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Luca Beltrami Gadola BUROCRAZIA: DA MORATTI A PISAPIA, AL PALO Giacomo Properzj LA FORMA PARTITO: UNA QUESTIONE SEMPRE APERTA Felice Besostri GOVERNO E PRESIDENZA DELLA REPUBBLICA: CANDIDATI E DINTORNI Paolo Mottana I VAFFA DI GRILLO LE INNOVAZIONI DEL LINGUAGGIO Giulia Mattace Raso MILANESI: TUTTI PORNO, COCA E CHIESA Paola Cofano BOVISA: GASOMETRI, FERROVIE, UNIVERSIT Walter Marossi PISAPIA S LA TESTA, ADESSO Pier Vito Antoniazzi BERSANI: MA NON TUTTO COS BANALE Mario Rodriguez AFFAMARE LA BESTIA PER RIFORMARE I PARTITI? Monica Fabbri REGISTRO FINE VITA: MA I PROBLEMI SONO DAVVERO ALTRI? Antonella Nappi DOMENICASPASSO: FABIO FAZIO E I CATTIVI MAESTRI Giuseppe Gario DEMOCRAZIA ELETTRONICA, VINCERE LA NOIA VIDEO ALESSANDRO ALFIERI CAPOGRUPPO PD IN REGIONE SIAMO AI PRIMI PASSI suggerimento musicale TEACHER I NEED YOU canta Elton John rubriche di attualit MUSICA a cura di Paolo Viola ARTE a cura di Virginia Colombo LIBRI a cura di Marilena Poletti Pasero SIPARIO E. Aldrovandi e D.G. Muscianisi CINEMA Marco Santarpia e Paolo Schipani www.arcipelagomilano.org
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se. Naturalmente, nei paesi a tradizione anglosassone la visione del Partito non corrispondeva a quella descritta e i partiti, che pure esistevano come sempre sono esistiti nella storia, avevano un carattere leggero e occasionale. Cio erano legati alle occasioni elettorali. In Italia il sottile contrasto tra Partito leggero che traeva la sua forza anche elettorale da altre strutture di pubblica opinione e il Partito di apparato che, attraverso una rete professionale organizzava e governava i cittadini ha portato, come per moltissime altre cose alla paralisi cos che una definizione costituzionalmente precisa del Partito non esiste mentre invece gli ibridi che sono nati sono diventati il punto di riferimento polemico di buona parte della pubblica opinione che attribuisce loro, spesso a ragione, ogni sorta di mali. Le proposte di legge, come quelle del senatore Compagna, presentate alla Camera, non sono mai state prese in seria considerazione, anche perch sottoporrebbero i futuri partiti a un controllo pi intenso dell'amministrazione giudiziaria, alla quale il singolo iscritto potrebbe sempre appellarsi. Dato che siamo abituati a conoscere risse continue nei partiti tra correnti, uomini e sub corporazioni, possiamo immaginare che regolamenti troppo stretti e isti-
tuzionalizzati provocherebbero un contenzioso costante e distraente dalle funzioni specifiche del partito. D'altra parte i partiti leggeri che si sono venuti formando, hanno dato luogo a un'indisciplina culturale essa stessa provocante una degenerazione politica e, per esempio sul piano della corruzione, il passaggio da una corruzione politica cio destinata a far fronte alle necessit economiche del partito, a una corruzione personale, cio destinata a rafforzare non sempre attivit politiche ma personali. D'altra parte, come in una brutta copia del sistema americano, si avuto il fenomeno della ricchezza personale direttamente applicata alla politica e il conseguente degrado dalla politica alla propaganda e dalla propaganda alla pura lotta per il potere. Personalmente, non vedo soluzioni teoriche, se non molto complicate allo stato attuale, se non quelle di un ritorno all'ideologia, cio all'impianto su di una posizione politico culturale molto precisa della forza organizzata del Partito. Per non parlare in modo del tutto astratto, si pensi al confronto tra le posizioni del Movimento 5 Stelle e quelle, sconfitte, di Fare per Fermare il Declino: nel secondo caso c'era un forte impulso di dottrina economica che si rivolgeva a un'lite che era anche una fascia anagrafica e che
col tempo avrebbe potuto rinforzarsi (senza voler dare qui alcun giudizio sulla posizione culturale e politica). Dall'altra parte M5S ha conquistato un gran successo elettorale senza aver avuto un bench minimo riferimento alla classe dirigente e rischia di sfasciarsi alle prime difficolt, cio morire di indigestione. Nel PD il Partito di apparato rimasto tale ma si molto ringiovanito rispetto al passato, adeguandosi anche sotto il profilo culturale ai tempi nuovi ma necessita di un finanziamento costante per mantenere alta la professionalit dei suoi quadri. Il PDL non ha questi problemi poich rappresenta un conglomerato di forze sociali e politiche diverse, talvolta prevalenti nel paese, che sono unite dalla capacit di iniziativa propagandistica di una leadership che si ispira, attraverso i sondaggi, unicamente a soddisfare la pi epidermica domanda degli elettori: una macchina capace di prendere i voti ma non di governare. Noi, che siamo ancora legati a Max Weber, speriamo sempre che i partiti, o pi genericamente il Paese, possano esprimere un embrione di classe dirigente, di marinai che riescano a intravedere tra le brume il porto, per carit un porto modesto e senza pretese, ma tranquillo.
www.arcipelagomilano.org Mi divertii allora a trovare dei Nicola Mancino iscritti alle liste elettorali e con pi di 50 anni ne trovai molti, anche di Carlo Ciampi, solo Carlo Azeglio era unico, ma raramente parlamentari scrivono nome e cognome. Non pensate di cavarvela con Zagrebelski, perch con i requisiti per essere presidente oltre che il pi noto Gustavo, c' anche il fratello Vladimiro, che starebbe benissimo al Colle anche per la sua passata esperienza di Giudice della Corte Europea dei Diritti dell'Uomo di Strasburgo. Da Milano possiamo candidare Pisapia nell'interesse dell'Italia possiamo chiedere alla citt ambrosiana di fare un sacrificio.
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tro, proprio cos. probabile che presto unet del contenimento e del limite torni a farsi spazio. Che la noia per le metafore popolaresche di Bersani, per le barzellette corrive di Berlusconi, per i lazzi feroci di Grillo induca a nuovi e pi politi costumi. E che, al loro posto, ritorni lesigenza di distinguere, separare, decontaminare. un fatto di cui si avvertono segnali un po dappertutto. La voglia di restituire autorevolezza, o addirittura autorit, allauto-rit, che si incarni essa in funzionario pubblico, in politico, in insegnante o
in magistrato, sembra crescere. La psicologia d manforte, restituendo valore allesigenza di castrazione simbolica, alla necessit di Leggi, norme, di nuove forme di frustrazione e di punizione. Ne sono spia autorevoli psicogiornalisti come anche trasmissioni basse come SOS Tata. Vedremo. Per quanto mi riguarda credo piuttosto che la prossima vera problematica frontiera, sul fronte dei linguaggi, al di l del grande circo mediatico con la sua fiera di espressioni multiformi che oggi in-
contriamo ovunque, dal Parlamento alla scuola alla metropolitana, sar il mondo multietnico, quello s autenticamente eterogeneo, colorato, problematico, sempre che la globalizzazione non lo faccia a pezzetti prima che possa presentificarsi nelle sue infinite e sorprendenti sfumature. Ed con la novit di quel mondo che occorrer presto fare i conti, imparando a recepirne non solo le differenti espressioni linguistiche ma soprattutto le forme legate alle matrici culturali, ai simboli, agli archetipi, alle tradizioni.
(1) Survey 2008-2010 Droga e Alcol a Milano, ASL, Dipartimento Dipendenze, dott. R. Gatti (2) http://www.oredlombardia.org/uploads/bollettinoprevisionale-2012-eupolis-1.pdf
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di euro per avviare la bonifica dellarea dei gasometri. Questi fatti hanno riacceso linteresse di operatori, comitati cittadini e addetti ai lavori sul destino di uno dei quartieri ex industriali pi controversi e interessanti della periferia urbana di Milano. Le aree industriali dismesse, le fabbriche abbandonate e quelle riconvertite a nuovi usi, le sagome dei gasometri e i quartieri operai, sono la testimonianza di una vicenda storica per molti versi epica, che ha lasciato il posto a un nuovo e incerto destino, sospeso tra abbandono e sopravvivenza, tra riuso e innovazione. Il Politecnico, il comune di Milano e lazienda energetica A2A sono oggi i tre principali proprietari delle aree della cosiddetta goccia, larea circondata dai tracciati ferroviari e per questo separata dal resto del quartiere. Sono insieme i principali attori di un lungo processo che si sviluppato a partire dagli anni 80, quando si inizi a discutere dello spostamento dellateneo in una sede diversa da quella storica di Citt Studi. Nella scuola di Architettura Civile molti gruppi di ricerca sono da sempre impegnati nello studio di Bovisa e si sono fatti promotori di importanti proposte di trasformazione urbana per ridisegnare il destino dellarea. Basta qui ricordare che a partire dal progetto del 1974 dei professori Guido Canella e Antonio Acuto, nel 1987 lallora sindaco Paolo Pilliteri
si convince della bont della scelta di Bovisa come sede del nuovo campus del Politecnico, al posto della decentrata Gorgonzola. E ancora, qualche anno pi tardi (198991), il progetto dei tre dipartimenti del Politecnico con il coordinamento e la proposta di impianto del professor Antonio Monestiroli, costituisce unaltra importante tappa di questo cammino. La scoperta dellentit e delle tipologie dellinquinamento nelle aree della goccia e gli elevati costi delle bonifiche, sono tra i principali motivi che hanno impedito di portare a compimento il progetto del Polo scientifico-tecnologico. Nel frattempo, ormai molti anni fa, sorto negli stabilimenti della Ceretti&Tanfani il campus di via Durando - con la scuola di Architettura Civile e la scuola di Design - e al di l della stazione di Bovisa verso Villapizzone, il campus La Masa e Lambruschini con alcuni dipartimenti di ingegneria e il centro di ricerche biomediche Mario Negri: due insediamenti universitari che costituiscono una realt consolidata nellambito dellistruzione e della ricerca milanese e nazionale e una realt generatrice di nuove economie e socialit nel tessuto del quartiere. Ora, con il PGT approvato, sembra che da parte dellamministrazione comunale ci sia lintenzione di far ripartire il progetto del Polo scientifico-tecnologico, ma si tratta di capire se debbano essere privilegiati la mappa e il costo delle bonifiche,
oppure le idee di architettura e di disegno urbano e il sistema della mobilit; o ancora, come questi diversi punti di vista possano essere tra loro integrati. La stasi di questi anni frutto della diversit di interessi pubblici e privati, ma anche lesito della carente interlocuzione tra gli studiosi interni alluniversit, i professionisti chiamati dai privati, i funzionari e i consulenti delle pubbliche amministrazioni. Mettere insieme le voci dei testimoni e dei protagonisti coinvolti negli anni in questo faticoso e mai concluso processo, forse servir ad avviare un confronto dialettico sulla base delle reciproche culture e proposte. La mostra, frutto del lavoro appassionato di docenti e studenti di un laboratorio di progettazione della Scuola di Architettura Civile, presenta i ridisegni dellevoluzione del territorio di Bovisa, lanalisi di alcuni progetti storici sullarea dei gas ometri, le proposte di progetto per la nuova stazione ferroviaria e le sue piazze urbane. Si devono oggi ridefinire i criteri di un nuovo progetto di trasformazione della goccia e dellimpianto della Citt dei Giovani e del quartiere nel suo insieme. Si scelto nel frattempo di progettare per punti circoscritti e per temi parziali (la stazione e le sue piazze), nella convinzione che lesemplarit e monumentalit delledificio pubblico sia uno dei principi fondativi di una visione dellarchitettura e della citt.
www.arcipelagomilano.org Milano e buona parte delle citt della regione, in primis la bianchissima Como, di avere percentuali elettorali alte. Dopodich se uno ha una buona voce non necessariamente canter alla Scala, in altri termini non sono fuoriclasse tuttavia non vedo alle loro spalle geni incompresi e repressi; pensare che con la sostituzione di Cornelli si risolva il problema della "personalit" del Pd milanese pura fantascienza, forse pi sensato abolire la figura del segretario tout court. Ne si pu dire che le risorse nella coalizione esterne al Pd possano ovviare a questa vacatio. A sinistra vaga qualche simpatico vendoliano ancorato al 2%, i socialisti/socialdemocratici sono estinti e l'accanimento con cui si sono presentati alle elezioni regionali rivolgendosi ai "socialisti biografici" ormai canuti commovente ma patetico, sulla destra il tentativo di creare uno schieramento cattomoderato ha prodotto come dato pi significativo una eccellente parodia internettiana: i marxisti per Tabacci. Gli arancioni, al netto delle complicate differenze interne, esistono grazie alla lista regionale con il nome di Ambrosoli ma tutta la retorica del nuovo patto civico vale all'incirca 100.000 voti (confrontate i dati del 2005 se avete dubbi). La stessa societ civile che pure ha cercato con Boeri, Ambrosoli, Onida, di ovviare parzialmente o totalmente alle debolezze del Pd ha fallito nel proporre una leadership, simbolico il licenziamento con sbeffeggio di Boeri. Unica eccezione in questo panorama: Palazzo Marino. Pisapia le elezioni le ha vinte e ha un rapporto con le forze politiche originale anche se non nuovo, alla Mattei: li usa come taxi. Palazzo Marino sempre stato il luogo simbolo dove si affermava e praticava l'egemonia sulla sinistra, la palestra indispensabile per chiunque volesse occuparsi di politica nazionale; su quei banchi hanno seduto da Turati (per decenni) a Mussolini, da Craxi a Spadolini, da Treves a Vittorini a d'Aragona a Mondolfo a Rossanda a Cossutta a Vigorelli. Il sindaco in particolare ha sempre avuto un ruolo politico determinante basti ricordare Caldara che garant a lungo l'egemonia riformista sulla sinistra milanese o Greppi che caratterizz la politica amministrativa del dopoguerra con uno stile che ha retto per quattro decenni. Se nessun sindaco milanese ha avuto una proiezione nazionale corrispondente alle aspettative, tuttavia hanno condizionato e improntato le scelte politiche della loro parte politica in modo determinante, non ultimo facendo da indispensabile traino elettorale. Volente o nolente a Pisapia tocca questo compito. Non pi sufficiente fare il suggeritore, non pi l'epoca dei consigli disinteressati e dello stare super partes occorre che agisca in prima persona, che assuma cio la leadership del centrosinistra formalmente e ufficialmente e che proponga un progetto politico di respiro. La sconfitta di Ambrosoli e il successo di Grillo confermano che il centrosinistra strutturalmente minoritario in Lombardia e che neppure con le migliori condizioni di partenza riesce a vincere, ripartire da Milano non quindi una scelta un obbligo. Gli altri le chances le hanno avute ma hanno perso. Quando Pisapia dichiara che una collaborazione con il Pdl improponibile, che Bersani ha fatto il suo tempo, che Renzi non va bene, che ci vogliono le primarie, parla da leader politico, ebbene lo faccia fino in fondo e non a mezzo servizio, tanto pi se come afferma vuole continuare a fare il sindaco (sperem), perch il sindaco innanzitutto fa politica. Quando invece Pisapia per risolvere il contrasto Renzi Bersani dice "basta parlarsi" dice ecumeniche sciocchezze e rinuncia al ruolo che gli tocca. Il sindaco amministratore di condominio non serve. Un progetto politico di respiro e una leadership significano infatti anche un progetto e un azione amministrativa innovativa, sopratutto quando si in una situazione di crisi economica; n Caldara n Greppi rinunciarono alla citt che volevano per le ristrettezze economiche, al contrario compirono scelte che ancor oggi caratterizzano la citt e stiamo parlando degli anni della prima guerra mondiale e del secondo dopoguerra. Al momento francamente tutta questa innovazione non si vede e poich siamo quasi a met legislatura sarebbe il caso che il passo cambiasse. Pisapia gode ancora di un ampio credito ma non pi illimitato e il nervosismo post sconfitta si riverbera anche sul municipio. Ad aprire il fronte dei dissidenti stato Pizzul: "Il confronto con il disastro Moratti ha retto in campagna elettorale e per i primi tempi del mandato, si tratta ora di fare un netto salto di qualit" e ancora "Il Pd si messo generosamente al servizio di Pisapia, ma ora ha il compito di tirare su la testa per provare a immaginare una propria maggiore propositivit ... Non nascondo che il continuo e quasi esclusivo insistere sulle tematiche eticamente sensibili sta creando molto disagio ... nellopinione pubblica.". Mi era sfuggita questa insistenza su tematiche eticamente sensibili e il conseguente disagio dell'opinione pubblica, non mi sfugge invece che una vecchia regola della politica dice che i vuoti si riempiono, o lo fa Pisapia o lo far qualcun'altro. Personalmente spero in Pisapia, non foss'altro perch ha dimostrato di saper vincere.
www.arcipelagomilano.org Ora solo uno eventuale degli obiettivi di Bersani (andare a votare) potrebbe realizzarsi, ma in un quadro di indebolimento della sua forza, non solo personale ma politica. Insomma ha seguito la strada Muoia Sansone con tutti i filistei.... Se uomo (o donna) di transizione uscir, non sar farina del sacco PD. Se troveranno un'intesa su alcuni provvedimenti urgenti per superare il guado della credibilit internazionale, si aprir nel PD e nel centrosinistra una lacerazione ancora pi forte su quali prospettive, quale progetto, quale leadership pu offrire un futuro alla sinistra italiana. Perch se una cosa ha dimostrato la scadenza elettorale che il ba sso profilo (per scelta o per necess it) non sufficiente a nascondere le contraddizioni e a garantire consensi e credibilit. Il racconto zero di Bersani (come l'ha chiamato il semiologo Alberto Negri su ArcipelagoMilano n.10/V) nella battaglia comunicativa delle elezioni stato disastroso. Ora il centrosinistra si trova davanti a un bivio: fare una scelta identitaria (cosiddetta di sinistra) che rassic ura alcuni apparati (dar sempre ragione al sindacato...) e tiene unita una certa pancia di tradizione ideologica oppure fare una rivoluzione liberale come quella appena impostata dal Veltroni del 2007 allargando i consensi al di l degli steccati con pi chance elettorali ma anche con il rischio di ennesime scissioni a gauche. Se dovessimo guardare alla storia di questi anni, il responso sarebbe presto detto. Nessuno ha mai osato (dopo il Craxi dell'84 sulla scala mobile) andare contro la Cgil, nessuno della storia post comunista ha accettato di avere nemici a sinistra. Ma il fatto nuovo sta nel cambio dei meccanismi elettorali e comunicativi e del personale politico. Con l'elezione diretta di sindaci e presidenti di regione il ruolo della persona candidata torna importante. Partiti e coalizioni perdono di senso. Nelle campagne elettorali la capacit di un leader di rendere credibile un racconto, di dipingere scenari, di coniugare la vita reale con le prospettive politiche, sposta parecchie posizioni storicamente impiantate in un terreno ideologico che sprofondato. Dunque nella scelta della sinistra conter anche la credibilit di leader nel rappresentare una scelta e nel comunicarla. La novit della situazione che con Renzi la sinistra liberal ha oggi un leader giovane e credibile che sfonda in elettorati prepolitici, che allarga il consenso al centro e a destra, che concorre con Grillo sul tema del cambiamento. Chi concorrer con Renzi per la leadership della sinistra? Fabrizio Barca? Giuliano Pisapia? Laura Boldrini? Per ora quello che certo il perimetro di partenza di queste potenziali candidature. Un perimetro importante, dignitoso ma assolutamente insufficiente a vincere unelezione politica in questo paese. Riuscir qualcuno di questi eroi ad andare oltre? Vedremo. Certo in questa scelta ne va anche del futuro del PD. Ha senso un partito democratico se poi a ogni occasione elettorale o di primaria, una parte si ritrova con i vecchi compagni di merende e una parte serve solo a raccogliere consensi per poi essere messa da parte? Le vicende di Boeri a Milano, ma anche il voto alla candidata SEL di autorevoli esponenti PD alle primarie di Cinisello, parlano esplicitamente di un gruppo dirigente che non c'. Anche qui si fatto del basso profilo una filosofia di vita. La fedelt al sindaco cosa buona e giusta, ma la subalternit, l'inconsistenza e la connivenza nell'eliminare soggetti diversi un'altra cosa... . Anche a Milano il PD ha bisogno di una nuova stagione. Ma questa un'altra puntata.
www.arcipelagomilano.org strative e di governo. Non credo ci sia nulla di male a delimitare questa funzione per farla diventare importante e centrale. Le elezioni, la selezione dei candidati e il voto liberamente espresso sono il cuore delle democrazie. E questo cuore appare abbastanza malandato, a dire il vero. 3. Legato a questi due primi punti ve n' un terzo a mio parere essenziale: la sovranit. Essa appartiene al popolo non agli iscritti. E quindi io propendo - le penso forme pi efficaci - a processi decisionali di partito aperti, il pi aperti possibili (le cosiddette primarie). Visto che il giudizio determinante sar quello del popolo sovrano meglio che lorga nizzazione venga plasmata dalla sistematica ricerca del coinvolgimento dellelettore. S, anche per il dirigente del partito. Ma questo problema si stempera se si trae unaltra conseguenza da quanto detto. Quelli che contano davvero sono gli eletti nelle istituzioni non i dirigenti politici, i funzionari politici. Un partito che non si candida a farsi stato, che vive in funzione delle istituzioni democratiche sposta il proprio baricentro verso gli eletti perch sono loro che sono stati legittimati dal voto popolare. Ai funzionari di partito spetta e rimane una funzione di coordinamento ma non di decisione sovraordinata. Chiarisco con casi pratici che il PD sta vivendo in queste settimane e che a mio parere mettono a nudo le difficolt e le contraddizioni: la direzione organismo nominato quattro anni fa da unassemblea del partito decide quale atteggiamento devono avere verso il Governo i gruppi parlamentari eletti dal popolo nel 2013; secondo caso pratico: il sindaco Pisapia, espressione della primavera arancione, decide come modificare la giunta parlandone con il segretario federale e con quello regione del PD. In questi comportamenti pratici predominano i dirigenti di partito sugli eletti e a mio parere la cosa non funziona. Crea un dualismo che va sciolto a favore degli eletti. 4. Che resta delle presenze diffuse e della militanza se il baricentro si sposta verso gli eletti? Non certo sezioni, cio partizioni di un corpo unico cui si affida soprattutto lazione in una visione top down. Ma circoli, club, associazioni, centri diniziativa animate dalla passione del vivere per la politica e che convergono nei momenti essenziali della selezione dei candidati, palestre per il reclutamento e la selezione. Certo, in una collaborazione anche conflittuale con gli eletti che devono essere consapevoli che buona parte della loro capacit di rappresentare legata anche al rapporto con queste presenze diffuse su territorio. Gli eletti come professionisti della rappresentanza e i circoli come collettori della partecipazione politica, della voglia di essere e sentirsi parte di un progetto collettivo, cio di essere presi in considerazione e contare. Certo con tutte le peculiarit del tempo dominato dalla tv e dalla rete. 5. Quindi un partito politico pienamente integrato in una societ democratica non ha bisogno di scuole (si pensi al rilancio simbolico delle Frattocchie!) per affermare la sua visione del mondo ma ha bisogno di legami, connettori con i luoghi dove queste visioni maturano, cio il sistema formativo nel suo complesso, per costruire think tank che connettano lo studio con la decisione pubblica. Chi fa politica deve sapere di non sapere piuttosto che pensare di sapere tutto anche se stato votato. Il voto non d competenza se non alla capacit di rappresentare. E tra principio di competenza e principio di rappresentanza il conflitto permanente e va risolto di volta in volta con equilibrio perch ne va della democrazia e dellefficacia del sistema a produrre decisioni efficaci. 6. Un partito politico di questo tipo quindi un partito che costa meno perch non ha strutture centrali e soprattutto non ha funzionari politici (ed un sistema che deve piazzare meno personale in enti e istituzioni collegate). Cio persone che svolgono lattivit di organizzatori a tempo pieno preparandosi e predisponendo le cose per essere prima o poi candidati con successo. Senza la certezza di essere eletti chiaro che il funzionariato diventa unattivit impiegatizia di natura pi tecnica che pu essere affrontata appunto come tale. Quindi un partito adeguato al tempo della rete, un partito che ha scelto fino in fondo la democrazia e le sue implicazioni soprattutto un arcipelago di presenze connesse tra loro dal desiderio di affermare idee candidando persone alle cariche che permettono appunto la trasformazione di queste idee in politiche pubbliche. un partito che ha certo pi bisogno di servizi che di risorse economiche (soprattutto non elargite al centro ma diffuse sul territorio). Ma tra forma partito, regole elettorali, sostegni, verifiche controlli deve esserci coerenza.
www.arcipelagomilano.org direttamente dall'art. 32 della Costituzione, dove, nella seconda parte sancisce che "Nessuno pu essere obbligato a un determinato trattamento sanitario se non per disposizione di legge. La legge non pu in nessun caso violare i limiti imposti dal rispetto della persona umana.": dare delle indicazioni in questo senso, quindi, evita che tali direttive debbano essere ricostruite, come successo nel caso di Eluana Englaro. In sostanza, il testamento biologico, pu essere considerato un'estensione del consenso informato: il medico ci propone una terapia, descrivendocene benefici ed eventuali effetti collaterali, e noi decidiamo se accettare la proposta o meno. In caso ci trovassimo in condizione di non poter esprimere la nostra opinione, allora varranno le direttive precedentemente espresse e, se lo abbiamo nominato, sar il fiduciario a prendere qualunque decisione. In caso di conflitto col medico, sar il Tribunale a decidere, e per farlo sar importante che le nostre dichiarazioni siano state depositate e conservate in modo appropriato. Il Comune non deve entrare nel merito delle indicazioni che vorremo o non vorremo dare, ma solo dare l'opportunit ai cittadini che ne fanno richiesta, di depositare e conservare questi importanti documenti. Ovviamente i cittadini potranno cambiare idea in qualunque momento e sostituire, ritirare o sospendere le direttive. Sono invece prive di fondamento le obiezioni riguardanti un eventuale cambio di opinione che potrebbe avvenire dopo il sopravvenire della condizione di incapacit: non abbiamo a che fare con cittadini bambini che non sanno valutare i rischi di una dichiarazione data in condizioni precedenti un'eventuale situazione clinica che non conosciamo e non possiamo prevedere, bens con cittadini adulti, che ritengono di voler dire una parola importante, decisiva e vincolante riguardo una situazione che potrebbe riguardare la loro persona. E a questo proposito anche utile sottolineare con quanta superficialit venga spesso ostentata l'"obiezione di coscienza" del medico: se un individuo cosciente il medico pu proporre una terapia, ma non pu imporgliela, neanche una terapia salvavita. Non si capisce per quale arcano motivo, quando il paziente inerme e incapace di esprimersi il medico dovrebbe compiere "obiezione" di coscienza ignorando le direttive del paziente (e/o del fiduciario) e imporre la sua propria coscienza. Concludendo, la richiesta che i cittadini e le cittadine di Milano fanno al Consiglio comunale semplice: garantire un servizio che permetta di dare indicazioni anticipate di trattamento sanitario, ivi inclusa la nomina di un fiduciario che faccia le nostre veci qualora ci trovassimo in condizione di incapacit. un diritto alla persona che permette a ognuno e ognuna di noi di disegnare i confini della propria dignit e ci aspettiamo che il Consiglio Comunale sappia ascoltare e rispondere prontamente a chi chiede a gran voce che questo diritto venga garantito.
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www.arcipelagomilano.org da Giustizia e Libert a SEL e al PD e ne dimostra l'intima natura reazionaria e conservatrice. Come bene faceva notare Perry Anderson qualche anno fa nel suo articolo sul PC Una sinistra invertebrata questa ha di fatto raccolto l'eredit della cultura (piccolo) borghese italiana, tutta parole e retorica e niente sostanza. Ma l'apporto pi importante di Marossi l'aver rivelato, suo malgrado, la scusa n. 14, che la sua tesi che cito letteralmente il centrosinistra una coalizione illuminista che crede ancora di essere avanguardia e di avere il compito di educare, che non ha ancora letto Le bon a pi di un secolo dalla pubblicazione della Psicologia delle folle; che ha il mito dello scientifico e lorrore dellemotivo o irrazionale. () Forse se invece di guardare alla scientificit ci si fosse artigianalmente impegnati a trattenere il partito dei Pensionati che era nella coalizione nel 2010 e nel 2005 e che elegge un consigliere regionale dal 1990, e non si fossero respinti i Radicali incomprensibilmente tenuti fuori dalla coalizione quando solo con Pisapia a Milano avevano portato 1,7% qualche chance in pi cera. Se qualcuno riesce a capire dove siano l'illuminismo e la scientificit a cui avrebbe guardato il centrosinistra, sono disposto a pagargli una cena. Ma temo che Marossi esprima lui stesso in modo esemplare proprio l'ignoranza della sinistra. La sinistra non sa nulla di scienza, n di scienze esatte n di scienze umane, non sa nulla di economia, di statistica, di sociologia, di storia. Non ha mai pensato che per definire una linea economica non ci vuole un congresso, ma il lavoro di economisti, di sociologi che analizzino statistiche, raccolgano dati e facciano un po di conti per dare carne e sangue alle richieste di uguaglianza e di diritti dei cittadini. Crede da classe politica ignorante quale , che basti fare una legge che sancisca i diritti, disinteressandosi degli effetti economici e sociali a media e lunga scadenza. Nessuno di loro conosce, Meidner o Rehn, gli economisti che hanno messo su la struttura di welfare svedese. I loro economisti sono un Fassina che confonde la dottrina sociale della chiesa con un piano economico. Non un caso che dopo oltre cinquanta anni di lotte sindacali i lavoratori italiani siano rimasti con il pugno di mosche della Cassa Integrazione, mentre i lavoratori svedesi e tedeschi hanno la garanzia di un welfare. Cos ormai da venti anni la sinistra si presenta a un paese che aspetta di avere delle risposte concrete, delle riforme che rendano pi facile vivere, lavorare creare, degli impegni, misurabili, con degli pseudo programmi che sono elenchi di diritti imprescindibili, da cui prescinde appena al governo. Come la tredicesima scusa rivela l'intima natura conservatrice di questa sinistra, cos la quattordicesima ne dimostra l'impossibile riforma. Questa sinistra, ignorante e conservatrice non pu che sparire se si vogliono aprire delle possibilit per il paese. Ci saranno pure in Italia qualche migliaio di persone perbene, mediamente intelligenti, mediamente esperte e con un Po di capitale sociale che si decideranno a intervenire per liberaci da questa casta di ignoranti. Professionisti, sindacalisti, piccoli imprenditori, operai, impiegati tecnici che si mettano all'opera per rimettere in piedi la baracca e far fuori le ideologie piccolo borghesi che ci soffocano. Come quella della politica professionale considerata come la pi alta attivit umana (vedi Gentile), o i diritti intesi come assoluti e scesi dal cielo, invece che obiettivi storicamente e socialmente elaborati per la cui attuazione servono le risorse che i cittadini creano. Si deve riportare la politica a essere una attivit di servizio ai cittadini, misurabile con i risultati e rispettosa delle attivit di lavoro, di creazione, di innovazione che sono il fondamento della societ. Queste si attivit veramente e profondamente umane, alte o basse che siano.
MUSICA
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ARTE questa rubrica a cura di Virginia Colombo rubriche@arcipelagomilano.org La libert dal dopoguerra a oggi
Che cosa significa libert oggi? Com cambiato questo vocabolo dallIlluminismo alle tragedie sociopolitiche che hanno accompagnato la seconda met del Novecento? C ancora posto per una libert artistica che sia azione concreta? Che cosa potrebbe significare oggi questa parola letta da artisti europei diversi tra loro per et, percorso, Paese e storia politica? Queste risposte prova a darle Desire for freedom. Arte in Europa dal 1945, mostra collettiva che affronta lidea di libert in Europa dal dop oguerra in avanti, attraverso 200 opere darte che esprimono il pensiero e le creazioni di 94 artisti contemporanei provenienti da 27 diversi Paesi europei. Realizzato su iniziativa del Consiglio dEuropa e con il soste-
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www.arcipelagomilano.org gno finanziario della Commissione europea, il progetto frutto della collaborazione internazionale di 36 Paesi membri del Consiglio stesso, che hanno coinvolto artisti, studiosi, curatori, musei, gallerie e importanti collezionisti privati. Il progetto nasce con lobiettivo di superare la visione di unEuropa del dopoguerra come teatro dellostilit tra due blocchi di potere contrapposti, assumendo invece come punto di partenza lidea che entrambe le parti affondino le radici comuni nellIlluminismo e nei suoi valori: ragione, libert, giustizia, uguaglianza. Il percorso non ha un senso cronologico o geografico, ma si apre invece con un percorso circolare (reso ancora pi arduo dalle labirintiche sale e corridoi di Palazzo Reale), che si sviluppa in 12 sezioni, ognuna dedicata a un tema. Si inizia con il Tribunale della Ragione, in nome della quale spesso sono state commesse le peggiori violazioni dei diritti delluomo e sul cui ruolo gli artisti si interrogano; si prosegue con le utopie in La rivoluzione siamo noi, ispirata allopera omonima di Joseph Beuys del 1972; la terza tappa il Viaggio nel paese delle meraviglie, che racconta la capacit dellarte di riscrivere la na rrazione e la storia, ridefinendo anche la nostra coscienza storica collettiva. In Terrore e tenebre larte mette il visitatore di fronte al regime del terrore e alla violenza delle torture che arrivano a privare la societ dei principi di fratellanza e solidariet. Con Realismo della Politica larte misura il ruolo dellazione politica nel bilanciare gli interessi della societ civile e la sua capacit (o incapacit) di risolvere i conflitti pacificamente; mentre la Libert sotto assedio, dimostra la fragilit di questa parola, colpita ieri come oggi da orrori e violazioni dei diritti umani. In 99 Cent gli artisti si confrontano con il difficile rapporto tra la vita incentrata su valori immateriali e la spinta verso il consumismo che pervade la nostra societ, a discapito di tutto, come raccontano le grandi fotografie di Andreas Gursky. Con Centanni gli artisti fanno riferimento alleternit per ridimensionare il presente e sottolineare limportanza della cura dellambiente e delle risorse che ci circondano, legandosi alla sezione precedente. Il rapporto dellarte con il concetto dellabitazione, fonte di sicurezza e riparo ma anche canale di comunicazione con lesterno, invece il nucleo di Mondi di vita; cos come Laltro Luogo, al contrario, analizza i mondi creati dallarte come vie di fuga, nuovi orizzonti possibili in opposizione a ci che ci circonda. Esperienza di s e del limite entra nel merito della conoscenza dei propri limiti e dei confini tra s e laltro, cercando di definire cosa ci rende umani e come vorremmo essere nel prossimo futuro. Con Il mondo nella testa la mostra chiude il cerchio testimoniando come la fonte delle nostre idee, Ragione compresa, e della conoscenza della realt e rimane anche per lartista la nostra mente. Le opere in mostra serviranno quindi a mostrare la visione di ciascun artista sul tema e a rispondere agli interrogativi connessi al tema della libert individuale e collettiva, che poi un invito pi ampio a riflettere sul senso stesso dell'arte in unepoca cos travagliata. I nomi sono quelli di alcuni grandi protagonisti degli ultimi decenni, come Gerhard Richter, Mario Merz, Christo, Richard Hamilton, Niki de Saint Phalle, Alberto Giacometti, Damien Hirst, Arman, Jannis Kounellis, Yves Klein, Emilio Vedova e molti altri. Desire for freedom. Arte in Europa dal 1945 Palazzo Reale, fino al 2 giugno. Orari: Lun: 14-30-19.30, Mar-Dom: 9.30-19.30, Giov e Sab: 9.30-22.30. Biglietti: 9,50/ 6,50 comprensivi di audioguida
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www.arcipelagomilano.org droghe, si sa del suo grande amore, leterea Jeanne, si sa della loro tragica fine. Esponente di rilievo della cosiddetta Scuola di Parigi, Modigliani ha davvero segnato unepoca, pur nella sua breve esistenza, influenzando artisti e generazioni future. Un artista incompreso, come molti altri allinizio della carriera, e che pot sopravvivere soprattutto grazie allaiuto di generosi e lungimiranti mecenati. Dopo Paul Alexandre e Paul Guillaume, entra in gioco un collezionista atipico, schivo e riservato, che aiuter Mod nei suoi anni pi cruciali: Jonas Netter. Industriale ebreo emigrato a Parigi, Netter negli anni riuscir a mettere insieme una straordinaria collezione di opere darte, pi di duemila, sc egliendo gli artisti pi promettenti e interessanti, affidandosi al suo gusto personale ma anche a quello di un uomo completamente diverso da lui per stile di vita e carattere, Leopold Zborowski. Polacco, arriva a Parigi nel 1914 insieme alla moglie, per tentare la carriera artistica. La ville lumire lo trasformer invece, a suo dire, in poeta. E in un mercante. Grazie alle conoscenze e alle frequentazioni dei caff e dei locali di Montparnasse, Zborowski conosce e frequenta gli studi degli artisti pi talentuosi, e poveri, che stipendia e compra per Netter, con il quale aveva precisi rapporti commerciali. Un sodalizio lungo pi di un decennio, interrotto in brusco modo nel 1929, e che condurr Netter ad avere 50 dipinti di Modigliani, 86 Soutine e 100 Utrillo. Ed proprio Maurice Utrillo, figlio della ex modella e pittrice Suzanne Valadon, a essere stato il grande amore di Netter. In mostra molti paesaggi, declinati nei diversi periodi e momenti della sua vita. La precoce dipendenza di Utrillo dallalcol non gli ha impedito di lavorare tantissimo, a scopo terapeutico, e di ispirarsi alla pittura impressionista, soprattutto di Pissarro. Netter amava i suoi artisti come dei figli, sostenendoli in ogni modo: pagava stipendi, studi e materiali, pagava anche alcol e cliniche di disintossicazione. Ma in realt la collezione molto variegata. Oltre agli artisti maledetti per eccellenza, Mod e Soutine -con i suoi paesaggi espressionisti e i materici quarti di bue- presenta anche fauve come Derain con le fondamentali Grandi bagnanti del 1908, e de Vlaminck; molte opere di Suzanne Valadon, il neoplasticista Helion, Kisling, Kikoine, Kremegne e altri artisti dellEst- e non soloscappati da una vita di miseria per approdare a Parigi, citt ricca di promesse, di collezionisti e simbolo, con Montmartre, Montparnasse e i loro caff, di una vita bohemien e ribelle. Certo non tutto al livello delle opere di Modigliani, sono presenti anche pittori minori e nomi forse poco conosciuti. Ma daltra parte la collezione il frutto del gusto e dellestetica personale di Netter, che ha saputo riunire tutti quegli artisti, diversi per storia, cultura e Paese, e che hanno segnato la storia dellarte europea. Dice il curatore, Marc Restellini: Questi spiriti tormentati si esprimono in una pittura che si nutre di disperazione. In definitiva, la loro arte non polacca, bulgara, russa, italiana o francese, ma assolutamente originale; semplicemente, a Parigi che tutti hanno trovato i mezzi espressivi che meglio traducevano la visione, la sensualit e i sogni propri a ciascuno di loro. Quegli anni corrispondono a un periodo demancipazione e di fermento che ha pochi eguali nella storia dellarte. Di Jonas Netter, uomo nellombra, oggi non rimane quasi niente, solo un suo ritratto fatto da Moise Kisling e qualche lettera. La sua eredit pi grande sono senza dubbio le opere darte che oggi, dopo pi di settanta anni, tornano a essere esposte insieme per ricreare una delle epoche doro della pittura europea. Modigliani, Soutine e gli artisti maledetti - Palazzo Reale, fino all8 settembre 2013 - Orari: Luned: 1430 - 19.30. Dal marted alla domenica: 9.30-19.30. Gioved e sabato: 9.30-22.30 - Costo: Intero 9 euro, ridotto 7,50 euro.
LIBRI questa rubrica a cura di Marilena Poletti Pasero rubriche@arcipelagomilano.org Franco Cardini Arianna Infida
Bugie del nostro tempo Medusa 2013 pp. 206, euro 14.90
Lo storico Franco Cardini, gi docente di Storia medievale presso l'Istituto di Scienze Umane di Firenze, Fellow della Harvard University, Directeur d'Etudes presso l'EHESS di Parigi, con questa sua nuova pubblicazione, fortemente auspicata dall'editore Maurizio Cecchetto, raccoglie 26 articoli e brevi saggi dal 2005 a oggi, alcuni inediti, con l'intenzione di denunciare le menzogne delle vulgata ufficiali, alimentate da mass media inaffidabili e proni del potere. Si possono non condividere le argomentazioni dell'autore, ma si deve senz'altro riconoscere la bont del metodo che egli propone per affrontare l'analisi storica. Egli ritiene che termini come mai e sempre siano da bandire da parte dello storico, poich ogni evento pu e deve essere rivisitato nel tempo, se compaiono nuove prove documentali. L'autore contro i tab e i pregiudizi, da qualunque parte provengano. Per questo stato accusato via via di essere di destra, quando afferma che anche i ragazzi morti per Sal avessero diritto di essere onorati, e di appartenere alla sinistra quando dichiara che la guerra in Irak e in Afganistan stata una guerra di aggressione, basata su bugie, e che perci i ribelli sono da paragonarsi ai nostri partigiani. Una sorta di Amarcord questa Arianna, ove l'autore si toglie alcuni sassolini dalle scarpe, come quando evidenzia il suo isolamento mediatico, in occasione per esempio della pubblicazione per Laterza nel 2011 del suo Il turco a Vienna, un saggio di ben 700 pagine, destinato a rischiarare eventi cruciali nella storia dell'Europa, e ciononostante passato quasi sotto silenzio. Questo ukase il retaggio della sua immagine giovanile, egli dice, quando militava tredicenne nel Partito fascista e poi studente universitario nel MSI. E nonostante che da decine e decine d'anni egli si sia chiamato fuori da quel partito. Egli ama oggi definirsi cattolico, europeista, socialista, lontano sia da Washington che da Mosca, sia contro un anticomunismo
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cialtrone, sia contro la xenofobia, amico degli oppressi, sicuramente inopportuno e anticamaleonte, condannato a una impoliticit perpetua. In questa ottica, egli affronta, in maniera dissacrante, alcuni temi caldi della nostra epoca. Come il tema dell'identit, vissuta soprattutto in chiave anti islamica. L'identit infatti dinamica, a mosaico, plurima, come la storia delle nostre dominazioni insegna. Evidenzia l'apporto ingente alla nostra civilt dell'Islam, nel periodo del suo massimo splendore. Considera i cristiani vittime innocenti di una guerra politica, innescata dai comportamenti delle grandi potenze, non una guerra religiosa, in quanto i cristiani vengono identificati con l'Occidente invasore e perci perseguitati. Accenna al grande tema delle Crociate, contro il loro elogio incondizionato, spezzando una lancia a favore del feroce Saldino riprodotto nelle figurine Liebig.
Mette in luce le lacune sulla tragedia dell'11 settembre e insinua che le videocassette di Bin Laden fossero false. Mette in dubbio il principio di diritto internazionale sulla reciprocit di trattamento dei cittadini da parte degli Stati, concilianti solo in Occidente, e si chiede perch debba necessariamente vincere questa tesi, estranea al sistema giuridico di un'altra parte del mondo. Denuncia il disimpegno dell'Europa nei confronti delle Primavere arabe, un'Europa guscio di istituzioni vuote. Un'Europa in cui Francia e Inghilterra sono state tra le cause degli attuali conflitti in Medio Oriente sin dai primordi del '900. Cos come avvenne in Cina per la guerra dell'oppio e per la feroce repressione occidentale della rivolta dei Boxer. Affari sinistri, legati all'uso dell'acqua, dei gas sotterranei, del petrolio, che nascondono verit indecenti. Cardini poi contro la politicizzazione della fede. Plaude a Ratzinger
e alla sua lotta contro il relativismo morale, da non confondersi con quello antropologico, cos come al permesso della reintroduzione del latino, nostra lingua madre. Nega valore al Risorgimento, falso movimento di popolo, bens di lites, meglio sarebbe stato un federalismo a causa della natura policentrica dell'Italia. Ammette il metodo del revisionismo anche nei confronti della Shoah, nel valutare ad esempio il numero delle vittime, potendo, egli dice, comunque sempre ricusare le affermazioni dei negazionisti con prove certe, non solo con lo sdegno o peggio la prigione, come per lo storico Irving. Opinabile. Come si vede, tanti sono i temi trattati, tutti incandescenti, come tizzoni capaci di dare fuoco alle polveri, esattamente ci che la vis polemica di Cardini vuole fare.
SIPARIO questa rubrica a cura di E. Aldrovandi e D.G. Muscianisi rubriche@arcipelagomilano.org Odyssey Robert Wilson
Rappresentazione in 2 atti e 26 scene in greco moderno (sovratit. italiano), preludio in greco classico [165] Progetto, regia, scene e costumi R. Wilson. Testo S. Armitage da Odissea. Drammaturgia W. Wiens. Traduzione in greco moderno G. Depastas. Musiche, eseguite dal vivo al pianoforte T. Oikonomou. Con Z.Douka, S. Zalmas, L. Koniodrou, A. Mylonas, M. Naupliotou, V. Papadopoulou, A. Totsikas, N. Tsakiroglou, T. Akokkalidis, G. Glastras, A. Sakellariou, G. Tzavaras, G. Tsampourakis, K. Fontoukis, M. Kavalieratou, L. Papaligoura, D. Piatas Produzione Piccolo Teatro Strehler di Milano e Teatro Nazionale di Grecia di Atene. Spettacolo del 3 aprile 2013, Prima.
Odyssey mi ha incuriosito per tanti fattori: come laureato in Lettere classiche mi ha colpito lidea di una rappresentazione teatrale dellOdis sea; come ballerino di danza classica e, in generale, appassionato di teatro sono interessato alla drammaturgia, cio alla messa in scena efficace e fruibile, di opere antiche; mentre come conoscitore della lingua neogreca mi ha catturato lidea di ascoltare un dramma in questa lingua. Il giudizio che ne viene fuori interamente positivo: mai avevo assistito a una rappresentazione antica con cos vivo interesse e cos empatica partecipazione, come avvenuto per Odyssey! Lo spettacolo comincia con le luci del teatro ancora accese. Una ragazza punk attraversa il palco saltellando e schiamazzando. Dopo che sono tutte spente un gioco psichedelico di luci del palco assorbe gli spettatori nella vicenda. Un vecchio seduto a un bordo laterale del palco gi dallingresso degli spettatori e dopo la spirale di luci comincia a cantare nella pronunzia moderna del greco il famoso proemio Andra moi ennepe, Mousa, polytropon (Raccontami, o Musa, delluomo versatile): il vecchio Omero. Ogni opera antica comincia con un proemio o un prologo, chi meglio del grande aedo per dare inizio alle vicende di Odisseo? Al proemio seguono le scene quasi dello stesso numero dei canti dellOdissea (26 scene contro 24 canti), che seguono fedelmente la successione della vicenda, manca invece del tutto la Telemachia, cio il viaggio di Telemaco fino a Pilo da Nestore per avere notizie del padre. Dopo il concilio degli di che decreta il rientro di Odisseo in patria, Zeus manda Hermes dalla ninfa Calipso che, innamorata, trattiene Odisseo contro il suo volere. Da un punto di vista drammaturgico importante che i personaggi della ninfa Calipso, della maga Circe e della moglie Penelope, cio le donne di Odisseo, siano interpretati dalla medesima attrice: infatti, Calipso dice a Odisseo Di giorno piangi, di notte ti stringo al mio corpo: tu resisti solo a met ma i tuoi pensieri sono altrove, chiudi i tuoi occhi per vedere il volto di Penelope; questo espediente drammaturgico serve allo spettatore per entrare nei pensieri di Odisseo, il quale in ogni donna che possiede vede il volto della donna che ama, valorizzando cos lelemento della fedelt coniugale anche nel marito. Odisseo parte dallisola di Calipso e arriva naufrago sullisola dei Feaci. La principessa Nausicaa, una giovane ragazza che sogna il matrimonio, si innamora di Odisseo e decide di portarlo a palazzo; il re Alcinoo e la regina Arete accettano di ospitarlo a condizione di credere alle vicende di Odisseo. Interessante il fatto che Nausicaa viene mandata a
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dormire con la promessa che la madre racconter il giorno seguente la storia. Cos avviene. Arete negli intermezzi canta a Nausicaa la storia: questo sembra un espediente del drammaturgo per giustificare la sintesi del racconto che avviene nella rappresentazione teatrale rispetto allepos omerico. La vicenda di Odisseo prosegue: i Ciconi, i Lotofagi, il Ciclope Polifemo, lotre dei venti, Circe, la discesa nellAde e lincontro con lindovino Tiresia e la madre Anticlea, le sirene, Scilla e Cariddi, larrivo a Itaca , Eumeo, lincontro con il figlio Telemaco, la gara dellarco, luccisione dei pretedenti e il commovente ricongiungimento degli sposi. Penelope dice So bene che aspetto aveva mio marito quando salp [venti anni prima]. Ma che aspetto ha adesso? Tu sei uno straniero. Sei ignoto, sconosciuto, e qui avviene linganno del letto, cio Penelope chiede di spostare il talamo nuziale in unaltra sala, ma Odisseo irato dice Quel letto non si sposter di un passo. Non un semplice mobile, scavato nel tronco di un ulivo. Non stato portato qui dalla bottega di un carpentiere: quel letto pianta ancora le radici nel terreno. Questa stanza stata costruita intorno a quel letto. Quel talamo nuziale il
fondamento dellintera casa, da qui il riconoscimento Solo due persone conoscono il segreto di questo letto. Adesso sei a casa, mio Odisseo. Qual il Leitmotiv dellintero dramma? La fedelt. E come rappresentare la fedelt? Con un cane. La ragazza punk che compare allinizio dello spettacolo non la sterile stravaganza di un regista, ma il collante dellintero dramma. Infatti, la ragazza punk in ogni cambio di scena compare saltellando e schiamazzando, anzi guaendo, attraverso il palco. Si capisce che in realt guaisce come un cane solo alla fine. Nellepos omerico quando Odisseo entra sotto le spoglie di mendicante nel proprio palazzo, il primo a riconoscerlo il fedele cane Argo che lo ha atteso per venti anni e alla sua vista muore guaendo per la gioia. Il cane Argo rappresentato dalla ragazza punk: quando Odisseo, Telemaco ed Eumeo entrano nel palazzo dove gozzovigliano i pretendenti, la ragazza punk abbaiando e guaendo si strofina a Odisseo ( lunico momento in cui interagisce con i personaggi) e poi ricevuta una ciotola da Telemaco esce di scena, ma non muore nel dramma per poter assolvere il proprio ruolo di simbolo e garante della fedelt.
I personaggi si muovono sul palco come scivolando sui piedi e gesticolando con movimenti molto codificati che incorniciano il volto ed enfatizzano le espressioni. A prima impressione i loro movimenti sembrano marionettistici (e ci non si esclude, perch qualcosa nei personaggi ricorda le marionette e i carillon, come Nausicaa e le ancelle oppure la deliziosa Euriclea), ma quei movimenti sembrano pi ricordare la pittura e le raffigurazioni dei vasi greci. Il trucco bianco del volto con i lineamenti molto marcati in nero ricordano quei disegni; i giochi di luci e controluci sembrano richiamare i due stili di pittura vascolare, vasi con sfondo rosso a figure nere e viceversa vasi con sfondo nero a figure rosse. I movimenti e le pose sono plastici come nella pittura vascolare greca. Gli spettatori diventano quindi visitatori di un museo che si soffermano di fronte a un grande vaso in cui sono raffigurate nei diversi quadri/scene l'avventuroso nostos (ritorno) di Odisseo. Piccolo Teatro Strehler dal 3 al 24 aprile 2013 Domenico G. Muscianisi
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www.arcipelagomilano.org battuta de La bellezza del somaro di Sergio Castellitto. Cardiologo? gli chiede un curioso Marco Giallini. No, no, no, no. Io sono un conoscitore del cuore non come muscolo ma piuttosto come pianeta. Marco Santarpia
La migliore offerta di Giuseppe Tornatore [Italia, 2013, 124] con: Geoffrey Rush, Donald Sutherland, Liya Kebede, Sylvia Hoeks
In ogni falso, si nasconde sempre qualcosa di autentico, questo il leitmotiv che tiene sui binari la sceneggiatura di La migliore offerta scritto e diretto da Giuseppe Tornatore. Virgil Oldman (Geoffrey Rush) uno stimato battitore daste ossessionato dalle donne: lunico ra pporto che non lo turba lo sguardo dei quadri, di valore inestimabile, raffiguranti volti femminili e segretamente conservati in una stanza. La stanza, ovviamente, protetta da un sistema di sicurezza che anche Ethan Hunt faticherebbe a districare. Poi, cosa potrebbe accadere a un metodico e attempato uomo vergine che ripudia le donne? Si innamora. Claire (Sylvia Hoeks) una misteriosa ereditiera, giovane e bella, che soffre di agorafobia e da dodici anni non ha contatti con il mondo e con le persone. La sceneggiatura continua per pi di unora e mezza a indagare la rel azione tra i due personaggi disturbati, ondeggiando tra il dramma e il thriller aiutata dalle musiche di Ennio Morricone, nel tentativo di creare unattesa nello spettatore che gli stimoli il desiderio della visione. Ma tutto pare un po premeditato, intuibile, come una partita a carte scoperte. Tornatore si rifugia in modelli preesistenti gi codificati e, forse, si dimentica che quel desiderio arriva da uno spettatore intelligente, disposto a farsi ingannare dalla forza del cinema ma non dallarroganza del regista. Come nel precedente Baara [Italia, 2009] c un sottofondo ricco di spunti cinematografici interessanti che, per, faticano a esser sviluppati concretamente. Come tante idee mai portate a termine: si consumano rapidamente. Ne desempio il tentativo di giocare con realt e finzione, vero e falso, autentico e inautentico: gioco che, se fatto con ironia e modestia, si trasforma in genialit. Come non ricordare il prestigio di Orson Welles in F come Falso [1974] che parlando di opere darte dice: molte sono le ostriche, ma le perle sono rare. Appunto. Paolo Schipani In sala: Novate Milanese, Sala Ratti Legnano
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