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Luca Beltrami Gadola CONSIGLIO COMUNALE: UNA TEMPESTA PERFETTA? Walter Marossi RITORNO ALLA NORMALIT ELETTORALE Romolo Buni RIFLESSIONI SUL VIGORELLI: UNA FINE CHIAMATA RINASCITA Massimo Cingolani PENSIONI, LINSOPPORTABILE EGOISMO DEI DIRITTI ACQUISITI Giulia Mattace Raso A MILANO DA FREUD A NANNI MORETTI LE PAROLE SONO IMPORTANTI Sergio Vicario DALFONSO A GAMBA TROPPO TESA. PER Fulvio Irace TRIENNALE. CDA E NON SOLO, RIDISEGNARE I RUOLI Francesca Battisti PER UN AMORE DI GIOVENT: LA CTT CAMBIA, E NOI? Rita Bramante ROBERTO DENTI, UN SEMPLICE LIBRAIO Filippo Podest MILANO CAPITALE DELLE ALPI
VIDEO DAVIDE CORRITORE IL PI DIFFICILE BILANCIO DAL DOPOGUERRA suggerimento musicale un amarcord LA SPADA NEL CUORE canta Little Tony
rubriche di attualit MUSICA a cura di Paolo Viola ARTE a cura di Virginia Colombo LIBRI a cura di Marilena Poletti Pasero CINEMA Marco Santarpia e Paolo Schipani SIPARIO Emanuele Aldrovandi e Domenico Muscianisi
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quest'anno ha bissato il risultato poich si ripresentava un'altra volta senza competitori. 2) I nomi delle liste sono i pi vari. Oltre ai partiti nazionali c' qualche nostalgica ricomparsa di nomi dimenticati qualche new entry importata (i Pirati) ma sopratutto una straordinaria fioritura di creativit. Si va dagli specifici Ricucire Carate, Pianico nel cuore, agli ammiccanti Berlingo virtuosa (ma gli avversari non si sono chiamati Berlingo godereccia) ha vinto Borno con passione, Capergnanica amica, Volti nuovi assieme, Stare insieme, Gallo Cedrone (il film di Verdone, si concludeva con la presentazione di una lista civica che voleva cementare il Tevere), dai propositivi porte aperte e persone agli storici oltre i due campanili, ai programmatici: diamo forza al cambiamento, in movimento per le persone, vicino ai cittadini, liberi di vivere, tradizione futuro, impegno servizio, una sola comunit, ai laudatori nel solco di Guerini (manco fosse prematuramente scomparso) agli etnici popolari retici; taluni nomi appaiono misteriosi ai foresti: "el@" (vincente a Villa d'Adda), movimento H2O. La mia preferita la lista fai 13 vincente in quel di Agra (Varese non Uttar Pradesh), mi ricorda la schedina della Sisal. 3) Le alleanze si mantengono nel solco della tradizione: PD da una parte, di volta in volta alleato con diversi soggetti usuali nel centro sinistra e molte liste civiche (l'arancionismo non scomparso) raramente da solo (Bareggio). PDL dall'altra con la Lega alleata pi spesso che nel recente passato. L'UDC spessissimo assente come lista autonoma, i montiani totalmente assenti ma entrambi inglobati nelle varie liste civiche. Simpaticamente in qualche realt compaiono partiti nazionalmente disciolti. I Grillini sono presenti in tutti i comuni sopra i 15.000 abitanti e in qualche comune minore (Cernobbio, Toscolano Maderno etc) coerentemente sempre da soli. Nei comuni superiori ai 15.000 abitanti il numero di liste civiche pari a quello delle liste partitarie, mentre le liste del "sindaco" sono pi numerose nel centro sinistra che nel centro destra ma in generale nelle coalizioni si tende a evitare che una lista sidentifichi con il candidato per evidenti ragioni di cannibalizzazione potenziale del voto. Nessuno ha fatto una lista "governativa" di unit nazionale.
Ovviamente trarre indicazioni politiche da questa cotognata di nomi e liste piuttosto difficile per non dire impossibile. Vale la pena limitarsi ad alcune generiche affermazioni, considerando solo i comuni superiori ai 15.000 e premettendo che stiamo parlando di elezioni presidenziali in cui l'elemento di gran lunga pi importante il candidato e che quello che conta sul serio il ballottaggio: 1) I votanti sono in calo nonostante l'aumento delle liste e dei candidati. Il dato pu essere interpretato in modi diversi a seconda delle convinzioni e della convenienza: non percezione delle differenze tra i candidati, generica soddisfazione della gestione della propria citt, generica insoddisfazione nella gestione della propria citt, convinzione che il comune pu sempre meno, sfiducia nel sistema politico, sfiducia nella selezione dei candidati, litigiosit (va ricordato che circa nel 30% dei comuni si va al voto anticipatamente). Tuttavia i numeri non sono lontani da quelli delle regionali del 2010 e comunque superiori a quelli di altri paesi (legislative francesi 57%, spagnole 57,1% e non si pu dire che Hollande e Rajoy siano meno affascinanti di Del Bono e Paroli). Prima di arrivare alle percentuali delle europee in Gran Bretagna 23% ci vorr ancora del tempo. Probabilmente una parte della popolazione la pensa come Bufalino: "Il sonno di destra, il sogno di sinistra... Votate per una lucida insonnia. ". 2) Il centrosinistra nonostante le mille divisioni del recentissimo passato appare in buona forma, ovunque al ballottaggio, talvolta vincente al primo turno: come nella tradizione che vede i progressisti pi forti alle elezioni locali che a quelle nazionali. Resta il dubbio che con un candidato diverso anche le regionali avrebbero potuto andare diversamente. 3) Il PD resta di gran lunga egemone nel suo schieramento, capace di modulare le alleanze e non sembra soffrire pi di tanto delle divisioni interne anche se qualche lista civica si potrebbero chiamare lista di corrente. Possono quindi cantare vittoria la minoranza renziana, quella civatiana, quella cattolica, quella cattolica moderata, gli ex Ds, i filo D'Alema, la minoranza che si richiama al cosiddetto apparato, la minoranza veltroniana. Insomma tutti, esclusa la maggioranza, per la
semplice ragione che non c'. Caso unico in Europa il PD lombardo una coalizione di soggetti diversi ognuno dei quali si ritiene minoranza. 4) Il centrodestra palesa tutte le sue divisioni ma non tracolla, evidenzia una classe amministrativa locale personalistica e litigiosa. Sopratutto evidenzia come sempre l'assenza di sprint quando assente il cavaliere. All'interno del centro destra il PDL come in altre occasioni si frammenta in pi spezzoni e si crea concorrenza elettorale in casa. La novit maggiore la crisi della Lega, un tracollo rispetto alle comunali precedenti cui non serve per tenere neanche il governo regionale. Probabilmente siamo alla fine del mito di un partito che si diceva rozzo sul terreno nazionale ma fortemente radicato sul territorio grazie ai buoni amministratori: le percentuali di un tempo sembrano ormai irraggiungibili mentre resta un significativo zoccolo duro. 5) L'estrema sinistra risulta quasi insignificante prosciugata in parte dal voto utile, in parte dai grillini, in parte dall'astensione. Non credo sia una questione di mancanza di un potenziale bacino elettorale quanto la mancanza di leadership credibili. 6) Il Movimento 5 stelle che ovviamente guadagna ovunque rispetto alle elezioni comunali precedenti e perde ovunque rispetto alle elezioni politiche e regionali confermandosi per come terzo partito raggiunge percentuali significative ma che sono comunque state raggiunte in passato da altre liste. La ragione principale di questa sconfitta sta nella natura stessa del movimento che un movimento civico per auto definizione e che quindi vede migrare molti suoi elettori delle politiche verso altre liste civiche. Unaltra ragione la presenza di una miriade di candidati che sopratutto grazie al meccanismo delle preferenze recuperano voti personali. La terza ragione, oltre al buffo comportamento dei parlamentari, che i temi utilizzati alle politiche servono poco quando si discute di cassonetti, posteggi, varianti di piano etc. 7) I centristi si sciolgono nelle liste civiche e nessuno ne sente la mancanza. .
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Romolo Buni
Il Vigorelli si presenta come un impianto polifunzionale, in grado di ospitare grandi manifestazioni e, al tempo stesso, idoneo a essere utilizzato in tutto larco dellanno per la pratica sportiva a diversi livelli. Sembrano le parole usate poche settimane fa nel comunicato stampa che ha annunciato il progetto vincitore del concorso sul Vigorelli, invece risalgono al 1998 e sono tratte da un articolo a commento dei lavori finanziati dal Comune di Milano con 4,5 miliardi di lire dellepoca e il co ntributo di 500 milioni da parte della Mapei per il rifacimento della pista. Vennero ristrutturate le tribune, la copertura, gli spogliatoi e realizzato un campo da gioco in terreno sintetico in grado di ospitare pi discipline sportive oltre a eventi di vario genere. Appena quindici anni dopo, in una situazione di drammatiche ristrettezze di bilancio, lamministrazione comunale ha deciso di investire altri 13 milioni di euro (dalla stima sommaria del vincitore del concorso) in una nuova ristrutturazione, con lo steso identico obiettivo del 1998: creare un impianto polifunzionale. Prima ancora che di un progetto architettonico il Vigorelli avrebbe bisogno di un progetto gestionale, quello che nessuna delle amministrazioni che si sono succedute negli ultimi anni ha saputo mettere a punto. Non una costosa ristrutturazione di un edificio in buone condizioni, ma la sua apertura alla citt, a costi infinitamente pi bassi. Il restauro della pista in legno non ammonterebbe a pi di 500mila euro e la sua gestione potrebbe essere affidata a una o pi delle tante associazioni ciclistiche locali, come avviene in molti velodromi in Italia e in Europa. inspiegabile come, in unepoca di autentico rinascimento ciclistico come quella che stiamo vivendo, nella quale un ruolo centrale svolto dalle bici a scatto fisso (cio da pista) lunica disciplina penalizzata dal nuovo progetto sia proprio il ciclismo. E tutto questo lo si fa cancellando un pezzo di storia, la pista pi famosa al mondo, la cui memoria viene risarcita da un inutile m useo di 200 mq. Il Vigorelli sta al ciclismo come San Siro al calcio. Cosa si direbbe se il comune proponesse la demolizione di San Siro per ospitare altri sport? Cosa guadagna Milano dalla creazione di un nuovo campo da rugby, peraltro inutilizzabile perch su terreno sintetico? Per la palla ovale esistono altri campi in erba, come il Giuriati o il Saini. Nessuna pista permanente rimarrebbe invece per il ciclismo, che cos sarebbe cacciato dal suo tempio e dalla sua storica capitale. Il progetto vincitore definisce chiaramente il Vigorelli exvelodromo. Poi lamministrazione comunale ha venduto alla stampa lidea della pista smontabile (di cui non c traccia nelle tavole di concorso) riservata a pochi grandi eventi o presunti tali: un oggetto costoso e inutile, visto che la pista esiste gi. La vera sfida sarebbe invece lapertura quotidiana della pista storica a sportivi, amatori e ai giovani, la realizzazione di un vero e autentico velodromo popolare, che potrebbe tranquillamente convivere con il Football americano, il calcio, i concerti, luso a fini commerciali degli spazi sotto le gradinate. Conservare la pista non un atto di nostalgia, ma uno sguardo al futuro. Purtroppo oggi non si pu parlare di rinascita del Vigorelli, ma solo della sua fine. Il velodromo riuscito a sopravvivere ai bombardamenti della guerra e alla nevicata del 1985, ma non alla mancanza di idee di una giunta che si nasconde dietro il paravento della sostenibilit economica. La leggendaria pista di Coppi, Maspes, Anquetil, Merckx, Moser, conosciuta e amata in tutto il mondo, lascer il posto ad appassionanti prove di dog agility e horse riding, diventando un anonimo edificio contenitore. Come scriveva luned 27 maggio il Corriere della Sera in un articolo a commento della fine del Giro dItalia: nelle nazioni pi evolute (Gran Bretagna, Australia) le metropoli sono il principale vivaio grazie alle loro scuole di ciclismo su pista. Ma mentre a Londra ci sono tre velodromi e a Melbourne cinque, da noi lultimo anello metropolitano (quello bellissimo, di Roma) stato demolito cinque anni fa. In realt lultimo anello metropolitano in Italia proprio il Vigorelli, che con una spesa modesta pu essere riaperto al ciclismo. Davvero lamministrazione milanese vuole cancellare un pezzo di storia che pu dare cos tanto al futuro di questa citt?
www.arcipelagomilano.org pensione a unet molto vicina ai 50 anni, per costoro il concetto di diritto acquisito di difficile comprensione. Forse si dovrebbe avere il coraggio di parlare anche di doveri acquisiti verso le giovani generazioni. Questo generale disinteresse probabilmente dato dal fatto che pochi si sentono genitori, o per lo meno non intendono la genitorialit come responsabilit verso i figli. Comunque il Ministro Giovannini, che stato Presidente dellIstat, e dal Governo Monti aveva avuto lincarico studiare il taglio dei costi della politica, ha dichiarato.Sulle pensioni doro il governo sta verificando la possibilit di adottare misure volte ad attenuare il divario tra i trattamenti pensionistici attualmente erogati, compatibilmente con i principi di equit e di solidariet. Speriamo. La Fornero anche con la riforma 92/1912 Riforma del mercato del lavoro in una prospettiva di crescita, ha contribuito in parte ad aggra-
amplificate da famiglie mononucleari o con un figlio solo, che non potr destinare risorse per i genitori. Inoltre ci sar il rischio anzianit, legato alla perdita del lavoro o alla necessit di ridurre lattivit lavorativa ne lle et avanzate ma non ancora coperte dalla pensione. In Italia ci sono anche pensioni da migliaia di euro al mese che non hanno alcuna relazione con i versamenti effettuati, pensioni doro e baby, frutto di scelte elettoralmente vantaggiose ma deprecabili finanziariamente e moralmente. Ma come si sa su queste cose ci si scontra con la Corte Costituzionale e il principio dei diritti acquisiti. Dopotutto abbiamo la costituzione pi bella del mondo. Molte lettere che arrivano ai giornali, sono di cinquantenni che sottolineano come si sono trovati, dalloggi al domani, let pe nsionabile spostata a 67 anni, mentre ci sono pensionati che da trenta percepiscono pensioni pari al loro stipendio, pur essendo andati in
vare ulteriormente la situazione occupazionale, soprattutto nelle piccole imprese e negli studi professionali. Ha allungato i tempi di intervallo tra un contratto a termine e laltro, senza garantire la stabilizzazione dei lavoratori, aumentando il fenomeno di turnover tra gli stessi. Ricordiamoci che a Milano, molte nuove imprese sono spesso composte da due giovani soci e un apprendista. La rigidit in uscita serve solo alle grandi imprese coinvolte nella revisione dellart.18. Per non far perdere la faccia a Fiat e CGIL si penalizza la PMI. vero che per competere ci vuole massa critica, grandi multinazionali, ecc, ma per il momento abbiamo anche il piccolo, anche a Milano. Forse chi nel centrosinistra vuol rappresentare questo paese dovrebbe ricordarselo, se no, non stupiamoci se perdiamo qualche milione di voti.
A MILANO DA FREUD A NANNI MORETTI "LE PAROLE SONO IMPORTANTI" Giulia Mattace Raso
Chi uccide la compagna e poi si toglie la vita perch insolvente, luomo col piccone a Milano, un altro con la mannaia a Londra. Crisi, disagio, solitudini. Cristina Comencini fotografa per noi la scena della insegnante inglese che ferma lo scellerato armato con la forza della parola: trasformando altre possibile u ccisioni in parole scambiate. Politiche sociali. 300 psicologi per persone in difficolt, al via per la prima volta in Italia servizio di assistenza gratuita o agevolata: Comune di Milano e Ordine degli Psicologi insieme per fornire supporto a chi non pu permettersi visite specialistiche. Majorino: In un periodo in cui le difficolt colpiscono sempre di pi le famiglie e i singoli, in cui la perdita del lavoro, la precariet e la povert segnano la vita di molte persone, siamo certi che questo servizio potr essere un valido sostegno per tanti. Parole scambiate, per trovare altre soluzioni. Contesti di lucidit per costruire orizzonti di speranza. Costruire comunit, reti solidali di contatti e conoscenze che avvolgono le persone pi fragili, proteggendole, uno dei modi per combattere la desolazione della crisi e della emarginazione. Partecipare a queste reti vivificante. il racconto dei "cuochi sociali" una iniziativa realizzata "grazie alla volont di tanti milanesi di mettere a disposizione il proprio tempo e le proprie capacit in cucina per regalare a persone anziane e sole un momento di sincera amicizia". Succede ogni fine settimana, da due mesi, grazie allaiuto di tanti cuochi volontari che a proprie spese cucinano nelle case dei nostri anziani. Sempre sull'incontro la scommessa del Festival del Volontariato Giovanile, Give Festival, svolto il 25 e il 26 maggio alla Barona, che si inserisce allinterno di Light up!, il progetto per la promozione del volontariato giovanile attuato dallassessorato alla Sicurezza, Coesione Sociale, Protezione Civile e Volontariato in collaborazione con Ciessevi Centro Servizi per il volontariato nella provincia di Milano. Granelli: "Lobiettivo realizzare una piattaforma di orientamento dove i giovani che provano a mettersi a disposizione degli altri, anche solo per una volta, possano essere accompagnati a fare esperienze nelle associazioni. In questo modo i ragazzi diventano cittadini impegnati nel bene comune e le associazioni possono contare sullinnesto e la vitalit di nuovi volontari." Illumina Milano! Accendi il Volontariato con Light up! Le parole sono importanti, e sulla lingua ci giochiamo identit e cultura: a riprova il ricorso al Tar di un gruppo di docenti del Politecnico contro la decisione del Senato Accademico di adottare per alcuni corsi in via esclusiva la lingua inglese. Ricorso vinto. Protesta degli studenti. E' per questo che per promuovere la solidariet non troviamo altre espressioni che give o light up? Erano loro il target? Abbiamo perso le parole? Facciamo fatica a trovarle indubbio. "Cuoco sociale" fa il verso ad "assistente sociale", "Maggio sociale" si capisce poco, quale l'assonanza, il Maggio fiorentino? La parole sono importanti, perch anche nominandole le cose cominciano ad esistere, l'immaginario collettivo a prendere coscienza della realt che cambia. una battaglia quella sul linguaggio ben nota alle donne, non pretestuosa n superata, le parole non devono celare l'identit, e dire che sono asessuate una posizione di comodo, per mantenerne una di potere. "Chi parla male, pensa male, vive male: le parole sono importanti". Soprattutto nel discorso pubblico. Prendiamo il mantra della partecipazione: i verbi sottesi sono 'prendere la parola', 'ricevere ascolto'. E dall'istituzione ci si aspetta che 'dia ascolto' e insieme 'risposte'. Stiamo parlando di un dialogo. Dove la politica individua la narrazione, il racconto della realt. E la povert retorica dei politici alla ribalta correlata alla qualit della politica stessa, alla
www.arcipelagomilano.org sua capacit di incidere sul reale, come ci ha fatto notare Michele Serra. Cristina Comencini nella sua lettera a Repubblica, il 25 maggio, ci aiuta a trovare quelle giuste: "(...) La donna inglese ha parlato a lungo, guardando la violenza negli occhi dell'uomo che le stava davanti, trasformando altre possibili uccisioni in parole scambiate. Questa la forza possibile delle donne, la grande opportunit per la societ degli uomini di averle di fronte alla pari e di ascoltare le loro parole nuove. Bambini, severit, domande, ascolto, concretezza, coraggio, forza, ragionamento contro la paura e la violenza, tenerezza. (...) Le due donne inglesi, nell'emergenza di quegli attimi, hanno manifestato il meglio della loro storia, della loro cultura, della loro differenza. Hanno indicato la strada a tutti. Fatica la forza delle donne a farsi largo nella cultura, nei pensieri, nel modo di intendere la vita, eppure questa rivoluzione a portata di mano, vicina e non potr essere fermata."
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Nel concludere il suo articolo DAlfonso auspicava che i cittadini, seguendo un insegnamento anglosassone, provassero ad assaggiare
il budino senza preventivamente schifarlo. Chi scrive pi che convinto che il budino sia tuttaltro che da sputare, soprattutto se si pensa
alle passate Amministrazioni, anche se sa gi che gli rester comunque un fondo di amaro in bocca.
www.arcipelagomilano.org giovani curiosit e attenzione verso l'architettura contemporanea e contribuire a formare cittadini capaci di un uso responsabile e creativo dei nuovi spazi della loro citt. Un breve ciclo di incontri e workshop guider lo sguardo dei ragazzi a "saper vedere l'architettura": unintroduzione e un invito a leggere le trasformazioni in corso a Milano e in altre citt del mondo. solo un primo passo ma indispensabile per avviare un dialogo con i pi giovani e offrire loro strumenti critici per capire come l'architettura d forma allo spazio urbano, attraverso una lettura partecipata e coinvolgente in cui la stratificazione della citt si fonde con riferimenti trasversali nello spazio e nel tempo. un percorso che aiuter a scoprire che l'architettura insieme realizzazione di un programma ed espressione di una cultura, esplorare nuovi spazi e "ritmi" urbani le cui matrici appartengono a un contesto globale, capire le ragioni e il senso di interventi che stanno ridisegnando sotto i nostri occhi una citt diversa, partendo da luoghi che i ragazzi conoscono e frequentano, per poi immergersi in spazi che iniziano a intravedersi dietro alle recinzioni dei cantieri. Le architetture incontrate durante i tre percorsi tematici in cui si articola il progetto individuano questioni rilevanti per poter immaginare o forse chiedere per il futuro una nuova prospettiva di trasformazione della citt e dei suoi spazi collettivi. L'interesse per le sorti della citt e per la formazione culturale delle nuove generazioni, per ragioni che finiscono in qualche modo per coincidere, esigono un nuovo impegno per rafforzare il rapporto tra architettura e societ. Per chi pratica la professione dellarchitetto infatti il momento di ripensare spazi che sappiano accogliere lesperienza vissuta, ascoltare e rispondere a domande forse ancora inespresse e innescare nuove relazioni affinch la citt continui a essere un luogo di inclusione sociale e culturale. Per chi crede che la citt sia anche il prodotto di una cultura e di un contesto sociale invece tempo di prendere atto, o forse solo di ricordare, che acquisire gli strumenti critici per una lettura ampia e consapevole dell'architettura contemporanea un aspetto rilevante nella formazione dei ragazzi. A chi infine si domanda "perch investire nell'architettura?" molti potrebbero replicare che oggi tutto ci che non risponde a problemi stringenti lontano dalla realt sociale ed economica e dunque lontano dalle necessit della scuola. Noi crediamo che l'esperienza quotidiana della citt, il valore che possiamo ancora riconoscere a luoghi capaci di accogliere, sorprendere e, qualche volta, emozionare dimostrino al contrario che la cultura architettonica un bene comune a cui tutti devono poter accedere: l'architettura di tutti.
* la citt cambia, e noi? un progetto curato da Veronica Scortecci, Francesca Battisti, Margherita Sala, Chiara Scortecci
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Comuni e Province riducono i budget, i tagli alla cultura sono allordine del giorno, ma la montagna riesce ugualmente a conquistarsi uno spazio. Un piccolo miracolo per Milano dove, spezzando la dura crosta della crisi, la mostra La Lombardia e le Alpi ha aperto i battenti allo Spazio Oberdan dal 17 maggio al 7 luglio in collaborazione con la Provincia spalancando al grande pubblico lo scrigno delle tante banche della memoria dellalpinismo lombardo. Loccasione, era da non perdere: si celebrano questanno i 150 anni di vita del Club Alpino Italiano fondato da Quintino Sella nel 1863. C voluta per la tenacia di una scelta pattuglia di soci della Sezione di Milano guidati dallo storico Lorenzo Revojera per mettere in piedi questa iniziativa. Da pi di un anno i caini milanesi hanno ha aperto la caccia agli sponsor privati raggranellando lo stretto necessario per realizzare un progetto importante. Cos sullo Spazio Oberdan sono state fatte convergere immagini rare e preziose, cimeli, documenti, oggetti, libri, filmati depoca, cartografie, dipinti, modellini di rifugi, fotografie e attrezzi alpinistici dogni t ipo. Il tutto ordinato in un percorso pieno di suggestioni, abilmente orchestrato e raccontato in decine di pannelli. Alla mostra in via Vittorio Veneto 2 lingresso libero e i visitatori non si sono fatti attendere come testimoniano le firme sul libro del rifugio a disposizione nellatrio e i tanti contatti sui social network. In pi, a corollario della mostra, il CAI milanese - che da settembre dellanno scorso ha trasferito la sua storica sede affacciata sullottagono di galleria Vi ttorio Emanuele, a via Duccio di Boninsegna, zona Fiera - organizza proiezioni e incontri aperti a tutti fino alla scadenza del 7 luglio, quando lesposizione curata dallarchitetto Lorenzo Serafin chiuder i battenti. Il percorso espositivo - raccontato dalla serie di scatti a corollario di questo articolo e nella gallery - un cammino di scoperta e di approfondimento. Si apre con il racconto dei 200 soci, per lo pi notabili torinesi (tra cui non manc una nutrita rappresentanza dalla capitale lombarda), che vollero colmare il gap con i pi evoluti paesi doltralpe fondando a Torino nel 1863 il Club alpino italiano. Da quella data levoluzione del corpo sociale avvenuta con continuit, a parte la flessione del n.20 V 29 maggio 2013
ventennio, fino al picco dei 316 mila soci nellanno 2012 e, come spiegato in uno degli oltre quaranta pannelli che illustrano la mostra, circa un terzo dei soci risulta iscritta in una delle 146 sezioni lombarde. La quantit di documenti e di personaggi affissi alle pareti delle luminose isole espositive e che si inquadrano in una serie innumerevole di piccoli e medi espositori, raccontano il legame profondo tra Milano e le montagna. Un rapporto fisico e geografico, innanzi tutto, che vede Milano cuore degli studi cartografici alpini come raccontano Laura e Giorgio Aliprandi, milanesi, tra i maggiori esperti al mondo di cartografia alpina, e che hanno prestato in mostra alcuni dei loro pezzi migliori. La carta della Lombardia di Giorgio Settala ad esempio, che risale al 1570 e comprende larco a lpino dalle Alpi marittime alle Alpi centrali. Vi sono segnati complessivamente ventuno valichi, passaggi commerciali a cui era legata anche unimportanza militare. E la carta Mediolanum del cartografo tedesco Quad del 1604, che evidenzia limportanza commerciale di Milano segnando per la prima volta i percorsi che conducono al di l delle Alpi e cio ad Avignone, Basilea e Lione. Forse non si mai parlato di Milano come capitale delle Alpi, ma osservando le carte di Settala e di Quad pensiamo che la nostra citt potesse allora fregiarsi a buon diritto di questo titolo rilanciano gli Aliprandi. Le Alpi un tempo erano popolate da mostri, illustrava con dovizia di particolari Jacob Scheuchzer, enciclopedista elvetico che nella seconda met del settecento pubblic, con lautorevole imprimatur della Royal Society londinese e di Isaac Newton in particolare, un incredibile catalogo di bizzarre creature alpine che lallestitore ha voluto far rivivere in tutta la loro terrorifica magnificenza. Leonardo da Vinci era stato forse pi freddo e distaccato quando descrisse il suo incontro con la natura selvaggia: E stato alquanto, subito salsero in me due cose: paura e desiderio; paura per la minacciante e scura spilonca, desiderio per vedere se l entro fusse alcuna miracolosa cosa (codice Arundel). Un approccio che calza a perfezione a questo percorso espositivo che sembra voler ricapitolare in un sol fiato ontogenesi e filogenesi dellavventura alpina. E cos che paura e desiderio si completano con conoscenza
e avventura, attraverso la gran messe di testi esplorativi e scientifici che dalla seconda met del XVII secolo iniziano a raccontare le Alpi per filo e per segno (quasi tutti presenti in mostra grazie al contributo del curatore storico e libraio milanese Angelo Recalcati). Da Stenone a de Saussure, alle prime guide e pubblicazioni dei nascenti Club Alpini - il primo fu quello inglese nato nel 1857 linizio di un percorso di scoperta e di alfabetizzazione che il visitatore invitato a compiere in assoluta libert. Nelle vetrine dedicate alle attivit sociali delle sezioni spopolano le narcisate primaverili sui prati del Triangolo Lariano e sulle pendici delle Grigne e del Resegone. Sono immagini di altri tempi, quando lunghe carovane di carri trainati da cavalli portavano la borghesia milanese, accompagnata da alpini e portatori, fino al passo di Zocca, straordinario anfiteatro roccioso alla testata della omonima valle, laterale della val di Mello. Queste immagini raccontano anche la dimensione sociale del Club alpino e il suo impegno nel promuovere la frequentazione della montagna anche fra i giovani. Fu il professor Luigi Gabba (Presidente della Sezione dal 1892 al 1895) a presentare nel 1893 il progetto di estendere lassociazione e le attivit del Cai agli studenti dei Licei e degli Istituti tecnici, fra i quindici e i diciotto anni di et, con lo scopo di sviluppare le facolt fisiche, listruzione e il proselitismo verso il sodalizio. Oggi le Alpi sono un ambiente naturale, culturale, di vita e di lavoro per quasi 14 milioni di persone nonch unimportante destinazione turistica che attira circa 120 milioni di visitatori ogni anno. La mostra rilancia questi concetti in un ambito regionale: la Lombardia non pu venire meno al suo ruolo di centro strategico delle Alpi anche dal punto di vista culturale. Si suggerisce qui in particolare il ruolo storico strategico del Club alpino poich ben sette sono le sezioni storiche fondate nellOttocento: Bergamo (1873), Como (1875), Cremona (1888), Lecco (1874), Milano (1873), Monza (1899) e Sondrio (1872). Dalla collaborazione tra il Cai e il Touring Club Italiano inoltre la completa descrizione alpinistica, ma anche geografica, storica e naturalistica del territorio lombardo, con i 16 volumi della Guida dei monti dItalia, oltre 8000 pagine, migliaia di schizzi, car9
www.arcipelagomilano.org tine e fotografie, pubblicati dal 1934 ai giorni nostri. Assieme ad altri fra i tanti personaggi che costellano la storia dellalpinismo in Lombardia, la rassegna si occupa del medico milanese Vittorio Ronchetti, primario dellOspedale Maggiore, che un s ecolo fa, tra il 1907 e il 1913, effettu ben cinque spedizioni nel Caucaso centrale. Ronchetti interpret in anticipo sui tempi una vocazione allalpinismo extraeuropeo che trover poi massima espressione con le grandi spedizioni internazionali, il K2 nel 1954 e il Gasherbrum IV nel 1958, concepite in Lombardia con il patrocinio del CAI e il coinvolgimento dei migliori alpinisti dellepoca, a cui in mostra dedicato importante e suggestivo spazio. Una nicchia destinata a soddisfare gli appassionati e che non poteva mancare nella capitale delleditoria, quella dedicata agli scrittori di montagna: Dino Buzzati fu maestro assieme a una eletta schiera di alpinisti-scrittori quali Antonia Pozzi, Clemente Rebora, Ettore Zapparoli e Giovanni Bertacchi. Insieme a scritti e documenti darchivio, in evidenza, le tessere di iscrizione di ognuno di loro al Cai Milano, da sempre luogo di incontri e di confronto culturale e non solo alpinistico. Campeggia il celebre Duomo di Milano in forma di montagna dolomitica, dipinto dallo stesso Buzzati. E ancora in tema di editoria non manca una carrellata sul mondo dellinformazione legata alla montagna, una carrellata in cui compaiono anche Walt Disney e Rolly Marchi, inventore del trofeo Topolino e talent scout, grande comunicatore attraverso libri e riviste. In chiave storica la primigenitura di Corsera con il Numero Alpinistico riservato agli abbonati, redatto nel 1883 da alpinisti militanti con il corredo di ricche illustrazioni a colori di cui qui si espone una copia originale forse unica. Indispensabile corredo della mostra un catalogo di prestigio con una serie di saggi e oltre 300 immagini esclusive, molte delle quali provengono dalle Banche della memoria dellalpinismo lombardo. Il CAI pu dirsi soddisfatto per lesito delliniziativa milanese? Pi in generale non manca qualche ombra in queste celebrazioni culminate a Torino il 25 e 26 maggio con una mostra al Monte della Cappuccini, la presentazione del libro ufficiale per i 150 anni e un annullo filatelico. Da un paio danni infatti il CAI sembra segnare il passo nella morsa della crisi, con un socio su cento che non rinnova liscrizione (nel 2012 si sono persi 3.553 iscritti e ora il corpo sociale ne annovera poco pi di 315mila), con la soppressione del vitalissimo periodico Lo Scarpone trasformato in una modesta newsline fra quelle che sul web si occupano di montagna, con la perdita per decisione della Regione Piemonte del suggestivo Forte di Exilles in Piemonte affidato dal 1995 alle cure del Museo Nazionale della Montagna e cio del Club alpino. La politica governativa dei risparmi fino allosso ha inoltre colpito duro anche il Soccorso alpino, fiore allocchiello del Cai. Ma riequilibrare i conti aumentando le quote associative sarebbe oggi un suicidio. Lindiscutibile e per certi versi irresistibile ascesa dei soci intelligentemente sottolineata, allo Spazio Oberdan, da una corda darrampicata che marca le varie tappe del progresso numerico in questo secolo e mezzo di vita non pu eliminare qualche dubbio sulleffettiva azione svolta in questi anni dal Cai per il territorio montano che rappresenta l85% del nostro suolo. Ci si pu anzi stupire, nel visitare la mostra allo Spazio Oberdan e nello scorrere le pagine del catalogo, che gli alpinisti di ieri, i cosiddetti padri del Cai tanto legati al territorio che andavano meticolosamente esplorando, ben poco siano poi riusciti a fare attraverso i loro eredi per lambiente, appagandosi del sesto grado e dello ski lift, dei rifugi, delle seggiovie senza badare ai condomini, sipari di cemento dissennatamente stesi a chiudere quinte di roccia e fondali di ghiaccio, come scrisse il bravo giornalista Giorgio Pecorini sulla rivista del Touring in occasione del centenario del Sodalizio.
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www.arcipelagomilano.org milioni di metri cubi tuttora previsti (i dati ufficiali non sono esattamente limpidi) prima di avventurarsi in altre valutazioni. D'accordissimo invece sul "trabiccolo" della macchina comunale (dove l'intervento non solo stato inadeguato, ma a volte addirittura nella direzione opposta a quella che sarebbe stata giusta: penso a certe promozioni a vicedirettori generali... ma meglio tacere). Troppa realpolitik, troppo continuismo: quello che ci si aspettava non era solo un cambiamento dei nomi di chi occupa una posizione di potere: l'importante era cambiare certi meccanismi. Ma l'occasione oramai sembra persa, l'hanno capito tutti. D'accordissimo anche con Luciano Balbo sulla mancanza di propositivit della sinistra. E a proposito, qualcuno sa dirmi quale sia la visione del futuro di Milano prospettata dalla Giunta? Quali sono le idee dietro? Qualcuno le ha notate? Aggiungo: d'accordissimo anche con Cominelli. Vuoi vedere che almeno fra chi non governa a sinistra qualche novit si fa strada?
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www.arcipelagomilano.org di una sconfitta che neppure stata analizzata e quindi rimane tutta sullo sfondo di una condizione di difficolt del centrosinistra e di quel pezzo di societ civile che aveva creduto in una svolta. Milano non vive dibattiti interessanti si sofferma soltanto su polemiche sterili e su scontri ideologici. Milano ha perso in questi anni i luoghi dove il dibattito poteva svilupparsi, rischiando cos di essere povera di idee, di immaginario, di fantasia e di progettualit. Serve un colpo dala immediato. Non basta concentrare tutti gli sforzi su Expo, ma credo sia importante individuare alcuni punti di forza che possano ridare protagonismo alla citt. Il Consiglio comunale di Milano potrebbe diventare, come sempre stato negli anni passati, il momento pi alto del dibattito. Basta volerlo. E un centrodestra ancorato alle solite schermaglie non aiuta certo in questo senso. Recuperiamo la via maestra della politica se crediamo che ancora Milano possa giocare quel ruolo nazionale che ha sempre avuto.
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www.arcipelagomilano.org re di Mendelssohn (le Variations srieuses opera 54 e la Sonata scozzese opera 28) alternate a due opere giovanili di Schumann (la Sonata in fa diesis minore opera 11 del 1833 e gli Studi sinfonici opera 13 dell84). Dopo aver eseguito tutta la produzione per tastiera di Bach, tutte le sonate di Schubert e infine quelle di Beethoven, Schiff si apre al repertorio romantico e alla magica atmosfera degli anni doro di Lipsia (gli anni trenta e quaranta dellottocento, quando proprio Mendelssohn e Schumann dominavano la vita culturale cittadina e scoprivano la grandezza del vecchio Kantor sepolto nella Cattedrale di San Tommaso) e noi siamo corsi ad ascoltarlo. Ne riferiremo in questa rubrica la prossima settimana.
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www.arcipelagomilano.org Dai suoi scatti emerge una predilezione per gli angoli che sembrano dimenticati e abbandonati, come le finestre sbarrate di Blind Window o i muri scrostati della serie Diagonal Composition (1993 2000). Una fotografia fatta di citazioni e riproposizioni dei grandi artisti della storia dellarte, come se i protagonisti di immagini come In front of a Nightclub (2006) diventassero gli attori di un inaspettato tableaux vivant. In mostra anche i famosi lightbox, foto luminose mutuate dal linguaggio pubblicitario tipicamente americano e segno riconoscibile del suo lavoro di lunga data, iniziata nel 1978. Pioniere della fotografia concettuale o post-concettuale della cosiddetta Scuola di Vancouver, con le sue riflessioni Wall ha aperto la strada a innumerevoli artisti influenzandoli con il suo mondo immaginifico e con il suo sistema di lavoro studiatissimo e dettagliato. Jeff Wall / Actuality PAC Padiglione dArte Contemporanea, fino al 9 giugno 2013, Orari luned 14.30 19.30, marted domenica 09.30 19.30, gioved 09.30 22.30 Biglietti euro 8,00 intero, 6,50 ridotto
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www.arcipelagomilano.org In 99 Cent gli artisti si confrontano con il difficile rapporto tra la vita incentrata su valori immateriali e la spinta verso il consumismo che pervade la nostra societ, a discapito di tutto, come raccontano le grandi fotografie di Andreas Gursky. Con Centanni gli artisti fanno riferimento alleternit per ridimensionare il presente e sottolineare limportanza della cura dellambiente e delle risorse che ci circondano, legandosi alla sezione precedente. Il rapporto dellarte con il concetto dellabitazione, fonte di sicurezza e riparo ma anche canale di comunicazione con lesterno, invece il nucleo di Mondi di vita; cos come Laltro Luogo, al contrario, analizza i mondi creati dallarte come vie di fuga, nuovi orizzonti possibili in opposizione a ci che ci circonda. Esperienza di s e del limite entra nel merito della conoscenza dei propri limiti e dei confini tra s e laltro, cercando di definire cosa ci rende umani e come vorremmo essere nel prossimo futuro. Con Il mondo nella testa la mostra chiude il cerchio testimoniando come la fonte delle nostre idee, Ragione compresa, e della conoscenza della realt e rimane anche per lartista la nostra mente. Le opere in mostra serviranno quindi a mostrare la visione di ciascun artista sul tema e a rispondere agli interrogativi connessi al tema della libert individuale e collettiva, che poi un invito pi ampio a riflettere sul senso stesso dell'arte in unepoca cos travagliata. I nomi sono quelli di alcuni grandi protagonisti degli ultimi decenni, come Gerhard Richter, Mario Merz, Christo, Richard Hamilton, Niki de Saint Phalle, Alberto Giacometti, Damien Hirst, Arman, Jannis Kounellis, Yves Klein, Emilio Vedova e molti altri. Desire for freedom. Arte in Europa dal 1945 Palazzo Reale, fino al 2 giugno. Orari: Lun: 14-30-19.30, Mar-Dom: 9.30-19.30, Giov e Sab: 9.30-22.30. Biglietti: 9,50/ 6,50 comprensivi di audioguida
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www.arcipelagomilano.org risultati sono stati straordinari: L3 ha realizzato il primo prototipo funzionante al mondo dellAutomobile di Leonardo, hanno ricostruito il Grande Nibbio e la Clavi-Viola, il primo modello fisico della Bombarda Multipla, il primo vero modello del Pipistrello Meccanico, il Leone Meccanico e il Cavaliere Robot, oltre a interpretazioni virtuali e fisiche inedite di innumerevoli altre macchine del genio vinciano. Non solo macchine per. Fondamentali per la riscoperta e la creazione dei prototipi sono stati i tanti codici leonardeschi, tra cui il famoso Codice Atlantico interamente digitalizzato, cos come il Codice del Volo, presentato in Alta Definizione, in cui ogni singolo elemento interattivo. E queste tecnologie diventeranno, in futuro, sempre pi utili per studiare manoscritti antichi e fragilissimi, come i diversi Codici e taccuini, gi molto rovinati dallusura e dal passare dei secoli. Una mostra che divertir grandi e bambini, che potranno toccare con mano le macchine e i modellini ricostruiti, testarsi sui touch screen per comporre, sezionare o vedere nel dettaglio, tramite le ricostruzioni 3D, i vari pezzi delle macchine di Leonardo, far suonare la Clavi-Viola e costruire, davvero, un mini ponte autoportante. Una delle ultime sezioni poi dedicata ai dipinti di Leonardo, su tutti la famosa Ultima Cena. Una ricostruzione digitale e una prospettica permettono di ricostruirne strutture e ambienti, di capirne perch Leonardo sbagli di proposito la prospettiva e di approfondire alcuni dettagli. I modelli sono stati costruiti rispettando rigidamente il progetto originale di Leonardo contenuto nei manoscritti composti da migliaia di pagine, appunti e disegni. Il visitatore avr anche la possibilit di leggere i testi di Leonardo invertendo la sua tipica modalit di scrittura inversa (da destra a sinistra). L3 si gi fatto conoscere nel mondo, le mostre sono state visitate da centinaia di migliaia di persone in citt e Paesi come Torino, Livorno, Vigevano, Tokyo, Chicago, New York, Philadelphia, Qatar, Arabia Saudita e Brasile. Occasione imperdibile. Leonardo3 Il Mondo di Leonardo -piazza della Scala, ingresso Galleria Vittorio Emanuele II, fino al 31 luglio, orari: tutti i giorni dalle ore 10:00 alle ore 23:00, biglietti: 12 intero, 11 studenti e riduzioni, 10 gruppi, 9 bambini e ragazzi, 6 gruppi scolastici.
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LIBRI questa rubrica a cura di Marilena Poletti Pasero rubriche@arcipelagomilano.org Adam Johnson Il signore degli orfani
Premio PULITZER 2013 per la Narrativa Marsilio 2013 pp. 554, euro21
L'autore, che insegna scrittura creativa all'Universit di Stanford, uno dei pochissimo americani ad avere visitato la Corea del nord, mettendo insieme, nell'arco di sette anni, a margine dei suoi viaggi, un'impressionante archivio di dati e informazioni, ufficiali, ma soprattutto non ufficiali, sullo stato e sull'andamento effettivo dell'economia, della politica, della situazione sociale, culturale e persino alimentare della misteriosa autocrazia popolare. Il racconto di Adam Johnson si dipana attorno a una delle pratiche pi assurde e crudeli che hanno connotato, a tutt'ora sembra connotino, il regime di Pyongyang, quella dei rapimenti di cittadini coreani e non, per soddisfare le esigenze pi disparate della dittatura meno conosciuta del pianeta e dei suoi oligarchi. Il protagonista, Pak Iun Do , appunto, figlio di una cantante rapita negli anni '80 e successivamente scomparsa, e di un padre influente, autorevole membro del partito e direttore di un grande falansterioorfanotrofio, ove egli stesso passa i primi anni della propria vita, tra le pi gratuite vessazioni paterne. In et adulta il nostro diventa un rapitore professionista, il cui folgorante cursus honorum lo impone presto nelle stanze segrete del presidente Kim Jong Il. Il lettore assiste, cos, a un susseguirsi di vicende stralunate, che hanno tutte per sfondo la pi grande nazione del mondo secondo il lessico coreano, dove le sconcertanti regole di ingaggio e le incomprensibili direttive, cui deve sottostare Pak, vengono descritte con il rutilante linguaggio ufficiale delle TV e dei giornali nordcoreani, dove realt e propaganda si contaminano e si sovrappongono al punto di diventare indistinguibili e, perci stesso, non pi definibili nei termini delle comune regole letterarie. Gli occhi e le orecchie di Pak Iun Do e di Adam Johnson si trasformano nelle pagine del racconto in organi univoci, trascinando il lettore in un corridoio paradossale dove eventi e incubi fanno parte di un impasto normativo di forza e di imprevedibilit non comuni, che hanno lasciato di stucco la pi attenta e seriosa critica letteraria USA. All'improvviso, quando il lettore, esausto, sta perdendo la speranza di riuscire a districarsi nella tela dell'assurdo, un sorprendente colpo di teatro lacera l'inviluppo con un finale a sorpresa, dove agnizione e amore per la leggendaria attrice Sun Moon, producono gli effetti del miglior feuilleton ottocentesco. Una simile risorsa tipica, per certi versi, della narrativa americana e di essa si sono serviti molti autori di successo recenti e meno recenti (ricordiamo per tutti l'esempio di Phil Dick); ma nel Signore degli orfani l'epilogo raggiunge effetti di grande efficacia, come del resto, si legge nella motivazione del Premio Pulitzer della narrativa attribuito quest'anno alla fiction di Johnson. (Paolo Bonaccorsi)
SIPARIO questa rubrica a cura di E. Aldrovandi e D.G. Muscianisi rubriche@arcipelagomilano.org Premio Mab 2013, premiata leccellenza italiana
Luned 27 maggio presso il Teatro Manzoni di Milano si svolta la finale e premiazione della quarta edizione del Premio Internazionale di Danza Classica Maria Antonietta Berlusconi per i Giovani (MAB). La serata di gala ha visto Rossella Brescia come sua madrina, che in veste di presentatrice e moderatrice del concorso ha interagito con i giovani e giovanissimi partecipanti, cercando al meglio di lasciarli a proprio agio, secondo la poetica del titolo di questanno La danza come stile di vita. Le categorie dei finalisti erano quattro: Primavera fino ai 13 anni, Juniores fino ai 17, Seniores fino ai 19 anni, alle quali si aggiunge la categoria Creazioni coreografiche per i giovani coreografi emergenti. Tra i giurati si trovavano esponenti di spicco della danza in Italia, ma anche del giornalismo di spettacolo, tra i quali Anna Maria Prina e Frdric Olivieri, rispettivamente ex direttrice e direttore attuale della Scuola di Ballo Teatro alla Scala, Laura Comi, gi toile del Teatro dellOpera di Roma e ora direttrice della Scuola di Ballo, Paolo Giordano, giornalista per Il Giornale, Luciano Cannito, gi direttore artistico del Teatro Massimo di Palermo e attuale direttore artistico della Biennale Danza di Pesaro. I giovani finalisti, tutti molto talentuosi, si sono esibiti in alcune variazioni del repertorio classico preparate autonomamente, studiate poi e perfezionate con lo staff docenti del MAB dopo le selezioni al Sestrire che ha ospitato la fase semifianale del concorso. Solo due sono stati i doppioni: la variazione femminile de La Fille mal garde (1885, Marius Petipa e Lev Ivanov) e la variazione maschile de La Sylphide (1832, Filippo Taglioni). Nel secondo atto dellevento due compagnie ospiti hanno intrattenuto gli spettatori durante lultimo consulto della giuria, lAccademia delle Danze di Brindisi, diretta da Maria Chiara Di Giulio, ed Emox Balletto Contemporaneo, fondato e diretto da Beatrice Paoleschi. Tra gli sponsor coreutici si annoverano i prestigiosi Balletto di Milano, il West Finland College e Les Ballets de Monte Carlo; tra gli sponsor tecnici, Locman, Mikelart, So Dana e il marchio milanese Gianni Tolentino. Gli sponsor del Premio MAB
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sono stati numerosi, il che ha permesso un maggior numero di premi, che sono stati assegnati tutti a giovani talentuosi italiani, alcuni dei
quali hanno sommato pi di una vittoria, con la motivazione che promuovano nel mondo in Made in Italy
CINEMA questa rubrica a cura di M. Santarpia e P. Schipani rubriche@arcipelagomilano.org La grande bellezza di Paolo Sorrentino [Italia/Francia, 2013,142] con: Toni Servillo, Carlo Verdone, Sabrina Ferilli, Carlo Buccirosso, Iaia Forte, Pamela Villoresi
Sono belli i trenini che facciamo alle nostre feste, perch non vanno da nessuna parte, dice Jep Gambardella (Toni Servillo, magnifico). Lo dice con lo sguardo disincantato di uno che sa che, nella vita, nonostante tutte le roboanti distrazioni alla fine non cambier nulla. Proprio come quei trenini. Jep, giornalista e scrittore arrivato a 65 anni, cammina per le vie di Roma, osserva e incontra; fa da Virgilio alla macchina da presa di Paolo Sorrentino che seguendolo guarda, con lo stesso disincanto, il superficiale e il profondo che saturano la citt. Noi, in sala, attraverso gli occhi di Jep (e di Sorrentino) godiamo La grande bellezza [Italia/Francia, 2013, 142] e partendo da una citazione del grande Louis-Ferdinand Cline viviamo lesperienza del viaggio (sia fisico che mentale): lunica cosa che conta, tutto il resto delusione e fatica [Viaggio al termine della notte, 1932]. La delusione e la fatica di vivere di un uomo di 65 anni che non riesce pi ad appagarsi di nulla, nemmeno del sesso. Eppure la sua vita rutilante, mondana: io non volevo essere semplicemente un mondano, volevo diventare il re dei mondani, e ci sono riuscito, dice Jep. Sorrentino strepitoso nel raccontare la Bellezza della fatica di vivere: il film ricco, carico di personaggi, straripante di domande esistenziali. Ma la cosa pi bella lironia. Quel prendersi poco sul serio che contraddistingue il cinema di Sorrentino. La capacit di inventare un mondo surreale e grottesco che sempre riesce a mettere in imbarazzo la ridicola seriet della vita. Ironico, il mondo di Sorrentino, tanto quanto il cinico Jep-Servillo che sottopelle nasconde il sentimento di recuperare la sua vita passata (da brividi la narrazione della sua prima volta). Jep, anche lui superficiale e profondo, che da un lato non pu pi perdere tempo a fare cose che non gli va di fare, e dallaltro alla domanda cosa ti piace di pi nella vita? risponde lodore delle case dei vecchi. Jep, scrittore napoletano trapiantato a Roma, e Paolo, regista napoletano trapiantato a Roma, ci accompagnano attraverso La grande bellezza della vita, conciliando in maniera sublime i rutti delle nottate romane con Moravia e Proust. E il nostro viaggio fatto di immaginazione e fantasie, ma evitando la pesantezza dei giudizi morali. Tutto sommato, quei mondi deformi ed esagerati trasudanti di alcol e sesso, quei seni danzanti tenuti vivi dal guru del botulino e quella vuota mediocrit, sono irresistibilmente attraenti. Tanto quanto il trucco di un prestigiatore che fa sparire una giraffa. Alla fine, tutto sedimentato sotto il chiacchiericcio e il rumore, il silenzio, il sentimento, lemozione e la paura, gli sparuti incostanti sprazzi di bellezza e poi lo squallore disgraziato e luomo miserabile. Limportante per ricordarsi di prendersi in giro, perch andando a recitare la propria parte sul palco della vita troppo spesso ci dimentichiamo che, come dice il prestigiatore, solo un trucco. E a volte serve limmaginazione e la fantasia di Sorrentino per ricordarcelo. Paolo Schipani
A Lady In Paris di Ilmar Raag [Une Estonienne Paris, Francia, Belgio, Estonia, 2012, 94'] con Jeanne Moreau, Laine Magi, Patrick Pineau, Corentin Lobet, Ita Ever
A Lady in Paris, primo lungometraggio cinematografico di Ilmar Raag, comincia tra la neve e il freddo della campagna estone. Anna (Laine Magi) vive al capezzale della madre malata. La sua dedizione l'ha spinta a lasciare il lavoro per dedicare tutta se stessa alle cure del genitore. La scomparsa la fa quindi sprofondare in una gelida solitudine, prigioniera del silenzio di una casa vuota. Il trillo del telefono infrange l'assenza di rumori con la stessa potenza con cui scuote la vita di Anna: non tanto il lavoro come badante a riaccendere i suoi occhi quanto la citt in cui dovr svolgerlo, Parigi. La ville lumire il luogo dei suoi sogni di giovent mai realizzati. Anna, nonostante i suoi cinquant'anni, la guarda con gli occhi curiosi di una ragazza e col bisogno d'amore che, tuttavia, la citt non ancora in grado di contraccambiare. Come Frida (Jeanne Moreau) d'altronde. L'anziana signora, dura e indipendente, sembra non gradire la compagnia della nuova arrivata. Anna, devota e servizievole, rappresenta l'antitesi della sofisticata signora che ha vissuto nella ricchezza e nel piacere in compagnia di innumerevoli amanti. Le due donne hanno in comune solo l'amore per Parigi e l'Estonia. Frida si rifiuta, per, di pronunciare anche solo una parola nella sua lingua madre, provando cos a tagliare ogni legame con il suo passato e le sue origini. Ilmar Raag, per il suo esordio, ha affrontato una sfida complessa. In questo rapporto atipico che lega Frida ad Anna ha scelto di rappresentare l'alternanza tra ostilit e tenerezza con uno stile registico classico e tradizionale. Il suo desiderio di mostrarci la capacit delle due donne di riprovare un'assopita voglia di vivere si appoggia per eccessivamente, e in troppi tratti del film, sulle esili e fragili spalle di Jeanne Moreau e Laine Magi. Marco Santarpia
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