran sparte. La rogai donna,come udi coleste

Foresta verde,quanto
Tu
un scorgi e

trar

di freccia.

monte

E bruno

tetro.

pi" che pece assai Su quelmonte " un drago.


da sventura
un

Parole acconce, n'ebbe lietoil core, Discioltaand" della perduta figlia Dall'acerbo dolor. Corse Del
re e ne venne

Onde

pur sempre
terra

" colta

Onesta
Ch'io Nome Ebbimi

di Cina. El;I" "

leone

K"ppidico,u"
conosco.

di Ini diverso

di Cina alla presenza e tutto Quivi ridisseci" che vide e intese. Disse di Cina il re: Saria cotesta io. Se detto

gi"dal

Tale die
A

mia figlia di Cina principe ilsol rendeale omaggio. Un tempo


una

Ma

Onta

vergogna in loco ov'" pur sempre

quelloco di
sue

festaella ne andava
nostro

Un cavalier(|uale son

Dalle

ilprence stanze,quando
con una

Sar" per noi che leon K"ppiun giorno La figlia mia si divor", fiaquesto Della mia Davver Anche
non un casa sa

Alla caccia scendea Il fiero mostro


La
nostra figlia

scorta.

Discese allordall'orridamontagna
e

in

E i|uegli vituperio.

dentro
si traea.

le sue

fauci

che l'orridoserpente di ferro col

Frattanto,

monte

pestifero

Alito traggea s". Ben che di prence Inclitasia la figlia, " pur di prence Cara la vita. La Ch'era
"

Ad ogni cominciar di primavera, And" a quel loco dilettoso e bello Il re di Cina per sue cacce, e ninno in questa nostra De' robustigarzoni Citt" rimase, degli eroi
nessuno

Oh! la vendetta mia,

donna risjtondea, regal per quella occhi dimando! miei, pupilla agli Sia di me gloria o sia vergogna, tutto ildesio si compia. 10 ridir" perch" Anche

in guerra quirest",ma tutti Incliti truculento e fero Da leon K"ppi

Ebbero morte.
La nostra

Disert"

crudo quel

lungosu

ci"

tempo

si

volse.

terra si fiorente.

Eppure

Ed ella nascondea Amor Fece

di vendetta quel
un a

ed eroi. Cavaliei" belligeri molti "nno saliti grand'opre, da lungi Ma quand'ei dell'orrido drago Veggonl'artiglio Atti a Correndo al monte. E il petto e ildorso e la cervice e ilcapo E l'irteorecchie, e e allor ch'ei rugge

E fu che feroce a tutti.


una

giorno
tutti

festa il re di Cina

Diede l'accesso i E fattoinvito Sovra


un a

suoi. Mandava, prenci

Belir"m battagliero, dietro ai veli

trono

allorch'ei d'argento, venne,


come

11 f"'seder. Ma Delle
sue

[freme,
il c("r si fende. Oh! D'ogn'uomguerriero

stanze

udi le voci

allegre

si L'inclita donna, rapida

mosse

(quale,
Qual
" mai

Belir"m iianliardo a rivedere. Assai

tigre leim ti'uce


o

in acque

(1) Il re di La Gina (i")


concetto

Cina.
e

il Turan epopea

considerale (Asia settentrionale)

come

un

solo

re^'no

nel

dell'antica

persiana.

APPENDICE

ALLA

POESL\

ROMANZESCA

241

Orrido Timor

che di lai mostro alligator


non

Fu lion Behr"m Si che

Un'altra freccia ancora K"ppi!


al capo avvent" diritta. gli

senta? E

non

ardisce alcuno

l'atrosangue uscia (pial'onda Per la bocca dal petto. Ei ben vedea Disse Behr"m a lei: Dimani,all'alba, Qual de la belva l'impeto e la possa, di festa Onde ratto una terza e cuspidata Andr", vedr" pur io quello Loco temuto. Col poter di Dio Freccia scagli" contro agli suoi artigli Della luna Che ci d" forza. Creator superno del dilettoso e sol, quel Loco di festasgombrer" dal serpe, Ratto che il primoalbor la via ci mostri. Della
mostrossi inciell'argenteo disco (Juando allorche sciolse luna, pallida E quarto illacciosciolsepoi. Balzava

ov'cidella sua sorte incontro, Muovergli i lui casi a o avversi. Computi propizi

allor su Rapido

E di l" de la belva in

la montagna eccelsa, al petto mezzo

L'asta avvent",si che le pietre attorno Andar di sangue intrise. Il valoroso Trasse la spada allor, quelcorpo immane Del fero serpe in due divisee il capo ne tronc". Qual cosa vile colpo Abbandonando il lurido carcame. D'un Gi" calossidal monte Venne Ma
con e

Le brune trecciesue

la notte

ombrosa,

Gli eroi di Cina si sperdean. Ne andavano Ebbri dal vino, si ritornava e ognun Da quel loco di festa al suo soggiorno.

al

re

di Cina

quandoapparve maest" di sole in alto e le sue treccie attorse Fulgido


La notte bruna, un suo guerresco Behr"m si rivesti, fidala in Dio La dolcevita. Ei E
un port" arnese

Ma

fieroincesso e lietoin core.

Di lion K"ppi a raccontar

l'impresa.

laccio e

un

arco

bosco gi"salitoal dilettoso Era di Cina il re con la sua donna. Ambo correndo a concitati passi Della montagna al vertice.Levossi Voce di gioia fra gli eroi di Cina, Si che fendersi al grido alto e
sonoro

E cento trecciedi
con a e

compattolegno

Atta Alto

due punte un'asta lunga, fiere Come al monte sen venne colpir. che dirotto,
tornasse
a

dietro

De' suoi la scorta comand".


A liou K"ppi si trov"

quando pi"presso

Ma

Detto avresti la terra. Ei benedissero A Behr"m battaglier, gemme con oro


in copia, e al petto suo Gitt"rgli

frattanto

Il nobile guerrier, detto tu avresti Che soltantoper lui tutta adoinbravasi L'alta montagna. L'armi cinse il prode
L" tra le
e rupi con

il re di Cina; sempre, D'allora in poi, sire chiamollo. Al regio


suo Albergo come

Forte il serrava

si rese

ancora

laccio l'attorto

Di Cina il prence, Cortese


e

messaggier scegliea

in pria Balz" in arcioni.SotTregando

dolce

di cofani cento
vesti ancora assai
a

L'arco

suo

forte e

Iddio chiam" dator di

Grido mand", su Pos" la mano e da la roccia dura. Della mano fuoco schiantava. al toccar, Entrava allora in Leone
una

il nervo. rilegando fiero e un grazie la ronchiosa pietra

D'auree monete Inviava un


E
suo

da' tesorisuoi dono


e

e giovinetti paggi meno e

cose

E da

da

Che pi".
su

lui venisse
e un

Ilregio anche f"' scriba, cenno,

inclito

fonte chiara

Editto ivinotar

rilucente

Dentro all'acque sue K"ppi. indi n" uscia,che quando S'avvoltolava, Erano molli dell'orrendoserpe
nessun Gl'ispidi peli,

danno

lui

Peano i dardi d'alcun. L'orribiIdrago Allor s'avanza e Entro desia quel gi" prode ne strozza. gittar profonda Quando una freccia di compattolegno L'uom valoroso vibragli di contro. la Davver! che sazio delle giostre sue
16
"

in seta cinese. Una sua figlia Foglio A principe Behr"m f"'sposa allora in Cina il suo Il nobil sire, perch" fermasse e la sua sede, Soggiorno egli " pur costume Poscia una vesta, quale Di quella terra, gii apprestar, per lui

Molle celatee molti cintichiesero. A Ove ilre gli duce d'Irania, disse, ogni dona. ei tu degno ne sia,questo
fue

altro non Di Behr"m, da (luel giorno,

Storia Piz7.i,

della

poesia persiana, voi. IL

242 Cura E
0

APPENDICE

ALLA

POESL\

FU)MANZESCA

che cacciar per boschi pensiero corruccio in lui della fortuna,e tutti

E civettee A'

e dietro ancora sparvieri,

cibo; niun prender

Venian trecento

cavalieri, e dietro

Pel tramutar

de' falconi i veltri guardiani

Di Cina i cavalierd'altei'o capo Desio pungente di Behr"ni nel core Avean pur sempre, e della gente ognuno Cosi dicea: Noi ti siam servi,noi Per te siam vivi su Behr"ni Facea pur anco, Ogniabitante di
la terra.
e
"

Chi reggea col guinzaglio. Anche vedevi Settanta in ceppi nobili leoni
E
entro leopardi,
a

broccati avv(dti caccia regal

Tessuti in Cina. Istrutti a Eran leoni e Le fauci avean Ottocento

Intanto,
doni

e avvinte leopardi con

godeala dolce vita


e a

musoliere d'oro.
ancoi'a

lui benedicea

Con monili dorati eranvi

loco estrano. rpiel

ei che alla corsa segugi,

Raggiugnean peldeserto le gazzelle, nmsici veni"no. E, dietro a quelli, 14. Incontro d" Kltusrev e di Sl"rtna i. di sacro alla caccia Duemila, per quel in fieri concenti. Sotto Quando giovane ancor, senza rirnprocci. ("omposti pria Un cammello Era Parv"z-, vivente il padre s'avea ciascun de' musici, ancora, ad un eroe, in terra Fanciullo pari Postasi in capo fulgida corona
Qual dolce
amica
sua

Shirina

ebbe. egli

D'oro lucente. E v'erano di Carchi


e

seggi

Ell'ei'a si per lui quale occhi degli lui La fulgida e cara a pnpilla,
in terra, fuor di lei, era nessuna date Fra tante belle e tante figlie

di tende

di recinti ancora. di bevera!i'2,i

Di padiglioni ancor, Per i Forti cammelli;che

Non

Nelle

sue

notti

lui.Ma

poiche

sire

f"', per alcnn tempo Diviso ei stette da Shirina e attorno


And" Che

Del mondo

si egli

in mostra giumenti, cinipiecento ilsire apprestati A ci" appunto gli Ma giovinetti avea. bracieriardenti con Dugentopaggi,

Alo" vi abbruciavano Ambra E cento Avean


con ancor

odorosa

pelmondo
sue l'opre

senza

posa
erano

quiete,
e

esso, tra

cento

garzoncelli
ampi a le mani

Con Behr"ni Cosi


ne

pugne Poi che disciolto battagliera.


in la-

contrasti

i servi

fascidi vividi narcisi

andava dall'amor di lei jterlungotempo, si vivea la bella, [grime giorno


si che di cacciar desio
un
e allora giorno,

E zafferano, andando e precedeano eletti fiori, fragranza degli Corn'ei venisse, fino al re giungesse. Ma innanzi Venian Pure
con a

Prence Khusr"v E notte


e

Perch"

Avvenne

dai soavi odori, questi intenti schiavi,

Prence Parv"z ebbesi

otri cento
a recar.

Ei la caccia apprest" qualfu costume De'


re

dei

l'c

che

priadi lui nel mondo

ei spargeano l'acipie L'acqua si che ben detto sentiei", Lungo l'ampio

Avean dominio. Con dorate Trecento


a re

briglie

Avresti allora ch'ei spargean And)ra Non di un'acqua


rose,

su

bionda

Khusr"v

d'inclito nome

onde

.Fui'onoaddotti palafreni, e andavano


A

levasse la polvere con


a

improvvisa impeto
quelsire vaghi

piecon
e e

con Ini,

in pugno. giavellotti

Il tnrbiiarpiilonai', contro
Di nobil nascimento

Mille Mille

cento

sessanta

paggisuoi.
lucenti spade

ad avventarla. seicento

quarantaavean

Ma,

come

o re, prenci

E broccati di sopra ed aspre maglie Sotto a' broccati.Settecento poi

Giovinettia cavallo accanto


E vesti

all'inclito

venian, lutti con violette Signoi'


rosse e

Falconieri accorrean,

con

falchi in pugno

il re de' regi gialle, e

(1) Per questo passo vedi i paragrafi27 Parv"z. (2) Il re Khusr"v Il ribelle Behr"m Ci"bineh del passo (3)

i7 del

capitolo.

precedente.

APPKNniCE

ALLA

POESLV

ROMANZESCA

243

Avea

di K"voli il sacro
con

'. Innanzi di'apiio

venia Egli Con In


una

orecchini e sorto,
tessuta imperiai,
nn con

di mutar, allora Le notti iligiorno occhi eran piangenti Che ilcore e gli e il Sorridere

veste

parca?Dov'" l'amore,[labbro

con fulsjid'or,

dorato cinto. infissa monili,

Con braccialetti e Del cinto ad

di noi,dove la nostra Dove il patto e la fede e il giuramento? Impromossa Cosi Versava occhi gi" dagli parlando,
un

ogninodo ampia una

come Sliirina, schiera, a (piella D'Irania, precedente di il color tlel mondo, giallo re, Signor

gemma. udia venir la schiera

mesti

sulle vesti sue pianto

Tinte d'azzurro 3. Come Fino orecchi di agli

giunseil pianto Khusr"v, glisguardi

E di muschio odorosa

una

si cinse

Ampia tunica
Alla tunica sua Cinse I
un

sua.

si tinse il volto
e melagrana, rosso

D'un lieicolor di

sopra

Ei lev" un cotal poco e di Shir"na Oh! allora Scorse le gote rubicontle. suoi occhi Per lei negli addusse lagrime Prence Khusr"v
e

ritinto in

nel impallid"

volto

suoi, ma fregi

greco broccato. Erano a gemme d'oro il fondo. In capo


una corona rogai

Qual

" talvolta questosole in cielo!


auree un briglie suo

Con

destrier man-

Ella si poso

[dando
E

Di cui le genuiie che l'ornavan tutta, Ei\an si degned'un eroe. Da quella

eunuchi quarantadi Grecia incliti d'or splendi'ente gineceo la re2:a;ia


Oc?
'

Perch" nel

Gioconda
Di

stanza

sua

venne

un

teiTazzo,

l" ne Recassero colei,

Ma lieta ella non

ben che ne' gi",

giorni

si mostrava. giovinezza,

Quivi

Ella rest" Un che Khusr"v


E per le

giugnea, ciglia Quel volto Le discendean le lagrime. coiu'ella vide, in piedi Del suo signor
gote da le fosche
Ratto levossiod
a

Di gemmo ornata, di sua caccia al loco Indi sen venne, l" 've falchie veltri venian. Poi che sua parte All'uopo gli Di
suo

ebbesi nel monte, sollazzoegli

ebbesi nel campo, in molta Egli Alla citt"si ritorn". Festivi Per la citt", per Dalla

gioia

Parv"z la sua

Alta persona f"'veder. Con dolci Parole allora a favellarla lingua

via,f"r posti l'ampia Gli apparati or che tornava dovunque,


de pianura
e

le cacce al

sue

quel tempo antico le porporine E per gli occhi irrig" occhi suoi, Rose del volto. .Alesti gli
Addusse
e

ricord"

L'iranio sire ;

de clangor
ecco

le tube,

De le voci al concento, Che al liero


suon

! parea

tutto

cielo quest'ampio

i\la vivide le rose, ed ella intanto. Di


sua

Si confondesse. Con la sua Alta

statura,

nel belt" nello splendor, la rapida

suo

Costume onesto,

lingua ^ disciolse In quel sermon pehl"vico leon gagliardo,Ad incontrarlo.Ambe lo mani E disse: Oh! mio signor, E il capo gli felice se' baci", Che hai di sire l'aspetto e quandoin
che in fieroassalto Al sacerdote ^ Per noi
non re

di re, nel suo palagio e degna Entr" dalla citt"quel re sovrano, E Shir"na venia dal gineceo
e

il piede

tal guisa

Guerrier fra l'armi, eroe

Khusr"v

si volse :

ov'" l'amor tuo Leoni atterri, E dove


son

grande

le lagrimecocenti valevol
cura

tu, fuor che di bene, donna Alcun pensier. Questa leggiadra


aver

A cui soltanto era

V^oiconcedete

re

Khusr"v, la lieta
ne

Di Shir"na

il costume Ov'"'" l'aspetto?

Novella al mondo

bandite omai.

(1) La
contro

bandiera
e

nazionale

iranica,gi" stata

inalberala

dal del

fabbro

K"veh

d'Ispahan

poesiaepica. usurpatore Dah"lc. V. il paragrafoSO zione). d'introdu{-2) Lingua iranica del Medio Evo persiano(V. il paragrafo 34 del capitolo di lingua antica,di linguad'altritempi. in senso Firdusi qui dice sermone pehl"vico
il tiranno

capitolodella

(3) L'azzurro

" segno

di

cordoglioe

di lutto presso

i Persiani.

(4) L'arcimago.

244 Oliai (IcL^li antichi era

APPENDICE

ALLA

POESL\

HOMA.NZESCA

costume,

lei

Chieder ti lice.
"

Ogni ricchezza mia,

Cosi richieseil re sovrano; tali di costinni e leggi. Erano da que'

Shirina disse, " accolta in questa quale Irania terra, a me partilamente Renderai tu, dell'inclita assemblea, Le nel cifreancora tue Qui, cospetto. A questolibro apporrai tu, perch'io Da ognicura mi sciolga e grande e lieve. Ci" ch'elladisse, facea re Shir"y Subitamente, e la donna leggiadra. Tosto che al Ebbesi da
suo

15. Morte

di Sh"r"nn i.

Questo ella disse e da la fronte il velo Si tolse, ed era luna ilvolto suo, Muschio- ilvolume de' capegli. Questo, " ilvolto mio. Menzogna Ella soggiunse,
S'ell'"cotesta,violenza opponi. Sol per savio disegno io mi celava I miei alcun pel mondo perch" capelli, Non vedesseli mai. Mostraili, e questa

des"o
scese

risposta degna

alla via Shir"y, Da (juel che ilGaio " detto, uscendo giardin Dal cospetto de' |)renci e de' seniori. Cosi
sen venne

alla sua

casa

quivi

" la magia che altrim'appone. Questo


Incantesmo Non
reo non

Liberi fece i servi suoi,que' servi Con


sue

", non
"

menzogna.

ricchezze f"'beati.Ancora
sue

costume!
avea con

Veduto Udito

nessuno d'allor, occhi suoi,n" inai gli

Pria

Quant'erancose
A' suoi

die a' poverelli,

congiunti pi" don" d'assai,

avea

da chi "

anni, maggior degli

Doni f"'a' templi del fiammante Fuoco Di Sad"h per la festa e per il primo Giorno dell'annoequel di Milir*; per molti Ostelliancor Per deserti e abbandonati,
covo a leoni orrido ospizi, re

Crine s" vago ricordar. Stupir" vista I vecchi tuttia l'inattesa


E
acre

dal lahbro. salivaprofoiidean

com'ei vedea le gote Shir"yS, ecco! che l'alma d i Leggiadre Shirina, Ei per quel dal petto. volto Parve fuggir Attonito rest",si che d'amore ed ei le disse : Ninna, pieno, fuor che te sola, Ninna vogl'io e quando II cor
fu

Ma di

Gi" divenuti, a

Khusr"v

estinto

fece offertee doni, Gratificando, All'anima di lui con Ad

l'opre pie

Dolce conforto. Ma discesepoi il volto e ha scoverse giardino E si assise sul suol, ornamento d'ogni discinta.Le attorno sue e Spoglia genti
un

Te

consorte avr", sola mi qual

basti

Da' tuoi cenni mai In tutta Iraiiia. Non andr" Sulle


mio e questopatto lungi mie ! vorrei pupille scolpir anche scevra Per l'iraiiio non signor Di mia brama son io,cos" rispose
a me

Ella raccolse e Ad alta voce:

con

atticortesi

Tutti volle seduti e cosi disse Chi di voi


va scevro

orecchi offesainverso altrui, gli D'o2;ni sua che Porgaintential mio dir, d'ora in

La vaga donna. Se tu

concedi,
resti

poi

Anche In

due

cose

chieder vo'.Deh!

il grado tuo di prence! sempiterno " cosa tua, rispose L'anima mia gli altro tu chiedi ancora. Prence Shir"y; se

vedr" pi" mai. non Questo mio aspetto da' che mortali Quel giudice cerca che don" sua luce giustizia, ed allabianca luna. al sole astri, Agli Alta

blea (1) Shirina, accusata di ree colpe da Shir"y,figho di Khusrev, dinanzi all'assemmolta si velato il dei principi volto,con eloquenza; poi si toglie persiani, difende, s'era invaghito di Khusrev bel il soltanto il velo, mostrando re volto,per quel quale adoperata. e non lei, per arte magica ch'essa avesse (2) Per la nerezza. di Khusrev, invaghito, alla sua volta,di Shirina. e successore (3) Il figlio (4) La festa di Sadeh per la scoperta del fuoco (vedi il "2" passo del Libro dei Re istituita dal alla poesiaepica);la festa del primo d" dell'anno inserito nell'appendice di re della vittoria in memoria del di Mihr, Settembre, Gemsh"d mese e quella re del della Dah"k. Vedi il 80 Fr"d"n epica. poesia paragrafo capitolo sull'empio

APPENDICE

ALLA

POESL\

ROMANZESCA

245
e

Temete

voi ;

Che per In ci" difettonon

da voi parlisi dir vero, che a' pi" savi in


non

Pel
terra

reo

nemico

temo

si che innanzi

s'addice. Intanto,

Dal di ch'iovenni appo Khusr"v,dal tempo Che sue stanze dorate io penetrai
La

primavolta e fui l'onor del sire,


inclita e regali

Fra le donne

grande,
Davvero!

mai Qual colpa

fu scorta in me?

Che simulando

parola pronunciar

Non debbesi da voi ; che vai cotesto Simular presso a donna e accorta e astuta? allora, Tutti levarsida' lor seggi
e dissero: a dar risposta, lingua inclita Tra le spose regali donna, d'anima e serena, e loquente Saggia, mai vide che te non Per Dio giuriam

Sciolta la

con tutto, popol lingua, proterva di mia la infelice morte me Dopo fu di voi Male ei favelli. Ma qual disciolto A me gi" libero e servo, Or va del capo. Alle parole sue t rafitti a l Forte quelli core piangean, Per l'estinto Parv"z di doglia acerba. Ma ratto che venia n suoi messaggeri le udite cose Appo prence Shir"y, Della innocente ripeteano a lui, Oh ! E Shir"y dimandava : sorvenne qual Alla donna preclara altro desio?

Al

"

E Shirina mandavagliun Deh ! che al

suo un

fido,
desio.

Qual dicea: Sol rimane anche


Alto mi 10 dischiuda la porta! Di rimirarlo
un

dell'estinto sire sepolcro


venne

Alcun vivente,n" udi mai tua

voce

Delle tue stanze dietro allecortine ^. Oh ! davver che dal tempo fortunato a te nessuno D'Hosh"ng antico eguale
"

desiderio!

"

Oh! bene

Questo al certo sar",che ti si addice,

cotal desio! le rispondea, Shir"y I paggi la portaallordischiuse tuttiallora Del sepolcro Si assise in trono ! donna egregia E le ancelle e glischiaviaccorti e saggi, 11 guardiano e quella Funebre pianto alte incominci". Si mosse Avidi tutti di poter, con E appose al volto di Khusr"v la fronte inverso a lei: Preclara, Voci gridare Inclitadonna, celebrata in Cina Ed in Crecia
e

E i casi ricordando intravvenuti.

in Tir"z^, chi dir


a

parole
come

Il veleno letalrapidamente s" che Ingoi",


tosto la
sua

Oser" in male contro

te? Deh!
a

dolce

Licito fia recartidanno

prova ?

Vita distrusse.Ella

pos" daccanto

E Shirina dicea: Questo Irato il ciel, peltrono

malvagio*,

All'estinto ilvolto. signor, coperto Raccolta la persona entro a una vesta Odorosa di canfora, e appoggiando Alla pareteil corpo suo cadente, L" si mori. Mori, da questaterra Via si recando la sua lode
e

Di cui la fronte colpir" dall'alto


e per il serto Deh! ch'ei non vegga in avanti sorridente ilviso D'oggi

Uccise il padre suo.

Della fortuna! Forse al morir Schermo F"' dell'alma del Ed padre.

suo

il merto.

ch'ei tal governo questosi f"',


or e

messaggio
oscura

Ei m'inviava,onde fu tetra L'attrita anima

b) Il

romanzo

Vusuf

Zalikha.

mia. Dissi che viva 1. Lamento di ("iacobbc-^.

Fin ch'io sar", serva

di Dio sacrata Ad avventura di Giacobbe intanto il core l'orecchio, alquanto volgi Porgi E del coi'e il pensier. Come di lui,
"

Sar" del core, e manifesta a lui Feci la via che volente mi scelsi.

Eppur, pienadi duol quimi


(1) Cio"

soii

io

nessun

uomo

tia avuto

far

con

te.

"

Vedi il paragrafo 80 del capitolo della poesia epica. (2) Antico re dell'epopea. celebre per bellezza di donne. (3) Paese dell'Asia seltentriunale, Il d'aver Parv"z. fatto morire il padre, re Khusr"v accusato (4) re Shir"y, dal testo l'edizione diversa di d. d. molto 1299 E. (1881 Teheran, C), (5) Seguo

seguito dallo Schlechta-Wssehrd

per

la

sua

traduzione

in versi tedeschi.

246 Vasel di

APPENDICE

ALLA

POESIA

KOMAN'ZESCA

i tristi figli sapienza,

Ti

L'innocente

calar nel tetro pozzo i, armenti Si ritornar veloci appo gli E


ne

noi ^, parliam solo uno sguardo volgi lui la Alla vesta di perch" prova

trassero

un

irco,e

uccisero qnello

Inutile non E

stimi

falsa e

vana.

E del fratelne

tinsero la vesta

E Levi quella vesta si dinanzi poneala


a

recava

Tutta nel sangue e la ter molle in esso. andavan tutti Come poi l'alba, venne il capo sparsi dolente S tavasi Di negra polve. intanto a capo della via. Il padre Con lacere le vesti e
il suo Aspettando

quell'integro,

Tutta cosi macchiata di tal sangue Di menzogna, e menzogna era che luce Aveasi tal, qualpur di luna in ciclo*. la sventura Poi che in tal guisa
e sua

all'alba, Scorse Giacobbe e(pielli, figlio;


con

vesta quella

intrisa

Venian di questaguisa e E di Giacobbe che

le mani

il capo, ocelli, percoteansi gli Copriaiisi udia quelpianto


un

Tutta vide di sangue, oh ! che dal corpo volea l'affaticato Migrar spirto, Detto tu avresti!Non Forza alcuna
L'uom
o

rimase in lui

ratto Con l'alte strida,

Devo al

core

Annunzi"

che. di sventura
iva Giuseppe,

al laccio

Cadde supino vigor. fu tolto, d'et"vecchio, e ilrespir gli trista. Tutta

perduta ratto vita sua. Perch'egli L'integra Dimandando dicea : Deh ! che fu adunque? oh ! qual mostrava E la sor(e celeste,
Caduto omai A noi sventura? Ov'" di questo core. mia dolce, ov'" la speme? Di quest'alma In Di Di
mezzo

volto suo E lividosi f"'quel Com'erba


una

vigilia

Rest" del di

di sensi,ascoso privo

Sotto nuvola fosca il dolce viso Ch'era luce de' cuori. Aitine,aitine.

perch"non "? Il conforto mia perch" non veggo? (piest'anima addusse mai oh! che gli Dio consiglio,
a

voi

rinvenne, alto gemette cor quel Il profeta di Dio. Incominciando Suoi lamenti e suoi pianti e sue querele
Come Di guisatal che Deh!
un

d"mone

malvagio
cosi vuota

Dinanzi? Il dite voi,che, per timore, L'anima Di


e alla persona il ~. rompesi legame pazienza

ci cos" disse: Piet" n'avria sentita,


tu veste
inn infedel,

mi si turba

occhi allora e pieni gridando gli dicean : Deh ! padre Di lagrime, saggio. Perch" ritorni senza lui? Nel seno Da Dio ti venga per Giuseppe tuo mio. tu allora ilfiglio Accoglievi Un lietoannunzio,che di lui disgombra L'anima mia, la vita mia, che al core " qnestaterra ! Un'ora,andammo noi M'era vincolo dolce. Ora hai nel grembo " questo, Da lui lontani, Il sangue suo! Segnomaligno e tutto eraci ignoto mio diletto in Che avvenir gli dovea. Femmo noi tutti ch'" Del te. Seguod'ira, Tutti Una
scommessa,

sola Uscita sei da me, quando non miei ! Intanto, occhi Lungiandasti! dagli

qualdi

noi al

corso

Ben tristosegno

m'hai portato e fatto

Pi" veloce si fosse e Ini lasciammo Al loco nostro consiieto. Oh !


come

mio! M'hai,per tal segno, orbo del figlio Cosi venistia me del mio Giuseppe

Sapevamnoi d'alcuna
Lui
un improvviso

sua

sventura?

Triste ricordo. Andasti E


a me

un

di

j"i'opizia,
! pianto

si lupo
e a se

rapia,

ritorni
tu

degna assai di
in te

Cibavane le membra Ne Non Che ripingeva. ci stimi,tu

Dio lo

spirto
ilvero

Come

andavi,luce
era

splendea

tu veraci
se

ed Di sole, Con suoi

in fiorla primavei'a [dietro,

anche giusto,

Or, torni a e rose (?). germogli

(1) I fratelli di Giuseppe, per venderlo poi. (2) Pare voglia dire che, perduta la pazienza,far" atti da disperalo. ci" che " stato detto avanti, e (3) Si lascia qui un distico che ripete inettamente dev'essere interpolato. (4) Cio" era chiaro e manifesto che quel sangue non era di Giuseppe.

248

APPENDICE

ALLA

POESL\

ROMANZESCA

Alla belva tu chiedi e via dal core, ! " i. Via dall'alma mi togli est" rancura

L'intimo

del

suo essa sua

cor

fecesiostello stuoia pudica

D'amore, ed
Avvoltol" di

la

virt" primiera '^. le assemblee, per tutti


sentore

2.

aranci^. Episodii) defili

Cosi, per

tutte

I vichi attorno,ridicea l'istoria Ebbe Ogni donna d'Egitto. Di cotesto Zalikha, al Per che smorte Come
cor

Ho da veraci iiarrator contezza si sparse est" novella ^, Egitto delle egizie Per" la lingua donne, ^ Tutte a lei ruppe ilvincolo di quella Che in voci Sua pazienza. Con sonnnesse Cominciamo secreto a ridir l'alto E
ne

trafitta.

si fean le

guancie sue,

persona S'attenuava. Poi che noto attorno L'alto secreto si rendea di lei, S'arrovellava in s" come cerasta, Si che tosto
^ a

festuca quella sua

and" attorno

la novella e ognuna

Cos" dicea : Perla fu Del duca nostro


"

gi"non

tocca

trovarsi arte sottile

la mogliera, e il tempo
suo

Moneta vii la fece. Oh! d'un Colei s'accese, e Non la persona,


non non

schiavo

di scampo. Ora, tu vedi S'apparecchi" astuzia f"'costei principio. A quale Da Da


e messi. ogniparteinvi" messaggi

restolleintatta
il cor. Per
cento

in ogniparte,

che fosse di bel


a

nome

Cuori,davver! che innamor"


E
sua quell'anima

di lui, al laccio

Onesta donna, e tutte


assai Ospiti,

s" chiamando
e

colta ora

"

lor f"'carezze

in loco

a seder tutto appartato e bello. Tanto ella " presa omai,che per l'Egitto Era di donne una gran turba, e aspetto Nota e infame divenne. E non sapea Avean tutte di luna,anzi pi" bella

Della sventura

Di cotesto

amore

Pose

Che arte aprincipio era da oprar, per ch'ella D'un tratto solo soffocar potesse

Era ciascuna assai, tutte (liviso


E di persona acconciamente tutte ed azzimate Leggiadre
tutte Oppresse quasi,

adorne,
e

Questo novello amore.


In
sua

Altri frattanto

belle.

bellezza al cominciar la vide. Deh!


e persa che Ahrimane

Tutte di sotto a' molti adornamenti in loro vesti

Altri or vedr" tutta smarrita

Quellabellezza sua.
Per" il cor
ne e

Ravvolte,tutte
Candidi
e

Via la port" dal dirittosentiero.


fu

lor velial capo, con tutte a nitido rossi, eguali


rose

guasto quella
e

mente

Cristal fra

'^. Ed porporine

erano

E la persona

l'alma avean

iattura.

Ahi ! Zal"kha per tutte le assemblee Sciaunita omai, ch'ellad'amor si accese Per
un suo

lor veli alle persone, Variopinti E leggiadre d'una luce le fean qual Bella di Marte. Ed ecco, a quella luce
Di lor voltibellissimidi

schiavo ! E ditrnit" del

suo

luna,

Duca fu lesa, e il nome Sua


casa

ch'" di Dio, risplendere ancora, e a quella Qual paradiso illustre s'oscur" la gloria. Tutta la casa. .Ma non fu tra (iiielle

(1) Questo
effetto. Nel molte

lame.ato dei

di Giacobbe

Libro

Re,

Firdusi

"

troppo lungo alquanto pi" sobrio, sebbene


" "

bello, ma

per"
anche

non

fa molto gaggini lun-

l" siano

nelle

parlate.
vedi il

(2) Per questo


(3) Che

passo

paragrafo 51
era

del

Zalikha, moglie di Putifarre,si

capitolo. invaghita di Giuseppe.

(4) A Zalikha ; cio" la fecero impazientirecon la loro maldicenza. (5) Putifarre. (6) Giuseppe, entrato ai servizi di Putifarre. chi si cura data cosa, come (7) Modo figuratoper dire che alcuno non pi" di una d" al mattino, ravvolta la stuoia su cui ha dormito, non ne se pi" pensiero. " tuttavia probabile che in tutta questa descrizione lunga (8) Che vuol dire? v'abliia avuto al solito. come parte qualche interpolatore,
"

APPENDICK

ALLA

POESLV

ROMANZESCA

249
:

di cui,per Alcuna inver, Forza dei core, non avesse Alcuna H"ri
o

ra|D"trice
invidia
in
suo core

Alle donne Zalikha

A vostre

mani,

Perl

i; anche

Per furor che vi prese, ecco che avvenne ! Per ci" che fean, turbossi di sgomento
e tutte d'un sol moto, c hinar la froiUe innanzi. Vergognosa

Nascostamente

si credea ciascuna

A tutte il core,

Dell'accoltaassemblea

pi" bella assai

131Zalikha, e di lei, per giovinezza Intanto E onesta fama, assai migliore. Conforme
a

Poi che in tal guisa attonitee confuse Di vergogna restar, sommessamente Dicea lor lingua: Oh! di natura Costui
non

(?)
umana

riti, a
a

norma

ed

costume,

Die Zalikha Coltelli con

ciascuna in

sua rpiella

",

ma

un

" angelo

davvero

il drittosuo. Ospitai legge

Recava

Che ad una Fea cotesto

donna

apparve! Allor la lingua


e

onde ciascuna aranci, Suo sollazzoprendesse e suo conforto,


in coltelli que'
mano a

Zalikha Sciogliea
sermone

all'assemblea raccolta
:

0 voi,che

scema

lor ponea,

a far tacer lor motti ^. pensando Udii gi"che Giuseppe (primavera Chiara del cielo, del cielo, immagine Suscitator di pensieri giocondi)

Assai

Gi" mi diceste di saggezza e afflitto Per questogarzon mio m'avete il core, Or nondovreste Che chiamarlo angiol
eun

detto

Rischiar di questa ! Ecco ! che intanto foggia di lui giunsevi occhi. l'aspetto agli di qual
vi

Stavasi intanto in

una

e schiuso cella, non era

Di lui, dico,di mente Pel


me

L'altissimo seci'eto anche Ad alcun di

eletta. inclita, feste biasmo,il core il giorno

Come quaggi".

volle poi diletto

A voi s'infransee andar le palmea brani. A me, dinanzi


a

Delle donne ciascuna affettar quello


con voglia il coltel, dalla sua stanza Impugnato Ratto qual nembo usci Giuseppe, e in alto delle gote sue vessillo un Spieg" Da lui la stanza e quello L'almo splendor. che al trono luce si prendean Albergo e con

cui la notte

Arancio suo,

mai guisa Questo bell'astro sta, di qual il cor non si dovea d'amore? Frangere Ch'io veggo sempre quel bel volto suo Ch'" la luce del cor, che pari al giorno Mi fa la notte tenebrosa. Oh ! voi Non allor ch'egli era sapevate
un

sole

Dell'Eterno salia.Gli occhi ed il core Turbarsi allora de le donne


e

Di luce donator, un ch'egli Era snello e Di


sue

cipresso

cadde

! Come s'accende gentil

il cor, cadde sopita Sopito quella fortuna. Ecco! mostravasi Lor vigile bellezzadel superno cielo A' lor occhi cos", cos" a lor niente, Luce Con
e un senso

tutta egli gote il fulgor, strugge Anche gli La pazienza e il senno. estinti,

fragranza avessero, tornerebber vivi! a l'istante, Fratto,


sentor
sua

Come

di

Ebbro

lor

d'amor. Per", per quello si venian le mani spirto,


^

3.

in loco di que' Un'orma frutti. Tagliando Lor lasciavail dolor, il non per" sangue

i fratelli Giuseppe confonde


e

si

fa

loro

conoscere.

Elle veder potean, da che perduto in Aveano lor follia la mente e il core*.
si volgea cos" dicendo, Allor,

Rianovossi in

il duolo Giuseppe
cotesto

antico

Ratto che ud" da Simeon S" che crucciossie


a

^,

favellarprincipio

(1) Anche le H"ri e le Peri invidiavano (2) Le calunnie dette contro di lei, fatti alle mani. (3) I tagli (4) Tutto ci" dello molto inettamente,
Libro dei Re.

la bellezza

di

quelle donne

leggiadre.

con

tutto

il

rispettodovuto
d'un del

all'Autore

del

fosse avvenuto da Giuseppe che cosa (5) Simeone, interrogalo il in lettera una sua (vedi parlava paragrafo -52 che Giuseppe era stato sbranato da un lupo. narrato cui Giacobbe

di t"glio a veva capitolo),

altro

^250

appp:ndi('.e

alla

poesia

romanzesca

istoria dell'antica Fece in tal guisa,

Cn'altra volta Il nappo; che

Disvelando il secreto:

Ecco! per quanto,


vero non suona

dava gli rcndea, risposta egli


ancor voce

io vo, Disse,guardando

Detto tu avrestiallor.Come

dal

suo

Questo racconto

me. e

Avr" tosto scienza

Pur, di cotesto sapr"quale

Narrar Iacea, meravigliossi il prence^ E un'altra volta, Aiin" ! disse, che svela Tutti i secreti vostriil nappo mio. Tutto che feste voi,egli ridice! Che
va

ilfin.Di gemme Ne fu ilprincipio e (piale E d'auro rilucente ho un nappo mio, sculte da i'un capo all'altro Ci" che m'attalenta. Assai figure. In che
son

narrando

a.

ch'era Quel Giuseppe

Vasello di

stettesi alquanti piet",

inchiedere ad esso, e sol per Soglio desio. del mio core ogni Compiesi Tutto che chieder", veracemente

esso

in fin che alcuna Di nel pozzo profondo Carovana giugnea. Lui dal profondo

Pozzo traendo fuor,stupiasi tutta Per

andava Or dir" il nappo, e di qual foggia ! fu sul avventura E qual essa principio Subitamente domand"
ornato Di gemme E il pose in una

quelbel viso e per sua Bellezza l'ampia carovana,


Fratellisuoi, come

molta
e

chiara

quelli

quelnappo il potente signore


Prese
e con

sapeaii cotesto. Radunarsi vogliosi e lui percossero


a

man.

l'altra, Presso
Gli " E
sono un

l'orlodel pozzo.

Ecco,al signore

Ei savio e ricco di scienza Una dirai tu D'incliti se^-ni, Tutto che


a

illustre.

Elli dicean

carovana. dell'ampia

e cos" disse : verghetta a

0 nappo l'istante Tu

ladroncel costui malignoe reo, mala d" ch'egli una alquanti Per" fuggi.
e

te

dimander".

questa

Sedizion dest". Rubocci alcune Cose


e

Istorianarrerai veracemente
sue, n" per menzogna parti Sovr'esso Parola alcuna farai tu.

il trovammo

noi
".

In tutte

A questo pozzo La

vuoisior trarloa morte

"

Un'altra volta ancor


sua

solo verghetta, ripigli" Dopo lung'ora cosi dicendo: Ilnobile signor,


sua sei'mone

Picchiando allor con

batt" sul nappo ilnobile signore, verghetta


un

Ch'era

ciel di saggezza.

Eglialcun [tempo

Vero,ma

strano

non

alto

smaltire,

E del nappo il racconto e non somii^iia Di Simeone al dir. D'altro colore Esso
narra una

L'orecchio porse al favellardel nappo. Abbandonando e il core. a lui la mente


E disse nuovamente:

Anche

racconta

Ecco che dice istoria.

Questo mio nappo asseverando : " Tutto Eri'ava Simeon quel suo racconto, Tutto il suo dire da principio a line

Quest'aureo nappo mio che di Giacobbe Illustrei figli, poiche Topiarea


Ebber
su lungi compiuta Giuseppe,

Di l" il menai'o

nel desertoe lui


e

" menzogna,
Furon

tu

al cor

non

fare

inganno
core.

Fellon chiamando

ladroncello e schiavo,
seco
e
,

Con ci" che alTerma. Che invidifratelli essi e ciascuno

Legge di schiavo usando


Una rete
Il veiidean per moiu'le

come

-^

empio in

suo

Ei la promessa

f", per la sua

vita ',

di guai'^, intessendogli che d'argento

di Dio Violando cosi,

signore

che male Non ebbero vergogna, elli, fero e in un profondo D'ogni guisa gli

vi stette Furo, diciotto.Comprator di costui ciascuno e il nome .M"lik, Gi" intese e i sedili suoi. Anche uno In

sciillo

poil'avventar.N" per il lu[io Ebbe Giuseppe alcuna angustia ; ciuccio


Pozzo Ei tocc" si
di CiacolilK' ". peifilili

queltralficoa lui dicr(" i fratelli.


Cosi disse ed il nappo
e

tristaclic t'eami, asscvei'aiido. L'opra la

verghetta

(1) Di Giuseppe. (i2) Giuseppe. da scliiavo, (3) Trattandolo se (i) Se pure ([uesto " il senso.

pure

cos"

il passo

va

inteso.

Al'I'ENDICE

ALLA

POESL\

ROMANZESCA

251

e Depose,

si

un qua!giace giacca

egro

Videro lor scrittura, ebljeroilcore


e Oppresso

ha. Per alcun tempo il core innanzi h testa,e pieno Cliiii" Che ii"edico non l'alma avea Avea di cruccio, piena da que' mortai. Ma D'amarezza figli Di Giacobbe Smarrita

tronche le

parole, pallide

Per la vergogna delle lor peccata Ebber le gote,ond'ei subitamente Gridare insieme 0 re, tu se' quel pio. di giocondo Quel pioGiuseppe aspello!
:

ognisenso

si parila,

Che n'era ilcor


con

la vista era turbato,

Per Dio ! che

se

davver sei tu

quel giusto
e

l'udir.Ghiacciava il sangue

a nostro, Giuseppe

noi tu ilmostra

alcuno

la pace, Entro lor membra, si fuggia

Difensor ci jtrocaccia a te dinanzi ! Soli io Giuseppe, ed " disse, Il fratelmio d'un

Fuggiala speme da lor core


Storditi e mesti
Levando
il capo
e e

oppresso, occhi al sistavano fissando suol, Perch", gli costernati.Al fine, di Giacobbe ai

quest'altro

padre

d'una madre ! ^

figli inchiese ancora : Giuseppe Riguardando, l'avventura " gi(" Cos",gli gran tempo, accadea. Ma voi parola Di Giuseppe
Di ci" che questonappo iNon tenetemi ascosa.
"

Grazia " questadi Dio su tuttinoi del ciclo e de la terra "*, Nell'amjfiezza Cli'ei ci disciolsealfinda gramo stalo E dall'assenzalunga ancora e lieti Insiera quici raccolse! Prostrati al
nero
"

Ellicadeano

voi ridice,

col viso a terra, suol,

Ed essi allora.

davver ! sciolserla lingua Non fratelli E dissero : N" in Veramente

A lui dinanzi, per vergogna assai in E piangendo e gemendoe sfalli

quello

de' giudicanti, S"bito arder di 0 il maggior


meno

Alfine pentimento.
re,

pi" n" in
osiam

favellarcon

teco

Cosi diceano

noi,che tu sei prence noi ti slam servi. Di comandi dator,


N" di cotesto abbiam notizianoi,
non

Che direni noi

profeta. mala nell'opra


nostra

di Dio

E in nostra reit"? Su noi te solo Elesse Iddio, te sollevando all'alto ^


2

mai E per questo pensier

passammo

Del cielche rota ! Ed or, per la tua nostra vita, Noi sostenemmo ancora

grazia,

Allor balzava di Puro

ilcore. Giuseppe

Che fattotuttiinsiem liabbiamo offesa. Traditori siam noi,d'empia natura, Per" creatura che somigli a noi, [giorno Mai nel mondo Che Ahrim"n Tanto ci
non sua

nel sen, poiche cotesto e ingenuo, la destra intese. Rapida Diniego Cacciata entro la manica, quel foglio, Schermo E
e

sia ! Che

se

in

quel

difesa sua, fuori ne trasse

che

via ha tenebrosa. il core attentando a tua vita,

a lor dinanzi e gittollo aperselo E grid": La scritturach'" di voi, Conoscete voi forse? e perch" adunque

l'anima e dissip"

Che in le peccammo, violenta E il nostro core un'opra Ardiva

Di

me

vergogna

non

vi tocca, voi,

Che ben sapete vostre, e quanto l'opre A Giuseppe, innocente fratelvostro, traditori ed empi? Quanto mal feste, Ma tuttistollisietevoi,vergogna Che
non

fosse nel cielo concepir, Una nuvola apparsa, la cui piova nube Slata fosse di serpi, e quella Su noi Sorte
avesse piovuto e

di noi tulli

Fatto si avesse

orribilesterminio^.
saria per noi
a

avete,e
serena,

non

di Dio timore !

slata miglior

Come Alma
e

di figli que'

Giacobbe, pura

innanzi ("he di tal guisa,

tanto

prence.

di talfoggia aperta

Compunticosi starcie vergognosi!

(1) Cio" non abbiam fallo mai ci" die si dice di noi. (2) Si lascia un distico inetto che crediamo interpolato. (3) Beniamino. (4) Cio" quanlo sono grandi il cielo e la terra. lasciano le Si due indubbiamente che ripetono distici, (5) interpolali, intralciano questo periodo gi" troppo lungo.

cose

gi" delle

252

APPENDICE

ALLA

POESL\

ROMANZESCA

assai parole Cosi di questa fogg'ia Corsero allora, ed elfi assai la terra

" l'essenza divina.

E tu

proteggi

Con la fronte toccar. Dissero alfine: 0 da Dio giusto savio, prediletto,


a

L'alte e l'umili cose, e veramente Niuna n'esiste, ma quanto ", tu sei. Perciocch" f"r create e l'alte e l'umili
e sei tu di quanto esiste Cose,tutte, Primo fatlore.Altissimo tu sei.

Se contro

te

peccammo

te

d'alcuna

Offesa, senza toccammo, riguardar, Per noi,tuoi servi, l'iratua raftVena


E la vendetta. Non

Di scienza maestro

in tua scienza

guardar, signore,

Alle peccata, si le perdona ma Pel tuo cor generoso e la grandezza, Che violenza a noi ci f"'di noi Il pravo istinto corporal.
"

Di questaterra ilcalamo traesti Su la tavola aperta. Or, ben che saldi Per tua divinit"sian Anche Fu
in ragione,

Rispose
lui !):
e

^, gli argomenti dell'esser tuo pria, in testimonio 2. E tu festia ragione


e

allor (lapace sia su Giuseppe ornai questa contesa Tolgansi

Chiara la vista Che


a

le donasti face

queste

te

la guida. Tu se' quelche in alto fea gli tante. andar 3. Tu se' colui
seme

Parole nostre ! Se per voi fu ordita tanto, or non s'addice Opramalvagia Ch'io venga
Di ci"
a

Levava il cielo e la terra Sentiero nel Che da Pi"


una suo

voi

In voi rimproverando.
avvenne ", che ([uanto

stilla d'uman

non colpa

Tutto di Dio fu per consiglio. Voi Non abbiate per"d'oggi in avanti Crucciato il cor, che la contesa Tolta di
mezzo e

del sol, traeva*; splendenti Anche per grazia tua della parola Fuor traestila gemma
e a

chi cotesta

l'ira

Gemma

va

trafficando 5, anche

porgesti

ahbiam. Fatta " la pace


a

Con me, con voi, u" Ora pensar. Ma come

contrastar

si vuole

miniera ponesti D'alti concetti, di qual gemme, in core


A lor pur anco e colore inducesti In quelle l'etra gemme. Non d" pioggia

D'essa la chiave, e

io vegga in

Giacobbe,altro da lui chieder non Che questovoto mio, ch'egli domandi


A Dio

pria voglio

Se

"

Piovi !

"

tu

non non

e dici,

i frutti suoi
"

perdono vostre, per le colpe Per ch'ei, del mondo sire, voi siaschermo! a
Disse
e

Non dona il suolse tu

! ". gridiApporta

Di tal guisa ornasti il mondo. leggiadra

f"'loro le accoglienze oneste

N" d'altri aita ti cercasti, e intanto.

Con reciproca le universe a s" da presso f"'sederli.Al petto legge, Cose formasti per caldo e per gelo. Ad uno ad un gli strinsee, oh ! meraviglia, Per secco e per umor. Lor baci" gli occhi e il viso. " ben cotesta cosa Leggiadra E La natura dei buoni,e di tal guisa conformava gli
II. Aiz"iiii.
a)
un

Fuori traesti e conformasti, tale


non immaginar nostra. Intelligenza

Iddio creator

giorno!

Che

sa

cosa

pi" bella

A noi si addice
nostri sonni prender

Guardar
E

soltantoe

Il Libko

d'Iskender. InlriHlinioi"e. Nol'imperu. soltanlu [stra

I. F^arte della

del Signor,

lUDodo " tuo


e

goderdi cotesto e a confessarti vane dispute lingua approntar, Dell'essertuo non suscitando. Computo Se di quimuove ^, " stolto error, che privo
Nostra
D'oiiiiiscienza in tuo secreto " il nostro

Servit" ti si addice

tua

(1) Per provarla. {2j Basta la ragione a provare che tu esisti. alla terra felicit" e mali influssi e (3) Dal cielo vengono la il passaggio 0 lo sfogo del cielo terra " come perci" cose; Da Adamo l'unian tutto (4) genere. (5) I poeti. (6) La disputa intorno all'esistenza di Dio.
"

la luce del sole


"

le altre

{Comment. pers.).

APPENDICE

ALLA

POESIA

ROMANZESCA

253
vassi intanto

Pensiero gramo. In tutto che creasti aita altrui E adornasti leggiadro, Tu


non

Perch"

tu scemi,e poscia

Orba d'accesso in lino a te l'idea

cercastibisognoso (e sei cielo creasti e tempo moti

" dessa Che di teabbiam,quale ne' sogni.


Dalla tua

Da bisogno e di tal guisa disciolto) Terra


e e

rei.;gia, per suo

error,

ben

! lungi

che mai per quanto grande A le stelle, fiache ilcapo Facciasi uman non pensier, Libero da sciolga
non non

cotesto
e

laccio'.

lo ((uesta speme ho in cor dallatua Del Dalla


casa

reggia

Il creato E
se un

era

tu eri

Dio,

che quandomigrer" lontano ciel,


terrena

di

tu al loco tuo sar"",


non non

ed i legami

Sarai pur sempre. E S'anche ilcreato mai Danno


a

eri diserto

Sciorr" del fardel mio^, quando diverso Io sar" in mia compage e la mia polve intanto ilvento e ninno in terra Sperder" pura e serena, Se alcuno cercher" la mia nascosta
e dir" per Sepoltura

fosse "^^ g nullo

te

Per la tua Fu la grand'opra^.

quandocompiuta s'aggiugnea grandezza, Vedr"

l'anima mia

Nel tuo cospetto, quanto esiste e quanto Anche non ", gli " cosa eguale e sola, Sia cotesto
o non

tristaaccusa

sia*. Ma

tu ne'

cieli

Che Di
me

non

" l'essermio
tu

6, a lui. Signore,

Gli astri f"ggesti e con

l'uomo adornasti

terra. E tu se'chi de' quattro Quest'ampia la natura Elementi dispose

ponga chiara prova, in luce fuor tratta,ond'egli Dal segreto intenda Che vivo " ancor che mondo al quest'uom

Concatenando loro
In mistura

essenze

varie

[sparve'.
Se f"noall'esser tuo mia mente
"

Alte levasti propizia. vi festi Del ciel le rocche e prigionier che di tal guisa umani il pensier, Degli L'azzurra volta d'esto ciel serrasti, Che argomento pi"alto unqua pelnostro mailvarco Pensier non fia. Splende ragion,
A te
non a

stanca^,

Argomentiche spetrano ognicore, Molti, per",ne addussi. Or tu, Signore,


Se
oscura

fu la cuna

mia, tu

ancora

Porgi argomento che ilmio


Se la creta Del Che

Dinanzi

trova, che non pu" cotanto. nostra. te, valor di ragion

resta spirto 9, e si avvalora riposa mio l'intentoa te rivolto. pensier nel core io,quando gioioso venga

quell'angusto Varco a infingardo N" scisso Del pensier nostro ilmessaggier. novellasei tu, perch" In tua essenza
E l'esistenza tua, per
tua maest",rende niente

A te, mi muova. Queste membra mie. Di viaggio compagne, ecco quisono Tutte alla porta^^, e Nemici
son

amici questi

miei

^^

di me,

ratto

ch'io vado ^2.


e

n" mai t'accresci congiunto sii,

Che, veramente, occhi ed orecchi

mani

intender" mai. non (1) Dal mi.stero dell'esistenza ch'egli anche creazione. della le esistenze in te Cio" tutte erano prima (2j diminuito il creando. Dio Cio" non aveva suo (3) potere di siano le cose. Si notino qui le idee panteistiche (4)Avvenga che siano 0 non Vedi il capitolodella poesia mistica. Niz"mi. (5) Il corpo, composto di quattro elementi. (6) Cio" che con la mia morte tutto " peritocon me. mistico ricordo le sue in senso in suo e panteistico, (7) Lasciando opere, ovveco, che egli" congiunto a te che sei l'Essere universale. (S) Cio" non pot" dire adeguatamente dell'essere tuo. (9) Se il corpo " morto. (10) Sono vicine alla morte. del corpo. (11) Le membra nemici che mi da come me (12) Si separano quando io muoio, perci" son abbandonano.

254 E tuttiinsiem piedi,


resta

AITKNDICK

ALLA

POESIA

HOMANZESCA

rcstanmi

dietro,

Al loco lor. Ma tu sarai quelsolo Che


meco

da me tieni Sventura grave, lungi Tu che se'alienoda l'oltraggio, e in pria, Per Tu ch'io ti rendo,al tuo tesoro grazie mi conduci, di doglie e in pria o af-

fin ch'io sono


non

i. Uh ! mai
~

Vuoto di tanto hen

restiil lembo !

Pazienza mi dona. Oh si ! la prova [fanni Per questoin che mi pongo, arduo sennella sventura, innanzi Sol per dolce speranza di corona [tiero, Se di me l'ai Ecco! i'mi pongo, e ilcapo mio pur anco Dar non ricuso per tal speme; e allora Che tu. Signor, serto mi darai quel Pel capo mio n" porgerai la spaila Del tuo fia miglior consiglio. gastigo, che ab iniziofesti,
non

Pazienza mi dona alla sventura Se tu mi fiacchi e le membra Se

! mi

crucci,
stesso

di me, se di me fango polvere Far vuoi tu, sappi almen ch'iodi me Per tristauscii '^; non voglia
a

per" uscii

Per tua sentenza Da ci" che


11 tuo calamo

Inverso

te

da mio servileufficio.

volgi,
a

tornasi mai
ma per mio sentenza, ed io Hai detto : gioioso.

dietro. Oh!
est"

Chi te cercando va, perde la chiave, in te di s" medesmo S'egli riguarda Con la misura. Chi per te in te guarda libro squarcia ratto e sperde uman D'ogni Le carte stolte^;
e non

deh! muta Pregar, Far" di tanto il cor


(.( A

chi

me

invochen" nella rancura

pu" alcun trovarti

E nel

dar" risposta Debile dolor, ". son io,poiche te sol conosco mio nel tapino Liberator, esser Poi che Deh ! come Veramente Veramente mai
non

Fuor che per te, si che da l'altre vie " ritrarle briglie a dietro.Umano D'uopo
^

chiamerei te solo?

opra tua nutrir lo schiavo, del servo opra mia l'opra

Sguardo poiche quigiunge, ogn'uomcoSua stazione quisoltanto^.In core [nosca Nasce terror, alcun i nnanzi. se procede Or io.Signor, stesso a te confido ; me
Tu ilvalor mio, tu il mio difettosai'o.

innanzi a te! Ma di tal guisa Compiere Fiacco son io e, pi"che fiacco, attrito. mia possa via si tolseil vento. Che ogni

Ora, tu se'colui che da fiacchezza


Mi

(illi" '2.Saltili) zefiro primaverile.

che disciorr", dai tu

Anche

balsamo fiacchi, Deh ! sire. ristorator.


se

tu

Dell! vieni, o Gli

ii. Lieti ci apgiardiuier [presta

In questanotte ^ ch'" a met" del corso. mio al seiitier Poi che aita ti chieggo, Dona tu luce
con

la luce bella
^

torn" la rosa. e perch" apparati, la porta. Ampia dischiudi del giardin fuor Venne a un gaio giardin da le mura

chiara luna. Guardami Di tua bont",qual Da di colpir

Della citt"Niz"mi,e tu frattanto '1giardin variopinto qual Apprestagli bellezza Drappodi Cina. Al tuo giardin Accrescerai
con

malvagi
"

de' nemici

Non far lietoper me l'avidocore, E quella che a sof"Virnon ho costanza.

mazzi di viole

(1) Con l'anima mia congiunta a te in eterno. Senso mistico. Il lembo della veste sollevato,in cui si accogliee tiene qualclie cosa. ("2) Come diiamare in mio soccorso? altri (3) potrei (4) La vita mia presente. (5) Le passioni[Comment. pcrs.). (6) Pure le passioni{Coimnenf.pers.). (7) Peccai. Non Ila bisogno di scienza umana. ("8) (9) Non deve andar pi" innanzi investigando. Chrestomathia persica, pag. (10) Questo passo " tradotto sul testo dello Spiegel,
e

53

segg.

(11) S'intende

lo zefiro

primaverile.

256

APPENDICE

ALLA

l'OESLV

ROMANZESCA

dove. E allora Per grave cura in ogni loco Ch'ei lunganieiite rioerc" pel Misterioso l'onda jmi'ae tersa, .\on pei'anche il suo labbro ai'so
toccar pott\Mand" L'acqua
una

occhi suoi la fonte riguardar, dagli Ben s'accorseallora Era sparita.

Khizr, avveduto della mente


da sete luce Che andar

sua,

dovea dell'onda viva privo involossi all'ira sua,


i Greci

Sikend"r,si che Principe


Alla disdetta-, non Come

Dalla

sua

destra allin la gemma

fulgida,
lui

E Kliizr, ratto rinvenia guardando,

involossiagli occhi suoi la fonte.

Il suo Da

che mostrossi desire,

Ma in cotesto racconto In altraguisa fan Che


-^ a Khizr Ily"s

prischi

fonte, limpida, L'argentea sgorgante


di pietra, intattae pura. pertugio che lungi da cotesto Non fonte inver,
un era

pongono di via compagno Sino alla fonte,l" 've ad un passaggio


era

Ei parola.

Nome

s'era fonte vera, Ell'era si fonte di luce. Quale


e, quella;

Era di strade. Come

insieme ei scesero, branmsi,e si calaro D'attingeie Alla fontana delle limpid'acque.


stesero Appo quelfonte di lor mensa i Il drappo che nostri ^, pasti graditi

" stellaal primoalbor, quandol'albore


In
aurora

si volge, ell'eratale " pur la quale

Veracemente,e

piena

Luna di notte, ell'eratale ancora. Anche pi"assai di luna piena. Mai Non Come da' gorgogli suoi. quietava
in
man e vegliardo vivo. N" ben so, per tanta [nmlo Argento Di sua natura purit", qualmai Immaginfar di suo verace aspetto. annoso

Reiulon le fonti". Or,


E
tr"-

su

lor pane, assai salato

Pi" che muschio odoroso, era


secco un

di

Di

due que'

pesce. D'uno dalla mano cadde in le perenni saggi

Come Prendean Khizr


e

s'avvide della fonte, e luce occhi suoi,discese per essa gli si tolse, le vesti rapido la fronte purissima

nelle azzurrine quelpesce, e quei in man Acque cercava, per riaverlo. in fra le mani. Come il pesce gli venne fu lieto Ecco che vivo egli ci" era, e che quella a chi '1 cerc". Seppe Augurio Onde
scorta Fonte,dell'alme allietatrice, della vita, e ratto. Eragli all'acqua

E nell'onda

Lav"

la persona. Ei si ne bevve che d'eterna vita Quanto era d'uopo,


con

Con lieti di auspici,


E il suo sempiterno

ei bevve quell'acqua
restarsi
a

(juesta

Era ben Lav" in

Il candido destriero degno.

Terrena vita s'acquist". Di tanto


ei f"' quel suo Consapevole compagno, si bevesse ancor Percli'egli dell'acque Della fontana. E non " inver prodigio

vin puro e abbever", quell'onda assidea In puro argentoinfuse^. Egli Gi" sul bianco destrier che la deserta

Pianura divor", tenea

gli sguardi Fissi a quell'onda, al suo perch" giunto Prence e signor, lieto con innanzi. augurio, Dir gli : Dell'eternavita potesse La fonte " quella Ma poich" alla fonte !
"

Che acqua vitalrenda alla vita sua Un morto pesce, ma prodigio era egli Nel pesce, ch'ei mostr" qualde la fonte Della vitaera E ilcalle. Anche del pesce che dell'acqua gemme intorno spande, 6. Altro " narrar deuli Arabi in le storie
"

Novellamente volse u'Hocchi

stette

(1) Fece
puro vino.

bere

al

destriero, candido

come

puro

argento,

l'acqua clie

era

come

un

era a cui il cielo non vogliadire clie Kliizr si allontan" da tale (Iskender) cercar l'acqua della vita. (3) Elia profeta.Ecco un saggio della erudizione poetica di Niz"mi. di cui vedi il giudizioal paragrafo 89 del capitolo. (4) In Oriente si usa mangiare sopra un drappo o tovagliastesa sul suolo. (5) A chi, viaggiando,fa suoi pastiin riva a una fontana [Comment. pers.). sandro, del pesce redivivo trovasi gi" nell'omelia siriaca,su Ales(6) Questo particolare di Giacomo del sesto secolo. di Sar"gh che era del principio

(2) Pare

favorevole

nel

APPENDICE

ALLA

POESIA

ROMANZESCA

257
attrae

// poetaespone ci" che dicono intorno

gliArabi

vino che 0 coppiero, Vieni, e cpiel

all'andata d'Iskender nel paese


come poetaepico

Il cor, mi
E in La bocca

che gradita cosa porgi,


esso

mostrandosi cos" pi"erudito delle tenebre, che


vero

il vin,si che per giovinezza

avrebbe voluto ;

c'irrighiam, per esso

ancora

dice del come misterioso


e

[skender entr" in delle avventure

quel paese
che vi
:

Nostra fortuna rinnoviamo

integra.

strane

in questa maniera incontr", poiseguita Poi che il alla fonte ei

4. Invenzione della musica.

varcd

non

rin-

Quando

assest" sul cuoio de' timballi

ilsire [venne, Della luce del di si alTrett" Alla sorgente i, e le falangi ancora, Giusta voler del sire, a far ritorno Prendeano
eran (jnanti

i colpi suoi *, nel tempo Il timpanista si fece Che de la notte gelida

l'aria e gi"cadea Tepida Del


corvo

la speme

ilcalle.Andavano

pedoni,
innanzi

bruno ", allorche i cantisuoi

l",per la novella via.

Incominci" del di bianco Re SI A ed Sikend"r,


come

^, l'augello
a

eran Tutti,quanti

l",correano

Alto sul greco trono si assidea


era

and" quaranta il lembo liannoverando, Giorni cos", I

Poi che [lalafreni.


estremo

il tempo il suo

lui

ed fuoco,
cera

era

cer"bro
a

Apparve

di

fuori quell'ombre
e

Come

all'ardore '. A cento


una

cento

II sol mostrossi da le nebbie. Il sire

piedel trono fean di s"

schiera

Avea le membra Dietro

la fonte sue, poich" dolenti e aflrante. Corse Non ritrov",


a

I filosofi suoi. Della misura Di sapienza di ciascun, sermone Iva fra loro in pi"ed in meno, E taldi I nodi
scienza teologica

ci" che

non

era

ilcibo

suo

tale

Poi che cibo

mai frutto non era, oh ! qual Dal correre per esso ? E non " d'uopo Correr dietro al tuo cibo, e tu riposa.

Parole fea di fisichedottrine, Levava altrigran apria.


e

vanto

Che il cibo tuo per s" si manifesta ^. talesi miete; Tal semina quaggi", intende Deh! beato colui che questa Parola nostra ! E non " bello il seme Tutto

D'ascetico sapere,

dalla mente

Altriuscir fea,snodando,disciplina Di geometra ; e tal su la moneta Di alto imprimea suo sapienza


ancora e

nome,

gittar per s", che dato " ilcibo

Tale

di

e di riposta leggi

fea vanto. Ecco ! ciascuno Sapienza quell'aiuola Gloiiavasia gara in ci" ch'ei seppe, Che i padri nostri seminar, si toglie Frusto assegnato a chi pi" tardi giunge, Ed era quale ognun veracemente al sire^ Un mondo di scienza. Or,perch" E se per noi d'alcuna cosa gittasi si gitti altri Il seme ancor era su un di,per altri tutti. Egli precettor, gli Seme da noi. Se a questariguardiamo del cor, grado Per impeto maggiore de la mondo che Aristotele volle.Io del e cco! noi aiuola, Ampia gente
siam coloni al campo. L'uno per l'altro
sono Dotta, dicea,

Oltre misura assai. Da

il maestro,

nullo

(1) A uscire (2) Cercando


desiderare.

dal paese la fonte

delle tenebre delia

in

luogo dove

il sole

risplendeva.
ci" che
non

vita, mostrava

di desiderare

"

concesso

e spontaneamente. (3) Cio" Iddio lo d" liberalmente in Oriente di batter timballi al levar del sole. (4) Costume (5) La notte o le tenebre della notte. (6) Il giorno o il sole o anche il gallo. (7) Vuol dire che invecchiava; si struggeva per l'opera del tempo

come

cera

all'ardore.

(8) Iskender
17
"

Alessandro.
della

Storia Pizzi,

poesia persiana, voi. II.

258

APPENDICE

ALLA

POESIA

ROMANZESCA

ho in me di scienza che d'altri Bisogno Dotti proceda. Non per me si dice in talsnbietto, alcnna e vanto Menzogna Meno per" con argomenti certi Del
nome

Le corde l" 've i capi"nno

uncinati
zucca

^,
^

Al tempo del sonar, vuota una Di cuoio ricopri, sopra vi stese


Le

mio

ch'"

e illnstre. glorioso

avvinte corde. Poi, di color nero, cuoio Qual " di muschio, tins'egli quel Di uccisa damma, Un
suono e

Del sire per amor, per la possanza Che quegli avea, consenzienti in questa Laude di lui fui'on le lingue tutte, Allor che Plato, solo in tanta schiera, Che di maestro dignit" s'avea In tutte arti e scienze, alto e fiero un Corruccio n'ebbe, Che di ipiante allora altrida lui s'apprendean, gli La pagina ch'" prima, intesa. aveano Usci fuori e dagli altriand" lontano, Lnngidal mondo, e da' banchetti regi, Dottrine

dalle aride corde

in quella poscia, Guisa ch'ei volle, e in quella forma, fece Una figura acconciamente d'organi, E di stromenti Un
suon con

suscit".Ma

maestra

mano

accordi accomandando dest",gli Destro alle corde,e quel che sorgea suon Dai nervi tesi, forte or basso or alto, Avea talor, dolce talor l'accento. Si che per alto o basso tuono, in sua Veemenza o dolcezza, un vero accento Rendea Di
cosi di gemere

Qual novella Fenice ^, a


Per

un

tratto
e

sparve.
notte
e

d'onagri,
suo

ebbe, pensieri ch'egli

di leoni. Ecco! talguisa [que ruggir ebbe egli


in

[giorno
Non

D'accordi
La

che poter,

ovuna un

s'addormi, e canti e suoni perch'egli

ragioneavvinceva. Ecco! che


corde quelle all'armonia

Alla luce traesse ; e per" inolto via dalla gente Ei diessi a specular, Il pieritrassee d'alcun Cerc" Ha
suon suono
-.

[tratto,
Di

congiunta

indizio alcuno

Se pelciel settemplice di
voce

che

non

tocca il core,
a

Suon di arcato strumento Rende


soave,

lui la voce

Con armonia

])urche tal cantore di corde a questocielo^


sua canzone.

nomini e le fiere, gli Si che a (piel nato dall'uomo suon d'ogni Volto fu ildesiderio allegro e gaio Alle danze e a' tripudi. Anche i leoni, E l'altre dolce stromento, a quel belve, Destarsi da lor sonni; altre nel Caddero vinte. Ma Di
suon sonno

Venne

amist" fra

Alto levi i suoi voti in Come

in poich"

accordi

il sapiente pose principio Il cieload osservar, come del cielo

ebbe possanza D'assai varie armonie, da' suoi stromenti maniera d'ogni Tale
Di
un suono

Ei
A

l'andar de le stelle, d'armonia che intese simiglianza


e ne gli spazi,

l'orme segu"

ei traea, che ninno mai

suon

lui sol pur togli, simile, se

Per

trasse

uno

strumento

In vistaa prova. Ei si,come rinvenne All'armonia del ciel sovra le corde Un


suon

di snoni Egli Fea tal concento, che degli egrie afflitti Moveasi il core ad esultar. Giugneva
A tal punto valor de' suoi concenti.

Si f"'ad altrimaestro.

allor che consenziente,

attorse

(1) La Fenice che non si sa dove sia. delle sfere secondo (2) Allusione alla teorica dell'armonia Pitagora. Giuoco di ad arco armonica (3) e k-}iuin, parole tra khiim, strumento (?)o cassa (?), Del cielo. la mia edizione secondo (e non ne resto, il passo " oscurissimo,almeno ho altra). (4) Per accordar lo strumento. armonica. d'una prima forma (5) Per farne una cassa Qui si parla evidentemente di violino,e noi sappiamo che il violino " d'invenzione in Occidente persiana,venuto Arabi "itt"rature Histoire de la mezzo Paris, (Gaston degli fraiiraiseau per moyen agc, paragrafo i20). (6) Propriamente corde fatte con minugie d'agnelli.

APPENDICE

ALLA

POESLV

ROMANZESCA

259 le belve
;e

(]he natura Di morbi


e

per esso discopria malattie ruom sapiente,

S'addormono Altro tono

allorch'eiprende ei rende

al senso affrettando,

Da' sonni loi le addormentate fiere. Che, davver,conoscenza morbo, d'ogni al suono, avea l'ingegno. A l'ostello Di talstromento del sire anche giugnea Come
Fu ilconcento in talguisa Di agli oi'gani
cotesto

la fama,

son e

fra loro Allora

come l'esperto compiutoper lui, f"' si ^ Legno miglior dell'inesperto

Emuli intanto Har"t Che .\ristotele udi

Zuhra^.

come

quelsaggio

Al deserto locc"
E in

usci.Sonando allora, egli misura d'ogni accordo, e fece


a

Operadi

tal guisa inclita fece.


cor

Crucciosoin

rest" per tanta prova

Intorno

s" da tutte

quelcerchio

un cerchio, pai'ti pos",destando i suoi

suo D'ingegno

emulo qual

che resta

Novelli suoni. E tosto

A schiere a schiere da

a s" trasse egli e monti pianure Le fiere tutte,che a quel ciascuna suon Correndo venne, ed a quel si volse suon

Pien di vergogna per l'emulo suo. Della terra in un angolo si assise Ne' suoi ed ampia una pensieri

palestra

Aperseal core

In quella angustialo.
suo

Cura costante di

Del novello stromento Perdeano tutte ad Come


morte
non a una

Ecco, lor sensi

ad una, ancora cader ven"an sul suolo.

Ei stette, che sua suo*5. Era, di gran valor l'intento Molta faticaei sopport" per Inclitecorde A' suoi
e

studio, ascoso idea meravigliosa

Violenza

fean

lupi giovani

molti

quelle giorni notti


e

Ai !4;re!igi, leoni aleresti avean e non Desio di predain "n"gri selvaggi.


.Ahipoidiversa, ei ben sapea, quale

si lasci".Ma poi. pensieri al fin dell'opra, Dopo lungotravaglio, Trov" della matassa al filoil capo''.

.Modulazione ed altro suono


A
suo

indusse
vennero

stromento, si che tutte

Di

Per acuto osservar, veder volea alcuno i suoni come qualmai foggia,

In s"bito furor le accolte fiere E i sensi ricovr"r dopoquel loro Perder dei sensi. Elle n'andar

D'altria l'orecchiovenir fticcia, suoni Che nati son dall'arideminugie ^,

disperse

Avvenga si ch'ei tolgano ogni senso


E per diversa via rendano i sensi. Dovea sua mente in potersuo gli accordi di Recar, quali
sotto
a un

Per la campagna. Oh! chi memoria serba D'avvenimento tale? Ecco! pel mondo De' rubini la cava-. Plato rinvenne Tolto lui,non Aride trasse
un

Gi" si divulga che spargea rubini Un'armonia alcuno mai. quale

fitto velo

Avea nascostiil sapiente antico ^. Al deserto egliusci, de" suoni suoi


^

conobbe,e
suon,
con

da minugie dolcezza.

l'artee Apprest"

talismani ancora

del cielo quale

La volta scuote

la sua

Incominci" per t"rre i sensi altrui. Come tolsecosi alle sensate Fiere la mente,
a

Quando

in misura ei trae col dito *, tutte

corde quelle

sue

(1) Il legno ridotto dal suo stato primitivoa formar lo strumento. (2)Platone,inventore di cose meravigliose. (3) Le corde dello stromento. (4) Tocca le corde col dito. (5) H"r"t " un angelo che sa di magia, e Zuhra " Venere. Si allude (un alla gelosia scambievole di Aristotele e di Platone, se pure questo
va

poco passo

namente) stracos"

inteso.

(6) Se COSI ho inteso bene. (7) Il testo della mia edizione " guasto, ma il pensiero dev'esser questo. (8) Le corde dello stromento. accordi compresi in mi suono, (9) Platone. Si pu" intendere anche ^^(' perch"pardah fa un giuoco di paroli;. tanto velo quanto suono, e qui il poeta evidentemente significa

260 Dolce die Ma


ini

APPENDICE

ALLA

POESL\

ROMANZESCA

tocco altra fiata ancora;


avara

Belve la mente, Atto la mente


a

un'altravolta ancora
suono.

accordi suoi la sorte negli


non

ridonar f"' un
suo come un

Aita Di Di

sentore die, perch" gli che privi lor sensi rendesse a quei
senso ancor

S" che dal loco Balz" in Che

baleno
!

Aristotele.Davvero piedi

fatti avea.

Perch"

dar voci

Egli
Tal

industria pose li adducesse, in modular che


non

al suo loco. ei rest", vinto, stupito di sensi a terra Or che cadea privo Come

snono

agli assopiti
seppe,
ancora

gi"fean

le belve. Allorch" ai sensi

Rendesse i sensi, ma In
sua quell'opera

Che assai toni tentasse. Oh

! meraviglia

intanto Tutte f"r rese, come avvenne Che a far voci tornavano, comprese,
con Modulator,

vinto ei rimase !

Come Da che

fu vinto

non

il capo trovando,

pi"non dovea dal suo sentiero ^ da quello ad imparar a dietro, Volgere


Si Di
mosse sua con

si che l'uom, d'accordie Compreseci arte ^ aveagli ascoso disse L'alto secreto suo. Laudi gli

suoni

E f"' sue Come

scuse,

che l'erratosuono

des"o,abhandonato
il governo
a

Per lui si fea soltantoabile e


veracemente

giusto.
accordo

mente

solo. quello

il nuovo

Come

ci" seppe, ei disse : Ecco !

quel

Da lui si apprese,

ei scrisse, e questo quello

[dolce
Suono
a

ognicor

che rende

chi

perdeva

Ch'era pur suo, si cancell". La mente lui sol ^ riconoscendo Ei confort", Per
suo

i sensi ancora, io non conosco. I sensi, in fra gliaccordi mai guisa N" so di qual

maestro,

si f"' blando
come era

dolce

Oltre misura

assai. Ma

seppe
maestro

II snon

ne

mai u" di qual sia, foggia

Re Sikend"r che in Grecia

Rinnovarlo

Plato cos" che

potrei. ancora quell'illustre


"

Ratto che intese

Plato in ogni Di sapienza parte s" gli crebbe Ch'" di dottrine, grado D'onore
E
e

Con dolce atto f"' un Usci,

sua

scuola si rendea.

die maggiore gli potest",


suo

cerchio in terra, e dentro al

pi"alto loco al trono

d'accanto 4.

[cerchio
S" slesso pose. F"' tal suon, che tosto Un accordo ne usc". Verso quelcerchio Trassero allora leopardi e "n"gri Da tutte del deserto, come parti Ad opra che assai preme. Ecco ! lor sensi, cerchio suo di suo disegno, Volte a quel Perdean le belve al Ed eirli ancora, Destava
con

b) Il

poema:

Le

sette

Belt".

1. //

di Khavarnaq. pa"az-:-o
come

Dopo cotesto

furon

quattro

primosuon

ch'ei fea;
suono

allorche ardito e destro Anni trascorsi, Si fea l'onagro e debile illeone ^, Prence Nom"n Deh !
Avvinta " della

un'altravolta, un

f"' un

cenno

al figlio suo

s" che vigor,

quel saggio
ancora

ne' ceppi mio, quest'anima figlio


cura.

Aristotele uscia ratto di Poi cadde ch'egli


con senza

senno.

Ecco!

quest'aria
[questo

senso,

caldo " il suolo, Soverchio " asciutta, e


.

Plato

dolce

suon

dest" di

(pielle

(1) Platone. (2) Doppio


anche
suono.

senso,

in italiano, perch" inesprimibile

dcst"n

significa arte, inganno,

(3) Platone. e verboso e pieno di ripetizioni questo passo, bench" (4) Veggasi quanto sia prolisso d'arte. Firdusi sarebbe stalo che tutt'allro pi" breve e per" pi" dispregevolee privo
efficace.

(5) Forse
educazione

Behr"m del

che

cresceva

in alla

giovane Behr"m

e il sunto questo capitolo

del poema

Intorno alla che invecchiava. giovent",e Nom"n di Hira, vedi il paragrafo 11 di corte dei principi al paragrafo 67 e segg.

APPENDICE

ALLA

POESIA

ROMANZESCA

261

(lire Figlio

" gracile e di gli


esser

molle

era Ch'egli

Natura assai.Tale

debbe illoco
e

Dove l'ediichiamnoi,che dolce

mite

L'aria ne sia mai sempre, ond'ei le penne in quell'aria, e l'ale e nutrimento Spieghi Da abbiasi ancora 2. spirar d'A([uiloni ei si nell'aria e dolce, quivi Soggiorni
son sua

il sire^ artefici degli Anche segui"no pittura. E gl'Indi e i Greci l'arte sua, le schegge i Cinesi intorno sparse Raccoglieano s" E maestro

in

Dall'asciasua

'^

Ma
era ancor

pi"in

l" di cotesto

Abbia i suoi sonni ed i Che


La

conforto all'alma, onde


natura
e

suoi riposi rimanga ardore.

Egli per computo e dottrina conoscitor di eccelse Osservator,


Cose s, qual gi"di Grecia era Astronomo sagace ed avveduto di talismani. Ancora Estricator Avea scienza
cosa d'ogni arcana ^ Apollonio

da

intatta vapori
secco a ^

Della terra Del

del suol da

Cosi andava Munzir

ed alla nuova genitore Cerc" Rapidos'accingea.

quelcomando impresa
un

ostello

Di questociel, de' notturni viaggi Della luna e de' moti altidel sole.
E
tu potrai (fudetto al sire) compier

Ampio e
Sicuro Ostel
e non

d'alta postura e
scevro era

ardori dagli di perigli. Tale e tale lochi, per que'

L'alta impresa per

Se v'era ancora, ad altriera simile In tutta sua struttura,onde i maestri Molto attorno loco a frugar, Cercaron molto,u" d'alcun che a fu chiesto, Alta impresa acconcia

che puote ei solo lui, Questa forma ^^ trovar. Tale edificio Di creta ei lever", che agli astriancora Lo
di toglier" splendor

lor facelle.

a quell'opra e ci" che all'uopo quella Crebbe in essi dell'opra, Simn"r che ben tosto s" e giusta Era, cerc",

Come

Nom"n

venia Simn"r, des"o

lisciala prova. Alf"n, annunzio verace A Nom"n venne di che tal da lui un Artefice richiestoera
un

Avviava l'impresa. Essi gl'ingegni


a l'edifizio acconci. Apparecchiare Si gli Ed erano come era d'uopo. apprestar di ferro arnesi a Cinquanta procacciar Gli artefici ed anni cinque preposti, l'edificio, Simn"r,nel compier spese. Finch" poicon la man che oro ed argento e d'or tutta quell'opra d'argento Spargea, ch'era di pietra F"' sfavillar e gesso. in alto. che Ed era quella una magion

illustre
uom

Della terra di Grecia, un

d'acuto

si,che Ingegno
Si
cera, Di bella man,
come

molli fea le pietre

ancora prontoe destro,

d'opre leggiadre, prole


"

Di Sani antico *, e n'" Simn"r

il nome,

Tale, che il suo


Ammirato.
In

poter tutta la terra


occhi gli

Avea veduto,e tutti aveano

ed in Soria Egitto

La luna

levava i tetti, rasentar,


tutto
era

e perfetta Operefatteavea, giusta in Ognuna sua costruzion. Se ascoso Ei si tenea, palese cotesto era

che Edificio, E di
nero

di bianco
e

adorno dipinto,

bello
ancora

E luccicante d'or, con

tinte

0 Betir"m-g"r affidato alle (1) Behf"m (2) Si noti che siamo in Arabia laddove del sud. a quella infocata rispetto Il d i Nom"n (3) figlio principe di Hira.

cure

di Nom"n. deve
essere

l'aria del nord

fresca

vole grade-

(4) Il

noto

eroe

del Libro

(5) Questo nome si legge in diversissime maniere. orientali, (6) Passo oscuro, almeno secondo il mio (7) Segue un distico inintelligibile per me. (8) Le cose celesti? (9) Apollonio di Tiana. (10) Se pure cosi va inteso.

Re, avo di Rustem. in Niz"mi diverse dell'artefice, (nelle


testo.

dei

e neglialtri edizioni)

autori

Evidentemente

il testo

che

ho,

"

guasto.

262 Di

APPENDICE

ALLA

POESIA

ROMANZESCA

di pittura, e fregi melagrana Operadi Simii"r. E v'era attorno Una base celeste ivi dipinta, E i
nove

E nmschio

assai preziose onde poitanti Pi" che computo fosse,


e

gemme

Doni

in altro tempo. fossergli all'uopo che vide la regale

cieli voltiattorno

in

giro.
1

E il maestro Grazia
e

Grata la vista sua L'aura che Freschezza

si

come

" grato

ascolt" (pielle sue impromesse

All'uom stanco il riposo, e all'assetato dolce era qnal spirava, Il sole anche luce sua d'acipie. si che abbagliava Di sopra vi spandea, i fianchi fa ilvel che cinge occhi come (ili
ne

Che davan speme, cosi disse: Allora Che di tanto m'avesse ilmio signore Data

pi" di ci" che feci, impromessa,

delle Huri. Tutto Fulgido

" l'interno

Avrei saputooprar. La sesta mia arte volta avrei per queste Con migliore di Opre fregi, opra cinese. Assai anche Maggiore Perch"
vi avrei

Qual paradiso per la molta pace,


al firmamento Tutto " l'esternopari Per tanti fregi suoi. Ma Anche ad il te'pari
uno

postala cura,

poidi tesor dato m'avesse

lo

scalpello
cui

di bianco latte, Che gli die tintaqual


in specchio

Ilmio prence e signor maggior compenso. Se altroavessitu ancor, Nom"n gli disse, di questatu potresti Maggior adunque S'ella t'" Un'opera compir? d'uopo,
"

Si ritlettean le Di notti e

Per tanto immagini.

la negra faticar, giorni sposa,

nel tempo che verr",farolla Disse, Tale davver che Al


suo

Parte della magion,si come

Ornamento trov" pertre colori,

parr" questa un nulla Tre coloriha questa, paraggio.

Verde,candido

Essa al mattino giallo.


come

Vest"a verde color si

l'etra

Quellacento n'avr". Quellain rubini E quisi mostra Sar", questa " di pietra.
Con Ma
una

^ Alla luce del cielverde-vestito ; E come uscia da sue l"t"bre il sole,

sola cupola cotesta,

Un color d'oro

prendea, (jual pure " del sole il fulgor; se poidi nubi Un velo si cingea sole, quest'almo
essa

Nove

ilciel, fiache ne conti come quella, eccelse. Arse a que'detti cupole


"

Il viso di Nom"n. Amor Un

Deh! ch'ei l'accolto


senso

distrusse e l'uman
monarca

ancora!
suo

Pari

candida nube anche si fea

"

un

e di gran fuoco,

Con molta

Ecco, prendea leggiadria.


E fuoco quel
rosa

[ardore
" quei sicuro che da Innge il mira;
"
una

Varia tintadi vel l'inclito ostello Dell'etraal variar,quella talora Ch'" de' Greci,e talor quella de' Negri 3. Poi che Simn"r Poi che Sali sua Di

rosa,

se

t'approcci.

Una Una

t'" innanzi, e v'" celata

l'opera compiea,
sua

di sotto. " j"ari a vite spina


un re sovrano.

la fea di quanto Altri il richiese, del cieloin alto pi"


e di sua degno gloria, gloria * era A lui l'ostello. Khavarn"q

pi"bella anche

D'uve feconde

Alcuno

Ove s'accosti lentamente, lungi Ne


va

sicuro ;

ma

se

alcun s'avanza

JNom"n die allorade' suoi

doni regi

l'avvincee preme Con tantilacci suoi miseramente ^.

fidando, essa Ti'oppo


Oro
e

Inclitosegno, n" speranza avea Simn"r di tanto per met"". Cammelli ei si,con carchi d'oro integro Davagli,

Nom"n

disse poterse a costui lascio, i n altro loco allora, un'opra fai'"maggior di (|uesta. A" suoi Egli
"

secondo la mia edizione. (1) Distico inintelligibile i Persiani, il cielo " di color verde. (2) Secondo (3) Cio" ora bianca ora bruna. Solito contrapposto. del meraviglioso edifizio. " il nome (4) Khavarnaq o Khavarnak che ho potuto. Ma il letteralmente " (5) Questo pensiero, espresso pi" mia edizione dev'esser

il testo

della

guasto.

^264
E i

APPENDICE

ALLA ^

POESIA

ROMANZESCA

ridiceaii del paggi

re

del mondo

Frugarcercando
Non si trov" Come
ne

ma

poich" per

essi

Il tristocaso, ben che incerto e

occulto,

la caverna

il sire,

davver. Come alla caccia Qual si fosse, Il re nostro si volse, ! il destriero, ecco cacci" dentro Dissero, egli Fessura. Nessuno
"

in draghi

custodia ^ ei s'ordinaro

l'angusta
fede

Ivi di pianto Dello speco alla soglia. Molli f"r gli occhi e del funesto caso

Ma

non

die al racconto

Fecer del

re

la genitrice accorta. del


re

n" alcun credette a questo allor,

E la madre

l" in

mezzo

scese

Narrar de' itaggi. Fantasia malvagia

Arsa al Ebbe

core

di duol,poiche tal figlio

Questa ", tutti diccan, vano

Di fanciulli Ecco! inesperti.

Lui cerc", non come perduto. Fean gli altritutti, ch'ellas" con l'alma sovrano Sire di grandi membra in qual occhi. mai guisa Ne fea ricerca, sol con gli e quelli Potria (deh! ildite voi di Dio nel nome!) Ma nel cercar sua rosa, sola quella
racconto

Si angustoloco

Non seppe penetrar?


un

Una infeconda

Alcuno mai che d'India

elefante
2.

ella rinvenne; spina Deh ! quanto pi" cerc", meno rinvenne

indi salisseai monti facesse, Sogni Poste ebbe il fato le catene Al fortissimo re, n" L'elefante^ i suoi
sue

La

Quellasua rosa ! A monti ella spargea e volle s" che molte ricchezza, sua
Genti
a

pot"sciorre
ecco

schiere

scavassero

s. Profondi

Ed ceppi.

intanto

Segnidi duolo
da Oppressi

di fumo per la via,


: grido

Pozzi ella aperse, n" trov" il tesoro Sulla sua via ; dentro la fonda cava Yus"f
"'

di questi Qual colonna, giovinetti

non

incontr". Ma

terra quella

dolor *. Levasi

un

Che f"'scavar Kotta


E la
e

l'annosa donna, ancora

E nello speco il nostro re ! Deh ! voi che faccenda cadde Qui vi rendete, Del nostro sireal termin
suo

sconvolta a' nostri d" limane talche iltristocaso

^^,

conosce

e a' nostri di lo chiama quelli Anche riseppe, del prence, attial lavoro Di Behr"m-g"r lo speco. Elli scavaro Cortigiani Scesero alcuni lui cercando in quella Quaranta di nella caverna ; in terra Caverna oscura. Ed era la caverna intenti Quanti f"r mai, si come quelli, Chiusa nel fondo,e colsero in lor tele in sino all'orlo Fosse a scavar? Dell'acque I ragni mosche assai^. Molte fiate Frugarla terra, n" il tesoro ascoso Essi bagnar di lagrime o cchi Fu dato riveder, non degli j)ur sognando.
"

!^

Di

L'oscuro speco, molte volte ancora

Tale in terra cercar, che

gi"migrava

(1) Behr"m-g"r. deve alludere a qualche proverbio, (sepure cos" va inteso) (2) Questo punto oscuro dev'essere il cui significato non potersidar fede a cose assurde. (3) Figuratamente il re. annunzialo lo strano I giovinetti i paggi che primi hanno sono (4) Passo oscuro. di Behr"m. 11 dolore caso poi " spesso rassomigliatodai poeti persiani al fumo.
Vedi
Firdusi
e

Saadi.

(5) "

finita per lui ! Molti (6) perirono nel

cercare.

Brutta idea

(7) Cos"
sotterranei
e

intenderei.

E antica

di tesori. Il testo

dice

immagine. mitologicaquella dei dragoni custodi semplicemente come serpi o draghi.

di

luoghi

(8) Se cos" questo passo va inteso. in una di Giacobbe, quando fu venduto, era (9) Anche Giuseppe (Y"suf) figlio cisterna, postovi dai fratelli. oggi (lo) Questo luogo,secondo il Malcolm, " tra Sciraz e Ispahan e si dice ancora dove il addita vi si la valle deglieroi. " un tutto ancora luogo 0 oggi paludoso, piano in quel del seguito del Malcolm, cadde Behr;"m spar". Un giovane d'anni diciassette,
pantano
e

vi

per" miseramente.

APPENDICI':

ALLA

POESLV

K()"L\.NZES(;A

^265

" veramente Alle sedi celesti,

Avventatori di saette,eguali
A
e per giovani cipressi, amoi'e uno

Entro la terra impresa. Malagevole l'ossaancora, Ne sta la spog'lia e stanno E la parteceleste " in cielo assorta.

si fea bersaglio '. Ad Questo di quel avea Regiopoterconcesso corona.

Ognimortai

che sotto

questavolta

L'altra cento

corone

avea

turbale

dne madri conta, e l'una Vive del ciel, " la terra,ed " l'altra la mortale Donna che il nutre del
suo

Col poterdi beltc". Nascea la prima costui la rosea a sovra Lanugine

sangue

; e

Gota, e colei su le rosate guancie


Avea riccioli bruni. Ed
uno avea

[questa
L'alleva si Ebbesi
con

molto affetto e cura, la madre Behram-g"r,


a pi"benigna

Del crin le anella dagli orecchi attorno Alto composte,e a l'altra di capegli andava Un lacciobruno su le spalle Libero
e

L'altra poisei ripiglia. Or, se due madri


ancora

Terra mostrossi
E la madre

del sangue

lui '-, alla cocente

sciolto.E ilviso di costui


era

Pel diadema

qualmanca
era

luna ^,

che per e all'angoscia Doglia

l'alta offesa

E ilviso di colei tutto

cinto,

Della terra tocc",s" stessa uccise.

Qual colma luna,di belt" fiorente9. affisse Come sii sguardil'un su l'altro
Per alcun tempo, s" che l'uno all'altro cader lagrime F"' dal ciglio ardenti, Non si distolseda Shirina
sua

e) Il

poema:

Khusrev
di Khusrev
e

Sh"r"na.
di Sh"r"na.

1. Incontro di Sporto Che


come

Parv"zio,n" di colei si separava


Il rosato corsier dal Bruno

cose

scese

dice il poeta assai, * il nobile signore

palafreno

del sire. Elli cercar frattanto

Alla campagna ed una caccia indisse in tutte parti, Dolce e gradita venne Alto
a lui da scompiglio un

La via d'amore,e l'uno all'altro segni Scambievoli cerc". Ratto che intese alto di sella il nome, L'uno dell'altro amanti Caddero al suolo i giovinetti
Privi di In
ora senso. e

altro loco

Per la bella Shirina. Ella nascostamente

cos",con

le compagne

sue,

Ma

destarsi poi di

fiamma de' cuori, uscia quelgiorno Ella,

breve

il suol, come

perle

Capre
Ad
un

ed ecco cacciar selvaggie,

intanto

di Sparse, bagnar

cocenti. lagrime

sol loco dne scontrarsi insieme,

Due cacciatori ^, ei si,che Ebbri d'amor si stavano Stavan

poivolaro
i due

avidamente. L'ano in caccia dell'altro

Quale " costume, ei s'inchiedean di molte di triste Cose, e di lietefavellar, Per alcun tempo. Molti furo i detti,
il sermone perch" pensar; in Anche scorciasse, pazienza opra

amanti,

Ed ei molto

disgiunti per cocente amore Da lor scorta d'amici^, ed eran elli

Posero intenti.Come

poila foga

fi) Alla lettera: l'altra " il sangue. (2) Perch" lo raccolse nel suo grembo, e l'anima di Behr"m-g"r. vera (3) Cio" la madre Il Khusrev Parv"z. (4) re e Sh"r"na. (5) Khusrev allontanati dalla loro scorta. (6) Si erano dell'altro. L'avventar saette (7) Uno s'innamor"
vibrar dardi amorosi.

di

lui,intanto, sali al cielo.

"

detto

qui anche

nel

senso

di

(8) 11 (9) Il
scema e

diadema volto

glicopriva parte
di lei si vedeva
tutto

della fronte.

pieno

scoperto. Nota

l'inetta antitesi

tra

luna

luna

piena.
Khusrev Parv"z.

(10) 11 re

-2G6

APPENDICE

ALLA

POESIA

HdMANZESCA

alto in arcioni Dell'amore ei frenare, Balzar veloci come Da tutte


a prova. angelli

la sua ancella e schiava Il mio signoi'e, Lever" in alto la cervice, a quella

intanto i cavalieri parti

.Magione s'eiverr" ".


disse il re, Ospite, Ch'io verr" teco Ti sia devota F"'
sue e ove cara.

"

Se tu m'acco"ii

Le redini volgean verso

loco, quel

fanciulle Da osni confin va2:hissinie Venian dal volto di Per". Vedeano E luna
e

per l'alma min! l'anima mia


"

Un'altra volta

sole ^ andar

insieme, congiunti
amore

laudi Shirina ed al signore,

insieme Nella costellazion congiunti

Pi" che misura fosse, altidie Di


sua

segni
messo

De'

amanti. E il loro giovinetti


come

devozion ^, [toscia un
' corsiei'i

suo

Fuoco entro al cor


venian Impacciati

e lor cavalli destava,

Con due

somieri E si stupia elli

Mihina madre Facesse


a

pose in via per quella annunzio sua, si perch"

Entro al

caduti 2. fango

lei dell'ospite regale.

Ciascun che li rincorse, e da Shirina Khusr"v


non

tanto discernea,

eran

2. Morte

di Ferh"d^. in

Forte abbracciati. E

trombe

(?) in tuon
[sommesso
siredel mondo, Kliusr"v, Con arte molta di Shirina Novelle

ogni tempo

Annunziar Eran

parean che veramente novelle schiere


e

sua

e Sulcym"ncotesti Bilq"sa

e pi" che mille procacciava,

Garzoni amanti ^. Ma Da tutte


vennero parti

avea. Esploratori

Ciscuno intento

dintorno

A varie Che
un

era e allora imprese per lui,

S'ordinar

ai due. Poi che del monte quivi

dito sol la vaga

giovinetta

Tutta gente s'accolsealle pendici. Gem" la terra sul dorso del Pesce *, Al grave pondooppressa ; e f"'parole Shirina intanto a re Khusr"v e disse : Almo Di
me a cui ne' ceppi signore, stanno. mille servi e mille. migliori, corona

Al volto suo

il re di tanto portava,

Ei feano accorto

d'un sol tratto insieme.

Ora, nel tempo che Khusr"v al monte Ferli"d vedea,quello vedea di ferro
Alto maniero
sire del mondo, 9,a lui,

Dato fu annunzio

di tua a splendor Partecipa Sotto al tuo

Feiii"d a riveder Che gi" il cor Si che le Venne alle mani

ed ha sublime loco Quest'alto cielo, ancora; Ben che per sette climi si distenda Il mondo intero, ilmondo intero " al sire In questi lochi retaggio. Ampio e proprio
fra tante Vicini (pii,
a me

giunse leggiadra quella forza inusata rapi, gli


ancor come

che

terra seggio (piesta

sue,

potersovrano,

abbattea d'un colpo. ei;li rupi Da ([nell'ora avea'fera una egli gioia e si parea nell'alma, Concepita Che dalle pietre ruvido Costume
Con
e

donate

t^agliardo

Dovizie del mio re, sta una magione A un ci'ocicchio di vie. Se mi fa urazia

Eglipotea, appreso avesse. ferro t"a sui duri sassi ond'ei ((nel

(1) Kliusrev e Shirina. dai Persiani,ma credo che (2) L'immagine " brulla, sebbene usata non raramente il testo, oscuro, dell'altro dir l'uno i cosi. tenendosi accanto Forse, vogliapur troppo due amanti si dice i cavalli (come erano pi" innanzi), impacciatinel camminare. (3) Bilqis(laregina Saba) che visit" il re Suleym"n (Salomone). (4) La terra, secondo i Persiani,posa sul dorso d'un pesce mostruoso. nella mia edizione. (5) Segue un distico inintelligibile (6) Si lasciano due distici che non sono altro che una inetta ripetizione. (7) Perch", stanco uno, prendesse l'altro. ai paragrafi58, 5'J,60 del capitolo), amante (8) Ferh"d (vedi il sunto del poema di Shirina, era stato mandato sulla di Shirina lo roccie Bisuti'm, a tagliar e montagna visitato in aveva quel luogo. (9) Costrutto da Ferh"d.

APPENDICE

ALLA

POESL\

ROMANZESCA

2()7
nessuna

Dura la prova,

gi"scrollardall'alto,
eccelso

il monte sostegno, Di Bisiit"na.Qual leon pugnace,

Qiial per

manco

E nell'alma e nel sen, di s" Avea scienza,non del mondo


E sol cantava
una

attorno,

canzou,

la sua

fortebattea d'una Egli N" Che


mazza ma ell'era,

sua

mazza,
' possente ancora

si gru

Shirina ricordando ; iva scintille L'ascia destando e dirompea le pietre) ; Come Suo stato Ferh"d scoverse e quello quell'uom favellarla a lingua allegro,
voce

mai s'egli

per

una

luna

la via segnata Tanto avrassi vigor, Schiuso egli avr" sul dorso allamontagna ^. Parve smarrir Come E vecchi
sua

Sciolse e die Tu

di lontano

lui :

mente

ilnobii sire

dello stato in che tu sei, Ignaro


non

ud"-delle pietre e infrante e rotte 3,

saggiinchiese:Or che faremo,


"

Senza Per

curante, a che tua vita passi di te? Cosi rispose: pensier


"

Perch" ord iniam cotesto ? Cosi


:

E ivecchi saggi

che d" il nome gioir


man

di mia vedi.

donna,

Se questonodo gli rispondean Vuoi tu che a sci"rsiagevole si faccia,

Opra fo io di

si

come

Poich" la donna mia donna

gli" tale
cara

Fruga
Dal
suo

ritrova messaggierche gridi calle a Ferh"d che


" morta quella

Che Shirina " per nome ^,ella m'" Pi" della vita mia cento fiate; Che s'iovedessi la Per entro
sua

Shirina sua, perch" fiacche dall'opra mani e in suo Cadano a dietro quelle Intento alcuno anche indugio allor tristoe
si mostri.

adorna

immago
un mese

i sogni miei, tutto in

Gi" scrollerei di Bisut"na L'uom Come di


reo

il monte.

Tal fu cercato

D'infausto aspetto, con Parca Come da spirar la morte


*
"

maligno, di sangue segni


fauci

volto e di

vedea che dolce amor

Qual truculento scannator,che fuoco


le contratte

Shirina oprava ancor, Dal core e disse: Morta, ecco! " Shirina, E Ferh"d nulla
sa

amare, parole di quella trasse un sospiro

! Deh !
a

quelleggiadro
infranto

E tutto

come gli apprendeano Cipresso

cadde

terra

Che far dovea, d'oro gli fean promessa, Gli fean minaccia di ferrate verghe. A Bisut"na essi il mandare, e ad opre
era iMalvagie egli

Di morte Ambra
in

allabufera ! E sul

sepolcro via e la sua copia gittaro


cj

si maestro

guida.
core

Tutta bagnar di lagrimedegli occhi. o o Tutta la terra per la morte sua F"' Che Ma ed " si meraviglia e omei, pianti da Ferh"d non sappiasi cotesto ! da quell'ora che Shirina bella

Ecco ! che vassi l'uom di duro L'alma

scioltala lingua, chiusa Appo Ferhc"d, Come quegli occhi suoi piet". Tristi e protervi il giovinetto amante Vedean da lungi vedcano in pugno (lui Reggerd'acciaio una bipenne ; intanto.
a

Esanime Le

rest",corsero

rivi

Di morte

Come Come

fero leon da'ceppi sciolto, elefanteebbro di


e

Ferh"d rompeva, Il ferro in mano

in

il monte foia, il tuo mano a luile pietre, Onde Dal mondo

occhi. Al fieroassalto lagrime degli si vaga si spegnea quella luna e s'oscurar le stelle Splendida In ciel per doglia. Cosi '1 bel cipresso
core e

a lui molle si fea. Che per Shirina sua caldo nel petto Sentiasi il core, e per l'ardor che avea

il cor

andava lieto, uscia ti abbandonava. Ahi !

[tristi
Quellaluna
e

quelsol che di tal foggia

(1) Si lascia un (2) Ferh"d era


schiudere
sunto
una

distico
stato

nella inintelligibile dal


re

mia

edizione.
a

mandato
con

Khusrev

difficilissima la

impresa (quelladi
il

via

pei monti)
emistichio inteso
cosi

la speranza

non ch'egli

potesse compiere. Vedi

del poema. (3) Si lascia pure

un va

nella inintelligihile

mia

edizione.

(4) Se

questo passo

oscuro.

(5) Shirina

dolce shlrin) significa (propriamente

in

persiano.

-268

APFEiNDICE

ALLA

POESL\

ROMANZESCA

! Al"or che incolse Si eclissarrepentini

Tale

amor

in si volea, perch"
"

sua

morte

Tal sventura Un

assai ne alle genti,


e

fero

Fosse lietoFcrh"d !

^ Il geometra

pianto grave

n'andar mesti. Alfine, dal sepolcro

la bella estinta Associati nel diiol, Aftldaro alla terra A dietro si tornar
e

compuntie at"litti.

molte menzogne iva intrecciando Cos", All'infelice e voci fea di duolo ; a' suoi orecchi E Ferli"d, venne come del monte dall'alto Il fiero annunzio,

Sempre solca formar d'un fresco legno il manico all'accetta Di melagrano D'acciaio ch'egli avea, si che valente di lui suo cenno Aiuto gli era e in man udi l'annunzio fedele.Come Compia di fonda piaga. Che il cor gli trapass" di quel monte L'accetta sua da l'alto Urtava il ferro l'infelice. Gi" scagli" la terra il legno Contro le pietre, ma
Penetr" forte.E dicono che molle Era la terra, si che ratto un fusto da quello D'albero usci di melagran Manico infissoe
un

Cadde,di monte qualframmento. Trasse Tal gemitodal cor, che detto avresti
Averlo al core
E

un'asta, trapassato
Oh!
mia

disse : lagrimando
morto

fatica

albero divenne
non

Che E
son

! ^'on vidi alcun riposo, sopportai

Che assai fruttirec" *. S'anche Ne' librisuoi questoracconto

vide

per essa ! Oh ! mia perduta in faticar ! Oh ! invan da speme Stagione " dunque mio cor! Questo gli Rallegrato Frutto ch'io colsida
scavar

Niz"mi ilfusto all'albero novello. ei lesse, E il poeta, pur questoasseverando. dice che nel di che spento Anche gli di Shirina, Giacca Ferh"d per amor Venne in gran duol per tanta sua sventura che un vago ausello 11 core di costei, Era Su quello dal giardin. fuggito nato al rio sul margo, altero, Cipresso Stettesia lagrimar come piovosa fece Nuvola a primavera ; indi gli " l'uso, de' prenci Funeral veste qual E sotterra il depose ; ed ella gi" Alta una "''. Nulla in pugim stringendo fossa l'erma elev" su A volta gli [tomba tomba f"' segnata meta E quella devoti.Anche da questa A' pellegrin di cotesto diede E quella pai'te
nata Altriannunzioalvhusr"v,
esser

montane

Rupi! Davver ! che


ma L'opra,

non agevole

fue

grave e dura ! Io,qualeignaro Disiaiforte un bel rubino,e quello. No !


non

in mano, dure pietre ma trovai, mi vidi.Incendio " questo al fin, Dell'opra

Che di tal guisa cadde in me!

Diluvio

m'incolse! i. E questo si che repentin E vuoto " intanto questo mondo attorno Della luce del sol,vuoto " ilgiardino ! Ecco! dal mondo Dell'arboscel leggiadro la lampach'era al mondo luce, Spar"a E
non

Shir"na da

me

via si tolse, ha dei miseri

Ma veramente

ilsol. Non

Il cielpiet" ! misericordia sua Non " Del


! E come avanzano peiderelitti soltanto l'agnelletto Cento greggi,

ipiesta

Intanto afferrail lupo! poverello le fiere tutte. me Sparve Piangon per del viver mio nell'ombra oscura ! 2 L'acqua

per la via del dolore, forte Ed ei di ci" che fea pentissi

Spinacosi

altrui. Ed ebbe offesanell'olfesa

(1) Altro che (2) Allusione


di Firdusi
e

il nostro alla nota

Seicento! fontana della vita nel paese delle tenebre. Vedi sopra i passi

di Niz"mi. le

(3) Ferh"d.
(4) Secondo
stille di i

Persiani,i grani rossi del frutto del melagrano


nessun

sono

le

lagrime

sangue-diFerh"d.
raccolse fruito dal
suo amore.

(5j Non

APPENDICE

ALLA

POESL\

HOMAiNZESCA sua imbandigion sperata in quella a

2()9

Da

d)

Il 1.

poema

Leyla
un

Meo 'nun. cerbiatto

Preda

dietro si trasse

f"'taidetti:

Megn""i libera
preso da
un

ragione ; e l'ora " questa Allor si tolse ei la via prese Sue canzoni cantando, se la riscatti. D'oprar, Tutti arnesi suoi al sentiero d'amanti " e tutte suo ,Qiial Meg'n"ngli costume, e L'armi subitamente e le depose, atterrava la pupilla Andando,egli E ilcacciator l'armi toglieasi intanto. E dicea : Ci" che vuole Iddio signore, 2" si vide lucrosa Gli arnesi Anchesar"! togliea; all'improvviso, ,quand'ecco, in Preda la cotesto A un loco ei giunse e ove e apposto selvaggia preda gittato si come D'un cervetto il piede Abbandon". Meg'n"n, Scoverse un laccio. padre Corre al figliuol, corse del laccio apposto, a quello Caduto era prigion rapido che il fea Cerbiatto suo cor tesa E di lui la cervice in quella gi" captivo, di sue mani E come amico il palp" Corda al coltello era serbata. A quello E l" 've rotto lo scopria di-piaga. Roseo cerbiattoilcacciator movea fasci".Con molto amore Le piaghe Come leon feroce, e non gli per odio il stropicciando, tolse al in Dal Che avesse cor piede capo sparger voleane il occhi suoi Da lui la polve, e gi" per gli [sangue. dicea : di Anche Stille 0 sanguinario, verr" mai frutto piovea pianto. (jual
Alimento
'
"

stato

cacciatore.

Non io l'uccider", ma non per nulla ch'ella" si di mio Dar" la belva,

"

Dal sangue a te dell'innocente? Allora Che Meg'n"n al cacciatorda venne presso. Come dinanzi a tal che sangue versa
"

Anche

Deh ! tu lontano dalla tua compagna, dalla tua amica tu come me

Diviso andasti ! 0 duce alla tua schiera Pel deserto, o di

Per arte

sua

^, sciolsela

e disse : lingua

campiabitatore

Deh! tu oltraggioso cane, esci pur tristo!

E di montagne verdi, e m'" ricordo

Che per debili e infermi i lacci appresti. Della mia donna l'odor tuo^, son pari occhi gii occhi tuoi. Deh ! anche si goda Di quella Ti scosta, un perch" agii giorno In dolce pace il prigioniero tuo ! allor ch'ei si Ila reso Ti scosta, perch" Al noto
covo e

[sempre
sotto a l'ombre fresche, soggiorno Cadano a vuoto Sciolto da' lacciil pie.

Sia tuo

appo la sua

compagna
in tutta
assenza

Torni al

che suo, quella riposo

Mandati contro I

te

de' tristie rei


! Ma

La notte lo cerc", per la sua Dir" di te Te da


me
:

dal tuo e lungi tutti, colpi


re

Colui che separava notte,in simil doglia ({uesta


"

Siano i laccidei

capo i denti tuoi

Dentro allachiostradelle labbra tue

si stanno che di fulgid'oro giocondi Meglio castone ^, e ilcuoio tuo villoso o viva i giorni In un lor gli uomini fanno. Che m iei temi Di che ! " a questi se tu guinzagli Eguali si sta, perch" la cinga De' mesti il lamentar, da questa e vesta, togli Meglio

Restisi preso ! Giorni mai Chi ti cacci",non vegga,

Preda gliartigli ancora e rendi grazie Che tua preda fu questa e tu l'haitolta*.
E ilcacciatorche tal sermone

A te

su

la cervice, e

se

pur

sono

udia.

occhi tuoi le lagrime spremute Degli " Farmaco ai mali '^, meglio si che al suolo

(1)Meg'n"n errante per il deserto. ai Mussulmani specialmente nell'afflizione. (2) Intercalare comune dinanzi a un tlebotomo. (3) Come lasciandolo d'aver preso il cerbiatto, poi. (4) Pare vogliadire che si deve appagare (5) L'amica paragonata a una cervetta. i denti delle belve uccise. in oro (6) Allude all'uso dei cacciatori di far rilegare si medicina Che alluda cos" a qualche preparata? (7)

270 Non
sialiversate
e

Al'l'ENDlCE

ALLA

POESIA

UOMANZESCA tratto

velen i. Cervettu qiial dall'alta cervice,

Un

uoiii

al

e del guiiiguinzaglio,

seno Dall'ampio

[zaglio

E quella andava Costui '^ che arde nel cor, deh ! tu consola, Parca l'uomo goder. Affrettatapelcalle e si traea Ch'io ben so che appo questo erto maniero alla cervice attorto. candida luna L'noni col guinzaglio Di lei, qual leggiadra E Meg'n"n che vedea quello in catene Che in esso sta,notiziahai tu. Se un giorno In deh! rendi, terra pascerai, quella
a

Tratto

sacramento captivo,
a

fece

Rendi noto Lo stato


reo

colei di questocore cos" dicendo


: "

Per Dio santo Che vien Con te in


con

colei : Deh ! chi " costui al


e perch" guinzaglio?

0 bella

te

Che in potereti staide' miei nemici, Qual tu non vuoi,son io '^.Tu se'lontana

[mai
si sta? ceppi
"

Se tu del

vero

Intender vuoi,la donna disse, " tale Da me, da te son io lontano ; e in duolo Sono ed in duol sei tu *. Ma un sol pensiero Costui davver che non ha mente o senno, Che di te
La niente Aura
nomar non non a me

alcuna traccia. raccolga


non

Intelletto non

ha. Vedova donna

tocca,

nessun'aura

vogl'io per
rechi a
me

ninna

guisa,

Son io,povero sozio m'" costui, E di l" da misura abbiam noi due Affanni
Di
e

Quando
A

di te

! ". fragranza

mali. Che
a

tal punto venni

anzi di cento ancora, Di questa guisa, stato conforme ei favellava. suo

che povert",
e

lui questoguinzaglio
attorno

Posi

la soga, ond'io lui meno di cibo

Sciolse al cerbiatto i vincolidal Gli baci" occhi gli


e

piede,

Qual prigioniero e da
Dono

ognivico e

ostello

libero il rendea.

Intanto, gli procaccio.

i2. Pazzia Come


sua

di

Meyn"n.

Pochi alimenti per il gramo ostello che a veder per noi Vo raccogliendo, Si sta che mai ci si
e procaccia,

in

parti

luce ridest" di questo Cielo la lampae fuor della cortina Che allorche mostrossi, l'iinpedia,
a

dividiam quel Eguali poscia poco. Io 'na met", l'altra met" costui

intorno

Prendesi, e nulla in
E

mezzo

noi rimane.
e

Un giardino tlor"asotto
E

ogni sguardo

atflitto era Meg'n"nperch"


a

turbato,

Iucca comedi notte ognisguardo Una facellaluce, ecco corvo, qual farfalla come volator, Rapido Che della lampaalla Jiammella anela 5, Prese Ch'era
cura

Cadde

l'istante a' piedi di colei

E disse : Questa soga e le catene ed al tuo 0 donna, e il guinzaglio, Poiinii,

iMe^'ii"n per
a

suo

viaggio.
Di lei

Toglitutto cotesto. Io son da furie [sozio Preso e dolente, di ceppi. e degnoson


Non Tu egli gi". menami dattorno In questostato miserando in questi Lochi e dove pi"vuoi,e quel provento Che per cotesto a te verr", ti togli, sola ch'io vo' parte. non Togli per te, vedea questanovella preda. L'annosa donna per illucro e ilfrutto Come And"
contenta
suo e

Prese la via che


sua

l'ostel di colei

donna,il conducea.

Come not"

di lontano, fragranza

Al suol si assise ed Portavasi la


man.

ogniistante al core

Dal pettoallora Un gemito l'alma come uscia, se gli Renduta fosse ad


una

morta

spoglia,
a

simile a invasata Quando da lungi, Da mali


ecco spirti, una

lieta.E via da tolse la mano

quello

mostrarsi
con

lui
seco

Antico sozio
Ed
a

D'et""grave

donna. Era

Meg'n"n pose la soga, pose

(1) Passo molto oscuro. di Leyla. (2) Meg'n"n slesso che parla,innamorato (3) Cio" forsennato e ridollo a vivere nel deserto. nella mia edizione. (4) Si lascia un distico inintelligibile che vuol congiungersialla (5) La solila immagine dell'amante

sua

donna.

27^

APPENDICE

ALLA

POESL\

ROMANZESCA

che eterno Elibro d'aiiioiein Jiraccio a lei,


Licore Fino
a

Veracemente. Per

le rose, Ell'erano,

gli pori;ea*. Posano intanto qneldi che sorgeranno i morti,


sempiterno
un

accese ogniaiuola quaipupille

Tolta dal lor sentiero in


La
rea

sventura.

Ei vissero ad

patto

Su questaterra, or posano in un solo Letto di imnie ad altravita assunti.

ostel di paradiso guardare; di cristallo ben quello, Con splendor era N" pi"verde di quello era smeraldo, N" avea misura il suo splendor. Fiorenti Stanti a I roseti all'intorno, e ognun Suoi caliciodorosi ^, e
sue

reggea
canzoni

E Zeyd, l'uom dolce e buono L'alta sventura Dal Non

piend'a[more,

Ebbro

cantava

sui rami. l'usignuol canti s'udi"no

mai sopportando,

Cantori modular In misura, Mostrarsi


e

dei due 2, fonte di luce. sepolcro


rec" il pielontano. Alcune strofe

colombe gemer alti" In ogniparte. Ed ecco, uguale a un


a

sole,

Che rubini pareano a un l"loinserti. Quali,toccando lor stato infelice,


Avean
attorno composte i giovinetti,
cercar

l'ombra de'rosetiun

Posto in riva Di

seggio. Era coperto dell'acque.

Diessi a Che

intanto molto guardando,

face erasi spenta;e quella

allora

si le raccolse ancora. Ch'ei le trov", orecchi d'alcun frod" di questo N" gli

di broccato ed era adorno drappi quaison di paradiso, tappeti E sopra vi sedean, a leggiadri pari in loro e in lor statura, Cipressi aspetto d'inclit'orme Due giovinetti un giorno, Di Seduti l" di tanto al loco. gaudio Avean di vino in jmgno un nappo, e nuova Avean dinanzi primavera, e intanto Ambo Ed
ora

Ornamento F"'
sue

novello ^;
*

chi

ne

intese.

laudi d'assai.Cosi la storia


ei rendea

Dei due amanti Ala Un


un

mondo nota. pel

di pensier

A tutto

tocc" la mente gli pensiero due ch'erano luce que' mai il mondo, di qualfoggia

di un

dicean di lor trascorsicasi.


al labbro si recavano quella
or

Coppadi vino, ed
Discorsi erano

si davan baci
in

Stesser sotteira i due

insieme, garzoni

Sulle labbra l'un l'altro; ora


A lor desio conforme. Ed

leggiadri

che non gustar del dolce frutto. Sposi, nel seno della terra oscura, Laggi", Dormono
Di

ora insieiue, giaceano era

ilvincolo

forse,0 siedono elliin


"

trono

Parve

paradiso? del muschio squarciar


muschio

Allor che l'atranotte la vescica

Del patto antico incolume, e la fronte bel seggio Reclinavano insiem su quel Amicamente. Di Ad
un ogniistante,

nembo

E il nero

spargei'edel die

Sulla bianchezza^, gliangeli mostraro A adorno sogno un bel giardino Che dava al mondo luce. Era nel mezzo

Zeyd in

ed D'altere piante ingombro Come In I


" ilcore

era

lieto

fiorlevavasidall'aure vaghi E in bella pioggia lor scendea sul capo. che in sogno il E Zeyd arcano prodigioso chiese a un vegliardo Stavasi a contemplar, E chi " costui, Di paradiso: leggiadro Come ed ha cipresso,
nome

che han sorte buona ; di quei

rosa e d'ogni ogniparteun fiore, si petali splendean come lampe

Qual

coppa in mano? egliha d'Ir"ni ne^li orti '^.In


sua

funesto

lei. con (1) La beatitudine di star sempre (2) Levia e Meg'n"n. orecchini come (3) Metaforicamente, le strofe sono qui considerate agliorecchi degli uditori. (4) Leyla e Meg'n"n. vescichetta. ed " contenuto in una " bruno (5) Si sa che il muschio al giorno. dire che la notte successe (6) Le rose. (7) Famoso giardinodel re Shedd"d, gi" pi" volte ricordato.

da

attaccarsi

Tutto

ci" per

APPENDICE

ALLA

POESIA

ROMANZESCA

273

si prende Deij;ii egli soggiorno, sjiirli Gaudio


e

sollazzo. E donde mai

gingnea,
poema:

III. KImsrev d" Dehii.

Dal tua dimora? a questa Vegliardo saggio, in alE il vegliardo, favellaaeconcia [ l'uopo. lui Con eloquente!?) a lingua rispose:

Lo Specchio

di

Alessandro.

L'asceta fatto persuaso della


di onnipotenza
un

Dio.
retto

Questidue che
Son In Prence fu

omai

sono

in eterno. E congiunti

persona, in terra (piello

una

Udii

gi"che

non asceta, (piai

eccelso attinse che grado gi" luna sua i,fulgida perfezion " si costei, bel cor delizia. d'ogni anche la vedi, ed " quale Essa " Levia, E soprannome di Meg'n"n il prence due rubini Ebbesi in terra. Egli eran
-

Pensiero avea, ficc"la scure al piede fatto Dell'arbordel suo senno *, e perch" S'avea costume Aveasi un Dinanzi Come In
un a

di

superbo core,
a

Nell'ascensionedel Profeta dubbio 5.


"

Dio

In questa dicca, via, cui s'atterra ognipensiero,


tornar

ire e potrebbe istante?^


".
"

qualcuno
suo

Intatti ancor, Ebbero

nel cofano rinchiusi

Per taldubbio

della fede, e ninna in terra Dell'amor, soltantoal tine e qui gioia,


caro.

lo spirto Qual " di gentestolta, egli in questo A mane tormentava e a sera

desio pi"dolce e Giungean d'ogni

Qui non

vedranno altro dolor, ma


saranno

mente eterna-

in lor felice stato,

d'alcun fruttoin terra. gode che questaguisa tu vedi ilcapo Alto sollevaqui che al mondo ; di tal, ("h" qual non
In

fin che un di al mattino. pensiero, errando a caso, Per la vasta pianura Per lavarsue membra Giunse ad un'acqua. ei si togliea da membra le vesti, le Via Fatuo
E
nera

notte in

fonte quella

indusse

Ch'era fonte di luce '^. Allor che immerso Si fu ed fuor ne usciva, nell'onda,
un ecco

Vive gramo e dolente, ! nel cielo ecco " face Cosi letizia tal la La ! pur Chiara del di che illumina la terra. Desta ne" fasci della notte il fuoco 3.

Che dentro a Un talsen

donna ei si vedea ^. borgo


;
seco

venne sua

ordia faccenda^

Zcydintanto destavasidal
E la sua Manifesta A far Ne
arcana

sonno

nozze, per giuste Si che in bel nodo di belt" gioiosa Ei si restava,e sette
ancora figli

E lui fea sposa

vision rendca

all'intorno, onde, chi scende

Gli SI

nasceano un

in sett'anni. Un

giorno poi,

gaudio le membra al margine, D'un ruscelletto del pie. Fallace " il mondo. calpesti " polve e sempiterno soltanto, Bagn"nell'onda.Come fuor dell'acqua Ch'egli Ei lev" ilcapo, e d'ogni E santo " ilcielo.Santit" che resta parteattorno che vede? Era pur quello Diessia guardar, Per sua natura sempre, " assai di nostra lavacro illoco antico Di suo primo Terra caduca e misera mioiiore !
in terra, suo ogni soggiorno
come

disceso egli, tempo fece,

penitentenel deserto. Qays. Fu detto poi Meg'n"n che in arabo significa jxizzo per ai paragrafi citati sopra. Vedi il sunto del poema amore. della notte, cio" ne disperde le tenebre. (3) Brucia i covoni (!) (4) Invan". il credere che Maometto, della fede maomettana una notte, (5) " punto capitale salisse al cielo e parlasse Dio. con dubitare e ci" faceva (G) Maometto comp" in un attimo la sua ascensione al cielo, il pio uomo. (7) Fece torbide le acque. citt" o borgo. in una (8) Era stato mutato in donna e trasportato (9) Tratt" di matrimonio. (1) Nel far vita (2) Il suo nome
da
era

18

"

Storia Pizzi,

della

poesia persiana, voi. II.

274 Dove
sua

APPENDICE

ALLA

POESL\

ROMANZESCA

via smarr" ruom

che smarrito

una

callei. Eran sul inargo S'era dal giusto arnesi suoi ; ancora JjB vesti sue, gli Dell'ora mattutina
era

Delle
Cerca

sue

vasta. Or, per l'ardore pianura ei cerca, gote frigid'acqua

l'istante.

Contro al

conforto per la vita sua vino. Ed gagliardo

ecco

intanto

Ebbe vergogna di suo dubbio inetto E tolse via pensier presuntuoso Che
aveva

Che gli giungeall'orecchioun Suon di


e

improvviso

piantidi lai,e di tal guisa.


cadde gli
in gl'ave turbamento. Che " mai (|uesto lamento
ne

in

si che pria,

del ciel si volse.

Che il cor

fortealla legge. Dopo tanto inciampar, discaccn'i d'un tratto I rei pensieri Via dalla mente
e con

E domand":

E questoguaio? e di chi Ratto

la reggia
"

alma virile

" pianger di cordoglio in questa guisa?

luce di saviezza e Concep"

poi,

qualnembo

venne

un

cavaliero

Dopo molto pregar per suo perdono. che folle Disse : Non " nostra ragion
Errore Dalla
e

Del Calalo,e dicea : Sia

sempiterno,

ilviver tuo ! .Ma,((uesta notte, Signore,

mal caduco,essa, che

lungi
-

iliDio tiene oltraggiosa legge In regno tal che due nostro. Il pensier Mondi
3

Quellache avea celestial natura, Quella [liunay"na tua, sal"volando


A' del ciel.Per giardini tal sventura, Tutta s'affanna e corruccia la gente,
E la citt" per duol tutta si

fa incertie
come

nostra dubitosi,
a

Ragion

levarsiardisce

volo?*

giace
"

Sulla
Il
re

e polve

la

cenere un

*5.
"

Dall'alma

dei

re

'^

mand"

tremendo

grido

IV. kirm"ii". Dal


poema:

E ilcore IIumayun Corona


morte

in

Humay

al suolo si gitt", la Quand'egli


sua

(Felicee Felicita).
Dolore di

d'alfanno. gli palpit" regia sembr" fulgida luna


sen

Hvmfujper "a creduta (li Hiimuij"ii.


avea

Che, della notte

in

suo

cammino, fende
e

L'aereo manto; ed ei la mano Si lacer" co' denti e f"'gran

il braccio

pianto

Per

caso

Hum"y,
In

sire d'amor, da' hei

e prestante quell'inclito consigli,

E si percosse. Dal trafitto core Il vapor dell'affannoegli esalava. De' fianchiavvoltolavasisul suolo. Cos" fremea,cos" nel Ei Da
suo

notte bevuto d'un vino quella vino e (|ueiramico Degno di forti, nell'alba La mente gli Q uando aggrav".

dolore

fattoscioltooniai s'immergeva, Ma

Di

sua

ebhrezza dal

sonno

ei

rilevossi.

Volse al deserto le bandiere,intento Poi ch'ebbe di cacciar. Pien di speranza d'ebbrezza il capo, Il core avea, pieno monti del deserto alquanto E per que' Si mosse attorno, fin che gi"discese

e fuori omai di senno. pazienza da che pareva un mare, poi quella, in Vasta jiianura, Cina ei f"'ritorno

Dolorando

Di Cina entro la reggia, ei mand" Dal


suo

Davver

e l",del sire piangendo, un grido feritoed angosciato core. di sua via ! che per la polve e

di Dio. (1) Dubitando dell'onnipotenza di Dio, dove run:iana ragione si smarrisce. (2) Nel regno della conoscenza (3) Il corporale e lo spirituale. (4) Di questo passo inetto,il solo che abbiam potuto dare di questo poema, del capitolo. gasi il giudizioai paragrafi92 e '.)3 del parolainintelligibile (5) Emistichio di cui non s'intende il senso per una

veg-

scritto. mano-

(6) 11 re di Gina, padre della bella Hum"y"n, celebra e fintamente ora ne repentina della figlia ai paragrafi i*? e '."S del capitolo. di H"sheng re d'Occidente. (7) Hum"y figlio

aveva

fatto sparger voce i funerali. Vedi il sunto

della morte del poema

APPENDICE

ALLA

POESL^i

IU)MANZESCA

275
la

Che in Ed

al capo copia
un

si

di polve g;\{\",
!'

Non rest"
ecco

sotto al freddo Pesce piiiiiio

Ed io frattanto legge! sol con (|uesta Qui f"i soggiorno speme


e L'impromessa

che in

ricoperta (inell'ora,
avea

Che

un

giornoalfinrecassial tardo vespro


aurora fulgida

La bara di colei che

di

rose oro

La tua Ch'io Oh!

*. Eccomi

intanto

in Le guance sne, da una dipinta reali Tavola adorna,i principi

Di mia faccenda tornato al

principio.

le spaile, Si [toiiean e precedea su di grandezza Di Cina il sire, amante,


E hi gente

pi"non ho la mia compagna, ilcore ho ilcor tranquillo! e non Qual mi l'apiva,


Giorno di mecche luce del mio core, in questo mio ho tenebroso ilgiorno 6,
non

Dal cataletto seguia.

Come

levaro il f"retro, all'avello,

Senza il tuo viso mai Ma

viva alcuno !

"

tolti Qual dolce peso, per recarlo, occhi piangenti Versar sovr'esso dagli

poi,

come

la bara

aureo-dipinta
prenci

I^ev"r lino all'avello arcato i

Lagrime pari gemme


a

allor che alcuno

Ch'erano allora, lagi'ime profuse,

Andavano Le sparge attorno per larghezza^. Dietro la bara le fanciulle, e stille


Di fean pianto

cader

paria lucenti
usci la bara

Astri del cielo. Come


Fuor

Quai da conchiglie preziose perle, Su la bella fanciullail re di Cina, Fatto diserto omai. Quel suo giaciglio, ornato d'oro, Qual gi"per sponsalizie

della porta,l" su
un mare

Scorse E di

Sul suol si tea

Di perle vive e di rubin fregiato, quella porla Posero allor nel chiuso avello e sopra di pianto. E una poltiglia Un alto seggio, o cchi di lagrime una con poi, pietra degli
core,
or

al del sire^,aftlilto polve,

Ed Dinanzi a' piedi.

che

gi"caduta

Chiusa all'avel la porta, usciron fuori, Usciron molli, dolor del core, per Di
in gran copia. Ei,su lagrime Dalle fontidegli occhi che di sonno
tuquel

Era l'ebbrezza, parve, ad un istante, della vita fuor ponesse il piede. Cli'ei

[mulo,
avesse

Ogni volta che

un

Tutto occupava Ed or le mani ei s'addentava ed Mordeasi,


or

cacciava. grido egli il mondo; con grido quel


e

Pi" E

non

avean

senior,lagrime sparsero,
come se mosse.

trafitto al cor, Ilum"y,

illabbro

di l" si L'ale,

Ei da l'avello

nel sangue
ora a

S'avvoltolava ; ed
A feretro ei (|uel

nella polvere Via volando fuggi. Corse al deserto feretro In suo furor dolente e nel deserto quel
e

Accostava la fronte, ora

dinanzi

forsennato. E ne' monti abit" qual

s'inchinava, e intanto
V. Ass"r. tristo Il
poema:

Il leon valoroso si struggea Del cor per la rancura e in umor Lamentando

Mihr

Musuteri

col pianto. Quel fiero cor si disciogliea ei dicea : Di questocore dolce che gi"mi rapisti 0 sospir la pace del core, " la fede e ilpatto e Questa dunipie
La pazienza
e

(Sole e Giove).
1. Mihr

uccide
ne

un

leone.

Cosi Nella

con

Sherf

andava ilnobil sire '^ In

Costume

nostro

Tal di noi fu

quello adunque

Versando

dai dolci rubini ^ perle


sua

sua. risposta

bellezza,

che sostiene la terra. Altro che Seicento! (1) Il Pesce mostruoso Allude solito orientale di gettar gemme al costume attorno (2) per larghezza e allegria. (3) Hum"y. (4) Vivessi con te dalla giovinezzafino alla vecchiaia e alla morte. (5) In (]ueslogiorno di sventura per me. (6) Concettini freddi. d'una di Sh"p"r re di Persia, stato raccolto da Sherf, capo vana, caro(7) Mihr, figlio ch'ebbe fatto naufragio. dopo rubini per dir labbra. (8) Perle per dir 2}a?-ole,

270 Come il gran

APPENDICE

ALLA

POESL\

ROMANZESCA

Incesso

di Dest"n i, con fiero figlio venia,quando improvviso egli


un

Come

Di laudi un

vide la gente il trar gagliardo, fino all'alto cielo grido

Fuori usci da

canneto

un

leon fulvo,

Lev" festosa.Sciolsero la lingua Tutti a lodarlo ed osservar


E di laudi
e

Forte ruggente per ardor dell'ira. fendca, Davver! che ilseno egli rompea occhi suoi alla terra,e gli compagi due stellein costellato Eran quali le fauci sue qual Loco del ciel, speco venia ruggente Di punte armato. Egli E di pugnar voglioso e via dal cielo Parean fuggirsi per terror di lui Con gli al suolo Gli astrisgomenti. artigli, forte le zolle sgretolando, Togliea sbalestrava del cielle Alle plaghe fanno della coda. Or, come Col colpir a' crocicchi. Masnadieri belligeri belva Volse per ira la malvagia Le Contro allacarovana. Alto levossi Clamor di gente della carovana, E detto avrestiche schiantossiun Dalle radici sue.
Ma
come

giustizia

d'encomi ; indi la via

Di lor meta

prendean, per meraviglia lodi a ogni sue momento, r"ipigliando


E da la valle uscian quanto " di dieci Giorni il cammin, con sorte di vittoria Di Mihr per la venuta in mezzo a loro ^. Ma il fato al viver loro invidiava
E

ad altre guerre gi"volgeva

assalti.

2. Mihr

della figlia s'invaghisce


re

del Come Mihr

del Kharezm.
inerte

dischiuse dopoil sonno

occhi suoi^, di meraviglia un grido gli

fanciulla. Lev" al mirar la leggiadra


monte

vide

Il capo da' ginocchi rimovendoue. in chin" la fronte Rapido piebalz",

L'alto scompiglio Mihr, cieldi valore 2, Con ira


e come

A'

baci le die alle mani, piedi lei,

tuon

che alto risuona al leon fulvo

conturbato E tal si f"'d'aspetto che di s" oblioso E verecondo, in stordimento. In lui tanto Divenne Tal lasci"del desiderio vestigio il rese L'acre bevanda,che del mondo Inconscio a
un

contro Per i deserti (?),

di leoni in giostra il destriero, Spinse


e Atterrator possente, avea

nel pugno,

che le roccie investe, pari folgor acuta. E illeone il vedea. La spada Si che qual vampa contro a luisi mosse, uccisor di leoni, Ond'ei, qualpardo Il braccio sollev".Di cotal guisa Mihr

tratto. Intanto, per l'amore, in melmoso che de' Er'ei persona pie core Terren s'affonda*^, e del suo amante,

sferr" su la cervice un colpo, gli fataidi suo morire ', A l'istante del leon cacci" la testa Che lunge ilvasto tratto. Ei palpitava e nel novello affanno Quant'"d'una palestra Ma quell'ardore ond'ei si tenea. Oh ! per quel quello Doglioso colpo raggiunse Leone immane, Il Leon
3 su e

Oual calice di iior, sangue mandava ch'c giunto Il lembo estremo, e come augel

nel ciel tremore della carovana

che Crescea d'un tratto,

con

cento

cuori

prese !

la rosa^ S'innamor" dell'usi^nuol

persiana. (1) Ruslem, il maggiore eroe dell'epopea valorosissimo. dire era Per ch'egli (2) (3) La costellazione del Leone. Infelice giuoco di parole! stato raccolto dai mercanti. s'" detto, Mihr naufrago era (4) Come in un giardino in corte del re del Kh"rezm, e la bella (5) Mihr erasi addormentalo in quel luogo, e, presa d'amore, aveva appoggiato la fronte N"hid l'aveva sorpreso
sulle ginocchia di lui cos" addormentato. (6) Il trovarsi impacciato nel fango d'un
di chi trovasi molto dubbioso
e

pantano,

guisa d'un giumento, "


Vedi sopra.

gine imma-

incerto

dell'animo.

(7) Quando altri lo sgozza. (S) Cio" la bella N"liid.

APPENDICE

ALLA

POESL\

ROMANZESCA

^277 frutto

Per

virt" ; l", nel iiiag'ioa

mercato

Che

semina campiottimo (jual

ecco! scendea De' soavi desiri,

Yiis"fad

Zalikha bella^. aciiuistar oiiiai

de' soavi desiri Nel trafficar Vedea Naliida- che Caldo


era con seco

ch'elettaopra compia. Godesi,poi dolci sguardi e con con Cosi, argute fea sermon costei Parole e vezzi, A Mihr innanzi, qualPeri leggiadra,
"

il niercatar di
suo,

bel sole 3, ([nel


era

sire al E il giovinetto

dolce parlar
sua

E il cor

tocco perch"
sna

d'amore,

Stordito si mostrava, in tanta In

di Con arte al trafficar Incominci" mercato. In


suo

bellezza

Inscienza di s" l'orecchioaperto

mostrando, Eppur,
blandiziealcuna
suo amore

Oh di conchiglia. guisa
su

! tal potere

di sue pudor,

Ebbe

lui lo stordir repentino,

Picciola parte, tutta del Non

tolsea far parola Che l'affannogli Ratto la facolt".Deh! che l'incanto momento, ilpi" facondo'^ Muto rendea cosi ! Per" si fea

disciolsela derrata. Ornava gli

le parole D'alcune gemme sue. Dolce facea suo dir col render

D'amore, in

un

grazie*.

Per" disse: 0 straniero in nostra terra. La nostra terra tu onorasti. Luce Avean dal viso tuo licampinostri, Avean da' capelli tuoi fragranza noi la tua venuta loco E fu principio Questinostri giardini. Di
a gioia a e

Ardente

caldo nell'intento suo, distese un velo

levossi Quando repentefrigida L'alba del di. Come L'alba del di Tem" Nahida
su

luna ^, la pallida
in

dell'ontasua
e bella,

qnell'istante
turbamento.
un

in tosto,

"

noi di starciquiliberie franchi


corona

di rosate Di l" si tolse quella Gote Alto luna e come leggiadra all'ostel suo splendente sole si rese.

Per tua persona bella ". Or di', o Di tuttinoi per tua nobil natura, Di' almen

ti staiper questanostra come Alta distretta ^, che per noi portasti Fatica molta per la nostra pace Gran travaglio vedesti.Ecco! per tanta
e

di Mihr dalla presenza nscia luna^, cadde Mihr al suolo Quell'agli Come Per desio di
e come volto, quel ^^ esce con

l'alba
sue

Per des"o della luna

Bont" di benetlcio, abbiam vergogna. abbiam noi non Linguain te ringraziar


Per tanta
tua. Ma grazia

ei ruppe Aurette fresche, sospirando Di Ma


catena. ratto ogni pazienza
come intanto, quella

chi del bene

entr" in sue

case

Oprarsi fa sollecito, maggiore Premio toccasi poi di ci" ch'eifece,

Con la nutrice, tutta ardea per tanta si che le disse Vicinanza del sol ^^,

presa

nel mercato, la moglie di Putifarre, (1) Si sa che Zalikha, compr" Y"suf (Giuseppe) d'improvvisoamore per lui. del re del Kh"rezm. (2) La figlia nell'amore. sole. Vuol dire che Mihr s'accalorava (3) Cio" Mihr, che significa (4) Giuoco di parole nel testo, intraducibile in italiano. Del resto, questo passo sembra voler rassomigliarelo scambievole innamorarsi dei due giovani a un oscuro traffico in
un

mercato.
aveva

(5) Mihr
di Samarcanda.

aiutalo

il

re

del Kh"rezm

nella guerra

contro

di

Qar"-kh"n signore

(6) Cio" dopo tante fatiche sopportate per noi, (7) Mihr, che era anche eleganteparlatore. (8) Cio" la luce dell'alba vinse quella della luna. (9) Giuoco di parole con Mihr che significa sole; cosi
dinanzi al sole. la

la luna

larda

fugge,al

tino, mat-

(10) Che

precede
giuoco
di

in Oriente.

(11) Solito

parole.

278 La nutrice cosi : Donna

APPENDICE

ALLA

POESIA

KOMANZESCA

regale

Da lui Khorshid Ed Di
a sue

andando hera. leggiadra* zefirofragranza


suo

D'inclitasorte, come mai fu preda Cacciatore illeon de la gazzella? Ma tu soverchio in


tua quest'opera

stanze^ si ridusse.Intanto

alcun Recavagli
e

primavera dal

vago aspetto

andar qual nembo. Ricevean lor candore i gelsomini. non Precipitosa al Gemshid ^ simile a luna, s" Scorre l'acqua *. Poi che suo^ che ilviso ora per I nerissimi tuoi lacciponesti ^, [piede Mostrato non gliavea Khorshid le2;s;iadra, ad ammirar sola una rosa Potrai sedertial loco tuo di gloria. Datagli Huri Cosi le rispondea bella Che del suo viso coieria la luce ', quella senti che profumato Dal volto di Peri: Vuoisi, che altri Tulio il giardin per di che Da fanciulleadorne ^, Pazienza sopporti, cor un fragranz'era parli del cor. Tu, mia nutrice. andando, incominci" in tal guisa Degli affetti Ond'egli, l'" Dall'alma ad intonar questacanzone: Mostrami in pria dato, quelcor; poise ch'io pazienza porti. ancor M'insegna

(Ghazela).

Ha il giardino uno

VI. a) Dal
//
poema

S"veghi.
e

Ha

un

senior

di

splendore, primavera,
Onesta notte ;

Cemshid

Khorshid. Sulle Son del foglie

giardino
Questa notte.

Gemsh"d si desta dopo principe giocane notte una lunga passatatra ? canti e i suoni
con

e fregi pitture sono,

la sua
come

bella Khorshid. nel


sonno

Rosee gote,le fanciulle Fin da ier non han bevuto Del licore^; Or occhi bruni perch" quegli Sono immersi nell'ebbrezza,

Il giovin re Di

intese

liutiil suon, quale al mattino que'

Fa la brezza dell'alba, ei si riscosse. Ebbro del molto vin,quandola fronte Dal


sonno sua

Questa notte?
Forse il crin si ricompose Sulla di quel rio, sponda

io

vide i cantori ei rilev", bella dal


e

E la

E ilvino Ei fu

di luna fulgor Allor, l'acqua. poiche ridesto luna adorna,ecco fuggia qual

La mia bella, Che


e odore quell'onda increspa

(1) Perci" non " necessario sospingerla. (2) Di Mihr. la bellezza de' luoi capelli bruni. con (3) L'hai fallo prigioniero che il poeta (4)Per intendere tutto questo passo artificioso, bisogna tenere in mente della fanciulla,significa dice tutto in senso sole, e doppio. Khorshid, che " il nome essa fugge, per" ora che Gemsh"d, assomigliatodal poeta alla luna, si leva dal sonno, avrebbe detto sole il sole quando la luna si leva. Un tramonta come poeta europeo distinzione di generi. l'amante e luna la bella di lui;ma la lingua persiananon conosce Alla lettera: costellazione. Vedi la nota antecedente. (.5) l'epopea. delGemshid che questo giovane re Gemshid " il gran non re (6) Ricordiamoci (7)Pare, secondo le note antecedenti, che vogliadire: La fanciulla partinon volendo dal giovane,eccetto ch'egli parte del pot" vedere soltanto di sfuggilauna
suo.

farsi vedere viso


un

Cosi il sole tramonta,

ma

la luna, anche

illuminata

in

un

lembo

solo,lo vede

Cos" istante, o sembra vederlo, prima di tramontare. (8) Le ancelle di Khorshid. del vino che si prende al mattino. (9) La bevanda (10) Per l'amore.

crederei

di poter intendere.

-280

APPENDICE

ALLA

POESL\

ROMANZESCA

gello
segno diede

(li rubino n'era la

lucente,
fontana
a

l'impronta
Bocca
e a

il

ficio Disse

di

reggere

lo Mostrami

specchio

Bellezza.
"

di

i.

Essa

Cuore:
conosca

qualche
di

immagine
tua

quell'anello
li mand" in alla
un

Fantasie

Sguardo, Sguardo
la

perch'io
fammi ci" la che

il valore ricamo

arte,
vi

poi
e

ricerca
certo

di Cuore.

qualche
sai
sua

perch'io
Fantasie
"

vegga prese

Fantasie finch"

tempo
alla

percorsero citt"
a

di

pittura.
penna di
e

strada In

giunsero

di

Corpo.
le
cose

rapida

sopra

un

foglio

segn" di-

breve,

Sguardo
e

raccont"

Cuore nel

il ritratto vide divenne

Bellezza.
con

Cuore
mille

quando
cuori
ne

avvenute

gli

men"

Fantasie occhio
stato
e

cospetto.

quell'immagine,
innamorato.
con

Cuore
e

lo

guard"
di
: suo

con

di di
e sua

benevolenza
arte.

Si
e con

consigli"
Sguardo
di

per
e

il
si

dimand" disse

tasie Fanl'uf-

meglio
risolse

Fantasie andare alla

Io

son

pittore

noto

per

di

cittc"

Aspetto-.

(1) (2)

La Dove

fonte
slava

della

vita.

Bellezza.

281

CAPITOLO

SETTIMO

LA

POESIA

MORALE

GNOMICA

SOMMARIO.

"

1.

della poesia morale

della poesia 1. morale o gnomica. Origine m orale 2. Due della fonti persiana. poesia
" "

Natura
o

indole

una gnomica,
"

l'altrastraniera. indigena,

"

3, 4. I libri dei
e

re

Sassanidi ai successori.
"

5, 6. Le sentenze
della

di

re

Chosroe
"

del savio B"zurc'mihr.

1,

8. Il concetto

celeste. Intelligenza
"

morale del della sapienza 9, 10. Indole speciale


e

tempo dei Sassanidi.


vico.
"

11. Il libro indiano di Kal"la

Dimna

tradotto in
"

pelile-

12,

13. Altre versioni orientalidel libro di Kal"la e Dimna.


e

14-.Versioni

occidentalidel libro di Kal"la

Dimna.

"

15. Arabi
e

secondo Mongoli, Dimna.


"

il Benfey, in Occidente delle favole del Kal"la propagatori Panciatantra indiano, origine prima del Kal"la del libro nelle diverse versioni.
"

16. Il

Dimna.

"

17. Titolidiversi

18, 19, 20. Sunto del Kal"la e Dimna nella versione arabica d'Ibn ul-MuqatTa. 21, 22. Il Libro di Sindib"d o dei
"

sette

Savi

le
"

sue

versioni.

"

23. Contenuto

del Libro di Sindibfid secondo


"

il Comparetti. 24. Origine indiana del Libro di Sindib"d. del Pappagallo, indiano d'origine, tradotto in persiano. 26.
"

25. Il Libro La

Persia "

che ha fatto conoscere quella studio intorno alle favole. 29. 2. Poeti
"

al mondo

le favole indiane.

"

27. Limiti del nostro favole.


"

28. L'arte

di degliscrittoripersiani

e conformazione dei loro libri. Disposizione

gnomici.
"

30. I
e

poetignomici non
"

sentenze
e

di Chosroe di
"

di B"zurc'mihr.

hanno potuto far altro che ridire le e le sentenze 31, 32, 33, 34. Firdusi,

avvertimenti gli

nel Libro dei Re. della vittoria.


"

Ardesh"r,di re Chosroe e di B"zurc'mihr da lui riferiti 35, 36. Ibn Sina o Avicenna supposto autore del Libro uomini. 37, 38, 39, 40. Slierife il suo Conforto degli
re

3. Scrittori di

e favole

di racconti.

"

41.

Primi

traduttori del Kal"la

Dimna.
"

R"deghie
Dimna.
" "

altri.Traduzioni

del Libro di Sindib"d


e

42, 43, 44, 45, 46, 47, 48, 49, 50. Nasr-uU"h
51.

per Qan"varzi e Azra([i. la sua traduzione del Kal"la e

Notizie

scarse

dib"d. del Libro di Sinintorno ai traduttori persiani


"

53, 54, 55. Q"nii, 56, 57, 58, 59, 60, 61,-62. xNakhshebi Libro del Pappagallo. 63, 64. O"diri, di Nakhshebi. e il suo compendiatore Il Libro di Sindib"d, altra versione poetica di anonimo. 65, 66. 67, 68, 69, \'"iz e il suo libro: Gli Splendori del Canopo. 70, 71, 72, 73. Iluseyn
traduttore in versi del Kal"la e Dimna.
" " " " "

52. Zah"ri, traduttore del Libro di Sindib"d.

74. Aliami dei cuori.

il

suo

Paragonedella
di racconti.
"

sapienza.
"

75. Maliki

il

suo

Conforto

4. Altri scrittori di
e
"

e favole

7(). Famiglia secondaria di libridi favole


"

di racconti. 77, 78, 79, 80, 81, S'I. Il principe Q"b"s e il suo libro. 83, 84, 85, 86, 87, 88, 89. Il Libro di Merzb"n, e sua ricomposizione per opera di Ver"v"ni. modello 90. Libri di favole e di racconti che sempre del K"lila e Dimna. originale 91, 92, 93. Auti
" "

pi"si scostano
e

dal

la

sua

raccolta di

282 novelle.
"

CAPITOLO

SKTTIMO

lU. Il Libro delle meraviglie e delle novit" di autore


e

anonimo.
e

"

95, 90. Muini


1

il

suo

libro: il Giardino.
"

"

97,

98.

V"iz Huseyii

il libro:

pregidella

beneJ"eenza.
"

novelfe di Aufi.
di

99, 100. Libri ad imitazione della Raccolta di iliHiibbi, lOi. Operedi Ali Safi,di Mag'di, 101, 102, 10:5,

S"mi, di Ab"
1.

'1-Fatli.

Origine

della

poesia

morale

gnomica.
cose

della 1. Se, nel parlare dire per sola congettura


non ne avevamo
e

poesiaromanzesca,
di molte

molte

abbiam
tacere

dovuto

altre abbiam

dovuto

perch"

fare per la cotesto anche pi" dovrem diretta, cognizione che qui diciamo gnomica o sentenziosa o morale. Perch" di molte poesia sappiamo nulla e di altre molto poco, sebbene opere e dei loro autori non ci" si possa supplire a pi" agevolmentequi che nella poesia romanzesca ginali orile opere veramente che non sappiamo, col trovarsi che poche sono molti invece i rifacimenti, e spesse volte inetti e dappoco. Onde, per questa parte,ci possiamoanche detto esser morale o sentenziosa o Abbiamo ragione. poi lica, didascae non gnomica questa poesia,

consolare,e
e

con

perch"essa,
sempre
e

in tutte le sue
come essa

forme "
a

in tutti i suoi vari

mostrasi aspetti,

intesa tale, l'anima. La

render

migliorel'uomo, ad ammaestrarlo

nelle guidarlo

varie della vita, a formarne contingenze

ficarne il cuore, a fortiquale la intendiamo poesia didascalica all'opposto,

noi, non
mente

vuole ornar la n" all'anima n" al cuore, ma pensa veramente di cognizioni utili quanto all'arte e alla scienza; e noi crediamo

che di questa
ne Virgilio
sono

poesia,genere
monumento

f;dso

bastardo

anche

se

le

Georgiche di

manchi tamente assoluinsuperabile quanto all'arte, la letteratura persiana. Perch",se anche qualcuno,o per gusto di certe regole o per capriccio, o per agevolarel'apprendimento depravato, della grannnatica ha posto in versi i precetti ai principianti e ai fanciulli,

qui si trovi alcun che di vero poeta fu n" pretese mai d'esser tale quel buono e onesto come non didascalico, scrittore che da noi ridusse in esametri latini le regole della prosodia. Anche si deve osservare che questa poesiamorale che pur si prefigge scopi ammaestra n" con esterna ha veste non altissimi, poetica, sempre sempre volta diretta e aperta delle sue dottrine. Invece, essa " scritta tall'esposizione nella pfosa pi" semplice e dimessa, tal'altra la dottrina morale " che sovente velata bellamente dalla favola degli aninu"li, e trovasi anche
0

ci" della retorica,

non

vuol dire che

certe sentenze

di

un

gran

re

nella prosa del pompa

pi" disadorna,e

gran savio da taluno furon ridotte tutta la da tal altro ricomposte in versi con
o

di

un

linguaggio epico.Ma, comunque

sia di ci",la natura

poetica

di questo genere che stiamo per trattare, pi" che dalla veste esterna, si determina dalla idea che tutta la informa, dal nobile intento che si prefigge, soverchiante talvolta, quel tanto d'immaginazione e di fantasia, in ispecial che occorre modo nei componimenti delle favole, per i quali vuoisi anche osservare che bene spesso alla natura immaginosa del fatto
e

da

I.A

POESIA

MORALE

(JNOMir.A

283

che

si racconta, si 2. Abbiam

aggiungono tutti gli ornamenti poche


sono

delia retorica

pi"

raffinata. detto avanti che le opere originali e molti i nella introduzione abbiam notato

ci" che " consentaneo (e rifacimenti, nelle quali il rifare " alla natura delle lettere persiane, anche cotesto) Per" anche qui troviamo molto di moda, anzi troppo di moda. che,fatte dir" si in eccezioni delle tutta ultimo, quali ({uantaquesta poesia poche Una " indigena, mette capo a due fonti principali. e l'altra persiana letteratura morale, rigidae " straniera; e dalla prima scende tutta una brevemente si esprime e senza che non le lungherie, ma ama severa, la forma aforistica, laddove dalla seconda procede e artificio, predilige morale
tutta

quanta la letteratura delle favole


ma

delle novelle, narrate

con

alto
tutta

intento morale, ornamenti.

vestite della forma

pi"

tutta pompa, splendida,

iranica del tempo dei Sassanidi, dalla sapienza Quella proviene in un momento a cui fu tolta in prestito questa giunge nell'Iran dall'India,

fortunato, perch"poi dall'Iran si spargesse


travestita anche in Occidente. Ma

e per il mondo trasse penedi cotesto si dir" appresso.

attorno

ed " costituita di tre elementi. adunque, " iranica, prima fonte, dei principi quanto al primo, che era nobile costume Sappiasi pertanto, Sassanidi di tramandare in un libro ai loro successori, ai figli in particolare, tutti quegli insegnamenti che la vita lunga e la cura e l'esercizio dell'autorit" reale
una avevano

3. La

fedele e esposizione aveva operato per il paese e per il prossimo al suo fine, fosse cominciato coi Sassanidi soltanto o popolsuo. Che questo costume dire veramente, tanto pi" che, in sia assai pi" antico, non sapremmo scrittori aver vicini a morte detti sovente i principi son dagli generale, la via chiamato e segnargli a s" il designato successore per ammonirlo fonte trovasi che Senoin particolare, in precedenza. Quanto poi ai re persiani fa parlar nendo lungamente Ciro il grande dal suo letto di morte, ammotutto sembri da padre e figli e amici. Dal qual racconto, sebbene almeno pu" risultarci vera, quella del una e sia opera d'invenzione, cosa Anche dell'ammonire. trovano se costume ne nell'epopea sopraddetto,

loro appreso. Anche talvolta questilibri erano di ci" che il nobile signore, che particolareggiata

gi" sentivasi

non

pochi esempi,e basta ricordare per

cotesto

punto il nobile
vicino a morte

pietoso
e re

discorso che Firdusi pone in bocca a re Min"cihr N" si pu" qui tacere che anche di ammonire il figlio suo.
come d'Jstaspe, non e glorioso e a

cito solleDario

il

zione, sulla rupe di Behist"n la sua celebre iscriscolpire fatto nel solo volle raccontar aveva lungamente ci" ch'egli fece
suo

regno, ma lui rivolse le parole pi" savie


conto

afiaticato

ancora
e

si ricord"

del

suo

successore

oneste.

4. 1 libri che alcuni dei


0

re pi"gloriosi

Sassanidi

legaronoai figliuoli

ai successori, sono, tenuto Per"

natura

di questa stessa delle debite differenze, della iscrizione di Dario; dicono ci" che il re ha fatto, e porgono chiamansi
con

ammaestramenti.

Andarz-ndmak, parolapehlevica

284

CAPITOLO

SETTIMO

cio" Libro di avvertimenti della potenza dei

morali; e

uno

di essi "

quellodello

stesso

datore fon-

ricordi al

Ardesh"r primo,che volle lasciar suoi Sassanidi, da lui Che re suo designato per successore. figlio Sh"p"r, Ardeshir lasciasse suoi avvertimenti al figlio, " cosa assai naturale; ma che "
cosa

che il libro di avvertimenti sia veramente dubitare. Un opera


testo sua,

gi"and"
di cui

va

ancora

sotto

ilsuo

nome,

ragionevolmente si pu" molto


di cui

vi pehlevico

fu veramente,

ignoriamoe

il tempo

del resto, al gran re che si dice averlo dettato; e l'autore, posteriore, ora " v'ha molta credere che fattane m a esso ragioneper perduto, l'esposizione sia molto fedele; (della quale diremo appresso) Intanto, il libro di per" non dobbiam dolerci molto di quella perdita. Ardesh"r riscosse molto plauso, tantoch" Chosroe il grande ne fece far molte copieda mandarsi attorno. Eglipoi,alla sua volta,componeva un libro per il figlio che fu da lui suo Hormuzd, designato per successore, e di tal libro abbiamo
ancora un

da Firdusi nel Libro dei Re

testo

col pehlevico di Chosroe

titolo: Am"arz

K"iosrav

"

Kavdtdn, cio" Avvertimenti


a

pubblicato nel 1885


del gran

Bombay

da

un

di Qob"d, stato figlio dotto sacerdote zoroastriano,


suo

Firdusi pure riferisce, nel Behr"mgi Sangi"na. al re figlio suo, soggiungendo:


Come

poema,

avvertimenti gli

il nobile vokiiiie scrisse, egli

Pose nel

suo tesor, poi visse ancora Treinandu assai per questavita breve.

Adunque,
di natura

vedesi, tutti questi libri, opera di mano molta e morale, ma cospicuaparte vi doveva
come

regale,erano
avere

anche

la

Sebbene politica.

punto di natura
e

vi tenne

non

poi poetica; eppure ignobile posto.


elemento

la materia

ne essa

sia di gran momento " per s",non pass"anche nel dominio della poesia

5. Ilsecondo diciamo

d'un gran re e d'un raccolte in libri suo e ridette poi pi" ministro, appositi presto volte in persianoe in arabo, in prosa e in poesia.Il gran re " Chosroe e celebre

di cui si compone questa " costituito dalle sentenze indigenadell'Iran,

sapienza morale che

meravigliadei tempi suoi e della corte dei Sassanidi. Ma chi fosse Chosroe l'ornamento il grande, o Chosroe An"shirv"n, e quali e (|uanti fossero i meriti suoi verso la cultura, " volte detto in stato che si dica resta perci" gi" pi" questo libro; intanto che sappiamo che tutta quanta la tradizione orientale dell'altro, all'uno e all'altroattribuisce ({uelle sentenze. 6. La figuradi B"zurc'mihr, perch" venuta presto in possesso della tradizione popolare, trovasi akiuanto circondata come di una lieve nebbia di leggenda, dicendoci gliscrittori orientali ch'egli vigliose, merasei)pe far cose indovinare e interpretar difficilissimi. E sogni, enigmi sciogliere
narra

il ministro

" il savio

li"zurc'mihr

che

fu la

Firdusi che, avendo trovandosi

sognato

re

Chosroe

un

sogno

di misterioso mandati

e non significato

chi sapesse

furon interpretarglielo,

LA

POESIA

MORALE

CNOMICA

285

attorno
ma

cavalieri a far ricerca.


uno

come

di essi giunse presso la citt" di


con

da principio fu malagevole assai ; L'impresa t rov" un Merv, ecco ch'egli

maestro

che

modi

burheri
A

insegnaval'Avesta
Con mente
a

una

turba di fanciulli:

piccoli si stava insegnar ^ molt'ira ed impeto Il Zendavesta con E con voce stridente.Un garzoncello altriera dinanzi a lui degli Maggior
Fanciulli intorno ad

studiar del Zendavcsla

Le carte intenta, Buzurc'iuiliril nome, E in codice (|uel


con amor. sacro

il volto suo

Fissava

Il maestro si offerse
a

sacerdote

non

volle saper nulla del sogno

ma reale,

B"zurc'mihr

interpretarlo:
Del sacerdote ildetto Cerchi arcani? gli esplicar
"

Il messag-

Come

ud" Buzurc'milir, porse


" gli

orecchi gli

[giero^
Cosi disse: Deh! gli

E ilvolto sollev". Preda

questa

maestro, forse

Degna di me, disse al maestro, e mia " si l'interpretar quelsogno. Impresa Fiera una voce gii cacci" di contro
disse: Del Zendavesta l'uom cruccioso, e Forse che tu E lutto
se l'hai,

II garzoncello e tu sa cotesto, Non Forse che di lui dispregiarlo. Prende la sorte il suo splendore, ed
ma

ei

Non

il libro tuo compiesti


a

da te apprese, L'arte de' sogni.


"

da la fortuna.

S'adir" il maestro

stoltecose

ardisci

La cervice levar, se

gi"de' sogni
veramente

Tu adunque dissegli: che a cotest'uom ci" pi"sai. Esponi


e

Per B"zurc'mihr

E da

quelgiorno cominci"

la fortuna di

B"zurc'mihr,perch"

il sogno, e il re lo tenne sempre a s" daccanto e egli seppe interpretare lo pose in carcere, l'ebbe carissimo anche se un giorno, per falsi sospetti, lo trasse fuori a maggiore onore. donde poi, al sopravvenir del pentimento, Anche a cena con sappiamo da Firdusi che il gran re conversava altrisavi che l'ammiravano i cortigiani e gli B"zurc'mihr,presenti stupiti, di dottrine morali;e ilsavio indovinava che da lui ascoltavano esposizioni scacchi portato dall'India alla corte di intanto il secreto del giuoco degli nerdiludio a trictrac,e raccoglieva, o Chosroe,e inventava quellodel di dottrina morale in forma sentenze in libro la tutta sua quanto dicesi, un brevi e succose. B"zurc'mihr " personaggio veramente storico; pure, come nella popolare, assunse l'aspett quele specialmente pass" nella letteratura, egli
nuovo e

grottesco del savio che vive

accanto

al trono

di

un

re,

atti di riceve ora onori grandissimi, ora e ne consigli che nella tura letteratuttavia Non diremo e immeritata dispregio punizione. B"zurc'mihr da accostarsi al Marcolfo abbassato si t anto trovi persiana della letteratura popolaretedesca o al Bertoldo della nostra, posti accanto, lo
soccorre

de' suoi

il primo al gran
accanto

re

Salomone, e ilsecondo

re

Alboino; ma
B"zurc'mihr

dentale nella occi-

di esso popolare, dove pure la memoria a quella del re che l'ebbe in corte, non

pu"

negarsiche

penetr" egli

(1) L'Avesta, il dal (2) Mandato

libro
re a

sacro cercare

dei
un

Zoroastriani.

interprete.

286
non s'assomigli

CAl'lTOLO

SKTTiMO

nono,
nome

ricordati. Anzi,nel capior ora poco ai due personaggi tolo che egli " altro che Sidrac il saggio, vedremo sotto ilcui non
attorno

formazione provenzale,lontana trassia di cotesto, quello che per del persiano. Ma, comunque ora pi" imporla a noi di sapere, si " che un'ampia e varia raccolta di ad altrettante domande morali, quasi sempre date per risposta sentenze dettate in forma molto concisa da e sti'ingata, fatte Ghosroe, re niente provela letteratura da un vecchio testo pehlevico, va persianasotto per
un

and"

nel Medio

Evo

libro

il nome

del gran
e

re

di questo

suo

celebre ministro.

Un

testo

pehlevico
sacerdote il testo vicino.

fu trovato

a iiombay, nel 1885, da quello stesso pubblicato esso e se dev'essere, non

Behr"mgi Sangi"na ricordato di sopra, ed


certamente un originale, di Gang' Porta il titolo pehlevico

testo assai vecchio

assai all'originale

incomincia:
soccorso
e

"

lo

Vuzurg

Mitro

e regale, di col (cio"B"zurc'mihr), B"khtak, figlio e

Shdyagdn, cio" il Tesoro

per la possanza
re

di Dio

di tutti i Geni

buoni, e per ilcoLuando

di Khosrav che virt" alcune


sentenze
e e

dei re, ho composto questo trattato per dare alle generazioni buono alcun ammaestramento nell'esercizio della verranno,

della

piet",e l'ho deposto nel


intorno che altri poi, come
venuto
essere

tesoro

considerazioni morali

alla caducit" Firdusi

della
e

regio ". Seguono, dopo le grandezza umana,


tradotte

Avicenna, hanno

ricomposte.
7. Terzo
elemento
a

Medio

Evo

sembra iranico,

costituire questa sapienzamorale del stato il concetto, filosofico e religioso

autorevoli testimonianze, celeste. Secondo come insieme, dell'Intelligenza ebbero Persiani i dai anzi dai dello concetto Greci, quella Spiegel, questo della scuola alessandrina, non trovandosi nell'antica dottrina filosofignostici dell'Avesta che vaghicenni ad un simile postulato e questi filosofico, allo stesso modo della di data assai recente. Ora, l'Intelligenza celeste, Sofia dei Gnostici, " quella che tutto oper" e opera quaggi" nel mondo, esseri animati e dovendosi a lei la creazione delle cose tutte,la vita degli il loro nascere infine illoro delle piante, tutto ci" che accade e crescere, e genza o della natura o degliuomini. Anzi, il concetto della Intelliper mezzo da farsi di essa una della Sofia tanto avanz" vera come ipostasi onde nel libro, detto con fecero i Gnostici, nome pehlevicoil Ma"u"jola singolare dottrina ebbe la sua khard, cio" l'Intelligenza celeste, pi"

ampia
in

intera

esposizione.
servi concetto, venuto di fuori, questo particolare del tempo del Medio Evo iranico, ai filosofi e ai teologi che i i
come

8. " ben

vero

modo ispecial sotto allorquando, ebbero

Sassanidi, glistudi f"losot"cie pi" ancora quel grande incremento che tutti conosciamo. Ma,

religiosi
molla

si " travasata, per cosi dire,nella posteriore parte della letteratura pehlevica cosi anche vi persianae nell'arabica, pass" e con questo concetto E trovasi che Firdusi altrivi ebbe posto onorevole, se non molto cospicuo.

del fa lodi grandissime al principio appunto della Intelligenza

suo

288

CAPITOLO

SETTIMO

altrove la ragione; non a parliamo,sebl)ene altri possa cercarne Perch" anche l'Avesta molti reca come tuttavia, menti insegnaproposito pare. che rituali veramente e e sono e morali, liturgici pi" precetti, cui tuttinudamente
e

aridamente

uno esposti

dietro l'altro ; Demonico


non

le sentenze forse
come

di

Teognide e gli avvertimenti

d'Isocrate

son

che si seguono l'un l'altro, altrettanti precetti mento quasi spoglid'ogni ornadall'Avesta da tore scritche di forma? Ma, per affermare o o qualche greco, la
e non e

dall'intima loro natura,


mancanza

son

venute

alle sentenze

persiane

dimostrar ornamenti, bisognerebbe degli prima che l'autore primo,qualunquefosse,di esse sentenze, non potesse scrittori greci, l'Avesta o gli tutto ci" che disse, senza dire con semplicit"

semplicit" l'arida

e molto fosse l'Avesta al tempo dei Sassanidi fosse molto in onore si avesse Ghosroe alla di dei corte e dei t"losofi e studiato, poeti greci

sebbene

conoscenza

assai fondata

sicura. evenuta
sua

11. L'altra fonte donde morale


e

alla Persia tanta letteratura la

parte di sapienza

forma della leggiadra " il libro indiano di Kal"la e Dimna favola deglianimali, che,venuto in " cotesto ilmondo. dalla Persia cominci" il suo lungogiroper tutto Persia, che ha introdotto nella bellamente col paesano, di cui sapere straniero che viene a congiungersi nel quale alcuna pertantodi Firdusi, sopra abbiam detto. In un racconto
un

partesi trova
esser

di favoloso

ma d'inverosimile,

di cui la sostanza

al tempo di re Ghosroe un legge come nome Berz"y o Berz"yeh trovasse scritto in certo suo libro essere in India che posta sui cadaveri li ritornava a vita,come un'erba portentosa egli
vera,

si

deve pur di celebre medico

facesse intendei-e al
recasse

re

tutto cotesto

come

poi,per

comando

del re, si

in India

alla ricerca dell'erba salutare. La

quale eglinon
finch"
un

pot"

campagne, per quanto dovevasi intendere il di che avvert" lo sotto quell'erba l'immagine paese che custodivasi nei libro di Kalila e Dimna, libro di dottrina meravigliosa,
trovare
e

girasseper monti

savio del

tesori del

re.

Il re

non indiano,richiesto di darlo,

soltanto che il medico

giorno tanto
nella
sua

quanto

ne

Berz"yeh poteva ritenere

lo

E leggesse.
a

ma acconsenti, permise ne Berz"yeh leggevaogni memoria, perch" poi,ridottosi

a Ghosroe. stanza, scriveva ci" che sapeva a mente, e mandavalo in Persia,fu tradotto dall'indiano in pehleIl libro, venuto per tal modo

vico da B"zurc'mihr, ovvero in un capitolo principio


cotesto si

riordinato da

esso

in B"zurc'mihr, aggiuntovi

cui si narra
;

dell'andata di

Berz"yehin

India. Tutto

leggenel Libro dei Be

la versione greca del libro stesso udito parlare, spontaneamente avrebbe rintracciai'lo. Comunque

laddove, secondo la versione arabica e di Kal"la e Dimna, re Ghosroe, avendone


mandato in India
esso

Berz"yeha

sia di cotesto, " certo che al tempo di ((uestore, il famoso libro venne dall'India in Persia, al sesto secolo dell'Era volgare, o nel tradurlo dall'indiano in pehleo nel rifjirlo, e che, 0 nel ricomporlo,

vico,ebbe parte ll"zurc'mihr. Noi


ancora

intanto
e

notiam

di

passaggiocome
appar

qui
chiaro

ritornino i nomi

del gran

re

del ministro suo; onde

f.A

l'OESIA

MORALE

GNOMICA

289

sia in persiana, di sentenza, sia in forma di favola, le dal loro sue ripete origini loro. tempo e dall'opera 12. Ma la versione pehievica del libro indiano,come tante altre opere forma " gran danno per la storia di letterario.Ne tuttavia molte versioni e l'ifacimenti restano questo genere andati perduti. Ma tra le posteriori, per tacere di molti altri che sono di versioni che
son

che tutto ci" che " di

sapienzamorale

nella letteratura

and" perduta, ed letteratura, quell'ampia

venute

fino a noi," di

nell'ottavo secolo dell'Era


aver

volgareda

fatta importanzal'arabica, capitale che gi" sapqueirIbn ul-MuqafTa piamo racconti del Libro dei Re. Su

raccolto

tradotto

gliantichi

" stata fatta, al tempo dei S"m"nidi, questa arabica d'Ibn uI-MuqatTa d'Ibn ul-MuqafTa un'antica versione persiana, e di questa e di quella parla Firdusi nei versi: seguenti
in Vennegii
niente

Cosi passava allora In arabo idioma dal pehl"vico


in Di Kalila quel libro,

nobile consiglio

Ed inclito fu e gli disegno, Eletto senno. E in

guida

quella guisa

Che

oggiancor

tu l'ascolti ; e rest" sempre

Sempreegli cercava, terra e in nascosto, in (juesta palese


a

In arabica

Di Nasr

in lino al tempo lingua fu signore illustre i, quand'ei

Perch" di lui restasse E tosto innanzi

monumento. lui tale fu posto


un

Di questaterra, che il ministro suo, Abu '1-Fazlvaloroso, ei,che i secreti Del prence custodia, volle ed ingiunse ^ Che in persiano dovesse e in Deri parlar La gente, e tronca fu contesa. E

Interprete sagace e lettoil libro Fu innanzi aPuideghi. Qnest'uomfacondo Versific"le disperse parole in fino allora E infil" questeperle,
Chiuse
e

poi

3. compatte

fu giustamente inteso dal Questo passo di Firdusi crediamo che non De Sacy allorquandoegli, nella introduzione da lui messa innanzi alla edizione sua nella versione arabica, che la traduzione ordinata dal pensa ministro Ab" '1-Fazl
o non

sia stata fatta mai

sia rimasta

interrotta

e che la traduzione di R"deghisia tutt'altra cosa; per la morte di costui, sione laddove,secondo noi,il passo di Firdusi altro non vuol dire che la ver-

del libro ordinata da Ab"

'1-Fazl " la stessa d"

il quale R"deghi, in
onore

appunto, come

gi" vedemmo

nel

della lirica, viveva capitolo

alla corte dei grandissimo del

nate. S"m"nidi,al tempo di Nasr,che fu il suo MeceE forse il De Sacy disse che la versione fu interrotta per la morte

indottovi da quelle di Firdusi : " E tronca fu contesa " ; ministro, parole le quali, a parer nostro, se si bada a ci" che immediatamente prima dice il poeta, altro non che, mentre prima in corte del S"m"nidi significano si usava parlare e scrivere arabo, ora il ministro volle che si parlasse troncandosi e definendosi cos" l'antica questione a quale delle persiano,

(1)il principeS"m"nide gi" protettore dei dotti e dei dove si dei primo tempi della poesia persiana. parla aulicus. (2) Lingua di corte, sermo (3) Ridusse la prosa in poesia.
19
"

letterati. Vedi

il

capitolo

Pizzi, Storia

della

poesia persiana, voi. II.

290

CAPITOLO

SETTIMO

due

E notisi che lingue si dovesse dar la preferenza.

quel tempo dei


con

S"m"nidi
con

la bella letteratura paesana solo Firdusi,ma i contemporaneisuoi. Del resto, non

appunto incomincia
Khalfa
e

R"deghi
avere

anche concordi

Davlet-

sh"h

H"gi

attestano altri scrittori orientali,


e

R"deghi
al egli,

tradotto

in versi il libro di Kalila dal

Dimna, per il qual lavoro


ottantamila
monete

dire di Davlet-sh"h, ebbe

Nasr principe

d'argentoin premio.
13. Altre versioni
secolo dell'Era furon quelladi persiane in Nasr-ull"h del del dodicesimo

nostra, quella di Huseyn


sua

V"iz
e

decimoquinto (sulla
in

qualepoi Ali Gelebi lece la


tutte,come
nei versione di

turco),

quelladi Aliami, delle


nostre, diremo

quelleche

concernono

le ricerche di

quali colare parti-

che seguiranno.Ma paragrafi

soltanto un di cui si aveva siriaca, in un catalogo compilatogi"nel 1290 dell'Era nostra da d'operesiriache, nel 1318, nel quale l'autore morto di Soba o di Nisibi, Ebed-yesh"vescovo della versione
era

capitale importanza si " la primo e quasidubbio ricordo

detto

essere

certo

R"d

cio" Periodeuta,

il Pellegrino,

che, secondo
Persia
e

poraneo l'Assemani, viveva intorno al 510. Egli era contemdei Cristiani di siro Ezechiele,e prendevasi del patriarca cura

d'India,essendo anche conoscitore della linguaindiana. Ora, sione questa verlungamente si dubit" deglistudiosi se veramente dopo dal Guidi siriaca fosse stata fatta mai, il Renfey,aiutato dal Bickell, M"rd"n in Mesopotamia, in un monastero e dal Socin,pot" rinvenirla a traduzione tedesca del 1871, e pubblicarla con di preti caldei,nell'aprile una del Bickell a Lipsianel 1876, premessavi lunga e dotta introduzione. strani Nella quale" bello il leggereper quali casi e per quali circostanze l'Oriente il libro pot"esser trovato e fatto venire dalche si direbbero miracolose, che si " il giudizio Ma ora, ci" che maggiormenteitnporta a noi, credendo che essa sia stata fatta sul il Benfey d" della versione, non egli vorrebbe il vescovo testo indiano, come Ebed-yesh" nel suo catalogo. di BerPensa invece che, essendo contemporanee e la versione pehievica che z"yeh e la siriaca di B"d Periodeuta, questa sia stata fatta su quella,
che ben

tosto, come

fu

dovette spargersi compiuta, per

l'Oriente. Cotesto

egli

deve dimenticarsi la somiglianza ricava da diverse prove, tra le qualinon arabica d'Ibu ul-MuqalTa grande che ha questa versione siriaca con quella

(che,per noi,sta

in certi particolari perduta) rappresentar la pehievica


come

qualinon
la siriaca sapesse

si

potrebbeintendere provenissero per via

cosi

e fossero, quando la pehievica

diretta dal

testo

indiano

"'unanulla

dell'altra. Ma, per questo punto, rimandiamo alla scrittura del Benfeychi avesse vaghezza di saperne di pi".Un punto solo non sapj)iam bene accertare, ed " quello del tempo, perch" l'Assemani dice che B"d Periodeuta visse intorno al 510 dell'Era nostra
non
e

nella versione

ne senza come

"

posta la data all'anno 570. La differenza


difficolt" per
metter

d'accordo il Benfev

le
non

grande, ma non " due date, n" cpii ora saleremmo


creda molto all'ultima di
esse.

"

far cotesto, sebbene

LA

POESIA

MORALE

GNOMICA

^91

14. E

ora,

soltanto per
non ne

non

tacere

della diffusione
ora

grande che ebbe


al

e questo libro,

perch"

il dir ci" che brevemente

diremo, importimolto

nostro, soggetto
nostre

occidentali, per le qualimolte favole che vi si contengono, penetrarono nelle letterature


del Medio si " Evo. E forse la Simone

ricorderemo

le versioni

pi" antica
che

versione occidentale fatta sull'arabica al i080 dell'Era

di quella

Seth

visse intorno

greca dei due nomi onde si forma il titoloaral"ico. Quattro recensioni diverse si hanno di questa versione greca, e il Puntoni,che pel primo le conobbe, recentemente le ha donate al Poi pubblico.
ne un una

nostra e volt" in greco il libro di Kal"la e Dimna nites e Ichnelates che voglionoesser traduzione

sotto iltitolo di

Stepha-

rabbino loel, traduzione

notizia alcuna,

fece
e

ebreo, del quale non ebraica,sulla quale ne

abbiamo fece
una

tra il 1262 latina,

il 1278, Giovanni

da

Capua

che di ebreo

s'era fatto
e

traduzione molto cristiano, dell'ebraico


e

inetta per la poca conoscenza che egli aveva del latino, fedele al testo, secondo che strettamente ma

il

che " di gran momento Benfey ne dice. Ilquale ricorda anche,come quella versione spagnuola fatta sull'arabo per una per la storia di questistudi, latina intorno di al mezzo una 1257; su di essa avrebbe fatta la sua, pure intorno al 1313, il provenzaleRaimondo di Beziers. Ma su quella latina, di Giovanni da Capua si facevano le versioni spagnuola (diversa da quella ricordata di sopra),italiana, tedesca. Anche la Filosofia morale francese, del nostro Doni che fu stampata a Venezia nel 1606, e il libro d'autore che porta il lungo titolo: " Del governo dei regni sotto morali anonimo tra loro,tradotti prima dalla lingua indiana esempiidi animali ragionanti in agarena da Lelio Demno n ella Simon da e dall'agarena saraceno, greca Seto filosofo antiocheno, ed ora tradotti dal greco in italiano "", stampato dal Mammarelli nel 1585, e illibro del Firenzuola: " la prima a Ferrara Veste dei discorsi deglianimali "\ pi" che traduzioni,sono imitazioni o rifacimenti del curioso libro, destinato dalla fortuna a girar per tutto il mondo. E notisi la sorte dei nomi! Kal"la e Dimna che sono, come vedremo, i nomi di due animali, tra le mani dell'ignoto traduttore d'Occidente diventano saraceno! A questenotizie che abbiam tolte persona, un Lelio Demno anche con la scorta deldal De Sacy,dal Benfey,dall'Amari, l'Amari, aggiungasi, l'altraancorach" i novellieri nostri, ilBoccaccio, il Poggio tino, fiorena

ilBandino, il Bandello,ilLa Fontaine, rifecero


conoscerne

brani

brani,senza

le favole del Kal"la e Dimna. l'origine, 15. Tale adunque, brevissimamente esposta," la storia delle molte orientali e occidentali, di queste favole d'origine indiana. Ma il versioni, che soltanto per ancora Benfey osserva crediamo, giustamente, e, come circostanze speciali di commerci fra tanti popoli lontani poterono queste favole cosi ampiamente andar Essendo indiane e esse pellegrinando. che i missionari buddhisti, sapendosi per spargere e propagar le massime di loro religione, in lontanissime regioni insegnavanole favole e si recavano cercando nuovi proseliti anche pi" facilmente pot"tra i molteplici volghi,

292
rono

CAPITOLO

SETTIMO

farsi conoscere

spargersi e tramandarsi
A

da

questa

quella gente

comune. qual patrimonio

osserva questo proposito

ilBenfeyche i Mongoli

tra i al Settentrione,

qualiil Buddhismo
innanzi

spinseroanche

molto

penetr", qualisi al settentrionale, e gli Arabi nell'Europa

assai per tempo

che giunserofino al Marocco e ai Pirenei e nell'Italiameridionale Mezzogiorno, furon quelliche resero tennero in lungo soggiorno, popolari tanta folla di Europa queste favole indiane,perch" esse poi trovarono traduttori
e

d'imitatori.

in questo discorso condotto fino a questo punto,abbiam 16. Pi" volte, ricordato le favole indiane donde son venute tutte le versioni or ora mentovate;

molto meno abbiam particolare, della raccolta. Uno adunque dei libripi" celebri ricordato il libro originale della letteratura indiana si " la raccolta di favole detta il Panciatantra, che il savio Vishnucarma cio" il Libro delle cinque sezioni o il Quintuplo, discoli del re Amaracakti. 11 avrebbe composto per correggere tre figli bel un quale,sgomento non poco della pessima condotta loro, avrebbe del modo di suoi, interrogandoli giornoraccolto intorno a s" i consiglieri i diversi consiglieri, rimediai'e allo scandalo. Diversi espedienti propongono fatto venire nel cospetto reale il savio tutti son disapprovati, finch", ma celebre in molte brahmino Vishnucarma, acquistata per la perfezione s" i tre giovinetti, domand" al re licenza di prendersi con scienze,egli
ma

nulla abbiam

detto di

esse

in

promettendodi ricondurli
affidati con riverenza i

in sei mesi
"

costume. miglior

duzione l'introseguita

del libro,dicendo:

Avendo

il re udito cotesto,lieto nell'animo,


venne

a Vishnucarma, figliuoli

in

gioiagrande.

E Vishnugarma, toltisi quei fanciulli e ritrattosialla sua tal fine

dimora, compose

Perch" e i regi fanciulli vi furono istruiti. a cinque libri, avendoli studiati, divennero,in sei mesi, conformi al desiderio del essi,
re,

quali erano
".

D'allora in stati promessi.

poi questa dottrina della vita,


ciulli terra per l'istruzionedei fan-

distribuita in

fu ordinata sulla cinque parti,

cinque sezioni dell'opera sua, tratt" valendosi della favola pratica, e discorse cinque diversi puntidi morale pi" acconcio per far intendere certe deglianimali siccome del mezzo verit". Nel che,come pensa il Benfey,v'ha qualcheparte di buddhistico, che i Buddhisti volentieri si servivano della favola per propagar sapendosi
II savio Vishnucarma, nelle le loro dottrine. Anzi fu composto principio ammaestramento cominci" in
mano
a scemar

si da

sa

che questo stesso libro indiano di favole a scritto per Buddhisti, diviso in tredici parti,
esso

di

e che giovaniprincipi, e

poi, come
in India
a

il Buddhismo

di valore

il Brahmanesimo

pass" risorgere,

dei Brahmini

ed entr" nella loro letteratura. Diventato cosi loro

fu esso rifatto, veste e costume brahmanico, in con legittimo, attribuito a di Panciatantra, o il Quintuplo, e n'ebbe il nome cinqueparti, nella qual forma esso " pervenuto a noi. E lascierem la Vishnucarma, vorrebbe il Weber, le favole siano,come se le favole indiane questione semitica o in India,e queste gi"di origine grechedi Esopo trapiantate possesso

LA

POESIA

MOHALE

GNOMICA

293

0 egizia, a

se

esse

siano

veramente
e

di

indiana,come origine
nostro assunto
a

i pi" inclinano

questo punto del da cui,al tempo discorso nostro, si " questo che ilPanciatantra " la fonte,
credere. Ci" che " certo

giovaal

di

re

(Uiosroe,o il medico

Berz"yeh o

il savio B"zurc'mihr

trasse la versione

ora perduta.Questa alla sua volta,come vedemmo, fu la j"ehlevica, il mentre madre, si pu" dire,di tutte le versioni orientali e occidentali, nell'oblio di tanti stato per noi sepolto venne secoli, testo del Panciatantra, lo studio del in secolo nostra soltanto, quando conoscenza a questo

strare Europa. N" starem qui a recar le prove per dimoin poi vanno che le favole che dal tempo della versione pehlevica anzi di Kal"la e Dimna, sono sotto il nome quelle stesse del Panciatantra, che ilPanciatantra e illibro d" Kal"la e Dimna, anche con tanti mutamenti, solo passerebbe " limiti stessa. Questo lavoro non sono pur sempre l'opera sarebbe del tutto e improprio e inutile, ma impostial presente scr"tto, da trovandosi che il Benfey gi"l'ha fatto con tanta erudizione e dottrina, sanscrito ebbe favore in
non

lasciar campo 17. Rimandando

ad

qualcheparola. perch" vi possa aggiungere del Benfey, all'opera adunque chi ne avesse vaghezza,
altri

di che, laddove il libro ha in India il nome ha Occidentali Arabi e presso gli esso e gli Kal"la di Dimna, e assunto e ritenuto, perch"Kal"la quasi sempre, quello " nomi di due sciacalliche nel primo libro del Panciatantra sono e Dimna della versione arabica) hanno parteimportanteassai; ed (quintocapitolo di Karataka e Damanaka, i quali essi,nel testo indiano, portano i nomi siriaca e Damnakenella perKal"lak poi,trascrittinella versione pehlevica ridussero ad s i essere e Damnag, nelle versioni arabe e persiane per Qalilag di formar nelle all'onore Kal"la e Dimna, saliticosi, assai strano caso, per versioni il titolo del libro. Poi,al traduttore greco, parve di poter trovare secondo l'arabo, le tradusse per nei due nomi due parolearabiche, e per", delle donde i nomi di Coronatus e di Yestigalor e Ichnelates, Stephan"tes di versioni latine. Anche in Oriente, sotto il nome vanno queste favole, " della corruzione favole di B"dp"y o di Pilp"y,la quale ultima forma " di B"dp"y ed il dovuto V"iz. Ma errore nome a Iluseyn manifesto, prima di sapienza, sembra esser nato dal sanscrito vedapatiche significa signore cio" fornito d" sapienza, sanscrito Vaidava o da un proprio supposto nome " il nome 0 Baidaba. Comunque sia di ci",B"dp"y nelle versioni persiane ciatantra del gran savio che composelefavole por il re D"bshel"m (neltesto del Panora

vogl"amnotare

soltanto

Panciatantra,presso i Persiani

come

abbiam
e

ilre visto,

il savio hanno

d" Amaracakti

Vishnucarma), e la forma differisceda quella della versione arabica che


facile riconoscere
il sanscrito Vaidava
o

di

i nomi rispettivamente di poco persianadel nome " Beydab", nella quale "
e non

dato liaidaba,

concesso

che

questo veramente

primitivo. 18. Ma ora, poich"le versioni persiane di cui nei paragrafi seguenti dalla dovrem derivano tutte differenze con ora ora parlare, grandi piccole
versione arabica d'ibn cosi delle cose che in questaversione si ul-Muqaffa,

sia il nome

204

CAPITOLO

SETTIMO

contengono,daremo
ci" che diremo incomincia
con

cenno, necessario veramente per intender Illibro che divide in diciotto si capitoli, appresso. pertanto attribuita Behn"d di ad introduzione un una figlio lunga

qui alcun

Sahv"n,

nella

quale si

racconta

in India il re

Poro,qui detto F"r


un re

Magno vinto fu tornato oFi"rek,gl'Indiani, quand'egli


come,

avendo

Alessandro

in Occidente,si elessero
tosto
a

di

nome

D"bshelim.

Costui cominci"

ben

regnar da tiranno,quando un gran savio di nome da coi suoi discepoli, si avvis" di jiotersi recar
sua

lui

gliatosi Beydab", considogli rimproveranseco

la

mala

condotta.

Ma
a

re

D"bshelim,

venuto

in ira

per il

soverchio in in
un

ardire,lo condanna
carcere,

oscuro

avviso,lo fa gettare del savio, spaventati, intanto che i discepoli vanno


morte

mutando ; poi,

volontario. Una notte tuttavia, in cui il re non poteva prender esigilo non astronomiche, sapeva risolverle, e, pensandoa certe questioni sonno, fattolo alla del savio ritorna memoria la mente, ond'egli, gli improvvisa venire a s" e scioltolo dai ceppi, gli affida l'amministrazione del regno. festa per il felice i discepoli tornano e istituiscono una Allora, dall'esiglio si veggono avvenimento. Intanto, glieffettimirabili dell'amministrazione di s", fa D"bshelim, desideroso di lasciare una memoria che vuole intendere al gran savio questo suo desiderio; Beydab", per" egli di

Beydab", e
lo

re

spaziodi un anno, mentre dilettevoli, apologhi


entro

glicomponga
ai
re

un

libro che
in

con

racconti

uomini istruisce gli

intorno ai loro generale

faccia anche doveri,

conoscere

quale il modo

alimenti per un che il libro, comporre

di governare. anno, si ritrae in dinanzi alla corte

quale debba essere la loro condotta e di carta e di Perch" Beydab", provvedutosi


una

solitudine

con

un

suo con

a discepolo

eglipoi,al termine
e

designato,

radunata; ilsavio s'accontenta desideri, egli ricompensa presenta al


re

perch"il
di
non

re

gran pompa chiede qual gli nelle mani dei

faccia che egli pregarlo cada

trascrivere il libro Persiani.

custodire

con

cura

acciocch"

Segue a questopunto il racconto del modo con cui re Chosroe, glioso. del medico pot" aver nelle mani il libro meraviBerz"yeh, per mezzo ne' suoi nel primo capitolo, Tutto cotesto si legge e il libro seguita cosi come qui sotto notiamo: capo secondo,che dice del viaggio capitoli
Berz"yeh in India per cercarvi il libro;capo terzo,in cui il traduttore, Ibn ul-Muqaffa, porge alcuni savi avvertimenti intorno al modo di leggerlo buon frutto ; capo quarto,in cui il medico Berz"yeh parla di per averne
di s" stesso
e

della morale

da pratica

lui

seguita.
il libro, e si narra, in

19. Al capo quintoincomincia


la favola del leone capitolo, maldicenza altrui ha
e

veramente

questo

del toro, trattandovisi

degliamici che la

cosi come e si seguita notiamo, cio": ora disgiunti; portateconlro Dimna e la sua difesa; capo capo sesto, che ha le accuse della favola della colomba, in cui si tratta dell'amicizia sincera ; settimo, capo

ottavo, della favola delle upupe


nono,

dei corvi
e

del

non

fidarsi dei

nemici; capo
stoltizia del

della favola delle scimie ricchezze

della

e della testuggine

perdere le

accumulate; capo decimo, della favola

:296

(CAPITOLO

SETTIMO

Musa probabilmeiile tradusse in arabo questo libro di Siudib"d, persiano bench" ci" non sia detto. Che poi eglidovette aver non per" in persiano,

quel tempo, s'intende facilmente dall'inclinazione allora comune le opere pehlevichc; con questo, trovasi che la versione di Musa servi di testo a una versione siriaca che credevasi perduta o che mai non fosse esistita, cjuando il Roedigerpot" rinvenirla e pubblicarne un saggionel 1808 nella sua Crestomazia siriaca. Ora, su questa siriaca " stata fatta la versione greca di Michele Andreopulo,maestro di grammatica,
di voltar in arabo per ordine di Gabriele Duca governatore di Melitene nella terza Armenia, di Costantinopoli, intorno al 1100 dell'Era nostra. " questa per l'Imperatore la versione che ilBoissonnade
va

vissuto in

sotto il titolo di Libro di

|)ubblic" per

la

prima volta

(cio" Sindib"dje che Syntipas nel 1848. Se, pertanto, Parigi


se

la versione greca di Michele Andreopulo, come " dell'undecimo e paretti, certamente secolo,

ha potuto provare ilComfu fatta sulla siriaca, essa

cio" al tempo delle o all'ottavo, ragion vuole che appunto al secolo nono versioni arabiche dal pehlevico, debbasi riferire la versione,ora perduta, del

Musa, da persiano

cui la siriaca discende.

tanto qui, eccettuando soldi Sandabar (perSindib"d), sembra esser stata fatta, secondo il Comparetti, da quello stesso rabbino loel che gi"tradusse in ebraico il Kal"la e Dimna, sebbene il Benfey assai l'ebraica che, sotto il titolo di Parabole dubiti di cotesto. Di altre versioni arabiche si ha pure conoscenza, e se ne hanno diversi testi e redazioni, come quellache entr" nella conij^osizione del noto et" molto che libro arabo le Mille
e una

22. Di altre versioni fra le orientali taceremo

notte; anche

ma

non

sembrano nei naturale,

essere

di

antica. Delle
e

persianediremo,

come

"

paragral"

seguiranno;

intanto taceremo

delle occidentali che furono

latina di un Giovanni monaco di Altaselva da cui le altre son molte, una derivate, tedesche, inglesi, olandesi, spagnuole, scandinave, polacche, dal francesi, italiane, perch",parlandone, di troppo ci allontaneremmo

propositonostro.
un'antica versione

Ricorderemo arabica che

solo perch"sta tuttavia,


non una

rappresentare

versione pi" abbiamo, spagnuola del 1253, stata |)ubblicata per la prima volta dal Comparetti, il titolodi Libro degl'inganni recante delle donne, e ricorderemo ancora, fra le diverse versioni in nostra lingua, che va sotto quella perch" Italiani, il nome di Libro dei sette Savi di Roma, pubblicato dal D'Ancona, e l'altra che fu assai

vecchia

pi" conosciuta

and"

anche

pi" lontano,col

titolo:I compassionevoli

Avvenimenti

di Erasto.

23. Il libro adunque che dicesi di Sindib"d dal savio che vi ha la parte

pi" cospicua,0
v'hanno
un

anche

Libro

dei sette Savi, dai sette col


e

Sapientiche pure
K"rush che
aveva

parte non

comincia lieve,

narrare

d'un

re

unico

frutto di molti voti figlio,

quale,doi)o molti preghiere,


e mezzo

tativi ten-

ch'egli avesse Sindib"d, si prende con appreso nulla. Ma un gran savio,di nome s" il figlio entro sette mesi regale, promettendoal padre di renderglielo
senza

era inutili,

giunto all'et" d'anni diciannove

LA

POKSIA

MORALE

GNOMICA

297 tutto
anno

educato
entro

in istruito.11 fanciullo,

casa

del maestro

impara e
di
sua

conosce

et",Sinalla casa dib"d lo rimanda prima gli abbia ch'egli paterna,non senza Se egli parler", ingiuntopremurosamente di non parlare per sette giorni. si nasconde, e il incorrer" in qualchesventura grave. Sindib"d,intanto, mantiensi muto. Di ci" si ha venuto in corte dal padre, giovane principe, dal dai ma una donna, con la quale re e tutti; cortigiani gran meraviglia si ripromette di farlo parlare, il giovaneaveva gi" avuto dimestichezza, purch"esso si mandi alle stanze di lei.Anche cotesto si fa; ma perch" mina, alle proposteindegne della proterva femsi ricusa di accondiscendere egli alte grida e strepiti e stracciandosi i panni, lo accusa essa, con
iltempo Il re gi" condanna nel cospetto del re di aver tentato di oltraggiarla. a savi si che tien radunano il si sette morte muto, quando figlio pur sempre dell'infelice. E tosto uno dei sette, deliberano d'intercedere in favore e

stabilito, perch"allora,al ventesimo

entrato

nel

cospettodel

re, con

due

racconti

acconci

all'intento Ma la

suo

fa

sospendere per quel giorno l'esecuzione


entrata
essa

della sentenza.

donna,
fa

confermar

pure a suo la condanna.


e

tempo,

con

altro racconto

d'intento contrario

di nuovo, racconti al

Un altro savio con altridue racconti la fa dere sospenla donna nuovamente la fa riconfermare con altro racconto. due

cos" fino al settimo giorno,narrandovisi Questo giuocoseguita

giornoper ciascuno dei sette savi e uno dalla donna, finch" poi, che omai senza alla mattina del giorno ottavo, il giovane principe pericolo manda il primo dei savi e tutto pu" parlare, per certa donna a chiamare marlo gli racconta l'avvenuto,pregandolo di recarsi presso il padre e d'infordi quanto ora egli nel cospetto della corte radunata, conta racsa. Allora, il principedella minaccia delle stelle ond'egli dovette starsi muto e delle insidie della mala femmina; e s'avanza intanto, per sette giorni, tra glialtri savi, anche Sindib"d per render ragionedella educazione data al principe, il quale omai, per opera sua, possiede ogni scienza. Ma perch" la colpa dev'essere punita, che la donna calunniatrice " menata ecco dinanzi al re, il qualela condanna a morire, sebbene essa, raccontando tenti di scolparsi. Rimessa la sentenza al giovane, una sua ancora favola, una egli menti propone pena meno grave ; dopo di che e dopo alcuni ragionamorali tra il re, il principe e Sindib"d, il re savio
suo e si ritrae figliuolo a

incorona

in

il pubblico

vita

in religiosa

una

solitudine. del libro di

24.

Tale

adunque
e

" il racconto

fondamentale
e

Sindib"d,

dal confronto delle diverse versioni quale, rintracciare

ricomporre con molto acume diciam qui del libro quale fu in Oriente, perch"delle versioni occidentali abbiamo non da occuparci, ora e perch" alle orientali soltanto volle il circoscrivere studi suoi. Del resto, ci" che sopra abbiamo Comparetti gli
detto
non

ha potuto redazioni orientali, il Comparetti. E notisi che

ne

" che la

scarna

ossatura, anzi ci" che v'ha di


dei racconti quanto nella

comune

tra

le

versioni orientali, hanno che invece,alla lor volta,


e

tra loro differenze molte

grandi non

tanto nel numero

del disposizione

298 racconto ventura


e generale

CAPITOLO

SETTIMO

nella natura

dei nnoltiracconti

" poi gran particolari.

quel racconto che a tutte queste versioni " comune, del Panciatantra, il testo indiano perch", all'opposto da cui orientali versioni occidentali tutte e sono primitivo queste discese, si " potuto trovare. Anzi pensa ilBenfey che, come alcune delle non ancora favole del Sindib"d gi" si trovano solo nel Panciatantra, non ma ancora e la Cukaneglialtrilibriindiani di favole che sono la Vet"lapanciaviracati
cosi saptati, " facile intendere
come

che siasi potutorifarteoricamente

il testo abbia vedere

assai potuto perdere


esso

d'importanzatosto che si "


rinvenire anche potevasi

potuto
se
ne

che ci" che in


e

si trovava, Per"
esso

in altri libri pi"conosciuti


non

comuni.

fu

dimenticato,tanto che
il libro dei due

ora

dovesse originale

essere

pi" notizia alcuna. Del resto,che si raccoglie solo dalla testimonianza non indiano,
e

ha

scrittori arabi, ricordati avanti,Mas"di dottissimi


e

Muhammed

ul-Varr"q,uomini

addentro

molto

nelle

letterarie cognizioni

del loro tempo, della qual testimonianza nessuno pu" ragionevolmente anche dalla natura essendo tutte queste favole ma dubitare, dell'opera,
venute

anzi dai Duddhisti. Poi, il dall'India, " indiano


e

nome

stesso

del

dib"d, Sinsavio,

vorrebbe

che suppone, secondo il Benfey,un sanscrito Siddhapati dire il signor dei puri o dei perfetti. Noi, invece, preferiamola la

vrebbe doquale il nome originario i l dei sanscrito la buona esser e un perfetti; Siddhap"la, guardiano " rafforzata che dalla vocale trovasi nella forma persiana, congettura lunga che trovasi alla fine della forma Sindib"d, e dalla consonante liquida ebraica,Sandabar, le quali, meglio assai corrispondono a prese insieme, che che ilBenfeyvorrebbe. a quel Siddhapati questo supposto Siddhap"la due libriindiani, il Panciatantra e ilLibro di Sindib"d, 25. A questi un in c he ebbe Persia va altro, indiana, aggiunto, pure d'origine gran voga artificiosa fece la versione che in ne Nakhshebi, poeta persiano per prosa

Teza, secondo congettura del professore

Pappagallo, dicesi in persiano,che discende da un 0 come originale indiano ora indiano discende l'altro testo ne perduto, come dente corrisponche tuttora si ha e si conosce, e che " quello della Cukasaptati, cio" Settantina di novelle del pappagallo. Non ebbe esso la diffusione che ebbero glialtri due. Sappiam tuttavia che ne furono fatte in Oriente molte versioni, in turco, in indostanico, in hindi,in bengalese, in persiano, che in d'una vecchia versione persiana anche e pass" Europa per mezzo
Tidt-n"meli
da cui fu tratta

del

secolo decimoquarto

dell'Era nostra. Esso

" il Libro

del

quellapure di Nakhshebi.

Anche

ne

abbiamo

una

zione tradu-

ateniese che visse in India dal 1786 greca di Demetrio Galano, un aH833 tantra, tra le qualiil Panciae tradusse dal sanscrito molte opere indiane, Di esso non e queste favole del pappagallo. possiam l'Hitopadeca

veramente, sunto,
traduzione

sebbene

perch"ci manca

fatto cotesto, dar qui un per glialtri libri abbiam il testo indiano della Cukasaptati ne abbiamo e non

sione alcuna; per" ci riserbiamo a darlo (juandodiremo della verpersianadi Nakhshebi,e sar" in gran parte lo stesso. Vogliam per"

LA

POESIA

MOIiALK

GNOMICA

209

aggiungeresoltanto che nella versione


tracce

di Naklisliebi molte
e

ed evidenti

indiana dell'origine
e

restano

ancora,
e

mini, usi

costumi

indiani,concetti

Brahcitt", indiane, come superstizioni quella,


sono
un con e

ci"

nomi

di

dell'arcobaleno,raffigurato come per esempio,


s'incurva nel cielo

puntando con

la testa

marino che gran mostro la coda nel mare. Invece,

dai Persiani, l'arcobaleno, con

manifesto

nazionale," detto
26. Cosi
dir furono
venne popolare,

esser

l'arco di S"m,

ovvero

bel ricordo della loro epopea l'arco di Rustem.

adunque

tutto questo insieme di

sapienzamorale che potremmo


delle piacevole favole. Che
se

dall'India sotto la veste che primi tentarono quelli

i Buddhisti
mezzo

morali per

di propagar certe dottrine della favola, data lode grandissima, a loro certamente va

ai re e perch"seppero trovare ilmodo pi" acconcio per far conoscere ovvie a intendersi, dure e ostiche a ai volghi certe verit", o non o ebbe merito M a la Persia il di attorno spargerle sapersi. per tutto il volt" recatele in l e mondo, perch", prima lingua pehlevica, poi in una nella l'araba, lingua che non era la sua, ma si quella dei conquistatori, fino all'estremo Occidente. qual veste esse favole poterono pellegrinare Pi" fu assunta, tardi, quando la lingua persiana, letteraria con lingua

B"deghi e

con

essa pure, all'onore d'esser la letteratura ebbe Firdusi, e persiana

dato di s" assai felici gi"passate prove, delle antiche favole, per ilpehievico si fecero eleganti versioni e imitazioni persiane, e leggiadre e per l'arabo, che seguiranno.Per" tutta questa bella paragrafi fioritura letteraria, comprendendovi anche le sentenze di Chosroe e di dal tempo dei Sassanidi, la prima origine sua B"zurc'mihr, ripete che,come civilt" delle et" della fu una gi" vedemmo, pi"gloriose persiana. delle

qualidiremo

nei

27. Confessiamo

intanto che, massime ci" abbiam


a

nel

caso

delle favole, particolare fare

lungamenteci slam

trattenuti sull'argomento anche oltre i confini seguendolo dovuto

del presente studio ; ma assai complesso lo voleva, e

perch"l'argomento

noi sarebbe

qui in maniera
cose

tutta manchevole, sebbene


sono dette,

parso sconveniente il trattarlo gi"sapessimo che molte delle


comune.

che

avremmo

di

conoscenza

Ma

il far ci"

era

pur

necessario, perch" poi, chi per avventura legger"questo scritto, possa vedere quale sia il posto degliscrittori persiani di favole di cui nei paragrafi seguentiparleremo,e quale il valore delle opere. E si noti che tutto ci" che fin qui abbiam detto,si riferisce a libri che, prima di venir nel storia lunga di persianoche " l'oggetto deglistudi nostri,ebbero una mutamenti abbandonati mente e di trasformazioni, spesso ai volghiche avida-

patrimonio.Per" dal nostro studio dovrebbero esclusi tutti quei libri ai qualinon diede origine restare un cosi ampio movimento che da intendimento e procedono speciale popolare
d'imitazione dovr" di

si tramandarono

il curioso

questo

di

quell'autore; qualche

cenno

tuttavia

se

ne

pur fare sulla fine. E s'intende che il nobile frutto e la gloriache ci" fu avvertito, ben dalle favole, potevansi come invogliarono raccogliere
tosto

altri a

compor

libri imitando

Ma, l'esempio.

come

non

procedono

300

CAl'ITOIJl

SKTTIMO

da

quel movimento
essere

oltre hanno

spontaneo di cui sopra aijbiam detto, cosi, assai pi" lieve, questilibri d'imitazione per noi di momento
e

caldo

anche
se

natura

meno

e noi vogliamo parlar soltanto della poetica, son

Che poesia.

di tutti i libri persiani che

raccolte di favole

di aneddoti,

loro, si volesse adeguatamente discorrere qualunque sia l'origine in questo scritto, assai troppo lontano andremmo dal nostro scopo, e pei'" qui volentieri ci arrestiamo. 28. Quanto alla veste esterna, si noti che, all'opposto delle sentenze di Chosroe e di B"zurc'mihr, aridamente e nudamente esposte, gliautori nel favole le nel o tradurle, persiani, l'icompor spiegarontutta quanta l'arte retorica di cui erano Cotesto diciamo degli autori rimastici, capaci. che non dei j)"li laddove nulla possiam dire delle versioni sono antichi, quelledi H"deghi,che sono andate perdutee dovevano pi" vecchie,come secondo lo stile di quei tempi. Ma tutta quell'arte essere pi" semplici, retorica studiata ed elaborala finamente crediamo che sia soltanto di questi autori pi" recenti,trovandosi che la versione arabica d'Ibn ul-Muqaffae la siriaca di B"d Periodeuta e la greca di Simone Seth procedono con dettato molto semplice e naturale, intanto che le persiane furono talvolta tanto artificiosee cariche di oi'uamenti, da doversene sario poi trovar necesulteriore rifacimento in qualche pi" semplice prosa. Cotesto,per O"diri ])er il Libro del Pappagallo, esempio, fece Muhamined gi"composto da Nakhshebi in prosa troppo artifiziata.E pare veramente che l'autore, mai di aggiungereaggettivi ad aggettivi, il qualunque sia,non si appaglii pi" delle volte artificiosamente composti, una e di tessere e comporre lunga fila d'immagini,molto strambe allusioni storiche e mitologiche, con talvolta, citazioni di passidel Corano o d'altri libri specialmente con poetici, e arabi. Perch" il lettore ben sovente smarrisce ilfiloin quei lunghi persiani in cui una proposizione entra in un'altra, periodi e questa in un'altra ancora, in cui gl'incisi si afTastellano e s'addossano. Tolta forse la lunghezza dei l o stile e l'artedi questi libri si assomiglianod'assai allo stile e periodi,
all'artedell'Ameto d'oro del del Boccaccio
vanno,
o

dell'Arcadia del Sannazzaro

dell'Asino

che Fiorenzuola,

nella letteratura nostra, fra i

pi" noti

esempi di stileartificiosoe ibrido. Ma, anche con questo dilettodell'arlilicio soverchio,non pu" negarsiche essi abbiano una grazia tutta particolare e loro una E vi spira un'aria serena che potentemente proprialeggiadria. attrae l'animo,perch" ci sembra in lontano d'esser trasportati un mondo lontano e diverso dal nostro, laddove si contempla la vicenda travagliosa della vita come da un luogo allo e sicuro. La ventura e la sventura di quella
vita, come
non

si

narrano non

di animali, non ci

sembrano

toccarci

appartenerci,
quei casi i

ci sgomentano,

ma rallegrano;

perch"appunto
l'agio per

lascian l'animo

anche tranquillo,

lasciano alla mente morali. Della

lutto

trarre da

voluti ammaesti'amenti

far saggiochi legger" qual cosa potr" alcuna di (juesle favole o novelle,almeno quelle daremo che nell'appendice tradotte. Del resto,che cotesti librisiano poetici, quantunque in gran parte

LA

POESIA

MOKAr.E

GNOMICA

301

scrittiin prosa, per" ne diciani

gi" s'intende e dalla natura loro e dall'arte dell'autore; qui,in questo libro. Poi, il dettato in prosa bene spesso, ad ogni luogo acconcio," interrotto da brani poetici, a colorir posticome della-prosa e a ricalcarlo in altra forma, o come bellamente il pensiero ad morale e dottrinale di ci" che avanti s'" esprimere il senso e il signit"cato detto. Questo artificiod" al dettato tale leggiadria quale noi non possiamo avendone non esempio alcuno nelle letterature nostre. L'uso, immaginare, trovandosi che il testo sandev'essere non scrito tuttavia, persianoin origine,
del Panciatantra
reca

moltissimi

prosa;

forse

esso

"

una

imitazion

in mezzo poetici alquanto pi" tarda persiana

brani

alla
e

sua

riore, poste-

perch"le
non

versioni

hanno

alcun testo

la siriaca, la greca, come l'arabica, pi" antiche, intercalato alla prosa, n" da questepotepoetico vano del

le versioni

persianeprenderne l'esempio.
conformazione o disposizione secondo di certe regole persiano,
suo

si pu" libro, retorica mussulmana, dire che l'autore nei romanzi, quel disegnoche anche in altre opere, come sempre seguita fatte a Dio le consuete lodi abbiam trovato e veduto. Perch",in generale, porre e invocazioni,lodato il FYofeta, parla subito dell'occasione del comegli " data da il libro,la quale quasi sempre o gli qualche potente da Ci" quanto alla da dotto amico. o ministro, o signore, qualche qualche forma che potremmo dire esterna. Ma, poich" il vero libro incomincia propriamentecon le favole, essendo l'introduzione opera sempre del novello autore, cosi per esso egli ha potuto far altro che conservarne non

29. Quanto alla

libri indiani. Essa daglioriginari " quellad'introdurre un racconto con un disegnogenerale (peresempio, l'educazione d'un principe), nel quale poi prendon posto molti altri racconti secondari per dichiarar certi punti di morale. Ad ognuno poi di abbiam visto nel sunto, un come questisi consacra, in generale, capitolo, la che primitiva disposizione discende dato sopra, della versione del Kal"la
e

Dimna

d'ibn

ul-Muqaffa.

2.

Poeti

gnomici. abbiam di morale detto nei

30. Consentaneamente

ci" che
sentenze

paragrafi precedenti,
tutte sotto

poich"quelle antiche
il nome di Ghosroe

vanno pratica

s'intende come ai raccoe del gran savio B"zurc'mihr, glitori da dire. ed espositori di nulla di resti persiani esse poco o proprio Altro non sia in prosa, sia resta loro che tradurle nella loro bella lingua,

differentissimi tra loro, poesia, poich" il qualisono nei testi antichi, sarebbe un la loro concisa severit", 0 l'aggiungervi e togliervi guastarle, che
sono ne

in

forma

la forza

la bellezza, ne il porvila

verrebbe di tanta

meno.

Con

questo, esse
stata

occhi dello scrittore moderno agli


mano

che sarebbe autorit",

per travisarle soltanto di poco. 31. E primo viene innanzi il poeta del Libro dei Pie, Firdusi. Gi" noi fedele alle fonti sue nel racconto siasi mantenuto sappiamo quanto egli audacia imperdonabile

302

CAPITOLO

SETTIMO

s'" attenuto al suo testo. Perch", chi ha epico; ma qui,pi" che altrove, a Bombay, nel 1884, dal sacerdote potutoaver tra le mani il libro pubblicato zoroastriano
un

testo

tra le altre cose, anche che contiene, Behr"mgi Sangi"na, delle sentenze di re Ghosroe, e confrontarlo con la versione pehlevico
ne

che Firdusi

pone nel Libro dei Re, ha potuto anche

accertarsi che

tanto testo. Solparola({uel suo (lualche parola di il verso. A'ei passi importanza secondaria per far la rima o per compiti-e Libro dei riferisce del nei avvertimenti di re Re, adunque, qualiegli gli Ardeshir e le sentenze e i pensamenti di re Ghosroe e di B"zurc'mihr, possiam credere con molta certezza d'avere la sostanza vera e genuina di ci" che quelli, hanno o pensato o dettato, a principio, o di ci" che la lunga tradizione ha fatto loro dire.

questa versione

del gran poeta seguita parola per in alcuni pochicasi,Firdusi ha aggiuntodi

32. Pertanto,ci" che Firdusi ci riferiscedi


di molti esposizione
con

re

Ardeshir, riducesi alla


re

postiin bocca al gran insegnamenti


Della sagg'ezza di Ardeshir tu ascolta Parole intanto, in niente e le parole
e tieni, Riponi

annunziati

le

: parole

che esso re volle dare al figlio suo e successore consigli Sh"p"r, avvertimenti che formano morire. In il libro di dei vero questi sigli conprima " perduto,il gran re dice sul di Ardeshir di cui l'originale pehlevico ci" ch'egli ha fatto quando ha conquistatoil regno, operando principio conforme a e a giustizia; parla della fortuna ch'egli assomiglia sempre
e

ai savi

destriero

ora

mansueto

ora

e della fallaciadelle riottoso, e

cose

di

Vuole che alla


sovrana e

sia sostegno il potere sovrano, religione


sono

dice che la
e

quaggi". dignit"

la fede la

come

due sorelle. Detto

poi per quante


come perch",

qualicose

si abbassa
re, freni

ammonisce reale, dignit" la cupidigia, ami il lavoro, non viene


a

il figlio suo

s'abbandoni

sar" egli provviso, d'ime poi, all'ira,

del bere, dell'apprestar dir della caccia, del custodire l'armi,

a molti e consigli e discende precetti propriosegreto, pratici per molte circostanze speciali della vita. Anche gliraccomanda di aver cura dei poveri, di perdonarle offese, di non la propriavendetta, di non cercar in circostanze propizie, dal nemico di conceder accettar battaglia se non la pace quando il nemico la chiegga sincera. 1'] insiste perch"il con voglia si adorni di li suo figlio gl'insegnamenti paterni, sapienza e, accogliendo tramandi suoi. Nell'ultima parte del libro (e questa dev'essere poi a' figli aggiunta posteriore) egli predice, dopo cinquecentoanni, la caduta del chiama suoi figli, ranno abbandonequando i Persiani ch'egli regno persiano, la religione dei maggiori per altra fede (e s'intende la fede mussulmana); la i nvoca da Dio tutti benedizione. ma su quasiper confortarsi, poi, della Dice delle citt" da lui fondate, sua parla prossima morte e raccomanda al figlio di consolar l'anima sua operando bene in terra. Cosi termina il bel libro, rifatto da Firdusi con stile piano e facile, trasfusavi

il

30i

CAPITOLO

SETTIMO

Grazi;i" ([uesta di Dio, signor del sole E della hiiia, ch'io mi sciolsi alfine Da Buzurc'njihr
e

dal

suo

re

sovrano!

35. Ibn Sina

Avicenna

" conosciuto

all'universale

come

filosofo e

anche l'abbiam conosciuto come tico medico, e noi, in particolare, poeta scetin un altro capitolo di questo libro. Ora, se pure illibro " suo, dobbiam conoscerlo anche come traduttore delle seno piuttosto tenze come raccoglitore, del savio B"zurc'mihr. Trovasi nella letteratura persianaun breve in di poche pagine, opuscolo che si dice vittoria,
sentenze
con essere

prosa, detto

Zafer-ndmeh, cio"

il Libro della

composto, per ordine di Chosroe,con le ascritto in lettere d'oro,perch"poiilre lo tenne sempre del savio,
stato

in quellalettura. Se cotesto che si legge in lungamente persever" " vero, il libro dov" esser composto da prima in pehledel libro, principio si sarebbe conservato vico;anzi, secondo H"gi Khalfa,l'originale pehlevico N"h fino al decimo secolo dell'Era nostra. A quel tempo il principe dei S"m"nidi,che regn" dal 305 al 387 d. E. di Mans"r, della casa figlio Avicenna (976-997 d. C), volle che Avicenna lo traducesse in persiano. avrebbe fatto la traduzione,quale " pervenuta fino a noi e che noi darem s"
e

sebbene, per molti altri esempi gi" da noi nell'appendice, tradusse si conosciuti, possa ragionevolmente supporre che Avicenna non da una versione arabica fatta gi" dal pehlevico, veramente ma piuttosto
pure tradotta Che questa versione persiana sia veramente di lui, prima sul pehlevico. altra menzione molto si pu" dubitare,non trovandosene, secondo lo Schefer, di H"gi orientali fuor di quella, gi" ricordata, presso i bibliografi Khalfa.

quale dice altres" che Avicenna, in quel tempo, era ministro che glicommise tra i molti ministri del principe quella traduzione; ma,
Il

che ebbe

N"h,

non

trovasi ricordato Avicenna; onde

la

sua

asserzione

risolversi in ci" che Avicenna era allora alla corte di iN"h e a' suoi potrebbe altrove non medico, sapendosi, come servigi, gi" come ministro,ma come che abbiam d'una malattia il principe, detto, aver egliguarito poi, per dischiuse biblioteca. A la sua quel tempo adunque e in gli gratitudine, avrebbe potuto Avicenna quelle condizioni soltanto, di B"zurc'mihr.
aver

tradotte le

tenze sen-

Invece,nella cos" detta Storia Scelta di Hamd-ull"h

d. C), trovasi inserito tale Mustaufi,composta intorno al 730 d. E. (13"29 vi si dice punto che esso sia non ma e quale questo Libro della vittoria, opera di Avicenna.

36.

Comunque
sono

sia di

ci",le famose

sentenze,

riferiteuna

questa volta, le domande


suo

maestro

che

non

sono

di

re

Chosroe

di un sono risposte le domande laddove, presso Firdusi, sappiamochi sia, N " " ferenza, B"zurc'mihr le e di risposte. questa la sola dif-

dietro l'altra per di B"zurc'mihr, e sono

duzione, dopo brevissima introdomande e per risposte; ma, le

perch" maggiorie pi"profondedifferenze si trovano fra queste in altri libri, raccolte e registrate sentenze del Libro (Iellavittoria e quelle nel Libro dei Be e nel Libro di Q"b"s, del quale a suo come tempo

LA

POESIA

MURALE

GNOMICA

305

Ci" diciam qui e intendiamo parleremo. altra volta,mentre


mostrano

notiamo
erano,

che

esse

per qualunque che le differenze fra questa e quella raccolta abbandonate almeno all'arbitrio a principio,
a suo senno e aggiungere togliere e

clie detto sia anche

della tradizione
mutare

volgareche poteva

ci" che

pi" le

Quanto poi all'arte e allo stile di questo piaceva.


abbiam da

nulla libro, le sentenze

veramente

l'una dietro l'altra con

dire, perch" arte non c'",seguendosi monotonia concise,brevi, fastidiosa,

senza parchedi parole,

di retorica sarebbe abbia


con
uno

alcun ornamento; n" sappiamo se alcun maestro dato pure che il libro capace di classificarne lo stile, la

stile.Ma

qualchebene
a

usata

lingua ne " semplice, vibrata,piena di vigore, di grammatica.Riferite le sentenze sprezzatura


savio di sentenze paginetta d ella tradizione personaggio
una
"

di B"zurc'mihr,ilLibro della vittoria reca

buite attrisulmana, mus-

Loqm"n
e

il

un sapiente,

pi" Libro della vittoria.Gloria a Dio,sire designato dei mondi! come non ". La qualeaggiunta, poteva trovarsi nel supposto all'Iran antico del Medio Evo non e perch" pehlevico, originale appartiene cos" dev'essere anche la di con assai mano Loqm"n sapienza sua, opera N" essa si trova nella storia di Qazvini tarda e forse di qualche copista. nella versione turca del libro, crede lo Schefer, e nemmeno come fatta,
con
ne

termina

la formola

mussulmana, in arabo:

E Iddio

sa! Finisce il trattato

decimoquinto e il decimosesto secolo dell'Era nostra. da parte due compendi, veramente anche insignificanti c he delle di mutilata sentenze la loro brevit", B"zurc'mihr, qui detto per in forma aforistica, delle favole, non Buzurgum"d,e degliinsegnamenti
tra

il

37. Lasciam

di Khusrev Dimna, pone Niz"mi sulla fine del suo romanzo e Sh"rina, e ci" al tempo di re Khusrev Parv"z,non di Chosroe il grande. Per vedere intanto quale e quanto sia stato l'arbitrio o del volgo o dei di Kalila
e

del volgo nel poeti anche per leggansi, ha

trattar

sentenze quelle

di Chosroe

di

B"zurc'mihr,
Sher"f che

alcuna

certe ottave di paginasoltanto,

un

e di metterle in verso, pensato di raccoglierle perch",eglidice,la ha inclinazione grande.Quanto a noi,diciam natura umana per il verso

tornar pi" su questo argomento, che di questo Sher"f subito, per non nulla sappiamo. Non sappiam la famiglia, la patria, il tempo, nulla di che ha fatto vivendo, nulla del tempo della morte, eccetto che,quand'egli le sue ottave, era giovane." Sher"f poeta giovane", egli dice componeva di s" stesso nella prefazione in prosa; n", a farlo contemporaneo o di che mor" nel -432 d. E. (1040 d. C), Unsuri al poco posteriore poeta che di questo poeta si fa in vorrebbe lo Schefer, la menzione vale,come la menzione delle ottave, la trentesima quarta,perch" una perde valore in false.Qual fede si pu" dare e certamente a tante altre fatte a caso mezzo l'autorit"di al poeta allorquando, confermar con qualcuno ci" ch'egli per ha detto,viene bellamente citando la testimonianza vaga di Zerdusht, cio" Zoroastro, e quelle ancor pi" vaghe di re Peshenge di re Qob"d che
e di Sindib"d appartengono alla tradizione epica, 20

del

l'introS"murgh,

"

Pizzr, Storia

della

poes"a jyersiana, voi. II.

306

CAPITOLO

SETTIMO

vabile Fenice di Persia, e

Irani,e altre anche pi" incerte come quelladel savio degli delFuom vestito di saio? In mezzo alle quali la religioso,
verso

citazione d'un almeno

di Unsuri

non

ha il

alcun

valore; crediamo, anzi, o


non

fortemente sospettiam
tanto
son

che

verso

citato

sia

nemmeno

di

Unsuri,

tante altrettanto sembrano essere vaghe le altre citazioni, il nome invenzioni del nostro autore. Certo, che se egliconosceva vuol dir cotesto ch'egli ma non ne essergli di Unsuri, doveva posteriore; dovesse esser contemporaneo o poco lontano di et". Piuttosto pensiamo secolo dell'Era che l'avvicinino al teinpo di Unsuri, cio" all'undecimo

di dettato e la ruvidezza della lingua volgare,certi suoi modi particolari libera e sciolta e alcune maniere che non antiquate, e certa sprezzatura e spontanee in questo poeta presma cercate apposta, sembrano proprie soch" dev'essere stato Il quale, e ha ragionelo Schefer nel dir ci", ignoto. arte sua e quel dir e la poca perch"tale lo mostrano un poeta popolare, innanzi testimonianze tali le cose con semplicit" ingenua e quel recare che presso il volgo, ficar hanno valore,ma non avvezzo a veriche per s" non fanno gli dovevano eruditi diflidenti, ci" che legge o ascolta,come volte averlo pi" che grande.Aggiungasi a tutto ci" la sintassi spessissime violata
e

la

grammatica osservata
ottave

38. Le

adunque

assai poco. di questo Sher"f formano

un

poemetto che

cio" il Conforto dell'uomo. Precede porta il titolo arabo di BdJiat til-insdn, fatte le benedizioni in prosa, nella quale l'autore, breve prefazione una
e

invocazioni d'uso, dice d'aver voluto

ridurre in versi le sentenze

brevi quanto all'espresChosroe An"sh"rv"n, che sono re sione, giustissimo Dice d'averle molto raccolte di ma grande. significato appunto per le leggeranno.Seguono due brani e corporaledi quanti il bene spirituale Nel secondo nel primo dei quali si fanno le lodi dell'Intelligenza. poetici, del si racconta

Chosroe,giunto al maggior grado di sua in oro, gemme e perle, un magnifico potenza,pensasse in alto sul sul quale suo e diadema trono, ch'egli poi sospese imperiale
in che modo il
re

di farsi comporre

fece A

acconciamente scolpire

le sentenze

che

ora sono

Sherif viene versificando.

ordinate novantacinque, la ragionatadimostrazione o da essere esposizione in modo come d'ogni di ciascuna. che sta in prosa, a capo Cosi,per esempio,esse sentenza della forma tutte sono seguente:

questo punto incominciano

le ottave che

ISon dite ci" che


^1

non

" da dire.
son
"'

Pari al silenzio.Oh!

fui'o in quanti
"

terra

Chi tace
.

cose
1
-1

che

non

]"" da dirsi,
i"

Che per stoltoparlarperdean la vita,


o.

ha ilcor Tranquillo
rr ' ,

"^u" ,"" per CIO che ascolta poi. ...r.-\ 1 1 f ^i," .1, r\ nulla fuor che cruccio Da parlar stolto
-n
,

DI
r^

che Giusto
u
.

"

i-

(icca

quo

sapiente
-i

L)elH"
,,

rascorse
.

." et" die


""

"

iiiui senza

cosa

Procede mai,

"

"

ne

ha

tesoro
^,

I il al mondo

Veramente

il

parlar '

ragione! ^

-,

Avviene

per tal modo

che l'enunciata verit" morale


usar

da dimostrare, per

rema teoun appare come al matematico, (piale conseguita linguaggio

adeguatadimostrazione,onde

anche credere che,nella sostanza, si potrebbe

LA

POESIA

MORALE

GNOMICA

307 stanno
a

le sentenze

vere

di Chosroe

siau molte
attorno

di

che quelle

capo
su

delle

ottave, almeno

quali andavano
alTermar

per

tradizione.
era

Ma,
mai

cotesto

punto, nulla si pu"

di certo;
abbiam

perch" qual
detto
esser

la

parola
un

genuina e 39. Comunque sia, se


ora poeta popolare,

delle sentenze primitiva avanti dovremmo

di Chosroe?

questo Sherif

aggiungerech'egli ancora, per voler esser ci" ch'egli cade talvolta nel volgaree nel triviale.Perch",molte volte, tale, ovvia finezza che la rende senza e trita, cosa quella pi" dice," sempre
belle le scritture dei di che pensiero

poetiche

diremo

elettie aulici, senza

quell'acutezza

Ma popolo. per" cadde sua immagine

si riscontra spesso nei versi e nei detti sentenziosi del Sherif non il popolo;volle, era come e pare, esser popolare, notato. Veggasi or ora spesso nel difetto, per esempio alcuna
come

la seguente, che
Zucchero

" dell'ottava
a

trentesimaquinta:

mangiarvuoi

mani?, piene
"

Vorremmo e si giudichi. bene; vuoi esser felice? Sherif troppo spesso ripete glistessi nomi, onde sembra bisticcio e non essere un se non simo temesaltro, qualchesua ottava coi canoni della di voler giudicare retorica un nostra poeta persiano la ripetizione tollera cotesto, sebbene che non e generi sempre presso noia. Anche fastidio dire che e non vorremmo certe sue chiunque sempre che non conclusioni sono logiche, sempre i ragionamentisuoi son condotti per filo e per segno, che spesso la testimonianza del savio,da lui recata s'accorda con ci" ch'egli vuol dire e dice,se non temessimo non innanzi, di parer troppo severi verso questo povero e pressoch" ignotoscrittore, al quale, vero non manca. tuttavia, qualchepregio per dire: vuoi tu star che anche aggiungere
,

40. E

ne

son non

quale

pregiveri la sana dottrina morale, tutta s'aggira per astrazioni nebulose cercando
delle
cose

volta alla tica, prasottilmente il

perch" e
mente

il come
e

anche

quando

non

si possono

serena

che si fa conoscere tranquilla


e

nei versi

sapere, e la e la coscienza incolti,

da ognisua parola, di far opera utilead altri. trapela Di che ciascuno potr"persuadersi, purch"legga qualcuna di queste ottave in parte darem che nell'appendice tradotte. Anche vi sono, accanto agli che ha l'autore

che

di molto ovvia e pratica lit", utimorale,quelli del come prender moglie in et" ancor giovane, i d el innamorarsi bastonare da del non non servitori, vecchio, guardarsi del non dai letteratie dai poeti, fidarsi delle donne. Tutto cotesto accenna Soltanto in due puntiilbuono e onesto poeta si ad una sapienza popolare. solleva alquantoe piglia tono pi" alto e stile pi" nobile, e questo avviene ilbreve quand'egli, dopo proemio in prosa, dice alcun che dell'Intelligenza in quel passo in cui narra di re Chosroe e della sua e pi" ancora corona
e

insegnamentid'alta
sarebbero

nobile

del quelli

Allora egliassume addirittura e di peso lo stile epico, meravigliosa. e imitato quellapagina arieggiaalquanto il fare d'una pagina di Firdusi, non inettamente,per dir vero, in questo punto. Di Firdusi poi Sherif ha

o08

CAPITOLO

SETTIMO

solo in questo punto particolare, anche in non ma preso anche il metro tutto il poemetto. Questo " argomento che si deve, secondo noi, aggiungere altri per agli decimo. del metro
e

ritenerlo

composto nel secolo undecimo


uno
o

vicino all'un-

Perch", se

Sher"f fosse vissuto


ma

epico si sarebbe
usato
e

piano che hanno


Ma

morali.

nell'undecimo fuor di

pi" tardi, non dimesso valso, quell'altro pi" Att"r e Rumi scrivendo i loro poemi mistici e secolo,il metro epico era di moda, e molti
s" bene di

due

secoli

anche l'usavano,

luogo.
di favole di racconti.

3.

Scrittori

41. Passando
di appagarci
sono

dalle sentenze

alle

favole, per alcuni scrittori dovremo

andate

menzione, perch"le loro opere assai per tempo semplice il celebre poeta lirico che perdute.E il primo si " R"deghi,
una
e

visse al tempo dei S"m"nidi

del

quale lungamente abbiam

detto in altro

tradusse Gi" sappiamo ch'egli capitolo.

Nasr, il libro di Kal"la e Dimna, e e H"gi Khalfa; per" e Davlet-sh"h

in versi,per ordine del ci" che ne dicono conosciamo


non

principe
e

Firdusi

ripeteremo ora

le

cose

gi"dette.

Fu gran danno che la versione di poeta cos" illustre sia andata perduta; fu gran danno che siansi perdute altre versioni d'altri poeti perma non siani sfavorevoli. Perch" a ssai intorno ai qualicorrono Nasr-ull"h, giudizi

qualefra poco parleremo,dice che, dopo Ibn ul-Muqaffae R"deghi, molti con maggiore o minore eleganza hanno tradotto in persiano quel morale, ma che, attenendosi pi" al racconto che al suo significato libro,
del
son come

venuti

meno

all'intento che

esso

antiche versioni del libro di Sindib"d ricordiam dei A soltanto

libro si propone. Anche diverse andate sono perdute; e noi qui .\"h della
e
casa

di Qan"varzi che, per ordine di quella in una rozza S"m"nidi,avrebbe tradotto quell'opera

ispida prosa.

questa di Qan"varzi poniamo accanto quella in versi, ricordata da dovuta al poeta Azraqi, dello stesso libro, morto nel 524 d. E. Davlet-sh"h, lirici. (1129 d. C.)e gi"stato conosciuto da noi fra i poeti
in prosa del Kalila e Dimna dovuta a Nasr-ull"h or ora ricordato,per la quale fu detto che in prosa pot" essere nessun'altra opera persiana pi" stimata e ammirata. essendone le di lui Della vita pervenute a noi assai scarse poco sappiamo,

42. Ma

non

cos" " andata

perduta la

versione

ma notizie;

ci" di cui

non

si

pu" dubitare,come

pu" raccogliersi qua

nativo della citt" di Sciraz, si " ch'egli e che visse era cenni, ultimi Ghasnevidi, e spela maggior partedella sua vita alla corte degli cialmente 152 d. G.). Anche che regn" fino al 547 d. E. (1 di Behr"m-sh"h studi la che e sua che, come aveva negli giovinezza passato egli sappiamo fu introdotto alla corte del principe, godette assai e della stima e della accolti. Ma vennero compagnia deglieruditi e dei poeti che vi erano lasciato i giorni della sventura, perch"egli, non anche per Rehr"m-sh"h d a dai turbolenti principi mai quietare Gh"ridi,suoi vicini, uno dei pi" l" da brevi

LA

POESIA

MORALE

GNOMICA

309
sua

di potenti 5"2!2d. E.

essi che fu Ahi ud-Din, fu cacciato dalia d. C), (11:28 si che dovette fino al 547

residenza reale nel

nelle provincieoccidentali riparare

d. E. (li5*2 d. C), anno della sua del regno dove si tenue che Allora accenna a Nasr-ull"h, morte. sua nimenti questiavvenell'opera pure si era ritratto nel silenzio per attendere a' suoi studi letterari, tristi, dottor d'Ibr"him, figlio d'ism"il, quando un suo dotto amico, Ali figlio illibro di Kalila e Dimna. Il libro perch" lo traducesse, gliport", leggi, cominci" tradurlo. Avendone a assai,ed egli poi letto alcun glipiacque ebbe lodi conforto ne a proseguire, e a 15ehr"m-sh"h, piuto comfinch", saggio dedic". Pare che la sua morte debba collocarsi dopo il libro,glielo di

(1143 d. C). 43. Lavorando Nasradunque sulla versione arabica d'Ibn ul-Muqaffa, il titolo di Libro di Kalila e Dimna, ull"h che pur conserv" all'opera sua lodi a Dio e al Profeta, incomincia con le consuete e dice della necessit" se pur si vuole perch"il poteretemporalevada congiuntoallo spirituale, dai principi. che la giustizia sia degnamente amministrata Per tal via egli discende a far l'elogio del suo regalprotettore, Behr"m-sh"h, ch'egli miglia assoal suo glorioso il grande. Dice dell'occasione antenato, Mahm"d il che fu la la tradusse l'amico libro, quale egli proposta fattane a lui dalper in discorre dell'antica versione al e di pehlevico tempo re suo, Chosroe,poi di quella arabica d'Ibn ul-MuqafTa, poi di quellapersiana e in versi di R"deghi, del compiacimento poi di alcune altre. Tocca ancora che per quest'operasua del quale egliripiglia glimanifest" il principe, il cosi terminando la lunghissima A questo e l'elogio panegirico, prefazione. incomincia il narrazione la del savio col re libro, vero e principale punto D"bshelim si spezza, come al solito, in tante narrazioni secondarie, distribuite
d. E. nel modo che segue: per sedici capitoli 44. Capo primo,nel quale si dice della natura del libro
e

il 538

si eccitano

e a trarne profitto; glialtria leggerlo capo secondo, nel quale si dice del danno medico si avvertimenti Berz"yeh e per la vita presente e per la

futura;capo terzo, nel quale si


del quella leone
e

racconta

la favola di Kalila

Dimna

parla dei cattivi efTettidella maldicenza in riguardodella rottura dell'amicizia; capo quarto, in cui si dimostra che il sangue ingiustamente in cui si narrano dorme; capo quinto, sparso non le favole della colomba del topo e della gazzella, e della testuggine, e si tratta dell'utilitc" della concordia fra gli amici; capo sesto, della favola dei corvi e delle upupe, dove si dimostra che non nare bisognalasciarsi ingandalle paroledei nemici, e che i nemici devonsi vincere con l'astuzia; e della scimia, dove si dimostra capo settimo,della favola della testuggine
la stoltizia di colui che accumula ricchezze
e

del toro, e si

non

sa

conservarle; capo
mostra
come

ottavo,della favola dell'eremita


che

della donnola, che

colui

se ne agli affari, pente poi;capo nono, della favola del gatto e del topo, nel quale si dimostra come chi ha due nemici deve farsi amico l'un d'essi per scampar dall'altro; capo decimo.
mano

precipitosamente pon

310

CAPITOLO

SETTIMO

della favola del

re

guardarsi sempre
dello

da

in cui si dimostra esser miglior dell'uccello, consiglio chi ci odia;capo undecimo, della favola del leone e

in cui si dice come si debba risarcire col benefizio un sersciacallo, vitore favola del leone ciere, dell'are punitoingiustamente; capo dodicesimo, in cui si dimostra che bisognaguardarsidal far male alla gente; favola dell'eremita e dell'ospite, in cui si mostra come, capo tredicesimo, vuoisi abbandonar la propria;capo non favola B"l"r del di dei in e Brahmini, cui si dimostra quattordicesimo, re, la mansuetudine la qualit" d'un principe; essere simo, migliore capo quindiceper del pellegrino, della scimia, del leopardoe del dell'orefice, in cui si dice non doversi render male per bene; capo sedicesimo, serpente, del re e de' suoi compagni,in cui si dimostra che le cose favola del figlio
tutte

desiderio

d'un'aitra arte,

favola

dipendonodai

decreti del cielo.

di conclusione, un capitolo pone conclusione gonfia, e condotta con pienadi artil"zi perioditanto iperbolica, che quelli del e intricati, lunghi Varchi pesano a noi, nel loro confronto Ed essa ad altro non scioltie piani. il quale, dice modestamente
stesso savio

45. Alla fine del libro Nasr-ull"h

del Guicciardini che pur tanto sembrerebbero semplicie abliastanza


e

" intesa che

far

del libro, l'elogio

il nostro
autore

autore, vivr" in eterno; anzi, lo

primo Bidp"y,
un

del libro
stata

l'operasua,
sh"h,
se

giorno,sarebbe
tenuto

se avesse indiano, saputo che rifatta sotto gliauspici di Behr"m-

ne

sarebbe
sua

molto

onorato

avrebbe

affrettato col desiderio

ticati, presto dimenche se l'autore, questo sar" letto finch" durer" la linguapersiana; il sembrer" di libro e vegga cosi parlando, altri iattanza, legga peccar fino a che punto giunga il talento di lui nell'arte dello stile, per il quale

questa

felicit".Per", mentre

altri libri andranno

tutti lo

conoscono

ammirano.

pi"grandi, in grandissima fa si che illettore s'aspetti l'aspettazione gran cose; ma che Nasr-ull"h ha parte " delusa. Perch", anche con l'intento speciale del diremo in avuto sua e quest'opera quale appresso, da quel tanto che abbiam certamente non possiam farne giudizio ne potuto conoscere,
molto abbiam notato avanti,altri gi" aflermava favoi'evole. Che se, come vi fu i Setti Climi) che non sua B"zi,bibliografo, (fuAhmed nell'opera prosa

46. Questo elogio pomposo,

accompagnato dalle promesse

di questa, ci" pu" accennare persiana pi" ammirata zione all'approvache dovuta al omai, a quel tempo, prediligeva volgare pessimogusto Ma di retorica. l'artificio la e maggiore, gente gusto pi"sano e di giudizio di quest'opera, sentenzi" diversamente fra gliOrientali, anche perch" inutilmente la bella e trovasi che H"gi Khalfa not" che Nasr-ull"h allung" di parole sobria e sempliceversione d'Ibn ul-Muqaffa sovraccaricandola il sent" d'una versione novella. bisogno oscure, tanto che ben prestosi intento particolare facendo la sua versione, 47. Eglituttavia, aveva un l'univers E poich" nelle seguenti " con parole: ch'egli espresse nella prefazione l'inclinazione della gente dalla rifugge lettura dei libri arabi
e

312

CAPITOLO

SETTIMO

detto,bisogna osservare
raro,

che lo studio

soverchio difficileda

di ricercar intendere

parole di
e

uso

arabiche,rende specialmente

faticoso da

le come leggereil libro. E vogliamo tacere a bello studio di certe frasi, umanit" della occhi della la e generosit" polverenegli seguenti: "gettar ", la della sentimento " soffocar dire: e e umano ogni gota generoso; per dalle unghie della fellonia ", per dire: mancar lealt" lacerata e graffiata da attribuirsi a di fede a qualcuno,e altre simili,perch" esse non sono si bene all'andazzo e alla retorica comune dei tempi. lui in particolare, inetti intercalando brutti ! Ma i versi ch'egli e va pure qua e l", son Nessun alito di poesiali anima, nessun e aggraziato, o leggiadro pensiero essi sono se o flebile e dolce,li rende tollerabili.Che 0 poderoso e forte, tutti suoi (perch" questiscrittori di favole adoperano bene spesso versi anima di poeta. Con che Nasr-ull"h non aveva veramente mostrano altrui), vei'siche collocar suoi a posto questi vogliono questo, eglinon sempre sa in Saadi avviene son esser come come quasi sempre, poetici, perch"essi, ordinati
e a a

riassumere
con

acconciamente

ci" che

prima "

stato detto in prosa,

rinforzarlo

della poesia, laddove cotesto, nel libro di l'espressione

Nasr-ull"h, non
ancora, sono
e

avviene. Notiamo tuttavia che tal difetto " d'altri sempre incontrasi pure nelle favole di Huseyn Y"iz che pur di tanto fossimo
se esso

superiori.
50. Se noi per avventura
stati troppo severi
essere e

acerbi in questo
certo
non

nostro

altri vegga giudizio,


ora

pu"

alquantomitigato.K
in Nasr-ull"h in misura merito

tuttavia che i difettior Non piccola.


veramente
e

toccati si trovano n"


tacere

vogliamper"
che "

n"

un scemargli

ha ch'egli

grande, cio" quellod'aver fatto passare le favole di soverchia sobriet" della versione d'ibn ul-Muqaff"a Kalila e Dimna da quella che saranno in lui, ma a maggiore ampiezza e variet" che gi" soverchiano amministrate Y"iz, al quale esso Nasrcon mano pi" esperta da Iluseyn c'" v'" forse in Huseyn, ma ull"h ha aperto la via. Ampiezza maggiore anche anche variet" maggiore, anche arte pi" fina, gusto pi" delicato;e ben presto in dimenticanza quelle del suo per" le sue favole mandarono duratura. che pur se ne ripromettevagloria splendidamente predecessore, che l'eleganza e Sembra, ed egli stesso dice cotesto nella prefazione, Nasr-ull"h da l'artificio e non e l'eindizione nelle favole procedano da alcun altro prima di lui,onde, se eglinon fosse stato,noi non avremmo modello del genere. le favole di Huseyn che sono nemmeno un 51. Se in un precedenteparagrafoabbiam potuto far qualche cenno gine intorno all'oriabbastanza dill'uso, al presente scritto, per i limiti imposti
del libro di Sindib"d, ora, invece, ci troviamo intorno molto che hanno agliautori persiani
sono

assai scarsi di notizie

rifatto nella loro

Essi singolare.

due. per tacere

linguaquel libro di Qan"varzi e di Azraqi gi"


ancora e rai-e

ricordati di sopra; ma i pochi esemplari che

le

lofo opere

sono

inedite

anche
non

trovansi

nelle

nostre

biblioteche. Fero
conoscenza

per ci "

alcuna stato dato, di poterneprendere finora,

diretta. Sappiamo,

LA

POESIA

MORALE

GNOMICA

313

nel suo soggetto e nello origine, Sindib"d; e poich" questi novelli rifacitori pi" o al disegno primo del libro, illibro, fedelmente s'attengono nella sua meno lo stesso. Per" il dire in particolare sostanza formale, resta sempre degli autori riducesi in gran parte a dire dell'arte loro soltanto; e se qui, per anche di questa dovrem di cognizione, sar" tuttavia non tacere, mancanza del resto, e conosciamo intento suo, il libro di
sua

che sia nella

gran danno,

52. Uno,

pertanto,degliautori del Sindib"d

persiano " Zahiri di

Samarcanda; l'altro " un anonimo, di cui diremo a suo luogo.Zahiri turco Tamghag',un principe adunque, secondo Aufi, fu ministro di Qilig' che regn" intorno alla met" del sesto secolo dell'Egira (dodicesimosecolo scarsissime notizie. dell'Era nostra) nel Turkestan, e del quale abbiamo traduzione del libro vecchia di che la fatta gi" da Vedendo Sindib"d, egli andata dei in dimenticanza al S"m"nidi, era Qan"varzi tempo per lo stile e disadorno, si pens" di rifarla e vi si mise di buon rozzo goffo, animo, dal far le lodi pi" grandi e pi" pompose del suo signoree cominciando tale che nel 556 d. E. (1160 d. C.) ritornava dal come rappresentandolo che ha fra le Turan, vincitore de' suoi nemici. Parlando poi dell'opera s" da di tanto pazzito, cose mani, dice grandi e meravigliose parer vanesio e imsi chiama signoredella poesiae della prosa, re dei perch"egli delle due lingue dotti e degliscrittori, e l'araba), mare gloria (lapersiana vessillo del tempo suo, e molte altre cose simili. di eloquenzae di fticondia, Ci" ricaviamo da un passo arabo della sua prefazione che il Rieu ha riferito del Museo Britannico. nel Catalogodei Manoscritti Ora, l'aver fatto di s" lodi cosi grandi,e l'adoprar tante iperboli, e all'opposto, quel dire versione di Qan"varzi, per noi che non troppo disadorna la precedente diretta del libro, indizi preziosi sono turare, possiamo aver conoscenza per avvencosi di lontano e soltanto per congettura,un giudizioqualunque sull'arte di Zahiri. La quale doveva essere quellastessa di Nasr-ull"h, che si riduce all'amplificare e all'ingrandire ogni cosa anche la pi" futile, allo spendercento paroleintorno ad un pensieroche in dieci pu" essere acconciamente il dettato, derlo quasi per renespresso, al caricar d'ornamenti
deliberatamente
a

faticoso e

Era questa l'arte nuova, inintelligibile.

tutta

fronzoli

ogni
le sue

di poca sostanza, che sdegnava l'austera sobriet", mata chiaora ad rozzezza, della prosa del tempo dei S"m"nidi, e voleva l'eleganza Zahiri che son contemporanei, fa costo. Essa, con Nasr-ull"h e con
e

prime prove

attende soltanto di farsi


sua.

con perfetta

Huseyn Y"iz,

bench"

difettosa nell'essenza lo stile molto


come

53. Per
resta favole,

da s"

un

in ricompor usato singolare, perch"" l'epico poeta cui le vicende della fortuna portarono

molto
rassan,

lontano

dalla

che visse

sua. patria Egli" Q"nii, della citt" di T"s nel Khonel paese natio,lieto, la sua giovent" contento, onorato

da

fiumi di venuta dei Mongoli che spargevano tutti, quando l'improvvisa turb" quellabella pace. Q"nii, ed e carneficine, sangue in orribili stragi

31-4
era

CAPITOLO

SETTIMO

l'anno 617

d. E.
e

(1220 d. C),

si rifugi" dapprima in India donde

fece

vela per

Aden,

da

Minore, nel regno dal principe grandissimo onore regnante Kay-Qob"d della casa dei Selin quella corte sotto i regni di esso e stette gii"qid",per quarant'anni Kay-Qob"d, poi di Kay-Khusrev, poi di Kay-K"vus, che di tutto, con munificenza regia, lo provvidero dal e intrattennero. Kay-K"vus tuttavia, 642 d. E. (1244 d. C.) in poi, nel qual anno i Mongoli penetrarononell'Asia e bbe anche le discordie col e xMinore, fratello, regno infelice, per dovette domandar male accolto e peggio trata Costantinopoli, soccorso tato Michele Paleologo che lo sostenne quasi prigioniero dall'Imperatore in un castello. Accadeva nel 662 d. E. (1263 d. C). Intanto il cotesto in tempi migliori, nostro poeta, gli aveva dedicato la sua traduzione dei Kal"la e Dlmna che ebbe anche dopo composto un lungo poema, detto il cio" il Libro dei in cui, stile con Seigiiiqidi, Se"fjifiq-ndmeJi, pomposo le imprese di quella famiglia. narrava Mori, secondo il Rieu,dopo epico, il 672 d. E. (1273 d. C). 54. Q"nii era di T"s e il Khorassan era stato la patria della poesia epicae appunto di T"s era anche Firdusi. Perci" egliveniva ora alla dell'Asia Minore portando con corte dei Seigiiiqidi s",confitta nel cuore, la memoria del suo grande cittadino e della gloria di lui, pienala mente di quel suo linguaggio armonioso colori vivaci, fu e tutto a onde, come di poter comporre a quella corte, si stim" felice e avventurato quel poema in onore de' suoi protettori, imitando Firdusi. Ampie e importanticompilazioni
storiche intorno
e Q"nii dovette allora, ora Seigiiiqidi, perdute,si conoscevano valersene per comporlo. Dice egliche il poema

Aden, visitata la Mecca e Bagdad, si rese nell'Asia di Rum, a Q"niyeh (l'antica Iconio).Fu accolto a

ai

in trenta volumi e contava compreso congiuntaalla circostanza che Q"nii era


era

trecentomila della

distici ; la qual cosa,

fa dere intenpatriadell'epopea, che egli doveva essere di quegli infatuati che non conoscono i tempi ad fu tentativo vano vogliono comporre poemi epici ogni costo. Per", se
trattar

quellodi
che
ma

trattar nello

epicamentela storia, non stile epico le favole del Kalila e

fu

meno

vano non

l'altro del conosciamo

Dlmna.

Noi

di questa traduzione, riferitidal Rieu nel suo la loro magnificenzagonfiae il tono alto e solenne che

pochi versi

catologo, v'adopera

comico ci fanno sentir da lontano,se non l'autore, c'inganniamo,il poema eroiche con lo stile magnifico dell'epopeacelebra la guerra delle diciamo Non diciamo che Q"nii abbia fatto cotesto; ma rane e dei topi. che l'opera la favola deglianimali che per vi somiglia. E veramente sua
natura
una

" tutta

semplicee per"
e

va

raccontata
tutta

con

o semplicit"

vestita di assai si

fina leggiadria
meno

con delicata,

grazia ed

male eleganza,

a acconcia,

alla Batracomiomachia, alla magnificenza somigliare rude e maestosa dell'epopea. 55. Comunque sia di cotesto, ecco intanto il contenuto del libro. Vi delle virt" e dei pregi precedeuna lungaintroduzione in cui parlasi proprii di

LA

l'OESiA

MORALE

GNOMICA

BIT)

dei re, modello voluto dedicar ed


ecco

K"vus dei Selgi"qidi a cui Q"nii ha quali" il principe sua. l'opera Eglisomigliaal gran re Chosroe dei Sassanidi, che il poeta ne piglia occasione per entrare in argomento, narrando, dei

come

gi"Firdusi,dell'erba
cui s'era

salutare indiana ammirazione

che rendeva

la vita ai

morti

di

parlato con

Chosroe.

L'erba, gi"sappiam Dinma. Seguitando in India da re adunque, si dice di Berz"yeh mandato Chosroe alla ricerca del libro famoso, se ne narra secondo ci" che la vita
lasci" scritto B"zurc'mihr,
e

nel cospetto di esso re cotesto, " immagine del libro di Kalila e

ne

si viene finalmente ai

Questiprocedono in gran partesecondo l'ordine che nella versione di Nasr-ull"h, l'enumera e per"risparmiam qui al lettore la noia delQ"nii dice in alcuno dei suoi versi,riferitidal Rieu,ch'egli, ha seguito dice quale; nel versificare il libro, testo in prosa, ma non un
che e trovasi anche opinionegrandissima, alcuno dei nazionali suoi, dava il titolo di re dei poeti, di compiacente, gli di gustosissimo fra i poeti, dal meritar le quali tra gli eloquente eloquenti, avendo lodi egli, non potuto per quelche possiam forse congetturarne, che " inedita e rarissima, ci sembra esser molto lontano. veder l'opera misura in assai 56. Artificioso scrittore, ma pi" scarsa di Nasr-ull"h,
sua poi e dell'opera

delle favole. capitoli gi"abbiam rinvenuto

di s"

ebbe

fu
un una

di e autore Ziy"ud-din,detto Nakhshebi dal luogo della sua nascita, libro di favole,il Libro del Pappagallo. Dovette egli nascere, perch" data certa

Nakhsheb, l'odierna Qarshi, tra il e ascetica, e profess" religiosa ch'egli in Bed"un, e mori nel 731 d. E. (1330 d. C), lasciando diverse opere, detto tra le quali ricordansi un romanzo gi" da noi menzionato altrove,
nostra,
e

si conosce, verso la sua citt" natale fu


non

la fine del tredicesimo

l'Era secolo del-

G"h"n

Samarcanda.

Fu dato alla vita

cio" Gul-r"z, Mas"m


e

la

di Pioggia

rose, in cui si narrano

le avventure
osceno

del

cipe prin-

della bella

N"sh"beh,

un

libro

dal titolo arabo:

Lizzet

un-n"sd, cio" il Piacer delle donne, alcuni discorsi di soggetto Dice e il T"tt-ndmeh, cio" il Libro del Pappagallo. religioso, eglinella introduzione che un savio gli parl" del libro molto singolare, gliandolo consigi" tradotto e rifatto da altri in persiano sopra vari libri indiani, dell'amico. Cosi eglicona rifarlo, e che egli dusse seguiil consiglio 730 nel d. E. (1329 d. C). a termine sua l'opera
filosoficoe

57. Questo

che

Nakhshebi

perch", come
vecchio testo

gi"

avanti

antico libro ora persiano, indiano. Anche quest'anticotesto indiano dev'essere andato perduto, raccolta indiana dopoch" ne fu tratta, come gi" vedemmo, quell'altra di novelle che abbiamo
un

dell'opera sua, trovasi abbiam notato, eglidovette aver che discendeva da un perduto,
dice

esser

vero;
un

dinanzi

" la

Ma poich"anche C-ukasaptati.
recente

del libro di Nakhshebi ad


un

assai

rafi"azzonamento
e

dovuto

Muhammed zonamenti, questiraffaz-

intricata Q"diri (tanto" molteplice,

confusa

la storia di

esso

cosi lungamente s'" creduto che traduzioni, ricomposizioni), fosse l'opera genuina di Nakhshebi e non il lavoro alquantoinetto

316

CAI'ITOr.O

SETTIMO

di

quelloassai pi" tardo

scrittore. E ail'Iken la

primo
sua

garten; il quale,rivedendo Q"diri e


d'una

ad accorgersene fu il Kosetraduzione tedesca del creduto di Muhammed

libro di Nakhshebi, trov" che Nakhshebi.

quelloera

ilraffazzonamento

che dietro al libro di costui si nascondeva

l'altro pi" antico di in


un

Anzi, eglifu

tanto

fortunato,da

trovare

manoscritto

Germania, che poi si seppe esser quelladi Amburgo, del quale,in fine alla il libro stesso di Nakhshebi, fino allora ignorato, dell'Iken Stoccarda traduzione nel 18^2, diede un bel sunto, stampata a brevi saggi in una versione tedesca. Per tal modo, il oltre alcuni non del quale nulla dice Davlet-sh"h, ricordato n" autore del libro, non vero dall'Herbelot n" dall'Hammer, che pure han detto molto di autori persiani
di assai minor

biblioteca di

conto, veniva ad

esser

felicemente riconosciuto
suo

e a

pigliarsi

nella storia della bella letteratura del


toccava.

Perch"

poi

nella notte ottava

paese quel posto d'onore che gli del Libro del Pappagallo libro " (il

vedremo) il l"rockhaus trov" compendiatoil libro di Sindib"d, eglicredette di vedervi la pi" antica delle due note edizioni di Cotesto egli dell'insieme del quest'opera. pensava, indotto dalla semplicit" il Comparettiosserv" molto giustamente che quella non racconto; ma l'edizione pi"antica del libro di Sindib"d, si bene un compendio poteva essere confort" buone e l'opinione sua con e giudiziose egli posteriore,
diviso in notti, come

ragioni.
58. IlLibro del
con

incomincia, secondo pertanto, Pappagallo,


del

il consueto, Dice siana pervi si

le lodi di Dio

Profeta,e seguitaparlando della eccellenza del


buon
conoscere come
uso

dono

della vita della


come

quale bisogna far


altri

poi l'autore del


In accingesse. adorno
e uno

glifacesse

con opere buone. un'antica versione

del libro, a rifarlo, e consigliandolo stile il disadorno,con le nuovi modi

di buon egli
aver

animo

dice adunque ch'egli


e

serbato

nuove

maniere

fra il troppo di dire, scrisse

Nakhshebi

il disegno cinquantadue novelle onde il libro si compone, del quale,esposto dall'autore stesso, " il seguente: 59. Eglinarra d'un mercante che aveva in casa un pappagalloe una che far i l nel moDeve mento parlare. viaggio mercante, e per", gazza sapevano di congedarsi dalla moglie,dice a costei che per tutto ci" che le accadr" di dover fare, si consigli coi due uccelli sapienti e faccia cjuantoda sar" Cosi egliperle, loro le alcun tempo, e la donna, trascorso ingiunto. veduto per caso derando Desiinnamora. un leggiadro garzone, pazzamente se ne creduta ella si reca dalla gazza, perch"femmina e per" lui, da lei pi" inchinevole a scusarla,per domandarle il permesso
con

di trovarsi

all'andare. Ma la gazza, come matrona, la dissuade dal passo peririgida coloso, perch" la donna, offesa e corrucciata, prende per le gambe il troppo savio uccello
e

sbattendolo
sera
va

contro

al suolo, l'uccide. Crescendo d" la licenza


non

l'amorosa dalla sorte

ella una passione,

dal

il quale, avvertito pappagallo,

dell'infelicecompagna, alla innamorata donna soggiungendo tuttavia che ella si guardibene

domandata, le accada qualche cosa

LA

POESIA

.MOHALE

GNOMICA

317 arte

di sinistro

come

gi" accadde
e

ad altri;

l'accorto uccello ricorda ad

domanda donna, presa da improvvisa curiosit", il Cosi e racconta. gliela pappagallo quell'avventura, l'amante per quellanotte la notte passa inavvertita, e ildolce incontro con 11 curioso giuoco si fa per cinquantadue notti, vien meno. quantadue e per" cinnovelle, con altre minori inserite nelle maggiori,si raccontano, finch" il marito ritorna dal suo Con tale accorgimento viaggio. ha salvato l'onore del al quale tuttavia il suo ingegnoso, pappagallo signore, l'amore della donna e e i suoi eglinon pu" trattenersi dal raccontare

qualche avventura;

la

al

che sia pappagallo

desideri illeciti, perch"il marito, in occhi gli del


suo

un

s"bito

corruccio,la uccide sotto

accusatore.

Tale

" il disegno del libro.

in ispecial vede, ha intento morale, volto, modo, altri si in tanto perch" premunisca particolare delle donne, quanto anche per insegnareper contro le astuzie e gl'inganni si possa sfuggire al danno e alla sventura qualiaccorgimenti quando siano Per" " una morale serena facilia prevedersi. all'autore e gaia che concede franchezza e una di poter parlarecon una festivit"nuova che piace,laddove che talisi possono chiamare,son prediche di Nasr-ull"h, le prediche di persona che parla grave e sputa sentenze. Anzi, Nakhshebi anche va si permette qualche facezia pungente che sente di pi" in l",perch" egli anche contro altissimi personaggi. E in un satira, luogo fa dire al gran

60. 11 libro, come

si

della vita, alla pratica non

re

di Persia

testa

fare.

libera e sciolta la spalle che alcuno mai gliabbia detto qual uso egli debba o possa ne senza evidente allusione ai tempi suoi,esclama: E altrove,con i" Dio sulle
una

da lunghi anni porta ch'egli

santo !

volta

era

il

tempo in cui i grandi si davan


che

cura

guisa(ci" si
ora
"

riferisce alla narrazione

si darebbe dotti ! "". tempo in cui nessuno La quale esclamazione, che per noi sarebbe molto ovvia, sulle labbra ben diverso valore. Anche altriscrittori d'uno scrittore orientale acquista danno loro avvertimenti a grandi e a potenti e Nakhshebi, in questi ; ma all'avvertimento congiunge il senso satirico o, in altri punti consimili, ci" che " cosa molto particolare. si direbbe, umoristico, ora come di scrittore, 61. Quanto all'arte sua gi" di sopra abbiam detto che ha un fare pi" libero e sciolto, di Xasr-ull"h. e egli per" pi" naturale, u" il sterminati che fanno perdere il respiro, Non ha egliquel periodi
un

"

precede)di un e di pensierodi sapienti

in questa Brahmino. Ma

dialogo l'adopera, procede in suo, quand'egli


cattedratica
con

forma

d"

solenne disputa

prove naturali e trapassi

Nasr-ull"h

va innanzi vivace e colorito, ma argomentazioni, agile svolgimento.Nella narrazione poi che presso " confinata entro " pi" ampio e termini brevi, Nakhshebi con e

che il racconto, qualunque sia, ha forza avvedutosi certamente diffuso, di morale. grande sull'animo altrui pi" che le lunghe e dotte disquisizioni Solamente diventa artificiososoverchio nella descrizione di cose ganti, eleegli fine e leggiadre,specialmente laddove egli dice della bellezza femminile. Allora

egli spiegacon

pompa

tutta l'arte sua

retorica.

Bisogna

818

CAPITOLO

SETTIMO

tuttavia

in simili descrizioni ogni scrittore perpercli" usargli indulgenza, siano nuove e d'espressioni iperboliclie, pensa bene di far gran sfoggio
comune e

ildifetto procededall'andazzo

lo stesso

Firdusi

ne

va

segnato

qualchevolta. Quanto
ci sembra
esser

d'inserir versi nella prosa, Xaklishebi poi all'artificio pi" sobrio e cauto. N" eglilidissemina qua e l" entrando

fanno dalla prosa nel verso alcuna interruzione di pensiero, come senza Nasr-uil"h e Huseyn V"iz; si bene, ad un dato punto acconcio, dove il

qualchepausa ed " bello riassumere il pensiero gi"detto o fa il ci" che si recondito di significato d'uopo narra, egli pone alcuna Son tutte quai'tine delle sue quartine. del libro le sue, eccetto a principio dove trovasi copia maggiore di versi; e nelle quartineNakhshebi parlaa s" stesso e fa bellamente qualche osservazione nuova alcun cone mostra cetto acuto che prima non notare. Una quartinapoi,che si pareva potersi riferiscealla innamorata Khogisteh,impeditaogni volta dal giorno che d'ogni spunta dall'andar presso l'amante, suol chiudere la narrazione al punto donde notte ed " come ritornello che richiama il pensiero un " partito. Ecco la quartina, esso non potutatradurre da noi in quattro versi:
racconto
notare

ha

Naklisheb", questa notte ellaandar volle

Ma

l'albala

nel impecila

suo e

eamniino,
il gallo e il

Appo il suo
Alto
sonar

bello che di
sua

gi"fea dintorno

amanti Cli'"nno avversi agli

bellezzail nome.
esente

[giorno.
non qualchedifetto,

62. Non
con

va

tuttavia da

del tutto scusabile


come
e

la retorica dei

tempi suoi.

Perch"

certe

maniere

questa :
il Giona
"

"

il

Giuseppedel sole discese nella cisterna dell'Occidente


luna usci fuori dalla balena dietro
a

della
cere cuo-

dell'Oriente

"s

"

frase: quest'altra
"

qualcuno i zucchei'ini del desiderio " per dire d'esserne molto innamorato,sono di gusto assai cattivo, brutte,crediamo, per cose retorica di qualunque paese, fosse pure del pi" sfrenato sei(lualunque centismo. Ma questi del tutto suoi,riscatta Nakhshebi non difetti, mente agevolche si molti ed " ben da lamentare sua con rimanga pregi; l'opera inedita intanto che non che qualche lungo tratto ancora se ne conosce tito per opera del Kosegartene del Brockhaus che per i primine hanno avver,

l'esistenza.

63. Ma
il caso
su

la

colpa " di

che il compendio
esso

cui

" stato

compendiatore,avverandosi anche ([ui o perdere o fa lungamente dimenticar l'opera fatto. Costui fu Muhammed Q"diri,del quale null'altro
un

inetto

fa

si sa fuor

secolo dell'Era nostra e dovette vivere nel decimosettimo ch'egli che fu poverissimo si pu" vedere dalla sua umile e sciatta scrittore, come poi che dovette vivere in quel tempo dalla menzione prosa. Si desume di alcuni libri fa nella introduzione del suo Libro del Pappagallo ch'egli

(U92 d. C.),e di Aliami,ministro del re Akbar, quale regn" in India dal 963 al 10 U d. E. (1555-1005 d. C.); poi,molte cose ch'egli dice,e molti usi che va ricordando, e la stessa ha certe sue maniere e certi suoi atteggiache, bench" persiana, lingua
di Gi"mi che mori neir898 d. E.

320

CAPITOLO

SETTIMO

restarsi in eterno l'usignuolo in silenzio ". tenersi sempre cantare, n" il pappagallo senza Ond'egli, cedendo all'invito, con gliocchi volti a terra per modestia, rispose che,
un
"
"

mery) glidiceva

giorno:

Non

deve

se

Dio

l'avesse aiutato,avrebbe
e favole,

messo

in versi

quel libro illustre.


che si concedevano

QQ. Nella quale impresa, egli, con


autori di tutti questi molto prendersi,
con

libert" quella

dovette

che sempre i poetisogliono quell'altra scostarsi dalla sua fonte,ampliando le parti che
non

introducendo secondarie, finamente abbiam " lui, solo

nel libro alcuni racconti nuovi fece con egli

trovansi

in nessun'altra versione. E tutto ci"

quel linguaggio artificioso,


detto di

lavorato,carico

d'ornamenti, del quale gi" per tanti esempi

conoscenza

bastante. Tutto cotesto scrittidel dagli Falconer


e e

poi che fin qui abbiam


del

stato tolto

" stato dato, essendone


verso.

inedita l'opera

Comparetti, perch"non ci di poterne leggere rai'issima, un


le ricerche del
e

Aggiungiam
pur sempre
con

soltanto che, secondo

questa versione
accordasi

del poetica

nella sostanza Sindib"d,

nel

Comparetti, generale, disegno


il

quel racconto

e primitivo, secondo originale

minacciato di sventura, accusato dinanzi al quale un giovane principe, dopo le difese (per via padre da una mala femmina e condannato da lui, di di racconti)
sette savi
e

le rinnovate innocenza

accuse

(per via d'altriracconti)


vittorioso dalla terribile

della donna, dimostra prova.

la

sua

ed

esce

67. Scarse
fecondissimo noi la celebre

incerte

sono

le notizie intorno alla vita di


reso caro
e

lluseynV"iz,
anche fra

di cui ha scrittore,

conosciuto

il nome

Dimna.

o piuttosto traduzione, ricomposizionedel libro di Kalila e o rientali soltanto ch'egli Dalle biografie nativo di era raccogliesi Sebzv"r e che visse lungamente a ller"t, intento a' suoi tranquillamente studi,e che vi mori nel 940 d. E. (1504 d. C). Ebbe il favore e la protezione del principeAb" '1-Gh"zi Huseyn Bayqar", di Her"t,ultimo signore discendente di Tamerlano, che fu dotto scrittore eglistesso e protettore ilministro del principe, dei letterati.Anche glifurono amici e protettori Niz"m ud-D"n Suheyli, e ilcelebre Mir Ali Sh"r che poi lo ricord" nelle sue un a

opere. Anzi, da veniamo Schefer,


erano

passo sapere

di

esse

in turco,

e pubblicato e

tradotto dallo
e

era ch'egli aveva

le scienze
come

non ch'egli

onde
e

ebbe

dice il suo soprannome arabo l'altro soprannome di scriver che da

poche studiate. Perch" fu pubblico tore, predicaarabo al-V"iz, comment" il Corano e


di al-K"shitl, e in Oriente studi" astronomia di assai

laborioso

modesto

che

maggior noi, e scrisse intorno a molti e vari argomenti. Anzi tura, egliha le qualit"tutte degli scrittori di questa tarda et" della letteramomento

dell'arte s'occup"

cosa lettere,

perch" non

solo fu fecondissimo

in tante

opere

sue,

ma

in

tutte

Al qual proposito dice M"r fu sempre e verboso. ancora lungo,prolisso che Huseyn fece al Corano, la sola esposizione Ali Sh"r,che nel commento del secondo
era un capitolo grosso volume Che sar" egli, questo commento, se

di cento
con

mato. quaderni di gran fortale ampiezza si estende ai

LA

POESIA

MORAI.F:

GNOMICA

321

compone? Ma, nell'arte fu vero della prosa ornata e poetica, e grande maestro, proclamato egli dritto il buon scrittore dei e a primo tempi suoi. Delle molte opere perci" sarebbe fuor di delle il alcune quali proposito dar qui il catalogo, sue, altre sono d'argomento di soggetto l'eligioso, narrando fatti sono storico, del primo tempo dell'islamismo, la vita di personaggisanti, o o d'altri celebri come di H"tim,l'arabo liberale e generoso, altre quella personaggi di di d'astronomia. Ma a retorica, sono morale, d'economia, d'astrologia, noi tocca dire del libro di Kalila e Dimna rifattoda lui in elegantissima
si presenta ora Quest'opera vieto di Kalila e Dimna, assume quello prosa, 68.
e

di centoquattordici capitoli

cui il sacro

testo si

per" ritorniam

subito

all'argomento.
con

titolo novello, perch", smesso l'altrodi A"ivdr i Siiliey"i, cio"

del Canopo.Huseyn tolse questo nome dal nome del ministro Splendori gli Niz"m ud-D"n Suheyli, rivolse questograzioso al qualeegli suo protettore, epigramma, se pure epigramma si pu" chiamare :
Il Canopo sei tu i. Dove tu Dove

spleiuli, Segnodi bella sorte


E iltuo lume ad oe^nun sui qualraccendi. tutto

pelcieloascendi,

Altro

si " quellod'aver arbitrario, d'introduzione che trovansi gi" nelle versioni levato dal libro i capitoli d'Ibn ul-Muqaffa narrando l'invenzione del libro in modo e di Nasr-ull"h, d'un re di Cina egliracconta a principio al Hum"y"n-f"l, quale,vogliosod'abbandonare il mondo il ministro fece notare l'uomo per darsi alla vita religiosa, stato creato per vivere nella compagnia degli i re un esser avere altri,
e

cambiamento, e anche questo al

tutto diverso

nuovo.

Perch"

antichi degli

tempi,detto

modello al

da

ed seguire,

quale erano desidera saper la storia di D"bshelim e di Bidp"y, e il ministro allora, incomincia dal narrare in che modo lazione D"bshelim,una notte, avesse riveda Dio ch'eglidoveva, al di vegnente, cavalcar verso Levante laddove egliavrebbe rinvenuto un tesoro ricchissimo. Perch" egli, uscito al mattino e cavalcando verso trovasi presto ad una Oriente, spelonca in cui,da un vecchio venerando che vi abitava, intende esser nascosto un tesoro. Trova egli, scavando, molti forzieri colmi di gioielli preziosissimi dei qualifa larghezza serbando per s" un solo scrigno ai circostanti, in
cui trovasi
un

d'India, D"bshelim, di B"dp"yfilosofo.Il re di Cina, guida valente i consigli


essere
re

modello il savio ({uel

brandello di
stento

drappodi seta, scrittoin

lettere siriache. Trovato

re

quellascrittura, del re H"sheng, a nel qualel'antico sovrano lasciaai principi quattordici consigli, aggiuntovi anche quello laddove un saggio di recarsi all'isoladi Serend"b o Ceylan, eremita avrebbe esposto e dichiarato quei consigli. D"bshelim volenteroso

dopo

molto

D"bshelim

viene

chi sapesse leggere e intendere " che il testamento quello sapere

(1) In
ministro.
21

persiano:

tu

donde Suhei/l-/,

il titolo

con dell'opera,

allusione

al

nome

del

"

Pizzi,Sturici

della

poesia persiana, voi. II.

322

CAPITOLO

SETTIMO

S" pone in via alta,accoltovi

giunge all'isoladi Serend"b e ne sale la montagna pi" festa da un vecchio Brahmino, che gi", per grazia con " il savio BIdp"y,al quale divina,sapeva della sua venuta. Quel Brahmino i quattordici e B"dp"y,con i-acre D"bshel"m consigli, opportuni propone conti e dissertazioni, glieli espone tutti.Tale, secondo Huseyn," l'origine
e

di queste favole famose.

69. Fatte,pertanto,a
dal raccontar
come

le consuete principio
a

incomincia invocazioni, egli

la storia,gi" nota di lui in

Chosroe,esso da e pehlevicodall'indiano. Dice della versione arabica d' Ibn ul-Muqafla, della persianadi R"deghi, dell'altra persiana di Nasrticanza. uU"h, e del come questa, sebbene elegante assai, gi"fosse caduta in dimenPer" egli,al tempo felice del principe Ab" '1-Gh"zi Huseyn
al tempo tradotto

noi,del libro di Kal"la e Diurna, del fu portato in Persia per Berz"yeh medico

Bayqar", per
veste
e

ordine

del ministro, ha vestito il mirabile


:

libro di

nuova

di nuovi

ornamenti

cos" mi disse: (lii'sapea, dell'ortod'eloquenza, " 0 i;iardinier di paradiso hi quest'almo giai'din


L'tioni clKuk'l Pianta
un ne

A chi l'arlior 0 piantava,

(brUiiiato,
sapui'e.

orti son Dica,in questi


l dolci frutti!Per bont"

pur tutti tuoi


e

albero tal di tal scienza, de' frutti poi, s^uster"

Un

non

" che dell'altro sia

niii;liore ".

Che chi

Detto
con

poidel

come

lunghe e viene a noia, l'avventura che di sopra abbiam del re di Cina riferita, la storia di D"bshelim del savio e re e Hum"y"n-f"l qui detto B"dp"y, erroneamente e della composizione prima del libro per opera di P"lp"y, diviso lui.Finita la lunga e verbosa introduzione, incomincia il vero libro, si espongono in quattordici nei quali, e e racconti, capitoli, per apologhi dichiarano i quattordici lasciati ai principi da re H"sheng nel suo consigli Per" vi si toccano i seguenti morali: testamento. punti 70. Capo primo, del guardarsi dalle paroledei calunniatori e dei maldicenti i malvagi ; capo terzo, ; capo secondo, della punizioneche toccano
della concordia

eglisiasi accinto al lavoro, Huseyn si fa a raccontare, diverse digressioni che alla fine e apologhi, e in maniera

degliamici

de' suoi buoni del

frutti; capo quarto, del fare

attenzione ai fattidei nemici del danno della

onde negligenza che


nasce

capo sesto,del danno

inganni; capo quinto, si posson le perdere cose gi" acquistate; dalla precipitazione soverchia nelle opere;
dai loro guardarsi

alle arti e delle astuzie utiliper scampare accorgimenti degli capo settimo, dei nemici ; capo ottavo, del guardarci da chi ci odia e ci porta invidia e del
non

fidarci delle loro

lusinghe; capo

nono,

deireccellenza della mitezza


un

che " la modo di

che qualit" migliore

possa trovarsi in

re; capo

decimo, del

deri ricompensar le azioni altrui; capo undecimo, del danno dei desilenza immodcrati e del lasciar l'arte propria; capo dodicesimo, della eccelnei della dolcezza, della equanimit", della fermezza, specialmente i necessit" che della hanno di tredicesimo, re guardarsi principi; capo

LA

POESIA

MOItALE

GNOMICA

3"3

della vanit" ingannarli; parole di chi cerca capo quattordicesimo, al mutarsi della della cura del umana sorte le cose tutte e come riguardo dalle
sono

governate dai decreti del cielo.


71. Tali
sono

donde gliargomenti che Huseyn tratta nei suoi capitoli; si vede che l'operasua dipende in grandissima parte dalla versione di sebbene Nasr-ull"h, eglisiasi creduto lecito di usare d'una libert" grande solo nella non forma, ma anche nella sostanza del libro. Perch",senza che della introduzione da lui mutata, molte favole diciam qui nuovamente state aggiunteda lui l" dove meglio glipiaceva. sono Ma, lasciando questo sia ricordato, non d" luogo ad altro discorso, punto che, come veggasi, che dire ci" di Nasi'-ull"h dal quale egli ha altro, Iluseyn dice prima di che il Dice libro di Nasr-ull"h " una delle cose le mosse. adunijne prese ma che,per dire il vero, per le molte quanto alio stile, pi" meravigliose parolearabe,di uso assai raro e poco note ai pi",il lettore assai malagevolmente pu" penetrar nel senso delle cose che si dicono, e per" resta del comprendere.N" gli" dato modo di ricongiungere il privo del piacere al tempo presente la subito vuole afferrar il ci" di che si senso dice,tosto che esso si gente affaccia alla mente, anzi quasi prima. Tanto pi" poi s'infastidiscono i tori letil vocabolario della lingua quando sia loro necessario sfogliare per frasi cercarvi le parole e le rare e peregrine.Nelle quali condizioni il libro di Nasr-ull"h poco " mancato sia caduto in dimenticanza, non anzi
suo

d'un principio

racconto

al

line,tanto

pi" che

di Huseyn espresso, " il giudizio invece,con gran pompa d'immagini Va"z, detto da lui, e di metafore,con " suo costume. citazioni di versi e di proverbi,come Onde parrebbe che
non

sia andato

perduto. Tale,brevemente

di

rifacendo il libro,siasi argomentato di egli, almeno Nasr-ull"h, quanto alle frasi nuove oscuri.

tenere
e

altro modo

da

quello

e ai vocaboli peregrine

72. i\la, quanto


crediamo

e pur di grande importanza, questo punto particolare

che il nostro

nello Huseyn sia caduto, anch' egli,


e

stesso difetto.

Perch", anche
sua

accettando
essere

natura, debba
e

approvando che lo stiledelle favole, come per v'" pur sempre la legge ornato e artificioso, della
moderar
tutto ci".

misura

v'" ilfreno dell'arte che devono

Anzi, nel

caso

di particolare

pu" qui ricordare Nakhshebi che in questa faccenda dello stile ha saputo molto bene governarsi. Ma Huseyn ha pure, come Nasr-ull"h da lui censurato, e frasi nuove e
oscure,
e

questi autori

di favole, si persiani

parolearabe
e

immagini
sempre di

metafore

assai raro, e periodi lunghi e affannosi, e strambe, e copia talvolta soverchiante di versi non di Firdusi, di
senza

d'uso

suoi, ma
in arabo

sovente
non

Saadi,di Sen"i,di H"fiz, e verbi procommento,


esser
e

che

s'intendono

citazioni in arabo
e

passidel Corano.

Tutto cotesto rende dovrebbe di

talvolta faticosa

difficile la lettura

che chi grave

d'un libro che per natura messosi pei- uno legge, sforzo di mente

tanto dilettevole. Avviene

giunge a

trovar

intralciatiperiodi, quegl' a stento e con quel filo d'Arianna,la proposi-

321

CAPITOLO

SETTIMO

tragga dal labirinto. Quelle frasi che che s'incontrano, si pu" dire, rincorrono, quei ad ogni membro relative o parte di periodo,quelle che rientrano proposizioni del lettore, l'una nell'altra, che pur voipassano dinanzi alla mente rebbe giungere ad uno scioglimento, inavvertite e non come intese, perch" che all'idea attende non essa mente, intanto principale, pu" badare a tante altre secondarie che intorno si affollano. Sembra che all'autore ripugnidi accostarsi all'idea principale, vada accostandola a poco a poco a forza ma di cenni e tocchi sempre pi" stringenti, che temendo come se fosse un tale, d'accostarsi d'un tratto a un gran personaggio, gli faccia prima mille moine e mille riverenze. Scorra qualcuno alcune paginedel libro d'Huseyn, se e vegga qui si dice il vero, e se appunto eglisia caduto,o non sia, rimproveravaa Nasr-ull"h, al quale tuttavia neglistessi difetti ch'egli diremo. ma egli" di gran lunga superiore, per altre ragioniche ora
0

zione

il verbo

che principale,

lo

tutte

si eguali

sinonimi

in e perdesi assegna il posto minore i assai facilmente cade nei qualiegli lunghe disputee ragionamenti per Tal difetto emerge discorsi intralciati e nei periodi lunghi. qua e l" in ha lasciato maggior campo alla parte.Huseyn V"iz,all'opposto, ha bisogno di tanto girardi narrazione, la quale per sua natura non

73. Nasr-ull"h

alla narrazione

ogni sua
e

frasi

sebbene egli alla sua volta riesca lungo e intralciato periodi ; e per", altri a parlare, laddove va disputando o introduce procede assai di
e

nei racconti. La qual libero, piano anche talvolta e facile, glid" vantaggio grande sul suo predecessore. cosa, gi" s'intende facilmente, maniera di prosa artificiosa e ornata che forse con NasrPoi,quella ull"h e i suoi contemporanei faceva le sue prime prove, e per" non anche ora con era Huseyn V"iz raggiungevaquesta pergiuntaalla perfezione, fezione, diventando Quel procedere suo, poi, con pi" linda o levigata.

pi"

sciolto

incisi

e onde, eguali paralleli,

enunciato
con
suo

un

ne pensiero,

che bellamente conforme

glirisponde anche
arte, d"
e

l'aiuto della rima dettato un'armonia Sembra che

segue un del e
nuova

altro
suono

ricercato ad affascina

al

che

lungo

andare

attrae

fortemente.

che si ottiene nelle orchestre si ottenga quell'effetto frase musicale, di primo acchito propone una sua dato stromento a un altri stromenti. e rafforzandola, cui rispondonoqua e l",ripetendola Avviene

per tal modo nostre, nelle quali

per" che

la lettura continuata

delle favole di

Huseyn, tolti i punti

tutte le facolt" della addormentar come dei difettiaccennati sopra, sembra cevole mente, tenendola soltanto passivamente attenta, perch"essa, in quelpia-

inerte torpore, contempli descrivono lei in


un

si narrano, del momento


e con

come

se

che si si lasci passar dinanzi le cose fossero tante immagini succedentisi in


e

pi" fervido
ora

felice fantasticai'c.

imposti al non vogliamo tacer tuttavia di un'altra versione persiana presentescritto, anzi procede del Kal"la e Dimna; indottivi dalla ragioneche essa dipende, di Huseyn V"iz. Essa " di Aliami, che fu celebre ministro del re da quella
74. Sebbene
ci" che

noteremo, si

passinoi

limili

LA

POESIA

MORALE

GNOMICA

325

di versioni dal di lettere, di diverse opere storielle, vissuto sempi'e alla corte del gran re, e stato ucciso,mentre sanscrito, Akbar
in India, autore

andava

da alcuni ladroni da strada per ordine del suo signore, i d. C). Chiam" nel 101 1 d. E. (160:^ lydr Ddiiish,cio" il Paragone egli nel Dekhan

della sapienza, questa sua


con

versione,fatta da lui per ordine di


uno

esso

re

Akbar,

l'intendimento

di rendere accessibile ai pi", con


oscuro
e

stilefacilee

piano,

le favole d"
e

Huseyn V"iz,gi" diventato

diff"cile. Di tale oscurit"

che di sopra abbiamo medesime difficolt" Aliami assegna le ragioni gnate asseNasr-ull"h in di in trovare noi. Cos" a Iluseynaccadde, come lui, a
un

riusc" assai egree in ci" Aliami rifacitore; giamente, sebbene, intanto che il libro acquistachiarezza,molto perda di maestra d" Iluseyn gli aveva quellaeleganzache la [nano saputo porre Aliami tardo correttore
e

attorno.

Anche

si ricorda di Aliami

un

compendio del

Libro del

gallo, Pappa-

di Nakhshebi, fatto per ordine d" Akbar, nel favole primitive le c"nquantadue che, nel pi" tardo
come

quale s" contengono compendio d" Q"diri,

abbiam

sono visto,

ridotte

trentacinque.
versione molto inetta nello persiana, sotto il titolo arabo di Hitopadeca, dei

75. Ricordiamo

in ultimo

una

delle favole del libro indiano stile,

cuori, opera di un Malik", Si del quale non si pu" ben determinare il tempo. pu" tuttavia presumere deve appartenere alla tarda et" della letteratura percon ragionech'egli siana,
che significa ilConforto Mufarnli ul-qul"b, di quella che fioriin India letteratura persiana

dopo ilregno

di Akbar.

4.

Altri

scrittori

di

favole

di

racconti.

76. Non
senza

toccare

con parentela

possiamolasciar questo argomento delle favole e dei racconti anche di una famiglia secondaria di libriche,senza che abbia la prima,con la prima ha tuttavia molta somiglianza, anzi
deriva. Non ne per i modi dell'arte, " primi libri finora descr"tti discendono
e

in

parte,e per l'intento

perch",laddove
e son

ha tela, parenin origine

da antichi libri indiani, questialtri non tutti persiani di

vantano

una

or"ginee

di fattura. Nemmeno,

cosi lontana, origine come sono quelli,


come

altrettanti rifacimenti d'uno


e

stesso libro

originale, ma,

furon

piti conce-

l" separatamente, cos" ancora si son conservati separati e stanno. qua Hanno somiglianza tuttav"a non solo per il disegno preso molte volte in dai primi,ma anche per il fine e per il mezzo, che sono maestrar l'amprestito anzi furon composti espressamente non per racconti. Alcuni solo per imitazione dei libri indiani, anche col deliberato intendimento ma di contrappoi-re alla indiana la sapienzapersianae d" superarla. Per" si
,

nostro avviso,in quattro gruppi; e il primo si " di div"dere, a possono che quelli speditamenteimitano, ma con intendimento di superarlo, come
or ora

si diceva,il libro di Kalila


tutto

Dimna.

Il secondo

" d"

quegli altri

che d"mio

della dottrina morale; ragionamento e alla esposizione brevemente per" adoprano il racconto come cosa e narrano secondaria,

al

326
come

CAPITOLO

SETTIMO

che appunto fanno ilcontrario dei secondi, quelli anzi spesse volte non hanno ne perch"non si perdono in ragionamenti, che alcuno; ma, ordinando i racconti e distribuendoli per diversi capitoli li d" brevemente trattan qualchepunto tore morale, dicono, lasciando che illetintenda da s" il n" loro li in e una zione narrasignificato, legano scopra fondamentale che comprenda tutta l'opera. Il quarto " di quelli che donde che sia,n" hanno raccolgonoracconti d'ogni sorta, togliendoli per fine alcun
ovvero insegnamento,
se ne curano

II terzo " di in fretta.

come
e

di

cosa

accessoria

accidentale. Ai

racconti, aggiungono descrizioni


vere

notizie

d'ogni cosa

che

loro cada in acconcio,e sembrano


trova

in cui tutto o zibaldoni, enciclopedie dire i modelli di del

diremmo generidi libri,

questi quattro primo ilLibro di Merzb"n; del conti secondo, il Libro di Q"b"s; del terzo, il Roseto di Saadi;del quarto, i Racse
esser

il posto suo.

Che

qui dovessimo
modello

di Aufi. Del Roseto abbiam


a suo

detto gi", assegnate altrove, per le ragioni altri libri diremo appresso. e di altri ancora luogo; degli
un

77. Ecco intanto che si presenta per il primo


curioso
e sano

libro assai
ma

nuovo

nel

di disegno e nelle ragioni

sua

composizione,

tanto

buono

nelle dottrine, da poter andare innanzi a molti dei nostri pi" pregiati libridi morale. Esso " il cosi detto Qdhns-ndmeli, cio" il Libro di del Goethe
e

in

dapprima conosciuto Berlino nel 1811, ne a Europa per pubblic" che alla gloria del culto della corona aggiunse quella opera d'un principe delle lettere, ereditario nella famiglia Della famiglia sua sua. gi" abbiam fatto qualche cenno nel primo capitolo di questo scritto, n", a quel punto,
la traduzione che il Diez ci slam dimenticati di dire di
uno

Q"b"s, che riscosse gi"l'ammirazione

fu

de' suoi membri

pi" illustriche

fu il

di lo slesso nome con gran Q"b"s, letterato e poeta, il nipotedel quale, cio" l'inclito arabo di Unsur id-Mii"li, Q"b"s e col soprannome Elemento, fu l'autore nel 4-41 d. E. (1095 d. C.) egli al padre suo Iskender ed ebbe regno glorioso; educazione anzi la perfetta ricevuta nella casa alla corte nella giovinezza paterna e il lungo soggiorno dei Ghasnevidi, Mahm"d fece la guerra d'India, e Mas"d, col primo dei quali Io misero poi in grado di scrivere l'aureo suo libro, libro di avvertimenti al figlio che ebbe nome Gh"l"n-sh"h e gli nel regno. suo successe 78. Q"b"s adunque, fatta, brevissima invocazione del libro, una a principio a Dio,si volge subito al figlio, che, come egli" giunto dicendogli in et" avanzata tutti quegli ha pensato bene di lasciargli libro in un ammaestramenti che gli utiliper la vita. Son queste e quei consigli saranno appunto le stesse cose che dice Monsignor Giovanni Della Casa a principio del suo Galateo, temiam d'essere smentiti) la bella e linda e ma (e non sobria prosa del principe di quanto " migliore del dettato involuto persiano alla nobile del monsignore italiano! Fatto poi un cenno e ingarbugliato il regale con ch'egli originedella sua famiglia, autore, inculcando al figlio le opere sue deve renderle onore, enumera i capitoli del suo libro che sono intorno a lutti i punti del sapere. Perch" non quarantaquattro e s'aggirano in dell'opera discorso. Succedette
,

328

CAPITOLO

SETTIMO

varia la bella acconcia


e

sempliceprosa,
posta s'incontra

nella
non

quale, qua
che

l",alcuna immagine
una:
"

ben

di rado. Eccone

Chi

sen come

va

di Dio e altro non per ilcammino torcia che tanto d'una la fiamma "
ma capovolta;

cerca

sottomesso, " d'essergli


e

si rileva quanto pi" essa chi s'allontana dalla olibedienza dovuta a Dio,somiglia

pi" s'avviva

che all'acqua sublime


".

tanto
ancora:

pi"
^"

scende

precipizio quanto pi"


punto di far
si
tornare

Non

tentar

la sorgente n'" sul diritto cammino

chi tu vedi nell'errore, poich" non

pu"

raddrizzare
con

ogni albero
la
scure e

storto, e
con
ma

i rami

storti Anche

non

la

". pialla

possono essere racconti che vi sono brevi


e

raddrizzati che

aggiungonobellezza al
non scritti, senza

dettato,
tuttavia

in generale, sono essi, vivezza in alcun


son

brevemente

certa

Essi

colorito in qualche descrizione. non senza dialogo, dalle tradizioni stati toltida qualunque fonte,dalla storia antica, anche dalla vita stessa dell'autore
o

maomettane,

d'alcuno

della

famiglia

si diceva,non antenati. Ma, come tanto occupano sua, fra i suoi gloriosi nella quale l'autore faccia il dettato da diventarne parte quasiintegrante, Raccontasi di frasi ornate e artificiose. pompa lasciandosi che il fatto raccontato parlida s" N" vi esposte. che mostra di favole and"
sono
e semplicemente e

nulla

pi",

trine aggiunga forza alle dotci" veri, dai libri


ne

favole d'animali,ma l'autore dire

racconti d'uomini
concetto

che, se anche
e

pot"prendere alcun
suo con

quanto al dar efficacia al


molto lontano.

la narrazione,tuttavia

molto

81. Quanto alle idee morali,possiam dire che, pi-escindendo pure


che particolari quelle tali che rendono a' suoi decreti, un
umana,
un amore

da

l'autore doveva il libro. Perch" d'umilt"

avere
una

come

mussulmano,
sommissione

esse a

sono

aureo

devota

Dio

sentimento
e una

non

vile per la pochezza della scienza

felici grandie piccoli, gliuomini tutti, anche nella e sereno animo mantenuto un e infelici, senqjre tranquillo considerazione delle avversit", una e conoscenza praticae profondadel i nobili sentimenti che l'adornano in ogni sua pagina. sono cuore umano, fu tuttavia tollerante assai anche allorquando Che se Q"b"s fu mussulmano, Tra i quali fanno orrore. parl"d'usi e costumi che ai fanatici mussulmani " pur quellodel vino. Ma Q"b"s al figlio usi abborriti, e tutti lo sanno, n" permetterlo, n" vietarlo, e per", di morale, non sa suo suo, alunno nel capo pensando alla giovane et" che facilmente ne trascorre all'uso, danno alla riceverne ammonimenti savi non d" certi undecimo gli per la giovent" e salute e vergogna nel cospettodegli uomini. Egli conosce carit" per s'avvede il modo. che Non vietasse nulla otterrebbe, e per" lascia fare e ne addita s'egli i tempi in cui i poeti mistici potranno son ancora giunti
come

al vino inneggiare
come

simbolo

Omar

Khayy"m,

tici, e gliscetdi protesta contro l'ortodossia, della lecito ad ogni gioi'no lo proclameranno

settimana.

82. Incontransi talvolta nel libro di Q"b"s


che fanno scientifiche,
conoscere

aride

sottilidistinzioni

nell'autore l'uomo

erudito, addentralo

LA

POESIA

MORALE

GNOMICA

329

del tempo. Perch" egli nella filosofia parladi microcosmo e di macrocosmo, e trattando di medicina gira s'age lungamente dice delle facolt" dell'anima,

preziosoper conoscere dell'undecimo secolo principio consacrati alla poesia dell'Era nostra. Peccato! che nei capitoli e alla musica s'intendono pi" e che adoperi certe parole dell'arte che da noi non egli se ci" non non fosse, perch", sappiamo a qualidelle nostre corrispondano,
uomo

per mille divisioni e suddivisioni. Costui " che sa ; per" il libro suo " monumento

uomo

che

sa

parlada

qualfosse lo stato della coltura

persianaal

molte arti in

cose

potremmo venir
non

quei paesiora
del Kahla
e

a sapere che intorno alla storia di queste due si sanno. o

83. Eccoci intanto


imitazione

al Merzhdn-ndmeh

Libro

di Merzb"n, di
a

aperta

Dimna, fatta

con

disegno manifesto

superarlo.

Perch",non
antico venuto Muhammed

solo l'autore nella

vuol porlo accanto prefazione

questolibro

anche ilcelebre storico del Taberist"n che fu dall'India, ma del settimo secolo d' di Hasan, vissuto al principio Isfendy"r, Se taluno,savio di mente di cuore, intendimento
diti recon-

in alcune parti della dell'Era volgare), (tredicesimo dell'Egira parlandone


sua

storia,dice:
e non giustizia

"

con

di

di favore,legger" e intender" i significati e i sensi

di polvere di questo libro e le sue sentenze e i suoi consigli, coprir" raccolto favole di le la sapienzadi quel B"dp"y filosofo indiano che ha

sapr"che in questo genere di raccolte i Persiani hanno alcuni gradidi superiorit" sulla gente d' India e anche d'altri e di merito che questo Libro di Merzb"n sia tutto paesi". Dobbiamo dunque aspettarci
Kalila
e

Dimna,

modellato
come

su

quellodi Kalila e Dimna; ed " anche cos"


un

veramente.

Perch",

nel Kalila e Dimna,

racconto

che originedel libro e alle cagioni a comporlo; vengono poi i diversi

precedeintorno alla il savio, che qui " Merzb"n, mossero di qualche verit" che toccano capitoli
molto curioso vi
e

morale,
favole
e

le dottrine, al modo

del Kalila

Dimna, vi

son

confortate da

da racconti acconciamente
ora,

recati innanzi.

84. Ecco,

il racconto

d'introduzione,brevissimamente
e

esposto:

Gh"ves, fratello maggiore del gran re Ghosroe An"shirv"n del Taberist"n, come a morire, ebbe venne pei- successore
e Sherv"n, tiglio

governatore

tuttiforti e cinque figli, di gran mente e coraggio, il maggiore dei ({uali, a morte, venne quand'egli invidia e del Taberist"n,non senza di principe glisuccedette nella dignit" eccetto d ei fratelli. P er" la signoria, essi congiuraronodi prendergli dispetto che al regnare prefer" di vivere dedito agli studi. Egli anzi, pregatodai savi di comporre
uno,
e

Sherv"n

ebbe

nel governo il aitanti della persona,

che fu Merzb"n

nella solitudine,
un

libro che fosse

di

norma

di

guida agliuomini
nuovo re

quando ilministro del


dover
essere

tuttie ai re, gi" s'accingeva a scriverlo, cerc" d'insinuar nell'animo del suo signore

indubbiamente

venire Merzb"n

Fatto allora quel libro e cattivo e pernicioso. accorti e savi ragionel cospettodel regale namenti con fratello, egli, la
a

licenza dal

confortati da tre racconti, dimostra re di ritornarsi nella solitudine

innocenza e ottiene propria comporvi il libro. Del quale

.3.'}0

c.M'rroLd

settimo

curioso si se pure a questo racconto questa appunto sarebbe l'origine potesseprestare alcuna fede. Ma perch"esso " tutto modellato su quello d'introduzione al Kal"la e Dimna, e il savio Merzb"n che nella che serve solitudine scrive un libro ad ammaestramento dei principi, glia troppo somial savio Bidp"y che scrive nella solitudine per il suo regalediscepolo,
,

non

si

pu"

credere

che

esso

abbia alcun fondamento

storico.

85. Tolta pertanto, a

nostro, ogni giudizio

credibilit" al racconto,

altro non gatosi resta che di porre l'origine del libro a quel tempo in cui,divulla Persia favore la versione d'Ibn incontratovi con e ul-Maqaffa per il libro grandissimo
e non e

di Kal"la

Dirana,esso
o

sempre

felice emulo

suscit" qua e l" alcun animoso gine oriimitatore. Volevasi anche dargli

antica sempre

farlo anzi contemporaneo di quel re Ghosroe che pur illustre, alla mente dei Persiani rappresentava l'et" della loro cultura pi" s'invent" il racconto discende decimo riferito.Il di sopra abbiam l'Egira, al principio del quarto secolo delche dell'Era nostra, ed " opera, come dei princ"pi d" uno Merzb"n, figlio d. E.

e per" splendida,

Libro, adunque, di Merzb"n


cio" al

del principio

l'attestalo storico citato di sopra, di un che fu Rustem del Taber"st"n, di Q"ren, il quale regn"dal 273 al 302 d. (886-91-4 ammutinati.

C), preso e posto in carcere, in ciuest'ultimo anno, dai soldati secondo noi,per dar lustro all'opera Egli, sua, attribu" al libro

tempo di Ghosroe e ne fece autore un altro Merzb"n, secondo noi,non " mai vissuto. Notisi che il nome d" Merzb"n, che, ancora in persiano,non " nome proprio, ma si " nome significando comune, guardiano delle frontiere e corrispondendo perfettamenteper significato " per" da supporre che, sotto e per origineal nome nostro d" Marchese.
questo
nome

l'antica origine del

comune,

nascondere

il suo

del signoredel Taber"st"n abbia voluto figlio proprioe vero nome, ci" che glidava modo acconcio
il
suo

d" attribuire il libro

ad

un

Merzb"n, ad

un

Marchese, se cosi possiam

dire,dei bei tempi andati.


scr"tto il libro Merzb"n aveva Taber"st"n, nel patriodialetto. Ma, sebbene questa prima composizione suo dell'opera fino al sett"mosecolo dell'Egira d ell'Era essa nostra), giungesse (tredicesimo " andata perduta; ed " gran danno, almeno per la perdita cosi avveiuita d'un lungo scritto in un dialetto persianod" quel tempo. Chi la fece perdere, Saad ul-Ver"al dei pi" recenti rifacitori; fu, e costui fu uno solito, del che s'avvis" di fare e secolo settimo vin",poeta prosatore dell'Egira, quelloche poi fecero per il Kal"la e Dimna e Nasrper il libro di Merzb"n ull"h e Huseyn Vaiz. Ver"v"ni, adunque, era cosi chiamato perch"nativo di Ver"vi o Ver"v"n, piccola tra Ardebil e citt" dell'Azerb"g"an e amena in insalubre. territorio fertile d'aria Tebr"z,posto Egli e ricco d'acque,ma lo storico del v'incominci"
" suoi

86. Secondo

studi,e dalla serie delle opere che formavano


e

la

sua

di favole e di racconti. quelle Volle anche tentar la poes"a, volesse imitar Kh"q"n" di cui (^ s" dice ch'egli allora suonava alta la fama recente; poi,dopo molti pensieri, pentitoe s'intende che prediligeva le storiche delizia,

I.A

l'OESIA

MOHAI.K

CNOMICA

331

risolto di mutar che l'antico poco


a

strada,tolse
e

tradurre

in
e

persiano illibro di Merzb"n


la forma facevano ispida versione
o a

rozzo

sconosciuto

dialetto Dedic"
era

poco ad Ab"

cadere in dimenticanza.

questa sua

posizione ricom-

'1-Q"slmH"r"n, che

ministro di

Uzbek, allora Vicario

e del ministro e del signorefece in principio in Azerbigi"n, regio dell' e le dovute e consuete lodi. Fu tuttavia disturbato nel suo fine dell'opera lavoro dai torbidi che sconvolsero l'Ir"qa tra il 609 e il 614 d. E. (1SISIFI? d. G.) per la guerra tra Uzbek altri due vicini e rivali, e principi dove da s i rend" Ilamad"n, legio, a ond'egli, Ispahan nel colpare abitasse, ilcelebre ministro dei Selgiiiqidi. ul-Mulk, gi"stato fondato da^Mz"m alcuni passidel libro, lettida lui alla presenza dei professori Ad Ispahan, riscossero le lodi pi" grandi; del collegio, e ad Ispahan, lo come pare, egli

fin".Ma di

n" dell'anno in cui lo fini, n"

anni degli che

della nascita

della morte della

lui,abbiamo

notizia alcuna, eccetto

le date

riferitesopra

lo fanno porre al principio del secolo settimo guerra d'Uzbek che " il tredicesimo dell'Era nostra.

dell'Egira

illibro di Merzb"n nella sua prima potendo conoscere ch'esso ha preso forma, ne direni quiil contenuto quale ha in quest'altra fra le mani di Yer"vini. " diviso in nove il primo dei quali, capitoli, contenendo la storia che di sopra abbiam riferita intorno all'origine del di bella e acconcia introduzione. Nel secondo capitolo, dicesi libro, serve del
re

87. Intanto, non

Nik-bakht

che, venuto
entrano

morire, fa

sue

raccomandazioni

a' suoi tre

Otto racconti figli.


morente
e quello insegnaa o

da

alcuno

in questo capitolo, narrati o dal re e sono dei figli il consiglio di l'esempio per confortar con Nel terzo, che ha questi.
e un

le osservazioni di moderare i

solo racconto, si

desideri proprii

savio

Mihr"n-beh,genero di re si " la disputa fra e soggetto del capitolo capitolo,


e un
e

si espone la filosofia pratica del Ardesh"r. Quattro racconti sono nel quarto
un

Devo
a

dai

piedi di

bue

savio che, nei dintorni di Babilonia,erasi ridotto il savio,disputando,recano innanzi alla corte del

vita solitaria.

11 Devo

due sciacalliche vivevano

quei racconti. Nel quinto, e trattano per quali modi si deve servire un il corte si a e come principe pu" acquistarsene d'un ariete e d'un cane, che, favore; e hanno sei racconti. Il sesto narra avventure e dopo lunga disputa, nella quale si dopo molte e singolari fanno nove la racconti,acquistano signoriasuglialtri animali e fondano
dicono leone,
un

regno

Nel perfetto.

a qual per mostrare tre racconti. Dice l'ottavo dei buoni sono

settimo si dice della guerra tra l'elefante e il leone tristo fine cadano tuttii tiranni e gliambiziosi, e vi fruttidella lealt" e dei tristi frutti
nono e

della

e malignit"

della calunnia,con di due

tre racconti. Nel


e

ultimo si

contano l'ac-

casi alla corte

avventure

maschio pernici,

sul monte dell'aquila

femmina, che si recano Q"ren, prendendovisioccasione di darvi

molti avvertimenti

storia. a richiesta dell'aquila; e si racconta una pratici 88. Quanto al giudizio che si pu" dare del libro," necessario distinguere cio" quelloche deve dirsi dell'opera fin dal principio due punti,

33:2

CAPITOLO

settimo

quelloche deve dirsi in particolare che chi di chi pi" tardi la rifece. Quanto al primo punto, crediamo di Merzb"n, poich"volle non solo imitare, ma primo immagin" il libro di Kal"la falli la La anche superare e Dimna, quello prova. prova era molto difi"cile veramente, quando si pensiche il Kalila e Dimna, sebbene lontano omai dalla originesua, conservava, tanto come conserva ancora, di quellanatia freschezza che " propria di tutte queste opere dovute a un Cotesto non pu" dirsi del libro primo e inconscio concepimento popolare. di Merzb"n, che " opera rillessa e pensata, opera concepitae meditata da sola e quasi per puntiglio, col manifesto intento di vincere ad una mente ha pur sempre lavoro d'imitazione,l'opera ogni costo. Con questo, come che " quello appunto della imitazione. Ora, gli difetto d'origine, un suo
nel concelto
e

primo del primo autore,

imitatori,e tutti lo

sanno,

restano

sempre

inferiori al loro modello.

Tal

giudizioportiam generaliquanto al disegno e all'insieme del libro, poich"dell'arte dell'autore in particolare, quanto allo stile e
alla forma, essendo tuttavia la lode Perch" patria.
vanto
con

noi cosi nelle

nulla possiam perdutol'originale,

dire. Non

tacerem

che

gli " dovuta

come

ad che

all'autore sapeva maniera di

male

da amor di opera animata l'India avesse sulla Persia il

delle favole, ond'eglitent",come


rozza,

dice lo storico del Taberist"n

quellasua

coprirdi

polverela sapienzadi B"dp"y

filosofo indiano.
e

Piiferisce intanto

coglie avidamente gloria.

al bel tempo dei Sassanidi sua l'opera ogni occasione che gli si offre di esaltar la sua l'intento
suo

Persia,risolvendosi
la

tutto

in

uno

sforzo di farne

conoscere

89. Quanto poi al secondo

punto,

ecco

che noi

ci troviamo

dover

ridire in gran parte quello che gi"abbiam detto per Nasr-ull"h,Nakhshebi classe di scrittoriche e Huseyn V"iz. Perch" Ver"v"ni appartienea t[uesta

quale molti pregisi trovano accanto Une ed elegante " leggiadramente nella maniera a difetti grandi. Per" egli nel vivace di concepiree di esprimere,felicenel descrivere e sua narrare, nel dialogo dei diversi personaggi, o veri o immaginari, onde e spigliato dei primi, perch" la lettura sua piacee diletta. Anch'egli(e in ci" fu uno ha il vezzo e anteriore a Nakhsliebi) a Nasr-ull"h egli" di poco posteriore d'inserir versi, ora persiani, ora arabi, nella sua narrazione, serbando tuttavia una certa misura savia. La quale, a nostro giudizio, qualchevolta " soverchiata da lui nelle citazioni troppo frequenti di passiin ai'abo del ad altro, tolti dal loro luogo per essere son Corano, che, come applicati
amano

lo stiletlorido

artifiziato nel

glia riescono spesse volte oscui'i e intralciano anche il dettato. Ver"vini somiimitatore ([uantoallo stile,e anche a Nasr-ull"h di cui sembra un
come e

lui riesce lezioso sovente

e e non

l'eca

fastidio coi dire

due;

tre volte

anche

quattro, per si[ionimi

uno

stesso

periodo. Anche
su

"

le stesse cose per frasi equivalenti, quasi non poco verboso e prolisso,
se non

in

si

come appaghi mai di ci" che ha detto,

fosse

adeguatamente espresso
sua

per" vi

ritorna

volentieri. L

qualcheimmagine

" veramente

stramba

LA

POESIA

MORALE

GNOMICA

333

sebbene di ci" abbia la maggior colpa e foggiata, concepita del pensiero. il gusto dei tempi che richiedeva questimodi e atteggiamenti I suoi racconti poi(o forse cotesto va detto pi" per l'autore primo che per alcuna volta puerili, bene spesso, anzi per lo pi",di ma Ver"v"ni)sono acuto e di signil"cato come senso profondo,tolti, sono, dalla vita dei bruti non solo, ma anche da quella degliuomini, spesso anche dalle credenze e dalla vecchia mitologia iranica. Molti poi toccano alcuni principi popolari del tempo dei Sassanidi, che " il tempo al (pale, e alcuni personaggi l'autore tien rivolto lo sguardo. Nel nono manifesta, con predilezione anche come alcun suo racconto che daremo ti'adotto mostreremo capitolo si trovi tale e quale nel nostro Novellino. nell'appendice,
e

r"devol mente

90. Come
che

gi"altrove

abbiam

detto,procedendonel nostro studio

viamo tro-

intento morale questi libri di racconti con pi" si sempre loro discostano dal modello, permettendosiogni autore ogni maggiore libert" nel disegno dell'opera Omai c'" pi" non e nella scelta dei soggetti. che il giudizio dello storico della letteratura che vegga in queste opere di quella di libri che fa capo lontana e degeneratapropaggine una famiglia al Kal"la
e

Dimna, laddove gliautori stessi pi" non

intanto che il suo che discendono

In questa classe trova il suo posto, a nostro Verziere sta nella classe di dal Tesoro dei

si accorgono di tanto. il Roseto di Saadi, giudizio,


e

quei poemi morali

mistici

di Niz"mi. E del Roseto quiappunto misteri, dovremmo in altro capitolo parlarese non ne avessimo gi" fatto cenno anche assegnato le ragioni di cotesto. Anche il Giardino dove abbiamo di Gi"mi, in questo paragrafo di primavera, e nel luogo che il tempo suo dovrebbe di Gi"mi diremo in un capitolo ma essere ricordato; gli assegna, farem conoscere anche il perch". a parte e ne 91. Viene primo, perci", in questa lista di novelli scrittori un rato letteche ebbe il merito di comporre e critico di professione per il primo
una

storia letteraria del


una

disceso da
e

Muharamed Aufi. Egli, suo paese ed ebbe nome della fatto suoi studi a Bukh"ra Transoxiana, aveva famiglia vita nel tani, percorrendopaesi lonviaggiare,

speso

la

maggior parte della

in

finch" si ferm" a Dehl" in India, a servir principi, poi s'era messo lltatmish della casa dei Shemsidi,che regn" dal 607 corte del principe d. E.

al 633 l'anno

(1210-1235 d. C.).Di lui


" noto soltanto che

non

si

conosce

n"

di nascita, ma

nel 600 d. E. egli, ud-D"n

patrian" (1202 d. C.),


la

che nel 617 d. E. (1220 d. C.) scriveva la sua viaggiava, dedicandola al ministro del sultano N"sir

storia letteraria,

Qub"ceh

signoredel
diato asse-

Sind,e che nel 625 d. E. (1227 d. C.) con


nella citt" di Bhakar. N"sir ud-D"n vittorioso d'iltatmish. Come

trovavasi questo principe


era

vi si

dinanzi all'esercito rifugiato

quellostesso anno, la citt" cadde in potere di costui e l'infeliceN"sir ud-D"n, fuggendo,perinelle acque di un fiume, Aufi dedic" compiacente al ministro d'iltatmish,che fu Niz"m ul-Mulk Giuneydi,l'operadi racconti di cui ora ci tocca di parlare, gi" Anche avanti cominciata da lui per quel suo primo amico e protettore. poi,in

334

CAPITOLO

SKTTIMO

s'ignoral'anno di
92. Tacendo

con morte, clie,forse, collocare intorno al 6-40 d. E. (i242 d. C). sua

alcuna

si pu" probabilit",

pertanto della storia letteraria che porta iltitolo arabo di

cio" l'Essenza pura dei cuori, direni dell'altra opera che Lubcih ul-alhdh, cio" Raccolta di pure ha un titolo arabo, quello di Gidm" ii"-l""xi"y"t,
in cui l'autore fa introduzione quale, fatta precedere una del principelltatniish e del suo ministro e narra dell'assedio di l'elogio Bhakar a! quale si trov", si divide in quattro partied " una pedia enciclovera

novelle. La

tra morale

tanto varia storica,

" la molteplice
son

natura

dei molti

aneddoti che

vi si raccontano.
e

Perch"

essi

toltidalla storia

religiosa,

mussulmani, dalle storie degli antichi profeti di Persia e dei Califfi, di re, di ministri, e riferiscono fattie sentenze di re di di favoriti di medici, di principi, di astrologi, preti d'interl"losofi, capitani, Tutto cotesto si contiene nella prima di sogni,di musici, di poeti. di modestia, di parte, intanto che la seconda racconta esempi d'umilt", di clemenza, di bont", e la terza ne ha altrettanti d'avarizia, d'invidia, ambizione,laddove la quarta abbraccia tutto ci" che nelle tre precedenti
ha potuto trovar posto. Per" vi si dice dell'utilit" del servir principi che danni d ella dei ne e poi parlasi provengono; speranza e del timore e dell'efficaciadella preghiera, narransi curiose avventure, e si discorre
non

dalle vite dei santi

dei

anche

di

e geografia

di storia naturale, di animali da ci" che


ancora

d'uccelli strani, di curiosa narrando

di predizioni. talismani,d'auguri,

93.

Veggasicosi

s'" detto
,

come

quest' opera

strana, che pure


anche distingue

conserva

l'intento dell'ammaestrar certi

secondo qualchecapitolo

si discosti puntidi moi-ale,

tuttavia d'assai, argomenti toccati, dagliantichi libridi per la natura degli favole. Quanto poiall'artedello scrittore, rezza non possiamo avventurar con sicuinedita ancora, tutto giudizio qualunque,perch",essendo l'opera ci" che fin qui da noi n'" stato detto quanto al contenuto, " stato tolto del Rieu, mentre dal catalogo abbiam non potuto leggerne che un solo dal Salemann nella lingua originale, racconto, pubblicato quale darem
un

Nemmeno nell'appendice. nella quale, secondo dell'Elliot, tradotto inseriti. Per

abbiam

potuto vedere la storia d'India


stati

il Rieu, alcuni trattidell'opera sono

quel poco adunque che con cognizione certa ne possiam sembra scrittore abbastanza Aufi ci esser dire, semplicee naturale, di
una non

naturalezza
cercate
con

che piacciono, semplicit" perch" non istudio. Tali doti forse da

volute ad
una

arte,
sua

esser pacata e serena, propriadi tale che per ilprimo, nel suo paese, immaginava e componeva richiede pi" giudizio storia letteraria. La (juale che immaginazione, una che di criterio di slancio anche mente quando alcuno voglia cuore, pi" tenersi lontano da quella grettezza e da quellamiseria che son proprie di certa critica letteraria dei tempi nostri. Sotto ilqual rispetto, Aufi " sebbene storico di letteratura e critico, molto da lodare,perch", seppe

natura

pi'ovengono aliena dai voli della fantasia, quale doveva

certa

336

CAPITOLO

SETTIMO

componendo questo
Saadi.

suo

Giardino,ebbe
a

in animo
con

d'imitare il Roseto

di

Perch", trovandosi

discorrerne

alcuni letterati nella

casa

paterna, presenteil padre, egliosserv" che il Roseto,anche con tutti i omai opera troppo conosciuta all'universale, suoi molti pregi, era doversi
tentare perci" padre,Muini

alcun

che

di

nuovo.

Di che avuta

calda
non

esortazione

dal
a

si accinse

che all'opera

eglituttavia
d.

pot"

condurre

(1334 C). di piet" paridi Saadi fu uomo grande, " opera che raccontando aneddoti ha un alto intento educativo, e si divide in ciascuno, in sette capitoli qualche punto di morale pratica. per trattarvi,
termine d. E.

che assai tardi,cio" nel 735 di Muini che al

96. Il Giardino

Per"

vi

sono

favole

racconti che toccano

successivamente

del modo e della circospezione, precauzione nella compagnia degli altri,dell'amore e dell'affezione, del modo di e d'ammonire, della generosit"e della misericordia,della consigliare della utilit" della vita solitaria. Essa, modellata sul Roseto
essere
e

della nimit", magnadi star bene

di Saadi

come

si

vede, in quanto fu imitazione non molta Racconta tuttavia con suo.

pot" che

inferiore al modello

accostandosi semplicit" naturalezza,

riserbandosi d'intercalar qua e l", talvolta allo stile famigliare, secondo il o persianoo arabo, per ribadire ci" che ha detto costume, qualcheverso

prima,o
in

per colorir
senso

Qualche meglio il pensiei'O.

racconto

pu" anche

dersi inten-

e mistico, come allegorico quello del giovane che, tutto della Mecca e l", e azzimato, va al pellegrinaggio leggiadro presso i luoghi d'amore in istato miserando e quasi forsennato. sacri,muore 97. Anche Huseyn V"iz, il celebre autore della pi" ornata e splendida versione persianadel libro di Kal"la eDimna, tra le altre opere sue ha un

libro di morale
e

dove, per
e

mezzo

di brevi
esso

si espongono racconti, semplici il titolo di

illustrano savi

Porta utili consigli.

Akh"dq

Mul"sini,

del suo Pregi della beneficenza,e Huseyn lo compose per il figlio Gh"zi chiamavasi Ab" regal protettore,Ab" '1 Rayqar" di Her"t, che il tolse che in dal arabo '1-Muhsin, Muhsin, qual nome significabenefico, I l occasione al titolo dell'opera. giovane Ab" '1-Muhsin era stato egli al governo dal padre,eglierasi presenmandato di Merv. Richiamatone tato obbediente; ma poi,col fratello che era stato prepostoal governo di Abiverd, si ribell". Fu vinto
e

cio" i

condotto

Merv

laddove

il vecchio

padre gliperdon".Accadeva cotesto tra il904 e il 906 d. E. (1498-1500 d. G.),ma prima di quel tempo, cio" nel 900 d. E. (1494 d. G.),il nostro di cui ora diciamo, condotto a termine l'opera scrittore, gi"vecchio,aveva
dedicandola all'animoso

giovane che, allora, dava

di

s" le speranze

pi" liete. 98. Dopo


una

le consuete

assai onorevole opera


uno

di Maometto e dopo lodi,a principio, profeta, del regnante Ab" menzione '1-Gh"zi,Huseyn, in
a

questa nuova
e ne

sua, passa

dire del

Ab" giovaneprincipe

'1-Muhsin d'alto

elogioin prosa e in verso, con splendido e termina con significato, immaginipompose secondo l'uso,
tesse

sentenze

la breve intro-

LA

POKSIA

iMORALE

GNOMICA

"

.VM

dei suoi quaranta con la lista e i nomi (cosainsolita veramente!) trattano dei diversi doveri che ha ogni uomo, Questi capitoli capitoli. di s" e verso degli massime se principe, verso della devoe toccano altri, zione della preghiera, della gratitudine, a Dio, della sincerit", della del contentarsi del proprioslato,della rassegnazione, e di tante pazienza, dazione altre belle morali. qualit" Vi si
e
narrano

brevemente, talvolta uno

dietro

l'altro, esempi molti di virt"


e

ragionamenti plici semHuseyn altro non " che manuale di morale pratica, scritto per un giovane,senza molta preun tensione letteraria.11 dettato, " semplice; e gi"si " detto, l" ma e ne qua monotonia che " la severa non qualcheverso rompe sempre dell'autore, " tolto in d a altro ma prestito qualche Saadi,H"fiz. I racconti poeta,Firdusi, volte " volta la son uno puerili, qualche copia dell'altro, spesse mutati soltanto i personaggi, toltiin gran partedalla storia, e sono da ma
chiari. Dal che si vede che d" quest'opera

di

fra loro da vizi, legati

quellatradizionale
avvenuto in

tutta ad aneddoti

pi"

nota

Persia ci" che " avvenuto

anche

alla gente. Perch" " altrove,cio" ignorare il

nell'amministrazione del regno ha fatto qualche volgo quanto d'importante di generazionein generazione principe, saperne tuttavia e tramandarne certi minuti della vita privata che assai particolari l'indole intima e la natura. Di questa specie di pi" ne fanno conoscere racconti trovasi in questo libro di Huseyn copiagrandissima, del come, assai in di simil genere. Ma Huseyn tutte queste opere resto,se ne trovano vecchio scriveva il Ab" tra era e per", gi" quando '1-Muhsin; giovane per invano si cercherebbero in queste e tra per l'et", per la natura dell'opera il pagine la ricca immaginazione che al suo bel tempo rinnov" di pianta vecchio libro di Kalila e Dimna, la lingua e quella splendidamente pomposa forza nel descrivere e rappresentar tante e tante cose che a chi legged" le quasi vertigini. fatti e piccoli certi

99. Al punto che abbiam


dire d'aver dato termine abbiam

le ricerche nostre, potremmo al nostro lavoro, avendo esaminato, secondo che


toccato
ora con

dagli antichi libriindiani venuti in Persia al tempo dei Sassanidi, altre e quelle mettendosi via hanno ancora che, diversa, qualche per pur con quelli lontana. Ma il delle di raccolte di aneddoti vezzo dusse consomiglianza segno anche pi"in l" certi scrittori s e non dimenticato, ; perch", sempre almeno molto spesso, ilfine propriodel racconto che " l'istruzionemorale, del solo narrare, e avendo quasia noia quell'arte essi si appagarono fina Nakhshebi che fece belle le pagine di e di Huseyn V"iz,si ridussero ad t utta e una e per" umile e pedestre, semplice piana, esposizione prosaica, dei fattida raccontare. Riguardo ai quali si pu" dire che essi li tolsero l" dove li trovarono, di qualunque natura fossero, riuscendo per tal modo di narrazioncelle, se pure, per un certo rispetto a una dovuto, enciclopedia si vuole assomigliar non queste opere a quei libri che da noi vanno trivialedi un milione di frottole. Ma, fino a tanta basattorno col nome
22
"

potuto, tutte quelle opere

che

discendono

direttamente

Pizzi, Storia

della

poesia persiana,

voi. II.

;J38
sezza
non son

CAPITOLO

SETTIMO

riusciti n"

che furono gliautori,

sovente

personaggimolto

terato letcrediamo, da Aut". Perch" Aufi,uom forse il di ed erudito molto, come diede, primo, l'esempio per di racconti,cosi vi port" per ilprimo quello una enciclopedia raccogliere stile semplicee che in quasi tuttisi e pedestre, piano, quasifamigliare le Sedute d" llam"di parlano d" mille cose incontra. Anche diversissime; Sedule dalle famose ai'abe di Ilar"ri, direttamente discendono ma esse " ci" detto delle quali, sono e dall'autore, una imitazione; e il fine pur la perizia dell'uso dell'uno e dell'altra opera si " quello di mostrar con la persiana e delle due l"ngue, quanta sia la ricchezza, rispettivamente, l'araba. S'intende

n" le loro opere. illustri, 100. Dipendono tutti, come

Aul" in questo genere particolare ha fatto scuola, dal trovarsi che esso, in questinuovi libri di cui ora assai brevemente diremo, " sovente ricordato e anche qualchevolta arditamente e impunemente derubato. di figlio Huseyn V"iz,ma del quale non ebbe u" l'artedi scrillore n" rimmaginazion l'opera deldi poeta. Della vita sua poco sappiamo, eccetto che dalla pi-efazione f ra stenti che si mille l'anno 9o9 s" ricava e pericoli, egli rifugi" ad Iler"t, nella montuosa d" prigionia d. E. (1532 d. C), dopo un anno da quel principeche accoltovi a grande onoi'e del Ghargisl"n, provincia Safi della casa dei Sh"ri. Per il suo regalprotettore, Sh"h Muhammed era il titolo condusse a termine l'opera,gi" incom"uciata prima, che reca nella cio" le delle Delizie arabo di Latd"f id-tavdlf, genti,e quale, in classi di in istile secondo altrettante piano e persone, capitoli, quattordici aneddoti che mille mille racconta Maometto, e risguardano famigliare filosol", medici, poeti.Arabi del santi,re, ministri,preti, personaggi ai ghiottoni, ai parassiti, ai ladri, agli deserto,discendendo lino ai bulToni, abbiam veduto anche ai ciarlatani. Tutto cotesto gi" nell'opera impostori, titolo s'intende dal dal fallo di e Auti. come suo di gi" L'opera poi Sal", ha per fine noto, averla egli composta per trastullo d" Shc"h Muhammed,
vi s'incontrano n" Per" non l'ammaestrare. il dilettare in genere, non n" dispute,n" prediche, e i racconti vi si seguono senza ragionamenti,

poiche

101. Per il primo viene

innanzi

il libro di Ali Saf" che

fu

interruzione 102.

alcuna.
un

Anche

Muhammed

ul-Hasani, col soprannome


|)ensa il Pxieu per
una

di

Mag'di,
favole

forse nativo di K"sli"n, come


ha parladi questa citt",
e

la

ond'egli predilezione

lasciato

raccolta

ampia di aneddoti,di

cio" l'Ornamento ul-mef/laUs, in cui tuttavia una encicloped"e, degli amichevoli delle conteiuito somigliatanto al contenuto il racconto, e il suo prevale in gran altre fm qui ricordate,che il riferirlosarebbe ripetizione inutile, cita tra le sue fonti, parte almeno. Anche Mag'didipende da Aul" ch'egli si delle nove intanto che qua e l" alcuni cap"toli partiin cui l'opera divide, Aut". Della vita di lui nulla sapd'alcuni altri di recano gli stessi titoli
sotto di racconti,

il titolo arabo

di Z"net

ritrovi, "

delle solite

LA

POESIA

MORALE

GNOMICA

339

piamo,
tempo
materiali

eccetto

una

data

che

"

il

1004

d.

E.

(1595
a

d.
mettere

C),
in

nel

qual
i

egli, per
raccolti. Un

desiderio

degli amici,

incominci"

ordine

103.
Rieu aneddoti
e non

Miihammed
conoscere

Segi"vendi

col

soprannome
a

di

Ilubbi, del
a

quale
molti

il

sembra
solio

l'et", si pose

settant'anni

raccogliere
Racconti
ma

l'iiolo d" Sono

Hikdi/dt
slati

ag"b
in

gharib,

cio"

gliosi meravieziandio
e

peregrini.
alle

essi

presi

parte dalla
molti anche di

storia,
alla

molti

appartengono
fiabe

storie per

romanzesche,

mitologia

alle

popolari,
intorno cio" in Saadi d'India dal fu
e

come,

esempio,

la

dispula
Ricordiamo opera di

Salomone
ancora

coll'augello
il DaMst"n S""mi sfida che che
avuta

S"mnrgh
khlrad,
compose emular storia

alla

predestinazione.
della

i
la di la che

l'Educazione

mente,
per

Muhammed
a una

ottantacinque
nel
in

giorni "
modo E. ed in
e una

rispondere
di

Roseto.

raccolta

aneddoti

toccano

ispecial
1118 d.

quella
(1657-1706
ebbe India. alti Si
sono

dell'imperatore
d. uffici divide di che S"mi

Aurangzib

regn"
che

101)8

al

C),
di

composta stato,
in undici nel

dall'autore
1135 d.
e

personaggio
C),
vi si ad

illustre Akbar-"b"d qua


suo

E. i

(17'2-2 d.
versi fare che anche

capitoli,
come

leggono
nel

l"

riferiti,
secondo

stesso,
afferma

volle ultime

Saadi

Roseto

egli

nelle

pagine.
lOi.
arabo di nel
raccontano

poniamo
Nav"dir
1151 molti d. E.
e

qui

in

ultimo

l'opera
cio" le divisa che

di

un

Ab"'1-Fath,
delle

che

hall

titolo
posta com-

un-miq"l,
(1788
vari d.

Meraviglie
in ventidue la vita

tradizioni,

C),

capitoli, nei
di
un

quali si
tenenti appardi il

aneddoti del

toccan

personaggi
tardo

ai

ceti

pi"
di

differenti

popolo.
genere
tra
a

"
che altre

ancora

esempio
dopo Aufi,

quelle quale
E

raccolte altres" "

aneddoti

d'ogni

son

venute
a

citato

dall'autore anche

le

fonti di

cui

egli ha
addietro

attinto.

qui

ci arrestiam
oscuro e

volentieri
e

costo

lasciarci di per
a

qualche
di che

altro

misero

goffo raccoglitor
soltanto per

di

aneddoti,
e

favole

novelle,
altrove da noi

perch"
abbiamo stessi ci

gi"

anche

troppo,
abbiam

eccezione i limiti

ragioni

assegnate,
avevamo

superato

che

principio

imposti.

APPENDICE
O

ALLA
GNOMICA

POESLV

MORALE

A.

POETI

GNOMICI

I. Firdusi. Il

anche talora. Talvolta ed alto grado Hk. Arde.""h"r^


in alto, Di questociel che muove questo E costume verace. In alcun tempo

Libro

dei

]. Avvertimenti
a

di

re

suo

f"fjlio Sh"pfir.
ilisettant'aniii ed otto,

Duolo ei reca, ed amor E la fortuna " veramente

talvolta, spiega quale


mezzo

Poi che

son

che sempre, in Palafreno resilo, molto ben, ti reca di malizia Anche ingannatore. Ella " destriero mansiieto,

Il vigile monarca Che


sua

morte

egro divenne. che gi"vicine giugnea,


^

Il tratto

talvolta

quale

le verdi Erano ad ingiallir

foglie,

Ratto conohhe,si ch'ei f"' precetto l" venisse. A lui consigli Che Shapi"r Diede

Per l)ont"ch'egli ha in cor, leva la testa. Deh I sappi, o tiglio mio, ch'est" fallace Dell'uoni dimoia
non

mantien beato,

misura,e disse: pi"assai d'ogni


e

Onesto mio patto tu ricorda


Ma D'aura fugace.

quelle

Senza grave timor,chi vi discende. Ond'" che tu ti guarda alla persona, serbando di saggezza, ratto Pregio che a misero fine non voglia i tuoi di. Che se il monarca Approdino Che tu Loda la f",come Fede saranno e sorelle insieme
sovrana. dignit"

Parole de' maligniabhiti in conto le mie

parole

Come

avr"' udite, tu le adopra intento.

Se pur discerni dalle cose indegne Cose che hanno valor. Di mia giustizia
io Con la vindice spada,
terra l'ampia

Ordinai tutta D'uom

valore rispettai
me

Che regno e f" cosi fra lor son saldi. Che ben direstiche si stanno accolti
Sotto
a un

X di nobile stirpe.

soggetto

s(d velo. Senza


senza

regal seggio
fede

Poi che fu tutto il mondo Il suol si accrebbe ^, ma Per


me

in

giusta via.

Non

resiste la f",n"

la dolce vita
gran

Potest"
Ma
son

incolume si resta. regia


come

scemava;

come

travaglio

due

drappiinsiem
a

fra loro

caddero stille Qui da noi si port", tesoro Del sudor nostro, ma il regal Fatiche S'augument". Or
son
e

Intestie Senza Non


Che
"

innanzi posti

chi ha saggezza.

di poter sovrano bisogno

godimenti

dinanzi

voi, umile stato

la le,n" tocca voli^ il prence ha fede. Ma quello di questa non

(1) Vedi (3) Cio" Cio" {!")

paragrafi3, 4,

31-3"

del

capitolo.

(2) Ardesh"r, fondatore


si
non

della

potenza dei Sassanidi.


desidera.

ampliava l'impero iranico.


riesce in ci" che

APPENDICE

ALLA

POESL\

MORALE

GNOMICA

3il occhi. Sdegno gli pentimento che facciasi, scusa

Senza necessiti"f non


E
non nna

si

comporta,
e

Snelli |)ecc", chiudiambo Se

questadi

quello,noi vedeinnio

oh si davver ! che prendi,

Che

son coppia

di lei^^giadre Ratto essi,

L'noin che ha f",di questa Oprecagione. il vita E quella frutto coglie, ratto

ne avrai ; ma, per Valevole difesa abbiti in serbo.

Ch'egliahbia

senno

buon

e consiglio;

2. Sentenze del savio B"zurc Un'altra inchiesta sciolsedel Dall'intimo ed al Si volse


e

mihr
suo

'^

[quando
Sia custode alla f" prence sovrano, E fede e prence chiamerai soltanto col Di fratelli
nome. core ^

il re saggio

sovrano

Ove

poitale

disse: Chi di laudi "

degno?
suo

E queirispose Di fede ricco, odii chi regna, guarda : Il re, che il trono Che tu non chiami cotest'uomo n" saggio Adorna e forza da fortuna assume.

I\" sapiente; ma Non

se

alcun soggetto
a re

Se

giusto egli", se
"

di buon

nome,

tutto

sue, giusto, Ottiene il suo des"o nell'opre In sue parole. Disse ancor : Nel mondo Chi va ihdente e sventurato e spoglio SI benedetto e parlator facondo? ei dicea, E queirispose: bel frutto? Il " Se tu osservi, D'ogni primasostanza

la lingua contro Scioglie

ch'"

Deh! dirlo pio.

che dicea colui

"

Alla giustizia " fede in Dio Di E cade per regal seggio primamente per monarca chi "

".

Grandezza
;

[povero
Di
rea

tre cose

natura.

Ei

non

ottiene il suo ha del cielo Ei chiese

ingiusto,

Des"o Nel

Poscia E
su

da nulla solleva un uom quand'ei lo e poi. saggio solleva,

quaggi", partenon deliciano. paradiso


"

E disse: Deh ! chi " mai lo sventurato si dee per la sua doglia pianger : Il dotto sempiterno? E quei rispose Cbe pallido sen va per l'opre sue
"

Al terzo loco, allor che In aumentar le sue

ogniamor

suo

Su cui

Pone a' tesori e s'af"atica intanto


monete.

In

Stendi,

Stendi,
0

la mano figlio,
e grazia

belle all'opre

Triste e

malvagie.
"

Chi " contento


ancora

?an-

Di le', di
Perch"
non

mai

su

di saggezza vera, te la rea menzogna

II prence dimand". Chi serba Desio d'alcuna Cos" Non


cosa

[cora

in

augumento?
amore

Vittoriatocchi.Intenebra menzogna All'uom le gote e la grandezza sua Mai


Tu
non nuli a

: Quegli s",che rispose

Vedi piglia splendor.


ti facci
a

che mai

ha per questocielche rota in alto. Chi pi"gradito a noi? disse ilmonarca.

Che

rea

custodir tesori. faticastende Tuoni la mano


sue.

Quei ch'" pi" dolce, rispondea. Chi


"

[dunque,
Disse dolce ? Invero " l'uom pi" chiedendo, dee
su

Per le monete

Che

se

il

monarca

Ha di tesori cupidigia, ei mena De' suoi soggetti la grama persona A tristo faticar. Ma il suo tesoro
L" si ritrovadel colono

si Pianger

l'uom ch'" violento!


si colui

Cosi

: Guarda rispose

Che volgea dietro da Verecondia

triste parole

pio

Dov'" pure il tesor. S'anche per lui Saran fatichee gravi il sire stenti,

Di chi biasima altrui, la fronte sua. e dolcezza appo cotale

Guardiano
Del buono

esser

dee

d'ogni

tesoro

Son veramente, nobile decenza e sagoezza.


C'"?

[chiesta consiglio
"

Anche

un'in-

recando agricoltor,

al frutto

Gli f"' l'inclito re Ha

Chi fra la gente [vora,


"

L'alio virgulto della sua Arte


in ci" riponi

fatica.

tu sii perch"

e conviril fortezza Lungidall'ira,

Chi pi" assai lamaggior speme? orecchi suoi ascolta e pi" Disse, per gli del mondo Parlar de' saggi. Il principe
"

(1) Vedr i paragrafi5. 6, (2) Chosroe re di Persia.

ecc.

del

capitolo.
"

Il savio

B"zurc'mihr.

342 Anche

APPENDICE

ALLA

POESIA

MORALE

GNOMICA

l'inchiesequali son
o

novelle

Ha mesto
E chi Il

il cor?

"

Chi

non

"

Di buona sorte

in via di malvae;ia,

ei saggio, [disse,

A noi secreta. E Son

Molte rispose: quei d'annunzi certi parole quaggi"


" vuoto

" ricco. non ha, quand'egli t"gli

re

chiedea d'un
con

cor

dolente

mesto

de' mortali ma Nell'avvenir,

Di talche siede In E
suo

afl'annoe duolo

Il cer"bro pur sempre. Oh! se le cose Che altridicendo va, son della terra, Davver! che sia non In altra vita !
"

periglio ; e queidicea : Dolente il savio che ha prudenza e sopra lui


re.
"

so ^

l'altra dimora
disse
a

E stoltezza d'un Pi"

Disse

Chi mai

Kisra

lui:
essa

Qual ilorente " citt"? qual partein


Abbiamo Fiorente noi ?
e
"

Cosi

: Loco rispose

si dispera, anche se grande d'ognun ha buona faina? Disse: con Egli poter Quei che cadea da loco eccelso, e restagli
"

bello vigoreggia ognora


re.
"

L'inclitosuo Accorto

iiatal.
"

Dimand" D'alma

allora
serena

del suo Per la giustizia Pi"

(^hi " mai,

^'ushirv"n2: Principe

ed accorto, Kisra cliiedea, pi"vigile

chi sai tu che sia saggio,

in questaterra? Senza alcun nome e pi"saggio e senza e degno, gradito pregio, s'accresca onore suvvia ! perch" e d'amore? Dillo, Degno pur anche di piet" ei rispondea, Il saggio, ei rispondea, L'uom che ha molte peccata, Per sapienza. ed esperto. Senza possa e colpevole Il vecchio saggio, memore e meschino.
"

Kisra dicea : Di chi del

cor

la pace,

Inchiese e disseancor

Dimmi

tu ilvei'o.

Ond'ei sempre
Per la

in s'aderga
"

la persona

De' casi intravveduti oh ! chi si pente? Il saggio Quel re rispondea: Che al di del
suo sovrano

del cor? gioia

Colui, rispose.

Che da timor vive

ed oro tranquillo
"

Ed argento cosa, possiede.Oh! per qual noi? Chi lodi Il re chiedea, avrem dunque

Negra

corona,

morir si pone in capo nel core pentesi


se

" pi" gradito appo ciascun? che il suo Il saggio rispondea,


E la
sua

"

Colui,

Pien di sgomento, La fosca anima sua.

fu

a Dio ingrata ancora

Pentesi
e

bisogno

Quei
Verso

si che

molta grazia
"

benefici
e

brama

l'ontae il sentimento

s'avea. ingrati

Richiese
e

disse :
sono

Dell'invidia nasconde. E

in questaterra Gradito ei si,che l'invidocostume Del l'inchiedeaquel sire, paziente


corona

Deh! tu che hai

senno

di cui

[pregi
Deliamente congiunti e insieni contesti, Qual cosa ben sai tu che rechi frutto Alla persona ed abbiasi valore Ouand'" salutee forza D'ognuno alcor?
"

E ildesio di vendetta ei serba ascosi. Di colui che ha la fronte

in

su

dura ; e il saggio Per pazienza ch'egli Cosi diceva: E quegli paziente ch'" mesto in core, perdea, sole in alto come Eppurrisplende " paziente Il suo consiglio. ancora suoi sen va contando. Quei si che i giorni Che la speme Poi che ad opera
ilre Dissegli
:

soltanto Nella persona, ei rispondea, il cor dell'uom. Se cade Cerca sua gioia In alcun tempo la persona inerte Per tristomorbo, ogni desio del Si
a volge core

dimandar

forza
:

salute.

ei die la ingente

mano.

Inchiese e disse

ancor

Qui ci dichiara,

Di chi sul cor

pi"grande
"

si che per sua tristezza Pesa il dolor, Stanco sen va del viver suo? Rispose: L'uom
e speme Quei che cadea da regal seggio

0 fortunato, maggiordesid i|ual " veramente! Quando eccelso grado


"

si

son possiede, rispondea,

tutti

1 suoi desiri in dimandar

franchigia

Tutta

di sua perdea
re

foituna.

"

Ancora

Da

E alloi' che alcuno ognitristo bisogno.


e

Il gran

dimand":

V"" di noi sempre

di corpo Sano ("'

da

sentesi bisogno

arabica del nome (1) Forma (2) Propriamente An"sMrv"n

del

re Chosroe, che in persiano " Khusrev. di Cliosroe (anima immortale), sojtrannome

il glande.

344

APPENDICE

ALLA

POESIA

MOnALF.

GNOMICA

Inclitore, deli I sia inai sempre Primavera novella il tuo bel core ! Ma
il servo

(jiialc
Di

L'uom rispondea: quegli


non religion,

che si cura

sua

trova

in teiTa

tal re che ha tristoingegno, Fuor ili


non
"

che laude di s". Tale " colui


a
"

Il corpo sno, la vita sua


Non in tesori,
e sua

ama,

doglia.
non

Oh!

che

ve-

Che grato " inverso Conoscitor sincero.

Dio,saggio, e di Dio
E Kisra disse:
sovrano non

Ei disse Cosa Cosa

dimand", meravigliosa [desti.


mai puossi immaginarper gradi?
re sovrano:

di cui quaggi",

Qual cosa " mai in re da Buona da far, ipial


E
E

in prence farsi? e quale


e

pi"eccelsa
muove

miglior
aver

cosa

dell'aver comando

Bnznrc'mihr Il cicl che In tutte

cosi disse al
in

" meraviglia alto,

dominio,e quandomai si dee altrui? Qual cosa " ancor, da Sprezzare


"

cui

sue. parti

Tale vedrai

Che lia sovrano

di cui rasenta poter,


corona.

Le nubi fosche la La
man

F^ppure
mano

e quale Meglio Cosa " migliore a prender indugio? per E governar lo sdegno. Disse in risposta:

per noi ritrar la mano,

sinistradalla destra
non

Quando ben sai che altriper


Suoi occhi chiude.

te

pur

anco

Disceniere ei Umil

sa, u" riconosce

terrai Vigile

dall'alto in quella sorte grado

Che il cieldestina. Altri favellaintanto del ciel sublime ed alto, volgere astri e del come e del quanto degli lo stesso cielo Con dotta lingua. Eppur, Alla sventura lo sospinge, e parte Che gli assegna la sorte, " turbamento, " tumulto di cor. Quale sai cosa, Del Parla
"

L'anima sempre, industria non porrai Ad opre triste fin che avrai potere. la vendetta, Abbandonando assunta
Buona L'anima

speranza,

sol per essa Se ancora tua risplender".


come

dovessi Per opra mala cogliere via Frutto giocondo, gitta quelfrutto,
E ti ritraicoll'opra mala lungi !

Il re
E

disse, pi" d'ogn'altra grave? gli Il peso del peccato. queirispose:


ilre l'inchiese. sue l'opre pi"triste,
reo,

Grazia " questadi Dio, signor del sole E della luna, ch'io mi sciolsialUne Da Bnznrc'mihr
e

Per

dal

suo

re

sovrano

I^

ed il costume Per le parole Chi


va carco

di biasmo nemico

e suo

di vergogna.

3. Uhm

d'avvertimenti al

di

re

Choarue

Si che ciascun

l'appella? Il prence avaro, ei rispondea, che liti Ancora crucci reca agl'innocenti.

aliosuo. fi
^

Di prence Nushirv"n Il volume, e Pura


e serena. con
"

tu

leggiintanto

mostrasi Quei si ch'" ricco e ne' suoi pasti


e gretto, e di sua Angusto spesa duolsi In vesti e cibi.Anch'" la donna rea

anima
"

vi

guarda
uman

C"si disse il prence:


coi-e,

Questo libro cli'"dolce ad

Che

non

ha verecondia
non

in dir

parole
pure

Voce dolce Di

ha.

Vergogna"

ricco e di dottrina Di sapienza viene E di consigli e di pensieri,

all'ira s" che proni vanno quelli Ogni meschino soverchiando. Ancora

Dal nobile

seme signor,

di sole. inclina il cielo,.

al Grandissimo,

cui

cenno

ed opi'e Prence del mondo con giustizia E la menzogna cosa vile e trista, accrescitor possente, Senza virt", nell'uom regnante e in ipielloEgregie e bielle,

Che

si vive tapino
cosa o

senza

frutto.

Senza biasmo

del d'altrui,
e

suo

tesoro

Qual " mai Ottima, ascosa


L'uom Rende
l'anima

in terra, qui,dicca.

del trono Accrescitor,


Di
re

de la gloria

manifesta? d'essa
fa
e intanto usbergo e vaga. pi" l)ella

Qob"d ^, sostenitordi questo


e della sua giustizia, regale ha regiamaest", grandezza e gloria

si sapiente
sua

Serto
Cdie

(1) Veggasi, per

il paragrafo :M del capitolo. questa cliiusa, Vedi il passo antecedente


e

(^) Il re (3) Padre

Gliosroe.

paragrafi31-34

del

capitolo.

di Chosroe.

APPENDICK

ALLA

POESIA

MORALE

GiNOMICA

3i5

dolce hniinn che ()p;ni sapieiiT;;!,

De' servi tuoi tesoro si possiede,


in-

Tiu'CJipel serto della sua Ei viene


a

i^raiidczza ;
e

prence

nobile llorm"/.d,

Lascialo in pace e senza Pel suo ricco tesor. Le Se tu le

cura cose

stento

altrui.

[i;enuo i nostri di noi, che tulliaccoi;lie F"L;ii(t


in cor. (lonsii;li

fannosi nemiche togli,

Lieto e vincente ei sia

Al tuo tesoro,e per tesocd altrui Sii tu contento, se travaglio e cura Anche
n'avessi. Tutti in bella pace Sotto al tuo schermo posar d"nno,schiavi E se qualcun Sian elli o prenci. leggiailra

Della Ibituna per favor di Dio, di questaterra, adorno Sempre signor


seoi-io e di corona! Di l'errai

Intanto,

In

al di beato tu compensa, felice, Opra ti fa,quell'opra astri in cielo. E se male egli muovi Di Khord"d, col favor degli fa, pur anco che d" luce al mondo, L'armi in battaglia. Che se in terra Con lietoaugurio
un mese

mai

L'aurea Ecco!

corona

sul tuo capo,


come un

figlio,
e

Pregiot'ac(|uisti, pensa alle fatiche,


Alle cure, a' perigli. E breve assai Terrena vita per chiunque sia,
Ne licito " per noi con sicurezza Abbandonarci. Ogni pi" elettopregio

gi"pongo,

anch'io giorno

L'ebbi dal

Anche padre.

ripeto dico

Benedizioni che su questoserto Tu intanto Qob"d illustre pronunci". del mondo, sii, Vigile governator offesa altrui, e senza e Saggio gagliardo Accrescitor di sapienza, in Dio all'alma tua Fidato sempre, ch'Egli Ad che dir sapea (iuida " costante. uom, anni antico che degli Parole egregie,
in Dio Era ed antico in sapienza, Si dimandai,qualedi noi vicino

Tu

va

cercando

siedico' pi" dotti.

Se per tua sorte, un Brami ottener. Con Ambe


le mani
a

di, benedizione
ancora sapienza

le contese

avvinci

Se pur vuoi che dal mal nulla ti tocchi Offesa grave. Caro t'abbi e sempre

Quei che dinanzi


Pose Anche Parte Vedi

te

la vita

sua

qualscudo
aver

contro

al tuo nemico.
e

A Dio Pi"
"

e chi s'avesse a Dio pi"fosse, ilsentier. Cosi rispose: espedito ti scegli, tu brami ove Sapienza

di tua citt" mercanti d"nno in tua

prenci

Che ilserto

e allora giustizia; ti in imperiai poni fronte.

Che altrifacciadi te benedizione, Che il sapiente non ha

pi" d'assai
ma

sia,per la grandezza tua, qual Sentier de' tristi.Un sapiente ognora


Abbiti innanzi,e Come
Non
tu
come

D'ogni altro in
Ad altri ancor

terra,

tu

fa

gradita

l'alma tua,

Pei' sapienza l'anima tua bella


".

Per

sola sapienza
suo

il tuo corpo, caro il serba. Mai far ricordo per nessuna via
non

Degno "

il monarca

del

trono, e

Di tal che Inclitoe


Armi

ha

o pregio

nascimento
non

Esser possa vincente in (juella tua Sorte propizia ti dimostra. e saggio Deh ! mai
non

A talche grande.
non

ha

pregio,

di guerra

che quando l"dar,


torneranno

sia che traditordi

Detto tu sia, che Il traditor. Ma Non


Non Ti
va

la terra jxii

patti avvolge,

vorrai,non Ritoglierle
in Quell'armi
tuo

poter.Chi t'" pi"amico.


;

de' sacri patti Qual benda funeral,


mai gl'innocenti intenti colui che mal sol dietro a

Al tuo nemico Gravi


E
e

le dar"

due

cose

incresciosea te verranno
tue porter" quell'armi

incontro ;

orecchi a punir, volgerti gli porgere


a

queisi

altri degli

Nella

battaglia, stipendi adoprer"


da ogniopra trista liberal,
e

dicendo, e

giustizia

Per farti male. A chi dolente vive,


Ti mostra

Operae
Lieta
e

fa nelle tue beata per

Allora imprese.

Veramente

sar" l'anima tua


A triste giustizia.

Lungi ti arresta
E
non

da

temi. periglio
cor

Sempre il secreto del


mostrar

tuo

ricerca,

attorno Menzogne

voltar la lingua non In alcun tempo, se pur vuoi che luce abbia da te. Se alcuno Seggio regale

soltanto ne

l'aspetto
'

Giustiziae

Dentro misura dignit".

e le parole Compi l'opere egregie

346

APPENDICE

ALLA

POESIA

MORALE

GNOMICA

Ascolta sempre di colui ch'" sperto, lo sguardo '1corcairuom pio, volgi Volgi A nostra fede, che sovente Contese
Entro
e nascono

II. Ibn Sina


Il Libro
della

Avicenna.
vittoria.

invidie per la f". Tu


de' tesori
sen

spendi
Gloria
grave
e

misura

tuoi,
e

lode

Dio
e

in Non accotrliere

rancura

cre" (|uale grande,

la cui possanza " f"' manifesti la terra

Per aumentar la mente Volgi Dei


re

tuo quel

tesoro,e intanto

leggiadre all'opere

ilcielo e dona ai viventi il pane quotidiano eletti e agli ; benedizione ai profeti all'Elettodi Dio saluto! facciagli
"

modo vuoisi dei re, che sol de' giusti e in ispecial Che tu sii del drappel. Tocca re ingiusto benedica Iddio e
e

i; lo
Al

Maledizione,
Biasmo De'
re non

tu

giustizia approva.
Dove
son

ti cercar.
re

mai

il giusto, nessuna tempo di An"sb"rv"ncosa era e i savi pi"stimata della sapienza

dei

le fronti incoronate
e

di quel tempo zurc'n"hr^

erano

tutti e timorati.Un pii fece ricerca di Ah"-

E ildiadema E i

dove

son

que'prenci

An"sb"rv"n giorno,
g

delle cose? Resta saggi, esperti


lutti lor soltanto

olisse: che tu Voglio brevi utili,

raccolga

(E basta ci") di
In ricordanza
una

alcune sentenze
ma

nella espressione,

tali che significato grande, vita alla siano profittevoli Non resta per alcun la vitabreve. presentee alla Ab"zurc'mihr domand" lospazio Or tu, per lieve cosa, oh ! non vorrai futura. Che sangue versi alcun,che alla battaglia d'un anno sentenze e alla e raccolse queste di Libro della vittoria Esercito si avventi. Ecco! tu guarda raccolta pose nome A questolibro mio d'ammonimenti. Au"shirv"n. Al quale rec" la di e presso citt" Non avvincendo a (juesta vita breve una essa ond'egli aggiunse piacque, che (pielle Il fragile ai feudi del saggio tuo cor. Per questo libro e comand"

parola ; incolume

di

"

te

cercai stato felicee il core


di

sentenze

in color d'oro, fossero scritte perch"

Si ti volliadornar

sapienza; Ond'" che per consiglio di Colui, Sire del sole e de la bianca luna,
te

egli poisempre

le tenne

con

s"

il

nella pi"del tempo persever" libro. quel Ab"zurc'mihr


e

lettura di

Lungitienida
Nella notte
e

poterdi Devi.
a te giudice cor.

adunquesciolsela lingua
del maestro solito giovarmi
mai chieder" la
"

nel di questo mio libro


e

disse : Io

era

Abbiti innanzi Abbiti il senno Di te ricordo Non mancher"

stesso tu

mi rispondeva, ceva dimio, ed egli perch'io


: " a

in
su

Che

se

lasci

0 maestro, qual cosa

la terra,mai
d(d
nome

tuo

grandezza.

Dio possente con e grande bene? " avr" chiesto ogni


"

qualeio

Tre cose,

Difesa tua deh! sia dell'universo Il maggiorSire Ti sia col fato!

e diceva,

sono

sanit" di corpo, sicurezza


". a
"

Alto

Al tuo

questaterra amica Questo ciel rotante, conforme sublime,volgasi alcun ne terra desio, per l'ampia
e

d'animo, ricchezza
" "

Io domandava:
"

Le faccende mie

chi affider"? "i.

che per s" stesso ne sia A tale, diceva, domandava Io : " Di chi inai degno".
"

Vadasi per te mai cruccioso e mesto l'inclito volume scrisse, (iom'egli Pose nel Tremando
suo

mi terr" sicuro?

"

"

"

ceva, D'un amico, di"

che
:

non
"

sia invidioso ".

Io domandava
un vero

visse ancora tesor,poi

Qual
"

cosa

" che sia

assai per

questavita breve.

paradiso?
"

"

Impararsajuenza.

di-

del

(1) Maometto profeta. (2) Il re Cliosroe della casa dei Sassanidi. il savio. Si badi che Ab"zurc'mihr (3) B"zurc'mihr B"zurc'mihr. nome persiano

"

forma

alquanto

arabizzata

APPENDICE

ALLA

POESIA

MORALE

GNOMICA

347

ceva,

in
".
"

delle uccuparsi giovent"


lo domandava:
"

cose

: (.(

di Dio

Quale

difettoche mostrasi assai i^rave presso la


"

: " ". gente? tile? inuora " che siala pi" Io domandava: " Nella vita, " Quando quale ". pregi prii i n cui alcuno Diceva: in Quell'ora " amico alcun ". non si presenti degno, qnal e non disfarsi di Ini? ". maniera bisogna pu" far del bene secondo giustizia Fra i Io domandava cio" col recarsi lo fa " : Per ". diceva, tre precetti, " cose, si vuol tenere a vile? ". col non domandargli qual non raramente a visitarlo, precetto il primo " il alcun Diceva: " Tre precetti: col non chiedergli mai come stia, egli il sefaccende di Dio Le condo e glorioso, Io domandava : a favore ". possente precetto il terzo " il dei saggi, " il precetto dalle opere nostre o nostre son governate Io del padre Le opere, diceva, e della madre ". son dal destino? ". precetto domandava : " Qual " la vitamigliore? Io domandava ildestino ". ". che mnovono qnelle scioltoda L'esser gliore, miDiceva cura Nei " : cosa ogni : c( qual'" giovani dava: Io domanbella? " e la sicurezza dell'animo ". cosa e nei vecchi qnal'" pi" la il " la morte ". Qual diceva, pudoree " peggiore? (,( Nei giovani, Io domandava : " Qual nei vecchi il sapere " In povert" ". dell'animo, grandezza Diceva: "." Nel comdomandava: piacimento Io la " moderazione ". la ". migliore? e di Dio grande e potente ". che io mi guardi perch" " Da chi bisogner" che " domandava Io cosa Diceva: " Qual salvo? " : quella ". Dagli possa esser Diceva: l'amore? " Quattro che sono ventati di". uomini adulatori e ignobili distrugge i lfarsi nei l'avarizia viglia meraIo dimandava : " Il gericchi ". cose: grandi, neroso la che nei di alcun taleche Diceva : a Quel chi " ? " saggi, svergomostrandosi generoso ne godedi cuore scnatezza nelle donne, il dir bugia negli ". Io domandava: a Qual cosa uomini ". cose Io dimandava : " Qualisono quelle uomini? " che manda a male le faccende degli che la gentecerca e nessuno perfettamente ".
"
" " " " " "

i proIl dire, diceva, egli

dava
"

ad Dei biasimi che altri infligge


"

" ilpi"dannoso? ". altri, qual si vuol a Quel biasimo che non

Diceva:
tener
scosto na-

alla gente

Io domamlava

"

"

"

"

"

"

"

"

"

"

"

"

"

"

"

"

"

"

ritrova?

"

"

Diceva

: "

Tre

cose ".

:
"

la salute, Io
in

".

"

Diceva:
"

l'amico sincero il piacere, domandava far bene


" o
:

chiatori ".

Il lodare i soperIo domandava: " 11 mondo


"
"

"

" meglio star lontano dal


".

maniera si pu"conquistare? "". qual


: "
"

dal far male?

Diceva
somma
"

Diceva
".

Con

la scienza della
"

dine gratitufar" io
".

Star lontano dal far male


".
"

" la

Io domandava:

Che

d'ognibene
alcun
"

Io domandava:
"

C'"

non perch"
"

del medico? vi sia bisogno


: "

che sia difetto?". pregio

Diceva:

Diceva

Mangiar poco
"

dormir
,

"

Io domandava: che vuol gratitudine ". Quellagenerositc" poco ". poco, parlar savio? ". uomini qual" il pi" Io domandava : n Quale " quella cosa (,( Degli che Diceva: " Il il sapere? Diceva : " Quello che accresce ". parlapoco, ascolt" Io domandava: Io domandava: " Qual assai e sa molto ". dire la verit" ".
" " " "

cosa
"

d'animo ? " " che " segno di grandezza Diceva : " Quando alcuno " potentee
.
"

" "

Donde viene l'abbiettezza? ". Dalla Io domandava


".
"

"

Diceva

dalla e balordaggine
".
"

corruzion
: "

". perdona

lo dimandava
muore?
".
" "

: "

Chi " colui


"

dell'animo

Donde

che mai

non

Diceva:

Dio
:

viene ildolore?
".
"

Diceva

; "

Dalla solitudine

e altissimo ". glorioso


"
"

Io domandava
son

Io domandava

: "

Qual
"

cosa

Chi " colui nel quale non Diceva:

difetti?".

"

". " Iddio potentee glorioso che si Io domandava : " Di quelle cose con

ceva Di" che portala dieta dei medici? ". Io domandava : ". : (( L'ingordigia
"

c(
"

fanno
"

senno,
: "

quale" la
".

migliore?
".
"

Nel mondo, cosa ". migliore? neficio ilbeDiceva : c" L'umilt" disinteressata,

qnal" la
per
h

Diceva

Quella per cui s'impedisce


Io diman"

fatto non

averne

un

malvagio dal far male

lo domandava:

Nel

". ricompensa mondo, qual ""

;ii8
cosa cnsc:

APPENDICE

ALLA

POESIA

MORALE

(INOMICA

peggiore
l'ira da

Diceva
re e

"

Due

Io domandava
cosa

: "

Non

v' " forse

qualche

pariedei
".
"

l'avariziada

che

non
"

si

parte dei ricchi


"

lo domandava:
"

corpo?".
un

mangia,eppur fa bene al dei Diceva : a. La compagnia


veste
soave

Oliai " il
"

dell'iiinilt"? ". principio


e

una buoni,la vista dfdl'ainico, un bagno tiepido,

fice, sof"

Diceva: fine esser

L'aver volto sorridente pago di s" stesso " A chi chieder"


"

alla

odor

2.

".

"

mandava Io doIIL Dal


poemetto degli

:
"

". consiglio?

Diceva:

colni nel
,

qnaleson
verso
"

tre

Sileni'.
"

vera amore : icligione qualit" ". buoni, scienza perfetta

il

(Conforto
".

dava Io doman-

uomini

si Il heneli/.io " : per quante cose l'uDiceva: " Per milt" fa perfetto? ". la senza generosit" pretensione, per
"

I. In l roduzione.

(Iraziae riconoscenza
tore

reiulansial ('rea-

senza senza

di gratitudine, obbligo per ilservizio di ricompensa". Io domanda


"

sura dell'uno e dell'altroinondo-^ in mi-

domandava altri non

: ((

Oual

cosa

"
".

per la
"

" mai

contento?

tre cose: " Ci" avviene per si consulta di buon senso noni
un uom

dell'arenadel deserto e delle doppia di quante della e nel novero quale stille pioggia Diceva: saluto all'Aposto e sia un alberi, son foglie sugli d ei (su suo*, suggello profeti quando un
coi

dotti;

Ini sia la

di guerra, sebben

non gagliardo,

libro per

Si compone questo mondo secondo del Re del grazia

pace!).
"

mai s'appaga
e

di stratagemmie devozione

d'inganni,
si Io
"

sebbene devoto, il contemplante, non della sua


",(

l'altosaper degli uomini, secondo la parola mento ammonilibro di grandi, dei saggi, di di

appaga mai domandava:

"

di savi, consiglio sapienti, rienza espele sentenze son sue e principi, il " Son Diceva : " tiene amico un altro? ". e son ma brevi, grande, significato avvertimenti e parole di quel re giusto usar tre cose : nelle faccende non violenza, tutti dei principi Niish"nrev"n 5 jn pr"' e dei oflendere alcuno con dir bugia, non non Iddio dalle vicende di paro Io domandava : " Se io imla lingua grandi(guardili ". la generosit" li alimenti io? con che mai guadagno la scienza, ". quaggi"e ^. de' suoi benefici) diverrai Diceva: " Se sei piccolo, ha udito questi diverrai Sher"f, se poeta giovane, grande e illustre; povero, glio fiavvertimenti del giusto re An"shirv"n sciuto ricco;se conosciuto,diverrai pi" cono'.
"

Qual

cosa

" per cui altri

"

"

".

"

lo domandava:
"

"
"

A che A

serve

di

loro Iddio iltormento Qob"d (allevii

la ricidiezza? ".

Diceva:
con

rendere

dell'infernoe il rigor suo)', ha conosciuto


e queste pameravigliose role durle le" si lecitodi rie rare e peregrine, in verso perch"la natura nostra rimata. Come assai inclina alla parola ebbe compiutoquesto libro, ?,ii aduiii(ue

uomini agli giustizia


mettere

insieme

un

le opere tue, a tesoro per il padree

sentenze (pieste

per per la madn^ a farti una provvigione la vita futiua,a renderli amico il tuo nemico,
a

far pace tra amici

nemici

i".

"

(1) Non son certo di avere (2) Finisce cosi in tronco. al paragrafo 37. materiale e (3) Il mondo Maometto (4) profeta.
(5) Chosroe
Parole (()) An"sliirvan. in

inteso

bene

questo punto.
sentenze

Seguono le
lo

di

Loqm"n,

per le

vedi (juali

il capitolo

spirituale.

arabo,

come

al solito. secondo all'inferno,

col padre dev'essere (7) Solile formole in arabo. Re Chosroe mussulmani. il buon erano Sher"f, perch" non

APPENDICE

ALLA

POESIA

MOItALK

CNOMICA

34'."
avea

ilConforto (lei!;li Per l'eccellenza che uomini, pere per quello pose nome cli("' che lo Erano e ne venti arcano. apprender" Significato leggei" ognuno il significato, sempre al corpo
al line
e

n'abbia

poiconforto

benessere allo sjiirito e giunga vada sicuro da

E tre punte sul serto,adorne insieme Con artificio vago; ed ogni nodo.

desiderio e d'ogni

ognisvenlui'a e il costume suo sia lodato l'indole e di lui ogni altro si e gradita sia e Iddio glorioso e possente compiaccia
contento
e

Ognipunta(?)era un detto o una sentenza, Su cui lungo ilnobii sire pensiero


Pensato
avea. oro

Per" sul diadema s'avea quelgiusto prence


un

Scritto in

soddisfallodi Ini.

D'ammonimenti

libro.Ogni sentenza

2.

del libro. Pr"i"i'"p"o

Di mille vile prezzo avea, se alcuiu) Tal sentenza cercasse. Ecco, sospesa Per comando di luialta sull'aula
e come

1 di Il borgomastro gran cose Gi" f"'ricordo che in un fausto

esperto giorno,

Era

quella corona,

ilsole

Di s" dava l'annunzio in Oriente E della notte si l'uggia dinanzi bianco Al falco il nero coi'vo, allora luce ilsole

Come Benda

cinta s'avea
re

l'imperiale
gran festa

Kisra

Reso libero in
Il mondo

indisse, Che ilciel vestia della sua priada ogninemico


sua

^, una

intero. Per la

giustizia

Qual d'una vesta


e sotto Imjieri'ale

di seta splendida

E per la grazia sua per tutto ilnmndo Era illustre, si, egli che cancellati Tutti Ivan Del
i segniavea. dell'ingiustizia
a

Di color fulvo, su l'eburneo trono alla coi'ona


di
sua

Kisra sedea branmso brama avi suoi Degli Dava


accesso a

gloi'ia.

astri del ciel conforme gli


suo e core e

qualera

lodavanlo

plaudendo
bel desio
core

pur costume. le genti, e al lor signore

Vecchi Dato

sire del mondo, Iddio, garzoni.


suo d'ogni

Ven"an devote tutte Da

avea gli

Il compimento, generoso Avea I

Allora, genti. quelserto da' nobili consigli e grandi, Sapienza apprendean piccioli
E del mondo Amico il Signordel
re

e forza del destino gli aggiunto a tollerar.Grazie all'Eterno colpi

del mondo

* era-^, e ilvessillo ergea costui sua

rendea devoto e superava Egli in virt" veracemente, Ognisaggio Che di tal uomo Non Che in
a

E la corona

luna. splendea (jual

cui l'Eterno "

guida,

Davver! sopra quel scritto serto egli : avea 0 (^ a te stesso riguarda!*". sapiente,
Falt' doni alle persone elle
a
ne

" mutevoi la fortuna. E allora


suo

Posta sul Alta


a

regio poterstette alcun tempo. virtude seggio imperiai


un

son

degne. degno,

Chi dona alcuna Pi" che in misura S'anche per esso Cosa " celesta, e Le
tutte genti

cosa

chi n'"

ei f"' che seder, precetto

serto

Gli si facesse sjdendido di gemme, Perle e rubini postivi dattorno In opra acconcia, serto che splendea Pi" che l'astro di Giove,e di talforma Che ognun col prezzo di
sua

d" per l'util suo^; dai la vita, bella


sono

al detto mio

in testimonio. Scritto

Di Sindib"d " nel

volume, e il dello

vita istessa

Un ricordava de' regnanti : prischi Tolsi alla gente lor tesori e tutti Per l'alma mia donaili a chi era degno
"

ad un sole l'avria, Acquistato pari In alto ciel splendente, e prezioso

".

(1) Come

nel Libro

dei

Re, si cita qui l'autorit" dei borgomastri persiani, glitori raccoAn"sh"rv"n.

tradizioni. Vedi il capitolodella poesia epica. arabica del nome (2) Forma persiano Khusrev, cio" Chosroe (3) Iddio era amico di Chosroe. (4) Oppure: Era d'inclita fortuna. (5) Se pur cos" va tradotto.

di antiche

350

APPENDICE

ALLA

POESIA

MORALE

GNOMICA

Non andate incontro alle Chi d'alcun


senno

disgrazie.
intinto, fugge
se

sire: inclito Quei, d'avvenente aspetto,


"

Cosa Non
Mai

non

cercherai cui

non

arrivi

".

" pure

Dal laccio di sventura. Di


sventura
e

Ecco!

scorgi

nelle faccende vostre. v'affrettate


non

Vanne

alcun caso, e tu lontano da stoltonon lasciarte stesso in il suo


Amico preda. ai Devi in lui mal, n" splende

s'affretta l'uom ch'"

saggioe
[accorto,

Alla sventura

E suol l'alma dell'uom In grave

recar

la fretta
nome

" chi cerca

Onesto angustia. ha che in

in terra

Del Re del mondo

alcuna luce. Un prence


: non an-

Tale Alle

non

l'opre precipita
sue

dicea questasentenza 'Novello gi" "Incontro alla sventura, oh!

E nel mondo
sue

quaggi"non

tocca

fine

". [dare!

brame. Chi s'aflanna ed urge In ci" ch'ei fa,pentesi tosto e grave Portane

Accettate i

dei saggi. consigli di chi " saggio, consiglio

Vuoisi accettar

poila pena. Or, se qualcuno S'affretta per la via,da un alto loco Avvien che nella fossa egli precipiti.
Non siate
nelle faccende vostre. pigri
non

de' saggi Che pi" che argento ed or valgon Gli ammonimenti. Assai huon frutto al tuo

onesti, Corpo discende da' consigli


E vuoisi udir chi
a

Se far dovrai

evitabilcosa.

te

dice. Tale gli

Falla in tal guisa che


cor

Che

non

in ceppi Al altruiconsiglio, accoglie E

ti sembri. E

poidilettosa il principio guardane


acconciamente

E in vii stato si trova. Or, cosi disse Un sapiente accorto : " Alta la terra S'accumula su tal che estinto giace" i. Non dite ci" che Chi
tace
cose non

la fine e guardane
e

E dal capo

dal

misura. pietogli

Come
E
non

tempo verr",tu

" da
son

dire.

far che soverchio opra che

Per te

mano ponvi imprendi, che lento adopra, A quei s'allunghi.

che

non

da dirsi,

Fiacca ed inerte cade in

gi" la sorte.

ha ilcor per ci" che ascoltapoi. Tranquillo Da paiiar stoltonulla fuor che cruccio Precede mai, n" v'ha tesoro al mondo Pari al silenzio. Oh ! furo in quanti
terra

Non
Non

i letterati. importunate

ai letterati, renderti importuno


e essi, meno ancora sanno

Non ti rissar con

Che per stoltoparlar la vita, perdean Si che giusto dicea quel sapiente Delle trascorse et", che inntilcosa Veramente
" il parlar senza
non

Quand'eisian taliche

scrittura

2. Letterati, Artificiosa a cui

"

nota

l'artedella penna, assai far picciole e grandi ; e


ancora

ragione!
" da
cercare.

Cose

san

Non cercate ci" che Per


cosa

Che non abbia la penna alcuna punta dalla punta fugge Come la spada,
Della penna la E molli

tal che

non

si scema. Reputazion
"

si dee cercare, Essa ti dice:


cercar non

Anche spada.

la chiave

Trov" la penna a' niisteii del mondo,


sono

Non cercherai ci" che

d"i ".

in lei virludi

jiregi.
poeti.

queiche

questecose
bella rosa
e

una Strappa

pone il core. ilvago fiore


cotesto

Guardatevi dalla lingaadei Se ouest'uomo sei tu, leniii


E

Citta nel In cui Come

fango. Adunque,per
non

cercar

trovi fi'ulto alcuno.

reputalor

lingua

una con

poeti tagliente
lor si rissa,

per fianuna donde a te niill'altro Che fumo tocca,assai giusto dicea

E acuta

Niun spada.

Fugge ciascun

loi'iiidide perversa.

(1) Che
sui

vuol
cos"

dire?

se

morii,

chi " morto

pure cosi va tradotto. Forse: alla ragione giace in misero


va

Come
stalo.

molla

terra

s'accumula

(2) Se

pure

questo passo

cosi

Iradotlo.

352
intimila
se,
e

APPENDICE

ALLA

l'OESfA

MORALE

(INOMICA

si sapj"ia ravvicinarsi, perchr

laiiuio tifila loro razza mostra f|i)aii(l() si debba (li noi qualche inclinazione, verso neiranimo attenzione e accoglierla porvi

(Favola).
Disse
:

Raccontano

che vi

era

un

re

si chiamava quale di augello e perfetta


nome

nostro, 0

non

si debba.
:

e aveva Bernied"n, un dotato di ragione Fiiiza,

Disse il brahmino dalla forza del dal


tutte
soccorso

" sostenuto di (Chiunque ed " giosanto spirito un vato egli deposto


senso

favella
uovo un

.Aveva gradevole.
un

in

chiosco del

re

del

comune,

in

e re

ne

aveva

avuto

Comand" piccino.

il

le opei'e stima

esser e

necessai'iala
conosce e

pi"perfetta circospezione
in cotesto dove si stanno

bene ilmale,

fosse trasportato in un qu(dpiccino nel fosse e particolare posto cospetto luogo

che

il bene

anzi comand" dei erandi, dovesse


e

che altrimostrar

l'utile e il danno, n" della mente


sua

sfuggeall'acutezza
mico neun

ognisollecitudinenell'averne cura
fronte

da un che il guardarsi

nell'allevarlo. Ora, a

compagno " lodato e che " consiglio, j)iii ingiuriato

caduto in difettoe da

sulla cui figlio,

quelre nacque un la luce risplendeva

della rettitudine e

l'evitar le insidie de' suoi partito miglior de' suoi della fortuna e della tradimenti, 10 splendor e mente principalinganni l'occhiodella nel caso che egli con in arabo).

dell'animo geneioso, della sorte del quale riluceva dalle pagine felicit".

l'agione vegga
di affezione
,

alcun nmtamento

nell'animo

(Vi'rsi

o alcun quello
e

cambiamento

nella

Di
sua

sua

sorte

felice in

ogniintento,

con

d'alcuna leiita nel s'avvegga


0

in cuna, ei favellae ilchiaro segno hi sguardo perspicace l'" valido argonunito nobilt" Di di Ini

Sendo

cuor

Ch'egli offesa nell'animo,e ne licoqualche che ravvisastiin lui 11 la cagionein qualche nosca negligcirza crescer suo, sui. La luna piena splendori agli da inavvertitao in qualche aperta ingiuria del re prese col tiglio ilfiglio rest;i ingannato Insonuna, partesua. Perch", se egli suoi dimestichezza perfetta. alla pronta favelladi lui e ai segni una dell'augello si trastullava e con d'amici/Ja e non si cura di guardarsi e di lui, ogni Sempreegli
di
nuova or

" la

luna

che vedesti

di s" stesso tenersi desto,


meta
e

ad

ognisorta

di

egliavi'" fatto giornoPinza andava alla montagna e dei delladisgrazia fruttidella montagna che fra la gente non colpi
con

avr" volto contro

di s",

la calamita

dellasveutura. sua, la spada dell'ignoranza


( "^crs"
ili

trovar nome-, recava con possono nemmeno del al figlio s" due quantit" ; (lavane una
l'e e

al l'altra

figlio suo,

(irabo).

i piccini intanto,

per il dolce cibo, mostravansi


lei

di ghiotti

che gente che offendesti i\on t'allidar


E ad
e ad ingiurie

insulti contro

e con e con gioia godimento quelpiacere mangiavano,onde anche pi" rapidamenle

l'linci piotesti,

facevansi manifesti i dia frecibo che (|U(d loro


e

del giovamento segni

D'acquealla
Cresce
e

palma altrui

ikmi

recava

nella forza (IcH'csser del

tale | scura. vigorparola pi'ende Che altri non


cura

nella

conformazione perfetta

i.

in breve tempo essi ci"ebbero corpo, sicclu''


e

le altre favoledi simil genere, Disse il vi " anche quella dell'augello.

Ola, fra
Come

ognuno

"

mente vedere tanto pi" chiarapoi*'' di quanto tale allevamento i segni visibili

re:

" celesta f;vola?

giovasseloro ^

onde
,

per

tal

(1) L'autore
male,
non

vuol

dire:

Guardali

che

aiutino

i tuoi nemici

(non

innaft"no

gli offesi da te, se anche il palmizio altrui) e

non non

li fanno

del

dian loro forza

(De Sacy). (2) Cio" sono (3) Periodo

mollo intricato

rari.
con

troppe ripetizioni.

Al'PENDlCl"

ALLA

POESL\

MORALE

C.NOMICA

;jr)3

serviziol'amiciziadi Fiiiza col

re

pi" e

s'accrebbe ogni giorno si dimestichezza elev" il la sua e suo gi" C-osi pass" alto g'iado. qualche tempo. Un

pi"si raflerm"

non

almeno una volta, l'occasionepropizia io, lasciar e per" voglio sfuggire, piglier" mio tiglio da questo spietato

vendetta del

Finza era assente. Il suo piccino giorno, al figlio del re e gli f"' salt"in grembo male, morte

traditoreche ha ucciso ilsuo compagno di nascimento e di abitazione e ha tratto a il suo soziodi


casa e

di tetto.

del re figlio cav" i veggenti del re nel vorticedel corruccio perch" e gli occhi suoi, indispicc" si l a occhi della volo e nit" umaun egli gitt" j"olvere pos" sopra un luogoallo e negli forte.In quel al re noe l'antico e della tizia generosit"' momento, ginnse com[iagno dimentic" l'amicizia L'afferr"per un di tutto cotesto, occhi sua. e ilre per gli f"'gran pianto suo e cerc" d'aver piede lo rovesci" del capo e lo sbatt" del figlio in quel per astuzia in poter contro terra, tanto che l'infelice, suo e di cogliere l'augello mori. Finza nella della disgrazia esso fuiTjre, gabbia
,

onde ben tosto il fuoco dell'ira glio trasse ilfi-

Si balz" alloraal viso del

Finza ritorn"e vide ucciso il


ne Egli

suo

cino. pic-

della sventura, col laccio della

fu cruccioso e

lore, frode pienodi doun

si disper" e pianse, e mand"


e un

gemitoal cielo e disse :

ci" che e dell'inganno, poi per fargli essere grido potesse degnodi lui cosi tristoalla Infelice colui e dargli fine, quella pena che convenisse
a

che ha la sventura ilnodo si

di venir nella dimestichezza

tanta

sua

oltracotanza.Per" mont"

in

dell'amicizia dei (lei potenti,


tosto

quali groppa e della fede dei rallenta,

(Versi).

A un destrierche correa come fa ilsole, quali sempre lagota" laceratadalleunghie la con! Non la sincerit", (Itdia fellonia Dalla cui fronte levasila stella non l"denza scambievole ha fermezza presso di dei servigi, non loro;non la sollecitudine
i doveri dell'amicizia hanno alcun peso sul

Della vittoria ^. Oh ! fortunato monte Che cammina ed ha

"%

loro

cuore

loro l'amiciziae l'inimicizia

pie, capo e cervice! Oh ! fortunato! egli ha nel pie, nel capo. * Col Sim"rgh somiglianza, la staffa e se

stanno

sogno Ne asceikii d'un bicircoscritte al sopravvenir tu, ti portale novelle Pi" al dell'utile. che fa l'ecodal monte; ratto cessare non Essi, e pervia illoro impossibile Se
ne

rendono della vendetta,

scuoti le

il suo briglie,

della superbia e e per la legge perdono, della sopcrchieria pensano che sia lecito
il non
curare

Pria che il vento ti porta in

messaggio suo viaggio,

i diritti e ilfruttodei altrui,

{Versi in arabo).
Come l'alba dellafronte

se a mezzo di chi " loro fedele, servigi poco hanno in l'abbiad'alcun Colpito segno, ed ei. si dimenticano mente; all'opposto, lungamente Per compir sua vendetta. dei che hanno da punirle colpe Nelle viscere a lei fatte e le prevaricazioni grandi malvagi, i\bhiacacciatole sue gambe pronte"'', slimano e da poco, leggiere per loro conto i mali leggieri fattiin pr"' d'altrui, e recatosi dinanzi a quelluogo ma elevato, Ma considerevoli. mand" e voce a Finza : Viem' gi", non questa pensano esser gravi

di generosit" e di umanit". (1) Vuol dire clie dimentic" ogni senso maccliia in fronte,in forma candida di stella. una (2) Il cavallo aveva monte. a un (3) Il cavallo,per la sua grandezza,assomigliato (4) Uccello favoloso, gi" noto per altri passid'altri autori. (5) Vuol dire che la candida macchia sulla fronte del cavallo gli" sfata impressa lett. schiaffo) onde il cavallo, per vendicarsi del con un dall'alba, (alla colpo di mano nelle viscere le ha e dell'alba, queste pure, a quel contatto, son posto gambe colpo, almeno diventate bianche. Pi" che seicentismo, questo " delirio, per noi.
"

23

"

Pizzi,Storia

della

poesia persiana, voi. TI.

354
temere !
"

APPENDICE

ALLA

POESLA

MORALE

C.NOMICA

Ma

Pinza

si ricus"

disse :

" per me re L'obbedire al comando il tempo (?)eh' io mi star" ma una lecige,

del

della prole, gli per il dolor della perdita si m'" che oggi non il cambio, ho reso

pi" lecitopor
che io cada nel de' tuoi

da lui sar" separato


e senza

senza

dubbio

lungo

fidanza in te, n" sta bene precipizio, preso al laccio

in tutta la vita mia, line, percli",


" stata

inganni.
( l'ersi).

la reggia sua ed fortuna,


E

la Kaaba

della mia vore. Uom faio


come

io ho considerato

qual sostegno
nel
suo

il mantenermi alla mia felicit"

te bramoso
non

di vendetta videro

che sapessi per",quand'anche

miei Quest'occhi

pi"mai.

la vita cara, gridando un Disse il re: Poich" dall'una e dall'altra perdervi mi la pena, Eccomi pronto! e e la colpa " ", rifugierei sempre parteson compiuti Perch" la speranza mia in noi il corruccio " pi" possibile nel suo servigio. non era questa: che io sotto la sua protezionecontro di te, u" in te deve rimaner contro dovrei
avrei vivere potuto in buono
e

stato
con

come

le

noi sentimento di offesa.Credi alla mia


non ragione un sceglierli

colombe della Mecca avrei potutovolare


su

che

sicurezza

e senza parola,

per Safa e Merva^. lecito creduto " stato Ma, ora, spargere il mio per entro al recinto sangue del figlio il sangue delle vittime lecito io ancora aver dei pellegrini; e potr" della sua l'ede"^ come alcun altro desiderio? Fra le tradizioni^
v'" anche

allontanamento

che

strugge l'anima,e
la vogliadel vendie

che io stimo sappi carsi e del

dalla reit"del proceder che vedo mai

destino deglinomini

punire,

non

lecitoin cotesto lo zelo da partemia. ( Versi). Ira


non

questa: c( Il credente
"

non

si

due sfrega
vita si "

* volte alla pietra " e per" ; la restante mia il miglior consiglio per

ebbe mai contro

a' nemici, di

Non vide l'occhiosuo


Pinza

serrar

ciglia^.

di quello del
re.

non

obbedire

(juesto

disse : Che

io ritorni indietro,

cordia " punto possibile, non poidov'" la miseriperch"i saggi sua, tengoio alcuna speranza ch'egli hanno sempre vietato l'avvicinarsiagli Anche dire che rifiuto. mio amici mi scuser" per questo e crucciati, per"soglion pevole quanto pi"un uomo olTesopensa di dover poi" certo intendimento di lui che il colviver moine debba sicuro,perch", moltiplicar e carezze e fa gentilezze non lento nel pi'onlo modo, tanto pi" vuoisi anche se egli e cortesie pi" a procede galui di dubbio tenersi " fatai e la ne e quanto lontano, sospettar sligo, pur pena senza la " e la custodia, attesa Anzi, e circospezione maggiore presentita. quanto sempre comando Di l"

maggior tempo
della sorte
e

passa, tanto

maggiorgravezza

tanto "

Ora meglio.

i saggi stimano

essere

il padre nel gi'ado e la madre amici, degli se, per consentimento felicit" il di fratello al del la alcuna e e sozio, foi'tuna, moglie positi per del compagno, e nel luogo il colpevole ne scampa, alla fine bisogna pensano essere

prende;e

pur

gustare dell'amarezza della pena

nel grado dei creditori, parenti prossimi

sgrazia. del valore dei essere e della die reputano le figlie provar l'abbiezionedel gastigo desidel re ha pensato un Ora il figlio invece,sogliono ma un rivali, figlio,

tradimento contro

il

mio, ond' io, figlio

dei'areperch"resti la memoria

loro,e

(1) Due

luoghi presso

la Mecca

frequentati, per

alcune

loro

cerimonie, dai pellegrini.

recinto della Mecca. (2) Allusione al sacro tramandali Maonielto in arabo. Delti di e riferiti sempre (3) per tradizione venerazione di i Mussulmani. della Kaaba, La nera Qui oggetto pietra (4) per dire che
non

vuol

torner"
" la

a'

servigi del

re.

(5) Tale

traduzione

letterale.

" Aggrottar le ciglia

segno

d'ira

di mal

animo.

APPENDICE

ALLA

POESIA

MORALE

GNOMICA

355

stimano

esser

una egli

sola

cosa

con

l'a-

EH'era si nei
Ma

bellie gai, giorni d'alcun male Intendi tu che ninno


tanti amici

niina loro e la loro sostanza,n" credono cosa per alcuna via possa egnail valore,perch", volta qualunque gliarne che altra

come poilasciolla

Timor

le venne.

Appo te rimarr" dei

faccenda grave si presenti, una e infelici^. riguardo Come vengano i di tristi vi pongono industria e cura, tutti al figlio, Or io, stato separato da son quest'oggi, ad altri, mentre gione rariguardo per nessuna tutto ci" a cui mi sentiva avvinto, e son resi metterebbero in mezzo. slato diviso da tutte le altre creature, anzi

(Racconto in versi).
Di
una Khig"v nel villaggio, una

dal

tuo servigio

tal copia di dolore mi

son

vecchietta

Avea dne vaccherelle e Di Che


nome

figliuola

presa, che la cavalcatura mia n'" vata; aggrae propriamente qualessere mortale avrebbe poteredi soffrircotesto?

Mihistl. La donzelletta

alta crescea. qualgiovin cipresso D'occhio maligno un giorno per influsso, divenne. Il volto che suo Egra piena
Luna

(Versi
I

in

m-aho).

nostri eguali son figli per noi per la terra. d'essi il vento, sovra un spira l'occhio nnopi"non si serra.

Come E
scuro

gi"parve, esilsi f"'d'un tratto luna recente, e per"tetro


ilmondo occhi si rendea agli
un

Alle viscere nostre

Quali van
Ecco ! Se Per tema

Della misera vecchia. Alto

affanno

di doglia Il cor si prese e il petto arse altro conforto, A lei, che veramente Fuor di questasua
Per caso,
un a lei non figlia, era.

fruttodel

il Insomma, un'ala del mio fegato, la luce occhi cuor mio, degli miei,ilconforto dell'anima mia, nella tua

di,ficc"la vaccherella

Il muso Come

in

una

pentola per

t"me

ho sofferto e compagniami son giocato assai grave angoscia, tanto che

Della minestra, ma avvien che

^ fango il talor s'affondi piede,

rest",nel

(Versi).
Riser di me Pianser per Del Come E
con cor me

dentro Restonne il muso, orribiivista, Alla pentola infisso. Devo Or, come Ch'esce
fuor della cucina d'inferno,

i nemici,

gliamici,

Dell'anima, occhi, degli


senza l'aita, pu" trar la vita?

venendo La vaccherella si gitt",

Appo la vecchia in corsa. Ecco ! che quello Fosse Azrail 2, pensavasi costei. Si che un grido cacci" contro la vacca
e dicea: No! Scellerata, non son

tutto

questo io

non

son

sicuro

della vit;i mia. dalle tue moine buon

io,

di morte, Mihist". Son Angiol Una misera vecchia ;


Mi fa buon Tale
non e se

io

ti preme
! che tanto

via la porta, ecco Mihistl, Non


sana

senso; e romper l'amiciziae portarpazienza. Disse il re : Se ci" che " avvenuto per te, fosse stato per via d'animo

ingannare alla ragione e al ripugna per" " miglior consiglio

Ma il lasciarmi

Ella " ammalata,ed io giuoco.

nemico, la

son.

prendermi per lei.


!
"

pur Cara si avea costei la Ma

Ch'io son

In prospera fortuna

figlia sua.

poil'abbandon"

La sventura

da presso Lieta per lei scopri.


come

buona ; esser cosa circospezione potrebbe ti sei via la d'una ma mosso poich" per vendetta e d'una punizione, l'ordinedella rende cotesto*. tutto giustizia possibile la nostra Ora, qualcosa mai impedisce

(1) Alla lettera: arena. (2) L'angelo della morte secondo i Mussulmani. (3) I versi inettissimi fanno fede del poco valor poeticodi Nasr-ull"h. (4) Cio", che noi due possiam tornare a vivere insieme.

356

APPENDICE

ALLA

POESIA

MORALE

GNOMICA

? e scambievole fidiiei;!

del cagione

qnalcosa separarci?
luogo dove
diverse,"
cresce. come

mai

"

del buon pregio

senso,

ti'ova

soddisfazione

Finza disse: Il nelle anime

sta il corruccio
una

anzi pensa nello spegnere le voglie triste, bella l'evitarmodo perch" esser cosa esse rivivano.

sta nei cuori feritadolorosa, e ilpunto ove rancore,

Finza disse : La zitellona non

ha

bisogno
e

"

piagache

Che

se

s'ode
vi si

d'imparare mettersi
a

il velo *,
il caldo

io ho

dir

contrariaa tutto ci", non qualcosa

la deve dar fede,perch"

in questa lingua

e e ilfreddo provato lungamente fino a questopunto dei giorni e ho menato

faccenda del valore dell'amicizia non

d"

la vita mia stando

i giuochi di guardare

prova certa 1, n" ogni dichiarazione in questafaccenda di ci" che " giusto, porge che si sicurezzaalcuna 2. I cuori, invece, riconoscono l'un l'altro, sono
in testimonio

bussolottidel cielo.

(Versi
Uom

iti arabo).

della giustizia e in attestazione della verit", che per l'uno si per" " possibile dell'altro. conoscenza Ora, il cuor prenda
e

che dal tempo ha candidi i capelli, forse all'offerta dell'uva? " S'inganna Io gi"molti mondo ho mandati sospiri
al vento

ricettacolo di (piesto strano dall'angusto ho molto lume dai e acquistato la tua violenza, la lingua, e io ben conosco tesori dell'esperienza e dalla piatica e ho diti, e per" in nessun tempo dal male che meche chiun(|ue conosciuto veramente io posso andar sicuro. 6 del tutto ogni senso e calpesta
tuo

in ci" che tu

non di',

va

d'accordo

con

...

(Versi).
In tempo d'assalti d'un monte Pi" gl'avi
Le staffe tu rendi 3,

ilviso generoso, e lacera e graffia alla lealt"e alla fede. Ora, tutte queste
umano e sono punto dubbie, e il per me non " tanfo quanto [lei'dere volermi ingannare cose

In

di pugna giorno

il temjio.

Pi" scioltedel vento Tu rendi le briglie.

(Versi

in

arabo).

Questidiscorsibau fatto prova intanto


Dell'armi

(Versiin i(raho).
fossero al destino, Se ribellanti

crebbe nostre, e lor giustezza


cotanto. parlar

Dietro la prova del

Andrebbero Succederebbe Un

le sfere in
a'

iscompiglio.
confino. conoscenti

Tutto ci"

poi di

cui discorre la

parola

moti sempiterni

silenzionel ciel senza


Disse il re
sovente

di verit" ed " fausta del re, ha l'aspetto conforme a sincerit". Ma, nella legge della ragione, " le accoglier pericoloso di chi portaodio,ed " cosa da non di domande fatte da farsi l'esaudir pace
scuse

Fra amici corrucci e


non

scono na-

la virt"

uomini degli

disgusti, perch" la chiuder pu"


que chiun-

chi " nemico, colo

via alle oflese e alleinimicizie; ma


"

perch"in lutto ci" " pei'ila piopria vita " grandee l'espor
rischio.Finch" il compagno

fornitodel lume

della ragione e del

troppo grave

(1) La lingua dice una cosa, e l'anima ne pensa un'altra. (2) Se pure cosi va inleso questo passo al((uantooscuro. col piede per colpir su pi" forte. (3) Punlandovi di (4) Proverbio aralio clie trovasi in Meyd"ni (celebregrammatico e raccoglitore vuol dire die d. ed di d. 1124 che nel 518 mor" E.. e non era C, iNislu"p"rj proverbi, bisogna insegnare a chi ha gi" dell'esperienza. fanno i fanciulli quando loro si offre qualche ghiottoneria. Cio" come (ti) due linee inintelligibili (G) Seguono per me.

APPENDICK

ALLA

POESIA

MORALE

GNOMICA,

'^:)T
e prolissi, lunghi paginequanteson si ripetono le medesime

di
e

fa le giuoco

nioiiie e i dadi
non

sono

pronti

cos" si seguita per


tante

ciiitien banco
non

"

zioni leale, a talicondi-

" buono acconciarsi. Nemmeno

poi"
cercar son

naturale che il nemico dimentichi le


suo

ragionamenti per le gi" riferite, in cui Finza cose, finch"

cos" conclude:

del cagioni

corruccio

dal s'astenga vi

l'occasione di vendicarsene. E
non con

molti nemici che


con

la forza e l'astuzia e

si possono dere prenla violenza, ma

vicino a lui * io non ho sicurezza Insonnna, suoi e n", stando ai servigi alcuna, abitando viver
con

in alcuna maniera posso' lui,


,

detta venposso del re, e un giorno ai passato suoi sarebbe della di servigi lunghezza per me un

tranrpiillo perch"il destino ha si posson l'inganno fra noi tale separazione che non " posto trarre fra le branche del poteree sotto gli l'accostarsi l'uno all'altroanche possibile della. avviene che come vendetta, artigli 5. iVla in avvenire, voltache per poco ogni l'elefante selvatico cada nel laccio per la ildesiderio, me ne prender" nel voltodella Io compagniadell'elefantedomestico (?). luna e nell'aspetto del sole ravviser" lo in in nessun e nessuna pertanto, tempo che adorna il trono suo e chieder" splendore andar sicuro dalla condizione,
che
con

le notizie del

suo

bene

stare

dalla

brezza mattutina. (Versi


in

anno,

perch"la

debolezza
e

l'abbie-

arabo).
talvolta
:

zione mia sarebbero manifeste


e

la maest"

Dir",dimander", come

la

reverenza

di lui sovercliianti.

la brezza del mattino Spiri

0 brezza

(Versi).
La satanica tua asta lucente

Della mia terra,quando mai movesti Da quella terra mia? Dolce Di' tu
a

Da saetta del ciel colpo non

ebbe

dell'auradel mattino. spiro che quei


su

Qual di Satana
Che

^ All'arco tuo degno frecce piove desio '^, e tocca il suo


"
non non

desian lor ben


come

perduto:
state

Pace, pace

voi ! Deh !

Piover frecce ildestino anche Disse il re


:

tolse3.

Da ch'io da voi

? partia

L'uom

generoso

glio ilcompagno suo nel dolor dell'abbandono, mio n" stima lecitotroncar l'amicizia e toglier
e
.

getta

Quanto poiallacondizion
alla mia
esserne signore potr"

mia

nell'esie

il nobile disgrazia,

stre illu-

agevolmente

rende

la fratellanza per un falso sospetto, n" vana e infruttuosa una conoscenza


e

informato^. (Versi
in

arabo).

per l'aura del giorno alla prini'ora. Spira di sospetto, anche se in ci" " ricolo pensiero peL'alitosuo ti reca per la vita e timore per i propri Il mio saluto eia mia laude ancora. Chi fa il contrario, trovasi essere giorni. il pi" vile e il pi" abbietto degli (Versi). esseri viventi. 0 vento del mattin, mio pelborgo Deh ! vieni in tuo viaggio,

antica

un'amicizia ferma

un

solo

(1) Allude
i demoni

alle stelle cadenti che

che

son

credute al cielo.

aste

lande

degliangeli che

ciano scac-

troppo s'avvicinano

nel segno. (2) Coglie sempre (3) Questi versi poco belli voglion dire, insomma, che il re ha sempre quel potere di prima. (4) Al re. (5) Se cos" va tradotto questo passo, o io l'ho inteso bene. (6) Tale " il senso di questo passo che non " tradotto alla lettera, perch" il testo, come dubito," guasto.

358

APPENDICE

ALLA

POESIA

MORALE

GNOMICA

Alla mia bella che ha di luna il viso, Reca tu il mio Dille:


"

usci dalla cellettadell'Oriente, Khogisteh


con con

messaggio.

occhi ch'erano che lagi'ime

un

mar

Dal

Non ebbe

che tu se' partita giorno mio, questoborgo mio dai dolci rai il borgo
Da

erano

e lagrime, sen Pleiadi, venne

di

dal

dare, papfiagallo* per chieder licenzaall'ane

Del sole alciniricrio.

disse:0 confidentedel mio secreto, l'amore tesoro di delizia, oggi la faccenda del-

mi distoglie da ogni altra cura, e da questo volto,o bella, splendor Sparve Perduto nel tuo amore, dell'amoroso desil'essere io prigioniera derio

al secchio mio Da che i sassi gittasti In tuo insano furore


"

" per

me

come

catena

che mi distrae

^.

da
non

altra cosa. ogni


mi ha confine,

Ma la cortesia tua che

Finza condusse a termine Con queste parole, ilsuo discorso e si accomiat" dal re.

e la regge in piedi, sollecitudinetua che non ha termine, non

(Versi).
Con

Ora, il consigliar perisca. alla tua questa forsennata si appartiene


lascia ch'io ha difetto, bene e il guidar addice alla prudenza questanavicella si bont" che che
non

Ei

le gote in sua temenza pallide via balz" per quel brando, fulgido

Come

dinanzi al vento dell'autunno

tua

non

vien

meno.

son Questa notte,

fuggevolando. primaveril Foglia


Questa " la favola che
di
tocca

del modo amico


e

da te per consiglio. Se tu vedi che venuta licenza perch'io ci" stia bene, dammi ferri afal collare il desiderio mio;
non e se

d'un dagliinganni guardarsi


moine

ci"

potentee dal credere alle

alle

cade

in

fammene acconcio,

cenno,

d'un avversariosoverchiatore. Ora, lagrime sebbene della pazienza, che all'uomo assennato non pu" sfuggire

il piede sotto il lembo ritragga perch'io


amore e

pazienza

l'intendimento, quanto al
" queste favole,
stato

siano nemici fra loro. di significato

i questo, perch"

si nei casi della vita, saggi,

l'un guidino diano fondamento l'altro e conforme a quelle Iddio alle loro opere e ai pensieri. della la grazia con e la copia altissimo,
sua

(Versi).
l'amore o Nakhsheb", Interamente, A pazienza " avverso,
e

di mitezza

Modo Con

non

ha

se

non

esteriore.

tori conoscibont",i credenti tutti f;iccia

come

" mai oh! ([uale parentela Ch'" cor? un tranquillo di tutto ci" che giova alla vita pregran prosente intenderai. Paziente tu amador, [digio accorti del rendali e al suo e fine, si congiunga la religione agl'intenti Il pappagallo da disse : 0 Khogisteh,

Dell'amor
un

delle cose

del mondo

'.

questo,per che
vieni da
me

tu
averne

per

di tempo in tempo mandi doe mi norma,

II. Xakhshebi.

Il LiBi"o
Favola

DEL

Pappagallo.
notte.

di tanto in tanto,non pu" consiglio venirtidanno alcuno,perch" appunto chi


cerca

dell' undecima
a una sua

ne

Il He che invita

il Mare. festa cio" ilsole3,

in alcuna faccenda, guidae norma l'.raliIVutto che ebbe quel ha poiquel


con

all'ari suoi mino, e chi negli

altri si

Quando l'amante del mare,


se e ne

and" all'intimoostellod'Occidente, godette. E


"

Bralimiuo godepoici" che (piel consiglia, domand": Come Khogisteh


fu cotesto?

cio" la luna. astri, quandola belladegli

del

tra "b-r"y,splendor del (1) Giuoco di parole,intraducibile, volto)e ab, acqua. (2) Se pure cos" va inteso quest'ultimo passo. (3) Perch" il sole, tuffandosi nel mare, semlira discendere al paragrafo 59. (4) Vedi il sunto del libro nel capitolo

volto

(allaleti.: acqua

al

suo

amplesso.

360 amuleti Deg'li

APPENDICE

ALLA

POESIA

MORALE

GNOMICA

aiiiicn? E d'iiiiiiidiiarca
^

( Versi).
0

Oli mai la sposa disi" da insano ?

maison Nakhshebi,che tempi


son

questi

" questa un'astuzia ch'egli ha ordita E uccidermi. questoun pretestoche per ha pensatoper discacciarmi. Se no, egli
di
e e

Che

vernili? Est" la gente come Vus"f nella cisterna "^. fu guasto alcuna fu guasto mai ! s"

ilmondo (!)h! se

volta,

quial mare v'" ilcammino d'un mese; in Ire giorni? come "possihile giungervi il mare, con quella si sua come vastit",
menare

In alcun tempo

non

Pi" che in l'et"moderna E il Mare,


settecento

posso far cosa tanto n" posso andar finoal mare. Se il ardita, mi ucciso avr" innocente re un uccider",

pu"

? Io

dopo
di che

aver

chiamato

non

mostri

diversa, col figura


il loro capo, cosi

drago marino
cominci"
a

"

dire: Il re ha elettoun

Rrali-

dato

rancura

ad

un

oppresso che
un

non

ha
non

Ma colpa. dorme
e

il sangue di

innocente

ildolore

lascia imdell'oppresso

mino per farmi invito. II Rrahmino non pu" camminar sul mare, n" pu" venir da tocchi alcun pericolo noi,n" vuoisiche gli resti in colpa di malvagit". e che io, per lui, Va tu ora e digli " Fatti : animo, io ho perch" accolto il tuo invitoe al tuo richiamo .ho dato Con cuor tranquillo risposta. vieniadumiue a questa parte, perch"
tutte
cose

mancahilmente

la traccia di s".

( Versi).
0 Nakhshebi,costume E
cosa rea

d'ingiustizia
amaro

d'assai.Da tosco di miei


come

Opra dolce

uscir

puote?

con poi,

da preziose
".
"

Al fine poi, col tempo, all'oppressore Volgesi dell'oppresso ognidolore. Come

io venga l" da te marino:

farne gio, omagDisse il drago

ilcomando. Ma Andr" ed eseguir"


una

io

sono

bestiagrandedi corporatura,

il Brahmiuo, col capo che stordito strana di forme, alta di statura, vasta di e bbe detto girava, gli questeparole, corpo. Ognun che mi vede, ne resta spaventato, vedeva ilproprio menti'e gi" i anzi cade sensi. terra a e perde sangue sparso dai carnefici, il vento occidentale che " il del mare, messaggiero ad un sue quelle parole le rec" al Mare. pesce, e il pesce Il Mare allora trem" e E
come poi, nessuno

andrei io a

port" all'istante che

ha forza di
mare non

intanto quel luogo, cono Diguardarmi?

che nel del

" altrabestia maggiore

recando la spuma allabocca ^, disse : Non conviene che per mia cagione costui sia ucciso e in lefizio.
"

me

simostri alcuna colpa di main cui si giorni in "

abitami tulli del che gli drago, di che temono mare lui, giorno ingoia ogni di bestie marine, che nel tante migliaia Dicembre, al tempo dell'inverno, egli
ferma d'un tratto il capo suo in una parte e da un'altra parteficcala coda, e la })arte

Oh ! lode a Dio ! Una voltadunque


aveva cura

vi

erano

questaguisad'un Brahmiuo, e la
un'et" in cui d'un dotto nessuno alcun
! pensiero

nostra

si darebbe

dasi mediana del corpo solleva in aria,e scalal caler del sole, onde ciascuno che lo vede, che quellosia s'immagina

(1) Questi

versi

sono

un

poco

oscuri in alcuna desta

loro

parte, e il Ms. Teza


che alcuno

"

guasto.
cose

Vogliono per" esprimere impossibili. (2) Segno


Hand
zum

la

meraviglia che Kosegarten


nel mondo

il vedere

desidera

di corruccio.

Il

intende

diversamente
con

traduce

Filhrte

liie

Mundc, scambiando
la

l-itf pers. spuma,


come

kaf

arab.

mano.

(3) Oggi quando

gente

sta male

di Giacobbe, Y"suf, cio" Giuseppe,figlio

dai fratelli fu

gettato nella cisterna.

APPENDICE

ALLA

POESL\

MOUALE

GNOMICA

301

si getta l'arco celeste'.Quand'egli gi" poi

nelle acque,
mare

non

v'"
esso

del dell'acqua goccia


non

che per

si conuunova,
mare

quandomuore,
hanno molti mesi

gli abitanti del


i

ampio pasto e

pescipassano
carni.

minare,
schiena. che dice
"

scarico della svelto nel muoversi, Disse il Mare: 0 granchio,

adunquela testuggine? Disse::


"

vi

Dice bene. Ma io temo

io sono di derisione, perch"


non

d'esser l" oggetto: bestiache, una

delle sue ciliandosi

(Versi).
0

sulle: occhi mi stanno ha capo, e gli ho sul otto la bocca e e piedi petto, spalle che camminano
traverso.

nel mondo .\aklislicl)i,

son

gi'an cose,

storti e sbilenchi e per " adatto Ilcoccodrillo, piuttosto,


" di fattui'a ravigliosa, meci", perch" egli

E tu le vedi in Ad

ogni regione
e

per tutto il giorno.

La notte sempre

ha molti

nel' " leggiadro piedi,

ognipasso tuo mille prodigi tu se taloraesci di casa Scorgi mondo attorno. A girpel
Disse ilMare
:

ha gran camminare, svelto nel muoversi, Disse denti molti. bocca,lingua lunga, dice che il Mare: 0 coccodrillo, dunque
"

tu dragone,

hai detto
a

il granchio?
"

Disse: Bene

sta. Ma

io

Ora egregiamente.

dimmi

chi sia atto

non

sono

atto

sono perch" questoall'are,

questafaccenda
"

mal quiete, eleggere per vuol tare tratsi faccenda l" non Disse il dragone: fido. Quella Atta a questoaffare. bens" la dolcezza " la con la affaresi " violenza, con essa balena, perch" questo Piuttostola son e io ne e la lealt", privo. grandedi corporatura,bella d'aspetto, d'aver " veloce nel perch" cura, rana nell'andare, muoversi, questa degna graziosa sciolta " " assai, paziente, nel camminare,carnosa di corpo, essa gagliarda gagliarda ed " uno abbondevole in parole, di lingua, 2. la pi"numerosa quantoal prolificare che in terra vivono animali e in di Mare: 0 che dice Disse il balena, quegli dunque il drat!:one? Disse: Eglidice egregia- mare, e ha una testa tonda e occhi splcn-: mente mente : Ma io non so in che modo potrei denti e braccia che si stendono,speditasi siede ed entra nelle case degli andar fin ha e come a quella potrei parlare di ho E non ne teme, n" essi temono uomini, piedi gente. non per camminare, dice che 0 Disse il Mare: modo di vivere lei. rana, non non lingua per parlare, dice bene. Disse: Ma la testugilcoccodrillo? un'ora sola fuor dell'acqua. Egli gine mi apl'incarico I Oh ! la testuggine " proprio perch'io atta a presti Quale " dunque il " tollerar perch" e tempo, a essa faccenda, quale partire? perch" pu" questa di star fuori dell'acqua io m'incammini ? tanto in p pascola " vide che gl'illustri Ma il Mare, come mare quanto in terra. Con questo,essa "
e

chi vuoisi

di iroso,riottoso, sdegnoso

"

"

"

"

forte di corpo, di dorso Disse il Mare 0


"

ampio,ed

"

mite,
"

i celebri non innanzi


rana

volevano

anzi andare,

vano reca-

affabile (?),paziente, riconoscente.


:

e che e artifici indugi

la sola

che dice testuggine, Disse: Dice


sono

in lutto cotesto mostrava


temette
non e

d'aver prontezza, vuoisi che il della parole

la balena? dunque Ma n"


son

mente. egregia-

disse: Non si fididelle

io
a

cenda Rrahmino questafacperch"io rana e non questo incarico,


non

atta

e e parole, giero nacciata. cosi mostrisi degnodella grave peiui miil trovarsi malagevole di religione, " questaun'opera insieme a parlare. Ma il granchio, " lecita " di non atto a questa faccenda,perch" e nelle opere religione piuttosto, Se passano tre giorni ha molti piedi, " leggiadro alcuna negligenza. nel camegli non

lenta

scarsa nell'andare,

di

la riconosca per mio messagnel venire,e. sembri pigro

il viaggio " lungo ed "

(1) Vedi su questo (2) " notevole che


molli errori di

passo tutti

al il capitolo

paragrafo 26.
di in arabo, con sono animali, coi seguenti, " interpolato. bello inutile, e poco

questidiscorsi
0

grammatica.

forse il lungo passo,

362
e

APPENDICE

ALLA

POESIA

MORALE

GNOMICA

ne sventura, a me gli tocca qualche sario verr" segno di vergogna. E dunqueneces-

grave paura. Ilmaree lontanotanto quanto ilcammino d'un mese, e tu glihai concesso

io di tre giorni.Ora, un lo spazio vada, si pu" n'ha dato notizia, vento non me e io temetti stesso, dal Brahrnino, perch" coi piedi non dovess'egli attener Ja andar per hi via deUa religione non promessa altruinon si pu" percorfattaper me, e tu lo trattassi male e ia altruie coi piedi rerla.

che io faccia tutto cotesto

(Versi).
fa iNakhshehi,
tu stesso i doni
e

per un Brahmino cadessi in re disse : Io gli aveva concesso

tui,

Se tu sei della genteaccorta 10 motto Ma


so non

desta.

vo' f;ir altrui, dell'opre

che

che piet" l'opre c'impone,

La gente fa ch'" di

religione.
e

colpa. l" uno spazi" breve di tempo ; ma il disegno mio era dovesse prendersi cura questo che egli nel menarti fosse e maggiore pi" spedito Ma tu hai fatto delta quale cosa e sollecito. far maggiore; nessun'altra potevi e veramente, e puro elemento ^ prezioso per quel
"

IlMare, allora, prese forma d'uomo, se


ne

che " in te, ci" appunto da

te

si poteva

and" alla casa

del Brahnnno

disse:

aspettare.
(Versi).
0

0 Brahrnino,io son
ti hanno oggi quale
come

quello, per
eletlo.
"

invitareil E il Brahrnino,

si avvide che

quelloera

il

Nakhshebi,l'origine cospicua
Inclitosangue migliore. Oh! gloriarsi. queibeato di nascita ingenua, e l'opre sue
"

e cominci" a dire : Mare, cadde a' suoi piedi " mai? che favore Questa che degnazione

cosa D'ogni

Ha di che Ch'"

" che tu mi
entra

luna
oscura

adunque de' corpuscoli ? i E la nell'ostello della pi" l'abitazione si volge verso stella dell'Orsa? Ma da quella
che tu ingenua
! apettarsi
"

hai fatto? Il Sole

Dell'inclita natura Disse il Mare da che


e non
:

hanno alcun segno ! Sebbene io mi


sono sono gognoso ver-

at"'rettato nel venire,pure molto


son

natura

cotesto sei,

appunto
cosi
ne

venuto

a
"

mani

vuote
come

doveva
vennero

E ambedue
re.

alcun dono. ho portato

Ma
ecco

alla obbedienza del

furono trascorsialcuni

Non

vide il Brahmino, disse: Il re, come abbiamo eletto che oggi sei tu quello
"

giorni, che i donatividel Mare giunsero, e in tale (piandella terra non tit",che la superficie

mino Disse il Brahpoteva contenerli e la quarta parte del per invitare il mare? : Cos" ". Sebbene vi fosse uno spazio mondo abitato avrebbe avuto danno se di tre

io,prima che questo tempo giorni,


sono

avesse

mi fosse trascorso,

scioltodalla mia
"

Erano tutte cose portarli. del mare, delle spiagge e prodotti preziose

dovuto

promessa e ho menato con me il Mare. ? Disse 11 re domand" : Dove " egli


"

corallirossi e teriacabruna (?),smeraldi


:

verdi

perle d'ogni genere,

cavalli marini

Fuor della porta.


"

Il re all'istante venne
e

ed

elefanti addomesticati (?),vesti

fuori
scuse,

abbracci" il Mare dicendo


:

fece molle

Tu

ben m'hai

fatto onta
non

e rilegate senqilici, gemme meridionali c orallidelle e sciolte, regioni e dipinte

venendo
era

in cosi gran

mentre fretta, tanta

dei di

necessario mostrar

sollecitudine.
"

corniolecolor di carne "^, e color porli color cidor di melagrana, topazi fegato,

Mare

Disse il Pi" adagiodovevi tu venire. Brahmino hai Tu al fatto : troppo

chiaro

(?),color di porpora, fulgido

raldi sme-

color di
come

melagrana,color d'erba,
color di

grandespavento e

fatto provare troppo

pezzi di sapone, lubini

che si veggono volare in un (1) Le quisquiglie raggio di sole. (2) L'acqua. (3) Cos" il Kosegarlen: Sildkorallvn und Hafenkorallen Il Ms. introvabili per me. almeno o inintelligibili,
.

Teza

ha

due

parole

APPENDICE

ALLA

POESIA

MORALE

GNOMICA

363
dato i diversi
te
".

carne,

coloriliscorpione, come

color di gota di fanciullo, facolt"di ', perle oltre a ci", datteri o bacche d'olivo; delle coste rare e cose preziosi prodotti
come

vatiche seldel re e disse: Ieri ilre m"ha cipolle palazzo dicendo: " Fra scegliere, doni del Mare
uno

scegli per
Voi

mi coi quali Ora, io ho quattrofigli,

son

ambra e muschio odoroso, del mare, alo", uccelli ))arlanti e sandalo di odor soave. Tante dal
cose

dicendo: consigliato,

"

una scegliete

che la facolt" computaporlo, sarebbe rimasta

di quest(" io pure ne quattrocose perch" Il faccia la scelta". primoha sceltol'oro;

tricc della mente

il secondo, il terzo,le vesti; il le gemme; a dietro intellettiva la i cavalli. io non so qual e comprendere, potenza Intanto, quarto, bracciarle. nel voler tutte abmi debba scegliere. Ilise il re a si sarebbe ingannata cosa
"

della finezza e si compiacque parole quelle


Ma il re ricus" tutti
:

quei doni

al Mare

Per noi

non

v'" dono

di della mente e della sagacia giudizio don" le tutte cose. e maggiore lui, per"gli quattro
e

disse

di

della tua venuta, n" della tua presenza.


"

pi" nobile regalo


Il Mare cominci"

(Versi).

il re, per compiacergli, 0 Nakhshebi,sia lode a' sapienti. mai. l'oro; Che opra assennata non si perde accett" quatti'o cose, e la prima era delSe compiealcuna mente ch'" perfetta, la seconda,gemme; la terza, destrieri; Alcuna opera sua, de' versi tuoi la quarta, vesti; indi si volse al fa la forma nitida e corretta "'^. Si Brahmino disse Di ad insistere, e
e
:

cose queste quattro

ti piace?Prendine quale

una!

"

Disse

Ilpappagallo, come

ebbe condotto ilracconto

il Brahmino

Questa notte
Domani
aveva e

pensar fra me. IlBrahmino


con

fino a questo punto,cominci" a dire : mattina sceglier". 0 signora, buona ventura tocc" tutta questa
una scegliete

di vi sai'" agio

Si consigli" figli. quattro

essi

disse: Voi

alBrahmino,e ci"accadde per l'avventurata Anche benedizione del prender consiglio.


con tu, nelle faccende tue,ti consigli me, ed " cosa convincente e chiara cheda questo

io domani di questequattro cose, perch" faccia pure la scelta mia. Allora,il


"

disse: maggiorfiglio sull'oro. riposa


"

tu non Bisognaprender consigliarti tutte

vedrai danno,che anzi,

ilfondamento dellecose l'oro, perch"


Il secondo

in
tua

disse: figlio

breve,ti verr" buon fruttoda questa avvedutezza e da questa tua previdenza-

" felicee il momento l'oroscopo quest'ora, di " fortunato. Levati,e, gioiosa vi sono le gemme, ne viene tant'oroquanto disse: Bisogna tua ventura di cuore, vanne vuoi. Il terzo figlio ne e tranquilla vesti ti le al tuo bello, l'uomo che vesti alla e senza casa prendere perch" congiunga " misero e dispetto; si intenebrati chiari snol dire anche fa tu e e gliocchi tuoi del tuo che gliuomini valgono secondo le vesti lucenticon losplendore dell'aspetto che hanno 2. Il quarto figlio disse: vollecosi fare.Avresti caro. Khogisteh i cavalli, dettoche l'alba stavasi come Bisogna perch", prendere agguati, perch", agli vi sono dest" il v '" si modo di in romor toccare cavalli, e appunto quell'istante, volto suo splenl'albamostr" il del giorno, cosa. dente godere d'ogni Alla mattina, il Brahmino si rese al fu di l'andar e Khogisteh impedito.

le gemme, perch", come Bisogna prendere

In

"

"

"

(1) Ovvero,
rubini.

secondo

un'altra

del villaggio di Pey"zek,dove interpretazione:

si

vano sca-

tedesca

(2j Quest'ultimoinciso,necessario,non " nel Ms. Teza. Suppliscocon la traduzione si del Kosegarten. Veggasi, per confronto, il proverbio russo: Le persone vestile e si licenziano come sono accolgono come parlano ". dicesse: Se tu, o Nakhshebi, adoperi senno se e (3) Come ingegno, i versi tuoi riescono perfetti.
"

;5()'l

AI'l'KNDlCl':

ALLA

POI' ":SLV

MOKALK

()

GNOMICA

(Versi).
notte ella andar volle Naklisliebi, questa

suo:

ha fatto una li falegname


mostrato

immagine
valentia.Io

di

legnoe ha
mostrer"

la sua
e

Appo il sno
Alto
sonai'

bello ohe
di
sna

orecchi, collo, gli perii j)erle braccia le li attorno e per a questa gambe e pori'" nel suo cammino, Ma l'albala iinpedia la bellezza. se ne accresca immagineperch" rji'"nnii avversi agli amanti e il gallo e il Com'ebbe adunque gii apprestato [giorno. li pose attorno alla immagine. ornamenti, Alla terza vigilia, la volta quando venne III. (j"dii-i. si dest". Vide una donna del sartore,egli
bellezza il nome. per
"

gi"le' dintorno

pure

la mia

far" ornamcuti

Il Lii"ro
DI

Pappagallo, i. Nakhsmebi, rifatto


del

estremamente

bella e di

[liaccvole figura,

fornita di

nuda.
Favola
an

[u orefice, un qiiinla. fa"etj""anie,

tutta ornamenti,ma eleganti cuci all'istante, leggiadre Eglidunque,

sarto,ari

nionaco

ami

(loiina di

"efp"o.
Come
il sole fu disceso all'Occidentee

vesti da sposa e vestitele attorno alla immagine, ne accrebbe la bellezza.fu la volta del nionaco, Alla quartavigilia ed
si egli

lev" per far la

Vide guardia. pure,

la luna fu salita dall'Oriente, che toccava Kbogisteh, quella figura

il cuore;

per domandar

si rec" presso il licenza, disse: e Questa notte dammi pappagallo

fece le abluzioni di rito e disse le preegli ghiere e compi ogni altro suo dovere. io me il permesso percli" 0 fece questa preghiera: vada dall'amante ne egli Appresso, Il pappagallo mio. d " l'anima disse: 0 a questa figura! Signore,
" "

tutte le sere io te ne do il persignora, messo, porcile dunque te ne stai? Temo che d'improvviso giunga il tuo sposo e

raninia entr" nellafigura, In quciristante, ed essa,


a come essere

umano,

incominci"

far

parole.
poi la
notte

la faccenda tua

vada

come
"

la storia di

Come

fu assai tarda

il

colali mand": sole si lev", tutti e quattro (pie' doquelle quattro persone. Khogisteli La storiadi quelle di s'innamorarono e s'invaghirono quella quattropersone era? il paIo sono Disse il falegname: come figura. drone di mio l'ho di questadonna, perch" disse: Una volta, Il pappagallo un fice, oree per" io voglio e fatta, un sposaiia. sarto, un nionaco, un tagliata falegname, insieme. Una notte si Disse l'orefice: facevano viaggio Questa fanciullami si attorno gli io le ho posto in un fermarono luogodeserto e dissero conviene,perch"
"

fra loro :

Questa

notte staremo

in

deserto e
;

Siamo in t'areni la guardia.


una

questo tro quat-

ornamenti. donna

"

Disse il sartore:

Questa

facciam ciascuno
"

della vigilia

nuda, ed
e

" possesso mio, perch" era essa io per lei ho cucito alcune vesti vestite.
una
"

notte.

Tutti approvarono

questa proposta.
a

ho gliele
era

Disse

il

nionaco

Alla la

cominci" primavigilia,

far

e per scacciare il guardiail falegname,

sonno

gine immaprese una scure e fece una di legno. Alla seconda vigilia, come

immaginedi legno,che mie, e per"io preghiere sposarla. voglio


Costei ebbe vita per le

Insomma, la loro
finch"
un e

lite and"

in

lungo

ed tocc" il turno all'orefice

vide quella egli


aveva oro cuor

in talegiunse

e quelli ipiel luogo

immaginedi
nessun

legnoche

non

altro ornamento,

disse in

Ma quello pregarono di definir la lite. l'uomo, della il veduto volto com'ebbe

favola di questo tardo e inetto scrittore clie una una eccezione, dando (1)Facciamo libro lungamente ha fatto Ma perch" il suo la cronologia. qui " fuor di posto secondo dimenticare e quello di Nakhshel)i, cos", anche per farne quasi perdere l'originale,
conoscere

l'arte

diversa, abbiamo

creduto

di

poter fare questa eccezione.

APPENDICK

ALLA

POESL\

MORALE

GNOMICA

sor" s"

detta donna, disse: via dallacasa


"

Questa"
me

mia

moglie!

e e

di quell'albero ti prenda con guisa dall'amante

voi l'avete condotta Voi l'avete sedotta,

tu

restisvergognataper il tuo amante.


e va e

mia

da

l'avete separata. Levali


s" i quattro,
tuo !
"

dall'innamoi'ato
lora al-

Per"

con pi'esi (|nciruomo,

volle andare, ma Khogisteh

Come il dinanzi al governatore. ebbe veduto ilviso delladonna, governatore


li men"

appunto il
rimami rsi.

gallo cant",i

l'aurora segnidel-

si mostrarono, e

dov" Khogisteh

di mio disse: Costei e la moglie Mio fratelloaveva donna


come

fratello.
s"

menato

con

questa
IV.

compagna

di

viaggio ; voi
"

V"iz. Hiisejii Libro:


del

l'avete ucciso e preso la donna con voi. s" il governatore, presi con Appresso,
li trasse dinanzi al tuttique' tali,
ma

Dal

; giudice

CiLi Splendori
I Favola
.

Canoim.

alla il giudice, riguardato quand'ebbe

disse : Chi sietevoi ? " molto tempo donna, che io


cerco

del (jiardiii"ere e dell' usinnuolo.


un aveva giardiniere e un un

questa donna!
e

questauna

Raccontano che bello e giardino

mia schiava che mi ha rubato molti denari


e e

ameno

verziere pi"

Ora,le robe mie poifuggi. ! i miei denari dove sono? Rispondete


molte robe Come

fresco dei roseti dell'lrem ^. L'aria n'era simile all'aria di primavera e la fragranza, esilar-ante lo delle spirito,
sue

questa lite e questa

contesa

davano an-

erbe odorose

molto per le lunghe, e troppo tardi andavano a finire, e molta gente s'era
in quella folla e in affollata per vedere, turba trovavasi anche un vecchio, quella

l'intimodell'anima: profumava

{Strofa).
Rosaio Piene le Cantar di giovinezza qualgiardin ; d i vita. sue d'acqua desta l'ebbrezza suo d'ogni augel
rose

disse : Questa contesa il quale


esser

non una

pu"
certa
e

definita dall'uomo. Ora, in


un

E l'aer fragrante all'abbandono invita. e antico, grande di quell'albei'o si ", in arabo,l'Albero nome In un angolo di questosuo giardino era delle sentenze. che Ogni questione del rosaio pi" fresco del germoglio un suolsi non pu" essere definitadall'uonm, alto dei dell'albero rami e piacere pi" e da quell'albero portaredinanzi a quell'albero della vita. Ogni mattina fioriva su quel dice di chi v'" citt",

albero

il

esce

una

voce

che

"

rosaio

una

rosa

la ragione e di chi son


e

falsele

le

si
naron

mini parole. Insomma,quei sette uosotto quell'albero recarono e me"

pretensioni dellevaghe fanciulle dei cuori, ingannatrici


loro stato simile al volto di queste fanciulledal candido E il petto odorante di gelsomini. incominciando il giuoco di giardiniere, andava amore con rosa fiorente, quella dicendo
:

simile colorita,

alla

gota

seco

anche la donna
a

tutto

esposero dinanzi
iltronco
si

lora, Alquell'albero. donna a fend",e quella dall'albero litorna alla

corsa e

si cacci" nella fenditura del tronco

(Versi).
Non
so

spari ; venne
!
"

poi una
se

voce ne

che diceva:
sua origine

Ogni cosa

davver che dicasi la

rosa

E i sette amanti scornati.

donna
li

ne

rimasero

se gli suoi, usignuoli, petali di quella iMiseri! adduce a sospirar la rosa 2.

Sotto ai

ilgiardiniere, ebbe finito questo Un giorno secondo il suo come pappagallo, la rosa. : 0 racconto,disse a Khogisteh signora, consueto, si rec" a contemplar che ritorni Vide che lo tuo temo stropicgemente all'improvviso un usignuolo sposo

(1) Giardino
(2)
Allusione

favoloso alla nota

gi" stato piantato dal re Shedd"d, Corano 89, favola degli amori degliusignuoli per le rose.

6.

366

APPENDICE

ALLA

POESIA

MORALE

GNOMICA

ciava ilcapocentroi
una

di essa pelali

cava stac-

col becco acuto, dall'altra, colorite. foglie

cuciture delle sue

(Vrrsi).
Ebbio diventa
La rosa,
e

ramente
le
carcere.

qua di un

l",ti

stii a

l'angolo nelpiangere

il Io,sopiiortando

dolore della

fanno l'afe gustamlo separazione

della lontananza, nell'ostello della da lagner" solo.

mi mia tristezza

tosto

die l'usignuol d i cadongli mano

mira

(Versi).
se iniziodel tuo Piangi, usignuol, amore

Di

sua

gi" scioltalibert"le briglie.


In viste disperse le foglie giardiniere,

Il

me

si sta, che siam ufficio "

della rosa,

turbata il mano ruppe con dellapazienza e sospese il lembo guinzaglio


del
cuor suo

E nostro

amanti, tapini di dolore'. pianger


Partiti da cotesta
rosa, fui

disse : L'usignuolo di

alla spina pungente del

ruccio. cor-

e pensa ch'io, intenzione, per questa parte

Ma, al giorno appresso, la


cosa avvenne e

stessa

dell'aver dispersa una colpa

della rosa

il dolore per la dispersion Ma tu che hai lacerato un imprigionato. sar" la Ina sorte ! cuore, pensa quale ( Verso).

{Strofa).
Sovra l'altraferitaalti'a ne aperse.
Al terzo ai giorno, Onesto

cielche si

volge sopra noi,


e

del becco dell'iisicolpi

conosce Computando

iluiale e il bene.

giinolo,
( Verso).
le rose, rimanean Sparse le

A chi ben fa,verr" del ben A chi mal f"', toccano danni

dipoi;
e

pene.

spine.

essendo entrato Per tale usignuolo

Poich" queste parole ebbero forza nel del giardiniere, fece liberol'usignuolo l'animocuore nelegli
in sciolsela lingua L'usignuolo

del giardiniere un gran corruccio,

egli pose sul sentiero di lui


e con

un

libert"e disse: Poich" tu mi hai beneficato, gannatore, laccio in-

secondo quella sentenza : " Vi " forse presolo d el del benef"cio nel di una gabbia. ricompensa benejicio lo imprigion" carcere fuori 2 slesso? " conviene che io pure te ne di conforto, un come L'usignuolo, privo che a pie dell'albero 0 sotto sciolse la lingua e disse: compensi. Sappi pappagallo tu stai," sepolto m'hai tu fatto al quale un vaso signore, pieno per qualragione d'oro. Prendilo dotto inil sogno. biti sei tuo e e per qual cagione speinlilo prigioniero? per l'escadelle frodi,
"

punirmi?Se hai fatto ci" per udire


nido sta nel tuo
ziere. vere

"

Il

scav" giardiniere

in

quel
tu

il canto mio, il mio

trov" luogo,

vera

la

parola dell'usignuolo
e non

l'ostello de' miei concenti Ognimattina, del tuo giardino. " l'angolo Ma se altra ti sei fittain capo, dammi notizia di ci" che " nellatua mente. Disse
cosa
"

che disse:0 usignuolo, " meraviglia


un un vaso

vegga veduto
"

d'oro sotterra

abbia

laccio appena sotto la

polvei'e!

disse : Non L'usignuolo

hai saputo che

il giardiniere: Non sai che hai tu fatto alla mia fortuna? E

{Sentenza in arabo).
Se discende il deslin, rana
"

quantevolte mi hai alllitto

i)niden:.a?
la sorte!

dalla mia dolce amica? (-usa separandomi varsi adunquedegna di tal fatto beu pu" trovia di punizione, in una tu, perch"
tua e dalla tua (erra, casa sollazzi da' tuoi e dall'andarlibeimpedito

( Verso).
Non

pu" ilmoi'talcontender

con

lontano dalla

il(bastinodi Alhu'quando

Dio

all'occhiodell'avvedutezza non

precipita, resta pi"

(1) Questi versi in Sentenza (:2)

sono

di

H"f"z, t", 39.


del

arabo

Corano, 55, 60.

368 Via Tua


non

APPENDICE

ALLA

POESL\

MOKALE

GNOMICA

tur

dallo stalo la
tuo serto

propizia
e

antichi re solevano mandare


il

in ambasceria
-

vista, e del
e

di fortuna,

i maggiori e Iskender il cornuto sapienti,


ne era

Del Irono

del poter, buon frutto aduna.

primo, egli, che, mutatosi di


alla
sua

Se ilre vede che ci" siabuon

andava vesti, consii;lio,


e

ambasceria in persona

inandi

me

in ambasceria
uoum

presso

eie gli

soleva dire :

fanti e, scelto un

mi fidato, (juesto

(Versi).
Gli eroi che de' leoni Recano da s" slessii lor
vanno

faccia compagno
tutto ci" che far"
"

di
e

viaggio, perch"egli
e

dir", e vegga
non

in

ascolti.
e non

caccia,

Il re

disse: Noi

abbiamo

messaggi.
al mandare
:

avrem

mai alcun dubbio

intorno alla tua

un

grande, quanto

basciatori, am-

allatua fede, allatua giustizia, l'ettitudine, alla tua


e io assai ho veduto piet", delle opere e delle parole tue. e

cosi raccomandava

udito

(Versi).
Vuoisi che il messaggier sia sapiente, Animoso e valente in dir parole. Renda
'

(Versi).
fiate il conio tue (piante Uell'opre Ho messo la pietra a prova, e c(ni nera

per ognicosa onde altriil chiede. acconcia e di tal guisabella, Risposta Che
con

D'attento esame Ilo rinvenuta


Con

la moneta

tua

rette/.za sia

d'intento e
e

d'opra.

inganno scevra! d'ogni

Eglisuo incarco manifesti


In

dica

buoni
e

auspici adunqueconviene
in opera tutto ci" che "
niente pi" conve-

che ([nella foggia

si vuol de' grandi


sono quanti e

andare

Uall'accoltaassemblea. Deh !

mettere

Un mondo intero scompigliar, pi"genti al presente; e tu ben sai che basciatore l'amMisero a morte ! Un altro i fondamenti d'un re ne " anche la lingua, e fra due nemici D'amicizia gitt" che chiunque il titolo conoscere voglia Con parole del core allettatrici. della mente sua e l'interprete dell'epistola dell'intimo del
suo

il meglioin rpiesta occasione e

Quei che gi"per loquela aspra

superba

cuore,

pu" saper
esso

testo co-

dalle parole sciatore e dalle opere dell'amba(li lui. Perch"


se

Behr"z disse : 0 re, anche se in me per il caso " alcuna esperienza delle presente della scienza quanto all'ambasceria, leggi pure,
se

in

si mostra
se

o qualche e virt", pregio qualche

si fa

il re difensor del mondo, facendomi


sua

vedere da lui qualche atto


0

degno di approvazione,
altri lodevole,

di dallo sciigno grazia,

sapienza
di
siderandole con-

qualche opera

nel filo della infilaalcune perle |"reziose


sua, io,fattomi ornamento previdenza e (|uelh! jierle per il tempo presente
come mene e come

subito
e

ne

argomenta la bont" della scelta


re.

del la perfetta sapienza da smemorato

se
o

alcun

errore

si manifesta

(pial-

abbellimento da

gloriai'-

cliesua
messasi
e

la lingua dei maligni, negligenza,

l'iccbezza di valermene, in

in moto, trova materia di biasimo decliner" tutto ci" che far" e compir", non mai di lui la medesima di maldicenza. Ora i saggi, da e con legge (jnella per (piesto

capo, molto hanno laccomandalo e hanno infinita nel dire che, mostrato sollecitudine
se

di operare regola

condurr"
:

termine

ognifaccenda.

"

Disse il l'c

0 Ik'hr"z,
sono legato

alcuno maiula

un

ambasciatore in alcun
esso

le regole dell'ambasceria e i modi migliori

che bisogna luogo,

sia il pi" sapiente

pi"eccellenti dell'andarcome
una

nel lare, della gente sua, il pi"eloquente parnelle opere; anzi,gli il pi" integro

cio" che la jiunia della lingua come questi,


con spadarilucente venga all'opera

l'oro. clie gli orefici adoperano nel provar (1) La pietranera (2) Ales.saridro Magno. V. il capitolodella poesia romanzesca.

AI'PKNDIC.K

ALLA

POESIA

MORALE

GNOMICA

369

impetoe

veemenza,

ma

che la i!;eiiima aspett" con lo splendore

finch" la notte, vepazienza stita

dolcezza e della affabilit" (Iella e splenda brilli allasua


e che superficie e

della benevolenza scintilli dalle


sue

dellaumanit" rilucae discorso parti. D'og-ni faccia intendere l'ambasciatore

Abb"ssidi i, dinanzi degli alla magione del cielo azzurro cal" ilvelo delle tenebre. Dopo alcun tempo,

dell'ammanto

poiche nell'esordiosuo
con

vuoisi che la chiusa si termini durezza, dolcezza e mitezza ; del principio


con suo e se

deposecon della mensa superficie lance della cielo, luna. l'argentea


pompa, sulla

lo scalco del destino

gran

del

al

dire, per il molto


Come Odorosi di

(Versi).
sciolsela sera
i riccisuoi

zelo,comincia

nel terrificanti, parole serenit"e con discorso,


un

del suo riepilogo


e con l'amicizia,

ecco muschio,

la luna
e

termini con confidenza,


una

motto

che desti che tocchi

Sul terrazzo montar In

sentenza

pomposa

bella.

il cuore.

(piel tempo che

il disco della luna

[Versi).
il seme La dolcezza del dir dell'odio

si avvicinavaal cerchio del meridiano, e i raggi del minor luminare ^ si diffondevano per tutti i lembi dello strato bruno della terra cielo, quandola superficie fu rischiaratadalla bellezza, adornatrice del mondo, di quella lucerna della stanza dei del

Via si portadal petto, e amica lingua Via dal ciglio si portaognicorruccio.

Insomma, vuoisi che il discorso dell'amliasciatore sia fondato sulleleggi della dolcezza della severit", dello sdegno e della mitezza, dell'amore e del rigore,
e

3, Behr"z si volse verso la poverelli elefanti alla loro degli regione e, giunto

dimora, fece questo pensiero, dicendo:

io ho questi oltraggiosi, modi del ai timore lavita serrare c'" e di e dell'aprire, sempre pericolo morte ; per del prendere e del dare,del separare e e sebbene da parteloro nulla ancora non del congiungere, del fare e del distrug- si tenti contro di me, pure, alla fine, un cosimostri d'aver avuto egli gere, affinch" da tutte parti alla dignit" del re riguardo
e

dellagiustizia e dellaopposizione, e guardi In vicinanza di

assennato pensiero

richiede che

non

si

deve andar vicino a

violenti e orgoquesti gliosi,


estrema quella

alla maest" del

puto e d'aver risaprincipe


e

perch"essi,con

qualsia

l'intentodei nemici
mente.

il

segretodella loro
" come
cercar

Ma

il porger
una

loro superbia e alterigia, hanno alcun non ai poveri e agli e se riguardo oppressi, anche millemeschini restassero
sotto
senza

ad un saggio consigli quantoad di avere si " avuto.

sceria, amba-

ci" che

gi"

le lor piote tiranne, nessun

capo bruscolo

di
a

(Versi

in

arabo).

da questo sentiero si verrebbe polvere sul voltodellaloro soperchieria *. posare

Se alcun saggioinvierai, .\iun consiglio lidarai.

(Versi).
Di nostro stato tristo e miserello

Hehr"z allora, in atto la legge Muore ponendo usci dal palazzo del re e dell'obbedienza,

una

pensiero? ^ venticello lampa,e l'agii Oual n'ha pensiero?

Ouale hai

vesti brune. (1) Che avevano (2) La luna. (3) La luna, che fa da lucerna ai poveri. (4) Vuol dire che non ne avrebbero alcun rimorso o nella polvere che d" noia al viso dei viandanti. (5) Che l'ha spenta.
24
"

fastidio. Il rimorso

"

qui

gurato raffi-

Pizzi,Storia

della

poesia persiana, voi. II.

370

APPENDICE

ALLA

POESIA

MOllALK

GNOMICA

che " duiii|iu' inii^lior consiglio

io

ineii

Loco al desio della vendetta.Intanto

alta la sella, un'altura e che di lontano gridi Che al tuo destriero poni vada solili! di in Godi cadr" tanto' che ho e non il messaggio ; e se esso spronar veloce 3, Che tal favor non durer" per sempre. il desiderio! i. ecco d'accettazione, luogo Se
su

mia non far" ctTetto poir incantagione incolume almeno ne riporter" di quelli, al Salito pertantosoiira un'altura,

Via dal tuo

improvviso ti passer" lo scudo Ogni splendor,


al fine jioi Del destin la saetta, Diverso fia tuo stato in
su

capo si torr"

la vita.
re

la terra,

elefantimand" degli
e.

una

voce

da lontano

Quando lo star quaggi"ti sar" tolto.


tua folliadi crederti Ora, per ipiesta

disse: Io
non

sono

l'ambaseiator della luna.

Ora,

per tutto all'ambasciatore altro

alcuna nell'ambasciatore colpa allealtrefiere e di contar sulla superiore dice e ascolta, ci" ch'egli perch" tua forza sul tuo vicino ornai al e vigore, fuor del
"
non

tocca

suo 2. Il discorso mio, anche messaggio " arrivato a taltermine che tisei negozio conveniente e aspro, bisogna non se parr" voltocontro la mia fontana e l" hai menato che sia ascoltato, perch"io,in tutto ci" il tuo anzi, esercito, estrema, per stoltezza che la luna m'ha affidato per messaggio, hai torbide E sai rese non quelle acque. arbitrio alcuno sia nelnon posso usare tu forse che se l'aquila, volatrice, rapida sia nel diminuirlo. E tu ben l'accrescerlo, a volo su fonte,la folgore ipiella passa misuratrice del mondo "

suo

a tal punto fine,

"

l'aftare e il giunto

sai che la luna del

del mercato la regina del


re

della notte
se e

vicario

Che giorno. da lei


ilsuo
scure

qualcuno pensa
non

della invidia le brucia penne e ale? e che, se l'occhiodel Toro* per i campi del firmamento

diversamente

ascolta

guardain

esso

con

pupilla

con

orecchio assennato si avr" dato della alla rovina Il re


sua

costui messaggio, rato nel piede e lavo"

l'astato Arturo troppolibera,


con quella pupilla

glitrapassa

di lancia? violentocolpo

mano. propria uscito dal luogo suo elefanti, degli


:

di

(Versi).
a

Il Devo che

domand" parole, quelle

(Ihe " il significato


"

Behr"z di questo messaggio? disse: Dice la luna: " Chiunque per la la forza e il potere si crede da deboli
e

che L'augel Dalla terra Se


non e

giunge,abbassa ilcapo; ipii vola qui,perde sue penne.


dal ciel fuori
suo non

esce.

si fa

pi" dei il che vigore arroganteper

per v"nia del

sommo

duce^.
adduce
^

Il cerchio che le bestie attorno

Ora io, ha, per la veemenza, "gli per bont" estrema, t'ho creduto per la potenzae vuol calpestare e gli degnodi quest'ambasceria per ammonirti. per la soperchieria, E fare lasciinteramente inferioricon la violenza e l'oppressione,per", se tu questoafa dietro da questa rende manifesta per tal forma l'abbiettezza e ti ritraggi specie S(" io bene s" d'insolenza sta. stessa sue no, tua, sua e per queste qualit" gittasi per
stesso

nel baratro della rovina

".

verr"

in persona

te in

uccider" pianti

miseramente,

l"he se

poihai alcun dubbio

(Versi).
Non La
rea

nel tuo gittar


semeuza,
non

seno

dell'orgoglio
core

vieniairistante. intornoa questomessaggio, io nella son acciocch" fontana, presente perch"


tu

dar nel tuo

mi

veiiga

con

la veduta degli

(1) Ecco il desiderio soddisfatto! Proverbio (2) Passo in arabo del Corano, 24, 53. (3) Non desiderar di pi". (4) L'occhio nella costellazione del Toro. (5) Cio" tolto il caso che Dio lo voglia, (G) Lo zodiaco.

in arabo.

APPENDICE

ALLA

POESL\

MORALE

GNOMICA

371

"

Perch" egli agitasse. grid": 0 ambasciator della luna! forse perch" ho dintorni. la immerso elefanti venne la luna nieraviii:lia Al re degli proboscide nell'acqua, si alla muove? Behr"z disse venuto Certamente tal ! : perch" e gli, ; messaggio per della T'at"'retta fare adorazione vide si a essa fontana, l'immagine nell'acqua perch" disse: 0 signore, quieti. L'elefante fece adorazione ed luna. Behr"z allora gli ilcomando ed accett" che d'allora lavatiilviso e fa un esegui attingi poco d'acqua, in poi non sarebbe pi" venuto in quel nuta veadorazi"ne.Forse avverr" che la luna, avrebbe di n" contenta resti elefanti menato te. misericordia, a luogo pi" gli la proboscide, nei dintorni della fontana. Behr"z allora L'elefante allung" e la notizia al re e le lepri si rasdella ilmovimento venne ne come proboscide port" occhi tuoi e iliavvenire
non

abiti nei suoi

che la binasi

"

"

e per nell'acqua

essa

vi si fece alcun turbamento, sicui'arono, fu da e cos", per tale astuzia, loro allontanata cos" orando sventui'a.

fece parere all'elefante l'acqua

C. ALTRI

SCRITTORI

DI

FAVOLE

DI

RACCONTI

I.

Q"li"s, i)i'iiici|)e Zi}"dila.


Il Libro
di

che " tramandata dai maggiori ". Non

tarti van-

adunquemai
chiaro
un

del

nome

che hai avuto

Qabus.

dai tuoi antenati, perch"ci" che rende


nome,

si " ilfruttod'un merito

['rinvi pioileicapo sesto ^.

tutto

della persona, onde il nome proprio sar" che quello poi chiamato tisarai acquistato co' tuoi
esser

che che quelli u tiglio, Sappi,


avuto

non

hanno

tuo

vero

educazione

sono

una

gente inutile.
grossezza,
non

di tal guisa talenti, che,in

essi allapianta del Mogl"l"n-, luogodi Somigliano

semplicemente sapiente.
zione, educa-

che, sebbene abbia


d" ombra
u"
a

certa

ti s'indicher" Ahmed, Muhammed, Giafar,

alcuna

non

altri n" agli giova

col nome L'uomo

di di maestro,di savio,
nato

s" stessa.
senza

nobilmente, ma

senza

Ora, la gente di nascitanobile, ma


di una educazione, pu" anche godere stima che viene dalla nascita; ma mai la sorte nascimento di

certa

merita punto la tua stima, non ma della nascita illustre colui che al pregio
" degno dell'educazione, quello congiunge

che " ha n"

queltale che

non

nobile n"

educazione ? Chi

dell'amicizia non tua, e tu mettiticon lui, costui lasciarlo " tale che " punto,perch"

utileal genere umano. " d'alto nascimento, deve non adunipie di che la parola " il pi"prezioso studiarsi nobilt" una sua d'acquistare Sappi pria protutti i doni. Dio, nel far dell'uomo la pi" di ({uella che viene che " ben migliore delle sue creature,l'ha sollevato antenati. detto: "La Per" hanno dagli perfetta diecifaaltrianimali concedendogli colt", " quella nobilt" vera che s'acquista con sugli interiori. esteriori, e con non l'educazione, l'ingegno cinque cinque quella

(1) Non
di tradurre Per"
non

avendo

potuto

avere

il testo del

dalla traduzione

francese

quest'opera,abliiam dovuto accontentarci Querry [Le Cabous Nume, Paris,Leroux, 1886).


di

precisionedella traduzione quanto al testo. Si veggano al le ragioniperch" abbiam paragrafo 79 del presente capitolo posto tra i libri di racconti anche il Libro di Q"b"s. Vedi anche la prefazionemia quanto a questa traduzione rispondiamo
della
non

stata

fatta sul

testo.

(2) Albero

spinoso senza

foglie.

372 Le interiori sono

APPENDICE

ALLA

POESL\

MORALE

GNOMICA

la memoria, ilpensiero,

Non

i ritrovicattivi e fuggi frequentare

i compagni dati Guaril giudizio, e male allevati. malvagi l'immaginazione, illingaaggio; la da mancamento a questopropole cinquefacolt"esteriorisono l'ndito, ogni sito in fa di tali ilgusto, iltatto. Fra queesser e che, luoghi l'odorato, vista, sempre ste vi ti altro debba tu alcune che state non facolt"sono se ((ualcun ritrova, pure sono

accordate

nore; miin grado ma animali, agli il " l'uomo veramente signore perci"

Ridomanda arrossirne. collocatoin modo Non altripoinon gli

iltuo l"dove l'avrai

delle altre creature. sforzati di di questo vero avvezzatia render bello il tuo linguaggio, Persuaso
,

che tu possa ritrovarlo. del male degli altriacciocch" godere di ci" che di si rallegrino

non

se parlare

non

con

la lingua eleganza,
e

ceverne tristoti pu" accadere. Fa ilbene per ridolcezza Parla se non con poi.

tua

non

sar" che

Per" hanno detto : pensiero. alcuno lo cerca


con parla
".

del tuo l'interprete " Quanto pi" tanto pi"altri eleganza, che parlar

vuoi udire di te altro che buone


non

parole;
sterile

gittarsemenza
non cura

in

un

terreno

che

alcuna sopra tutto di


non a

non prenderti possa fruttificare; Intendo con ci" che inutile. a un

Guarda

far del bene


semenza

perch", proposito, per quanto ben detto siafuor ove esso possa essere un discorso,
di sembra proposito,
avere

alcun difetto. che

Preferisci ilsilenzio a

discorso quel

pu"

menar

inutili non

scandalo ; e i discorsi qualche che dannosi. possono essere

" quanto gittar ingrato, perdita; all'opposto, che ne il tuo per quelli non risparmiare a fare il bene, perch" son degni. Insegna il detto: In hanno " verit", l'inscgnai'e che bene " anche un farlo ". Sappi ancora
con

tutta

fare il bene faccia sono


non

raccomandar

che altri lo

" buon
che
non e

astenersi da parole consiglio savio o un pensiero esprimono

due azionisorelleeli"'la sorte del bene che tu

pu" disgiungere.
Non ti rincresca mai

felice; i savi hanno


al vino che la salute.
ora

paragonato la rola pad" l'ebbrezza, ora

in questa vita medesima, avrai fatto, perch", tu avrai o il premio o la pena delle

dato dimanmai senza esserne parlai' da ogni discorso sguaiato e e astienti dir inutile.E se alcuno t'interroga, non Non

opere buone e delle opere cattive innanzi che tu abbandoni questaterra. Pensa che tacemlo il bene tu

nello stesso proverai di sia anche vero. Non dare a quella nulla che non tempo una contentezza eguale fai ilbene. Se, nell'opinione che altri te ne preghi, colui al quale senza alcun consiglio male contro qualcuno, tu per" che voglion di aver fatto dal darne a tutti quelli e fuggi sentialcun che i loro nessiui soltanto ne non dispiacere, ciono. piacconsigli timento, penseguire cevuto ha ritale non intendi che (pici alcuno in pubblico. Non consigliare alcuna offesa, dato in veramente, perch", Per" hanno detto: " Un consiglio il male fare si in senza " come un pu" provarne e, ogni non rimprovero pubblico
caso, "

quantouna

fligge umiliazione che s'inNon


nare a far torprovarti

alcun rimorso, come


bene
senza averne vero dun((ue

ad altri ".

pu" fare il Egli " gioia. qualche


non

si

sul drittocammino
non nell'errore, perch"

che quelli

tu

vedi

che in questo mondo

siamo

si pu" raddrizzare

albero storto, e ogni


essere con

i rami stortinon
con

raddrizzatiche

sono posl'accetta e

secondo le opere nostre, trattati primache s'apra per noi la vita eterna. La verit"che
e chiunque pu" negai'si, pensa ha fattonel viver al bene o al maleeh'egli Del resto, io potrei suo, mi dar" ragione.

io

non dico,

la pialla. Allo stesso modo che tu


non

tleviessere

avaro avaro sono

di

buone, parole

non

devi

essere

delle ricchezze, perch"gliuomini dai donativiche dai bei pi" attirati

darne anche le prove. Perci",non perder bene tu alcuna occasione di fare tutto quel che

discorsi.

verr",nel un fare, giorno perch" puoi il frutto. tu ne raccoglierai (piale

APPKNDIGE

ALLA

POESIA

MORALE

GNOMICA

373
la mia

{Racconto).
Ho udito che al tempo del calitYato di
un

disse: quale vivo?

sar" signore, qual

se ricompensa
"

io ti riconduco Felli ancor

aveva Mutavekkili,questo principe

Califfo.
"

di paggio

nome

Felliricco di pregi e bene lo


amava come un

rinvenuto

denari 2, rispose il Cinquemila E io, il barcaiuolo, l'ho rispose di Non domando vita. pieno

allevato. Mutavekkil
suo

anzi figlio,

glisoleva alfulare i suoi


Fetli, perch" giorno
mano

altro tempo che ilnecessario per menar la io lo condurr" dinanzi te. e a barca, poi qui, Come ilbarcaiuolo fu di
liffo ilCaritorno,

stessifigliuoli. Ma un voleva

il nuoto, si die in imparare

la somma gli consegn"

comand" al suo nel dovevangli, la met" di ci" che era nella sua cassetta Feth,allora, insegnarquell'arte. Tigri, assaie non ancora che si desse da manordin" poi er:i giovane aveva giare stato privata; acquitutti credeva Feth certa destrezza, stato ch'egli come a esser quelli ma, abbastanza dell'et." valente. disse sette giorni cibo. 0 signore, senza sua, credevasi Per" un giorno si rec" tutto solo sulle allora il paggio, io ho mangiato. Disse del fiume e si gett" nella corrente il Calitfo : Ti sei tu forse nutrito con sponde ed Disse: No verache. essendo impetuosa, lo strascin"; del Tigri? mente! raci|ua che il inutile stere, resiMa per tutta questa settimana, era a egli, accorgendosi si lasci" andare al corso delleacque ho visto un tagliere che ciascun giorno, onde ben tosto fu perduto di vista.TrasIo allorafaceva portato discendeva a fiord'acqua. cos" dalla corrente sforzo per raggiungerlo e ne deva prenper qualche ogni due A vedere alla fine tre cavit" 0 una tempo, pot" pani. questo soccorso io devo lavila.Ciascuno di questi stata fattadalle acque, perch" facendo insperato egli, cio": " MuhaniDisse a ripararvisi. sforzi, disperati panirecava un'impronta, giunse allora: Avverr." ci" che a Dio piace. med figlio di Hasan, calzolaio". Intanto,
" "

di certi barcaiuoli che

promessa, anzi ministro di dargli ancora

almeno, ho salva la vita.


"

(losi

Mutavekkil, allora,fece bandire per


tutta

stette sette

interi. giorni
a

lacitt"che

queltaleche ognigiorno

Quando
si

Mutavekkil fu tlatanotiziadel

abbandonava
conoscere e

dovesse farsi al fiume i pani, del Califfo venir nel cospetto

fattoe delloscomparir del suo

paggio, egli

Al di appresso, gi" dal trono, sedette per terra, che voleva ricompensarlo. gett" fece chiamare i barcaiuoli e promise cimila un tale si fece conoscere dieper quella persona, di darne ilCaliffo perch" gl'ingiunse col dire che la prova, e quegli rispose del nome avrebbe preso alcun cibo finch" egli ciascun pane portava non l'impronta il riveduto il suo favorito, in que avesse qualun- suo. Cotesto " ben vero, disse principe, da quanto tempo abbandoni tu i pani stato si fosse potuto rinvenire. E i ma

portatoil cadavere di Feth,giurando che eglinon


a

dramme

chi

avesse gli

barcaiuoli si misero
il fiume frugarono

subito alla ricerca


senza

alla corrente
anno.
"

del fiume?

"

Disse
con

Da

un

frutto, quando,

Disse ilCalitfo : E
"

tento inquale vessi che, do-

al settimo

di essi vide la cauno vit" giorno, nella qualeil temerario erasi riparato, lo e ve lo trov". Pieno di gioia, egli di aspettar tanto ch'egli avesse supplic" condotto
tutta
una

faitu cosi ?

Disse

Ho intesodire
e

che mi conveniva fare ilbene

ne pure gettare il mio nel Tigri, Come io non sarei stalo ricompensalo.

barca, e

intanto si rec" in

frettanel cospetto di .Mutavekkil, al

cosi ho fatto ci" che ho potevafar di pi", il frutto che ne devo potuto,aspettando

Califfo degli Abb"ssidi, dal 235 al 247 d. E. (849-861 d. C). (1) Decimo le dramme (2) I denari (fZ?""r)son {divhem)son d'argento; perci"5000 denari d'oro, delle dramme valgon pi" 10,000 prima. promesse

374
toccare. usato
"

APPENDICE

ALLA

POESLA

MURALE

(INOMICA

di bastone gli tolse ogni senRisposeil Calif"b: Tu hai e con colpi timento. Lo e sciacallo ne f"nse savio, si per"oggi consiglio morto, di liaila ricompensa. Cosi gli fece clono che ilgiardiniere lo tolse su e gett" guisa (li fuoridel giardino. Allora fu messo in versi poderi cinque presso Bagdad laddove si fece ricco e acquist" e egli proverbid: riputazione, (|uel d'un
"

i suoi discendenti

tempo

di

Q"im

e, al il Bill"liisotto regno del


ancora

vi stanno

[Versi in arabo).

Dio mi fece la grazia che io visitassi ohdavver! ch'" cacciagione Lo sciacallo, quale veduto i il suo tempio^, ho io stesso nipoti Eccellente ! Egli " quanto un'aura lieve mi " stata racdi lui, Entro una gabbia la storia del quale voler far prigione. contata dai vecchi del Fa

dopoquelle percosse ritorn" un in s",pensando alla bestialeviolenza mostrati buono e benefico, poco " in tuo potere, del giardiniere, lo sciacallo abbandon" il ti appagar dell'apparenza soltanto. ma non e strascinandosi dietro i piedi e giardino Sia la tua condotta conforme al tuo portamento finch" n'and", se zoppicando, giunse presso sulle esterno. Non avere una cosa di un lupo che dimorava in una selva, ed labbra e un'altranel cuore; insomma, non un'amicizia antica a veva con egli quel lupo ilvenditor d'orzo che mostra essere come i fondamenti della quale e patti d'alleanza, del frumento come della sua derrata saggio i diritti da si mati. rafferincessantemente adunque ilhene che 3. Sii giusto e generoso, di Dio giustissimo.
e

luogo.

Come

avrai ilfavore

erano gran tempo Il lupo, vide lo sciacallo, il quando


:

dimand", dicendo
di cotesta
con

Che
e
"

" mai

la cagione

malattia miseria?

di cotesto malanno Lo sciacallodisse: arabo). andar m'ha tolto

II. Ver"v"ni.
Il l
.

tanta

Libro Favola

di

Merzban.

(Versi

in

dello sciacallo

L'ala mia I veramente Uno


una

che cavalca l'asino.

ossi suoi degli del cor


a

cariato e rotto.
suo germoglio quel

Disse il volta c'era


tana

E ilseme

mio!

Ilo principe*:
uno

udito che
aveva

sciacalloche

Per la rancura

inaridirs'" volto! mia^ fondata fossi eccelsa rupe,


e

la sua

nelle vicinanze d'un


un

S'anche la casa

Ogni giardino.

giornoegli, per
entrava

Con duro ferro sovra

del muro, pertugio nel giardino e mangiavasi gran


e

L'eccelsa rape si sciorrebbe Tutto rovineria sformati e

in

pezzi
nei casi

d'uva quantit"

d'ognialtra
ne

sorta

di

grossi.

frutta e alcune anche per bene. Un sciacalloimmerso in un del Cosi

guastava,finch"

Lo stato di questo sventurato

stancatosi di poiil giardiniere,

che l'uditodegli amici non ha conci" suoi " tale, l'aclui, di ascoltarlo; anzi,se io ne faccio giorno, coraggio sorpreso lo
sonno

il racconto spensierato,
esso cuoi'e

ai nemici miei

cuor come con

di

pietra,
e

lo lasci"cos" addormentato, ilperoccup" tugio


muro e

divien molle
me. era

cera

si
testo, co-

fermamente

lo chiuse.

duole per
non

Ora alcuna

in me,
cura

tutto

lo trasse egli

nel lacciodel malanno

li) al desieguale

Ventesimosesto

Califfo

Abls"ssidi; degli regn"


orzo.

dal 42-2 al 467 d. E.

(1030-1074d. C).
presso 85

(2)Alla Mecca. (3) Mostra frumento


i Persiani.

per

poi d" saggio,

"
di

una

specie di proverbio in uso


Vedi i

del

(4) Il primo autore (supposto)del capitolo. (5) Forse, per metafora, il corpo.

Libro

Merzb"n.

paragrafi83, 84,

376
in amicizia
o

APPKNDICE

ALLA

l'OESL\

MORALE

(iNOMlC.A

in intiiiiit" con scambievole,


e con

tutto d'un frescura,

tratto vi verrei.

abbondanza

di vitto

di piacevolezza

vita, possiamfinirvii nostri i;iorni.


All'asino, venne per questeparole,
d'andare
e

siderio deper

d'acconsentire; voglia

tizia
Ma per
con

domani poi, oggitorno a dietro; da sciolto ogni cura, pensiero, libera scelta auspicala, stella con pizia promi felice, con a volger" augurio
altro
,
"

lo sciacallo, con : lo ho perci", prese la via per questaparte. Disse lo sciacallo Disse allora lo sciacallo: meraviglia che alcuno facciaeguale la moaccompagnarlo. neta Io vengo da un lungo viaggio. Che se tu del pronta tempo presente al pagamento di tempo mi prendi sullaschiena fissalo per dilazione! Disse per un po' mi io ho l'asino: Tu dici eieditato pi" presto bene, ma perch'io laposi, giungeremo l" dove vogliamo. L'asino si mostr" mio certi consigli in un libro di dal padre lo sciacallo salt" sulla d'utili e ammaestramenti,pieno compiacente, gli cose, quale
" "

schiena,

cosi tutt'e due

se

n'andarono

io sempre, hnch"

sar", mi

serbo notte

lincilegiunsero allaselva. L'asino intanto

da lontano,vide riguard"
fra s" slesso
:

il lupoe

disse

nel tempo del sonno sotto il guangiorno ciale. Senza di esso io veggo sogni strani
e

brutte.Domani immagini
me
"

io me Lo

loprendo sciacallo
torna ri-

(Verso

in

arabo).

e tu vi dormi sopra! Vengon gl'imln^ogli,

lo porto con me. pens": Se l'asinose ne ed " pi",

va

non solo,

che egli non possibile

abbia

0 anima

mia

vai incontro
mano

de" tuoi propri vogliosa, piedi alcuna cagioneo motivo per ritornare. alla nmrte dice,bisognei" e di tua propria Tuttavia, per ci" che egli nella rete impigliarti della tua fare in maniera
sue, parole
e

vai

conforme
io torner"

e con

concorde alle
cer" lui e ritorsuo e

r'ovina !

( Versi).
per te di buono stato Alcun pensiero, l'anima a se stessa Che se le briglie Volgetosto il peusier. dietro il dove giunse. l" a cor Rivolge Mille cui'e per s", pei'me procaccia i. Le
mi

dieti'odalla via le redini del


"

Se forma

il cor

desiderio.

Disse
fare

poi: Tu dici bene,

ci" (dievuoi

del quanto ai consigli a' suoi " ammonimenti, segno di e padre cuna alse tu hai a mente Perci", perfezione. mi di non consigli, parte quei negar di farmene l'utilit"

udire

sentire.
e

"

seduzioni
hainiu
(!

dello sciacallo lusinghe i vincoli alle e le pastoie posto


e senno e

le

Disse l'asino: Sono


"

il consigli, quattro
star mai
senza

mani

ai

del piedi

m'hanno

primo si " : libro di consigli ". precipitato


mente

Non

questo
ho
a moria me-

Ma

altrinon gli

in questo baratro di arti la salvezza mia ! sul

e di pericoli

n"

so

nella memoria, perch"

i\Ia io cercher" ingannatrici.

da

me

mia sar"

"

difetto. Come

pertantoio

stesso

l", te li dir" giunto


"

Allora si ferm"
e

stava luogodov'egli

libro.

Lo

di quel leggendo sciacallo disse: Or dunque


verremo
a

disse: 0

sciacallo, ecco

ch'io vedo da

(buuani l'itorniaiuo, e
nostra

ipiesta
prel'dlto

lontano i

di quel segnidegli splendori

dimora.
gran

e gi" mi luogo, vengoim alle nari i soavi odori dei liiiri Se io sae delle erbe sue. pessi

L'asino si volse alla via. Con

che tu hai fatto e preparalo un

luogo

canmiello che come cipitazi(me, il guinzaglio, uccello die o come al laccio, se


ne

ha
"

fuggilo

da

e da abitarviin cotesta lesoggiornarvi

and", finch" giunse alle

l'anima, due moti, quello delvi sono voglia dire che nell'uomo l'altro la con.servazione, cuore, generoso egoistaper propria gli altri. Ora il cuore, dopo uno slancio generoso per per glialtri (neltesto : per te), ritratto a dietro dal pensiero di s" stesso, e si procaccia intanto cure pu" essere e vuol (lire? Pare

(1) Che

quello

del

uno

affanni.

APPENDICE

ALLA

POESIA

MORALE

GNOMICA

377
e mangiato ne rebbero sa-

Alloi'adisse : Quegli altridue portedel villaggio. altritre secondo


innanzi

ne

avrebbero

mi consigli

soii
"

venuti in niente. E Il soggiunse:

morti,intanto che le
sarebbero rimaste anche
a

trovate

chezze ric-

Se vuoi, le li dico.
": consiglio
un

lui.La stessa

"

Quando ti viene

del desiderio delle ricchezze mosse cagione altridue a voler toglier di mezzo gli di che avevano uggiosa colui mandato alla citt", poi per spartir fra loro la presenza
avevano

malanno
,

pensatene

grave ". Il terzo ": " Non amico stoltoad un nemico

pi" un preferire
un

quarto":

"

". Il sapiente Guardati dalla compagnia del


"

ci" che
e

trovato.

torn" Quellointanto ri-

Inpo

dall'amiciziadello sciacallo". che

e port"il cibo,

glialtridue

vatisi le-

Lo sciacallo, come

ud" (jueste s'accorse parole, dafermarera (|uello luogo


non

tosto, lo

e lo fecero strangolarono giarono man-

al cibo, morire. S'accostarono poi ne


e ne

dell'ae per" salt" gi"dalla schiena sino visi,


e

morirono.

I cani del villaggio sivolse allafnga.


cosi

lo presero, e glisi cacciarono dietro, il sangue del misero fn versato


e

{Strofa).

sparso.

di t"rre ad altri. Moneta non^ cercar Che di te stesso sei ucciditore; Non
cercar

2. Favola

dei tre sazi ma"andr"ni.

Che di te illadro Mihr"n-beh disse: Ho inteso Il sapiente dire che


una

o ricchezze. suppellettili nel core ^. ti sta gi"

volta tre malandrini che

saltavano as-

le strade, fecero societ"fra loro che per molti anni,allesvoltedelle vie dei Mussulmani,senza misericordia, vano ponee

IH. .^iil'i. Dalla Raccolta


ui

Novelle.

loro

anzi,come agguati;

denti gliacciLa

Biasimo della precipitazione. cende e la furia nelle facprecipitazione delle opere di di quaggi"" una scimento son e il frutto ne Satanasso, poi rincresecondo che e pentimento, soglion
"i

della fortuna, tutte assalivano le carovane d'indole pacifica. Ora, nei dintorni di
una

essi arrivarono citt",

un

a giorno

certe

rovine deserte, la volta azzurra quali del volgersi oltraggioso


tutte

del cielo, al
aveva

stino, dire : de-

La fretta vi""ida Satana

cospezion la cir-

guaste, e l",tra le pareti


e

da Dio misericordioso " 2. Ora, la poca fermezza in tutte le contingenze della vita " biasimevole, e l'uom precipitoso
resta

che

erano

addossate

riverse

come

ubriachi satolli, di cui l'uno

i appoggia

al capo dell'altro, tamente. attenpiedi guardarono Sotto una trovarono una pietra

del vanto privo

d'aver raggiunto

secondo che il il i'iuodesiderio, poetadice :

cassettinapiena d'oro dicendo: Ora loro,


in citt"e recarci da
"

ne

furono molto di Fretta e

e contenti. Deputarono allegri poiuno

(VersO.
son malignit"

ti si conviene

andare
ne

d'Ahrimane

che noi mangiare,

Opre funeste,e all'alma


E pena
e

pentimento,
ne

approfitteremo.Il
nell'andare ; and"

misero si affrett"

cruccio al corpo

rimane.

e mangiare. il mal talento dell'avidit", che si Intanto, ciba di morti ed " micidiale, l'indusse a

compr" da

{Racconto).
riaccontano che nei
un

di gettar qualche (juesto parte di veleno mortifero in que' col pensiero cibi, che gli

andati oravi tempi l'arte che dellascienza e delabile gioielliere con conoscenza aveva sua perfetta

(1) Abbiamo
trova

recato

questo racconto,

che

in s" ha Vedi

tale

Storia

della

quale per due volte nel Novellino. Poesia persiana.


in arabo.

poco valore, soltanto perch" si il capitolo anche IX, 95 di questa

(2) Sentenza

378

Al'I'ENDICE

ALLA

POESIA

MOUALE

fi.NOMICA

di rito e in altro del fiume, feceleabliizi(Hii per d'un altropaese lo dimand" vicino due fece genuflessioni luogo gando. prealcune gemine preziose Nel far le abluzioni, aveva perch"egli gli egli duto percaso

Ora avvenne acutezza d'ingci^iiu. piena che


un re

mostrasse, per

che quelle toglierne

eran

una

borsa d'iu'o, e come

ebbe finita la Allora


e

degneche per
metterne

re. gioielliere pertanto era terra, e la donna sua quella disse Ouamlo sar" : egli gravida, perch"

per del tesoro d'un

sifacessealcuna spesa, esse in vistaquelle ch'eran degne


Il

essa venne gli preghiera, egliritorn" indietro e non

in mente. cerc"

la borsa

la trov". Vide i due

fanciulliche l"

and" in

si trastullavano, e mai veduto i

venuto

a se

termine
nascer"

il
un

danza, e tempo della graviIjambino, tu, pervia L'avete voi


col
nome

eglinon aveva perch" cosi liconobbe non suoi, figli disse: Io ho perduto borsa d'oro. una (pii
trovata?
" "

Dissero: Noi Disse


:

non

di buono

chiamalo augurio,

di

l'abl"iamveduta.

Sulla

sponda

R"zbeh (fortunato) bina. bamuna ; e se li nasce che vedrai In le porrai noim^ (|uel
esser

di (|iiesto fiume non " venuto alcun altro fuoridi voi. Rendete adunque l'oroperch" andiate sciolti da
non perch" e pena. gastigo avevano
"

conveniente.

I fanciulli,

Come
venne,

il gioielliere fu partilo e iltempo alla donna

altronon l'oro,

ed

essa

pose nome Behr"z (felice). il Intanto,


un anno

nacquero due bambini, poteron fare che negare, e il gioielliere che era uomo all'uno ll"zbeh e als"bito all'ira l'altro e precipitoso, ambedue gioiel- li gitt" liere nel fiume. da
re, quel

stette

la donna,

sempre,

andava

scrivendo letterefacendogli

ciulli, Pass" un'ora, la madre dei fane venne dei figli, ed e ilmarito le dimand"

elladisse: Son venuti a trastullarsi sulla tanto sapere lo stato dei fanciulli, che s'accesein quell'uomo tese inilfuoco del dedel fiume. Il marito, come siderio sponda
"

dei domand"
ma

suoi. Dopo figli

un

anno,

egli

illoro caso, stese le mani

si stracci"

al re il permesso di ritornare, le vesti e poi, per alcun tempo, fece gran il re disse: Io veramente la dei figli non suoi, e disse: voglio pianto perdita per
"

dartene licenza. Per" che tu mandi


un
"

miglior consiglio 10
la
ne

viveva per i andiamo

miei ; figli

ora

che li ho
ce

tuo

fidatoche ti meni

si " che noi miglior consiglio perduti,


"

ancora

mogliee : Porter" finch" ildolore dello star pazienza


rancura

i figli. Disse l'uomo

Cosi il da questa citt". di l" ad un'altra venne ne gioielliere


se

dai figli e dal separato


mia

m'esca

paese di mente.
"

mio

senza

citt".

(""si

Per

un

caso

ciascuno prodigioso,

dei

anche per un allr'anno, nel fanciulli che il gioielliere aveva pazienza port" e gettati allora domand" la licenza, ad un luogo diverso. ma non venne riasci, fiume, scamjiato
in (juesta uscito alla 11 re d'uno di quei cosi, era maniera,fino al termine luoghi di sei anni,rimase. I figli, fanciullo di leggiadra intanto, un rarono caccia. Vide egli impail Corano e Chi sei la domand": ben fatto, e gli a}ipi'esero scrittura, figura, tu? E il fanciullo gliraccont" il suo e ricevettero mentre educazione, compiuta
e
"

il desiderio del
suoi

di vedere i figli caso. gioielliere

Al

re

si
:

commosse

il cuore, hai tu?


:
"

perch"
Disse:
il
nome

al termine estremo, e perch" egli domand" giunse licenzadal non P)ehr"z. aver egli l'c pot" all'andare,
"

Che

nome re

Disse il

Prendo
ti

per necessit" mand" ([iialcuno perch"la donna e i fanciulli venissero da lui.

tuo

|"ei buono
"

e augurio

come accolgo

figlio.
mano

Cos" lo men"

con

s"

palazzo.

Quando i fanciulli giunsero vicino alla sulle porle della citt"era un citt", poich" l" si fermarono e comiiiciaron gran fiume,
mento per diverti
a

Il ('ratei suo, di

invece, fu trovato da una dissero: i quali ladroni da strada,


e

Sar" bene che noi lo vendiamo


una procacciamo

che col di

Il gioielliere, usciva dalla citt" al intanto, loi'(" iiieoiilro, e come fu

sulla sponda. prezzo ci trastullarsi denaro.


"

bellasomma
in citt".

Cosi lo
un caso

menarono

giuiil("alla sponda

Ora, per

anche meraviglioso,

APPENDICE

ALLA

POESIA

MORALE

GNOMICA

379
e

in quella citt". era giunto gioielliere dei Pass" egli, un giorno, per il mercato il
menato e intanto i ladri avevano calderai, H"zbeli da uno de' calderai, per venderlo,

il [ladre letteraperch" tuo


e padre

la madre

tua

vengano. allamadre
"

R"zbeh scrissee fece invitoal


e

fece conoscere il re

ildesiderio

ch'ebbe il re d'informarsi di loro. Per


caso

che

era

il figlio suo.

L'amor

paterno lo

si lev" contro

un

suo

mico ne-

che fece una scorreria per la terra, al punto di dover comprare quel sospinse condusse lo ed lo il re, per respinger e perch" egli compr" quelnemico, ragazzo, rest" Quando la madi'e volse uno sguardo scelse un esercito e la metropoli a casa. mand" un lo riconobbe, chiam" vuot;i di soldati.Una notte egli al o'iovinetto e del figlio R"zbeh e pass"con lui in allegria tutta e disse al e cadde ai piedi grido il Il " ! n otte. volse si tuo Quando a Questo : figlio quella poiegli gioielliere vide il R"zbeh disse fra s": Questa ne giubil" e come figlio, prender gioielliere, sonno, notte non e l'amore son a Dio altissimo, l'ese molte grazie qui le guardiereali; per" bene " che fino desto disse io stia nel crebbe a giorno e : cuore, e per" egli gli dei figli,compia l'ufficio del far la guardia. Allora Poich" abbiani rinvenuto uno la spadae sedette al guanvigio sar" bene che noi facciam ritorno al sersguain" ciale i di Behr"z. Quando poi vennero Cosi se ne vennero del re. ancora furon fatto nulla soldati al serviziodi quel tornarono e senza aver re, e come giunti alcuno il loro caso. loro, a palazzo, quanto alloscopo e all'intento gliraccontarono mand" certiconfidentidel re, pregandolo tutto cotesto, Al re piacque e per" fece in persona contro dovesse muovere accrebbe lo stial gioielliere pendio ch'egli e gli onore Come confidenti furon il nemico. al il questi insegn" figlio gioielliere ; e
" " "

l'artesua di molta
sua

ne

mostr"

l'utile e il danno,
venne

videro venuti,

re

Behr"z

addormentato
con

guisache

gliene Come poi fu giunto alla egli perizia. diede il conoscenza padre gli perfetta,
e

in

R"zbeh quell'arte
e re

starsial

di lui guanciale
un

la

Gli levaron contro sguainata. spada


!

grido

dissero : Forse costui voleva uccidere il


"

denari

lo mand"

a venne

trafficare.
a

Cosi lo legarono.

egli quale gi"era il fratelsuo. Il re del paese era gi"morto dopoch'ebbe designato per
suo successore e venne a

Per caso,

citt"nella quella

Quando Behr"z si dest" dal sonno, gli disse 'a R"zbeh: ilfatto, narrarono ond'egli che male ho fatto perIo,al tuo riguardo, ch"
tu

Behr"z, e Behr"z

ora

gnava re-

teneva

in pace i sudditi. Pi"zbeh

cambi di questaguisa mi ricompensi e ri? R"zbeh disse : Viva il re !


"

obbedienza per vender sue Questa notte le guardie reali non erano fargli merci ; ma, per il lungo son e per" io, per devozione, tempo trascorso, presenti, infino al stato l'altro. si riconobbero l'un a vegliare non re Intanto, e, come giorno Behr"z comand" che sidesse uno stipendioil fiordel narciso, stato tutta la notte sono acciocch" di ad alto di R"zbeh malandrino sue un e comper" a qualche perle quisu piede, casione l'ocvi R"zbeh fece non e cogliesse guadagno, all'improvviso prezzo, gran Ma tu, o signore, fece tal proposta : Converr" e re Behr"z gli riguardo propizia. al mio servizio che tu stiaqui meco degli perch" al servo tuo, non ascoltarle parole invidiosie guardacon occhio di nnseriil modo di star bene. io possa procacciarli
"

R"zbeh disse : Mi si conviene di obbedire al re, ma io ho un impedimento, ed hanno per " che il padre e la madre un'affezionegrandissima, e io stimo
sacra legge

cordia al caso
il re:

di

me

meschino.

"

Disse

Menatelo in
se ne

carcere.

esso me

He Behr"z

and" evinse i nemici. residenza

Quando ritorn" alla sua

reale,

esser

Che

se non

ilpadre dienza. per caso, in quello la loro obbestesso giorno, per me in citt"e facevano dell'ob- e la madre di lui giungevano bedir fosse la ragione Ma ricerca dello stato del loro figlio. fu risaputo da essi che Pi"zbeh

in questa io starei a' servigi loro, reggia. Re Behr"z disse: Scrivi una
"

come

380
era

Al'I'ENDICE

ALLA

1"0ESL\

MORALK

C.NOMICA

scrissci'o un in cateiu',
a

incinoiialct;

sentenza

" ((uale

stata

detta in

questi

vennero

nellapresenza del re, inostrai'lo noi siani forestieri dicendo: 0 giusto signore,
e

versi

(Versi).
Come
e

derelittie siam del

venuti

dietro la

farfalla non

sericordia fama dellagiustizia, della piet." e della miQua


re. ma

Avevamo

due

R"zfigli,
ce

E mite

l" da pazzo, e donno e di te ancor

andar, mio core. sii soltantosaggio


e

signore.

heli e

Belir"z; andjeduc caddero nelliha tolti, perch" Iddio altissimo rac([ua. Dopo molto travaglio,
e ma

il destino ambedue

IV.

V"iz. Hiisejn
LIBRO:
BENEFICENZA.

benedetto ci ha restituitoR"zbeh, abbiamo notizia alcuna. I


FREGI

Dal
DELLA

dell'altro non

come Intanto,

ci hanno noi siam quigiunti,

R"zbeh in prigione. dettoche ilre ha posto ha male, il re cel Ora, s'egli latto qualche condoni
siam
e

dei re. EjfiUi deirinniiifstk-id Vii altro sostegno dei


re

si "

la bont"

abbia misericordia di noi che


stra, no-

ai sudditi e ilmodell'intenzione strarsi riguardo

della miseria forestieri, e piet"


se acciocch",

inclinatoa loro voler bene,pcrcii"


in questolascia un perfetto Se di inclinaallanins". es:li ses,no ne viene abbondanza e ogni Imon stizia,

tu

l'intenzione del re a (juesli riguarderai


a

Iddio altissimo anche sti'anieri,


il padre e la madre
e

te

tuisca resti-

renda

dida, splen-

la luce degli occhi Iddio ! ) avviene frutto, e se (deh! ce ne scampi qual per collirio, figlio l'abbondanza ilcontrario di cotesto, loro con la vistadella belt" d'un regal in ogni te. e la concordia manca come provento,

Quando
e e

re

Behr"z

ebbe

letto tutta la

dell'insieme dei sudditi restane

guasta,e

occhi f"'cad"rsilelagrime loro storia, dagli chiam"


a

lo Sceicco Muslih ud-D"n Saadi (ne ristori Iddio lo ha spirito!) infilato tenza questa sennel filodella sua

s"

due que'

discese dal trono


e

di baci il padre e la madre copri


sono

disse:

poesia:

Ecco ! io
" in

ilvostro Behr"z! Quelloche

" il fratelmio ! l'istante, Cosi,alprigione, in (|iial In formi che traesse R"zbeh Industria poniperch" invi"qualcuno di fuor di prigione, mand" la madre nel gimente tu tua Intenzion, volga neceo Ove malvagia casi meravigliosiAl buono stato il guardo. e fi'a reale, questi
"

(Versi).

pass"il tempo suo. Ora,tutto ci" " stato


e

Intenzione abbiasi un
il frutto della circospezione Sue

re,

di tutte
i pensieri.

anche egli scompigli;! genti

dell'avvedutezzanell'operare.

Che

se

il

fosse stato cipitoso prei fanciulli, nel gettar nell'acqua cosi gran poida soffrire

non gioielliere

{Racconto).
Raccontano che il reQob"d,
un sua

giorno,
gente.

non

avrebbe avuto

alla caccia,si allontan" dalla


L'aria
era

dolore per la loro lontananza e tanta rancura di desiderio; e se Behr"z soltantoper le paiole dei nemici avesse ucciso R"zbeh
0

calda,ed

le forze perdute egli,

da ogni partecercando per la sete, guardava un'oud)ra e una fontana. Gli venne
lontano

si fosse affrettato a farlo morire, il pentimento alla vista da


e

un'ombra, ed egli
una

il rincrescimento, dopoil fatto,

il cavallo da spinse

(piclla parte.Vide

non

avrebbero i;li
la
sua

portato frutto. Cosi,

nei tenda, logora piantata per l'et",


e una

campi,

(juello, precipitazione, prov" per doloie e inquietudine, Quando Qob"d e quest'altro, sotto,airond}ra di quella. per doima corse la la sua dalla aver e circospezione per saputo giunse campagna, scender lo fece dile fuori e afferrategli s" stesso, riusc" vincente nel contener briglie, desiderio suo, di guisa che, presso i ci"che alloraaveva. e gli present" il bevve f u ('(infermatoilverificarsi accett" di e |)0" dell'aciiua, saggi, (piesta Qob"d
con

vecchia

di la figlia sua, seduta,

APl'E.MtlCK

ALLA

l'dESLV

MORALE

(GNOMICA

:m del

sonno

lo vinse.
fare
,

Quando

si dest" ferm" l"

nnlla anche

aveva

il

re

inclina
lui

far

male.

Iddio
"

(sia

dato lo-

da

per"

si

per
sera,

!) toglie
Tu

l'abbondanza. bene dal


a

Qob"d
e

notte. (|uella

Dopo
una

la

preg'hieradella
vaccherella.
e ne venne

disse

hai
sua

detto sband"

"

quella
giunse sogLa
"

giunse
della

dai

campi
la
a

La

figlia
molto

intenzione
:

cuore,

poi
!

vecchia

munse

ebhe

Ora si

va

! torna
e munse

numgere

latte, tantoch"

Qob"d

ne

glia. meravi-

fanciulla per

lev"

la vaccherella ebbe latte in gran volta l)uona dalla tenzione in-

Ond'egli
appunto
per
nessuno

disse
se

fra s":
ne

Questa
alla

gente

la seconda

volta. correndo

Ne

ci"

sta
a

campagna, lor
greti se-

copia, onde,
madre,
del Per buono

un'altra della

perch"
; e

venga

risapere
tanta

le diede
re.

la notizia

prendono ogni giorno


latte. Se al di
sette

tit" quanuno ne ne

di dessero verrebbe

giorni
averi
re ne

questo
esser

punto,

hanno d'una

detto nuvola

un

re

principe,
e

ai loro del

non

migliore
del sole

che luce
;

d"
e

danno

il tesoro

avrebbe

pioggia,
Firdusi

stesso

che

d"

Cosi profitto. fosse

concep"
a

il disegno

che, come
imposto

il

sapiente

dice:

giunto

palazzo, avi'ebbe
balzello. il mattino
,

( I Vr.s/).
alla gente Come
munse

quel
venne

la
un

fanciulla
e corse

Ogni
A Al Malo
e

stilla che

scende

dalle

nubi

la vaccherella. madre pregare, male!


"

Die 0

grido

primavera, pensiero
d'un
a re

de' monarchi

dentro diventi
non

dalla
a

disse: che

madre
re

mia,
ha

titi met-

fu

gi"

i. Come

il nostro

voluto

il

pensier,
debito

trova

i suoi

far disse

del
:

Qob"d

si

meravigli"
Disse:
"

Umori
Ma
se

tempo
"

la terra.
re, tu
non

Donde

hai saputo la nostra latte.

cotesto? vaccherella
non ne

buono

il tuo che

lagnarti
di frutti
sua.

Ogni
dare nella

mattina molto

ci suol ha dato volta

Per

distretta,
"

d'anno

che

Oggi

Abbondi,

assai

miglior

la bont"

quantit"

consueta.

Ogni

qual

(1)

Il

senso

di

queste

parole

"

spiegato

dal

racconto

che

precede.

382

CAPITOLO

OTTAVO

IL

POETA

GIAMI

SOMMARIO.

"

nella storia della 1. Po*7o di Gii"ini


tiii a parte. capitolo
"

persiana poesia
"

1,2. Perdio

di Gi"nii in si tratti 2. Le opere di Gi"mi. liriche. liberi.


" " "

3. Vita di Gi"iiii.
"

0, 7, 8. Le poesie 4, 5. Divisione delle opere di Gi"mi. 10. Il poema : un Dono ai 9. I poemi mistici e romanzeschi. 11. Il poema: il Rosario dei giusti. 12, 13. Il poema: Giuseppe e
" "

Zal"kha.

"

U,
"

15. Il poema: 17.

Meg'n"ne
:

Levia. Abs"l.

"

Alessandro. d'oro.
"

Il poema

Sel"m"n
di

"

10, 20.

il Giardino L'opera:

primavera.
"

10. Il poema: il Libro di 18. Il poema: la Catena 21, 22. L'arte di Gi"mi.

1. Posto

di

Gi"mi

nella

storia

della

poesia

persiana.

qualcunoper caso non approver" perch" ci slam riserbati di di Gi"mi in un capitolo a parlar partee soltanto a questo punto, in cui sono e di Huseyn V"iz e di tanti altri che gli riori, postegi"" stato tenuto parola ci" fatto che abbiam tutta una ragione possiamo rispondere per
1. Se
La quale, in speciale.

assegnata per
come

trattar

qual modo, quasi " la stessa che abbiamo di Saadi e di H"fiz in un capitolo a parte; perch",
certo

l'operadi Saadi e di H"fiz parve riassumere tutta la poesiadei assai tempi loro,cosi l'operadi Gi"mi, prescindendo dalla sua valentia, minore, di poeta, riassume quelladei tempi suoi. Gi"mi scrisse di tutto, si pu" dire,in prosa e in poesia e di tutto volle discori-ere e ogni genere
letterario volle tentare intanto che
conlessava

malinconicamente

non

che da dire, dopo tanti illustrie gloriosi toccato nulla di nuovo essergli che pi" di tuttihanno " uno di (juei l'avevano preceduto. Poi,egli poeti Anche Huseyn fatto prima,e non sempre rifattoci" che altri aveva meglio. V"iz scrisse di molte del Kal"la fra le
sue e

cose, diversissime

fra loro; m;i, intanto che le favole

si pu" dire,un'operanuova e originale diventate, mani, le altre opere sue sono per la maggior parte o storiche o Dimna
son

o retoriche e in prosa, laddove teologiche e tutti i poetici. Perch", lasciando prosaici

Gi"mi
star

ha tentato tutti i
sua

generi

lirico, anzi, del genere di Khusrev, di K"tibi e il lirico e il mistico, e fu poeta i-omanzesco quando volle gareggiarecon imitando Att"r, e scrisse novelle e racconti, Niz"mi, e fu mistico e allegorico il Saadi. Per Roseto di questa parte adunque, che propostosi per modello tutta quanta in Huseyn V"iz,egli manca compendia assai bene e riassume
bench" minore poesia dei tempi suoi, e perch"egli, cosi abbiam dei suoi predecessori, di molto s'innalza sui contemporanei, nella
sua

fu lirico, prosa, egli degliultimi che stanno tra la

totalit" la

'SM

(..M'ITOLO

OTTAVO

lettere e principio scienze e poi s'inizi" nelle dottrine niisticlie e ascetiche sotto la guida del al quale poi succedette nell'insegnamento celebre Saad ud-Din R"shgliari, i faceva lezione, Raccontano la gente si che, quand'egli biografi pubblico.
cura

molta

dell'educazione

del

che studi" da figlio

affollava alle porte della scuola sollecitando d'essere introdotta, tra e che e grandipersonaggi non meno vogliosi quella gente si vedevano principi col nome di maestro. Condusse egli la maggior deglialtri.Lo designavano alla corte degli con onore grandissimo partedella vita a Her"t, ospitato ultimi successori di Tamerlano;
e

Ab" perch" il principe

Sa"d l'ebbe carissimo

tanto l'onor" che

un

come giorno,

stava visitarlo, quando seppe ch'egli non essere importuno.E pi" ancora,

con

mosso per alcuni amici, ritorn" indietro per l'onor" il principe forse, Huseyn che
e

si racconta, essendosi

fu l'ultimo dei successori di Tamerlano,

il ministro M"r Ali Shir che

poi,

nelle sue opere che scrisse in turco, anche troppo fedelmente fu l'imit", ammiratori suoi dei caldi. vita uno felice, Cos",dopo una lunga pi" egli mori
un

nell'et" di ottantun'anno, nell'898 d. E. vicinanze di Her"t


con

(1492 d. C),

fu
e a

sepoltoin
spese del

nelle giardino principe.

grandissima pompa
di

2.

Le

opere

Gi"mi.

4. Uno
aver

dei

di Gi"n"i segni particolari


e a

come

si " quello di scrittore,

scritto molto

di molte

computate da alcuni
novanta,
tra

diverse cose; per" le opere sue sono a quaranta, da altri a cinquanta e da altri ancora
e a

lasciando da

una

tra poetichee prosaiche. grandi e piccole, Quanto le tutte perch" non possono esser prosaiche parte

noi,
getto sog-

deglistudi nostri,e

appagandocicol dire che

esse

sono

in gran

vite di e metaf"siche,oltre alcune che recano parteascetiche,teologiche di retorica e di musica, passiam direttamente santi 0 trattano di poetica, che sono anche in numero minore e forse,quanto poetiche h anno di all'arte, |)oi Devlet-sh"h, seguita maggior pregio. L'opinione che le prosaiche anche dall'Ouseley, siano il lavoro dell'et" matura di datosi alla speculazione lasci" la vanit" della Gi"mi, quand'egli, filosofica, sembra del tutto vera, trovandosi che certe opere poeesser non poesia, tiche furon da lui composte nella sua et" i)i" tarda, come, per esempio, il
e

subito alle

Giardino

di

primavera,terminato
reca a

da lui
sua

Devlet-sh"h Gi"mi

conforto della lasciar la

pochi anni prima di morire. Ma nella quale opinioneuna quartina,


non consumar

dice di voler

poesia per
veramente

la vita

preziosa

nelle inezie;e la

quartinadice

cos":
a poesia preziosa

ilvareo alle parole Deh! cliimli, o ("li"iiii,

La vita Non
Soii

venturi Pei (li Che il cor

non

averti caro

ad ognifantasia. sotrg'iaccia

molti ina pensa che gi" altri aniier"a. d'inchiostro o he fogli


consacrar,

soltanto valore e significato abbi;mo tuttavia che queste |)arole avviene dei che tante cose come dicono, lontane tutte dalla retorico, poeti Crediam

IL

l'OKTA

(IIAMI

385

verit".Con questo, le date del Giardino di primavera e di qualche altra opera poeticadi cui diremo appresso, tolii:ono ogni valore all'opinione di Devlet-sh"h e alla quartina' che egli innanzi. Ma v'ha anche di pi", reca

perch"Gi"mi, come
settantesimo anno,
e

gi"aveva fatto Khusrev di Dehii, giuntovicino al suo si pens" di raccogliere e di ordinare le sue numerose

Questo lavoro fu da lui compiutoneir884 d. E. (1479 d. C.) sparse poesie. nella prefazione in prosa ch'egli volle mandare innanzi alla raccolta,
aveva ch'egli

sua prima giovinezza quel tempo. 5. Divideremo le poesie di Gi"mi in tre classi, e nella prima porremo le liriche, da lui distribuite in tre canzonieri; nella seconda i porremo e il mistico, modellati su quelli poemi, che,stando tra ilromanzesco son di Niz"mi e, quanto al contenuto, somigliano anche a quelli di Att"r, e porremo nella terza ilGiardino di primavera, composto ad imitazione del Roseto di Saadi,opera che sembra stare tra la poesia e la prosa, ma tiene apparalla poesia storica e per ragione di natura, come vedremo. per ragione 6. Fra le sue liriche prevale alla qas"dala ghazela ossia l'odicina amorosa che egli tratt" con variet" grandissima, mentre la qas"da, forma poetica fu da lui pi" raramente perata. adoquasigi"andata in disuso a quei tempi, Delle sue qas"de, veder la raccolta che " noi,per non averne [)otuto

attest" chiaramente fino


a

coltivato la

poesiadalla

conosciamo che una sola, riferita non da Devlet-sh"h. Sappiamo rarissima, Gi"mi tratt" in di Maometto tuttavia, che, esse, alti, ora lodando soggetti Iddio,
ora e Ali, morali e religiosi, profeta esponendo nobili pensieri ora l a al ad altri e parola principe rivolgendo regnante,Huseyn, personaggi ora illustri, del suo maepiangendo la morte di care pei'sone,come stro quella K"shghari,e quellad'un fratello e d'un figlio. Quella che sola conosciam noi, parla molto correttamente della vanit" delle cose di quaggi", delle ricchezze, in ispecie delle quali l'uomo non bene usa se non in quanto fa larghezza Dice della sicurezza in cui si trova il ne generosa aglialtri.

di fronte al ricco sempre potenza sono assai forti ostacoli povero

pauroso,

senza

che la ricchezza

la

intatta la fede. Ecco che mantenere a Gi"mi in questa parte si assomiglia Saadi che pur dice cose consimili a in alcuna delle sue qas"de e del quale egliha altres"la calma serena se ha i pensieri elevati e l'artesovrana. ne E se tali, pure non quale" questa di cui parliamo, tutte le altre qas"de, sono v'" alcun dubbio che a lui non
va

data molta lode,tenuto

conto

del decader della di

poesia.
esse sono

7. Quanto alle odi

moltissime ghazele,

amorose

mistiche;e poich" siamo a quel punto di convenzione allegorica, notata amoroso a velar serve gi"da noi altrove, per cui il pi"ardente linguaggio dottrine mistiche e panteistiche, che Gi"mi, come ecco gli altri poeti dei
suo

" aspra e crudele verso di lui, essa non eppure egli verr" meno al suo amore; che egli ne desidera notizie; ecco e intende intanto il mistico congiungimentodell'anima a Dio,dell'anima pellegrina
ecco 25
"

genere, a lei ;

sospira per la lontananza della


che

sua

bella

anela di

gersi ricongiun-

Pizzi, Storia

della

poesia persiana, voi. IL

380

CAPITOLO

OTTAVO

origineprima. Perci" tutto largamenteadoperato finezza che piace, certa sebbene una abbia,nell'usarlo, da lui; a lungo egli e che ripeton andare esso viene a noia in tante nenie malinconiche sempre
in terra, " Diciam cose. le medesime sempre velata sotto la passiond'amore. Ma
e

di ritornarsi alla sua piamente vogliosa e simbolico il consueto linguaggio allegorico

cotesto
essa

quanto alla dottrina mistica,


nelle ci" avviene

si manifesta

anche nella

sotto altro aspettoche


sua

piace

assai

pi"; e

poesiedi lui quand'egU,


si ride di

coscienza sicura della

di filosofo che

liberamente

pensa,

dicendo che, quand'eglifece il religione positiva, della Mecca, altro non pot" fare che pensare all'amante pellegrinaggio intanto che il labbro era chiuso alla pre(che " Dio, nel senso mistico), ghiera. facevano lor voti,ed eglipensava e Pregavano glialtri pellegrini distratto da alle bellezze dell'amante, questo pensieroche gli pur sempre esterne del si era conf"tto nella mente. Poi,il disprezzo per le pratiche ai qualiegli si volge e i bacchettoni, culto lo portava a flagellar gl'ipocriti l'acrimonia e la virulenza di Omar con Khayyc"m, s" bene non sempre
tutte le formole
con

la beffa

col riso.

altro un poesialirica di Gi"mi, a parer nostro, ha ancora " nuovo tuttavia,non quale, per noi che gi" l'abbiam trovato aspetto, Perch" avviene non di rado che egli, come a certe in altri poeti. gi" altri, 8. Ma la occasioni in cui si ridesta l'uomo
amore,
vero e

tace

l'asceta ebbro

di svenevole

ed dei mistici e parla da senno lascia il gergo convenzionale da alcuna scuola o filosoficao tica. poeesprime sentimenti veri,non venutigli lo in il casi rasenta suo particolari, linguaggio Certamente, questi anche con qualche metafora strana e qualcheinsipido famigliare, abbiam senche qua e l" s'incontrano;ma, in compenso, timenti giuocodi parole buono, veri,e per essi una fedele immagine dell'animo dell'autore, talvolta scherzoso e lepido,talvolta pungente. mite, sereno, placido, quando, allorcome Qualche sua avventura eglidescrive con certa disinvoltura, alla Mecca, viaggio impeditoa Bagdad di proseguirl'intrapreso citt" e degl'incomodi scioso dell'incredice delle noie del soggiornoin ({uella di s" e involontario indugio.Un'altra volta parla modestamente ha scritto per la gloria, non ma di poeta,affermando ch'egli come per gli amici e per lasciar loro qualchericordo di s"; e si sdegna al solo pensiero biasimare futili lodare o o il verso di adoprare suo per per cose monile da non bel di gemme il suo verso un essere altrui, parendogli in adornar cocci,come eglidice con una certa sua metafora un sprecarsi stile poco
strana.

Ma

quartine,e pi" qualche pensiero che sembra a volo, e Egli l'ha colto come
cosa nuova o

le alle vere fra le liriche sue, accanto odi, abbondano mente acconciai distici staccati, nei qualiegli esprime ancora
nato essergli
con

in mente

senza facilit",

all'improvviso. di far pretensione

bella,molto

meno

cosa

in in

quei due o in queiquattroversi come eglisomigliaa Saadi nel (jucstaparte,

l'ha espresso e pomposa, magnifica Per" atti a raccoglierlo. che [)i" erano
suo

cosi detto Libro

del

IL

POETA

MIAMI

387

Ministro,cos" egliritrae anche, secondo noi, molto del fare popolare, fatte o dal veramente, alcune di queste poesie brevi sembran perch",

popolo 0 per il popolo o della poesiapopolare.


9. La
raccolta dei

almeno

con

certi

che atteggiamenti

son

propri

sotto poemi di Gi"mi doveva andare a principio cio" il Quintuplo, arabo di Khamseh, ad imitazione del Quinil nome tuplo Come poi alia racdi Niz"mi che per il primo ne diede l'esempio. colta due le fu altri dato l'altro nome furono aggiunti poemetti, persiano Sette cio" i tolto dalle sette stelle l'Orsa delnome di Heft Aureag, Troni, il nome arabo as-Saha, cio" i Sette, e talvolta anche maggiore, il Rosario dei I poemi sono: il Dono ai liberi; assai pi" semplicemente. Giuseppe e Zai"kha; Meg'n"n e Levia; il Libro d'Alessandro. A giusti; s" aggiungono glialtri due: il Quintuplooriginario, che formano questi, Catena d'oro. si vede dai titoli, alcuni Sel"m"n la e Abs"l; Sono, come dei quali ad imitazione di quellidi Niz"mi, anzi in alcuni casi sono gli in modo altrettantipoemi mistici e romanzeschi;i romanzeschi stessi, poi,

diverso da
ora

Niz"mi, narrati
romanzesca, poesia

con

manifesto

intento mistico. Ricordiamoci

che la

negliultimi tempi,s" volse


d" due

delle fortunose avventure sotto l'allegoria dell'anima


e

rappresentare, amanti, l'amore giovani


a suo

umana,

in terra, che pellegrina naturale che

anela di ritornare al

cipio, prin-

non

Gi"mi,raccontando avventure poteva uscire da questa via nella quale la poesiaromanzesca


troveremo
messa. sua

da romanzo, da tempo mistico

s'era

Notisi

ancora

che lo stesso Niz"mi

era

stato

pi" che

Alessandro, per sebbene non mistico, Ma dato da lui avesse ancora adoperatoapertamentel'allegoria. l'impulso s'era arrestato,e perch"breve era il passo che lo stato potentee non era quel passo fu fatto ben presto e francamente dai separava dall'allegoria, a suoi imitatori. Ecco pertanto qual punto trovasi Gi"mi co' suoi poemi. il t"toloarabo di Tuhfat ul-ahrdr, cio",un Dono 10. 11 primo porta d'essere una ai liberi,nel senso che, sciolti dalle guida per tutti quelli
in alcuna
tacere del Tesoro

parte, per esempio


dei Misteri che

nella chiusa del Libro di " essenzialmente

cure

di

quaggi",sono

eletti a

di pi" alta partecipare dei

dottrina che " la

mistica. Esso

come pertanto,

ilTesoro

di Niz"mi, sul quale " Misteri,


con

che incomincia modellato," libro dottrinale, di cui pure si descrive la miracolosa Profeta, di parlando termina
un

le consuete

lodi

Dio

al

ascensione

al cielo, e del

santo

che personaggio

poetico di intorno al modo capitoli morale. Seguono i venti capitoli di cui si giungeread una vera perfezione sofica, il poemetto, toccanti diversi punti di dottrina teologica e filocompone della del struttura morale e mistica,come, mondo, per esempio, riflettela del considerata come in cui si Creatore, poi specchio perfezione della creazione dell'uomo, considerato come immagine di Dio, poi della consiste gi" nell'acqua dell'uomo che non essenza e nel limo ondQ vera Naqshbendi.
e
e prosaico

Tratta anche

era capo dell'eccellenza del dire


con

dell'ordine

seguita dei religioso

la

lunga introduzione

alcuni

;J88
a

CAl'JTOLU

(tTTAVU

fu formato, ina s" bene nella perfezione delia fede. E cos" principio del della t occando della dei pellepreghiera, digiuno, generosit", seguita, grinaggi

del silenzio, della vita solitaria, e di altre simili cose, tutte considerate alla morale. Ogni capitolo teoricamente e j)raticamente rispetto nella prima delle poi,come gi"nel poema di Niz"mi,consta di due parti, quali il poeta espone e dimostra per ragionamentila verit" morale ha tra mano, riserbandosi di confortarla nella seconda con qualche ch'egli in s", ma di significato lieve quanto narrazioncella molte volte puerile non Un breve capialla dottrina a cui serve di dichiarazione e di commento. tolo in cui si d"

ragione del libro


acconciamente

si afferma
e

poemi,ilTesoro
di Dehli,chiude d. E.

di Alzami, dei Misteri,

dipende dai due lo SpuntardegliAstri, di Khusrev


esso

che

il breve

poemetto,

stato

finito neir886

(1484 d. C).
poema si "

quello dal titolo arabo Siihhat ul-ahrdr, morale e filosofico, cio" il Rosario dei giusti, e, pi" che filosofico, poema e ascetico. Del quale tuttavia non possiam dir quiche assai poco, religioso eccetto un breve passo riferito dal perch"non ci " stato dato di vederlo, almeno dar tradotto per mostrare razioni che vorremmo a qualiaberRiickert, la mente nostra abbandonarsi insano furor quando, per possa credessimo che la natui'a alti'i si fa se a umana, calpestar saggi religioso, che del poema bastassero. Seguendo tuttavia l'Hammer d'altri poemi non notiamo soltanto che d" qualche saggio tradotto e una lista di capitoli, detti nodi, o, come diremmo noi, esso si divide in quaranta capitoletti,
11.11 secondo
dai grani onde il rosario gran", la prima delle qualiespone parti,
una

E dividesi ciascuno in tre si compone. data verit" morale; la seconda ha una


terza

intanto che la narrazione,postaa dichiarar quelladata verit",


o qualchepregliiera

ha

invocazione

che

serve

di

passaggioal capitolo

e filosofica che Ora, la dottrina religiosa susseguente.

tanto

sembra

esser

lontana

sembra simil genere, ma a d morale pratica uso dei di Aitar. Perch"

dalla vita quanto che il libro vogliaessere

vi si espone, non avviene in altre opere di


come un

manuale

di
sigli, con-

quale,tra giovani,
come

" il Libro dei glialtri,

pu" arguiredai titoli, pi" che esso, vuol trattare la morale pratica. filosoficae religiosa la pura speculazione
almeno
si

E vi si dalle

" parla,

vero,

della

essenza

di Dio

della esistenza

sua

provata

la verit" essere in e e vi si dice essere visibili, defia della dei vi si discorre povert", |)azienza, pregi lui, ma, accanto a ci", della della della sommissione, generosit", mansuetudine, della gratitudine, al avvertimenti dell'autore, danno figlio particolari Ziy"ud-Din V"suf, e si bene del poeta, il altri rivolti al lettore, coi quali e con perch" giudichi
cose

Iddio la verit"

poemetto si finisce. che " stimato 12. Il poema Giuseppe e Zal"kha,


opera

la

maggiore
Se
e se ne ne

migliore
in gran

di Gi"mi, nella tessitura del racconto poetica


stesso
nome.

s'accorda

parte col poemetto di Kirdusi che ha lo


tuttavia nel

diversifica diversifica

ci" che risguarda il contenuto, significato,

Il, l'OETA

GIAMI

.S89
narrava
e

la forma. Perch", se Firdusi ci" che risguarda nell'arte,


avventure

le amorose nella

di

Giuseppee
ora narra

Zalikha

con

l'intendimento

la

persuasione
Zalikha, al
leggiata simbo-

di

narrare

una

storia vera,

Gi"nii, dopo il mutamento


avventure,
ma

avvenuto
con

poesiaromanzesca,
nel chi all'arte,
e

le medesime
umana

solito,rappresenta l'anima

che

alla belt" eterna, sospira

giovane
non

avvenentissimo

vedrebbe
non

scultoria di Firdusi
non

Gi"mi
con

pu" pi" essere

di Giacobbe. Quanto poi t"glio la differenza tra i due poeti?La poesia pittrice " pi" di questi giorni tardi della letteratura, e che lo svenevole poeta mistico dei tempi suoi, si vede sfinita.
e non

per ci" che non d'una dottrina omai si perde fra gliarzigogoli l'anima invasata d'amore

si tocca, che

dopo le consuete invocazioni, narra di Zalikha, pertanto, d'un re di Mauritania, bellissima figlia che, avendo veduto in sogno un al Visir d'Egitto per il Visir d'Egitto, vago giovane che le si fa conoscere in isposa dal padre compiacente. Ma il Visir d'Egitto, " mandata con dolore di lei quando giunge a vederlo per la prima volta," grandissimo Pntifarre,non il bel giovane veduto in sogno. Cosi essa vive nell'affiizione, " veduto finch" un giornoGiuseppe, gi"slato venduto dai fratelliinvidiosi, di Pntifarre. Giuseppe " e fatto comprare da lei nel mercato per mezzo il giovane da leiveduto in sogno, ed ella tosto se ne innamora mente. perdutaMa perch" egli resiste a tutte le sue pi" calde preghiere, essa, in cere carintanto, spiega sdegnata,fa rinchiuderlo in un carcere. Giuseppe, i sogni al panattiere di Faraone e poi a Faraone stesso, e al coppiere stone, perch"egli" tosto esaltato al grado di Visir intanto che Putifarre, depo13. Il poema
di dolore. Zalikha,ritrattasi a vivere povera e dolente in fatta omai cieca dal lungo lagrimare, si consola tuttavia luogo solitario,
muore

ildestriero di Giuseppeche passa per scalpitare del suo grado novello. Ma poi,ella rinuncia al culto la via nella pompa si reca nel cospetto di Giuseppe, Iddio, degl'idoli, e, fattaadoratrice del vero da Iddio che renda il quale,tocco la giovinezzae la compassione,prega Cosi Zalikha, l'itornataalla sua giovent" " vista all'infelice. e fatta pi"bella, Si chiude il poema lu" lino alla morte. e vive felicecon sposatada Giuseppe al sentir di tanto in tanto
con

alcuni avvertimenti
sua

morali che l'autore

di

composizione,notata negliultimi

al figlio rivolge suo, e la data " VSSS d. E. ("ASS d. C). versi,

14. 11 poemetto Meg'n"n e Levia ci " noto, quanto al soggetto, per da noi di l 'ha trattato con una toccato, quello, iNiz"mi; Gi"mi,tuttavia, gi"
certa

libert", anzi,come
e

voluto
a

alcun punto qua e l",gliha dare significato le consuete lodi con e mistico. Incomincia allegorico appar da
al

manifesto

Dio

narrando Profeta,e seguita

in che modo

Meg'n"n e

Levia

si

siano l'ini dell'altroinvaghiti. Essi passano insieme i lunghigiorni, intanto che le notti scorron loro nella lontananza. reciproca Leyla, penose per

giorno,mette alla prova il suo appassionato amante, e trovatolo fedele, si tega a lui con solenne giuramento. Meg'n"n intanto,assorto nel pensiero del suo dolce amore, fugge la compagnia degli uomini; ma un amico
un

390
SUO
ne suo

CAPITOLO

OTTAVO

dal

scopre il segreto,e lo riferisceal padre di lui che tenta smuoverlo anche il matrimonio altra bellissima con pensiero,olfrendogli

fanciulla.

giuramento,ricusa;ma intanto alcuni invidiosi l'accusano d'infedelt" nel cospetto di Levia, la quale da principio si placa con lui. Ora vengono se ne sdegna,ma poi,conosciuta la verit", le prove pi" dure per i due amanti, perch" i genitori di Leyla cercano dal suo inconsulto amore, ed ella nega e intanto (andandosi distoglierla al pellegriuaggio della Mecca) Meg'n"n,saputo lo sdegno dei parenti di gere. Leyla,non frequentapi" di giorno la sua compagnia per non farsi scorHa con lei, alcuni colloqui dei qualiavendo avuto tuttavia, notturni, notizia il padre di lei per mezzo di Leyla stato da lei d'un antico amante egli giuradi ricorrere al Califfo.IlCaliffomanda ordine a Meg'n"n respinto, andar pi" da Leyla,di non di non parlarnepi",di non celebrarla pi" ne' suoi versi. Meg'n"n allora, di cui la mente gi"incomincia a vacillare,
suo va

Meg'n"n, legatodal

errando
cerca

che

dolore per monti e per valli, e al padre suo di consolarlo, fa pietosapreghiera di far domandar
suo

nel

desolato

Leyla per

lui. Il padre di

Leyla sdegnosamente respingela domanda; ma Meg'n"n, che sempre trova in un pi" misero e infelice va ramingo per il deserto, di c he raccolto estenuato dalle sabbie uomo nome Naufil, l'aveva generoso, Perch" Naufil va dal della sua causa. ardenti,un inaspettato patrocinatore subitamente e il !)adremonta padre di Leylaa intercedere per l'infelice, in ira,e Naufil gliminaccia la guerra. Meg'n"n intanto che non la ama buono e pietoso, violenza, pi" e pi" s'interna nel desei'to.Nel deserto egli, libera gl'innocenti animali dai lacci degli avidi cacciatori; volta una anche si reca furtivo alla tenda di breve loquio. colfino e Leyla e ha con lei un
avendo il sempi'e pi",perch", Califfo interrogalo il poeta Qoseyr per sapere chi mai eglicredesse pi" infelice di lui in amore, credeva Meg'n"n e avendo Qoseyr ch'egli l'isposto
sua amorosa cresce

Ma

la

follia

esser

Ma

il Califfo volle vedere in sua presenza il misero amante. quello, fa mille Meg'n"n,venuto quasi per forza nel cospetto del suo signore, ritornarsi alla vita del selvaggia deserto. Intanto,un

ben

e fugge per pazzie

bel

veduto la e giovane che aveva Leyla per caso, se ne innamora domanda in isposaai parenti. si celebrano con grandissima Quelle nozze che anzi, ma Leyla giura di serbarsi intatta la sua verginit"; pompa, di tario piena dolore,scrive una lettera a Meg'n"n per iscusarsi dell'involonle connubio, ma Meg'n"n risponde inacerbito. Intanto lo sposo di di costei, d'un tratto,e Meg'n"n se ne Leyla,afflittodalle repulse muore avr" provato non sposto essendo stato corriaccora, pensando al dolore ch'egli da lei.1 due amanti si possono rivedere riconosce
ancor

due volte, ma la
sua

tima l'ul-

volta,Meg'n"n, non insensato,


scaccia
amore

perch" essa gli turba il suo A questo non terreno. celeste, pu" pi" por mente ad un amore " manifesto, Gi"mi di dichiarar l'allegoria del suo mostra punto, come racconto, nel quale,nell'amore di Meg'n"n, cio" il Folle,si deve ricono"

Leyla, anzi la intanto che egli, riposo, preso d'un

pi"

392

CAPITOLO

OTTAVO

in Italia, mentali, quando ilromanticismo,in Germania, in Francia, godeva presso la gente grandissimo favore. 16. Il Libro di Alessandro o Iskender-i"d"neh, detto anche Kh"radcio" il Libro della sapienza ndmeh i iskenderi, di Alessandro," ben lontano antichi romanzi di Firdusi Sembra di Niz"mi. che anzi e Gi"mi, dagli lasciando da parte gran
con a

bello studio tutte le avventure

strane

inaudite del

abbia voluto svolgerepi" ampiamente quel concetto conquistatore, cui Niz"mi


termina

il

suo

libro di Alessandro.

Alessandro, secondo
il suo

Niz"mi, di

s'era fatto filosofo, e di filosofos'era fatto profeta conquistatore che

e per" ecco mistico;

Gi"mi, narrata
di

la nascita di lui e

mento avveni-

introduce i filosofi Platone, Aristotele, Filippo, Socrate, Galeno, Ermete, a i)resentargii, ciascuno,un Ippocrate, Pitagora, Alessandro ne fa pure uno libro di sapienza. alla sua volta;per" tutto il poema
narrata
con
va

al trono

alla morte

innanzi

con

di morale, finch", lunghe e infinite disquisizioni


e

la morte

di Alessandro

riferiti i lamenti delle

dei filosofi, si chiude


cose

molte considerazioni
ora

intorno alla vanit"

di

quaggi".Tutto

abbiain tolto dall'Hammer, non avendo potuto detto, il poema tra le mani. Ma, se cos" ", possiamo aggiungereche anche avere il " sparito, sebbene per diversa via; perch"nelle avventure qui romanzo d'amore esso sparivaquando esse avventure erano e qui spariva allegorie, sostituirvi le consicol togliersene derazioni da avventura vera ogni romanzo, per di ordine morale. intanto
a

ci" che

abbiam

17. Passiamo

dir

degli altri due

Il poema di Sel"m"n e quintuplooriginario. il amici loro pi" che h'alerno amore, che, appunto per corrono giovani molte e strane avventure, ed " poema allegorico. Incomincia con una lunga introduzione,in cui si dicono le stesse cose di tanti altri poemi, inseritevi molte narrazioni o aneddoti secondari. Sel"m"n d'un re di era figlio Grecia, natoglisenza con donna, per l'arte d'un bisogno d'accoppiarsi famoso. Eglicresce bello e aitante, adorno d'ognipi" eletta virt", sapiente istruito in ogni arte pi" bella,e presto s'invaghisce perdutamente d'un bel garzone suo coetaneo, di nome di Abs"l,dal quale " pure corrisposto amicizia eguale.Il re se ne avvede e fa sue rimostranze a Sel"m"n, e il savio di corte si adopera per sradicar dal cuore del giovane la strana 1 giovani, in mare e giungono passione. afiora, fuggono insieme, si mettono ad un'isola laddove miracolosa essi sono,
si

poemi stati aggiuntial da due Abs"l prende il nome

si pongono

vivere insieme.

Ma

il re,

con

una

coppa li fa rintracciare; essi in


un

che ritlette i

tuttidel mondo, vede il luogo dove segreti

per", noiati dallo

rimostranze

tinue, con-

luogo deserto,e l",levala e incendiata un'alta })ira. si gettano nelle fiamme. vato, salAbs"l perisce, ma Sel"m"n, fortunatamente " ricondotto alla reggia, " laddove, rinsavito tinalmente, designato dal padre a succedergli del nel regno. " questo il racconto principale
recano

poemetto, interrotto da molti e brevi i-acconti secondari, intanto che in ultimo capitolo un il poeta n'esponePallegoria, per la quale s'intende che

IL

POETA

g" AMI

393

secondo l'etimologia araba)" l'anima immediatamente (l'integro, La loro congiunzione caduco) " il corpo umano. creata da Dio, e Abs"l (il della di male, finch" la loro separazioneper mezzo in terra " principio nella pira)ritorna il corpo alla polvere e rende morte (simboleggiata Sel"m"n l'anima al
suo

vero

stato

che

" la

e perfezione

la beatitudine

celeste.

quanto al soggetto,tra questo poema e Veggasi intanto la somiglianza, quellodi Ass"r, Mihr e Mushteri,gi" stato esaminato da noi nel capitolo della poesiaromanzesca. cio" la Catena d'oro, 18. Il poema dal titolo arabo: Silsiletuz-zaJiah, le solite diviso in tre libri.Precedono " un poemetto filosoficoe religioso,
invocazioni
e

lodi

Dio
entra

e a

al Profeta,con discorrere

la dedica al

Huseyn; principe
esponendo
e

dopo ci" l'autore


dichiarando

della materia
e

sua,

certi punti di dottrine morali

definendo religiose,

certe

di dottrina questioni santi certi


come

mistica,commentando
o

opinioni di antichi personaggi


Bist"mi, dichiarando
dalla tradizione. Maometto

Ab"i Said, il primo dei mistici, e Corano alcuni detti attribuiti a

passidel

come Qualche volta ci" che si vuol dimostrare, ha del paradosso,

vi si dice che sia il spesso in simili libri. Anche minute di che certe cose e particolari e simbolico allegorico significato del
resto

avviene

per esempio,la bilancia su per fede si credono dai Mussulmani, come, cui s" pesano i meriti e le colpedelle anime, il ponte sottilissimo su cui i giardini del devono passar le anime dopo morte, le fontane che irrigano Ma tutto ci" " fatto con poco ordine, e paradiso. dottrinale " molto famighare e piano. L'esposizione da brevi narrazioni tolte, come dalle favole. dalle tradizioni,
tutto si dice
con

fare

interrotta bene spesso dalla dalla vita dei santi, al solito, storia, di

19. Il Behdristdn, cio" il Giardino

primavera,graziosaraccolta di
otto libriche

novelle,di racconti
di " giardini,
una

di

divisa in favole, del Roseto

portano

il titolo

imitazione

di Saadi,

come

l'autore stesso

dice nella al

Perch" egli, avendo prefazione.

letto alcune

pagine del Roseto

Y"suf per suo figlio poter scrivere un libro nel caso come per", insieme appartiene

si allo studio delle lettere, invogliarlo


su

pens" di
suo.

quel modello,
a

per" compose

questo
caso

Esso

" imitazione particolare al Roseto

del Roseto, nel

generale

quellafamigliadi libri che nel capitolo lontana e degenerataderivazione antecedente abbiam una trovato essere minare noi da aggiungere per deterdel Kal"la e Dimna. Dato ci",nulla abbiam Gi"mi nella storia il posto che questa leggiadra occupa opera di Esso " vario della poesiapersiana; e per" passiamo a dirne il contenuto.
come

" vario nel Roseto

di Saadi

nella Raccolta di Aufi,comprendendo

qualunque sorta di racconti,dalla vita di personaggisanti alle favole e alle opere dei apologhidegli animali,dai fattidei re e dei principi agli Il settimo capitolo letteratie dei poeti. tanti, poi " uno dei pi" curiosi e impordei maggiori poeti persiani, perch" Gi"mi, oltre una breve biograf"a v'ha riferitonon delle loro frammenti poesie. pochi

394

CAI-ITOLO

OTT.WU

nella quale (cosa introduzione, della invocazione a Dio e delle sue lodi, rara!) si evita il luogo comune del poeta " inetta a volar tant'alto. Dopo ci",si dicendosi che la mente
una

20. Il bel libro s'aprecon

breve

tocca

brevemente

l'occasione onde

raccomanda

primo il terzo, di sante; il secondo, di antichi sapienti;

ai lettori. Il

il libro fu composto, e il poeta si aneddoti di persone pie e reca capitolo


re e

potentie della il quarto, di persone generose il quinto loro giustizia; e magnanime; il aneddoti timo, storie con d'amore; sesto, arguziee facezie;il setraccoglie s'" detto, ha biografie di poeti con come esempi dei loro versi; di animali. Un breve capitolo, nel quale il poeta l'ottavo contiene apologhi tutti suoi, eccetto quelli dichiara che i versi inseritinella sua prosa sou di alti'i, tore, che va citando in nome alla indulgenzadel lete si raccomanda " 89"2 l'anno d. E. (1486 d. C), posta la data di composizioneche
chiude bellamente
il libro.

di

dire per prima cosa che essa ha tutti i difettidel tempo, ci" che anche s'intende da quanto abbiam del presente capitolo. Pur tuttavia non detto di lui al principio pu"

21. Quanto all'artedi

Gi"mi, ecco

che si

pu"

che egli, in negarsi di valore

mezzo
non e

meschino, di
e

tanti altri scrittoridel tempo suo, quasi tutti o e che, imitando questo o poco si solleva,
non sua

quelloscrittore celebre
riesce tuttavia abile

se illustre,

si accosta
stessa

molto

al

valente nella
suo

imitazione.

suo modello, Per", quando

nelle liriche egli parladel di Dehli, ma la dolce


e ne

ha anche

mistico amore, ha le svenevolezze di Khusrev ha le nenie di K"tibi, ha anche la grazia; ma ne Dove

il gergo del poi egli smette da senno ha quellanaturalezza misticismo e dice cose e senza allegoria, disinvolta che " d" chi e parlaper impulso di sentimento propria spigliata della vero, perch"allora l'uomo si manifesta quale ", sciolto dagl'impacci scuola filosofica, le cose come intanto che osserva nota e giudica e sono, calmo ]\la nei poemi, comprendendovi lo stesso con e sereno. giudizio abbandonata malinconia.
romanzo

di

Giuseppe e
molto

Zalikha

che

ne

" il

l'imitazione migliore,

forse

servile di Niz"nii,congiuntaai difetti di


reso

questa et" della decadenza, ha

qualie quanti siano i difettidi Niz"mi, accanto ai molti pregi, per quellasua retorica stentata, per quel suo ripeterefaticoso dei pensieri, quasi non mai pago della esj)ressione, fare di erudito impacciatotra le fonti consultate, per quel per quel suo suo parlarquasi sempre in metafora, abbiam gi"veduto in altro luogo. difetti son Ora, questimedesimi pure nei poemi di Gi"mi, che poi alla volta li accrebbe con la imitazione e li rese pi" gravi con sua l'aggiunta dei difetti del tempo. Poi, la dottrina mistica che di questitempi aveva avvil" glianimi nell'abbiezione col come appestato tutta quanta la poesia, pensierodel nulla e della vanit" delle cose tutte create, cos" avvezz" gli scrittoriad usare stileumile,dimesso, senza ardimento e senza uno impeto. Del quale il primo esempio,forse, fu dato da Att"r, anche se alcuni mistici, Rumi sopra tutti, sono poistatimolto elevati nei loro versi. Dato l'esempio,
non

Gi"mi

felice poeta. Perch"

IL

l'OETA

(ilAMI

395

era
a

ben

facile
e

anche seguirlo,
a

pi" facile

crescerne

e per" da Aitar difetti,

Khusrev

da costui

Gi"mi

di stile e rasenta di cui


non

terra.

lo scrittore si fa sempre pi" umile N'" venuto, perci", fare dimesso un e

di

lingua

gare, quasi vol-

poemi di Gi"mi accanto pochi esempi s'incontrano in questi ad altri passiche son gonfie vogliono essere sublimi. Qualche descrizione, tuttavia," finamente condotta,e alcune narrazioni procedono spontanee e dettate in una recondite sciolte, lingua lavorata che non ha per" le leggiadrie di Gi"mi le tra di Saadi e di H"fiz. Dopo ci", l'opera poetiche, migliore
bench"

quale

il Giardino di primavera, al scritte in prosa, si riduce ad essere tazione che era quello di educare il fine pi" umano e la savia imiun figlio, del Roseto di Saadi, conferirono

quella sobriet", quella misura,

di molto l'accostano al suo quella eleganza e quella dei fatti modello; pi" ancora, la perspicuarappresentazione perfettissimo nella Anche e delle cose qui tuttavia son difetti molti, massime qualisono. di forma uso esterna; perch" lo stile talvolta avviluppato, il soverchio i sinonimi, le soverchie parole arabiche, anche di uso rarissimo, sono fina che leggiadria molte altre. difetti di quest'opera che pure li ha in comune con principali Ma i difetti sono ampiamente compensati dai pregi. 22. Che se Gi"mi somiglia a Saadi in certe parti sua poetica, dell'opera anche gli somiglia nella santit" della vita che fu tutta integra e vero esempio di virt". Perch", anche se in qualche punto la dottrina mistica l" dove la stolidamente l'indusse a calpestar la natura all'opposto, umana, veramente e dottrina non uomo, parte, eglisi " mostrato poteva aver cando cerla vita quale ", non ma tale consider" dispregiandola, come sempre di farla miglioree meno malagevole a sopportare insegnando con

l'esempio delle virt"


modi si possa
toccar

degli altri e col ragionamento per quali con la nobile meta. amore e Cosi, ammaestrando
dei vizi di uomini
e

carit", giudicando saviamente


fine sempre che malinconia
avuto

di cose, mirando il
suo

ad

un

alto

dinanzi
una

agliocchi, egli scriveva


delle ultime opere. accorata, sembra forse sentimento
sue

Giardino

di

mavera prisuo

" anche

Con

questo,

una

certa

calma, placida, quasi

infiltrarsi in

ogni

o consapevolezzache pensiero,in ogni sua parola. Era la grande poesiapersiana e la gloria letteraria del suo paese stavano per tutto che lamentava " si era Certo che lui? mestamente c on egli ispegnersi finito al suo vecchio, sazio d'et" e d'onori, tempo, e intanto moriva

nel

1492. A quest'uomo d'Oriente, adunque, pareva


cosi finire
e

in

quel

momento
e

che tolta
uomo

tutto dovesse

che

l'avvenire in

fosse chiuso
stesso
anno

per sempre

Fra noi, invece, speranza. ben diversa educazione di d'Occidente,

ogni
nuovo
e

quello
e

14-9::^, un

di ben

altri sentimenti,
in

mondo

schiudeva
non

noi

un

novello

avvenire

scopriva cui ogni pi" lieta

bella speranza

poteva

mancare.

APPENDICE
AL

CAPITOLO

DEL

POETA

G"

AMI

A.

LE

POESIE

LIRICHE

tuoi bruni 1. Oiiaiulo scompiglia (jue' La brezza del

Di citt"come

andava *,

mattino,

Deh! [riccioli

Il nostro

e riposato tranquillo destino il reo Sconip"L;lia ; E i cespi di rose albe e di purpuree cor

insiem l'accolta che di gente allegra La schiera ei scompigliava!

Bel Sol

Gi"nii,che desia, cipresso

notisi

La mattutina brezza
teco tutti, Scompiglia poidie voglion d i bellezza. Gareggiar

sua gota pomposa, ei m'abbia Ben che disciolto

giuntura ogni

di Quai petali
il. lev

rosa

^.

Per nostro duol speme Ben cbe suoi libriassai

non

" di

balsamo,

Umano Alma Come occhi


non

nostro*^ era coppier e avea peicari suoi giusto


sera

il

per noi

Il medico Rimedio
Di

scompigli investigando
a' nostri guai. videro

serena

chiara

nitida giara;
a

mondo pellegrin pel

Guardava

tuttiin viso e illabbro ;ivea


;

Mai chi

paria

te

fosse,

n" la fronte contraea Bidente,

Ben che a' pittori del Cataio ^ assai Tavole per recedere Per noi ci furon porte; Ma che 3 trovammo noi, ratto disfece Nostra nemica
sorte.

Per chi Tutto Non

prov"dolori '',
a

abbia scosse egli Cento ragioni da te

-.

era egli

favori. di gazzell fragranza


non

vien forse

Di Cina anche da lui, se


Il muschio E il nero " al
suo

par que

ricetto,

*^. crin sul letto del vin chiaro si Ica

Dal ceto de' beenti il commissario

Ma

pelnappo

(1) Celebri nel far ritratti. (2j Cercate, ammirate. (3) Ci" che. il vino cosa vietata. .Si ricordi il lettore che (4) Andava a perquisire,essendo ha il vino nella poesia mistica. significato tanto (5) Brutta immagine per dire che la bella (ilcipresso)vuole che si decanti solabbia fatale bellezza la sua bellezza (si descrivano bench" le sue gote), questa cui si fatto male chi l'ha veduta, distruggendolo ((uasicome si fa d'una rosa a a i disperdono petali. (6) Dio, nel linguaggio mistico. (7) La gente a lui devota. col suo odore, cosi il la gazzella(del muschio) si fa sentir da lontano (8) Come ed nella vescichetta (ricetto), (iiiiL^h/i-) leggiadro coppiere; anzi quella ha il muschio Giuoco letto cui il su e egligiace. gi" egli ha bruni {mushk"n) i capelli per sparsi di parole tra "iiushk e nius"ik"n.

APPENDICE

AL

CAPITOLO

DEL

l'OETA

GIAMI

:m

Il cor Della

del

alla moschea. sapiente dote

Cento fiate, o L'anima desti, e

Gi"mi, queinulla
suono

stia Ben che all'ombra ei;li


sua

Per colui che tu ami,


ti diede!
e

Saggioche Bagn" la

piai. e cerca gloria

di siidoi'e i. Delh^ nacchere al

lizzadel saper, nell'ore Che d'estasiparlava, Folle si millantava 2. che non quaggi" d'uom, perch" Roinor di gloria non Di solitario augello Cerca
^ un

de'

liuti,

Deh !

come

l)en disse il canlor, nell'ora


!

Del mattutino bevere.


senti? sia

Questa

canzone

loco

ostello*. Soltantoil Qat' Alla taverna Del


ver ^

tileva ! Ecco son frutti disse, Signor, Che a quella vita sempiterna vanno, Tutti i sospiri aliti e gli
Di questa vita.

si
se

cerca a

arcano d'ogni n" vano esplicazion,

Gi"mi

mai perch"
e non

inerte quiti siedi curi il suon de' canti.

"

Al convito Non

il dir

sci"r cotesti

curi ilcolmo

Arcani

si appresti ^. egli

peccher"

Di vin vietato?

3. Partiva l'amor mio, N" Di

Non

gi"mi disse : Addio non obli", me ch'egli


Sol
verso

! f"' ricordo.

In alcun tempo mai (piel l'osso vino che si trascurar, gi" mostra e vede
il termine

tutte Dell'opre

Che ordina ilfato. Pensa che


un

il suo

desire Frutto che hai Anche


avrem morremo

Si volse nel Non si volse

partire;
a

colui ch'ei non


io

bramava.

" ilsolo giorno d'allegrezza Chi di che al sa se qui.

noi da vivere ?
in ch'io ritroviun
non

Di' che di lui son

[viene,
segno

0
case

Schiavo,in
Dietro

suo

ostel, natio.
sue

se

In si cura. Da

Se d'un nato in

ei non

ognicasa

corsi quanto gli il pianto.

Della mia bella, mai Per ir la fronte. allaMecca Gi"mi,

volgoa dietro

scorre Rapido

dolce soglia quella uscendo andarne,


casa

Ned ei,sol per piet", fermava i! passo. Perch'io mesto il seguia,

non

ch'egli gioia? entro al suo No ! ch'ei non ebbe gioia N" un foglio avvinse all'ale D'una colomba '^, e a quale
Forse
di Aura il seguia,
ine non

Da questacasa tua. Alcuna Non f"ache vuota restisi Della tua bella ".

core

5. Scesi allaMecca, e l"del tuo

villaggio

fea dimando.

Desio nel

core

avea^;

rischiara le anime, anche quelladegliortodossi (1) II vino (cio"la dottrina mistica) beni dai fedeli). che soltanto ai lasciati (legati e temporali pii, preti pensano dottrina che crede savia addetta alla " nostra si La e mistica, se non (2) gente dice che sciocchezze. d'estasi divine, non parla (3) Imperativo. (4) Il S"murgh (laFenice persiana)" detto abitare sui monti Q"f ai confini della sar" solo. terra. Cosi tu sarai un'altra Fenice, e il Simurgh non (5) La dottrina mistica. ogni secreto, ecc. (6) La dottrina mistica scioglie l'ode di Anacreonte alla colomba. notizie. Vedi mandarmi Cio" sue (7) per da ci" che " detto ode dichiarato di di altra " Il mistico qualche (8) senso questa e nel capitolodella poesia mistica. adorazion di Dio, dice di non (9) Qui l'amante " Dio, e il poeta, per la vera poter ortodossi Kaaba. devote alla le superstizioni degli e le pratiche curare dei

398 Ricordando
tuo

APPENDICE

AL

CAPITOLO

DEL

POETA

GIAMI

volto,io le bellezze

Cercassi un ornamento

! Oh ! del mio vivere

Della Kaaba vedea.

Quando mirai della Kaaba la nera Tenda i, a' neri tuoi crini
Ratto del desiderio pi"cocente 10 la mano stendea. Della Kaaba alle porteallor ch'io presi ("on molt'ansia l'anello"^, Del tuo crin per le anella in Fervidi voti io fea.
nero core

Mi sfuggi dalla man per tante stolide ilfrutto! Ed ora addentomi Cose che dissi,
La

Di

tergo per dolor. Se stendesi in fino agli dominio ultimi poesia


mano a

Confin del mondo, ad


Il pensici' della rima.

ogniistante crnc[cianii
il verso

"

un'aura,

Ed io la notte Aria sto


a

ildi,dei ritmi al computo. misurar. Dissi alla Logica


e :

In

nessun

fuor che in te, posava luogo, 11 desiderio mio.


cura.

Un bel mattino

0 tu che

con

gran

giubilo

D'invidiosi ti se' fatta docile Ministra mia nell'arsenalpoetico Dei versi, vedi che gran peso traiigomi Di faticapeiversi ! Or tu concedimi Ch'io del silenziopossa in Il capo
e

^ che f"i con studio e qne'giri

Io per te li compiea. In stazione d'Araf"t'^la gente

preci; in core Chiuse le labbra alla preghiera, Di te parole io fea. E la gente di Mina a voti e preghi bramosa ; Tutta volgea Gi" mi, da ognicura sciolto, Io, come A te il desio volgea.
a

Stava

cantar

sue

grembo ascon[dere
Ella

si

m'acqueti.
"

risposemi:

diami, tesor sei di secreti.Oh! lecito


i\on creder

gi"ch'io mai
serrarne

non

cerchi scio-

[gliere
Del tesoro al
ancora

i vincoli!

6.

Le aurette

fan

delle rose, pai^ola

9. Gi"nii

non

ebbe mai desio di gloria ei per


sua

Parlan le rose
"

del vel dell'amica:

dett" questi carmi. (juand'ei splendidi Nel volume del mondo Alcun motto

Soave odor di fanciullevezzose


". pudica

gliamici

Tocca soltanto a un'anima 7. Per la mia vita son E


son

scrivea per

memoria.

di te lo schiavo,

da te

fuggito.

S'anche mi vendi cento volte, fuggo


E torno

ladestra dal gninza0 Gi"nii, Togli, che ninna Del tuo rosario ipocrita, [glio lacciotuo. far con ipiesto Preda puoi 10.
1 1. L'eremita del

poipentito.
un

Possibile non

che

solo istante

villaggio

Per te il cor

pazienti.

"

un

meraviglioso. augel granidel rosario


laccio a modo.

Cento volte tentai ; un'altra volta Forse avverr" ch'io tenti? talche mia

Con i

Ei s'" fatto un

8. Io

non

son
e

Con dettivani Consumi

contalingua la punta del calamo [mini


o

12. Lodi dt'Un

e della (jcneroait". iHivcrl"

(Qasida). I sommi di tetti

altri in far degli o lode monil di gemme

biasimo.

Son cocci rottile Sono i versi un

futili, parole

s'io con Qual pazzia,

cielo Che vanno a ; fulgide intendi tu che ai muri a quelle aff"g- Alti le chiostre, questi f" [gere Del Casteldella son breccie apei'tc.

regal palagio astri in superar degli

(1) La tenda del tempio. a bussare per farsi aprire. (2) L'anello alle porte che serve fanno intorno alia Kaaba. (3) I giridi rito che i pellegrini maomettani. (4) Araf"t e Mina, due luoghi di fermata dei pellegrini

400 le cudf, conio IlaiiiKi


" Meglio

APPENDICE

AL

CAPITOLO

DEL

POETA

CLAMI

al liancui, cinti,
aver

Ei levano la fronte. E di lieciii

se

ti'atitto

d'assaiche

dinanzi accinta

e falsa, A t(!servir gente bugiarda E se t'acciuffa maestra. D'ipocrisia

suoi, Leone agreste con artigli gli E stanco del tuo vivere ti rende
" Ilsnbitano assalto,
cosa miglior

il cor, materia ei sono doglia 3, in essi tuo pensier raccolga insiem E se varie cagioni congiunte lor tu siipresente*, Vanno si perch" Perch"
tu

Ratto s'accende

face e avvampa come Di loro invidia il fulmine. Deh! quante, Deh ! quante volte darai tu la vita al vento in questavalle angusta Dispersa Per amordi
tai cose! Autunnal
vento
^

(]lie amici La
mano e

aver su

dolcemente adoprin di lor dolce le piaghe che l'onde


di morte

Favor versino il balsamo. Se irato Mare tiassorbe


e sue

" il tristoamor
"
morte

Apportatrici passano il tuo capo, " d'assaiche in navicel d'amici, Meglio


Addetti
a

per esse; ogni lor dono all'alma. E temo io si del giorno


e

In che ti faran morto

del

tuo

core

te, racc"r tue masserizie di salvezza. A

Si faranno

alle saette bersaglio


menan seco.

Con speme

quella parte

Del duol che


A cui
non

Ogni cotale

il sol, 'Ve splende poco

l'ombra t'assidi,

"

costante religi'on " qual lantasma viaggio,

Perch" compagna non ti sia. Da tale in riva, Sentier've sou rosetiall'acque


mai perch" l'acque volgi, riflessa Non l'immagine occhi E dinanzi dagli Di tua figura. non perch" cagione Specchio apiiostar, sia l'immagine Di superbire a te non E primatu di Dio Di tua figura. A dietro

Pensier di

suo

Che t'infestala via 6. Sa Iddio cotesto!


tu non troppo fidente. porre ilpie, Di tal fantasma sul sentier, ma volgi,

rendano

la fronte al vestibol sereno Volgi vita. Ove noi faccia, Di solitaria T'esce ardire dal cor, t'escepossanza al vestibol sereno D'andarne ancora vita. Ors", ti leva Di solitaria
E

Creatura fosti, e venistida lui di uscirai Unico e solo ; come un oh! non Dal mondo al fin dell'opra, Che soletton'andrai. Che
Aver " dubbio

Vanne

poniilpiede' morti nella via, ! Ancora estinti al riposo degli


l'impromessa,
di lor labbra mute sottile

giovaintanto
" mai

Di loro obbl"o ricorda Sermon

tainodi

vincoli?'-.E che
e

Sciogli, Quest'amicizia parentela?


te Sciogli stesso

E ve' lor ossa Ad ascoltar ti poni.

da cotestinodi
e son

Tutte Acre

Che ti son

male

nemici al core,

di polve, e a tue pupille piene di fa collirio polve quella

Infestiall'alma tua ! Di te valore Vanno scemando


come crescon

E vedi intanto Entro al vascl dell'ossa'^.

elli,

Sotto

ove Pesan li tuoi difetti

siau

posti

lor dimora angusta, le pietre "=* tristodi tua fiacca voglia E all'angue
a e

Alla stadera. Che Ei


sou

se e

tu
se

se' stoppia,
tu

ilcapo, con pietre Frangi

fuor dal petto


:

la fiamma;

chini il capo,

Trauui

un

mesto

cosi dicendo sositir,

(1) Barocca
sa,
e

fare alto

di

monti, cinti
Con (i2) la

stupida immagine. Il cingersila servit". Qui " detto che l'anacoreta da fiere). di code di fiere (abitati
e

d'una cintura, ", come persona nel deserto ha per servitori le

si

rupi

gente del mondo.

(3) Ti distolgonodal pensare a Dio. (4) Tu attenda agli uomini e alle cose mondane. (5) Che porta via ogni pi" l)ella cosa. maligni del deserto che a certi spiriti (6) Allusione vedemmo. (7) Anche Saadi ha questa immagine, come
occhi si
usa

fanno

smarrire

i viandanti. far belli

Il collirio per

gli

molto

dai Persiani

si tiene in bossoletti materia

d'osso.

(8) Dell'essere

troppo negligentein

di piet".

APPENDICE

AL

CAPITOLO

DEL

POETA

GIAMI

401

!^. Ed avverr" che forse Noi ti srfiuiantu il tuo cor, clicluce tucclii (laci" Vita Di
vera

di tanto. Son sempre vivi. Anch'io, pi'ima Fui umrto in core, avvinto, di tanto, pria

alibiaancora vitaal giorno egli

Al Al Di

come

7. Ma tornai vivo ed al perch"

Uom
In

dall'ordin tristo ch'era vivo in cor^,

Di gentefredda nella f" si trasse tic'morti 3. Ei le abitate compagnia

cotestisanti^ e fonte contemplar vita " a me^ lor fredda sepoltura!

Gi"mi,anche

tu da

morti in core questi


te

ed agli avelli Dimore ebbe in fastidio volse la fronte. De' santi con piacer
Ivi da tutte

Fuggiin
Che In

attendi a disparte!
te

soltanto.
venga

Da te soltanto viatico ti prendi, che da cosa ogn'altra


non

lapide leggea
e

ognieletto animator cercava respiro Spirto con Di vita eterna. Egli pi'csti foggia al mondo addetti Passi cosi da questi s" come Che di cani lian pensier, fugge damma. Ratta da' veltriuna selvaggia intanto che ci" riseppe, Un altro allor, Ch'ebbe desio d'investigar suo stato,
La scriltnradi morte,

da

terreno,opra quest'orbe

" di

gente

9. Calunniatrice che iltuo danno appresta

II. Dal poema:

V"siil' e 7.al"kha.

1. Za""kha

di Yiisuf^^. s'invaghisce

f"'dimanda : A capo della via glien da ogni vivente? A che questofuggir estinti A che questodeporre appo gli I grandi E quei Iltuo fardello? rispose:
"

Di nostra

l'alba Una notte,soave quant'" esilaranteil core vita,


i bei di di

Come

tutti giovinezza, t utti Riposavan augei, gli posavano I pesci da' lor moti,e l'opre e tutti Gli eventi il pieritratto avean di sotto Al lenilto di lor veste ^^. In questa nostra Bassa dimora di fantasmi piena, Nulla La fuor che degli astri pi"rimanea, delusa la mente avea e pupilla A' guardiani della notte illadro. la lingua Scuotitor di sonagli avea A' suoi sonagli ilcerchio intanto avvinta; Della coda,ricurva al collo intorno De' cani
Di lor

Sono dentro la

e fossa,

slan sotterra

natura. Quei d'ingenua

I morti in

core

Stan della terra sulla superficie. Ed io sarei cos" de' morti ^ perch" Compagnoin abitar? ma vera forza morti compagnia^, Dona di questi di tali E d" lassezzacompagnia Che stanchi e freddi son di Stanno che quei
che
cor

Sotterra '5.

"nno per sempre, dispersi

Ma, ben

morti al corpo, anche del-

fl'alma

il varco precludea agresti, de le notti, e l'augel latrati,


dei morti.

(1) Passo in arabo del Corano. Cio" noi andiam per la via (2) Glie era dato alla religione. (3) And" ad abitar tra le sepolture. viventi. ancor (4) I morti in cuore, cio" i mondani dei La (5) compagnia sepolti. (6) I vivi. filosofiche. (7) Impacciato nelle questioni (8) La famosa fonte della vita. (9) Si vegga da questo brano a quali stolide e assurde
dottrina mistica.

aberrazioni

conduce

la

di Giacobbe. (10) Giuseppe t"glio Gli eventi tutti si erano al mondo. arrestati che nulla accadeva (11) Ci" significa in terra e ritrae i piedi sta inerte colui che siede (all'orientale) n" procedevano, come sima bellisclie io ho sentita lodar come delle vesti. Immagine molto strana sotto al lembo altro che Seicento! Il Ghezy invece stima da un dotto tedesco. Per noi Italiani, Tous les "tres de la traduce e l'immagine (!), troppo liberamente : quasi virgiliana endormi d'un paisible le malheur lui-m"me et cr"ation jouissaient sonimeli, reposait ".
"

2G

Pizzi, Storia

della

poesia persiana, voi. II.

402 Stesa la punta di Dal cantar Le fauci sue.


sue

APPENDICE

AL

CAPITOLO

DEL

POETA

GIAMI

forti penne,
avea

mattutino

distolto

E per la grazia de' suoi pregi, avvinta Ella ne fu del cor. No! ch'ella avvinta

Su l'alto degli spaldi


il tristoaspetto,
cor

Ne fu per cento ciiori! Essa nel


E nell'anima
sua

core

Dell'ostello poiche ilcustode regal, De' Di Ma


scorse papaveri non

di quell'aspetto Immagine accogliea d'intenso amore


ornai germe. Ardeale in petto da Un fuoco,acceso volto, e in esso quel

vigilar

ebbe in
sonno

desio,
ancor

Poneasi

un

l'adducean nel

de' foschi

i. E il timpanista i sergenti Papaveri

Ivan consunte

pazienza

fede.

che ilsonno, non timpani, Inatteso venendo, ecco che avvinta Pi" Gli ebbe la
man

battea suoi

il.Esaltitz-"one di Poi che si

sul

^, e legno le sue

della prece

)'i".siif.
la notte

Dall'altoil lianditor, con Non

voci.

lungadi

Yus"f

anche de' dormienti per la notte stuoie 3. Ravvolte avea le spensierate

Era trascorsa, a sorgere di nuovo Giorno l'aurora si apprest". L'ambascia, Grave

Zalikha, lei che ha dolcissime labbra.


Un dolcissimo
sonno avea

qualmonte,

sovra

l'alma

sua

occhi sugli

Dolcissimi diffuso.Abbandonato

Gi" s'era posta, ed ora, ecco ! sorgea Dietro il monte per lui fulgido ilsole. Venne
a'

" sul capo


I suoi

il guancial, sono giacinti


e

della reggia intanto, magnati

stendesi la vaga capelli, cumulo di rose Persona sua, rpial Sovra


Dal guancial strati. scendeano gli

Per onorar, per esaltar lui solo. Dal re decreto,e tosto,dal palagio Del
re

che trono

avea

chiaro

A ciocche a ciocche i bei giacinti *, e sopra i riccioli veni"no. Le rosee gote Presi da
Ma la
sonno

E per la piazza in tutte

qualsole, a due parti, prenci

cosi,fino alla oscura Parasanghe


stettero i

occhi suoi gli


suo

veggenti. Prigionedi Yus"f,

del cor pupilla

dischiusa

I lor monili In due filedisposti.

Anche

allor che all'improvvisoMostravan ellie gli altri adornamenti. vegliava, dico? ('die garzoncel. ! " no Spirto beato. di luce. In Deh !
! quantipaggi illustri
e avean

Entr" le porte un Un

? Deh garzoncel

[cinture
e piocedean j)omposi Aurifulgenti,

Beata forma d'nn mondo Usa


a

ne' giardini del cielo rapir Ratto Dagliocchi neri le fanciulle-^. Che Zalikha in Le
sue

d'or. Deh! ipianti arditi panniintesti

Cavalier dell'esercito! e destrieri di gran valor. Deh ! quanti Eran cantori ! e aspetto di sole avean Arabi
avean

volto dischiudea quel


avvenia. Belt" vedea

dolce aspetto pupille, per quel


avvenne

Ci" che

E cantavano Lor inni


novero e

in siro ed in ebreo

Lungi d'assaida' confin de' mortali,


Non
mai vista in

canti! E

i prenci. dell'Egitto

Peri^,non

mai

udita

Da

occhi neri. Di fanciulledel ciel dagli Oh


si ! per la belt" di

Da tutte Oro
con

pi" in l",vcnian gittando fra le turbe accolte parti


gemme.

quell'aspetto

intanto poverelli

del sonno. simbolo Mentre il custode (1)I papaveri sono adunque, per coniando del doveva i dei lo suo sergenti vegliare, sergenti re, papaveri (i loro effluvii) dormire. Altra da Seicento. costringevano a immagine (2) Con cui batteva i timpani. suole invitare all'alba i fedeli alla pre(3) Il banditore della preghiera o Muezzin ghiera; allora ognuno si desta e ravvolge le stuoie o i tappeti su cui ha dormito dei la notte.

(4) I capelli. (5) Sono le H"ri, (6) Specie di fate

le fanciulle di bellezza

dagli occhi neri del paradiso maomettano. " noto. come meravigliosa,

APPENDICK

AL

CAPITOLO

DEL

POETA

GL\MI

403
suo core

Stendean,per speme
Di lor vestile

di tal piogijia d'oro.


e

Gitti nel suol, versando del Per grave che Spiga


cura nasca

aperti. Come Yus"f, andando, appo ai signore Venne d'Egitto (e in veste imperiale venia,sul dorso a un palafreno. Egli Dal capo al pie, monte, sotto all'oro, qnal
Sotto alle gemme), da ogni parte attorno

pieghe

i seni

il sangue da

i,ed

ognicolma

semi suoi. que'

Pel viaticod'un di ponga in disparte ". Ratto che il sire cotest'arteintese Da lui si acconcia, su l'egizia terra Alto

al suo cenno servo die, gradogli Lanci di nmschio si spargeano e d'ambra, F"' il popol tutto e f"' quell'ampio regno del suo destrier sportello Ampia palestra ai passi E sotto al pie suoi. Assiso

Gittavansi di gemme e di lucente intanto Oro con esse, e i poverelli


si fean disciolti. Da trista povert"

Al loco suo Con cento

lo volle alto sul trono,


e

il proclam" duce D'Egitto

ministro

La Dal

come reggia imperiai

fu vista.

suo

veloce

Yus"f d'un salto, e al stendea Tappeti gli


E

discese palafren altrifrattanto piede di seta


e

di poter.Sull'alto gradi Dell'aureoseggio come pose il piede, A piedel seggio tntta la gente suo Chinava il capo; e allor che da la reggia

raso,

All'estremoei venia della palestra.


Fino alle stelledegli inlentischiavi
terra e in ogni voci; usc"a cavalcando, a leiveni"no Ch'egli Da novero attorno. pi"in l" le genti Come a Yus"f cotal grandezza Iddio Cosi donava e loco a sua grandezza Conforme gliaggiugnea, cadde la sorte del ministro antico Precipitando 2, e cadde al suol di sna granD'Egitto

l'inchinardel capo al suolo. Esaltava sublime. Ecco ! l'annunzio lui con Di


suo

Salian altele

venir
come

il regingnea. quand'appo

Ratto si

nembo

ei s'affrettava

Ad incontrarlo. E forte egli lo strinse Al petto, com'ei fosse un Che ha rosee gote,o come Di
roseo

bel
un suo con

cipresso
alto bosso

viso. Al fianco

sul trono lui

Il f"'seder, discorsi ebbe Per domande

E in gioconde.

priachiedea

L'alto vessillo. iXon

pot"quelcore
a

[dezza

de' sogni suoi (parlava Esplicazion La bocca siui, dolcissimo rubino, E inchieste ei fea da tutte parti, assai

Tanta iattura sopportar. D'un tratto ei fu Bersaglio di morte le quadrella.


E Zal"kha al dolor s'abbandonava

D'ogni opra e condizion lui dimandando), E Yus"f le risposte a lui dicea


il cor traenti, Gradite, e meraviglia

E di Yus"f per la lontana assenza Curva rendea la sua persona. Stette E notte
e

in giorno
e

suo

dolor

crucciosa,
core era

Tocc"

re per l'egizio

suo

sermone.

Che notte

giorno per
avea.

Yus"f in Bella
non

Disse alfine: Ora udii chiara ed aperta da te del sogno mio. Esplicazion Deh! Come che farmi

Alta un'ambascia La
sua

magionper

potrei per governarmi?


mondo
"

Dell'inclito suo Da
cura

fasto e per grandezza sposo, e l'alma sua


era.

del popolo del potrei

di Yus"f scioltanon

L'affanno sopportar ? Disse : Nei giorni allorche pioggia Dell'abbondanza, e nembi Scarsi dal ciel Muover
si vuole
e non un
"

scenderanno,attorno
banditor per tutte si dica. Il popolo,
semenze gittar e

III. Dal poema:

Sel"m"u

Ahs"L

Contrade Altro

terre.

Fujjddi

Sel"m"ne

di Abs"l.

che pensier

del

Ogni volta che


le

l'anima " crucciosa


va congiunta a doglia; doglia

Non abbia. E s" le pietre anche Vada


con

rupi

Per la forza d'amor, sen A sventura


sventura
e

l'uErnesorvolando

i semi

(1) Cio" si dia (2) Putifarre.

mille affanni

attorno

per

non ragricoltura,

curando

che

questa.

404

APPENDICE

AL

CAPITOLO

DEL

POETA

GIAMI

Quaiild pi",se
D'alcun amico

va

dietroa

la rampogna ildir si fa^. Pi" grave Di chi consiglia Per rampogne si fa d'amor faccenda

quell'amore e lungo

L'un reclinando all'omero dell'altro Dolce la fronte, e


come

tempo
un

era

Del dormir,l'un dell'altro in nel grembo, e Riposava ed Giacca recline, Per l'andar di
era

dolce atto

il pettoal
e

petto

E pei'tal che rimproveri compone, Ei nutre l'alma Cresce d'amor la doglia.


e affanni. Se da rampogne va disciolto, conduce seco. Per rimprocci d'altrui,

angusta

breve

due di core ardente (?) que' L'ardua lettiga. Ma se a noi sul petto Posa l'amica e lungo son estrani, gli

Ratto che Selam"n Ud"

del

genitore
a

Casa, per quanto angusta, "


^, oh Anzi, l" 've s'indugi
! di

assai mi-

acerbi detti, ecco gli

l'estremo

gli

Venne

per cruccio la sua dolce vita, N" per"dal cor suo l'amor divelse Per Abs"l,ma in suo cor dest" d'atTetti tumulto. La dolce bevanda Maggior Di starsi seco
amara

Angustaella saria per


Yus"f di Canaan Venne
a

qualfoggia giovinetto,
"

Trafittoal cor, che l'ami ? al


career

Allor che

suo,

[stava

si f"' a

lui,

E tocc" fine illusiongioconda


E non Del tempo de' suoi gaudi. passava che di lui Alcuno istantea rampogne
menasse gli ; e per" l'alma di ferita e crebbe, Ne and" qual strale, Dentro al cor suo, dolor che v'era in pria.

Zalikha per l'assenza lunga Asprodolor 3. La casa e il suo soggiorno le parean qual carcere Angusti E al
carcere movea.

tetro, di lui tutte le notti

Cruccio

non

Disiosa Dicea

Dunquetu sei,
piagadell'amore
anche
il frutto! gustasti

da quivi,

! Eppur non E libero e disciolto

Davvcr ! Che per rampogne su L'alma dell'uomo ! e qual Ha il mortai

si consuma

Degliorli dell'amor
Ed
or

pazienza

cosi,da questoch'" si vago


carcere

Puossi d'acuta potest"?

in un giardin, (piai peccatore Soggiorno A


un

Reiterando

toccar,ma se suoi colpi Spadaun colpo va quel fei^ro, quale InModo a scampar, se non la fuga?
"

ti stai!

"

Come

lontano,

Yus"f

alcuno stia da rispose, del mondo

quella

Belt" della sua Sembra

donna, angustoa lui

Stavasi Selam"n

tuttii suoi

giorni(tanto

ogniconfin pi"vasto
ma se

A far pensieri ; altrafiata ancora


A

dr bruco. Oh! Oual pupilla


Io m'assido
con

in loco

pensava; e poiche mille Pensieri ei f"'per governar suo stato.


suo

stato

lei picciolo e angusto


"

Qual di bruco
Pi"

sua pace Ei dal natale Nella fugalontana.

Suo stato al fine ritrov"

" il loco mio pupilla, bello assai di cento orti leggiadri!

l'anima stanca Paese tolse via, da cammelli E per ;indar lettiga Come la notte s'apprest". Vaganti

per sette di la sua vagante Selam"n ebbe sospinta. Lettiga Come Poter di anmionitori consiglieri Su lui cess". Cosi, dalle rampogne

entrava, forte est" lettiga Rapida del suo avvincea,sedea quivi Egli Abs"l vicino al fianco. Era avvenente

consigli. il carico suo lungola spiaggia Spinse simile a plaga Del mare, e vide un mar
Vasta del cieloche
Di cui Da
son non

sicuro da Libero alfin,

Selam"n, avvenente
Mandorla parve
era con

Abs"l pur anco;

ha confine.
fonti.
tcri'a

Per essi due la mobile

lettiga
grani.E allora

asti'ile marine
a

due

monte

monte

della al conliii

Che tempo

andavan elli all'andar,

Suo uiro si stendea, scendeva al dorso

non pu" (1) La passion d'amore L'amica. (-2) (3)" questo uno di quei racconti

tollerare

le

e prediclie

i cons"!,4i

degli altri.
il

secondari

inseriti nel

Vedi principale.

capitolo

al

paragrafo

16.

AlM'KNniCE

AL

CAPITOLO

DEL

POETA

GL\MI

405

Del fataipesce che soslieiila terra, sembianza Il fondo suo. Di inoliliavcan L'onde
sue e di scompigliate,

occhi Agli Avanza

lor. Descrizion di lei


era

Non ognipensier.

augello
non

Per tutto il mondo queirac((iie


Lieto
a

che ivi anche

fosse,

a montuosa superficie Anche pareano simile. era Campagna Cammelli in volta a tutte parti intorno,

La vasta

quelloco dilettoso.In molta da a coppie a coppie, Gioia, tutte parti, Eran fagiani, al capo, e avean corone
Eran tortore, e
E
avean

Quali a le labbra, per arder di foia.


Hanno Gemme Davan bianche le spume parean che terse luci e
^
e

collane al

collo,

Anche

suoi

d'ogni partein ordine schierati


nidi

levigate [pesci Erano


mortale

splendori ; anzi a

Conformati Di tutte Erano

ellipareano strie Occhio che osservi, cinese ebbe segnate Che su drappo Un La del Cataio. Essi fendeano pittor

foggia d'ogni ; l'ojira de' rostri incurvi avea gli Ed alberi novelli guise.
coi rami ai rami
avean

ancor

inserti,

E lor canti vi

di quell'acque azzurre superficie Erano i frutti, insiem fra lor commisti cilestre fende talordrappo I secchi ed i novelli.E fonti d'acque da E allorche Force d'argento. que'gorghi in fiera danza, di sotto, e raggi Ad ognipianta Movean gli eran alligatori Di sole ed ombre qua e col" dispersi Parean le stellein alto sbigottire. E poich" Selam"n vide cotesta Erano in modi alterni, e all'auredolci i si Scoteansi rami, e Ampia marina, per passar quell'onde parean che i pugni Come Arte in opra ponea. Pari a recente Luna^ ei si fece un navicello, quale Scorrea veloce E in
esso su

rami que' I feri augelli. al alberi Sparsi piedegli


sotto
a

Recasser colmi di monete Attorno da


Ma gittar*.

d'oro

verdi, quell'onde

Que' pugninon

forte perch" stringean, per l'intervallo accolti


avresti allora

ambo

sal"ano i dolci amici. Ed ecco riposati. accolse quell'istante

Di lor dita discordi i nummi ^. Detto dall'alto Spargean Che


come

Di lor fortuna Che luna


e

sole in

La stazion della novella luna ^. Con


sue

6, sparve d'Ir"m il giardino novello selva ei rifioria In quella


Veracemente,ovver, che ilparadiso di colpe tolto impiisir Dell'Eden qui, '^,
Novellamente E Selam"n uomini apparia. agli che de la selva scorse

vele

iva scorrendo rigonfie


come

L'esil barchetta

augello d'acque
sua

Che Di A

si gitt". Fendea all'acque


sua

via

sua

meta

seno prora col seno e con quel affretta vasi. E di forma ma ell'era, pi"assai veloce fendea. non ", l'acque

tronca Tanta delizia,

ognisua
core

cura

Qual arco
Che saetta

Di

suo

e libero del viaggio

Da

ognisperanza omai, da ogni timore,

Poich" per trenta giorni elli spingeano L" nella selva con Abs"l diletto Di tal forma la barca,e poiche assai Si sofferm". Lieti eran ellicome Perdean In
mezzo

vigor per

ilmarino aftanno, foresta apparve

Anima

corpo insiem

congiunti ; ambo
e rosa giglio

all'onde una

s" come Felici appien

alla bocca. cammelli le schiume furenti con (1) Le onde spumose parevano (2) Nella forma, eguale a luna novella. " uguale la luna e il sole,e la barchetta (3) Brutta immagine. I due amici sono nella forma sole. in luna stanno alla luna nuova; ora e e (vedi sopra) essa e mani (4) I rami si stendevano piene di denari da gettarsi. pienidi fiori e parevano " immagine tolta dal costume d'oro tra la folla o al piede orientale di gettar monete di chi si vuole
onorare.

(5) Cio" i fiori cadevano. Il solito giardino di re Shedd"d, che (t") (7) Cio" tolto il divieto posto da Dio.

Iddio

distrusse.

406

APPENDICE

AL

CAPITOLO

DEL

POETA

(IIAMI

Insiem conserti. Amicizia Lontana

era

quella

di inver da assalti

stranieri,

lontana da crucci ; Pace era quella Con essi non veniano a far contesa Ammonitori Di
e esente ipocrita stolti,

ed or come usignuoli fonte; A colloquio veni"no,ed or frammenti Di zucchero a mangiarstavan raccolti Ad


una

Andavano talora Quai pappagalli. anche tal'altra Quai pavoni a l'incesso;


Ouai
montane pernici

color con duplice

essi mai nel

ivan correndo.
esto sermone.
sera

Non Non

fea dimora. Avean

grembo rose,.

s'accorci Cosi,perch"

aveansi al fianco puntura di spine;


non era

Ambo

fra il gaudio e fra i sollazzi a

Un tesoro, e Il fero
morso

ividi

drago
a

Menavano

lor

E veramente giorni.

i. Elli dormian

tutte

L'ore del di nel dilettosoloco, Ad ogni istante ellibevean

dell'acqua

Qual'"cosa miglior se a te da presso al grembo tuo raccolto, Si sta l'amico, E lungi da te vassi ogni maligno?

C. DAL

LIBRO

"

IL

GIARDINO

DI

PRIMAVERA

"

1.

e Haggi"g'

il Beduino. si luogodi caccia,

Dio 3, io malora!
"

Iddio e [irojiizi Disse


ancora:

in lo saluti,

tua

Che di'

tu
"

guardo ri-

^, in Haggi"g'
un

un

ad Ali figlio di Ab"


: Per Rispose

T"lib ? *.

Salito sopra da' suoi soldati. trov" separato vide che collicello,
e un

l'eccellenza della sua


suo non

dezza, grannessuna

Beduino

stava

il nome
"

cape

in

poi: Che di' tu riguardo ad Abd ul-Melik di Merv"n ? 5 intanto che i suoi cammelli pascolafiglio vano Non rispose, spondi! Rie Haggi"g' d'intorno. Quando i cammelli videro soggiunse: il Il Gli Beduino disse: " c ominciarono e un a fuggire, Haggi"g', cattivo. Disse : Perch" ? spose Riuomo Beduino, sollevando il capo, grid"con
seduto Disse
"

bocca. cercavasi per il mantello i pidocchi,

"

"

"

ira : Chi " che viene per questo deserto addosso la vesti luccicanti? Caschigli con maledizione di Dio!
ma 0 non venne
" "

in lui, Tal peccato s'" mostrato dall'Oriente che tutto ilmondo n'" pieno
:
"

non Haggi"g' e

spose, all'Occidente. ri"

Domand"

Che " cotesto?

innanzi Disse: A

disse : Salute,
te
non

Beduino!

salute,

ha addossato ai Mussulmani Ch'egli Rispose: (luell'Haggi"g' jiresuntuoso e


non Haggi"g' un

misericordia di Dio, non


"

la sua

dizione! scellerato. benedisse nulla.

Gli domand"

spose: Ridell'acqua.

viso All'improvuno

e son

Discendi da cavallo per tua gna vergo! non Dio e che, bevi, scorno, per
tuo servitore!
"

uccellovol" via e mand" Disse: Che


"

strido. disse:

11Beduino si volt" verso


Tu

e Haggi"g'

" Haggi"g' da cavallo e bevve dell'acqua, cello Quest'ucscese Rispose: questa che fai? m'ha che fatto disse: il f ra 0 Beduino, migliore gli gente armata poi sapere di uomini chi "? tu sei il capo. s'avanza, della quale L'apostolo Rispose:

io tuo sozio o

chi sei?

"

domanda

"

"

custodi di tesori. (1) Probabile allusione ai dragoni della mitologia, dei pi" valorosi capitanial servizio di Y"suf, uno (2) Haggi"g' t"glio il suo valore e Ommiadi, noto nelle storie mussulmane saj"ienza, per la sua

dei

Califfi

l'immane succhi"

crudelt", onde
sangue invece

si dice

che

fece

centoventimila d. E.

vittime

che, da

bambino,

di latte. Mor"

nel 95

(713 d. C).

(3) Maometto (i) Cugino e (5) Il Califfo

profeta.
genero Ommiade di Maometto.
sotto

cui militava

Haggi"g'.

408
te
ne

APPENDICE

AL

CAPITOLO

DEL

POETA

GIAMI

esci

cavallo e

poi subito
"

ritorni.

'A. Piet"

Disse: te ne vai cosi? disegno qnal il ha ucciso di Ibr"liim figlio Suleyin"n si " nascosto padremio. Ho udito ch'egli la speranza in citt". Esco ognigiorno con Con che forse io lo trovi
mio. il padre udito
e

jiijl"nlc.
Cairo

Nella dest"
un

moschea

del {"ubblica
essa

si

incendio ed

bruci". I Mussulmani

vendichi

su

di Ini

ebbero sospetto che ci" avessero fatto i Cristiani. Per vendetta di cotesto,
il fuoco nelle loro case gettarono
e

le arsero.

Quand'ebbi

ci", rimasi

stupito
un

Il Sultano del Cairo fece

prendere
tato get-

il destino mi aveva della sorte mia, poich" di tale che desiderava srettato nella casa
e?

gran

numero

di quelli che nelle


un case

avevano

il fuoco

dei Cristiani, e
si scrivessero

di uccidermi. Io m'era stancato del richiesi quell'uomo


nome nome

della vita;
suo e

tuttili raccolse in

sol luogo.Comand" laddove

del

del

diceva padresno; seppich'egli


:

poiche, secondo il loro numero, tanti foglietti di carta,

il vero.

Disse

giovane,tu hai molti

accordatami. E dirittiper la protezione il nemico tuo e che io ti scopra giusto t'abbreviiquesto tuo andare
sono
e

in questod'essere ucciso, in fosse scritto, la mano, in quello d'aver tagliata quello

d'essere sferzato, e che


in
mezzo a a

poi si gettassero
forme con-

tornare.

Io
me

loro e si facessea ciascuno

di Ibr"h"m t"glio
il sangue del

Da Suleym"n.

ci" che fosse scritto nel


venuto.
era

foglietto

chiedi ora Non

padretuo.
tu

che

fosse gli

mi credette e disse: Certamente

Un
a

ilcui tenore foglio,

d'esser messo
:

in angustia per la tua da talgravame. libero vuoi esser No, per Dio ! che io l'ho ucciso

sei veimto

vita,e
Dissi :
e
,

"

io

d'un tale.Disse morte, cadde in mano ho timore della morte, ma ho una non
essa,

"

dissi

madre, ed
"

fuor di

me

non

ha

nessun

nel Accanto a lui era un altro, altro. le prove. S'accorse che io diceva il vero ; di dovere del qualeera scritto fiammarono. occhi suoi s'inil color suo si accese e gli foglietto ilsuo sterzato. Costui diede all'altro Per alcun tempo stette a essere
il foglio, dicendo : Io non capo chino,poidisse: Sarebbe espedientee se ne prese ho madre. Uccisero costui in luogodi mio ed eglia te che tu andassi al padre in luogodi costui ebbe la io domandasse conto del sangue suo, ma e quello quello,
"

che ti ho quella protezione render"


non son vana.

concessa,

imn

sferza ^
.

Levati
me

ed

esci, perch"io
Non Con argento Mostrai'sil'uom Che tal con
Come L'amico la
e
"

(Versi).
con or

mai

avvenga Mi che io ti faccia alcun male.

sicui'o di

stesso.

pu" generoso

beato ma (pici quaggi";


sua

diede mille denari; io li presi e uscii.

vita s'" mostrato!


di
sua

ud" che
suo,

ha bisogno
sua

vita

(Versi).
Costume generoso
uman o figlio, apprendi,

la vita

d'un tratto

Die (liquello per l'anima in l'iscatto.

senso Apprendi

da gente umana;
core

Dalla vendetta cli'"nel Guarda


l'aninio tuo,

altrui.

"4.Avvenltini Un

(iniorosa

di Aslilcr.

guardala lingua
allevato, gar/one perfettamente d'una innamoralo erasi chiamato Ashter,
fanciulla di
nome

Dal biasimar Bene Ei


con se a

gente. colui farai che ti f"'male;


rea sua

di maledica

sua l'opra

sorte

ofiende.

Cevda

fra i

renti maggio-

Che

costume

di ben far ti avrai,

il d'una certa trili", e l'aflettoe

legame del-

A te ritorner" quel ben che fai.

la leg^e dell'unione fra loro

(1) Questo

slesso

fatto

si

legge

tra

le cosi

dette

novelle

arabe

di

Gaspare Gozzi.

APPENDICE

AL

(AI'ITOI-O

DEL

POETA

GLSMI

409
nessuno

fortemente si erano

raffermati.Essi il loro da virino


e

trib"

non

dire

il nome

mio,

segretonascondevano
e

da lontano

eccetto ad

nel tenerlo celato s'aftaticavano condo sea

che potevano. Ma, conforme che si dice :

ci"

una ragazza che ha iltal nomc^ che pasce le pecore e che " a partedei secreti pi" intimi di Geyda.Tu farai il

{Versi).

notizie di

mio saluto alla ragazza e le donumderai il Geyda e le farai conoscere noi ci slam
-

" tal secreto


Che ridir non

d'amore passion si pn", celar non puossi


la

luogodove
in mi

posati.
Io mi levaied entrai

dice Quell'amico trib", quella


venne e

Di cento veli sotto al tenebrore, alla luce alla fine, il loro segreto, venne usci al pnbil loro arcano e giorno, blico dal
suo

la

prima persona
e

che

innanzi, fu appunto (piella gazza. raLe feci il saluto di Ashter dello stato di le domandai

del

Suo Geyda. Rispose:


maniere che burbere
e

intimo nascondiglio. Poi, fra la trib" di

marito

la tiene
mezzo

con

le due trib" si fecero alcune scaramnccie


e

adopera ogni
Ma

pu", per

dirla. custo-

fu sparso sangue

Geyda

il vostro

luogodi

ritrovo siano

lev" da

per

alberi l" che son dietro alla collina-^. quegli che siate l" al della e Bisogna tempo della lontananza preghiera della sera. Io tornai indietro abitarvi.Quando le angoscie

quel paese

le tende del

in altro paese

suo giorno sogilfardel suo port"

"

si fecero insistenti e i reclami del

sollecitamente

riferii ad Aslitei'tutto
ci levammo
e

desiderio
un

vennero

far loro contestazioni, cotesto. Noi due


uno con

pianpiano

Ashter cosi disse ad giorno


tu potresti

de' suoi
me e

traemmo

al tempo stacammelli,finch",

amici: Non darmi


aiuto "

venir

l"ilito, giungemmo al luogodesignato. ( Versi).


Sedendo Noi fummo appo ilsentier di nostra donna. ad aspettar con e omei, pianti
suon

in visitar

Geyda,perch"la

vita ormai

estremi per desiderio di agli giornata per la lontananza di lei giunge a sera? : T'ascolto Rispose

lei e la mia

"

obbedisco. Per tutto ci" che di', io


servo,
e

son

Quando
Venne

un

di monili

gambalini*

tuo
son

per tutto ci" che

comandi,

dalla via improvviso

di lei.

pronto.
Tult'e due si levarono
e

Levatevi,dicea,che s'avvicina apprestarono i


una

5. La luna che tocc" la quindicina

cammelli. Per tutto


e

un

giornoe

notte

per

un

altro giorno ancora

lino alla sera


sera,

Ashter balz" dal incontrarla. La

suo

posto e

corse mano,

ad

camminarono, finch", appunto di

le salut",

baci" la

al paese di Geyda e sopra un frettai e io intanto volsi il viso da loro e m'afgiunsero vicino allatrib", si posero per quella colle, Mi manad andarne in altra parte. notte e fecero coricare i cammelli. Ashter, daron voce, dicendo : Torna indietro ! che all'amico: Levati, allora, e disse, tando non " qui nulla d'illecitoe sulla punta seguile orme di cammelli questi
come se

della

non lingua
"

v'" nulla fuor che

voglia

fossero smarriti,fa di passar da ({iiesta di

parlare.

Io tornai indietro, e quelli

(1) Cosi
asterisco.

si fa

quando
"
essa

non

si vuole

non

si pu" dire

un

nome.

Noi

poniamo

un

(2) Ora (3) Vuol

il racconto dire che

posto in bocca
avrebbe

all'amico

di Ashter. l"

poi mandata
cui

Geyda.
viene

(4) Monili (5) Cio"


fanciulla.

allo stinco la luna

delle fanciulle.
con

piena

qui figuratamente

designata

la

leggiadra

410
si sedettero e casi

APPENDICE

AL

CAI'ITOLO

DEL

POETA

GLXMI

discursu lei;arono

iiitoniu ai

(Versi).
A vipei'a simile in sua grossezza, A serjieegualein tutta sua lunghezza; Forme di biscie tutte sue fignrei. Tavola il corpo
e un

e ai passati

Al fine Ashter presenti.


io spero

disse : Questa notte


con

che

star"

me,

n" vorrai

con

della tua l'unghia

lacerarla gotadellamia speranza. partenza Geydadisse : No, \)erDio ! Ci" non " in nessuna maniera,n" v'" cosa possibile
"

ignudoa

sue

pitture ;
il ventre
con

mi denud"

la scliien;i come
e

di

di questa. Vuoi tu pi" difficile per che tornino ancora i casid'una volta e che
me

tamburo
non

cominci"

a con

suonare

titure bat-

interrottee

seguenti, colpi

il volger mi dei giorni

la portadei Ashter scier" n" lembo !

nuovamente riapra dei tormenti? e dispiaceri


non

come
"

fa il timpanista in

Io

non

aveva

di battaglia. giorno di gridare coraggio sciuto ricono-

disse: Per Dio ! ch'io lever" la


mano

ti la-

temeva perch"

m'avrebbe ch'egli
n"

mia

dal tuo

alla voce,

poteva soffrirtanto,

(Versi).
Per ci" che viene, dirai tu Per che sar", dirai: (|uello
:

Ben

Sia

venga! pure!

mi levava di perch"gi"pensava ch'egli dosso la pelle. fui al Quasi punto di lela gola col pugnale di tagliargli vai'ini, e di versare il sangue suo. Ma poi dissi fra Potrebbe levarsi tale scomjiiglio " me:

Geyda disse: Quest'amicotno pu" fare Io mi levai in piedi dir"? ci" che gli
"

che
"

a e

nessuno

sarebbe dato di sedarlo

" ;

dissi: Ci" che tu dirai io far"

mille

finch" la madre e la pazienza portai sorella di Geyda se ne accorsero; entrarono,


mi tolsero dalle sue
naron

mi obbligazioni porr" sull'anima mia, anche se dovesse andarne la vita. Ceyda


"

mani

lui me-

fuori.Non

un'ora che la madre pass"


e piangere,

si lev" le vesti vesti


e

dammi

disse : Indossa queste le tue; poidisse: Levati


e
"

entr" credendo che io fossiGeyda di Geyda ; trassi

ed entra

nella mia tenda

siediti dietro la
e una porter"

io allora cominciai perch" e sospiri e mi gemiti sul capo


e

tiraila veste

cortina. Mio marito

verr"

volsi a colei la schiena. Quella


"

scodella di latte, e dir" : " Questo " il tuo bere " ; tu prendila e nel prenderla non
ma

intanto diceva:

mia, abbi Figlia

tinmr

di Dio

non

far cosa

che sia contraria alla

di tuo marito, perch" tenzione. natura un affrettarti, capello poco d'atti dar" la scodella in mano ni mille Ashter. solo di tuo marito vai |)i" Egli vi fa soltanto un
0

la

porr"in terra, poi se n'andr"


mattina.
"

non

E Ashter chi " malanni per minestra? ".


ti mander"

poiperch"tu abbi
lui
e
a

soffrir

ritorner" che diman

questa trangngiar
e

io feci. Quanto ella disse,

Quando

"

Poi si lev"

disse:

i*

Io

la scodella del il marito di lei port"

latte,

tua

sorella perch" questanotte


"

io volli perder tempo in farmoine ; e perch" volle egli por la scodella a terra e io volli dalla mano prenderla
urt" nella
e

ti faccia compagnia e ti consoli ".


se

Cos"

n'aiul".Dopo (pialche tempo, la sorella

di lui, la

mano

mia

di

Geydaentr"
non

cominci"

e j)iangere

la scodella si rovesci" scodella,


in ira e
e

chi m'aveva f"' imprecazioni a Io le dissi nulla.


stese al fianco mio. Come

picchialo.
si ebbe
e

il lattesi sparse. Colui mont"


"

Quella intanto
essa

grid":
stese

Costei
e

m'aizza!";

"

per"

valo tro-

la mano

si tolseuna

sferza di cuoio

posto, io stesi la
forte la bocca
con e

mano

le chiusi

di cervo,

scorticato dal capo alla foi'te coda, attorto tutto ilvigor e saldo con
stato

dissi :

"

Tua sorellasi sta

della mano,

io jier lei ho avuto lutto Tu adiuu|ue malanno. tieninascosto questo

Ashter,e

(1) I lividori pittura.

elle fa sferza

segna

sul corpo

che

serve

come

di tavola

questa

strana

APPENDICI-:

AL

CAPITOLO

DEL

POETA

GLVMI

411

tutto

cotesto;
e

se

no,
con

voi

due
".

ne

sai'eto

Salimmo
in

sui

nostri io

canuiielli nel

ci

temmo met-

svergognate,
si f"'

io

voi lei
una

Da
"

cipio prinsione, avver-

via;

poi,
tutta

tempo

del
stoi'ia.

gio, viag-

strada

in

grande
si fino

gli
in

raccontai

questa
vide i

Egli
delle disse vuole

ma

poi

quell'avversione
talch"

mut"

mi

scopr"
e

la
mi

schiena,
fece detto:

lividori
e

famigliarit",
questa
l'alba,
storia
e

ripet"

all'alba si mostr"

sferzate I
si

molte
*."

scuse

ne

rideva.
e

Quando
come

saggi

hanno del bene

L'amico
se

si nel

Geyda
e

entr",
: "

ci
te

vide,
"

nel dello

giorno
star

malanno;
amici
non

no,
mancano

giorno
".

sj"avent"
al ed
tuo

disse
"

Misero Dissi
:

! chi

costei

iianco?
veramente

"

"

Tua

sorella,
{ Versi).
!
venuta
".

"

una

tua

buona

sorella
"
tu

E
"

domand" Io
"

"

Come
"

dunque
Cotesto

Cuor Nullo Vuoisi Che


in

mio,
fia
un

se

giorni
se

t'inc"rranno hai che

amari.
consoli. di
son

qui?
a

"

risposi
il

chiedilo Cosi
"

'1 duol amico


seren

amico

lei,

perch"
le mie

tempo
e

stringe
ritornai

".

in

giorno
amici

aspro
non

duoli,
rari.

presi

vesti

da

Ashter.

di

gli

412

CAPITOLO

NONO

LE TRA LA POESIA

SOMIGLIANZE PERSIANA E

E LA

LE

RELAZIONI
DEL MEDIO EVO

NOSTRA

SOMMARIO.
nostre

"

1. Co""siderazion'" generali
.

"

delle somiglianze 1, :2, 3, l. Importanza


e e

tra

le letteraturenostre del Medio Evo


"

le orientali. Limiti dellerioerehe commerci


tra
"

per rintracciarle. 8, U. Domande


"

5, C",7. Relazioni

Orientali
10. Se

dentali. Occi-

errori. preliminari, opposizioni,

dubitare che sia ai'aba in

la cultni'ache si dice araba. origine


"

"

si possa 11. Posto della La cosi detta


sono

della cultura orientale nel Medio Evo. Persia nella stoi'ia


cnltiu'a araba,"

13. 1:2,

persiana.
"

1-4. Molti dei

pi" illustriscrittori mussnlmani


15. [uirlivolari.
"

persiani, per
2. Le

eri'ore

creduti aral)i da luii.


e

liei romanzi so"n"jlidiiw

nei loro modi

le ricei'che nostre Fortuna di un


neo

studio e quello vermiglio. 10.


"

Si domaiu"a per che l'uron dati ad altrel'icerche. (piell'attenzione Enumerazione


non

dei
si son

counnii luoghi mai veduti.


"

dei romanzi:

L'innamorarsi scambievole di due


amanti
e

che giovani
"

17,18. Gli

educati insieme

il romanzo

19. Il poema persiano R"m"n e Visa poiperseguitali. di Tristano e Isotta, secondo l'Eth". 20. L'amante pazzo.
e
" " "

21. La visione dell'amante.

dalle 22, 23. Prove di forza o di sapere imposte di Carlo Gozzi


e

fanciulle agli amanti. La Turandot di Niz"mi. persiano


"

dello Schiller

nu

del cavaliere sconosciuto, mandato 24, 25. Il tipo

poema a dif"

i"cile Il cavaliere defraudato ilei merito. impresa, poisposo d'una principessa. 26. Il tipodi Angelica in un poema ciclicopersiano. 27. Il tipo e di Armida di Bradamante, di Clorinda e di Galiziellanei romanzi persiani. 28. Il tipo
" "

amanti che appartengonoa famiglie nemiche. degli Il principe che sparisce. 30. Il padre che uccide
" "

29. Altri

comuni luoghi

in battaglia il figlio senza i

conoscerlo.

"

31, 32, 33, 34.


"

i demoni, diavoli,
e

Devi, i Geni, al servigio


orientali.
"

uomini. degli

35. Il tipo di Bertoldo

di Marcollb nei romanzi


"

36.

La

del giuoco scacchi. leggenda degli


"

37. Un

poema

greco bisantino del

decimo secolo. 42. Se ha

38, 39, 40,

41.

Le

sne

coi romanzi somiglianze Orlando. Rnslem, Digenis,

persiani.
" "

anche somiglianze

in Occidente.
"

43. Raccomandazi

ed esoi'tazioni.

44. Distinzione necessaria.


"

3. Le

Medio Evo

nelle doltrine misliehe e panteistiche. 45, 46. I hlosoh del somiglian:-e la 47. Dottrine panteistiche della sapienza e trasmigrazione greca.
"

condannate

ortodossi in dagli

Oriente

in Occidente.

"

48. Dottrine di mistici


"

occidentalieguali dei misticie a quelle panteisti


di Dio
come
(!

persiani. panteisti

49. L'amore

il perdersi in Dio.

"

50. Il conginngersi dell'anima


"

connubio d'amore. della Rosa


con e

51.

Ilmistico

a Dio rappresentato in Dio. d ell'anima 52. Il viaggio


"

Romanzo

i poemi allegorici arabi e orientali,

persiani. 53,
"

54. La

lirica amorosa
4.

mistico. significato
"

Le

delle nostre

nelle enciclopedie 55, somigliante scientifiche. letterature" di origine persiana. 58.


"

56

57.

Il libro di Sidrac del

Le

nostre enciclopedie

LE

SOMKiLIANZK

LK

HKLAZKlM

TRA

LA

POESLV

PERSLVXA,

ECC.

-"13

59. Gli esempionelle letteratureclassiche. adeguato scrittoriclassici, citano anche scrittori accanto tali. oriennostri, agli enciclopedisti (jO. Gli scrittori orientali citatidai nostri sono tutti persiani, quasi nostri eguali orientali nella materia scientificae 01, 62, 63. Enciclopedisti agli 6-i. Si fanno due domande nel metodo. necessarie. 65, 66. I poemi persiani di Sell"i, di Avhadi e di altrie le enciclopedie 67. Il Bundehesh, nostre. vecchia enciclopedia 68. La materia del Bundehesh; o iranica. glianze. somipersiana 70. Il Libro di Art" figlio 69. Et" del Bundehesh. di V"r"f e la
non

Meilio Kvo

trovano

"

"

"

"

"

"

"

"

"

Commedia
Le
0

di Dante.
"

nelle formepoetiche. somiijlianze

71. Si pone la
"

se questione

alcuna forma

modo

poetico
"

nostro

sia di

orientale. origine

72. Passo di Federico Diez

intorno al rinnovarsi del costume delle Crociate.


con

le orientali.
"

al tempo e della poesia cortigiano provenzale di splendore 73, 74, 75, 76. Le corti occidentali gareggiano 77. 11 giuoco scacchi eglistromenti ad arco. 78. Il degli
"

mutato

costume

delle corti occidentali " forse venuto


e

dall'Oriente.

"

79, 80,
rative. nar"

81, 82. Confronti


"

testimonianze.

"

83, 84, 85.


e un

nelle forme Somiglianze

86, 87. L'Ameto

del Boccaccio

88, 89.

nelle forme liriche.La Somiglianza


"

di Niz"nii. persiano a raba tese e persiana e il sirvenqas"da


romanzo
"

provenzale. 90.
92. La tenzone
e

La descrizione della primavera. 91. Il ritornello.


"
"

ilcontrasto.

93. Una

del poesia
"

Min"cihri persiano

ilMartirio
"

di San Bacco, di Goffredo di


95. Vovelle
e

Parigi.
"

favole derivate dall'Oriente.


"

della farfalla. L'immagine 97. mentale fondae concetto 96, Disegno


ornato

94.

dei libridi novelle. storica. origine Conclusione.


"

98, 99. Stile floridoe

delle novelle;sua

100,

101.

Si riassumono
"

accenni,testimonianze ultime.

le cose dette. 102, 103. Bicordi, esortazioni. 104, 105, 106. Scuse, dichiarazioni,
"

1. Considerazioni

generali.

chi vi ha posto a poesia persiana, attenzione non sar" sfuggito che fra essa poesia non e le nostre negligente, del Medio l^]vonon anzi molto evidenti di sono certe somiglianze mancano, devono soggetto,di forma e di concetto. Delle quali alcune indubbiamente casuali e non alcuno scambievole avere essere legame di parentelao di date certe circostanze eguali, in modo attinenza, perch" l'ingegno umano, egualee costante si suol manifestare anclie in luoghie in tempi differentissimi. Ma non casuali tutte quellealtre che non sono possono, in alcuna da certe date circostanze eguali, maniera, nascere perch" hanno tale tali segni peculiari che non si pu" con e definiti, aspetto e si mostrano inferir dalla somiglianza loro nessun 'altra cosa se non questa,cio" che c'" stato tra gente e gente qualchescambio zione o qualcheprestito o qualcheimitavoluta. Cosi,per esempio, il fare grande e magnificodell'epopea antica non molte volte Firdusi fa e se pu" essere stato preso in prestito; ricordare Omero, ci" non vuol dire che quello abbia preso da questo; in gran " tutto di lui,ma anzi, siccome il fare del poeta persianonon e ilfare del greco parte del popolo-che cosi appunto celebrava i suoi eroi,

1. In questa nosti'a storia della

414
non

CAPITOLO

NONO

" tutto di

andavano assai

deve ritrarre in gran parte il modo dei cantori che di festa in festa, di banchetto in banchetto, cosi vuoisi pensare
ma lui,

" manifestazione ragionevolmenteche lo stile epico,antichissimo d'et", date certe condizioni, ed eguale in luoghi e tempi diversi, comune Ma quando in tempi tra loro molto umano. e dello spirito dell'ingegno hanno condotto a trovarsi sul medesimo vicini, dopo avvenimenti grandi che lontanissimi e diversissimi, terreno popoli dopo lunga consuetudine si vede che il poeta occidentale di commerci tra orientali e occidentali, stessiluoghicomuni di qualche poeta alcuna sua canzone con gli compone

orientale; quando l'economia


nostri del Medio Evo
non

la divisione

la disposizione di certi libri

si ma esempio nell'antichit" classica, libriorientali si pu" dire,in di egual disegno; bene hanno illoro originale, fra le certi fra noi trovano cose nostre alcuna non e particolari quando si la trovano buona e bella e appropriatain ma plausibile, spiegazione alcune opere d'Oriente; quando tutto ci" si vede e si tocca con mano, crediam davvero che molto si debba pensare prima di dire che tutto ci"
trovano

"

casuale somiglianza studio


e

fortuita.Anzi

bisognapur

dire che tutto ci" merita

mai approvare noi non sapremmo c idisse di valentuomo che un giorno, un quello parlando queste somiglianze, cio" doversi studiare le letterature nostre come di nostra conoscenza, sono, molto

considerazione; onde

hanno punto se qualche somiglianza il valentuomo) noi non ci curiamo ^" Dell'Oriente (diceva con La qual risposta " punto e non ci pensiamo nemmen per sogno ". dire tanto poco savia quanto poco savio sarebbe stato alcuno che,udendo dovute ad variazioni nell'orbita di alcuni che certe un sono pianeti pianeta trovarsi che si lontano avesse negli spazicelesti, risposto ignotoe suppone fosse ci ci non non era che di quel nuovo o cosa fosse, pianeta, degna il in s" per s", e le orientali.
e non

doversi

curar

"

darsi alcun

la scienza,che pur dovrebbe essere studio amoroso si pu" di tutti i fattinaturali qualunque siano,cotesto linguaggio non Per pensiero.
nessun

tollerare in

modo.

vero

che, nel

caso

nostro

non particolare, a

possiam dire che il frutto delle ricerche di chi si mettesse


coleste

rintracciar

alla

sarebbe tale da uguagliarsi letterarie, nell'importanza somiglianze ricerca anche se i d'un ma novello; onesta, ogni pianeta scoperta
non

merita che sia intrapresa splendidi, sar" feconda di scoperte grandi, soltanto fiducia e amore; e se non ma con (e,quanto all'Oriente, qualchevecchio errore quante cose potr"dissipar anche uomini assurde non non dotti?), potr"dirsi ritengonper cose vere Con tale intendimento adunque che le sia mancato ogni esito buono e felice. tale speranza, vediamo se e con possiam qui ricordare e mettere in luce tra la poesia persiana e la di somiglianzache sono i punti principali lasciando poi che del Medio Evo (francese, nostra italiana), provenzale, la via cercato di additargli come meglio potremo, altri, quando noi avremo S i di frutti e migliori. badi intanto che la segua con speranza pi" copiosi frutti suoi

potranno essere

molto

non noi, in questa ricerca,

inferiremo

che

assai raramente

dalle trovate

il 6
e la forma nostri, e

CAPITOLO

NONO

come orientali, accade,per nel quale non nice pu" negarsiche la coresempio,nell'Ameto del Boccaccio, d i sette cacciatore ciulle, fandel del racconto, quella invaghitosi giovane delle (juali ciascuna glil'acconta una vestite di sette colori diversi,

il disegnoesterno

ne

siano

" tutta orientale. storia, 4. Ma, quanto alla materia

spazio di tempo e di luogo che forse non potr" mai determinarsi,bisogna pur moltissimi comuni riconoscere che sono agliOccidentali e agliOrientali; c'" nulla di nuovo e per questo punto non per noi,perch" gi" uomini
e

ai

soggetti presia

trattare

in

uno

dottissimi han

messo

tutto ci" in bella luce

con

molla

acutezza

e con

dizione eru-

Anche profonda.

perch"vi sono non alle quali

molte cose, qui tuttavia s'hanno da distinguere tradizioni e fiabe, miti e novelle,leggendee superstizioni, tanto sono si saprebbe mai assegnare la patria originaria,

anche i pi" lontani fra loro non pure di religione sparse per tuttii popoli Onde anche di lingua, di sangue, di stirpee di razza. e di costumi, ma talvolta anche uguama somiglianza perfetta, glianza settentrionale e un'altra fiaba popolaredell'Europa tra una perfetta dell'Australiao di qualcheisola perdutanel Pacifico,e che qualche mito miti dell'estrema Asia o del volgaredi popoliafricani trovi esempi in alti'i avviene che sitrovi
non

solo

paese
non

ci" possa delle Americhe. Come pi" remoto si sapr" mai; o forse,un giorno soltanto,ma
non

essere

avvenuto, forse

scienza che

sar" n" la

lontano, una n" l'indagine n" la filologia, letteraria, storia,

molto

Poi ci sono molti miti e tradizioni e l'enigma oscuro. potr" sciogliere di popoli novelle e fiabe e favole propriesoltanto della grande famiglia ricco patrimonio di idee e e sono come un alla quale noi apparteniamo, che i nostri padri antichi ci hanno opinioni, la Perch" la mitologia indiana e iranica, la greca e l'italica, tramandato. la germanica,hanno di Dei e di eroi personaggi e figure slava,la celtica, listico naturae miti di significato stampo comune, epiciusciti da un primitivo di tutti la mitologia e novelline. Nel qual rispetto e fiabe popolari in tutte le sue, e parti popolifu profondamente studiata e ricercata questi incerti molti oscuri avuti frutti s ebbene e punti cospicui, gi" se ne sono assai bene che n" in questo dichiarati s'intende forse mai. non saranno Ora, n" ariani o indo-europei, pi" ristretto che comprende i soli popoli campo del mondo, ci proin quello pi" vasto che abbraccia tutti quantii popoli poniamo si che di metterci noi per cercar a principio quellesomiglianze diceva. Noi vogliam vedere, invece,se in tempi assai pi" vicini a noi, in tempi assai pi" noti e conosciuti,nei quali non la vaga congettura, ma stati valevole guida, sono documenti certi ci potr" essere la storia con nel vasto campo e prestiti tra l'Oriente e l'Occidente scambi e commerci di memorie, di concetti
e

di

della letteratura
nostro

della scienza. Per" s'intende subilo che (luestostudio ha i limiti suoi nel Medio Evo, anzi propriamente itiquel tempo
e

del Medio
e

Evo in cui che


va

maggiori furono
secolo

i commerci

tra

l'Oriente

dente l'Occi-

dal

nono

dell'Era nostra

al tempo

in cui, presa

LE

SOMIC.LIAN/E

\i LE

HELAZIOM

IKA

LA

l'OESL\

PERSIANA,
e

ECC.

il 7

dai Turciii, il colloquio tra Costantinopoli d'un tratto.

l'Oriente

l'Occidente cess"

un fatto spesse quello fu come colloquio, colloquio d'armi e di reciproci volte a suon oltraggi, a contrastarsi quando vennero in in in in un campo in Francia, Asia, Sicilia, [spagna, zati battezmedesimo, Fu ma e circoncisi, simile a quello pur sempre colloquio. colloquio che avviene sovente tra soldati di paesi o di accampamenti nemici, i quali, in certi momenti trovandosi sul confine, di treguacessano dal guardarsi fra loro con certa qual famigliarit" in cagnesco e stanno a conversar cospetta circordiale. Per" allo stesso modo, in mare e pur e in terra, per le citU" e per i porti, i le anche e moschee, collegi quando ristavano presso tra loro e si schernirono i figli le armi,si vilipesero di Cristo e i seguaci anche con tanto imperversardi vituperi di Maometto; ma e fra lo poi, delle armi, molto appresero i rozzi Occidentali dagli Orientali gi" strepito loro ebbero libri di letteratura, colti e ingentiliti, e da insegnamentidi d'arte. Anche sappiamo che molti trovatori andarono scienza e precetti in Oriente al tempo delle Crociate e che l" fecero lungosoggiorno al fianco alcuni dei quali vi fondarono regnie v'ebbero anche non dei loro signori, E non solo per le Crociate, anche per i commerci breve signoria. ma e dovettero lungamentetrovarsi insieme e conversar tra loro per i viaggi u" ora " necessario ricordare i viaggi Orientali e Occidentali; che intrapresero

5. E veraniente

da storica
come

una

parte scrittori mussulmani

di

e d'enciclopedia geografia

sionari decimo,e dall'altra i misi mercanti di Amalfi, di Venezia, di Pisa e di Genova, cristiani, tutto ci" " cosa notissima a tutti.Mandavano quelle perch" gloriose bliche repubitaliane lor mercanti e ambasciatori ai porti e alle reggie d'Oriente, di libri, e ne avevan poi,con le ricche merci,cognizioni preziose d'idiomi, di m andavano i di costumi, scano religione; d'usi, Papiqualchepovero franceabbandonato al 0 domenicano, solo, destino, inerme, cipi presso i prini mussulmani di Siria e di Persia, barbari dei signori Mongoli, presso notizie e ne avevano ma poi poca speranza per la conversione alla fede, Perci" tra gli altri furono e non e cognizioni nuove e rapporti aspettate.
e

Ibn

Hauqal

Mas"di

del secolo

molto
e

benemeriti

della scienza, se di Pian

non

della fede, ildomenicano

Ascelino

ilfrancescano

Giovanni

lontanissime
tanto

per Innocenzo orientali,il regioni viaggiopoi di Marco


cosa ne l'importanza

che Carpini

tarono quarto visiPolo fu


cosa

prodigiosa per i tempi suoi (e sarebbe che basta ricordarlo soltanto, tanto nostri),
nota.

anche prodigiosa

per i " universalmente

6. Anche
rOccidente
si

deve

notarsi, perch" non

"

cosa e

che

importimeno,

che, se

in lutti(juesti e in viaggi

queste ambascerie

volgessed'un tratto tutto

verso

in queste Crociate parve che l'Oriente come se volesse

volta potentemente si spinse e invadere,anche l'Oriente alla sua penetrarlo l'Occidente e pi" volte ne pass"i confini or con le armi or con la verso fu costiPerch", facendoci pur dai tempi antichi, ecco che, come parola.
27
"

Pizzi, Storia

della

poesia persiana,

voi. II.

418

CAPITOLO

NONO

taito i
re

ordinato

il grande

Impero dalle

abili mani

di Dario

tutti d'Istaspe,

si preoccupano fino all'ultimo, persiani, laddove


e

dell'Occidente. E Dario stesso


e

settentrionale laddove l'arrestano la fame penetra nell'Europa


e

l'inverno,
e

si vuol cacciare nella meridionale

l'arrestano ilvalore

le armi

dei Greci.

Segue Serse l'esempiosuo

vuol

lascia ai vergognosamente vinto, ma l a d'intromettersi negli atfaridi Temistocle profugo, commissione accoglie arti della Ma vivo forse fu almeno le il con Grecia, politica. pi" colloquio
tra

pui' toccare Atene e fuggepoi suoi successori, intanto ch'egli

Oriente

tempo
che

al tempo di Alessandro Magno, intanto che al ricercata dai re dispettosi dei Parti la cultura greca fu avidamente
e

Occidente

Crasso e facevan rappresentare tragedie greche in teatri sconfiggevano di foggia se da una parte,per vittorie e greca. Poi,al tempo dei Sassanidi, la religione di Zoroastro,se i re di Persia ritornava in onore decreti reali, sul loro trono gl'imiiei-atori di Bisanzio, facevano bene spesso tremare dai onesta dall'altraalla sapienzagreca si faceva accoglienza ospitandosi i filosoli da Costantinopoli, ricevendosi dai Siri, coltissimi nei re profughi i libri delle scuole d'Atene e d'Alessandria. primi secoli dell'Era volgare, dei Mussulmani che pi" tardi si trapianE vogliam tacere deliberatamente tarono in Sicilia la in Ispagnae nel e toccarono Fi'ancia, perderci per non dire
come
nuovo

ci" che tutti sanno

conoscono.

7. Ma
un

tutto ci"

commercio
e

di

alcuna ragionebuona, come con riguardarsi, potrebbe di sovrani e di cavalieri, di gentialte e aristocratiche,
e

sacerdoti

di scuole di filosofi,
e

di accademie, laddove

noi

traccie
e

d'alcuno vestigi

un volgo. Ecco pertanto che soggetto di lui " di raccolto dai soldati in e Grecia; esso romanzo portato popolare di Zariadre e di Odati che poi Carete di Mitilene rifece in " il romanzo libro popolare,quello bella prosa greca. Anche sappiamo come un una di Persiani,in delle favole deglianimali,sia venuto dalTliidia, per mano di libri destinati a star Occidente e v'abbia procreato un'ampia famiglia che del talvolta nelle mani ostante qualche grande poeta popolo, non abbia brandello accomodandolo abilmente tolto nostro ne poi qualche N" vuoisi tacere d'un grande movimento sua. cosa come popolare che introdusse in Oriente e in Occidente dottrine novelle e fece accapigliarsi nelle scuole filosofie sacerdoti e fu cagione di persecuzioni crudeli. Ci" Il quale, fu il Manicheismo. essendo dottrina nata in Persia (e persiano di supplizio nel 27{) d. C), per vie quasi n'era il fondatore. morto Mani, del tutto occulte a noi,largamente si sparse pei' le nostre plebi del Me(iio Evo trovando da per tutto seguacizelantissimi. Ora, notisi che un grande movimento e filosoficomena con religioso s",e le sparge, molte sempre di natura consentanea o cose diversa, come leggende e superstizioni, notizie storiche e memorie usi idee e pensamenti, che e costumi, lontane,

d'idee tra gente e fin dai tempi d'Alessandro

scambio

care vogliam cergente, tra volgo

in altra maniera

non

potrebbero passar

gente. "

certo

che pei'Ianto

mai da paese il Manicheismo che nel

paese, da gente a pi" fittoMedio Evo


a

LE

SOMIGLIANZE

LE

RELAZIONI

TRA

LA

POESIA

PERSIANA,

ECC.

410

penetravafino nelle estreme


doveva
menar con

incominciato Gallie,
e

in Persia nel terzo


e

secolo,

s" tante

tante altre cose


e
sa

diverse

nostre plebi

avide d'Occidente,
scarsa,
e e

curiosissime. N" la

fra queste spargerle derrata, per cos" dire,


conti rac-

doveva

essere

ognun

e di quanta ricchezza di leggende non

d'ognigenere
zoroastriana,ma
l'accorto Mani Occidente dei la
aveva

di

abbiano superstizioni

solo la vecchia dottrina


e

ancora

la cristiana, la babilonese forse in

la

che buddhistica,

congiunte insieme. E
e

leggenda di Buddha
GiosaCat. Ma

(j"kya Muni

mutatasi

santi Barlaam

perch" non

in quel tempo venne nel pio racconto vogliamo ora toccar di

ci appagheremo di notar soltanto questo punto, cio" esempi particolari, che il tempo dello spargersidel Manicheismo in Oriente e in Occidente coincide appunto col tempo in cui la Persia da una parte ordinava la sua tradizione epica e preparava la via a Firdusi, e dall'altra incominciava a romanzi d'amore i suoi d'avventure. I moci dimentichiae quali(non comporre di ci", che " un punto assai grave) erano di origine popolaree narrati tra il popolo finch" alcuno ne trasse poi una andavano forma
ma letteraria;

intanto che

volghitramandavansi

le idee della

nuova

religione, perch"mai
anche alcuno di destar cui il

non potuto far passare accanto a quelle dei tanti soggetti da narrarsi e delle tante avvenpiacevoli ture

avrebbero

popolo " pur sempre


e a e

avidissimo,atte,

come

sono,

la curiosit" naturale

dasi Cotesto,intencolpir l'immaginazione?

bene, noi diciamo


tacciam tuttavia che

soggettiromanzeschi

cosi per sola congettura; non ora fu gi" pensato da uomini dottissimi che quasi tutti i venuti alle nazioni d'Occidente dalla Persin. son
mostrava

dimandiamo

Questo diceva l'IIammer,e l'Amari

questa opinione occidentali del Medio Evo e i quando faceva confronti tra i romanzi onde il Coster",nella prefazione romanzi all'edizione del sua persiani, del Boiardo, diceva essere opinione generale degli eruditi che poema
a

di accostarsi

l'invenzione delle favole romanzesche

sia dovuta

ai Persiani che le comunicarono

agliArabi. Ma degliArabi e di ci" che hanno potuto dare a noi, diremo appresso, intanto che,secondo il Benfey,dobbiam pur ricordarci che non Arabi per il mezzogiorno, solo gli anche " Mongoli per ilsettenma trione occidentali e contribuirono d'Europa portaron prestodall'Oriente agli
a

comuni d'allora certe novelle e certe favole e certi per i volghi racconti romanzeschi che poi incontriamo nei libri dei nostri novellieri.

render

ragionidiverse, nel Medio Evo, che ci sembra potrebbe subito avanzarsi una domanda grave. La quale ": Se son venuti dall'Oriente a noi certi soggetti letterari, perch" non anche venute le forme? Certi Ancora. potrebberoesserne disegni d'opere, e certi loro atteggiamenti che e modi trovano non particolari, esempio neUe letteratui-e intanto ch'essi appunto sono destinati ad essere classiche, veste 0 forma esterna di quei tali soggetti orientale,pei'ch" non d'origine esser venuti di l" direttamente? Ovvero, potrebbero che. pu" forse concepirsi
molta

8. Stabilito

adunque che, per diversi modi


venuta

parte del sapere orientale "

per in Occidente

420

CAl'ITdLO

NONO

intanto che

gliOccidentali prendevano da libri venuti d'Oriente i soggetti imitassero qualche volla anche la forma esterna, che, da trattarsi, non ne libri certi massime d'immaginazione e scritti per il popolo e affidati per " certo che la parteprincipale? a lui, ne " pur tanta parte, anzi, forse, ha somiglianza d'amore d'alcun poeta provenzale alcuna canzon non una di Catullo, sembra averla piutcoi versi amorosi d'Ovidio, di Tibullo, ma tosto " forma letteraria certe qas"dearabe e persiane. certo che una con " il di frate Bonvesin de Riva milanese contrasto e la tenzone quale venzale proha esempio alcuno nelle letterature classiche, dove, lade francese, non nei modi e nel fare e nell'andamento anche troppo si essa generale, ai contrasti |iersiani di Asadi, anche altri vuol mettere se assomiglia
innanzi la Psicomachia di Aurelio
non

Prudenzio

Clemente
e

"

certo che

gliantichi

ebbero

novelle raccolte

del quarto secolo. fra loro in un legate

il Decamerone, in cui appunto cotesto si e disegnocomune, il loro originale, osserva, hanno, per dii'cos", quanto alla forma, nei libri " riconosciuto d'amore poi, di novelle arabe e persiane. 11 romanzo come

che libri come

quasi da tutti ed " stato ridetto tante volte,non " Oj"era di invenzione si bene orientale, anzi persiana. ma classica, 9. Ma ecco che a questo punto sentiamo risponderci attorno in maniere diverse e contraddittorie. Perch", intanto che pur si crede (e come mai si tra Occidentali e Orientali, potrebbenegare?)che c'" stato lungocommercio e intanto che si cerca daglistorici di stabilire qualefu,per esempio, in Sicilia e in Ispagna quanto all'azienda pubblica, lo stato dei Mussulmani assai poco se nel vuol sentire ecco che, quanto alla cultura e alle lettere, anche anzi molte a discorrere, evidenti, voglionsi apertamente negare cose, scambi letterari, alcuni linegano attenuar molto; quanto poiagli 0 almeno altezzoso disprezzo addirittura, un aggiuntovi per quei pochiillusiche pur
vi credono
e

si avventurano

dimostrarli. Si dice

discorre cos" alla larga


e

della cultura

degliArabi quanto a
senza

certe scienze naturali

f"siche; quanto al
si pu" ammettere

resto,tutto si nega
che

esame,

perch""

molto

ancora

se

queibarbai'i di Orientali sapessei'o scrivere. Pur troppo noi abbiamo che faceva dire a] ereditato dal Medio Evo quella avversione superstiziosa
Petrarca odiava gliArabi ch'egli
e

i loro

e per la quale si giudicava poeti,

ed eretico Gerberto monaco di Aurillac perch"sapeva d'astronomia mago alcuna parte delle sue dottrine. Ora e di f"sica e da libri arabici traeva

per" sarebbe
con

tanta pompa,

pur tempo, in tanto apparato di studi storici annunziantisi che la verit" potesse aprirsi varco e che certi ei'i'ori un
e

leggeroin per sempre. Eccone intanto uno, e non la cos" detta cultura degli che risguarda Arabi, e che qui appunto, verit",
vieti fossero tolti via si possano vuoisi mostrare, ))erch" particolari maggiori, in misura si vedere alcune cose come sono e con (piale quali criteri e debbano giudicare. 10. Non vogliamo u" dobbiamo dire o descrivere quale e quanta ora sia stata la cultura araba nel Medio Evo, perch"u" questo sarebbe illuogo

prima di

toccar

LK

SOMIGLIANZE

I.K

RELAZIONI

TRA

LA

POESLV

PERSL\NA,

ECC.

5'21

da tanto; ma vogliam soltanto vedere se tutta quella che da noi si dice cultura araba, sia araba veramente. Perch",se solo per n" noi ci sentiremmo poco pensiamo che quando del sottimo secolo,erano ancora
un

Arabi gli

entrarono

nella storia al

principio

quasi tutti nomadi, abitatori ostinati dei


alla ci sarebbe cultura,
rozza

loro deserti vedere


trattata
e

ignorantissimi quanto
come

subito da da
essere

da
con

pensare

mai

e gente tanto ignorante

dalle genti vicine (iPersiani superbodisprezzo

chiamavano
assumere

gliArabi
costume

mangiatori di
di gente tanto
in

avesse lucertole), e

potuto

d'un
a

subito

dotta

colta da

farsi maestra

tutte le altre in

Oriente

Occidente,e ci" nella sede stessa dell'antica civilt".F*er quanto

meravigliosamenteacuto e perspicace Arabi, l'ingegno degli miracolo cos" grande e straordinario. ragionevolmentepretenderne Anche si deve considerare che,per quanto grande sia l'Arabia, essa, nella dar tanta non immensa, poteva superficie gi"poco popolosa gente
possa essere si pu" non mussulmano da occupar d'un tratto il paese vastissimo che form" l'impei'O alla Spagna. Non fu ceral Sahara, dalla Transoxiana tamente e che va dal Caucaso
tutta

gente araba, di sangue

arabo, quellache occup"


e

tenne

e quellacultura che essa sparse n" citt" bassa deserti dalle della uscir dai d'Arabia,

impero cos" vasto,


da

promosse,

non

pot"

Mesopotamia abitate

Arabi,n" dalle trib" nomadi e incolte e date al ladi'oneccio, perch" ci" che l'Arabia non assolutamente e non non aveva. dare, diede, poteva donde Dato il qual punto, resta da domandarsi questa venga veramente le si debba dare, se essa cultura che chiamano non araba,e qual nome
" tale. Arabi gi"da non gli ebbero sempre ammirazione breve tempo prima di Maometto grandissima la alcuni loro di Persia, e come che, H"ra, erano anzi, quelli principi, per

11. Per veder cotesto,notiamo

prima di

tutto che

poi essi,avvalorati dalla del profeta, la Persia, verso attorno alla conquista, mossero predicazione tino, la quale gliattirava l'anticaammirazione alla congiunta speranza del botfu uno dei primi paesi che essi conquistarono; e tanto pi"facilmente la conquistarono, quanto pi"guasto e corrotto era quel grande impero, e
re

vassalli fedeli e tributari del

dei

re.

Quando

imbelle di

inetto il successore

di Gemshid

dovettero qual meraviglia di fronte a quella quando, conquistatala Persia nel 050, si trovarono cultura. La dir cominciava a declinare, splendida quale,per perch" vero, i bei tempi di Ghosroe il grande erano secolo da un e il gi"passati quasi regno
ancora era

Immaginiamocipertanto Arabi ignoranti, sentirsi prendere questi


e

di Dario.

stato infestato dalle discordie

intestine. Tuttavia

essa

brillava

ed era, si pu"
era

di tal luce da rompere e irradiare le tenebre fittissime del secolo ignorante, del della l'ultimo raggio sole dire, sapienzagreca che

alle accademie di da Costantinopoli migrato da Atene, da Alessandria, Siria,e dalla Siria alla corte persianadei Sassanidi in Seleucia e Ctesifonte. Certamente i primi tempi della conquista araba furono funesti alla cultura persiana; n" altro che sper[)eri di scuole e di biblioteche potevasi

422

CAPITOLO

NONO

da quei fanatici dei Corano, usciti di tra le tende e le puzzolenti aspettare del natio deserto. Ma (piando i furori della conquista si furono niandre tata alquantocalmati e la sede del Califfatodalla Mecca e da Damasco fu tramudell'Era nostra, la casa a Bagdad allora fondata, e ci" intorno al 750 degliAbb"ssidi,succeduta a quelladegli( Immiadi nel Califfato, promosse ardore novello la cultura e cerc" di emular la gloria dei passati con re di Persia. Bagdad,allora, in isplendoreTomai deserta Ctesifonte, e eguagli" nel cospetto del Califfosi tennero dispute di teologia di iilosof"a e come gi" si era fatto a Ctesifonte nel cospetto di Cliosroe ilgrande.Allora fu ripreso lo studio di Platone e di Aristotele, inaudita e la tolleranza religiosa, cosa la prima per quei primi e furibondi settari del Corano,fu voluta e praticata volta per l'esempio sidi Abb"savutone dai Persiani. Perch" lo splendore degli " dovuto in grandissima parte ai Persiani, in corte e che, ammessi nell'azienda pubblica, dischiusero agli Arabi i tesori del sapere. I Persiani, egli" vero, si convertiron prestoe assai facilmente al maomettanesimo, nell'anima e nell'ingegno rimasero pur sempre di prima. Cosi, ma quelli la casa illustre e potente dei Barmekidi, che gi" aveva amministrato il di Maometto, diede agli tempio del fuoco a Balkh,convertitasi alla religione i Abb"ssidi loro ministri pi"saggi, e protettori d'ogniarte civile. promotoj'i Uno degliAbb"ssidi,il pi" illustre, cio" il Califfo Har"n ul-Bash"d, mandava suoi ambasciatori in Occidente, a Carlomagno, intanto che gi" prima suo un antecessore, il Califfo Abb"sside Al-Mans"r, fondatore di Bagdad, mandati i suoi a Pipinoe in Bagdad aveva ricevuto con grandissima aveva del re franco. quelli pompa 12. Ora, tutto questo spazio di tempo che si stende,si pu" dire, dal 750 al 1000
e

al il 00 dell'Era nostra

crediamo orientale, airinmussulmano lingua, quanto alla fede,persianoquanto all'indole, accorti gli Orientali stessi, gi" si erano gegno e al sapere. Di cotesto lamentavano allorquando certi fanatici Mussulmani che, intanto che il Califfatoal tempo degli Abb"ssidi Ommiadi stato arabo, al tempo degli era
era e khorassanico, alludendosi persiano e

novella cultura

che " il pi" bel tempo di questa che si debba dire arabo (]uantoalla
e

al

vecchia Klioi'assan, letteratura

sede di

Quanto persiana. poi alla lingua e alla fede, " ovvio e manifesto che cos" appimto doveva I conquistatori essere. che imponevano la linguaaraba nelle faccende pubblii mani Mussulnelle fi^dedi scritture la Maometto tutti e ai vinti; e e per" di quel tempo, dall'alta Asia al Sahara, scrissero in arabo, e i Persiani stessi che allora furono maestri di cultura ai loro rozzi conquistatori, dovettero penar buon tratto di tempo prima di adoperar nelle scritture la loro lingua. " vero, tutto ci", era ben facileche Dato, come in Occidente l'errore,come nascesse appunto nacque, che tutto quel
nuova

cultiu-ae futura

prossima culla della

sapere
vci'a

di cui facevano Tale almeno

pompa

in Occidente nella

Mussulmani, fosse arabo

inente.

si mostrava
e

riconoscere che, nell'indole

u" si seppe o non si pot" lingua, nello spirito, era esso prettamentepersiano.

4;24

(UIMTOl.O

NONO

Storia della letteranella sua pregevole tura lui [jotremmo metter molti altri), Albumasar arabi Ab" dice Avicenna, Razi, (cio" Maashar) e italiana,

Averro",intanto che
Alfacrrano altro Poco

i tre

primi sono

Discorrendo persiani.
va

poi delle fonti

di Fra Ristoro di Arezzo, afTerma

che Fra Ristoro

citando Albumasar,

Averro",Avicenna e qualche Agazel(Al-Ghaz"li), (Al-Fergh"ni), tutti persiani, eccetto Averro". son arabo, cos" egli dice,mentre hanno da fare gliArabi o gli altrimussulmani dotti, adunque, fra questi di dice il che dei di razza nessuno a proposito semitica, quali Lagarde potutodar nulla alla scienza. Pur riconoscendo
sebbene molto
mostrato

essi ha
sentenza

paghid'aver
di Maometto

questa per esagerala si accosti al vero, noi invece ci vogliamo tenere Arabi al tempo degli queste tre cose, cio" l'ignoranza

da imparar tutto, perci"lontanissimi per la quale avevano dall'esser subito maestri a popoli pi" colti di loro; la ricca cultura persiana nel d'Oliente Occidente Dato di pi" f"tto Medio Evo; lo spargersi
e essa

fra tutti i Mussulmani nelle scuole cristiane di

d'Occidente
il nome

il suo

penetrare anche

sotto

d" cultura araba,

araba. perch"adoperavala lingua facilmente

il qual punto del

tutto

tanza comprendere l'imporci resta che di vedere a quale originesia dovuto non grandissima, venuto quelloche nelle nostre letterature del Medio Evo pu" essere quale ognuno

pu"

dall'Oriente.

2. Le

somiglianze

nei

romanzi

nei

loro

modi

particolari.

15. A Pio Rajna,nel


di tanto chi " recondita
e

suo

libro intorno alle origini francese, dell'epopea da


non

peregrina erudizione
molte

potercisi raccapezzare
da lui dottamente
vingia mero-

altre prove e testimonianze dopo profano, esaminate, bastava, nel concludere,il trovar comune
e

alla epopea

il particolare di un neo, cio" di un segno vermiglio carolingia la che i re dell'epopearecano da natura sulla spalla, per dimostrare E questaprova anzi la provenienza di questa epopea da quella. parentela, Xoi pure, per chiamarla tale. diceva anzi di di sicura, soggiungeva osar egli l'epopea persiana, possiam dire che i re della casa reale dei Kay hanno un bruno sul braccio, il quale come sia veduto, " prova certa della neo discendenza regale innanzi tuttavia questa di chi lo porta. Non rechiamo della epopea persianacon le altre somiglianzaper inferirne la parentela due occidentali, che sarebbe troppo, n" vogliamo che da questa che pu" alla
essere

casuale

essere

un

vecchio

resto di alcun

concetto

minci mitico, inco-

Soltanto vogliam notare delle promesse somiglianze. che, se per gli studiosi che hanno accettato le conclusioni e illazioni del la parenRajna,ha potuto bastare un cos" lieve particolare tela per suggellare l'enumerazione che le augurarcidi gran cuore che riconosceremo e pi" profonde somiglianze tra i racconti persiani daglistessi e i nostri d'Occidente,meritino studio attento. studiosi qualche considerazione e (pialche non negligente fra due epo|)ee, noi osiam molto maggiori e pi" evidenti sperare
e

LE

SOMIGLIANZE

LE

RELAZIONI

TRA

LA

POESIA

PERSIANA,

ECC.

420

se

non

la fede certa che ha trovato il neo epopee


e

fortunato congiungitore vermiglio, nostri furono

di due

di due che

16. " certo


venuti origine, d'animali che toccano
e a

molti

stirpi regali. romanzeschi soggetti

persianiin

noi per una via o arabica o bisantina, e che molte favole molte novelle d'indole popolare ora nostre (massime quelle
e

delle donne

delle astuzie loro, e


venute origine,

quelleche hanno

intento

furono indiane in educativo) Ma noi


non non e tediosa, lunga,dift"cile

enumereremo

cimenti. a noi per molte vei'sionie rifaperch" sarebbe impi-esa quei soggetti,

anche

necessaria per l'intento del presente sci'itto, perch"ogni storia di letterature nostre del Medio Evo suol notare
e

di novelle e di romanzi, e, quando di favole, soggetti anche l'origine orientale. Piuttosto vogliam notare certi sia,ne accenna retorici anche chiamar luoghi che si potrebbero comuni, luoghi particolari

lungamente nomi

dente. e arabi, qualipoiincontransi nei l'omanzi nostri d'Occipersiani amanti ; n" il primo posto le avventure Tra i quali degli occupano di quelladell'innamorarsi dei due giovani n'ha una senza ve pi"frequente n" v'ha romanzo che mai l'uno abbia veduto l'altro, persianoche non del abbia questo particolare speciale suo racconto. (Ihe per fondamento solo dal trovarsene sia luogo comune molto aulico,si arguisce non esso cio" nel racconto di Z"I e di due esempi nel Libro dei Re, di Firdusi, dal vedersi R"d"beh ancora e in quellodi Gusht"sp e di Ket"yima, ma di Odati e Zariadre che Carete di Mitilene compose nel romanzo ripetuto ritornati di l'ersia, e in seguendo certi racconti orali di soldati macedoni " antichissimo. In medo Occidente,il e Zairinaia che e quellodi Striangeo " quello di Rudello e di Melisanda contessa di Tripoli; ne pi" bell'esempio chi " pi" addentro nello studio delle letterature nostre del Medio f-^vo, ma altri esempi non validi, come njeuo quello di Durmart potr"aggiungervi mai veduta da lui innanzi. Anche che si invaghi della reginad'Irlanda, non Orlando sol di Persia, confessa di amare dell'Amostante Chiariella, figlia la bella d i di (^andia, invaghitasi tiglia Marsilio, per la fama di lui.Anche dei romanzi Orlando che
non

ha visto mai,

va

con

Bianc"ardino

come rintracciarlo,

appunto, secondo
non

francese per recavasi la bella Tehmina Firdusi,


al campo

che essa presso di Rustem ilsuo amore. per palesargli innamora siano mai di Kriemhilde, e

invaghita, si Anche S"frido, l'eroe fatato dei Nibelunghi, questa di lui, prima assai che l'un l'altrosi
aveva
e

veduto

mai

di cui s'era

veduti. E, del resto, chi si ricorda della lettura di .Firdusi e dei sunti che altrove abbiam dati di molti romanzi persiani, sapr"anche che sentivasi cavaliere,
acceso

ogni nobile garzone, ogni bennato


ardore tosto che altri in
sua

da subitaneo

ciulla, fanpresenza parlavadi qualcheavvenente i buoni cavalieri dei come appunto facevano, in simili circostanze, nostri romanzi d'amore. Xel caso particolare, poi,di Rudello che mori ai

l'ebbe veduta, ricordiamoci che questa morte come piedidella contessa repentinaa' piedidella persona amata, veduta la prima volta dopo stenti " pur luogo comune che pass" ai dell'ai'teromanzesca infiniti, persiana,

426

CAPITOLO

NONO

" qualivi raffigurarono tinaie dell'anima ilperdersi mistici e panteisti, poeti


umana

in Dio che, secondo

essi," l'essere universale.


dei romanzi

il narrar le avventure persiani anzi educati insieme, principio dallo stesso maestro, per qualche caso improvviso e non preveduto sono con gravissimo dolore scambievole; perch" poi l'uno o l'altro separati e pericolosi viaggiper incontrare il compagno, finch" poi, imprendelunghi

17. Anche

"

luogo comune

amanti di due giovani

che, vissuti da

al termine fauste
nozze

di molte
e

avventure

strane, uno

ritrova l'altro, e ne

la susseguente vita felice. Esempi


non quelparticolare (perch"

seguono di ci" trovansi or

le
con

questo or
in

con

nei romanzi transi riuniti)

sempre di Niz"mi, di Ass"r, di Kirm"ni, di Gi"mi,

tuttii particolari incone

amori di Gusht"sp e quellaparte del poema di Firdusi che racconta gli di anche due amici fedeli,ambidue di Ket"y"na. Talvolta possono essere
sesso

maschile, perseguitati per la loro calda amicizia


ha

felici alla fine; ma

allora il romanzo

nelle mistico e allegorico, significato rappresentando doloroso dell'anima e del corpo vicende dolorose dei due il pellegrinar di della fortuna. Questo particolare sulla terra, distrattidai casi molteplici di Assai- e di Gi"mi or ora ricordati. " nei romanzi allegorico significato Ma " facile vedere che tutto cio" tardo travestimento che toccava soltanto di due amanti della favola
e

primitiva
i romanzi

anelanti alle nozze veri,


a

fattisposi dopo

mille stenti. Comunque

sia,di contro

orientali stanno (piesti in

tra i qualialtri pi" vei'sato occidentali,

altri esempi, intanto che noi dobbiamo


noto
romanzo

quegli studi poti-" pur trovare appagarci di ricordar soltanto il


narra

di Florio

che Biancafiore, da

tante

loro avventui'e, di

loro stati allevati insieme vivere insieme nel

felici. Notiamo

quale pure

poi ricongiunti poi separati, per principio, anzi che appunto nel Filocopodel Boccaccio, incontransi tre " rifatta la storia di Florio e di Biancafiore,
anche nei romanzi Uno persiani. si "

casi molto

che trovansi pai'ticolari

l'educazione dei due del loro amore, ne ci" che appunto, e Mihr
e

giovanisotto lo stesso maestro, che poi,insospettito al re padre che li fa sepai-are, parlao ne fa parlai-e
le stesse

con

Mushteri, di Assai-,e
non

trovasi nei romanzi persiani, circostanze, mente, Sel"m"n e Abs"l, di Gi""mi,romanzi, vera-

prima et" della letteratura,ma non dubbi rifacimenti antichi,secondo il costume di racconti assai i)i" (anche perch" allegorici) si " quellodel re di Spagna che fa sep11 secondo della poesiapersiana. pellire la sia fa che la sua morta il corpo di altra giovane e sparger voce dersi. intanto che Florio disperatamentesi addolora e vuole ucciBiancafiore, di Kirm"ni, detto llum"y e Hum"y"n Cotesto narrasi pure nel romanzo il quale il giovane Flum"y voleva uccidersi secondo (Felicee Felicita), di Cina, padre della sua Hum"y"n, aveva quando seppe che l'Imperatore celebrato i funerali della figlia, morta d'improvviso malore; ma l'imperator f"nto quellamorte il re di Spagna,aveva e quei funerali. della Cina,come
della Il terzo

ijuntosi " questo, cio" che Florio hi trasportato nelle stanze di celebrandosi una gi-an festa cesta di fiori, Biancafiore nascosto dentro una

I.K

SOMICI.IANZK

LE

HELAZKIM

TUA

LA

l'dESLV

l'EUSLW'A,

ECC.

4i2 /

ed ecco che Firdusl ci narra ancelle; come, celebrandosi le ancelle da Menizheh, leggiadra del re dei Turani, la festa della con figlia il suo vago amante, il giovane Bizhen,le fu dei fiori, stagione primavera, addormentato bell'arca profumata;ed recato nelle stanze e chiuso in una che Att"r, nel suo lo stesso caso narra ecco degliUccelli, con Collocjuio di facendone tullavia mistica. splendoresmagliante forma, un'allegoria 18. Ora, si crede dai dotti che questo romanzo di Florio e niancaliore, che ebbe tante imitazioni nelle letterature nostre, sia di origine bizantina. di cui si hanno cosi frequenti Eppure,pensando al genere del romanzo e al fatto che il romanzo esempi in Persia, persianorimanda le origini ai che intanto almeno alcuni soggetti anche sue sono tempi dei Sassanidi, antichi anche che nel Medio Evo di Bisanzio hanno quei pi" ; pensando molte cose dando avuto molto da fare coi Persiani coi qualibarattarono e e pensando alle non casuali e patentisomiglianzeor ora prendendo; notate, crediamo che si possa affermare esser persiano in originequesto Al qual propositoci ricordiamo che, avendo ad soggetto romanzesco.
sue

da lei e dalle

alcuno

cultori di letterature romanze fatto conoscere pi"reputati fu ci da lui che,quanto al queste somiglianzeparticolari, risposto di Florio
e

dei nostri

romanzo

non Biancaflore,

era

punto n" ovvio, n" necessario,


esso

n"

cercarlo giusto Tutto

in Oriente,bastando
a

dire che

" di

tina. originebizan-

valore quanto n'avrebbe l'asserzione di chi, stando alla foce del Po, si contentasse di dire che il Po viene
aver

ci" sembra

noi

tanto

da Piacenza, o tutt'al pi" da Torino,

che ad

un

Monviso possibile intricate le nel

non

si

pu"

non

si deve pensare.
e varie molteplici

19.

Troppo sono
e

troppo sono

ture avven-

del poema trasformazioni che


e un

persianoR"min
romanzo

Visa,gi"da noi esaminato


e

capitolo

dell'epopea,del
e

di Tristano

d'Isotta in tanti suoi rifacimenti di letteratura in letteratura,

in linguae passandodi lingua minuto

confronto

fra i due

molte

pagine.Perci",lasciando di toccar

poemi ci occuperebbeper molte la storia del romanzo bretone,


siam da tanto, raccomanderemo

francese,provenzale, tedesco, perch" non


studiosi agli in quale,
un

di vedere quanto di vero abbia in s" la sentenza il dell'Eth", suo e romanzesca pregevolescritto intorno alla poesiacortigiana

dei Persiani, dice che il poema

soggetto che trovasi nel Tristano


che
esso

persianotratta appunto il medesimo E sogIsotta di Goffredo di Strasburgo. giunge

tedesco nel celebrare la potenza della poema l'ai-dentefuoco dell'amor sensuale,che vince ogni anima e viola passione, col gareggia tutti i termini

postidalla morale
toccato
e

dalla

giustizia.

20. E
pazzo per

abbiam poicli"
amore

di Tristano che fu anche pazzo o si finse mille follie in presenza della gente, volle commettere

da Niz"mi ci" che si narra se pur questo tratto ha somiglianza con veggasi da Gi"mi ghitosi da altri del e e poetipersiani posteriori giovane Qays che, invacommise nel perdutamente di Levia andata sposa ad un altro, della gente di Levia mille pazzie e visse nel deserto e mori appunto cospetto

428

CAPITOLO

NONO

nome quando pot"godere dell'amore della sua donna. Egliaveva Qays, fu detto con parola araba Meg'n"n, cio" il folle, la follia ma sua rosa. amoper La quale tuttavia fu sempre dolce e mite, piuttosto melanconia che di ben dissimile dalla passione veecome e furore, quella Tristano, per" mente

del buon conte Orlando. selvaggia 21. iNellestorie dei giovaniamanti s'incontrano anche, e assai spesso, casi molto curiosi e nuovi,voluti dal destino, quasi prodigiosi qualche che pu" considerarsi come altro luogo comune di questi volta,come quello cio" visione la che dell'amante suo, non veduto mai prima, ha romanzi, talvolta in sogno la fanciulla. Cotesto racconta Firdusi di Ket"y"na figlia di Costantinopoli, che vide Gusht"sp in sogno e lo scelse dell'Imperatore racconta poi per suo sposo nell'adunauza dei principi; e cotesto ancora
e

Gi"mi

della bella Zal"kha,che vide il suo


a

possiam dire se e per ora non speciale, possiam ricordare che P]lsa di Brabante che sognando vide nel fatato Lohengrin il suo campione e futuro sposo; ma veggano glistudiosi di letterature medievali se se ne possono recare innanzi,come crediamo, altriesempi. 23. Qualche volta (jueste vaghe donzelle dei romanzi sono anche liere questo tratto
e

Quanto

noi, non

Y"suf in sogno e se ne nei molti romanzi nostri sia

invagh". frequente

intrattabilieroine che
e

non

taglia;
a

da noi " molto

voglion darsi celebre,per recarne

se

non un

chi le vince in l)atil pi"

esempio solo, forse


Gunthero and"

noto, l'avventura dei

allorquandore Nibelunghi

in Islanda

che non provarsicon quellaregina, Drynhilde, glisi diede in isposase l'aiuto diSih'ido, non nella con l'ebbe vinta nel lanciar pietre, quando egli, lotta e nelle armi. Anche il poema ciclico persiano di Ghersh"sp,opera di Asadi il giovane,narra della beila liglia di K"reng re del Z"bul che non volle darsi a Gemsh"d, allora ramingo e privo di regno, se non ([uandu le ebbe mostrato il suo valore e la perizia l'altro nelle armi. Anche egli ciclico persiano, i casi di B"n"-Gad'ignotoautore, che racconta poema terribile di Piustem e vincitrice di mostri, di shaspe,una virago,figlia volle altro sposo fuor di di G"derz, quelgiovaneche seppe vincerla nella lotta, e costui fu Gh"v figlio Ma ecco che essa, la prima notte di matrimonio, lega signored'ispahan.
e non e

belve

di eroi,dice che

la fiera donzella

caccia il maleavventurato

finch"

panca intervenuto all'improvviso, lo libera Piusteni,

sposo

sotto

una

ve

lo tiene nascosto la figliuola.

e ammansa

Ci" attesta il Molli che ha potuto vedere ed esaminare

il manosci'illo del

tuttoi'a inedito;ma, intanto, il caso assai curioso troppo somiglia poema all'avventura di Brynhildeche, appunto la prima notte di mali'imonio,

abbiam

leg" e sospese alla parete lo sposo suo, perch" dinanzi lo stesso e genuino racconto.
23. Non

si possa dubilai'e che

noi

armi

l'ambita donzella da stillare alle sempre tuttavia " tanto fiei-a i suoi molti amatori; che anzi,qualche volta,essa loro propone ben

altra prova, cio" ({uella di spiegaree di esporre certi indovinelli oscuri col patto,teri'ibile in verit", che avr" la morte presuntuoso (|uel tropi)o

LE

SOMIGLIANZE

LE

HELAZIOM

THA

LA

POESIA

FEHSL\.\A,

ECC.

4:29

garzone
romanzo

che si di Z"I

alla sottoporr"
e

di H"d"beh
come

Libro dei Re, si

narra

vincer". Ora, nel vecchio prova e non che Firdusi ha posto nella j)arteprima del Z"I appnnto, nel cospettodi re Min"cihr e della
a

quest'ardua prova per mostrarsi degno della della bella R"d"beh. Ma nel poema di Niz"mi, in quello che porta mano il titolo: Le sette Belt", trovasi la novella della fanciulla figlia d'un re Russia in terra di che, fatta celebre nel mondo per la sua gran bellezza,
proponeva mandava
a' suoi amatori
a

corte, dovette sottomettersi

certi difficilissimiindovelli da
non

morte
se

quando

riuscivano.
e

Veggano

ora

e spiegare studiosi gli

li di

letterature nostre
l'acconto

che

ne

hanno

simo poemi trovasi pure questo medequanto a noi,non possiam ricordare che ildramma ; perch", " questo un assai tardo rifaCarlo Gozzi e lo Schiller. tratto cimento

in tanti romanzi

persiano;ma che esso sia appnnto persiano in origine, si dimostra non solo per la perfetta uguaglianzadel soggetto, ma ancora Perch" Turandot per iltitolo stesso che " prettamentepersiano. che " il titolo dato dal Gozzi e dallo Schiller al loro dramma, " parola cio" la figlia Uirdn-do""ld, o la donzella del Turan, col qual nome persiana, Persiani i detto che " la regione designanonon solo ilTuran propriamente asiatica al di l" dell'Osso, Russia la asiatica da una ma aucora parte e la Cina dall'altra. Ora, il Gozzi e lo Schiller dicono appunto che la bella Turandot era una di Cina;e ilGiacosa, certo come principessa componeva bel dramma recante suo non questo particolare degl'indovinelli, sapeva forse ch'egli faceva suo un vecchio luogo comune venuto noi a persiano
nel probabilmente di nostri Medio

del vecchio racconto

Evo, perdutoforse in

mezzo

ai mille altri

conti rac-

da due dei quel tempo e 11 del deve il del aver Gozzi, resto, poeti. preso soggetto suo dranuna fantastico dall'opera laddove appunto si racpersianaI mille e un giorno, conta la strana del principeKhalaf (ilCalaf del Gozzi e dello avventura la principessa di Cina. con Scliiller) 24. Dice Gastone Paris, nella sua storia della letteratura francese del Medio F^vo, che i racconti anglo-norquando parladei romanzi bretoni, manni di alcuni cavalieri della Tavola son quasi sempre la biografia Rotonda, narrandovisi d'un giovane cavaliere sconosciuto che giunge improvviso alla corte di re Arturo in un momento grave, quando c'" da difficile compiere qualche impresa. Perch" egliassai gloriosamentela lasciando la compie corte, intanto che,al suo ritorno trionfale, per poco impalma una bella fanciulla che nei casi di quellaimpresaera coinvolta e che gliporta in dote un regno. Cotesto raccontano i romanzi del Cavalier del leone,di Fergus,d'ider, di Meriadeuc, di Durmart il Gallese,di Guindi Morangis,di Torec, e di altri.Ora, leggasinel poema di Firdusi glain, l'avventura di Gusht"spche sposa la bella Ket"y"na, e intanto vince e il riottoso e superbo Ily"s sottomette che domandava allere dei Khazari il tributo all'Imperatore di Costantinopoli. ramente del re figlio Gusht"sp, di Persia, sconosciuto alla corte dell'Imperatore, era come appunto anche

richiamato

assai tardi alla memoria

430

CAPITOLO

NONO

il cavaliere dei racconti nel

a quella di re Arturo. Ancora; anglo-nornianni Mihr che del di Ass"r nosciuto leggesi giovane giunge scorotnanzo persiano fa prigioniero il superbo e alla corte di re Keyv"n e sconfigge

Qar"-kh"n signoredi Samai'canda che ad ogni costo voleva in isposa la con di Keyv"n, la bella e leggiadra N"h"d, e ora voleva conquistarla figlia del bella riottoso re e sposa la le armi. Ma il giovane fiacca la superbia di lui e che ora erasi accesa fanciulla che intanto gli porta perdutamente che nel in dote il regno paterno che " quellodel Kh"rezni. Ecco ancora ilgiovane Navr"z giungescodi Kirm"ni leggesi come nosciuto romanzo persiano
di Grecia,vessato allora in guerra da dell'Imperatore vince il di Siria. Navr"z, valoroso e bel cavaliere, Fer"kh-z"r principe cio" bella Rosa, figlia Gul, tore dell'Imperamalvagio Fer"kh-z"r e sposa la alla coi'tc di cui diventa anche al paterno, perch"egli era lasciando per ora di dire in Firdusi, il nuovo riunendo per tal modo l'erede, l'egno Khorassan. Tornando del di a re Fir"z, figlio

greci, qual modo, ecco che due principi nopoli, di CostantiAhren e M"r"u,giungono a sposare due figlie dell'Imperatore liberandolo dal danno e dalla noia che glirecavano un lupo tei'riMolti altri di monte nel bile nella selva di F"sq"n e un Seqila. dragone innanzi,come cercare crediamo; e ti'ovare e recare esempi si potrebbero " che anche ricordati un i mostrare bastino luogo ma questo gi" per i romanzi di tra e non persiani un somiglianza negabile punto comune,
d'Occidente. quelli cio" quello di M"r"n 25. Anzi l'ultimo esempio tolto da Firdusi, ad Ahren, ci fa passare agevolmente
e un e

di

altro punto di

Ahren somiglianza.

M"rin vorrebbero

avere

la gloriadi pur avere, nel cospetto dell'Imperatore, ucciso quello il dragone e questo il terribile lupo,togliendola per al sconosciuto
romanzo

e ancora giovane rimpresa; e parimentenel

tal modo

che Gushl"sp
e

per loro

aveva

fatto
noto

di Ardeshir

Guln"ra,a noi

dal Libro dei Re, si che Gastone

legge come di ad Ardeshir la gloria togliere


Paris attesta pure

il
un

volesse del re Ardev"n giovane figlio Intanto alla caccia. ecco colpo maestro

bretoni questo tratto laddove a Tiolet,uccicome, per esempio,in quellodi Tiolet, particolare, la gloria di quell'imd'un dragone,un emulo malvagiovuol togliere presa. soi-e trovarsi nei romanzi

Anzi,nella enumerazione
dotto autore, che s'incontrano che
sono,

dei molti romanzi secondo

simo fi'ancesi fatta dal mede-

indubbiamente

non bizantina, lui, pochi d'origine che intanto dall'Oriente, egli vengono

stesso, accennando
tradizioni alcune

alla storia di Merlino, riconosceva


erano ora

che tra

quelletante

certamente
se

orientali. trovarsi in
un

26. Che si dir"


della bella

mostreremo

del maggior re Angelicache, figlia

ginale persianol'oripoema del Levante, fu mandata

di re la bellezza tuttii paladini al campo cristiano per sedurre con alla data fede verso Ecco; Cai'lo e far s" che essi manchino l'imperatore? con si racconta grandissimaponjpa, la che, celebrando Carlo imperatore,

Pasqua di Rose,improvvisamente,nei tempo del convito,al quale sede-

",j2

cai-itolo

nono

scere

al giovane Ruggiero che prima per donna, sebbene volontariamente, la credeva un uomo. Ora, chi ha letto il poema di Firdusi (e il professore D'Ancona fece
conoscere

si primo questo punto di somiglianza), del giovane Sohr"b ricorder" anche del singoiarcombattimento la con trata inconbella Gurd-"ferid, una aveva ch'egli giovane e bellissima guerriera per
sotto la Rocca

il

Bianca sui confini dell'Iran.Dice Firdusi che

l'impetuoso

garzone
La

raggiunse
furor

in suo fuggitiva,

ruggciulo.

F"r liberate dai Della corazza,


dome in

legamiattorti

E s'avvent", tlal capo ilrilucente

Elmo

le tolse.Quellechiome allora

e lampeggi" quelvolto ciel quest'almo sole. limpido

E Sohr"b cieri di di S"m renziana dokht

s'innamora

di Gurd-"ferid
un

come

Tancredi

di

come Clorinda,

Ric-

intanto che Galiziella, di cui trovasi di Firenze


e un un

ciclico persiano, cio" ilLibro altro poema manoscritto (essendo tuttora inedito) nella Laualtro
a

Monaco,
e

racconta

conte

della bella Peri-

della Cina dell'Imperatore figlia


con

s'innamorasse

ilprode

S"m, quando,
per fanciulla tali orien-

combattendo bellissima.

ella si lev" l'elmo lei,

glisi fece conoscere


a esser

28. Lasciamo
e

procedutoda tntt'altra di due gioed " quellodelle avventure che da scambi o da prestiti, vani origine fra loro. La singoiar amanti che appartengono a famiglienemiche matici effetto grande di dramma, e per" i poetidramcircostanza poteva avere che anche assai frequentemente trattarono pot" questo soggetto fattiveri. La tra ha tre fornito da loro n e esser poesiapersiana, glialtri,

da parte un altro luogo comune antichi e moderni, perch"pu" occidentali,

tutti i romanzi

esempi molto noti, cio"


due

le avventure

di Z"l

di R"d"beh

alle appartenenti

nemiche del Segest"n di Siy"vish e del Kabul,e i casi pietosi famiglie il maggiornemico di Afr"sy"b, del re K"vus sposato a Ferenghis figlia t"glio A queste due tenere storie d'amore pu" aggiungersila terza, degl'Irani.
e quelladi Meg'ni"n

di

di Leyla, figli

due

tribi^inemiche
trattata da

del deserto

amanti

poi sposidopo mille avventure,

Xiz"mi, da Gi"mi

da molti altri. fino a questo punto enumerate, 29. Da queste somiglianze strette, pili

passiamo
come

ora

ad altre
un

pi" lontane. Ecco, intanto,che

si racconta

di Teodorico

uscito giorno,inseguendocon ardore un bellissimo cervo trattovi dalla in una si sa ben donde, egli non deserta, sparisse campagna indietro i suoi inutilmente lo richiamavano mentre fiera, meravigliosa Anche di re Arturo che in alcuno scrittore del Medio Evo " pur cortigiani. in un luogoremoto detto ilcacciatore selvaggio, si racconta come sparisse
e

sicuro o per fuochi interni o per pannon era tani, da Sicilia. nell'isoladi Avalon in sia pure Settimello, o Anzi, Arrigo nel suo libro latino della Diversit" della Fortuna, dice che re Arturo spari dove il terreno solitario,

con appunto nell'inseguire

Ora, ricordiamoci del poenia il re Behr"m, di Niz"iiii, le Sette Belt",nel quale " detto appunto come
ardore
una

fiera.

LK

SOMIGLI

AA'ZE

LE

RELAZIONI

TKA

LA

POESIA

FERSIAMA,

ECC.

433

nella casa dei Sassanidi, intorno quinto di questo nome gran cacciatore, furon compostie che regn"dal 420 al ai quale tanti romanzi persiani Ao8 dell'Era nostra, sparisse un belva giorno alla caccia, una inseguendo in un terreno mal sicuro per e perdendosi e sprofondando meravigliosa in una il pantano o, secondo altri, tenebrosa. Inutilmente poi lo caverna i la madre che lungamente fece scavare e in cercarono dolente, cortigiani in racconto sono quelluogo.Intanto, questo persiano, appunto glistessi dei racconti occidentali " viva e se in Occidente la ancora particolari ; tradizione di re Arturo,in Oriente quella di Behr"m " meii viva, non e al fu fatto Malcolm, che lungamente stette in Persia di questo nostro secolo, vedere il luogoin cui ilnobile
re

Anche spar".

del

re

Khusrev

dice Fir-

nella parte epicadel suo poema, che spar" in luogo deserto una sera dusi, nel settentrione, intanto che i suoi principi fedeli che l'avevano seguitato fin l", invano lo cercarono.

" questo uno


non

dei

del pi"belli episodi

Libro dei

Re; ma
0

di Khusrev lo sparire in
un

fu

almeno

come luogofelice, sua

anzi fu un andare al cielo, perdersi, di re Arturo in un'isola fortunata. quello


un

30. Il Mohl, nella


dei

Re, enumera

dotta scrittura premessa all'edizione del Libro molti romanzi occidentali nei quali, per certi casi strani
a

di fortuna, due l'altrosenza


e

trovansi guerrieri, padre e figlio, avviene che il

combattere

l'un

con

onde conoscersi;

padre ferisce mortalmente

uccide il

se

t"glio, poi riconosce e piange inutilmente e disperatach'egli mente. Chi pi" di noi ha atteso aglistudi delle letterature nostre medievali, conoscer" i romanzi che recano racconto quel pietosoe potr" dire anche questo " luogo comune Noi i n essi. non possiam dirlo frequente
mento potuto esaminarli. Ricordiamo soltanto il combattifra Hildebrand e Hadubrand, fra padre e figlio, in un poema teochi
ne avesse

perch"non

abbiam

rimandando e per", tisco,


noteremo

alla prefazione del Mohl, vaghezza

nella sua storia della letteratura francese, Paris, quello di Milon,con questo nuovo particolare. dei romanzi comune e persiani, Firdusi ne luogo ha il pi" bell'esempio nella pietosa storia di Sohr"b,stato ucciso inconsapevolment da Rustem suo padre in battaglia e poi riconosciuto ad un monile che Rustem, un giorno, dato alla madre di lui, Tehmina. Il aveva bellissimo episodio, trattato da Firdusi con mano ebbe imitazioni maestra, nella posteriore in letteratura persiana, onde un esempiogi"ne abbiamo quel poema ciclico d'ignoto autore, che " il Libro di Berz",secondo il di Sohr"b e viene a combattere con Rustem di qualeesso Berz" " figlio cui " nipote, n" l'uno riconosce l'altro, finch" la madre di Berz" accorre il ha e scopre la verit", esito diverso da quello di Firdusi. perch" racconto Anche nell'altropoema ciclico, ilLibro di fiih"n-gh"r, raccontasi del giovane di Rustem, Gih"n-ghir, col a che, venuto figlio battaglia ignoto " riconosciuto, ma padre,non ne resta ucciso, per morir poi ucciso da un Cos" Devo. la fantasia pi" mite dei poeti posteriori voleva correggere l'errore crudele del Fato, proprio del racconto antico e originale. pi" ricorda solo romanzo, Il quale, " pur intanto,
un 28
"

che Gastone

Pizzi,Storia

della

poesia persiana, voL

II.

434

CAPITOLO

NONO

Notisi intanto che che " famiglia

la sua e questi racconti risguardano Rustem del che essi eroi formano e ciclo un quelladegli Segest"n, forse di il antico ad arte a nella tutti, incorporato epico parte, pi" poi Se frammento di il tela teotisco che reca il poi dell'epopea. poema gran
tntti

combattimento

fra Hildebrand sia delia fme

Hadubrand,

trovasi

in

un

manoscritto del principio questo luogo


e

che, ove
nono,
comune

non non

del secolo ottavo, " tuttavia del

ci"

dai racconti d'Oriente. Perch" del decimo abbiam secolo


e e

esclude punto la derivazione,quando sia,di anche se i poemi di Kirdusi dell' undecimo,


come

dei

ciclicison altrove

sappiasiche

come questi,

mostrato

diremo

nella conclusione

di questo

i qualitutti perduti, alla loro volta sono del sesto e del settimo secolo,alcuni forse del quinto, al poema teotisco e ad ogni altro poema anteriori sempre e in ogni modo Se occidentale. in fine ci si che il 0 romanzo poi osserva, e giustamente, di Hildebrand e Hadubrand racconto appartienead un ciclo epico le cui fino al tempo di Teodorico, noi possiam sempre rispondere, vanno origini forse non che grandissima meno giustamente, partedei racconti pehlevici appartieneai cicli epiciche pi" si trovano ricordati nell'Avesta a cui della famigliaeroica di Rustem. Ma come erano pur note le avventure si all'Era tratto l'Avesta d'un ai anteriori cosi noi va con tempi volgare, crediamo di trovarci ornai a tal punto da non poter pi" dubitare da qual

discendono capitolo,

da vecchi romanzi

ora pehlevici

parte sia la precedenza.

poi la fantasia dei romanzieri nostri e d'Oriente ha potuto i diversi modi lavorare a tutta sua di voglia," slato nel rappi-esentare che coi uomini hanno avuto commercio, per cos" dire, geni e coi demoni, gli coi maghi, con le fate e con e con gli stregoni, ogni essere dotato di 11 poema dell'Ariosto e quellodel Boiardo, qualchepotenza soprannaturale. volendo pur ricordar questisoli,sono come pieni, ogni altro racconto incantati che i diavoli comdi storie di castellie di palazzi piacenti romanzesco, hanno costretti dagli scongiuri di qualche mago fabbricato, anche Armida, nella Gerusalemme, sapeva fabbi'icarsene uno potente; e Ora ecco che anche questo " un luogo comune solo dell'epopea non eguale. anche di tanti e tanti altri racconti che son venuti dall'Oriente. ma persiana, Firdusi attesti che il re Gemsh"d, quello Intanto, ricordiam soltanto come
Dove che comandava alle Peri sontuosi e palazzi Anche soprannaturale. ai Devi, dai Devi appunto si faceva costruire al lavoro con un certo suo potere terme, costringendoli
e

31.

compiacere al re K"vus, i Devi, sempre sul monte secondo Alburzquel palazzomeraviglioso, ad oro e a pietre in cui la notte e il giornoerano preziose, sempre uguali, essendovi sappiamo, volle primavera eterna. Questo re K"vns, come di un su anche volar per il cielo, aiutato e sollecitato dai Devi maligni, in selva da cadde trono sostenuto e una pesto aquile,ma vergognoso con quell'altro presso la citt" di Amol nel Taberist"n. Questo i)articolai'e,
per fabbricavano Firdusi, del fabbricar l'accosta palazzi meravigliosi, al
re

Rladud

delle tradizioni

LK

SOMIGLIAN/K

LE

RELAZIONI

TRA

LA

POESL\

1"ERSL\NA,

ECC.

435

bretoni
terme

che, secondo Goffredo di Monraouth, non solo fabbric" palazzi, fu anche mago io negromanzia e ma e maestro pubblichee citt",

donde per arte d'incanto vol" per il cielo, un tempio nella citt" di Trinovanto. Ma
racconto

poi sfracellandosi su di forse qui abbiamo antico un

cadde

mitico, quellostesso di Wieland il fabbro e di Dedalo e d'Icaro. la dell'antica come e formale demonologia " parte integrante d ell'A che " dualismo luce tra un e religione vesta, tenebre,tra appunto geni buoni e demoni, Ira Ahura Mazd" e Aura Mainyu, cio" Ahrimane, cosi " stato riconosciuto esser pure di origineiranica o persiana molta tutti come parte della demonologia giudaica del Talnnid, ricchissimo, di antiche leggende e tradizioni, molte delle quali vi son venute sanno, Ebrei dalla Persia. Per il Talmud e per mano degli poteronoesse passare nelle ai'ti, dei demoni in Occidente. Con questo, la perizia, o Devi persiani dell'Avesta e del Libro dei Re intendesi agevolmente con ci" che "
Del resto,
stato

da altri, doversi scorgere nei Devi un'antica forse turanica,maestra nelle arti, che gl'Irani varono troindigena, popolazione
mostrato
e

dal Justi

ci riferiamo luogo e sottomisero. Ma, per questopunto particolare, abbiam nel capitolo detto intorno all'origine a quinto E anche i demoni dei romanzi nostri sono veramente dell'epopea persiana, artetlcimeravigliosi, il perch"e il come si trova ma non se ne vede e non nelle nostre dottrine e nelle nostre idee. Tra glialtri, del il nome intanto, diavolo Asmodeo che " ricordato nel libro di Tobia, e ha tanta parte nel del Le Sage, " persiano,e nella lingua dell'Avesta suona noto romanzo appunto A"shma da"va,cio" il Devo o demone dell'ira. 32. Nei palazzi in quello che Siy"vish, secondo Firdusi, poi, come elev" nel Turan, e come in quellodi Kh"vernaq che, secondo Niz"mi, il di Persia, si il giovane Behr"m principedi ll"ra eresse per accogliervi di donne vedevano molte storie di re e di principi e leggiadre dipinte sulle pareti; ci" che pur si legge in tanti e tanti romanzi e racconti nostri d'dccidente. E qualche volta,massime in parte nascosta sono se le pitture del palazzo o del castello, esse risguardanoe toccano la storia futura di che per caso vi quello 0 principeo cavaliere o avventuroso garzone penetrae ammira. Cos",secondo Niz"mi, le ligureche vide il giovane Behr"m in una misteriosa stanza del palazzo di Kh"vernaq, si riferivano sul ci" che amori agli tola s'intionde il poema suoi futuri per sette fanciulle bellissime, trovasi pure, appunto il Libro delle Sette Belt". Cotesto particolare

tante volte,nei romanzi nostri;e sempre o quasi sempre parlasi ripetuto terranea, di un o in una luogo misterioso,o nell'interno di un castello, grotta sotsi vedono, quale fittaselva,laddove tutte quelle cose 0 in una

appunto " la grotta di Merlino in cui discese Bradamante per vedervi la storia futura di casa vi capitasempre a caso. Cos", d'Este;e chi vi capita,
nel
esso
romanzo

di Behr"m

penetr" un guidatoda una profonda,

Behr"m

Ci"b"neh,inserito da Firdusi nel Libro dei Re, giorno,a caso e inconsciamente, in una selva fiera favolosa,laddove poi in un misterioso

43('"

CAPITOLO

NONO

trov" palazzo,

una

donna

(similealla donna

che Bradamante

trov" nella

la sua gloriavicina di re. Finita la grottadi Merlino)che glipredisse stordito e stupefatto fiera lo ricondusse quellastessa presso i predizione, suoi soldati che ansiosi

l'aspettavano.
e

33. Ma, nel


e parti; quelle

deserto

nelle selve, i

maghi

le

e streghe vanno

i demoni

aglieroi che incauti apprestanoanche altre meraviglie


ilconte
una

errando per
un

Orlando, secondo
tavola
ancora,

il Boiardo, errando

per bosco

incantato, trova
vivande

che fumavano

fonte, con certe apparecchiata presso una perch"egh ebbe gran vogliadi mangiare :
prese Con ricche coppe d'or in ognibanda, d'ottima vivanda. Eran coperte N" quanto intorno si pnole niiiare, Di sotto,al piano, e di sopra nel munte, Non vi " persona che possa guardare ricchezza ch'" inturno allal'unte: (Juella il conte.
una e

Cosi fra s"

ilcamniin parlando,

(liti tramontana, per la costa verso al campo gi" discese, E vide, come l'na valle fiorita e tutta piana, Ove tavole bianche
Tutte
eran a

distese,
la fontana,

apparateintorno

E le vivande si vedean fumare. Gran di mangiareaveva voglia

Ma

strana quella

imbandigioneera
una

opera
aveva

di

Boiardo

chiama

fauna, quale

volto

strega maligna che il busto di donna, e di

biscia schifosa il resto del corpo, e che, uscita da certo suo nascondiglio, il conte uccise. Ora Firdusi, nella guerra per la conquistadel M"zender"n, terra abitata dai Devi, racconta di Rustem la stessa avventura :

viaggio in corsa compia;ma quando egli Sospinto


11 lungo suo

all'orizzonte Gi" discese dall'alto

degnodi Ini,che l" una fonte vivid'occhio Ei vide luccicar qual D'nn augello e v'era accanto selvaggio,
E. ben
Un nappo d'or colmo di vino; carni ivi eran D'arrostito capretto poste
E bianco pane
e

sole, Questo fulgido acque scorrenti


a Egli un

tratto

scoverse

dilettosi

Alberi antichied erbe. Era


A

quelloco

sale rilucente
intorno.

conveniente giovaneguerrier

Dentro

un

dolce sapa con vasel,

Ma

vecchia strega che Rustem di Dio, intanto che le apparvero confuse pronunciandoil nome per le di un e poi uccise con vesti molti segni cabalistici, colpo spada.Ora, non

quellamensa

era

stata imbandita

da

una

dall'altro? Ma, se la troppo jirecisa poeta abbia coi)iato attribuire alle circostanze in vuoisi piuttosto somiglianzanei particolari

parrebbeche

un

tulio stato

del racconto, eguali


uno

dei tanti

che il racconto in s" pu" negarsi romanzi occidentali luoghicomuni di questi


non

dev'essere
e

orientali

di cui forse, cercando,si potranno ritrovare altri esempi. N" pu" essere almeno del persiano, perch" invenzione dell'uno o dell'altrodei due poeti, tutti sanno

(e noi l'abbiam
gran

mostrato

nel

della poesiaepica) con capitolo


sue

le fonti fedelt" egli seguisse quanta scrupolosa che avrebbe avuto del particolare
suo

giungendo tino

dire solo

dolore

se

per

lui fosse andato

perdutoun

racconto:

Lungo
Ma
nessun

il racconto,

Se

un

solo

ne

di doglia ostello avess'iu,

detto

ne

cadea. Perduto

Saria

veramente. quest'alma

LK

SOMIC.LIANZK

LK

RELAZIONI

TRA

LA

POESIA

PERSIANA,

ECC.

"37

molto dai traeva uomo dottissimo, E, d'altra parte, anche l'italiano, romanzi. Dice poi il Rajiia esser luogo comune dell'epopea germanica e il talvolta cavaliere un della francese quest'altro particolare, quale per in luogo deserto e selvaggio " destato d'un subito dal suo addormentato Cotesto accadeva fedel destriero quando si avvicini qualchegrande pericolo. a Rinaldo, destato da Baiardo quando Ricciardetto era strascinato alle forche; cotesto accadeva ad Uggeri,destato da Broiefort quand'egli di Vegliantino, dato stava per cader nelle mani di Carlo;e forse il nome fatto dimenticato. al cavallo di Orlando, accenna ora a qualche simile, VVolfdietrich che fu destato del germanica prode Leggesipure nell'epopea dal suo cavallo, quand'egli gi" stava per essere divorato da un drago; e Rustem anche in Firdusi come pi" volte fosse destato dal suo leggesi orribile drago,nei campi deserti del fedele Rakhsh, quando appunto un

M"zender"n, si avvicinava

per divorarlo:

Corse veloce Il nobile destrier l" 've giacca


Il
suo con picchi" signor,

Zampa ilsuol risonante e come da le nari Alto frem", spirando


tJn alitodi fuoco.

tuono

la t'errata

34. Anche

memoria,
orientali
e

in

storditi e prividi certi ratti di cavalieri per rinchiuderli, nei romanzi certi castelli inaccessibili, trovansi comuni

ricorderem di brevit", ne qui un neglioccidentali. Per amor ciclico persianoil Libro solo esempio orientale che " quellodel poema P"lsera chiudeva il giovaneguerriero di Berz", nel quale si legge come in
un

castello fortissimo vezzi


e

eroi gli
con

dell'Iran che la bella S"sen


certa
sua

aveva

sedotti

co' suoi

inebbriati dall'Ariosto

bevanda

magica.

Per

parte

nostra, sappiamo
nel bere le
con sua suo

come

il mago

Atlante rinchiudeva

molti eroi

dava da altissimo castello, e dal Boiardo, che la maga Dragontina certa sua bevanda magica ai cavalieri e lirinchiudeva storditi entro d'un castello. E ha nulla da fare forse questo particolare non di Circe e della laddove Omero dice dell'Odissea,
e

mura

l'altrodel racconto bevanda


con

la

quale costei convertiva in animali


isola. Ma
se

rinchiudeva
un

nelle tentoso por-

stalle i

visitatoridella sua malcapitati anello che rendeva

Angehca aveva
in

bocca, simili ed e per ora non vogliam egualianelli s'iucontran pure nei romanzi orientali, ricordare che quello del romanzo del persianoFatt"hi. Con allegorico in Nazar invisibile nella citt" di Did"r per esso bocca, pot" entrar d'una belt" famosa. L'avere gelosamentecustodito, penetrare nel giardino, e bevande e maghi e demoni e spiriti poi a' proprii malignie filtri servigi ed " pur " cosa comune a tutte queste leggende e tradizioni; portentose,
invisibile chi lo teneva
cosa

il trovarvi frequente ai demoni


o

detto

come con

alcuno, per suoi fini particolari,

siasi dato

al diavolo

patto solenne
sa con e

Anche segreto. l'abbia minimo

alcuna volta chi ha

segnato quel pattonon


lo il giovane

chi veramente
in

segnato, intanto che l'altro fedelmente


desiderio lo soddisfa. Anche

serve

ogni

suo

Dah"k,

come

racconta

Firdusi,

438

CAPITOLO

.\ON(i

fece patto col


con

genio dei male,


costui

con

Ahrimanc,

tenne

Ahiiniane
cosa carni,
a

mente lungainaudita al

s", mentre

insegnavaa g"'
il trono.

cibarsi di

fino

quei

tempi, intanto clie gi" prima l'aveva indotto


per occuparne

dar morte

vecchio

padresuo

bens" un gran savio di diabolico, gi"uno spirito nascita popolare, a qualche s'accompagna gran personaggioe vi sta come acuto ma a semplicee ingenuo, rappresentare il buon senso del popolo, a ll'alto di chi decantato siede in e tedra cato e profondo, dirimpetto sapere

35. Altra volta, non

piacevolissimo, se ne l'ingegnoacuto del Cervantes molto acconciamente giov" per alle Don Chisciotte alte nobili idee di il buon e senso contrapporre troppo contadinesco di Sancho Pausa. Ora i dotti, Gastone Paris, e tra essi anche
0

in trono. 11 contrasto

che

nasce

da

" vivissimo ci",

hanno

riconosciuto il gran
re

essere

di
e

orientale origine
a

il libro

che popolare

duce intro-

Salomone

Marcolfo

e del quale sono disputare insieme,

restate molte
resta

nelle letterature nostre del Medio ricomposizioni

Evo. Anche

compi'eso in questa classe di libri di re Alboino e di Bertoldo, laddove Italia,


e

quello,gi" tanto popolarein nato sulle montagne Bertoldo,

venuto

in corte

con cortigiani,

al potente re, non anche tutti pure confonde il re, ma le sue risposte argute. Questo carattere dell'uom popolare, antico in

e chi ha letto quella Oriente, che tocca il regno di Ghosroe il grande, parte del Libro dei Re, di Firdusi, si ricorder" anche che Buzurc'mihr, nato di bassa stirpe ancor giovinetto, in un povero e lontano villaggio, in corte per interpretare certo venuto il re stesso e i savi tutti della coi'te sogno misterioso al re, fece stupii'e il lettore al le sue risposte Per questo punto, rimandiamo con assennate. che precede intorno alla poesiamorale o gnomica.Soltanto, nelle capitolo di Buzurc'mihr, trovasi quel frizzo maligno e talvolta plebeo non risposte e triviale che rende amare di Marcolfo e di Bertoldo, e pungentile risposte forse non perch" cotesto, per l'indole orientale e per un i)oema epico, sarebbe stato possibile. Ma le condizioni della disputadel re e del savio del popolo sono le medesime; ond'" che, per ora, ci appaghiamo pur sempre di avere alla sostanza notato quest'altra e alla somiglianza, quanto la forma del dialogoe il invenzione,riserbandoci di mostrar poi come

saggio, arguto e ingegnoso,"

modo

ond'" condotto, sono

perfettamente eguali.
e

36.

Sappiamo

da

Firdusi

oiientali che il da altri scr"ttoi-i

giuoco

scacchi fu portato dall'India in Persia nel sesto secolo, al tempo di degli Ghosroe,donde poi pass" in Occidente. Firdusi,anzi, racconta che, rapdi due re che coi loro esercitisi picseiitando quel giuoco la battaglia per divertii'c e consolar la madre di (lue fratelli mortale a che, contendendo per il regno paterno,vennero curioso Allora,uno di essi fu ucciso dall'altro. Onesto racconto baliaglia.
coiilraslano

il regno,

esso

fu inventato

sembra

in Occidente (cosanon pagnare difl"cile, nn'grato perch"pot"accomil giuoco slesso),trovandosi che nella cronaca di Goffredo di MoiiiiKHilh si i'icorda la regina Guendolena, la quale ebbe due nipoti,
esser

440

(..M'ITOLO

NONO

di due

illustri dai quali nasce personaggi


e

straordinario
vero

poi qualche giovane di valore di tal bellezza che presto diventa famoso. " questo l'eroe
del

quale altres" si descrive l'educazione e si narrano le prime prove che gi" superano quelle degli uomini provetti, passando storia fra le armi amori. Tutto alla sua e d'ogniimpresa gli susseguente poi di Z"l e di cotesto si legge appunto, nei poemi e nei romanzi persiani, che furono Pi"d"beh dai qualipoi nacque Rustem; di Rustem e di Tehmina Sohr"b infelice tale " il i genitori del prode e disegno del appunto ; e di Niz"mi; del romanzo ciclicoche tocca l'avventura Le sette Reit", romanzo dai quali poi nacque fanciulla della terra di Shing"n, di Sohr"b con una di Ass"r nel quale Ass"r racconta la Berzi";dell'altro romanzo persiano dei reali di Persia,dalle nozze dei quali il storia di Mihr, bellissimo figlio " il disegno del nostro poema incomincia. E tale ancora greco, poema Siria emiro di la bella di il le di Musur secondo con nozze figlia quale frutto delle Ducas furono acerbamente contrastate a principio, Andronico il giovane eroe del romanzo. fu appunto Digenis, quali
del romanzo,

39. L'educazione

di

Digenisfu

tutta nell'ini parare

trattar

lancia

spada,a

cacciar leoni,a lottare in campo chiuso,a leggeree a scrivere, d i eroi persiani, Rustem, di Sohr"b, di Siy"vish appunto come si leggedegli in Firdusi,di Rehr"m in Niz"mi, di Mihr in Ass"r, di Sel"m"n
casa

in Gi"mi.

Ma

ilgiovane eroe, uscito dalla

leggiadrada lui non volontaria intanto che la nutrice entra mezzana sentirne parlarsoltanto, " dei giovinetti amori. Come ci" luogocomune d'ogniromanzo e compiacente nel tale si anche trova perch"Digenis s'innamora persiano, poema.greco, d'un Ducas essa della bella Eudocia, figlia pure, ed Eudocia resta presa di
fanciulla lui udendone
ma

di qualche paterna,presto s'invaghisce anche vista,e questa s'accende di lui al

ridir le Iodi. N"


ne

amanti gli
e

si sono

anche

visti l'un l'altro;

al riportai dolci messaggi.N" manca secondo cui Digenisfa la sua prima prova di greco l'altro luogo comune, fanno nelle terribile fiera.Cotesto selve una valore uccidendo appunto, la uccisori di le armi, Sohr"b, Rehr"m e Mihi-, con prima volta che escono Rustem secondo i romanzi persiani pi" gagliardo qualchegran fiera, ; ma furioso elefante bianco,ed egliallora era un uccideva, secondo Firdusi, fanciullo e quello il suo primo atto di valore. Ora, questo partiera colare ancor che " molto antico, perch"anche nella Ciropedia, deve pur essere Giro giovinetto, finita l'educazione sua presso romanzo d'origine persiana, di Astiage, fuori a caccia per la prima volta abbatte con menato grave suo fei"oce.Che se alcuno osservasse e un una cinghiale pericolo gran cerva tolto da Senofonte questa parte, che il poeta greco di Digenis aver potrebbe la nutrice, intanto,

porta

si dovrebbe

donde mai, se non pur domandare che tolto le altre paitipropriamente jiersiane,

da
ora

fonti

avr" persiane, Come

ricorderemo.
fonte anche
esso

queste, non

pu" forse egliavere

attinta alla medesima di

l'altra quel-

parte?Intanto,se

Firdusi racconta

che Siy"vish

alla caccia

egualiuna spartivad'un sol colpo in due parti

belva,e

se

cotesto

appunto

LK

SOMKiLlANZK

LK

HKLAZIOM

TUA

LA

l'dKSIA

PKliSIANA.

V.C.C.

441

che anche il prode ecco saper fare tutti i giovani eroi persiani, del padre suo, divideva d'un sol alla caccia, con grande meraviglia Digenis, dovevano che correva furiosa per i boschi. cerva una selvaggia eguali colpoin due parli dilettoso giardino, in un Un giornopoi di primavera egli era presso una

fonte,con

la

sua

intento Pjidocia,

sollazzarsi bevendo

vino

suonando

la

eroi cetra (anchegli

quando
suonare

usc" fuori

un

Rusteni, Behr"m, Mihr, suonano e cantano), persiani, formidabile leone che fece fuggire ciulla. spaventata la fancolpo di clava
cantando. Ora
e

Ma

il prode garzone uccide il leone d'un intanto che la fanciulla raccompagna

torna
ecco

che

del suo romanzo Khusrev e Sh"r"na, il a principio racconta come Niz"nii, come giovaneKhusrev, appunto in un bel giornodi primaveradi cui egli, il secondo fa bella il greco, consueto uscisse alla una costume, descrizione, fonte egli s'incontra con caccia. In luogo delizioso e presso una la bella tra canti e suoni di liuto, Shir"na,conla quale, appresta un banchetto gioioso. dalla landa deserta e Shirina fugge spavenimprovviso tata, abbatte d'una freccia la furiosa belva. Ilbellissimo intanto che ilgiovane breve e secco nel greco, ampiamente descritto nel persiano, " episodio, lo stesso,come assolutamente dopo ognun pu" vedere. Quando poi alfine, " giuntoad un'alta dignit" ha molte avventure, Digenis accumulato molte e " da malattia ecco una ricchezze, ignota. ch'eglipreso Egliscaccia i medici che non e muore, sanno seguitopoco stante dalla sua Eudocia guarirlo, " pur sempre che non a tanto dolore. Il qual particolare pu" sopravvivere dei romanzi persiani, trovandosi nel poema altro luogocomune di Ass"r un felice mille d'una malattia che Mihr, giunto a stato sventure, muore dopo Ma
un

leone

esce

che i medici

non

conoscono,

intanto che la Mz"mi

sua

nel sepolcro. Anche stante, addolorata,

fedele iX"h"d lo segue poco racconta di Meg'n"n e di Levia

muoiono l'un dietro l'altro che, fatti sposidopo mille prove e patimenti, ad esser felici; anche di malattia improvvisaquando appunto eran giunti Kirm"ni dice del giovane Navr"z, quand'ebbe sposata la bella Gul, ritornato
nel regno paterno,che mori per una dopo mille travagli congiura da' suoi anche l'altro RAmin romanzo nemici; e e Visa, orditagli persiano, due che per l'intenso amore sofferto mille travagli, dice che questi avevano fattifinalmente sposie venuti al regno, morirono quando appunto pareva

dovessero

esser

beati

contenti.
non

40. Tutti questi certamente puntidi somiglianza,


il romanzo in istretta parentela
or ora se

casuali, pongono
siani per-

greco

di

Digeniscon

tutti i romanzi

ricordati; mostrano,
dei alcuni persiani

anzi,che
sono

quelloha in

questiglioriginali

suoi. Che

i racconti contemporanei al greco, come ci" non citatidi Firdusi,e altri gli esclude punto e sono posteriori, la loro priorit". Perch" " pur cosa in nessuna maniera nota a tutti che i

romanzi

vecchi racconti persiani, quasi sempre, rifanno e ricomjjongoiio Sassanidi i qualipoi appartengono tutti al tempo dei quando pehlevici, cominciando appunto la Persia,
e

dal settimo secolo, lavorava Del resto, " epica.


stato

i suoi romanzi

riordinava la

sua

tradizione

lungamente licono-

44Z

CAI'ITOI.O

NONO

" stala pur sempre dai tempo della Giiopedia, scinto che la Persia,forse liii Anche si noti che gran parie della la patria d'ogniracconto da romanzo. azione del nostro
e

trionale greco si svolge in Oriente,nella Siria settenche " nemici contro cui combattono sull'Eufrate, Digenise i suoi,
romanzo

sono

malandrini, che lo stesso padre di come rappresentati emiro di Siria, sebbene Mans"r Musui- (cio" era un o Al-Mans"r), Digenis, d'antica famiglia e che tutto il costume e tutta la vita clie esso cristiana, Anche orientali e non romanzo s'aggiunga(e apra descrive,sono greci. soltanto qualcuno per un poco qualche romanzo persiano per persuadersi di ci") che l'artedel poeta greco molto si risente de' suoi modelli, nel Perch" il greco, appunto come nell'andamento, nella spartizione. disegno, Libro dei Re, divide in tanti capistesso lo toletti, persianoe come ogniromanzo ilracconto, indicandovi sopra in prosa ci" che anche brevissimi,
i Mussulmani sotto si dir"
e e

v'" anche si far". In fine, chi


ve ])ii" ne

traccia qualche anche

manifesta di arabo

di

e persiano,

cercasse,

pi" ne

troverebbe,massime

nella

intanto che noi vogliam notarne lingua,

che il poeta greco chiama Rhuch" " collocata, che appunto in arabo del racconto siriaco ;
e

due soltanto. Trovasi pertanto la citt" di Edessa, laddove tanta parte dicesi Ruh"
e

Urhoy in

con Digenis,nel giorno delle sue nozze altri doni di natura orientale, Eudocia, riceveva dallo suocero suo, tra gli anche la celebre spada di Chosroe il grande,re di Persia,di quel re tanto celebrato nei romanzi e arabi. persiani certo racconto 41. Anche altre somiglianze come potremmo ricordare,

trovasi

ancora

che

romanzesco

d'una

fanciulla

da

che ha molti Digenis,

nelle selve e abbandonata, trovata piangente come esempi in tanti romanzi orientali e nostri;

il romanzo

tali, tanti altri e persiani e occidencome greco abbia pur l'esempio, della donna fiera e lottatricenella animosa Massimo, una viragodi tal che si d"
a

nome

Che Digenisquando costui l'ha vinta in battaglia. credono che sia Digenis
se

se,

ragioneforse,i traduttori del poema storico,disceso dalla famiglia polente dei Ducas, e

personaggio
avanti

tanto

vanno

da trovarlo pur ricordato da Firdusi nella parte storica del Libro dei Re del dei quattro nomi cio" Porfirio che " uno di Fnrf"ry"s, sotto il nome che ci" pu" esser tutto vero, intanto che l'ignoto poeta sappiasi (qui non c'" dubbio)alla storia di lu" tanti racconti d'origine greco applic" attaccar storici si sogliono avviene che sovente a personaggi come persiana, ben lontana. Perch" appunto eglivoleva fogracconti fantastici di origine giare
nostro eroe,
un

eroe, lo

al foggi"

modo

ricordati in ron"anzi di tanti altri,

assai

trov" gi" fatto prima tutto cotesto, tanto pi" che Digenis 0 forse egli noti; eroe era popolare,gi" celebrato in alti'il'accontie in canzoni popolari dell'Asia Minore, essendo anche molto pi" antico del tempo in cui il poeta
nostro

scriveva. Ecco

42.

adunque

una

vecchia

chiara

testimonianza insperata

che

ci dice che i romanzi che


non

verso viaggiavano persiani

Occidente, perch"crediamo
a Costanpassato

si possa

punto dubitare che

il poema

sia di Digenis

I.K

SUMIC.LIANZK

I.K

f'.KI.A/lOM

TUA

LA

l'OESIA

l'KKSIANA.

KCC.

" 13

e di tinopoli

l" sia venuto


con

pi" in

qua; ci" che

non

sembra, in
se

tante

spondenze corri-

dei nostri Occorrerebbe traccia che


non

n" difficile n" quella grande metropoli,


cercare

impossibile.

di ci" v'" pur qualche adunque la curiosit" ha gi" allettato qualcuno,ed ecco incerta. Intanto,

nei romanzi

nostri

i due traduttori del poema, confrontandone primi ci si sono provati alcuni passi di Guglielmo certe vecchie canzoni francesi che toccano con " anche dal corto naso. Ma altri da noi andato pi" innanzi,perch"il Barrili, in
un suo

libro di molta

dice di poter forse vedere erudizione,

in

di Orlando. Mentre alcun suo confronto non regge, il tipo originale Digenis come grande di Orlando e di Digenis, quellodella piet" perch" non gi" il padre suo era un neoflto ardente che catechizzava tutti, ma egli Digenis, forse non ha torto in qualche altro confronto pi" sicuro. Noi intanto,che abbiam
cercato

di trovarla

del parentela

romanzo

pur sempre immaginato la tradizione la morie da Gano

l'eroe francese secondo

guendo distingreco coi persiani, la storia da quello, quale l'ha

tentati di fare un confronto tra saremmo epica, in luogodeserto di Orlando, il primo eroe della Francia,tradito che gliera patrigno, con quelladi Rustem, il primo eroe della
una

Persia,che in
E

selva remota anche

muore

tradito da

Shegh"d che gliera

tello. fra-

potremmo

aggiungereche, prima del tradimento

tramato

si presentava a Rustem con re per fintamente perdono,appunto come il re Marsilio che aveva suo con Gano, diceva di volersi presentare tutto umiliato Orlando sommissione. f"ngendo

Shegh"d, il

del Kabul

domandargli
tramato
a

il ad

Carlo

Anzi, se fossimo vaghid'andar anche pi" diremmo molto fra loro la preghiera di Rustem e quella oltre, somigliarsi di Orlando che,prima di morire, domandan Dio dei loro pecperdono a cati. E vorremmo anche dire che, se " luogo comune dei romanzi persiani ilnarrar le nozze dell'eroe del romanzo, contrastate e le sventure dei genitori tutto ci" trovasi anche nei poi le sue imprese straordinarie da fanciullo, romanzi della nascita e della fanciullezza di Orlando. Perch" si leggono e nei Reali di Francia e altrove le peripezie dei genitori di lui, Milone e Berta,
scacciati da Carlo dove

Magno, eri-antifino

Sutri

l" ricoverati in

poi

nasce

il prodigioso fanciullo. E i

di Rustem genitori

grotta, quanto non


una

in tenera et", furon narrate patire?Anche di Orlando, ancora bambini l'anno e come imprese meravigliose, appunto dei loro eroi ancor il nostro poeta greco e tutti i poetij)ersiani. Ma noi, nel lasciare alle legare ricerche altrui questo punto scabroso, ci appaghiamo di aver potuto colda il poema greco che essi romanzi quellesomiglianzeappunto, d'Occidente. fortemente abbastanza coi romanzi

ebbero

persiani per
coi nostri

hanno |)ersiani

molti e molli altri, di somiglianza questiinnegabili j)unti anche d'importanza minoi'e,si potrebberoaggiungere ; ma, se ci" si facesse, studiosi noi ci dovremmo basta l'aver mostrato e a agli dilungare, troppo nel quale potranno pur questo campo, troppo trascurato ai nostri giorni, frutti copiosi. Del resto, chi sa quante altre somiglianze, e forse cogliere tutti

43. A

444
avremmo pi" vicine,

CAl'ITOLO

NONO

potuto
e

mostrare

se

avessimo

avuto

conoscenza

dei romanzi fare tah


a non

del

poemi

nostri d'Occidente.

Ma

cotesto

giore maglascieremo oriengli

cliine

sa

pi"di noi,intanto che confessiamo

che anche

tra

i pi" noti. K chi sa e potuto ricordare che i principali forse In qualche ignoto villaggio altri ve ne sono di quanti ancora, sepolti Oriente o in qualche angolo polvei'oso delle nostre biblioteche! Or bene, ci" che non si pu" fare ora, faranno poi i giovani,quando finalmente si

abjjiam

saranno
e

distoltidal recente in che

assordante cicaleccio, onde cambiati

si va

ora

cercando
o

studiando
sono o

Manzoni
sternutato

giorno e in che momento usciti a passeggio, o si hanno

il Leopardi o ilFoscolo

il

hanno o gliabiti, da far certa

tossito!
ancora

44. Intanto, per finirquesta parte,ci resta


nostra

zione osserva-

che

non

ci sembra

La inopportuna.

quale " che, nel Libro dei

distinte; una, ed " la pi"antica, d'amore incastrato qua e l"; l'altra, " epica con assai qualcheromanzo pi" recente e formata nel Medio Evo al tempo dei Sassanidi. " romanzesca. la prima alle vecchie tradizioni epiche della gente iranica ed apparRisponde tiene in origine trovandosi alcuni suoi concetti formali a tempi remotissimi, anche nell'Avesta, anche nei Vedi e nei poemi epici Omero in indiani, s candinava tedesca. Ma la seconda e nei vecchi miti italici, e nell'epopea rispondeai romanzi nostri occidentali del Medio Evo, e chi avr" lettequeste si sar" anche avveduto che soltanto in questa seconda parte nostre pagine, del gran poema, come altriromanzi persiani, abbiam cercato e trovato negli Cotesto coi nostri. " prova evidente tutte le somiglianze quasi punto, come il Libro dei Re, cosi, dell'et"diversa delle partiche compongono a nostro vedere, " anche indizio assai chiaro che appunto nel Medio Evo, quando il dovettero accadere quegliscambi e lavoro romanzesco era vivo e ferveva, si accennava. ai qualifin da principio quei prestiti
Re,
sono

comprese

due

essenzialmente parti

3.

Le

somiglianze
a

nelle

dottrine

mistiche

panteistiche.

somiglianzee confronti nei racconti piacevoli di avventure; vediamo ora se ne possiam trovare in nel quale,non che in quellodella fantasia, altro campo, molto e meno molto ha lavorato la mente dei nostri e degliOrientali per tutto il Medio Evo, cio" nel campo della speculazione. Quando, anche per poco soltanto,
cercato

45. Fino

questo punto abbiam

si aprano bronio

si trova i libri dei nostri,

che essi molte

volte,accanto
e

ai filosofi
e

Aristotele sopra tutti, ricordano Averro" dell'antichit",


e

il R"zi

Avice-

del quale qualche altro filosofoo scrittore orientale, mostrano darne non imperfetta. Yeggasi, pur d'avere alcuna conoscenza per ricordi Vincenzo un che faceva tesoro llellovacense, esempio solo,l'opera della sapienzaorientale come di cosa preziosa Ma le dottrine e di valor grande. di quei filosofi orientali discendono tutte, o almeno in grandissima dalle aristoteliche e dalle platoniche, si veramente non parte, geiuiine, quali
e

Avicenna

LE

SOMIGLIANZE

LE

HELAZIOM

THA

LA

l'OESL\

PERSLVN'A,

ECC.

445

erano

nelle scuole professate

d'Alessandria

donde d'Egitto,

erano

penetrate

ma forse, pi", penetrarono per vie diverse, per la via dei studiosissimi di cose grechee traduttori assai per tempo, fin dai primi Siri,

in Oriente. Vi

di opere filosofiche. Ai qualipoi tennero volgare, dietro, i Persiani del tempo dei Sassanidi, di quasi come quand'essi, discepoli, fronte alle gi" fiorenti scuole siriache di Nisibi e di Edessa, ne apersero furono celebri, altre che non meno di Gundi-sh"p"r, come e quando, quella i cominciarono le a a quel tempo, giovanipersiani frequentare sempre secoli dell'Era scuole di Siria per studiarvi medicina, filosof"ae giurisprudenza, intanto che alcuno dei loro dotti adoper" anche la lingua siriaca nelle opere sue. vissuto prima del quinto Cotesto fece appunto Afraate filosofo persiano,

secolo,e
al

cotesto

fece Paolo di Dair i Sh"r, un

altro del

vissuto intorno persiano, Chosroe. Prevalse


tavia, tut-

570,

autore
caso

d'un libro di

logica per conto

re

nel

il pehlevico. generale, il Maomettanesimo in Persia,la

lingua araba divent" d'un tratto,per durar tale per pi" secoli, la linguadotta da Bukhara a dalla Granata,da Merv al Cairo;e allora tutta la vecchia sapienzapersiana rivers" scritti difficile c io" la in cui era scritta, si negli lingua pehievica, dei Mussulmani dal nono essi Persiani o Siri, al tredicesimo secolo (fossero Arabi o Egiziani che scrivevano in arabo Andalusi o Siciliani) o Marocchini, Per intender bene questo punto, per tutto il vasto impero mussulmano.
46. Penetrato
ricordisi il lettore di ci" che abbiam Occidentali Ma gli capitolo. da
erano

detto nel

del primo paragrafo

alcuni dottori ebrei, come,

Mussulmani questi guaste come per esempio,Avicebronio), dal panteismo e dal neoplatonismo, le dottrine aristoteliche e platoniche, tante e esser mani, guaste appunto inquinate passateper per per ricevettero da
accanto
a

presente (e anche

essersi trovate

tante altre dottrine. Onde


a

avvenne

che molti dei

filosofi nostri del Medio furono


come

Evo, quelliche attinsero


mistici
e e per" panteisti,

scrittori mussulmani, dalla Chiesa

quasi sempre
eretici.Intanto

condannati

Avicenna,a Bukhara e in corte dei S"m"nidi, verso la fine del secolo decimo, e Averro" a Cordova, nel dodicesimo, vano componei loro commenti alle opere di Aristotele, essi che ne conoscevano Alessandro di Afrodisia, Ammonio, Porfirio, gl'interpreti migliori,

anche

Temistio. gran

Quello di Averro"

commento.

grande presso
scarsa e

il fu pur ricordato da Dante che lo chiam" Ed era naturale. Perch" l'autorit" di Aristotele era pur che delle essi non avevano ma gliOccidentali, opere sue

confusa conoscenza; orientali, e quando uscirono quei commenti quei commenti furono accolti con entusiasmo e avidit". Gli Orientali erano Occidentali in queste discipline, meraviglia e per" nessuna superiori agli essi ne fm'on presto e per lungo tempo i maestri. Allora fu creduta se mistico, genuina dottrina aristotelicaquellache non era che un panteismo citazioni dalle e certe opere che n'erano s oltanto infiltrate, per giudicarne e dai ricordi frequenti, d" come quella Avicebronio,il Fonte di Vita,devono
avere

esercitato

un

fascino potente sulla mente

di tutti gl'ingegni specu-

44t)

CAI'ITOLO

NONO

lauti del Medio

Evo. Avicebronio, cio" Salomone

Ben Gabirol,come allevato

mente vera-

si chiamava, filosofo e poeta ebreo, nato a Malaga e a scrittori conosciuti del liorito intorno al I0i5, fu uno degli pi" Medio dal

gozza, Sara-

Evo, nel quale,ad onta

di certe

come riserve,

nota

il Munk

citato

Tocco, il panteismo mistico spunta qua e l" e trapelada molte parti. 47. Adunque, il panteismooccidentale e l'orientalehanno le medesime sulmani. anzi quelloin gran parte " derivato da questo,intermediari i Musorigini, Che tutto ci" venisse dagliArabi e dal loro Corano, si nega qui
risolutamente, perch"ilCorano
" Pensa per massima: all'essenza di Dio ", che " detto di profondosignidi Dio e non alla grazia usci dai luoghi dov'era nato, e s'incontr" l"cato.Ma quando il Maomettanesimo

Maometto

avevano

con

le scuole filosofiche di Siria di Omar, spada tagliente

di

di Balkh Persia, la scomunica

del Kho-

rassan,

n" la

n"

del canonista

come Al-Sh"iii,

impedire al fedele di filosofare. Allora questifilosofid'Oriente furon gridatieretici dagli ortodossi del eretici i nostri dagliortodossi della Chiesa,si furon gridati Corano, come
dice il VVhinl"eld, poterono che alle scomuniche d'Occidente fanno
eco

le scomuniche

e alle d'Oriente,

forche

su

cui

per"Hall"g'nel Khorassan,
Praga
e

Huss da

di Arnaldo alle

il rogo di Giovanni sta di contro da Brescia. Gi" nell'ottavo secolo Scoto

di conciliar col tentava pi" ardite speculazioni, d'Oriente e proclamava emanar teismo cristiano le dottrine panteistiche di l'autorit" dalla ragione, la ragione dall'autorit". Gerberto, monaco non Aurillac del decimo secolo,leggeva nella scuola di Beims i poeti antichi,

Erigena,innalzandosi

ma

studiava fisica, matematica

filosofiasu

ed eretico, e forse lo salv" dal rogo Silvestro secondo, alla cattedra di San

libriarabi,e fu creduto mago di l'essere stato assunto, col nome Pietro. lardo, Berengariodi Tours, Abe-

Arnaldo, Guglielmo di Conches che negava doversi intendere la dere Scrittura alla lettera, come negavasi dai filosofid'Oriente doversi intenmondo di Bena, Davide di Dinant e Raialla lettera il Corano, poi Amorico
sofiche. filoLullo,tutti mettevansi arditi per questa via delle speculazioni fu detto il padre di tutte le eresie, Avvenne allora che Aristotele, dall'Universit" proscritto vietava ne Parigiintanto che Gregorio nono bench" trasfigurato, lo studio delle opere. Ma il vecchio filosofo, penetrava da per tutto, si che delle dottrine sue alterate, qualii Mussulmani avevan stessi teologi anche negli trovansi tracce patenti fatto conoscere, ortodossi, di che pure erano Alberto Magno intenti
e a

confutarle, in Lanfranco
(LAquino.

in Sant'Anselmo,

in

in San

Tommaso
non e

48. Certamente
tiam da tanfo. Ma

noi

delle dottrine mistiche


se,

possiamo far qui lunga e minuta esposizione dei nostri del Medio Evo, n" ci senpanteistiche
la scorta
cosa

con

d'alcuni scrittori moderni, conoscitori


in

della materia, diremo


con

alcuna

di quelle dottrine particolare


avrem

frontandole con-

le orientali, speriamo che

toccato
assunto.

abbastanza

questo
il

argomento, molto importante per lettore di ci" che abbiam detto,in

il nostro
un

Hicordisi inlanlo

antecedente,delle dottrine capitoto

"448

"

CAIMTdLO

NONO

dalla luce procede sempre in quanto che, come qualche cosa di lucido, e di caldo,cosi tutte le cose tragdal calore procedesempre qualche cosa gono dalla divinit" l'essere loro. La

qualeimmagine
dai mistici
e

della luce " tutta

dei neoplatonici, adoperata anche propria

orientali panteisti adoperalaanche,tanto fu reputata acconcia, per illustrarla stessa dottrina, ortodossi. Perci" si trova che Dante fa parlarSan Tommaso daglistessi filosofi nei termini seguenti:
Ci" che
Non
non muore non e

ci" che pn" nmrire.

Per

sua

hontate ilsuo

raaoiare aduna,

"

se

idea splendor diquelhi il nostro


si
mea

in nuove ijuasispecchialo,

sussistenze,
una.

Che Che

amando partoi'isce viva luce che quella


suo

Sire.

Eternamente

rimanendosi

Onindi discende all'ultimepotenze,

Dal

lucente,che

imn

si disnna

Da lui, ne dall'Amoi-clie in lors'intrea. Le

("i" d'atto in atto, tanto divenemlo, Che pi" non fa che brevi continiieiize; intendo

E queste contingenze essere


cose

generateche produce
e senza seme

(^on seme

il cielmovendo.

49. Ma bastino, per


dal libro per tilo d'Arianna

Occidentali, questi gli esempi che noi abbiain scelti di Felice Tocco, l'Eresia nel Medio Evo, perch", se noi proseguissimo di perderci in un labirinto da cui nessun questa via,temeremmo

addestrato meglio d" noi nelle potrebbe trarci fuori. Altri, f"losoficlie e teologiche, discipline potr"proseguirquesta ricerca che pur dovrebbe dar fruttibuoni e copiosi, intanto che noi ci apj^aghiamo di aver molli punti di somiglianza tra mistici e panteisti notato orientali e occidentali, miamo non a negarsiintanto che, per possibili questo punto, ci richiadi che tratta della poesiainistica e scettica. Come al capitolo sopra certi fattidiscendere alla vita pratica, concetti astrattifuron che ecco poi in certi modi e regole dei mistici orientali e occidentali v'hanno e discipline grandie forse non fortuite. Perch",nella dottrina mistica pure somiglianze dell'amore alla
e

di Dio, tale che


sua

non

domanda

fede,mirabilmente
e

s'abbandona mente interaprove, ma si accordano fra loro i mistici orientali

San Bonaventura

tutti queglialtri fervidi credenti per i qualiil ragionamento conferiva nulla al e vincimento connon speculativo, apodittico apologetico, La religioso. fede
e

l'amore

dovevano
cercar
come

bastare

tutto. Anzi

l'ardente

suprema Parma nel

potentemente a d'ogni sfoi'zo umano, appunto


amore suo

li traeva

di

perdersiin Dio, meta


e

dicevano

Giovanni

da

e tutti Evangelo eterno e l'autore della Imitazion di Cristo, secondo l'andare Dio Anzi si a fa, persiani. per congiungersi i mistici orientali, i alcuni tre secondo e pi" s ono dottori, per gradi, ((uali nel suo secondo altri, dal persianoAtt"r, poiallegoricamente rappresentati poema, in tante valli,p] per gradisi fa anche secondo i mistici occidentali, i Valentiniani, sostenevano sostenevano e 0 per tre, come o per sei, come i Vittorini e San Bonaventura della mente nella prima parte del suo Viaggio in Dio. Ora " naturale che i gra(li, un qualunque fossero,s"gniticavano della mente nella conoscenza di Dio,e l'ultimo avanzar umana progressivo

quantii mistici

LE

SOMIGLIANZE

LE

DELAZIONI

TRA

LA

POESL\

l'EKSlANA,
e
un

ECC.

449
a uno

orientali era grado,se per i panteisti


stato

un

salire a Dio

elevarsi

divino,

anche

un

annientarsi in

Dio,secondo

i mistici occidentali

(e San Bonaventura

abbracciare a principio l'unit" divina, era un l'attesta) in fine, la Trinit". Intanto, la vita terrena doveva interamente disprezpoi, zarsi e calpestare, anzi,affrettarsene lo scioglimento, doversi, dosi raccogliennelle pi"austere solitudini dello spirito. Perci" la piena e imminente distruzione della vita del mondo
e era

la meta
e

suprema
era

di Gioachino

di

Fiore, pure l'intento pi" alto dei mistici orientali,Veggasiche ognipagina, ogni linea dei loro libri
di questa guisa. Ma, a raggiungere quel fine, giovavaintanto la volontaria e assoluta povert", tanto raccomandata e inneggiata e praticata

il distruggere s"

la vita stessi,

il mondo,

parla appunto
con

austera

San Bonaventura
nozze

e voluta e inculcata da fermezza, da Att"r e da Saadi, da Dante nelle mistiche e da San Francesco,glorificata

di Francesco questo mirabile santo, e osservata dai discepoli da una parte,e dall'altradagli innumerevoli eretici. Catari, Paterini, Poverelli di Dio,Valdesi, che al ricco vivere dei prelati volevano contrapporre la

di lei con

povert" evangelica.
dell'uomo
terzo
amoroso

dell'anima 50. Ma ilcongiungimento fine supremo del principio


un

Dio, come risguardato fin dal tempo di Plotino, cio" dal neoplatonici solevasi pur risguardare dai mistici tutticome secolo,
umana con

dai

connubio

dell'amante

con

l'amica

sua.

Perci" al

linguaggio

amorosamente

delii'antedelle odi dei mistici

della ilcapitolo (eveggasi perci" fa pur

poesialiricae
il

che " spesso sensuale persiani, della quello mistica), dei mistici

degno riscontro in Occidente

amoroso linguaggio

nostri, pi" temperato in San Bernardo e in San Bonaventura, pi" ardente in San Francesco, spesso risolutamente libero in tanti altri.
51. Poi,messasi
ecco allegorie, come un

la mente

che ilcammino

dell'anima

dell'ardente mistico per questa via delle si pu" rappreallegoricamente sentare

San Bonaventura scriveva il suo Viaggio viaggio ; perci" della mente in Dio. Ora, qualunque sia la dottrina professata quanto a teistica o panteistica, cristiana o mussulmana, Dio, ortodossa o eretica, s'" potuto agevolmente immaginare e descrivere per allegoria un viaggio infestato da mille ostacoli e e fatto per misterioso, pericoli, intrapreso vedere misteriosa certa di o a e lontana, ma cosa conquistar giungere che sta a rappresentare valore grandissimo, come e il possesso l'acquisto di uno stato felice, fuori di tutte le contingenze terrene e umane. Questa meta con pu" essere per alcuni il finale congiungimento Dio, suprema di il si vede nel poema nel come Uccelli, persiano Att"r, Colloquio degli la del indica la tanto scenza conostento, quale reggia S"murgh,raggiunta dopo dall'anima umana; altri di Dio acquistata essere pu" l'acquisto per alto e sovrumano di qualche Per o della virt", o di qualche virt", potere. il Romanzo francese, cotesto,ecco che tra un celebre romanzo allegorico anzi con lo stesso Colloquio della Rosa, e alcuni altri, arabi, persiani, degli di di concetto, ma Uccelli, Att"r,corrono somiglianzemolte, non pur
29
"

Pizzi,Storia

della

poesia persiana, voi. IT.

4:50

CAPITOLO

NONO

sebbene il francese, disegnogenerale, (iiiantoa classiche. abbia attinto molto a fonti puntiparticolari, anche
di forma
e

di

certi

che vogliasi dare 52. Ora, qualunque sia il significato


rosa

alla misteriosa
sotto

del

romanzo

" francese,

certo che tutto il romanzo

nasconde

il

meraviglioso qualchedottrina moi'ale,intanto che il poema di Att"r,descrivendo il faticoso viaggio degliuccelli per trovare persiano
suo

racconto

il S"murgh loro misterioso francese

re,

rappresenta

sotto

il racconto

sensibile il

delle anime in Dio e romanzo viaggio certi tutti atti e son qualit" allegorici, dell'animo, personificando intanto che i personaggi del persiano, essendo uccelli, buone o cattive, morali. Alcuno di essi rappresenta la rappresentano pure certe qualit" altro l'avidit" dei beni teraltro la negligenza, restri, e un e un pusillanimit", ciascuno alla sua altro la mollezza, mentre e altrialtre qualit", e un volta
i vari impedimentiche incontra l'anima umana nelle sue significa il fine desiderato. E i luoghi debolezza per conseguire e nella sua passioni trovandosi che gliuccelli stessi del romanzo allegorici, persianosono

illoro

in lui.I personaggi del perdersi

devono

cei'te valli, della come viaggiomisterioso, quella mento, quella dello stordiricerca, quella dell'amore,quella della conoscenza, ben si ricorder" chi ha letto il come quella dell'annientamento,

superare, nel loro

di cui pure, a suo curioso poema saggi tradotti. Ora, f"a il romanzo secolo di differenza

abbiam dato e il sunto e alcuni luogo, e il francese corre quasi un persiano antecedendo per" il persiano, perch" quanto all'et",

t'anni, sappiamo che Att"r mori nel 1229 dell'Era nostra, in et" di pi" che cene che Guglielmodi Lorris, quando incominci" il llomanzo della cio" anni soltanto, nel Choe che Giovanni 1237, aveva venticinque Rosa, continu" l'opera, lasciata interrotta da Guglielmo,tra il 1250 e il pinel 1277. Ma l'opera altre e precedenti del persiano non e senza e contemporanee nella letteratura orientale, perch"in arabo si trovan pure non pochi de Tassy ne ricorda uno di questa stessa fattura, romanzi del e ilGarcin arabo Cordova di 1004, composto da un (ed eccoci gi" in Occidente!), che Garcin de Tassy designa altro di e un esso Al-Muqaddesi Al-Mageriti, col titoloGli Uccelli e i Fiori. Fu pubblicato in Siria al principio del 1200, al tempo della Crociata di Riccardo d'Inghilterra, subito e letto divulgatosi favore. Un terzo ancora se ne ricorda, con grandissimo contemporaneo del Abi" '1-Farag' persianoe composto in arabo, dal celebre teologoe poligrafo Al-Gi"zi. Anche il romanzo la Rosa di di assai tarda indostanico, Ij"q"vali, in essendo la letteratura indostanica lontano tardo rillesso un e et", parte della persiana, parla e dice d'una mistica rosa custodita in luogo lontano e Si pu" dire pertanto che ildisegno primo di tutte di assai difficile accesso. se non ne trova alcun esempio nell'antica poich" queste opere allegoriche, letteratura classica, dev'essere di origineorientale; e gi" alcuni dotti, lando par-

del
sa un

l'omanzo

francese,v'hanno
e

riconosciuto il fare d'Oriente;e curioso che ha avuto

chi

forse che nella vecchia

non perduta letteratura pehlevica

si trovasse in

giorno il primo modello

di questo

romanzo

LE

SOMIGLIANZE

LK

HELAZIOM

TKA

LA

FOESLV

PEHSL\NA,

ECC.

451

Oriente

da noi tante

lontane propaggini
cerca

! Ora

per" "

uscito

un

libro molto

che erudito dei Langlois

siano le quali

e le fonti del Romanzo origini

che trovano della Rosa, confi'ontandonequei passi particolari classici in altri autori,specialmente
e come e

alcun riscontro
va

medievali.

Tutto ci"

noi

ammiriamo

la dottrina

profonda del Langlois; ma


ora,

egregiamente, a noi,
soltanto

si

pu"

vedere dai confronti

fattior

preme

di mostrar

anche l'intento disegno fondamentale dell'opera, rispetto, e, per certo di di anche originee sno, sono stampo orientale, con molte, anzi nei particolari venute da fonti classiche. Cosi l'Ameto del moltissime cose anzi infarcito di ricordi della mitologia Boccaccio, tanto pieno, " classica, innanzi cercheremo stato composto secondo un disegno orientale, come che il di mostrare.

53. Ma, per


assume

tornare

al misticismo
o

che si riversa nella lirica amorosa

contemplazionedell'oggetto che tale fu, loqui per questo punto, la lirica persianaquale l'occidentale. Perch" quei soliardenti in cui l'anima quasi sembra di desiderio implastruggersi cato, e l'amor delqueirumiliarsi dell'anima dinanzi al pensiero dell'oggetto sublime tanto " pi" suo, quanto pi" essa indegnadi amarlo,e quel affocati a ffannoso ad e amplessi, quel desiderare non solo di sospirare unirsi,ma di compenetrarsicon la donna amata, e quel considerarne la simbolo parlante, bellezza come e quei consacrarsi a lei per tutta la vita, si legge su e gi" per ogni verso tutto ci", dei lirici mistici perripetiamo, siani in mistico d'Occidente. E per", e amoroso e volendo non ogni poeta n" potendo,quanto ai persiani, citarne le migliaia di versi che dicon queste medesime cose, rimandando, anzi, il lettore per questo punto agliesempi riferitialla fine dei capitoli di lirici e di mistici che abbiam precedenti, u" potendo,d'altra parte, far confronti diretti coi nostri poeti, ci appagheremo riferir d'altri di le parole che, assai pi" addestrato di noi nelle letterature occidentali, pu" parlarnecon autorit" maggiore.
o

abito

voluttuoso

estatico nella
e

amato

che

non

si sa bene

che sia

dove

sia,sappiasi ancora

"

54. Dice pertanto il Graf in un Provenza suo bell'opuscolo, dei poetiprovenzali L'amore sta da s"; essi amano per amare, sia
ancora

e e

Italia: l'amar

loro,sebbene
a

fecondo

di tutti i beni,

non

intende direttamente

ma governare la vita, intimo contentamento,

si appaga il pi" delle volte nella produzionedi un il quale risulta da un equilibrio armonico di tutte

possedutein potenza,e trasmoda,pressoch" sempre, in una specie Per diiia in breve, l'amore dei poeti di estasi contemplativa amorosa. venzali pro", come quel del Petrarca,un ascetismo d'amore "\ E il Diez,parlando di certa poesiadi Guglielmo conte di Poitiers, cosi osserva: ^" E dice il poeta come la conosca, senza eglipossegga un'amica senza ch'egli ch'egli l'abbia mai veduta ; si rallegra anche di non ne sa una vederla,perch" egli in montagna in valle ". o se pi" bella; ma eglinon sa dove essa abiti, mente Questa strofa del conte di Poitiers non potrebbe forse trovarsi acconciaanche in un'ode di H"fiz o in una quartina di Ab" Said che fu (rjcor-

le virt"

452

CAPITOLO

NONO

diamolo)del decimo secolo


della bellezza terrena
e

il primo dei mistici considerata dai


"

Ma, a proposito persiani?

caduca

poeticome

simbolo

della

Il poeta, gettando attorno divina ed eterna, ecco sensibili per trovarvi un oggetti tipodell'amor celeste, sugli uno sguai'do che sia migliore dell'amor terreno. La bellezza sta sulla trova nulla egli

che dice il Whinfield:

mistico,e certi fenomeni dell'amor terreno, inspirato che glifa conodal fascino della bellezza umana (la frenesia di xAleg'n"n scere bellezza che ai la nascosta era in Levia una profani passione di ;
del mondo soglia zione Zalikh" per Y"suf che la rende insensibile alla sventura; la sublime devoche dura Abelardo; l'omaggio come quelladi Eloisa per l'indegno per tutta la vita,come fenomeni glisembrano
esser

tutti questi quello che Dante prest"a Beatrice), i tipipi" propriidell'amor di Dio, possibili ad facolt" da umane ". Leggasiqualunque poeta mistico perraggiunti siano, anche del mistico si dire tutto che ci" che vedr" suo amore pu" e si
stato
ora

per

" altri tanto giustamente quegli

detto da altri.

4.

Le

somiglianze

nelle

enciclopedie

scientifiche.

55. Dicono

qualeun morale, ad un gran savio specialmente altrettante sentenze con che glirisponde
non

bilmente glistorici delle letterature del Medio Evo che molto probaorientale quel cos" detto Libro di Sidrac nel dev'essere di origine molte domande su ogni punto del sapere umano, gran re rivolge
famoso
ora

di molto

nome

Sidrac

Sydrac,
ora

proprie e acute,
di Fontana

poco

nuove

e una

Gol titolo pomposo stravaganti.


vera
e

di tutte le

e grande enciclopedia, compilata per domande trattandovisi di di di di di fisica, magia, astrologia, teologia, per risposte, di essendo ampia raccolta di e storia; tale, e, come cosmograf"a, politica sene trovandodel sapere del tempo, ebbe molta fortuna in tutto l'Occidente, francesi e provenzali, liane. molti rifacimenti e ricomposizioni, e itainglesi della scienza si del Bartoli il fessando conlibro, meraviglia puerile Intanto, di Sidrac all'autore; di non saper bene donde sia venuto il nome Paris dice che esso appartienea quellaclasse di libri singolari e Gastone nei qualiun pretesofilosofo rispondead un re che lo va interrogando.

scienze,esso

"

56. Ma
secondo Libro

il preteso filosofo"
e

vero

ed orientale, il

esso

savio B"zurc'mihr

il re

" Chosroe

grande, per
noto
a

comando compose

" appunto il gran del quale, il cos" detto


ha studiato
un

ogni

testimonianza

B"zurc'mihr orientale, " ben

delle sentenze.

Tutto cotesto

chiunque

e noi gi" sappiamo che Firdusi inser" illibro poco di letteratura persiana, vecchia traduzione in prosa pere che n'esiste pure una nel suo poema siana Avicenna. Anche attribuita ad del decimo del nono secolo, o piamo sap-

che, per tacer di altre versioni orientali di minor


ne pehlevico

conto, il testo
col titolo

" stato trovato

di recente

a Bombay pubblicato

cio" il Tesoro regale, di Gang' e sJinyagd"", originale opera di Yuzurg B"zurc'mihr. del nome Mitro. Vuzurg Mitro " la forma pehlevica persiano

LE

SOMKILIANZE;

le

KELAZIOM

tra

la

P0ESL\

PEliSL\NA,

ECC.

453

Ora, il Tesoro
e

regale"

una

vera

nella quale tuttavia prevale encicloped"a metodo arido


e

il suo e la scienza dei costun:ii,

monotono,

ma

di proceder e per" molto efficace, stringato, per domande " duzione da parte del savio, quellostesso che serbano la tradel re e per risposte fattane da Firdusi (che tale pu" ben chiamarsi, tanto " fedele) e la traduzione persianaattribuita ad Avicenna e il lontano libro di Sidrac, che certe opinioni o la Fontana di tutte le scienze. Aggiungeremo ancora sembrano del libro di Sidrac non idee stravaganti poi tali quando se ne trovi tana. per quanto lonpur sempre ci dev'essere, Si scandalizz" il Bartoli quando lesse in quel libro curioso di Sidrac
e conosca

pur franco brevi da parte

la

che ragione

colpid" fuoco dati dagliangeli buoni assurda cosa, degna agli angeliribelliche dimorano nell'aria, parendogli di quelle delle menti povere del Medio Evo. Ma essa " pur una veramente altrove che in loro non tante idee comuni aventi l'origine a tutti i popoli, certi concetti religiosi, non gi"nello studio vero e scientificodei fatti e dei dovuta alla fenomeni. Essa " un'idea prettamente e solamente persiana, secondo il quale ad altro, natura del sistema religioso e non zoroastriano, temente incessantutto il creato " diviso come in due campi nemici, combattendosi tra accanita tra cielo e inferno, tra luce e tenebre, una battaglia Ahura Mazd" e Aura Mainyu. Costui, del nemico tenta bene, eterno sempre
non
esser

altro le stellecadenti che

d'invadere

il regno

dell'altro.I Devi
come
una rocca

demoni

cercano

sovente

di invadere

cinano, munita, e quando troppo si avviche glispiriti di lancia. Quei colpi elettiliallontanano a colpi ecco di lancia sono e c'",tra glialtri un appunto le stelle cadenti, passo del iranico di Bundehesh, nel qual libro " forse condensato tutto il sapere dei Geni con che dice: " Intorno alla battaglia cosmograf"ae di geografia, l'avversario Ahrimane " detto nel testo ^: Quando Ahri(Aura Mainyu), avanzandosi, vide il puro valore dei Geni e la sua propriaforza, mane, il cielo che " ben cerc" di cacciarsi dentro 2. Ma ilCielo
come spirituale,
-"

un

che guerriero

si " cinta la corazza, era l". 11 Cielo si pose di fronte ad Ahrimane, incominci" la battaglia, fece una fortezza finch" Ahura contro di Ahrimane

pi" forte
con santi, come

del Cielo intorno al cielo,e le clave


e

le Fravashi

dei

e guerrieri

dei

densi le lancie in pugno, si posero intorno al cielo, i capelli sul capo. Di questa guisaappunto erano essi che eran venuti

in difesa della fortezza celeste. Quando la via del ritorno ^


".

poi Ahrimane
de' suoi Devi sia

non
*'

pot"ripigliare
e

vide

eglila caduta
ora

la

sua

tenza impose
ne

Per quanto il passo

recato

alquanto oscuro,

questo

suol citare sempre l'autorit" d'un testo sacro. (1) Il Bundehesh di Ahrimane nel campo dell'avversario. invasioni (2) Le battaglie sono vere (3) Personificato. delle anime concetto tutto zoroastriano. (4) I tipioriginari umane; (5) Chiusa dai guerrieri celesti. (6) I demoni.

454

CAPITOLO

NONO

ricava

con

i demoni certezza, respingersi

dalle rocche del cielo, a forza di secondo quei colpi di lancia,


;

dai Santi zoroastriani. Ora, colpidi lancia,


sono qualanquetestimonianza persiana,

avvenuto

nizel"in
un

per" " lancia {mc'ak in pehlevico, che la parolache in iranico signilica " e nell'arabo {nayzak), persiano), pure nel siriaco {nizqd) passata
di stellacadente. La dottrina dei
e

appunto le stelle cadenti

sinonimo

nel Corano, Dio nel


suo

la ricorda anche dice: Consigli,

il persianoAtt"r

celestitrovasi pure ricordata colpi quando, parlando di

Libro dei

" Egli

del iiiuiidu Fallor che i principi di limo


e

Forma
hi

le stelleconverte

a lapidai' gliavversi spirti. pietre

Posta cos" al

luogo suo
"

la dottrina, che parve dichiarata, che

tanto

gante strava-

ad alcuno, non

pi" tale.
esso

57. Ma, tornando


il quale,come molto

" certo al libro di Sidrac, egli

"

un

lontano

attribuito al gran savio rifacimento del curioso libro pehlevico

B"zurc'mihr,

di tutti queglialtri libriche hanno trovato " pure avvenuto favore presso il volgo," andato assai lontano per mille menti travestidal metodo molti delle domande
e

Cotesto si prova ricomposizioni. da che " perfettamente risposte eguale,


e

delle

particolari egualifra loro anche se in tanto lungo andare molti altri nelle domande e nelle risposte, dall'indole e dal diversa e d'altra originevi si sono di natura aggiunti, dalla somiglianza introdotti, egualedei due personaggi gradoperfettamente
del
caso

di questo con

altri libri, come

delle favole quello

indiane che tanto

and"

lontano

passandodi terra in terra, di nazione

in nazione. Certamente

n" persianan" orientale; partiche non sono di origine " dovuto appunto al lungo andar migrando del ma questo particolare " rimasto tale e quale,e la libro; per" il suo disegno primo e originale cos" possiam chiamarla. Ora noi, intonazione " pur sempre quella, se sua nel presentestato deglistudi, non possiam segnar la via che il curioso venendo in Occidente; possiam supporre tenuto hbro persiano deve aver dovette venir fino a noi per qualche versione arabica su soltanto che esso stata fatta qualche cui deve essere e che dall'ebraico agevolmente, ebraica, illibro di Sidrac ha d'altre opere, sia passato in latino. Dice ilBartoli che vi traduzione dall'ebraico il libro di Sidrac,ma sembra fu chi credette esser
come

" avvenuto

dubitarne;noi intanto ne ricorderemo una versione arabica di cui in alcun che la fece sul pehlesi pu" dubitare. Essa " di Ibn Muskavaih modo non vico, il Costumi Persiani titolo di: dei dandole e degli per quanto pare, Arabi, ed essa sembra essere stata un testo molto autorevole (tutti questi tanti altretrifacimenti d'un'opera divenuta popolarepossono considerarsi come testi), perch"cinque secoli pi" tardi se ne faceva anche una versione in di Giavir"an persiana India,al tempo del re Akbar, col titolo persiano e dottissimo, Khirad, cio" la Sapienzaeterna. Ibn Muskavaih era uomo mor" nel 1030 dell'Era nostra, dieci anni dopo Firdusi,onde si pu" dire

456

CAPITOLO

NONO

come pu" trarre, qualit" sono, e gli abiti e l'utilit"che se ne erba medievale in o pietra o animale nientre l'enciclopedia ogni suppone fa descritto accumula e un simbolo, potenze arcane, e d'ognioggetto

dica le

errori

su

errori

idee

stravaganti opinioni, per noi, come


avanti.

quella delle
come

stelle cadenti da noi esaminata

59. Non

si vuol tacer tuttavia che alcuna

nostra, enciclopedia

e quellaper esempio, di Vincenzo in tal d'Aristotele e di qualche altro sapiente dell'antichit"; ma, caso, cio" Medio nel Evo riconoscere come non che, bisogna pur questo punto, s'" mai spenta la tradizione classica, cos" qualche parte, anche molto

cita l'autorit" di Plinio Bellovacense,

antica s'" conservata della sapienza considerevole, abbiam quel tempo. Una bella parte anche, come in qua

per tutto nata veduto, vi " pur ritor-

tramandata

sebbene e dall'Oriente, trasfigurata guasta. Anche la storia Roma come far parte dell'enciclopedia entra medievale; ma a romana poteva dimenticarsi? essa vi doveva trovar posto degno, e ve lo trov". classica che la tradizione enciclopedica E bisogna anche che ci ricordiamo di Svetonio, rest" mai interrotta da noi; perch"vi fu l'enciclopedia non i Prati, e quella di Marciano quelladi Cassiodoro, Capella; ora perduta, di quella Isidoro di che Siviglia, " del sesto
o

del settimo secolo

discorre

ordinatamente

viglia di tutto il sapere di quel tempo. Perci" non deve far merarechi anche l'abbiam ricordato, che Vincenzo Bellovacense,poich"

lunghipassidi
Medio

Plinio
accanto

di Aristotele
a

anche

di molti scrittorinostri del

Evo;

ma

quei passiecco
cosa

altri passi di scrittoriorientali che l'enciclopedia

" dunque d'enciclopedia.


occidentale, se

ilriconoscere pensiamo, agevole, venutale da ben altra

molta

dall'antichit", questa parte parte toglieva


e alla origine,

accoppiavaanche
strana

ad

altra molta

foi'ma tutta in una allegorico, gettandola significato e particolare. Questo pertanto " il punto che noi ora vpgliam sua speciale toccare e dichiarare, se potremo. Notisi intanto prima d'ogni altra cosa oltre oltre Plinio e Aristotele, che ogni scrittore nostro d'enciclopedia, bene spesso San Gregorio e il venerabile Beda, suol riferirsi Sant'Agostino, anche a scrittori orientali; perch" trovasi,per esempio, e non sempre e Averro", Al-Fergh"nie citato da loro il Corano, Avicenna giustamente, (cio" Ab" Maashar), e c'" anche chi Al-Ghaz"ii, Al-R"zi e Albumasar e la scuola d" Salerno dove insegnavano medicina di conoscere mostra materia dava scienze naturali Mussulmani ed Ebrei. Donde sia venuto
veramente
tutto tav"a tut-

abbiam questo sapere orientale, richiamare alla memoria che orientali ricordati dai nostri.

gi"veduto
eran

innanzi; non

sar" male

scrittori tutti persiani tiuegli (piasi

60. Quegli orientali furono

tutti poi dottissimi (juasitutti persiani,

di enciclopedie scientifiche; perch", compilatori pur tacendo del persiano Avicenna e dello spaglinolo Averro", cio" Ibn Rushd di Gordov;). diciamo occidentali era appunto il persianoAb" che il Rasi degli enciclopedisti Bekr Muhammed, detto Al-R"zi, perch" nato a Rei (l'antica Rhages) nel

LE

SOMIGLIANZE

LE

RKLAZIUM

TUA

LA

l'OESlA

PEKSIANA,

ECC.

457

settentrione della Persia. Scrisse in arabo, e fu gran medico e matematico, chimico di gran fama e filosofo, vissuto tra il nono il decimo secolo e e
morto

tra il 920

il 930

dell'Era nostra.

delle qualialcuna,in ebraico, fatte, manoscritta nella Biblioteca pubblica di Parma. Quanto ad si conserva " nome Albumasar, esso guasto in luogo di Ab" Maashar. Egli fu celebre medico e filosofo, principe degliastronomi del tempo suo che fu il nono secolo,essendo nato a Balkh nel Khorassan (cio"nell'estremo Iran orientale) nell'885 dell'Era nostra. Le opere di lui,persiano neir805 e morto che scrisse in arabo, hanno Giovanni molto viaggiato
e

dove per tutto l'Occidente, versioni ebraiche e latine che ne furon

Medio

Evo

Le opere sue furon studiate nel si divulgarono ben presto per le

Francia, in Ispagna,per le versioni ebraiche


opera di
un

in lontano, fino in Italia, queste per per le latine,

spagnuolo,e cose, della cond el del della durata e della sua mondo, pianeti, principio della generazione dell'uomo,dei pronostici da trarsi e degli fine, oroscopi nelle nascite,che sono appunto quellecose che tanto piacqueroai nostri dotti del Medio Evo. Sono persiani, come gi"notammo altrove, Al-Fergh"ni e Al-Ghaz"li,citati spesso dai nostri,perch" il primo " della provincia di nella cio" della Fergh"na e il Sogdiana, parte pi" settentrionale dell'h-an, secondo " di T"s, la patria di Firdusi, nel Khorassan, cio" nella partepi" il secondo orientale. Fiori il primo nel nono nell'undecimo e secolo;
trattano di moltissime

giunzion dei

ambedue

scrissero in arabo

di filosofia e

di scienze naturali, e

le loro

opere, penetrate ben presto in Occidente, v'ebbero versioni ebraiche e latine. Qualche volta poi l'enciclopedia orientale crebbe a vastit" non pi" di Mas"di, Le Praterie d'oro. Mas"di era nell'opera di Bagdad; viaggi" al Cairo nel 955 molto, quasi per tutta la vita, e mori

veduta, come

si vede

dell'Era nostra, lasciando molte le qualiquellaor


ora

opere di erudizione in arabo, tra ricordata che discorre, si pu" dire, di tutto il sapere,
e

vaste

tuttavia prevalendo

la

che ha scritto in arabo, vissuto nel secolo

altro persiano e la storia. E Qazv"ni, un geografia tredicesimo, per l'operasua


cose

famosa. Le

delle Meraviglie

create, merit"

d'esser chiamato

il Plinio

dell'Oriente. Vi tratt"

d'ogniparte del sapere e fece una vera enciclopedia, descrivendo i diversi regni della natura, parlando anche di astronomia e trattando della formazione dei monti, dell'origine dei terremoti, dell'origine dei fiumi, di osservazioni ora giuste, e tutto ci" intramezzando ora puerili, di storielle e di racconti favolosi, gli altri enciclopedisti, appunto come anteriori e contemporanei,nostri e orientali.
61. Intanto, cominci" l'enciclopedia
Beda
ma

che
non

era

dell'ottavo secolo, e che

con

da noi per tempo, col venerabile Babau Mauro, che era del nono; elemento orientale vi sia potuto " segnato tardi,e il suo apparirvi

sembra

fino allora alcun

penetrare.Esso vi
da

penetr"alquantopi"

che di sopra abbiam cio" congeriedi tutte le quei particolari notati, scienze e notizie anche le pi" disparate, mistica e ascetica in allegoria

tutto,folla di mille errori

massime superstizioni,

nella virt" arcana

delle

458

cAiTrot^o

nono

sostanze, veste
accanto

nei poetica

rifacimenti

citazioni di autori orientali volgari,

bene agliautori classici.Anzi, vi si osserva che " strettamente eguale a quellodelle enciclopedie spesso un metodo orientali. Perch", giunto l'autore a dire, per esempio, dei diversi animali li va enumerando mente, aridae dei minerali,ecco e delle diverse piante ch'egli subito le qualit" adoperando assai poche parolee soggiungendone il lico. simboil misterioso, ovvero ovvero e naturali, significato potere arcano Ora ci" che si fa (per citar soltanto qualche esempio preso qua e l" dove ladattribuita a Goffredo di Monmoutli a caso) nella vita di Merlino come di Thaon nel diversi uccelli; si enumerano e ci" che si fa da Filippo enumerando molti animali; e ci" che pur si fa dal nostro suo Bestiario, Boccaccio
e

ai Padri della Gliiesa e

nel

suo

trattato latino dei

monti, delle selve,dei l"umi,dei fonti

naturalistiche dei mari, si fa pure, egualmente, da molte enciclopedie d'una pianta, d'un animale, d'un minerale, poi le sue orientali. Un nome
e cos" e propriet"; ({ualit"

ancora

" il metodo

seguito per lunghe e lunghe pagine.Cotesto il Bundehesh, nel suo d'un vecchio libro pehlevico,
di
cose

lungo catalogodelle
62. Ecco

della natura,

come

vedremo

appresso.

duodecimo, trattare, nella sua e far Immagine del mondo, della terra, dei venti, dell'acqua, il luogo dell'Inferno, e ridire le mille habe soggetto di ricerca geografica meravigliosevedute da Alessandro Magno in Oriente,qualiappunto trovansi perfettamenteeguali nei romanzi e negli arabi. Ecco persiani di Hohenburg, comporre, Herrada nel monastero di Landsberg, monaca
anch'essa del secolo duodecimo, il
suo

intanto Onorio

di Autun, del secolo

Orto

delle delizie, e trattarvi di

allegorie di cosmografia, e aggiungervi d'astronomia, di geograf"a, cronologia,


e monaco

Ecco parabole. delle

ancora

un

altro scrittore del secolo

dodicesimo,

il

Alessandro inglese
cose,
e

alla natura

vi

intorno Neckam, che compone un'enciclo|)edia mali, parlad'astronomia, deglielementi, degliani-

i beni aftermando di passare attraverso vegetali, temporali per giungere a toccar gli eterni e facendo d'ogni fenomeno Dice mille favole intorno aglianimali naturale alcuna sua strana allegoria.

dei minerali, dei

di Alessandro

riferisce le solile fiabe

disi^orre delle sette arti liberali.

pedie " notevole,perch" particolare appunto anche nd"e encicloin mezzo a tanta orientali, congeriedi cose e appunto l" dove meno trattazione. si potrebbeaspettare, le arti liberalie la letteratura vi trovano del Medio Ecco infine la maggiore opera Evo, cio" lo enciclopedica cesimo Vincenzo Bellovacense, vissuto ti"a ildodiSpecchio maggiore,del monaco e il tredicesimo secolo, nella quale tutto il sapere del tempo ha il posto suo, intanto che vi sono citati scrittori greci e latini, trovato Il quale ultimo
tissimo dottori della Chiesa, filosofi orientali,e tuttialla rinfusa, passando il dotautore

da

un

argomento

all'altro e

cosi

da rapidamente,

dar

le

a chi legge. vertigini in latino, le volgari, 63. Tutte (|uesteenciclopedie furono c()m|)oste ma hanno pure gli stessi abiti, francesi, italiane, provenzali, glistessi disegni,

LE

sommilianzf;

[.e

kklaziom

tua

i,a

i-oesia

persiana,

ecc..

459

di Prete Gianni che dal latino fu glistessi modi. Ecco intanto l'Epistola tradotta in provenzale nel secolo decimoquarto,e nella quale si parladi mari senz'acqua e fiumi di ciottoli, con di sole con geografia provincie

donne,
romanzi

con

fontane di vita eterna, tutte il di


e

cose

che

si trovano

anche

nei

anzi di .Alessandro;

della fontana particolare


e

di vita eterna di Alessandro,


zesca. poesiaromancose naturali,

" assolutamente secondo Firdusi Ecco


vasta

origineorientale
l'Elucidano

trovasi nei romanzi

Niz"mi.

il capitolo della Veggasi, perci",

ancora

delle

di tutte le propriet"

enciclopedia provenzale che parla di tutto, ed ecco il Breviario del monastero di Beziers, d'amore, di Matfr" Ermengaud, monaco che cominci" nel 128^2. Quest'ampia sua l'opera enciclopedia provenzaleha una e per la varia natura delle cose singoiar somiglianza, per la farragine col del Sen"i " che vasta enciclopedia. persiano esposte, poema pure una
Essa
conta

ventisettemila
e

ottonari

tocca

tutto

quanto il sapere

umano,

dell'essenza sua, del diavolo e della sua natura, degli elementi,del firmamento, del mondo. Viene poi alia storia naturale dicendo dei minerali, dei

di Dio parlando

vegetali, degli animali; parla dell'uomo e racconta la storia degli avvenimenti umani, e dice delle dottrine religiose e fa la storia della Chiesa e parla dei diversi stati sociali, dei mestieri, delle arti, delle
racconta professioni;

la vita di Ges"

Cristo

diverse

sue

specie,e termina

parlando

passa a dir dell'amore e delle della educazione. Enciclopedia


e

francese "

l'Immaginedel mondo,
del medesimo

di Gualtiero

da Metz;

provenzale e in
e

versi " ilTesoro, di Maestro E


sono

Pietro di Corbiac, ambedue secolo il Tesoro di Brunetto


il

del secolo tredicesimo. Latini la Comclopedia; enci-

posiziondel mondo, di Frate Ristoro


la

d'Arezzo;
cio"
il

primo, una

vera

seconda,

una

circoscritta alle cose enciclopedia


tutto cotesto,

astronomiche.

64. Dato
nostre

pertanto

disegnodelle enciclopedie

che certa notato e somigliante a quello delle orientali, parte del loro sapere deve loro provenireda libri d'Oriente intanto che ricordano gliautori accanto ai classici e ai cristiani che pur conone esse scono, che tutti e trovato autori ancora son persiani, quasi appunto quegli sebbene
0

molto

abbiano

scritto in
e

arabo, mentre

le loi'Oopere

nel lesto arabo,

si sono restano latine, divulgate per l'Occidente, da trattare due punti. Resta da vedere se nella letteratura persiana, ancora in quellascrittain persiano, v'ha pure qualcheenciclopedia che sia sorella delle Sar" nostre. contemporanea questo il primo punto. E resta da vedere sar" il " la probadi trovare, se non se (e secondo) bile questo pur possibile fonte comune, almeno vecchio che libro o qualche persiano pehlevico il pi" antico esempio d'una vera enciclopedia possa considerarsi come scientifica. Sarem molto brevi nel trattare il primo punto, intanto che al secondo dovrem dare maggior lunghezzadi trattazione. 65. Adunque, chi ha studiato un poco di letteratura persiana, si ricorder"

nelle versioni ebraiche

dei del poema di Sen"i, il Giardino della verit",che, essendo uno pi" antichi poemi mistici,anzi il pi" antico (e Sen"i " del dodicesimo

460

CAPITOLO

NONO

che lo distingue tratto suo reca da tutti un e separa secolo), particolare Perch", laddove questiultimi posteriori. gli altri grandi poemi n:iistici mistici ascetici e e sono soltanto, allegorici quellodi Sen"i tocca di tutto il sapere ed " una molto vasta e copiosa. Sen"i parla vera enciclopedia, di filosofia della natura della fede e dell'amore, confusamente e di teologia, delle erbe e del vino, di cose di grammatica e di astronomia accanto alla dottrina dell'unione con Dio, della vita mistica e contemplante, e di mille ad ogni tanto sue altre cose, introducendo narrazioni e storielle d'ogni si ricorder" d'un'altra enciclopedia Anche genere e d'ogniorigine. siana, perdel poeta Avhadi che visse nel nel decimoquarto secolo,e che, pur tenendosi con maggior predilezione morale, raccolse in quel suo poema tutto il sapere dei tempi suoi, campo in versi, la

Coppa

di Gemsh"d,

adornando in

abbellendo

la trattazione coi soliti aneddoti


non e

racconti.

Ora,

questidue

esempi

che

dovrebbero
se

esser

soli

se

tutta

la letteratura

quella parte che c'",fosse tutta nota, pervenuta incontriam ripetuto medievali. appunto lo slesso fattodelle nostre enciclopedie Queste medievali nostre e quelle persianeprocedono allo stesso modo
e

persianaci fosse

sembrano

derivare

da

un'origine comune

che
con

non

si

sa

bene

quale;
gerie con-

hanno

lo stesso di cose; si

disegno,la stessa

struttui'a, e,

questo, la stessa
alcun

assomiglianonella forma, nei titoli, foggiati quasisempre


si cercherebbe

esempio nella stessa maniera; adoperano l'allegoria sembrano l'intento comune di salire,come aver quelladel Neckam, dalle naturali alle soprannaturali, dalle caduche alle eterne. Perci" crecose diamo che non si possa punto dubitare che anche queste enciclopedie discendano da quelle scrittein arabo, altre, ma anch'esse, persiane persiane del nono, del decimo e dell'undecimo secolo,di Ab" Maashar, di Al-R"zi, di Al-Ghaz"li,che sono di Al-Fergh"ni, tali appunto queglistessi autori oriencitati dai nostri nel Medio Evo. Dato il qual punto, ognun vede chiaramente che le correnti son Oriente in e in Occidente e quasi parallele avendo di la l'orientale. precedenza contemporanee, poco cio" che 66. D'altra parte si osservi bene anche questo particolare, abito e carattere comune di tutte queste opere " stato quellodi raccoglier di far prevalere e presempre tutto il sapere del tempo, salvo poi il caso ponderar quellaparte di cui " maggiormente sollecito l'auton;. Per tal " la parte filosofica, che presso qualcuno ha prevalso o ragione avvenuto la mistica,e presso altri quella schiettamente scientifica, e presso altri la " rimasto fondamentale storia,intanto che il carattere dell'opera pur sempre lo stesso. Per", presso gliorientali, prevalgonole scienze naturali in Al-R"zi, in Ab" Maashar, in Al-Kergh"ni, laddove in Al-Ghaz"li prevalgono la la filosol"a nostri la i l'astronomia e e e presso teologia; grafia geoe la cosmografia prevalgonoin Frate Ristoro d'Arezzo, e nel Neckam la Ma l'allegoria e prevalela dottrina mistica,e in Brunetto l'allegoria. dottrina mistica dovettero esser partied elementi venuti e aggiuntiin
nelle letterature antiche;

secondo

metafora, dei quali inutilmente

LE

SOMIGLIANZE

LE

RELAZIONI

TUA

LA

POESIA

PERSIANA,

ECC.

1(31

intanto che la descrizione del mondo materiale e morale tempi posteriori, dovette necessariamente e forse precedered'assai precedere, qualeesso ", vecchio Medio nel Evo orienlale pu" trovarsi se tempo. Veggasi pertanto anteriore e storica, naturale,geografica qualcheesempio di enciclopedia
a

tutte

queste altre,e
avanti.

vengasi cos"
un

al secondo

punto della questione


una

accennata

67. La letteratura pehlevica ha


di di cosmografia, cio" il Bundehesh.

vecchio libro che " tutto

clopedia enci-

di storia naturale geografia,


nome o

Questo
un

e di storia vera, Bunpersianoche in pehievicosuona

Fondamento dahis"m, significa molto

della creazione, ed Principio

" titolo

libro che descrive lutto quanto il mondo. Perch" dei tentativi capitoli, parladella creazione,delle stelle, esso, per trentaquatlro fattida Ahrimane invader la creazione buona di Ahura Mazd", per

appropriato per

delle costellazioni e passa a dire dei pianeti, intanto che noi, uomini, abitiamo quel di mezzo
e

dei climi che

sono

sette,

soltanto. Toccando

poi

delle

dei Geni battaglie


sono

buoni

coi Devi

demoni, nelle quali le stelle


mari, sulla terra le
enumera

cadenti

le lancie dei Geni, dice

dei dell'origine
tutte

di altri assalti di Ahrimane,


e

la cui venuta
e

passa a dire fece nascer le


e

poi generazion molto curiosi. Parla dei diversi particolari fuochi che sono in cielo e in terra, nelle piante,negli animali, nei il mitico albero G"karn minerali, e descrive certe cose strane, come (il Gaokerena c he in mezzo al lago Fr"khu-kart dell'Avesta) e dal cresce formeranno si i immortali al della dei risurrezion quale poi corpi giorno l'asino da tre gambe che abita appunto in mezzo morti, e come a quel le acque e gli umori tutti, e animali, Vengono poi i fiumi, lago. vegetali tutti pure noiosamente e aridamente poi i laghi, enumerati; seguono gli orsi e le scimie con le loro genealogie, secondo un antico cone intanto, cetto si ricordano i diversi duci che presiedono alle zoroastriano, capio diverse cose create. Dicesi poi dei mesi e delle stagioni dell'anno e delle divisioni del tempo; dicesi anche delle piante, poi si passa d'un salto a toccar dei vizi e dei difettiumani, procreati dai demoni. Detto poi ancora dei diversi climi e toccati i loro segni particolari, si passa alla risurrezion dei morti sulla fine del mondo presente,poi finalmente alla genealogia dei re Irani,alla discendenza di Zerdusht, che " Zoroastro, e il libro si chiude con alcuni computi cronologici intorno alla durata del mondo e breve sunto di storia dal principio del mondo alla venuta un con degli Arabi che conquistaronola Persia nel 650 dell'Era volgare. 68. Queste sono le cose in questo libro singolare, brevissimamente contenute
dei

per" dice delle montagne montagne, ai mari e poi agli animali e e passa qualiva
discorrendo
con

noiosamente,

agliuomini, della

esposte da noi, serbatone

l'ordine tuttavia. Dall'insieme

delle

qualie dalla loro natura si pu" facilmente vedere che v'ha somiglianza tra questa vecchia enciclopedia j)ehlevica grande(vorremmo dir parentela) e le persiane e le arabe, e, per conseguente,tra essa e le pi"lontane d'Occi-

462

CAPITOLO

NONO

dente. Con

questo, intanto,non

" tolto die

anzi sarebbe cosa punti e segniparticolari, ci" non fosse. Perci",laddove le occidentali v'hanno

abbia suoi ogni enciclopedia molto strana quando appunto introdotto di loro

proprioe
romana,
e

idee

cristiane
e

racconti di storia occidentale, specialmente


tutta la vecchia storia
e primi seguaci,

sentenze

di scrittori pagani e di ecclesiastici, le postulati


e

mussulmane

v'hanno

introdotto idee mussulmane

persiana

con

le l'araba,

leggendedi Maometto

de' suoi

le m"stiche,e queste sono le persiane, v'hanno fatto infiltrareidee mistiche Ma il Bundehesh " zoroastriano, e panteistiche. e per" serba le pehlevico
sue

idee zoroastriane
esse

scomparire,come s'intende, informate ad altra fede religiosa. Molti,tuttavia, enciclopedie di quegli errori che fanno sorridere di compassione i nostri quando li incontrano nei nostri libri, trovansi pure, grossolani dehesh, come sono, nel Bunabbiam ricordato quello delle stelle cadenti. Se e gi" di sopra dalla forza dei pertanto Onorio di Autun dice i terremoti esser cagionati venti che chiusi in luoghi cavi, mentre di uscire,scuotono tentano la terra, ecco che tutto ci" " pur detto e confermato dalla scienza pehlevica arido libro di casistica zoroastriana. Se lo stesso e trovasi nel Din-kart,
restano
sue
a

che

per molte di esse soltanto, destinate


e

mette

A vesta, intanto capo all'

nelle altre

Onorio

dice che l'aria " tutta abitata da demoni

che

la terra

" cinta

che la prima " pur vecchia dottrina persiana che dall'Oceano; sappiasi anche Diogene Laerzio,nella vita di Pitagora, dice essere stata insegnata dai Magi, e che appunto, secondo il Bundehesh, la terra, che " quello dei
sette climi che occupa il

posto di

mezzo,

" tutta circondata

dal

mare

in

modo

che

aglinomini

" detto che il sapor insetti nocivi morti, che, in

" dato di passar negli altri.Pure nel Bundehesh non salato delle acque marine proviene da mille e mille
una

ad un combattimento grande inondazione seguita fra T"shtar, cio" Sirio, della siccit", e Apaosha, che " ildemone nelle acque e tutte le inquinarono.Anche vi si parla d'un imputridirono solo e ha tre gobbe; e vi si dice essere il corno un caprone che reca assai miglioredell'uomo, cane perch" ha scarpe di suo, vesti di suo, e s" " da ed amico guadagna dell'uomo; e vi si dice in che modo gli uomini siano
nati

dalle

piante (ci" che " anche


un cenno

antico concetto

germanico, indo-

trovandosene

anche

scandinava).Vi si parla dell'asino da tre bocche,da due orecchie e da un corno solo, che si ciba di cibo celeste ed " tutto puro e sta in mezzo al lago Fr"khu-kart. Egli " alto come il le orecchie la monte tutta del M"zensue Arveiid,e con |)rovincia copre tutti esseri femminili der"n; quando raglia, gli acquatici ingravidano, intanto che le femmine nocivi acquatici degl'insetti disperdono;(piand'egli del lago diventa pura e tale diventa per lutti i laghi orina nel lago, l'acqua dei sette climi. Vi si parladi galli di tori, di pesci, di mostri e d'altriuccelli, vi si che ci" vivo si getta che di tutto notano e favolosi, inghiotlouo laghi in loro,mentre tutto ci" che di morto si getta nelle loro acque. rigettano

cosmogonia dell'Edda gambe, da sei occhi,da nove

nella

464

r.APITOF.O

NONO

questo punto, crediamo


deliesh
come

che

non

vi

sia

pi" ragione per dubitar


che

del Buna

di

scientit"ca enciclopedia

precede di tempo
e

tutte

le

nostre, che forse, per queMa parte di dotti'ina

di

disegno che " di origine


trasformazione.
un

orientale,ne

sono

una

lontana

quasi non
visione i

pi" riconoscibile
non ne

70. A questo punto,

poich" veramente
una

sapremmo

altro

pi"

acconcio, vogliamo

ricordare

pehlevicadella vita futura. Essa


cio" il Libro
i

porta di Vir"f,arido figlio


in

il titolo

pehlevicod" Art"
e

Vir"f-N"mak,

di Arda

monotono

libro che descrive

paradiso e le pene dei malvagi nell'inferno. Vi si nel 222 dell'Era nostra, Ardesh"r P"pek"n, quando sali,
per accertar savio di fede per
uno

godimenti dei buoni leggea principioche


al trono di

Persia,
e

s" stesso

il popolo
e

suo un

della verit" miracolo.


un

della santit" della religione

zoroastr"ana, chiese
sette

volle

Allora
e

Arda, sacerdote

immacolata, tempio di alla presenza sette che, e notti, giorni dopo


entrato
e

in

rest" purificatosi,

sopito

del re, fatto venire nell'altra vita. 11

scriba, raccont"

dett" del

le

cose

che

aveva

vedute

Fuoco dani

santo, cio" il Genio

mostrandogli i buoni

fuoco,l'aveva guidato per i regni oltramonpremiati e i rei puniti,finch", ricondotto alla

cospetto del creatore Auharmazd, cio" Ahura Mazd", la soverchia pienezzadella luce glitolse il vedere s" che la mirabile visione cess" d'un di la Commedia tratto. E questo un punto singolaredi somiglianza con si affissava nella Dante, la cui visione cess" appunto nel momento ch'egli nota traduttore francese del libro pehlevico, luce di Dio, e il Bartht'Iemy, ne li molto altri molti. Ma noi non tanti, imporregistreremo qui, parendoci non
fine nel

paghi come
libro che contiene
vasta

siamo
una

d'aver visione

mostrato

che anche
e

la Persia

possiede un
un

della vita futura

al

quale spetta pure


e acume e con

posto nella
state

schiera dal
non

delle visioni medievali


con

d'Oriente
tanto

d'Occidente,
tanta
non

gi"

esaminate Del resto,

d'Ancona professore vuoisi tacere

dottrina. si crede idee


e

che il libro

pehlevico di
una

Arda

da

alcuni

essere

s" bene libro originale,

ricomposizione, con

apocrifo greco del terzo detto l'Ascensione versione etiopica, 0 quarto secolo,di cui v'ha pure una del Purgatorio, Anche nel concetto della montagna al cielo d'Isaia profeta. dubbio di tradizione col paradiso terrestre sulla cima, " qualche sentore non Societ" della orientale. Veggasi perci", terzo del Giornale nel volume
concetti di dottrina

zoroastr"ana, di

un

libro

Asiatica

una italiana,

dotta scrittura del De

Gubernatis

stabilmente il quale, incontrache si

secondo
verso

noi, dimostra
colloca

che

la bella montagna

dislaga

il cielo, non mussulmana

" altro che il monte

dell'isola di

dizione Ceylan, sul quale la tra-

appunto il paradiso terrestre e mostrala sacra Secondo ci" non sarebbe. del piede di Adamo. Allora, Iddio ne orma altri, sa quando s'incontrano in questioni meglio di noi, diremo coi Mussulmani
controverse.

LE

S(".MI(iMAN/K

LE

HELA/.IOM

TliA

I.A

l'OKSlA

l'KIlSIANA,

ECC.

465

5. Le

somiglianze

nelle

forme

poetiche.

Occidentali frequenti degli con quelli, quando ritornavano dall'Oriente denari e derrate soltanto quando nel loro paese, riportavano soltanto quand'eranocrociati, mercanti,o cicatrici o soltanto annunzi erano conversioni andati di ilVangelo. Roma a predicare a quand'eranomonaci, " certo che portarono di l" molte altre cose, perch"i mei'canti genovesi, veneziani non eran tanto chiusi dell'animo e della mente amalfitani, pisani, in patria che, apprese le linguedell'Oriente, non ne riportassero (jualche
non

71. Poich"

possono negarsii commerci si pu" domandare davvero se gliOrientali,

bel racconto; n" i della fede,che morale


e non

francescani predicatori

domenicani

tanto

eran

zelanti

non a qualcheapologo potesserodare ascolto, per ritenerlo, s" libro celebrato della con o portassero leggessero qualche

n" sapienzaorientale; per

i crociati di tutta

Europa

tanto

erano

invasati d'odio

e piacere gliinfedeli che non potessero ascollare con ammirazione d'amore stati rozzi fino a quel tempo, e ricevere, canzone essi, cjualche costume nuovo e gentile. Ora, se per vie poco conosciute a noi ci qualche le favole le novelle venire e e dalla Persia i pi"bei sogdell'India, poteron getti

della filosofiaaristotelica, d'amore; se i postulati stata guadei Mussulmani di panteismo e di misticismo, per mano e dei dottori in Occidente ad attizzar la guerra della Chiesa con l'eresia, ebrei vennero dubitarsi come si vede ragioneperch" certe forme esterne, non possa ancora dell'arte di siano poetica quei tempi, peculiari pur venute dall'Oriente. in mai sostanza la della forma, che tanto non Perch", arte, pu" separarsi di questa,in certe migrazioni di quella, serbi alcuna ne quella pure non del
romanzo

traccia manifesta. Anzi " condizione essenziale della sostanza s" la forma nella

il trar

con

la sua veste proquale essa sostanza ebbe da principio pria Jichiarar e genuina. con un Cosi,peiesempio ovvio questo nostro la vecchia favola indiana, dettata sempre con istile molto artificioso pensiero, laddove si descrivono luoghiameni e ridenti, o cose nuove e leggiadre, devon forte imprimersi 0 luoghie persone di cui i segniparticolari nell'animo di chi legge; la vecchia favola indiana, non diciamo, pot"andar s" questo tratto partilontano,come con and", se non a patto di menar colare ed essenziale della
sono poche eccezioni, sua

forma. Per" artificiosissime nello stile, fatte

zioni e artificiosissimein certe descripersiane, in questo particolare sono un quasitutte le novelle nostre, recanti, antica e lontana. Ora adunque trattasi segno manifesto della loro origine di vedere, in questa partedel nostro scritto, se pure qualcheforma poetica " venuta a noi dall'Oriente, dell'arte se qualche modo o atteggiamento " medievale di che intanto non ma orientale, poetica origineclassica, cercheremo se tale o tal altro genere letterario ne porta qualche traccia tutto cotesto e per quali ragioni pi" vera e manifesta di qualche altro, ci si dia fede maggiore, vogliam possa essere avvenuto. Ma prima, perch"
recare

le novelle

innanzi
30
"

una

testimonianza
della

molto autorevole.

Pizzi, Storia

poesia persiana, voi. II.

4(56

CAPITOLO

NONO

72. Federico Diez, nel


ha
notato
come giustamente

suo

libro sulla la vecchia


e e

dei trovatori, poesia dopo die popolarepoesia di Provenza,


consentanea

dei saUimbanchi, dei mimi quella


rozza e

dei menestrelli, era

all'indole

ruvida di
"

in questa queitempi anteriori all'undecimo secolo,seguita


con

maniera:

l'andar del tempo erasi inavvertitamente mostrato nuovo un certo fenomeno periodo nella storia per il quale ha principio della nobilt" del Medio Evo. La ruvidezza che era stata il segno peculiare Soltanto

sino all'undecimo vivere

secolo, si addolc" d'un


e

tratto

cedette ad
a

un

modo

di nei

castelli dei
noto

pi" gentile e principi


nome

intellettuale che

omai

incominci"

dominare

dei nobili. Attesta la storia che questo

stato era cavalleresco, intorno alla met" del secolo undecimo, dall'ordine formale

sotto il

di costume

ingentilirsi, gi" apparecchiato,


della cavalleria
"

poi interamente

confermato

come questo, che che nella poesianon mostrarsi senza

per opera della prima crociata. s" un'et" nuova, conduceva con destasse
uno

Un fenomeno
non

poteva

novello. La spirito ci" che volevano

poesia

dei cantambanchi i qualiomai


sorse una

non

era

pi"
un

atta ad appagare

i nobili,

gusto poetico pi" fine, perch"allora soltanto della che,nata dallo spirito pi" artificiosae pi" i-affinata, poesia
desideravano
essa
"

Appunto nella Francia potentemente. meridionale essa apparve per la prima volta. Soltanto questa terra illustre, che superava quasi d'un cielo sempre da tutte le gioie sereno, rallegrata
in buono stato e in interna d'Europain cultura, provincie che qui appunto, pi" che altrove cavalleresco, pace, fu la culla dello spirito della al diletto per lo splensi congiunse ai godimenti vita, dore, e pi" presto, s" in le condizioni necessarie della culto al donna, e per" congiunse delle Crociate,lo spirilo della poesiaartistica.Qui appunto, al principio cavalleresco era gi" cresciuto fino alla sua piena maturit",e intorno a poesianei tempo vediara gi"impressoilcarattere di quella quelmedesimo L'anno 11 40 pu" appunto versi di Pietro Rogier e de' suoi contemporanei. Se non che noi possiamo i nformarsi di l'et" del essa. peculiare segnar riandarne indietro la storia anche per pi" decine d'anni. Le canzoni del di Poitiers che tra i primi prese la croce, fanno rinomato conte Guglielmo
tutte le altre
"

cavalleria, oper" poi su di

veder

nel quest'arte

momento

del

suo

nascere

consciente

sforzo per Un'antichit" grande....

recano l'artificiosit", della maggiore poesia artistica non

in quanto esse, oltre il l'improntad'una semplicit"

possiam noi

determinare, perch"nessun'altra circostanza vi accenna, e itrovatori stessi, ricordano non essi che tanto spesso si riferiscono ai loro predecessori, E ancora: alcun altro poeta pi" antico di questo a noi conosciuto "". da qual ceto " uscita questa poesia d'arte. E viene innanzi la domanda "
"

Certamente

vi hanno

dato l'occasione i nobili, non


aveva

solo mediatamente, in Cotesto viene

del ceto alto quanto appunto lo spirito anche immediatamente col farne udire stabilitodalla storia, perch"ambedue Poitiers
e

prodotto questa poesia,ma

il

primo

accento.

i pi" antichi

il Conte di poetiartisti, di Ventadour,

il contemporaneo

amico

suo, il Visconte Ebles

LE

SOMIGLIANZE

LE

UELAZIOM

TRA

LA

l'OESLV

l'EUSL\NA,

ECC.

4"i7

appartengono
nobili
nuova e

dei questo ceto. Se non che la gente che era a' servigi che viveva nelle loro corti, ben presto di quest'arte s'impadroni
a

di

poesiae cant"

intanto che per tal modo grazia ; e questa gente fu ad


essere

tanto

73. Donde

e delle sue protettori protettrici, un espediente per entrar nella loro che ebbe ridotto quellaappunto poi questa poesia un'arte quanto una [uaniera di guadagno abbia prese le mosse, se non suol dirsi, come l'ispirazione aveva

le lodi de' suoi trovato

"

questa poesia nuova,

non

bene

si vede

ancora;

non

per" dalla

vecchia
a

poesia classica,trovandosi
sentenza

che appunto il Diez, che pur conosceva la poesia trovadorica,quando parla di certe forme poetiche, esce

fondo in
una

generale che risguardatutta la poesiaprovenzale,dicendo che nulla di pi" che sconosciuta. Del a questa poesiaprovenzalela classica era vedremo trovadorica e certa poesia resto se, come appresso, tra la poesia orientale gi" in fiore da tre secoli non vi sono, e se poche somiglianze al delle Crociate si deve riferire movimento nuovo quel appunto tempo attesta il Diez, i pi" caldi poetico a cui avanti si accennava, e se, come cantori delle Crociate furono appunto i trovatori provenzali che quasitutti
presero la croce, da s" la domanda Cio"
se a

questo punto necessariamente


che ci slam fatta al

inevitabilmente

ritorna

del presente paragrafo. principio ebber

trovatori che fossero,come nobili,principi, questicrociati, lo di splendore


ne

veduto

certe corti d'Oriente


con portai'on

gustato alcun che di quella


con

poesialontana, non
una nuova

s"

qualche traccia
tutta

cui iniziarono
e

poesiavolgarenel loro paese,

aulica artificiosa,

giana, corti-

E intanto insieme per

perch" dimenticheremo
e

noi la

Spagna e
e

il lungo abitarvi di

tanti secoli

l'andare

di Cristiani e di Mussulmani Provincie, sappiam quale citt" di Spagna si lamentava sapeva


e

il ritornar di qua ? " noto che un che

l",per quelle arcivescovo di non


al

ogni dotto

tempo

suo

canzoni d'amore in arabo, intanto che trascurava la Scrittura compor le opere dei Padri ; ed " nolo, e lo dice il Mariano, che anche i

di quel tempo sapevano cantare, in Ispagna, in arabo e involgare. pescatori " poi certo che battezzati e circoncisi non sempre si combatterono; anzi, nelle tregue frequenti, ebbero tra loro e colloqui e ritrovi comuni, onde la corte di qualche principe cristiano in Occidente e qualchealtra trapiantata in Oriente troppo dovettero formicolare di guerrieri cristiani e di di monaci di dottori e ceni, maomettani, di trovatori e di poeti sarapagani, in nulla dovesse si dare e perch" nulla, proprio prestito prendere scambievolmente. che pi" dovettero prendere, Anzi, in questo caso, quelli furono i cavalieri di Cristo, duri e incolti, tornaron che, venuti rozzi, poi a casa ingentiliti, pienid'ammirazione per il lusso e le per lo splendore, delizie dei principi d'Oriente.

74. E

tanto

ne

furono

ammirati, che tutta,si pu" dire,la letteratura

occidentale

quel tempo risuona delle lodi del pi" grande dei principi di Saladino, il pi" generoso e illustre signore, considerato come orientali, il pi" magnanimo e gentil la medicina s'insegnava cavaliere. Intanto, come

di

""G8

CAPITOLO

NONO

da dottori mussulmani

nelle scuole dell'Italia meridionale, e per ilre Ruggiero libri di geografia di Sicilia si componevano in arabo, e la poesia
era

araba

tanto venuta

intesa in tutte le corti meridionali

d'Italia e di

Spagna, e

in voga, che il Petrarca,infastidito, dovette dire ch'egli tanto era odiava gliArabi e i loro poeti;e glieretici di Provenza,come il osserva

Mussulmani, e i Valdesi tutto questo, procedevanodai lontani Manichei di Persia. " impossibile che nell'arte e nella poesia, in tanto stare insieme,si sia senza ripetiamo, scambievolmente? che " pi"importante da notarsi, dato e preso Quello poi si " che, posto che ilcambiarsi improvviso delle corti austere di Francia e ritrovi cada nel tempo delle Crociate quando di Provenza in allegri e gentili le corti d'Occidente appunto pi" immediato era ilcommercio con l'Oriente, in quanto imitano quelle d'Oriente. Anche le corti di Federico si cambiano di secondo piantate trae Manfredi, pi" tardi, saracene parvero corti veramente
con e

Bartoli,erano

in commercio

di idee

Ebrei

in Sicilia e in Italia.

75. Del resto, ognun

sa

quanto splendidefossero le corti orientali.


l'antico e fiero e
rozzo

Quando

i Mussulmani,

smesso

costume, ravvivarono
Ghasna

la vecchia

cultura

in Bagdad persiana
e

al tempo

degliAbb"ssidi,e quando
nel Kliorassan
i
e a

dei S"m"nidi la corti persiane


con gareggiarono

dei Ghasnevidi

quelladi

Bagdad,l" si raccolsero

del migliori ingegni

tempo. V'erano
di
e e poeti

gare di sapere nel cospetto del potente signore,tenzoni di filosofi, intanto che la maggior tolleranza le promosse dispute V'erano feste
con

mantenne.

canti

danze

di fiinciulle, con

letture di

di canzoni laudatorie; poi improvvisar di epici, enigmi,e giocardi scacchi,e cene e conviti di dramme d'oro a chi mostrava e manate e doni di vesti splendide festosi, ingegno maggiore.

poesied'amore,

di canti

e indovinar di poeticortigiani,

76. Veggasi ora


lo anche i mussulmani

ci" che fecero le corti occidentali, venute Ammisero


tosto

conoscere

splendoredi quelled'Oriente.
come e e

poeti e dottori,alcuni

fecero le corti di Sicilia e di


i cantori cantavano,
e

Spagna; e
e

intanto le dame

vi recitavano lor versi poeti


e

i cavalieri

giudicavano, c'eran tenzoni

e feste, e giuochi e insomma disputesottili, ogni maniera di divei'timento profano.Ecco intanto ci" che dice, seconda Vidal in una novella: " Sire Ugo di Mataplanatroil Diez, Raimondo sua

vavasi assai bene


e

in

sua

casa, cii'condato da
e e

cavalieri ; vi potenti

si

giava man-

vi si dava

dama

su

l" per le sale si giocavaagli scacchi e a piacere, qua verdi, rossi e azzurri. Graziose donne erano e tappeti presenti,
era

e gentile

cortese

il trattenimento. Ecco, l" entrava

un

cantor

di

voli piace-

vestito ; dal modo con cui egliandava incontro al leggiadramente Allora egli signor della casa, si vedeva ch'egli sapeva ben comportarsi. in varie guise la compagnia ". E innanzi dei canti e rallegrava recava
cose,
"

Arnaldo

Marsan, sempre
"

secondo

il Diez,descrivendo nella sala


a

una

festa di corte,

cosi diceva:

Noi ci rendemmo
e

ad ascoltarvi canti

a scacchi e a dama, giocarvi dei qualimille furon recati innanzi, racconti, porgen-

L":

SOMHILIVNZK

LK

DELAZIONI

TUA

LA

FOKSIA

PERSIANA,

ECC.

"G9

dovisi molla

attenzione. Cosi noi diii'amnio fino al trannontar chiamati


a

del

sole,

quando
appunto
anche

fummo

desinare di

che scriveva Alfonso decimo


ne

nella gran sala "". Leggasi ci" ancora nel Giraldo che Castigiia, 1275, a Riquier

come

corte, venga

e ai trovatori, e veggasi giullari il dotto re poeta, nel definire gliufficidi questi in e di quelli ricordando molti dei costumi cortigiani d'allora che perfettamente con

intorno ai l'aveva richiesto,

consuonano

quanto abhiam

pur detto

or

ora.

77. Giuocavasi adunque, nelle nostre


allora degliscacchi,
tanto

corti, scacchi;ma agli


venne a

il

giuoco

gradito, appunto

noi dalla Persia che lo


il grande;
e

ricevette dall'India nel sesto secolo,regnando Chosroc


sene

veggadi Firdusi. Gli stessi nomi che vi la storia dell'invenzione nel poema si riferiscono, tra i qualiscacco son quasi tuttiorientali, (inpersianoshah)

e scaccomatto re significa per l'appunto,

{sMh-m"t;

mot

" arabo ad
arco

fica signicui

mor") vuol dire

?7

re

" morto.

Anche

glistromenti

con

i cantori nelle corti nostre, vennero si accompagnavano loro intorno al secondo Gastone Paris,dai cantori e dai musici arabi, decimo secolo, forse

di
come

Spagna, che prima


da

li avevano

ricevuti dalla Persia. Anche si solevano

in

Persia,

suonato

col violino noi, le canzoni accompagnare lirico dell'undecimo con l'arco;per" Fakhri,un secolo, persiano
:

d'amore

cosi dice in alcuni versi citatidal VuUers

Un compagno che bei concenti vogl'io suoni di ch'io con Sappia giga, poi, per D'aho
e

ililiasso, l'amor mio commenti.

E notisi intanto nel

tecnica di alto e di basso che " pur tale e quale l'espressione


non

persiano.Anzi

vogliam lasciare
del Medio

di

osservare

ancora

come,

nel

musicale linguaggio col medesimo


e

nostro

verbo, come

si esprimano Evo, ginocaree suonare anche oggi si pu" vedere nel francese, nell'inglese

nel tedesco,trovandosi

violino dei di

anche, quanto al tedesco,che ilsuonalordi volte designatocol nome Volker, vi " spessissime Nibelunghi,
e suonatore. giuocatore significa g'mocare e anche e

ad un tempo spilmanche significa

Ora,anche
suonare,
e

nel

persiano il verbo nwdMitan


arabo

forse ilverbo
essere

lail)a che ha pure questo significato potrebbe doppio, l'intermediario traduttore tra il persiano e le lingue d'Occidente.
e lo dice il dall'Oriente,

Anche

il liuto ci " venuto


con

nome
e

stesso

che

"

arabo, al-"d
e

l'articoloal,donde

lo

spagnuolo a"aud

?6?^^o l'italiano

liuto. 78. E

costume
a

per", tenendo e come profano,


cambiar

tutto

questo dinanzi alla mente,


dalla Chiesa, venuto riprovato

tutto

questo

tale

mente improvvisa-

la vita delle corti di Occidente c'indurrebbe


a

fortemente Crociate, dall'Oriente. mussulmane


e

pensare la Perch",cei"tamente, pompa e lo splendore di quellecorti d'alti dovettero far stupire i nostri cavalieri; e alcuno di loro, la magnanimit"e

intorno al tempo delle che esso sia venuto d'un tratto

nobili

vedendo sentimenti,

grandezzad'alcun principe

470

('..M'ITOLO

NONO

mussulmano

(e di ci" vi

son

mille aneddoti

sparsiper

tutte le scritture del

tempo), ben dev'essere stato acceso di forte desiderio d'imitarlo dispensando e festeggiando e donando largamente,accogliendo poeti e uomini mostrandosi tollerante verso gione. qualunque forma o abito di relid'ingegno, e incolta sempre E, del resto, " pur leggestorica che la gente rozza
ad altra gente pi" colta e civile, anche di quel tempo se nemica; e, d'altra parte, il mutarsi del costume cortigiano appunto pi"facilmente pot" farsi perch"ristrettoalla corte, dove poteva ci" che farsi d'un tratto,
non

impara molto

dal trovarsi accanto

si sarebbe d'un
essere

potutoquando

avesse

dovuto

biarsi cam-

tutto intero il costume

popolo.
cortigiana, dopo quel tempo, in in Oriente fu cortigiana tutta la poesia
nel
senso

79. E la
mussulmana.

poesia

non

pot"

che

Francia,in Provenza,in Italia, come


E d"ciam mussulmana

che abbiam

determinato

nel

tutta comprendendo con quel nome primo paragrafo di questo capitolo, di la poesiadettata in lingua di di di Persiani, Siri, Egiziani, araba, Arabi, di Siciliae di Spagna,e poi la persiana di Marocchini,di Mussulmani priamente proEssa era cortigiana tanto perch" non detta,dettata in persiano. in corte quelli che la coltivavano, vivevano quanto perch" animata tutta il lontanissimo e cortigiana e allenissimo; quanta da idee dalle quali popolo era la della le era medesime, quale ragioni poesiaprovenzale, pure, per cosi assai fu dice ilGraf La " giustamente: poesiaprovenzale, una appunto dal principio alla fine. Nata e poesiaessenzialmente aulica e cortigiana, cresciuta lungida ogni popolare influsso, nutrita di sentimenti e di idee che non furono, u" potrebbero in nessun essere popolari tempo, essa rifugg" natezze dal fu sol delle cerc" ilfasto e le raffisolo e corti, popolo,e sempre vaga del viver signorile ". E veramente, e cortigianesco per non toccar che un punto solo,anche l'amor mistico dei poeti d'Oriente e d'Occidente, tutti que' suoi pensieri sottili tutto quel suo con e reconditi, con linguaggio che frutto di certa scuola artificialedi e figurato, come non era allegorico di cos" di e intendenti non idee, dottrine, pensieri, |)otevatrovar interpreti

che in

cerchio di gente molto angusto. 80. Perch" l'artificio molto studiato e lambiccato
un

"

qualit"peculiare

di tutta molto comuni l'amore


traeva
a

Essa, in Oriente questa poesia.


e

in Occidente, si mostr"
come era

uniforme
e

convenzionale,
gran
il vero

costretta
e

sempre ad esprimerconcetti dell'amore. E quelli


e

gi" da
era

tempo fermati
amore,
ma

come stabiliti, un

non

s"

che
un non

di vago
trovatore

d'indefinito che di Provenza


e un

vanamente

e a delirare sospii'are

mistico d" Persia per ci" che essi medesimi E perch"quei concetti erano comuni e non per dir qualche cosa all'uniforme concetto architettati in

di suo, trovar frasi e in maniera non ripetuto

n" conoscevano. sapevano del poeta,doveva pure ilpoeta, parolenuove; da ci", accanto

pi" udita,la rima

il verso

Se la rima fu artificiosa foggiatutta nuova, strana e difficile. in Occidente, che talvolta consta veggasila rima dei poetid'amore persiani, di due
e

anche

di tre

talvolta difficilissime, e dovette parole,

aver

dato

472

CAPITOLO

NONO

di

aver

occhi propri, e di avere una guardatocogli oggettivata La sua arte poetica !o lega, lo stringe. lo avvingiiia, Un in codeste anime

sua

sione. impres-

sentimento amerebbero

della natura
tanto

c'",perch" se
il sentimento

non

ci fosse, non

deve tradursi al di fuori nell'opera quando le regole lo uccidono,ci" uccidono di soffocazione. Cosi d'arte, avessero profondo presso a poco " dell'amore. Dire che i trovatori non
"

di descriverlo. Ma

il sentimento

dell'amore,sarebbe

cosa

assurda

smentita

dai fatti stessi

l'amore essi rimangono sempre della loro vita. E pure anche nell'esprimere lo guardano solamente nei suoi caratteri essendentro un formulario, ziali come
e a e si direbbe generali,

fosse un La personificazione l'amore delscrivere, " continua,e par quasi necessaria; e cosi personificato, questo sbiadito amore ferisce parlae si muove sempre secondo certe l'egoledate; il ferisce col " colla lancia, e via di seguito, dardo, dispensatore d'ognivirt", s" a senza verit", stesso,monotono, senza calore, decrepilo sempre eguale nella freschezza deglianni, tisico nella pienezzadella vita. I precetti, le dei tratticaratteristicidella poesia teorie sulla natura dell'amore sono uno trovadorica. L'amante deve essere la donna che e discreto verso paziente
"

che esso, invece di pretesto alla loro poesia.

un

sentimento

che li muove

ama;
sue

il dovere questa discrezione gl'impone


non

di

non

nominarla

mai

nelle

di poesie,

fare ad

essa

allusioni

Quindi l'essere amato


la donna,
non una

prometterla. troppo chiare che potesserocomdal Irovatoi'e non " una donna, ma "
un

tipo uniforme, sempre stessicolori, stessiepiteti, che ha sempre cogli dipinto sempre chianjato cogli fisiche e morali. Essi stanno sempre sulle generali, le stesse qualit" non mai a pitture discendono non essere un particolari, scolpiscono umano, nella che la tra schizzano d" donna il mezzo ma e penombra un serafico, di di che ha i n cui il nebbioso, aereo e cosa non palpiti, qualche sangue in cui la vita L'idolo che " suratamen non non s'agita. invocano, corre, sempre smipersona timido
e

determinata, ma

al di sopra delle cose terrene. Come esso, l'adoratoi'c" sempre ilpi"tenue modesto, e non chiede che uno sguardo o una parola, ad ogni verso della canzone trovadorica,si sente ogni strofe, ha traversata l'anima del che ilpoeta comj)onimento non j)oeta, ha voluto
cessare

favore. Ad che il suo

anzi scrivendo Tutto


esce

di

essere

uomo cuore. manca e

per
Il

non

essei'e

che artista.

dalla testa, poco o niente dal la soggettivit" del sentimento ma finissimo,

magistero dell'arte "


".
"

82. E il Graf
amore

non

meno

acconciamente

pi" italianamente:

Un

tutto

natiu'a abborrente

tutto correttezza e comj)ost(V.za, soavit",tutto eleganza, jier da ogni esagerazione da ogni violenza, da ogni stoi'tura,

di di

ignaro dei passione,


un e

moti formidabili che

Werther

sua,

ricerca una Otello, i poeti provenzali una diedero ne


o un

di

possono sconvolger l'anima veste che si confaccia all'indole all'amor loro

quale

non

si

sarebbe in

potuta desiderai'e

pi" acconcia.

Molti dei loro canti,e le canzoni

del soave, son ispecie, capolavorid'arte mirabili. Sotto la ispirazione sentimento, il verso si pondera con istudiatissima corretto,elegantissimo

LK

so.mi(;li.\n/.k

lk

hki.vzio.m

ima

i.a

l'OKsiA

i'i;hsiana,

kcc.

473

si intrecciano, si rincorrono simili a economia, le rime si affrontano, schiere di danzati'ici, il concetto si riquadra nelle profilate membrature,

che compiono illeggiadro le strofe si compartono in simmetrie ciistalline, fanno in sugli d'uno stipoprezioso le figuregeocome edificio, sportelli metriche nell'avorio e nell'argento E ancora: L'antichit" ". intagliate che implica il concetto di fattui'a o di dato alla poesia un nome aveva " colui che creazione: il poeta fa o che crea. quel Appo i provenzali " il " da verbo. mutato suo mutazione e nome un luogo occupato Questa " senza in dei'iva non qualcheimportanza, giacch" parte da un'alterazione
"

""

di concetto esercizio di
trova.

di denotazione.

Trovare

e trovatore poesia,

vuol dire in provenzale fare {trobar) accusativo trohador)" colui che (trohaire,

lavorando
e " ora

disdicono ad una non Ora, queste due denominazioni poesia che, intorno ad un tema far altro che cercar non aveva a invariabile, trovar le rime, i modi d'espressione pi" acconci,le forme pi" leggiadre volta che in tutte queste parole fatte pochissimeeccezioni, si possa non ce n'" alcuna che non riferite,
".
"

pi" nuove

Ridiciamo

anche

una

adeguatamente alla lirica persiana, specialmentea quella d'amore; e chi se ne vuol persuadere, pu" leggere. sembrano 83. Gi" abbiam veduto innanzi quantisoggetti da romanzo in Uccidente dalla Persia. Ma non " forse possibile che tanti esser passati abbian potutopassare senza tanti particolari, " cos" lunghil'acconti, e con
che abbian il
recato
con

riferire anche

s" alcuna

reminiscenza
romanzesco,

della forma, tanto


come osservano

pi" che
e

grande movimento
Paris,in

epico
e

il Justi In

Gastone

Persia

in Occidente

"

contemporaneo.

generale,

ogni romanzo
dei due

d'amore, sia orientale,sia occidentale,s'intitola dai nomi

n" qui le avventure giovaniamanti dei qualisi narrano pietose; sar" d'uopo recarne tanti sarebbero gliesempi, tanto son noti per i nosti'i, i persiani, della poesia gi",del resto, ricordati da noi nei capitoli stati volte quei nomi romanzesca e della mistica. Ma sono spessissime scelti per il significato hanno che appunto fra e per certa corrispondenza loro per quel significalo. Perci" i nomi di Fiore e Biancafiore, se non nella loro origine che pot"esser diversa,e quelli di Floriante e di Fioretta,
non

devono
a

esser caso

stati preferiti e usati


i nomi

caso, come

non

dovettero

esser

stati usati

(Sole e Giove),di Hum"y e di Navr"z e Gul (primo giorno di primavera e Felicita), Hum"y"n (Felice tanti altrinomi d'altriromanzi " rosa) e Ora, Gastone Paris, a persiani. di francesi a fferma romanzi proposito quei ch'egli d'origine greca e bisantina (e sono dice le seguenti cose: -" Tutti questi d'origine orientale), romanzi hanno in generale lo stile medesimo e ilmedesimo tono, e hanno la medesima forma che " quelladei versi ottonari rimati fra loro, due a due. Lor principale soggetto " pur sempre l'amore,che, contrastato lungo
e

di Mihr

Mushteri

il racconto, trionfa alla fine.E vi si mescolano


terra
e

avventure

innumerevoli

di

di mare, trasformazioni. 1 poetipoi li hanno incanti, predizioni, trattati destinati alla rivestendoli del colore dei loro tempi. Erano

47-4

(-..M'ITOLO

i\(-NO

e per" lianno cercato in parte di piacereassai di gente alta ed elegante, dei pi" con la pittura costumi, nella descrizione fedele e vivace dei costumi

di

essa

"".

"

Anche

il romanzo sempre

di terra, intanto che che

e persiano " pieno d'avventure di mare la vita di due amanti perseguitati racconta

poi riusciranno a lieto fine. K il poeta, api)unto perch" mandava ad esser letta neglieleganti vi fa pompa sua l'opera convegni delle corti, di cose, di usi,di costumi, di cerimonie, grande di descrizioni line e leggiadre di palazzi, di giardini, di vesti sfarzose, di suppellettili ricchissime, vecchieil colore dei tempi suoi. Perci",lo stesso Firdusi e induce sulle cose che nari'ava le geste deglieroi del bel tempo antico, descriveva, forse corte di Ghasna senza se ne avvedesse, i costumi della splendida ch"egli in cui era accolto; e Niz"mi e Ass"r e Kirm"ni e S"veghi e ogni altro
romanziere narrando persiano, vecchie storie che si dicevano

pehieviche,
come

le corti sfarzose del loro tempo. Ma questiromanzi, francesi di Gastone Paris, son pur tutti condotti col medesimo
vi ritraevano

stile e
posti com-

col medesimo

tono, e, quanto alla

esterna

veste

son poetica,

pur

la forma, quanto loro;perci" al distico e alla rima, " perfettamente nell'altro caso. e eguale nell'uno e nei recenti; Quanto al metro, esso " diverso nei vecchi romanzi persiani i vecchi hanno il che che " metro gli epico quellostesso perch" Spagnuoli chiamano di arte maggiore,adoperato da loro nelle canzoni epiche, avuto forse dagli Arabi che l'hanno in comune coi Persiani. Ma i nuovi, come da Niz"mi in poi,cio" dal dodicesimo secolo in poi, hanno un altro quelli si potrebbe che qui non metro, pi" molle, quasi flebile, adeguatamente Ma ildistico limato resta pur descrivere, e sarebbe anche cosa superflua. fra

in tanti disticidi cui i versi rimano

punto sempre l'occidentale.


84. E

assai notevole

di

tra somiglianza

il romanzo

orientale

l'origine delvogliamo metterci nella intricata questione della rima, veggano i dotti fino a quale et" si pu" alTermar con nostri cominciarono ad avei'la, certezza che i romanzi pei'ch", quanto a i i romanzi dire testi pehlevici da cui son discesi noi, non se potendo l'avessero o non ci appagheremo di notar mente semplicepersiani, avessero, che l'hanno le pi" vecchie e antiche poesie persiane e arabe. Anche la poesiasiriaca, ebbe l'ima; e se [)are pi" antica della persiana, abbia traccia il maggior poeta dei Siri, non ne Sant'Kfrem,che l"oriintorno alla met" del quarto secolo,qualche poeta posteriore ne ha alcun esempio forse fu di imitazione Perch" trovasi o un evidente; carme degliArabi. Antonio l'elore, siro diTecrilin Mesopotaniia, vissuto nel settimo monaco i suoi calunniatori, l'esoi'dio del quale " secolo,scritto da lui contro tutto di senari rimati fra loro,quasi sempre due a due. Se poi si dovesse credere a qualche dizionario persianocitalo dal Vullers, anche il celebre musico B"rbed che visse ai tempi di re Khusrev Parv"z, cio" al principio del secolo settirno, canzoni epiche regiecon la rima. Quando componeva

poich"noi

non

ci" potesse veramente

l'uso della rima accertarsi,

si riferirebbe niente-

LE

SOMIGLIANZE

LE

KELAZKIM

IKA

LA

l'OESIA

l'EltSIANA.

E(X.

47.')

meno

che ai

tempi della

letteratura

L'Avesta,nel testo zendo, ha teuipi. evidentemente, che tuttavia


come

o almeno pehievica, non poche assonanze

agli ultimi suoi diate qua e l",sturime


vere,

non

possono

considerarsi

tali non 85. N"

anche

possono nei classici grecie latini. dai Greci, n" Evo

consideraisi

quelleassonanze

che pur s'incontrano nostri del

dai Latini " venuto

ai romanzieri

Medio

il disegnoesterno, perch"cos" lo per tante

chiamiamo,
erano

dei loro

poemi,
o

allorquando,distribuendolo
recitazioni orali in Iddio
e

invocavano racconto ad pubblico, la Vergine, gliAngeli e i Santi,e piamente poi conchiudevano, alla stessa invocazione
e

partiquante del ogni ripigliar


invitando

le letture

le

ritornando
cantare. in
e

gli uditori ad

un

altro

del poema, ponevasiuna acconcia introduzione Anzi, a principio dicevano le del comporre cui s'invocava e lodava Iddio, poisi ragioni mai si la attingeva dolce istoria da
narrare,
e

donde

il

perch" della

scelta, non

graziososignoreal quale il racconto, il gaio poeta soleva laboriosa era dedicata. Seguitando l'opera recondito di ci" che narrava, far risaltar di tanto in tanto il significato mostrando che alcuna volta tutto poteva intendersi per allegoria, ora ora si Iddio al di morale, e sul finire ringraziava e volgeva suo ragionando il volta metteva nome e la data. ancora e qualche mecenate, proprio " proprio tal quale anche dei Tutto questo modo d'ordinare il poema di Dehii, romanzi persiani. Firdusi e Mz"mi, Kirm"ni e Ass"r, Khusrev e lodano S"veghie Gi"mi, e tanti altri, sempre invocano Iddio da principio i suoi primi compagni; dicono poi la ragione del loro poema Maometto e l'abbian essi con e chi l'ha fatto loro comporre e qual fine composto, il magnificosignore da cui sperano favori intanto che lodano e incensano ad ogni canto, anzi nel canto Niz"mi poi pi" di tuttis'interrompe e grazie. del di morale, per toccar stesso, per far lunghe e patetichedigressioni il loro nome e la del racconto. Tutti poi pongono allegorico significato l" i pjemi persiani di ci", son data negli ultimi versi. Per persuadersi quali
sono,
e non

dimenticando

mai di far le lodi del

c'" che da scorrerli. c'"


un romanzo

86. Ma

l'Ameto italiano,

del Boccaccio,che

ha

una

nel disegno,col nel soggetto,certamente so non singolaresomiglianza, di Niz"mi, le Sette Belt". Nel quale il melanconico poeta romanzo persiano di

Gangiaracconta
sette

come

il re Behr"m

avesse

fallo fabbricare

un

bellissimo

palazzocon
diverso. Il ciascuna in

ornato pianeti,
re un

quartieri, posto ciascuno sotto l'influenza d'uno dei sette di color ciascuno di drappi di diverso colore e di gemme Behr"m, giovane cacciatore,ha fallo collocare nel palazzo, e ha sposate, sette giovaniprincipesse ch'egli quartiere,
reca

ora, tornando

dalla caccia,si

per sette

sere

visitarlead ciascuna

una

ad una,

vestilo, ogni sera


stesso

di colore diverso, intanto

che

" vestita dello

di quello stesso colore. principee trovasi nel quartiere ciascuna gliracconta una storia d'amore, fmita la quale Allora, particolare colore del
essa

fa

del l'elogio

colore che

essa

veste, dicendo, per

del quella esempio,

iTC)
rosso

CAI'ITOLO

NONO

che il

rosso

simboleggia il sangue,

gote delle belle fanciulle. p]ccoci ora " perfettamente eguale a quellodell'Ameto,nel quale appunto si racconta di Ameto, giovane cacciatore, allevato nei boschi,come Behr"m nei deserti mora s'innad'Arabia, fra glieserc"zi della caccia e delle armi. Anche Ameto di sette donne bellissime, vestite ciascuna di coloi- diverso,ciascuna
delle

la porpora dei i-e. la rosa, le dinanzi un disegno di racconto che

storia d'amore. Dicesi che i nomi delle poi una donne di Ameto simbolico,rappresentando le tre virt" significato le cardinali. e Ora, anche ilromanzo e Niz"mi teologali quatti'O persiano, mistica anche nei suoi romanzi, " gi" inclinava fortemente all'allegoria nei nomi delle sette principesse, ed essi hanno pure significato allegorico morale. Ma ci" che pur fa meraviglia, " la circostanza dei sette colori nell'uno e nell'altro romanzo. Nell'italiano, questisette colori non hanno il Boccaccio deve aver di alcuno, e significato seguitoquesto particolare forse il non intendesse senza ne sappiam quale sua fonte, ch'egli perch"; ha ben ragionedi essere, perch"si riannoda, esso laddove, nel persiano, vecchio sistema astrologico a tutto un e per la dottrina dei sette pianeti, N" l'esempio di un edif"cio a sette colori " il solo in Oriente, religioso. il re Deioce facesse cingeredi sette trovandosi che Erodoto racconta come citt" di di la Ecbatana, volendo simboleggiarvi dipinte sette colori, mura, i sette pianeti;e che l'architetto Simn"r, come Niz"mi nel racconta le Sette Belt", aveva romanzo un palazzo proposto al re di Hira di fargli ciascuna di color diverso. con cupole, 87. 11 disegnoadunque e l'orditura dei due romanzi sono anche eguali liberamente studi e lavorando se il Boccaccio, seguendo l'indole de' suoi il da uomo di genio e non da copista, di rienipi racconto principale Ilriadi e di altri particolari della poesia classica pastorale; il disegno ma " strano laddove nel persiano nel suo romanzo, ciamente ogni cosa si trova acconal suo ha attinto a Niz"mi, posto. Non diremo tuttavia che egli sebbene Niz"mi, morto nel 1203 dell'Era nostra, glisia anteriore di pi" di un secolo e mezzo; da qualche vecchio romanzo se Niz"mi toglieva ma, i l Boccaccio indubbiamente doveva a qualche alli'o attingere pehlevico, dente. col ])ersiano, racconto che, venuto da una stessa origine era passato in Occi-

qualigli racconta
hanno

Del resto, il l'omanzo

presto,trovandosi gran parte lo riassumeva


88. Passando
la
canzon ora

dovette passare in Occidente assai che Ibn Zafer,in Sicilia e nel secolo decimosecondo, in nel

di Behi'"m

capitolo quarto del


la

suo

i Conforti politici. libi-o,


dire die tra di |)oter persiananon trovasi

alle forme

ci sembra liriche,

d'amore

provenzale e
e

ghazela d'amore
in alcuni

alcuna

anche somiglianza,perch",

se

idee intorno all'amore


con

in certi modi

in certe punti,massime trano di esprimersi, gliOrientali s'incon-

che sempre
di fu

slessa dell'amore gliOccidentali, tulio ci" si deve alta natura si esprime allo stesso modo anche nella maggior lontananza d'amore persiana, Poi,la ghazelache " la vera canzon tempi e di luoghi. coltivata e fioriquando i possibili scambi tra Oi'iente e Occidente erano

LE

SOMICLIA.NZF

LK

f.KL

\/.IOM

TUA

LA

l'OESLV

l'ERSLVN'A,

ECC.

4-77

quasi cessati e la poesiapersianagi" coiiiinciava a declinare. La forma invece,die fu in onore grandissimoin tutta la poesiaaraba e perlirica, siana dal settimo e dall'ottavo secolo in poi,fu la qas"da,andata poi in disuso quando la ghazela cominci" a fiorire. Con la qas"dapertanto crediamo il sirventese delle nostre letterature, che abbia molta somiglianza alcuni punti molto particolari, esclusi pur sempre tutto ci" che perch", si pu" dire anche della qasida.Il sirventese, il Diez dice del sirventese, delle pareti domestiche e lo menava dice ilDiez,traeva il poetadall'angustia sulla piazzao nel campo, laddove eglidoveva o difendere il giusto o 0 sostener assalir l'ingiusto o e la difesa della qualche fazione o far l'elogio
stessa
arte
sua.

Perci"

pu"

considerarsi

il sirventese

come

una

voce

chiara

e tempi,intanto che per esso il poeta" come posto in un al dei di donde viene certa fidenza conluogo pi" alto, contemporanei, gli sopra

fedele dei

loro amico, consigliere per trattar da parie paricoi grandi come difensore. Anche serviva ad alti uffici, e il poeta lo mandava cuno per qual-

acciocch" meglio e pi" presto alla persona cui esso era rivolto, Per" questo genere poeticooperava ampiamente e largamente, toccasse la meta. toccando tuttigli s cendendo dall'accento talvolta, argomenti pi"gravi, solenne di maestro

morale,

quelloacre

passandoanche al pianto funebre per la morte n" " raro che grande sventura pubblica; qualche
come

pungente del satirico, di qualche potente o per


e

vi si

anche d'amore, parli del sirventese della

per occasione

fortuita. Tutto cotesto,

cotesto

dice il Diez

tutto e provenzale; La qasida. quale fu

soggiungiamo noi, pu" dirsi anche

per trattar di alti afTari in pubblico, pure adoperata di qualche nelle corti, nel cospetto come principe, quando il poeta arabo

quintosecolo tolse a difendere con una qas"da,nel cospetto di H"ra, una dei Bekriti contro i Taghlebiti, di un principe causa e come Anvari mand" amico una suo quando il poeta persiano pietosa per un qas"daal signore di Samarcanda, supplicandolodi liberare il sultano dei Ghuzi. La qas"da lodava, qualche volta anche prigioniero Sengiar, e piangevala morte di troppo,i grandi e i potentie dava loro consigli, grande o lamentava qualchepubblicasventura, come quando con qualche e con Saadi, nel 1258, piangevala presa di Bagdad fatta dai Mongoli,
del Gebeli lamentava le vittime di
un

Al-H"rith

terribile terremoto v'entrava


non

che

distrusse la
era

citt" di Tebr"z

nel 104-2. E

l'amore

raramente, anzi
da

"

a luogo comune alquantopi" raro

principio d'ogniqas"dapi" antica,laddove nelle


e

posteriori
non

talvolta "

messo e

interamente della

parte.

89. La forma

del sirventese

qas"da " solenne, lenta,ma

scelto che " pur sempre e contribuisce a renderla tale ilmetro impacciata, rima solenne e grave nella lunghezza nella qasida, con una sua, almeno il che in essa si ripete di distico per tutto ad ogni secondo verso ponimento, comha libert" maggiore.Gi" tra laddove la rima, nel sirventese,
troGuglielmo conte di Poitiers, poesiedel primo poeta provenzale, vansi esempi di sirventesi; la qasida orientale " molto pi" antica, ma

le

478

CAPITOLO

NONO

adoperaladai
Siria
e

Persiani

fin dal

nono a

secolo

fin dai secoli anteriori propria),

Maometto.

dagli Arabi (che " loro Dagli Arabi essa pass" in

in Africa e in Ispagna. Anche si " in Persia, e, di qua, in Sicilia, della parola sirventese o sirventa, disputatomollo intorno all'origine

perch"altri
si cantava
come a

la deriva

dal verbo
suo

servitore in lode del


con

musica

servire, perch"era canto composto dal e altri dice che cosi si chiamava signore, perch" tal di altro canto, al quale essa modo veniva pei-

essa e altri sostiene che cos" si chiam" servire, perch"in origine mato, fu il canto del soldato mercenario, di colui che serviva. Tutti hanno afferma nessuno

ha

provato; e

cotesto

domandiam
senza

di fare anche

noi

mettendo

sopra, non della musica


una

innanzi certa congettura nostra, potendo provare. Considerando


e

che per nulla clnsistiam adun(|ue che alcuna notizia

" pur venuta nel Medio Evo in Occidente, Si^yt'"^y^/a della parola etimologia potrebbetrovarsi nella parola della orientale poesia

di persianazir-hend o zlr-vend, che vori-ebbe dire accompagnamento in persianoa designarela corda pi" sottile nota alta. La parolafir serve musicale,opposta alla vocebeiu,con cui si denotano d'ognistrumento le corde pi" grosse e le note basse. Le due parolesono pure in persiano molto ricordate nel poema di Firdusi, il le canzoni erano quale dice in alcun luogo che, ai conviti dei principi, antiche trovandosi

gi"pi" volte

riferite. le parole or ora accompagnate da note alte e basse, e v'adopera vincolo, legame, L'altra parola del composto, bend (anche vend),significa nelle esprestecnico della poesia persiana, nel linguaggio come e si usa sioni ritornello,designano un e terk"b-bend, che, significando terg"-hend che dato punto, dopo certo f"ssa torna rima e propria a un verso con
numero

l'imati diversamente di versi stabilito,


non

fra loro. Ora, la


ma

parola

zh'-bend dato

si trova, qual ", nei dizionari

persiani;

"

possibilissima,

parole or ora ricordate e data la facolt" ad arbitrio dello scrittore, del persiano di fabbricar centinaia di parole, radici verbali poste alla fine di qualunque parola; e bend o vend con molto frequentenei com" appunto radice verbale che occorre posti. (legare)
delle altre due l'esempio
e non

Tutta questa nostra hanno alcuna prova

non

" che congettura; ma son mere congetture di fatto nemmeno le altre etimologie proposte.

gi" che glistromenti ad arco sono Forse, in favor della nostra, sapendosi del servire, di origine sta la ragionmusicale, pi" valevole di (}uella persiana,
la servit". qualunque sia il modo che al sirventese si |)ossa applicai'e di cominciar si " quello della liricaaraba e persiana 90. Luogo comune la qas"da quasi sempre con una lunga descrizione della primavera. La Gebeli, tra i usarono r^"deghi, Deqiqi, Firdusi (nellepoche sue liriche), del nono Min"cihri,F"ry"bi secolo;la usarono e del decimo poetipersiani duzione d'introed essa serviva come dei secoli susseguenti; e S"veghitra quelli mente acconcia,dalla quale poi, colto il destro, ilpoeta passava bellaMa essa, come ricco e graziosomecenate. era a far le lodi del suo voluta e d'artificio, non cosa procedeva da alcun intimo sentimento, e si

480

CAPITOLO

NONO

giorecol
secondo

nostro

contrasto

che

forse " anche di cui ci ha

di

il Bartoli, il contrasto de Riva milanese

pi" umile origine. Ecco; lasciato bellissimi esempi

ratura (e trovansene anche nella vecchia lette" foiMna che si d a alla una una tenzone francese), ricollega parte dei FYovenzali (ci"che non crediam noi,come diremo appresso) e dall'altra Chi poi legger" al dramma le tenzoni e i contrasti persiani, plebeo. vedr" che c'" una tra essi, cos" lontani, e i contrasti singolare somiglianza Milano. del frate di in questi, le particontendenti dicon Perch", come in loro le s" che ne nasce di versi, un ragioni egual numero dialogo sempre la dell'una " tosto dall'altra e e serrato, spedito ragion impugnata che, alla sua volta, mette innanzi un'alti'ache l'altraparte confuter" poi.Se ne della lirica. ne gliesempi da noi dati in fine al capitolo veggano, intanto, I soggetti si assomigliano le tenzoni persiane si volgono ma perfettamente; la fine a qualche potente scelto per giudice, d'un tratto verso come fanno anche le l addove i contrasti far s" che provenzali, sogliono appunto delle partiresti vinta e pei" tale si dichiari. Eppure, bench" molto una forti siano ie somiglianze notate, non possiam dir nulla quanto ad un possibile scambio tra Oriente e Occidente in questo punto particolare. Perch",
tra il corpo come parte i contrasti della bassa letteratnra latina, il la il lino c'indurrebbero e e e vino,tra a l'anima, tra l'acqua pecora, c he il le loro da essi della con contrasto credere, proceda somiglianze, fu e dall'altra, nostra vecchia poesia se si pensa che la tenzone dialettale;

frate Bonvesin

da

una

grandissimoonore di disputarpubblico
corti mussulmane, abbia
e

in

presso i poeti arabi due poeti dei era uno


se non e a

anche

e pi" antichi,

che il

pi" graditi passatempi delle


supporre che alcun
trovatore

torlo si

pu"

ne alcuna, non pare inverosimile che il provenzale in Occidente. curioso divertimento poeticoper qualcun d'essi sia venuto Anzi v'" chi apertamente lo sostiene, ragione.Dato e, secondo noi, con

udita

veduta

cotesto,sarebbero

derivazioni sorelle della vecchia tenzone

araba

da

una

e dall'altra la provenzaledalla quale ultima venne poi parte la persiana, il che E finale si deferisce ad altri, la francese. veramente giudizio ", manifesto ed esterno, che non secondo noi, tal segno peculiare, pu" a insieme come di tener collegate meno congiuntedi parentelale tenzoni in particolare, si assomiglia tutte orientali e occidentali. Che se la persiana,

di molto

nel fare

nell'andamento

al contrasto

nostro

badisi popolare,

anche ragionevolmenteattribuirsiad un atteggiarsi potrebbe intanto che il e svolgersi suo proprioe interno,non venuto dal di fuori, alcun sentore della tenzone, pu" ch'esso abbia avuto contrasto, senza che tutto ci"
esser

teratura quelle disputeo contrasti della bassa letlatina a cui gi" si accennava. anzi,assai pi" facilmente Cotesto, il si potr"intendere (juandosi pensiche contrasto fu scritto per il popolo rest" tra il popolo, vestito della sua intento onde morale, con sempre la tenzone orientale e occidentale ruvida veste dialettale, e che,all'opposto, derivato direttamente da
non

ebbe

mai

altro intento che

quello di

far prova

d'ingegnoacuto

LE

SOMIGLIANZK

LE

HELA/.IOM

TKA

LA

l'OESIA

PERSIANA,

ECC.

481

destinata ai ritrovi delle corti e sottratta forse al popolo che non sottile, nel capitolodella abbiana posto la tenzone lirica, seppe che farsene. Se poi, che arieggiano nella classe di quellepoesie ilfare popolare, queslo abbiam stile particolare, fatto per il suo da essa forse in Persia, assunto non che l'intento sua era non e l'abito gi" per l'origine pi" lontana, gi"per che era |)ursempre cortigiano. 0 forse quiqualchemodo suo d'arte popolare s'" incontrato con qualche altro d'origine straniera e cortigiano, e la n" si vede come si fa pi" difficile si possa definire. e intricata, questione 93. Min"cihri, racconta e descrive poeta persianodell'undecimo secolo, di fare il in alcuna sua poesia la maniera un vino, rappresentatacome inflittoad essa dal pi" crudele vignaiuolo. crudele martirio dell'uva, dato tradotto in fine Min"cihri ha diversi esempi (uno dei qualiabbiam cos" possono chiamarsi, della lirica) di questimartirii, al capitolo se e i canzonieri ora v'" ragion per credere che,se si conoscessero perduti del nono, del decimo e dell'undecimo secolo, altriesempi dei poeti persiani che ha molto dell'abito si troverebbero di questo curioso componimento studiosi ha alcuna intanto se esso con Veggano gli somiglianza popolare.

quei martirii

Evo, come il Martirio di San Bacco,di Goffredo di Parigi, del decimoquarto secolo, nel quale appunto, secondo Gastone Paris, si descrivono i tormenti della
si fa ilvino. Ma, qualunque ne sia l'origine vigna intanto che dal vignaiuolo
0

contraffattidella letteratura francese del Medio

la derivazione

la trasmissione, la

del soggetto " somiglianza


e

grande,anzi
v'hanno

il soggetto" pure

il medesimo,

nel trattarlo, Persiani, disticie quarfrasi, tine, soltanto


con conoscere

di gran lunga la precedenza del tempo. innanzi versi 94. Se ora volessimo qui recare
e

interi

di poeti persiani, e passi il Diez


reca

confrontarli anche per far

altri che tutti quegli della particolari

innanzi

certi modi

e molte poesiaprovenzale, potremmo sarebbero n" poche, n" lievi. Sarebbe tuttavia non pagine,e le somiglianze in questo caso particolare, perch"le somiglianze, opera quasiinutile, proverebberoassai poco intanto che voglionoprovar molto. Ma non

molte riempire

d'un particolare curiosit", nel quale quella ha senza della lirica mistica, orientale e occidentale, la dubbio precedenzasu questa. Intendiamo l'immagine della farfalla, secondo la quale il caldo e disioso amante " rappresentato sotto la figura d'una farfallache si getta nel fuoco e vi si abbrucia. Secondo i mistici, " l'anima umana che si perde in Dio. La bella immagine " frequentissima e trovasi anche presso i nostri, Saadi,Att"r e altri, persiani, presso i poeti
mera

vogliam tacere,anche per soddisfazion

di

in Folchetto di

e in Jacopoda Marsiglia

Lentini che dice:

S"
Non

corno

'1 parpaglioM, ch'a tal natura, si rancura di ferireal foco.


essa non

Che

se

alcuno vorr" opporre che che cotesto " pur vero; ma


31
"

" di

alessandrina, origine risponderemo di opporre anche possiamo a meno

Pizzi,Storia

della poesia

persiana, voi. II.

482

CAPITOLO

NONO

noi che molte al nostro

cose

della filosof"aalessandrina

sono

orientali e

che,quanto
non

Medio

Evo, i nostri ricevettero le dottrine di Alessandria

di

Orientali. l" veramente, ma per trasmissione degli 95. Che molte favole e novelle nostre sian venute ornai tanto nota forma che hanno che
non

vuol

essere

" cosa d'Oriente, dimostrata; vediamo, invece,se la


ancora

presso di noi, ritiene

alcuna traccia della forma viene la sostanza, la forma

secondo orientale,

che,quando quelprincipio
e novelle, quasi tutte

la segue da s". Favole in Occidente nel Medio

Evo

per

mezzo
se

dei Persiani in versioni


ne

greche,ebraiche, e alcune

indiana,son passate d'origine arabe,persiane, fra quelle narrate trovano dal

che lo stesso divino Ariosto ha inserite nel suo altre fra quelle Boccaccio, andare errando, talvolta esse Ma nel lungo viaggiare e si sono poema. nei di tal nel particolari guisa che ora l'occhio trasfigurate soggetto e
acuto tanto

del critico a " rimasta

grandestento giungea
mera e

riconoscerle. Altra volta, invece, che e primitivo, originale


racconto

fedele la tradizione al racconto

l'occidentale sembra

genuina ti'aduzione del


che dell'usignuolo
sua

orientale. del

Veggasi, per esempio, la


del secolo
e l'Esopo,

favola

Francesco

Tuppo,

decimoquinto,ha
si confronti
con

inserita nella

raccolta di favole detta

i Consigli dell'augelletto, persiana, la (lobla spirituale, mistico persiano di Rumi, e che trovasi nel poema alla poesiamistica. Si vedr" data tradotta nell'appendice che noi abbiam i due racconti lontani,derivati ambedue da una fonte, quanto somiglino che il Teza ha trovato
essere

la novella

indiana, intanto che Gastone


del decimoterzo

Paris

ne

ha data

fuori

una

traduzione

francese

secolo, col titolo: Il laio


o

morale alla poesia Nell'appendice dell'augelletto. di favole


e

gnomica, tra gli esempi


e

novelle,abbiam
letterale un
ci" che

riferitoanche

la novella dei tre sozi malandrini di Merzb"n di cui "

che trovasi nell'opera persianail Libro traduzion


racconto

quasi

del nostro
la morte

Novellino,quelloin cui si narra

di tre scherani che si diedero

importa a forme. Per il qualpunto si pu" dir subito che quel vecchio disegnodei libri
di novelle indiane,secondo si trattano
e

96. Ma

l'un l'altro per l'avidit" dell'oro. noi,si " il toccar della somiglianzadelle
unico

ilquale, nella cornice di

un

racconto

damentale fon-

in tanti

diversi altrettanti puntidi morale, capitoli

la verit" delle dottrine

narrazioni; questo stesso


anche presso delle diverse

espostebellamente vi si dichiara per acconcie disegno,diciamo, " rimasto pur sempre quello
rinlralciarsi artificioso " abito costante dei presso i nostri, hanno che della ora conoscenza (luelli

i nostri scrittori di novelle. Anche

narrazioni che troviam

libri orientali di novelle.


letteratura

Veggano

si trova anche della francese, se cpiesto particolare jjrovenzalee possiam ricordare che il iJecamerone del l", perch", quanto a noi, non

Boccaccio. in

il concetto Del resto, dice il Bartoli,


un

del

del raccogliere, fu diversi,

porre com-

insieme

organico fatti per loro


e

natui-a

comune

nell'et" di mezzo,

derivato,aggiungiam noi, dall'Oriente. Perch"


altri nostri, hanno degli

questo

medesimo, prima assai del l)OCcaccio

fatto tutti

LE

SOMIGLIANZE

LE

UELAZIOM

TUA

LA

POESIA

PERSIANA,

ECC.

483

e arabi, e per i persiani, gliscrittori di novelle,persiani veggasiil Libro di Merzb"n, di Ver"vini;il lloseto e il Verziere, di Saadi;gli del Splendori Canopo,di lluseynV"iz, tutti libri di favole e di novelle,condotti aj)punto secondo quel concetto. Ma il concetto " indiano,del o disegnoprimitivo dal quale gic" Panciatantra, sappiamo esser discesa tanto grande famiglia " di libridi novelle. del poi certo che l'antica e primitivaspartizione

Panciatantra

-delle sue

prime versioni
e

orientali

era

fatta secondo

certi

puntidi morale
con

considerati pratica, aneddoti

svolti in

a capitoli appositi parte, un

racconti

intanto che piacevoli,

solo

unico

racconto

induce unit" nel libro. Che questo particolare concetto assai anche dal libro, presto sia passato in Occidente, s'arguisce gi"tante volle fondamentale d'Ibn Zafer,arabo siciliano, che nei suoi conforti politici tratt" ricordato,

cinque punti di morale e di religione pienidi per altrettanti capitoli, novelle e di storie persianee di favole d'animali. Egli del secolo dodicesimo. era Anche Pietro Alfonso, ebreo spagnuolo convertito, vissuto verso la fine del dodicesimo secolo, componendo in latino la sua Disciplina ricale, cleconforto delle varie dottrine esposte la riempidi racconti gine d'oriche i libri arabi, come s'intende dalle conosceva orientale,egli
a

prime paroledel suo libro che ebbe subito favore grandissimo in tutto dove fu tradotto anche in francese e in guascone fin l'Occidente cristiano, dal tredicesimo secolo. E tacciamo delle tante versioni ebraiche, latine, che in quel tempo, tedesche, fiamminghe, francesi, italiane, spagnuole,
sotto nomi

diversi,furon fatte per tutto l'Occidente del libro indiano pervenuto


a

fino

noi, per le versioni arabe


e

sotto greche,

il noto

titolo di

Libro di Kahla

Dimna. fu abbandonato, la natura


e

97. Ma
novelle secondo
e non

ben

presto l'intento morale


ma

allora i libri di
non

furon che raccolte di narrazioni

distribuite curiose,
e

certi

puntidi morale,

secondo

delle persone. In Persia ci" fu fatto assai per crediamo erudito stato Aufi, un esser l'esempio al

pi" dei fatti qualit" tempo, e ilprimo a darne e letterato di poco genio,
la

del secolo decimoterzo. Ecco intanto che principio questo " appunto il disegnodel Decamerone, che,ponendo un racconto che visse intorno

fondamentale,
secondo le di morale.

narra

curiose avventure

secondo

certe

stabilite categorie,

fattie delle persone, non pi" secondo alcuni punti del Novellino di Tommaso Questo stesso " il disegno Guardati,
sua Salernitano,che divise l'opera

dei qualit"

detto Masuccio

in

candovi cinque libri classifie

i racconti avvenimenti.

secondo

certi ceti di

persone

certe

qualit"di
leggiadro,
il

98. Anche
con

lo stile splendidamente ornato


e

studiatamente
va

tante

descrizioni
uno

onde dipinture,

meritamente

tanto celebre

abiti particolari di quasitutte le novelle d'Oriente. degli aveva Per", se ragionedi cercar nella per un certo rispetto dello splendore volutt",voluta goder fino all'ultima stilla, l'origine riposta chi la vede,all'opdello scrivere boccaccesco, forse non ha minor ragione

Decamerone, "

il Settembrini

"8i

CAPITOLO

NONO

posto,nella
del Boccaccio

natura
e

storica del

componimento. Perch", si badi, la pompa


come novelliere,

di

ogni altro nostro

il Firenzuola,non

"

continua,ma

soltanto si trova, con

colori

vivacissimi, profusie splendori


di

nelle descrizioni di

luoghideliziosi e ameni,

Anzi solitarinella campagna. luoghi manifesta, intanto a lungo con predilezione


come

di boschetti, di giardini, il Boccaccio, vi si ferma pi" di tutti, che alcuna


sua

descrizione,

giardinocon cui egliapre la giornataterza, " un vero incanto. Ma piacevolescrittore di novelle racconta piano e discende anche allo stile talvolta e famigliare, adoperando anche naturale, i lunghi riserba pi" volentieri brevi e tronchi, mentre e involti egli periodi quelladi
un

nel resto, il

descrizioni pi" lavorate. Anche l'introduzione di alcune sue quelle " spesse novelle che per lo pi" ne enuncia il perch" e il significato riposto, talvolta faticosie contorti. con volte intralciata e densa di pensieri, periodi libri persiani ci" si nei di novelle e trova perfettamente Ora tutto eguale
a

di favole. Anche r"serbandosi


astruso
a

nel Panciatantra diventar d'un

lo stile"
oscuro

quasi sempre
e

naturale anche

piano, degna
riscono si rife-

tratto

difficile e alcuna
a

mente deliberatae
o

quando

si descrive alcun

luogoo

cosa

nuova

di nota,

si fanno alcune osservazioni intorno


e

ci" che si narra,

detti e sentenze il verso,


e

questibrani di

In questicasi quasi sempre proverbi. s'adopera diff"cili volta tale intricati, poesiason quasi sempre
senza suo

anche

veri indovinelli che il

commento

non

s'intendono. Quando

poi il Panciatantra cominci" versioni, esso port" sempre questo,anzi,pi" di peculiari,

viaggioverso Occidente in tante sue con s",pur trasformandosi, certi suoi abiti s'incontra nelle tre tutti.Il quale poi, se non araba d'ibn ul-Muqaffa, siriaca di B"d Periovecchie versioni orientali, Simone manifesto di si trova e anche Seth, poi deuta, greca esageratoin E ora " necessaria alcuna dichiarazione. La versione tutti i traduttori persiani. che sobria, d'Ibn ul-Muqaffa e severa, non stringata poteva essere secondo lo stile della letteratura mussulmana, scritta in arabo, di quei anche la greca, fatta sull'arabica; la siriaca tempi, e tale doveva essere
dovette mai

seguire per
amante

molto

parte l'indole della letteratura siriaca che non fu luccicanti della forma, e dall'altra dov" splendori degli
una ora pehlevica,

perduta,sulla quale sembra essere fu fatta sull'araba. Ora, anche la letteratura pehlestata fatta, se pure non vica, stile ci" che assai lo da ne amava abbiamo, poco pur giudicandone di cui,anzi, sembra florido e leggiadro, esser stata apertamente nemica. che anche la letteratura persianacominci" a fiorire, 99. Ma come ecco dello favole d'un l'abito antico i libri dello novelle e delle tratto ripresero minuto ed elegante, intercalar poesie e sentenze, del descrivere artificioso, del perdersi e adoperar fi'asi peregrinee parole lungamente nel cercare alcuna favola o novella di Masr-ullc"h o diff"cili e disusate. Veggasi perci" di Saadi, di Nakhshebi, di Ver"v"ni o di Huseyn V"iz, o di qualche altro intanto che l'ultimo,Iluseyn V"iz,nelle sentenze novelliere persiano, e
nella descrizion minuta ed elegante tanto " artifiziatoe lezioso da venire

attenersi alla versione

LE

SOMIGLIANZE

LE

UELAZIO.NI

TRA

LA

POESLV

PERSL\NA,

ECC.

485

ben

se noi concluderemo a noia. E per", presto

molti

di soggetti
e

racconto, hanno loro

avuto

che i novellieri nostri, oltre dall'Oriente anche la forma del

racconto
con

il disegno d'alcun
e

certi abiti

modi

sia dell'insieme, sia delle .parli, libro, allo s embreremo particolari stile, forse,nel quanto
e

cosi concludere,troppo avventali crediamo di


esser

troppo arditi? Altri vegga;

ma

noi

non

tali.
6.

Conclusione.

la l'assegna di quanto abbiam raccolto in questo ci sembra di poter conchiudere rapidoviaggioper l'Oriente e per l'Occidente, con ragione che molti e molti scambi si son fattie da una parte e
ora

100. Facendo

dall'altra e che molte ricevuto dall'Oriente

cose,

assai

pi" di quanto

comunemente

si crede,ha

0 per lo scambio delle l'Europadei tempi di mezzo. dei libri di filosofiae di scienze prima, poi per quello di mercanti, di pellegrini, o per l'andare tornar naturali, o per le Crociate, dottrine dei Manichei di monaci Sicilia 0 noi ha molte sia per la via predicatori, ricca derrata di Spagna,una
non

lasciato tali tracce che delle novelle


e

per la via di orientale " venuta a noi e presso di anche sono state cancellate. Perch",
ora

di

sia Costantinopoli,

delle favole che

son

venute

son venuti, per una via che non d'avventure, bene sapere quale sia stata, i soggetti di molti romanzi nostri. si pu" ancor Favole e novelle e romanzi dovettero viaggiarper il volgoe andar lontano, certe eresie di natura essencome zialmente per il volgo dovettero viaggiare finch" a l alcuno di volgare, poi qualcuno, togliendo volgo quei d'arte colta. Ma i di Francia trasse cavalieri ne e qualche opera soggetti, intanto che da qualchemenedi Provenza che presero parte alle Crociate, strello orientale impararono alcuna storia d'amore, pi" prestofuron presi il costume dallo splendoredi quellecorti e se ne appropriarono quanto onde poi,tornati a casa, fecero al viver gaioe ai modi gentili e leggiadri, nelle loro corti quel mutamento meravigliosoche il Diez gi" notava, d'un tratto la rigida abbandonando e goffaausterit" dei loro padri.

patriafeconda

per mezzo di racconti

della Persia dalla lontana India; e dalla

da noi nei nostri lieri, novelleggonsi Persia,

ropa, Intanto,a pascer la curiosit" dei dotti, sparsi per tutti i monasteri d'Eui libri dottrinali e le enciclopedie venivano d'Oriente,e l'Oriente restituiva all'Occidente il vecchio
tanto

peregrinareda Alessandria

sapere greco contraffatto e alterato in alle scuole siriache e da Costantinopoli


e a

di iNisibi e di Edessa, e di l" a Seleucia

dei alla corte persiana Ctesifonte,

Sassanidi, e a Bagdad, e da Bagdad,assunta poi a iNish"p"r per istrumento la i tardi traduttori e compilatori linguaaraba, in Occidente,dove l'aspettavano cavalieri e chierici, in ebraico e in latino. Cos" tre slati, popolo,
della ricca imbandigione che era apprestata partecipare dall'oriente. L'Europa allora era civilt",ed era nell'infanzia della sua ben naturale che essa ricevesse da chi aveva pi" di lei. Dice pertanto il Massarani ne' suoi studi di letteratura e d'arte: " Questa infanzia di furono ammessi
a

486
una

CAPITOLO

NONO

societ" venuta

alla luce in

un

si sepolcro D'oltre le

nutre

poco

paludi renane, impero che si stende quelmagnifico confluiscono le ispirazioni da Bagdad a Siviglia, copiose,multiformi, fantasie meridionali, druidiche,leggiadre feconde; cupe reminiscenze nel suo a commescersi a urtarsi e grembo; e quella vitalit" vengono che " riescila illesa dalla colluvie del latino a genio emergere potente barbarica,fa suoi tutti cotesti elementi e li rifonde in una propriaunit". le litanie nel breviario dei monaci, una Mentre l'Europacompita ancora breviario " il che le insegnano a odiare perch" il suo intelligente, stirpe ha dell'algebra, Corano, le ha posto fra le mani il mirabile strumento innalzato sotto a'suoi occhi le meraviglie dell'Alhambra; e davanti a quelle svelti svelte dei colonne pi" come un a quegliarchi girati pi" palmizi, ha reggiato tesoferro di lancia,a quelletrine,a quei ricami di pietra, l'Europa
si risalda di

poderosielementi.

a poco e dall'ultime

selve scandinave, come

dal fondo di

ammirazione

desiderii

".

101. Intanto,da tutto ci" che avanti si " detto, crediamo


di storia riceva d'un
tratto
una

che

un

punto
la

luce inattesa

Perch" improvvisa.

l"nguacomune
araba

mussulmana

dall'ottavo al decimo

cosi secolo fu l'araba, xMa le l'adoperava.

fu creduta

che tutta quella cultura splendida

ragionie le testimonianze recate di sopra chiaramente dimostrano che dero Che se R"deghi o Firdusi che dieera d'origine, persiana. essa, almeno cosi potente impulso alla lingua persiana, fossero vissuti due o tre nale naziosecoli prima, cio" nel settimo o nell'ottavo secolo,e il movimento che li produsse, avesse precedutodi tanto, la linguadi questa grande del Corano, sarebbe stata la e vasta e splendida cultura,anche a dispetto insistente di persianoquelloche pur con avrebbe nome e ora persiana, si continua e continuer" dire arabo. Sappiasi intanto che gli a errore nel loro scarso Arabi stessi da principio(tanto poca fiducia avevano la Persia,coniarono monete e scrissero atti pubblici conquistata sapere), sola lingua considerato come il pehlevico, nel persiano d'allora che era
dotta, finch"
nostra, ordin"
il Califl'oOmmiade

Abd

ul-Melik, morto
cose

nel 705

dell'Era

che si usasse

l'arabo in tutte le
non

grandissimadelle opere persiane e arabe


di vecchie
e

dello stato. Ora, parte mento " che traduzione o rifaci-

opere pehleviche, per" " gran peccato che vecchia letteratura sia andata perdutaquasi tutta. Quel tempo che

quella
fu dei

Sassanidi,dal

terzo

al settimo

secolo,fu gloriosissimo per

la Persia

a tenebre quanto alla cultura che vi brill" di luce vivissima in mezzo dusi, iniziava il Libro dei Re, che poi Firquasi universali. La Persia,allora, nel mille, doveva ridurre nel verso epico di arte maggiore,traduceva i suoi trovava tutto il sapere nelle sue l'Avesta, enciclopedie, raccoglieva Porfirio, romanzi pi" belli, traduceva Omero, Platone,Aristotele, .lamblico,

riceveva dall'India il ospitavai filosofi greci scacciati da Costantinopoli, scacchi e le favole del Panciatantra, poiper tutto giuocodegli per spargerli che gli Arabi dovevano il mondo, inventava gli stromenti ad arco poi

488

CAPITOLO

NONO

ciascuna

et" della
essa a o

sua

storia

essa

ha

vissuto accanto

civilt" da cui
cosa, accanto
essa

o a cui essa j3reso a prestito civilt" che d" ci alcuna notizia di qualche a

ha

qualclie grande ha prestato qualche


a essa o

di cui storia

d"

qualchenotizia
e a

noi. Di volta in

all'India primitiva; all'Assiria, a Susa,a


a Roma all'Egitto; a

volta, congiuntaper la sua alla Lidia,alla Babilonia;


Oriente, essa

Grecia,

Bisanzio; agliArabi,ai Turchi,ai Mongoli;a volta


Occidente
e verso

volta

verso sospinta

" stala il crocicchio

della via delle razze, delle religioni, delle civilt" ". 101. Cosi avendo concluso, ripensando al cammino
non

fatto, speriamo di
un

esserci

ingannatise abbiam

creduto

di additare

studiosi per le loro ricerche ; anche speriamo agli di presunzione Del resto, noi o di consiglio avventato.
tentato
e

novello campo che nessuno ci accuser"


non

abbiamo

che

toccato

in

parte quel campo,


a

percorso sapere di ferma sicurezza nostri

ed esaminalo

fondo

coscienza

dal pensare d'averlo Anzi confessiamo di si dovrebbe. come pur che molte devon essere le lacune e le dimenticanze

lontanissimi

(sebbene non
con

intanto che sentiam tuttavia, e ci" diciamo volontarie),


scarsezza

intima, d'aver fatto ci" che si poteva nella

dei

nella povert" delle nostre biblioteche quanto a particolari, di quelle fonti che pur sarebbero state mancanza necessarie. Ci accorgiamo anche di esser stati pi" scarsi nel parlaredegli autori arabi e delle loro opere che nel discorrere dei persiani a noi ; ma di far conoscere la prevalente importanza della Persia in questo premeva ferenza grande moto letterario e scientifico del Medio Evo, e per" " venuta la difi libri arabi venora notata. Poi, nel nostro caso gono particolare, in ordine secondario, essendo stati molte volte non altro che gli intermediari tra la Persia e l'Occidente. Non ignoriam per" l'importanza della letteratura araba; ma lascieremo che altri, pi" versato di noi, con dottrina e conoscenza maggiore dichiari questo punto. Perla stessa ragione, altri, pi" addestrato di noi nelle letterature nostre del Medio Evo, potr" rimediare alle mancanze e ommissioni e correggere gli errori e approvare ci" che noi abbiam 0 riprovare detto soltanto per mera congettura. 105. Appagandoci pertanto d"aver additato, dischiuso se non un campo novello di ricerche, in oll'esa d'alcun chi senza a vogliam dire, altro, ticolare parabbiam voluto additarlo. L'abbiamo additato ai giovani, perch", se l'idea nostra " feconda, presso di loro potr"fruttit"careed essi potranno ricerche che noi fuggevolmenteabbiamo proseguirquelle appena toccate. Essi hanno ancora da fare l'edifiziodella tutto loro cultura, e ogni id"a purch" non privadi fondamento,loro giova assai pi" di tante altre. nuova, I provetti, o all'opposto, quelliche da tempo son dentro aglistudi, libri orientali, nella hanno
e come

mezzi

gi"lungamentearchitettato
sorga
non

solidificatol'edil"zio della loro cultura, la

qualche dottrina differente, quasi sempre


disfare anche
caso

respingono di

tutta forza per

in

parte ci" che da gran tempo hanno


non

fatto. Certamente, nel


non

nostro, noi
o

sembri

presuntuosa

presumiam tanto; ma perch" irriverente la parola nostra, ci sia concesso

LE

SOMKILIANZE

LE

RELAZIONI

TUA

LA

POESIA

PERSLVNA,

ECC.

489

di ricordar

qui
e

ancora

anche si fa da tanti,
"

che sgarbatae disgraziata l'accoglienza tratti di di si sludi d'Oriente. e cose dottissimi,quando


una sua

volta

Dell'Oriente il motto simili in

della

letteratura
i

non

sappiamo

che farci!

"

sembra

essere

nel Corano Profeta dinanzi

nata, quali " inutile ogni ragione anche assentutto agl'increduli ricalcitranti, per i quali Iddio ha detto inutile ogni predicazione. Iddio (dice il Maometto essere

di cotesti,per

arabo) ha posto
ai loro occhi
sta

un un

suggello sui loro cuori


velo. Ma tuttavia
e

sui loro orecchi,

gi" avanti

nell'et", sempre

pure d'animo giovani

vi

son

tanti altri, che, sebbene


e

di cuore,

mente animosa-

condo, infeogni pensamento novello, purch" non essi stessi e glidanno lo lavorano vigore coi vecchi e ardentemente nel " di tutti; nostro studi accumulati. Ma ci" non caso e gi" noi, lare, partico" damento, abbiam scritto ci" che non avventura anche se privo di fonper

accolgono ogni idea

ci

aspettiamda qualche

altra parte

obiezioni

opposizioni.

farle,se pur vi a chi dovr" quali tin d'ora raccomandiamo di prendere le opinioni nostre e di esaminarle sar" alcuno che voglia, e finch" si vorr" e potr", e quali sono, sono di riprovarle anche, ma come

Rispettoalle

purch" non
abbiam mai

ci si faccia dire ci" che voluto dire. Perch"


e

non

abbiam

mai

detto, o ci" che


retta
e

non

l'intenzione

fu sempre

giusta,e
ai maestri di buona

l'errore " scusabile

si

pu"
che

correggere.
con

108. Perci", intanto


ci sottomettiamo ben

dovuto e il rispetto l'ossequio volentieri al giudizio dei vecchi che sono siamo
a

volont", disposti come


ci sia permesso di

riconoscere
come

l'errore laddove abbiam

avremo

errato,

altro un gi" nostro lavoro, anche il presente ai giovani d'ingegno aperto, di cuore magnanimo e alieno, negli studi, da ogni pedanteria gretta e minuta.

raccomandare,

fatto per

Perch",

se

dai

maestri

aspettiam la sentenza,
e

da

questi,come
per

da

pagni, com-

aspettiaml'aiuto
vorremmo
aver

il favore,

non

per

noi, ma

questa via che


sa

loro additata
mera

storica della letteratura. Chi nell'indagine


e

che
non un

quelloche oggi "


diventi verit"? sorriso di

congettura

sembra

sogno

fantasia, domani
accolto
con

T.he diranno

che allora tutti quelli


ora

avranno

compassione
greco
e

la congettura che latino


con

timida

si affaccia? Anche sfema blaora

la

del parentela

del

l'antica

lingua d'India parve


classica,e

orribile ai troppo zelanti adoratori " verit" scientifica! Anche

della letteratura

fu proclamato impudente Du Perron l'Anquetil noi possediamo l'antico libro ciarlatano da alcun dotto inglese, se e ora, Prima di Zoroastro, a lui soltanto lo dobbiamo! adunque di negare in
nome

della scienza, in

nome

della scienza

forse noi, per


come strascinati,

questo nostro
siamo, da

punto
certo

pensi e si mediti un poco! 0 osiamo troppo, sperar particolare,


si

entusiasmo.

Ma

l'entusiasmo

non

" mai

infecondo

molto

raggiunge la speranza

quand'esso le venga

in aiuto.

400

ELENCO

DEI

POETI

(Il numero

romano

indica

il

il paragrafo). capitolo;l'arabo,

II,21. Abh"s), (Klir"giali-u"del" suppostoprimopoeta persiano, in 2. Abd"ni {Ab" Mans"r Abd"ni), poetalirico arabo,II,14. "hnicd Ibn Ab} Bekr ul-K"tib), 8. Ab" Ahmed (Ab" segretario poeta lirico in
i. Ab" ."). Ab"

1. Abb"s

arabo,II,13. del fornaio (.4^^/ 27. Ali,il ligiio .4//), II, poeta lirico,
Giafar

Mu"mmmed Ibn nl-Abb"fi), 15. (.4^;/ G"ufur II, poeta liricoin arabo, e". Ab" '1-Falh (Ab" 1-Fath Ibn i(l-Mu:,a/fer), scrittoredi racconti, VII, 104. 7. Ab" '1-Muayyad (Ab" l-Muay"jad Balkhi), poeta romanzesco, VI,35. 8. Ab" Sa"d (SheykhAb" Sa"d F(i:-"-iilJ"h Ibn Ab" l-Kheiir), III, poeta mistico, 47-54. 34, Ab" Sal"k (Ab" SaI'tk(j"irii"ni), 24. *.*. 11, poeta lirico, 10. Ab" Shiik"r (Ab" Sluik"r), 25. II, poetalirico, 11 Ab" T"birdi Tars"s (Ab" T"hir Tars"si), di tradizioni V, 134. raccoglitore epiche, 12. Ab" 'l-Tayyib lirico in 14. (Ab" 't-Tayyib id-T"hiri), II, arabo, poeta 13. Ad"b S"bir (Ad"bS"bi"- Tinnizi), II,79-80. poeta lirico, in arabo, II, 14. Al'rii(i 14. (Ab"l-Hasan Mnhamined Ibn Ahmed Afr"qi), poetalii'ico 15. Agli"ci li,30. Anh"ci), (Ab" f-Himin Ali Ibn Ihj"s poeta lirico, 16. Ahli (Alili), 125. VI, mistico-iomanzesco, poeta 17. Ahmed di Al-Mnainrnil (Ab" l-IIasan Ibn Ahmed il-MiKtmmil), figlio poeta lirico in arabo (tra gli della X IV). Lirica, esempi 18. Akhsikati (Ath"r iid-D"n Akhs"kati), II,86. poetalirico, 19. Ali Sali (.4/^ Ibn al-Huseyn col soprannome di Safi), scrittore di aneddoti V"i:., di 101. e racconti, VII, 20. Aliami (Ab" 'l-Fazl Aliami), gone traduttore del Kal"la e Diinna sotto il titolo" Paradella sapienza 74. ", VII, 21. Amili (Dehd iid-fl"n Amili), VI, 12(). poeta mislico-i'omanzesco,
.

22. 23. 24.

II,99. Amiq (Ani"q), poeta lirico, Anonimi, poeti anonimi,V, 120 epici

Anonimo, scrittoredi racconti

25. Anonimo, autore

e segg. di aneddoti, 94. VII, del Libro di Merzb"n (vedi Ver"vini), VII,83-89. e

26. Anonimo, autore d'una traduzione 27. Anvari (Avliad ad-U"n 28. Arili (Mahm"d 29. Asadi

del Libro di Sindib"d, VII,65-66. poetica 94-98. II, Anvari), poeta lirico, Ibn Mans"r) poeta lirico, 55; II,

105. III, Aiifi), poeta mistico-romanzesco,


"

(Ab" Nasr Asad ud-D"n Ahmed 137-138. di contrasti, II,

tore scrit-

Ali Ibn Ahmed 30. Asadi il 'j^m[mo, (Ab" Mans"r 31. Asgedi 11,55. {Asgedi), poeta lirico,

V, 118-120. Asadi),poeta epico,

ELENCO

DEI

POETI

491

82. A.ss"rOlnhammed Ass"r),poetaroinaiizesco, 33. At"v 34. Att"r 35.

VI, 102-113.

V, 128. (At"yi?), suppostopoetaepico,

"2-82. III, (Fer"dud-D"n Att"r),poetamistico, scrittoredi racconti, Aiifi(N"r ud-D"n Muhummed VII,91-93. Aiif"),

36. Avhadi 37.

38.

39. 40. 41.

42. 43.
44.

45.

97-98. ud-D"n Avhadi), III, {Riihi poeta mistico. Avicenna o Ibn Sina (Ab" Ali Ibn Sina), III, 100-110; poeta scettico. posto suptraduttore delle sentenze di B"zurc'milir, VII,35-36. traduttore del ud-D"n Ab" Beh' Azraqi), II, 67 ; (Zeiin poeta lirico, Azraqi Libro diSindib"d, VII,41. (Bakhtiy"ri), Bakhtiy"ri poeta romanzesco, VI, 35. ud-D"n II,100. (Mug"r Baiilaq"n"), poeta lirico, Baylaqfmi ud-D"n col Ab" Ishdq, (Gemdl poeta soprannome di Bush"q), Bush"qil ghiottone 142. di scrittore II, contrasti, III, (scettico?), 116-121; gastronomico V, 65. II, 29; poetaepico, Deq"qi), (Ab" Mans"r Muhammed Deqiqi poetalirico, 14. D"naveri (Ab" 'l-Q"sim II, Dlnaveri), poetaliricoin arabo, 97-98. Fakhr us-S"d"t), Em"r Huseyni (Em"r Huseijni poetamistico, III, scrittoredi contrasti, Fakhr ud-D"n {Fakhr ud-D"n Asaad G"unj""ni al-Fakhri),
" " " "

46. 47. 48. 49. 50. 51.

52. 53. 54. 55. 56.

57.

58. 59. 60.

V, 138-139. suppostopoetaepico, Farrukhi (Abu 'l-Hasan Ali Fan-uklii), II,50-51. poetalirico, 101-104. ud-D"n F"ry"bi), II, (Zeh"ipoetalirico, F"ry"bi 58. Fas"hi (Fas"lii romanzesco. VI, ("iurgi"ni), poeta S"bak VI, 124. Fatt"hi (yah"jn e allegorico, Fatt"hi), poetaromanzesco II,113-115. (Mahm"d Ibn )'em"n id-D"n Ferii"mendi), poeta lirico, Fery"mendi Mans"r Fird"si),poeta lirico, Firdusi {Ab" 'l-Q")iim II,47-49; supposto zesco, di contrasti, V, 67-119; scrittor II,140-141 ; poetaromanpoetaepico, 31-34. VII, VI,36-57; poetagnomico.. II,24. F"r"z Mashriqi (Hak"m F"r"z. Mashriqi), poetalirico, 61-63. Gebeli (Ab" Mans"r Qatr"nul-Gebeli), II, poetalirico, Gelai ilmedico {Gelai VI, 119. Tah"b), poetaromanzesco, 32. Ab" Nasr ul-Melik Gh"l"ni {Abd II, Gh"l"ni), poetalirico, Vili,6-8; Gi"mi (N"r ud-D"n Abd ur-Rahm"n Gi"mi), poeta lirico. poeta 18-19. scrittore di racconti, Vili, Vili, mistico-romanzesco. 9-17; li,27. (Ahdallah Muhammed Giuneydi), poeta lirico, Giuneydi H"t"z {Shems ud-D"n Muhammed IV, 24-37. Sh"r"z-i), H"fiz. poetalirico, Hanzalah (Hak"m Hanzalah), l",23. poeta lirico, Marrani (Ab" 'l-Hasan Ali Ibn ul-Hasan il-Layyi"m Harrdni),poeta lirico in II,140-141
;
" " "

"

"

"

"

II, 14. arabo, II, 111-112. 61. llasan di Dehli {Hak"m llasan Uihlavi), poetalii'ico, ili Hubbi),scrittoredi col 62. Hubbi {Muhammed K":.im Seyi"vendi, soprannome

VII,103. racconti,
105-106. II, Tebr"z-i), poetalirico, traduttore del (/rf-/)i/( 64. HuseynV"iz (A"/""/ m/-Aos/"/^), Huseyn Ibn Ali 'l-V"iz, / Ka""la VII, Gli del Suheyli), (J/JCrtr e Diurna sotto iltitolo: Splendori Canopo 63. Hum"m ud-D"n (Huni"m ud-D"n

67-73;
65.

"

d'altriracconti, scrittore VII,97

98.

Huzaymi (Ab" Nasr Huzaymi),poetaliricoin arabo,l",15. 66. IbiiSina, vedi Avicenna.


67. Im"di 68.

II,93. (Im"di), poetalirico,

69. Ism"iI

ad-Din Isfarangi), II,100. Isfarangi poetalirico, (Seyf Ism"il ud-D"n 11,100. Isp"hdni), (Kem"l poetalirico, Isp"li"ni

492

p:le.n(:("

dki

i'okti

1:25-1:27; 70. KAtibi (Mithainmcd Uni Alnl-nll"h K"lib"), II, poeta lirico,
"

poeta

71.

72. 73.

74.

75.

7G.

77.

78.

poeta romanzesco, VI, 120-123. Keiii"lKliogendi li,121-122. (Kem"l ud-D"n Kogendi), poeta lirico, Khabb"z ilfornaio (Hak"m Kh"bbaz), II,27. poetalirico, Alni ud-D"n Miihammcd l-Atd Kirni"ni {Kein"" Kh"gii" Kirm"ni), poeta Kli"gii" VI, 95-101. romanzesco, ud-D"n Ihn Ali .^'amj'n"f 11,87-92; Khihn"ni), {Af:-al poetaliiico, Kli"q"ni ()5. I II, mistico, poeta 33. Tah"rut-Tah"b Ihn Mu"iammedKhusrav"m), li, Khnsra\';"ni(.4/^// poetalirico, Kliusrev di Dehii (Am"r Kliusrev Dili"avi), II,107-110; poeta poeta lirico, 92-94. 99; mistico.111, poeta romanzesco, VI, II,42-44. (Mcufdud-D"n "b" Ishaij Kis"yi), Kis"yi poetalirico. scrittore ud-D"n col Muhummed Hasani, Mag'di (Mng'd soprannome di Ma(fdi), di racconti, VII,102. 105; III, niistico,
" " " "

79. Malnn"d

Ghasnevide {Siill"nMalim"d principe


ul-Kcr""n

Ibn

("Jiaz-naoi), Sabuk-leu"i"n

80. Mahim"d

crednlo poeta lirico, II,40. Uni Abd Sliebisteri[Mahn"d

Ibn

Shebisteri), Yaliiia poeta

IH, 91, 90. mistico,


ud-D"n Maliki), scrittoredi favole, 81. Maliki (J/(/;/( VII,75. II.28. Abu Zarr"ah Mamari), poetalirico, 82. Mamari (Slieiik"i 83. Masi"d (Masi"d Harnvi), poetaromanzesco, 84. Mas"d Selm"n

VI, 95.

(Mas"d Ibn Sand

Uni Ali 85. Mervri"di (Husei/n

11,05-00. Sclni"n), poetalirico, della Mervr"d"), poeta liricoin arabo (tragliesemjii


Ibn

Lirica, V).
50-59. Ahmed II, {Abu 'n-!Segm M"n"cihri), poetalirico, di racconti, scrittore ud-D"n di col soprannome Mu"n"), (Mu"n ("iuve"jni, 95-90. VII, 88. Mnizzi (Muhainmed Ibn Abd il-Me"ik Mui:.:.i), 11,09-70;" poeta poeta lirico,

80. Min"cihri

87. Mn"ni

01. mistico, III,

89. Mnklu"ri (Mukhti"ri), V, 135-13(). poetaepico, 90. Mnnlasir S"m"nide principe

(Ab" Ibr"h"ni Ibn X"h

Muntasir S"m"ni), poeta

lirico, 11,45.
91. ftlnr"di (Ab" 92. Nakhsliebi

93. 94. 95. 90.

l-HuseynMur"di), poeta liricoin arabo.II,14. scrittoi'e vd-Dln Nakhshclii), (Z'//y" poeta romanzesco, VI, 95; di favole e di novelle, VII,50-02. 55-00. Ibn Kliusirr Mei'iHi:-!), N"sirdi Kluisrev(.4/";/ III, Mu"n ^Yls'n^ mistico, poeta 42-50. Nasr-nll"b (Ab" l-Madli Nasr-ull"b), traduttore del Kal"la e Dimna, VII, Ab" Mu"iammcd Ibn Y"suf,col soprannome di Niz"mi (NizAni ud-D"n Uij"s VI, 59-91. III, ()()-71; jtoeta NizAmi), romanzesco, poetamistico, Niz"mi An"zi (Ahmed Ibn (hiiar Niz"mi Ar":!), snpposto autore del poema
" "

R"m"n
97. Omar

Visa,V, 138.
Omar Ibn Ilnvb"ni

Kliavv"m (Ab" 1-Fa"h

IH, Klidijii"m"), poeta scettico,

111-115.'
98. Pind"ri

l{":.i), II,00. (Pindr"ri poetalirico.

99. O"bi"s 77-82. (Qdb"sUnsur ul-Ma"li),sciiltme di morale, VII, Ziy"dita principe 100. Q"diri(Muhammed Ondiri),scrittoredi fav(de, VII, ()3-()4. 101. Oan"varzi (.l/;Wf/ .!//(/ 'I-Fav"ris i)an"var:.i), tradnttore del Libro di Sindib"d,

VII, 41.
102.

(Ahmed Q"iiii

Ibn Mahm"d

tradnttore del Kalila e (J"nii),

Diurna, VII, 53-55.

ELENCO

DEI

POETI

403 di

103.

Q"simi

(Mi"n

iid-Din

Ali
"

Q"sim poeta

ul-Anv"r, mistico. III,

col
IO").

soprannome

Qdsimi),

poeta

lirico, II, l:23-l:2-i;


lO-i. 105.

Havnaqi (Ab"
Uesliid Vatv"t arabo

l-Miia"jijad Ravnmi"), (Ilesh"d iid-D'tn


di

poeta

lirico. II, 28.


Ibii

Muliamined
la

Abd

il-GeUl

Uniuri, col

nome sopran-

Vatv"t,
ud-D"n

cio"

rondinella), poeta

lirico, II, 83-85.


;
"

106.

Hi\degiii(Fer"d
d'indovinelli,

Muhammed
"

R"deglii), poeta lirico. II, 35-41


del Kalila
e

scrittore

II, 133;

traduttore

Dimna,

VII, 41.

107. 108. 109.

Rumi Rimi Saadi

(Gelai

ud-D"n

Muhammed

Rumi),
poeta

poeta

mistico.

III, 83-90.

{Ab"

'l-Farag
ud-D"n

R"ni),

lirico, li, (U.


lirico,

{Muslih
"

Saadi),

poeta

mistico,

scrittore

di

racconti,

IV,

1-23;
110. 111. S"nii

scrittore

di contrasti,

II, 142.
scrittore di

(Muhammed

Ism"il
ud-D"n

S"mi),
Selm"n
Il 8.

racconti,

VII,

103.
"

S'"wegh" ((jem"l
romanzesco,

S"vefihi), poeta

lirico, II, 117-120;

poeta

VI,

115-

112.

Sen"i

(Ab"

'l-Mag'd Macfd"d
III, 62-64.
Melik

Ibn

AdamSen"i),

poeta

lirico, II, 7(5-78;

"

poeta

mistico,
113. 114. 115.
116.

Sh"hi Sliah"d

(Aq"
(Ab"

Shdhi),

poeta

lirico, li, 128-129. poeta lirico, II, 2().

'l-Hasan

Shah"d),

Sli"hpnr (iS/)ft/i]*//r), poeta


Shems Sher"f Sliibli

lirico, II, 100. poeta mistico, III, 102-104.

(Shems

ul-Fakhri?),

117. 118.

(S/ier?/),poeta
(Ab" Ahd-ull"h

gnomico, Shihli),

VII, 37-40. poeta


lirico
in

arabo

(tra

gli esempi

della

Lirica,
119. 120. 121. 122. 123. Shib"b S"zeni Tar"fi Um"rah Unsuri

XIII).

ud-D"n

.\maa(j (Shihdb
poeta

ud-D"n

Amaaq),

[)oeta

romanzesco,

VI, 58.

(S"zeni), (Ab"
Nasr

lirico, II, 81-82.


lirico in arabo,

Tanfi), poeta
Umdrah),

II, 15.

(Ab" (Ab"

Mans"r

poeta

liiico, II, 31.


poeta

1-Qdsiia
"

lluse"jn Unsuri),
poeta
romanzesco,

lirico, II, 52-54;

"

scrittore

di

contrasti. II, 139;


124. 125. 126. 127.
128.

VI, 35.

Uveys (5w/t"/i Uveys


Ver"vini Yem"mi

Ilkhdni), poeta

lirico, II, 116.


del lirico Libro di

(Saad (Ab"

ul-Verdv"ni),
Ahmed

traduttore

Merzb"n, II, 15.

VII, 83-89.

Yemdmi),
poeta

poeta

in arabo,

Z"g"ni

(Obei/d Z"g"ni),
ud-D"n Ali

lirico, II, 117-118.

Zn\"m(Behd
Ze^'zeni

Muhammed

Zah"ri), traduttore
lirico in arabo

del

libro

di Sindib"d, della

VII, 52.

129.

(Ab"

Zev:.eni), poeta

(tra gli esempi

Lirica, XII).

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