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VERIT STORICA E OPINIONE

NI ESPADA, NI OLVIDO
Lannunci o del Vangel o non comport i n nessun momento
l al i enazi one del l e cul ture precol ombi ane, n fu l i mposi zi one di
una cul tura strani era Benedetto XVI, Aparecida 12 maggio 2007.
Il rispetto della storia impegno morale di tutti, a cui nulla e nessuno pu fare eccezione.
Non esiste verit che tradisca la storia; nessuna dottrina filosofica, scientifica, religiosa,
politica si pu reggere sulla bugia storica.
Il rispetto delluomo passa per il rispetto di ci che ha pi prezioso: la ragione e la co-
scienza, che vengono prima di ogni messaggio umano o divino.
Falsificare la storia non solo tradire il passato vissuto da intere generazioni, quel vissuto
che il patrimonio pi caro di ogni individuo e di ogni popolo, ma tradire la stessa ra-
gione e la stessa coscienza.
La tradizione storica sempre stata il fondamento e lessenza culturale di interi popoli. Su
quella storia tramandata dai padri storici, gli anziani, i saggi della comunit - chiamati
cos perch fedeli alla tradizione -, interi popoli hanno creato la loro sapienza, la loro fede,
i loro costumi. Quella storia un patrimonio sacro che non pu essere violato. Il loro
dio l, nella loro tradizione.
Tradire la storia di quel tempo toglier loro il senso del presente e la speranza del futuro.
Il rispetto della verit legato al sommo rispetto della memoria storica per dare al pro-
prio discorso intellettuale il segno della testimonianza, una testimonianza fatta pure di
errori, retaggio di ogni vicenda umana. Un errore, grande e piccolo, non va coperto dal
divino, ma dalla richiesta di perdono, come anche Wojtyla ha insegnato.
La verit storica, ovvio per tutti, non oggetto di infallibilit. Allora si pu pensare ad
unopinione e le opinioni, come opinioni appunto, sono sempre legittime; del resto lo
stesso papa Ratzinger lo annunciava alla presentazione del suo ultimo libro su Ges di
Nazaret ma neppure lopinione ha il diritto di tradire e capovolgere la storia.
N si pu parlare di una santa ignoranza, ci che avvenuto molte volte nelle pronun-
ciazioni papali, perch oggi v un dato scientifico a cui tutti si attengono ed la verit
frutto della critica storica, un metodo che viene applicato anche alla stessa ermeneutica
biblica.
Tuttavia, ci che pi sconcerta in questa vicenda che un capo supremo religioso non
tenga presente il valore fondamentale della tradizione di buona parte dei suoi fedeli che,
pur avendo accolto i valori dellannuncio evangelico, hanno conservato, nella sofferenza e
nella lotta, tutta la ricchezza della tradizione della loro civilt culturale e religiosa, in un
cammino di martirio: i loro martiri, anche recenti, sono innumerevoli.
500 anni di resistenza passiva pagata fin dallinizio con una lunga scia di sofferenza, di
dolore e di sangue, non pu essere cancellata per nessun motivo, neppure per far appari-
re positivo ci che nel proselitismo missionario stato profondamente nefasto.
La croce cristiana forse non sarebbe mai arrivata in America Latina o avrebbe potuto arri-
vare in modo diverso, senza la spada - come altra storia missionaria insegna - ma cos
non stato e non lo stato nei secoli successivi.
Ci lo sapevano bene coloro che quei momenti li hanno tragicamente vissuti come un
tradimento alla missione evangelizzatrice: Montesinos, Bartolom de Las Casas, il vesco-

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vo Valdivieso, ecc (tra i tanti); e chi scrive lha narrato in centinaia di pagine (una storia
vista dalla parte dei vinti), attenendosi per quanto umanamente possibile alla cronaca del
tempo.
un episodio grave e doloroso, doloroso soprattutto per i cristiani-cattolici dal volto mo-
reno che popolano gli altipiani del Guatemala, del Per, della Bolivia, le foreste del Messi-
co e della Colombia, le immense favelas delle metropoli sudamericane, dove spesso
lunico conforto e speranza la figura di un prete e il verbo evangelico di un delegato del-
la parola e lunico calore umano la piccola comunit cristiana.
Quelle moltitudini di fedeli sentono sempre pi lontana la loro Chiesa, la sentono sempre
pi eurocentrica, identificata con il sistema che da secoli li opprime e li deruba, un siste-
ma che viene a volte rimbrottato a parole, ma che la struttura cattolica contribuisce a
conservare e da cui si sente conservata.
E che dire degli intellettuali indigeni che hanno cercato di costruire un dialogo tra la loro
tradizione e il messaggio cristiano, conservando integra la verit delluno e la memoria
dellaltro?
Nelle cronache della Conquista si legge che un indio inca disse ad un missionario catto-
lico: Non riesco a capire cosa sia avvenuto: quando siete arrivati qui, noi avevamo le ter-
re e voi avevate la Bibbia; oggi, voi avete le terre e noi abbiamo la Bibbia!.
Durante un viaggio di Papa Wojtyla in Brasile, un indio riusc ad accostare Giovanni Paolo
II e dandogli una Bibbia disse: Te la restituisco perch a noi ha portato solo sofferenza,
oppressione e morte.
Gli indios di tutta lAmerica Latina - defraudati per secoli della loro libert, dei loro diritti
umani, della loro cultura, dei loro valori storici e spirituali - non sopportano pi, ancora
una volta, di essere defraudati della verit della loro storia e lallontanamento da questa
chiesa non potr essere imputato a nessuna delle tante sette di turno.
La preoccupazione di difendere una chiesa cattolica sempre pi perdente tra le masse
dei poveri dellAmerica Latina, come del resto di tutto il Terzo Mondo, e la preoccupazio-
ne di un proselitismo vecchia maniera non giustifica una tale opinione storica: la storia
non fatta di opinioni.
Non serviranno certo le scomuniche alla Teologia della Liberazione n linter-vento di
nuove milizie cattoliche a riconquistare un terreno perduto.
Il rapporto tra la Chiesa di Roma e la Chiesa dellAmerica Latina sempre stato di grande
sofferenza, nato da unendemica incomprensione, come affermava lo stesso vescovo
Romero di ritorno da un viaggio in Vaticano: il Papa non ci capisce, non ci vuole ascolta-
re, incomprensione che ha generato una sofferenza palpabile per chi vive laggi.
Se la Chiesa perde la Chiesa dei poveri, perde il suo pi prezioso patrimonio e lunica te-
stimonianza evangelica.
La forza del messaggio cristiano sta nel rispetto massimo di ogni cultura e
nellinstaurazione di un dialogo che lo metta a confronto con i valori che ogni uomo ed
ogni popolo si porta dentro, patrimonio del suo passato.
Renato Piccini
Barcellona, 14 maggio 2007

Sul sito della Fondazione verr presentata una documentazione storica delle Cronache
della Conquista, pubblicata a fascicoli nella rivista AMANECER negli anni 1990-91-92.

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