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Luca Beltrami Gadola CERBA: LE DEBOLI RAGIONI DI VERONESI Massimo Cingolani LA DEMOCRAZIA DOV'? DOVE C' RENZI? Giulia Mattace Raso IL FUTURO DI MILANO: SOLO GIORNO PER GIORNO? Giuseppe Vasta URBANISTICA MILANO: DECOLLO, VOLO E ATTERRAGGIO DEI DIRITTI EDIFICATORI Paolo Zenoni "PATTO PER MILANO" . OGNUNO FACCIA ( PRESTO E BENE) LA PROPRIA PARTE Fabrizio Bottini CHIAMIAMOLA PURE SMART CITY. MA CON GIUDIZIO Elena Grandi MILANO. PER IL VERDE NUOVE REGOLE Valentina Magri POVERA MILANO POVERA Giuseppe Gario ECONOMIA: RITORNO AL FUTURO. SI PU FARE Renzo Riboldazzi CITT BENE COMUNE: QUATTRO LIBRI PER DISCUTERE Franco D'Alfonso VERIT. TRASPARENZA, CORAGGIO: AMMINISTRARE MILANO Roberto Barabino SALVARE LE NOSTRE CITT: LETTERA APERTA AL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO VIDEO STEFANO ROLANDO: QUALE BRAND PER MILANO EXPO suggerimento musicale UNA BUONA IDEA canta Nicol Fabi
rubriche di attualit MUSICA a cura di Paolo Viola ARTE a cura di Virginia Colombo LIBRI a cura di Marilena Poletti Pasero CINEMA Marco Santarpia e Paolo Schipani SIPARIO Emanuele Aldrovandi e Domenico Muscianisi www.arcipelagomilano.org
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stro, caratterizzato da una societ civile fragile, possono produrre delle grosse fratture sociali, non solo quella Nord-Sud, ma penso a quella tra vecchie e nuove generazioni, garantiti e non, ecc. Tutto il nostro paese pronto a dividersi e frantumarsi. La sinistra dovrebbe decidere di non rappresentare solo una parte del mondo bancario, assicurativo della grande distruzione, ma cercare di dar voce a quella parte di societ che vuole unopportunit, che vuole, se possibile, esercitare la democrazia. I gruppi dirigenti della politica in generale, sono sempre pi autoreferenziali, virtuali, e in certe aree anche in parte criminali. Anche la sinistra non sfugge a questa tendenza oligarchica. In questi anni, il dibattito allinterno del centrosinistra non ha
mai affrontato, se non in modo formale e non reale, la crisi del Welfare state, la globalizzazione, i bisogni dellindividuo, il merito, per non mettere in discussione parte della sua rappresentanza come: lavoratori dipendenti pubblici e privati, pensionati e parte di quei poteri forti che citavo prima. Unesperienza interessante stata quella arancione, solo tre anni fa sembrava si fosse riaperto il rapporto tra partiti e movimenti, tra la politica e il sociale. Per tali esperimenti si sono esauriti, sono rimasti momenti acefali senza una reale capacit di crescita e ormai sopravvivono solo come buona amministrazione. Poteva essere unoccasione ma ormai credo sia tardi. Di possibilit per ridare speranza c rimasto solo Renzi o meglio il mondo dei Comitati Renzi, che, per co-
me si sono caratterizzati possono essere lopportunit per attuare una trasformazione radicale della partecipazione, allargando la base dintervento del PD e di fatto aprendosi alla societ, facendola crescere. In questo modo avremo una sinistra che mette la persona libera e responsabile al centro delle politiche con una crescita virtuosa di tutto il paese. In alternativa, forse avremo lo stesso una sinistra vittoriosa, magari grazie a un porcellum derogato, ma con un parlamento che potr discutere e dividersi su qualche diritto civile, certamente importante, ma la politica vera, quella che permette a tutti di crescere culturalmente ed economicamente con una reale mobilit sociale, sar fatta da unaltra parte.
URBANISTICA MILANO: DECOLLO, VOLO E ATTERRAGGIO DEI DIRITTI EDIFICATORI Giuseppe Vasta
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Nei giorni scorsi la Giunta Comunale con la delibera n. 890 ha aggiunto un importante tassello attuativo al meccanismo di trasferimento dei diritti edificatori delineato dal PGT. Si tratta di un meccanismo sul quale da pi parti sono stati sollevati dubbi e obiezioni; le scelte principali sono gi state prese nel PGT e non nella delibera di Giunta; con questa per che se ne dispiegano gli effetti e per questo forse occasione di parlarne. Si notano comunque alcuni aspetti non del tutto positivi della delibera di Giunta: in PGT era prevista la valutazione da parte del Comune della congruit delle aree da cedere, ma questo aspetto sparito; sarebbe stata utile una precisazione sulle modalit di calcolo dei limiti di densit territoriale (si applicano anche al terreno di origine? Ma allora le densit fondiarie sono infinite, a meno dei labili limiti architettonici al momento stabiliti). Cosa avverr dei diritti trasferiti una volta che le regole edilizie e urbanistiche (come normale che sia) dovessero cambiare? Almeno da un punto di vista discorsivo il tema andava affrontato. La tempistica: fra tutte i provvedimenti attuativi del PGT, proprio questo quello pi urgente? Non trovano il tempo e il modo ad esempio di aggiornare gli oneri o le monetizzazioni, ma il trasferimento dei diritti volumetrici stranamente una priorit. Sui possibili effetti poi di questo meccanismo, c da essere abbastanza pessimisti. Innanzitutto questo un mercato dove i diritti in offerta sono molti, le aree per riceverle sono poche. C da dubitare sulla forza contrattuale della parte venditrice o che il valore dei diritti ceduti possa crescere grazie a questo meccanismo. E visto che maggiore il differenziale fra il valore della zona di origine e quello della zona di destinazione, maggiore il guadagno, il trasferimento ideale fra unarea sfigata (in periferia, dietro la tangenziale, degradata) e una di pregio (centrale, ben servita). Quello che avverr quindi pi verosimilmente che i proprietari di pacchetti immobiliari variegati potranno trasferire slp dalle posizioni
pi svantaggiose a quelle centrali realizzando significative plusvalenze al di l di ogni aspetto attuativo (e senza neanche essere tassati, se ricorreranno a conferimenti o ad apporti). Operazioni di questo genere, di pura finanza immobiliare, attireranno verosimilmente il credito ben pi di progetti di sviluppo. Chi mai finanzierebbe progetti "veri" che rendano il 7-8% all'anno, quando con il trasferimento di slp si realizza il 1000% in qualche giorno? (300 euro = valore verosimile di un mq di slp teorica in periferia; 3.000 euro = il valore dello stesso mq in centro). Le risorse finanziarie disponibili rischiano di essere risucchiate in meccanismi del genere, anzich in progetti veri, con buona pace dei costruttori che si aspettano (poveretti!) che il PGT rilanci l'edilizia. Ma poniamo invece che gli interventi in zona centrali si realizzino tutti. Il presupposto (sbagliato, tipico ragionamento da avvocati) che trattandosi di aree urbanizzate, siano in grado di assorbire qualunque nuovo carico urbanistico. Non cos: basta vedere ad esempio l'incremento della domanda di parcheggi nelle aree dove con la legge sui sottotetti tutte le case sono state rialzate di un piano (nel presupposto che esistesse gi l'urbanizzazione primaria: s, certo, ma i parcheggi cosa sono?) e visto che poi il problema si poneva, ecco che sono corsi a costruire parcheggi sotto i giardinetti, con i bei risultati che si conoscono. E anche per gli asili nido o le attrezzature sportive o il trasporto pubblico o altro ancora cos. E in periferia, cosa succeder? Ai reliquati privi di capacit di produrre reddito, ma ceduti a una amministrazione che non sa che farsene, o non ha soldi per sistemarli; o addirittura non ceduti (basta che non siano pertinenze indirette)? Si tratta di aree verosimilmente destinate all'abbandono, anche qui magari qualcosa la Giunta poteva dirla. Abbandonate, certo, fino a quando magari qualcuno non penser di pompare nuovi diritti edificatori per rivitalizzarle. Perch questo il bello del trasferimento dei diritti edificatori: che si potranno magari aggiungere, ma togliere mai. Parados-
salmente infatti una previsione non attuata si pu rivedere, un diritto trasferito diventa, se capisco bene gli orientamenti giurisprudenziali e le recenti modifiche del codice civile, una sorta di diritto reale. E quindi in un mondo dove tutto incerto e modificabile, dotazioni di servizi, salvaguardia dei beni non tutelati, oneri e opere pubbliche, solo la rendita in questo modo viene me ssa in cassaforte per sempre: una bella rivoluzione culturale, quella portata a termine dalla Giunta Pisapia. Esattamente il contrario tra laltro di quello che per anni ci hanno raccontato sulla L.R. 12: che i diritti diventavano non conformativi, eccetera; invece sono diventati eterni. Certo qualcuno ne avr un vantaggio buon per loro ma come tutto ci possa essere utile alla citt francamente si fa fatica a capire (beninteso, non che assoggettare i diritti edificatori ai capricci degli amministratori di turno sia una bella cosa un po di certezza ci vuole. Ma almeno in modo equo su tutti gli aspetti di un progetto urbano discrezionale, quale pur sempre un PGT). In realt non c stata una seria valutazione su cosa potr succedere, la VAS del PGT (per non parlare del cosiddetto Piano dei Servizi) da questo punto di vista del tutto generica e approssimativa, priva di valutazioni puntuali. E quindi, se un giorno ci si accorger (come abbastanza probabile) che il meccanismo non funziona, o che la citt non in grado di sostenere leccessiva edificabilit riconosciuta, c il rischio che non si possa tornare indietro, i diritti volumetrici sono trasferiti e basta. In una situazione come questa, dare il via alle danze sembra abbastanza da incoscienti. Si poteva fare qualcosa per limitare i possibili rischi messi in luce? Certo, si poteva ad esempio associare il perfezionamento del trasferimento dei diritti alla presenza di un titolo abilitativo (o si realizzano o decadono). Oppure stabilire criteri di connessione fra le aree di origine e quelle di destinazione. Ma la priorit stata unaltra.
PATTO PER MILANO: OGNUNO FACCIA (PRESTO E BENE) LA PROPRIA PARTE Paolo Zenoni*
www.arcipelagomilano.org bilancio fuori controllo!, si grida dalla tolda della nave: e subito appaiono le immagini di Schettino, del Giglio, del gigante del mare ferito a morte. Insomma, lItalia delle foto e dei titoli dei giornali. Nella volont dei titolisti, infatti, Bilancio fuori controllo significa che lAmministrazione non sa controllare il bilancio, come Schettino non seppe condurre la nave; il pensiero espresso, alludiamo alle recenti dichiarazioni di Franco DAlfonso, , invece, che il quadro politico - normativo attuale non le consente di farlo, la differenza notevole - ma i giornali hanno sempre giocato sulla differenziazione tra titolo e contenuto dellarticolo! Lo stanno facendo forse troppo con lAssessore al Commercio del Comune di Milano: da un caso DAlfonso, sollevato per la denuncia della solitudine della Giunta e per lespressione di una opinione sul suo scollamento dal Consiglio (realt fisiologica nelle Amministrazioni Comunali da venti anni a questa parte), subito prefigurato come ulteriore episodio della saga dei tradimenti e delle lotte intestine di questa maggioranza ( ci dica DAlfonso se fa ancora parte di questa maggioranza! sic!), si passa ora al bilancio fuori controllo, che nellimmaginario collettivo della sin istra unanimista suona certamente come una ammissione di impotenza politica o addirittura come un cambio di campo. In realt lunico soggetto nei co nfronti del quale DAlfonso dichiara il suo disaccordo Mario Monti; non il Sindaco Pisapia o lAssessore al Bilancio o il PD milanese o lesperienza arancione! Purtroppo, nelle reazioni che seguono le rare esternazioni di qualche Amministratore, spesso incorniciate dal silenzio tartufesco di tutti gli altri, lepisodio rischia di contribuire a complicare una situazione gi complessa. Ma DAlfonso non chiede lintervento di difensori dufficio, quanto di entrare
nel merito del dibattito da lui sollecitato. Per partire dalle origini, concordiamo con Marco Vitale sulla mancata esplicitazione di unidea di citt da parte di questa maggioranza e non dicendo che AreaC funziona che si fornisce questa idea di citt: lo si fa, invece, parlando del patto per Milano, in cui si prefigura un rinnovato contratto sociale tra pubblico e privato; ma perch questo patto per Milano non risulti una sterile formula alchemica o un artificio di marketing politico, bisogna che ognuno, nel proprio campo, ci metta del suo, in termini di idee, lavoro, energie, competenze. Per chi lavora nellambito delle attivit culturali risulta evidente che lEnte Pubblico non pu pi esercitare il ruolo di committente e finanziatore unico delle iniziative; occorrono, e non una novit, anche i privati. Resta il fatto, per, che chi si formato alla scuola del pensiero e dellazione di Paolo Grassi (tutta la generazione di teatranti che oggi lavora con funzioni di responsabilit nellambito milanese da Carlo Fontana a Sergio Escobar, da Fiorenzo Grassi ad Andre Ruth Shammah, da chi scrive a molti altri) non ha scelto questo mestiere in particolare per misurare la propria capacit di vendere idee teatrali allimprenditoria cittadina. Lidea della cultura come pubblico servizio rimane centrale, pur se con differenti sfumature, nella nostra generazione. Non sono abbastanza radicate, cio, dal punto di vista tecnico e culturale, la vocazione e la capacit del teatro di stare sul mercato del finanziamento privato. La necessit pertanto, anche nellattesa di avvicendamenti generazionali ed endogene evoluzioni culturali, quella di immaginare un soggetto giuridico (che operi sotto il controllo pubblico e nel suo specifico interesse) in grado di riunire le energie economiche private della citt, funzione che i
teatranti, spesso, o non sanno interpretare o interpretano esclusivamente nel proprio specifico e privatissimo interesse di bottega, non rendendo di conseguenza un servizio culturale complessivo a Milano. Si valuti, inoltre, che tuttora lEnte Pubblico entra in difficolt tecnica allorch debba contabilizzare delle sponsorizzazioni private (nella sostanza, delle entrate non presenti nel suo bilancio di previsione) a sostegno delle proprie attivit, questo per confermare linadeguatezza di quel quadro politico - normativo cui lAssessore fa riferimento. Si pensa, quindi, nel disegno di un patto per Milano nellambito delle attivit culturali, alla creazione di un soggetto in grado di assolvere a una funzione politica, quella di interpretare la domanda di cultura (teatrale e non solo) proveniente dalla collettivit e organizzarne la risposta (quale altra , se no, la funzione delle Amministrazioni locali?!), quindi in grado di esprimere un disegno complessivo di attivit nellinteresse della citt, grazie allapporto degli operatori culturali cittadini e di sostenerlo politicamente presso limprenditoria interessata. un primo argomento di settore, tra laltro non originalissimo, perch i Sindaci di sinistra di questa citt lo praticarono fino a tutti gli anni Settanta, con gli strumenti, gli Enti e le persone che ricordiamo. Dopo non pi. A meno che, sospetto difficile da abbandonare, il problema non sia proprio qui: nel fatto che, in generale e aprioristicamente, quella sinistra non abbia pi diritto di cittadinanza e Emilio Caldara (e anche Franco DAlfonso e altri con loro) siano ineluttabilmente unti dal medesimo e inemendabile peccato originale!
www.arcipelagomilano.org anche aspetti esterni alla rete hightech, che funge da interfaccia tra city user e citt fisica: ma tali aspetti rimangono sullo sfondo, o sullo schermo del terminale personale. Insomma pi grande e complesso quanto sta fuori, da questo tipo di smart city, di quanto non ci stia dentro. Da qualche parte bisogna pur cominciare, e piuttosto che niente meglio piuttosto, come dice ladagio popolare. Ma da dove meglio cominciare? Anche da unidea integrata molto piccola come la gestione intelligente della sosta possono svilupparsi in fretta tentacoli in grado di coinvolgere la citt nel suo insieme. Appare chiaro per il bisogno di un approccio ampio gi in partenza, soprattutto non limitato (negli investimenti e nelle speranze) a piattaforme high-tech e relativa organizzazione. Si devono coinvolgere, mettendoli al centro, aspetti sociali, ambientali, economici, politici. Perch assai poco smart avere un computer nel taschino, se lo si usa per giochetti autoreferenziali. Il criterio dipende naturalmente dai contesti, dalle risorse, dalla discrezionalit delle scelte di chi promuove, finanzia, gestisce. Ma esistono misuratori elaborati per costruire ratings unitari di esperienze diverse, in cui si cerca di andare oltre la sommatoria aritmetica dei punteggi di settore, per considerare la citt come spazio fisico e sociale integrato, dove le eccellenze possono anche ridursi a poca cosa se non organicamente collegate a tutto il resto. Nellesperienza smart della signora in visita allExpo mancano completamente dei ratti a cui pestare la coda, poi inciampare e cadere a terra sfasciando il tablet. Niente di sorprendente, ma pu sorprendere che non si sappia nulla del perch quei ratti sono esclusi dalla sceneggiatura. Perch la smart city non si immischia con faccende di gestione ambientale? Oppure perch la trafila della rete integrata riguarda solo gli aspetti privati, escludendo la pubblica amministrazione? Non possiamo saperlo se non ci dotiamo di un criterio di valutazione, come quello di Boyd Cohen che per Fast Company ha fatto una graduatoria di citt classificandone i progressi verso la smart city. Ne emerge un quadro diverso da quanto ci si immagina distinto: in cui entrano le classiche reti high-tech, magari accoppiate alla sostenibilit energetica e ambientale, oppure agli investimenti in ricerca e sviluppo. Ma c di pi: sono aspetti molto terra-terra a fare la parte del leone. Una societ giusta e inclusiva molto smart, un eccellente livello di abitabilit dei quartieri pure, trasporti accessibili a tutti, non inquinanti, valgono pi di tutti gli schermi ammiccanti del mondo. I gingilli simbolo della nostra epoca post-meccanica iniziano ad avere un ruolo importante quando sono parte integrante del resto: non conta lo schermo ma la qualit reale di ci che virtualmente mostra. Del resto, se sulla parola smart si possono anche organizzare migliaia di convegni da venditori professionisti che interpretano e ritagliano il termine su misura alle proprie esigenze, sulla parola city c molto meno spazio di manovra, perch tutti almeno in sede locale la sanno declinare benissimo dal punto di vista materiale. E un ambiente poco smart, o una societ ingiusta e diseguale, o unamministrazione lontana dalla vita quotidiana dei cittadini, saltano allocchio, e non basta allontanarli dallo sfondo dei filmati pubblicitari, o dalle informazioni degli sponsor tecnologici. Ma la cosa pi importante lidea di citt come un tutto unico interdipendente: la si pu intuire nellimmagine sinottica proposta dalla Ruota della Smart City allegata allarticolo di Boyd Cohen sul sito di Fast Company. E poi magari provare a valutare in modo sistematico con quel criterio di massima il filmato della Smart City Expo. Ne esce diciamo cos cos: si pu fare molto meglio.
www.arcipelagomilano.org normativa anche per il verde privato, a oggi lasciato quasi del tutto alle iniziative dei singoli proprietari, e per questo non tanto seguito e tutelato. A questo proposito lAmministrazione Comunale, la nuova Assessora al Verde (Chiara Bisconti, che di questo argomento ha parlato in occasione del recente convegno sullattuazione dei 5 referendum sullambiente) e i Consigli di Zona, sono in tutto concordi: il progetto di una riforma sostanziale del nostro regolamento duso del verde si sta avviando a divenire una bella e nuova realt. Abbiamo meno di un anno di tempo (a giugno del 2014 scadr infatti lattuale appalto di Global Service) per dare vita a tale progetto: e per farlo dovremo prendere ispirazione da chi pi avanti di noi. Penso, ad esempio, al regolamento della citt di Torino (lungo 150 pagine e corredato di molte schede tecniche chiare ed esaustive, contro le 7 pagine del nostro attuale regolamento), che dimostra come e quanto si possa e si debba fare non solo per tutelare il patrimonio a verde delle nostre citt ma per implementarlo, sviluppando al contempo una nuova cultura del paesaggio urbano, senza con questo tralasciare ogni possibile apporto tecnico e scientifico. Al momento ben pochi sono gli strumenti dellAmministrazione per risolvere le tante (e inevitabili) criticit che quotidianamente si presentano ai tecnici, ai funzionari del Comune e ai rappresentanti politici delle Istituzioni: basti pensare a con quanta fatica si cerca di risolvere le situazioni pi critiche che quotidianamente vengono denunciate dai cittadini milanesi. Penso alle segnalazioni per le potature dissennate di alberi le cui radici non potranno che risentire della troppo intensa privazione di rami e foglie; o per leccessivo sviluppo di rami specie nei pressi di case e finestre; o per la scarsa manutenzione di aree allinterno dei grandi parchi; o per lincuria di aiuole o dei parterre dei viali alberati; o, ancora, per la mole di lavoro che richiedono le aiuole fiorite i cui fiori (caduchi) necessitano di frequenti e costose sostituzioni; o per lingiustificato (a volte) abbattimento di alberi che vengono poi sostituiti con nuove piante spesso destinate a una fine prematura: tutto ci il segnale che Milano merita e si aspetta di meglio e di pi. Per fare solo qualche esempio, si potrebbero modificare la gran parte delle rotonde fiorite sostituendo le piante stagionali attualmente l messe a dimora, con altre rifiorenti o perenni; analizzare con maggiore attenzione quali alberi siano adatti a un determinato terreno o area (viali, strade di medio calibro, parchi, piccoli giardini); intervenire con maggiore tempestivit sugli alberi malati e su quelli di recente piantumazione; incentivare liniziativa privata, non solo nel senso delle sponsorizzazioni - ottimo sistema per sgravare di qualche spesa lAmministrazione, tanto pi in tempi di crisi -, quanto in quello dellintervento diretto dei cittadini nella cura del verde; assegnare ai Consigli di Zona, pi facilmente in grado di conoscere le criticit del loro territorio, non solo deleghe e poteri decisionali, ma parte dei fondi per le manutenzioni straordinarie, che in tal modo sarebbero impiegati con finalit precise, condivise e partecipate. In assoluta trasparenza.
www.arcipelagomilano.org gna, che ha assistito alla presentazione dei dati, ha ammonito che: lemergenza deve far scattare la domanda di uscita dallemergenza. Altrimenti, si rischia la cronicizzazione del fenomeno dei senzatetto. Per uscirne, ci vogliono oltre alle politiche passive (lassistenza), quelle attive (di prevenzione). Ma se i milanesi si stanno impoverendo, il Comune non se la passa certo meglio. Palazzo Marino sta deliberando infatti dei tagli per far quadrare il bilancio. Come quelli alla Casa della Carit di Don Colmegna, che paventa addirittura il rischio chiusura se la Curia e il Comune non riprenderanno a erogare fondi: almeno 8 euro per ogni ospite fisso, per un totale di circa 400mila euro lanno. Altri tagli di Palazzo Marino riguardano il sostegno ai disabili, con una riduzione del buono sociale per il mantenimento a domicilio e gli interventi socio-educativi da 1.000 a 700 euro a bimestre. La scure dei tagli si abbatte anche sugli anziani: nel bimestre maggio-giugno sar erogato solo met dellassegno per gli ultrasessantenni milanesi percettori di un reddito inferiore al minimo vitale di 495,43 euro e si prevedono anche tagli alle Rsa (Residenze sanitarie assistenziali). Infatti, ogni anziano ricoverato costa circa 16mila euro lanno e i dati demografici ci dicono che a Milano risiedono 94mila ultraottantenni, di cui circa 40mila non sono pi autosufficienti. Per contenere i tagli, lAssessore alle Politiche Sociali Pierfrancesco Majorino chiede a gran voce altri 40 milioni a Palazzo Marino e una riflessione comune con lo Stato e la Regione Lombardia per affrontare al pi presto le questioni. Pena: allesplosione della crisi potrebbe affiancarsi anche quella della bomba (demografica) a orologeria milanese.
www.arcipelagomilano.org presenza di aziende familiari. In un contesto di regole europee darebbero molto. Sostituire le regole nazionali comporta per, come dice Pisani-Ferry, un pragmatico e effettivo governo europeo, lunica reale o pzione di riforma della politica italiana, che nelle sue espressioni pi vampiresche ha vampirizzato i propri elettori e il nostro establishment, che teme lEuropa, fa propaganda contro e agita fantasmi come se ci credesse. Ci che per noi cittadini riduzione del danno emergente, per tutti costoro lucro cessante. Oltralpe la domanda quanti francesi si sentano davvero europei. Data anche la perfomance della start-up parlamentare *****, da noi quanti italiani vogliano lavorare, inclusi i macrosettentrionali eredi di laboriosi piemontesi lombardi veneti. Sul versante piemontese amici medici ci informano che il presidente Cota e lassessore Monferino spiegano che la Regione tecnicamente fallita. E un giovane amico scrive della consapevolezza nel suo giro che in questo paese dobbiamo saper sconfiggere il piccolo Berlusconi che dentro ognuno di noi. Ma su Il Sole 24 Ore il direttore Roberto Napoletano registra la domanda di un liceale brianzolo: Sc usi direttore, mi tolga una curiosit, ma perch dovremmo pagare sempre meno i politici, non c il rischio che si perdano i migliori?; e commenta: Negli occhi di Federico scatta la scintilla, lho vista io, di notte, a Merate. Parlava pi delle parole (12/5/13, p. 27). Da ventanni politici sempre pi incapaci si remunerano sempre di pi e, se si va avanti cos, una nuova generazione li vuole raggiungere. Abbiamo il record europeo di giovani che non studiano n lavorano (23,9%), eppure aumenta la qualit percepita della vita, se si prescinde dal lavoro (Il Sole 24 Ore, 23/5/13, p. 6). Che sia accidia? Da fuori, Pinto e Pisani-Ferry dicono cose molto utili a chi di noi vuol lavorare davvero guardando a cinque/dieci anni, con lambizioso progetto europeo sul quale mettere faccia e soldi. Il contrario di quanto si fatto negli ultimi ventanni, perdendo faccia e soldi.
www.arcipelagomilano.org pubblicazioni (in particolare quella che porta lo stesso titolo edita da Einaudi nel 2008), Romano ha messo a fuoco quelle che lui stesso definisce le regole consolidate della bellezza della citt europea dellultimo millennio con lobiettivo non secondario di comprendere perch nella seconda met del secolo scorso ovvero quando si costruita la gran parte dei tessuti urbani in cui viviamo e quando lurbanistica moderna stata maggiormente formalizzata nei suoi strumenti, nelle sue procedure, nelle sue norme la nostra societ ha smesso di produrre citt e luoghi urbani dotati di quella bellezza che pi frequentemente ritroviamo nei secoli che precedono il Novecento. Il problema secondo Romano non meramente formale. Uno dei nodi cruciali osserva sta nel rapporto tra cittadino e casa, tra civitas e urbs. Lerrore dellurbanistica moderna sostiene nel suo ultimo Liberi di costruire (Bollati Boringhieri, 172 pag., 15 Euro) stato quello di ridurre i desideri degli uomini a diritti codificati nella dottrina della pianificazione imponendoli dallal to. Romano, in sostanza, ritiene che tra gli elementi che hanno garantito la secolare bellezza della citt europea ci sia il processo democratico sotteso alla sua costruzione che afferma ha avuto e dovrebbe avere ancor oggi come posta il pieno riconoscimento del diritto di cittadinanza materializzato nel possesso della casa e il pieno riconoscimento della dignit del cittadino alla protezione simbolica dei temi collettivi, quelli in cui la civitas si identifica e si misura con le altre comunit. Meno convincente la tesi squisitamente politica secondo cui per garantire questi diritti e dunque per tornare a produrre luoghi urbani dotati di una riconosciuta qualit estetica la strada da imboccare sia quella di liberarsi di norme, commissioni edilizie e perfino dello Stato. Con Luigi Mazza, infine, si discusso con il contributo di Marco Bianconi e Stefano Moroni del libro di cui coautore con Umberto Janin Rivolin e Luca Gaeta: Governo del territorio e pianificazione spaziale (CittStudi, 550 pagine, a breve nelle librerie). Mazza che potremmo annoverare tra quanti hanno compreso i limiti dellurbanistica mode rna e cercato costantemente di rinnovarla contrariamente a Romano ritiene che un qualche tipo di pianificazione spaziale [sia] indispensabile perch lorganizzazione e il controllo sociale ed economico si realizzano nello spazio e sono effettuati soprattutto attraverso lorganizzazione e il controllo spaziale. Gli aspetti interessanti della sua pubblicazione a cui sono stati chiamati a contribuire diversi autori su temi specifici del progetto urbano e territoriale sono pi duno. Tra questi possiamo considerare il rapporto tra governo del territorio e cittadinanza ovvero, in estrema sintesi, Stato, mercato, diritti dei cittadini e regole: un tema pi che mai attuale su cui si gioca la credibilit della disciplina nonch quello tra teorie e modelli della pianificazione con tutto ci che ne consegue in termini di ricerca di eguaglianza, sviluppo, equilibrio. Quello che rispetto al filo conduttore del ciclo di incontri se ne pu trarre da questo ampio lavoro di ricognizione e riflessione critica su una disciplina che sta attraversando un serio periodo di crisi, che non solo la citt, il territorio e il paesaggio possono essere considerati beni comuni, ma potrebbe esserlo lUrbanistica stessa (nelle sue varie accezioni) e il patrimonio di saperi in essa accumulati: un bene non necessariamente da tutelare e difendere nella sua integrit ma neppure da distruggere senza discernimento. Qualcosa semmai da rinnovare e reinventare riscoprendone lutilit, il senso e il portato civile.
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www.arcipelagomilano.org in una sola volta dopo aver consumato le entrate straordinarie anche per coprire questi mancati introiti, caricando cos sulle spalle di tutta la comunit il costo di un servizio utilizzato al di sotto del ... sottocosto solo da alcuni cittadini senza alcuna valutazione sulla capacit reddituale. Proprio per recuperare lequit dispersa si sta lavorando per adeguare le tariffe, che resteranno comunque in tutti i casi al di sotto di quelle di tutte le principali citt italiane, introducendo invece esenzioni e modulazioni legate al reddito familiare. E proprio nella revisione del sistema di esenzioni, con lintroduzione di un unico sistema Isee (attualmente sono almeno diciotto diversi per altrettanti servizi) e soprattutto di controllo di queste dichiarazioni nonch delle morosit e delle vere e proprie evasioni in essere, sta una possibilit di recupero di efficienza del sistema di almeno sessanta milioni di euro. I primi controlli effettuati dalla nuova amministrazione hanno rivelato una situazione realmente inaccettabile: per fare solo alcuni esempi, su un campione di 100 dichiarazioni Isee per asili nidi o mense scolastiche, quasi il 70% risultata falsa o mendace; levasione sui canoni Cosap (occupazione suolo) raggiungeva punte del 60%; la morosit sulle mense scolastiche di diversi milioni di euro, generalmente confermando lassunto delleconomista Yunus, secondo il quale i meno abbienti e i disagiati sono quelli che hanno il minor tasso di insoluto sia per i debiti che per le tasse Lorientamento della Giunta non quello di fermarsi a una valutazione contabile o al recupero della necessaria buona amministrazione, concetti calpestati per un decennio dalle amministrazioni precedenti come oggi troppo in fretta e troppo disinvoltamente ci si dimenticati e non solo da parte degli ex amministratori. La Giunta nel suo insieme si sta infatti ponendo il problema di cambiare i modelli in essere cercando di adeguarli alle mutate condizioni non solo finanziarie, ma anche economiche e sociali. E quindi si ragiona di trasporto locale in una visione di Area metropolitana, dove ricondurre sia la programmazione sia lesercizio, portando allo stesso livello decisionale - nella nostra ipotesi ovviamente la citt metropolitana - la spesa di investimento e di esercizio ma anche le fonti di finanziamento e la decisione sulle entrate e le tariffe. Ma si ragiona anche di welfare ponendo il tema della unificazione di tutti gli interventi e dei punti di erogazione, attualmente almeno cinque (Comune, Inps, Asl, Regione, altri organi di Stato), dalla cui razionalizzazione possono essere recuperate almeno il 20-25% delle risorse, limitando lambizione a quegli studi scientifici che indicano i livelli pi bassi di recupero possibile: se si considera che il solo Comune di Milano ha una spesa per il welfare di quasi 200 milioni di euro si comprende immediatamente la rilevanza e limportanza di una possibile riforma di sistema. E cos vale praticamente per tutti gli altri settori di attivit del Comune, ovviamente per importi meno significativi, ma spesso con impatto sociale ed emotivo ancora maggiore, come per esempio per scuole e asili. Si sta discutendo, insomma, di politica. Che la redazione dei bilanci fosse atto politico tra i pi importanti per chi crede che la responsabilit di governo sia fare delle scelte e non quella di fare i compiti a casa assegnati da qualche cultore della sacralit e della neutralit dei numeri pensavo fosse dato acclarato a Milano almeno per i politici, destra o sinistra non importa, i commentatori, i cittadini attivi, in una parola per quel corpo civile che dedica almeno dieci minuti al giorno di attenzione alla propria citt. E proprio pensando a quei dieci minuti di attenzione mi sono permesso di sollevare in queste ultime settimane, in una forma che non ha oggettivamente riscontrato lunanimit dei consensi, diverse questioni con lo scopo di sollevare un dibattito, convinto come ero e come sono che il momento che stiamo vivendo in particolare a Milano sia decisivo sotto molti punti di vista. La media delle risposte e delle reazioni che ho ricevuto mi sembrano improntate alla linea qui si lavora, non si fa politica e suggerirebbe di non insistere oltre. Ma il rischio che si corre a fare buona amministrazione infischiandosene dellesistenza stessa di un dibattito cittadino troppo grande da correre anche in questa occasione: in fondo tutti pensano che Milano brontoli ma alla fine ce la fa e approvare un bilancio anche quest anno, mentre la maggior parte dei Comuni non ce la faranno, potrebbe essere visto come una dimostrazione di questo, riuscendo cos a spostare nellanno del poi e nel mese del mai la discussione vera sul cambio radicale del modello di gestione della citt Ma Giuliano Pisapia e noi tutti con lui non siamo arrivati a Palazzo Marino per riordinare gli uffici, ma per cambiare il modo di amministrare, utilizzando innanzitutto lo strumento della verit, della trasparenza delle decisioni e del coraggio delle opinioni.
SALVARE LE NOSTRE CITT. LETTERA APERTA AL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO Roberto Barabino
Riceviamo e volentieri pubblichiamo questa lettera aperta al Presidente del Consiglio e a tutti i ministri competenti che solleva uno dei gravi problemi del nostro Paese. Ogni volta che si vuole rilanciare leconomia, si pensa alledilizia ma in un modo solo: consentire ai privati di utilizzare il territorio rimuovendo vincoli di natura urbanistica posti a tutela del bene comune. una via sbaglia e autolesionista. Non sono quei vincoli che oggi frenano lattivit edilizia, ma la mancanza di risorse economiche delle famiglie, soprattutto quelle a basso reddito. Oggi solo lintervento dello Stato nella manutenzione del territorio e degli edifici pubblici, ma non le grandi opere faraoniche (il Ponte sullo stretto), possono rilanciare rapidamente il settore. Dunque opporsi alla deregolamentazione urbanistica un imperativo per tutti quelli che hanno a cuore il bene collettivo . (ndR) Lettera aperta a: - Presidente e Vicepresidente del Consiglio dei Ministri - Ministro dellAmbiente, tutela del Territorio e del Mare - Ministro dello Sviluppo Economico - Ministro della Pubblica Amministrazione e Semplificazione - Membri del Parlamento P.c.: - Presidente ANCE - Organi dinformazione Oggetto: Norme in materia di semplificazione edilizia La nostra associazione* si batte da tempo contro la costruzione in Lombardia di ecomostri, cio di edifici
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www.arcipelagomilano.org di grandi dimensioni e altezze che sostituiscono manufatti solitamente a un piano (garage, officine, laboratori, ecc .) e che non rispettano il contesto urbanistico in cui sinseriscono, arrecando grave danno agli abitanti degli edifici circostanti e togliendo loro spazio, luce, sole e privacy. La situazione aggravata nei casi, molto frequenti, in cui i manufatti predetti si trovano allinterno di cortili, il che rende le nuove costruzioni particolarmente invasive e oltraggiose. Ci stato reso possibile da scellerate leggi della Regione Lombardia che hanno permesso di derogare altezze, volumi e sagome degli edifici preesistenti ed hanno consentito una speculazione edilizia indegna di un Paese civile e di una citt come Milano, che si vanta di essere il motore economico della nazione. Lopposizione dei cittadini a questo stato di cose ha ottenuto alcuni provvedimenti che hanno posto un freno a questo insulto al vivere civile: - la sentenza 309/2011 della Corte Costituzionale che ha stabilito lillegittimit della legge della Regi one Lombardia che consentiva, nei casi di ristrutturazione, di superare il vincolo di sagoma, vincolo che basilare per rispettare il contesto urbanistico di riferimento - linserimento nel PGT del Comune di Milano di una norma in base alla quale ledificazione in tutto o in pa rte nei cortili deve essere di altezza inferiore o pari a quella delledificio preesistente. Quando uscita la predetta sentenza, il Presidente dellANCE ebbe a dichiarare alla stampa la propria contrariet rispetto alle conseguenze della stessa e la convinzione che, per rimediare alla situazione, si sarebbe dovuto agire, a livello nazionale, per cercare di modificare le norme del testo unico per ledilizia. Tale dichiarazione annunciava unazione lobbystica, di cui abbiamo avuto notizia nello scorso anno, che pare aver avuto successo, visto il contenuto del recente Decreto del fare approvato dal Governo. In tale provvedimento, infatti, allart.37 c una norma apparentemente inoffensiva, ma virtualmente distruttiva. Laddove si stabilisce, infatti che nelle operazioni di demolizione e ricostruzione degli edifici non sarebbe stato pi necessario rispettare la vecchia sagoma (Francesco Grignetti, La Stampa 15/6/2013). Norma che non piaciuta assolutamente a chi istituzionalmente deve difendere il paesaggio (stessa fonte). E tale norma non piace neppure ai cittadini perch in questo modo unanomalia della Regione Lombardia che in questa regione ha determinato conseguenze negative molto evidenti - diventa legge dello Stato e porta un gravissimo problema in tutto il Paese. Si rischia, con la scusa del rilancio delledilizia e della semplificazione, in s auspicabili, di consentire un autentico Far West in cui vige la legge del pi forte. Invitiamo, pertanto sia il Governo che il Parlamento a revocare tale norma ed anche quella che consentirebbe di fare questo tipo di operazioni non pi con permesso di costruire ma con una semplice dichiarazione dinizio attivit. La nostra Rete si sta raccordando con il Coordinamento dei Comitati milanesi, con analoghe associazioni di altre citt italiane e con enti e movimenti ambientalisti al fine di fare una dura opposizione a tali norme in tutte le sedi opportune se quanto previsto non sar adeguatamente corretto per evitare danni gravi e irreparabili su tutto il territorio nazionale. Restiamo in attesa di conoscere le iniziative che verranno prese dalle Istituzioni e dalle Forze politiche pi responsabili e attente ai veri interessi dei cittadini. Cordiali saluti. Il portavoce Roberto Barabino
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www.arcipelagomilano.org al loro smantellamento e alla rimessa in opera in modo completamente maldestro, che ne compromette rapidamente la funzionalit. Terreni poco costipati, fughe larghissime, pietre spezzate nelle manomissioni e ricomposte alla bell'e meglio. Personale chiaramente inesperto (spesso extracomunitari che si guardano fra di loro con l'aria di dirsi: e adesso che faccio?), nessuno a controllare o dirigere i lavori. E i risultati si vedono: selciati rapidamente sconnessi, buche, avvallamenti. Strade che erano l dai tempi di Maria Teresa sono diventate dei percorsi da fuoristrada. E anche nei luoghi pi prestigiosi, piazza Duomo, l'Altare della Patria a Sant'Ambrogio (pensavo che almeno l De Corato sarebbe stato pi attento), ma anche adesso davanti all'Ambrosiana i lavori non sono fatti bene (pietroni neanche esattamente parallele o pianeggianti). Insomma: spesso la manutenzione ha peggiorato le cose. Ma se non siamo capaci smettiamola, asfaltiamo o mettiamo pietre moderne. E se invece i pietroni di Maria Teresa ci piacciono, vediamo almeno di posarli come si deve!
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www.arcipelagomilano.org senziale per comprendere il significato dellopera e per generare un pathos adeguato al suo ascolto. La storia di Cavalleria rusticana nota: Pietro Mascagni nasce figlio di un panettiere che non vuole fargli studiare musica e ciononostante diventa assai presto un direttore dorchestra di rilievo internazionale. Nel 1895 gi dirige una sua opera alla Scala, nel 1900 il direttore del concerto per i funerali di Re Umberto I a Roma, subito dopo chiamato a dirigere a San Pietroburgo e nel 1929 ha lincarico ufficiale di rappresentare lItalia alle celebrazioni per il centenario della morte di Beethoven! Ma ancora un giovanotto ventisettenne, direttore della Orchestra Filarmonica di Cerignola nelle Puglie, quando vince un concorso di composizione (indetto dalleditore Sonzogno per unopera in atto un ico) con questo gioiellino tratto da una novella di Giovanni Verga; il quale, come si sa, se ne infuri moltissimo, piant allautore e alleditore un grana giudiziaria per plagio e ottenne dal giudice un cospicuo risarcimento; come si vede il mondo gira sempre allo stesso modo . Curioso che un tale capolavoro abbia trovato scarsa eco negli altri lavori di Mascagni, nessuno dei quali mai arrivato allaltezza della Cavalleria; tantomeno quellinfelice opera Parisina, scritta a Parigi insieme a Gabriele DAnnunzio, che nonostante la fama del librettista molto difficilmente riesce a entrare in repertorio! Nonostante qualche buh al povero Turiddu (il tenore Paolo Bartolucci che - a parte linsicurezza della voce e del fraseggio - non riesce a interpretare la complessit del dongiovanni popolano), il successo stato sbalorditivo; applausi a non finire, soprattutto per la soprano Chiara Angella che, nella parte di Santuzza - peccatrice appassionata, pentita e vendicativa - ha dominato lopera con la potenza della sua voce e la credibilit della recitazione (peccato che abbia una dizione poco curata e che non scandisca bene le parole), ma anche per il baritono Alberto Garzale che ha dato una bellissima voce - ma la recitazione lasciava invece un po a desiderare - al personaggio di Alfio, il marito tradito che diventa assassino. Ottime anche la soprano (che canta da mezzosoprano) Elena Lo Forte, nella parte di Lola moglie leggerina (non si poteva non apprezzare il suo bel dcollet) e traditrice, e la mezzosoprano Erika Fonzar (che canta da contralto) nella parte di Lucia, addolorata madre del malandrino. Ma chi ha sorpreso pi di tutti stata la direttrice (il direttore?) dellorchestra, la minuta ma grintosissima Zhang Xian che si immedesimata a tal punto nella passionalit siciliana tardo ottocentesca da far dimenticare il fatto che una vita trascorsa fra Cina e Stati Uniti labbia messa assai poco a contatto, presumiamo, con quel tipo di sentimenti e di pulsioni. Una direzione calda e coinvolgente - peraltro molto ben assecondata dal coro preparato da Erina Gambarini - che ha trascinato il pubblico in unorgia di amori, trad imenti, gelosie, vendette, che solo in quella Sicilia e in quellepoca potevano scatenarsi con tanto ardore. Indimenticabili sia il duetto nel quale Santuzza denuncia ad Alfio la tresca fra Lola e Turiddu mentre correte allacqua e al vento a guadagnarvi il pane, Lola vadorna il tetto in malo modo! sia il coro Viva il vino spumeggiante nel bicchiere scintillante come il riso dellamante mite infonde il giubilo, due momenti carichi di tensione che la Xian ha descritto perfettamente penetrandone i risvolti pi ambigui.
ARTE questa rubrica a cura di Virginia Colombo rubriche@arcipelagomilano.org Milano Archeologica 2015
In vista dellExpo 2015 tante sono le attivit culturali in programma. Oltre allideazione di nuovi progetti, Mil ano si prender (finalmente) cura anche del patrimonio gi esistente, restaurando e valorizzando alcuni siti importantissimi per la storia della citt e quindi significativi anche a livello turistico. da poco stata presentata infatti la prima tappa del programma Milano Archeologia per Expo 2015, un percorso che restituir alla citt una fetta importante del suo patrimonio storico, quello riguardante let romana e imperi ale. Nonostante gli evidenti sviluppi urbanistici e architettonici, Milano conserva ancora tracce importanti di un passato glorioso che va dal I sec. a.c. allet tardoantica, in cui la citt divenne centro e poi una delle capitali pi siginificative dellImpero romano. Resti di questo passato si possono vedere ancora oggi al Museo Archeologico di corso Magenta, con i resti delle mura di Massimiano e la torre di avvistamento, cos come, inglobata nel campanile di San Maurizio al Monastero Maggiore sopravvive lantica torre del circo romano. L accanto invece sono conservati, in via Brisa, a cielo aperto, i resti del monumentale palazzo imperiale, in cui Costantino e Licinio nel 313 emanarono il famoso Editto di tolleranza. I resti pi emozionanti forse per si trovano sotto piazza Duomo, con il battistero di San. Giovanni e lantica basilica di Santa Tecla. Solo per citare le testimonianze pi note. Il progetto Milano Archeologia si propone quindi di favorire la conoscenza e la conservazione delle realt archeologiche presenti nel centro storico di Milano mediante azioni di manutenzione, promozione e comunicazione attraverso un sistema di reti di conoscenze e diffusione delle informazioni. Un progetto voluto e sostenuto dallArcidiocesi, dalla Regione Lombardia, dalla Soprintendenza per i Beni Archeologici e dal Comune di Milano. Insieme collaboreranno le parrocchie di San Eustorgio, San Simpliciano, San Lorenzo Maggiore e San Nazaro in Brolo, interessate poich depositarie di importanti resti paleocristiani sui loro territori. Infatti verranno restaurate e riqualificate le aree delle sepolture e dei manufatti paleocristiani della necropoli di Sant'Eustorgio; verranno valorizzati i resti di et romana imperiale presso San Nazaro, cos come larea del Foro romano in piazza s. Sepolcro e nei sotterranei della Biblioteca Ambrosiana, per concludere con la torre romana e la torre del circo in via Luini. A partire dalla celebrazione dei 1700 anni dellEditto di Costantino e in vista dellExpo, questo progetto non solo punta a riqualificare e promuovere resti, aree e monumen-
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www.arcipelagomilano.org ti, ma anche a elaborare una metodologia che potr essere replicata per altre realt non solo milanesi ma anche lombarde.
Il Napoleone restaurato
Dal 1859 sorveglia lAccademia e la Pinacoteca di Brera. In un secolo e mezzo di vita ha visto passare artisti, personalit illustri, studenti e appassionati darte. Ora, finalmente, si concede un meritato restauro. Protagonista di un intervento che durer 12 mesi proprio il Napoleone come Marte Pacificatore di Antonio Canova, statua bronzea che troneggia al centro del grande cortile donore in omaggio a colui che, nel 1809, fond la Real Galleria di Brera. Dal prossimo giugno limponente scultura sar circondata da una teca di vetro, attraverso la quale si potranno seguire, passo dopo passo, i progressi compiuti sul grande bronzo, proprio come consuetudine per i restauri sui dipinti della Pinacoteca, esposti al centro del percorso museale in un laboratorio di vetro. Sistemati, ripuliti e messi a nuovo da abili restauratori che lavorano sotto gli occhi (curiosi) di tutti. Pannelli illustrativi e attivit didattiche per scuole e appassionati accompagneranno i restauri, sponsorizzati da Bank of America Merrill Lynch, dallAssociazione Amici di Brera e dei Musei Milanesi e dalla Soprintendenza per i beni storici artistici e etnoantropologici di Milano. Che fosse necessario un restauro era evidente da tempo: la superficie ha subito alterazioni causate da fattori metereologici e dall'inquinamento atmosferico, cos come sono visibili distacchi e cadute di frammenti e crepe nel marmo posizionato sotto il piedistallo della statua. Un Napoleone che ha avuto vita non facile, fin dallinizio. Lopera fu commissionata nel 1807 da Eugenio di Beauharnais, vicer del Regno dItalia, allo scultore Antonio Canova, ma non essendo ancora pronta, per problemi con la fusione, nel 1809, per linaugurazione della Pinacoteca di Brera, Beauharnais acquis a Pado-
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www.arcipelagomilano.org va il calco in gesso, da esporre in quella occasione. Il gesso, depositato in unaula dellAccademia, stato riesposto in uno dei saloni della stessa Pinacoteca, in concomitanza con le celebrazioni dei duecento anni dellistituzione museale, avvenuti nel 2009. Dopo il declino della fortuna e del comando di Napoleone, la statua in bronzo, che a Milano non aveva mai trovato collocazione in luogo pubblico, fu abbandonata nei depositi del palazzo di Brera. Riemerse alla luce allepoca dellarrivo in Lombardia di Napoleone III, a conclusione della seconda guerra di indipendenza italiana. Nel 1859 la statua fu eretta su un basamento temporaneo nel cortile principale di Brera. Solo nel 1864 fu inaugurato lattuale basamento in granito e in marmo di Carrara progettato da Luigi Bisi, docente di prospettiva allAccademia di Brera, ornato con aquile e fregi di bronzo. La statua in bronzo fu ottenuta con un'unica fusione (ad eccezione dell'asta e della vittoria alata) tenendo conto delle prescrizioni dettate dallo stesso Canova: l'asta tenuta nella mano sinistra composta da due elementi avvitati; la vittoria alata, che per fu rubata, stata allinizio degli anni 80 ricostruita basandosi su documentazione fotografica. Una curiosit: il bronzo utilizzato per la fusione proviene da cannoni in disuso di Castel Sant'Angelo a Roma. Un restauro iniziato in un momento non causale: il progetto parte del lavoro di valorizzazione che la Pinacoteca di Brera ha avviato in preparazione dellEXPO 2015, in cui giocher un ruolo fondamentale sulla scena culturale non solo milanese ma anche internazionale.
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www.arcipelagomilano.org lo, presentato in Alta Definizione, in cui ogni singolo elemento interattivo. E queste tecnologie diventeranno, in futuro, sempre pi utili per studiare manoscritti antichi e fragilissimi, come i diversi Codici e taccuini, gi molto rovinati dallusura e dal passare dei secoli. Una mostra che divertir grandi e bambini, che potranno toccare con mano le macchine e i modellini ricostruiti, testarsi sui touch screen per comporre, sezionare o vedere nel dettaglio, tramite le ricostruzioni 3D, i vari pezzi delle macchine di Leonardo, far suonare la Clavi-Viola e costruire, davvero, un mini ponte autoportante. Una delle ultime sezioni poi dedicata ai dipinti di Leonardo, su tutti la famosa Ultima Cena. Una ricostruzione digitale e una prospettica permettono di ricostruirne strutture e ambienti, di capirne perch Leonardo sbagli di proposito la prospettiva e di approfondire alcuni dettagli. I modelli sono stati costruiti rispettando rigidamente il progetto originale di Leonardo contenuto nei manoscritti composti da migliaia di pagine, appunti e disegni. Il visitatore avr anche la possibilit di leggere i testi di Leonardo invertendo la sua tipica modalit di scrittura inversa (da destra a sinistra). L3 si gi fatto conoscere nel mondo, le mostre sono state visitate da centinaia di migliaia di persone in citt e Paesi come Torino, Livorno, Vigevano, Tokyo, Chicago, New York, Philadelphia, Qatar, Arabia Saudita e Brasile. Occasione imperdibile. Leonardo3 Il Mondo di Leonardo -piazza della Scala, ingresso Galleria Vittorio Emanuele II, fino al 31 luglio, orari: tutti i giorni dalle ore 10:00 alle ore 23:00, biglietti: 12 intero, 11 studenti e riduzioni, 10 gruppi, 9 bambini e ragazzi, 6 gruppi scolastici.
LIBRI questa rubrica a cura di Marilena Poletti Pasero rubriche@arcipelagomilano.org Lodovico Belgiojoso
n.23 V 19 giugno 2013
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CINEMA questa rubrica a cura di M. Santarpia e P. Schipani rubriche@arcipelagomilano.org Tutti pazzi per Rose
di Rgis Roinsard [Populaire, Francia, 2012, 111'] con Romain Duris, Dborah Franois, Brnice Bejo, Mlanie Bernier, Nicolas Bedos
Rose Pamphyle (Dborah Franois) una ragazza di un piccolo villaggio normanno che aspira a diventare segretaria. il 1958 e le donne ambiscono ancora a fungere da comprimarie alla parte maschile che autoritariamente dirige e governa il pianeta. Non fa eccezione Louis Echard (Romain Duris), l'elegante ed esigente proprietario di un'agenzia di assicurazione che assume Rose come propria segretaria. Rose risponde al telefono in modo informale, goffa nell'ordinare le pratiche ma ha un dono innato per la dattilografia. Le sue dita accarezzano i tasti della macchina da scrivere pi velocemente dei nostri occhi che provano a seguirle. Louis vede cos nell'ingenua segretaria una campionessa in erba di questa bizzarra disciplina. S perch in questa fantasiosa ricostruzione dell'epoca, la dattilografia appare come uno sport olimpico e a coloro che primeggiano riservato un trattamento da star. Il capo veste rapidamente i panni dell'allenatore e le loro lunghe e ossessive sessioni di pratica non possono che richiamare alla nostra memoria Rocky e le sue corse nella neve. Rgis Roinsnard, regista di Tutti pazzi per Rose, ha scelto di mescolare la leggerezza dell'atmosfera dai colori pastello al riscatto silenzioso ma efficace della candida ragazza dal nome profumato. Cos delicata e saggia nel guadagnarsi la sua autonomia da far innamorare il capo, ora un po' meno arrogante e maschilista. Tutti pazzi per Rose una commedia che ci offre una ricostruzione fiabesca e edulcorata della fine degli anni '50, scorrendo rapida e leggera proprio come le dita della sua protagonista sui tasti della macchina da scrivere.
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